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Quando ho smesso di preoccuparmi e ho iniziato a masturbarmi, recensione

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Non fatevi condizionare dal titolo molto esplicito perché Quando ho smesso di preoccuparmi e ho iniziato a masturbarmi è una commedia per tutti. Questo film svedese, distribuito da Netflix, è un racconto al femminile con per protagonista una donna in carriera che alla soglia, dei tanto temuti quarant’anni, deve rivoluzionare la sua vita quasi perfetta.

La trama di Quando ho smesso di …

Hanna (Katia Winter) è una donna svedese di trentanove anni, sempre più vicino al suo compleanno e quindi ai quaranta, che lavora e con una famiglia ma che sente il bisogno di avere un secondo figlio per sentirsi completamente realizzata. La commedia si apre proprio con la protagonista felice che balla per le vie della città e raggiunge il suo compagno Morten (Jesper Zuschlag) per passare una serata romantica in una ristorante costoso. Purtroppo l’uomo invece non è per niente soddisfatto, non vuole procreare una nuova creatura e soprattutto è stanco che Hanna guadagna più di lei. Inutile dire che la donna le proverà tutte per compiacerlo, anche dimettersi, di punto in bianco, dal suo facoltoso impiego per trascorrere più tempo con Morten e il loro bambino Eli (Amadeus Durmaz). Purtroppo però Hanna ha perso troppo tempo e nel momento che si licenzia il compagno la lascia e la manda via pure di casa.

Da qui Quando ho smesso di preoccuparmi e ho iniziato a masturbarmi diventa un insieme di scene tragicomiche in cui la protagonista, prima di tutto, non trova una nuova sistemazione e un letto per dormire. Inizia a chiamare chiunque e alla fine finisce per farsi ospitare da un’amica, del tempo del liceo, che gli offre il letto a castello nella camera che appartiene al figlio adolescente. Hanna disoccupata e demoralizzata conosce per caso in un bar la cameriera Liv (Vera Carlbom) una giovane ragazza, senza peli sulla lingua, che donerà alla donna lezioni di vita e Hanna si porta a casa, della famiglia che l’ha ospita, un ragazzo appena conosciuto. Ovviamente viene immediatamente sbattuta fuori dalla villa e si rifugia da sua madre, che per fortuna, è felice di riavere la figlia con se.

Intanto la protagonista ormai al punto più basso della sua vita, si rimbocca le maniche per riprendersi tutto ciò che ha perso, anche il suo amato lavoro e inizia a scoprire se stessa. Su consiglio, della sua ormai migliore amica Liv, Hanna abbandona il fardello, i tabù e i sensi di colpa e inizia a masturbarsi per il suo piacere personale. Inutile dire che la donna ritrova, in tutti i sensi e finalmente, la serenità e la via alla soluzione dei suoi problemi lasciando stare relazioni romantiche e uomini che la vogliono solo usare quindi decide di rimanere single, anche quando Morten la supplica di tornare insieme. Attraverso il suo viaggio alla scoperta di sé, Hanna trova la felicità con se stessa. Alla fine del film che si conclude la festa di compleanno dei quarant’anni, organizzata a sorpresa da Liv con l’aiuto  della madre di Hanna, la donna ritroverà la sua famiglia e anche i suoi amici di sempre.

L’amore e il piacere per se stessa

Questa commedia svedese è una divertente storia di benessere incentrata sulle donne. Un film che è il risultato di quello che ci hanno insegnato in questi ultimi tempi molte sceneggiatrici donne, in primis Phoebe Waller-Bridge con la sua Fleabag, dove le protagoniste non sono più devote alla perfezione. Le nuove donne sono antieroine irresistibili, che non rinunciano alla loro femminilità e sono sempre più simili alle loro normali spettatrici. Una delle scene che più spiega questo in Quando ho smesso di preoccuparmi e ho iniziato a masturbarmi e quando Hanna, alla scrivania, ascolta il suo audiolibro al lavoro, accidentalmente il bluetooth delle cuffie della donna si connette agli altoparlanti dell’ufficio. In quanto tale, i colleghi scoprono involontariamente le abitudini di lettura ma la protagonista sceglie di ammetterlo ed elenca comicamente i benefici della masturbazione li sul posto di lavoro. 

Questo film svedese co-sceneggiato da Marie Christin Magdu con e diretto da Erika Wasserman, regista al suo primo lungometraggio, riesce a gestire benissimo anche le scene più imbarazzanti, tipo quella in cui Liv spiega con una pizza come è fatta effettivamente una vagina, evitando di risultare volgari o di pessimo gusto per gli spettatori a casa davanti allo schermo.

Quando Hitler rubò il coniglio rosa: il libro e la storia vera dietro il film

In occasione della Giornata della Memoria, il 27 gennaio, sono numerosi i film che ci aiutano a ricordare o a sapere com’era vivere ai tempi della Seconda guerra mondiale, delle leggi razziali e di tutte le altre atrocità verificatesi in quegli anni bui. Da un classico come Schindler’s List passando per il nostrano La vita è bella e fino a titoli più recenti come Il figlio di Saul, Il bambino con il pigiama a righe, La chiave di Sara o il satirico Jo Jo Rabbit. Ognuno di essi affronta un determinato aspetto di quel periodo, sempre con toni e atmosfere diverse ma con un unico obiettivo: aiutare a non dimenticare quanto accaduto. A questa causa si unisce anche Quando Hitler rubò il coniglio rosa.

Uscito nel 2019, questo film è diretto dalla regista tedesca Caroline Link, che dopo essersi affermata nel 1996 con Al di là del silenzio, nel 2002 vinse l’Oscar al Miglior film straniero con Nowhere in Africa, anch’esso incentrato su una vicenda che si svolge all’alba della Seconda guerra mondiale. La regista torna dunque sul tema che l’ha consacrata a livello internazionale adattando l’omonimo romanzo di Judith Kerr. Prende così vita un film profondamente drammatico ma che grazie al punto di vista della sua giovane protagonista garantisce anche quell’ottimismo e quella convinzione nell’esistenza di una nuova speranza tipici dei bambini.

Il passaggio televisivo di Quando Hitler rubò il coniglio rosa, ispirato a vicende realmente avvenute, è dunque un’ottima occasione per confrontarsi con un nuovo film che aiuta a ricordare e a far sì che accaduto non si verifichi mai più. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Si parlerà poi anche del libro da cui è tratto e della storia vera dietro di esso. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Quando Hitler rubò il coniglio rosa Riva Krymalowski

La trama e il cast di Quando Hitler rubò il coniglio rosa

Protagonista della storia è una ragazzina tedesca di origine ebraica di nome Anna che, nel 1933 a soli 9 anni, con l’ascesa al potere di Hitler, è costretta a lasciare Berlino insieme alla famiglia per sfuggire ai nazisti. Durante il viaggio attraverso l’Europa alla ricerca di un posto sicuro dove rifugiarsi, Anna dovrà lasciare tutto ciò che ha, compreso il suo amato coniglio rosa di peluche e la sua vita non sarà mai più la stessa. La piccola Anna, insieme alla sua famiglia, dovrà da quel momento venire a patti con le sfide che la vita da rifugiati impone, ma senza abbandonare mai la speranza e la fiducia di un futuro migliore.

Ad interpretare la protagonista Anna Kemper vi è l’attrice Riva Krymalowski, qui al suo primo ruolo cinematografico. In seguito, ha recitato nella serie Babylon Berlin e nel film Silver e il libro dei sogni. Oliver Masucci (che ha interpretato Adolf Hitler in Lui è tornato, ma è anche noto per il ruolo di Ulrich Nielsen nella serie Dark) ricopre qui il ruolo del padre Arthur Kemper. Carla Juri (la dottoressa Anna Stelline in Blade Runner 2049) interpreta invece la madre Dorothea Kemper, mentre Marinus Hohmann è presente nel ruolo di Max, fratello di Anna. Completano il cast Ursula Werner nel ruolo della governante Heimpi e Justus von Dohnányi in quello dello zio Julius).

Quando Hitler rubò il coniglio rosa libro

Quando Hitler rubò il coniglio rosa: il libro di Judith Kerr, la sua storia vera e il suo significato

Come anticipato, Quando Hitler rubò il coniglio rosa è un romanzo per ragazzi di Judith Kerr, pubblicato per la prima volta nel 1971 e tradotto in Italia nel 1976 nella collana “BUR dei Ragazzi” dalla casa editrice Rizzoli. Si tratta però anche di un romanzo che, oltre al contesto storico in cui è ambientato, si pone come racconto semi-autobiografico della sua scrittrice. Nata nel 1923 in Germania, come la protagonista del suo romanzo Kerr all’età di dieci anni Kerr si trasferì con la sua famiglia, tutti rifugiati ebrei, nel Regno Unito, sfuggendo così all’affermazione del nazismo. In particolare, lei e la sua famiglia furono obbligati a partire poiché il padre, il noto critico teatrale Alfred Kerr, era ricercato dalle autorità.

Insieme viaggiarono prima in Svizzera, poi in Francia, e infine si stabilirono appunto nel Regno Unito nel 1935. Qui, crescendo, Kerr divenne nota per i suoi libri per bambini, da lei anche illustrati, come la serie del gatto Mog o La tigre che venne per il tè, e romanzi autobiografici come La stagione delle bombe e – appunto – Quando Hitler rubò il coniglio rosa, che narrano appunto la storia dell’ascesa al potere del nazismo nella Germania degli anni Trenta dal punto di vista di una bambina. Con quest’ultimo, in particolare, la scrittrice utilizza la metafora del coniglio peluche di colore rosa quale simbolo dell’infanzia rubata ad ogni bambino cresciuto in quegli anni.

Il trailer di Quando Hitler rubò il coniglio rosa e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Seven grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Google Play, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 24 gennaio alle ore 21:25 sul canale Rai 1.

Quando Hitler rubò il coniglio rosa, la recensione dell’adattamento di un classico

Uno sguardo diverso su una tragedia più citata che ricordata, come la Storia – anche recente – non fa che dimostrarci, Quando Hitler rubò il coniglio rosa nasce da una storia vera, e da un libro, che Caroline Link ha voluto adattare per il grande schermo. Vincitrice dell’Oscar 2001 per il miglior film straniero con Nowhere in Africa, la regista e sceneggiatrice tedesca sceglie Quando Hitler rubò il coniglio rosa, classico di Judith Kerr del 1971, pubblicato in Italia nel 1976 nella collana “BUR dei Ragazzi”.

Un dramma di tutti, in una storia autobiografica

La storia dei Kemper è quella della stessa autrice, che nel racconto – parzialmente autobiografico – fatto dalla piccola Anna racconta la perdita dell’innocenza e l’ascesa al potere del folle criminale nazista che guidò la Germania dal 1933 al 1945. Un dramma al quale la Kerr cercò di trovare un senso, a posteriori, dedicando ai propri genitori il romanzo, la cui “leggerezza” ha colpito e ispirato la regista, spingendola a realizzare “un film sulla fiducia, la curiosità, l’ottimismo e la famiglia”, come spiega lei stessa.

Ma la storia vera della famiglia protagonista è anche una vicenda di separazione e orgoglio, di esilio e resistenza, pur se molto particolare, e a suo modo privilegiata (tanto che la stessa Kerr raccontò alla Link di ricordare gli anni trascorsi in Svizzera e a Parigi come “esperienze positive, piene di avventura”). Eccessivamente, per un pubblico adulto e più disincantato degli spettatori più giovani che in compenso potrebbero avere difficoltà a comprendere completamente il senso di quel che vedranno.

Un esilio pieno di speranza e sorrisi, forse troppo

Un lungo viaggio che inizia nella Berlino del 1933, dove Hitler è a un passo dal prendere il potere. E da dove, per sfuggire ai nazisti, il padre di Anna scappa, per aspettare a Zurigo il resto della famiglia, poco dopo. E’ solo la prima tappa di una fuga attraverso l’Europa alla ricerca di un luogo sicuro dove stabilirsi. A nove anni, Anna è costretta a lasciare tutto, compreso il suo amato coniglio rosa di peluche, e, insieme alla sua famiglia, ad affrontare una nuova vita piena di sfide e ostacoli, ma non senza speranza e perfino sorrisi.

Forse troppi, per quanto non manchino i momenti complicati e le rinunce, tutti filtrati dallo sguardo della piccola protagonista. Unica a emergere veramente, sia per l’interpretazione della giovane Riva Krymalowsky sia per l’insistenza della macchina da presa nel metterla costantemente al centro della ricostruzione. Che è inevitabilmente parziale, anche per scelta della Link e – più comprensibilmente – della Kerr prima di lei.

Tra Zurigo e Parigi, non è La vita è bella

In maniera opposta a quanto visto nel La vita è bella al quale è inevitabile ripensare, dove l’Orrore era evidente, qui la ricostruzione è esageratamente ellittica e bonificata, al punto da rendere ardui l’emozionarsi e l’empatizzare e più o meno spontaneo il confronto con la Heidi della nostra infanzia. Non mancano le scene con una certa potenzialità, e sin dall’inizio il mondo dei bambini offrirebbe spunti migliori della rappresentazione di una Svizzera neutrale e indifferente o di prese di posizione chiare quanto scontate sulla stupidità nazista.

Come non mancano momenti di didascalica retorica (“L’amore è la medicina migliore”, “il bene vince sempre”) figlia di una sensibilità infantile datata anni ’30 o un’idealizzazione del potere della parola (coerente con il vissuto paterno e personale dell’autrice), che nascondono ancora di più un contesto storico al quale viene affidata quasi completamente certa drammatizzazione. Nonostante l’abbandono sia un tema predominante e le tensioni non manchino, infatti, il succedersi degli accadimenti viene osservato passivamente, nell’attesa di una morale finale che dia un senso al placido e convenzionale svolgimento nel quale tutto viene reso digeribile. Per ogni tipo di pubblico.

Quando gli X-Men incontrano l’MCU – parte 2

Quando gli X-Men incontrano l’MCU – parte 2

Dopo il primo articolo sui possibili scenari nascenti dal crossover X-Men MCU, ecco un approfondimento ulteriore. Abbiamo già ipotizzato una possibile serie sull’origine del team di supereroi, entriamo ora nel vivo della questione.

L’ MCU ha dimostrato negli ultimi anni una grande passione per le trilogie (prima tra tutte quella di Spider-man), perché non realizzarne una anche per gli X-Men? Ecco come potrebbero essere organizzati i tre film.

X-Men 1 (by MCU)

x-men mcu 1

Il primo capitolo della trilogia fungerebbe da introduzione del team nel più ampio MCU. Si potrebbe scegliere una strada abbastanza convenzionale e presentare gli X-Men come una minacciosa orda di mutanti pericolosi per la società. Anche se scontata, questa via permette di esplorare lo scontro mutanti vs. umani, aspetto storicamente legato alla questione X-Men.  D’altronde, il fatto di presentare un team di supereroi geneticamente modificati porterebbe un impatto incredibile sull’MCU nel suo complesso. Il primo film X-Men dell’MCU potrebbe aprirsi con una serie di scene che mostrano la vita quotidiana dei mutanti all’interno della scuola di Xavier. In questo modo si introdurrebbero facilmente personaggi come Scott, Jean, Gambit, Rogue, Iceman, Angel e altri futuri X-Men.

Al centro del film MCU potrebbe esserci Bolivar Trask. Quest’uomo è il capo della difesa nonché un consigliere del presidente. Trask ha anche molti amici e alleati all’interno dell’FBI e della CIA. Un’ipotesi interessante includerebbe una fuga di informazioni sui mutanti da parte di individuo misterioso di nome Michael Milbury.Milbury potrebbe raccontare a Trask della presenza di creature estremamente potenti perché modificate geneticamente. Trask, incuriosito e insospettito, potrebbe riportare le nozioni apprese al presidente e quest’ultimo avvierebbe sicuramente un’indagine mobilitando le Sentinelle. L’armata delle Sentinelle sarebbe così in grado diidentificare i mutanti attraverso lo scanner facciale di tutti gli esseri umani e potrebbe così uccidere ogni creatura inumana.

Proprio come è già accaduto nei fumetti, alla fine del primo film MCU le Sentinelle potrebbero iniziare a confondere umani e mutanti. In piena confusione, le Sentinelle attaccherebbero sia i mutanti che gli umani. In questo modo, nell’ultimo scontro potrebbero esserci sul campo le Sentinelle, gli X-Men e anche Bolivar Trask.

X-Men 2 (by MCU)

x-men

Un anno dopo gli eventi del primo film, gli X-Men potrebbero essersi resi una realtà assodata all’interno dell’MCU. Nel frattempo, anche Xavier e la sua scuola potrebbero aver acquisito notorietà, anche se probabilmente ancora nessuno sa che si tratta di una scuola per mutanti.

Inoltre, questo film sarebbe perfetto per l’introduzione di Magneto nell’MCU. Abbiamo già accennato nel precedente articolo ai luoghi in cui lo stato nasconde i mutanti per fare esperimenti su di loro. Ecco, nel secondo film Magneto potrebbe inscenare una fuga da una di queste strutture. Magneto sarebbe sicuramente capace di uccidere tutte le guardie e gli scienziati del luogo per fuggire e per liberare i detenuti-mutanti. Dopo la fuga, Magneto e i suoi compari potrebbero prendere il controllo di un sito missilistico nucleare per minacciare il governo. In questo modo, Magneto farebbe un tentativo per offire ai mutanti la possibilità di vivere in pace.

Senza dubbio gli X-Men si metterebbero all’opera per fermare Magneto. Non sarebbe un’impresa facile. Anocra una volta nel franchise, un singolo individuo rischierebbe di mettere in discussione la forza di un’intera squadra MCU (suona familiare). Il finale perfetto del film dovrebbe mostrare un duello tra Xavier e il suo ex-amico Magneto. In un epilogo ideale, solo Xavier riuscirebbe a convincere Magneto a ritirarsi. In questo modo, il mondo si salverebbe, ma sarebbe ancora più spaventato dalla presenza di mutanti minacciosi come Magneto.

X-Men 3 (by MCU)

x-men mcu

All’inizio del terzo film MCU sugli X-Men, la paura degli umani nei confronti dei mutanti sarà a livelli altissimi. Nel precedente capitolo, Magneto ha dimostrato che, se lo desiderano, alcuni mutanti sono capaci di distruggere intere nazioni. Siamo in un punto critico: la società è pronta alla guerra di specie.

In una situazione simile, gli X-Men non potrebbero fare granché per evitare lo scontro.Si creerebbe una vicenda molto simile a Endgame. Durante la lotta, molti X-Men potrebbero perdere la vita, come tanti altri supereroi. Potremmo assistere alla prima battaglia MCU per diversi personaggi: Wolverine e gli altri X-Menricorrerebbero a qualsiasi mezzo pur di salvare il proprio team e tutti i mutanti.

Una battaglia di questa portata, magari contro la comunità di mutanti dei Morlock, sarebbe un mezzo perfettoper mostrare all’MCU quanto siano pericolosi gli XMen quando hanno le spalle al muro. Una storia interessante potrebbe includere anche SInister e un orfanotrofio  in cui il personaggio fa esperimenti su diversi bambini mutanti al fine di sintetizzare il DNA del mutante più potente mai esistito. Il terzo film MCU vedrebbe dunque uno scontro su larga scala che coinvolgerebbe comunità di mutanti, enemies umane e mutate, team di supereroi nuovi e consolidati. Insomma, uno di quei momenti corali che distinguono il franchise e che non si sa mai come potrebbero risolversi.

Ecco altre ipotesi astratte quanto avvincenti sul futuro degli X-Men nell’MCU. E voi cosa ne pensate? Arriverà davvero una trilogia sui mutanti?

Quando gli X-Men incontrano l’MCU: come e dove si incontreranno i due universi?

Il primo seme di mutazione è stato impiantato nel MCU, ufficialmente con Mrs Marvel. Il gene degli X-Men è stato impiantato nell’MCU. Il tratto distintivo dei mutanti, il gene-X, è stato ora ufficialmente scoperto dai personaggi del Marvel Cinematic Universe. Ora al franchise non resta che sviluppare i tratti dei personaggi e le loro storie. Come si inserirà il team all’interno di un franchise cinematografico già complesso?

Ecco allora come potrebbero apparire gli X-Men dell’MCU. Queste idee sono tratte principalmente da 3 fonti: dagli eventi che hanno già avuto luogo nell’MCU; dai fumetti della Marvel Comics – sia dentro che fuori da Terra-616 – e dall’articolo qui citato di ComicBookMovie.com.

Le origini del gene X

celestiali mcuPrima di di immergersi nel panorama attuale dell’MCU, è giusto fare un balzo nel passato del franchise. Nell’Universo Cinematografico Marvel, al tempo della creazione dell’umanità una schiera di Celestiali si è recata sulla Terra segnando tutta la storia futura del pianeta. I Celestiali sono conosciuti per la loro capacità di generare vita di tutti i tipi e di manipolare le specie esistenti. I Celestiali sono inoltre in grado di “impiantare” i propri embrioni al centro dei pianeti che visitano. Loro depositano l’embrione celeste e questo rimane sommerso per anni fino a quando non è pronto per nascere. Sappiamo anche che l’embrione celeste emerge, o nasce, in base alla quantità di vita intelligente che abita il pianeta.

Cosa c’entra tutto questo con i mutanti? Nell’MCU, i Celestiali hanno lasciato un embrione anche sulla Terra e, nel corso degli anni, hanno fatto di tutto per proteggere il proprio feto sulla Terra. Prima hanno mandato gli Eterni sul pianeta. Poi è arrivato il turno dei Devianti. Tuttavia, Arishem ha perso il controllo e ha costretto gli Eterni a combattere i Deviantiaffinché questi ultimi non uccidessero troppe persone sulla Terra (cosa che avrebbe messo in pericolo la nascita dell’embrione).

E se il piano messo in campo dai Celestiali fosse più ampio e coinvolgesse anche gli X-Men? E se i Celestiali avessero impiantato un gene in più – o un gene-X – all’interno di una certa percentuale della razza? Questi geni extra potrebbero risvegliarsi man mano che l’umanità si evolve e che il pianeta si avvicina all’emergere dell’embrione celeste. Una volta attivati, i geni potrebbero dare vita a persone potentissime e geneticamente mutate. Un sistema di difesa naturale per la Terra, non solo contro i Devianti, ma contro qualsiasi minaccia.

Che cosa si sa degli X-Men nell’MCU?

Thanos-in-Avengers-Endgame-MCULa serie Diseny+ Ms. Marvel ci ha insegnato due cose molto importanti. La prima è l’esistenza del gene-X nell’MCU, indipendentemente dagli imbrogli multiversali o dallo snap di Thanos. La seconda è che la presenza dei mutanti non è un fatto pubblicamente noto. Non a caso, quando Bruno rivela a Kamala che il suo DNA presenta una “mutazione”, lei non comprende. Questa è una chiara spiegazione: i geni-X hanno appena iniziato ad attivarsi tra gli abitanti della terra e nessuno sa di cosa si tratti. Potrebbe esserci stato qualche esempio di attivazione prematura del geneX. In tal caso, Apocalypse o Selene sarebbero i primissimi casi di un’umanità così evoluta da permettere ai geni di sbloccarsi.

Nel frattempo, mutanti come Logan, Xavier o Magneto sono venuti al mondo, ma pochissime persone sul nostro pianeta ne sono a conoscenza. Il governo americano sa, ma è una questione altamente top secret. Persino il presidente, la SHIELD e le altre potenze sono tenuti all’oscuro, per il timore che le informazioni sui mutanti scatenino una guerra di razza. Il governo potrebbe avere addirittura strutture top secret nascoste in tutto il paese in cui i mutanti vengono sfruttati per la ricerca. Attraverso queste strutture, il governo potrebbe aver scoperto lo stadio evolutivo dei mutanti e, di conseguenza, la velocità con cui i geni X stanno cominciando a manifestarsi tra gli umani. Il tutto avverrebbe perché il gene X, tramandato attraverso le generazioni, si è mescolato nelle riproduzioni tra mutanti (ignari) e non-mutanti.

La scuola di Xavier per Giovani Dotati

xavier schoolXavier è uno dei più vecchi mutanti in vita sulla Terra ad aver manifestato i suoi poteri, ma anche lui ha avuto bisogno di molto tempo per capire cosa gli stava accadendo. Imparare a controllare i propri poteri è stato uno sforzo ancora più grande. Ora, Xavier può sentire i pensieri di chiunque si trovi nelle sue vicinanze in ogni momento. Questo X- Men è così potente che, se si sforza, può cogliere i pensieri di chiunque sulla Terra.

Una volta dominati i propri poteri, il passo successivo per Xavier è stato scoprire quanti altri erano come lui. Usando le sue abilità, Xavier ha raggiunto gli altri mutanti – quasi tutti manofestano il gene-X da adolescenti o da giovani – e ha offerto loro un posto dove stare e dove imparare a controllare le proprie capacità. I suoi primi studenti sono stati Cyclops, Jean Grey, Colossus, Nightcrawler, Storm, Angel, Beast e Wolverine.

La scuola di Xavier è in realtà più di un programma di addestramento: diventa scuola e casa per i giovani mutanti, e per i loro insegnanti. Come potrebbe essere rappresentata nell’MCU la scuola di Xavier? Una grande quantità di personaggi iconici vivono al suo interno, da Iceman a Wolverine. La scuola è un ambiente già apprezzato dall’MCU e, anche in questo caso, potrebbe essere teatro di cameo e collaborazioni interessanti tra personaggi vecchi e nuovi.

La prima apparizione MCU: The Mutants

x-men mcuDetto questo, il progetto MCUThe Mutants” potrebbe essere una nuova serie Disney+ che in ogni episodio si contentra su un X-Men diverso. Il primo episodio potrebbe avere Xavier come protagonista per raccontare come si sono manifestati i suoi poteri, com’è entrato in contatto con gli altri mutanti e, ovviamente, le origini della scuola.

Questa operazione fornirebbe tutte le informazioni necessarie sugli X-Men attraverso un unico prodotto specifico, senza dover per forza introdurre i singoli membri approssimativamente in un film. Allo stesso modo, ogni film con uno o più X-Men potrebbe concentrarsi sull’azione senza dover perder tempo a contestualizzare i vari personaggi.

Proprio come il primo film dei Vendicatori, il primo film degli X-Men dovrebbe mostrare la formazione della squadra a partire dai mutanti nella scuola di Xavier. Sempre come nel primo film dei Vendicatori, non ci dovrebbe essere nessun personaggio con tutti i riflettori puntati su di sé. Il focus sarebbe la nuova squadra MCU. Concludendo il paragone, Wolverine potrebbe essere l’Hulk degli X-Men. E voi siete d’accordo con queste teorie? Come vi immaginate la versione MCU degli X-Men?

Quando George R.R. Martin bacchettò Stan Lee per aver fatto risorgere un villain dei Fantastici Quattro

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Prima di diventare l’autore de Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, George R.R. Martin era un avido lettore di fumetti e di fumetti Marvel. E’ emerso nei meandri della rete la foto di una pagina di un Fantastici Quattro numero 29 in cui, nella sezione dedicata alle lettere dei lettori, un giovane Martin si esprime con grande chiarezza in merito a cosa ha amato e cosa ha amato meno del numero di Jack Kirby e Stan Lee. Ecco di seguito:

Cari Stan e Jack,

Un altro mese, un altro classico, ma del resto cos’altro ci si può aspettare da voi, ragazzi! FF#29 è stato ancora una volta sublime, con i bellissimi disegni di Kirby-Stone che hanno dato il giusto impatto alla splendente scrittura di Stan. Così come quell’ultimo panel a pagina 11, potrei andare avanti tutto il giorno e ancora non finire le parole da spendere. Quando i miei piccoli e brillanti hanno visto la prima volta quel panel, bombe all’idrogeno sono esplose dentro la mia testa e sono stato spazzato via dalla sua purezza magnifica. Per favore, compagni, non fatelo spesso se non volete che io muoia giovane! Tuttavia, mi dispiace informarvi che ho trovato una pecca in questo altrimenti perfetto capolavoro, una pecca che è, purtroppo, molto comune con voi. Quando abbiamo visto l’ultima volta Red Ghost in FF #13 era bloccato sulla luna, rincorso da tre scimmie super potenti livide con odio e agitando il raggio paralizzante di Mr Fantastic contro di lui. Ora improvvisamente lo riportate indietro nel pieno controllo delle sue scimmie senza una singola parola di spiegazione. Questa non è la prima volta che riportate indietro un cattivo senza spiegare esattamente come. Lo avete fatto quando avete fatto risorgere Puppet Master in FF #14 dopo che Reed aveva sentenziato che era morto in FF #8. Uno scienziato non riesce nemmeno dire se un tizio è vivo o morto, ma è abbastanza brillante da inventare un raggio doohickey radioattivo cosmico super amplificato in un attimo! In conclusione, vi auguro buona fortuna per tutti i vostri prossimi libri, ma Stan, non tirare fuori dal tuo cappello altri villain di ritorno. La prossima volta spiegaci come fanno a tornare, ok? Ok! 

George R.R. Martin

Quando Dio imparò a scrivere: recensione del film Netflix

Quando Dio imparò a scrivere: recensione del film Netflix

Il regista Oriol Paulo porta su Netflix un film angosciante e vorticoso. Quando Dio imparò a scrivere è la storia anni Ottanta di una malattia mentale più presunta che assodata. Con un cast tutto spagnolo – Bárbara LennieEduard FernándezLoreto MauleónJavier BeltránPablo Derqui – nel thriller si parla di schizofrenia, manicomi, psichiatri corrotti e malasanità.

La trama di Quando Dio imparò a scrivere

quando dio imparò a scrivere

Negli anni Ottanta, Alice (Bárbara Lennie) dice di essere una detective. Con l’intento di risolvere un caso di presunto omicidio, corrompe il marito e la sanità per farsi ricoverare all’interno di un ospedale psichiatrico. Spacciandosi per una donna schizofrenica capace di avvelenare il marito, Alice inizia a indagare tra gli archivi dell’ospedale, portando a galla diversi casi di malasanità. Non appena i suoi sospetti sembrano concretizzarsi, la diagnosi da lei inventata le si ritorce contro. Come chi grida ‘al lupo, al lupo’, Alice prima si è spacciata per pazza e ora non viene creduta più da nessuno. La donna finisce così in un vortice all’interno del quale è impossibile comprendere dove si trovi la verità.

Gli anni Ottanta e gli ospedali psichiatrici

Sicuramente il regista di Quando Dio imparò a scrivere ha bene in mente il cult che più di ogni altro ha denunciato la gestione della sanità: Qualcuno volò sul nido del cuculo (One Flew Over the Cuckoo’s Nest) di Miloš Forman. Il setting temporale, e di conseguenza le strutture, sono molto simili. Il film del 2022 è ambientano nel 1979, mentre quello di Forman è del 1975Alice è un po’ come McMurphy (Jack Nicholson ), un paziente difficilmente domabile che entra nella struttura e frantuma l’equilibrio esile con cui viene domata – o sedata – la follia. Entrambi interpretano un individuo pressoché sano di mente che, una volta finito in un ospedale psichiatrico, non viene curato ma finisce per impazzire. Il centro del discorso è lo stesso per entrambi i film e il citazionismo di Paulo è parecchio spinto.

Anche se il paragone a livello narrativo e recitativo non regge, è piacevole cogliere i riferimenti e le assonanze tra le due opere. In realtà, gli anni Ottanta non emergono troppo nelle immagini di Quando Dio imparò a scrivere e, anche le ambientazioni sono abbastanza edulcorate. Mancano nel film i classici stanzoni degli ospedali psichiatrici, le camicie di forza, i pazienti malmessi e tutti quegli aspetti inquietanti ma apprezzati dagli amanti del genere.

Indagini ai limiti della follia

Quando Dio imparò a scrivere aggiunge al discorso sulla sanità mentale la questione thriller e investigativa. Inizialmente, c’è ‘solo’ un caso di omicidio da risolvere ma, più ci si addentra nella storia, più gli aspetti indagabili aumentano. Dal direttore dell’ospedale psichiatrico, alquanto sospetto, ad altre morti non dichiarate, il centro medico ben presto si trasforma in un teatro degli orrori. Il luogo è ideale per l’Alice detective, ma non per l’Alice paziente. Tra le rappresentazioni, contorte anche a livello fotografico, i flashback, le anticipazioni e le molteplici linee narrative, Quando Dio imparò a scrivere risulta un film troppo arzigogolato che crea una matassa più grande minuto dopo minuto.

In conclusione, il film è adatto a chi, in questo periodo dell’anno, cerca un prodotto Netflix diverso dalla classica commedia natalizia spensierata. Nonostante ciò, il film non arriva alle vette di coinvolgimento che, scegliendo un tema simile, si era sicuramente preposto.

Quando c’era Marnie recensione del film dello Studio Ghibli

Quando c’era Marnie recensione del film dello Studio Ghibli

Anna è una timida dodicenne che vive la sua solitaria esistenza a Sapporo, ospite della zia Yoriko che si prende cura di lei dopo la morte improvvisa dei genitori. In seguito a gravi problemi di salute e ad una sempre crescente malinconia, Anna viene mandata per l’estate in un piccolo villaggio di mare, ospite di una solare coppia di parenti. Sola con sé stessa e con la propria grande passione per il disegno, Anna si imbatte casualmente in un’isolata villa sulle rive di una spiaggia dove fa la conoscenza di Marnie, una bellissima ragazzina che vive assieme alla sua ricca famiglia. Ben presto Anna inizia ad essere ossessionata dalla giovane amica, tanto da ricontrarla spesso nei propri sogni e ben presto si rende conto che qualcosa di strano e meraviglioso sembra aleggiare attorno alla vita della sua nuova compagna. Poche sono le cose che nella vita sembrano darci una sicurezza assoluta, e sicuramente lo Studio Ghibli è una di queste.

Uscito in seguito al clamoroso insuccesso di La principessa splendente e in contemporanea al preoccupante annuncio di un temporaneo blocco delle attività dello storico studio e del ritiro dalle scene del mentore Miyazaki, questo commovente lavoro firmato da Hiromasa Yonebayashi sembra essere un degno testamento e un tenero epilogo del mirabile lavoro di un comparto di animatori che per anni hanno coraggiosamente continuato a coltivare l’onorevole arte del disegno fatto a mano. Quando c’era Marnie posterQuando c’era Marnie, tratto dall’omonimo romanzo di Joan G. Robinson, racconta con straordinaria semplicità le tribolazioni di un’adolescente come tante alle prese coi traumi dell’infanzia e i difficili rapporti col mondo, tematiche ostiche e seriose narrate con una delicatezza ed un’intelligenza che solo la cultura nipponica può riuscire a trasporre. Con questo lavoro, forse l’ultimo, lo studio Ghibli riesce senza vacillare a conciliare una storia dalle chiare tinte anglosassoni (ma pur sempre di tematiche universali) con le superbe e delicate ambientazioni del Giappone rurale, rese magistralmente dagli ormai inconfondibili tocchi grafici espressi dalle linee chiare ed essenziali e dai colori delicati che solo il team guidato da Masashi Ando è in grado di rappresentare. Yonebayashi sviluppa un racconto vivido ed emozionate in cui il tema della crescita e del rapporto con l’altro appaiono accessibili anche ad un pubblico più giovane, in diretto contatto con l’esperienza della crescita e dell’amicizia, reale o solo immaginaria. La narrazione, grazie alla sua connaturata essenzialità, può offrire più livelli di lettura; i più giovani vi potranno leggere una vivida storia di amicizia, mentre i più maturi forse qualcosa di ancora più profondo.

Il singolo Fine on the outside di Priscilla Ahn che accompagna i titoli di coda sembra segnare il commosso traguardo di una storia ma anche di un team di creatori di sogni, coloro che con un tratto di matita e qualche chiazza di colore ci hanno fatto a lungo sognare, proprio come sogna l’insicura Anna.

Quando C’era Berlinguer: recensione del film di Walter Veltroni

Quando C’era Berlinguer: recensione del film di Walter Veltroni

L’11 giugno 1984 moriva Enrico Berlinguer. A trent’anni di distanza Walter Veltroni rende omaggio allo storico segretario del PCI con il docu-film Quando c’era Berlinguer, prodotto da Sky in collaborazione con Palomar, che raccoglie testimonianze, video e immagini di quello che è stato uno dei personaggi più importanti e amati della politica italiana.

Chi è Enrico Berlinguer? Le risposte della gente comune aprono e giustificano l’opera prima da regista di Veltroni, dedicata all’ex leader comunista, il cui ricordo si rivela una vecchia polaroid, tristemente sbiadita dal tempo. Un presente, vuoto e in bianco e nero, nel campo lunghissimo su Piazza San Giovanni, che muta, in un repentino flashback, nella moltitudine rossa giunta a commemorare Berlinguer il giorno dei suoi funerali. Significativo ossimoro visivo e cromatico, tra modernità e passato. Questa una delle immagini più suggestive del documentario che omaggia la figura di Enrico Berlinguer, in un collage di filmati privati, trasmissioni televisive, tribune politiche, comizi, telegiornali.

Quando C’era Berlinguer, il film

Non è la biografia completa che interessa mostrare, ma l’uomo e il leader di partito, attraverso i passaggi più importanti della sua politica. Dal colpo di stato in Cile del 1973, che segnerà profondamente le scelte del PCI, al compromesso storico prima dell’omicidio Moro, momento spartiacque della politica riformista di Berlinguer, fino al tragico comizio di Padova. Il regista non si nasconde mostrandosi in prima persona testimone degli avvenimenti e narratore. Sua la voce fuoricampo e le interviste a figure istituzionali come Giorgio Napolitano e Michail Gorbačëv, i cui interventi si accompagnano, tra gli altri, a quelli di Bianca Berlinguer, del capo scorta Alberto Menichelli, passando dal fondatore delle BR Franceschini, a Eugenio Scalfari e Jovanotti. Impreziosiscono l’opera Toni Servillo e Sergio Rubini, le cui voci sostituiscono quelle di Berlinguer e Pasolini, oltre al brano inedito di Gino Paoli “Un Addio”. Veltroni miscela in modo sapiente elementi di puro documentarismo con spezzoni più leggeri e comici di film e trasmissioni, collocati opportunamente a legare sequenze successive, con lo scopo di abbassare il tono di un documentario che le quasi due ore di durata potevano rendere poco digeribile.

Quando c’era Berlinguer si apre con i sorrisi e si chiude con momenti di commozione autentica. Walter Veltroni, all’esordio dietro la macchina da presa, riesce a tratteggiare un ritratto appassionato e storicamente corretto del segretario comunista, senza scadere nella facile retorica. Il risultato è un documentario ben riuscito e toccante, sicuramente aiutato da una personalità come quella di Enrico Berlinguer, il cui ricordo emozionerà i nostalgici, ma anche i giovani pronti ad approfondirne la figura.

Quando chiama il cuore 11: tutto quello che c’è da sapere sui nuovi episodi

When Calls the Heart ha trasmesso il finale della decima stagione nell’ottobre del 2023 e il modo in cui si è concluso ha lasciato tutti sotto shock. Nel 2024 ha debuttato Quando chiama il cuore 11 (When Calls the Heart 11) ma dove eravamo rimasti? 

L’ultima volta che abbiamo visto i nostri cittadini preferiti di Hope Valley, la storia d’amore tra Elizabeth (Erin Krakow) e Lucas (Chris McNally) sembrava finita, dato che Lucas aveva lasciato Hope Valley per intraprendere una carriera politica contro il governatore Balfour (Mark Brandon). È allora che Elizabeth si ritrova attratta da Nathan (Kevin McGarry) in un modo che non si aspettava. Ma mentre capisce dove si trova il suo cuore, riceve un messaggio snervante da Bill (Jack Wagner) su Lucas. Gli è successo qualcosa durante la sua assenza e i fan devono sapere se sta bene.

È sicuramente molto da digerire, quindi i telespettatori non vedono l’ora di scoprire se ci sarà una stagione 11 per poter mettere a tacere alcuni dei drammi. Continuate a leggere per saperne di più su Quando chiama il cuore 11 (When Calls the Heart 11), incluso il cast, la data di uscita, le notizie, gli spoiler e altro ancora.

Quando è uscita la stagione 11 di Quando chiama il cuore (When Calls the Heart)?

Quando chiama il cuore 11 (When Calls the Heart 11) è uscita il 7 aprile 2024 alle 21.00 ET su Hallmark! Dopo mesi di speculazioni, lo show ha annunciato la notizia ufficiale tramite Entertainment Tonight e un post su Instagram.

“🚨 NOTIZIA DELL’ULTIMA ORA! 🚨”, si leggeva nella didascalia del 23 gennaio. “When Calls the Heart Season Eleven debutterà su @hallmarkchannel il 7 aprile! Segnate subito i vostri calendari! Assicuratevi di andare sulla nostra Instagram Story per il link all’articolo di Entertainment Tonight per leggere lo scoop completo e vedere un’altra foto esclusiva di ET!!!”.

Quando chiama il cuore 11 (When Calls the Heart 11) in streaming

Quando chiama il cuore 11 (When Calls the Heart 11) in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Chi farà parte del cast di Quando chiama il cuore 11 (When Calls the Heart 11)

In base agli eventi del finale della stagione 10, ecco chi molto probabilmente tornerà nel cast di Quando chiama il cuore 11 (When Calls the Heart 11):

  • Erin Krakow nel ruolo di Elizabeth Thatcher Thornton
  • Chris McNally nel ruolo di Lucas Bouchard
  • Pascale Hutton nel ruolo di Rosemary Coulter
  • Bill Avery nel ruolo di Jack Wagner
  • Kavan Smith nel ruolo di Lee Coulter
  • Kevin McGarry: Nathan Grant
  • Ben Rosenbaum: Mike Hickam
  • Kayla Wallace: Fiona Miller
  • Natasha Burnett: Minnie Canfield
  • Viv Leacock: Joseph Canfield
  • Andrea Brooks: Faith Carter
  • Amanda Wong: Mei Sou

La trama di Quando chiama il cuore 11 (When Calls the Heart 11)

Anche se lo show ha lasciato le opinioni con un bel cliffhanger, Erin ha detto a TVInsider che c’è ancora molto da esplorare con il nostro gruppo di cittadini preferiti.

“Posso dire che la buona notizia è che queste domande avranno una risposta”, ha detto a metà ottobre 2023. “E praticamente subito, quindi non dovremo aspettare troppo a lungo nella stagione 11 per avere quelle risposte”.

È bello saperlo, perché una delle storyline di cui tutti hanno bisogno è il triangolo amoroso tra Elizabeth, Lucas e Nathan. Parlando con Entertainment Tonight, Erin ha detto che nonostante l’amore di Lucas ed Elizabeth l’uno per l’altra, le loro strade stanno chiaramente prendendo direzioni diverse… e verso persone diverse.

Lucas ha sempre avuto questi grandi sogni e grandi gesti… È entusiasta di trasferirsi nella grande città e di fare questi cambiamenti per la città, per la comunità. Elizabeth non condivide questi sogni”, ha dichiarato all’outlet a metà ottobre 2023. “Va benissimo così, perché possono essere individui che si vogliono ancora bene, ma che non sono necessariamente destinati a stare insieme per sempre… Credo che forse stia succedendo qualcosa nel cuore di Elizabeth che non riesce a negare come un tempo“.

Per quanto riguarda l’opinione di Kevin McGarry sulla tensione romantica tra Elizabeth e Nathan, ha rivelato a Entertainment Tonight che pensa che i due siano impegnati a lungo termine.

Mi sono sempre piaciuti Nathan ed Elizabeth come coppia“, ha detto McGarry a marzo. “Penso che Nathan sia stato creato per Elizabeth… Sento davvero che il fatto che [Nathan] non abbia trovato un posto, che non abbia trovato un partner, sia stato intenzionale. Era destinato a rimanere in sospeso, mentre lei andava avanti con Lucas. Penso che sia sempre stato destino che fosse così e che fossero destinati ad essere un punto di arrivo. E mi piace molto come è stato fatto“.

Gli episodi di Quando chiama il cuore 11 (When Calls the Heart 11)

  • In When Calls the Heart 11×10 che si intitola “What Goes Around” Allie prende una decisione audace e Nathan ed Elizabeth si precipitano a intervenire. I ricordi scoperti cambiano i piani di Lucas. Faith fa un grande passo. Mei cucina per la famiglia di Hickam.
  • In When Calls the Heart 11×09 che si intitola”Truth Be Told” Rosemary’s newspaper article creates waves when she questions Lucas’s judgement. Allie discusses her birth father with Nathan, and Elizabeth realizes Little Jack is growing up.
  • In When Calls the Heart 11×08 che si intitola “Brother’s Keeper” Elizabeth e Nathan aiutano Tom a uscire da una situazione difficile; la città si riunisce dopo una battuta d’arresto; Joseph risana una vecchia spaccatura; Gowen si confronta con Lucas.
  • In When Calls the Heart 11×07 che si intitola “Facing The Music” Elizabeth spera nel meglio quando Tom Thornton le fa visita con un’interessante opportunità per il coro della città. Rosemary e Bill intervistano una fonte. Lucas valuta le sue opzioni.
  • In When Calls the Heart 11×06 che si intitola “Believe” Elizabeth affronta una figura imponente del suo passato con il sostegno di Nathan. Rosemary aiuta Lee a gestire un nuovo ruolo di leadership. Lucas lotta per trovare offerenti per il progetto del suo resort.
  • In When Calls the Heart 11×05 che si intitola “Stronger Together” Hickam e Lee si scontrano con il sindaco di Benson Hills, mentre Gowen suggerisce una soluzione con enormi implicazioni per la città; Elizabeth e Nathan chiariscono un malinteso.
  • In When Calls the Heart 11×04 che si intitola “Along Came a Spider” A Hope Valley è Pasqua, così Elizabeth organizza una caccia alle uova con l’aiuto di Nathan; una visita dal passato di Lucas fa parlare la città; Angela e Cooper cercano di ricucire un rapporto.

  • In When Calls the Heart 11×03 che si intitola “Steps Forward” Rosemary e Bill fanno squadra per indagare su un caso che secondo loro non dovrebbe essere chiuso. Le donne di Hope Valley avviano un asilo nido. Hickam e Mei festeggiano una pietra miliare.
  • In When Calls the Heart 11×02 che si intitola “Tomorrow Never Knows” Elizabeth e Allie organizzano una festa di compleanno per Nathan; Lee e Rosemary soppesano le responsabilità lavorative rispetto al tempo da dedicare alla famiglia; Lucas si ambienta nel suo ruolo di governatore.
  • In When Calls the Heart 11×01 che si intitola “When Stars Align” Elizabeth volta pagina; Nathan torna a casa dopo un’indagine, mentre Bill ne mette in dubbio l’esito; Rosemary insegue uno scoop; Lucas fa un annuncio a sorpresa.

Qualunquemente: recensione del film con Antonio Albanese

Qualunquemente: recensione del film con Antonio Albanese

Arriva al cinema Qualunquemente, con una delle maschere più redditizie e longeve di Antonio Albanese: Cetto la Qualunque; imprenditore calabrese corrotto ed ignorante amante delle donne che decide di scendere in politica candidandosi a sindaco per paura che venga eletto un altro personaggio dalla parte della legge puntando sul suo famosissimo slogan “più pilu pe tutti”.

In Qualunquemente una delle più grandi perplessità che sin dal primo annuncio il film ha suscitato era senza dubbio se si sarebbe riuscito a costruirci una storia valida attorno e se questa avrebbe retto per una durata sufficiente per un lungometraggio da cinema. I famosi comizi di Cetto prima di questo film duravano 15 minuti ed è anche su questa formula che questi aveva puntato ed ottenuto il grande successo di pubblico. Per quanto la bravura e il talentuoso modo di mettere in scena il personaggio che ne fa un grande attore del teatro delle maschere quale è Albanese, questo non basta a dare al suo personaggio il lustro che aveva in tv, problema è dovuto in gran parte ad una necessità di dare continuità agli sketch che non reggono granché nel flusso continuo della pellicola. I punti deboli del film appaiono appena superato i 15° minuto: la sceneggiatura amalgama con difficoltà le varie bravate di Cetto pur  riuscendo a divertire con sequenze molto esilaranti.

Tuttavia per un film questo non è sufficiente, soprattutto se la regia è un po’ precaria. E’ proprio nella regia che si trova un secondo punto debole: Qualunquemente non è molto equilibrato e vive di alti e bassi che disuniscono l’armonia filmica finendo per far ritornare il personaggio dove lo avevamo lasciato. Infelice anche la scelta di giocare molto spesso su inquadrature e primi piani esasperati anche se è da menzionare la scena finale che si chiude su un piano sequenza bello ed efficace anche se il merito è equamente ripartito tra la regia e lo scenario fantastico dello stretto di Reggio Calabria.

Detto questo è certamente dovuto un elogio ad Antonio Albanese che per quanto possa far vivere il personaggio in una struttura quanto mai precaria riesce a far ridere e a divertire sfruttando anche una scelta felice: ovvero quella di approfondire la vite attorno a Cetto: il figlio Melo, la moglie Carmela e gli amici. Divertenti anche i costumi al quanto bizzarri che danno un tocco fumettistico al film diventando quasi uno dei suoi punti forti. Belle anche le musiche che accompagnano la storia con il dovuto equilibrio.

In definitiva Qualunquemente fa ridere, e abbastanza, sfruttando i già conosciuti espedienti del personaggio, ma qualcosa di più poteva essere fatto nella storia che fa da sfondo alle gang di Cetto. Ma quel che e fatto è fatto. Ultima nota va al bravo Sergio Rubini che si conferma anche in questo film un abile modellatore.

Quali sono le scene più epiche della storia del cinema?

Quali sono le scene più epiche della storia del cinema?

La storia del cinema è piena di scena che sono rimaste nell’immaginario collettivo e che, anche da sole, potrebbe servire a descrivere quanto grande sia stato l’impatto di quella determinata pellicola sul pubblico. Buzz Feed ha chiesto ai suoi utenti di votare le scene più iconiche del cinema. Scopritele di seguito e fateci sapere se questi momenti corrispondono agli stessi che, anche a voi, hanno fatto venire la pelle d’oca durante la visione:

Avengers: Endgame

https://www.youtube.com/watch?v=fP2w_UAK6B4&feature=emb_title

Avengers: Endgame di Anthony e Joe Russo, oltre ad aver battuto ogni record d’incasso, ha anche segnato la fine dell’Universo Cinematografico Marvel così come l’abbiamo conosciuto.

La scena dei portali è fondamentale proprio a sostegno di quanto esplicitato poc’anzi: 10 anni di storie collegate tra loro che culminano in unico, emozionante, momento. La regia dei Russo, combinati agli effetti visivi, al tema portate dei Vendicatori  e alla già iconica battuta “Assemble” pronunciata da Captain America, hanno regalato al pubblico un momento cinematografico straordinario.

Non è un paese per vecchi

Non è un paese per vecchi è sicuramente uno dei film più apprezzati della filmografia dei Fratelli Coen. Basato sull’omonimo romanzo di Cormac McCarthy, il film è uscito nel 2007 e ha vinto 4 premi Oscar, incluso quelli al miglior film e alla miglior regia.

La scena del lancio della moneta è probabilmente una delle sequenze più memorabili del film; sicuramente uno dei momenti in grado di mettere in luce non soltanto la brillante scrittura dei Coen ma anche la silenziosa e ossessiva performance di Javier Bardem, premiato a ragione con l’Oscar come miglior attore non protagonista.

Parasite

Film rivelazione della passata stagione cinematografica, Parasite del sudcoreano Bong Joon-ho ha scritto la storia degli Academy Awards diventando il primo film non americano a vincere la statuetta più importante di tutte, quella al miglior film, appunto.

Anche se le scene memorabili di questo capolavoro contemporaneo sono impossibile da contare sulle dita di una mano, il momento in cui Ki-woo scopre che Da-hye ha un’allergia molto seria alle pesche e ne approfitta per far credere alla signora Park che la donna soffra di tubercolosi, è sicuramente uno dei più iconici, complice anche la bustina di ketchup che viene rovesciata sopra ad un fazzoletto che la governante ha appena buttato via.

Spider-Man: Un Nuovo Universo

Spider-Man: Un Nuovo Universo, primo film d’animazione con protagonista l’Uomo Ragno, nonché debutto cinematografico del personaggio di Miles Morales, non è solo una delle pellicole dedicate al simpatico arrampicamuri più amate di sempre, ma anche uno dei film d’animazione più apprezzati dell’ultimo decennio.

Tra i momenti più emozionanti del film, vincitore dell’Oscar per il miglior film d’animazione, figura sicuramente la scena in cui Miles salta giù da un edificio e impara a fidarsi di se stessa… talmente bella da togliere il fiato!

Hereditary – Le radici del male

Esordio alla regia di Ari Aster, Hereditary – Le radici del male è stato accolto positivamente tanto dalla critica quanto dal pubblico. Tra i vari meriti del film, c’è sicuramente quello di aver riportato all’attenzione lo straordinario talento di Toni Collette, tra le attrici più incredibili della sua generazione, troppo spesso sottovalutata.

La scena con l’intera famiglia riunita per cena è sicuramente uno dei momenti più efficaci, ma anche disturbanti, dell’intera pellicola. La recitazione, la fotografia, la sceneggiatura… ogni pezzo del puzzle è semplicemente al suo posto!

Casablanca

Tra i capolavori indiscussi della storia del cinema mondiale, Casablanca di Michael Curtiz, tratto dall’opera teatrale “Everybody Comes to Rick’s” di Murray Burnett e Joan Alison, è una delle pellicole hollywoodiane più celebri di tutti i tempi.

Nella scena in questione, i nazisti iniziano a cantare il loro inno: per cercare di coprire le loro voci, tutti i presenti nel locale iniziano ad intonare La Marsigliese. È un momento che serve a connotare perfettamente tutti i personaggi della storia e a mettere in evidenza con maggiore impatto i temi affrontati dal film.

Fa’ la cosa giusta

Fa’ la cosa giusta, scritto e diretto da Spike Lee nel 1989, è considerato il capolavoro del regista americano, da sempre impegnato nella “causa afroamericana”. All’epoca della sua uscita in sala, il film suscitò numerose polemiche: secondo alcuni critici, infatti, la pellicola era un’istigazione alla rivolta da parte dei giovani afroamericani dei quartieri popolari.

Tra i momenti più significativi del film c’è sicuramente la scena in cui vengono descritti gli stereotipi razzisti. Un film che potrebbe essere stato girato ieri; ancora oggi – purtroppo – profondamente attuale.

Chiamami Col Tuo Nome

Adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di André Aciman, Chiamami Col Tuo Nome ha contribuito a rilanciare la carriera di Luca Guadagnino, regista non particolarmente apprezzato nel suo paese natale, ma amatissimo dagli americani.

Nel bellissimo e struggente racconto della storia d’amore tra Elio (Timothée Chalamet) e Oliver (Armie Hammer), il momento forse più significativo e toccante è affidato al padre di Elio, interpretato da Michael Stuhlbarg: con il cuore spezzato per la partenza di Oliver, Elio torna a casa e trova rifugio nelle braccia del padre, che con un commovente discorso invita il figlio a riflettere su quanto sia stato prezioso il legame instauratosi con Oliver e a non fuggire dal dolore che sta provando, in quanto espressione della profondità del sentimento vissuto.

La La Land

Omaggio al musical prodotto tra gli anni ’50 e ’60, La La Land è probabilmente uno dei casi più recenti di film riuscito a trasformarsi in vero e proprio fenomeno culturale. Vincitore di 6 premi Oscar (su 14 nomination ricevute), il film racconta la storia d’amore tra un musicista jazz e un’aspirante attrice, interpretati rispettivamente da Ryan Gosling ed Emma Stone.

L’epilogo del film è probabilmente uno dei finale più belli e potenti della recente storia del cinema: Mia immagina come sarebbe potuta essere la loro vita se la relazione con Sebastian avesse funzionato; il senso di ciò che sarebbe potuto essere raccolto in un “what if” geniale, nostalgico e assolutamente emozionante.

Ratatouille

Acclamato come uno dei migliori film mai realizzati dalla Pixar, Ratatouille di Brad Bird e Jan Pinkava, uscito nel 2007, viene ricordato anche, e soprattutto, per la trascinante colonna sonora.

Tra le scene più belle ed emozionanti del film, c’è sicuramente quella in cui il protagonista Alfredo Linguini esclama: “Non tutti possono diventare dei grandi artisti, ma un grande artista può celarsi in chiunque.”

Il Cavaliere Oscuro

https://www.youtube.com/watch?v=E679XJellLs&feature=emb_title

La trilogia de Il Cavaliere Oscuro ha ridefinito i contorni tanto estetici quanto narrativi del genere supereroistico. Universalmente riconosciuto come il miglior film della trilogia, Il Cavaliere Oscuro del 2008 ci ha anche regalato la più grande interpretazione del compianto Heath Ledger, premiato con un Oscar postumo per la sua incredibile incarnazione del Joker.

La sequenza d’apertura del film, quando ci viene presentato il Clown Principe del Crimine nel bel mezzo di una rapina in banca, è una scena che probabilmente non ha eguali. Indimenticabile la battuta: “Io credo semplicemente che quello che non ti uccide, ti rende più… strano!”

Ben-Hur

Colossal a tema storico, ispirato all’omonimo romanzo del generale Lew Wallace, Ben-Hur di William Wyler è, al pari di Casablanca, uno dei più grandi successi della storia del cinema, oltre ad essere uno dei film più premiati di sempre: venne infatti premiato con il maggior numero di Oscar, ben 11, record mantenuto per ben 38 anni, fino all’uscita di Titanic nel 1997, e nuovamente eguagliato nel 2003 da Il Signore degli anelli – Il ritorno del Re.

L’intera sequenza della corsa delle bighe è uno spettacolo tanto pungente quanto emozionante, capace di stupire e di regalare brividi ancora oggi, dopo oltre 60 anni.

Cantando sotto la pioggia

https://www.youtube.com/watch?v=D1ZYhVpdXbQ&feature=emb_title

Cantando sotto la pioggia, diretto da Stanley Donen e Gene Kelly, interpretato dallo stesso Kelly al fianco di Donald O’Connor e Debbie Reynolds, è probabilmente uno dei musical più celebri della storia. Il film è ambientato alla fine degli anni ’20, nel periodo di passaggio dal cinema muto al sonoro.

La sequenza in cui Don Lockwood interpreta l’omonimo brano della colonna sonora non è iconica… è semplicemente storia del cinema! “What a glorious feeling and I’m happy again…”

Bastardi senza gloria

Insieme a Pulp Fiction, Bastardi senza gloria è sicuramente uno dei film più apprezzati della filmografia di Quentin Tarantino. Un vero e proprio instant cult, pieno zeppo di grandi star, violenza tipicamente tarantiniana e battute esilaranti.

La scena iniziale del film sono 20 minuti di puro dialogo, testimonianza di quanto la vera forza di Tarantino si nasconda nella scrittura brillante, armoniosa e perfezionista.

Harry ti presento Sally

Grande successo di pubblico e critica, Harry ti presento Sally, diretto da Rob Reiner e interpretato da Meg Ryan e Billy Crystal, è ancora oggi considerata una delle più grandi  commedia romantica di tutti i tempi.

Insieme all’iconica scena dell’orgasmo al ristorante, uno dei momenti più belli del film è sicuramente il suo finale: Harry comprende i suoi sentimenti nei confronti di Sally e anche Sally capisce di amare Harry; i due si baciano appassionatamente, avendo compreso di non essere più amici, bensì innamorati.

Psycho

Tratto dall’omonimo romanzo di Robert Bloch, Psyco non è solo uno dei più celebri film del maestro del brivido Alfred Hitchcock, ma anche uno dei più grandi horror di tutti i tempi (il film ha da poco compiuto 60 anni!).

La scena in cui veniamo finalmente a conoscenza della vera identità della madre di Norman è sicuramente uno dei momenti più inquietanti della storia del cinema. Eppure, all’epoca dell’uscita in sala, l’accoglienza da parte della critica non fu unanime, a dimostrazione che lo status di “capolavoro” viene soltanto stabilito dallo scorrere del tempo.

Jurassic Park 

https://www.youtube.com/watch?v=WSM8GcShChk&feature=emb_title

Tra i più grandi successi commerciali della storia del cinema, Jurassic Park di Steven Spielberg è ancora oggi uno dei esempi più esaustivi quando si parla di grande cinema d’intrattenimento capace di mescolare pura adrenalina ed autentica emozione.

La scena in cui il T. rex fugge, fino a quando non spinge la macchina con all’interno i protagonista, è tanto perfetta quanto iconica. Nonostante siano passati quasi 30 anni dalla sua uscita in sala, resta uno dei più grandi film che hanno definito la storia del cinema.

The Truman Show

https://www.youtube.com/watch?v=Gn5kuDdeGzs&feature=emb_title

Altro esempio di film che sembra non essere invecchiato di un solo giorno. The Truman Show è una satira fantascientifica ispirata alla moda (nascente all’epoca e preponderante oggi) di raccontare la vita in televisione attraverso i reality show.

Alla fine del film, Truman non cade nella tentazione di Christof e al falso Eden preferisce la cruda verità. Salutando scherzosamente il suo pubblico: «Casomai non vi rivedessi… buon pomeriggio, buonasera e buonanotte!», Truman, oramai giunto all’uscita dell’enorme set, si avvia verso la vera vita…

Quali sono i migliori film che raccontano il Multiverso?

Quali sono i migliori film che raccontano il Multiverso?

Il Multiverso è qualcosa d cui sappiamo estremamente poco“. Tra i viaggi nel tempo di Doc in Ritorno al Futuro ai supereroi, il film su questo argomento sono aumentati. L’idea dell’esistenza di più universi è un concetto fantascientifico che esiste da decenni, ma per quanto riguarda i film, le storie di persone che viaggiano in universi diversi sono diventate di moda solo di recente. Per esempio, Rick and Morty è una serie animata basata sui viaggi nel tempo. E naturalmente, una volta che il MCU ha iniziato a esplorare i multiversi, altri franchise l’hanno inevitabilmente seguito.

Alcuni dei film più grandi e di maggior successo degli ultimi anni sono stati ambientati all’interno del multiverso, che sembra destinato a rimanere finché il pubblico continuerà a trovare interessante questo concetto. Di seguito sono riportati alcuni dei film sul Multiverso più degni di nota di tutti i tempi, classificati dal peggiore al migliore.

The One (2001)

The One non è il film numero uno del multiverso se giudicato in base alla qualità. Questo va sottolineato, perché non è esattamente un film che la critica ha accolto con entusiasmo. Il film d’azione e di fantascienza vede come protagonista Jet Li, il cui personaggio è costretto a combattere contro un’altra versione di se stesso.

Un agente che si sposta nell’universo e che ha ucciso varie altre versioni alternative di se stesso, diventando più potente a ogni uccisione. Uscito nel 2001 ha il merito di aver anticipato il tema del Multiverso nei film d’azione prima che le pellicole incentrate su questo argomento prendessero veramente piede, e anche se non può essere considerato pienamente un magistrale precursore, può almeno essere definito in anticipo sui tempi.

Doctor Strange nel Multiverso della Follia (2022)

Multiverso Doctor Strange

Pur non essendo in assoluto uno dei migliori film del MCU, Doctor Strange nel Multiverso della Follia non è privo di meriti. Il film di Sam Raimi introduce nei dettagli il tema del multiverso nel mondo Marvel che poi trova una piena narrazione in Spider-Man: No Way Home. 

Non è né il peggiore né il migliore film del MCU a essere legato al multiverso in qualche modo, ma vale la pena menzionarlo per la sua premessa incentrata sul multiverso, anche se non l’ha esplorato quanto avrebbe dovuto.

The Flash (2023)

The Flash photogallery

Se giudicato come un film sui supereroi o sui viaggi nel tempo, The Flash può vacillare un po’, ma almeno utilizza bene il multiverso. È il primo film nelle sale cinematografiche a concentrarsi sul personaggio di Barry Allen già visto in Justice League (2017) e nel più apprezzato Justice League (2021) di Zack Snyder.

È facile vederla come la risposta della DC ai vari film del MCU e di altri film Marvel che utilizzano bene il multiverso, con The Flash che porta in scena versioni multiple di personaggi familiari (e alcune versioni alternative inedite) e le inserisce in un unico film. Resta da vedere se questo concetto continuerà a essere esplorato nei futuri film della DC.

Last Action Hero (1993)

Multiverso Last Action Hero (1993)

Film d’azione che è anche una parodia dei film d’azione, Last Action Hero del 1993 è un film di Arnold Schwarzenegger molto sottovalutato che ha guadagnato almeno un seguito di culto negli anni successivi alla sua uscita. Il film segue un ragazzo che viene risucchiato nel mondo di un film d’azione che ama, con i personaggi immaginari che finiscono per farsi strada anche nel mondo reale.

Può essere considerato un proto-multiverso, perché, pur non essendo un film multiverso nel senso moderno del termine, sfrutta molto la premessa che ogni film sia effettivamente un universo a sé stante. Inoltre, ci sono due Arnold Schwarzeneger, visto che interpreta (brevemente) se stesso e il personaggio fittizio che interpreta nel film all’interno del film. Potrebbe farvi strabuzzare gli occhi, ma in modo divertente.

Coherence (2013)

Coherence (2013)

Coherence è uscito qualche anno prima della recente ondata di blockbuster sul multiverso e ha dimostrato come sia possibile esplorare un concetto così vasto con un budget ridotto. Questo film di fantascienza/mistero del 2013 è stato realizzato con soli 50.000 dollari e segue le stranezze che iniziano ad accadere a un gruppo di persone durante una cena quando una cometa vola sopra di loro.

La realtà si piega in modi interessanti man mano che il film va avanti, con gli io alternativi – e la possibilità che due universi si incrocino – esplorati in modo efficace all’interno di una storia su piccola scala e con un budget ridotto. È un film coinvolgente e stimolante, nonché uno dei film più creativi e concreti sul tema del multiverso.

Spider-Man: No Way Home (2021)

Spider-Man: No Way Home film 2021

Uscito qualche mese prima di Doctor Strange nel Multiverso della Follia, Spider-Man: No Way Home è generalmente considerato il miglior film del MCU incentrato sul multiverso. Peter Parker si scontra con cattivi provenienti da altre realtà, che il pubblico riconoscerà dai precedenti film di Spider-Man che non facevano parte del MCU.

Anche se non sono stati mostrati nel marketing, il viaggio nell’universo alla fine porta gli Spider-Man precedenti – interpretati da Tobey Maguire e Andrew Garfield – a entrare nel mondo dello Spider-Man di Tom Holland e ad aiutarlo nell’atto finale. Si è trattato di un crossover semplice ma piacevole per il pubblico e di un uso complessivamente efficace del multiverso, a cui i futuri film del MCU che affronteranno lo stesso concetto saranno in ultima analisi paragonati.

The Lego Movie (2014)

The Lego Movie (2014)

Un altro film uscito in anticipo, che probabilmente ha avuto una certa influenza sul paesaggio della cultura pop del 2020, ricco di multiversi, The Lego Movie è stato un film sorprendentemente buono che si è rivelato un successo di critica e commerciale. Seguiva un personaggio Lego apparentemente ordinario che veniva coinvolto in un’enorme battaglia contro una forza malvagia che sembrava determinata a distruggere tutti i mondi Lego.

Questo porta a un’abbondanza di luoghi nuovi e unici da visitare per i personaggi, e un’altra realtà non-Lego (una realtà in carne e ossa) è persino presente in modo prominente verso la fine del film. Non offre lo stesso tipo di viaggio nell’universo di altri film sul multiverso, ma si può dire che appartenga comunque allo stesso campo.

Spider-Man: Across the Spider-Verse (2023)

Spider-Man: Across the Spider-Verse

Quasi subito, Spider-Man: Across the Spider-Verse è diventato uno dei sequel di film di supereroi più acclamati di tutti i tempi. Il film segue Miles Morales, che si è ormai abituato a essere l’Uomo Ragno del suo universo, dopo la morte di Peter Parker nel film precedente. Tuttavia, le complicazioni sorgono quando emerge un nuovo cattivo e Miles scopre altre versioni di Spider-Man che non si fermeranno davanti a nulla per garantire la protezione dei loro universi.

È un film dal ritmo incalzante, visivamente straordinario e infinitamente creativo, che mescola efficacemente azione, umorismo e cuore, affrontando al contempo temi piuttosto intensi (per gli standard dei film per famiglie). La fine del film con un cliffhanger particolarmente brusco – che prepara l’uscita di Beyond the Spider-Verse nel 2024 – è l’unica cosa che gli impedisce di eguagliare inequivocabilmente il suo predecessore.

Spider-Man: Into the Spider-Verse (2018)

Spider-Man Into the Spider-Verse (2018)

Spider-Man: Into the Spider-Verse del 2018 rimane il gold standard per l’utilizzo del multiverso in un film di supereroi. Serve come storia delle origini per Miles Morales e allo stesso tempo introduce lui – e il pubblico – allo Spider-Verse, con altre versoni che entrano in contatto con Miles e vengono coinvolti in una battaglia per proteggere tutte le loro diverse realtà.

Utilizza questa premessa per commentare (e a volte parodiare) i precedenti film sull’Uomo Ragno, ma trova anche il modo di estrarre dal multiverso drammi e sviluppi avvincenti dei personaggi. È un film incredibilmente intelligente che è anche spettacolare da guardare e che riesce abilmente ad attrarre il pubblico di grandi e piccini.

Everything Everywhere All at Once (2022)

Multiverso in Everything Everywhere All at Once

Se Into the Spider-Verse ha mostrato il potenziale di una premessa multiverso al suo meglio, Everything Everywhere All at Once si è spinto ancora più in là, diventando un enorme successo. Il film racconta di una donna di mezza età che si ritrova inaspettatamente al centro di una battaglia che determinerà il destino del multiverso, con la necessità di sfruttare i poteri dei suoi io alternativi per combattere la forza più potente che il multiverso abbia mai conosciuto.

È stato realizzato con un budget modesto e utilizza la pura immaginazione per spingersi in luoghi in cui nessun altro film è mai riuscito ad arrivare prima. È divertente, straziante, emozionante e divertente in egual misura, e alla fine si pone come il migliore dei migliori quando si tratta di film sul multiverso. Everything Everywhere All at Once è il film da battere, per qualsiasi altro film che utilizzi il multiverso in futuro.

Quali film usciti del 2012 avranno un sequel?

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The Hollywood Reporter ha elaborato un interessante elenco di film usciti nel 2012 che, probabilmente o sicuramente, avranno un sequel. E’ stato

Quali costumi vorremmo vedere nell’ipotetica trilogia di The Batman di Matt Reeves

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L’annunciato film di Matt Reeves The Batman per molti [rumors] sarà l’inizio di una nuova trilogia che vedrà l’apprezzato regista guidare l’attore Robert Pattinson in una nuova epopea per il cavaliere mascherato. Ma se così fosse quali sarebbero i costumi del pipistrello che vorremmo vedere? Proviamo a stilarne almeno 10 possibilità!

Batman: Incorporated

Quando Batman decise di espandere la sua attività per proteggere Gotham City e il mondo, tornò al suo abito classico (con un’estetica moderna). Mentre l’armatura va bene per le scazzottate più complicate, vale la pena ricordare che ora ci sono tessuti altrettanto resistenti, e un vigilante come Batman userebbe comprensibilmente quelli.

Ma la domanda è: potrebbe davvero funzionare una versione live-action della cintura gialla e dell’emblema del petto luminoso nel DCEU di oggi? Con il giusto design, non c’è dubbio che potrebbe davvero funzionare, e potremmo davvero ottenere la versione più definitiva di Batman sul grande schermo.

L’armatura Thrasher

The Batman costumeQuando si parla di Armature, è difficile pensare che si possa fare meglio di quanto visto in Batman V Superman, ma è pur vero che Batman ha avuto più versioni della sua armatura. Quando il gioco si fa duro ci vuole qualcosa di altrettanto duro e vale la pena ricordare che Bruce Wayne è solo un uomo, ma è per questa ragione che spesso tira fuori abiti come questi in quanto lo protegge da poteri sovrumani.

La tuta Thrasher è più dura del kevlar e realizzata con fibre a maglia. Fu costruito per combattere nelle aree più inospitali della Terra, in grado di resistere a caldo e a freddi estremi con le basse temperature basse dell’artico. L’armatura era inoltre dotata di ossigeno che poteva durare per settimane.

Il costume di Bill Finger

Bill FingerBill Finger è uno dei co-creatori di Batman (o “The Bat-Man” come allora era conosciuto), e ha introdotto gran parte dell’estetica che abbiamo imparato a conoscere come il Batsuit. Ora, guardando l’immagine qui sopra, come non potremmo pensare che questo possa davvero funzionare in un contesto live-action, ma probabilmente non saremmo tutti d’accordo.

Quelle ali da pipistrello, la cintura gialla e le orecchie a punta potrebbero sembrare davvero fantastiche in live-action, e se  in The Batman, Robert Pattinson continuerà a indossare costumi “fatti in casa”, allora perché no un costume che renda omaggio al grande talento di Bill Finger. In un certo senso, sembra che Matt Reeves sia già stato ispirato da questo, ma una versione più raffinata potrebbe finire il giusto connubio che rende moderno un grande classico!

Arkham Origins

Arkham OriginsNonostante abbia un design corazzato molto simile a quello visto nella The Dark Knight Trilogy di Christopher Nolan, questo Batsuit ha una componente in pelle/tessuto che gli conferisce un aspetto molto diverso nel complesso. Il cappuccio e il mantello da collegare sono simili al costume di Noel (ci arriveremo), anche se un po’ più snelli grazie al simbolo del petto che viene tenuto separato.

Per un Batsuit “finale” introdotto alla fine di The Batman, questo avrebbe sicuramente funzionato per i fan dei fumetti e dei videogiochi. Questo Batsuit prende le migliori caratteristiche rispetto a molti altri elencati in questa nostro articolo e le combina perfettamente per creare un look che sarebbe semplicemente incredibile da far indossare a Robert Pattinson.

Batman Beyond

Batman Beyond

Di tutti i costumi che vi abbiamo parlato, questo è senza dubbio il più drasticamente  e diverso. Il costume di Batman Beyond è stato originariamente indossato da Terry McGinnis, un ragazzo delle superiori che diventa Batman sotto le sembianze di un vecchio Bruce Wayne.

I recenti fumetti di Batman hanno rivelato una versione corazzata e prototipo della tuta che potrebbe aprire la porta ad un eventuale aspetto attuale. Tuttavia, sarebbe innegabilmente divertente vedere Robert Pattinson forse mettere da parte il suo abito classico consumato e danneggiato in battaglia e indossare un abito tecnologicamente avanzato. Ma è molto improbabile che questo design si adatti all’estetica che Reeves sta cercando di ottenere con The Batman.

The New 52

Riuscite a credere che sia passato quasi un decennio dal lancio di questo reboot? Questa serie ha diversi pregi, come il fatto di esser riuscito a mantenere ala maggior parte delle trame dell’universo DC e allo stesso tempo semplificando la sua storia, rendendolo adatto ai lettori delle nuove generazioni.

La versione del Batsuit della foto ha dato il via a quella versione delle avventure di Caped Crusader in questo nuovo mondo, e sebbene sia un look abbastanza semplice per Batman, le opere di Greg Capullo sarebbero un posto intelligente in cui cercare ispirazioni per Matt Reeves e il suo team quando si dovrà di reinventare questo eroe. Questa tuta trasforma anche il mantello in più di un mantello È basica, ma potrebbe funzionare bene sullo schermo.

Batman Noel

Batman Noel

Batman: Noel di Lee Bermejo è una rivisitazione unica del testo originale A Christmas Carol di Charles Dickens, e presenta un aspetto davvero unico per Caped Crusader. Una versione live-action di questo abito in pelle potrebbe correre il rischio di assomigliare troppo ad un costume di Daredevil, ma almeno alcuni elementi di questo abito sono entrati nel film di Matt Reeves.

Le aree rinforzate gli conferiscono molta più forma e un aspetto corazzato che consente al personaggio – e all’attore – di indossarlo con molta libertà di movimento. Il modo in cui il simbolo del pipistrello e il mantello sono collegati è visivamente accattivante, mentre l’aspetto generale è estremamente fedele ai fumetti senza essere troppo simile a quello che abbiamo visto in passato. Se quello visto indossare da Robert Pattinson fino ad ora è un abito “prototipo”, questa potrebbe facilmente essere la versione definitiva.

Injustice: Gods Among Us

Injustice: Gods Among Us

Parlando di una versione corazzata, è difficile superare quella vista in Injustice: Gods Among Us, il videogioco ambientato in una realtà alternativa in cui Batman e Superman si scontrano dopo che quest’ultimo perde il controllo e tenta di conquistare la Terra. Come possiamo vedere, questo Batman è armato dalla testa ai piedi, anche se la differenza più notevole è nel il cappuccio.

Invece di essere semplicemente una maschera, sembra dare a Bruce Wayne molto di più in termini di protezione; qualcosa che dovrebbe tornare utile durante questa avventura. Dato ciò che abbiamo visto finora, è facile immaginare che questa versione possa inserirsi  in The Batman, ed è facile immaginare un cavaliere oscuro inesperto che alla fine indossi una tuta protettiva come questa.

Arkham Asylum

Arkham AsylumAltra versione affascinante di Caped Crusader è possibile trovarla in Arkham Asylum, altro videogioco che vede il pipistrello essere intrappolato in una prigione piena dei suoi più grandi nemici, e il Batsuit diventa presto logorato di conseguenza. Vedere Pattinson indossare un abito del genere sarebbe una mossa interessante in termini di design, mentre anche una versione pulita dell’outfit è ancora un design efficace che apparirebbe fantastico se adattato al cinema.

Una volta passato il vestito prototipo, sarebbe davvero efficace vedere Batman adottare un abito in stile Arkham che mostra danni, ma che sottolinea anche quanto sia un eroe con molte risorse.

Il costume di Jim Lee

Il costume di Jim LeeCerto, questo Batsuit non sembra molto diverso da alcuni degli altri design elencati qui, ma i fan dei fumetti sapranno cosa lo rende così speciale: è quella tinta blu che il vestito ha! Un vero classico. Il nero e il grigio sono il tema prevalente in quasi tutti gli altri costumi di questa lista (è anche l’abbinamento scelto fino ad ora in tutte le versione in live-action, dalla presa di Tim Burton a quella di Zack Snyder), quindi l’uso di una sfumatura di blu aiuterebbe entrambe questa versione a distinguersi dalle precedenti iterazioni e anche essere visivamente sorprendente.

Tuttavia, considerando il fatto che i fumetti e Man of Steel hanno abbandonato la biancheria intima rossa “iconica” di Superman, sembra probabile che Robert Pattinson non indosserà mai questa versione del costume.

Il cast di The Batman è formato da molti volti noti: insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul Dano (Enigmista) e Andy Serkis (Alfred). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore Distrettuale di Gotham.

“The Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti sospettati“.

Quale Vendicatore sa che Phil Coulson è ancora vivo?

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Quale Vendicatore sa che Phil Coulson è ancora vivo?

Clark Gregg, che nel Marvel Cinematic Universe interpreta Phil Coulson e che ritroviamo ringiovanito in Captain Marvel, crede che qualcuno dei Vendicatori sappia che il suo personaggio è ancora vivo nel MCU.

Il personaggio è interpretato da Gregg sin dal 2008, al debutto dell’universo condiviso, ed è stato un comune denominatore per tutta la Fase 1, un periodo culminato con The Avengers di Joss Whedon. Nel film, il personaggio di Gregg viene ucciso da Loki, salvo poi ricomparire vivo e vegeto, anche se un po’ cambiato, in Agents of SHIELD, la prima serie tv interna al MCU.

In una recente intervista con Gamespot durante il press tour di Captain Marvel, Gregg ha giocato con l’idea che qualche Vendicatore potrebbe essere a conoscenza del fatto che è sopravvissuto alle ferite infertegli da Loki. Ecco cosa ha raccontato:

“Sappiamo che Nick Fury sa, naturalmente, lo abbiamo visto. Credo che Tony Stark sappia certe cose, trova sempre un modo per sapere le cose, ma penso che i due abbiano avuto una conversazione a riguardo e abbiano deciso di non condividerlo ulteriormente. E poi abbiamo chiesto a Lady Sif di non dirlo a Thor – ma non so quanto ci credo. E Maria Hill sa, ha passato del tempo con lui, ma penso che tutti gli altri stiano semplicemente tenendo il segreto.”

La teoria di Clark Gregg potrebbe avere qualche fondamento. Considerando che Stark ha i mezzi per conoscere le cose, per non parlare di quando lo S.H.I.E.L.D. è stato smantellato in seguito agli eventi di Capitan America: The Winter Soldier, ha assunto la direzione dei Vendicatori e ha persino assunto Maria Hill (Colbie Smulders), ci sono buone probabilità che lui lo sappia. Supponendo che questo sia il caso, ci si chiede se questo in qualche modo possa avere un ruolo in Avengers: Endgame.

Il capo della Marvel TV, Jeph Loeb, ha fatto notare che questa sottotrama pendente verrà risolta in un modo sorprendente, a meno che non lo si decida di farlo sul piccolo schermo con Agents of S.H.I.E.L.D.

Quale supereroe preferite? Rispondono i Vendicatori cinematografici

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Quali sono i supereroi preferiti degli attori che hanno impersonato i Vendicatori della Marvel? Il sito Buzzinefilm ha indagato e, con un po’ di sorpresa, dalle interviste è emerso che

Quale supereroe Marvel potrebbe interpretare Kristen Stewart?

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Kristen StewartL’abbiamo conosciuta principalmente grazie alla saga di Twilight, tuttavia Kristen Stewart, prima di cambiare radicalmente look, ha già cercato di scrollarsi di dosso l’eredità di Bella Swan, come ha fatto il suo partner Robert Pattinson. L’attrice infatti si sta construendo una carriera alternativa fatta di piccole apparizioni in film indipedenti, e proprio mentre promuoveva uno di questi (Still Alice, candidato all’Oscar per la migliore attrice protagonista, Julianne Moore), l’attrice ha avuto modo di palesare il suo interesse nel diventare protagonista di un cinefumetto.

“Mi piace guardare quei film e mi piacerebbe mostrare alle persone qualcosa che non sia soltanto ‘Kristen Stewart’ in un altro ruolo, in una circostanza diversa.” E così sulla base della sua prima esperienza con l’action, ovvero Biancaneve e il Cacciatore, in cui ha lavorato accanto a Chris Hemsworth/Thor, l’attrice ha parlato di quale dei suereroi Marvel le piacerebbe interpretare: “Sono sicura che potrei fare qualcosa per Capitan America, sapete? … Potrei essere la persona giusta.”

Detta in questi termini, la cosa suona alquanto strana. Ma chissà, in un prossimo futuro la Marvel potrebbe aver bisogno di un personaggio che possa essere proprio con la Stewart! Che ne dite?

Fonte: CBM

Quale sarà il nuovo film di Michael Mann?

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Michael_Mann

Di ritorno dall’impegno nello sviluppo della serie Luck per la HBO, per cui ha diretto anche l’episodio pilota, Michael Mann è alla ricerca di una storia con cui riaffacciarsi al grande schermo dopo Nemico Pubblico.

 

Quale personaggio dei film horror sei, in base al tuo segno zodiacale?

A tutti i fan accaniti degli horror è sicuramente capitato di pensare a come si comporterebbero se fossero personaggi un racconto dell’orrore, che ruolo potrebbero svolgere e che decisioni prenderebbero per poter sopravvivere. Le tipologie di personaggi dei film horror sono parecchie e mente alcune sono completamente scomparse, altre rimangono evergreen. Ma vi siete mai chiesti che tipo di personaggio interpretereste, in base al vostro segno zodiacale?

Ariete: Quello che non è abbastanza spaventato

test horror arieteC’è uno strano rumore che proviene dal seminterrato e questo tipico personaggio vuole sempre “controllare”. Tutti i compagni gli gridano: “Non entrare lì dentro!” ma l’Ariete del film non ha paura — o forse non abbastanza. Gli Ariete sono notoriamente coraggiosi e tenaci, disposti e desiderosi di abbracciare nuove avventure e vedere nuovi posti.

Una misteriosa vacanza gratis su un’isola remota con un misterioso ospite? Ci andranno subito! Una strana telefonata con una voce confusa che fa strane domande? Casey Becker di Scream risponde al telefono con un sorriso rilassato, incanalando totalmente la nonchalance dell’Ariete. Il loro sfrenato ottimismo impedisce loro di avere troppa paura di quasi tutto.

Toro: lo scettico

test horror toroIl Toro è un segno fisso e, come tale, ama la sua routine. Tutto ciò che si allontana dalle loro abitudini, è un cambiamento sgradito. Questo include ovviamente assassini in fuga, fantasmi e altre cose paranormali.

I Toro vogliono essere tranquilli e indisturbati, quindi vorranno comportarsi come se non stesse succedendo nulla di spaventoso e tornare a qualsiasi attività sia stata interrotta da uno scricchiolio o da una voce incorporea. Si fidano solo dell’evidenza, quindi un Toro dovrebbe vedere il fantasma con i propri occhi, come Josh Lambert di Insidious, prima di accettare finalmente che sia reale.

Gemelli: la final girl

test horror la final girlLe migliori Final Girls nei film horror sono iconiche, e un Gemelli ci starebbe proprio bene. I Gemelli sono intelligenti e adattabili: la combinazione perfetta per una Final Girl. Essere in grado di ribaltare la situazione in un attimo è importante quando si cerca di sopravvivere in un film horror.

La Final Girl è estroversa e piacevole, ma anche intelligente, proprio come i Gemelli. Possono sia trovare una via di uscita da una situazione difficile con un rapitore, o superare in astuzia qualsiasi spirito o nemico della vita reale sia sulla loro strada. Nel caso di Dani di Midsommar, è stata in grado di lottare per la sopravvivenza all’interno della setta e allo stesso tempo di vendicarsi di Christian per il modo in cui l’ha trattata.

Cancro: l’amante protettivo

The ConjuringAnche se i Cancro odierebbero i film horror come Midsommar dove gli amanti vengono separati, potrebbero essere i loro propri Amanti da film horror. “Gli Amanti” è un altro tropo comune nei film horror e la coppia ufficiale del gruppo di amici, di solito.

La profondità emotiva di un Cancro è combinata con la loro lealtà verso il partner e la loro natura protettiva, come la lealtà e la protezione reciproca di Ed e Lorraine Warren in The Conjuring, che insieme fanno una squadra perfetta. L’intuizione del Cancro li aiuterebbe a prendere decisioni rapidamente ed efficacemente per aiutare a salvare l’altra metà.

Leone: il leader

test horror leaderI Leoni sono leader nati e sicuri di sé e sarebbero quelli che riuniscono tutti per lavorare su un piano d’azione comune, come Curt Vaughan in The Cabin In The Woods. Le persone si affidano infatti istintivamente ai leoni come guida e comando.

Sono anche grandi cheerleader, quindi potrebbero fare un discorso ispiratore e non lascerebbero nessuno a morire. I Leo non si arrendono mai e hanno molta determinazione quando si tratta di raggiungere i loro obiettivi, che sono caratteristiche chiave per far sopravvivere il gruppo mentre si cerca di placare le creature infernali.

Vergine: il messaggero

C’è sempre qualcuno, sia esso un individuo locale in una città spettrale, che ha qualche intuizione su ciò che sta succedendo e dà un avvertimento ai personaggi principali del film. Questo messaggero è una Vergine, e l’esempio perfetto si vede quando Andre Hayworth escalama una delle citazioni più memorabili di un film di Jordan Peele che rimarrà per sempre negli spettatori: “Get Out!

I Vergine sono notevolmente affidabili, quindi dovrebbero essere affidabili quando dicono che un mostro attraversa la città ogni notte a mezzanotte o che la sventura attende chiunque entri nella vecchia villa sulla collina. Sono anche abbastanza pazienti da aspettare che la gente si renda conto che hanno ragione.

Bilancia: L’amante romantico

test horror libraLa vivace e civettuola Bilancia è l’altra metà della coppia degli innamorati. La loro natura idealista permette loro di connettersi ancora con il loro partner, anche nel momento del pericolo. I Bilancia sono anche i diplomatici dello zodiaco e sono bravi a prendere decisioni in coppia o in gruppo.

I Bilancia possono trovare tempo per il romanticismo in qualsiasi situazione ed essere in grado di ideare un piano di sopravvivenza per il loro partner e per loro stessi, come Dani e Jamie, che si sono innamorati e hanno combattuto i fantasmi in The Haunting Of Bly Manor. Tuttavia, la loro tendenza a farsi prendere da un momento romantico potrebbe avere conseguenze fatali.

Scorpione: il cattivo/complice segreto

test horror scorpioneGli Scorpioni amano i segreti, quindi avere un piano segreto o un ruolo che ha a che fare con una grande rivelazione è pane per i loro denti. Gli scorpioni sono anche molto determinati, quindi se hanno un conto in sospeso o vogliono creare un po’ di caos, faranno di tutto per raggiungere i loro obiettivi. Uno Scorpione potrebbe tirare fuori uno dei più scioccanti colpi di scena dei film horror con la sua rivelazione, come Billy Loomis che rivela di essere Ghostface in Scream.

Gli Scorpioni sono abbastanza coraggiosi da mettersi proprio di fronte al loro nemico senza temere nulla. Se non sono il vero e proprio cattivo, possono essere il perfetto complice in incognito, poiché gli Scorpioni sono assolutamente leali nei confronti di chi si guadagna la loro fiducia.

Sagittario: il rilassato

test horror rilassatoC’è un personaggio nel gruppo che semplicemente segue il corso degli eventi, anche vagando e scomparendo per un po’ prima di ricomparire miracolosamente, come Marty Mikalski in The Cabin In The Woods. Un Sagittario è avventuroso e alla mano e potrebbe navigare in un paesaggio dell’orrore da solo se dovesse farlo.

Il Sagittario è anche di solito saggio e offre un’opinione arguta al gruppo su qualcosa che gli è sfuggito o può impedire che un disaccordo distrugga la squadra. Mikalski ha saggiamente notato: “Noi non siamo quello che siamo”, il che indicava il piano di The Facility per il gruppo prima che fosse rivelato.

Capricorno: lo scienziato pazzo

Se c’è un segno che potrebbe essere così preso dalle sue ambiziose imprese scientifiche da creare un mostro assassino o una malattia mortale, come nel Frankenstein di Gene Wilder, è il Capricorno. I capricorni sono laboriosi, a volte anche stacanovisti, e fanno molta fatica a rinunciare alle cose.

Se volessero riportare in vita qualcuno o presentarsi davanti alla comunità scientifica con una grande scoperta, niente potrebbe ostacolarli, non importa quali saranno i risultati (o i disastri) lungo la strada. E sicuramente correggerebbero tutti quelli che pronunciano male il loro nome, come il dottor Frankenstein.

Acquario: Il cacciatore di fantasmi/detective

test horror acquarioGli Acquario sono gli altruisti del gruppo e hanno un forte senso della giustizia, come l’ispettore Dave Toschi che insegue senza sosta l’assassino in Zodiac. Sono molto intelligenti ed eccellenti risolutori di problemi, il che li rende i perfetti Ghosthunter o detective del gruppo principale.

Farebbero qualsiasi cosa in loro potere per proteggere gli altri e non hanno paura di pensare fuori dagli schemi per trovare soluzioni, il che si rivela indispensabile quando hanno a che fare con il paranormale o serial killer imprendibili.

Pesci: Il fantasma

test horror pesciSi dice che i fantasmi siano legati a forti eventi emotivi e che possano facilmente percepire i sentimenti degli altri e far sentire anche le loro emozioni. Anche i Pesci hanno questo talento, in quanto sono altamente empatici. Ci sono alcuni fantasmi piuttosto terrificanti nei film horror, ma un Pesci sarebbe molto più gentile, come il dottor Malcolm Crowe ne Il sesto senso.

Sono anche molto creativi, il che risulterebbe utile interpretando un fantasma, dato che molte infestazioni nei film horror sono un po’ un cliché. Uno spirito dovrebbe essere veramente innovativo per ottenere una reazione dalle persone, e un Pesci sarebbe in grado di farlo.

Quale futuro per Hulk?

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Quale futuro per Hulk?

Mentre le vicende di altri suoi compagni di battaglia come Iron Man, Thor e Capitan America nel dopo Avengers ci verrannohulk

Qualcuno salvi il Natale: recensione del film con Kurt Russell

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Qualcuno salvi il Natale: recensione del film con Kurt Russell

Oltre alle sale cinematografiche che già si addobbano a festa, anche Netflix pensa a proporre il suo film per le vacanze, Qualcuno salvi il Natale, con tanto di campanelli, strenne, slitta, luci e regali, e ovviamente un Babbo Natale d’eccezione: Kurt Russell.

La trama di Qualcuno salvi il Natale

La storia, nella più classica tradizione natalizia, parla di una famiglia che, a seguito di una grave perdita, ha smarrito la magia del Natale e che verrà aiutata da un incontro magico, durante la Vigilia di Natale. Il film racconta la storia di Kate (Darby Camp) e Teddy Pierce (Judah Lewis), un fratello e una sorella che, all’arrivo di Babbo Natale (Kurt Russell) durante la vigilia, vogliono scattargli una foto. Il loro piano si trasforma però in un viaggio inaspettato, che molti bambini potrebbero solo sognare. Dopo aver sorvegliato di nascosto Babbo Natale e averlo visto arrivare, si nascondono nella sua slitta, causando un incidente che rischia di rovinare il Natale. Nel corso di una notte avventurosa, Kate e Teddy lavorano con Babbo Natale – come nessuno l’ha mai visto prima – e i suoi fedeli elfi per salvare il Natale, prima che sia troppo tardi.

Qualcuno salvi il Natale non ha certo l’ambizione di eguagliare i film dai quali trae ispirazione, come Mamma ho perso l’Aereo o Miracolo sulla 34° strada, ma desidera senz’altro sistemarsi in una poltrona di prima fila per quello che riguarda l’offerta casalinga per gli spettatori più giovani, almeno per questa stagione festiva. Il film è infatti indirizzato a un pubblico giovanissimo, carico di buoni sentimenti e di momenti sdolcinati, che però non stonano con l’intero racconto, più un’avventura che un dramma natalizio.

LEGGI ANCHEKurt Russell: intervista al protagonista

Qualcuno salvi il Natale castSe c’è un motivo di interesse o di divertimento nel film, questo è da ascrivere all’interpretazione di Kurt Russell. Il suo Babbo Natale è buffo e consapevole, cerca di sfuggire alla sua fama ma allo stesso tempo abbraccia con grande serenità il suo dono di conoscere tutti i bambini del mondo (e coloro che lo sono stati) e ha seriamente a cuore il destino della festività che lui stesso rappresenta. Con leggerezza, ma senza superficialità, si fa protagonista della storia e Russell sembra essersi divertito moltissimo ad interpretarlo, con la stessa leggerezza.

Qualcuno salvi il Natale è un film per le mattine festive, da godere in famiglia, che senza la pretesa di entrare nel canone natalizio dei film culto per questo periodo dell’anno, scalda il cuore e fa compagnia. E per chi avrà la pazienza di seguire tutta la storia verso lo scontato finale, avrà diritto alla piccola chicca finale, che Netflix ha regalato ai suoi fedeli spettatori.

Il trailer di Qualcuno salvi il Natale

Qualcuno salvi il natale: il film originale Netflix arriva il 22 novembre

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Qualcuno salvi il natale è una meravigliosa avventura natalizia, un film originale Netflix prodotto da Chris Columbus (Mamma, ho perso l’aereo, Harry Potter e la pietra filosofale) e diretto da Clay Kaytis (Angry Birds – Il film).

Il film racconta la storia di Kate (Darby Camp) e Teddy Pierce (Judah Lewis), un fratello e una sorella che, all’arrivo di Babbo Natale (Kurt Russell) durante la vigilia, vogliono scattargli una foto. Il loro piano si trasforma però in un viaggio inaspettato, che molti bambini potrebbero solo sognare. Dopo aver sorvegliato di nascosto Babbo Natale e averlo visto arrivare, si nascondono nella sua slitta, causando un incidente che rischia di rovinare il Natale. Nel corso di una notte avventurosa, Kate e Teddy lavorano con Babbo Natale – come nessuno l’ha mai visto prima – e i suoi fedeli elfi per salvare il Natale, prima che sia troppo tardi.

Il regista Clay Kaytis ha affermato: «Nessuno meglio di Kurt Russell avrebbe potuto portare in vita la nostra versione di Babbo Natale, così rude, carismatico e divertente. Sin dal primo incontro, si è perfettamente calato in questo ruolo iconico, facendosi addirittura crescere un’impressionante barba durante le riprese. Lavorare con Kurt è stato un sogno divenuto realtà, insieme abbiamo creato quella che penso diventerà la nuova immagine di Babbo Natale per le prossime generazioni».

Secondo il produttore Chris Columbus: «Kurt è il Babbo Natale perfetto. Carismatico, con un senso dell’umorismo pungente quando necessario. Siamo emozionati perché il pubblico vedrà la sua incredibile performance sullo schermo e speriamo che QUALCUNO SALVI IL NATALE diventi un classico senza tempo».

QUALCUNO SALVI IL NATALE sarà disponibile su Netflix in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo dal 22 novembre 2018.

Qualcuno salvi il Natale in uscita giovedì 22 novembre

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Qualcuno salvi il Natale in uscita giovedì 22 novembre

Qualcuno salvi il Natale, il film Netflix diretto da Clay Kaytis e prodotto da Chris Columbus, Mark Radcliffe e Michael Barnathan debutterà giovedì 22 novembre in tutto il mondo.

Qualcuno salvi il Natale è una meravigliosa avventura natalizia, un film originale Netflix prodotto da Chris Columbus (Mamma, ho perso l’aereo, Harry Potter e la pietra filosofale) e diretto da Clay Kaytis (Angry Birds – Il film).

Qualcuno salvi il Natale, la trama

Il film racconta la storia di Kate (Darby Camp) e Teddy Pierce (Judah Lewis), un fratello e una sorella che, all’arrivo di Babbo Natale (Kurt Russell) durante la vigilia, vogliono scattargli una foto. Il loro piano si trasforma però in un viaggio inaspettato, che molti bambini potrebbero solo sognare. Dopo aver sorvegliato di nascosto Babbo Natale e averlo visto arrivare, si nascondono nella sua slitta, causando un incidente che rischia di rovinare il Natale. Nel corso di una notte avventurosa, Kate e Teddy lavorano con Babbo Natale – come nessuno l’ha mai visto prima – e i suoi fedeli elfi per salvare il Natale, prima che sia troppo tardi.

Qualcuno salvi il Natale sarà disponibile su Netflix in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo dal 22 novembre 2018.

 

Qualcuno da Amare di Abbas Kiarostami – recensione

Qualcuno da Amare di Abbas Kiarostami – recensione

qualcuno da amareLa giovane studentessa Akiko (Rin Takanashi) decide di prostituirsi per potersi pagare gli studi, accettando di incontrare anche uomini molto più vecchi di lei. In uno di questi incontri, si imbatte in un sessantenne professore universitario, Takashi, (Tadashi Okuno) che dimostra un grande affetto e interesse nei suoi confronti.

Abbas Kiarostami con Qualcuno da Amare scrive e dirige una storia lineare, conferendo una sorta di elegante ambiguità ai personaggi e nelle reazioni che si sviluppano tra di essi, questo si percepisce in un crescendo fino ad un finale spiazzante. Sembra di assistere a una realtà comune e non troppo lontana dal vivere quotidiano incastonata in una Tokyo intensa e suggestiva come non lo si vedeva da Lost in Traslation di Sofia Coppola. La macchina da presa si cala perfettamente nei ritmi e nella giornata senza tempo di Akiko, in cui l’unico elemento di disturbo, in un personaggio così leggero e fresco, sembra essere il fidanzato violento Noriaki (Ryo Kase), ossessionato dalla promiscuità mai esplicita della giovane ragazza. La bravura del regista è stata di saper impostare la messa in scena in maniera oggettiva senza mai accennare a nulla, lo si denota sin dall’inizio del film dove la voce fuori campo e lo sguardo mai indirizzato verso qualcuno, ci fanno entrare nella vita privata di Akiko, regalando così un inizio diverso e piacevole dai classici codici del cinema hollywoodiano. Altro elemento che viene ripetuto in tutti gli ambienti chiusi e stretti che il film propone, sono i dialoghi molto sensati e ponderati, senza risultare verbosi. In questi luoghi avviene il vero confronto di idee e prospettive, costituendo un campionario e un parallelo con le vicende che si susseguiranno all’interno del film.

Qualcuno da amare Abbas KiarostamiIl risultato del regista iraniano è una storia accurata che ci fornisce un perfetto contrasto tra generazioni, tra realtà di villaggio e metropoli, tra interno ed esterno in cui tutto è separato da un metaforico vetro, che sia quello della macchina o di una finestra non conta, ma la bellezza con cui viene mostrato ci fa riflettere per tutta la durata del film. La riuscita del film è anche da attribuire a questi attori sconosciuti, che restituiscono reazioni di umana spontaneità in determinati incontri/scontri che sono il ritmo naturale del film, di cui il montaggio di Bahamn Kiarostami si limita a seguire come respiro naturale.

Qualcuno da amare, è un film che riesce a restituire un atmosfera palpitante senza una morale o una retorica, poiché non è importante ai fini della storia. Ma riflette con quell’indole che hanno i film nipponici, che vedono lo spazio come un’estensione dell’uomo stesso.
Dal 24 Aprile al cinema.

Qualcosa nell’aria: recensione del film di Olivier Assayas

Qualcosa nell’aria: recensione del film di Olivier Assayas

In Qualcosa nell’aria maggio del 1968, un gruppo di ragazzi si trova a vivere il caos della rivoluzione culturale che sta attraversando l’intero paese; Gilles è un liceale di diciassette anni che in questa confusione generale cerca di trovare la sua strada divisa tra una carriera artistica e l’attivismo politico. Ben presto si ritroverà a crescere spostandosi con i suoi amici tra una città all’altra, tra Europa e Oriente per tornare a casa ed essere consapevole di sé stesso.

Olivier Assayas porta la sua esperienza autobiografica nella vita di Gilles con Qualcosa nell’aria, (Clément Métayer) raccontando con uno stile di regia sobrio che si sofferma su inquadrature essenziali e misurate la vita di questo ragazzo e del gruppo dei suoi coetanei ricercando più l’atmosfera generale del film che l’intreccio di sceneggiatura. Perciò l’autore scrive di personaggi poco empatici, coscienti e attivi in apparenza, ma soprattutto sbandati e indecisi nella sostanza delle loro idee. Si fingono rivoluzionari quando infondo si sono presi una sorta di pausa dalla loro vita borghese. La bravura del regista francese sta nel voler tinteggiare l’intero film di questa essenza di insicurezza e credere in un sogno che vorrebbero li guidasse lontano ma che in realtà sarà solo un inevitabile risveglio che li porterà a ragionare sulle loro vite.

Qualcosa nell’aria, il film

Qualcosa nell'aria

Assayas usa la camera per scrivere di una generazione che ha aspettato il grande sogno e che nel momento di viverlo si scontra con la polizia, contestano l’autorità dei genitori che li mantiene e scopre la rivoluzione sessuale e le droghe leggere. Ma la bravura del regista è stata nell’evitare sapientemente tutte le trappole e le storie parallele che si potevano tracciare, mentre si è preoccupato di rinfrescare la memoria attingendo direttamente dal proprio bagaglio personale, inquadrando volutamente gli alter ego dell’ex fidanzata drogata, il padre sceneggiatore tv e le mille citazioni che si percorrono per tutto il film tra dettagli di libri e voice over del protagonista, il tutto unito da una colonna sonora scelta accuratamente e facendo rientrare nella storia tutto ciò che lo ha colpito e segnato nella sua vita. Il montaggio di Luc Barnier collega la vita di Gilles tra tempi lineari ed ellissi che si sposano con i sogni e le idee di un epoca, riuscendo a trasmettere lo spirito, senza usare la rievocazione nostalgica, che molti film con questo tema sottolineano, ma anzi segue la vita di questi ragazzi anche negli errori, lasciando anche una porta aperta ad un ipotetica lieve critica di diventare adulti in quel modo.

Molto bravi sono gli attori, completamente a loro agio negli ambienti e nei luoghi della rievocazione e bravi nel ricordare la vita dei loro genitori visto che sono quasi tutti nati negli anni novanta. Oltre al protagonista spicca Lola Créton (Un amore di gioventù) e gli esordienti India Menuez e Carole Combes.

Qualcosa nell’aria non ha né politica né azione, forse per questo è piaciuto ma non ha entusiasmato al 69° Mostra del Cinema di Venezia, lo spettatore assiste con lo stesso umore lo scorrere del film. Pur trattando una tematica attuale, giovani che sembrano preoccupati per il loro futuro, ma quello che scelgono di fare lo spettatore attuale a non lo accetta del tutto, poiché si trova ad osservare vite piuttosto distanti nelle scelte e nel modo di intraprendere un percorso alla ricerca di sé stessi, che va bene per la memoria storica ma poco per l’emozione in sala.

Qualcosa è cambiato: trama, cast e frasi del film con Jack Nicholson

Da sempre la commedia sentimentale è uno dei generi più popolari e apprezzati del cinema, capaci di trasmettere emozioni di ogni tipo facendo sognare spettatori di tutte le età. In tale vasta categoria è però sempre più difficile trovare qualcosa di diverso, capace di rimanere particolarmente impresso nella mente e nel cuore. Uno dei titoli che ancora oggi, a distanza di oltre vent’anni, riesce in ciò è Qualcosa è cambiato (qui la recensione). Film scritto e diretto dal celebre premio Oscar James L. Brooks, autorità del genere già impostosi nel 1983 con il film Voglia di tenerezza. Narratore dotato di grande sensibilità, Brooks ha qui nuovamente dato vita ad una storia tanto divertente quanto sincera e commovente.

La sceneggiatura di Qualcosa è cambiato girava già tempo ad Hollywood, con il titolo Vecchi amici. Questa venne scritta da Mark Andrus, ma lo stesso Brooks vi rimise mano dopo averne acquisito i diritti. Il regista ebbe poi particolare difficoltà a trovare un titolo migliore al film, riuscendovi però giusto in tempo per la realizzazione di trailer e poster. Indicato come uno dei più grandi film di tutti i tempi, questo lungometraggio fece furore al momento della sua uscita, divenendo uno dei grandi protagonisti del suo anno. Questo arrivò infatti a vincere alcuni tra i maggiori riconoscimenti dell’industria, ottenendo infine sette nomination agli Oscar e vincendone due.

Anche a livello economico si affermò come uno dei maggiori risultati dell’anno. A fronte di un budget di circa 50 milioni di dollari, Qualcosa è cambiato arrivò a guadagnare 314 a livello globale. Ancora oggi è ricordato come uno dei più grandi film del suo genere, e per scoprire ulteriori curiosità legate ad esso basterà proseguire qui nella lettura. Di seguito sarà infatti possibile approfondire dettagli della trama e del cast, ritrovando anche alcune delle più belle ed esplicative frasi del film. Infine, si elencheranno le piattaforme dove è possibile ritrovare il film in streaming per una comoda visione casalinga.

Qualcosa è cambiato: la trama del film

La storia si svolge a New York, ed ha per protagonista Melvin Udall, un affermato scrittore di romanzi rosa che soffre di disturbo ossessivo-compulsivo. Questi segue una ferrea routine, all’interno della quale ha modo di vivere un esistenza tranquilla anche se solitaria a causa del suo brutto carattere. Tra i suoi appuntamenti fissi vi è quello di pranzare sempre nello stesso locale, dove conosce la camiera Carol, madre single di un bambino debole di salute. Sarà proprio per via di quest’ultimo che la donna rinuncerà al suo lavoro, sconvolgendo così le abitudini di Melvin. Per rimediare alla situazione, Melvin decide di fornire alla donna quanto necessario affinché il figlio possa guarire, nascondendo però dietro tale gesto un certo sentimento verso la cameriera.

Allo stesso tempo, egli si trova a dover accudire il detestabile cane di un suo vicino di casa, il pittore gay Simon. Questi è infatti stato brutalmente aggredito, momento a partire dal quale vive una profonda crisi personale. Ridotto al verde, questi si trova costretto ad andare dai suoi genitori a Baltimora per chiedere loro il denaro che gli occorre. Visto che non può guidare, convince così Melvin e Carol ad accompagnarlo nel viaggio. Melvin si prepara meticolosamente ad affascinare Carol approfittando dell’occasione, ma non riesce mai a mostrarsi migliore di quello che vorrebbe essere, diventando perfino geloso dell’amicizia tra Carol e Simon. Ma ben presto si accorgerà che qualcosa, nonostante tutto, è davvero cambiato dentro di lui.

Qualcosa è cambiato cast

Qualcosa è cambiato: il cast del film

Per dar vita allo stravagante Melvin, Brooks dichiarò di non essere riuscito a pensare ad attore migliore di Jack Nicholson. I due avevano già collaborato per Voglia di tenerezza, e vantavano un ottima intesa grazie a cui poterono lavorare per costruire il personaggio. L’attore si disse estremamente affascinato da Melvin, considerandolo il ruolo più difficile mai interpretato, ma anche il più adorabile tra tutti. Egli contribuì attivamente alla nascita di questo, dando il proprio parere sull’abbigliamento e studiando a fondo il disturbo ossessivo-compulsivo, al fine di conferire realismo al personaggio. Nicholson era poi estremamente preoccupato dall’eventualità che nessuno apprezzasse il film per via del suo protagonista tanto scontroso e detestabile. Ciò però non si verificò, e anzi l’interpretazione che Nicholson diede di Melvin gli permise di vincere il suo terzo premio Oscar.

Accanto a lui si ritrova poi l’attrice Helen Hunt nei panni della cameriera Carol. Questa venne ritenuta l’interprete più adeguata a tale ruolo, ma aveva all’epoca 34 anni, circa dieci in meno rispetto all’età originariamente pensata per il personaggio. Brooks decise infine di abbassare quest’ultima, permettendo all’attrice di dar vita ad una donna a lei più coetanea. Anche lei finì con il vincere l’Oscar come miglior attrice. Nei panni del pittore Simon si ritrova invece Greg Kinnear. Questi si disse particolarmente spaventato all’idea di recitare con Nicholson, considerandolo particolarmente imprevedibile. L’attore si trovò poi a dover fingere una buona sintonia con il cane Verdell, con il quale fece in realtà fatica a relazionarsi. Quest’ultimo, particolarmente importante nel film, venne interpretato da ben sei Griffoncini di Bruxelles. Nel film è poi presente l’attore Cuba Gooding Jr. nei panni di Frank Sachs, amante di Simon.

Qualcosa è cambiato: le frasi, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile vedere o rivedere tale film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Qualcosa è cambiato è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà semplicemente iscriversi, in modo del tutto gratuito alla piattaforma. Si avrà così modo di guardare il titolo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà a disposizione un determinato limite temporale entro cui effettuare la visione. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno sabato 23 luglio alle ore 00:15 sul canale Rai 1.

Qui di seguito si riportano invece alcune delle frasi più belle e significative pronunciate dai personaggi del film. Attraverso queste si potrà certamente comprendere meglio il tono del film, i suoi temi e le variegate personalità dei protagonisti. Ecco dunque le frasi più belle del film:

  • Mi fai venire voglia di essere un uomo migliore. (Melvin)
  • La verità è che tu mi disturbi enormemente, e io so che… penso che… io penso che sia meglio per me non avere contatti con te perché tu non sei ancora pronto e sei un po’ grandino per non essere pronto e io sono troppo grande per non tenerne conto. Ma è anche vero che si sono verificati atti di straordinaria dolcezza… quindi grazie del viaggio comunque. Buonanotte, buonanotte. (Carol)
  • Come faccio a descrivere così bene le donne? Penso ad un uomo, e gli tolgo razionalità ed affidabilità. (Melvin)
  • Non è vero. Alcuni di noi hanno grandi storie, bellissime storie ambientate su dei laghetti, piene di barche, di amici e di… ciambelle alla marinara. Certo, nessuno in questa macchina, ma per tanta gente questa è la vita: divertimento e ciambelle alla marinara. La cosa che rende tutto difficile non è che per te sia andata male. Ti fa più incazzare che per tanti altri sia andata bene. (Melvin)
  • Un momento romantico ti ha mai portato a fare una cosa anche se sai che è una stupidaggine? (Carol)

Fonte: IMDb

Qualcosa è cambiato: recensione del film con Jack Nicholson

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Qualcosa è cambiato: recensione del film con Jack Nicholson

Qualcosa è cambiato è il film del 1997 di James L. Brooks con protagonisti Jack Nicholson, Helen Hunt, Greg Kinnear e Cuba Gooding Jr.

  • Anno: 1997
  • Regia: James L. Brooks
  • Cast: Jack Nicholson, Helen Hunt, Greg Kinnear, Cuba Gooding Jr.

Qualcosa è cambiato: la trama

Qualcosa è cambiato – trama: Siamo a New York, una grande metropoli dove si incrociano tre vite: quella di Melvin Udall, un affermato scrittore di romanzi rosa che soffre di disturbo ossessivo-compulsivo, offende e umilia costantemente gli altri a causa del suo pessimo carattere, è un misantropo razzista e non ama molto neri, gay, ebrei, vecchiette e cani. Poi c’è Simon, il suo vicino gay; un pittore che subisce un’aggressione in casa e per pagare l’assistenza sanitaria ha dilapidato tutto il suo patrimonio. Come se non bastasse durante la convalescenza è costretto ad affidare il suo amato cagnolino Verdell proprio all’odioso Melvin. E infine Carol, madre single di un bambino debolissimo di salute, che fa la cameriera in un locale dove Melvin va a mangiare ogni giorno portandosi dietro posate di plastica per la sua paura dei germi.

Un giorno Carol è costretta a rinunciare al lavoro per assistere suo figlio in malattia e ciò stravolge le abitudini di Melvin. Per risolvere il problema, lo scrittore invia a casa di Carol il suo medico personale con l’ordine di non badare a spese e fare tutto il possibile per far guarire il bambino in modo che Carol possa tornare a servirgli il pranzo e a sopportare le sue cattiverie; una sorta di altruismo spinto dal proprio egoismo e dai propri inguaribili istinti abitudinari. Melvin si troverà costretto ad aiutare anche Simon che nel frattempo è stato sfrattato di casa essendo rimasto ‘al verde’.

Quest’ultimo dopo l’aggressione non riesce neanche più a dipingere e la sua ex segretaria lo convince ad andare dai suoi genitori a Baltimora per chiedere loro il denaro che gli occorre. Visto che non può guidare, convince così Melvin e Carol ad accompagnarlo nel viaggio. Melvin si prepara meticolosamente ad affascinare Carol approfittando del viaggio, ma non riesce mai a mostrarsi migliore di quello che vorrebbe essere, diventando perfino geloso dell’amicizia tra Carol e Simon. Ma ben presto si accorgerà che qualcosa, nonostante tutto, è davvero cambiato…

Qualcosa è cambiato, il film

Qualcosa è cambiato cane (1)Qualcosa è cambiato è un film del 1997 diretto da James L. Brooks, famoso ai più per essere anche l’autore della fortunatissima serie cartoons The Simpson. I tre attori protagonisti sono Jack Nicholson nei panni dell’antipatico e asociale Melvin Udall, Helen Hunt nei panni della confusionaria Carol Connelly e Greg Kinnear nei panni del vicino omosessuale di Melvin, Simon Bishop. Nicholson e  Hunt hanno anche vinto il Premio Oscar e il Golden Globe come attori protagonisti.

Quanto al film, Qualcosa è cambiato presenta la classica imbastitura della commedia americana anni ’90, che ha perso (non completamente) il buonismo ostentato degli anni ’80 ma al contempo non è ancora inficiata dall’ironia  e dalle continue allusioni sessuali presenti in molte commedie degli anni 2000.

S’incrociano dunque tre vite di tre persone molto diverse tra loro ma che finiscono per completarsi e migliorarsi vicendevolmente. Per ognuno dei personaggi qualcosa finisce per cambiare davvero, certo non si tratta svolte radicali ma di piccoli segnali nel quotidiano che li aiutano a vivere meglio. Su tutti, a cambiare è Melvin, schivo e riluttante verso il prossimo, che riesce comunque a trovare un po’ di altruismo nel suo caratteraccio. Ad interpretarlo un grande Jack Nicholson, il cui personaggio presenta molte caratteristiche simili a quel Garrett visto in Voglia di tenerezza, non a caso alla regia di entrambi i film c’è sempre. In realtà Nicholson non fu la prima scelta del regista americano, ma il ruolo gli fu proposto dopo un rifiuto di John Travolta. Nel ricevere il suo oscar per questa interpretazione, Jack Nicholson dedicò la vittoria a J.T. Walsh, compagno di set in Codice d’onore, morto poco prima della cerimonia degli Academy Awards del 1998.

Per quanto riguarda alcune curiosità legate al film, a Hong Kong il titolo del film è stato tradotto con uno stranissimo Mr Pupù di Gatto (Mr. Cat Poop). Probabilmente si è arrivati a questo titolo dal nome Melvin, che in cantonese suona molto simile alla parola che in gergo colloquiale indica gli escrementi. Ancora, Il taxi (No 2T94) che Melvin chiama per portare Carol e il suo bambino in ospedale è lo stesso taxi utilizzato in Die Hard – Duri a morire (1995) da Samuel L. Jackson.

Qualcosa è cambiato: trailer originale

Qualcosa di troppo: anteprima gratuita con Cinefilos.it

Qualcosa di troppo: anteprima gratuita con Cinefilos.it

Uscirà in sala il prossimo 11 maggio distribuito da Adler Qualcosa di troppo, il  nuovo film diretto e interpretato da Audrey Dana con protagonisti Christian Clavier, Eric Elmosnino, Alice Belaidi, Antoine Gouy e Joséphine Drai.

Cinefilos.it offre la possibilità a pochi fortunati di vedere il film gratis, in antreprima, mercoledì 3 Maggio alle ore 20.30.

Manda una e-mail a [email protected] con il titolo del film in oggetto (Qualcosa di troppo) e specificando NOME COGNOME E CITTA’ E CINEMA DI PREFERENZA per avere la possibilità di vincere un invito valido per 2 persone!

Le anteprime avranno luogo nelle seguenti strutture:

  • The Space Beinasco BEINASCO (TO)
  • The Space Belpasso BELPASSO (CT)
  • The Space Bologna BOLOGNA
  • The Space Casamassima CASAMASSIMA (BA)
  • The Space Catanzaro Lido CATANZARO LIDO
  • The Space Cerro Maggiore CERRO MAGGIORE (MI)
  • The Space Corciano CORCIANO (PG)
  • The Space Firenze FIRENZE
  • The Space Genova Porto Antico GENOVA
  • The Space Grosseto GROSSETO
  • The Space Guidonia GUIDONIA (RM)
  • The Space Lamezia Terme LAMEZIA TERME (CZ)
  • The Space Limena LIMENA (PD)
  • The Space Livorno LIVORNO
  • The Space Lugagnano di sona LUGAGNANO DI SONA (VR)
  • The Space Milano Odeon MILANO
  • The Space Montebello MONTEBELLO DELLA BATTAGLIA (PV)
  • The Space Montesilvano MONTESILVANO (PE)
  • The Space Napoli NAPOLI
  • The Space Nola NOLA (NA)
  • The Space Parma Barilla Center PARMA
  • The Space Parma Campus PARMA
  • The Space Pradamano PRADAMANO (UD)
  • The Space Quartucciu QUARTUCCIU (CA)
  • The Space Roma Moderno ROMA
  • The Space Roma Parco de Medici ROMA
  • THE SPACE Rozzano ROZZANO (MI)
  • THE SPACE Salerno SALERNO
  • THE SPACE Sestu SESTU (CA)
  • THE SPACE Silea SILEA (TV)
  • THE SPACE Surbo SURBO (LE)
  • THE SPACE Terni TERNI
  • THE SPACE Torino TORINO
  • THE SPACE Torri di Quartesolo TORRI DI QUARTESOLO (VI)
  • THE SPACE Trieste TRIESTE
  • THE SPACE Vimercate VIMERCATE

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La trama del film: 

Avete mai pensato a come sarebbe mettersi nei panni di una persona dell’altro sesso, anche solo per un giorno?

Jeanne sicuramente no.

Fresca di divorzio, lontano dai suoi figli una settimana su due, Jeanne non vuole più sentire parlare di uomini. Ma un bel giorno, la sua vita prende una svolta totalmente inaspettata: a prima vista non sembra essere cambiato nulla in lei… ad eccezione di un piccolo dettaglio!

Questo ‘dettaglio’ dà il via alle situazioni più buffe, dove la vediamo ridere con la sua migliore amica, o discutere in preda al panico con il suo ginecologo. La nostra protagonista farà di tutto per cercare di superare questa situazione a dir poco… singolare.

Di seguito il trailer del film: