Guarda il Trailer ufficiale
di 13 Hours The Secret Soldiers of
Benghazi, il nuovo film diretto da Michael
Bay, regista del franchise di successo
Transformers. La pellicola vedrà protagonisti
John Krasinski, James Badge Dale, Pablo Schreiber,
David Denman, Max Martini, Toby Stephens, Domenico Fumusa e David
Costabile e arriverà al cinema negli States il 15 gennaio
2016.
13 Hours
si basa sul libro omonimo di Mitchell Zuckoff, che racconta gli
attacchi terroristici che l’11 settembre 2012 videro presi
d’assalto a Bengasi sia l’Ufficio diplomatico degli Stati Uniti,
presso il quale si trovava in visita l’Ambasciatore americano in
Libia John Christopher Stevens, che una stazione della CIA
denominata Annex.
Il film segue sei soldati americani
che hanno combattuto contro i terroristi durante l’attacco che
causò la morte dell’ambasciatore americano Christopher J. Stevens,
un operaio dei servizi straniero e due lavoratori a contratto.
Questi sei uomini quel giorno andarono molto al di là del dovere e
ora la vera storia del loro eroismo sarà raccontata sul grande
schermo.
Mentre Halloween si avvicina, il
genere horror sembra essere l’unico che sia adatto a questi giorni
che preannunciano il buio inverno. Di seguito vi proponiamo 13 film
horror che sono stati ispirati, in diversa maniera, a fatti di
cronaca realmente accaduti:
Che sia il caso, la pianificazione
degli studios o semplicemente una fortunata sequenza di eventi,
spesso capita che dei film predicano l’uscita di altri film e che
siano collegati tra loro in qualche articolata maniera. Di seguito
vi mostriamo 13 film che hanno “predetto” altri film:
Io sono Leggenda (2007)/Batman v Superman: Dawn of Justice
(2016)
In Io sono Leggenda, con
Will Smith, si vede chiaramente un logo molto simile a quello di
Batman v Superman Dawn of Justice. La
Warner Bros predice le sue stesse mosse con 9 anni di anticipo.
The Amazing Spider-Man (2012)/Vita di Pi (2012)
Il 2012 è stato un anno
particolare per l’attore Irrfan Khan. In The Amazing Spider-Man, Khan
interpreta un uomo della Oscorp implicato nell’omicidio di Richard
Parker, papà di Peter. Qualche mese dopo Khan torna al cinema nel
ruolo di un Pi Patel adulto che racconta la sua avventura a bordo
di una barca in compagnia di una tigre del Bengala. Chi ricorda
come si chiamava la tigre? Ma Richard Parker, naturalmente!
La Zona Morta(1983)/Il mistero di Sleepy Hollow (1999)
Nel film di David
Cronenberg, basato sull’omonimo romanzo di Stephen King,
Christopher Walken interpreta un professore che raccomanda ai
propri studenti di leggere “La leggenda di Sleepy Hollow”. Dallo
stesso romanzo sarà trappo, 16 anni più tardi, il film di Tim
Burton che vede Walken nei panni del Cavaliere Senza Testa.
Edward Manidiforbice (1990)/Mars Attacks (1996)
Nel romantico film con
protagonista Johnny Depp, c’è una buffa scena di seduzione con il
sottofondo musicale di “With These Hands” di TOm Jones. Sei anni
più tardi è Tom Jones in persona a cantare quella canzone nel mezzo
di un’invasione aliena in Mars Attack.
Predator 2 (1990)/AVP: Alien vs. Predator (2004)
In Predator 2, la scena in
cui Danny Glover entra nella sala dei trofei e vede il teschio
dello Xenomorfo vicino a quello di un Predator ha fatto eccitare
tantissimo i fan. Peccato che quando le due creature si sono
davvero incotrate sullo schermo il risultato non è stato dei
migliori.
Caccia a Ottobre Rosso (1990)/Jurassic Park (1993)/L’uomo che
sussurrava ai cavalli (1998)
In Caccia a Ottobre Rosso,
il capitano Vasily Borodin interpretato da Sam Neil sognava di
vedere il Montana. Tre e otto anni dopo è stato accontentato,
interpretando due personaggi che lavorano e vivono proprio in
quello Stato.
Gangs of New York (2002)/Lincoln (2012)
In Gangs of New York,
Daniel Day Lewis interpreta il feroce Bill il Macellaio, un
anti-abolizionista che in una scena tira un coltello su un’immagine
di Lincoln. Dieci anni dopo il ruolo di Lincoln gli ha fatto
vincere il suo terzo Oscar.
U Turn (1997)/Quando l’amore brucia l’anima (2005)
Nel film di Oliver Stone,
Joaquin Phoenix interpreta un personaggio che assomiglia a Johnny
Cash. Otto anni dopo proprio il ruolo di Cash gli farà guardagnare
una nomination agli Oscar.
Spy Kids (2001)/Machete (2010)
Prima di diventare il
temibile Machete del finto trailer in Grindhouse e poi nei due film
Machete e Machete Kills, Danny Trejo era stato lo Zio Machete in
Spy Kids. Si tratta ovviamente dello stesso personaggio, nato dalla
mente di Robert Rodriguez, soltanto che nel film per ragazzi assume
dei toni più edulcorati.
Una vita al massimo(1993)/Kill Bill: Volume 1 (2003)
In una delle prime
sceneggiature di Una Vita al Massimo, Quentin Tarantino introdusse
una scena intera che si svolgeva in un cinema, in cui i due
protagonisti si incontrano per la prima volta durante la proiezione
di un film di Sonny Chiba del 1974, The Street Fighter. Dieci anni
dopo Tarantino scelse lo stesso Chiba per interpretare il
fabbricante di spade Hattori Hanzō in Kill Bill Volume I.
Gremlins 2 (1990)/Looney Tunes: Back in Action (2003)
Nel sequel dei Gremlins,
Joe Dante ha voluto inserire, in apertura e chiusura, delle
scenette con i personaggi d’animazione della Warner per mostrare
chiaramente al pubblico che avrebbero visto un film anarchico.
Quando però nel 2003 si trovò a dirigere un intero film con tecnica
mista (animazione e live action), descrisse il periodo di
lavorazione del film come il peggiore della sua vita.
Xenogenesis (1978)/Avatar (2009)
Quando non aveva ancora i
soldi guadagnati con Titanic, molto prima del suo successo, James
Cameron realizzò dei cortometraggi in cui si intravedevano già le
sue idee. Xenogenesis del 1978 ad esempio mostra delle figure
femminili molto simili a Keytiri di Avatar e veicoli volanti il cui
concept fu ripreso poi in Aliens.
E venne il giorno (2008)/L’Ultimo Dominatore dell’aria
(2010)
Quelli che sono
considerati all’unanimità ipeggiori film di M. Night Shyamalan sono
collegati. In E venne il giorno, la figlia del personaggio di Mark
Wahlberg ha uno zainetto con il logo dell’anime che diventerà poi
il soggetto del film successivo del regista di Philadelphia.
Il sito Movie for Kids, tramite il canale Youtube di Buzz Feed, ha pubblicato un
interessantissimo video relativo alla Pixar. Tutti
conosciamo la straordinaria fabbrica di film d’animazione, alcuni
dei quali trai più belli in assoluto della storia del cinema, ma
pochi sanno, ad esempio, che per realizzare un film
Pixar da soli si impiegherebbero circa 500 anni, o
che per stimolare lo loro creatività quando dovevano realizzare
Toy Story 3, gli animatori si rasarono le
testa a zero per avere la possibilità di “un nuovo inizio”!
Curiosi di sapere il resto?
Ecco il video che ci racconta tutto
ciò che non sappiamo, ma che non vediamo l’ora di conoscere, sulla
Pixar:
L’Era dei remake a Hollywood sembra
non avere più fine. Ovunque fioriscono geni del cinema che hanno
delle idee brillanti (cogliere il sarcasmo, prego): fare remake di
film culto. Ma perchè non realizzare invece un rifacimento di un
film brutto? Di un film che non ha avuto successo pur avendo del
potenziale? E’ la domanda che si è posto HitFix che ha realizzato una lista di 13 brutti
film che meritano una seconda possibilità e quindi un remake.
Eccoli:
[nggallery id=1070]
Che ne pensate? Si
tratta senza dubbio di film che hanno avuto dei giudizi quanto meno
controversi da parte di pubblico e critica, con alcune eccezioni,
vedi Catwoman, in cui il film è stato ufficialmente definito brutto
da praticamente chiunque l’abbia visto.
E se si facessero dei bei remake per
questi film? La paura di peggiorare un prodotto classico e amato
sarebbe davvero bassa, e il rischio minimo. Non varrebbe la pena
provare?
La vita dell’attore è sicuramente
un’esistenza privilegiata. Tale professione offre, anche ai livelli
bassi, una certa sicurezza economica, notorietà, fama. Ma ci sono
delle cose con cui un attore deve scendere a patti e alcune scelte
infelici con cui deve convivere.
Ecco di seguito 13 attori che
rimpiangono la loro partecipazione ad un film:
[nggallery id=1339]
Se per alcuni attori
sembra chiaro il rimpianto nei confronti di un film non troppo (o
per nulla) riuscito, cosa che può valere per Ben
Affleck e il suo Daredevil, o
per Halle Berry e la sua infelice
Catwoman, alcuni casi sopra elencati
sembrano davvero eclatanti, come quello di Alec
Guinness o quello ancora più assurdo di Woody
Allen.
13 assassini è il film
di Takashi Mike, con Kôji Yakusho, Yusuke Iseya, Tsuyoshi
Ihara
Trama: Nel
Giappone del XIX secolo Naritsugu, figlio illegittimo dello Shogun,
tiranneggia la popolazione delle sue terre perpetrando massacri e
uccidendo innocenti: dinanzi al brutale comportamento dell’uomo,
l’unica soluzione possibile per i consiglieri è la morte di
Naritsugu, impresa affidata al grande maestro Samurai Shinzaemon
Shimada: con l’aiuto di 13 combattenti, Shinzaemon affronterà una
battaglia suicida contro centinaia di Samurai rimasti fedeli al
loro signore con il coraggio e il valore di millenaria eredità.
L’analisi del film
Massacro totale: un grido di dolore
che non ha voce, un messaggio disperato lasciato da una donna senza
braccia, né gambe, né lingua, una promessa
suggellata con un inchiostro pronto a trasformarsi nel sangue della
vendetta; “13 assassini” presentato alla 67ma Mostra del Cinema di
Venezia e miracolosamente arrivato nelle nostre sale grazie alla
Bim Distribuzione, inizia la sua corsa in modo brutale e devastante
con le atroci imprese di Naritsugu, fratellastro dello shogun
e per questo apparentemente intoccabile, insoddisfatto dalla quiete
della sua prigione dorata e dunque impegnato a infliggere perenne
dolore ai suoi sottoposti solo per sport e divertimento.
Una crudeltà eccessiva anche
per un figlio dello Shogun, tale da costringere i consiglieri di
quest’ultimo alla più estrema delle soluzioni: l’unica via per
evitare la scalata al potere del tiranno è la morte, una fine senza
pietà che possa pagare la vendetta per mano del grande maestro
Samurai Shinzaemon Shimada e di una squadra di intrepidi
guerrieri pronti a sacrificare tutto a un dovere antico.
Impossibile per il gran maestro
rifiutarsi, anche se l’ardua scelta mette inevitabilmente a
dura prova la stessa l’etica dei Samurai il cui primo dovere rimane
proteggere il proprio signore a qualunque costo finché il
prezzo da pagare non si rivela troppo alto, chiedendo di scambiare
una vita di coraggio e rispetto per la fedeltà a un uomo indegno a
dispetto della sua nobile nascita.
Takashi Mike, uno dei più prolifici
registi nipponici in circolazione(oltre 50 film in soli vent’anni),
ci regala dunque un’opera appassionante e di grande impatto visivo
che fa onore alla grande tradizione del Jidai Geki: dopo
un lento primo tempo destinato a introdurci ai feroci e gratuiti
attacchi di Naritsugu senza risparmiarsi in sadismo e
violenza e all’estenuante addestramento dei 13 assassini, un
secondo tempo ben più epico ed travolgente è teatro della battaglia
di Oinai, un piccolo villaggio trasformato in una trappola mortale
per centinaia di uomini in uno scontro che, nel bene e nel male,
scrive il suo nome nella fine di un’epoca d’onore.
Fra spettacolari combattimenti e
gesta di uomini talmente coraggiosi da sembrare irreali nel loro
estremo e suicida sacrificio, “13 assassini” e un’opera che
affascinerà profani e amanti del genere, forte della nostalgia per
un’etica lontana smarrita nel tempo e uccisa dalla modernità.
127 ore è un film
decisamente anomalo e non consueto nel panorama cinematografico.
Altrettanto complesso per certi versi se si considera che ruota
attorno alla vera storia di Aron
Ralston, l’alpinista americano divenuto tristemente
famoso per essere rimasto imprigionato da una frana nel corso di
una scalata nello Utah, dove è rimasto isolato dal mondo per
diversi giorni.
Nonostante un inizio che fa temere
il peggio considerando un certo voyerismo da stile videoclip o spot
pubblicitario con tanto movimento e poca sostanza, il film cambia
decisamente registro non appena il personaggio entra nel vivo della
natura dello Utah, diventa molto di più che semplice virtuosismo.
La coppia Danny Boyle e
James Franco si impegna molto in questa pellicola e i
risultati sono dalla loro parte. Non bisogna certo gridare al
capolavoro, né tanto meno esasperare con eufemismi esagerati la
performance di Franco, però è anche grazie ad essa che il film
riesce a condurre lo spettatore con una buona tensione: fresca e
originale che a tratti emoziona e trascina, tanto da far confondere
la percezione reale con l’illusione e i viaggi allucinatori che il
protagonista compie. Attraverso questo delirio si riesce ad entrare
affondo nella mente del protagonista e a capirne meglio le paure,
le ossessioni, i sogni, i rammarichi di una vita vissuta sempre a
limite e all’estremo. Inoltre, l’illusione diventa anche
premonitrice, tanto da segnarlo in modo indelebile.
127 Ore è un film piuttosto godibile
che permette il lusso di approfondimenti su vari livelli.
Le pecche in una pellicola come
questa forse sono un limitato incipit, frutto di un caos registico
che non è proprio dei migliori e un eccessivo e pretenzioso
egocentrismo nei confronti del protagonista. Uno stile decisamente
troppo patinato: da spot Gatorade. Un maggiore approfondimento di
personaggi secondari lo avrebbe reso certamente più interessante ma
forse avrebbe perso i connotati di anomalia. Tuttavia è da premiare
il coraggio che Danny Boyle mette 127
Ore, cercando di osare in tutte le maniere possibili,
talvolta riuscendo a costruire sequenze molto belle come ad esempio
l’aumentare irrefrenabile del battito cardiaco connesso ad uno
spropositato aumento di pressione ed ad un efficace gesto
risolutore; e talvolta un po’ meno: come l’inspiegabile carrellata
di prodotti liquidi in commercio frutto delle allucinazioni
traumatiche.
In definitiva 127
Ore è un film piuttosto godibile che permette il
lusso di approfondimenti su vari livelli che certamente lasciano
ampio spazio a riflessioni esistenziali e che di certo farà piacere
a molti spettatori. Che finalmente Boyle si sia
lasciato dietro quella parentesi milionaria e sia tornato ad un
registro decisamente più consono alle sue caratteristiche … alla
28 giorni dopo per intenderci … ?
Paramount Channel, canale 27 del DTT, annuncia
l’arrivo, in prima TV FTA per l’Italia, del film evento
biografico, 127 ore. L’appuntamento è per domenica 31
luglio, alle ore 21.10.
Il film
127 ore racconta la vera storia
dell’alpinista statunitense Aron
Ralston attraverso una riproduzione realistica dei
fatti avvenuti nell’aprile 2003, che hanno visto lo sportivo
coinvolto in un terribile incidente.
Aron Ralston, un alpinista di 27 anni,
appassionato di sport come il trekking e il biking, intraprende un
viaggio solitario attraverso il Blue John Canyon dello Utah.
L’avventura sembra anticipare grandi promesse, circondato da un
paesaggio unico, alle prese con esperienze che mettono alla prova
lo spirito e il corpo. Lo sportivo non avrebbe mai potuto
immaginare l’incidente in cui, da lì a poco, sarebbe stato
coinvolto: mentre attraversa una gola stretta, all’improvviso
precipita un masso che gli blocca il braccio destro e non gli dà
possibilità di liberarsi.
Durante
i cinque giorni (127 ore) che trascorrerà
intrappolato, il protagonista riprende la sua agonia con una
videocamera e ripercorre la sua vita, soffermandosi sugli affetti
più cari. Dopo cinque giorni di disperazione, Aron sarà costretto a
prendere una drastica decisione.
Basato
sul libro Between a Rock and a Hard Place dello stesso
Ralston,127 ore è stato scritto a quattro
mani da Boyle e Simon Beaufoy. Nel cast di 127
ore troviamo nel ruolo di protagonista il brillante e
talentuoso James Franco, mentre Kate Mara e Amber
Tamblyn vestono i panni di due escursioniste che Aron
incontrerà durante il suo viaggio.
Per
prepararsi ad interpretare il ruolo ed entrare totalmente nei panni
del personaggio di 127 ore, James Franco ha visionato i materiali
originali girati da Aron Ralston durante l’incidente. L’attore ha
affermato di essere rimasto turbato dall’agonia e dalla sofferenza
dell’alpinista durante questa dura esperienza.
Presentata per la prima volta al
Toronto International Film Festival nel settembre 2010, la
pellicola ha provocato molto scompiglio in sala a causa della
crudezza di alcune scene. Il film ha ricevuto inoltre 6 nomination
ai premi Oscar 2011.
La trama del film 127
Ore
Bloccato in uno stretto
canyon nello Utah, con un braccio schiacciato da un masso
distaccatosi dalla roccia, Ralston ricorda gli amici, le amanti
(Clémence Poésy), la famiglia e le due escursioniste (Amber
Tamblyn e Kate Mara) incontrate poco prima e, nel corso di cinque
giornate, combatte contro gli elementi e i suoi stessi demoni, fino
a scoprire di avere il coraggio e la volontà di liberarsi a
qualunque costo.
127 Ore trailer
Il film completo
di 127 Ore può essere visto in streaming su
Infinity,
o aquistabile in VOB su Itunes.
Dopo la gloria e i premi che ha
raccolto con The Millionaire, Danny Boyle è stato ricoperto di
importanti offerte per dirigere film grossi e importanti, ma
ha deciso di dedicarsi a un progetto molto più piccolo e,
sicuramente, molto complicato.
Il film in questione è 127 Hours, la storia dello scalatore Aron
Ralston, che rimasto intrappolato per sei giorni sotto un macigno
si è poi amputato da solo un braccio riuscendo a sopravvivere. Nel
ruolo del protagonista è già stato scritturato James Franco, e se
l’attore in sé è una garanzia, restano molti dubbi su come il
regista riuscirà a sviluppare in modo convincente una storia che ha
un unico personaggio bloccato nello stesso posto per tutta la
durata del film. In un’intervista a Empire, Boyle ha ammesso la
“follia” intrinseca in un progetto del genere, ma ha spiegato le
sue idee per rendere la cosa interessante:
Abbiamo pensato che, dal momento che ci sono così pochi
personaggi, useremo due direttori della fotografia: Anthony Dod
Mantle, che ha fatto 28 giorni dopo, e Enrique Chediak, che ha
fatto 28 settimane dopo. Uno è nordeuropeo e l’altro sudamericano.
Daranno al film apporti differenti, come in un film convenzionale
dove ci sono un personaggio comico e un cattivo.
Sicuramente un’idea interessante, che però ancora non basta a
rassicurare circa l’assenza di personaggi di supporto e di
dialoghi. Nel cast compaiono anche Amber Tamblyn e Kate Mara come
personaggi di contorno. In realtà, come ci spiega il regista,
l’assenza di dialoghi con altri personaggi non implica però
l’assenza di… monologhi:
Ci sono dialoghi all’inizio e alla fine, ovviamente, ma per tutto
il film non ha nessuno con cui parlare. Ciò che abbiamo scoperto
però è che [Ralston] aveva con sé una videocamera, e che ha
registrato sei o sette messaggi, rivolti a coloro che pensava si
sarebbero rattristati per la sua scomparsa, essenzialmente dei
messaggi di addio. Abbiamo avuto modo di vederli, anche se lui
tende a non mostrarli a nessuno. Quindi se volete sì, c’è del
dialogo, con un futuro che lui pensa di non avere.
Oggi, nel 2017,
l’AIDS non è di certo lo stesso mostro che era
trent’anni fa. Le cure sono migliorate, l’informazione sulla
prevenzione anche, nonostante si sia ancora lontani dal debellare
del tutto il virus. Oggi un malato ha una prospettiva di vita
decisamente alta rispetto al passato, diciamo anche che con l’AIDS
si può convivere, nonostante non sia certo una passeggiata.
All’inizio degli anni ’90 invece il panorama era decisamente
diverso, ci si infettava con una facilità disarmante – sopratutto
negli ambienti omosessuali – e soprattutto si moriva senza troppa
sorpresa. Robin Campillo, montatore e regista
francese, ci riporta indietro nel tempo con 120
Battements Par Minute per raccontare la situazione
dell’epoca in Francia, dove il Governo investiva davvero poche
energie per la prevenzione. Ad andare nelle scuole con coraggio,
sfacciataggine e decisione era l’organizzazione Act
Up-Paris, formata da un gruppo di volontari ammalati e non
che con azioni eclatanti e vistose cercavano di far conoscere il
virus ai giovani francesi.
Parliamo di anni in
cui l’AIDS veniva visto come una peste moderna, trasmissibile anche
attraverso il semplice contatto pelle-a-pelle, ovviamente nulla di
più sbagliato e pericoloso. Blitz dopo blitz, morte dopo morte, il
gruppo va avanti per migliorare la prevenzione della malattia,
coinvolgendo il governo in questo processo, e cercando in tutti i
modi di ottenere le prime cure disponibili, allora ancora in via
sperimentale. Campillo mette così in scena un film corale pieno di
ottimi attori “di strada”, sospinti dalla premiata attrice francese
Adèle Haenel nel ruolo di Sophie e da due
protagonisti principali, su cui il racconto si focalizza:
Nahuel Pérez Biscayart/Sean e Arnaud
Valois/Nathan. L’autore francese si spoglia di qualsiasi
estetica, si arma soltanto di camera a mano e di tanta, tanta
realtà. Assistiamo infatti a 140 minuti di dolore, sofferenza,
speranza soffocata, fino ad arrivare all’inesorabile morte, lenta e
violenta come lo stesso montaggio del film.
Fra le pieghe però anche dello
smisurato amore, filosofico come carnale, un sentimento grazie al
quale è possibile dimenticare – certo per brevi attimi – il baratro
di una malattia che non concede sconti. Anche se l’opera è
fortemente radicata negli anni ’90, e serve a omaggiare i
combattivi movimenti giovanili di quelli anni, è anche
incredibilmente attuale. Oggi infatti sembra essere tornato il
silenzio a proposito di AIDS, le migliori cure disponibili hanno
abbassato il livello di allarme, invece il virus è ancora in
circolo, pericoloso e indelebile. È certamente un bene che
120 Battements Par Minute riprenda le fila del
discorso, sottolineando soprattutto l’importanza della prevenzione,
dell’uso del preservativo poiché unica vera arma efficace. Il suo
linguaggio diretto è più funzionale di qualsiasi opuscolo o
programma scolastico, entra in circolo sotto la pelle, emoziona e
resta inciso probabilmente per sempre.
Continua a tenere banco
la questione dell’assenza di uno dei film più attesi
dell’autunno, 12 Years a Slave, prossimo film
di Steve McQueen che vanta
un cast all stars. Oltre all’ormai consolidata collaborazione con
Michael Fassbender, McQueen schiera dalla sua in
questo film anche Benedict Cumberbatch, Brad
Pitt, Paul Dano, Paul
Giamatti.La discussione era partita dal
rammarico dimostrato in maniera molto chiara dal direttore
artistico della Mostra del cinema di Venezia, Alberto Barbera, sul
non essere riuscito a portare al lido proprio il film
di McQueen, rivelando che purtroppo il
Marketing della Fox aveva scelto di lanciare la pellicola nel North
America (aggiungiamo noi giustamente considerando la storia).
Purtroppo come spesso in Italia e in Europa, le sue parole sono
state riportate fuori contesto e sottolineando che la verità è che
il film non era a Venezia per i costi troppo legati all’arrivo
della delegazione. Oggi, sulle pagine dell’Hollywood Reporter lo
stesso Barbera ha chiarito la faccenda:
“Sono state portate alla mia
attenzione le citazioni imprecise attribuitemi su noti
giornali Europei per quanto riguarda l’assenza di 12 Years a Slave
alla Mostra” “Per mettere le cose in chiaro, le parole apparse che
è stato per causa dei costi o della dimensione della delegazione
della pellicola sono del tutto inesatte”
Lo stesso Steve McQueenha rilasciato alcune
dichiarazioni:
“Dato che 12 Years a Slave è una storia
americana, la mia intenzione era sempre di tenere la prima mondiale
in Nord America” “Siamo stati entusiasti di far parte sia del
Telluride e Toronto Film Festival, e non vediamo l’ora di essere
alla Premiere Europea al Festival di Londra, il mese
prossimo.”
Tutte le foto del film:
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Il film dovrebbe uscire negli USA
ad Ottobre e racconta una storia basata
sull’autobiografia, datata al 1853, di Solomon Northrup
(Chiwetel Ejiofor) un nero libero dello stato di
New York, che venne rapito e venduto come schiavo. Di fronte a
crudeltà (personificata dal terribile schiavista, interpretato
da Michael Fassbender), così come a
gentilezze inaspettate, Salomon lotta non solo per rimanere in
vita, ma per conservare la sua dignità. Nel dodicesimo anno della
sua indimenticabile odissea, un fortuito incontro con un
abolizionista canadese (Brad Pitt), cambierà per
sempre la sua vita.
La Fox Searchlight Pictures ha
annunciato oggi che l’atteso film 12 Years a Slave del regista
Steve McQueen uscirà al cinema il 18 ottobre 2013,
anticipando quindi l’uscita precedentemente prevista per la fine di
Dicembre.
Il film dovrebbe uscire negli USA
ad Ottobre e racconta una storia basata
sull’autobiografia, datata al 1853, di Solomon Northrup
(Chiwetel Ejiofor) un nero libero dello stato di
New York, che venne rapito e venduto come schiavo. Di fronte a
crudeltà (personificata dal terribile schiavista, interpretato
da Michael Fassbender), così come a
gentilezze inaspettate, Salomon lotta non solo per rimanere in
vita, ma per conservare la sua dignità. Nel dodicesimo anno della
sua indimenticabile odissea, un fortuito incontro con un
abolizionista canadese (Brad Pitt), cambierà per
sempre la sua vita.
Il film dovrebbe uscire negli USA
ad Ottobre e racconta una storia basata
sull’autobiografia, datata al 1853, di Solomon Northrup
(Chiwetel Ejiofor) un nero libero dello stato di
New York, che venne rapito e venduto come schiavo. Di fronte a
crudeltà (personificata dal terribile schiavista, interpretato
da Michael Fassbender), così come a
gentilezze inaspettate, Salomon lotta non solo per rimanere in
vita, ma per conservare la sua dignità. Nel dodicesimo anno della
sua indimenticabile odissea, un fortuito incontro con un
abolizionista canadese (Brad Pitt), cambierà per
sempre la sua vita.
La dedizione a un ruolo di attore
spesso si denota anche dalle dimensioni corporee che si riescono a
raggiungere, in eccesso e in difetto, per interpretare al meglio
una parte. Lo sanno bene gli attori di seguito, che da un film
all’altro hanno cambiato radicalmente (qualcuno più, qualcuno meno)
la loro forma fisica:
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Le 12 trasformazioni proposte non
corrispondono per forza a lavori di grande pregio, sebbene diversi,
tra gli esempi portati, siano stati premiati addirittura con
l’Oscar all’interpretazione.
Che ne pensate degli attori in grado
di trasformare radicalmente la loro forma per un ruolo?
Ogni persona a questo mondo ha un
passato e in america in molti sono
stati Cheerleader prima di costruirsi una
carriera. Ecco 12 star, alcune insospettabili, che sono stati in un
gruppo di Cheerleader prima di diventare famosi:
Negli ultimi anni sono diversi i
film che hanno affrontato gli eventi della guerra in Iraq e in
Afghanistan. Dieci anni dopo il successo di The Hurt Locker,
premiato con l’Oscar al miglior film, a raccontare degli orrori di
tale conflitto è stato 12
Soldiers (qui la recensione), opera prima
del regista danese Nicolai Fuglsig. La pellicola
porta infatti lo spettatore ad esplorare i conflitti che si sono in
particolare svolti dopo i tragici eventi dell’11 settembre del
2001.
Quella qui raccontata risulta una
storia ancor più coinvolgente perché ispirata alla vita di un vero
militare presente in quel territorio in quel complesso periodo di
tensione. Il film è infatti l’adattamento cinematografico del libro
Horse Soldiers, scritto dal giornalista
Doug Stanton e basato sulla vita dell’agente CIA e
militare delle forze speciali Mark Nutsch. Pur se
romanzate, le vicende qui proposte ricalcano gli eventi che lo
videro coinvolto. La sua storia era fino a pochi anni fa pressoché
sconosciuta e solo grazie a Stanton venne portata alla luce.
Con il film si rende così il giusto
omaggio ad un gruppo di soldati che hanno rischiato la vita nel
tentativo di ristabilire un equilibrio internazionale, riproponendo
allo stesso tempo la brutalità di quel conflitto tanto
anomalo. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle
principali curiosità relative a 12
Soldiers. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alla
storia vera di cui narra. Infine, si elencheranno
anche le principali piattaforme streaming
contenenti il film nel proprio catalogo.
All’indomani dell’attentato dell’11
settembre 2001, un gruppo di 12 paramilitari della CIA capitanato
da Mitch Nelson decidono di partire
volontariamente per l’Afghanistan. La loro è la prima operazione di
contrattacco che il governo statunitense scaglia contro i paesi del
medio oriente. Nonostante lo shock per l’attentato sia ancora
fresco, questi uomini si avventurano senza paura in un territorio
ignoto, dove ognuno può essere un potenziale nemico. Ognuno di loro
ha degli affetti da riabbracciare a casa, ma il desiderio di
difendere la patria avrà però la precedenza su tutto, anche sulla
loro vita.
Ad interpretare il capitano Mitch
Nelson vi è l’attore Chris
Hemsworth. Celebre per il ruolo di Thor, questi ha qui
indossato i panni del militare, cercando di risultare quanto più
realistico possibile. Per riuscirci, ha anche avuto modo di
incontrare Nutsch, il soldato a cui il suo personaggio si ispira.
Da lui ha avuto modo di apprendere i principali dettagli sulla
missione e nel dare un interpretazione di questi Hemsworth ha
puntato sull’evidenziare il suo coraggio e le motivazioni che lo
spinsero a prendere parte a quella guerra.
L’attore ha inoltre avuto modo di
recitare al fianco di quella che è sua moglie nella realtà,
l’attrice Elsa Pataky,
che nel film interpreta proprio Jean, la consorte di Mitch. Per i
loro ruoli, i due hanno fatto molto riferimento al loro privato.
Nel film si ritrovano poi noti attori come Michael
Shannnon nei panni di Hal Spencer e Michael Peña in
quelli del sergente Sam Diller. L’attore iraniano Navid
Negahban interpreta il generale Abdul Rashid Dostum,
mentre Trevante Rhodes è il sergente Ben Milo.
L’attore William Fichtner, infine, è il colonnello
John Mulholland.
Come anticipato, la vicenda del
soldato Mark Nutsch a cui il film si ispira ha
inizio nei giorni seguenti l’attentato alle Torri Gemelle di New
York. Nel tentativo di dare rapida risposta a quell’attacco, il
governo americano organizza una missione segreta dal nome in codice
Task Force Dagger. Sono 12 i soldati ad offrirsi
volontari tra cui, appunto, Nutsch. In breve questi partono per le
ostili e sabbiose terre dell’Afghanistan, dove avranno il compito
di aiutare il generale Abdul Rashi Dostum, leader
dell’Alleanza del Nord, a prendere il controllo di quelle
regioni.
Così facendo, gli Stati Uniti
sperano di trovare in lui un alleato nella guerra contro i talebani
e Al Qaeda. Come riportato anche nel libro di Stanton, le
difficoltà incontrate prevedevano non solo i rapporti con il luogo
ma anche con le truppe di Dostum. Dopo un’iniziale diffidenza,
però, il gruppo riuscirà a portare a termine la missione,
grossomodo similmente a come viene mostrato nel film. L’acquisito
potere di Dostum al termine di questa lo porterà infine nel 2014 a
divenire vice presidente dell’Afghanistan.
Come si riporta anche nelle ultime
battute del film, tutti e 12 i soldati riuscirono a tornare a casa
pressoché incolumi. Quella che sembrava dunque essere una missione
suicida si è invece rivelata uno dei colpi più duri inferti ai
talebani. Rimasta segreta per anni, tale spedizione è oggi stata
resa nota, nella città di New York è perfino stata costruita una
statua raffigurante un cavallo e un soldato, celebrando così la
memorabile impresa.
Il trailer di 12
Soldiers e dove vedere il film in streaming e in TV
Per potersi immergere in tutto ciò,
è possibile fruire di 12
Soldiers grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes, Tim
Vision, Prime Video, Now e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
giovedì 28novembre alle
ore 21:20 sul canale Rai 4.
Esce l’11 luglio nei cinema
italiani 12
Soldiers, l’ultima fatica di
Chris Hemsworth, qui immerso nei panni del militare
Mitch Nelson.
Il Capitano Nelson, così come la
sua squadra Alpha 595 e le vicende che li vedono coinvolti in
questo film, sono avvenimenti accaduti realmente, e si basano sul
libro del giornalista Doug Stanton, “Horse Soldiers” (2009). Ad
appena cinque settimane dal terribile attacco alle Torri Gemelle,
l’esercito militare statunitense pianifica e mette in atto un
controattacco in terra afghana.
L’impresa sembrava impossibile. Le
migliori opinioni degli strateghi non prevedevano di poter
espugnare Mazar-i-Sharif, la roccaforte talebana obiettivo della
missione, prima di due anni. L’unità speciale del Capitano
Nelson ci mise 21 giorni. Grazie anche ad un accordo con dei
ribelli uzbeki, capitanati dal generale Abdul Rashid Dostum, i
dodici militari americani si gettarono in una missione
apparentemente suicida, tornando tutti a casa sani e salvi (come
mostrano le foto dei veri protagonisti della vicenda, nei titoli di
coda).
12
Soldiers è diretto dal semi sconosciuto Nicolai
Fuglsig, che grazie anche all’importante partecipazione di Jerry
Bruckheimer alla produzione, riesce a mettere in scena un action
movie pieno zeppo di effetti speciali e materiale scenografico di
notevole fattura (armi e mezzi cingolati in primis). Girato
in New Mexico,12 soldiers fa dell’aderenza al dato reale un po’ il
suo fiore all’occhiello. Nelle interviste regista e attori hanno
sottolineato più volte che il set ha ospitato i veri protagonisti
di questa vicenda militare, per avere da loro consigli e creare un
clima ottimale.
La tematica non è nuova al cinema;
sono innumerevoli ormai i film che hanno raccontato a loro
modo le vicende post-11 settembre. L’argomento, per quanto
inflazionato, a quanto pare è molto amato dagli americani, complice
quel patriottismo tipico made in U.S.A.
12 Soldiers non fa
eccezione. Salvo però per una certa superficialità con la quale in
questo caso ci si approccia alla narrazione.
Non vengono indagate le
intricatissime radici storiche e civili dell’Afghanistan. E nemmeno
si parla delle precedenti condizioni politiche di un territorio in
continua occupazione, dove le implicazioni statunitensi non sono
mai state del tutto trasparenti.
12 Soldiers
pertanto scansa il taglio documentaristico, troppo problematico e
immersivo, per aderire al più semplicistico film di guerra, e
finanche al genere action (è comunque una produzione Bruckheimer),
sottolineando i momenti di tensione con musica sincopata e
immergendo lo spettatore in un profluvio di spari ed esplosioni,
con buona pace della narrazione.
12 Soldiers ama
mostrare il coraggio dei Berretti Verdi americani, che non vengono
obbligati a partecipare alla pericolosa missione, ma si offrono
orgogliosamente volontari. Viene messo in evidenza il rapporto di
totale e fraterna fiducia che vige, necessariamente, tra i
commilitoni della squadra Alpha, senza mancare di mostrare una
certa dose di umorismo nelle battute che i soldati si scambiano tra
uno sparo e l’altro.
Anche la particolare amicizia che
viene a crearsi tra il Capitano Mitch (Hemsworth) e il generale
Dostum (Navid Negahban) ha quel sapore “romantico” tipicamente
statunitense, che sembra dimenticarsi delle incolmabili differenze
culturali e politiche che separano – anche caratterialmente – i due
popoli.
La morale è sempre quella.
L’apporto benefico degli USA – visti come la Nazione Giusta per
eccellenza – che giustifica l’uso delle armi e perfino il genocidio
come soluzione ad una guerra che poi, quasi venti anni dopo, non
sembra aver trovato fine.
È un tema molto delicato e senza
dubbio sotto i riflettori. Il sessismo a Hollywood è sempre un
argomento delicato e di cui è importante parlare. Di seguito vi
mostriamo 12 scene sessiste che confermano, magari anche in maniera
involontaria, che Hollywood odia le donne.
Quello di Dwayne Johnson è
certamente il caso più famoso di lottatore di wrestling che
intraprende una carriera di successo da attore cinematografico.
Come lui inizia però ora ad imporsi sempre di più anche
John Cena, altro iconico volto di tale disciplina
nonché uno dei più leggendari lottatori di sempre. Negli ultimi
anni egli ha infatti ridotto la propria presenza sul ring per
portarla davanti la macchina da presa, recitando in film come
Non si scherza col fuoco, Fast & Furious 9 e
l’atteso The Suicide Squad. Ben prima di questi, nel
2009, egli era stato protagonista di 12Rounds, film d’azione prodotto dai
WWE Studios.
Questo è stato ideato e diretto da
Renny Harlin, già regista di celebri film di
questo genere come 58 minuti per morire – Die
Harder, Cliffhanger – L’ultima
sfida e Spy. Si tratta del
secondo film interpretato dal wrestler, che già qui dimostrava
grande carisma e buone capacità di adattarsi a questa tipologia di
racconto cinematografico. All’epoca Cena era ancora un lottatore a
tempo pieno, ma nonostante ciò si riscontra anche qui il grande
impegno che notoriamente egli dedica ad ogni suo progetto e
attività. Paragonato a Die Hard – Duri a morire per via di
alcune somiglianze narrative, il film non ha però riscontrato
pareri positivi al momento dell’uscita.
Nonostante il flop iniziale, però,
12 Rounds ha acquistato sempre più popolarità con il
passare del tempo. In particolare, quanti ammirano oggi Cena come
lottatore o attore riscoprono con piacere questo film, ritrovandovi
il loro beniamino in panni diversi dai suoi soliti. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
12 Rounds: la trama del film
La storia raccontata dal film si
apre sulla ricerca da parte dell’FBI del
pericoloso terrorista internazionale Miles
Jackson. Grazie all’utilizzo di moderne tecnologie, gli
agenti federali riescono ad individuarlo, affidando agli esperti
poliziotti Danny Fisher e Hank
Carver il compito di catturarlo. Lo scontro si rivela però
più brutale del previsto e durante questo la giovane Erica
Kessen, fidanzata di Jackson, rimane uccisa. Con il
terrorista in prigione, Danny può ora godersi la sua meritata
promozione, trascorrendo una vita grossomodo tranquilla nella sua
nuova casa insieme alla fidanzata Molly
Porter.
Tutto ciò viene però bruscamente
spezzato quando una voce che non sentiva da un anno lo chiama
improvvisamente. A parlargli è Jackson, il quale riuscito ad
evadere di prigione vuole ora vendicarsi per la morte della sua
amata Erica. Per questo ha rapito Molly, proponendo a Danny un
sadico gioco suddiviso in dodici round. Se il poliziotto farà tutto
quello che gli si dice e sarà ancora vivo al termine dell’ultimo
round, allora potrà rivedere Molly. Pur sapendo benissimo che si
tratta di una trappola, Danny non può che accettare, tentando di
escogitare un piano per quando si troverà faccia a faccia con il
criminale.
12 Rounds: il cast del film
Dopo aver realizzato il suo primo
film, Presa mortale, John Cena era
alla ricerca di un nuovo progetto che presentasse però una storia
con cui fosse più facile sviluppare un legame emotivo. Quando gli
fu presentato 12 Rounds, egli capì che era ciò che cercava
e si disse disponibile ad assumere il ruolo del protagonista, il
poliziotto Danny Fisher. Cena si dedicò con grande impegno alla
realizzazione del progetto, decide anche di non farsi sostituire da
controfigure ma di interpretare personalmente anche le scene più
rischiose, comprese quelle che prevedevano una guida acrobatica.
Molto più difficili per lui da girare sono invece state le scene
che lo vedevano posto a particolari altezze.
Cena, infatti, ha dichiarato di
avere profonda paura dell’altezza e quando si è trovato in
situazioni del genere durante il set ha in più occasioni provato
talmente tanto disagio da voler quasi abbandonare il film. Accanto
a lui, nel ruolo della fidanzata Molly Porter, si ritrova l’attrice
Ashley Scott, già vista anche in A.I. –
Intelligenza artificiale e A testa alta.
Brian J. White è il detective Hank Carver, mentre
Steve Harris è l’agente speciale George Aiken e
Gonzalo Menendez l’agente Ray Santiago.
Taylor Cole, attrice e modella, è invece presente
nei panni di Erica Kessen, la fidanzata di Miles Jackson.
Quest’ultimo è interpretato dall’attore Aidan Gillen,
particolarmente noto per essere stato Petyr Baelish nella serie
televisiva Il Trono di
Spade.
12 Rounds: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile vedere o rivedere il
film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari
piattaforme streaming presenti oggi in rete. 12
Rounds è infatti disponibile nel catalogo di
Rakuten TV, Google Play, Apple
TV+, Disney+ e Amazon Prime Video. Per vederlo, in base
alla piattaforma scelta, basterà iscriversi o noleggiare il singolo
film. Si avrà così modo di poter fruire di questo per una comoda
visione casalinga. È bene notare che in caso di solo noleggio, il
titolo sarà a disposizione per un determinato limite temporale,
entro cui bisognerà effettuare la visione. Il film sarà inoltre
trasmesso in televisione il giorno sabato 15
luglio alle ore 21:20 sul canale
Rai 4.
Il network americano SyFy ha
diffuso oggi il promo ufficiale della nuova serie televisvia 12
Monkeys che arriverà in onda all’inizio del nuovo anno e basata
sul film diretto nel 1995 da Terry
Gilliam.
La serie vede
protagonisti gli attori Amanda Schull,
Kirk Acevedo, Barbara Sukowa e
Noah Bean. 12 Monkeys racconta di Cole
(Aaron Stanford): un uomo in grado di viaggiare
nel tempo che appare nel presente per eliminare la fonte di un
contagio mortale che causerà la decimazione della razza umana,
dando così vita al futuro post-apocalittico da cui proviene.
L’esercito delle 12
scimmie (12 Monkeys) è un film del 1995 diretto da
Terry Gilliam, prodotto da Charles Roven e sceneggiato da David
Webb e Janet Peoples. È stato liberamente ispirato al film La
jetée, di Chris Marker, cortometraggio sperimentale francese
del 1962. Il film consiste in una storia di fantascienza
post-apocalittica. L’esercito delle 12 scimmie è il sesto
film di Gilliam, unico americano facente parte del gruppo comico
britannico dei Monty Python. Prodotto con uno stanziamento di 29,5
milioni di dollari statunitensi, ha avuto vari elogi da parte della
critica e ha incassato circa 169 milioni in tutto il mondo.
È in un produzione un adattamento
televisivo del film 12 Monkeys, serie televisiva che andrà
in onda dal 16 gennaio 2015.
Nel 2035 James Cole è un detenuto
che, con la promessa della grazia, viene inviato nel passato per
indagare sui fatti che hanno portato all’estinzione del 99%
dell’umanità e costretto i sopravvissuti a vivere nel sottosuolo
per sfuggire al contagio di un virus letale. I detenuti sono
obbligati a salire in superficie con speciali tute ermetiche,
correndo il rischio di venire contagiati a loro volta, per
raccogliere le prove riguardo alla responsabilità di una tale
catastrofe. I capi di queste comunità sotterranee sembrano essere
degli scienziati che fanno di tutto per poter, un giorno, mettere
le mani sul virus originale, che intanto è mutato, per creare un
antidoto e riconquistare la superficie.
Tutte le prove portano a un
sedicente gruppo ecologista, l’esercito delle 12 scimmie,
che avrebbe diffuso il contagio per liberare la Terra da quel
cancro che ritengono siano gli esseri umani. In particolare, un
murale apparso pochi giorni prima della tragedia porta la scritta
“l’abbiamo fatto noi” (“we did it“).
Al suo arrivo nel 1990 (sarebbe
dovuto giungere nel 1996 ma c’è stato un malfunzionamento nella
macchina del tempo), Cole viene arrestato e detenuto in una clinica
psichiatrica, dove incontra Jeffrey Goines, anch’egli detenuto, e
la dottoressa Kathryn Railly, un’esperta di malattie mentali
caratterizzate da presunte capacità profetiche. Railly inizialmente
ritiene Cole malato, ma in seguito inizia a prenderlo sul serio.
Goines e Cole stringono una strana amicizia, e quest’ultimo, a
causa degli psicofarmaci che gli venivano somministrati, rivela a
Goines la sua storia. Goines non crede alle parole di Cole, ma
rimane colpito dalle sue parole circa la distruzione della maggior
parte dell’umanità.
Cole sembra scomparire nel nulla,
ma è stato in realtà riportato nel futuro. Dopo un altro errore
(viene catapultato al tempo della prima guerra mondiale), è
finalmente inviato nel 1996 pochi mesi prima dell’inizio del
contagio.
Il network americano
Syfy ha svelato un nuovo trailer della nuova serie
televisiva di fantascienza 12 Monkeys, lo
show basato sul noto film del regista visionario Terry
Gilliam, noto da noi con il titolo L’Esercito delle 12
Scimmie.
12
Monkeys debutterà venerdì 16 gennaio. Protagonista è
Cole (Aaron Stanford), un uomo in grado di
viaggiare nel tempo, proveniente da un futuro post-apocalittico,
che appare nel presente perché in missione: il suo scopo è
individuare ed eliminare la fonte di un contagio mortale che finirà
per decimare la razza umana.
Cresce l’attesa per il debutto
della nuova serie targata SyFy, 12
Monkeys, adattamento seriale dell’omonimo film
cult del 1995 di Terry Gilliam e oggi il network
ha diffuso una nuova featurette per scoprire personaggi e
situazioni.
12
Monkeys debutterà venerdì 16 gennaio. Protagonista è
Cole (Aaron Stanford), un uomo in grado di
viaggiare nel tempo, proveniente da un futuro post-apocalittico,
che appare nel presente perché in missione: il suo scopo è
individuare ed eliminare la fonte di un contagio mortale che finirà
per decimare la razza umana.
Bel Ami, pellicola tratta dal
romanzo di Guy De Maupassant con Robert Pattinson come
protagonista, non ha putroppo ancora una data di distribuzione
italiana: nell’attesa, per appagare le aspettative dei fan sono
stati resi disponibili online ben 12 minuti in sizzle reel, un
montaggio che traccia un’idea generale del film allo scopo di
trovare acquirenti per i diritti di distribuzione
internazionale.
Oltre a Pattinson, chiamato a
vestire i panni dell’ambizioso arrampicatore sociale George Dubois,
del ricco cast fanno parte anche Uma Thurman, Kristin Scott Thomas
e Christina Ricci.
Diretto da Declan Donnellan e Nick
Ormerod, Bel Ami sarà presentato a Berlino, mentre uscirà nei
cinema del Regno Unito a marzo.
Presente nella
Top 10 di Netflix da molti giorni,
12 Mighty Orphans racconta una avvincente storia
vera, che comincia nel 1927, quando il coach Harvey Nual “Rusty”
Russell arriva alla Casa Massonica del Texas. Aveva rinunciato ad
una posizione più prestigiosa alla scuola superiore Temple per fare
qui, invece, l’insegnante di materie scientifiche e l’allenatore di
football.
Siamo nel comune di Fort
Worth nello Stato del Texas negli USA durante l’inizio della Grande
Depressione, e la Casa Massonica è uno dei diversi istituti
governativi per vedove e orfani che venne aperto nel 1889 e che in
quegli anni ospitava intorno a 160 ragazzi. Rusty Russell all’epoca
aveva trentadue anni, era sposato con Juanita che di anni ne aveva
ventitré e insieme avevano due bimbe. Si stabiliscono in una
casupola all’interno del territorio della Scuola e lì resteranno
fino al 1941.
Gli eventi che hanno
intrecciato la vita e le scelte personali del signor Russell e
della sua famiglia, sono ancora oggi ricordate nella storia del
football americano, tanto che Russell è parte della Hall of Fame
degli sport del Texas e nel 2007 lo scrittore Jim Dent ha
pubblicato un libro che ne racconta i dettagli, insieme alle
difficoltà e le prove che lui e il team dei suoi 12
Mighty Orphans (12 fantastici orfani)
hanno affrontato e superato in maniera incredibile. Una vicenda
talmente degna di nota e stupore, che nel 2021 la Sony Pictures
Classics ne ha distribuito il film dedicato, diretto da Ty Roberts.
Alcuni elementi della sceneggiatura differiscono da come i fatti
sono in realtà andati, ma si tratta di dettagli relativamente
marginali.
12 Mighty Orphans, la storia
vera
Rusty Russell non è un
orfano come gli allievi che conosce appena giunto alla Casa
Massonica. Cresce con la sua famiglia in una fattoria e si
appassiona presto allo sport e durante l’università diventa anche
capitano delle squadre sia di football che di basket. L’idea che
matura nel corso del tempo, e che è valsa anche per la sua vita, è
che il football possa essere una risorsa per i giovani, un
lasciapassare per un futuro migliore del loro triste presente. Gli
orfani in quel periodo sono considerati cittadini di serie B, e il
modo in cui vengono trattati all’interno dello stesso istituto nel
quale dovrebbero ricevere un’educazione, non fa che confermarlo
giorno dopo giorno.
Quello che il coach Rusty
Russell riesce a mettere in piedi, a protrarre nel tempo e a far
inscrivere nella storia è una squadra di football composta da 12
giocatori tra gli orfani della Casa Massonica, i cui ragazzi non
hanno né le scarpe né la palla, ma che arrivano ad essere ammessi
nella Serie A del Campionato Liceale Statale del Texas.
Il coach inizia
letteralmente un programma di recupero per quei giovani per lo più
tutti analfabeti, che subiscono percosse, umiliazioni e insulti e
la cui unica attività è del lavoro minorile in una fabbrica. In un
periodo storico indebolito e fiaccato dalla povertà causata dalla
crisi economica più grave mai vista, Russell forma degli
adolescenti insegnandogli un gioco di squadra e, nel frattempo, li
riporta in vita.
Gracili e decisamente
molto meno prestanti rispetto alle squadre avversarie con cui si
confrontano – anche perché hanno ben altri mezzi e supporti, gli
altri –, spingono Russell a ideare una strategia che è tutt’oggi
applicata nelle formazioni d’attacco durante le partite: la “spread
offence”. La tecnica sfruttava, infatti, la velocità e l’agilità
dei suoi giocatori, piuttosto che la forza.
Rusty Russell è riuscito
ad essere per gli orfani ciò che nel vero significato del termine è
un educatore: chi riesce a tirar fuori da qualcuno la luce che già
si porta dentro. Sia nel libro che nel film vengono evidenziati
vari momenti di grandi difficoltà, anche burocratiche, che sono
state affrontate dal coach in primis e dai ragazzi di
conseguenza.
Ciò che questa storia ha
significato per il Texas, per tutti quelli che hanno fatto proprio
l’esempio di quest’uomo e per chi ne ha seguito i passi, è che a
cambiare davvero le cose sono i sogni che non realizzano solamente
l’ego di uno, ma la vita di molti. In quegli anni i 12
fantastici orfani sono stati il simbolo della possibilità di
una rinascita, al punto da aver attirato anche l’attenzione del
Presidente dell’epoca Franklin Roosevelt. Perché, per poter dare
speranza, una resurrezione deve partire dalla morte. Ma non è
possibile che accada da soli: c’è sempre bisogno di qualcuno che ci
creda per primo e lo trasmetta a tutti.
Il romanzo gotico nasce
ufficialmente nella metà del 1700, ma Guillermo Del
Toro (Il Labirinto del Fauno, Hellboy, Pacific
Rim) ha re-immaginato il genere con una sensibilità
contemporanea in Crimson
Peak, in uscita nelle sale italiane il 22
ottobre. Il film possiede tutti i caratteri canonici di una novella
gotica e ovviamente non è il primo prodotto a esplorare sfumature
simili.
Prima di lui ricordiamo
Intervista con il Vampiro, Shining, Dark
Shadows, oppure Penny
Dreadful e Hellsing in
televisione, Castelvania,
Bloodborne nel mondo del gaming. Nel
mondo della musica bisogna citare invece i Black
Sabbath, Alice Cooper e i The
Cure. Come prepararsi dunque alla visione?
Eccovi dodici film gotici da vedere prima di
Crimson Peak.
Che fine ha fatto Baby Jane?
Che fine ha fatto Baby Jane? (What
Ever Happened to Baby Jane?) è un thriller psicologico del 1962
diretto da Robert Aldrich e basato sul romanzo What Ever Happened
to Baby Jane? di Henry Farrell (1960). Accolto con successo sia
dalla critica che al botteghino, è stato presentato in concorso al
Festival
di Cannes 1963 ricevendo ben 5 candidature al Premio Oscar e
vincendo il premio miglior costume nella categoria “bianco e
nero”.
Nel 2001 il film è inserito al 63º
posto della lista AFI’s 100 Years… 100 Thrills istituita
dall’American Film Institute. Nel 2003 il personaggio di “Baby Jane
Hudson” diventa il 44º miglior cattivo della lista AFI’s 100 Years…
100 Heroes and Villains, sempre istituita dall’American Film
Institute.
Dark Shadows
Dark Shadows è un film del 2012
diretto da Tim Burton e con protagonisti Johnny Depp, Eva Green,
Michelle Pfeiffer, Jonny Lee Miller ed Helena Bonham Carter. La
sceneggiatura del film, scritta da Seth Grahame-Smith, si basa
sull’omonima soap opera degli anni sessanta creata da Dan
Curtis.
Dracula cerca sangue di vergine… e
morì di sete!!!
Dracula cerca sangue di vergine… e
morì di sete!!! (Blood for Dracula) è un film del 1974, diretto da
Paul Morrissey con la collaborazione di Antonio Margheriti.
Si tratta del secondo film girato da
Morrissey in Italia, dopo Il mostro è in tavola… barone
Frankenstein (1973). Le due opere vennero ideate da Andy Warhol,
intenzionato a realizzare un horror erotico in 3-D. Il produttore
italiano Carlo Ponti, interessato a finanziare il progetto, si
offrì di produrne due da girare in Italia. Solo il primo dei due
film venne però realizzato in 3-D.
Dracula di Bram Stoker
Dracula di Bram Stoker (Bram
Stoker’s Dracula) è un film del 1992 prodotto,co-scritto e diretto
da Francis Ford Coppola, tratto dal romanzo Dracula (1897) dello
scrittore irlandese Bram Stoker.
Frankenstein
Frankenstein è un film dell’orrore
fantascientifico del 1931 diretto da James Whale.
Di genere orrore il film è tratto
dall’omonimo romanzo di Mary Shelley e dal suo adattamento teatrale
del 1927 Frankenstein: an Adventure in the Macabre di Peggy
Webling. Fu prodotto dagli Universal Studios.
Appartenente alla corrente
espressionista, è una delle opere più importanti del genere orrore.
Pur ispirandosi all’opera di Shelley, in realtà riprende
principalmente l’adattamento teatrale del 1823 Presumption; or, the
Fate of Frankenstein di Richard Brinsley Peake. Alcuni punti del
romanzo sono modificati, come l’ambientazione storica e alcune
caratteristiche del mostro, e viene ampliata la storia per
sottolinearne i contenuti scientifici e sociali.
Fu un grande successo, il film col
maggiore incasso nell’anno 1931, inaugurando una mitologia e uno
stile che influenzarono tutte le successive pellicole dell’orrore
(ad esempio gli stereotipi dello scienziato pazzo e del suo
assistente gobbo nacquero proprio da questa pellicola ) e rimane
tuttora il più noto fra quelli ispirati dal romanzo. Da questa
versione cinematografica l’immagine della creatura entrò
nell’immaginario collettivo e tutte le versioni successive del
mostro si rifecero a questa.
I delitti della luna piena
I delitti della luna piena
(Romasanta) è un film del 2004 diretto da Paco Plaza.
Film prodotto da Brian Yuzna e
distribuito dalla Dnc Entertainment. Nelle sale cinematografiche
italiane è stato distribuito dal 26 novembre 2004.
Il film è ispirato ad un venditore
ambulante, Manuel Blanco Romasanta, realmente esistito della fine
del 1800, che confessò di aver ucciso tredici persone e di aver
ricavato dal loro grasso del sapone.
Il Corvo
Il corvo – The Crow (The Crow) è un
film del 1994 diretto da Alex Proyas. Il film è basato sul fumetto
di James O’Barr Il corvo, e racconta la storia di Eric Draven, un
musicista rock che viene resuscitato per vendicare la propria morte
e lo stupro e l’omicidio della sua fidanzata.
L’attore protagonista Brandon Lee
rimase ferito accidentalmente sul set durante le riprese da un
colpo di pistola e successivamente morì in ospedale durante
l’intervento chirurgico. A soli otto giorni dalla fine della
produzione, le scene incomplete che dovevano essere interpretate da
lui vennero gestite riscrivendo la sceneggiatura e grazie a una
controfigura ed effetti digitali. Il film è dedicato a Lee e alla
sua fidanzata, Eliza.
Il corvo – The Crow fu distribuito
negli Stati Uniti dalla Miramax il 13 maggio 1994 e, nonostante i
numerosi contrattempi produttivi dovuti alla morte di Lee, fu ben
accolto dalla critica per l’unicità di stile visivo, premessa e
profondità emotiva e per il suo omaggio all’attore defunto. Il film
debuttò al vertice del botteghino e divenne un film di culto, dando
origine a un franchise che include tre sequel e una serie
televisiva.
Il pozzo e il pendolo
Il pozzo e il pendolo (The Pit and
the Pendulum) è un film del 1961 diretto da Roger Corman. Il
soggetto, anche se si discosta notevolmente dal racconto originale,
si ispira al racconto omonimo di Poe.
Intervista col Vampiro
Intervista col vampiro (Interview
with the Vampire: The Vampire Chronicles) è un film del 1994
diretto da Neil Jordan, tratto dall’omonimo romanzo di Anne Rice.
Vede come attori protagonisti Tom Cruise, Brad Pitt, Antonio
Banderas, Christian Slater e una giovane Kirsten Dunst.
La maschera del demonio
La maschera del demonio è un film
horror del 1960 diretto da Mario Bava, che con questa pellicola
esordì alla regia.
Nel 1989 il figlio del regista,
Lamberto, girò un remake del film dal titolo omonimo.
Nel 2016 è presente nella sezione
After Hours del 34° Torino Film Festival in una versione restaurata
dalla Cineteca Nazionale.
Nosferatu il vampiro
Nosferatu il vampiro (Nosferatu,
eine Symphonie des Grauens) è un film muto diretto da Friedrich
Wilhelm Murnau e proiettato per la prima volta il 4 marzo 1922 a
Berlino.
Considerato il capolavoro del
regista tedesco e uno dei capisaldi del cinema horror ed
espressionista, Nosferatu il vampiro è ispirato liberamente al
romanzo Dracula (1897) dello scrittore irlandese Bram Stoker.
Murnau dovette modificare il titolo, i nomi dei personaggi (il
Conte Dracula diventa il Conte Orlok, interpretato da Max Schreck)
e i luoghi (da Londra a Wisborg) per problemi legati ai diritti
legali dell’opera. Il regista fu comunque denunciato dagli eredi di
Stoker; perse la causa per violazione del diritto d’autore e venne
condannato a distruggere tutte le copie della pellicola, tuttavia
una copia “clandestina” fu salvata dallo stesso Murnau, e il film è
potuto sopravvivere ed arrivare ai giorni nostri. La psicoanalisi
si è impadronita dell’opera per una lunga serie di elucubrazioni.
La Prana-Film G.m.b.H., casa di produzione del film, fu costretta a
dichiarare bancarotta in seguito alla causa con gli eredi di
Stoker, in quanto fu obbligata a pagare il contenzioso sui diritti
d’autore.
Suspiria
Suspiria è un film del 1977 diretto
da Dario Argento, ispirato al romanzo Suspiria De Profundis di
Thomas de Quincey, e interpretato da Jessica Harper e Stefania
Casini. Il film è il primo capitolo della trilogia delle tre madri
ed ha avuto due sequel: Inferno (1980) e La terza madre (2007).
In occasione del 40º anniversario,
il film è stato restaurato in 4K ed è tornato al cinema il 30, 31
gennaio e 1º febbraio 2017, distribuito da QMI/Stardust e
Videa.
Nel 2018 è uscito il remake del
film, diretto dal regista italiano Luca Guadagnino.
Ci sono diversi film e show
televisivi del passato del MCU che potrebbe essere utile
rivedere prima che Thunderbolts*
arrivi nelle sale il 30 aprile 2025, come parte della Fase 5. Negli
ultimi mesi è cresciuta l’attesa per il film, il primo evento
crossover della
Saga del Multiverso che riunirà una nuova squadra di individui
dotati di superpoteri e riuniti in assenza dei Vendicatori. I
Thunderbolts hanno una ricca storia nei fumetti
Marvel, quindi il loro debutto nel
MCU è emozionante, anche se la
squadra sarà molto diversa dalle sue controparti a fumetti.
Come primo grande evento crossover
del MCU dopo Avengers: Endgame, Thunderbolts* sarà caratterizzato dal
ritorno di diversi personaggi della storia della Marvel. Ciò significa che per
comprendere meglio la narrazione e la progressione dei personaggi è
necessario guardare una serie di film e spettacoli televisivi del
passato. Il debutto alla regia di Jake Schreier nel MCU renderà infatti omaggio ad
alcune delle storie e dei personaggi più emozionanti e intensi del
franchise, risalenti alla Fase 1, il che significa che è meglio
fare un po’ di compiti a casa prima di vedere il film.
Captain America: Il primo
vendicatore (2011)
Sebastian Stan è stato confermato nel ruolo di
James Buchanan “Bucky” Barnes in Thunderbolts* durante l’annuncio
iniziale del cast nel 2022, quindi vale la pena ripercorrere
l’intera storia del personaggio nel MCU. Bucky ha subito alcuni
cambiamenti monumentali dal suo debutto in Captain America: Il primo vendicatore del
2011. Nello storico film della Fase 1, Bucky ha debuttato come
migliore amico d’infanzia di Steve Rogers e membro degli Howling
Commandos al fianco di Capitan America durante la Seconda Guerra
Mondiale, il che lo rende uno dei personaggi più vecchi del
MCU.
Bucky Barnes non sarebbe mai
diventato il Soldato d’Inverno se non fosse stato per gli eventi di
quel film, quando cadde da un treno e fu catturato dallo scienziato
dell’HYDRA Arnim Zola. Gli esperimenti di Zola
hanno trasformato Bucky in un super-soldato, che gli ha permesso di
sopravvivere fino ai giorni nostri, dando il via al suo viaggio da
eroe a criminale a eroe, che culminerà nel diventare il leader de
facto dei Thunderbolts. L’esperienza di Bucky al fianco di
Capitan America ne Il primo vendicatore lo renderà il leader
perfetto dei Thunderbolts nel 2025.
Captain America: The Winter Soldier
(2014)
Mentre Captain America: Il
primo vendicatore ha introdotto il Bucky Barnes di Stan
nel MCU, è stato Captain America: The Winter Soldier del 2014 a
rivelare la sua trasformazione nel malvagio Soldato
d’Inverno. Questo agente d’élite dell’HYDRA è stato
potenziato con un siero da super-soldato e gli è stato fatto il
lavaggio del cervello dalla nefasta organizzazione per diventare
l’assassino più famoso del mondo. Bucky ha preso di mira Steve
Rogers e i suoi amici nel film, ma il faccia a faccia con il suo
amico d’infanzia ha iniziato a rompere l’incantesimo dell’HYDRA su
di lui.
Il miglior thriller di spionaggio
dei Marvel Studios ha fatto un lavoro fantastico
nello sviluppo di Bucky Barnes come Soldato d’Inverno, ma lo ha
anche visto iniziare a recuperare la propria personalità. Alla fine
del film ha salvato Steve Rogers ed è stato visto imparare a
conoscere la propria vita alla mostra di Captain America allo
Smithsonian, il che ha dato il via al suo viaggio verso la
riscoperta di Bucky Barnes e infine alla trasformazione in
Thunderbolt. Captain America: The Winter
Soldier è stato il primo progetto del MCU a rendere Bucky Barnes un
personaggio principale, quindi è una visione essenziale prima del
suo ritorno in Thunderbolts*.
Captain America: Civil War
(2016)
Un breve cameo alla fine di
Ant-Man del 2015 ha anticipato il grande ritorno di Bucky
Barnes in
Captain America: Civil War del 2016. Bucky è diventato
una pedina del Barone Zemo di Daniel Brühl in Civil War, poiché è stato
incastrato per il bombardamento delle Nazioni Unite e l’omicidio di
Re T’Chaka, il che ha permesso a Zemo di usare il
condizionamento dell’HYDRA di Bucky per puntarlo contro i suoi
amici Vendicatori. Captain America: Civil
War non è però importante da guardare prima di
Thunderbolts* solo per il rilievo di
Bucky Barnes, ma perché questo film crossover spiega anche
l’attuale assenza dei Vendicatori.
Zemo ha usato la fedeltà di Steve
Rogers a Bucky Barnes per mettere zizzania tra i Vendicatori,
poiché è stato rivelato che Bucky aveva ucciso i genitori di Tony
Stark mentre operava come Soldato d’Inverno. Questo ha fatto sì che
i Vendicatori si siano sciolti all’epoca di Avengers:Infinity War e,
sebbene si siano brevemente riformati in Endgame,
l’impatto di Civil War ha fatto sì che i Vendicatori non siano
ancora operativi. Questo crea il vuoto che i Thunderbolts riempiranno nella Fase 5 del
MCU, quindi Civil War fornisce
alcuni importanti retroscena sia per l’evoluzione di Bucky Barnes
che per la formazione dei Thunderbolts.
Spider-Man: Homecoming (2017)
A prima vista, il collegamento tra
Spider-Man:
Homecoming e Thunderbolts* del 2017 potrebbe non
essere chiaro, ma il secondo risponderà finalmente a uno dei più
grandi misteri del MCU iniziato nel primo. Durante
Homecoming, l’Avvoltoio di Michael Keaton ha preso di mira un aereo che
trasportava il carico dei Vendicatori dalla Avengers
Tower alla nuova struttura della squadra nell’Upstate di
New York, poiché Tony Stark ha venduto la base operativa della
squadra a Manhattan. Ci sono voluti otto anni dopo Homecoming
perché i Marvel Studios rispondessero a chi
aveva acquistato l’Avengers Tower, visto che i trailer di
Thunderbolts* hanno confermato che la
nuova proprietaria è Valentina.
La Valentina Allegra de
Fontaine di Julia Louis-Dreyfus potrebbe
aver debuttato nel MCU solo nel 2021 in
The Falcon and the Winter Soldier, ma sembra che abbia
influenzato gli eventi dietro le quinte per molto più tempo.
Valentina è una donna di incredibile potere e influenza nel
MCU, e la sua acquisizione dell’ex
Avengers Tower ne è solo un esempio. Ha trasformato questo punto di
riferimento nella Torre di Guardia del MCU, la base operativa di Sentry
nei fumetti Marvel, quindi, anche se Homecoming
non è un film da vedere assolutamente, fornisce importanti
retroscena per il nuovo cattivo del MCU.
Black Panther (2018)
Analogamente a Spider-Man: Homecoming,
Black Panther del 2018 non ha un grande
impatto sulla prossima storyline dei Thunderbolts*. Tuttavia, poiché Bucky
Barnes avrà un ruolo importante nel crossover della Fase 5, è
importante notare che fa una breve apparizione cameo nella scena
post-credits del film del 2018. Questo cameo ha fatto seguito alla
fine di Captain America: Civil War, in cui Bucky
Barnes si era rifugiato nel Wakanda, anche se Black
Panther lo vedeva come un uomo guarito, libero dal
condizionamento dell’HYDRA che lo aveva trasformato nel Soldato
d’Inverno.
Il cameo di Bucky Barnes in
Black Panther è stato spiegato meglio in un
flashback di The Falcon and the Winter
Soldier, in quanto è stato Ayo,
membro della Dora Milaje, ad aiutarlo a liberarsi
dal lavaggio del cervello dell’HYDRA. La scena post-credits ha
segnato la prima menzione di Bucky Barnes che assume l’appellativo
di Lupo Bianco. Non ha ancora abbracciato questo
ruolo, ma tutto potrebbe cambiare in Thunderbolts*, soprattutto se vuole
liberarsi completamente dell’eredità di Soldato d’Inverno. Bucky
Barnes che diventa il Lupo Bianco sarebbe un modo fantastico per
cercare finalmente la piena redenzione.
Ant-Man & The Wasp (2018)
Bucky Barnes non è l’unico
antagonista del MCU che tornerà a far parte della
squadra dei Thunderbolts, ma sarà affiancato da almeno altri
cinque personaggi. Tuttavia, il prossimo “antagonista” di cui
parliamo ha debuttato nel MCU solo con Ant-Man and the Wasp del 2018: il sequel del
film originale del 2015 di Peyton Reed ha
introdotto nel MCUHannah John-Kamen nei panni di Ava
Starr, alias Ghost. Dopo essere stata
colpita da un’esplosione di energia quantica da giovane, le
molecole di Ava Starr si sono dislocate e lei sperava di rubare
l’energia quantica a Janet van Dyne per
stabilizzarsi.
Questo avrebbe ucciso Janet, ma Ava
Starr pensò che fosse un sacrificio necessario per salvare se
stessa. Tuttavia, si è resa conto dell’errore commesso quando Janet
è tornata sana e salva dal Regno Quantico e ha
usato i suoi nuovi (e ormai ignorati) doni per stabilizzare il
phasing di Ava Starr. Fortunatamente, questo ha mantenuto intatti i
suoi poteri quantici, permettendole di controllarli, il che
significa che John-Kamen può tornare come Ghost nei
Thunderbolts*. In precedenza era una
cattiva per interesse personale, ma sarà bello vederla assumere un
ruolo più eroico nella Fase 5 del MCU.
Avengers: Endgame (2019)
Naturalmente, Avengers: Infinity War deve
essere visto per capire Avengers: Endgame, ma è il film
del 2019 che è indispensabile vedere prima di Thunderbolts*. La Natasha
Romanoff di Scarlett Johansson potrebbe non essere
coinvolta nel nuovo film, ma l’eredità lasciata dal suo personaggio
giocherà un ruolo centrale nello sviluppo di diversi personaggi di
Thunderbolts*. La morte di Vedova Nera
in Avengers: Endgame informerà le azioni di
Yelena Belova, il Guardiano
Rosso di Alexei Shostakov e la
Taskmaster di Antonia Dreykov,
quindi sarà importante ricordare questo momento emozionante.
Natasha Romanoff si è sacrificata su
Vormir affinché Clint Barton potesse riportare la
Pietra dell’Anima ai Vendicatori, permettendo loro
di annullare la devastazione causata da Thanos
cinque anni prima. La reazione di Yelena Belova alla morte della
sorella surrogata è già stata esplorata in
Black Widow e Hawkeye,
ma non abbiamo visto la reazione del Guardiano Rosso come figura
paterna della Romanoff, né quella di Dreykov, salvata dalla
Romanoff. La morte di Vedova Nera sarà sicuramente un grande
argomento di discussione in Thunderbolts*, cementando uno degli
eventi più importanti dell’intera linea temporale del MCU.
The Falcon and the Winter Soldier
(2021)
Sulla scia di Avengers:
Endgame, i Marvel Studios hanno iniziato a
piantare attivamente i semi per i Thunderbolts*, e questo ha preso il via
con la serie The Falcon and the Winter Soldier del
2021 su Disney+. Non solo ha fatto progredire
la narrazione di Bucky Barnes, spiegando meglio il suo arco di
redenzione e trasformandolo in un vero e proprio eroe, ma ha anche
fatto debuttare Wyatt Russell nel ruolo di John
Walker, che sarà un altro membro importante dei Thunderbolts. All’inizio Walker era il nuovo
Capitan America, ma poi si è evoluto nell’U.S.
Agent.
La trasformazione di John Walker è
stata voluta da Valentina Allegra de Fontaine, che ha fatto a sua
volta il suo debutto nel MCU nella serie. Non è chiaro quale
ruolo avrà esattamente Valentina nel riunire i Thunderbolts, ma la sua creazione dell’U.S.
Agent potrebbe forse alludere alla creazione e al rebranding di
altri personaggi di rilievo, forse anche del
Sentry di Lewis Pullman.
The Falcon and the Winter Soldier getta dunque
alcune basi fondamentali per Thunderbolts*, quindi gli spettatori
potrebbero trarre beneficio dal ricordare gli eventi della
serie.
Black Widow (2021)
Black Widow del 2021 ha introdotto nel
MCUFlorence Pugh, David Harbour e Olga Kurylenko, rispettivamente nei ruoli di
Yelena Belova, Alexei Shostakov e
Antonia Dreykov, che torneranno in
Thunderbolts*. Belova era come una
sorella per Natasha Romanoff da bambina in Ohio, quando entrambe
venivano cresciute dalla Melina Vostokoff di
Rachel Weisz e da Alexei, tutte spie che
lavoravano per la Stanza Rossa. Anche se non legati da vincoli di
sangue, questi individui erano la famiglia di Natasha Romanoff e
l’eredità della Vendicatrice continuerà attraverso di loro in
Thunderbolts*.
La riunione tra Romanoff, Belova,
Shostakov e Vostokoff in Black Widow è stata
divertente e, a tratti, esilarante. Questo si ripeterà
probabilmente con l’incontro tra Yelena e il Guardiano Rosso in
Thunderbolts*, mentre si è ipotizzato
che Rachel Weisz possa riprendere il suo ruolo.
L’apparizione di Olga Kurylenko nel ruolo di
Taskmaster in Thunderbolts* è stata invece messa in
dubbio, poiché Antonia Dreykov non è apparsa in gran parte del
materiale promozionale del film. Tuttavia, Black
Widow è decisamente uno dei progetti più importanti che
gli spettatori dovrebbero vedere prima di Thunderbolts*.
Hawkeye (2021)
Black Widow si è
concluso con una scena post-credits che ha visto Yelena Belova
recarsi alla tomba della sorella, dove è stata interrotta da
Valentina Allegra de Fontaine. Questa scena sembrava suggerire che
Yelena fosse già alle dipendenze di Valentina, in quanto
quest’ultima suggeriva che Clint Barton avesse
ucciso Natasha Romanoff e avesse mandato Yelena a cercare vendetta
per la morte della sorella. La questione è giunta al culmine
nell’episodio 4 di Hawkeye, “Partners, Am I Right?” e
nel finale di serie, “So This Is Christmas?”. Nella serie
Clint Barton ha rivelato a Yelena la verità: Natasha Romanoff si è
sacrificata.
Oltre a questo,
Hawkeye ha anche rivelato che Yelena Belova è
stata allontanata dal conflitto contro Thanos per la sua missione
di liberare gli altri assassini della Vedova Nera dal controllo
mentale del Generale Dreykov. La rivelazione della
verità sulla morte di Natasha Romanoff potrebbe aver fatto sì che
Yelena dubitasse di Valentina, visto che all’inizio l’aveva
indirizzata a Clint Barton. Questo potrebbe rivelarsi importante
per Thunderbolts*, mentre i sentimenti di
perdita di Yelena durante i trailer potrebbero essere stati causati
dalla rottura dei legami con Valentina, dall’aver appreso la verità
sulla morte della Romanoff e dall’essere diventata amica di
Kate Bishop.
Black Panther: Wakanda Forever
(2022)
Analogamente al suo predecessore del
2018, Black Panther: Wakanda Forever non ha un
grande impatto sulla narrazione dei Thunderbolts*, ma c’è un’enorme
rivelazione di un personaggio nel film che significa che dovrebbe
essere rivisto prima del crossover della Fase 5. Valentina Allegra
de Fontaine è infatti tornata in Wakanda Forever, dove non solo è
stato rivelato che è l’ex moglie di Everett Ross,
ma anche il direttore della CIA nel MCU. Questo è stato un grande
sviluppo prima di Thunderbolts*, e suggerisce qualcosa di
interessante per la formazione della squadra titolare.
Mentre gli Avengers si sono formati
sotto l’occhio vigile di Nick Fury e dello
SHIELD, i Thunderbolts saranno apparentemente formati dal
governo degli Stati Uniti, lavorando direttamente per la CIA. Si
tratta di uno sviluppo importante per il MCU, in quanto sarà la prima
squadra di supereroi finanziata dal governo, che potrebbe dare vita
ad alcune delle peggiori paure di Steve Rogers. Non è ancora stato
rivelato cosa la CIA voglia effettivamente da questi personaggi
dotati di superpoteri, ma la posizione di Valentina sarà senza
dubbio importante per la narrazione dei Thunderbolts*.
Captain America: Brave New World
(2025)
Captain America: Brave New World del 2025: è
il primo film con Sam Wilson nei panni dell’Uomo a stelle e
strisce, dopo la sua trasformazione in Capitan America in
The Falcon and the Winter Soldier. Continuando la
storia della Fase 4, è stato bello vedere anche il ritorno di
Sebastian Stan per un cameo. Bucky si è incontrato
con Sam Wilson dopo il ferimento di Joaquín Torres
sull’Isola Celeste per offrirgli un prezioso consiglio e i due
hanno anche ribadito la loro amicizia reciproca in un bellissimo
momento, ma questo non è stato il punto più importante della
trama.
Captain America: Brave New
World ha rivelato che Bucky Barnes si è candidato al
Congresso nel MCU. Questo sembra realizzarsi in
Thunderbolts*, dato che Bucky potrebbe
effettivamente essere un membro del Congresso, anche se si ipotizza
che il suo mandato non durerà molto a lungo. Dato il suo passato di
assassino più famoso del mondo e di super-soldato dell’HYDRA, non
sarebbe una sorpresa se Bucky non rimanesse in carica. Tuttavia, è
stato fantastico vedere come il film abbia creato i presupposti per
Thunderbolts* e si spera che il film
della Fase 5 continui a sviluppare il legame tra Bucky e Sam
Wilson.
Sembra brutale dirlo in questi
termini, ma molti incontri sul set hanno causato la rottura di
matrimoni precostituiti. Per tutti gli amori che nascono davanti
alla macchina da presa, eccone 12 che hanno rappresentato la fine
di un rapporto già esistente.
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Il caso emblematico è quello di Brad
Pitt, che, dopo aver incrociato lo sguardo di Angelina Jolie sul
set di Mr. e Mrs. Smith, lasciò l’allora moglie Jennifer Aniston
per la bella collega. Adesso sono tutti felici e contenti, Brad
ancora con Angelina e la Aniston con Justin Theroux, ma all’epoca,
dieci anni fa, gli strascichi di gossip furono molto lunghi e
velenosi per l’abbandonata Jennifer.