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Quanto è stato pagato Henry Cavill per il cameo di The Flash, ora tagliato?

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Sono emersi nuovi dettagli sul misterioso cameo di Superman di Henry Cavill nel film The Flash e quanto è stato pagato per questo. Il 2022 è stato un anno emozionante per la Warner Bros. Discovery in merito alle loro PI DC Universe (precedentemente note come DCEU). Con il CEO David Zaslav che ha ristrutturato la nuova versione della società, i DC Studios sono stati recentemente lanciati per sostituire la divisione DC Films, con James Gunn e Peter Safran che hanno preso il posto di Walter Hamada nella DCU. Sotto la loro guida, stanno ora supervisionando TV, film e animazione, soprattutto in relazione al DCU come universo in crescita.

Questa settimana ha continuato a essere drammatica per i DC Studios poiché il futuro del Superman di Henry Cavill era determinato, con lui che ufficialmente non sarebbe tornato nonostante la sua apparizione in Black Adam. Mentre il film DC di Dwayne Johnson è stato un grande ingresso per il Superman di Cavill, secondo quanto riferito aveva anche girato un cameo per il film The Flash, che uscirà nel 2023.

Tuttavia, secondo Umberto Gonzalez di The Wrap, la scena, che avrebbe visto lui appare come Clark Kent, ora è stata cancellata. Secondo quanto riferito, Cavill è stato anche pagato $ 250.000 dollari per ciascuno dei suoi cameo DCU che ha filmato quest’anno. Cavill, Warner Bros. Discovery e DC Studios devono ancora commentare il report.

Quanto è potente Sentry nell’MCU rispetto al Superman della DC?

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Quanto è potente Sentry nell’MCU rispetto al Superman della DC?

La Marvel Studios ha finalmente adattato Sentry, spesso soprannominato il Superman dell’MCU, in un film live-action, ma è discutibile se il personaggio sia potente quanto l’Uomo d’Acciaio. Fortunatamente, ci sono molte prove cinematografiche che aiutano a discernere la risposta.

Robert Reynolds ha debuttato in Thunderbolts* come partecipante sfortunato del Progetto Sentry. Sopravvive alla prova in cui altri hanno fallito e perso la vita, acquisendo un incredibile potere come parte del suo alter ego Sentry. Il debutto di Sentry nell’MCU in Thunderbolts* lo ha visto sbarazzarsi rapidamente della squadra titolare quando gli è stato ordinato di sottometterla.

La prossima apparizione cinematografica di Superman sarà in Superman l’11 luglio. A differenza di Sentry, Superman è ben abituato al grande schermo. Il personaggio vanta inoltre una carriera molto più lunga nei fumetti, durante la quale ha dimostrato una vasta gamma di poteri.

Tuttavia, Sentry non è uno scherzo. Sebbene l’adattamento del MCU lo descriva come un principiante assoluto, la facilità con cui scatena i suoi poteri sui Thunderbolts suggerisce che potrebbe ancora dare del filo da torcere.

La spiegazione dei poteri poteri di Sentry 

Sentry

Sentry è potente come mille soli esplosivi

Sentry è descritto in Thunderbolts* come dotato della potenza di mille soli esplosivi. Questo è probabilmente un riferimento alla sua super forza, anche se Sentry vanta anche una serie di altri superpoteri, la maggior parte dei quali si vedono durante il suo combattimento con i Thunderbolts. Questi includono:

  • Invulnerabilità
  • Super velocità
  • Super forza
  • Telecinesi
  • Volo
  • Visione calorifica
  • Manipolazione quantistica

Sentry è più comunemente descritto come dotato della potenza di un milione di soli esplosivi nei fumetti Marvel.

Non è chiaro se Sentry avrà gli stessi poteri del suo omologo dei fumetti, che includono molte altre abilità divine, come la manipolazione molecolare e l’immortalità. Se così fosse, è difficile immaginare quanto drasticamente cambierebbe l’equilibrio di potere nell’MCU.

Il principale punto debole di Sentry è il Vuoto, il suo alter ego oscuro che desidera seminare il caos dove Sentry agisce normalmente in modo eroico.

A tal proposito, finora si è visto ben poco di Sentry, l’unica prova è stata la sua brevissima battaglia con i Thunderbolts. Per quanto riguarda il Vuoto, il suo potere di bandire le vittime in un altro piano sembra impossibile da resistere, anche se fuggire da quel regno sembra essere solo una questione di aiutare la psiche di Bob a superare la crisi.

Il principale punto debole di Sentry è il Void, il suo alter ego oscuro che vuole seminare il caos dove Sentry agisce normalmente come un eroe. Anche se questa dinamica sembra imitare i fumetti, Sentry si è dichiarato un dio, suggerendo che anche il Sentry dell’MCU potrebbe avere alcuni tratti non proprio eroici.

La spiegazione dei poteri di Superman

David Corenswet in Superman (2025)
© Warner Bros Discovery

Superman ha diversi poteri, ma un unico punto debole

Superman vanta un repertorio molto più ampio da cui attingere i suoi poteri. Si è evoluto notevolmente nel corso del tempo e ora l’Uomo d’Acciaio vanta un insieme di poteri incredibilmente versatili. I poteri di Superman sono quasi troppo numerosi per essere elencati, ma tra i più importanti vi sono:

  • Invulnerabilità
  • Super velocità
  • Super forza
  • Volo
  • Vista calorifica
  • Inversione del tempo

Nel corso delle sue apparizioni cinematografiche, Superman ha anche dimostrato alcuni superpoteri meno noti (e talvolta discutibili), tra cui un bacio che cancella la memoria e la capacità di ricostruire la Grande Muraglia cinese con la sola forza della vista. Non è affatto chiaro se le interpretazioni moderne di Superman vantino gli stessi poteri.

Un’altra debolezza più nota di Superman è la kryptonite.

Superman trae i suoi poteri dal sole giallo della Terra, che, come mostrano il trailer e il teaser di Superman di James Gunn, usa per rigenerarsi e ricaricarsi dopo essere stato malmenato e ferito. Un sole rosso, invece, ha l’effetto opposto e priva Superman dei suoi poteri.

Un’altra debolezza più nota di Superman è la kryptonite. Nonostante sia quasi inarrestabile, la presenza di questo materiale è ciò che permette a personaggi molto più deboli come Batman e Lex Luthor di avere la meglio su un essere altrimenti divino. Tenendo questo a mente, è più facile determinare chi è il più potente.

Sentry è più potente

Sentry

Sentry non ha una debolezza così sfruttabile

Sebbene Superman e Sentry vantino una serie di superpoteri incredibilmente simili, la debolezza di Superman è molto più facile da sfruttare. Anche se una prova di forza diretta tra i due potrebbe essere equilibrata, Sentry che perde il controllo a causa del Vuoto non viene privato dei suoi poteri, ma diventa solo più pericoloso.

Superman, invece, viene privato dei suoi poteri dopo essere stato esposto a un materiale. Questo è probabilmente ciò che fa apparire Superman debole nel prossimo Superman, poiché è probabile che sia stato sottoposto a una dose di kryptonite in grado di privarlo di poteri come l’invulnerabilità.

Superman è stato ucciso in Batman v Superman: Dawn of Justice con una lancia di kryptonite. Sentry, invece, non è morto quando è stato attivato un kill switch, ma ha ceduto il posto al Vuoto, suggerendo che, come la sua controparte dei fumetti, è immortale. Inoltre, se il Sentry dell’MCU vantasse poteri come la manipolazione molecolare, questo gli darebbe un ulteriore vantaggio.

In definitiva, le debolezze di Superman, sebbene contribuiscano a rendere il personaggio più realistico, sono troppo facilmente sfruttabili. Mentre la kryptonite e il sole rosso rendono Superman vulnerabile a tutti gli altri, la debolezza di Sentry rende tutti gli altri vulnerabili a lui.

Quanto è potente Sentry rispetto agli altri personaggi Marvel e DC

Wyatt Russell, Hannah John-Kamen, Lewis Pullman e Florence Pugh in Thunderbolts* (2025)
Foto di Courtesy of Disney – © Disney

Solo i personaggi più potenti hanno una possibilità contro Sentry

Sono pochissimi quelli che potrebbero sperare di tenere testa a Sentry nell’MCU. Le sue abilità divine lo rendono quasi inarrestabile, anche se alcuni potrebbero avere una possibilità.

Entità cosmiche come Death o Mephisto, invece, sembrano avere il controllo completo sul tessuto stesso dell’esistenza.

Scarlet Witch, ad esempio, è una potente manipolatrice della realtà. La facilità con cui ha eliminato gli Illuminati della Terra-838 suggerisce che potrebbe tenere testa a entità molto più potenti, ed è possibile che possa fare lo stesso con Sentry. Doctor Strange, nel frattempo, è un altro potente utilizzatore di magia che ha superato in astuzia il sovrano della Dimensione Oscura.

Jean Grey, specialmente quando è potenziata dalla Phoenix Force, potrebbe anche dare a Sentry motivo di preoccupazione, in particolare se abbinata alle sue abilità telepatiche. Entità cosmiche come Death o Mefisto, nel frattempo, sembrano avere il controllo completo sul tessuto stesso dell’esistenza.

Spectre della DC vanta poteri quasi onnipotenti in quanto rappresenta l’equivalente di Dio nella DC Comics. Superman Prime One Million, invece, è una versione di Superman che ha trascorso 15.000 anni caricandosi dal sole giallo per ottenere poteri quasi onnipotenti, anche se è ancora debole alla kryptonite.

In definitiva, solo entità divine possono reggere il confronto con Sentry, soprattutto se vanta gli stessi poteri di manipolazione della materia che ha nei fumetti Marvel. Tuttavia, senza vedere più da vicino questo personaggio dal potere incommensurabile in un live-action, è difficile conoscere la portata dei suoi poteri e capire se il Superman della DCU avrebbe una possibilità contro di lui.

Quanto è costata la reunion di American Pie?

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Quando gli Universal Studios hanno deciso di sviluppare un quarto episodio di American Pie film, chiamato appunto Reunion, sono partiti i toto-ingaggi, ovvero quanti soldi

Quanto ci metti a spaventarti? Il minutaggio dei mostri al cinema

Quanto tempo occorre a un qualsiasi mostro/entità/alieno cinematografico per terrorizzare lo spettatore medio? Ecco quanto appaiono sullo schermo alcuni dei personaggi più spaventosi di sempre.

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In alcuni casi la sorpresa è grande, dal momento che si tratta sempre di icone del cinema di genere che sono entrare nella memoria collettiva ed è quindi strano constatare quanto poco tempo abbiano avuto a disposizione per entrare a tutti gli effetti nella leggenda. Tuttavia, quasi tutti i film presi in considerazione sono di altissimo valore artistico, per cui gran parte del merito non va solo alle creature prese in se stesse, ma anche a chi le ha poste in un contesto adeguato.

I mostri al cinema che vi abbiamo proposto (via Movie Pilot) sono senza dubbi molto rappresentativi del genere horror e sci-fi, ma quali sono invece le creature che terrorizzano voi? Fatecelo sapere nei commenti.

Quanto Basta: il primo trailer del film con Vinicio Marchioni

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Quanto Basta: il primo trailer del film con Vinicio Marchioni

Ecco il primo trailer ufficiale di Quanto Basta, il nuovo film con protagonista Vinicio Marchioni nei panni di uno chef. Con lui nel cast ci sono anche Valeria Solarino e Luigi Fedele.

Il film, diretto da Francesco Falaschi, arriverà al cinema il 5 Aprile distribuito da Notorius Pictures.

Quanto Basta: il primo trailer

Arturo è uno chef talentuoso, finito dentro per rissa, deve scontare la pena ai servizi sociali tenendo un corso di cucina in un centro per ragazzi autistici dove lavora Anna. Guido ha la sindrome di Asperger e una grande passione per la cucina. L’improbabile amicizia tra i due aiuterà Arturo a cambiare vita.

“Quando ho letto la sceneggiatura mi ha colpito l’evoluzione di quest’amicizia che si sviluppa lungo tutto il racconto, problematico, cinico, disilluso, troppo bravo per i ristoranti scarsi e troppo sputtanato per quelli fighi”. 

“Questa storia dimostra, se mai ce ne fosse bisogno, che dalla diversità si può solo imparare. Il contatto con chi viene considerato ‘diverso’ arricchisce le persone cosiddette ‘normali'” ha dichiarato Marchioni a Repubblica.

Quanto Basta: due clip dal film con Vinicio Marchioni

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Quanto Basta: due clip dal film con Vinicio Marchioni

Ecco due nuove clip da Quanto Basta, il nuovo film con protagonista Vinicio Marchioni nei panni di uno chef. Con lui nel cast ci sono anche Valeria Solarino e Luigi Fedele.

Il film, diretto da Francesco Falaschi, arriverà al cinema il 5 Aprile distribuito da Notorius Pictures.

https://www.youtube.com/watch?v=vzXxP1EApgk&feature=youtu.be

Quanto Basta: il primo trailer

Arturo è uno chef talentuoso, finito dentro per rissa, deve scontare la pena ai servizi sociali tenendo un corso di cucina in un centro per ragazzi autistici dove lavora Anna. Guido ha la sindrome di Asperger e una grande passione per la cucina. L’improbabile amicizia tra i due aiuterà Arturo a cambiare vita.

“Quando ho letto la sceneggiatura mi ha colpito l’evoluzione di quest’amicizia che si sviluppa lungo tutto il racconto, problematico, cinico, disilluso, troppo bravo per i ristoranti scarsi e troppo sputtanato per quelli fighi”. 

“Questa storia dimostra, se mai ce ne fosse bisogno, che dalla diversità si può solo imparare. Il contatto con chi viene considerato ‘diverso’ arricchisce le persone cosiddette ‘normali'” ha dichiarato Marchioni a Repubblica.

Quantin Tarantino al lavoro sull’adattamento di Django/Zorro

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Quantin Tarantino al lavoro sull’adattamento di Django/Zorro

Quentin Tarantino ha già trovato il suo prossimo progetto: come conferma Collider infatti, il regista americano svilupperà l’adattamento cinematografico del fumetto Django/Zorro insieme a Jerrod Carmichael, attore e comico.

Scritto dallo stesso Tarantino e pubblicato dalla Dynamite Entertainment in colalborazione con DC Comics, la serie è un vero e proprio sequel di Django Unchained, il film uscito nel 2012 che vedeva protagonista Jamie Foxx.

La storia è ambientata dunque diversi anni dopo gli eventi della pellicola, con Django che è ancora un cacciatore di taglie sul quale grava un mandato di cattura. Nel mentre esercita il suo “mestiere” anche a Ovest degli Stati Uniti, sistema sua moglie Broomhilda vicino a Chicago e riprende a viaggiare, inviandole il denaro ogni volta che termina un lavoro. Il caso lo porterà ad incontrare l’anziano Diego de la Vega – meglio conosciuto come Zorro – e rimarrà  affascinato da questo personaggio insolito…

Vi ricordiamo che il decimo lungometraggio di Tarantino, C’era una volta a Hollywood, è stato presentato in anteprima e in concorso al Festival di Cannes ed è atteso nelle nostre sale a settembre 2019.

Nel cast Brad Pitt, Leonardo DiCaprio, Margot Robbie, Damian LewisDakota FanningNicholas Hammond, Emile HirschLuke PerryClifton Collins Jr.Keith JeffersonTimothy Olyphant, Tim Roth, Kurt Russell Michael MadsenRumer Willis, Dreama WalkerCosta Ronin, Margaret Qualley, Madisen Beaty Victoria Pedretti. Infine Damon Herriman sarà Charles Manson.

C’era una volta a Hollywood: tutto quello che sappiamo sul nuovo film di Tarantino

Di seguito la prima sinossi:

La storia si svolge a Los Angeles nel 1969, al culmine di quella che viene chiamata “hippy” Hollywood. I due protagonisti sono Rick Dalton (Leonardo DiCaprio), ex star di una serie televisiva western, e lo stunt di lunga data Cliff Booth (Brad Pitt). Entrambi stanno lottando per farcela in una Hollywood che non riconoscono più. Ma Rick ha un vicino di casa molto famoso…Sharon Tate.

Il film segnerà anche l’ultima apparizione cinematografica di Luke Perry, morto lo scorso 4 marzo. L’uscita nelle sale di C’era una volta a Hollywood è fissata al settembre 2019.

Ho lavorato alla sceneggiatura per cinque anni, e vissuto nella contea di Los Angeles per gran parte della mia vita, anche nel 1969, e all’epoca avevo sette anni“, ha dichiarato Tarantino. “Sono davvero felice di poter raccontare la storia di una città e di una Hollywood che non esistono più, e non potrei essere più entusiasta dei miei due attori protagonisti.

Fonte: Collider

Quantico: nuovo contenuti video della nuova serie tv

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Quantico: nuovo contenuti video della nuova serie tv

Guarda in nuovi contenuti inediti di Quantico, l’annunciata nuova serie televisiva in arrivo sul network americano della ABC.

https://youtu.be/L-tX9rYE9u0

Quantico è una serie televisiva statunitense creata da Joshua Safran per il network ABC.

La serie andrà in onda sull’ABC dal 27 settembre 2015. La serie è incentrata su un gruppo di reclute dell’FBI e sul loro addestramento presso la FBI Training Academy a Quantico, Virginia.

Quantico 1×07: anticipazioni sull’episodio “God”

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Quantico 1×07: anticipazioni sull’episodio “God”

Si intitolerà GodQuantico 1×07, il settimo episodio della prima stagione della serie trasmessa dal network americano ABC e in Italia su Sky Atlantic.

In Quantico 1×07, ai NATS viene dato un incarico esplosivo che si traduce in alcune persone che vanno a casa per sempre. Nel futuro, Alex continua a cercare di ripulire il suo nome, trovando Nimah e Raina che forniscono più domande che rispostelasciando Alex e il mondo a chiedersi cosa sia accaduto.

Quantico 1×10: foto promozionali dall’episodio “Quantico”

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Quantico 1×10: foto promozionali dall’episodio “Quantico”

Guarda le foto promozionali di Quantico 1×10, il decimo atteso episodio che si intitolerà “Quantico” e che andrà in onda prossima settimana sul network americano della FOX.

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Quantico è una serie televisiva statunitense creata da Joshua Safran per il network ABC.

La serie va in onda sulla rete ABC dal 27 settembre 2015. La trama è incentrata su un gruppo di reclute dell’FBI e sul loro addestramento presso la FBI Training Academy a Quantico, Virginia.

Un gruppo eterogeneo di reclute dell’FBI inizia la propria formazione presso la base di Quantico. Sono tutti brillanti e preparati, e sembra impossibile che uno di loro abbia in mente di progettare il più grande attacco terroristico dopo gli attentati dell’11 settembre 2001.

Quantico 1×09: foto promozionali dall’episodio “Guilty”

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Quantico 1×09: foto promozionali dall’episodio “Guilty”

Guarda le foto promozionali di Quantico 1×09, il nono atteso episodio che si intitolerà “Guilty” e che andrà in onda sul network americano della FOX.

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Quantico è una serie televisiva statunitense creata da Joshua Safran per il network ABC.

La serie va in onda sulla rete ABC dal 27 settembre 2015. La trama è incentrata su un gruppo di reclute dell’FBI e sul loro addestramento presso la FBI Training Academy a Quantico, Virginia.

Un gruppo eterogeneo di reclute dell’FBI inizia la propria formazione presso la base di Quantico. Sono tutti brillanti e preparati, e sembra impossibile che uno di loro abbia in mente di progettare il più grande attacco terroristico dopo gli attentati dell’11 settembre 2001.

Quantico 1×06: nuovo promo esteso di “God”

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Quantico 1×06: nuovo promo esteso di “God”

Guarda il nuovo promo esteso di Quantico 1×06, il sesto episodio della prima stagione del nuovo show targato CTV:

Quantico 1×03: promo esteso dell’episodio “Cover”

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Quantico 1×03: promo esteso dell’episodio “Cover”

Guarda il promo esteso di Quantico 1×03, il terzo episodio della nuova serie che si intitolerà “Cover” e che andrà in onda sul network americano ABC.

Quantico è una serie televisiva statunitense creata da Joshua Safran per il network ABC.

La serie va in onda sula rete ABC dal 27 settembre 2015. La trama è incentrata su un gruppo di reclute dell’FBI e sul loro addestramento presso la FBI Training Academy a Quantico, Virginia.

Un gruppo eterogeneo di reclute dell’FBI inizia la propria formazione presso la base di Quantico. Sono tutti brillanti e preparati, e sembra impossibile che uno di loro abbia in mente di progettare il più grande attacco terroristico dopo gli attentati dell’11 settembre 2001.

Quanti draghi hanno i Neri e i Verdi e chi li guida? Le forze aeree di House of the Dragon

Attenzione SPOILER sull’episodio 7 di House of the Dragon 2 – La Semina Rossa

I Neri di Rhaenyra hanno assemblato un bel gruppo di cavalieri di draghi in La Semina Rossa (qui la recensione). La fine dell’episodio ha mostrato un evento chiamato la semina dei semi, in cui Rhaenyra ha permesso ai cittadini di bassa nascita ma di discendenza valyriana di farsi avanti e reclamare i draghi. L’evento è stato violento e fatale per molti che ci hanno provato, ma due nuovi cavalieri si sono uniti alla causa di Rhaenyra per questo motivo, reclamando Vermithor e Ali d’Argento. È potenzialmente un punto di svolta per la Danza dei Draghi, che in precedenza vedeva i Verdi in vantaggio.

Il termine Semi di Drago si riferisce ai bastardi di discendenza valyriana, che sono piuttosto comuni in questo mondo nonostante la distruzione di Valyria. Il regno dei Targaryen si basa molto sulla mistificazione del loro diritto divino di cavalcare i draghi, distinguendoli dalle altre grandi casate e dalla gente comune di Westeros. L’episodio 7 dimostra che non è necessario essere di sangue nobile valyriano per domare un drago, cambiando immediatamente ciò che il mondo sa sulla relazione tra drago e cavaliere.

I draghi dei Neri e chi sono i loro cavalieri

Hugh e Ulf sono gli ultimi cavalieri dei Nero

Prima dell’episodio 7, i Neri erano già più numerosi dei Verdi in termini di draghi, sebbene il loro roster fosse piuttosto inesperto. Rhaenyra cavalca Syrax, Jacaerys cavalca Vermax e Baela cavalca Moondancer, tutti molto veloci e agili ma privi di dimensioni ed esperienza di combattimento tali da renderli una seria minaccia contro una bestia mostruosa come il Vhagar di Aemond Targaryen. Questo dilemma ha presentato la necessità di più cavalieri. Daemon e Caraxes potrebbero anche essere considerati tra i cavalieri dei Neri.

Draghi dei Neri
Dragon Rider
Syrax Rhaenyra
Vermax Jacaerys
Moondancer Baela
Caraxes Daemon
Seasmoke Addam
Vermithor Hugh
Silverwing Ulf

Il finale dell’episodio 6 ha visto Addam di Hull farsi avanti e reclamare il drago Seasmoke, che era stato precedentemente legato a Laenor Velaryon. Questo ha dato a Rhaenyra l’idea di convocare i semi di drago, poiché Addam è di nascita umile, anche se non ammette di essere il figlio di Corlys Velaryon. Nell’episodio 7, Hugh ha reclamato Vermithor e Ulf ha reclamato il drago Ali d’Argento, aggiungendolo al roster dei Neri. In totale, ora la parte di Rhaenyra ha dalla sua sette cavalieri dei draghi, supponendo che Daemon alla fine cambi idea sull’inseguire la sua ambizione personale e si unisca alla loro causa, come indica la sua narrazione.

Quali dei draghi dei Neri sono morti finora nella Danza dei draghi?

Arrax e Meleys sono già morti

Nonostante abbia sette draghi dalla sua parte, la squadra di Rhaenyra ha subito finora le uniche morti di draghi della Danza. È importante notare che, mentre il Sunfyre di Aegon ha preso una batosta a Riposo del Corvo, è ancora vivo e in via di guarigione, secondo il materiale originale. Ciò significa che le due morti di draghi finora sono state Arrax e Maelys. Arrax era il giovane drago legato a Lucerys Velaryon, che è stato ucciso da Aemond e Vhagar nel finale della prima stagione, dando il via al ciclo di violenza che ha portato alla guerra. Arrax era uno dei draghi più piccoli in vita all’epoca.

La perdita molto più significativa è stata Maelys, cavalcata da Rhaenys Targaryen. Come si racconta in “Il drago rosso e il drago dorato“, Meleys potrebbe non essere stata la più grande in vita, ma era piuttosto formidabile. Rhaenys e Meleys sono state legate più a lungo di qualsiasi altro duo drago/cavaliere nella Danza, e Meleys era nota come il drago più veloce in vita. Nel suo 1 contro 1 contro il molto più grande Vhagar, è riuscita a combattere con onore, ferendo il drago di Aemond. Sarebbe persino scappata se non l’avessero aggredita mentre trovava la sua via di fuga.

Quali draghi sono ancora non reclamati in House of the Dragon?

Sheepstealer dovrebbe essere l’ultimo ad apparire nello show

Nonostante tre draghi non reclamati siano entrati nella mischia negli episodi 6 e 7, ci sono ancora più draghi senza cavaliere in vita in questo momento. Durante la versione del libro di La Semina dei Semi, altri tre draghi sono ricercati dalla pletora di cavalieri. Tra questi ci sono Grey Ghost, Cannibal e Sheepstealer. Grey Ghost riesce a nascondersi dai potenziali cavalieri, mentre Cannibal lascia al posto di coloro che hanno cercato di domarlo solo un mare di corpi umani nella sua tana. Sheepstealer è l’unico che alla fine viene reclamato, anche se tutti e tre i draghi sembrano essere stati raccontati diversamente nella serie tv.

Sembra improbabile che Grey Ghost e Cannibal vengano menzionati in House of the Dragon, dato che nessuno li reclama mai nel libro. Per quanto riguarda Sheepstealer, la serie ha impostato il suo arrivo attraverso la trama di Rhaena nella Valle, con la sua scoperta delle carcasse di pecore bruciate. L’impostazione della sua apparizione implica che Rhaena reclamerà Sheepstealer nel finale della seconda stagione, il che è un cambiamento significativo rispetto al libro, dove la principessa alleva il suo giovane drago. Nei libri, Sheepstealer è cavalcato da una donna di nome Nettles, che sembra essere stata tagliata dall’adattamento televisivo.

Quanti draghi hanno i Verdi e chi li cavalca

I Verdi hanno tre draghi

Vhagar in House of the DragonVhagar è il drago più grande in vita durante la Danza, ma, sfortunatamente per i Verdi, è davvero l’unico drago formidabile che hanno ora. Sunfyre è stata ferita brutalmente durante lo scontro a Riposo del Corvo e sarà in convalescenza per un po’ di tempo, insieme ad Aegon, il che li esclude dal campo di battaglia per il momento. L’episodio 7 menziona anche Tessarion, il giovane drago cavalcato dal principe Daeron Targaryen, fratello minore di Aemond e Aegon, che non è ancora apparso nella serie TV. Probabilmente arriverà nella terza stagione.

Questo lascia i Verdi con tre draghi in totale rispetto ai sette dei Neri. Vhagar è uno dei draghi più potenti nella storia di Game of Thrones, ma Sunfyre è ferita e Tessarion è molto giovane e difficilmente sarà un fattore determinante contro draghi come Vermithor e Caraxes. In sostanza, i Verdi sono in un momento in difficoltà nella serie e dovranno trovare altri modi per contrastare le crescenti forze di Rhaenyra.

Draghi dei Verdi
Dragon Rider
Vhagar Aemond
Sunfyre (Injured) Aegon II (Injured)
Tessarion Daeron
Dreamfyre Helaena

 

L’ultimo episodio di House of the Dragon stagione 2 sarà disponibile nella notte di lunedì prossimo su Sky e NOW (in contemporanea con gli Stati Uniti), dove sono disponibili la serie completa e Game of Thrones.

Quando: terminate le riprese del film di Walter Veltroni con Neri Marcorè

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Sono terminate nei giorni scorsi le riprese di Quando, il nuovo film di Walter Veltroni con Neri Marcorè, Valeria Solarino, Gianmarco Tognazzi, Olivia Corsini, Dharma Mangia Woods e Fabrizio Ciavoni. 

Quando è una produzione LUMIÈRE & CO., prodotto da LIONELLO CERRI e CRISTIANA MAINARDI distribuzione VISION DISTRIBUTION. Il film è scritto da DORIANA LEONDEFF, SIMONE LENZI, WALTER VELTRONI 

La trama

La giovane vita di Giovanni va in pausa nell’estate del 1984 a San Giovanni, durante il dolore collettivo per la morte di Enrico Berlinguer, per colpa dell’asta di una bandiera finita tragicamente sulla sua testa. Dopo 31 anni si risveglia dal coma, ed è come una nuova rinascita, da adulto. Tutto è cambiato, il mondo che aveva lasciato non c’è più: la sua famiglia, la ragazza, il partito tanto amato, tutto in questa nuova epoca è stravolto. Giovanni è come un bambino cinquantenne, deve imparare a muoversi in questa nuova dimensione, accettando anche la perdita dei vecchi legami e la scoperta di nuovi. Ad aiutarlo ci sono Giulia, una giovane e tormentata suora che si è presa cura di lui negli ultimi anni della sua degenza, e Leo, un ragazzo problematico affetto da mutismo selettivo. Grazie a loro Giovanni, oltre che a riprendere le normali funzioni vitali, troverà il modo di riuscire a comprendere la sua nuova esistenza e ad affrontare il passato, che ritornerà nelle sembianze di Francesca, la figlia avuta nella sua precedente vita.

Quando, recensione del film di Walter Veltroni

Quando, recensione del film di Walter Veltroni

Walter Veltroni torna dietro la macchina da presa con Quando, superando il decimo lungometraggio della sua carriera cinematografica, tra documentari e film di finzione. Questa volta traspone un suo stesso romanzo, poiché anche nel settore della narrativa ha un discreto elenco di lavori prodotti, tra gli ultimi: i tre libri con protagonista il commissario Buonvino.

Quando è il titolo del film e anche della storia scritta su carta nel 2017 e racconta la vicenda di un diciottenne che, durante il funerale di Enrico Berlinguer, prende una botta in testa dal bastone di una bandiera che gli cade addosso e finisce in coma per la bellezza di trentuno anni, risvegliandosi, quindi, quarantanovenne.

Quando, la trama

Il non più ragazzo Giovanni (Neri Marcorè) si desta, perciò, in ospedale accudito da suor Giulia (Valeria Solarino) che mentre tenta di fargli la barba gli dà la triste notizia: non soltanto è finita la sua adolescenza, ma anche la sua giovinezza. Naturalmente per il grave impatto che potrebbe causare al paziente, la suora viene rimproverata, ma si prende comunque a cuore il caso (che comunque era diventato già popolare a livello mediatico) e lo porta in una struttura perché si riabiliti lentamente ma completamente. E non solo dal punto di vista fisico.

Il film dell’ex Primo Ministro scorre balzellando rapidamente su tutti i passaggi del protagonista che potrebbero sembrare più ostici: nonostante l’ovvia atrofia muscolare di un uomo allettato per tre decenni, in pochissimo tempo qualche passeggiata si ottiene senza problemi, così come il trauma psicologico si liquida in qualche battuta durante gli esercizi di fisioterapia insieme all’operatore Mario (Massimiliano Bruno) e altrettanto è l’immediato risultato positivo di un paziente ricoverato insieme a lui che è affetto da mutismo selettivo (Fabrizio Ciavoni), ma che in un lampo risolve tutto una mattina durante la colazione.

Ciò che poi accadrà a Giovanni sarà il rientro alla vita com’è oggi, con sfilze infinite di ricordi che già sono tali, con sospiri e dolcezze, senza che abbia il men che minimo accenno di corto circuito mentale, ma solo qualche sorriso strappato per le gaffe sulle incongruenze storiche.

In Quando non c’è nulla che possa avvicinarsi alla credibilità di una vicenda narrata e costruita nella quale – magari – immergersi e scoprire cos’ha da dire. Come già accaduto sistematicamente nelle pellicole di Veltroni, la personalità del regista e narratore è l’unica cosa che si avverta in ogni singolo fotogramma del film, dove la destinazione di ogni sequenza è la rimembranza del suo mondo emotivo o, al più, lì dove ha deciso che il racconto debba andare.

Un tuffo nostalgico in un passato visto con occhi ingenui

Al di là della specificità della trama – in cui tra l’altro risuona sempre quella nostalgia canaglia del mondo politico che fu che, chiaramente, non sarebbe certo un problema di per sé – la sceneggiatura di Veltroni (scritta insieme a Doriana Leondeff e Simone Lenzi) semplifica e banalizza ogni evento, sbrigandosi a passare da una sequenza all’altra rendendo tutto prevedibile, scontato e purtroppo anche estremamente ingenuo. Perdendosi in una tenera autoreferenzialità, suscita sentimenti di condivisone e comprensione a chi quei tempi li ha vissuti e capisce bene di cos’è che si tratti. Ma il punto è che sembra di ascoltare uomini di mezza età scambiarsi i propri memoriali giovanili mentre sorridono complici, senza che ci sia la voglia di usare una prospettiva  dalla quale descrivere e parlare anche a chi in quegli anni non c’era e non può, perciò, avere emozioni a loro connesse.

Ma è chiaro che non ci sia alcun tipo d’intenzionalità da parte di Walter Veltroni. Si vede da ogni immagine quanto sia appassionato e, probabilmente, anche intimo il suo racconto. Peccato che sia la solita vecchia differenza tra ciò che si prova e il canale che si sceglie per comunicarlo. Che è poi quell’abissale distinzione tra intenzioni e risultato.

Quando Ryan Gosling voleva Rachel McAdams fuori dal set …

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Quando Ryan Gosling voleva Rachel McAdams fuori dal set …

“Forse non dovrei raccontarla questa storia”. Quando un racconto comicnia con queste parole, siamo sicuri di trovarci davanti a ‘verità scomode’ e infatti, su un piano del tutto frivolo, le dichiarazioni di Nick Cassavetes sul backstage de Le Pagine della Nostra Vita ci lasciano alquanto spiazzati. Il film è un piccolo cult del genere romantico prima di tutto perchè racconta una bellissima storia d’amore, con due interpreti straordinari, Ryan Gosling e Rachel McAdams, ma anche perchè il mondo inter è rimasto stregato dall’amore, nella realtà, trai due protagonisti, una coppia che si pensava perfetta e indistruttibile. Adesso il regista del film Cassavetes ha dichiarato che durante le riprese Gosling voleva che Rachel venisse addirittura cacciata dal set!

“Un giorno le cose sul set non andavano bene, e Ryan è venuto da me, c’erano 150 persone nella scena e mi ha detto ‘Nick vieni qui’. Stava facendo una scena con Rachel e mi disse ‘Vorrei che tu la portassi via dal set e prendessi un’altra attrice che leggesse le battute fuori campo’, puoi?’ e io ‘Cosa?’, uirispose ‘Non posso, non posso farlo con lei. Non sto ricevendo niente’. Siamo entrati in una stanza con il produttore e hanno cominciato ad urlare tutti. Sono uscito e ho fumato. Dopo sono venuti da me a dirmi ‘Va bene, facciamolo’. Ed è andata meglio dopo, sapete? Penso che Ryan la rispettasse molto per il fatto che difendeva così il suo personaggio. e Rachel era felice di fare quella parte. Il resto della lavorazione del film non fu una navigazione facile, ma fu più facile del periodo precedente.”

Chi l’avrebbe mai detto?

 

Quando Rupert Grint divenne una Drag Queen… [Video]

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RTutti lo abbiamo conosciuto come l’amico leale, un po’ imbranato, ma tanto buono e coraggioso di Harry Potter, l’amico che è riuscito a conquistare una delle streghe più brillanti della storia della Magia. Rupert Grint ha un po’ abbandonato la ribalta, a differenza dei suoi colleghi Emma Watson e Daniel Radcliffe, ma riesce comunque a far parlare di sè, grazie alle sue particolari scelte artistiche e a qualche dichiarazione che lascia interdetti.

A quanto pare l’attore non è capace di dire “no” agli altri, tanto che una volta gli è capitato di trascorrere tutta la notte mascherato da Drag Queen in compagnia di professionisti, proprio per la sua incapacità di opporre un rifiuto!

Ecco il video in cui racconta l’accaduto a Tom Felton.

Quando Michael Douglas ha chiamato Paul Rudd: “F*****o pervertito”

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Sono compagni di set in Ant-Man, dove interpretano Hank Pym e Scott Lang, ma Michael Douglas e Paul Rudd non si erano mai incontrati fino a ora. Per il secondo, lavorare con il primo, una vera leggenda del cinema, è stato sicuramente stimolante. Rudd ha ammesso infatti che la presenza di Douglas è stata stimolante sul set pur essendo intimidatoria.

L’attore però, da bravo burlone, ha voluto fare uno scherzo all’illustre collega nell’ultimo giorno di riprese, l’esito purtroppo non è stato dei migliori:

Rudd ha pensato di “Basic Instinctizzare” Douglas, ripetendo la celebre scena dell’accavallamento delle gambe di Sharon Stone, peccato che qualcosa sia andato storto e il risultato è apparso come se “stessi dandomi piacere di fronte a un monologo di Michael Douglas“. Al che, a fine interpretazione, il premio Oscar si è rivolto a Rudd dicendogli: “Cosa sei? Un fottuto pervertito?“.

Abbiamo sentito di scherzi andati peggio, ma sicuramente ce ne sono altri più riusciti!

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Ant-ManIn uscita nelle sale cinematografiche statunitensi il 17 luglio 2015, il film sarà diretto da Peyton Reed (Ragazze nel pallone, Ti odio, ti lascio, ti…) e vede nel cast Paul Rudd come Scott Lang alias Ant-Man, Evangeline Lilly come Hope Van Dyne, Corey Stoll come Darren Cross aka Calabrone, Bobby Cannavale come Paxton,Michael Peña come Luis, Judy Greer come Maggie, Tip “Ti “Harris come Dave, David Dastmalchian come Kurt, Wood Harris come Gale, Jordi Molla come Castillo e Michael Douglas come Hank Pym.

Quando meno te lo aspetti: recensione

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Quando meno te lo aspetti: recensione

Si spengono le luci in sala e sullo schermo appare l’immagine di un bosco incantato. C’è una principessa che ha perso il cammino e non riesce a ritrovare la strada di casa. Ad un tratto nell’inquadratura entra un principe azzurro: è un presagio che promette alla donzella l’incontro imminente con l’uomo della sua vita, un sogno premonitore. Poi, improvvisamente, siamo catapultati nella realtà: Laura (Agathe Bonitzer), moderna principessa con alle spalle ventiquattro anni alla ricerca del suo principe azzurro, incontra Sandro (Arthur Dupont), compositore in erba incredibilmente simile al ragazzo dei suoi sogni, e decide al primo sguardo di aprirgli il suo cuore. Il loro è un idillio d’amore, fatto di passeggiate, baci e vagheggiamenti di matrimonio, destinato inevitabilmente al lieto fine, finché accade qualcosa di imprevisto: l’incontro di Laura con Maxime (Benjamin Biolay), moderno lupo cattivo di cui la pulzella non può che invaghirsi.

Contemporaneamente, i personaggi secondari di questa moderna fiaba, in un intreccio ingarbugliato di incontri improbabili, creano delle sottotrame interessanti: la madre di Laura (Béatrice Rosen), incurante di sua figlia, passa la vita tra un intervento chirurgico e un’iniezione di botulino per fermare l’effetto del tempo che passa, Marianne (Agnès Jaoui), fatina buona e zia della protagonista sta tentando di ricominciare una vita dopo la separazione dal marito e Pierre (Jean-Pierre Bacri), il burbero padre di Sandro, in modo maldestro tenta una convivenza con Eleonore e le sue due figlie. Quale sarà il loro destino?

Agnès Jaoui e Jean-Pierre Bacri, co-sceneggiatori e compagni di lavoro e di vita, sembrano essersi divertiti molto nella scrittura di Quando meno te lo aspetti: destrutturando uno a uno i punti cardine della fiabe più note al pubblico, da Cappuccetto Rosso a Cenerentola, a Biancaneve, portano infatti sul grande schermo, con ironia e intelligenza, uno spaccato di ciò che potrebbe succedere dopo il famoso “ e vissero tutti felici e contenti”.

Già, perché alcuni dovranno affrontare un divorzio, altri un tradimento, altri ancora l’esperienza dell’amore che si trasforma in affetto, ma tutti si renderanno conto che i rigidi ruoli fiabeschi, patrimonio incrollabile dell’inconscio collettivo, sono destinati a sgretolarsi a contatto con la realtà.

La regia della Jaoui, inoltre, prosegue l’operazione di svelamento iniziata in fase di scrittura e non cela i suoi trucchi: trasforma alcune inquadrature in tableaux vivants, ne fa sfociare altre in stilizzati acquerelli e accompagna lo spettatore fino all’ultima pagina di una storia, a tratti prevedibile, che nel complesso risulta bizzarra e spassosa.

I richiami simbolici, dalla bellissima mela rossa offerta alla protagonista alla scarpetta perduta a mezzanotte, sono volutamente esagerati e si prendono bonariamente gioco di alcuni stilemi tipici delle fiabe. E, dove le immagini e le parole non arrivano, le musiche originali di Fernando Fiszbein giungono puntuali a legare ogni sfumatura della trama e ad enfatizzare l’aspetto concreto ed evanescente ad un tempo di questa poetica commedia.

Quando si riaccendono le luci in sala la magia svanisce, ma il sorriso sulle labbra resta ancora per un po’.

Quando lo sguardo di Satana torna al cinema: Carrie

Quando lo sguardo di Satana torna al cinema: Carrie

Se è vero che anche i grandi classici hanno bisogno di qualche ritocco per resistere all’usura del tempo, la storia del cinema ha sempre fatto sua questa regola, attualizzando ed aggiornando anche i suoi mostri sacri. Perciò non stupisce affatto che anche Carrie, capolavoro del 1976 del maestro Brian De Palma , sia passata sotto i ferri del lifting di celluloide, pronta a tornare per terrorizzare i giovani teenagers del nuovo millennio.

Le vicende della timida adolescente dotata di poteri telecinetici, simbolo ideale dei reietti e dei diversi, trae origine dal romanzo d’esordio del 1974 del maestro dell’orrore Stephen King, che ha visto purtroppo nel corso degli anni la sua creazione stravolta e manipolata, prima sul grande schermo con la versione (seppur abbastanza fedele) di De Palma, ed in seguito in un ridicolo musical a Brodawy nel 1988 ed infine in un primo reake televisivo del 2002. Perciò, quando nel maggio del 2012 la MGM annuncia l’intenzione di resuscitare nuovamente il plot sulla giovane piromane del ballo di fine anno, molti dimostrano il loro scetticismo dinnanzi a questi rischioso progetto. Ma ecco che, proprio in seguito all’uscita americana della pellicola, i primi pareri sembrano gridare al miracolo, infondendo un po’ di speranza in quanti avevano tremato di fronte ad una nuova profanazione di un’opera simbolo di almeno una generazione di horror-dipendenti.

Innanzitutto, così come a dichiarato il brillante produttore Kevin Misher, questa nuova versione di Carrie vuole essere non remake dell’opera di De Palma, quanto il primo e più fedele adattamento del romanzo di King. La sceneggiatura di Roberto Aguirre-Sacasa (Glee), cerca di trasportare le terribili quanto toccanti vicende della protagonista nell’America contemporanea, dove il disagio adolescenziale che permea il libro d’origine possa essere accresciuto dal rapporto con le nuove tecnologie.

La scelta riguardo la direzione di un progetto così delicato è stata dura, ma alla fine la MGM ha deciso di optare per Kimberly Pierce, già pratica di problematiche adolescenziali ed umani con il successo da Oscar di Boys Don’t Cry (1999) e Stop-Loss (2008). In quanto donna poi, la regista ha instaurato un profondo filing con la sua protagonista, dando così alla pellicola un tocco di estrema genuinità. A raccogliere la gravosa eredità che fù di Sissy Spacek nel ruolo di Carrie, la decisone è stata altrettanto delicata, ma alla fine è stata scelta la giovane Chloë Grace Moretz, piccola stella nascente del firmamento hollywoodiano, che malgrado la sua giovane età può vantare già una carriera di tutto rispetto, sia nel cinema d’autore (Hugo Cabret, Le paludi della morte, Dark Shadows) che in quello propriamente horror (Amityville Horror,The Eye,Blood Story), senza dimenticare il personaggio di Hit-Girl nell’esilarante Kick-Ass. Infine, a completare la rosa è stata chiamata nientemeno che Julianne Moore nel ruolo di Margareth, la bigotta e spietata madre di Carrie, mirabilmente consacrata sul grande schermo da Piper Laurie e qui in procinto di assumere un ruolo di ancor maggior spessore. Insomma, gli ingredienti paiono esserci tutti, ma come ben sappiamo, un piatto non può dirsi degno finché non viene servito, e quindi attendiamo con trepidazione la nuova data di uscita italiana fissata per il 9 gennaio, sperando nel frattempo che non si tratti dell’ennesima minestra riscaldata.

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Quando le Principesse Disney sbagliano film [FOTO]

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Quando le Principesse Disney sbagliano film [FOTO]

Principesse DisneyNell’universo Disney, in cui Belle e Ariel leggono insieme e Rapunzel e Merida si districano i nodi ai capelli, mentre Biancaneve prepara crostate per tutte, le piccole fan delle Principesse Disney immaginano che le loro eroine siano tutte amiche e vadano insieme a fare shopping.

Ma che succede se Ariel si trova di fronte allo stupido Gaston oppure Cenerentola ha a che fare con l’affascinante John Smith? Se gli abiti di Tiana diventano gli stracci di Cenerentola e Mulan va in giro in carrozza con il Principe Eric?

Ecco cosa accade quando le Principesse Disney sbagliano film!

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Le Principesse Disney diventano Guerriere Sailor!

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Quando le mani si sfiorano: trama, cast e curiosità sul film

Quando le mani si sfiorano: trama, cast e curiosità sul film

Qualora la memoria dovesse venir meno, sono numerosi i film che ci aiutano a ricordare gli orrori provocati dalle persecuzioni razziali durante gli anni della Seconda guerra mondiale. Un periodo buio che bene tenere vivo nell’immaginario affinché possa non ripetersi mai. Accanto a titoli come La vita è bella, Schindler’s List e Un sacchetto di biglie, si pone anche il film del 2018 Quando le mani si sfiorano – Where Hands Touch. Questo è scritto e diretto dalla regista Amma Asante, già autrice di titoli come La ragazza del dipinto e A United Kingdom. Questo suo nuovo film ripercorre dunque una vicenda estremamente drammatica, dimostrando però come la speranza possa nascere anche nel più impensabile dei luoghi.

Con un cast ricco di celebri attori di provenienza internazionale, il film ha così portato sul grande schermo una vicenda già vista, ma interpretata a partire da un punto di vista diverso. Presentato in anteprima al Toronto International Film Festival, questo ha però ricevuto recensioni contrastanti, con lodi però per la regia e le interpretazioni dei protagonisti. Ad oggi, il film risulta essere passato piuttosto in sordina, finendo con il non ottenere le attenzioni meritate. Meriterebbe pertanto di essere riscoperto, avendo così modo di confrontarsi con una tematica tanto urgente come quella qui trattata.

Quando le mani si sfiorano – Where Hands Touch, infatti, vanta una gamma di sentimenti non comuni, che rendono la visione particolarmente coinvolgente, merito anche di diversi colpi di scena. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Quando le mani si sfiorano: la trama del film

Protagonista del film è la giovane Leyna, figlia di etnia mista nata dall’unione di Kerstin, una donna tedesca, con un soldato Franco-senegalese. La ragazza si trova pertanto a crescere in una famiglia dove, la nuova figura paterna è un convinto sostenitore della razza ariana, che pertanto non la vede di buon occhio. Con l’inasprirsi delle leggi raziali, dovute anche dall’avvento del regime nazista, Leyna tenta di opporsi a queste con fermezza. I soprusi nei confronti degli ebrei e delle persone non rientranti nelle caratteristiche ariane sono però talmente tanto insopportabili da renderle particolarmente difficile la vita.

Tale fardello sembra venire alleviato dall’incontro con Lutz, una giovane recluta del regime. Incontrandosi più volte con questi, la giovane finisce con l’innamorarsene, e il suo amore è ricambiato. Intraprende così una relazione clandestina con il ragazzo, correndo non pochi pericoli. La chiamata al fronte, però, non si farà attendere, finendo con il separarli. I due giovani però non verranno meno al loro amore, e dovranno combattere con tutte le loro forze per poter riuscire a rincontrarsi. Prima però, dovranno affrontare numerosi ostacoli e orrori.

Quando le mani si sfiorano cast

Quando le mani si sfiorano: il cast del film

Per dar vita ai personaggi da lei immaginati e scritti, la regista ha condotto numerosi provini, incontrando alcuni tra i più noti attori del panorama cinematografico internazionale. La scelta è infine ricaduta su interpreti che, assunti i panni dei protagonisti, si sono dimostrati la miglior scelta possibile per questi. A dar vita alla giovane Leyna, ragazza dallo spirito combattivo, vi è infatti Amandla Stenberg. Questa era già diventata nota per aver interpretato il ruolo di Rue in Hunger Games, ed essere stata la protagonista di Il coraggio della verità – The Hatee U Give. Per prepararsi al ruolo, questa ha condotto numerose ricerche sulla condizione delle persone di colore durante il regime nazista, lasciandosi ispirare dalle storie personali di queste.

L’attrice Abbie Cornish, invece, interpreta qui il ruolo della madre della protagonista, Kerstin. L’attrice, nota per Tre manifesti a Ebbing, Missouri, si è dichiarata particolarmente affascinata dal ruolo, il quale presenta tanto aspetti positivi quanto altri negativi. L’attore George MacKay, già celebre per il suo ruolo da protagonista nel film bellico 1917, dà qui vita a Lutz, il giovane di cui Leyna si innamora. Un ruolo particolarmente impegnativo, che gli ha richiesto una buona preparazione fisica per poter interpretare personalmente alcune scene. Infine, l’attore Christopher Eccleston, noto per essere stato la nona reincarnazione del Dottore della serie Doctor Who, è invece qui presente nei panni di Heinz, il tedesco sposato da Kerstin e con cui Leyna avrà diversi conflitti.

Quando le mani si sfiorano: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Quando le mani si sfiorano – Where Hands Touch grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema, Google Play e Apple TV. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 12 luglio alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

Fonte: IMDb

Quando la vita ti dà mandarini: la spiegazione del finale

Quando la vita ti dà mandarini: la spiegazione del finale

Nel corso delle sue 16 puntate, Quando la vita ti dà mandarini (When Life Gives You Tangerines) riesce in qualche modo a raccontare una storia intergenerazionale che abbraccia diversi decenni, concedendo al contempo anche ai momenti più piccoli tutto lo spazio necessario per respirare e avere un impatto maggiore. Tuttavia, nonostante sia fondamentalmente un dramma che ritrae spaccati di vita quotidiana, la serie non perde mai di vista il suo cuore e la sua anima, che sono sempre stati la coppia protagonista, Ae-sun e Gwan-sik.

Con la conclusione agrodolce dei suoi quattro volumi, When Life Gives You Tangerines garantisce una chiusura ai personaggi amati che hanno popolato la serie. E proprio come nella vita reale, anche i momenti finali sono ricchi di alti e bassi, accompagnati da felicità e tristezza.

Spoiler importanti su Quando la vita ti dà mandarini (When Life Gives You Tangerines) di seguito.

Come finisce Quando la vita ti dà mandarini (When Life Gives You Tangerines)?

L’ultimo volume di Quando la vita ti dà mandarini (When Life Gives You Tangerines) continua a mostrare le prove e le tribolazioni che Ae-sun e Gwan-sik devono continuare a sopportare, anche se stanno invecchiando e hanno relativamente meno energia per affrontare i loro problemi. Partendo dal matrimonio di Geum-myeong e Chung-seop, la serie fa un viaggio indietro nel tempo per mostrare come i due sono finiti insieme grazie a un periodo difficile per il primo.

A causa della crisi economica che ha colpito la Corea del Sud nel 1997, la vita di Geum-myeong diventa sempre più difficile: viene licenziata, continua a ricevere rifiuti dai colloqui di lavoro e non ha una direzione chiara per la sua carriera.

Questo la porta al teatro dove lavorava in passato, dove incontra il suo ex collega e artista Chung-seop, che fa la prima mossa e i due si ritrovano dopo tanto tempo, finendo per innamorarsi e sposarsi l’anno successivo.

Durante questo periodo, Geum-myeong presenta Chung-seop ai suoi genitori, Ae-sun e Gwan-sik, che potrebbero mostrare di non essere troppo entusiasti della scelta, ma che in fondo sanno che lui è la persona migliore per la loro figlia.

Ma mentre sembra che Ae-sun e Gwan-sik stiano finalmente ottenendo la felicità che meritano grazie al matrimonio della figlia, il loro figlio, Eun-myeong, viene arrestato e incarcerato subito dopo per frode commerciale, aggiungendo un’altra situazione sfortunata alla vita dei suoi genitori.

Avendo già perso un figlio in un terribile incidente in passato, Gwan-sik decide di sacrificare l’unica cosa che è stata la principale fonte di sostentamento economico della famiglia per decenni: la sua barca da pesca.

Eun-myeong, che ora è padre a sua volta, finalmente capisce che i suoi genitori gli volevano bene tanto quanto a sua sorella, sentendosi in colpa per il sacrificio che Gwan-sik ha dovuto fare per risolvere i problemi di suo figlio.

Tuttavia, questo non è l’unico shock che Ae-sun e Gwan-sik devono affrontare, poiché, nonostante non siano in una situazione finanziaria ottimale, possono ancora contare su Geum-myeong, che grazie alle sue qualifiche e al suo lavoro funge da sostegno per la famiglia. Ma quando un giorno lei si presenta e rivela di aver lasciato il lavoro per avviare un’attività in proprio, i suoi genitori si preoccupano moltissimo, considerando che l’unica fonte di reddito stabile della famiglia sta per scomparire.

Il peschereccio non è l’unico sacrificio che Gwan-sik fa negli ultimi quattro episodi di Quando la vita ti dà mandarini , poiché finisce anche per vendere il suo campo di cavoli per investire in un ristorante nella speranza di cambiare le cose per sua moglie.

Purtroppo, quell’investimento non dà i risultati sperati, poiché nessuno frequenta il ristorante, lasciando la famiglia in condizioni ancora più difficili di prima e costringendo Geum-myeong a chiedere un prestito e a confessare il peso che la pressione dei suoi genitori ha avuto su di lei per tutta la vita. Ciò provoca un acceso scambio tra Geum-myeong e Ae-sun, durante il quale Gwan-sik deve intervenire per evitare che la situazione degeneri.

Dopo qualche tempo, Geum-myeong affronta un parto estremamente difficile e pericoloso, dando alla luce Bom e diventando madre a sua volta, dopodiché anche la sua attività di studio online, ispirata dalla mancanza di opportunità di Ae-sun, inizia ad avere successo.

E tutto questo serve da conclusione per Geum-myeong, che ottiene tutto ciò che desiderava, accanto a una persona come Chung-seop, che la ama più della vita stessa. Ma durante questo periodo, sono Ae-sun e Gwan-sik che hanno ancora molto da affrontare, con il ristorante che hanno comprato che è la loro principale preoccupazione per ora.

Dopo aver trascorso tutta la vita cercando di trarre il meglio da qualsiasi circostanza, Ae-sun e Gwan-sik iniziano a offrire un servizio di consegna di cibo estremamente veloce, costruendosi una clientela che inizia a mostrare interesse anche per il ristorante.

Inoltre, la gentilezza di Gwan-sik non si limita solo alla sua famiglia, poiché si scopre che una volta ha aiutato e salvato qualcuno che ora è una celebrità e, dopo una sponsorizzazione, il ristorante diventa un successo ancora più grande. Purtroppo, la vita ha in serbo altre difficoltà per la coppia, poiché a Gwan-sik viene diagnosticato un cancro. Per fortuna, prima di morire, riesce a vedere sua moglie realizzare il sogno di una vita, quello di diventare poetessa, quando Ae-sun finalmente riesce a pubblicare una delle sue poesie.

Questo rappresenta una conclusione necessaria per Gwan-sik, che ha dedicato tutta la sua vita ad Ae-sun e a garantire alla sua famiglia tutto ciò di cui aveva bisogno, indipendentemente da quanto lavoro dovesse fare per ottenerlo.

Dopo la morte di Gwan-sik, Ae-sun continua a scrivere poesie sul suo quaderno e, dopo vent’anni, Geum-myeong invia il suo lavoro a un editore per assicurarsi che la storia dei suoi genitori venga riconosciuta dal grande pubblico, poiché è davvero una storia di amore incondizionato e sacrificio. A chiudere il cerchio, l’editore assomiglia esattamente alla madre di Ae-sun, morta quando lei era ancora bambina, a dimostrazione che, sebbene Jeon Gwang-rye non abbia mai potuto vedere sua figlia realizzare i propri sogni, probabilmente la sta guardando dall’alto ed è orgogliosa di ciò che ha realizzato nella sua vita.

Quel libro di poesie pubblicato è l’ultimo traguardo che Ae-sun ha sempre voluto raggiungere, e raggiungerlo segna una meravigliosa conclusione per qualcuno che ha vissuto tutta la sua vita senza molti lussi o opportunità di base.

Ecco perché il finale di Quando la vita ti dà mandarini è perfetto, poiché offre una conclusione a ciascun membro della famiglia principale in modo naturale e meritato.

Gwan-sik finalmente riesce a vedere sua moglie veramente felice, Ae-sun diventa una poetessa nonostante le circostanze, Geum-myeong diventa un imprenditore di successo e trova il vero amore come i suoi genitori, ed Eun-myeong cambia vita correggendo i propri errori e lavorando per l’azienda della sorella.

Grazie alla pura perseveranza, all’amore e al sostegno reciproco, Gwan-sik e Ae-sun non si sono mai arresi di fronte alle difficoltà della vita e hanno continuato ad andare avanti, costruendo qualcosa di cui poter essere veramente orgogliosi.

Quando la star si intrufola nell’horror [foto]

Quando la star si intrufola nell’horror [foto]

Ecco 15 star (o gruppi di attori molto famosi) che, prestatisi al genere horror, sono stati capaci di partecipare alla realizzazione di progetti interessanti, alcuni dei veri e propri capolavori, altri film di cui si è almeno discusso.

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È chiaro, ad esempio, che Megan Fox non sia una star del calibro di Jack Nicholson e che i rispettivi film (Jennifer’s Body e Shining) non siano nemmeno lontanamente paragonabili. Il filo conduttore è però quello del volto arci noto che si rpesta, con risultati variabili, a un genere considerato per lo più minore.

Quando la notte: recensione del film

Quando la notte: recensione del film

Dopo l’accoglienza “bifronte” a Venezia e le polemiche sul divieto ai minori di 14 anni – prima imposto, poi ritirato – arriva Quando la notte, l’ultima fatica di Cristina Comencini che è ora nelle sale italiane.

Nel film Quando la notte Marina è una giovane madre in vacanza col figlio di due anni in una casa sperduta tra le montagne. Con lei il piccolo Marco, la cui gestione diventa per Marina sempre più difficile: un compito improbo che si sforza di portare avanti da sola, ma per il quale non si sente adeguata, un impegno a tempo pieno che non le dà tregua e le toglie ogni energia. Una sera, la situazione si fa insostenibile e precipita.  A questo punto interviene Manfred, solitaria guida alpina dal carattere duro e spigoloso, proprietario della casa dove alloggia Marina e suo vicino.

Accortosi che qualcosa non va, accorre e porta il bambino in ospedale. Da questo momento Marina e Manfred condividono un segreto. Marina si sente in debito con Manfred, gli è riconoscente, ma lui è impenetrabile e spesso ostile. È un uomo solo, con un passato che lo ha profondamente segnato e che l’irrompere di Marina nella sua vita sta riportando a galla. Fra i due il rapporto è complicato,  conflittuale, ma sempre più stretto, anche perché presto Marina avrà l’occasione di ricambiare il favore di Manfred.

Quando la notte, il film

Fin qui, si potrebbe dire, tutto bene, o quasi. La Comencini mette sul piatto una serie di questioni interessanti da approfondire: la maternità e il suo lato oscuro – fatto di sentimenti ambivalenti che possono sorgere in una madre, pure amorevole come Marina – l’incontro tra due solitudini, la specularità delle storie dei due protagonisti, la misoginia/misantropia di Manfred, che grazie a quest’incontro sembra faticosamente cominciare a uscire dal proprio guscio. E le sviluppa inizialmente con pertinenza e acume.

Il tutto, sorretto in questa fase dalle buone prove dei due protagonisti, che danno forza e sostegno al film, confermando ciascuno le proprie ottime capacità attoriali. Intensa ed efficace Claudia Pandolfi nel ruolo di Marina: l’attrice rende bene il complesso groviglio di amore materno, stress, ansia, senso d’inadeguatezza, disperazione, senso di colpa che caratterizza il suo personaggio – assieme al suo bisogno di essere capita e accolta. Altrettanto pregnante l’interpretazione di Filippo Timi, che rende ottimamente (con sguardi torvi, ma non solo) la misantropia di Manfred, l’incapacità a relazionarsi con l’altro, ma anche la paura di avvicinarsi proprio a una donna come Marina: pericolo estremo, perché non può che far riaffiorare in lui il trauma dell’abbandono – in questa chiave, l’estrema chiusura e anche l’ironia sprezzante che riserva a Marina sono indovinate e rappresentano un suo estremo tentativo di difesa – l’istinto di protezione nei  confronti del piccolo Marco.

Così, non diamo troppo peso a qualche ingenuità di sceneggiatura: certe inattese semplificazioni psicologiche: ad esempio, i fogli con le scritte fatte da Marina, oppure l’analisi un po’ spicciola delle psicologie di Albert/Thomas Trabacchi e Stefan/Denis Fasolo, fratelli di Manfred, che peraltro si va ad aggiungere a una materia già ricca di spunti. E perdoniamo anche qualche scambio di battute poco pregnante, in virtù di una preponderanza di momenti significativi.

Nella seconda parte di Quando la notte, però, la Comencini abbandona i due filoni su cui aveva costruito la narrazione: la maternità problematica e l’incontro, pur tra mille difficoltà, dei due mondi di Marina e Manfred (di cui stronca sul nascere i possibili sviluppi). A distanza di anni, del primo non c’è più traccia, della seconda questione si pretende di riannodare le fila, ma la vicenda dei protagonisti si avvita su se stessa, senza avere un’evoluzione. Diminuisce la verosimiglianza, aumenta l’indecisione, troppi interrogativi restano aperti. Marina da una parte pare risolta, dall’altra è ancora in cerca di qualcosa, Manfred è cristallizzato nel suo fare burbero, ormai quasi stereotipato. A risentirne è anche la resa di Pandolfi e Timi, ora assai meno convincenti.

È così che tutto si fa farraginoso, le ingenuità diventano vistose, sia nella concezione delle scene (scontate nell’idea e poco riuscite nella realizzazione, ad esempio, quelle della funicolare e della corriera), che nei dialoghi (si pensi all’ultimo scambio di battute tra i due). La pellicola dunque sabota nella seconda parte quanto di buono aveva creato nella prima e si conclude lasciando lo spettatore con l’impressione che la complessa materia sia sfuggita di mano alla sua creatrice – autrice anche del romanzo da cui è tratto il soggetto del film e della sceneggiatura, scritta con Doriana Leondeff. La pellicola è prodotta da Cattleya e distribuita da 01 Distribution.

Quando la barba è brutta: gli attori che dovrebbero darci un taglio

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Moltissimi uomini sono affezionatissimi alla loro peluria facciale. Che sia una barba folta e lunga, una leggera peluria oppure un semplice pizzetto, la barba sembra di gran moda ad Hollywwod, dove addirittura Leonardo DiCaprio, faccia d’angelo del cinema per eccellenza, ha deciso di coltivarla sul suo viso pallido. Ma il caro Leo ha una faccia da barba? A noi pare proprio di no. Ecco di seguito una raccolta di begli uomini dalle brutte barbe, di neofiti della barba e di personaggi che farebbero meglio a darci un taglio!

Alcune immagini, per fortuna, risalgono ad un po’ di tempo fa, quindi i proprietari delle suddette hanno avuto il tempo di disfarsene, mentre altre sono ‘barbe di scena’, ma voi donne cosa pensate di questa ‘borbofilia’ crescente? Giova al fascino cinematografico dell’attore?

Quando l’attore è anche regista: 10 grandi film

Quando l’attore è anche regista: 10 grandi film

La recitazione è un talento unico, che richiede anni di studio e di pratica prima di poter essere padroneggiata a dovere. Anche la regia è un mestiere (oltre che un’arte) particolarmente impegnativo, che richiede alla personalità coinvolta un grande talento capace di riuscire a guidare e supervisionare un’enorme produzione. Le star di Hollywood in grado di saper sia recitare che dirigere si contano – quasi – sulle dita di una mano. IMDb ha raccolto i 10 miglior film – in base al punteggio ottenuto sul proprio database – che hanno visto impegnate personalità di Hollywood sia davanti che dietro la macchina da presa per un medesimo progetto:

Tropic Thunder (7.0)

Nel 2008, Ben Stiller ha diretto e interpretato a commedia d’azione Tropic Thunder. Il film racconta la storia di un gruppo di attori che si dirigono nella giungla per realizzare un film, salvo poi ritrovarsi al centro di numerose disavventure. Tropic Thunder non ha di certo segnato il debutto alla regia di Stiller, ma è stato sicuramente uno dei suoi film di maggior successo.

È noto soprattutto per il ruolo di Robert Downey Jr. nei panni di un attore bianco che ha subito un intervento chirurgico per cambiare il colore della pelle. E il film usa proprio questo espediente per mettere al centro la discussione sul “razzismo” al cinema e criticarla in maniera innovativa.

Rocky Balboa (7.1)

Sylvester Stallone ha diretto a Rocky Balboa, sesto film del franchise di Rocky e quarto film della saga diretto da Stallone. La serie, iniziata con il plauso della critica e anche con un Oscar al miglior film, è andata col tempo sempre più fuori strada, con seguiti che non sono mai riusciti a catturare la magia dell’originale.

Dopo una pausa di vent’anni, Rocky Balboa, uscito nel nel 2006, ha ricevuto tanto il plauso della critica quanto quello del pubblico, rinvigorendo un franchise che ha poi generato anche due spin-off: Creed e Creed II

Chef (7.3)

Dopo un inizio abbastanza umile, Jon Favreau ha visto la sua carriera diventare sempre più importante, mettendosi alla prova tanto nella regia quanto nella recitazione. Chef – La ricetta perfetta, uscito nel 2014, è stata una produzione molto più piccola rispetto al precedente lavoro di Favreau con i film di Iron Man.

Il film è una lettera d’amore da parte di Favreau alla sua passione per il cibo. Per il film, l’attore e regista si è addestrato con una serie di chef professionisti specializzati nello street food, in modo da rendere la sua performance e la storia il più autentici possibile.

Bronx (7.8)

Nel 1993, Robert De Niro ha diretto il film poliziesco Bronx, ritagliandosi anche il ruolo del protagonista. Il film ha sovvertito i classici topoi del genere gangster, raccontando la storia di un padre che cerca disperatamente di impedire a suo figlio di essere trascinato nella criminalità organizzata.

Nonostante le lodi da parte della critica che De Niro ha ricevuto per la sua capacità da regista, Bronx è solo uno dei due titoli diretti dall’attore nella sua carriera (l’altro è The Good Shepherd del 2006). Nel 2014 ha rivelato che non avrebbe più diretto film.

Balla coi lupi (8.0)

All’epoca della sua uscita in sala nel 1990, Balla coi lupi è stato un successo di critica, riuscendo a portare a casa anche sette Oscar, incluso quello al miglior film. Il film vede come protagonista Kevin Costner nei panni di un soldato della guerra civile che stringe amicizia con i nativi americani. Il film ha segnato il debutto alla regia della celebre star hollywoodiana.

Balla coi lupi ha anche segnato l’apice della carriera di Costner da regista, che da allora si è dedicato alla regia soltanto di altri due film (usciti nel 1997 e nel 2003), che però non hanno mai raggiunto il successo del suo celeberrimo debutto dietro la macchina da presa.

Io e Annie (8.0)

Woody Allen non è estraneo alla regia e alla recitazione, ma in Io e Annie del 1977 ha segnato senza ombra di dubbio uno dei suoi migliori successi. Nel film Allen recita nei panni di un nevrotico comico di New York, insieme alla sua celebre ex musa Diane Keaton.

Tra le commedie romantiche per eccellenza, il film ha vinto quattro Oscar ed è ancora oggi ricordato come il marchio dell’umorismo fuori dal comune di Allen. Da allora lo stesso ha diretto molti altri film, ma sempre più raramente lo abbiamo visto dall’altro lato della macchina da presa.

Gli spietati (8.2)

Dopo essere stato una delle star del genere western, nel 1992 Clint Eastwood ha diretto Gli spietati, che lo ha visto interpretare un pistolero in pensione che viene incaricato di portare a termine un’ultima missione. Gli spietati rappresenta forse il canto del cigno di un genere che, ancora oggi, fatica ad essere valorizzato ed apprezzato, e al tempo stesso è uno dei migliori film diretti da Eastwood.

Nel corso della sua carriera Eastwood si è affermato come uno dei più grandi registi di Hollywood e, nonostante abbia compiuto da poco 90 anni, non sembra avere alcuna intenzione di fermarsi.

Quarto potere (8.3)

Quarto potere, uscito nel 1941, è passato alla storia come uno dei film più importanti e innovativi mai realizzati. Diretto e interpretato da Orson Wells, all’epoca della sua uscita il film era già in anticipo sui tempi e continua a essere amato e apprezzato ancora oggi.

Nonostante ciò, al suo rilascio Quarto potere è stato un flop al botteghino e nonostante sia stato nominato a diversi premi è riuscito a vincere soltanto un Oscar (quello alla migliore sceneggiatura originale). Inoltre, il film fu oggetto di una feroce campagna diffamatoria e venne addirittura fischiato in numerose cerimonie di premiazione.

Tempi moderni (8.5)

Charlie Chaplin è stato senza dubbio uno dei più talentuosi interpreti della sua generazione. Nel 1936 scrisse, diresse e interpretò Tempi moderni. Il film presenta tutte le caratteristiche tipiche del cinema di Chaplin: una commedia senza tempo che lo vide interpretare un operaio che faticava ad adattarsi alle innovazioni moderne.

Il film è stato prodotto in un’era in cui l’industria di Hollywood stava iniziando ad eliminare gradualmente i film muti a favore del sonoro. La storia del film opera da critica all’industria cinematografica stessa, in quanto è un classico a sé stante.

La vita è bella (8.6)

La vita è bella del 1997 è stata diretto e interpretato da Roberto Benigni e racconta la straziante storia di un padre e di suo figlio che devono sopravvivere agli orrori di un campo di concentramento usando la loro volontà, il loro umorismo e anche la loro immaginazione per poter tirare avanti.

Il film ha vinto tre Oscar ed è ancora oggi molto apprezzato. Nel 2002, Benigni diresse un nuovo adattamento per il grande schermo della celebre favola di Pinocchio, ma il film è ancora oggi ricordato come uno dei suoi peggiori lavori… a dimostrazione di quanto la realizzazione di un prodotto audiovisivo possa essere un processo molto spesso incoerente.

Quando i registi trasformano i loro corti in film: infografica

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Quando i registi trasformano i loro corti in film: infografica

L’ultimo caso famoso è quello di Whiplash, ma la storia del cinema è piena di film tratti o basati su un cortometraggio che il regista stesso ha deciso poi di sviluppare in un film a tutti gli effetti.

Da Sam Raimi a Damien Chazelle, passando per James Wan e Wes Anderson, ecco un’infografica esplicativa:

Infografica cortometraggi

Quando i personaggi Marvel escono dall’MCU…

Quando i personaggi Marvel escono dall’MCU…

L’Universo Cinematografico Marvel è in continua espansione e sembra voler inglobare tutto. Dall’Iron Man del 2008 c’è stata una crescita esponenziale del Multiverso e con Disney+ le possibilità si fanno ancora più grandi. L’MCU si è propagato non solo all’interno dei suoi confini, ma ha invaso anche il mondo esterno. Tanti sono i personaggi Marvel che hanno fatto la loro apparizione in spot, cortometraggi, giostre e parchi a tema. Cameo e non solo: ecco una lista video che mostra dieci scenari inaspettati per gli attori e i personaggi del franchise!

Peter Parker, Happy Hogan e Tony Stark

Mai ci saremmo aspettati una missione simile per Spider-Man di Tom Holland! Nel 2017, in occasione della finale degli NBA, è stato lanciato uno spot con protagonista il cast di Spider-Man: Homecoming. Nella scenetta, Peter si reca alla Avengers Tower per vedere la finale NBA con Tony Stark (Robert Downey Jr.). Purtroppo però, l’assistente di Stark, Happy Hogan (Jon Favreau), si mette in mezzo e assegna una  ridicola (com)missione a Spidey: comprare un pacchetto di cracker per Tim Duncan.

Lo spot, decisamente ironico, gioca sul rapporto tra Holland e Favreau: la chimica tra i due attori è presente qui come nei film. Con l’aggiunta di personaggi dello spettacolo come Tim Duncan, DJ Khaled, Magic Johnson, e il defunto Stan Lee, l’adv mescola brillantemente l’Universo Cinematografico Marvel alla realtà.

Ant-Man e The Hulk

Non può mancare nella lista uno spot andato in onda durante il Super Bowl. Non importa che tu sia un’amante del football o dello sport, il Super Bowl merita di essere visto per le pause pubblicitarie e le incredibili campagne che propone.

Ecco un ottimo esempio: la pubblicità di Coca-Cola del 2017 per il lancio del formato mini. Chi meglio del minuscolo Ant-Man – qui interamente realizzato in CGI e doppiato da Paul Rudd – può essere il consumatore ideale? Nello spot, Ant-Man ruba una mini Coca-Cola dal laboratorio di Bruce Banner per poi essere inseguito da Hulk. Nello spot, anche senza Mark Ruffalo, il Gigante di Giada è fantastico.

È spassoso vedere i due supereroi mentre causano il caos nella Grande Mela. Qui appaiono insieme per la prima volta: mai si erano visti nell’MCU Ant-Man e Hulk fianco a fianco e, va detto, la coppia funziona. I due eroi si sono incrociati poi nuovamente in Avengers: Endgame, ma non per qualcosa di così folle!

Loki

Thor: The Dark World non è stato un gran successo, nonostante l’incredibile trovata con cui i Marvel Studios lo hanno pubblicizzato. Le presentazioni nella Hall H al Comic-Con di San Diego sono sempre state fenomenali, ma questa del 2013 con Tom Hiddleston ha una marcia in più. Oscurare le luci e far partire l’evento con la voce di Loki fuori campo ha mandato i fan in delirio. Sono rimasti poi ancora più sorpresi nel trovare il cattivo sul palco.

Il discorso di Loki inizia così: Umanità, guarda quanto sei caduto lontano. In fila nel caldo soffocante per ore. Rannicchiarsi insieme al buio come bestie!“. Facendo riferimento alla fila per entrare nella Hall H, Loki esce dall’MCU e si getta tra la folla dei fan urlanti. Una trovata geniale!

Thor

Anni fa, i cortometraggi dei Marvel Studios venivano registrati per essere inseriti nei Blu-ray. Sono prodotti che il franchise non realizza più, ma i vecchi filmati sono ancora reperibili su Disney+. Tra gli altri, simpatico è questo con protagonista Thor (Chris Hemsworth).

Presentato durante il Comic-Con di San Diego del 2017, il corto rivela come vive il Dio del Tuono dopo essere stato tagliato fuori dalla recente “guerra civile”. Conduce la sua nuova esistenza sulla terra, in Australia, con il suo coinquilino Darryl. Un filmato pieno di gag ironiche, dovute al senso dell’umorismo unico di Taika Waititi, regista di Thor: Ragnarok. Nel film si vede Thor che cerca di pagare la sua parte dell’affitto con i soldi di Asgard e c’è anche un incontro imbarazzante con Bruce Banner. Ancora una volta, siamo al di fuori dell’ufficiale MCU, ma poco importa: lo sketch è troppo divertente.

Peter Parker

Un altra campagna d’effetto per Spider-Man: Homecoming è stata quella insieme ad Audi. Qui vediamo Peter Parker fare il suo esame di guida con un simpatico esaminatore (interpretato dal comico J.B. Smoove) a bordo di un Audi high-tech. Il filmato, nato come pubblicità per vendere più automobili, alla fine ha influenzato anche l’MCU.

Il successo tra i fan della scenetta con Smoove ha infatti convinto i Marvel Studios a trovare un ruolo per il comico in Spider-Man: Far From Home. L’attore è Julius Dell, uno degli accompagnatori che guida Peter e i suoi compagni di classe nel loro viaggio all’estero. Inoltre, non manca un cameo di Smoove anche in Spider-Man: No Way Home.

Captain Marvel

Sembra che il binomio auto-supereoi funzioni particolarmente bene. In questo spot pubblicitario Audi, Capitan Marvel è informata da una misteriosa organizzazione di tutto ciò che si è persa dal 1995. Oltre ad avere un resoconto sui supereroi, Carol è anche aggiornata su tutto il resto, da Snapchat agli iPhone. 

Lo spot è uscito prima dell’arrivo di Avengers: Endagame e fa riferimento alla scena inserita tra i titoli di coda di Infinity War, in cui si vede il ritorno di Carol Denvers sulla terra dopo trent’anni. Anche se è improbabile che quanto visto sia realmente avvenuto  nell’MCU tra Infinity War e Endgame,  è esilarante vedere il modo in cui Capitan Marvel reagisce non solo all’esistenza dei Vendicatori, ma anche alle nuove mode – come il fatto che tutti scattino foto ai propri piatti. Inoltre, questo filmato è l’unico filo conduttore tra i due film, una sorta di presentazione sui generis di Denvers al resto della squadra.

Guardiani della Galassia

La presenza dei supereroi MCU a Disney World non è sostanziosa, ma c’è qualche prodotto degno di nota. L’Avengers Campus ha aperto l’anno scorso, e prima di quest’attrazione, c’è stata “Guardiani della Galassia – Missione: Breakout!” a dare ai fan di Disneyland la possibilità di entrare nell’Universo Cinematografico Marvel.

L’installazione segue Rocket mentre tenta di far evadere i suoi compagni Guardiani. Bradley Cooper, Chris Pratt, Zoe Saldana, Dave Bautista, Vin Diesel, Pom Klementieff e Benicio del Toro hanno ripreso tutti i loro ruoli per apparire sul grande schermo e regalare ai fan un’esperienza diretta. L’attrazione è grandiosa e va fatta più volte per esplorare tutte le storyline e layout progettati.

Scott Lang, Darren Cross e Christine Everheart

Finalmente, uno spot che nasce con l’obiettivo di inserirsi nell’MCU. Per una partnership tra i Marvel Studios e Google, la star di Iron Man Leslie Bibb è tornata nei panni di Christine Everheart. Nel 2015, la webesrie promo WHIH Newsfront è stata pubblicata su YouTube: gli episodi fanno riferimento a vari eventi dell’Universo Cinematografico Marvel

In particolare, il filmato qui sopra è abilmente collegato ad Ant-Man. Uscito pochi giorni prima del film, nell’episodio Scott Lang (Paul Rudd) viene intervistato da Everheart e tenta di giustificare il motivo per cui ha deciso di entrare in Vistacorp. Appare anche l‘amministratore delegato della Pym Tech, Darren Cross.

L’idea della webserie era divertente e innovativa, ma non ha avuto molto seguito: i fan non l’hanno apprezzata granché ed era davvero difficile coordinarla con il resto dell’MCU.

Nick Fury

Agents of S.H.I.E.L.D., serie Marvel creata per ABC, ha faticato a trovare un punto d’appoggio durante la prima stagione. Il successo iniziale è crollato rapidamente. Con il calo degli ascolti, anche il collegamento con l’Universo Cinematografico Marvel si è ridotto e alla fine lo show è diventato sempre più indipendente dall’MCU.

Durante la serie, personaggi come Maria Hill, Sif e Peggy Carter hanno fatto delle apparizioni cameo. Di gran lunga la più memorabile è quella di Samuel L. Jackson nei panni di Nick Fury. In questo caso, la presenza di Fury serviva per legare Agents of S.H.I.E.L.D. agli eventi di Captain America: The Winter SoldierConsegnare la direzione dello S.H.I.E.L.D. all’agente Coulson, è stato un vero cambiamento della guardia.

The Ravagers

Per finire, un altro sensazionale ingresso nella Hall H. Siamo ai Marvel Studios nel 2016: Kevin Feige sta introducendo James Gunn e il cast di Guardiani della Galassia Vol. 2, ma viene interrotto dall’inaspettato arrivo dei Ravagers.

Il team, compreso Taserface di Chris Sullivan, entra passando per il pubblico, scombussola la situazione sul palco e, quando se ne va, lascia il posto al leader, Yondu (Michael Rooker). Il capo dei Ravagers catalizza l’attenzione del pubblico per tutto l’evento, rendendo il momento una delle più celebri apparizioni di un personaggio MCU fuori dal suo mondo.