Giunge notizie da Screendaily, che Michael
Mann sarà il regista di Agincourt, adattamento
dell’omonimo romanzo medioevale di Bernard Cornwell.
Pirati dei Caraibi: Oltre i Confini del Mare, recensione
In Pirati dei Caraibi: Oltre i Confini del Mare dopo aver combattuto contro Barbossa con la sua ciurma fantasma, contro Davy Jones e infine dopo essere arrivato ai confini del mondo, Jack Sparrow (Johnny Depp) sbarca presso la Fonte dell’eterna giovinezza, mettendoci ben 130 minuti, quelli interminabili del quarto episodio della saga piratesca che lo vede protagonista.
Si, perché se c’è una costante in Pirati dei Caraibi è che sai quando comincia il film, ma non sai quando finisce. Come era già successo alle due precedenti pellicole (si salva solo La Maledizione della Prima Luna), i personaggi diventano macchiette, la sceneggiatura degenera e i grandi attori che compongono il cast toccano i punti più bassi della loro carriera.
Si fa riferimento qui soprattutto a Penelope Cruz, che qui riesce a fare addirittura peggio che in Bandidas, del 2006. La caliente spagnola interpreta Angelica, figlia del temibile Barbanera e amata (?) dell’irriverente Sparrow, che questa volta farà di tutto per aiutarla a raggiungere l’agognata fonte. Ian McShane è Barbanera, visivamente affascinante, che con i pirati ha avuto già a che fare in Shreck Terzo, sua infatti la voce di Capitan Uncino. Il buon vecchio Sparrow, un Depp sempre più eccessivo, si conferma per il fannullone e imbroglione che è sempre stato, solo che in questo quarto capitolo non c’è il suo contraltare onesto e valoroso, rappresentato prima di Orlando Bloom.
Pirati dei Caraibi:
Oltre i Confini del Mare
A sostituire la bella coppia di innamorati formata da Keira Knightly e Orlando Bloom, abbiamo qui un improbabile prete e una misteriosa sirena, che seguiranno la ciurma di Barbanera nel suo avventuroso viaggio.
Meno male che c’è Hans Zimmer, che con le sue potenti note contraddistingue anche questo film permettendoci di poterlo gustare, forse di più, ad occhi chiusi. E se è vero che tutto ciò che può andare peggio lo farà, ecco che si mette in mezzo il 3D, anche in questo caso superfluo.
Ma dopotutto finché la mucca fa latte, si continua a mungerla, poco importa che sapore abbia.
Box Office ITA del 16 maggio 2011
Fast & Furious 5 si conferma al primo posto raccogliendo altri 2 milioni di euro: l’action movie con Vin Diesel mantiene un’ottima tenuta al suo secondo fine settimana, giungendo a quota 8,5 milioni in dodici giorni.
Red debutta al secondo posto, incassando 1 milione di euro da venerdì a domenica (1,3 milioni nei cinque giorni), seguito da Thor, che con altri 727.000 euro arriva a 6,8 milioni complessivi e mostra di reggere piuttosto bene.
L’altra new entry ‘di peso’ (!), ovvero Beastly, esordisce al quarto posto portando a casa 616.000 euro nei tre giorni (756.000 euro da mercoledì a domenica); il film potrebbe tuttavia risentire del passaparola, che non è particolarmente positivo…
Quinto posto per Rio, che risale di una posizione con 286.000 euro: il cartoon in 3D arriva dunque a 6,4 milioni totali.
Come l’acqua per gli elefanti precipita al sesto posto: dopo un esordio deludente, gli spettatori diminuiscono ancora e la pellicola raccoglie altri 277.000 euro, giungendo così a un totale pari a 858.000 euro.
Dopo l’ottima accoglienza al Festival di Cannes, Habemus Papam conferma la settima posizione con altri 277.000 euro: il film di Nanni Moretti, che potrebbe aspirare a qualche premio, arriva dunque a 5,2 milioni complessivi, ma difficilmente supererà i 6 milioni (quota abbattutta da Il caimano).
Source Code scende all’ottavo posto con altri 212.000 euro e giunge a quota 1,7 milioni, mentre Machete perde ben cinque posizioni e conferma il pessimo esordio: il film di Robert Rodriguez arriva a soli 792.000 euro con altri 211.000 euro.
Chiude la top10 Con gli occhi dell’assassino, che debutta con appena 188.000 euro (200.000 euro nei cinque giorni).
Box Office USA 16 maggio 2011
Come titola BoxofficeMojo.com, Thor mantiene il trono della prima posizione del Box Office statunitense. Con questa settimana, infatti, raggiunge un incasso di 119 milioni di dollari, di cui 34.5 realizzati in questi ultimi sette giorni.
A seguire il film di Branagh tratto dal fumetto Marvel, con un considerevole distacco in termini di milioni di dollari, è la wedding comedy, genere di gran grido di questi tempi nelle sale americane, Bridesmaid. Tra le protagoniste, una delle stelle del Saturday Night Live, Kristen Wiig. Il film era molto atteso e infatti ha avuto immediatamente un riscontro di incasso: 24 milioni di dollari netti in una sola settimana per le damigelle.
In terza posizione, un film esattamente agli antipodi della commedia da matrimonio: Fast Five, ultimo capitolo della saga con protagonista Dominic Toretto, che in questo episodio rimette insieme buona parte del cast delle puntate precedenti, resiste con un incasso settimanale di 19 milioni di dollari.
Un’altra nuova uscita in quarta posizione: Priest, nel quale questa volta Paul Bettany non interpreta un prete in preda all’autofustigazione e alla pianificazione di loschi piani come avveniva nel Il codice Da Vinci, ma, in un parallelo un po’strano da capire, combatte i vampiri.
A metá classifica resiste il film di animazione Rio, ultimo prodotto di Carlos Saldanha, regista de L’era glaciale, che aggiunge altri 8 milioni di dollari al suo incasso complessivo che raggiunge cosí quota 125 milioni.
Una doppietta di film da matrimonio in sesta e settima posizione: Jumping the broom, commedia sofisticata e degli equivoci e Something borrowed che nonostante il cast di attori di richiamo, non arriva neanche a metá classifica dopo due settimane nelle sale.
Anche il mélo Water for elephants galleggia nelle zone basse del box office, lo ritroviamo, con un totale di 48 milioni di dollari di incasso dopo quasi 4 settimane di presenza nelle sale, in ottava posizione.
In nona resiste la commedia Madea’s big happy family e dopo piú di un mese nelle sale è ancora nella classifica dei dieci film piú visti Soul surfer storia di coraggio e di riscatto che doppia il budget di produzione, arrivando a un incasso di 36 milioni di dollari a fronte dei 18 che sono serviti a realizzare la pellicola.
La prossima settimana, l’unica uscita sottolineata da imdb.com è quella dell’ultimo capitolo della saga dei pirati: Pirates of the Caribbean: On stranger tides. Inutile competere con questo sicuro blockbuster presentato come proiezione speciale a Cannes in questi giorni, cosí come è stato presentato e accolto con calore sulla Croisette, l’ultima fatica di Woody Allen, in apparente ricerca di una nuova cittá-musa.
Questa volta infatti, dopo Londra e Barcellona, il film è ambientato a Parigi, e si muove su un gioco di rimandi con il passato. Non resta che aspettare che anche Midnight in Paris esca anche da noi.
Malick a Cannes cattura la vita e la morte
Proiezione mattutina per la stampa festivaliera, che ha potuto ammirare per prima l’atteso The Tree of Life, presentato da Brad Pitt e Jessica Chastain.
Cannes 2011: Tornatore da 100 milioni di dollari
Ubisoft lavora su Assassin’s Creed, Spinter Cell e Ghost Recon
Gemma Arterton e Saoirse Ronan per Neil Jordan
I fratelli Dardenne in Concorso a Cannes
Un ragazzo senza amore, allontanato dal padre che non lo vuole, e accolto, senza un apparente motivo da una donna che gratuitamente gli dona amore disinteressato.
Ron Howard torna alla commedia: The Dilemma
Che cosa fareste se scopriste che la moglie del vostro migliore amico se la fa con un altro? Come vi comportereste? Lo direste alla vittima o chiedereste alla fedifraga di smettere di vedere il suo amante?
Il fine settimana della croisette
Oggi 14 maggio, sulla Croisette si sono succeduti grandi e piccoli nomi, e tra questi alcuni che hanno portato dell’irreverenziale colore sul tappeto rosso più glamour d’Europa. Comincia la giornata Joseph Cedar, che con il suo film israeliano, Hearat Shulayim, porto in concorso una commedia pungente a sfondo familiare, dove un padre e un figlio, entrambi coinvolti nel mondo accademico della prestigiosa Talmud Hebrew University di Gerusalemme, trovano terreno fertile per un ultimo scontro che diventa professionale e generazionale. In concorso anche il regista Markus Schleinzer, con Michael, storia drammatica che racconta gli ultimi mesi di vita di un bambino e di un uomo di 35 anni.
Ma il vero movimento c’è stato nella sezione Fuori Concorso con un documentario su Bollywood, Bollywood: the greatest love story ever told, diretto da Rakesh Omprakash Mehra, pirotecnica lettera d’amore all’industria cinematografica indiana che ha contribuito nel tempo a difinire all’estero l’immagine dell’India e di Mumbai. Nel cast anche Aishwarya Rai.
Ma a Cannes oggi è stato tempo di Pirati, quelli che dal 2003 sono risorti dalle ceneri del passato cinematografico hollywoodiano grazie all’attrazione di un parco giochi, sbancando i box office soprattutto per merito di Johnny Deep, alias Jack Sparrow, presente oggi sulla Croisette. Pirati dei Caraibi: Oltre i confini del Mare è la quarta avventura di Capitan Sparrow, presentato fuori concorso in presenza del cast. Anche Penelope Cruz torna ai blockbuster hollywoodiani nel ruolo della piratessa Angelica.
Domani sarà la giornata dei fratelli Dardenne che portano in concorso Il Ragazzo con la Bicicletta.
Emile Hirsch in “Venuto al Mondo” di Castellitto
Il cast di “Venuto al Mondo”, nuovo film da regista per Sergio Castellitto, si arrichisce di un altro volto internazionale: il bravo e giovane Emile Hirsch.
Homevideo: Accordo Dall’Angelo Pictures – Movie On Demand
Dall’Angelo Pictures e la società piemontese Movie On Demand (MOD) hanno sottoscritto un accordo per la distribuzione in Italia di prodotti cinematografici e televisivi via internet.
Miss Bala fa il suo esordio a Cannes
Nel giorno in cui Nanni Moretti presenta il suo attesissimo “Habemus Papa”, Cannes si prepara a conoscere il primo dei due film messicani presenti alla rassegna: Miss Bala di Gerardo Naranjo.
Cars 2: come nasce la soundtrack
Pirati dei Caraibi: Oltre i Confini del Mare – ecco Angelica
Polisse: agenti di polizia a Cannes
Un papa sulla Croisette
Questa sera, nella sala Lumière, é prevista la proiezione del primo dei due film italiani in concorso:
Bob De Niro e Diane Keaton insieme sul set
Robert De Niro e Diane Keaton tornano a lavorare allo stesso film, e questa volta reciteranno insieme.
Melancholia di Lars Von Trier: prima clip
Ecco una clip sottotitolata in francese di Melancholia, l’ultimo film che verrà a breve presentato Cannes da Lars Von Trier che torna sulla croisette dopo due anni dl controverso Antichrist.
Gandalf e il 3D
Ian McKellen ha pubblicato una sua foto molto particolare sul suo account Flickr.
Andrew Niccol dirigerà The Host
Bill Hader è Warhol in Man in Black 3
Bill Hader vestirà i panni di Andy Warhol in Man in Black 3, le cui riprese sono ora in corso a New York. Nello specifico Hader avrà un piccolo cameo durante una festa e la scena è stata girata in un loft in presenza del protagonista Will Smith e di altre comparse. La scenaè un party a tema Andy Warhol. Ecco alcune foto che ha pubblicato il Daily Mail:
Fonte: Daily Mail via BadTaste.it
Cannes 2011 – foto dal red carpet
Ieri è stata la giornata Di Mia Wasikowska, che per Gus Van Sant ha messo d’accordo critica e fotografi. Ecco qualche attore presente ieri sul red carpet.
Secondo giorno a Cannes
Il secondo giorno sulla Croisette ha portato in sala diversi prodotti cinematografici di diversa fattura e qualità.
Restless di Van Sant apre Un certain regard
Apre oggi, nel secondo giorno del festival di Cannes, anche la sezione Un certain regard, con una pellicola di tutto rispetto: Restless di Gus Van Sant. Il regista, pupillo della competizione, che ha vinto ben due volte, nel 2003 con Elephant e nel 2007 con la naturale evoluzione dello stesso, ossia Paranoid park, presenta un film che sulla carta sembra promette un viaggio onirico nella vita di due dropout sociali che si incontrano ad un funerale.
Tema a sostegno del film è la morte, appena vissuta da uno dei protagonisti, che ha perso i genitori in un incidente, e quella che incombe su Anabel, l’altra protagonista, malata terminale di cancro. I due farano un percorso di riscoperta, anche del dolore, insieme, accompagnati da altri strani personaggi, il piú metaforico e particolare dei quali è il fantasma di un kamikaze giapponese della seconda guerra mondiale. Il film viene proiettato questa sera e sul red carpet è attesa la protagonista Mia Wasikowska, l’Alice di Tim Burton, presidente di giuria del Festival lo scorso anno.
Paul: recensione del film con Simon Pegg
Anomalo road movie all’insegna del citazionismo sfacciato e autoreferenziale, Paul sovverte tutta la leggendaria cronologia costruitasi negli anni intorno agli alieni e ne mostra un esemplare umanizzato che parla la nostra lingua e che pare aver preso un sacco di cattive abitudini dagli umani, fumo e parolacce comprese.
Graeme Willy e Clive Collings, due nerd inglesi appassionati di fantascienza, partono per gli Stati Uniti alla volta del ComiCon. Decidono di proseguire il loro tour negli States percorrendo con un camper tutte le mete di avvistamento UFO entrate nella leggenda. Nel loro viaggio si imbattono però nella cosa più assurda ed inaspettata che potesse loro capitare: Paul!
I due nerd del caso sono interpretati da Simon Pegg e Nick Frost, inglesi doc, che si confrontano con le dimensioni estese del deserto americano. Come al solito ottimi attori di commedia demenziale all’inglese, rasentano la più assurda stupidità mantenendo un contegno che può essere solo made in Uk, dove addirittura i poliziotti non girano armati…ma come faranno mai a sparare alle persone?
Tuttavia nonostante la bravura dei protagonisti e una certa freschezza di scrittura, i tempi del film troppo spesso di alternano tra lunghi tempi morti e inseguimenti rapidi che sfociano poi nel finale a sorpresa con tanto di (prevedibilissima) guest star. Caricaturale il personaggio di Jason Bateman, agente federale che sembra uscito direttamente da un film di James Bond, ma qui siamo dall’altro lato del Pacifico, e lui non è al servizio di Sua Maestà. Infarcito di citazioni, sin dall’inizio il film rivela il suo essere un omaggio a quella fantascienza il cui capostipite è senza dubbio Steven Spielberg, con gli inflazionati (anche in questo film) E.T. e Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo. Per quanto sia divertente per lo spettatore medio (ma anche per il critico più snob) prevedere le battute e le vicende di un film mentre lo si guarda, nel caso di Paul la prevedibilità diventa imbarazzante, talmente sono ovvi i riferimenti ad altri classici di genere, anche da un punto di vista delle battute, che scatenano larghi sorrisi, probabilmente perché quelle stesse battute, nate al cinema, sono entrate nella vita quotidiana di tanti appassionati, ed ora, forse impropriamente, vengono restituite allo schermo.
I Soliti Sospetti: recensione del film di Brian Singer
I Soliti Sospetti è il film di Brian Singer con protagonisti nel cast Kevin Spacey, Chazz Palminteri, Gabriel Byrne, Kevin Pollak, Stephen Baldwin e Benicio Del Toro.
Presentato fuori
concorso al 48º Festival
di Cannes, questo film diretto da Bryan Singer è un thriller
dal finale inaspettato e spiazzante. Uno dei più riusciti film
degli anni ’90, che gli amanti del genere annoverano tra i migliori
di sempre.
In seguito alla misteriosa esplosione di una nave sospettata di trasportare droga nel porto di Los Angeles, il piccolo truffatore invalido Roger “Verbal” Kint (Kevin Spacey), implicato nella vicenda, viene costretto a subire un ultimo interrogatorio dall’agente di polizia doganale David Kujan (Chazz Palminteri). La storia viene presentata come la ricostruzione della deposizione di “Verbal” Kint, e si alterna con scene della deposizione stessa. Con una serie di flashback vengono così presentati gli altri personaggi che hanno collaborato con Verbal; ma su tutti impera la figura di Keyser Söze, un misterioso boss criminale che nessuno ha mai visto o conosciuto, e sul quale aleggiano diverse leggende.
I Soliti Sospetti: recensione del film di Brian Singer
La ricostruzione di Verbal inizia con un camion di fucili che viene rubato e un gruppo di pregiudicati che viene fermato per un confronto all’americana: si tratta dell’ex poliziotto corrotto Dean Keaton (Gabriel Byrne), di “Verbal” Kint, dello scassinatore Todd Hockney (Kevin Pollak) e dei ricettatori McManus (Stephen Baldwin) e Fenster (Benicio Del Toro).
I cinque si conoscono solo
superficialmente o di nome e non hanno mai lavorato assieme,
tuttavia decidono di eseguire un colpo, proposto da McManus, in
grado di mettere nei guai il dipartimento di polizia di New York, e
far loro ottenere vendetta per il trattamento ricevuto: dopo essere
stati liberati per insufficienza di prove rapinano due poliziotti
corrotti che scortano illegalmente un trafficante di pietre
preziose.
Il colpo riesce e la banda si dirige in California per rivendere gli smeraldi del bottino a un ricettatore conosciuto da McManus: il ricettatore propone quindi ai cinque un altro colpo, ai danni di un commerciante di gioielli, che i rapinatori uccidono durante l’azione e che scoprono avere con sé non gioielli ma cocaina. Il ricettatore che aveva proposto il colpo si difende sostenendo che gli era stato suggerito da un misterioso personaggio, un avvocato di nome Kobayashi (Pete Postlethwaite).
Costui dichiara di lavorare per Keyser Söze: a suo dire tutti e cinque i delinquenti hanno “pestato i piedi” a Söze ed ora quest’ultimo pretende che essi compiano un colpo su commissione quale risarcimento dei danni ricevuti. Dopo un primo rifiuto, al quale segue l’uccisione, da parte di sicari di Söze, di Fenster, i quattro rimasti decidono di collaborare.
Qualche curiosità legata al film.
- Il ruolo di Verbal Kint è stato scritto appositamente per Kevin Spacey.
- L’ordine dei fascicoli personali consegnati dall’avvocato Kobayashi ai cinque criminali è l’ordine in cui i personaggi muoiono: Fenster, Hockney, McManus, Keaton.
- Nel corso del film Keyser Söze viene interpretato da 5 attori differenti.
- Fino alla fine delle riprese, gli unici a sapere la vera identità di Keiser Söze erano il regista Bryan Singer e lo sceneggiatore Christopher McQuarrie.
- La parola “Verbale” (il soprannome di Roger Kint) in Turco viene tradotta “Sözel”. Infine, le iniziali di nome e cognome di Kevin Spacey coincidono con quelle di Keyser Söze.
Quanto ai premi, Kevin Spacey ebbe l’Oscar come miglior attore non protagonista, mentre Christopher McQuarrie per la sceneggiatura.