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Sicario: nuova clip e featurette del film con Emily Blunt

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Sicario: nuova clip e featurette del film con Emily Blunt

Ecco una nuova clip di Sicario, film presentato in concorso al Festival di Cannes 2015, con Emily Blunt. L’atteso film diretto da Denis Villeneuve (Prisoners) vedrà la star di Into the Woods recitare al fianco di Benicio del Toro e Josh Brolin.

LEGGI ANCHE: Cannes 2015: Recensione del film di Denis Villeneuve

In una zona di confine tra Stati Uniti e Messico, dove la legge non conta, Kate (Emily Blunt) è un’agente dell’FBI giovane e idealista, arruolata dal funzionario di una task force governativa per la lotta alla droga (Josh Brolin) per compiere una missione speciale. Sotto la guida di un ambiguo e impenetrabile consulente (Benicio Del Toro) la squadra parte per un viaggio clandestino, costringendo Kate a mettere in discussione tutto ciò in cui crede per riuscire a sopravvivere.

Sicario è scritta da Taylor Sheridan ed è ambientato nelle pericolose aree di confine tra gli Stati Uniti e il Messico esposte ai traffici internazionali di droga. Al centro ci sarà l’idealistica agente dell’Fbi incarnata dalla Blunt, ingaggiata da una task force del governo formata da Del Toro e Brolin, per sgominare un boss messicano del cartello della droga.

Sicario: la trama, il cast e il sequel del film con Emily Blunt

Sicario: la trama, il cast e il sequel del film con Emily Blunt

Affermatosi a livello mondiale con film come La donna che canta, Prisoners ed Enemy, il regista canadese Denis Villeneuve ha firmato nel 2015 la regia di uno dei più brillanti e avvincenti thriller d’azione degli ultimi anni. Si tratta di Sicario, una lucida quanto spietata riflessione sulla moderna frontiera americana e sui giochi di potere a vigilare su di essa. Il film è la prima sceneggiatura firmata da Taylor Sheridan, il quale darà poi vita a Hell or High Water e I segreti di Wind River, che formano proprio con Sicario una trilogia ideale sulla tematica poc’anzi citata.

Presentato in concorso al Festival di Cannes di quell’anno, da cui è però uscito a mani vuote, il film ha da subito attirato numerose attenzioni su di sé, sia per le controverse scene presenti quanto per il cast di grandi star hollywoodiane coinvolto. In breve, Sicario è diventato uno dei titoli del momento, nonché uno dei principali protagonisti della stagione dei premi. Il film arrivò infatti a guadagnare tre nomination ai prestigiosi Oscar, rispettivamente per fotografia, colonna sonora e montaggio sonoro. Indicato come uno dei migliori film dell’anno, Sicario ha poi ottenuto ottimi risultati anche al box office.

Arrivato in sala, infatti, il film riuscì a guadagnare circa 85 milioni di dollari a fronte di un budget di soli 30. Tale risultato spinse i produttori a ideare possibili sequel, aspirando a dar vita ad una vera e propria trilogia. Merito di ciò è dovuto anche ai personaggi protagonisti, divenuti da subito iconici e in grado di catalizzare le attenzioni del pubblico. Prima di procedere nella visione di Sicario, però, proseguendo qui nella lettura sarà possibile approfondire ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast del film. Si vedranno infine le piattaforme dove è possibile ritrovare in streaming il titolo.

La trama del film Sicario

Il film racconta di Kate Macer, giovane agente dell’FBI, alle prese con una missione per eliminare una volta per tutte il narcotraffico al confine tra gli Stati Uniti e il Messico. Tutto cambia quando, in seguito a un incidente in Arizona in cui due poliziotti perdono la vita a causa di un’esplosione in una casa, la donna viene annessa in una speciale task force diretta da un tipo alquanto enigmatico, Matt Graver, e dal consulente colombiano Alejandro. Il gruppo si reca a Ciudad Juárez per estradare Guillermo Diaz.

Quando si trovano vicino al confine, però, Kate e i suoi colleghi sventano una trappola facendo fuori molti uomini appartenenti al cartello messicano. Mentre Alejandro sta torturando Guillermo in una base aerea degli Stati Uniti, la donna inizia a dubitare della legalità dei loro metodi. Allo stesso tempo, inizia a sospettare che il reale scopo dell’operazione sia ben altro rispetto a quello ufficialmente indicato.

Sicario cast

Sicario: il cast del film

Per dar vita ai tre principali protagonisti di Sicario, era assolutamente necessario per i produttori trovare interpreti carismatici e in grado di dar vita alla complessa personalità di Kate, Matt e Alejandro. Ad interpretare l’agente dell’FBI è stata chiamata l’attrice Emily Blunt, da Villeneuve voluta dopo averla vista in The Young Victoria. Per prepararsi al ruolo questa non solo si è sottoposta ad un lungo addestramento fisico, ma ha avuto anche modo di parlare con diverse agenti donna dei servizi segreti. Ha in seguito basato la personalità di Kate proprio su queste. In particolare, su una rivelatasi particolarmente timida e solitaria, caratteristiche poi riscontrabili nel personaggio. Il controverso Matt Graver è invece interpretato da Josh Brolin.

Questi aveva inizialmente rifiutato il ruolo, essendo ancora provato dalle riprese di Everest. Il diretto della fotografia Roger Deakins gli inviò però un’e-mail implorandolo di partecipare al film. Poiché era insolito che il leggendario Deakins si dimostrasse così desideroso di lavorare con un attore, Brolin si convinse ad accettare. Il misterioso Alejandro è invece interpretato dal premio Oscar Benicio Del Toro. Originariamente, il suo personaggio possedeva numerose linee di dialogo, ma queste sono state tagliate di comune accordo dall’attore e da Villeneuve. Così facendo aspiravano a lasciare un’aura di mistero intorno ad Alejandro. Nel film è poi presente Jon Bernthal nei panni del poliziotto corrotto Ted, e Daniel Kaluuya in quelli di Reggie, collega di Kate. Maximiliano Hernandez è invece Silvio, un poliziotto messicano corrotto.

Il sequel di Sicario, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Dato il buon successo del film, nel 2018 arriva il sequel intitolato Soldado, e diretto dal regista italiano Stefano Sollima, noto per aver diretto la serie Gomorra. Il film, pur presentando nuovamente i personaggi di Alejandro e Matt, con ancora Del Toro e Brolin a darvi volto, non si avvale della partecipazione della Blunt nei panni di Kate. Il film, scritto anche in questo caso da Sheridan, pur essendo ambientato nello stesso contesto di Sicario presenta infatti una storia nuova e indipendente. Affermatosi anche questo come un discreto successo, i produttori hanno annunciato l’intenzione di dar vita ad un terzo capitolo della trilogia. Attualmente non vi sono notizie ufficiali riguardo questo. La volontà sembra però quella di riportare in scena il personaggio di Kate, protagonista del primo film.

In attesa di vedere gli sviluppi futuri della saga, è possibile fruire di Sicario alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Google Play, Apple TV+, Rai Play e Prime Video. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno giovedì 27 luglio alle ore 22:50 sul canale Rai Movie.

Fonte: IMDb

Sicario: la spiegazione del finale, in origine era completamente diverso

Una storia è bella quanto il suo finale, e nel caso di Sicario questo è più che mai vero. Emily Blunt è sempre stata una star poco apprezzata. Dal suo lavoro in A Quiet Place, Oppenheimer e Il diavolo veste Prada, alla sua imminente apparizione in The Fall Guy con Ryan Gosling, sa sempre come comandare il pubblico, e questo film non è diverso.

Seguendo l’agente speciale dell’FBI Kate Macer (Blunt), Sicario è in definitiva un dramma criminale sul confine tra Stati Uniti e Messico che diventa sempre più intenso man mano che si va avanti. Diretto dalla leggenda di Dune Denis Villeneuve, che continua a stupirci con l’ultimo Dune: Parte Due, e scritto dal futuro creatore di Yellowstone Taylor Sheridan, il film affronta l’oscura realtà dei cartelli della droga e di coloro che vi entrano troppo a fondo. Sicario si distingue soprattutto per il suo finale scioccante e deprimente, che lascia lo spettatore in una situazione di suspense e orrore fino all’ultimo secondo. Ma quel momento tra Kate e Alejandro (Benicio Del Toro) ha rischiato di non accadere.

Come finisce Sicario?

Emily Blunt in Sicario (2015)
Foto di Richard Foreman Jr. – © 2015 – Lionsgate

Dopo essersi unita a una task force congiunta guidata da Matt Graver (Josh Brolin) della CIA con il supporto di Alejandro Gillick, un ex procuratore diventato assassino, Kate Macer finisce per aiutarli a rintracciare un uomo di nome Manuel Díaz (Bernardo Saracino). Ma al ritorno di Díaz in Messico, la squadra è coinvolta in uno scontro a fuoco al confine, che si conclude con Alejandro che si intrufola in Messico per la sua missione segreta. Kate lo segue e assiste al rapimento di un agente di polizia corrotto. Nonostante lei cerchi di fermarlo, lui le spara e la lascia indietro, per poi usare il poliziotto per portarlo dal signore della droga Fausto Alarcó (Julio Cesar Cedillo) e giustiziarlo (insieme alla moglie e ai figli) per aver ucciso la sua famiglia.

Come si scopre, Kate era solo una pedina che avrebbe permesso alla CIA (e ad Alejandro) di operare legalmente sul suolo americano con l’unico scopo di spingere i cartelli a lavorare tutti con un’azienda colombiana, in modo che il governo federale americano potesse controllarli meglio in futuro. La cosa peggiore è che il giorno dopo Alejandro si presenta a casa di Kate e la costringe, sotto la minaccia di una pistola, a firmare un documento in cui afferma che tutto ciò che hanno fatto è legale, avvolgendola ulteriormente nella cospirazione. Nonostante Kate cerchi di sottrarsi, Alejandro si dimostra troppo intimidatorio e la costringe a firmare o a morire, facendo credere che si tratti di un suicidio.

“Dovresti trasferirti in una piccola città”, le dice Alejandro prima di uscire, ‘dove esiste ancora lo stato di diritto’. Ricorda a Kate che non è un lupo e che il nostro mondo è fatto di lupi. Vedendo Alejandro allontanarsi dal balcone, Kate gli punta l’arma da fuoco direttamente alla testa. Anche se medita di ucciderlo in quel momento, ponendo fine a questa follia, e in qualche strano modo, Alejandro sembra quasi accogliere la morte. Ma Kate non riesce a farlo e Alejandro se ne va, lasciandola maledetta da ciò che sa. È un finale potente che va direttamente al messaggio di Sicario, ovvero che viviamo in un mondo distrutto e incasinato, dove nessuno rimane innocente o indenne. È esattamente il finale che funziona per un film come Sicario, ed è difficile pensare che possa finire in un altro modo.

Emily Blunt pensava che il finale originale di ‘Sicario’ fosse debole

Emily Blunt

Stranamente, lo sceneggiatore Taylor Sheridan aveva originariamente scritto il confronto finale tra Kate e Alejandro in modo un po’ diverso e, di conseguenza, Emily Blunt e il regista Denis Villeneuve sono stati costretti a rielaborarlo sul set. “La scena mi ha colpito molto”, ha ammesso Emily Blunt in un’intervista in vista della prima del film. “Non era come nella sceneggiatura, sapete, e abbiamo sentito che volevamo fare qualcosa di diverso”. Secondo la Blunt, lei, Villeneuve e il suo interprete Benicio Del Toro non erano soddisfatti di ciò che Sheridan aveva scritto e hanno trascorso molte ore sul set a fare brainstorming su come avrebbero potuto realizzare qualcosa di migliore e più soddisfacente.

“Ricordo quando parlavamo della scena e di cosa avrebbe significato per lei e quanto le sarebbe costato. E in effetti, sta firmando la sua vita. La sua intera identità, insomma, è stata cancellata”, ha continuato la Blunt, sottolineando quanto fosse importante per lei che il finale fosse giusto per il bene di Kate. “È stata una di quelle scene per cui si vive in questo settore, perché non sembra derivata da nient’altro. Era così tenera e allo stesso tempo così spaventosa, e quindi, sapete, è stata una scena davvero bella”. È difficile immaginare che Sicario, e la storia di Kate Macer in particolare, finisca in un modo diverso da quello in cui l’abbiamo vista svolgersi sullo schermo, ma ci chiediamo come si sia svolta la scena nella sceneggiatura originale di Sheridan.

Nella sceneggiatura originale, Kate (il cui cognome è scritto qui come Macy) parla da sola sul balcone prima di essere avvicinata e disarmata da Alejandro nel suo appartamento, dove lui le solleva disgustosamente la camicia per vedere le ferite da proiettile che le ha inferto al petto, esponendo nel frattempo i suoi seni nudi. Dato che c’era già una violenza sessuale nel film, è stato intelligente tagliare questa parte. Per rendere il tutto più strano, dopo questo momento scomodo e violento, Kate viene ancora paragonata a sua figlia, con gran parte dello stesso dialogo di prima, ma con meno direzione o scopo rispetto a quanto visto nel film. Dopo che lui se ne è andato, Kate corre per casa con la pistola, alla ricerca di qualsiasi traccia dell’assassino, che però è già sparito da tempo.

Il finale originale di “Sicario” avrebbe rovinato il film

Se il finale originale di Sicario vi ha frustrato, non siete i soli. Gli attori coinvolti, per non parlare dello stesso regista Denis Villeneuve, hanno tutti pensato che il finale scritto da Taylor Sheridan mancasse di un vero senso o profondità. Quel che è peggio è che si tratta di uno sfruttamento per il gusto di, beh, sfruttare la propria attrice protagonista (che era già stata usata, abusata e manipolata sullo schermo in precedenza). Inoltre, le azioni originali di Alejandro sembrano, beh, fuori dal personaggio. Certo, è un assassino, questo è vero, e sì, è disposto a uccidere Kate per tenere tutto segreto, ma Sicario è anche chiaro che la rispetta, anche se deve usarla nel processo. Paragonando Kate a sua figlia, lo rivela come tale… un momento che nella sceneggiatura originale non è altrettanto azzeccato.

Aggiungendo il semplice elemento di costringere Kate a firmare un documento che convalida il loro obiettivo, questa scena diventa qualcosa di molto più grande di Alejandro che si limita a sopraffarla e a “farle vedere chi comanda”. No, si tratta esattamente di quello che Emily Blunt ha notato sopra: L’intera identità di Kate. Firmando questo modulo, sceglie di fatto di vivere nella menzogna, con la sua intera carriera come garanzia. Inoltre, rinuncia alla sua bussola morale, proprio come fece una volta Alejandro, e sceglie il “male minore” per abbattere quello maggiore. Kate ha un potere che non ha nella scena originariamente prevista, e lo vediamo nella sua scelta finale di non uccidere Alejandro, dimostrando a lui (e ancor più a se stessa) che non è diventata come lui, dopo tutto.

Il dialogo originale nel finale di Sheridan, compreso il momento in cui Alejandro spiega a Kate cos’è un sicario, è un po’ pesante, e riducendolo e arrivando alle ossa, Villeneuve tira fuori interpretazioni impeccabili e ineguagliabili da parte di Emily Blunt e Benicio Del Toro, che si dimostrano più volte in questo film. Sicario non è assolutamente un film allegro, ma cambiando il finale per affrontare meglio lo stato mentale e il fallimento morale di Kate (con una sorta di mini-redenzione proprio alla fine), questo film ha un peso maggiore di quanto avrebbe potuto avere altrimenti. Non c’è da stupirsi che questo film abbia avuto un sequel. Indubbiamente è inevitabile uno stallo finale, o un confronto ufficiale, tra Kate Mercer e Alejandro.

Sicario: la Lionsgate già al lavoro sul sequel

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Sicario: la Lionsgate già al lavoro sul sequel

Nonostante il film non sia ancora arrivato nei cinema (l’uscita è fissata per il prossimo 25 settembre, in Italia arriverà invece con un giorno d’anticipo, il 24), Variety riporta la notizia che la Lionsgate è già al lavoro sul sequel di Sicario, la pellicola di Denis Villeneuve presentata in concorso all’ultimo Festival di Cannes e con protagonisti Emily Blunt, Josh Brolin e Benicio Del Toro.

Secondo la fonte, il sequel sarà incentrato sul personaggio interpretato dal premio Oscar Benicio Del Toro. La sceneggiatura porterà la firma di Taylor Sheridan, già autore dello script del film originale. Al momento non sappiamo se Denis Villeneuve tornerà dietro la macchina da presa, ma vi terremo aggiornati.

Ricordiamo che Sicario è diretto da Denis Villeneuve (Prisoners) e scritto da Taylor Sheridan ed è ambientato nelle pericolose aree di confine tra gli Stati Uniti e il Messico esposte ai traffici internazionali di droga. Al centro ci sarà l’idealistica agente dell’Fbi incarnata dalla Blunt, ingaggiata da una task force del governo formata da Del Toro e Brolin, per sgominare un boss messicano del cartello della droga.

Sinossi: in una zona di confine tra Stati Uniti e Messico, dove la legge non conta, Kate (Emily Blunt) è un’agente dell’FBI giovane e idealista, arruolata dal funzionario di una task force governativa per la lotta alla droga (Josh Brolin) per compiere una missione speciale. Sotto la guida di un ambiguo e impenetrabile consulente (Benicio Del Toro) la squadra parte per un viaggio clandestino, costringendo Kate a mettere in discussione tutto ciò in cui crede per riuscire a sopravvivere.

Fonte

Sicario: i produttori vogliono il ritorno di Emily Blunt nel terzo capitolo del franchise

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Tre anni fa nessuno avrebbe scommesso sulla possibilità di trasformare Sicario in un franchise cinematografico, tuttavia l’inaspettato successo del film diretto da Denis Villeneuve (presentato anche in concorso a Cannes) ha convinto i produttori ad affidare allo sceneggiatore Taylor Sheridan la “creazione” di più capitoli, di cui uno è in uscita nelle sale (Sicario 2: Day of the Soldado).

Nella pellicola sequel però manca Kate Macer, personaggio interpretato da Emily Blunt, che secondo Sheridan aveva concluso il suo arco narrativo dunque non aveva senso inserirla nelle nuove indagini sul cartello messicano con Josh Brolin e Benicio Del Toro.

Ora però, da quanto dichiarato dal produttore Trent Luckinbill, sembra che si stia lavorando per riportare nel franchise l’attrice già nel terzo capitolo:

Penso che Taylor [Sheridan] abbia certamente qualche idea su come farla tornare, mentre noi rimaniamo aperti ad ogni possibilità. Ovviamente vorremmo riportare Emily, ma non abbiamo ancora una sceneggiatura anche se la cosa avrebbe molto senso. Siamo tutti fan del film, e siamo tutti giunti alla stessa conclusione, ovvero che sarebbe bello rivederla in azione“.

Sicario 2: Day Of The Soldado, nuovo trailer per il film di Stefano Sollima

Di seguito la sinossi ufficiale di Sicario 2: Day of the Soldado:

La lotta al narcotraffico fra Stati Uniti e Messico si è inasprita da quando i cartelli hanno iniziato a trasportare terroristi attraverso il confine americano. Per combattere questa guerra, l’agente federale Matt Graver (Josh Brolin) dovrà unire le forze con il misterioso e impenetrabile Alejandro (Benicio Del Toro).

Il film uscirà nelle sale americane il 29 giugno, su una sceneggiatura di Taylor Sheridan (Sicario, Hell Or High Water, Wind River) e vede nel cast Benicio Del Toro, Josh Brolin, Isabela Moner, Jeffrey Donovan, Manuel Garcia-Rulfo Catherine Keener.

Sicario 2: Day of the Soldado, una nuova foto dal film di Stefano Sollima

Fonte: Cinemablend

Sicario: featurette del film con Emily Blunt

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Sicario: featurette del film con Emily Blunt

Ecco nuove featurette di Sicario, film presentato in concorso allo scorso Festival di Cannes, con Emily Blunt, Benicio del Toro e Josh Brolin.

LEGGI ANCHE: Cannes 2015: Sicario recensione del film di Denis Villeneuve

In una zona di confine tra Stati Uniti e Messico, dove la legge non conta, Kate (Emily Blunt) è un’agente dell’FBI giovane e idealista, arruolata dal funzionario di una task force governativa per la lotta alla droga (Josh Brolin) per compiere una missione speciale. Sotto la guida di un ambiguo e impenetrabile consulente (Benicio Del Toro) la squadra parte per un viaggio clandestino, costringendo Kate a mettere in discussione tutto ciò in cui crede per riuscire a sopravvivere.

Sicario è diretta da Denis Villeneuve (Prisoners) e scritta da Taylor Sheridan ed è ambientato nelle pericolose aree di confine tra gli Stati Uniti e il Messico esposte ai traffici internazionali di droga. Al centro ci sarà l’idealistica agente dell’Fbi incarnata dalla Blunt, ingaggiata da una task force del governo formata da Del Toro e Brolin, per sgominare un boss messicano del cartello della droga.

Sicario: Emily Blunt, Benicio Del Toro e Josh Brolin tornano nel sequel

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Sicario di Denis Villeneuve avrà un sequel, ma questo lo sapevamo già. Quello che invece è stato confermato oggi, dalle parole della stessa produttrice Molly Smith, è che nel film torneranno i protagonisti Emily Blunt, Benicio Del Toro e Josh Brolin.

Ecco cosa ha dichiarato, in compagnia dei gemelli Trent e Thad Luckinbill, all’Hollywood Reporter:

SMITH Siamo nel pieno dello sviluppo del progetto con lo studio. Mi hanno appena mandato la bozza [del copione di Taylor Sheridan] e siamo davvero emozionati.

THAD Lo abbiamo già mandato ai vari manager, tutto il cast originale tornerà a bordo del progetto.

TRENT Taylor è un creatore di mondi davvero in gamba. Ha una voce western in senso moderno, e l’ha riusata per il sequel. È un mondo bello grosso, non possiamo svelare la trama ma vedrete di nuovo Emily Blunt, Benicio Del Toro e Josh Brolin. Il personaggio di Benicio è fantastico, così dark eppure tanto amato dal pubblico. La gente vuole sapere cosa gli è successo, quindi sarà interessante da esplorare. Naturalmente adoreremmo se ci fosse Denis alla regia, è molto impegnato, ma al momento ci sta dando una mano con lo sviluppo.

Di seguito la trama di Sicario: In una zona di confine tra Stati Uniti e Messico, dove la legge non conta, Kate (Emily Blunt) è un’agente dell’FBI giovane e idealista, arruolata dal funzionario di una task force governativa per la lotta alla droga (Josh Brolin) per compiere una missione speciale. Sotto la guida di un ambiguo e impenetrabile consulente (Benicio Del Toro) la squadra parte per un viaggio clandestino, costringendo Kate a mettere in discussione tutto ciò in cui crede per riuscire a sopravvivere.

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Sicario: Denis Villeneuve potrebbe tornare per il terzo film

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Sicario: Denis Villeneuve potrebbe tornare per il terzo film

Gli impegni presi per Blade Runner 2049 hanno impedito a Denis Villeneuve di realizzare il sequel di Sicario, che è finito nelle buone mani di Stefano Sollima.

Il film, dal titolo Soldado, vede tornare nei panni dei protagonisti Josh Brolin e Benicio Del Toro, ma Ed McDonnell, produttore del franchise, ha dichiarato che Villeneuve potrebbe tornare a dirigere il terzo film del franchise.

Soldado: online il trailer ufficiale del sequel di Sicario

“Villeneuve voleva davvero essere disponibile per il secondo film. Abbiamo parlato del fatto che potrebbe tornare per un terzo film, se ce ne fosse uno. Ci ha detto ‘Se fossi stato disponibile, avrei diretto questo film domani.’ Ma sapevamo che sarebbe stato nel mezzo della produzione di Blade Runner mentre preparavamo lo script.”

L’assenza di Villeneuve ha permesso a Sollima di affrontare una produzione americana, diventando un altro dei nostri registi da esportazione.

Intanto Denis Villeneuve è adesso impegnato in Dune, il remake del romanzo da cui David Lynch ha tratto l’omonimo film.

Soldado è diretto da Stefano Sollima e scritto da Taylor Sheridan.

Sicario: clip e featurette dal film con Emily Blunt

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Sicario: clip e featurette dal film con Emily Blunt

Dopo la presentazione in concorso al Festival di Cannes 2015, ecco nuovo materiale promozionale di Sicario, l’atteso film diretto da Denis Villeneuve (Prisoners) che vede la star de Il Diavolo veste Prada e Into the Woods recitare al fianco di Benicio del Toro e Josh Brolin. Il film è adesso al cinema. Potete vedere il materiale di seguito:

LEGGI ANCHE: Cannes 2015: Sicario recensione del film di Denis Villeneuve

In una zona di confine tra Stati Uniti e Messico, dove la legge non conta, Kate (Emily Blunt) è un’agente dell’FBI giovane e idealista, arruolata dal funzionario di una task force governativa per la lotta alla droga (Josh Brolin) per compiere una missione speciale. Sotto la guida di un ambiguo e impenetrabile consulente (Benicio Del Toro) la squadra parte per un viaggio clandestino, costringendo Kate a mettere in discussione tutto ciò in cui crede per riuscire a sopravvivere.

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Sicario è scritta da Taylor Sheridan ed è ambientato nelle pericolose aree di confine tra gli Stati Uniti e il Messico esposte ai traffici internazionali di droga. Al centro ci sarà l’idealistica agente dell’Fbi incarnata dalla Blunt, ingaggiata da una task force del governo formata da Del Toro e Brolin, per sgominare un boss messicano del cartello della droga.

Sicario sequel: una new entry da Transformers L’Ultimo Cavaliere

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Sicario sequel: una new entry da Transformers L’Ultimo Cavaliere

Arriva direttamente da Transformers L’Ultimo Cavaliere la new entry nel cast del sequel di Sicario di Denis Villeneuve, che sarà diretto dal nostro Stefano Sollima e si intitolerà Soldado.

Secondo quanto riportato da Deadline, Isabela Moner è entrata a far parte del cast del film che vede protagonista, tra i volti nuovi, anche Catherine Keener. Con le new entry, tornano nel cast Benicio Del Toro e Josh Brolin, visti in Sicario, mentre non ci sarà Emily Blunt, vera protagonista del film precedente.

La giovanissima Moner sarà la figlia di un membro di un cartello della droga messicano.

La sceneggiatura del film porterà nuovamente la firma di Taylor Sheridan (Sons of Anarchy), già autore dello script del primo film.

Stefano Sollima è noto soprattutto per aver diretto serie televisive di successo come Gomorra La serie e Romanzo criminale La serie. Si tratta della prima produzione hollywoodiana che vedrà coinvolto il regista romano.

Di seguito la trama di Sicario:

In una zona di confine tra Stati Uniti e Messico, dove la legge non conta, Kate (Emily Blunt) è un’agente dell’FBI giovane e idealista, arruolata dal funzionario di una task force governativa per la lotta alla droga (Josh Brolin) per compiere una missione speciale. Sotto la guida di un ambiguo e impenetrabile consulente (Benicio Del Toro) la squadra parte per un viaggio clandestino, costringendo Kate a mettere in discussione tutto ciò in cui crede per riuscire a sopravvivere.

Sicario 3: Josh Brolin riporta un deludente aggiornamento sul film

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Nel thriller del 2015 Sicario si seguiva l’agente dell’FBI Kate Macer (Emily Blunt), prendere parte ad un’oscura task force governativa coinvolta nella guerra in corso contro la droga e il cartello messicano. Nel film recitava anche l’attore Josh Brolin nei panni dell’ufficiale della CIA Matt Graver, ma vi era anche il sicario del titolo, Alejandro Gillick, interpretato da Benicio del Toro. Al momento della sua uscita, il film ha ricevuto elogi per la sceneggiatura e la fotografia, e un sequel intitolato Sicario: Day of the Soldado è stato distribuito tre anni dopo, con Brolin e del Toro che hanno ripreso i loro ruoli. In seguito al buon successo di questo secondo capitolo, era stato annunciato anche un Sicario 3.

Mentre secondo quanto riferito un Sicario 3 è effettivamente in fase di sviluppo, con il titolo Sicario: Capos, proprio Brolin ha condiviso che il film si sta rivelando una sfida difficile da realizzare. Durante un’intervista, l’attore ha messo in dubbio la lunga attesa del sequel, notando che la gente ne parla ancora, ma ha ammesso senza mezzi termini che il film potrebbe non concretizzarsi mai. “‘Sicario 3’, abbiamo cercato di farlo bene e farlo andare avanti, ma perché non è successo? Quanto tempo puoi aspettare? È un film difficile da realizzare anche se i primi due hanno fatto soldi e le persone continuano a chiederlo continuamente”.

Dato il successo di entrambi i film e l’interesse di Brolin nel continuare la serie, sembra tuttavia ancora possibile la realizzazione di un terzo capitolo. L’anno scorso, l’attore aveva fornito un aggiornamento ottimista su Sicario 3, rivelando che era stata scritta una sceneggiatura, ma ha aggiunto che c’era incertezza su quando sarebbe iniziata la produzione. Per quanto a loro modo conclusivi, gli eventi di Soldado hanno lasciato aperte alcune possibilità per un sequel, che potrebbe dunque andare a concludere il racconto sulla moderna frontiera statunitense portato avanti dai due precedenti capitoli. Non resta dunque che attendere ulteriori aggiornamenti in merito.

Fonte: ScreenRant

Sicario 3 è ancora in lavorazione con Benicio del Toro

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Sicario 3 è ancora in lavorazione con Benicio del Toro

Sicario 3 è ancora in lavorazione, secondo i produttori Basil Iwanyk ed Erica Lee. Parlando con The Messenger, Iwanyk e Lee hanno confermato che un terzo film di Sicario era ancora in lavorazione con Benicio del Toro. Secondo Lee, il film è stato in parte scritto quando è iniziato lo sciopero della Writers Guild of America (WGA) nel maggio 2023. La WGA e la Screen Actors Guild-American Federation of Television and Radio Artists (SAG-AFTRA) fanno pressione per ottenere una migliore retribuzione scrittori e attori, protezione contro l’intelligenza artificiale e altro ancora. 

Mancavano le matite, ma l’idea è fantastica“, ha detto Lee. Iwanyk ha aggiunto: “Non vedo l’ora che arrivi Sicario 3 Potrei guardare Benicio interpretare quel ragazzo per sempre. Voglio dire, posso guardare Benicio in qualsiasi cosa, ma con quel personaggio non invecchia.” Diretto da Denis Villeneuve, Sicario è uscito nel 2015. Con Benicio del Toro, Josh Brolin, Emily Blunt, Daniel Kaluuya e Jon Bernthal, il film ha incassato 85 milioni di dollari al botteghino mondiale con un budget di 30 milioni di dollari. Ha ottenuto nomination agli Oscar per la migliore fotografia, la migliore colonna sonora originale e il miglior montaggio sonoro all’88esima edizione degli Academy Awards.

Sicario: Day of the Soldado è uscito nel 2018. Mentre Emily Blunt non è tornato per il sequel, del Toro e Brolin lo hanno fatto entrambi, ai due si sono uniti Isabela Moner, Catherine Keener e Shea WhighamStefano Sollima ha diretto il film, che ha incassato 75,8 milioni di dollari al botteghino mondiale con un budget stimato di 35-45 milioni di dollari. Trent Luckinbill, che ha prodotto Sicario: Day of the Soldado, ha dichiarato a Screen Rant nel 2018 che Sicario 3 sarebbe stato “assolutamente” realizzato. Nell’aprile 2023, tuttavia, Josh Brolin ha messo in dubbio il progetto, come ha detto a Variety: “Sicario 3, abbiamo cercato di farlo bene e di farlo funzionare, ma perché non è successo? Quanto tempo puoi aspettare? Un film difficile da realizzare anche se i due hanno fatto soldi e la gente se lo chiede continuamente.

Sicario 2: Soldado, il nuovo trailer con Josh Brolin

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Continua la grande estate di Josh Brolin, che dopo Avengers: Infinity War e Deadpool 2, torna in sala con Sicario 2: Soldado, il film di Stefano Sollima e sequel dell’omonimo film diretto da Denis Villeneuve, in cui torna anche Benicio del Toro.

Ecco il nuovo trailer del film:

https://www.youtube.com/watch?v=F2fcuOGdLaE

Di seguito la sinossi ufficiale: La lotta al narcotraffico fra Stati Uniti e Messico si è inasprita da quando i cartelli hanno iniziato a trasportare terroristi attraverso il confine americano. Per combattere questa guerra, l’agente federale Matt Graver (Josh Brolin) dovrà unire le forze con il misterioso e impenetrabile Alejandro (Benicio Del Toro).

Soldado uscirà nelle sale americane il 29 giugno, su una sceneggiatura di Taylor Sheridan (Sicario, Hell Or High Water, Wind River) e vede nel cast Benicio Del Toro, Josh Brolin, Isabela Moner, Jeffrey Donovan, Manuel Garcia-Rulfo Catherine Keener.

Soldado, la recensione del film di Stefano Sollima

Sicario 2: potrebbe essere sia un sequel che un prequel

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Sicario 2: potrebbe essere sia un sequel che un prequel

Durante la promozione di John Wick Chapter Two, il produttore del film, Basil Iwanyk, ha parlato per la prima volta di Sicario 2, che si intitolerà Soldado.

Il produttore ha spiegato brevemente che natura avrà il film e in che modo sarà connesso al precedente lavoro diretto da Denis Villeneuve.

“Non avrete idea di dove siete, se prima o dopo gli eventi narrati in Sicario. Se si tratta di cinque anni, non ne avrete nessun indizio. Non ci sono riferimenti al primo Sicario, quindi non sapete quando si svolgono i fatti… In Sicario il mondo non è così specifico. Sono solo quei personaggi. E francamente volevamo che il pubblico avesse esperienza dei personaggio in tempo reale invece di un riferimento continuo all’altro film come una sorta di ‘Intanto in Sicario…'”.

In pratica Sicario 2 sarà un film ambientato nello stesso universo del primo film, con gli stessi personaggi, ma narrativamente svincolato dal film stesso.

Benicio Del Toro e Josh Brolin, protagonisti del primo film, torneranno entrambi in Soldado. Al momento, invece, è incerto il ritorno di Emily Blunt. La sceneggiatura del film porterà nuovamente la firma di Taylor Sheridan (Sons of Anarchy), già autore dello script del primo film.

Stefano Sollima è noto soprattutto per aver diretto serie televisive di successo come Gomorra La serie Romanzo criminale La serie. Si tratta della prima produzione hollywoodiana che vedrà coinvolto il regista romano.

Di seguito la trama di Sicario:

In una zona di confine tra Stati Uniti e Messico, dove la legge non conta, Kate (Emily Blunt) è un’agente dell’FBI giovane e idealista, arruolata dal funzionario di una task force governativa per la lotta alla droga (Josh Brolin) per compiere una missione speciale. Sotto la guida di un ambiguo e impenetrabile consulente (Benicio Del Toro) la squadra parte per un viaggio clandestino, costringendo Kate a mettere in discussione tutto ciò in cui crede per riuscire a sopravvivere.

Fonte: Collider

Sicario 2: lo sceneggiatore anticipa un sequel “sotto steroidi”

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Sicario 2: lo sceneggiatore anticipa un sequel “sotto steroidi”

Sappiamo ormai da diverso tempo che ci sarà un sequel di Sicario, il thriller drammatico diretto lo scorso anno da Denis Villeneuve.

Il sequel, dal titolo Soldado, non sarà diretto da Villeneuve ma bensì dal regista italiano Stefano Sollima, conosciuto per aver curato la regia di Suburra e delle serie televisive di successo Gomorra e Romanzo criminale.

Lo scorso giugno lo stesso Sollima aveva dichiarato che oltre a Soldado c’è anche un altro sequel in lavorazione: i piani, infatti, sono quelli di realizzare una vera e propria trilogia.

Sicario: Stefano Sollima conferma i piani per una trilogia

Adesso, in una recente intervista con Collider, lo sceneggiatore del film Taylor Sheridan ha fornito ulteriori dettagli sul seguito, rivelando quanto segue:

“Dopo il primo film, la Lionsgate ha capito che era meglio concedermi più libertà creativa. Non c’è stata una lunga riunione incentrata sulla motivazione del personaggio, sull’arco narrativo che lo riguardava. Si fidavano di me, nonostante Sicario affrontasse delle tematiche molto importanti. Non voglio ignorare questo aspetto nel secondo film. Ecco perché ho scritto una sceneggiatura che raddoppia la posta in gioco per loro. È dieci volte meno sentimentale, molto più aggressivo e davvero riflessivo. È divertente come molte persone pensano che Sicario sia incentrato sulla guerra contro la droga e il cartello, ma non lo è. È un film sulla politica americana e sulla polizia, e Sicario 2 sarà un sequel sotto steroidi.”

sicarioBenicio Del Toro e Josh Brolin, protagonisti del primo film, torneranno entrambi in Soldado. Al momento, invece, è incerto il ritorno di Emily Blunt. La sceneggiatura del film porterà nuovamente la firma di Taylor Sheridan (Sons of Anarchy), già autore dello script del primo film.

Stefano Sollima è noto soprattutto per aver diretto serie televisive di successo come Gomorra La serie e Romanzo criminale La serie. Si tratta della prima produzione hollywoodiana che vedrà coinvolto il regista romano.

Di seguito la trama di Sicario:

In una zona di confine tra Stati Uniti e Messico, dove la legge non conta, Kate (Emily Blunt) è un’agente dell’FBI giovane e idealista, arruolata dal funzionario di una task force governativa per la lotta alla droga (Josh Brolin) per compiere una missione speciale. Sotto la guida di un ambiguo e impenetrabile consulente (Benicio Del Toro) la squadra parte per un viaggio clandestino, costringendo Kate a mettere in discussione tutto ciò in cui crede per riuscire a sopravvivere.

Fonte: Collider

Sicario 2: Day of the Soldado, una nuova foto dal film di Stefano Sollima

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Compare nelle summer preview di Entertainment Weekly Soldado, il nuovo film di Stefano Sollima che segue i personaggi presentati da Denis Villeneuve in Sicario. Ecco di seguito la nuova foto dal film in cui compaiono Benicio Del ToroIsabela Moner.

Sicario: Day of the Soldado
Benicio Del Toro and Isabela Moner

Sicario 2: Day Of The Soldado, nuovo trailer per il film di Stefano Sollima

Di seguito la sinossi ufficiale: La lotta al narcotraffico fra Stati Uniti e Messico si è inasprita da quando i cartelli hanno iniziato a trasportare terroristi attraverso il confine americano. Per combattere questa guerra, l’agente federale Matt Graver (Josh Brolin) dovrà unire le forze con il misterioso e impenetrabile Alejandro (Benicio Del Toro).

Soldado uscirà nelle sale americane il 29 giugno, su una sceneggiatura di Taylor Sheridan (Sicario, Hell Or High Water, Wind River) e vede nel cast Benicio Del Toro, Josh Brolin, Isabela Moner, Jeffrey Donovan, Manuel Garcia-Rulfo Catherine Keener.

Soldado, la recensione del film di Stefano Sollima

Sicario 2: Day Of The Soldado, nuovo trailer per il film di Stefano Sollima

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Black Label Media e Thunder Road Pictures hanno svelato il nuovo titolo ufficiale e il secondo trailer del sequel di Sicario: si chiamerà infatti Soldado il film diretto da Stefano Sollima, subentrato a Denis Villeneuve in regia.

Oltre al trailer, potete dare uno sguardo a quattro immagini inedite della pellicola che, con molte probabilità, sarà presentata in anteprima al prossimo Festival di Cannes.

https://youtu.be/Ynv-n5Tzdt4

Soldado farà sembrare Sicario una commedia, parola dello sceneggiatore

Di seguito la sinossi ufficiale: La lotta al narcotraffico fra Stati Uniti e Messico si è inasprita da quando i cartelli hanno iniziato a trasportare terroristi attraverso il confine americano. Per combattere questa guerra, l’agente federale Matt Graver (Josh Brolin) dovrà unire le forze con il misterioso e impenetrabile Alejandro (Benicio Del Toro).

Soldado uscirà nelle sale americane il 29 giugno, su una sceneggiatura di Taylor Sheridan (Sicario, Hell Or High Water, Wind River) e vede nel cast Benicio Del Toro, Josh Brolin, Isabela Moner, Jeffrey Donovan, Manuel Garcia-Rulfo Catherine Keener.

Soldado, la recensione del film di Stefano Sollima

SIC: Settimana Internazionale della Critica 36, il programma

SIC: Settimana Internazionale della Critica 36, il programma

“Non ci sono film pandemici nella selezione, ma quelli che abbiamo visto e scelto portano addosso i segni del loro tempo, che ragionano in termini universali su ciò che sta succedendo. Sono storie che invitano alla connessione e che spingono a riflette sugli aspetti della vita che oggi sono stati stravolti, le nuove coordinate di spazio e tempo, la vita e la morte e lo status dell’uomo in generale.” Così Beatrice Fiorentino, delegato generale della Settimana Internazionale della Critica 36°, al suo anno d’esordio, commenta la selezione di quest’anno che, oltre a dover far fronte alle restrizioni pandemiche, ha anche affrontato la vicinanza di altri grandi festival internazionali, come Cannes posticipato a luglio e Locarno.

Di seguito ecco il programma ufficiale del concorso:

  • Eles Transportan a morte di Helena Girón e Samuel M. Delgado film evidentemente pre-pandemico, ma che alla luce del nostro vissuto assume significati amplificati.
  • Erasing Frank di Gábor Fabricius è un gesto di cinema molto potente, sospeso tra realismo e onirismo. Una parabola universale senza tempo che racconta lo scontro tra un musicista punk e il regime dell’Ungheria degli anni ’80.
  • Mondocane di Alessandro Celli, un film distopico ambientato nella Taranto del futuro. Le coordinate della città sono riscritte secondo i canoni del cinema di genere, con lo sguardo a tutta la storia del cinema.
  • Mother Lode di Matteo Tortone, una favola moderna tragica, eterna e universale. Un manifesto politico con innesti di realismo magico, che inventa una nuova lingua tra finzione e realtà, denunciando le contraddizioni di una realtà disposta a sacrificare tutto per il profitto.
  • Detours di Ekaterina Selenkina, è un film che esplora gli spazi e si serve di molti linguaggi visivi, attraverso le immagini di Google Maps, quelle dei cellulari e quella dell’osservazione diretta pulita e rigorosa. Si inventa uno spazio filmico assoluto, luogo di riflessione politica e teorica.
  • The Salamander di Alex Carvalho, seducente esordio, un melò in cui l’attrazione il desiderio e il denaro sono usati come armi e i corpi diventano i territori di conquista. Inaspettatamente politico.
  • Zalava di Arsalan Amiri, una ghost story a tinte melò ambientata nell’Iran pre-rivoluzione islamica, in un clima di isteria collettiva che rimanda all’oggi. Il male che si nutre dell’irrazionalità della paura.
  • Karmalink di Jake Wachtel, primo film di fantascienza cambogiano girato da un americano, è il film di apertura. Un film sulla memoria e sulla coscienza collettiva, che va oltre l’omaggio al cinema USA degli anni ’80. Un film di fantascienza buddista.
  • The last chapter di Gianluca Matarrese, film di chiusura. Si tratta della conversazione a due tra un regista e il suo amante, un gioco di dominio e sottomissione che passa attraverso la teoria delle immagini. L’essere umano indagata attraverso il principio di piacere, nell’eterno dialogo tra Eros e Thanatos.

LA SELEZIONE SIC@SIC 2021

CONCORSO

  • EVA di Rossella Inglese
  • FREIKÖRPERKULTUR di Alba Zari
  • L’INCANTO di Chiara Caterina
  • INCHEI di Federico Demattè
  • LUNA PIENA di Isabella Torre
  • NOTTE ROMANA di Valerio Ferrara
  • L’ULTIMO SPEGNE LA LUCE di Tommaso Santambrogio

EVENTI SPECIALI

  • Cortometraggio di apertura ERA IERI di Valentina Pedicini
  • Cortometraggio di chiusura A CHIARA di Jonas Carpignano

<<Ripartire dallo sguardo, nell’Anno Uno della pandemia. Dal rapporto tra spettatore e film.Cos’è il cinema oggi? Cosa cerchiamo nelle immagini dopo un’intera stagione trascorsa “a distanza”, privati del contatto fisico, costretti a comunicare attraverso il filtro di piattaforme e devices? Dopo un anno di call, di DAD e di streaming. Di relazioni interrotte, di corpi negati, di festival trasmessi in modalità digitale, dovendo subire la diaspora della comunità cinefila (e non) sotto la minaccia implacabile del virus, ma compiendo anche ogni possibile sforzo per mantenere intatto lo spirito di chi-come noi-è sempre affamato di condivisione e confronto.È stata soprattutto questa la grande sfida: riappropriarci dell’atto della visione in termini teorici e interrogarci. Cos’è il cinema dopo la pandemia? Cosa è cambiato nel nostro sguardo? Come guardiamo oggi? Il corpus della selezione della 36.a Settimana Internazionale della Critica di Venezia porta inevitabilmente addosso i segni delle nostre esperienze recenti.

I film scelti assieme alla commissione di selezione-composta da Enrico Azzano, Paola Casella, Simone Emiliani e Roberto Manassero -tra quasi 600 iscritti da oltre 75 paesi (un numero sorprendente rispetto alle aspettative iniziali e al passato),relativizzano il nostro vissuto, ci aiutano a elaborarlo, ci portano a ragionare in termini universali.Sono storie che invitano alla reciproca connessione, che cercano nel passato risposte ai dubbi di un presente evidentemente fragile, che spingono a riflettere su quegli aspetti cruciali che sono stati violentemente sconvolti dal sopravanzare del covid-19 e delle sue successive varianti: il senso della vita e della morte, le (nuove) coordinate dello spazio e del tempo, i corpi, le distanze, la paura. Lo status dell’Uomo nel mondo.

Contemporaneamente la SIC non vuole abdicare al compito della riflessione critica sull’estetica e la politica delle immagini. Non possiamo né vogliamo perdere di vista l’obiettivo principale della nostra ricerca: individuare le traiettorie più coraggiose e vitali del cinema di oggi, andare alla scoperta degli autori di un cinema del domani, catturare gli indirizzi più interessanti verso i quali sta evolvendo il linguaggio visivo e sonoro.Questa duplice sfida si è tradotta in un programma di 7+2 titoli di varia provenienza, con numerosi, inusuali, fertili incontri co-produttivi che sono il chiaro segnale di un cinema sempre più globale, il riflesso di un’identità mutante e di quella necessità-già messa in luce-di favorire connessioni (non solo finanziarie ma di sguardo) sia dentro che fuori lo schermo.

Nove film, quindi, d’autore e di genere, lirici o furiosi, istintivi, intimi, distopici o carnali. Ma soprattutto liberi. Autentici. Vivi.Se una cosa abbiamo compreso è che, nonostante i cattivi auspici, il cinema è tutt’altro che morto durante la pandemia. Il cinema non muore mai. Si adatta e si trasforma. Asseconda e nutre il nostro inesauribile bisogno di emozioni e di storie, di verità e di sogni. L’auspicio più grande è quello di poter finalmente condividere a Venezia, al buio della sala, un rinnovato sguardo sulla realtà e sulle immagini.>>

Beatrice Fiorentino.

Settimana Internazionale della Critica 36°, il manifesto ufficiale

Il manifesto ufficiale di quest’anno della SIC nasce da una suggestione, uno scatto rubato alla fine della proiezione di Los Nadie, in sala Perla, durante la SIC 2016:

Il lavoro congiunto di Mauro Uzzeo e Emiliano Mammucari e la veste grafica di Fabrizio Verrocchi ha portato al suggestivo risultato che potete vedere di seguito:

Qui le dichiarazioni degli autori:

<<Portiamo sui nostri corpi le cicatrici della pandemia che ci ha costretti ad allontanarci, isolarci, a vedere gli altri come qualcosa da tenere a distanza, per tutelarci. Abbiamo abbandonato i luoghi d’incontro, ci siamo chiusi dentro le nostre case e siamo usciti protetti da mascherine che coprivano metà volto, tenendo gli occhi bassi per la vergogna di mostrare timore. Ci siamo trasformati in isole per proteggerci e permettere a chi lavorava giorno e notte alla ricerca di una cura per questo disastro mondiale, di riuscirci.

E adesso che lentamente, un passo per volta, ci stiamo riappropriando di tutto quello che fino all’inizio dello scorso anno ci sembrava ovvio e scontato, abbiamo scelto di celebrare quanto di più prezioso stavamo perdendo, allontanandoci: l’unione, il trovarsi, annullare le distanze e tornare ad abbracciarci. Ricominciare a vivere e gioire assieme, riappropriandoci dei nostri corpi, degli spazi interni e di quelli esterni, a partire proprio da quella Sala Cinematografica che celebriamo in questa immagine tornando a riconoscerle il suo ruolo di assoluto crocevia di emozioni e esperienze.

In questa illustrazione – che è figlia diretta di uno scatto, di un momento di pura felicità immortalato nella nostra amata Sala Perla – abbiamo voluto raccontare il desiderio di tornare a vivere il cinema come un momento di condivisione e di sinergia tra le persone. Abbiamo scelto di far parlare soprattutto il bianco perché è il colore dell’equilibrio, della vita, dell’energia che unisce e ricongiunge tutti gli altri e lo abbiamo scolpito tracciando segni aperti e sospesi per disegnare figure ben strette le une alle altre, cui abbiamo dato corpo con retini e pennelli digitali così da avvicinare e unire assieme i mondi che più ci appartengono: la fotografia, l’illustrazione, la grafica, l’immagine.>>

Emiliano, Fabrizio e Mauro

La Settimana Internazionale della Critica 36° si svolgerà al Lido in parallelo alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2021, dal 1° all’11 settembre.

Sic: il trailer del documentario su Marco Simoncelli

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Sic: il trailer del documentario su Marco Simoncelli

A 10 anni dalla scomparsa del Campione Marco Simoncelli (20 gennaio 1987 – 23 ottobre 2011), arriva nelle sale SIC, il documentario Sky Original prodotto da Sky, Fremantle Italy e Mowe, distribuito come uscita evento al cinema da Nexo Digital solo il 28 e 29 dicembre (elenco sale a breve su nexodigital.it e prevendite aperte dal 9 dicembre).

SIC restituisce il ritratto intenso ed emozionante di un campione unico. Racconta una storia, quella di un bambino che aveva un sogno più grande dei propri limiti e che ha fatto di tutto per realizzarlo. Racconta del coraggio, al quale tutti abbiamo fatto ricorso, necessario per affrontare sfide che abbiamo ritenuto al di fuori della nostra portata. E lo racconta attraverso l’epopea della stagione 2008 che decreterà Marco Simoncelli Campione del Mondo Classe 250cc. Un mondiale iniziato da outsider, sofferto, strenuamente voluto, sorprendentemente meritato che porterà alla ribalta del mondo un nuovo talento italiano guascone, tostissimo e sempre sorridente.

Ma SIC racconta anche la vita di un bambino e poi di ragazzo allegro e scanzonato sempre pronto a divertirsi e a divertire con una battuta o mettendo un’auto di traverso tra le vie di Coriano, il tranquillo paese della “Motor Valley” romagnola dove è nato. Un ragazzo che, con le foto di Valentino Rossi nel diario, era convinto di diventare un giorno anche lui un “World Champion”.

Ad arricchire il racconto, le testimonianze e i ricordi di chi ha vissuto insieme a lui a cominciare dal padre, l’onnipresente Paolo Simoncelli, la storica fidanzata Kate Fretti, il compagno di mille sfide alla “cava”, nonché idolo e amico Valentino Rossi, il pilota Mattia Pasini amico d’infanzia e primo compagno di team ai tempi delle gare in minimoto, Carlo Pernat il manager del motomondiale con la “M” maiuscola, Paolo Beltramo, amico di Marco e storico inviato dai box, l’avversario più ostico lo spagnolo Alvaro Bautista, il poetico Dottor Claudio Costa, il preparatore atletico Carlo Casabianca, l’artista dei caschi Aldo Drudi, i membri della squadra che insieme a lui hanno reso possibile la vittoria del mondiale, il capo tecnico Aligi Deganello, il meccanico Sanzio “Malabrocca” Raffaelli, l’allora direttore gestione sportiva gruppo Piaggio Giampiero Sacchi, e poi gli amici di sempre, quelli coi quali fare “lo scemo” e festeggiare al termine di ogni gara; il tutto arricchito con le inimitabili telecronache di Guido Meda , l’”Omero” delle due ruote. Ognuno di loro descrive un tratto, svela un ricordo, fissa un momento di Marco Simoncelli e della sua vita, rendendo il docufilm un racconto unico, intenso, positivo.

La colonna sonora originale di SIC è firmata dai Mokadelic, già autori, tra le numerose produzioni, delle musiche di Gomorra-La Serie.

SIC è un docufilm diretto da Alice Filippi (“Sul più bello”, “’78 – Vai piano ma vinci”), scritto con Vanessa Picciarelli e Francesco Scarrone e prodotto da Gabriele Immirzi e Ettore Paternò per Fremantle, Roberta Trovato per Mowe e Roberto Pisoni per Sky. SIC è realizzato grazie al contributo della Regione Emilia-Romagna e il supporto di Emilia-Romagna Film Commission. È distribuito al cinema da Nexo Digital in collaborazione con i media partner Radio DEEJAY, MOTO SPRINT, MYmovies.it.

SIC: 37° Settimana internazionale della Critica, presentato il programma “radicalmente queer”

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Un nuovo inizio, verso un futuro di speranza, dopo due anni particolarmente difficili, è questo che si prefigge di essere la SIC: 37° Settimana internazionale della Critica. Cristiana Paternò, Presidente del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI), e Beatrice Fiorentino, Delegata Generale della 37. Settimana Internazionale della Critica, hanno presentato un programma ricco e interessante, che propone sogni e colori, l’augurio di tornare a vivere la comunità.

Come quello che racconta il poster di questa edizione, realizzato da Emiliano Mammucari, Mauro Uzzeo e Fabrizio Verrocchi: una Furiosa fluida, rock, in mezzo alla gente e a sguardi, volti e storie che cominciano a ricolorarsi, in continuazione narrativa con il poster dello scorso anno, completamente in bianco e nero, realizzato dalla stessa squadra creativa con l’intenzione di portare avanti un racconto unico, che da Embracing Again, il tornare in sala a riabbracciarsi, prosegue con Creature in Eterno Movimento, il ritorno all’esistenza, al racconto, alla strada da percorrere.

“Lo sguardo del cinema contemporaneo si sofferma, ora più che mai, sull’essere, sull’esistere nonostante tutto. Siamo storie in movimento e scorriamo libere tra le strade, incrociandoci tra i conflitti, sfiorandoci nelle intenzioni, guardandoci per un istante appena e cercando tra gli sguardi la risposta a tutto quello che verrà.”

SIC: 37° Settimana internazionale della Critica – il poster

La presentazione del programma della SIC si è aperta con un appello da parte di Paternò, in difesa e sostegno di Jafar Panahi, Mohammad Rasoulof e Mostafa Aleahmad, registi iraniani imprigionati dal paese per aver “scritto una lettera“, ovvero per aver commesso un reato di opinione, “condannati al carcere senza processo, atti di provocazione contro la comunità di di intellettuali iraniani.”

Quando si parla di nuovo percorso si parla anche di innovazione e così SIC: 37° Settimana internazionale della Critica ha presentato anche il suo nuovo logo, che rappresenta un’apertura verso il futuro. Il pennino indicava solo la critica scritta – spiega Paternò – Oggi con il multimediale vogliamo guardare avanti. Ma con un’idea di dialogo, il logo è uno schermo aperto, una rottura della quarta parete, il desiderio di comunicare tra critica, autori e spettatori.” 

Oltre al logo SIC rinnova anche gli spazi e la sigla. Nasce la Casa della Critica, uno spazio dedicato a incontri, delegazioni e sponsor, mentre la nuova sigla, realizzata da Frame by Frame, che ha sviluppato la prima sigla realizzata con l’ausilio dell’intelligenza artificiale. “L’idea sperimentale è stata accolta con entusiasmo, confermando ancora una volta lo spirito di rinnovamento che definisce da sempre la SIC come luogo per eccellenza deputato alla scoperta di nuovi talenti.” Si legge nel comunicato stampa.

La Delegata Fiorentino ha poi presentato il programma del concorso di lunghi e corti, dicendosi molto emozionata per questa ripartenza, questo “ano zero”. “Il 2022 è un anno zero da cui ripartire, perché siamo consapevoli che veniamo da due anni molto difficili segnati da pandemia e calamità – ha spiegato Beatrice FiorentinoE questa vuole essere una sorta di reazione. Siamo quindi proiettati verso quello che sarà, non verso quello che è stato. Nella scelta delle pellicole della nostra selezione, siamo andati in direzione di una possibile rinascita, fosse anche solo un augurio viscerale di pancia e cuore, sperando che tra qualche mese ci siamo lasciati tutto alle spalle.”

Dopo il periodo di buio, il comitato di selezione è andato in una direzione opposta, “andiamo verso colore, spazio aperto, comunità – continua Fiorentino – I personaggi della selezione sono tutti idealisti e sognatori, tutti lottano per un futuro migliore. E inclusiva è stata anche la SIC, dal punto di vista di registi, di attori, con titoli accoglienti e accessibili, senza perdere in complessità. Questo vuole essere un segnale di fiducia nei confronti dell’industria che in questo momento è particolarmente in difficoltà. È una SIC che va verso il pubblico ed è radicalmente queer. Questa è diventata LA questione: il dato politico è che lo schema binario maschile femminile è superato. Questi film sono stati scelti perché sono belli, abbiamo riconosciuto in loro un segno importante, perché prevediamo per i registi che li hanno realizzati un grande futuro e perché insieme offrono una lettura ampia della realtà.”

SIC: 37° Settimana internazionale della Critica

SIC: 37° Settimana internazionale della Critica, il programma

CONCORSO

  • Anhell69 di Theo Montoya (Colombia): nasce nella giovane comunità queer di Medellin, ma non è un documentario. È un viaggio sentimentale tra corpi e fantasmi, una città violenta tra sogni e prospettive. La fotografia di una generazione senza futuro ma che non perde la speranza e il sogno, è una dichiarazione d’amore per il cinema, laddove intorno c’è morte, il cinema salva le vite.
  • Beating Sun – Tant que le soleil frappe di Philippe Petit (Francia): è il perno intorno al quale gira il programma. La storia di un architetto che ha il sogno di riqualificare la piazza di un quartiere di Marsiglia. Questo sogno di tornare alla piazza, e alla vita insieme, in uno spazio simbolico ma concreto, racconta benissimo il nostro presente. Un esempio di cinema civile e politico, che invita al ritorno alla comunità.
  • Dogborn di Isabella Carbonell (Svezia): racconta la storia di due gemelli, fratello e sorella senza tetto, due randagi della vita che lottano per il loro futuro in una società durissima. Il film nasce da esperienza raccolta in prima persona. Il film è sempre attaccato ai corpi, raccoglie segnali, urla e silenzi, un racconto di esclusi, una discesa all’inferno ma anche una possibile rinascita.
  • Eismayer di David Wagner (Austria): un esordio stilisticamente molto maturo, rigoroso e pudico. Si lavora sulle ellissi e per sottrazione, ispirato a persone vere. Eismayer è un ufficiale dell’esercito, un uomo d’acciaio, gay, che si trova di fronte ad una scelta importante nella sua vita. La cosa interessante è la padronanza assoluta dei codici del cinema di genere. Rom-com etero-normata e contemporaneamente soldier movie, il film riscrive i codici del linguaggio sullo schermo.
  • Have you seen this Woman? – Da li ste videli ovu zenu? di Dusan Zoric e Matija Gluscevic (Serbia): è il più spiazzante della selezione, sono tre declinazioni di un possibile femminile, sempre scomodo e corrosivo. C’è questo corpo politico, per il suo ingombro, è un corpo non conforme e ribelle, alla conquista dello schermo e del suo spazio nel mondo, una donna che fugge dal ruolo che la società le vuole imporre. Il film può infastidire ma non lasciare indifferenti.
  • Margini di Niccolò Falsetti (Italia): il colpo di fulmine, una cotta adolescenziale. Cinema popolare ambientato nella provincia toscana alla fine degli anni 2000. Una commedia punk, sincera e vitale. Anche i protagonisti di questo film sono dei sognatori. sono tre e hanno una band ma non riescono a sfondare. Il film fa divertire e sorridere ma offre anche uno specchio in questi ambiziosi protagonisti che devono fare i conti con una realtà che sta loro stretta. Sguardo pop e affettuoso, ma anche politico.
  • Skin Deep di Alex Schaad (Germania): è il film più radicale, spiazzante, con atmosfere alla Midsommar con un gioco di identità che si mescolano. Una folgorazione per questa sua difficile classificazione, è un thriller psicologico o filosofico o un potenziale body horror che evolve in un estremo atto d’amore. il film è soprattutto una riflessione transgenere, sulle leggi dell’attrazione dei corpi. Il film sfida le convenzioni dallo schema della binarietà.

FUORI CONCORSO

Film d’apertura

  • Three Nights a Week – Trois nuits par semaine di Florent Gouelou (Francia): andiamo verso luce, colore e amore. Un proseguimento naturale dell’apertura della selezione dei corti, il tema è l’identità attraverso il corpo e il racconto di sé attraverso l’immagine, una storia d’amore nel mondo delle drag queen visto dall’interno.

Film di Chiusura

  • Queens – Malikates di Yasmine Berkiran (Marocco): racconta di tre donne in fuga dalla polizia, un viaggio verso le coste dell’Atlantico e verso una possibilità di futuro, che dietro una apparenza di leggerezza, abbraccia temi importanti. Essere femministe in Marocco è un po’ più difficile che esserlo in Italia, il film è anche un inno alle donne del cinema.

Proiezione Speciale (in collaborazione con Venezia 79)

  • Blood – O Sangue di Pedro Costa (Portogallo): versione restaurata del film.

CORTOMETRAGGI

Concorso

  • Albertine Where are you? di Maria Guidone: filmmaker puglierse con una sensibilità fuori dal comune. Maria ci porta al tempo di un’estate e di un amore non convenzionale, sulla scia di Proust.
  • Come le lumache – Like Snails di Margherita Panizon: un coming of age stracolmo di grazia, di una freschezza autentica e aurorale, con temi tutt’altro che banali, attraverso l’incontro di due diversità, di due solitudini, di due ragazzini che si specchiano l’uno nell’altro. Il corto racconta l’eterno dramma delle migrazioni.
  • Nostos di Mauro Zingarelli: fantascienza distopica, un racconto proiettato nel futuro, nei panni di due riciclanti che lottano per la sopravvivenza, nella speranza di un mondo migliore.
  • Puiet – Sapling di Lorenzo Fabbro e Bronte Stahl: un piccolo documentario e insieme un racconto contemporaneo, ambientato nella quotidianità della Transilvania, in cui un ragazzino di campagna è ansioso di diventare grande e di trovare il suo posto tra gli adulti. Parabola intima di chi cerca il suo posto nel mondo.
  • Reginetta di Federico Russotto: body horror. Si muove con destrezza nelle coordinate del cinema di genere e sceglie di ambientare nel passato temi attualissimi. Aspettative sul corpo della donna, modello di bellezza, l’avidità e l’ambizione. Tutto diventa un incubo per la protagonista.
  • Resti – Remains di Federico Fadiga: si lavora su una materia quasi dimenticata che si chiama emozione, si lavora sulla memoria e sul segno, sul tempo che passa e l’emozione che resta che dice molto di più di quello che mostra.
  • La stanza Lucida – Lucid room di Chiara Caterina: Caterina è una creatrice di immagini-cinema, sa cogliere il perturbante nella quotidianità, le modalità di racconto sono spiazzanti e sorprendenti. Un uomo tornato a casa dopo la fine di un amore ed elabora quel dolore attraverso un sogno lucido.

Fuori Concorso

Corto di apertura

  • Pinned into a dress di Gianlcua Matarrese e Guillame Thomas: Il film ha molto a che fare con il discorso sulla mortificazione del corpo. Al centro Miss Fame (nome d’arte di Kurtis Dam-Mikkelsen), con il rapporto sadomaso con il suo corpo, un’identità fluida e il proprio futuro. Fare i conti con la costante narrazione di sé e le zone d’ombra dietro a una vita sotto i riflettori.

Corto di chiusura

  • Happy Birthday di Giorgio Ferrero: Piccola storia al femminile in un mondo funestato da pandemia e guerra, una possibile speranza arriva dalla connessione spontanea con la rete di due giovani donne accomunate da un ideale di pace e da una stranezza, il compleanno il 29 febbraio. Girato a Mosca nel marzo del 2022, tutto realizzato da remoto, tra Italia e Uzbekistan.

Con poche eccezioni, i titoli della selezione provengono principalmente dall’Europa, come già verificatosi nella selezione della Quinzaine des réalisateurs di Cannes 2022. Secondo Beatrice Fiorentino la mancanza di proposte da altre parti del mondo è sintomatica di un nuovo stato delle cose: “Credo sia logico dedurre che le difficoltà che stiamo attraversando (effetti della pandemia sull’industria dell’audiovisivo) avranno un certo peso in alcuni Paesi ricchi e un altro peso in Paesi in cui c’è già un tessuto economico debole. A questo si aggiungono anche problemi politici e culturali, che in alcuni casi inaspriscono la situazione.”

L’incontro si è concluso con la dedica di questa edizione della SIC a Mantas Kvedaravicius, il regista lituano “deceduto a soli 45 anni in Ucraina, durante una guerra assurda che si consuma alle porte dell’Europa nel 2022.”

La SIC: 37° Settimana internazionale della Critica si svolgerà dal 31 agosto al 10 settembre 2022.

Sibyl – Labirinti di donna: una clip esclusiva dal film

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Sibyl – Labirinti di donna: una clip esclusiva dal film

Sibyl – Labirinti di donna è diretto da Justine Triet e vede fianco a fianco due tra le attrici più interessanti del cinema francese e internazionale: Virginie Efira e Adèle Exarchopoulos, entrambe fresche di successo all’ultimo festival di Cannes dove sono state protagoniste, rispettivamente, di Benedetta di Paul Verhoeven e dell’esordio di Julie Lecoustre ed Emmanuel Marre, Zero Fucks Given. Il film è in sala dal 2 settembre distribuito da Valmyn.

Sibyl – Labirinti di donna, la trama

In SIBYL Efira interpreta Sibyl, una scrittrice ha abbandonato la scrittura per diventare psicologa. Con il tempo, però, presa dal desiderio di scrivere decide di lasciare la maggior parte dei suoi pazienti e comincia a immaginare la trama del suo nuovo romanzo. Mentre è in cerca dell’ispirazione, però, viene contatta da Margot (Adèle Exarchopoulos), una giovane attrice in difficoltà, che la prega di vederla e Sybil accetta. Nel pieno di un dramma passionale sul set del film che sta girando, che coinvolge l’attore principale e la regista, Margot si racconta senza inibizioni, mentre Sibyl ne resta sempre più affascinata, registrando segretamente le loro conversazioni e prendendo da esse materiale per il suo romanzo…

Siberia: il nuovo film di Abel Ferrara a Berlino

Siberia: il nuovo film di Abel Ferrara a Berlino

Sarà presentato in concorso alla Berlinale Siberia, il nuovo film del regista Abel Ferrara che vede protagonista assoluto l’attore Willem Dafoe.

Nel cast del film anche Dounia Sichov nel ruolo della ex moglie del protagonista, insieme a Simon McBurney, Cristina Chiriac , Valentina Rozumenko, Daniel Giménez Cacho, Phil Neilson, Fabio Pagano, Anna Ferrara, Laurentio Arnatsiaq e Ulrike Willenbacher

Siberia è una produzione Vivo film con Rai Cinema, maze pictures e Piano, in associazione con Faliro House, Rimsky Productions, Talipot Studio, CTT e Bavaria Filmproduktion, con il sostegno di MIBACT – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, Deutscher Filmförderfonds (DFFF), IDM Südtirol, FilmFernsehFonds Bayern, Regione Lazio e Fondo Regionale per il Cinema e l’Audiovisivo, EFICINE. Prodotto da Marta Donzelli e Gregorio Paonessa, Philipp Kreuzer, Jörg Schulze, Julio Chavezmontes, Diana Phillips, produttori associati Christos V. Konstantakopoulos, Michael Weber, Michel Merkt, Alessio Lazzareschi, Regina García Solórzano. Vendite internazionali: The Match Factory.

Siberia: la trama

Nel film Clint è un uomo tormentato. Si è ritirato in una baracca isolata tra i ghiacci, nella speranza di ritrovare la serenità. Gestisce un piccolo locale, frequentato dai rari viaggiatori di passaggio e dai pochi abitanti della zona. Ma neanche in questo isolamento riesce a trovare pace. Una sera, con la sua slitta e i suoi cani, si mette in viaggio verso il mondo che un tempo conosceva, nel tentativo di affrontare se stesso. È un viaggio nei sogni, nella memoria e nell’immaginazione, alla ricerca della sua vera natura.

Siberia, l’ultimo film di Abel Ferrara dal 20 Agosto al cinema

Siberia, l’ultimo film di Abel Ferrara dal 20 Agosto al cinema

Dopo essere stato presentato in Concorso alla 70. Berlinale, arriva al cinema dal 20 agosto SIBERIA, l’ultimo film di Abel Ferrara – una produzione Vivo film con Rai Cinema, maze pictures e Piano – che segna una nuova collaborazione tra il regista di Il cattivo tenente e Fratelli, da oltre quarant’anni tra le voci più originali e riconosciute del cinema contemporaneo, e Willem Dafoe, dopo New Rose Hotel, Go Go Tales, 4:44 Last Day on Earth, Pasolini, Tommaso. Un film onirico e coraggioso che è anche un’indagine profonda e pericolosa nell’inconscio del suo protagonista. 

In arrivo nelle sale a partire dal 20 agosto (elenco a breve su nexodigital.it), SIBERIA è un viaggio visionario che ci conduce nella vita di Clint, un uomo tormentato che si è ritirato in una baracca isolata tra i ghiacci, nella speranza di ritrovare la serenità. Clint gestisce un piccolo locale, frequentato dai rari viaggiatori di passaggio e dai pochi abitanti della zona. Ma neanche in questo isolamento riesce a trovare pace. Una sera, con la sua slitta e i suoi cani, si mette in viaggio verso il mondo che un tempo conosceva, nel tentativo di affrontare se stesso. Un viaggio nei sogni, nella memoria e nell’immaginazione, alla ricerca della sua vera natura.

Spiega Abel Ferrara: “Dopo Pasolini questa storia ha iniziato a prendere forma nella mia mente: immagini assurde, a dir poco strane, lontane dalla città, lontane dalla modernità. Le ho lasciate scorrere dentro di me. Un posto, una sorta di universo alla Jack London, mute di cani, una serie di incontri e di soste nel corso di un viaggio, segnati da luoghi e tempi selvaggiamente diversi. Non ho tentato di scrivere una sceneggiatura perfetta, ma al contrario di raccogliere queste immagini attingendo alla memoria, cercando di creare delle opportunità, di provocare il nostro modo di pensare, di comporre un’esperienza da registrare, sperando che sia abbastanza trasparente e piena di vita da risuonare negli spettatori. Cose che a volte sono difficili da spiegare, ma che è sempre interessante tradurre in un’esperienza puramente cinematografica. Questo non è un addio a quello che ho fatto e abbiamo fatto sino ad ora – è una continuazione. A partire dal mio primo film mi sono immerso sempre più nell’oscurità. Nutro un grande desiderio per quello che il cinema può essere”. 

Aggiunge il distributore Franco di Sarro per Nexo Digital: “Siamo molto felici che proprio questo film, particolarmente apprezzato al Festival di Berlino, sia uno dei primi a tornare in sala: speriamo che si trasformi in un’occasione di incontro per tutti gli amanti della cinematografia di Abel Ferrara e che rappresenti un segnale di ripartenza per tantissime sale sul territorio”.

Siamo tutti Alberto Sordi? il docu film su Alberto Sordi

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Siamo tutti Alberto Sordi? il docu film su Alberto Sordi

Nell’anno del centenario dalla nascita di Alberto Sordi, Sky Arte celebra il grande attore e regista romano con Siamo tutti Alberto Sordi?, il docu-film scritto e diretto da Fabrizio Corallo in onda nel giorno di Pasqua, domenica 12 aprile alle 21.15 su Sky Arte (canali 120 e 400) e alle 21.45 su Sky Cinema Comedy (canale 309).

La narrazione si concentra sul talento unico e sulla sua personalità più intima mettendone in risalto non solo la leggendaria vicenda artistica ma soprattutto le sue doti, spesso profetiche, di interprete/autore capace di raccontare come nessun altro la commedia umana degli italiani del secolo scorso.

Il documentario ricostruisce la vita e l’opera di Sordi nell’arco della sua formazione e del consolidarsi della sua carriera lunga più di sessant’anni, raccontandolo attraverso scene cult di alcuni tra i più significativi dei 187 film da lui interpretati, filmati tratti dalle sue tante apparizioni televisive e pubbliche, interviste appositamente realizzate a compagni di lavoro, esponenti di punta del cinema recente, storici e critici, tutti chiamati a ricordarne i vari aspetti della sua poliedrica personalità tra riflessioni, aneddoti, pensieri e curiosità.

Dalla Roma trasteverina, all’Inghilterra fino ad arrivare anche oltreoceano, il re della commedia italiana ha portato in scena tanti “mostri” del suo tempo nei loro aspetti più divertenti. Il film ritratto di Corallo mostra i suoi più celebri personaggi, ma anche il più segreto e profondo Alberto Sordi.

Anche Sky Cinema dedica la sua programmazione per ricordare il grande Alberto Sordi. Da venerdì 10 a lunedì 13 aprile, Sky Cinema Comedy (e in streaming su NOW TV) propone 4 giorni di programmazione h24 dedicati a uno dei più importanti attori del cinema italiano. Da non perdere dunque il celebre film firmato Luigi Zampa, Il Medico della Mutua, con una delle interpretazioni più celebrate di Sordi; la commedia ambientata nell’antico Egitto Due notti con Cleopatra con Sophia Loren; Accadde al penitenziario in cui il secondino Aldo Fabrizi è testimone delle vicende dei vari detenuti tra cui Sordi, Walter Chiari e Peppino De Filippo; la commedia di Steno Piccola Posta, con Franca Valeri; il film a episodi Racconti d’estate con Marcello Mastroianni; la commedia turistico-sentimentale Brevi amori a Palma di Majorca con Gino Cervi; Il Marito in cui Sordi si districa tra gli affari e una moglie dispotica; e la commedia a episodi di Luigi Zampa, I Nostri Mariti, con Sordi, Ugo Tognazzi e Lando Buzzanca. Tutti i titoli – insieme al docu-filmSiamo tutti Alberto Sordi? – sono disponibili anche nella collezione on demand di Sky e su NOW TV.

SIAMO TUTTI ALBERTO SORDI? è una produzione Dean Film e Surf Film realizzata in collaborazione con Sky Arte e Istituto Luce in onda domenica 12 aprile su Sky Arte alle 21.15 e in streaming su NOW TV

Sì, è americano, ma John Lithgow è perfetto per il ruolo di Albus Silente nel remake di Harry Potter

John Lithgow, che interpreterà Silente nella prossimo serie tv di Harry Potter, infrangerebbe la tradizione, ma è più che in grado di interpretare il ruolo. Da quando Harry Potter è uscito per la prima volta come una serie di libri fantasy nel 1997, la popolarità della serie ha conquistato il mondo. Tuttavia, sono stati i film, usciti nel 2001, a rendere la serie un fenomeno globale, e a consolidare queste storie come parte fondamentale della cultura per la generazione di ragazzi che sono cresciuti guardandole e leggendole.

Tuttavia, una cosa che è rimasta costante in tutta la serie, nonostante la sua popolarità globale, è quanto sia distintamente britannica. Dall’inclusione di Privet Drive in un piccolo vicolo cieco britannico, alla magnifica Hogwarts situata da qualche parte tra le dolci colline del Regno Unito, questa serie è saldamente ambientata sull’isola britannica. E per rafforzare questo aspetto, i film hanno seguito una regola ferrea nel scegliere principalmente attori britannici e irlandesi per la maggior parte dei ruoli. Tuttavia, lo show di Harry Potter realizzato per la HBO ha scartato questa regola, se dobbiamo credere alla notizia che John Lithgow è in trattative finali per interpretare il ruolo di Silente.

Il casting di Silente nel remake di Harry Potter potrebbe infrangere una regola fondamentale del cinema

Michael Gambon come Albus Silente in Harry Potter e l'Ordine della Fenice (2007)
© 2007 Warner Bros. Entertainment Inc. – Harry Potter Publishing Rights J.K.R.

I film di Harry Potter sono stati molto selettivi quando si è trattato di scegliere il cast

La regola ferrea che vigeva per i film di Harry Potter, secondo cui per la maggior parte dei ruoli si dovevano scegliere solo attori britannici e irlandesi, aiutava a catturare la magia e il mistero di quell’ambientazione e a mantenerla saldamente in quella location. Ma ora, se il casting viene aperto per un personaggio così fondamentale come Silente, si deve presumere che la serie prenderà in considerazione altri attori, scartando del tutto questa regola. Nonostante ciò, la serie sarà girata nel Regno Unito e, considerando che i ruoli principali di Harry, Ron ed Hermione dovrebbero essere tutti interpretati da bambini, ha più senso scegliere attori locali.

Tuttavia, per quanto riguarda tutti gli altri, sembra che le regole che riguardano gli attori britannici e irlandesi siano state allentate. E anche se questo potrebbe cambiare il tono dello show e introdurre la possibilità che lo show risulti meno distintamente britannico, c’è poco di cui preoccuparsi quando si tratta di Lithgow. In realtà, l’attore esperto ha una ricchezza di esperienza e talento che lo mette in una posizione incredibilmente forte per affrontare un personaggio così importante, anche se non è del Regno Unito.

John Lithgow è perfetto per Albus Silente, nonostante sia americano

John Lithgow nel ruolo del Cardinale Tremblay
Cortesia di Eagle Pictures

Lithgow sarà perfetto nel ruolo di Silente

John Lithgow ha il profilo fisico perfetto per un personaggio come Gandalf. Anche se non ha una lunga barba bianca fluente, non ce l’avevano neppure Richard Harris o Michael Gambon, ma entrambi erano uomini vispi e più anziani, che nonostante l’età avevano ancora molta energia. Inoltre Lithgow ha uno sguardo gentile che può evocare simpatia, sincerità e amicizia, ma ha anche la capacità di presentarsi come un’autorità e di affermare la sua gravitas nel ruolo.

Ho frequentato la scuola di recitazione a Londra molti anni fa. Quindi c’è una sorta di filo conduttore inglese. Sono inglese quanto può esserlo un attore americano, fino al punto di pura pretesa. Sai, quando pensi a Churchill, è diverso da ogni altro inglese quanto lo è un americano. È un eccentrico. L’idea gli è piaciuta molto. Hanno detto: “Abbiamo visto tutti i signori interpretare Churchill. Abbiamo visto Burton farlo. E Albert Finney lo ha interpretato. E quell’anno ce n’era un’intera serie. E tutti erano inglesi. La madre di Churchill era americana, tanto per cominciare. Questa è la prima cosa che Steven mi ha detto quando gli ho chiesto: “Perché mi hai scelto?” E lui aveva questa affinità con l’America. Potrei essere terrorizzato all’idea di interpretare questo ruolo, ma loro pensano che sia un’ottima idea, quindi mi adeguo. – John Lithgow nel ruolo di Winston Churchill in The Crown

Lithgow ha interpretato una varietà di personaggi, da un serial killer in Dexter a un eccentrico leader alieno travestito da professore universitario in 3rd Rock From the Sun, che lo ha aiutato ad ampliare il suo talento di attore. E per quanto riguarda l’interpretazione di un britannico, Lithgow ha interpretato Winston Churchill in The Crown con grande efficacia e recentemente ha interpretato Roald Dahl nel West End. Lithgow non dovrebbe avere alcun problema a imitare l’accento e a interpretare tutti i vari aspetti del personaggio.

I ruoli precedenti di John Lithgow dimostrano che può interpretare il professor Silente di Harry Potter

john-lithgow-the-crown

Lithgow ha una vasta esperienza nell’interpretazione di un’ampia gamma di personaggi

Come accennato in precedenza, Lithgow è apparso in molti film e programmi televisivi nel corso della sua carriera. In effetti, dal 1972 ha avuto un totale di quasi 140 ruoli accreditati. E a differenza di altri attori, Lithgow ha evitato di essere etichettato. In Shrek, ha interpretato il principale antagonista, Lord Farquad, affinando la sua capacità di controllare la voce e offrire una performance accattivante senza l’aiuto della sua fisicità. In 3rd Rock, Lithgow era molto più fisico e interpretava un alieno che si nasconde tra gli umani, imparando a mimetizzarsi, il che potrebbe essere utile per far sì che Silente, un potente mago, si mimetizzi con gli umani, se dovesse essere rappresentato.

Oltre a questo, è apparso in film importanti come Ai confini della realtà e ha prestato la sua voce al personaggio di Yoda in alcune drammatizzazioni. Lithgow è eccezionalmente qualificato e dotato di grande talento. È un attore ed è più che capace di affrontare tutti i diversi aspetti di un personaggio complesso come Silente. E considerando che la serie TV di Harry Potter è destinata a continuare per quasi un decennio con diverse stagioni, ha bisogno di un attore impegnato e di qualità, che possa continuare a interpretare questo ruolo per molti anni a venire.

Sì, Chef!, la recensione del film di Louis Julien-Petit

Sì, Chef!, la recensione del film di Louis Julien-Petit

Abbiamo da poco visto il The Menu di Mark Mylod nel quale la cucina veniva rappresentata come un vero e proprio inferno sulla Terra, qualcosa che ricorda i tanti cooking show tanto di moda da anni e decisamente più intrigante di altre che si vedono spesso. Come quella che anche il francese Louis-Julien Petit sceglie per il suo Sì, Chef! – La Brigade, nei cinema italiani dal 7 dicembre con I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection.

Le tensioni che si sviluppano in un ristorante, le sfide che pone, la necessità di adattarsi, integrarsi o crescere per superarle forniscono spesso espedienti narrativi a film, italiani o internazionali, che vogliamo raccontare storie edificanti. O socialmente utili. Come nel caso del regista in questione, non nuovo a queste ‘missioni’. E che dopo il Discount del 2014, dove delle casse automatiche minacciavano l’impiego dei dipendenti, il Carole Matthieu del 2016, con Isabelle Adjani al centro di un inquieto dramma su mobbing e depressione professionale, e Le invisibili del 2018, ambientato in un centro di accoglienza femminile, stavolta punta l’obiettivo sull’integrazione di giovani migranti in una struttura della Francia settentrionale.

“Sì, Chef!”, agli ordini di chef Audrey Lamy

Tutto parte dalla conoscenza della sous-chef Cathy di Audrey Lamy, vera chiave di volta della vicenda, dalla grande passione e consapevolezza del suo valore al punto da farsi cacciare da uno dei ristoranti migliori del Paese. Il sogno è sempre lo stesso, aprire qualcosa di proprio e conquistare la stella Michelin, ma come? Trovare un lavoro non è facile come sembra, e quando la necessità la spinge ad accettare un’offerta piuttosto creativa in una sperduta località fuori città finisce per ritrovarsi nella mensa di un centro di accoglienza per giovani migranti. Inizialmente poco convinta, e per nulla entusiasta, in breve tempo riuscirà a ritrovare una straordinaria verve e a cambiare le regole del gioco. Riuscendo a imparare una importante lezione e a raggiungere un obiettivo che non avrebbe mai immaginato.

A tutti i costi

Attratto da sempre dalla commedia sociale, Petit resta su un territorio ben noto, insistendo su etica e seconde possibilità come temi portante del film, non così originale come lo si presenta – nonostante l’ispirazione sia quella della storia vera della chef Catherine Grosjean del lycée hôtelier di Treignac – eppure ricco di trovate gradevoli e di alcune interpretazioni convincenti. Da alcune delle caratterizzazioni dei meno esperti ospiti della struttura, a quella del François Cluzet di Quasi Amici e la Audrey Lamy intorno alla quale ruota tutto – e che tutto sostiene – già agli ordini del regista nel suo precedente film.

A parte l’istintiva simpatia e partecipazione, però, sono pochi gli appigli cui aggrapparsi per restare nel film e farsene conquistare completamente. Soprattutto con una storia che puntando tutto su genuinità e buone intenzioni procede per scorciatoie ed ellissi piuttosto importanti. In primis, quella – esagerata al punto da esser impossibile da giustificare – che porta al finale, perfetto per la favola moderna che sembra proporsi di essere, ma narrativamente forzato e dimentico di fin troppi fili abbandonati a sé stessi.

Sì, chef! – La Brigade, intervista al regista Louis Julien-Petit

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Sì, chef! – La Brigade, intervista al regista Louis Julien-Petit

Arriva nelle sale italiane il 7 dicembre Sì, chef! – La Brigade, diretto da Louis Julien-Petit, già autore e regista di Le invisibili. In occasione della presentazione del film, abbiamo incontrato il regista che ha risposto a domande e curiosità su questa commedia dal cuore grande e dal sapore confortante.

-In questo periodo c’è una vera e propria moda di raccontare storie ambientate in cucina, sia al cinema che nella serialità. Come mai lo spazio della cucina si presta così bene a raccontare l’uomo?

La cucina affascina perché è un microcosmo. Un luogo segreto poco accessibile al grande pubblico. Per “La Brigade”, sono rimasto affascinato da Catherine Grosjean, una cuoca che dava lezioni a minori migranti. 100/100 laureati e di successo. Un modello di integrazione là dove tutti gli altri stigmatizzano queste persone. Mi sono reso conto, durante la mia indagine, che la cucina francese era stata fatta da stranieri per anni. Volevo fare un film sulla trasmissione dell’amore per la cucina, più che sulla sua tecnica. Infatti nel film la cucina crea un legame tra Cathy e i giovani protagonisti, e lei riesce a far rivivere loro i ricordi della loro giovane vita sradicata.

-La storia parla di seconde possibilità e di imparare a conoscersi. Succede a Marie Cathy e succede anche ai ragazzi che imparano a conoscere se stessi e a sapere cosa vogliono attraverso un mestiere. Non le sembra però che nella vita sia molto difficile concedere seconde opportunità?

Non è una seconda possibilità, ma una prima possibilità. Questi giovani arrivano in Francia per iniziare a vivere, per imparare. La prima cosa che vogliono è tornare a casa e diffondere la loro conoscenza per impedire ad altri di attraversare mari e paesi. Sono degli eroi. Personalmente non l’avrei fatto: lasciare la mia casa a 10 anni… e penso che non lo faresti neanche tu.

-Il film racconta di una realtà, quella dei migranti, molto drammatica, ma invece di metterla in scena attraverso il conflitto, scelta più classica, si è preferito farlo con un linguaggio emotivo e accogliente. Come mai?

La commedia sociale è il genere che lo permette. I protagonisti di questa storia non hanno niente, quindi hanno tutto da guadagnare. Assistiamo a una lotta di personaggi ordinari a cui accade una storia straordinaria. La commedia è invitante in questo senso, il soggetto è condiviso e lascia spazio alla speranza, alla fine del film.

-Qual è la condizione degli immigrati in Francia? I giovani che chiedono i documenti vengono davvero sottoposti a visite mediche così specifiche?

Sì. Esistono le visite mediche. In Francia diamo il benvenuto all’Oceano Vichingo. Più seriamente, il film rende omaggio anche a tutti gli assistenti sociali che aiutano quotidianamente e con atti pratici affinché questi giovani possano integrarsi. È difficile togliere l’etichetta di “migranti”, ma la storia lo ha dimostrato e lo dimostrerà, con le guerre e il riscaldamento globale, migreremo tutti. Non è una storia di paesi e di confini, ma di umanità.

-Nel film ha lavorato con attori navigati come François Cluzet e Audrey Lamy, ma ha anche avuto intorno tantissimi giovani interpreti. Com’è stato gestire una tale quantità di attori giovani?

300 giovani coinvolti. 100 hanno partecipato a laboratori teatrali. Ho selezionato 50 persone che hanno iniziato il film. Non avevamo la sceneggiatura o le scene. Gli spiegavo tutto mentre procedevo. Il film è stato girato nell’ordine della sceneggiatura. Ho voluto proporre agli spettatori di assistere all’emancipazione di questi giovani.

-Nel cinema di oggi la commedia è solo evasione o, come in questo caso, può essere anche strumento per accendere una luce sulla contemporaneità e sui suoi problemi?

François Truffaut diceva che si va al cinema o per riconoscersi o per divertirsi. Vorrei fare entrambe le cose. Proporre problemi della società, cambiare il modo di vedere le cose, toccare la società civile e talvolta, quando necessario, riflettere sulla disobbedienza civile: è proibito ma è giusto. Mettere lo spettatore nella condizione di chiedersi: cosa avresti fatto al posto del personaggio?

Distribuito da I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection, Sì, chef! – La Brigade è al cinema dal 7 dicembre.

Si vive una volta sola: Carlo Verdone presenta il suo nuovo film

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Si vive una volta sola: Carlo Verdone presenta il suo nuovo film

Dal 26 febbraio in 700 copie, Carlo Verdone torna al cinema con la sua ultima commedia, Si vive una volta sola, in cui recita al fianco di Rocco Papaleo, Max Tortora e Anna Foglietta.

“Dopo due film fatti solo con co-protagonisti, avevo voglia di fare un film corale” ha dichiarato Carlo Verdone, che ripone proprio nella coralità le aspettative future del suo modo di fare cinema. “condividere i miei film con altri attori, noti o emergenti, e esaltare il loro lavoro.”

Per Verdone, “questo era un film difficile: semplice in apparenza, ma a rischio di diventare una storiellina. Pieno di momenti intensi che richiedevano un equilibrio giustissimo negli equivoci e nei colpi di scena. Lo abbiamo portato a termine grazie all’alchimia tra noi attori, alla grande concentrazione che abbiamo avuto per arrivare all’equilibrio perfetto dei toni. È stato difficile ma non faticoso, ora siamo più amici di prima. Ci sentiamo spesso, e mica solo perché sta uscendo il film. Ci chiamiamo per chiedere all’altro ‘come stai?’, una cosa che non fa più nessuno.”

Si vive una volta sola – amici dentro e fuori dal set

E Anna Foglietta gli fa eco, aggiungendo: “L’esperienza del set è stata fortunata, ma ancora di più lo è stata quella fuori. Abbiamo raggiunto una verità nei rapporti rara e serena, e un grande spirito di unione. E quella verità nei rapporti sta anche nel film, è il suo valore aggiunto.” Rocco Papaleo si trova perfettamente allineato con le dichiarazioni della collega, tanto che ha scherzato dicendo che “la Foglietta ha detto tutto quello che volevo dire io”.

Ma una riflessione interessante arriva da Max Tortora, che dimostra di sapersi tenere in equilibrio trai toni leggeri e quelli più drammatici: “Carlo ci ha fatto sentire liberi e protetti, liberi di giocare con i nostri personaggi, ma protetti dalla sua costante supervisione forte e autorevole”.

Perfettamente a suo agio nei panni di regista e protagonista, Verdone lascia anche un commento molto positivo e incoraggiante sullo stato attuale del cinema, in Italia: “Il cinema italiano ha ritrovato la fiducia del pubblico perché si fanno meglio i film, e con più cura. Ci sono tante serie tv, tanti servizi di streaming, tante partite di calcio in tv. Per continuare a far tornare il pubblico, per competere con tutta quest’offerta c’è poco da fare: dobbiamo fare del nostro meglio, e proporre commedie intelligenti che lascino qualcosa, che sia solo un gran divertimento o magari anche una critica di costume e sociale che racconti le fragilità attuali.”

Si vive una volta sola, al cinema il 26 novembre il nuovo film di Carlo Verdone

Uscirà al cinema il 26 Novembre 2020 dopo ben nove mesi d’attesa, come ogni lieto evento che si rispetti, Si vive una volta sola, il  ventisettesimo film di Carlo Verdone.

Il Professor Umberto Gastaldi (Carlo Verdone) e la sua formidabile équipe medica, composta dall’anestesista Amedeo Lasalandra (Rocco Papaleo), dalla strumentista Lucia Santilli (Anna Foglietta) e dal suo assistente Corrado Pezzella (Max Tortora) arriveranno quindi a breve in sala per offrire al pubblico le sorprese, la leggerezza e il sorriso che il regista romano regala agli italiani da oltre quarant’anni.

Scritto da Carlo Verdone con Giovanni Veronesi e Pasquale Plastino e girato interamente in Puglia, Si vive una volta sola è prodotto da Aurelio De Laurentiis e Luigi De Laurentiis e distribuito da Filmauro con Vision Distribution.

Si torna a ridere all’italiana: al via la rassegna FantaItaly

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Parte alla Casa del Cinema (largo Marcello Mastroianni 1) l’evento più attesa della XXXI edizione del Fantafestival di Roma.

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