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Rapiniamo il Duce: trailer ufficiale del film Netflix con Pietro Castellitto

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Netflix ha diffuso il trailer ufficiale del film originale Netflix Rapiniamo il Duce, il nuovo film del regista Renato Di Maria che sarà presentato in anteprima alla diciassettesima edizione della  Festa del Cinema di Roma (Grand Public). Protagonisti del film Pietro Castellitto, Matilda De Angelis, Tommaso Ragno, Isabella Ferrari, Alberto Astorri, Maccio Capatonda, Luigi Fedele, Coco Rebecca Edogamhe, Maurizio Lombardi, Lorenzo de Moor, Luca Lo Destro, Filippo Timi Prodotto da Bibi Film, in arrivo solo su Netflix dal 26 ottobre

Rapiniamo il Duce, la trama

Milano, aprile 1945. Siamo agli sgoccioli della Seconda Guerra Mondiale. La città è in macerie. Nel caos della guerra Isola è diventato il re del mercato nero, guidato da un’unica legge morale: la sopravvivenza. Yvonne è la sua fidanzata clandestina, cantante del Cabiria, l’unico locale notturno rimasto aperto in città. Ma anche Borsalino, gerarca fascista, torturatore spietato, è innamorato perdutamente di Yvonne e disposto a tutto pur di averla. Isola e i suoi intercettano una comunicazione cifrata e scoprono che Mussolini ha nascosto il suo immenso tesoro proprio a Milano – nella “Zona Nera” – in attesa di fuggire per la Svizzera, scampando alla cattura e alla forca. Isola non può lasciarsi sfuggire l’occasione della vita – il colpo più ambizioso della Storia – e decide perciò di mettere in atto un’impresa folle: rapinare il Duce.
  • Regia: RENATO DE MARIA
  • Soggetto e sceneggiatura: RENATO DE MARIA, FEDERICO GNESINI, VALENTINA STRADA
  • Casting: FRANCESCO VEDOVATI, ANNAMARIA SAMBUCCO
  • Costumi: ANDREA CAVALLETTO
  • Scenografia: GIADA CALABRIA
  • Organizzatore generale: ANSELMO PARRINELLO
  • Musiche: DAVID HOLMES
  • Montaggio: CLELIO BENEVENTO
  • Direttore della fotografia: GIAN FILIPPO CORTICELLI
  • Prodotto da: MATILDE BARBAGALLO e ANGELO BARBAGALLO
  • Cast: PIETRO CASTELLITTO, MATILDA DE ANGELIS, TOMMASO RAGNO, ISABELLA FERRARI, ALBERTO ASTORRI e con la partecipazione di MACCIO CAPATONDA, LUIGI FEDELE, COCO REBECCA EDOGAMHE, MAURIZIO LOMBARDI, LORENZO DE MOOR, LUCA LO DESTRO e con FILIPPO TIMI

Rapiniamo il Duce, la recensione del film con Castellitto e De Angelis

È una bomba a orologeria il cui ticchettio si fa sempre più insistente, sempre più coinvolgente, sequenza dopo sequenza, dialogo dopo dialogo, Rapiniamo il Duce. Un ingranaggio pronto a esplodere; una detonazione improvvisa con la quale smuovere un cinema italiano fin troppo ancorato ai consueti stilemi, mescolando utopia e sogno, fantasia e una Storia (quella con la S maiuscola) adesso riscritta con il potere della macchina da presa. 

Rapiniamo il duce guarda al di là dell’oceano, verso quelle spiagge caotiche che si stagliano lungo i confini di universi immaginifici come quelli  di Quentin Tarantino e dei suoi Bastardi senza gloria; è uno sguardo lontano quello di Renato De Maria, lanciato non per copiare, ma per lasciarsi influenzare, nella compilazione personale di un heist-movie all’italiana, fratello e diretto discendente di classici come I soliti Ignoti, ma insignito di un gusto anarchico che lo lega per aspirazione e rivoluzione iconoclasta un altro titolo recente come Freaks Out di Gabriele Mainetti.

Proprio perché figlia di un gusto eroico, tipicamente americano, dove anche gli ultimi possono aspirare al ruolo di grandi eroi, l’opera di De Maria può rivelarsi al mondo nelle vesti di patchwork citazionistico composto da tanti, piccoli, deja-vu. Eppure, inserita nel contesto italiano, Rapiniamo il Duce vive di una sagacia innovativa e di  una spinta anarcoide attraverso le quali reinventare e rinnovare il nostro cinema, anche a costo di cadere e farsi male, proprio come Isola davanti alle forze fasciste. Ma è la corsa che conta ne Il Rapiniamo il duce, non l’ascesa, o la caduta finale.

È l’evoluzione di un discorso filmico che tenta di osare, parlare linguaggi conosciuti, e allo stesso tempo nuovi per un pubblico italiano ormai assuefatto alla riproposizione diretta di mille copie di universi cinematografici sempre uguali a se stessi. Un linguaggio che canta canzoni anni Sessanta in un contesto bellico di metà anni Quaranta; un linguaggio di fotografie ombrose e colori sgargianti; un linguaggio fatto di graphic novel che prendono vita, di heist-movie dal sapore hollywoodiano inseriti tra le strade nostrane. Un linguaggio in evoluzione, vernacolare nel parlato, e aulico nella resa visiva, che vede in Rapiniamo il duce, un nuovo, ambizioso, cantore.

Rapiniamo il duce, la trama

Milano. La Seconda Guerra Mondiale è ormai agli sgoccioli. Tra le vie bue del capoluogo lombardo si aggira Isola (Pietro Castellitto), ladro spiantato e romantico, innamorato di Yvonne (Matilda De Angelis), cantante da night e a sua volta amante di un gerarca fascista (Filippo Timi), che è sposato con Nora (Isabella Ferrari), attrice del muto che non ama più. Per puro caso Isola e la sua banda di anti-eroi improvvisati (Tommaso Ragno e Luigi Fedele) scopre che Mussolini e i suoi gerarchi fascisti stanno organizzando una via di fuga, così da mettere in salvo anche il proprio tesoro, fatto di gioielli e pezzi d’oro sottratti al popolo italiano. Co-adiuvato dalla propria banda – a cui si aggiungono anche Molotov e il pilota automobilistico Denis Fabbri (Maccio Captonda) Isola organizza un proprio contro-piano d’attacco per rapinare il Duce e impadronirsi dell’oro.

Rapiniamo il Duce castIn questo mondo di ladri

È un Robin Hood che ruba ai ricchi gerarchi per donare ai sopravvissuti dell’incubo fascista, Isola. Capobanda di un gruppo musicale che agli strumenti preferisce le bombe e l’artiglieria pesante, il personaggio di Castellitto si fa guida privilegiata di una Milano abbagliata dalla luce dei raid aerei, ricercando nella sottrazione dell’oro ai generali fascisti, un senso di rivalsa sociale da parte di una nazione in ginocchio. Memore della lezione impartita da Monicelli, e riscritta in termini anglosassoni da registi come Tarantino e non ultimo Edgar Wright (Baby Driver), Renato De Maria costruisce il proprio heist-movie tra azione e storicità, prendendo il testimone da un progetto altrettanto simile, e altrettanto ambizioso, come Freaks Out di Gabriele Mainetti.

In questo mondo di ladri improvvisati, dove ogni personaggio entra in campo con un ruolo prestabilito, nulla è paradossalmente lasciato al caso. Isola, Molotov, Amedeo, Yvonne, Denis e Marcello, si fanno portavoce di vizi e virtù (im)perfettamente umani, restituiscono in termini caratteriali quell’immagine che il loro nome di battaglia accende nella mente dello spettatore. Componenti di un meccanismo a orologeria, ogni personaggio viene tracciato in maniera individuale e distintivo, insignito di una singolarità che i propri interpreti non hanno paura di cogliere e tradurre in performance coinvolgenti e introspettivi.

Se è L’isola di Pietro Castellitto ad assumere il ruolo di leader, nonostante il suo fare di casinista buono, ma impacciato, la realizzazione totale della sua opera non avrebbe assunto la stessa carica impattante se a sostenerlo non ci fosse una galleria umana perfettamente incarnata da attori in piena parte. L’introspezione di Matilda De Angelis si fa fascino tangibile nel corpo e nello sguardo della femme fatale Yvonne; l’espressione luciferina, accompagnata da un tono di voce rauco, irresistibile – e per questo ancor più funesto – di Filippo Time è il corrispettivo perfetto per la realizzazione del generale Borsalino, mentre l’innocenza di Luigi Fedele si fa tessera imprescindibile di un puzzle di fattura antropologica composita, che va a riflettere i diversi aspetti di una società italiana pronta a ribellarsi. 

In questo vortice umano dai caratteri eterogenei, chi riesce a strapparsi un ruolo di prim’ordine tra eroi per caso, e cattivi sublimemente attraenti, è però un Maccio Capatonda dalla presenza irresistibile e tempi comici invidiabili; un ruolo, il suo, non cucitogli addosso, ma creato direttamente sulla forza del genio del comico abruzzese. Gemello omozigote di dieci e più personaggi generati dal grembo comico di Maccio ed entrati di diritto nell’immaginario collettivo, il pilota Denis Fabbri riesce nell’impresa di spingere una sceneggiatura alquanto fiacca, e dalla comicità forzata, là dove molti non riescono. Recidendo le fila che tengono i suoi colleghi legati alla forza dell’inchiostro delle pagine di sceneggiatura, Maccio si fa co-autore di un personaggio a se stante, che vive nel gruppo ma si anima con un’energia indipendente, alimentata dal fuoco della propria ironia e del proprio genio. 

Predomini visivi

Soffocata da una potenza visiva preponderante, la sceneggiatura a cura di Renato De Maria, Federico Gnesini e Valentina Strada, non riesce a trovare un varco abbastanza ampio per evolversi, e raggiungere lo stesso livello della sua controparte registica. Semplice e prevedibile, la sua forza risiede nella caratterizzazione dei personaggi, e nell’aver stilato una base di partenza abbastanza solida per costruirvi un impianto visivo ad alto tasso adrenalinico. Con Rapiniamo il Duce sono pertanto gli occhi a rivestirsi di bellezza e pura azione, mentre la mente giace in pausa tra i meandri di un limbo narrativo che non le richiede particolari sforzi di interpretazioni o elucubrazioni. 

Uno scarto netto, figlio degli insegnamenti di un gusto classico hollywoodiano dal sapore antico, dove a predominare è un mondo che deve far sognare, prendere lo spettatore e portarlo altrove, al di là della propria quotidianità, al di là di una storia ora ribaltata, modificata, rubata e insignita di nuovi eventi e di nuovi eroi.

Non è il film che sconvolgerà i cardini del cinema italiano, Rapiniamo il Duce, eppure, tra gli inframezzi di un montaggio dinamico e serratissimo, si intravede una voglia irrefrenabile di rivoluzionare un processo stantio di fare cinema, rapinando al di là dell’oceano per donare a nuovi sguardi ammaliati, sorpresi – proprio come quelli di Isola che guarda in camera – il piacere di sognare e vivere altre vite, sospesi tra le vie di una nuova avventura, mentre fuori brucia la città. 

Rapina a Stoccolma: recensione del film con Ethan Hawke

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Rapina a Stoccolma: recensione del film con Ethan Hawke

Arriva al cinema Rapina a Stoccolma, scritto e diretto da Robert Budreau. Il film, con protagonisti Ethan Hawke, Noomi Rapace e Mark Strong, racconta della storia di una rapina alla Sveriges Kredit Bank di Stoccolma, nel 1973. Proprio da questo fatto di cronaca deriva l’espressione “sindrome di Stoccolma” ovvero un particolare stato di dipendenza psicologica e/o affettiva che spinge chi è maltrattato da un aggressore a provare sentimenti positivi per l’aggressore stesso.

In Rapina a Stoccolma Ed è quello che accade nel film a Bianca (Noomi Rapace) che comincia a provare simpatia, o forse qualcosa di più, nei confronti di Lars Nystrom (Ethan Hawke), criminale appena evaso dal carcere e che prende in ostaggio lei, una sua collega e un cliente nella Banca centrale di Stoccolma. A loro si unirà anche Gunnar Sorensson (Mark Strong), come parte dell’accordo che Lars fa con la polizia locale. Sorensson è infatti il migliore amico e compagno di disavventure di Lars e i due cercano così di ricongiungersi per poter scappare in Francia.

Tratto dall’articolo del New Yorker che racconta il fatto di cronaca, il film di Budreau è una commedia amara, sopra le righe, gridata e sfacciata, dove a farla da padrone è un Hawke in overacting per tutto il tempo, con un risultato davvero poco gradevole, soprattutto trattandosi di un attore che ha sempre scelto con attenzione e cura i suoi ruoli. Fanno una figura migliore la Rapace e Strong, in ruoli che forse consentivano loro di non esagerare troppo con toni e gesti, e mantengono una recitazione più contenuta.

Per quanto riguarda i toni e la scrittura, il film si mantiene sul filo della commedia, con diversi momenti realmente comici, soprattutto legati allo svolgersi assurdo della vicenda, scivolando, consapevolmente (e giustamente diremmo), in parentesi drammatiche che sottolineano i momenti di svolta della vicenda.

La volontà di raccontare nei toni della farsa la storia vera risulta goffo in più di un punto e nonostante l’idea a monte poteva essere interessante da sviluppare, lo svolgimento del compito è svogliato, sia nella regia senza nessun guizzo particolare, che soprattutto nella direzione degli attori.

Rapina a Stoccolma, in sala dal 20 giugno, è distribuito da M2 Pictures.

Rapimento e riscatto: trama, cast e location del film con Russell Crowe

Nella sua carriera l’attore Russell Crowe ha preso parte a film appartenenti a generi sempre diversi. In particolare, però, egli si è in più occasioni distinto grazie ad alcuni titoli thriller di grande popolarità. Titoli come Insider – Dietro la verità, Nessun verità o The Next Three Days hanno dimostrato la sua grande predisposizione al genere. Enigmatico e camaleontico, l’attore riesce a calarsi in ruoli spesso imprevedibili, che sfiorano in più occasioni il confine tra bene e male. All’inizio del nuovo millennio egli ha preso parte ad un altro film di questo filone, intitolato Rapimento e riscatto, dove interpreta un negoziatore professionista incaricato di risolvere una complessa situazione.

Il film è stato scritto da Tony Gilroy, celebre per thriller come The Bourne Identity e Michael Clayton, e diretto da Taylor Hackford, autore di film come L’avvocato del diavolo e Parker. Rapimento e riscatto è dunque formato da una squadra che conosce bene il genere e sa come renderlo avvincente e teso, elementi essenziali per un thriller. Questo, inoltre, come riportato dai titoli di coda, sembra essere stato vagamente ispirato dall’articolo Adventures in the Ransom Trade, di William Prochnau, e, in misura ancor maggiore, dal romanzo Long March to Freedom, di Thomas Hargrove. Questi, infatti, è stato un giornalista rapito dal gruppo armato colombiano noto come FARC, ed ha poi raccontato la propria storia nel libro qui citato.

Rapimento e riscatto presenta dunque una serie di eventi romanzati, ma ispirati a fatti reali che continuano ancora oggi ad essere realtà. Si tratta di zone del mondo particolarmente pericolose, che hanno richiesto la massima attenzione per poterle raccontare al cinema. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori ed alle sue location. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Rapimento e riscatto: la trama del film

La vicenda del film si apre sulle attività di Peter Bowman, ingegnere americano impegnato da anni in progetti umanitari nei Paesi del terzo mondo. Il suo nuovo incarico lo porta ora nello stato di Tecala, situato in Sud America, dove dovrà assistere i lavori di costruzione di una diga. L’uomo si reca dunque lì accompagnato dalla moglie Alice, la quale lo segue ovunque adattandosi alle complesse situazioni dei paesi visitati. Il loro matrimonio, però, sta ultimamente attraverso un delicato periodo, causato da un piccolo trauma personale. Il silenzioso conflitto tra i due coniugi dovrà però essere messo da parte nel momento in cui Peter viene rapito dall’Esercito di Liberazione di Tecala.

Questo è un gruppo di guerriglieri paramilitari, specializzato in rapimenti ed estorsioni al fine di garantirsi un sostegno che lo Stato sembra non fornire. Rapendo Peter, il gruppo intende richiedere un ricco riscatto. Ciò che non hanno previsto, però, è l’intervento di uno dei massimi esperti in negoziazione. Si tratta di Terry Thorne, veterano dello Special Air Service britannico, ora impegnato nel risolvere delicate situazioni come quelle. Collaborando a stretto contatto con Alice, questi inizia a provare qualcosa per la donna, che sembra ricambiarlo. Nel frattempo, la situazione di Peter si fa sempre più difficile, rischiando che ogni giorno sia per lui l’ultimo.

Rapimento e riscatto cast

Rapimento e riscatto: il cast del film

Ad interpretare il negoziatore Terry Thorne vi è, come anticipato, l’attore Russell Crowe. Originariamente, in realtà, per il ruolo era stato considerato l’attore Harrison Ford, il quale però preferì rifiutare. La parte venne allora assegnata a Crowe, all’epoca uno degli attori più popolari di Hollywood. Per calarsi nel ruolo, questi studiò approfonditamente l’attività del suo personaggio, cercando di comprendere le migliori tecniche da attuare durante una negoziazione. Durante la lavorazione del film, inoltre, Crowe ebbe modo di dare alcuni consigli di recitazione ad un aspirante attore lì presente come comparsa. Quel giovane era Henry Cavill, che nel 2013 arrivò ad ottenere il ruolo di Superman in L’uomo d’acciaio, film in cui Crowe recita nei panni di suo padre.

Accanto a Crowe, nei panni di Alice, vi è l’attrice Meg Ryan. Celebre per film come Harry, ti presento Sally… e Insonnia d’amore, questa ottenne un compenso di ben 15 milioni di dollari per partecipare al film. La Ryan era in quegli anni una delle attrici più popolari di Hollywood, estremamente richiesta e ben pagata. Nei panni di suo marito Peter Bowman vi è invece l’attore David Morse, noto per film come The Hurt Locker e per la serie Dr. House – Medical Division. Gottfried John è Eric Kessler, ex membro della Legione straniera e anche lui prigioniero del gruppo armato. Questi, insieme a Peter, progetterà una disperata fuga. Infine, Pamela Reed interpreta Janis Goodman, mentre David Caruso è il negoziatore Dino.

Rapimento e riscatto: le location, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

L’intenzione originale dei produttori era quello di dar luogo alle riprese in Colombia, lì dove veri rapimenti di questo tipo avvengono. A causa dei pericoli dati dai gruppi armati in azione nel paese, tuttavia, le riprese si tennero in diverse zone dell’Ecuador. Il Paese rappresentato nel film, Tecala, è infatti soltanto uno stato fittizio, ma presentato con caratteristiche simili a quelle di alcuni paesi delle Ande, come Colombia, Venezuela, Perù e lo stesso Ecuador. In particolare, questo viene descritto come profondamente in crisi per via degli scontri tra lo Stato e un gruppo paramilitare noto come Esercito di Liberazione di Tecala, il quale di natura marxista è stato più volte sostenuto dall’Unione Sovietica.

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Rapimento e riscatto è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Infinity, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 5 novembre alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

Fonte: IMDb

Rap Battle, principesse Disney a confronto: Biancaneve vs Elsa

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Principesse DisneyWhitney Avalon ha realizzato una rap battle da manuale. Ricordate la ‘polemica’ che vedeva contrapposte da una parte le principesse Disney classiche e dall’altra la nuova generazione di principesse? Quelle indipendenti e alla ricerca dell’avventura e dell’affermazione professionale?

Ebbene la Avalon ha realizzato una battaglia a ritmo di rap tra i due gruppi di principesse; da una parte Biancaneve, Cenerentola e Giselle, e dall’altra Elsa, Tiana e Merida. Portavoci degli schieramenti sono ovviamente la prima principessa Disney della storia, Biancaneve, e l’ultima in ordine di tempo, Elsa, anzi una “motherfucking Queen”.

Raoul Bova: intervista al Presidente di Giuria del Monte-Carlo Film Festival

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Ecco la nostra intervista a Roul Bova che dal 31 maggio al 5 giugno ha presieduto la Giuria del Monte-Carlo Film Festival in qualità di Presidente.

Raoul Bova: 10 cose che non sai sull’attore

Raoul Bova: 10 cose che non sai sull’attore

Con una lunga carriera alle spalle, Raoul Bova è uno dei più noti attori italiani. Attivo tanto in televisione quanto al cinema, Bova ha negli anni dato vita ad una gran varietà di ruoli, affermandosi in particolare per il genere poliziesco. Ha inoltre avuto anche l’occasione di lavorare con importanti registi, che gli hanno permesso di maturare come interprete e affermarsi sia presso il grande pubblico che con la critica. Ecco 10 cose che non sai di Raol Bova.

Parte delle cose che non sai sull’attore

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Raoul Bova: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi italiani. La carriera cinematografica dell’attore ha inizio nel 1992 con Mutande pazze, ma la vera notorietà arriva grazie ai ruoli in Piccolo grande amore (1993) e Palermo Milano – Solo andata (1995). Negli anni successivi partecipa ad alcuni noti film come La lupa (1996), I cavalieri che fecero l’impresa (2001), La finestra di fronte (2003), Alien vs Predator (2004), Milano Palermo – Il ritorno (2007), Scusa ma ti chiamo amore (2008), Ti stramo (2008), Baarìa (2009), Sbirri (2009), Scusa ma ti voglio sposare (2010), La nostra vita (2010), The Tourist (2010), con Johnny Depp e Angelina Jolie, Immaturi (2011), Nessuno mi può giudicare (2011), con Paola Cortellesi, Immaturi – Il viaggio (2012), Viva l’Italia (2012), con Alessandro GassmannIndovina chi viene a Natale (2013) Fratelli unici (2014), e La scelta (2015).

9. Ha preso parte a note produzioni televisive. Negli anni Bova costruisce la propria popolarità grazie anche ad alcune celebri serie, che gli permettono di raggiungere un pubblico più ampio. Tra queste si annoverano La piovra 7 (1995), A proposito di Brian (2006), Intelligence – Servizi & Segreti (2009), Come un delfino – La serie (2013), Fuoco amico (2016) e I Medici (2018), dove recita accanto ad attori come Guido Caprino, Alessandro Preziosi, Sarah Felberbaum, Miriam Leone, Alessandra Mastronardi e Neri Marcorè. Nel 2019 è stato invece tra i protagonisti di La Reina del Sur.

8. È anche produttore, sceneggiatore e regista. Bova ha compiuto il passaggio dietro la macchina da presa per la serie Come un delfino, di cui ha scritto, diretto e prodotto tutti e quattro gli episodi, oltre ad averli anche interpretati. Ha inoltre partecipato alla produzione dei film Milano Palermo – Il ritorno e Sbirri.

7. Ha ricevuto importanti riconoscimenti. Nel corso della sua carriera l’attore ha ricevuto nomination ad importanti premi cinematografici. Tra questi si annoverano i David di Donatello, dove è stato nominato come miglior attore non protagonista nel 1996 per Palermo Milano solo andata, e nel 2011 per La nostra vita. Ha poi ricevuto due nomination ai Nastri d’argento come miglior attore protagonista nel 2011 per Nessuno mi può giudicare, e nel 2013 per Buongiorno papà.

Raoul Bova è su Instagram

6. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram, dove possiede un totale di 645 mila follower. Qui è solito condividere fotografie scattate in momenti di svago quotidiano o curiosità varie. Non mancano poi anche immagini legate al suo lavoro, attraverso cui promuove i propri progetti da interprete, sia cinematografici che televisivi.

Parte delle cose che non sai sull’attore

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Raoul Bova: chi è sua moglie

5. È stato sposato. Nel 2000 l’attore ha sposato Chiara Giordano, con cui aveva intrapreso una relazione tempo addietro. La coppia mantiene negli anni privata la propria vita privata, evitando di dar materiale di cui parlare alle riviste di gossip. Tra i pochi annunci pubblici rilasciati vi sono quelli riguardanti la nascita dei loro due figli, rispettivamente nel 2000 e nel 2001. Nel 2013, tuttavia, la coppia annuncia la separazione.

Raoul Bova e Rocío Muñoz Morales

4. Ha una nuova compagna. Nel 2013 Bova intraprende una relazione con l’attrice e modella spagnola Rocío Muñoz Morales, conosciuta sul set del film Immaturi – Il viaggio. La coppia annuncia negli la nascita di due figlie, la prima nel 2015 e la seconda nel 2018.

Raoul Bova: il suo fisico

3. È noto per la sua prestanza fisica. Prima di diventare l’attore apprezzato che è oggi, Bova aveva intrapreso una carriera da nuotatore, arrivando anche a vincere all’età di 15 un campionato italiano giovanile. Tale sport ha permesso all’attore di maturare un ottimo fisico, mantenuto poi per poter ricoprire al meglio i suoi ruoli in film o serie d’azione.

2. Ha portato in televisione la propria passione. Bova non ha mai nascosto la sua passione per il nuoto, decidendo di portarla anche in televisione. Ha infatti personalmente ideato la serie Come un delfino, ispirata alla storia di Domenico Fioravanti, ex nuotatore affetto da ipertrofia cardiaca. Bova, nel ruolo del protagonista, ha personalmente eseguito le scene di nuoto previste, sfoggiando ancora un’ottima forma e un’ottima tecnica.

Raoul Bova: età e altezza

1. Raoul Bova è nato a Roma, in Italia, il 14 agosto 1971. L’attore è alto complessivamente 183 centimetri.

Fonte: IMDb

Raoul Bova e Michele Placido per un progetto Internazionale

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L’attore intervistato ha parlato di questa avventura, di respiro internazionale che lo vede coinvolto con Michele Placido.

Ransom Canyon: la spiegazione del finale della serie Netflix

Ransom Canyon: la spiegazione del finale della serie Netflix

La nuova serie TV di Netflix, Ransom Canyon, potrebbe iniziare come una qualsiasi altra serie televisiva ma a metà strada il dramma esplode in tutta la sua potenza. Tuttavia, è al finale che si deve prestare molta attenzione. Ma andiamo con ordine. Cosa succederebbe se si prendesse l’intera premessa di Virgin River e la si ambientasse nei ranch del Texas? È quello che ha fatto questa nuova serie, aggiungendo una leggera spruzzata di sfruttamento del territorio in stile Yellowstone.

Protagonisti sono Staten (Josh Duhamel) e Quinn (Minka Kelly), innamorati che non sembrano mai sapere come tenersi stretti l’uno all’altra. All’inizio della stagione, il rivale di Staten, Davis (Eoin Macken), ha messo gli occhi su Quinn, mentre il nuovo arrivato Yancy (Jack Schumacher) ha una sua storia nascosta. Questo è solo un assaggio della frustrazione romantica e delle relazioni complicate in questa città immaginaria, basata sulla serie di libri originali di Jodi Thomas. Il finale di Ransom Canyon diventa poi molto più confuso, quindi ecco una sua spiegazione.

La morte di Cap cambia il futuro di Yancy in Ransom Canyon

Alla fine della stagione è Cap (James Brolin) a incontrare la morte. Gli spettatori apprendono che Yancy è suo nipote, in cerca di una sistemazione nel suo ranch con la scusa di essere un vagabondo. Quello che si scopre solo molto più tardi è che Yancy è davvero lì per cercare di truffare Cap. Il ragazzo è sì suo nipote e sta andando a trovare la nonna che vive nella casa di riposo locale. Ma le sue ragioni per truffare sono diverse. Cresciuto dalla madre, congedata da Cap al funerale del padre, Yancy non ha mai saputo chi fosse il suo genitore.

Vedendo un annuncio su un giornale locale riguardante il ranch di Cap e il suo valore, ha pensato che fosse tutto da giocare. Ovviamente, non è andata affatto così. Quando Yancy si innamora della ragazza del posto, Ellie (Marianly Tejeda), lei impara che per ogni cosa cattiva che Yancy sembra fare, lui la compensa con qualcosa di straordinariamente buono. Durante l’allarme uragano della città, Yancy riesce infatti a salvare sua nonna e Cap, ma questo porta a qualcosa di più brutto. Mentre la madre di Reid subisce il colpo di essere pubblicamente coinvolta con la compagnia petrolifera che vuole gestire Ransom, Davis racconta a Cap la verità di Yancy.

Josh Duhamel in Ransom Canyon
Josh Duhamel è Staten in Ransom Canyon. Cr. Courtesy of Netflix © 2025

Quando il ragazzo torna al ranch, trova Cap sul portico con un fucile, che lo fa entrare per la resa dei conti.Con Yancy assente, tocca a Staten fare visita a Cap. Staten gli ricorda di sentirsi in colpa per quanto accaduto al funerale, spingendo Cap a passare anni a cercare Yancy alle sue spalle. Avendo bisogno di un momento di pausa, Cap fa un giro a cavallo per riflettere, ma viene colto da un infarto sotto un albero del suo terreno. Yancy fa poi un ritorno miracoloso: Ellie lo trova e gli dice che Cap è scomparso.

Trascorre tutta la notte a cercarlo e alla fine lo trova nelle prime ore del mattino. La foto dei genitori di Yancy è nella mano di Cap, con Yancy che lo abbraccia in lacrime. Ora che la città sa che Yancy è il nipote di Cap, il ranch è ufficialmente suo. Con il crollo della tregua tra Davis e Staten (di cui si parlerà più avanti), Yancy giura di non vendere mai la terra. Inizia a lavorare con Staten per assicurarsi che la Ewing Oil non affondi più di quanto non sia già a Ransom.

Ellie trova la moglie segreta di Yancy

Ci si potrebbe poi chiedere che fine facciano Ellie e Yancy. Dopo l’uragano, Ellie viene riconquistata dal suo atto di coraggio e sembra che il loro futuro sia segnato quando Yancy le chiede di sposarlo. Tuttavia, la gioia dura poco. Una delle scene finali dell’episodio 10 di Ransom Canyon mostra Ellie che viene avvicinata da una donna che le dice che sta cercando Yancy. Quando Ellie chiede perché, la donna dice di essere sua moglie. È importante sottolineare che non sappiamo ancora chi sia realmente Yancy. La nostra donna segreta conosce sicuramente la verità, e speriamo di scoprirla noi stessi in una seconda stagione.

Chi ha ucciso Randall?

Nel primo episodio di Ransom Canyon, vediamo il figlio di Staten, Randall, ucciso quando la sua auto esce di strada. La polizia lo considera un incidente autoinflitto, ma Staten è convinto che il responsabile sia un altro veicolo. Questo viene confermato quando trova un pezzo di rottame di camion nello stesso punto in cui Randall è stato ucciso, ma agli spettatori viene fatto credere che si tratta di un depistaggio. Dopo che i filmati delle telecamere a circuito chiuso hanno mostrato Reid (Andrew Liner) con lo stesso camion in un’officina locale, è stato inquadrato a pieno titolo.

Quando viene avvicinato dai poliziotti al rodeo nell’episodio 5, è chiaro che Reid sta nascondendo qualcosa… ma non solo quello che pensiamo. Invece di uccidere il cugino, ha portato il camion a riparare solo come “favore” chiesto da Kit (Casey W. Johnson). Kit gli aveva venduto della droga, quindi per evitare di essere scoperto, Reid ha fatto quello che gli era stato detto, senza fare domande. E qui le cose si complicano un po’: nemmeno Kit era il responsabile.

Al contrario, si è preso la colpa per il vero colpevole, la madre di Lauren (Lizzy Greene). I due avevano una relazione alle spalle di Lauren e di suo padre, che guarda caso è lo sceriffo locale. Kit e sua madre erano entrambi ubriachi e questa esperienza spiega perché la donna se ne sia andata all’improvviso quando Lauren l’ha rimproverata di aver bevuto. Alla fine di Ransom Canyon, quasi tutti sanno cosa è successo veramente e sono pronti a tenere le cose nascoste quando Kit si rifiuta di dire la verità. Tutti, tranne Lucas (Garrett Wareing).

Andrew Liner in Ransom Canyon
Andrew Liner è Reid in Ransom Canyon. Cr. Courtesy of Netflix © 2025

Lucas e Lauren stanno ancora insieme… per ora

Con Reid che tratta male Lauren e la stessa Ransom che tratta male Lucas, abbiamo fatto il tifo per loro fin dal primo giorno. Per fortuna, alla fine della stagione i due sono già una coppia, ma probabilmente le cose non resteranno così a lungo. Innanzitutto, Lucas non ha idea di ciò che ha fatto Kit, mentre tutti i suoi cari sono responsabili della sua copertura. Proprio nel finale di stagione, vediamo Kit avvicinarsi a Lucas come se fosse finalmente pronto a rivelare tutto. Ma proprio quando Kit sta per aprire la bocca, la scena si interrompe.

Il secondo motivo è il futuro di Lucas. Lucas si è impegnato a fondo con Lauren, credendo che tutto ciò che faranno sarà fatto insieme dopo le conseguenze dell’uragano. La caviglia di Lauren è stata gravemente ferita nel caos, il che significa che il suo biglietto per lasciare la città – i provini di cheerleader – non è più praticabile. Allo stesso tempo, Lucas arriva in soccorso di Staten. Mentre la città si barrica nel bar di Quinn, Lucas trova una soluzione ai problemi economici di Staten con il ranch che utilizza turbine eoliche.

Si scopre poi che il nostro emarginato sociale è una specie di genio. Scopriamo che ha ricevuto lettere da Harvard a Yale, ma dopo l’uragano (e anche prima, in tutta onestà), stava per rifiutare tutto per Lauren. Giurando di rimanere in città per darle stabilità, guarda con tristezza le sue lettere quando arriva Kit, sapendo che sta rinunciando a qualcosa che potrebbe cambiare la sua vita per sempre.

Staten e Quinn si dividono di nuovo

Staten e Quinn sono due vicini di casa che si desiderano da una vita, con Quinn che si dirige verso Davis quando è stufa di aspettare che i suoi sentimenti siano ricambiati da Staten. Man mano che Davis viene coinvolto nella Ewing Oil, lo fa anche Quinn. È la prima ad accettare un investimento per il suo bar, che le dà un’iniezione finanziaria di cui ha disperatamente bisogno. David sembra però cambiare idea nel corso della stagione e Staten lo convince quasi a mettere da parte le loro divergenze. Se entrambi non vendono, le due famiglie potrebbero unirsi e lasciare tutto a Reid.

Proprio quando Davis accetta l’idea, si tira indietro. Perché scopre che Quinn e Staten si sono ufficialmente messi insieme durante il blocco dell’uragano. Da quel momento in poi, le cose tornano a essere ai ferri corti. Purtroppo, lo stesso si può dire per la nuova coppia. Mentre la Ewing Oil cerca rapidamente di recuperare il suo investimento dal bar, Quinn non ha idea di come trovare i soldi. Fa diventare Ellie una socia per aiutarla, ma alla fine decide di tornare alla sua prima vocazione di pianista di formazione classica.

Marianly Tejada e Jack Schumacher in Ransom Canyon
Marianly Tejada è Ellie e Jack Schumacher è Yancy in Ransom Canyon. Cr. Courtesy of Netflix © 2025

Dall’inizio della stagione, Quinn è stata reclutata per degli spettacoli a New York e dice a Staten che lascerà la città per accettare il lavoro per il bene comune. Invece di essere solidale, Staten si infuria. Sostiene che è sempre stato un piano di Quinn lasciarlo indietro invece di investire nella costruzione di una vita con lui a Ransom. Ovviamente non è vero, ma non vuole sentirsi dire il contrario. I due si separano in malo modo, e Staten viene visto tagliare i braccialetti che Quinn ha fatto per entrambi.

Sam e Davis complottano per impadronirsi del ranch di Staten

Ma che ne è di Staten e Davis? La situazione per loro non è delle migliori. Con Yancy dalla sua parte, Staten si impegna a non vendere la sua terra, con l’intenzione di mantenerla in famiglia. Tuttavia, Sam (Brett Cullen), il padre di Staten, è di parere opposto. Il più coinvolto pubblicamente nella Ewing Oil, a parte Davis e la sua ex moglie, Sam è furioso con le intenzioni di Staten. Sostiene che il consiglio di amministrazione (in pratica tutti i cugini della famiglia) non si fida di lui, ma il vero problema è sottotraccia. È amareggiato dal fatto che Staten abbia lasciato il ranch al nonno, saltando completamente Sam. Sam si sente l’erede legittimo del ranch e farà di tutto per riaverlo.

Naturalmente, l’aiuto arriva sotto forma di Davis. In una conversazione non correlata, Davis chiede a Staten di dargli un pugno per risolvere una situazione contro qualcun altro, cosa che Staten è fin troppo felice di fare. Il pugno di Staten viene usato per risolvere la situazione con un occhio nero, che viene invece usato per il complotto contro Staten. Sam e Davis vengono visti insieme in un camion, mentre Sam dice al consiglio di amministrazione di conoscere un modo per dimostrare che Staten non è affidabile per gestire il ranch, volgendo lo sguardo a Davis.

Ransom – Il riscatto: tutto quello che c’è da sapere sul film con Mel Gibson

Nel corso della sua carriera il premio Oscar Ron Howard si è cimentato nella regia di film di genere continuamente diverso. Dalla commedia fantasy Splash – Una sirena a Manhattan al dramma spaziale Apollo 13, dal biografico A Beautiful Mind al thriller Il codice Da Vinci. E proprio a proposito di thriller, un altro titolo da lui diretto, meno noto ricordato rispetto ai titoli qui citati, è Ransom – Il riscatto, del 1996. Si tratta di un cupo thriller dove non ci si fa scrupoli nel porre in pericolo anche i più indifesi. Un dettaglio che rese il film controverso sin dalla sua uscita in sala.

La sceneggiatura, scritta da Richard Price e Alexander Ignon, si ispira all’episodio Fearful Decision, della serie antologica degli anni Cinquanta The United States Steel Hour. A distanza di anni, è ancora un film capace di offrire grande tensione anche per i moderni standard del genere, dimostrandosi una visione quantomai valida. In questo articolo alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al suo finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Ransom – Il riscatto

Protagonista del film è Tom Mullen, un ricco imprenditore a capo di una compagnia aerea privata. L’uomo vive a New York con la sua bella moglie Kate e il figlio di nove anni Sean. Un giorno, quest’ultimo viene rapito da un gruppo di delinquenti. Poco dopo, i due genitori ricevono un filmato nel quale viene richiesto un riscatto di due milioni di dollari, con l’avvertimento di non contattare la polizia per nessun motivo altrimenti il bambino sarebbe morto. Dopo un iniziale tentennamento, Tom e Kate decideranno di rivolgersi all’FBI, che invia una squadra capitanata dall’agente Lonnie Hawkins, il quale allestisce a casa loro un centro operativo per monitorare la situazione.

Mel Gibson in Ransom - Il riscatto finale
Mel Gibson in Ransom – Il riscatto. Cortesia di Touchstone Pictures.

Hanno così inizio le operazioni per cercare di capire chi siano i rapitori e come poter salvare il bambino prima che sia troppo tardi. Le cose si complicano quando le prime trattative vanno male e per Sean la situazione si fa sempre più disperata. Con la stampa ormai a conoscenza del rapimento e le notizie cominciano a circolare su tutti i telegiornali, Tom capirà di dover agire senza l’aiuto dei federali: facendo un appello in diretta televisiva durante un telegiornale, trasforma il riscatto in una taglia sui rapitori. Da quel momento, gli equilibri si ribaltano e la situazione diventerà sempre più critica.

Il cast del film

Per il ruolo di Tom Mullen sono stati considerati attori del calibro di Kurt Russell, Harrison Ford, Kevin Costner e Dennis Quaid, ma ad ottenere il ruolo è poi stato Mel Gibson. Lui e Howard si erano già incontrati all’edizione dei premi Oscar del 1996, dove concorrevano con i film Apollo 13 Howard e Braveheart – Cuore impavido Gibson. Fu quest’ultimo infine a vincere il premio per il Miglior film. Nei panni della moglie Kate vi è invece l’attrice Rene Russo. Riguardo a lei Howard ha raccontato di aver frequentato la sua stessa scuola e di aver avuto una cotta per l’attrice, ma era stato troppo timido per chiederle di uscire. Russo, in seguito, ha ammesso a sua volta di aver avuto una cotta per Howard, senza mai rivelarlo.

Ad interpretare il figlio Sean vi è l’attore Brawley Nolte, figlio del noto attore Nick Nolte, mentre per il ruolo di Jimmy Shaker Howard aveva inizialmente pensato all’attore Alec Baldwin, il quale ha rifiutato a causa della natura sinistra del personaggio, nonché del tema del film dove si in pericolo un bambino. Per lo stesso motivo anche l’attore Ray Liotta ha rifiutato il ruolo. A interpretare il personaggio è infine stato Gary Sinise. Recitano poi nel film anche Delroy Lindo nei panni di Lonnie Hawkins, Lily Taylor in quelli di Maris Conner e Liev Schreiber e Donnie Wahlberg in quelli dei gemelli Clark e Cubby Barnes.

Mel Gibson e Delroy Lindo in Ransom - Il riscatto
Mel Gibson e Delroy Lindo in Ransom – Il riscatto. Cortesia di Touchstone Pictures.

Il finale del film

Messo alle strette, Jimmy Shaker, capo della banda che ha rapito Sean, decide di passare al doppio gioco. Uccide i suoi collaboratori e fa credere di essere un comune cittadino che ha ritrovato il bambino ed eliminato i suoi rapitori. Jimmy, che ha riportato delle ferite nel compiere questo piano, viene ricoverato in ospedale, mentre Sean torna a casa dai genitori. Rimessosi, Jimmy si presenta però in casa di Tom richiedendo i soldi della taglia per poter sparire. Sean, tuttavia, lo riconosce dalla voce e comunica al padre la vera identità di Jimmy. Cerca allora di convincere l’uomo ad effettuare il versamento attraverso una banca.

Durante le operazioni in banca, l’identità di Jimmy viene svelata  e ne nasce una rissa e un inseguimento in mezzo al traffico tra Shaker e Tom. Quest’ultimo riesce a togliere la pistola al nemico, ma Jimmy cerca di prenderne un’altra nascosta nella caviglia costringendo Tom e l’agente Hawkins a sparargli alcuni colpi fino ad ucciderlo. In quel momento, arrivano altri poliziotti che cercano di arrestare Tom, ma Hawkins ordina di lasciarlo andare, dopodiché viene portato in ospedale per le gravi ferite riportate nell’urto con la vetrata. La vicenda è così risolta e la famiglia Mullen può tornare alla tranquillità.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di sabato 30 novembre alle ore 21:00 sul canale Iris. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Mediaset Infinity, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

Rango: recensione del film di Gore Verbinski

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Rango: recensione del film di Gore Verbinski

Johnny Depp dismessi i panni  del camaleontico Jack Sparrow (già pronto a tornare per il quarto episodio) ha trovato il suo nuovo alter ego nell’altrettanto istrionico Rango, il camaleonte, a cui presta la voce nella versione originale. Rango è il protagonista dell’omonimo film d’animazione diretto proprio da Gore Verbinski, il regista dei primi tre film della saga dei Pirati dei Caraibi.

Uscirà in Italia l’11 Marzo ed è uno tra i più riusciti film d’animazione degli ultimi tempi. Destinato anche ad un pubblico adulto che ha oramai grande confidenza con l’ironia di questi cartoons sul modello Shrek. Rango è un giovane camaleonte costretto a vivere nello spazio ristretto del suo terrario dove combatte la solitudine a cui è destinato con generici sogni di celebrità. Finirà sbalzato, dalla macchina che lo trasporta, nel mezzo del deserto. Goffo e ingenuo ,ma anche pieno di fantasia e capacità d’improvvisare, Rango saprà di volta in volta vincere tutte le sfide dell’ostile mondo con cui dovrà confrontarsi. Diventerà la sceriffo della cittadina Polvere afflitta dalla mancanza d’acqua. Saprà essere sempre più furbo e coraggioso, in un mondo in cui è più difficile di quel che sembra trovare i veri cattivi.

Rango

La trama, per chi se lo ricorda, ha molte similitudine con Fievel conquista il west, divertente film d’animazione prodotto nel 1991 da Steven Spielberg, ma al di là di questo ha anche uno stile molto personale: grande ritmo e avvincenti scene d’azioni unite a gag spesso originali e in alcuni casi indirizzate proprio ai più grandi, soprattutto a quei cinefili che non potranno non sorridere delle moltissime citazioni che spaziano dai più classici western (da Il buono il brutto e cattivo a I magnifici sette) ad una serie di cult, incluso l’autoironico omaggio al Johnny Depp  di Paura e Delirio a Las Vegas. Al di là di alcune scelte più classiche, ma comunque ben integrate nel contesto,  Rango è un film divertente, ironico e maturo, in grado anche di momenti di tensione e paura (soprattutto per i più piccoli): sceglie di presentare una serie di personaggi caratterizzate da forti deformazioni grottesche: rospi scontrosi, conigli con orecchie mozze, ratti dallo sguardo torvo. Ma le situazioni in Rango sono giocate sui veloci ribaltamenti che trovano la risata del pubblico (senza distinzioni d’età) nel capovolgere proprio i momenti di tensione.

Ottima la qualità delle animazioni e la definizione dei particolari (personaggi curati fin nei dettagli). Bellissimi i paesaggi e gli effetti di luce che li immergono nel sole o in esotiche notti. La regia sa sfruttare l’ottimo lavoro degli studi d’animazione ILM di George Lucas, soprattutto in alcune sequenze molto pregevoli. Le scelte di regia di Gore Verbinski, forti delle grandi prove offerte con la saga dei Pirati dei Caraibi, riescono a seguire le frenetiche vicende in cui Rango è coinvolto: spettacolari e spassosi inseguimenti da action movies accompagnati dall’altrettanto ironica e citazionistica colonna sonora di Hans Zimmer (che già ha saputo dare brio alle rocambolesche azioni di Jack Sparrow). Bellissimo l’ inseguimento tra una flotta di talpe che pilotano pipistrelli e la contraerea della carovana guidata da Rango e i suoi amici, con tanto di Cavalcata delle valchirie ad accompagnare le epiche sequenze. In una parola divertente!

Rango: personaggi, cast e curiosità sul film d’animazione

Rango: personaggi, cast e curiosità sul film d’animazione

Che il genere western sia da sempre uno dei più apprezzati e memorabili della storia del cinema è cosa ormai nota. Con i suoi paesaggi e personaggi caratteristici, questo influenza ancora oggi numerose opere più o meno esplicitamente ad esso appartenenti. Tra i maggiori casi a riguardo vi è il film d’animazione Rango, diretto nel 2011 da Gore Verbinski. Divenuto un vero e proprio caso cinematografico, questo ha permesso alle atmosfere del vecchio west di prendere nuovamente vita sul grande schermo con un’animazione che ne esalta tutte le principali caratteristiche, dalla polvere alla natura macabra di certi particolari.

Per il regista, reduce dalla complessa esperienza dei primi tre film dei Pirati dei CaraibiRango era l’occasione di dar vita ad un progetto più piccolo. Egli tuttavia sottovalutò la complessità della realizzazione grafica richiesta, per il quale fu necessario molto più lavoro del previsto. Il risultato è però particolarmente sorprendente, e ancora oggi il film vanta un caratteristiche estetiche che gli permettono di distinguersi tra i tanti film d’animazione ogni giorno sempre più curati al minimo dettaglio. Il successo fu tale che Rango arrivò ad ottenere alcuni dei maggiori riconoscimenti cinematografici dell’anno.

A fronte di un considerevole budget di circa 135 milioni di dollari, questo riuscì ad incassarne complessivamente 245 in tutto il mondo. In seguito, il titolo arrivò a vincere il premio Oscar come miglior film d’animazione. Questo fu il primo film non prodotto dalla Disney o dalla Pixar a vincere il premio dal 2006 a quel momento, e mantenne tale primato sino al 2018. Numerose altre sono però le curiosità legate al film, molte delle quali legate agli attori che prestarono la propria voce per i personaggi principali del film. Proseguendo nella lettura sarà qui possibile scoprire tutto ciò che c’è da sapere su Rango.

Rango: la trama del film

Protagonista del film è il camaleonte di nome Rango, il quale improvvisamente si ritrova strappato dal suo tranquillo terrario in seguito ad una brusca manovra dell’auto su cui stava viaggiando. Egli si ritrova così nel bel mezzo della strada che attraversa il Deserto del Mojave. Totalmente inadatto alla vita selvaggia, egli si trova sin da subito a doversi scontrare con una serie di pericoli mortali, che lo porteranno a comprendere la gravità della sua nuova situazione. Ad aiutarlo, per sua fortuna, troverà Borlotta, una giovane iguana con un involontario meccanismo di difesa che la porta a paralizzarsi ogni volta che si arrabbia. Questa, attratta dai modi di fare del camaleonte, decide di portarlo con sé nella cittadina di Polvere, la quale è attraversata da una grave siccità.

Qui per Rango ha inizio una nuova vita, e riuscito involontariamente ad uccidere il falco che terrorizzava il paese si ritrova nominato sceriffo. Colto da un eccesso di orgoglio, egli inizia così ad attribuirsi una serie di gesta eroiche mai realmente compiute. C’è però una minaccia di cui Rango non è a conoscenza, e che rischierà di far saltare i suoi sogni di gloria. L’aver ucciso il falco, infatti, ha aperto la strada ad un predatore ben più temibile e pericoloso, il quale è pronto ad abbattersi su Polvere. Allo stesso tempo, in qualità di sceriffo, Rango è chiamato a risolvere il problema della siccità, per il quale scoprirà esserci un motivo particolarmente inaspettato.

Rango cast

Rango: i personaggi e il cast di attori

Per dare vita alle voci dei personaggi protagonisti del film, il regista Verbinski decise di riunire tutti gli attori in un unico ambiente, permettendo loro di interagire concretamente nella loro attività di doppiaggio. Questo, come anche il dotare gli interpreti di veri costumi western, contribuì non solo ad una maggiore immedesimazione, ma anche a dar vita ai brillanti scambi di battute presenti nel film. Per la voce di Rango, il camaleonte protagonista, Verbinski scelse l’attore Johnny Depp, con cui aveva già collaborato per Pirati dei Caraibi. L’attore, noto per il non riguardare i propri film, ammise che Rango è la sua unica eccezione a riguardo. Accanto a lui, nel ruolo dell’iguana Borlotta, si ritrova invece l’attrice Isla Fisher, mentre il celebre Ned Beatty dà voce al sindaco John, una tartaruga del deserto.

Alfred Molina è invece la voce di Carcassa, un armadillo che fornirà a Rango una serie di lezioni utili sotto forma di metafore. L’attore Bill Nighy, già villain in Pirati dei Caraibi, dà qui voce al temibile Jake Sonagli, un serpente che al posto del caratteristico sonaglio al termine della coda vanta un fucile mitragliatore a canne girevoli. Egli sarà il principale problema di Rango all’interno del film. Sono poi presenti Abigail Breslin nei panni del roditore Priscilla, Harry Dean Stanton in quelli della talpa Balthazar, e Ray Winstone per il mostro di gila Bill. Vincent Kartheiser, noto per la serie Mad Men, è qui Ezechiele, figlio di Balthazar. L’attore Timothy Olyphant, infine, da voce al personaggio chiamato Spirito del West, il quale viene raffigurato con le sembianze di Clint Eastwood all’epoca dei suoi primi film western.

Rango: il sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Dato il grande successo del film, Rango divenne da subito un prodotto particolarmente gettonato, ampliandosi anche al mercato dei giocattoli e dei videogiochi. Era inoltre lecito aspettarsi la conferma di un sequel, che avrebbe così ampliato l’universo narrativo da molti apprezzato. Per anni, tuttavia, nessuna informazione concreta è stata rilasciata a riguardo, e le speranze di rivedere sul grande schermo il simpatico camaleonte sono così infine state messe a tacere. Nel 2017, tuttavia, in occasione della presentazione del suo nuovo film, La cura del benessere, Verbinski ha dichiarato di non aver mai pianificato un sequel, ma di essere aperto alla possibilità di realizzarlo qualora la giusta idea si presentasse sul tavolo.

In attesa di ulteriori notizie, per gli appassionati del film è possibile fruire di Rango grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il film è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno martedì 1 dicembre alle ore 21:10 sul canale Paramount Channel.

Fonte: IMDb

Ranger solitario, ma quanto ci costi? E ci mancava il treno…

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Quanti intoppi produttivi per The Lone Ranger, nuovo e atteso lavoro di Gore Verbinsky (regista di The Ring, Rango e del franchise Pirati dei Caraibi) con Arnie Hammer (il ranger del titolo) e Johnny

Randall Wallace, Obbiettore di Coscienza

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Randall Wallace si è spesso trovato su teatri di guerra cinematografici nel corso della sua carriera, sia quelli più antichi – ha scritto Braveheart – che quelli moderni: dalla sua penna è uscito Pearl Harbor e ha diretto We were soldiers. Il regista torna ora sul luogo del delitto, ancora una volta la Seconda Guerra Mondiale, per un lavoro intitolato L’obbiettore di coscienza.

La storia è statta da una vicenda realmente accaduta, raccondata dal Premio Pulitzer Robert Schenkkan, incentrata su Desmond Doss, un fedele degli Avventisti del Settimo Giorno arruolato nel 1942, ma trasferito nel settore medico perchè rifiutatosi di usare armi. Grazie ai suoi servigi, Doss è stato il primo obbiettore di coscienza a ottenere la Medaglia d’Oro del Congresso Americano. L’inizio delle riprese non è ancora stato fissato, anche perché Wallace sta attualmente stendendo le bozze per le sceneggiature di Outlander, Killing Rommell e del nuovo 20.000 Leghe sotto i mari della Disney.

Fonte: Empire

Randall Wallace per Heaven is for real

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Randall Wallace, regista conosciuto per lavori come Secretariat, We Were Soldiers e The Man in The Iron Mask si cimenterà in un film a sfondo religioso con Heaven Is for Real: A Little Boy’s Astounding Story of His Trip to Heaven and Back, adattamento dell’omonimo libro, definito un dramma famigliare basato sulla fede. Alla produzione,  Joe Roth, che con Snow White and the Huntsman, Alice in Wonderland e il prossimo Oz The Great And Powerful è diventato uno dei personaggi più in vista del cinema hollywoodiano.

La sceneggiatura sarebbe in corso di scrittura da parte di Christopher Parker, che sta lavorando sul romanzo originale, firmato da Todd Burpo e Lynn Vincent, basato sulla vera storia del figlio dello stesso Burpo, che afferma di aver vissuto un’esperienza pre-morte, affermando di aver visitato il paradiso. Amici e famigliari sono portati inizialmente a non credergli, ma poi il protagonista comincia a raccontare loro particolari riguardanti persone già defunte in passato, dei quali lui non poteva essere a conoscenza. Randall Wallace è stato recentemente afficancato ad un altro film dai risvolti religiosi, The Conscientious Objector, ambientato nel corso della Seconda Guerra Mondiale, e parteciperà in vesti di produttore a  Gunslingers, film d’azione con protagonista Vince Vaughn.

Fonte:  Cinema Blend

Rance Howard: il padre di Ron scompare a 89 anni

Rance Howard, padre di Ron, è scomparso a 89 anni. Lascia una grande impronta nella recitazione.

Nato in Oklahoma nel 1928, Harold Race Beckenholdt, ha frequentato l’università per poi trasferirsi a New York per iniziare la sua carriera d’attore. Ha iniziato nel teatro, lavorando con una compagnia itinerante: in questo periodo ha recitato anche con Henry Fonda nello spettacolo Mister Roberts.

Dopo ha iniziato a lavorare nel cinema e nella TV. Con il figlio Ron ha debuttato nel film Frontier Woman.

Solo: A Star Wars Story, Ron Howard continua la post produzione-foto

Mentre il figlio maggiore Clint è più conosciuto per i suoi lavori  in TV (The X-Files, ER and Babylon 5, Quantum, Leap e The Walton) Rance ha preso parte in numerosi film diretti dal figlio Ron  inclusi Cocoon, Angeli e demoni e A Beatiful Mind lavorando dal 1962 a oggi. Ha reso parte anche a due film che sono ancora in lavorazione.

Fonte: Empire

In seguito il tweet del figlio Ron:

Ramy 2: recensione della serie di e con Ramy Youssef

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Ramy 2: recensione della serie di e con Ramy Youssef

Il 6 agosto arriva su StarzPlay la seconda stagione di Ramy, la serie Hulu che ha già conquistato un Golden Globe per la migliore performance maschile in una serie comedy ed è candidata a tre Emmy Awards, scritta, interpretata e diretta dallo stand-up comedian Ramy Youssef.

Youssef fa parte di quella schiera di comici americani che, partendo da uno spunto autobiografico, hanno realizzato una serie tv che racconta le idiosincrasie di un’esistenza “di mezzo”. Lui è infatti un americano del New Jersey di origini egiziane e per tanto vive tutti i giorni le contraddizioni che affronta chi si trova a cavallo tra due culture e vorrebbe che queste coesistessero pacificamente nella propria vita.

Ramy, dove eravamo rimasti

Nella prima stagione di Ramy, lo stand-up comedian ha raccontato proprio questa difficoltà, adottando il tono della commedia ma senza evitare gli argomenti spinosi, spiattellandoli davanti agli occhi dello spettatore in maniera totalmente disarmante. La seconda prende il via poco dopo il finale della prima, Ramy Hassan (Youssef) ritorna dal suo viaggio in Egitto gravemente depresso. Aveva sperato di connettersi con la sua spiritualità e la sua famiglia e invece ha finito per andare a letto con sua cugina. Ora è tornato a casa nel New Jersey e tutto quello che riesce a fare è masturbarsi mentre mangia caramelle gommose.

D’improvviso, stimolato anche dagli amici, decide di dedicarsi a diventare un musulmano migliore. Questa è la premessa della seconda stagione di Ramy, che non mancherà di offrire spunti di riflessione ma anche di presentarsi come un lavoro più maturo di Youssef, rispetto al primo ciclo che comunque era caratterizzato da una certa leggerezza.

Mahershala Ali guida spirituale

Guest star della stagione è il due volte premio Oscar Mahershala Ali, che interpreta il leader spirituale di Ramy con un’eleganza rara e con una gravitas che smorza quasi completamente quella che sembra un’inettitudine patologica del protagonista. Ramy si rivela un discepolo estremamente distratto, desideroso di fare la cosa giusta ma carente di motivazione concreta. E come accade nel primo ciclo, le vicissitudini del protagonista sono solo l’inizio di un racconto che, pur seguendo dei binari orizzontali lungo tutta la stagione, trova spazio in una struttura verticale che approfondisce anche con cattiveria i temi più disparati, dalla condizione della donna, all’antisemitismo, fino al problema dei veterani di guerra e del loro ricollocamento nella società.

La seconda stagione di Ramy è orientata verso una nuova considerazione della religione, rispetto al primo ciclo di episodi. Se lì si aveva la sensazione che il senso di colpa e vergogna fossero i principali compagni di Ramy, in questa sede, attraverso la figura di Ali, il personaggio comincia ad intraprendere un percorso personale che intende la religione come una strada che porta alla comprensione, verso un altro modo di intendere gli essere umani e i rapporti tra di essi.

Ramy 2 incupisce i toni e innalza i temi

Ramy — “frank in the future” – Episode 208 — Ramy (Ramy Youssef) and Zainab (MaameYaa Boafo). (Photo by: Craig Blankenhorn/Hulu)

Il principale pregio della serie è che porta i suoi personaggi ad avere esperienze universali, disancorate dal contesto etnico e religioso, ma allo stesso tempo affronta con schiettezza e un certo grado di cinismo problematiche quali l’islamofobia o l’ostilità verso gli immigrati. Lo show è pieno di personaggi sgradevoli ma anche pieno di un’umanità appassionata e proprio questa moltitudine di gradazioni dell’essere umano rende la serie rappresentativa, inclusiva, vicina a chiunque, anche oltre i confini degli Stati Uniti.

Ramy è un personaggio irrisolto, la sua religione non gli offre risposte, anzi gli pone domande che restano aperte sempre con un tono scomodo, divertente, continuamente alla ricerca di quello stupore verso l’uomo e la vita che il protagonista porta stampato sul suo volto.

RAMS – Storia di due fratelli e otto pecore: lunedì 2 e martedì 3 con Sala Bio

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Lunedì 2 novembre alle ore 20.45 al cinema Odeon di Bologna e Martedì 3 novembre alle ore 21.00 al cinema Colosseo di Milano, Sala Bio presenta l’anteprima di RAMS – Storia di due fratelli e otto pecore del regista islandese Grímur Hákonarson. Il film, presentato in anteprima mondiale allo scorso Festival di Cannes, ha vinto in quell’occasione il premio della sezione Un Certain Regard.

In una remota valle agricola islandese, due fratelli che non si parlano da quarant’anni devono unire le forze per salvare la cosa a cui tengono di più: il loro gregge.

RAMS sarà distribuito nelle sale italiane a partire dal 12 novembre 2015 da BIM Distribuzione. Sarà presentato in anteprima anche a Sala Bio Milano martedì 3 novembre presso il cinema Colosseo.

RAMS – Storia di due fratelli e otto pecore

(Islanda/2015/93’) di Grímur Hákonarson

In una valle islandese isolata, Gummi e Kiddiley vivono fianco a fianco, badando al gregge di famiglia, considerato uno dei migliori del paese. I due fratelli vengono spesso premiati per le loro preziose pecore appartenenti a un ceppo antichissimo. Benché dividano la terra e conducano la stessa vita, Gummi e Kiddi non si parlano da quarant’anni. Quando una malattia letale colpisce il gregge di Kiddi, minacciando l’intera vallata, le autorità decidono di abbattere tutti gli animali della zona per contenere l’epidemia. E’ una condanna a morte per gli allevatori, per cui le pecore costituiscono la principale fonte di reddito, e molti abbandonano la loro terra. Ma Gummi e Kiddi non si arrendono tanto facilmente, e ognuno dei due cerca di evitare il peggio a modo suo: Kiddi usando il fucile e Gummi usando il cervello. Incalzati dalle autorità, i due fratelli dovranno unire le forze per salvare la loro speciale razza ovina, e se stessi, dall’estinzione.

Uscita italiana: 12 novembre (BIM DISTRIBUZIONE)

Rampage: Joe Manganiello condivide una foto del suo costume

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Sono cominciate da una settimana le riprese di Rampage, il nuovo film che vede protagonista l’inarrestabile Dwayne Johnson, basato sull’omonimo gioco arcade. Fa parte del cast del film anche Joe Manganiello, che ha condiviso una foto del suo costume. Eccola di seguito:

Rampage: Dwayne Johnson e il suo legame con gli animali

Il film, che sarà distribuito dalla New Line Cinema e prodotto da Beau Flynn, è la reunion del team dietro San Andreas: la pellicola, infatti, sarà diretta da Brad Peyton e sceneggiata da Carlton Cuse (affiancato da Ryan Condal).

Nel cast del film ci sono Dwayne Johnson, Naomie Harris, Joe Manganiello, Jeffrey Dean Morgan e Marley Shelton.

Rampage: Jeffrey Dean Morgan nel cast con Dwayne Johnson

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Rampage: Jeffrey Dean Morgan nel cast con Dwayne Johnson

Dopo il sanguinoso finale di stagione di The Walking Dead, Jeffrey Dean Morgan, che nello show interpreta il pericoloso Negan, cambia prospettive, almeno per un po’, e si unisce al cast di Rampage.

I dettagli della trama e dei personaggi sono ancora scarsi, ma sappiamo che Morgan si unisce a un cast che conta già una buona dose di testosterone, tra Dwayne Johnson, protagonista, e Joe Manganiello, che si è già unito al cast.

Rampage: Dwayne Johnson e il suo legame con gli animali

Rampage, che sarà distribuito dalla New Line Cinema e prodotto da Beau Flynn, è la reunion del team dietro San Andreas: la pellicola, infatti, sarà diretta da Brad Peyton e sceneggiata da Carlton Cuse (affiancato da Ryan Condal). Nel cast di Rampage ci sono Dwayne Johnson, Naomie Harris, Malin Akerman, Jake Lacy, Joe Manganiello, Jeffrey Dean Morgan.

Fonte: Deadline

Rampage: il primo trailer con Dwayne Johnson

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Rampage: il primo trailer con Dwayne Johnson

Dopo il prima immagini e il poster diffusi ieri, ecco il trailer di Rampage, il nuovo film d’azione e avventura con Dwayne Johnson, basato sull’omonimo videogame Arcade.

Rampage: Dwayne Johnson nelle prime foto dal film

Questa la sinossi del film:

“Il primatologo Davis Okoye (Jhonson), un uomo che tiene la gente a distanza, condivide un profondo legame con George, un gorilla straordinariamente intelligente che è stato alle sue cure sin dalla nascita. Un rischioso esperimento genetico va male e trasforma la gentile creatura in un mostro rabbioso. A peggiorare la situazione, si scopre che ci sono altre creature con questo difetto. Mentre queste creature si spargono per l’America, distruggendo tutto sul loro cammino, Okoye fa squadra con un ingegnere genetico screditato per realizzare un antidoto, combattendo a suo modo attraverso un difficile campo di battaglia, non solo per prevenire una catastrofe ma anche per salvare quello che una volta era suo amico.”

Rampage: Dwayne Johnson e il suo legame con gli animali

Rampage, che sarà distribuito dalla New Line Cinema e prodotto da Beau Flynn, è la reunion del team dietro San Andreas: la pellicola, infatti, sarà diretta da Brad Peyton e sceneggiata da Carlton Cuse (affiancato da Ryan Condal). Nel cast di Rampage ci sono Dwayne Johnson, Naomie Harris, Malin Akerman, Jake Lacy, Joe Manganiello, Jeffrey Dean Morgan.

 

Fonte: Comic Book Movie

Rampage: il nuovo trailer con Dwayne Johnson

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Rampage: il nuovo trailer con Dwayne Johnson

Ecco un nuovo coinvolgente trailer di Rampage, in cui Dwayne Johnson viene messo di fronte a un suo vecchio amico che, a sorpresa, sta assumendo dimensioni inaspettate!

https://www.youtube.com/watch?v=pmBBkXlcAQU

Rampage: Dwayne Johnson nelle prime foto dal film

Questa la sinossi del film:

“Il primatologo Davis Okoye (Jhonson), un uomo che tiene la gente a distanza, condivide un profondo legame con George, un gorilla straordinariamente intelligente che è stato alle sue cure sin dalla nascita. Un rischioso esperimento genetico va male e trasforma la gentile creatura in un mostro rabbioso. A peggiorare la situazione, si scopre che ci sono altre creature con questo difetto. Mentre queste creature si spargono per l’America, distruggendo tutto sul loro cammino, Okoye fa squadra con un ingegnere genetico screditato per realizzare un antidoto, combattendo a suo modo attraverso un difficile campo di battaglia, non solo per prevenire una catastrofe ma anche per salvare quello che una volta era suo amico.”

RampageDwayne Johnson e il suo legame con gli animali

Rampage, che sarà distribuito dalla New Line Cinema e prodotto da Beau Flynn, è la reunion del team dietro San Andreas: la pellicola, infatti, sarà diretta da Brad Peyton e sceneggiata da Carlton Cuse (affiancato da Ryan Condal). Nel cast di Rampage ci sono Dwayne Johnson, Naomie Harris, Malin Akerman, Jake Lacy, Joe Manganiello, Jeffrey Dean Morgan.

Rampage: il film sarà un omaggio e una sorpresa

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Rampage: il film sarà un omaggio e una sorpresa

Durante la promozione del suo ultimo film, Incarnate, Brad Peyton ha ragguagliato la stampa in merito all’adattamento per il cinema del gioco Rampage, progetto in cui è coinvolto l’ormai onnipresente Dwayne Johnson.

Rampage, tra omaggio e novità

Stando alle dichiarazioni di Peyton, Rampage sarà un omaggio all’originale, ma allo stesso tempo una vera sorpresa per i fan: “Con Rampage stiamo usando il nostro amore per il gioco originale come fonte principale di ispirazione. Poi stiamo costruendo un film che, come San Adreas, sorprenderà davvero le persone che lo vedranno. Sarà emozionante, spaventoso e realistico, molto più di quanto ci aspettiamo. Quindi la storia centrale del gioco sarà soltanto l’inizio. Se mi chiamassero a dirigere un film su Call of Duty, non dovrei giocare a nessun videogioco, perché il film deve avere la sua autonomia, qualcosa di nuovo. Proprio in questo aspetto alcuni film finiscono male. Sono davvero eccitato riguardo a Rampage. Sarà un film di mostri, per cui l’esercizio che ho fatto con Incarnate nel territorio dell’horror mi sarà utile. Ovviamente Rampage sarà un film molto più grande per un pubblico più vasto, ci saranno elementi horror e sarà comunque un film di mostri. Sono felice di lavorare di nuovo con Dwayne, non vedo l’ora.”

Il film, che sarà distribuito dalla New Line Cinema e prodotto da Beau Flynn, è la reunion del team dietro San Andreas: la pellicola, infatti, sarà diretta da Brad Peyton e sceneggiata da Carlton Cuse (affiancato da Ryan Condal).

Fonte: WGTC via SR

Rampage: ecco Jeffrey Dean Morgan e Naomie Harris

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Rampage: ecco Jeffrey Dean Morgan e Naomie Harris

Mentre impazza sul grande schermo con Baywatch, Dwayne Johnson è al lavoro su un nuovo set, quello di Rampage, e ha condiviso la prima immagine ufficiale di due dei personaggi che vedremo nel film, interpretati da Jeffrey Dean Morgan e Naomie Harris.

Ecco l’immagine dall’account Instagram dell’attore:

Questa la sinossi del film:

“Il primatologo Davis Okoye (Jhonson), un uomo che tiene la gente a distanza, condivide un profondo legame con George, un gorilla straordinariamente intelligente che è stato alle sue cure sin dalla nascita. Un rischioso esperimento genetico va male e trasforma la gentile creatura in un mostro rabbioso. A peggiorare la situazione, si scopre che ci sono altre creature con questo difetto. Mentre queste creature si spargono per l’America, distruggendo tutto sul loro cammino, Okoye fa squadra con un ingegnere genetico screditato per realizzare un antidoto, combattendo a suo modo attraverso un difficile campo di battaglia, non solo per prevenire una catastrofe ma anche per salvare quello che una volta era suo amico.”

Rampage: Dwayne Johnson e il suo legame con gli animali

Il film, che sarà distribuito dalla New Line Cinema e prodotto da Beau Flynn, è la reunion del team dietro San Andreas: la pellicola, infatti, sarà diretta da Brad Peyton e sceneggiata da Carlton Cuse (affiancato da Ryan Condal).

Nel cast del film ci sono Dwayne Johnson, Naomie Harris, Joe Manganiello, Jeffrey Dean Morgan e Marley Shelton.

Rampage: Dwayne Johnson protagonista del nuovo poster

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Rampage: Dwayne Johnson protagonista del nuovo poster

Rampage, trasposizione cinematografica dell’omonimo videogioco che giungerà nelle sale italiane il 12 aprile.

RampageDwayne Johnson nelle prime foto dal film

Questa la sinossi del film:

“Il primatologo Davis Okoye (Jhonson), un uomo che tiene la gente a distanza, condivide un profondo legame con George, un gorilla straordinariamente intelligente che è stato alle sue cure sin dalla nascita. Un rischioso esperimento genetico va male e trasforma la gentile creatura in un mostro rabbioso. A peggiorare la situazione, si scopre che ci sono altre creature con questo difetto. Mentre queste creature si spargono per l’America, distruggendo tutto sul loro cammino, Okoye fa squadra con un ingegnere genetico screditato per realizzare un antidoto, combattendo a suo modo attraverso un difficile campo di battaglia, non solo per prevenire una catastrofe ma anche per salvare quello che una volta era suo amico.”

RampageDwayne Johnson e il suo legame con gli animali

Rampage, che sarà distribuito dalla New Line Cinema e prodotto da Beau Flynn, è la reunion del team dietro San Andreas: la pellicola, infatti, sarà diretta da Brad Peyton e sceneggiata da Carlton Cuse (affiancato da Ryan Condal). Nel cast di Rampage ci sono Dwayne Johnson, Naomie Harris, Malin Akerman, Jake Lacy, Joe Manganiello, Jeffrey Dean Morgan.

Rampage: Dwayne Johnson nelle prime foto dal film

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Rampage: Dwayne Johnson nelle prime foto dal film

Sono state diffuse le prime immagini di Rampage con Dwayne Johnson in cui vediamo anche Naomie Harris. Il film sarà un action movie basato sull’omonimo videogame Arcade.

Questa la sinossi del film:

“Il primatologo Davis Okoye (Jhonson), un uomo che tiene la gente a distanza, condivide un profondo legame con George, un gorilla straordinariamente intelligente che è stato alle sue cure sin dalla nascita. Un rischioso esperimento genetico va male e trasforma la gentile creatura in un mostro rabbioso. A peggiorare la situazione, si scopre che ci sono altre creature con questo difetto. Mentre queste creature si spargono per l’America, distruggendo tutto sul loro cammino, Okoye fa squadra con un ingegnere genetico screditato per realizzare un antidoto, combattendo a suo modo attraverso un difficile campo di battaglia, non solo per prevenire una catastrofe ma anche per salvare quello che una volta era suo amico.”

Rampage: Dwayne Johnson e il suo legame con gli animali

Rampage, che sarà distribuito dalla New Line Cinema e prodotto da Beau Flynn, è la reunion del team dietro San Andreas: la pellicola, infatti, sarà diretta da Brad Peyton e sceneggiata da Carlton Cuse (affiancato da Ryan Condal). Nel cast di Rampage ci sono Dwayne Johnson, Naomie Harris, Malin Akerman, Jake Lacy, Joe Manganiello, Jeffrey Dean Morgan.

Rampage: Dwayne Johnson e il suo legame con gli animali

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Rampage: Dwayne Johnson e il suo legame con gli animali

Sembra che il film su Rampage stia cominciando a prendere forma e stando alle recenti dichiarazioni del regista Brad Peyton, il film sarà “emozionante”. Ma quanto può emotivamente coinvolgere un film che vede esseri umani trasformati in mostri che attaccano una città?

Gli animali di Rampage come cani e gatti

Ecco cosa ha dichiarato Peyton sul film e sul personaggio interpretato da Dwayne Jhonson, che sarà il protagonista del film: “Ci sono alcune cose davvero toccanti, da spezzare il cuore. Dwayne interpreta un personaggio come non ne ha mai interpretati prima. Si tratta di un personaggio che ha una profonda connessione con gli animali. C’è un rapporto tra lui e un animali in particolare nel film che… Io amo gli animali, ho cani e gatti e sono come dei figli. Si tratta di una relazione molto simile dove c’è in ballo un vero e proprio legame. Quando hai un innocente, come un cane o un gatto o i suoi amici nel film, queste creature, e accade loro qualcosa, e sono così innocenti e indifesi, allora può essere davvero triste. Quindi in Rampage c’è questa rabbia emotiva che penso le persone non si aspetteranno.”

Il concetto sembra alquanto chiaro, ma è pur vero che nel film si parlerà di animali non proprio indifesi. In che modo Rampage riuscirà a coniugare questi due aspetti che sembrano opposti? Lo vedremo.

Il film, che sarà distribuito dalla New Line Cinema e prodotto da Beau Flynn, è la reunion del team dietro San Andreas: la pellicola, infatti, sarà diretta da Brad Peyton e sceneggiata da Carlton Cuse (affiancato da Ryan Condal).

Fonte: Screen rant

Rampage: Dwayne Johnson condivide due nuove foto

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Rampage: Dwayne Johnson condivide due nuove foto

La produzione di Rampage, adattamento cinematografico dell’omonimo arcade Midway, prosegue a gonfie vele, infatti negli ultimi due giorni Dwayne Johnson ha condiviso tramite il proprio profilo Instagram due nuove immagini che lo ritraggono impegnato sul set del film.

Questa la sinossi del film:

“Il primatologo Davis Okoye (Jhonson), un uomo che tiene la gente a distanza, condivide un profondo legame con George, un gorilla straordinariamente intelligente che è stato alle sue cure sin dalla nascita. Un rischioso esperimento genetico va male e trasforma la gentile creatura in un mostro rabbioso. A peggiorare la situazione, si scopre che ci sono altre creature con questo difetto. Mentre queste creature si spargono per l’America, distruggendo tutto sul loro cammino, Okoye fa squadra con un ingegnere genetico screditato per realizzare un antidoto, combattendo a suo modo attraverso un difficile campo di battaglia, non solo per prevenire una catastrofe ma anche per salvare quello che una volta era suo amico.”

Rampage: Dwayne Johnson e il suo legame con gli animali

Il film, che sarà distribuito dalla New Line Cinema e prodotto da Beau Flynn, è la reunion del team dietro San Andreas: la pellicola, infatti, sarà diretta da Brad Peyton e sceneggiata da Carlton Cuse (affiancato da Ryan Condal).

Nel cast del film ci sono Dwayne Johnson, Naomie Harris, Joe Manganiello, Jeffrey Dean Morgan e Marley Shelton.

Fonte: Screen Rant

Rampage: Dwayne Johnson annuncia la data delle riprese

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Rampage: Dwayne Johnson annuncia la data delle riprese

Dopo aver ufficializzato l’ingresso dell’attore Joe Manganiello nel cast dell’adattamento cinematografico di Rampage“The Rock” Dwayne Johnson ha ufficialmente annunciato, tramite Instagram, che le riprese del film avranno il via nel mese di aprile.

L’annuncio è accompagnato da una foto scattata a margine di un incontro di scrittura dello script durato 6 ore negli uffici della Warner Bros.

Non si sa ancora molto del film, tranne che i protagonisti saranno un trio di mostri mutanti: un gorilla, un coccodrillo e un lupo. Il personaggio di Johnson, un amante degli animali, sarà naturalmente l’unica speranza per l’umanità. La Harris, da parte sua, sarà una genetista con una morale ferrea.

Rampage: Dwayne Johnson e il suo legame con gli animali

Il film, che sarà distribuito dalla New Line Cinema e prodotto da Beau Flynn, è la reunion del team dietro San Andreas: la pellicola, infatti, sarà diretta da Brad Peyton e sceneggiata da Carlton Cuse (affiancato da Ryan Condal).

Nel cast del film ci sono Dwayne Johnson, Naomie Harris, Joe Manganiello e Marley Shelton.

Fonte: Screen Rant

Rampage: dai computer al grande schermo?

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Rampage: dai computer al grande schermo?

La notizia potrebbe suscitare più di una perplessità, tuttavia la mai sopita passione del cinema per i mostri giganti e il fatto che già in passato i videogiochi in voga negli anni ’80 hanno costituito fonte di ispirazione, dà una maggiore credibilità alla possibilità che Rampage, um classico gioco ‘da bar’ (o per i primi computer) possa sbarcare sul grande schermo: a occuparsene, dovrebbe essere la New Line.

In Rampage, tre esseri umani venivano mutati in altrettanti mostri: lo scimmione George, ovviamente ispirato a King Kong, la Lucertolona Lizzy (dalle chiare ascendenze godzilliane) e Ralph, un lupo mannaro gigante… Il giocatore, nei panni di uno dei mostri, doveva radere al suolo quante più città possibile evitando di essere vittima dei colpi d’artiglieria dei militari.

Ovviamente, si tratta di uno di quei giochi vittima del passare del tempo e del progredire della tecnologia, tuttavia un film dedicato potrebbe solleticare proprio coloro che erano adolescenti negli anni ’80.La produzione del film dovrebbe essere affidata a John Rickard (Final Destination, Horrible Bosses). A questo punto la difficoltà principale sarà quella di dare a tutta la storia una seppur minima parvenza di ‘credibilità’…

Fonte: EMPIRE

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