Ci sono quegli attori che
solitamente vediamo nei film più interessanti della stagione, ma
che nessuno riconosce o di cui nessuno saprebbe indicare il nome.
Maschere ricorrenti, fisicità pronunciate ed espressioni subito
lampanti che fanno a pugni con gli altri personaggi della scena, i
cosiddetti comprimari di classe devono convivere con una popolarità
ridotta e la voglia di emergere in un mare di squali ben più
celebrati dalla macchina da presa (e dal pubblico). Ecco,
Josh Brolin fa parte di quel gruppo di attori che
all’ombra delle stelle hanno costruito una carriera solida e ricca
di interpretazioni indimenticabili, e basterebbe scorrere la
filmografia del caratterista di Los Angeles per capirne la
grandezza, anche in termini di piccole parti.
In occasione dell’uscita italiana
di
Ave, Cesare!, rendiamo omaggio ad un attore straordinario,
spesso poco celebrato ma assolutamente indispensabile alla riuscita
di ogni opera in cui ha prestato voce, anima e corpo. Un corpo
rude, roccioso, elastico e folle, come nei 5 film scelti per
voi:
Llewelyn Moss, Non è un paese per
vecchi (2007)
Durante la cerimonia degli Oscar
2008, il film di Joel e Ethan Coen, tratto dal
romanzo di Cormac McCarthy, si aggiudica diverse
statuette, tra cui Miglior Regia e Miglior Film. Tutti
ricorderanno, ovviamente, la performance disturbante dello
psicopatico killer di Javier Bardem (anche lui
oscar come Attore non protagonista) mentre passa in secondo piano
l’introduzione di un personaggio centrale alla narrazione. Llewelyn
Moss è un saldatore texano reduce dalla guerra del Vietnam, un uomo
“comune” ed opportunista. Brolin è perfetto. Baffoni neri e volto
crucciato, affascinante quasi quanto il collega di scena.
Joe Doucett,
Oldboy (2013)
Nonostante lo scetticismo di
alcuni, il remake del film di Park Chan-wood
diretto da Spike Lee mette in atto alcune
soluzioni interessanti. Tra queste l’utilizzo di Josh
Brolin, che per il ruolo del prigioniero Joe Doucett
intraprende una preparazione fisica che ne limita la muscolatura e
asciuga il suo corpo notoriamente “pesante”. L’attore incarna la
sete di vendetta con estrema efficacia, non facendoci rimpiangere
l’originale coreano.
Christian “Bigfoot” Bjornsen,
Vizio di forma (2014)
Tutto il cinema di Paul
Thomas Anderson è una visione popolata da ampi scenari
americani e personaggi al limite. Nel suo ultimo lungometraggio ce
n’è uno che polverizza gli altri in modo piuttosto evidente: stiamo
parlando del “Bigfoot” interpretato da Josh
Brolin, un poliziotto improbabile nella San Francisco
degli anni Settanta. Ormai iscritta negli annali del cinema la
scena in cui l’attore mangia vistosamente un gelato a forma di
banana ricoperto di cioccolato (e non sarebbe l’unica).
Matt Graver, Sicario (2015)
Non poteva mancare nella carriera
di un grande caratterista, un ruolo cruciale in un film che ha
ridefinito un genere come il thriller d’azione. In Sicario
di Denis Villeneuve, Brolin è il capo di una task
force che condurrà l’agente Kate Macer nei sotterranei del traffico
di droga messicano; il Matt Graver dell’attore viene accompagnato
da continue smorfie di soddisfazione e clamorose ambiguità,
risultando così una delle pedine più importanti e fascinose del
film.
Eddie Mannix, Ave,
Cesare! (2016)
Contrariamente a ciò che il
marketing del film faccia supporre, il vero protagonista del nuovo
lavoro dei fratelli Coen è proprio lui, il fixer Eddie Mannix nella
Hollywood degli anni Cinquanta (ovvero colui che risolve i problemi
sul set). Ruolo differente, inusuale ma sempre circondato da
un’aurea di “normalità” che eccede in simpatia e in una celata
malinconia. E Brolin, come soltanto lui sa fare, ci consegna un
uomo, prima che una confezione, speciale. Ancora una volta.