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Un’impresa da Dio: trama e cast del film con Steve Carell

Un’impresa da Dio: trama e cast del film con Steve Carell

Tutti ricordano il film Una settimana da Dio, popolarissima commedia dove l’attore Jim Carrey acquisisce i poteri di Dio per poterli usare a proprio vantaggio, imparando però da ciò una profonda lezione. Lungometraggio di grandissimo successo, questo ha avuto, a quattro anni di distanza, un sequel intitolato Un’impresa da Dio. Uscito nel 2007 e diretto anch’esso da Tom Shadyac, questo non ha però per protagonista il simpatico giornalista Bruce, bensì quello che nel film del 2003 era il suo antagonista, l’antipatico Evan Baxter. Redentosi, è lui a ricevere un’importante missione divina. Più che di un vero e proprio sequel, dunque, si potrebbe parlare di uno spin-off.

L’originale sceneggiatura del film, in realtà, non aveva nulla a che fare con il titolo con protagonista Carrey. Questa era stata scritta, con il titolo The Passion of the Ark come semplice rilettura contemporanea dell’Arca di Noè. Acquistata dalla Universal, questa è poi stata riscritta come sequel da Steve Oedekerk, già sceneggiatore del film del 2003. Questo nuovo progetto, però, a differenza del precedente è stato caratterizzato dalla massiccia presenza di effetti speciali e dalla ricostruzione dell’Arca riscontrabile nel film. Ciò ha portato il budget a lievitare fino alla somma di 175 milioni, una cifra insolita per una commedia.

Proprio a causa di tale ricco budget, Un’impresa da Dio faticò ad affermarsi come un successo, arrivando appena a ricoprire i propri costi di produzione. L’assenza di precisi elementi del precedente film non permisero a questo nuovo di affermarsi come meritava. Ancora oggi è infatti un titolo comico che ben riflette su tematiche urgenti, dall’ambientalismo alla condotta umana. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Un’impresa da Dio

Protagonista del film è Evan Baxter, giornalista ex conduttore televisivo da poco eletto come deputato nel Congresso di Washington D.C. Qui egli si propone di usare il proprio potere politico per fare del bene e l’incontro con il capo del Congresso Long sembra fargli guadagnare un potente alleato per promuovere i propri fini altruistici. Tuttavia, Evan scopre ben presto di essere destinato a tutt’altro tipo di imprese. Egli riceve infatti una chiamata nientemeno che da Dio in persona, il quale gli comunica di essere stato scelto per svolgere un compito di fondamentale importanza per l’umanità, costruire una nuova “Arca” come alcuni millenni fa fece Noè.

Il nuovo e inconsueto incarico sconvolgerà la vita di Evan e avrà ripercussioni anche sulla sua famiglia e sulla sua carriera politica, ma superati alcuni comprensibili dubbi Evan lentamente prenderà coscienza dell’importanza della sua missione. Inizialmente riluttante, Evan si convince però grazie una serie di inspiegabili eventi. Egli si metterà così al lavoro per portare a termine la monumentale opera, seguendo scrupolosamente le istruzioni impartitegli dall’Altissimo. Un nuovo Diluvio Universale sembra infatti essere in arrivo, ma convincere di ciò quanti circondano Evan sarà quantomai difficile.

Un’impresa da Dio: il cast del film

Originariamente questo film avrebbe dovuto avere come protagonista Bruce Nolan, già mattatore in Una settimana da Dio. Jim Carrey però rifiutò di riprendere il personaggio, non essendo egli un fan dei sequel. Ciò portò così ad una profonda riscrittura della sceneggiatura, che vide così Evan Baxter promosso al ruolo di protagonista. Ad interpretarlo torna Steve Carell, che lo aveva già interpretato nel film del 2003 e grazie a cui aveva ottenuto grandissimo successo. Per ridare vita ad Evan, l’attore ha ottenuto un compenso di ben 5 milioni di dollari, una cifra giustificata dal fatto che Carell era ormai diventato uno dei grandi nomi della commedia americana.

Accanto a lui riprende il ruolo di Dio l’attore Morgan Freeman, che proprio grazie a tale personaggio aveva conosciuto una rinnovata popolarità. Nei panni di Joan Baxter, moglie di Evan, si ritrova l’attrice Lauren Graham, celebre per aver interpretato Lorelai Gilmore nella serie Una mamma per amica. I loro tre figli, Dylan, Jordan e Ryan sono invece interpretati dagli attori Johnny Simmons, Graham Phillips e Jimmy Bennett. Il celebre attore John Goodman veste il ruolo del capo del Congresso Long, principale antagonista del film. Sono poi presenti gli attori Wanda Sykes e Jonah Hill rispettivamente nei panni di Rita e Eugene Tenanbaum.

Un'impresa da Dio cast

Le frasi più belle di Un’impresa da Dio

Di seguito, ecco alcune delle frasi più belle tratte dal film Un’impresa da Dio, grazie alle quali poter avere un primo assaggio dei personaggi protagonisti e delle vicende che capitano loro.

  • A chi pregando chiede pazienza, credi che Dio dia pazienza? O dia invece l’opportunità di essere paziente? A chi chiede coraggio, Dio lo concede… o dà l’opportunità di essere coraggiosi? A chi chiede la gioia di una famiglia più unita, credi che Dio regali sentimenti rassicuranti o l’opportunità di dimostrare amore? (Dio)
  • I pesci la seguono… gli uccelli la seguono… speriamo che anche qualche onorevole la segua! (Onorevole Long)
  • Come si cambia il mondo? Con un Atto, di Reale, e Cortese, Affetto. ARCA. (Dio)
  • D’ora in poi aggiungo un nuovo comandamento. Undicesimo: fare la danza! (Dio)

Il trailer di Un’impresa da Dio e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Un’impresa da Dio è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Netflix, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 30 dicembre alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Fonte: IMDb

Un’impresa da Dio con Steve Carell in TV

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un-impresa-da-dioSerata all’insegna della comicità e delle risate quella in programmazione su Italia 1, infatti questa sera andrà in onda Un’impresa da Dio con protagonista Steve Carell.

Curiosità:

– Il film è un sequel / spin-off di Una settimana da Dio, commedia del 2003 sempre diretta da Tom Shadyac e con protagonista Jim Carrey.

– Nelle scena dell’Arca veri animali sono stati accoppiati a due a due, ma molti di loro erano in realtà coppie dello stesso sesso per una questione di sicurezza: un elefante era considerato un rischio così sono state usate due elefantesse, mentre la giraffa maschio è considerata molto docile quindi per questa specie nel film è stata usata una coppia di maschi.

– Il protagonista Evan Baxter passa davanti ad un cinema che ha in cartello The 40 year old virgin Mary, riferimento biblico, ma anche ad un precedente film con Steve Carell: 40 anni vergine (The 40 Year-Old Virgin in lingua originale).

– Il nome dell’agente immobiliare è Eva Adams che richiama i nomi dei personaggi biblici Adamo ed Eva.

– Originariamente il film era stato concepito come un sequel diretto di Una settimana da Diocon Jim Carrey che tornava nel ruolo interpretato nell’originale. La sceneggiatura di Josh Stolberg e Robert Florsheim “The Passion of the Ark” ha attirato offerte elevate a Hollywood ed è stata infine acquistata nel 2004 da Sony. Il regista Tom Shadyac dopo un progettoUniversal fallito ha suggerito alla Sony di rielaborare il progetto come un sequel di Una settimana da Dio (2003) includendo un potenziale ritorno di Carrey. Lo sceneggiatore Steve Oedekerk ha riscritto il copione e quando Carrey ha abbandonato Shadyac ha pensato a Steve Carell la cui stella era in ascesa dopo il successo di 40 Anni vergine (2005).

Trama:  Evan Baxter (Steve Carell), giornalista televisivo da poco eletto nel congresso di Washington D.C., riceve una chiamata nientemeno che da Dio in persona (Morgan Freeman) che gli comunica di essere stato scelto per svolgere un compito di fondamentale importanza per l’umanità, costruire una nuova “Arca” come alcuni millenni fa fece Noè.

Il nuovo e inconsueto “incarico” sconvolgerà la vita di Evan e avrà ripercussioni anche sulla sua famiglia e sulla sua carriera politica, ma superati alcuni comprensibili dubbi Evan lentamente prenderà coscienza dell’importanza della sua missione e si metterà al lavoro di buona lena per portare a termine la monumentale opera, seguendo scrupolosamente le istruzioni impartitegli dall’Altissimo.

Un’idea (tra le tante!) per un sequel di Hancock

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E’ risaputo che al regista Peter Berg piacerebbe realizzare un sequel del “suo” Hancock (2008); inoltre, Will Smith è desideroso

Un’estate fa: trailer della serie con Lino Guanciale e Filippo Scotti

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Gli anni ‘90, l’estate, i mondiali di calcio, gli amori estivi. E ancora le cabine telefoniche, il campeggio con gli amici, le partite a “schiaccia sette”… fino a quando una ragazza non scompare nel nulla. Un mistero che si dipana fra i ’90 e il presente, ma anche divertimento e tanta nostalgia sono gli ingredienti della nuova serie Sky Original Un’estate fa, prodotta da Sky Studios e da Fabula Pictures, di cui viene rilasciate oggi il trailer ufficiale. Protagonisti Lino Guanciale e Filippo Scotti, che guidano un cast di talenti italiani in un thriller transgenerazionale diretto da Davide Marengo e Marta Savina. La serie andrà in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW dal 6 ottobre.

Nel cast, accanto a Lino Guanciale e Filippo Scotti, Claudia Pandolfi, Antonia Fotaras, Paolo Pierobon, Martina Gatti, Anna Ferzetti, Tobia De Angelis, Orlando Cinque, Luca Vannuccini, Sofia Iacuitto, Nicole Grimaudo, Alessio Praticò, Alessio Piazza, Francesco Della Torre, Giovanni De Giorgi, Orlando Cinque, Giovanni Buselli, Giulio Tropea, Luciano Scarpa, Giulio Turbolente, Denis Fasolo, Ginevra Francesconi, Massimo De Santis, Massimo Dapporto.

La trama di Un’estate fa

Lino Guanciale (La porta rossa, Il commissario Ricciardi, Sopravvissuti) interpreta Elio, un cinquantenne dalla vita che sembra perfetta, con una bella famiglia e un lavoro da avvocato. Quando viene rinvenuto il corpo della ragazza di cui era innamorato da adolescente, Arianna, tornerà con la memoria a quell’estate del 1990, quando lei sparì misteriosamente durante una vacanza in campeggio che insieme stavano facendo con i loro amici e lui (in questa linea temporale interpretato da Filippo Scotti – È stata la mano di Dio) fu trovato in stato confusionale, senza alcun ricordo di ciò che era successo. Più di 30 anni dopo, la polizia ritrova il corpo di Arianna e la scientifica non ha dubbi: la ragazza non è morta accidentalmente, è stata uccisa, ed Elio è in cima alla lista dei sospettati. Sconvolto per la scoperta, Elio ha un incidente in auto, perde i sensi e al suo risveglio si ritrova nel 1990, nell’infermeria del campeggio. Ha di nuovo 18 anni ma la coscienza di un adulto… è un sogno? Sta finalmente recuperando la memoria o sta diventando pazzo? Sa solo che, tra pochissimo, qualcuno in quel campeggio ucciderà Arianna. Sente l’urgenza di fare qualcosa, ma la sua mente continua a spostarsi nel tempo, tra l’oggi e il 1990. Cercando di scoprire cosa è successo davvero ad Arianna e di scagionarsi dall’accusa di essere lui ad averla uccisa, Elio dovrà portare avanti un’indagine tra passato e presente che per lui nasconde forse anche la speranza di poter cambiare le cose e salvarla…

Un’estate fa è una serie Sky Original prodotta da Sky Studios e Fabula Pictures, diretta da Davide Marengo e Marta Savina, creata da Michele Alberico e Massimo Bacchini e scritta da Valerio Cilio, Federico Favot, Michele Alberico e Massimo Bacchini. Autore della colonna sonora originale è Michele Braga.

Un’estate fa: le anticipazioni dal terzo e quarto episodio

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Un’estate fa: le anticipazioni dal terzo e quarto episodio

La linea che divide il presente dal passato, i nostri giorni da quell’estate degli anni ‘90, si fa sempre più sottile, mentre iniziano a riaffiorare ricordi che sembravano ormai persi per sempre nei nuovi episodi (terzo e quarto) di Un’estate fa, la nuova serie Sky Original prodotta da Sky Studios e da Fabula Pictures. Da domani disponibili in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW, i due nuovi episodi andranno domani sera su Sky Atlantic.

Elio (Lino Guanciale) non si dà pace e cerca in tutti i modi di tornare con la memoria al Camping l’Onda, per capire cosa davvero successe quella notte. Inizia così ad indagare sulla videocassetta, chiedendo ai vecchi amici di ricordare se Arianna avesse una relazione con un altro uomo. L’ispettore Zancan (Paolo Pierobon) non desiste dal suo intento di trovare il colpevole della morte della ragazza, e arriva a scoprire qualcosa di inaspettato. Intanto negli anni ‘90 Elio (Filippo Scotti) inizia a chiedersi se conoscendo il futuro non sia possibile cambiare il passato…

Nel terzo episodio di Un’estate fa

La videocassetta apre la possibilità che Arianna avesse una relazione clandestina con un uomo misterioso, spingendo Elio a chiedere aiuto ai vecchi amici nel tentativo di svelare l’identità dell’amante sconosciuto. Nel 1990, Elio tenta di mettere alla ‘prova’ la possibilità di modificare il passato, approfittando della sua conoscenza del futuro.

Nel quarto episodio di Un’estate fa

Nel 1990, Elio e Arianna si avvicinano l’uno all’altra. Per Elio è difficile riuscire a non rovinare il momento, sforzandosi di non far fuggire la ragazza a causa della sua ossessione di salvarla. Le indagini di Zancan subiscono una svolta, mentre Elio si improvvisa detective e interroga Gualtiero.

Disponibile su Spotify la playlist curata da Valerio Errico e da Marco De Angelis con la colonna sonora della serie, che accanto alle musiche originali composte da Michele Braga comprende tantissime delle hit degli anni ’80 e ’90: da “Bette Davis Eyes” di Kim Carnes agli a-Ha di “Take on me”, i Depeche Mode di “Enjoy the Silence”, i Tears for Fears di “Shout”. E ancora, tra le altre, “The Power of Love” dei Frankie Goes to Hollywood, “Amore Disperato” di Nada, “Un’estate italiana” di Edoardo Bennato e Gianna Nannini e, ovviamente, “Un’estate fa”. Del celebre brano di Franco Califano che dà il titolo alla serie Sky Original, in Un’Estate Fa trovano spazio sia l’amatissima versione di Mina che una sorprendente cover inedita realizzata apposta per la serie da Francesca Michielin (feat. Altarboy).

Oltre che da Lino Guanciale, Filippo Scotti e Antonia Fotaras, la serie è interpretata anche da Nicole Grimaudo, Paolo Pierobon, Alessio Praticò, Tobia De Angelis, Martina Gatti, Luca Maria Vannuccini, Sofia Iacuitto, Anna Ferzetti, Orlando Cinque, Alessio Piazza, Ginevra Francesconi, Francesco Foti, Denis Fasolo, Luciano Scarpa, Massimo De Santis, Francesco Della Torre, Giovanni Buselli, Giulio Tropea, Giulio Turbolente, Giovanni De Giorgi, Eleonora Giovanardi, Claudio Bigagli, Paolo Triestino, Elisabetta De Palo, Agnese Nano, Massimo Dapporto.

Un’Estate Fa è una serie Sky Original prodotta da Sky Studios e Fabula Pictures, diretta da Davide Marengo e Marta Savina, creata da Michele Alberico e Massimo Bacchini e scritta da Valerio Cilio, Federico Favot, Michele Alberico e Massimo Bacchini. Realizzata con il contributo di Apulia Film Commission e Regione Puglia.

Durante le varie fasi della produzione sono state adottate misure volte a limitare l’impatto sull’ambiente, riducendo così le emissioni di gas serra e al fine di ottenere l’ambita certificazione di sostenibilità Albert. Una scelta in linea con l’impegno del gruppo Sky che, con la campagna Sky Zero, punta a essere la prima media company in Europa a diventare Net Zero Carbon entro il 2030.

Un’estate fa: le anticipazioni dal settimo e ottavo episodio, il finale di serie

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È finalmente il momento di dare un senso a un mistero che ha legato con un filo rosso sangue tre decenni della vita dei ragazzi, ormai adulti, al centro di Un’estate fa, la nuova serie Sky Original prodotta da Sky Studios e da Fabula Pictures. Da domani disponibili in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW i due nuovi, ultimi, episodi (settimo e ottavo) che andranno in onda domani, venerdì 27 ottobre in prima serata, su Sky Atlantic (e saranno disponibili anche on demand).

I primi due episodi della serie hanno ottenuto, dal debutto ad oggi, quasi 900mila spettatori medi (870k). Nel dettaglio, la prima puntata ha ottenuto 876mila spettatori, mentre la seconda ne ha raggiunti 864mila, mostrando una tenuta fortissima tra i due episodi (solo -1%). Con questi dati, Un’Estate Fa si attesta quale terzo miglior debutto per una serie Sky Original negli ultimi due anni (ottobre 2021-ottobre 2023).

Mentre l’ispettore Zancan continua instancabilmente ad avvicinarsi alla verità, nel presente Elio (Lino Guanciale) dopo una violenta lite con Filippo (Giovanni De Giorgi) cerca di rimettere insieme i pezzi della sua vita professionale e personale e tenta disperatamente, di riuscire a tornare ancora una volta a quell’estate del ‘90 per salvare Arianna (Antonia Fotaras). Al camping L’Onda, intanto, la situazione precipita e ogni azione di Elio (Filippo Scotti) sembra portare inesorabilmente al peggio…

Oltre che da Lino Guanciale, Filippo Scotti e Antonia Fotaras, la serie è interpretata anche da Claudia Pandolfi, Nicole Grimaudo, Paolo Pierobon, Alessio Praticò, Tobia De Angelis, Martina Gatti, Luca Maria Vannuccini, Sofia Iacuitto, Anna Ferzetti, Orlando Cinque, Alessio Piazza, Ginevra Francesconi, Francesco Foti, Denis Fasolo, Luciano Scarpa, Massimo De Santis, Francesco Della Torre, Giovanni Buselli, Giulio Tropea, Giulio Turbolente, Giovanni De Giorgi, Eleonora Giovanardi, Claudio Bigagli, Paolo Triestino, Elisabetta De Palo, Agnese Nano, Massimo Dapporto.

Un’Estate Fa è una serie Sky Original prodotta da Sky Studios e Fabula Pictures, diretta da Davide Marengo e Marta Savina, creata da Michele Alberico e Massimo Bacchini e scritta da Valerio Cilio, Federico Favot, Michele Alberico e Massimo Bacchini. Realizzata con il contributo di Apulia Film Commission e Regione Puglia.

Durante le varie fasi della produzione sono state adottate misure volte a limitare l’impatto sull’ambiente, riducendo così le emissioni di gas serra e al fine di ottenere l’ambita certificazione di sostenibilità Albert. Una scelta in linea con l’impegno del gruppo Sky che, con la campagna Sky Zero, punta a essere la prima media company in Europa a diventare Net Zero Carbon entro il 2030.

La trama dell’episodio 7 di Un’estate fa

L’indagine di Zancan lo avvicina sempre più alla verità di quanto accaduto quell’estate. Nel 1990, tra Elio e Costanza si crea tensione a causa dei sentimenti che lei prova per l’amico, mentre Arianna viene sorpresa dal ritorno al campeggio di Filippo. Lo stesso Filippo, nel presente, costringe Elio ad una sanguinosa resa dei conti.

La trama dell’episodio 8 di Un’estate fa

Elio prova disperatamente a tornare nel passato, nonostante le precarie condizioni di salute. Al campeggio, la situazione precipita in fretta: Elio tenta il tutto per tutto per salvare la vita ad Arianna, senza rendersi conto che proprio le sue azioni danno l’avvio ad una impensabile serie di conseguenze. Nel presente, Elio cerca di rimettere insieme i pezzi della sua esistenza familiare e professionale.

Un’estate Fa: la nuova serie SKY con Lino Guanciale

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Un’estate Fa: la nuova serie SKY con Lino Guanciale

Sky annuncia Un’estate Fa, una nuova serie prodotta da Sky Studios e da Fabula Pictures le cui riprese si sono appena concluse e che si mostra già nelle primissime immagini del teaser rilasciato oggi, che vede i protagonisti Lino Guanciale e Filippo Scotti guidare un cast di giovani talenti italiani in un thriller transgenerazionale su un mistero che si dipana fra gli anni ’90 e il presente.

Diretta da Davide Marengo (Il Cacciatore, Boris 3) e Marta Savina (Summertime 2) e girata fra Roma e dintorni e la Puglia, Un’estate Fa è una serie Sky Original in otto episodi. Lino Guanciale (La porta rossa, Il commissario Ricciardi, Sopravvissuti) interpreta Elio, un quarantenne dalla vita che sembra perfetta. Quando viene rinvenuto il corpo della ragazza di cui era innamorato da adolescente, Arianna, tornerà con la memoria a quell’estate del 1990, quando lei sparì misteriosamente durante una vacanza in campeggio che insieme stavano facendo con i loro amici e lui fu trovato in stato confusionale, senza alcun ricordo di ciò che era successo. Passato e presente si alterneranno in maniera sempre più serrata nella sua mente e in tutti gli otto episodi della serie, con Elio interpretato da Filippo Scotti (È stata la mano di Dio, Io e Spotty, 1994) nella linea temporale del 1990.

Un’estate Fa: quando esce e dove vederla in streaming

Un’estate Fa uscirà nel 2023 in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW.

Un’estate Fa: trama e cast

Elio vive una vita apparentemente perfetta, ha una bella famiglia e un lavoro da avvocato. Trent’anni prima, però, nell’estate del 1990, Elio ha vissuto un trauma: partito per un camping del litorale laziale inseguendo Arianna, la ragazza di cui era innamorato, era stato ritrovato giorni dopo in stato confusionale, con un vuoto nella memoria a breve termine, mentre la ragazza era scomparsa senza lasciare traccia. Più di 30 anni dopo, la polizia ritrova il corpo di Arianna e la scientifica non ha dubbi: la ragazza non è morta accidentalmente, è stata uccisa, ed Elio è in cima alla lista dei sospettati.

Sconvolto per la scoperta, Elio ha un incidente in auto. Perde i sensi, e al suo risveglio si ritrova nel 1990, nell’infermeria del campeggio. Ha di nuovo 18 anni ma la coscienza di un adulto… è un sogno? Sta finalmente recuperando la memoria, o sta diventando pazzo? Sa solo che tra pochissimo, qualcuno in quel campeggio ucciderà Arianna. Sente l’urgenza di fare qualcosa, ma la sua mente continua a spostarsi nel tempo, tra l’oggi e il 1990. Cercando di scoprire cosa è successo davvero ad Arianna e di scagionarsi dall’accusa di essere lui ad averla uccisa, Elio dovrà portare avanti un’indagine tra passato e presente che per lui nasconde forse anche la speranza di poter cambiare le cose e salvarla…

Nel cast, accanto a Lino Guanciale e Filippo Scotti, anche Claudia Pandolfi, Martina Gatti, Nicole Grimaudo, Antonia Fotaras, Tobia De Angelis, Alessio Piazza, Luca Vannuccini, Sofia Iacuitto, Anna Ferzetti, Paolo Pierobon, Alessio Praticò, Francesco Della Torre, Giovanni De Giorgi, Giovanni Buselli, Orlando Cinque, Giulio Tropea, Luciano Scarpa, Giulio Turbolente, Denis Fasolo, Ginevra Francesconi, Massimo De Santis.

Un’estate Fa è una serie Sky Original prodotta da Sky Studios e Fabula Pictures, diretta da Davide Marengo e Marta Savina e scritta da Valerio Cilio, Federico Favot, Michele Alberico e Massimo Bacchini. Autore della colonna sonora originale è Michele Braga.

Sonia Rovai, Senior Director Original Productions Sky Studios, ha dichiarato: «Un’idea originale la riconosci subito, ne intuisci immediatamente le potenzialità. Con Un’estate fa è stato così: ci ha conquistati fin da subito con una storia in grado di mischiare generi diversi e di parlare a due generazioni, i ragazzi e gli adulti, che sono ragazzi di ieri. Il tutto con al centro una forte linea crime e una detection che si fa presto anche ricerca di sé. E sullo sfondo, la capacità di giocare, in maniera anche leggera e divertente, con la nostalgia degli anni ’90. Siamo felici di annunciarla, in collaborazione per la prima volta con Fabula Pictures, con cui abbiamo messo insieme una grande squadra di volti amatissimi, di attori più giovani già in rampa di lancio e altri del tutto esordienti. Davide Marengo e Marta Savina alla regia e Valerio Cilio e il suo team di scrittura ci porteranno indietro alle atmosfere di quegli anni, fra le immagini di Italia ’90, le cabine telefoniche e tantissime delle grandi canzoni del nostro passato più recente, per un amarcord dalla doppia anima, fra il crime e la leggerezza spensierata di quei lunghi pomeriggi d’estate».

Nicola De Angelis, CEO & Responsabile sviluppo e co-produzioni internazionali di Fabula Pictures, ha commentato: «Le riprese di Un’estate fa sono state per Fabula l’occasione per lavorare con una fantastica squadra di talent. I ruoli principali, divisi in versione adulta e giovane, hanno permesso di mettere insieme un cast di grande impatto artistico. A dirigere questo gruppo di straordinari professionisti, i registi Davide Marengo e Marta Savina, capaci di bilanciare emozioni e mistero in maniera impeccabile e che ringraziamo per la dedizione che hanno mostrato per il progetto. Fabula ha creduto sin dall’inizio nella straordinaria commistione di nostalgia, mistero e divertimento raccontata da Un’estata fa e abbiamo trovato nel gruppo di scrittura, guidato da Valerio Cilio e completato da Federico Favot, insieme ai creatori della serie Michele Alberico e Massimo Bacchini, gli autori perfetti per dare corpo ed emozioni a questo avvincente racconto.

Un ringraziamento sincero va a tutto il team di Sky per il costante supporto e la fiducia nel lavoro compiuto insieme, contando su una duratura serie di ulteriori, eccitanti, collaborazioni».

Un’Avventura: il trailer del musical sulle note di Battisti e Mogol

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Uscirà il 14 febbraio Un’Avventura, il nuovo film distribuito da Lucky Red che si presenta come un musical tradizionale, un omaggio alla musica di Mogol e Battisti, con protagonisti Michele Riondino e Laura Chiatti. Alla regia Marco Danieli e le coreografie di Luca Tommassini.

Laura Chiatti e Michele Riondino, alle prese per la prima volta con un musical, sono gli splendidi protagonisti di una storia d’amore struggente e universale. Mai prima d’ora le canzoni di Lucio Battisti e Mogol erano state protagoniste sul grande schermo: Un’Avventura è il primo film in cui sarà possibile ascoltarle. La regia è di Marco Danieli, vincitore del David di Donatello per il miglior regista esordiente con La ragazza del mondo. Le coreografie del film sono state realizzate da Luca Tommasini, uno degli art director italiani più apprezzati, che ha lavorato con le più grandi star della musica e dello spettacolo.

Il trailer di Un’Avventura

Matteo e Francesca sono cresciuti insieme in un piccolo paese, sono l’uno il primo amore dell’altra. Ma siamo negli anni 70 e Francesca sente nell’aria il richiamo delle grandi rivoluzioni che stanno cambiando il mondo. Parte per Londra e lascia Matteo che inganna il tempo coltivando il suo grande sogno: scrivere canzoni. Dopo cinque anni, Francesca torna e la fiamma si riaccende. Quando lei deve trasferirsi a Roma per lavoro, Matteo decide di seguirla per iniziare una nuova vita insieme. Inizia così la loro avventura: una lunga e intensa storia d’amore che attraversa 20 anni di amore e emozioni.

Un’Avventura, la recensione

Un’Avventura, recensione del film con Laura Chiatti e Michele Riondino

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Mentre i cinema italiani hanno ancora in programmazione Bohemian Rhapsody che celebra il mito di Freddie Mercury e i suoi fan, arriva in sala Un’Avventura, la storia d’amore che omaggio invece le canzoni di Battisti e Mogol, senza ripercorrere la strada del biopic, ma facendo propria la lezione di quell’Across the Universe molto apprezzato nel 2007.

Là dove l’omaggio era ai Beatles e alla loro musica, che, di brano in brano intesseva una storia romantica, con tanto di titolo del film o di nomi di personaggi che richiamavano i titoli delle canzoni (i protagonisti si chiamavano Jude e Lucy!). Anche in questo caso abbiamo un film musicale, diretto da Marco Danieli, il cui titolo è una delle canzoni più famose dei due cantautori italiani e i personaggi rimandano immediatamente ad alcune delle loro canzoni più famose (peccato che la presenza di una Francesca e di una Linda facciano subito indovinare che piega prenderà la storia!).

Un’Avventura è quindi il racconto di un amore che nasce e si concretizza, e poi si trasforma, arrivando a toccare ogni stadio di una relazione che i brani di Battisti-Mogol hanno cantato così bene nel corso degli anni. Uno spaccato di storia della cultura nazionale, non solo musicale, un posto che brani come Acqua Azzurra, Acqua Chiara oppure 10 Ragazze per me occupano di diritto.

Il film è attentamente coreografato e meticolosamente interpretato da Laura Chiatti e Michele Riondino, che sono avvezzi al canto e che per l’occasione si cimentano anche nel ballo, peccato però che il risultato sia in più di una occasione buffo, a tratti involontariamente trash.

I riferimenti si sprecano, dal tango di Roxanne da Moulin Rouge, al tip tap sotto la pioggia, omaggio spiccicato a Cantando sotto la pioggia e La la Land contemporaneamente. Non c’è dubbio che l’operazione sia stata studiata per bene e che i riferimenti siano chiari nella mente di chi li ha messi in scena e nelle intenzioni degli esecutori, tuttavia il risultato è goffo.

Non c’è la teatralità di Luhrman, la regia di Chazelle, né l’eleganza di Gene Kelly o l’attenzione con cui Julie Taymor ha raccontato una storia snodandola sulle note dei baronetti inglesi. E anche la scrittura dei personaggi sembra oscillare tra un luogo comune e l’altro, senza mai tracciare una vera identità a questi due protagonisti che sono, oltretutto, circondati da figure bidimensionali e che fanno fatica ad emergere.

L’omaggio alla grande musica della nostra storia sarà sicuramente apprezzato dagli estimatori ma Un’Avventura si limita ad essere soltanto un incoraggiamento al karaoke in sala, cosa che sembra andare molto di moda, di recente. Con buona pace delle bellissime e struggenti canzoni protagoniste.

Un’Avventura, il trailer

Un’area Marvel nel parco Disney ad Hong Kong

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Un’area Marvel nel parco Disney ad Hong Kong

avengers_background_12Nel 2005 la Disney ha aperto un parco Disneyland a Hong Kong nella speranza di accogliere nel suo grembo anche i fan della Cina. Tuttavia ci sono voluti otto anni affinchè il parco

Un’altra Vendetta per Stephen Frears

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Il regista britannico Stephen Frears, lo sceneggiatore Peter Prince e il produttore Jeremy Thomas hanno intenzione di

Un western per Michael Fassbender?

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Un western per Michael Fassbender?

Attore ambitissimo negli ultimi tempi grazie al successo ottenuto con i suoi ultimi lavori, Michael Fassbender può contare su un’agenda densa d’impegni. Ai vari progetti in cantiere se ne potrebbe ora aggiungere un altro: l’attore è infatti dato come possibile partecipante al cast del western Jane got a gun, firmato da Lynne Ramsay, protagonista Natalie Portman.

Lynne Ramsay, la cui ultima fatica è stata …e ora parliamo di Kevin, e Natalie Portman hanno acquistato i diritti della sceneggiatura di Brian Duffield lo scorso maggio. Protagonista della storia, la moglie di un criminale tradito e lasciato morente dalla sua banda, che dovrà difendersi dagli ex compari del marito, intenzionati a portare a termine il ‘lavoro’. La donna cercherà l’aiuto di un ex amante, un pistolero particolarmente abile, che dovrebbe essere interpretato da Fassbender. L’inizio delle riprese è previsto per l’inizio del 2013. L’attore è attualmente impegnato sul set di the Counsellor di Ridley Scott e successivamente parteciperà al sequel di X-Men: L’inizio.

Fonte: Empire

Un weekend da bamboccioni 2: recensione del film con Adam Sandler

Nel 2010 Un weekend da bamboccioni non era stato un bel film: il giudizio stava tra il passabile e il godibile, un film per le famiglie, senza grandi pretese. Fatta questa premessa, capiamo che del sequel Un weekend da bamboccioni 2 non c’era veramente bisogno.

Dopo essere tornati all’infanzia con gli avvenimenti del primo film, in Un weekend da bamboccioni 2 Lenny Feder si trasferisce con la famiglia nella sua città natale. La vicenda si svolge durante l’ultimo giorno di scuola dei figli dei protagonisti, ma saranno i padri questa volta a dimostrarsi ancora immaturi durante le loro disavventure. Tenete bene in mente la trama, perché dopo i primi minuti si ha la sensazione di assistere a un’accozzaglia di situazioni nonsense.

Rispetto al primo film la compagnia dei comici costituita da Adam Sandler, Kevin James, David Spade e Chris Rock ha perso Rob Schneider, impegnato in altre riprese. Sfortuna per lui, dato che il personaggio dell’amico svalvolato, che si è meritato la nomination al Razzie Awards, sarebbe stata azzeccatissima per questa pellicola.

Neanche la controparte femminile, formata da Salma Hayek, Maria Bello e Maya Rudolph, riesce a restituire quella comicità semplice, senza il bisogno di scadere nel volgare. Invece, la pellicola è infarcita di stereotipi, omofobia e battute fuori luogo che contribuiscono a creare atmosfere incoerenti, tanto da avere l’impressione di assistere alla versione scadente del Saturday Night Live.

Nel primo film s’intravedeva l’intento, anche se ottimistico, di rappresentare le famiglie moderne dove i bambini conoscono solo la moda e la tecnologia e non sanno cosa voglia dire crescere nella semplicità, immersi nella natura. Una pellicola formato famiglia che aveva uno scopo di fondo, una lezione che coinvolgeva sia grandi per piccoli. Definire un target per Un weekend da bamboccioni 2 è difficile, se non impossibile.

Riunire una schiera di comici ormai affermati a Hollywood non è abbastanza per non fare caso all’involucro vuoto dei loro personaggi, da cui non si ricava nessuna lezione.

Dennis Dugan alla regia, Adam Sandler e Fred Wolf alla sceneggiatura sono da bocciare. Il sodalizio tra il regista e il comico dura da circa sei anni, ma non sta dando i risultati sperati. Il regista vanta pellicole come Piccola Peste (1990) e Mai dire ninja (1997) e con Sandler ha avuto contatti sin dal 1996 con Un tipo imprevedibile, passando poi per il divertente Big Daddy – Un papà speciale (1999) e riprendendo assiduamente dal 2007 con Io vi dichiaro marito…e marito. La qualità delle loro commedie oscilla tra il sufficiente e il mediocre. Una discreta ripresa si intravedeva in Mia moglie per finta (2011), poi una nuova caduta con Jack e Jill (2011). L’ideale sarebbe una pausa per una riabilitazione alla comicità da commedia americana, perché, di certo, Un weekend da bamboccioni 2 è un film di cui non avevamo bisogno.

Un Weekend da Bamboccioni 2 Trailer ufficiale italiano

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Un Weekend da Bamboccioni 2Guarda il trailer dell’atteso sequel Un Weekend da Bamboccioni 2Adam Sandler e i suoi ‘bamboccioni’ tornano al cinema diretti da Dennis Dugan il 07 Novembre 2013.

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Il pubblico sarà coinvolto in nuovi e irresistibili momenti di comicità grazie alle avventure di Lenny (Adam Sandler), Roxanne (Salma Hayek), Eric, Kurt e Higgins, che di mettere la testa a posto non ci pensano proprio…

Il gruppo di amici capeggiati da Lenny, questa volta si troverà alle prese con un team di bulli d’ultima generazione. In questo capitolo Lenny ha deciso di trasferirsi con la sua famiglia in una piccola cittadina dove sia lui che i suoi amici sono cresciuti, ma il paradosso è che questa volta saranno proprio i bamboccioni a dover incassare la lezione dai propri figli durante l’ultimo giorno di scuola.

 

Un vizio di famiglia, la recensione del film di Sébastien Marnier

È lo sguardo sperso, assente, di Laure Calamy ad accoglierci negli spogliatoi di una fabbrica come tante nel prologo di Un vizio di famiglia (L’origine du mal), dramma familiare dalle tinte thriller che Sébastien Marnier aveva presentato a Venezia 79. Il suo terzo film – dopo Irréprochable (2016) e L’ultima ora (2018) – è nei cinema dal 4 gennaio, distribuito da I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection, chiamato a scontrarsi con i carri armati in testa al Box Office e con un paio di titoli interessanti per vari motivi come Godland e Close. Ma attenzione a sottovalutarlo, o a escluderlo dalle vostre scelte, sarebbe un peccato.

Nato come “fiaba”, almeno nelle intenzioni del regista, che voleva parlare “della fine del patriarcato” e ha affidato a un cast di quasi sole donne la storia, il racconto è ben lungi dall’essere una commedia dark, come spesso si ama sintetizzare un film che racconti di intrighi con una certa dose di thriller, ma senza affidarsi al cruento.

Un vizio di famiglia: Chi è Stéphane? Chi è suo padre?

Nel presentarlo, sono in molti a sottolineare i colpi di scena, o ‘de théâtre’, che portano avanti la vicenda di Stéphane, la protagonista interpretata dall’attrice di Call my Agent, già premiata alla Mostra del Cinema di Venezia 2022 come Miglior attrice per Full Time – Al cento per cento. Forse troppi, in alcuni casi non del tutto necessari a portare avanti la narrazione molto strutturata che si sviluppa nella lussuosa villa della famiglia Dumontet nel “posto più bello del mondo”, l’isola di Porquerolles, al largo della costa mediterranea della Francia, tra Tolone e Saint Tropez.

Qui vive suo padre Serge, con la moglie sillogomane Louise, la figlia George, impegnata a risollevare l’impero economico di famiglia, la nipote ribelle Jeanne e la ambigua e scostante cameriera Agnès (nell’ordine, Jacques Weber, Dominique Blanc, Dora Tillier di La Belle Époque, Céleste Brunnquell e Véronique Ruggia Saura). Un gineceo, in apparenza, dietro la cui facciata crescono odio e vendetta, un contesto di bugie nel quale Stéphane sembra volersi inserire, o dal quale farsi accettare. A ogni costo.

Non c’è famiglia senza vizi. Chi è senza peccato…

L’origine del male del titolo originale, stando a quanto dichiarato dal regista, dovrebbe essere il burbero, maschilista, prevaricatore e male in arnese padre ritrovato, unica figura maschile ed eterosessuale del novero, eppure a ordire i piani migliori – o peggiori – è la cosiddetta altra metà del cielo, anche in barba al supposto e tanto decantato spirito di solidarietà femminile. Le donne sono le protagoniste assolute della pièce, tanto più considerando la musa di Xavier Dolan, Suzanne Clément, che come compagna di Stéphane vediamo attendere gli eventi dal carcere in cui è rinchiusa.

Il bello del cinema è che ciascuno può avere una sua idea di quel che vede, anche sbagliata (in genere, sbagliata), anche in disaccordo con quel che sostiene l’autore. Che in questo caso ci presenta un altro personaggio – dopo i film precedenti – dai processi mentali poco chiari, dalla socialità contorta e che mette in pratica decisioni discutibili. Come quelle che scopriamo via via o che creano l’intreccio di un film che potrebbe piacere ai fan di Agatha Christie come di Claude Chabrol.

E che ha poco a che fare con l’amore, nonostante siano citati tanti e diversi tipi di relazioni e rapporti, ma a molto a che fare con il bisogno e l’affermazione di sé. Non solo femminile, ovviamente. E’ un continuo gioco di ruolo, e di sguardi, da quello iniziale della Calamy a quello sarcastico e disincantato del padre, a quello sospettoso o superiore o quasi fanciullesco delle altre figure di una famiglia che definire disfunzionale sarebbe riduttivo. E che in parte viene dalla stessa esperienza personale di Marnier, che non a caso fa dire al suo alter-ego (la giovane aliena) che “Non c’è niente di peggio della famiglia“.

Una matassa intricata

Nonostante le tante svolte e rivelazioni, il percorso di Un vizio di famiglia scorre lineare, anche per una caratterizzazione piuttosto netta dei personaggi coinvolti, meno complessi del previsto, eppure perfettamente adeguati e funzionali nel loro affrontare l’invasione di Stéphane, un raggio di sole che minaccia di bruciare quanto seminato da ciascuno, secondo le proprie priorità. Alla fine – stante la prova magnifica della Calamy (e la Blanc “della Comédie-Française”) – è la ragnatela stessa la protagonista principale di un film che continua a offrire finali e conclusioni fino al limite dell’accettabile, e oltre, per quanto giustificabili.

Una ragnatela nella quale ci accorgiamo di invischiarci sempre più, senza che la generale leggerezza del tono usato ce ne faccia percepire i pericoli (altro merito da ascrivere al film e al regista, che si diverte a utilizzare degli split screen multipli in maniera interessante e persino simbolica, per una volta). Anche quando il labirinto di passioni, tradimenti e convenienze in cui siamo invitati a vivere per le due ore necessarie ci mostri i suoi lati più brutali, folli, violenti.

Un videogame per Ruben Fleischer

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Ruben Fleischer, regista Zombieland e Gangster Squad, è il nuovo nome affiancato al progetto dell’adattamento per il grande schermo di Spy Hunter, videogame risaltente ai primi anni ’80. Oltre a sedere dietro la macchina da presa, Fleischer dovrebbe anche produrre il progetto, del quale si parla ormai da qualche tempo e a cui in passato sono stati affiancati, tra gli altri, i nomi di John Woo, Paul WS Anderson e Wayne Johnson; nel 2010 si fu arrivò a un passo dalla realizzazione, don Dan Lin alla produzione e Chad St John quale sceneggiatore, senza che poi se ne facesse nulla. Spy Hunter era una sorta di ‘sparatutto automobilistico’: a bordo di una macchina, il giocatore doveva sparare ed eliminare i veicoli avversari che trovava sulla sua strada, cercando di evitare quelli civili. Il gioco ha avuto nel corso degli anni vari ‘rilanci’,  e di uno ulteriore,  previsto nel giro dei prossimi mesi.

Fonte: Empire

Un video per commemorare i 90 anni della Warner Bros

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Un video per commemorare i 90 anni della Warner Bros

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Ecco un video, pubblicato sul canale Youtube ufficiale della Warner Bros, in cui si celebrano i primi 90 anni della famosissima Major hollywoodiana.

Un video hard per Emma Stone

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Guai in vista per Emma Stone. La popolarissima attrice, protagonista di The Amazing Spider-Man potrebbe aver commesso in gioventù un piccolo errore che

Un video dal film Only God Forgives di Nicolas Winding Refn

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Un video dal film Only God Forgives di Nicolas Winding Refn

Only God Forgives-filmEcco un video direttamente dal film Only God Forgives, ultima attesa collaborazione tra il regista  e l’attore  , dopo il grande e meritato

Un Viaggio in Paradiso per Mel Gibson

Un Viaggio in Paradiso per Mel Gibson

Negli ultimi tempi, la faccia di Mel Gibson ha trionfato sulle copertine dei rotocalchi più per gli scandali legati alla sua travagliata vita personale, che per i suoi successi professionali. Sembrano archiviate e- volutamente- cadute nell’oblio la fama e la gloria legate a pellicole di successo come Arma Letale, Braveheart o The Passion; oggi lo ricordiamo per il suo divorzio faraonico dalla storica moglie, per le accuse di violenza domestica e per le pesanti accuse di antisemitismo che hanno influito sulla lavorazione del suo ultimo film, incentrato sulla figura di Giuda Maccabeo e intitolato The Maccabees.

Eppure, proprio nel momento in cui Hollywood sembra avergli voltato definitivamente le spalle, la sua carriera comincia una lenta risalita, tortuosa e travagliata (durata circa dieci anni), grazie anche alla riconquista di un suo “spazio creativo” autonomo contraddistinto dalle presenze di amici e fidati collaboratori come Jodie Foster (che lo ha diretto nel sorprendente Mr. Beaver) o Adrian Grunberg, già suo collaboratore fin dai tempi di Apocalypto e adesso regista esordiente dell’action atipico Un Viaggio In Paradiso.

Forte di una sceneggiatura firmata a quattro mani da Grunberg e da Gibson stesso, che lo ha anche prodotto con la sua casa di produzione Icon, la pellicola ruota intorno alla figura di uno schivo e abile sicario della malavita, chiamato Driver (echi del “Drive” Refniano?) che decide di godersi la meritata “pensione” anticipata scappando con il bottino di un ultimo colpo. Ma qualcosa va storto, la sua auto si ribalta e finisce al confine con il Messico, il che implica una serie infinita di guai legali che lo conducono in una spirale sempre più torbida e pericolosa fin nella prigione infernale denominata “El Pueblito”, nella quale cercherà di adattarsi- e sopravvivere- solo grazie all’aiuto di un anonimo e ignoto bambino di nove anni, che forse potrebbe aiutarlo perfino ad evadere…

Il titolo originale della pellicola doveva essere “How I Spent My Summer Vacation”, proprio in riferimento all’iniziale fuga di Driver; ma alla fine è stato distribuito nel mondo con il titolo di “Get The Gringo”, dove il Gringo del film è evidentemente Gibson stesso. il film è una perla (sporca) ma rara nel panorama del cinema odierno: porta alto il vessillo del suo divieto ai minori; non si fa scrupolo delle cruente scene di violenza e niente viene risparmiato alla visione dello spettatore. Il buon vecchio Mel torna alle atmosfere di pellicole che lo hanno reso celebre, tipo “Payback- la rivincita di Porter” dove veste i panni di un malvivente, rafforzando (e forse deridendo con una buona dose di autocompiacimento) la sua fama di “bad guy”.

Il film sembra un azzardo ben riuscito, merito di diversi elementi miscelati insieme: il “basso profilo” del cast, dove non figurano nomi stra-noti oltre a quello di Gibson, ma che può contare sulle innate capacità di attori caratteristi già volti noti della tv statunitense; un regista giovane ma che vanta una proficua collaborazione “storica” con Gibson; infine la suggestione dei luoghi, ricreati in meno di due mesi con un effetto sorprendente. Uno degli elementi di forza della pellicola è, infatti, la prigione che fa da sfondo alla narrazione: El Pueblito, ovvero “piccola città”, detta pure “La Universidad del Crimen” (l’università del crimine), nomi con i quali era meglio conosciuto il “Centro de Readaptacion Social de la Mesa”, la prigione più famosa del Messico. Fu fondata nel 1956 a Tijuana e ospitava in origine 2000 prigionieri, numero poi cresciuto esponenzialmente con l’ingresso di nuovi detenuti e delle loro intere famiglie, che finirono per diventare i proprietari stessi del carcere trasformandolo in una baraccopoli con un proprio sistema di leggi, dotato di un proprio mercato, un campionato di calcio, ristoranti, cinema, spaccio privato di droga ed esclusive lotte tra gang rivali. Lo scenografo Bernardo Trujillo e la troupe hanno ricostruito l’intero ambiente all’interno di un altro carcere messicano disabitato dal 2010, l’Ignacio Allende; sono stati costretti a questo notevole sforzo produttivo perché il vero El Pueblito nel 2002 è stato assediato da ben 2000 militari messicani che trasferirono i detenuti sopravvissuti in un altro carcere, prima di distruggere quasi del tutto l’edificio.

Insomma, nonostante l’ambientazione esotica e il titolo del film che evoca l’idea del paradiso, in realtà il ritorno in grande stile di Mel Gibson è un crudo “Prison Movie” atipico, un viaggio fin dentro l’inferno… senza esclusione di colpi.

Un Viaggio a Quattro Zampe: trailer e poster

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Un Viaggio a Quattro Zampe: trailer e poster

Ecco il trailer di Un Viaggio a Quattro Zampe, il nuovo film di Charles Martin Smith con Bryce Dallas Howard, Ashley Judd, Alexandra Shipp.

Distribuito da Sony Pictures Italia, il film arriverà nelle nostre sale a marzo.

Un Viaggio a Quattro Zampe racconta l’avventura di Bella, un cane che intraprende un epico viaggio lungo 400 miglia per ricongiungersi con il suo amato padrone.

Ecco il poster di Un Viaggio a Quattro Zampe

Un viaggio a quattro zampe: dal cast alla storia vera, tutte le curiosità sul film

Il cane è il migliore amico dell’uomo, ed è stato più volte protagonista anche al cinema di celebri film a lui dedicati. Da titoli per famiglie come Belle & Sebastien e Attraverso i miei occhi ai classici Disney come Lilli & vagabondo, dai film d’autore come L’isola dei cani a pellicole più drammatiche come Hachiko – Il tuo migliore amico, sono numerosi i film che hanno dedicato agli amici a quattro zampe storie commoventi e ricche di emozioni, che non mancano mai di affascinare il grande pubblico. Uno degli ultimi titoli di questo filone è Un viaggio a quattro zampe.

Diretto da Charles Martin Smith, già attore in American Graffiti, Starman e Gli intoccabili, e regista di Air Bud, è questo un film d’avventura nel puro stile di Fluke, o addirittura di classici come Zanna bianca o Lassie. Si tratta inoltre del secondo adattamento, dopo Qua la zampa! di un paio d’anni fa, di un romanzo della serie a tema canino di William Bruce Cameron, che in entrambi i casi ha partecipato alla scrittura della sceneggiatura. Lo scrittore, attraverso il punto di vista dei cani, riesce infatti a dar voce a chi non ne ha, portando in primo piano una serie di tematiche legate ai nostri amici a quattro zampe.

In questo caso, si punta sull’abbattere una serie di stereotipi e maldicenze sulla razza a cui appartiene la simpatica protagonista di questo film. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Un viaggio a quattro zampe. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla … Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Un viaggio a quattro zampe cast

La trama di Un viaggio a quattro zampe

Il film racconta l’emozionante e commovente avventura di Bella, un cane che affronta un viaggio lungo 600 chilometri per ritrovare e ricongiungersi con il suo padrone, un aspirante studente di medicina impegnato come volontario in un ospedale. Durante il suo lungo percorso, Bella tocca le vite di molti: dal cucciolo di un leone di montagna rimasto orfano a un disgraziato senza tetto veterano di guerra. Grazie al suo spirito e alla sua fede, durante la sua incessante ricerca del suo amato padrone, Bella porterà gioia e conforto a tutti quelli che incontra.

Il cast del film e la razza del cane protagonista

Ad interpretare Lucas Ray, il padrone di Bella, vi è l’attore Jonah Hauer-King, noto per aver interpretato il principe Eric nel remake live-action de La sirenetta. Nel ruolo della sua compagna Olivia, invece, vi è l’attrice Alexandra Shipp, mentre nel ruolo del veterano di guerra Axel vi è Edward James Olmos. Brian Markinson interpreta il crudele Günter Beckenbauer, mentre l’attrice Ashley Judd interpreta Terri Ray, madre di Lucas. A dare voce a Bella, appartenente alla razza Pitbull, vi è invece Bryce Dallas Howard, attrice nota per aver recitato nel franchise di Jurassic World.

Per Bella, i registi erano intenzionati a scegliere un cane da salvataggio come protagonista. Il cane doveva però essere un mix di pitbull, come nel libro. La ricerca su Internet si è conclusa con l’individuazione di un rifugio no-kill del Tennessee, che aveva salvato Shelby the Dog da una vita squallida in una vicina discarica. Sebbene Shelby non sia un mix di pitbull, era l’unico cane da soccorso che potevano addestrare in tempo per il programma del film.

Un viaggio a quattro zampe Ashley Judd

Il film e il libro sono ispirati ad una storia vera?

Come anticipato, il film è tratto dall’omonimo libro di W. Bruce Cameron, il quale ha avuto un’accoglienza per lo più positiva perché ha condiviso un messaggio forte su come la discriminazione di certe razze, in particolare i pitbull, abbia influito sulla vita dei cani e dei loro proprietari. Questo romanzo ha anche insegnato ai lettori che i pitbull non sono assolutamente cani “pericolosi”, convincendoli a opporsi alla discriminante BSL (Breed Specific Law) e a chiedere che le amministrazioni cittadine abroghino questa legge ingiusta.

Per quanto riguarda le fonti di ispirazione, lo scrittore non ha indicato una precisa storia, limitandosi ad affermare: “Ci sono storie sbalorditive di cani che ritrovano la strada dopo essere stati abbandonati o persi. Sì, mi hanno ispirato e stupito, e sapevo di voler raccontare una storia di questo viaggio dal punto di vista di un cane”. Lo scrittore ha dunque effettivamente tratto spunto da alcune storie vere, ma le tappe del viaggio che Bella compie sono frutto dell’immaginazione dello scrittore.

Il trailer di Un viaggio a quattro zampe e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Un viaggio a quattro zampe grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 25 luglio alle ore 21:30 sul canale Rai 1.

Un vero principe per Emma Watson?

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Un vero principe per Emma Watson?

Per i suoi fan sarebbe la conferma che lei, Emma Watson, non è una comune mortale. Sarebbe la firma sotto all’attestato di superiorità che l’attrice, ammirata per la sua bellezza e per la sua eleganza (si dice) fuori dal comune, ha agli occhi dei tantissimi ammiratori in tutto il mondo che sono cresciuti con lei nel corso degli anni.

Stando agli ultimi rumors, Emma Watson potrebbe avere una storia con il principe Harry, il secondogenito di Lady Diana e il principe Carlo d’Inghilterra, nonchè quarto nella linea di successione al trono del Regno Unito. La cosa non sarebbe confermata da fonti ufficiali, ma un insider, non sappiamo quanto attendibile, avrebbe testimoniato che il principe è molto preso dalla giovane attrice, di sei anni più piccola di lui. Che ne pensate? Vi piacerebbe un futuro regale per l’ex streghetta di Hogwarts?

Un vero Batman consegna i criminali alla polizia

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Se Bruce Wayne voleva essere un simbolo per spaventare i criminali, e ne Il Cavaliere Oscuro molti suoi emulatori facevano una brutta fine, nella realtà, per una volta, le cose

Un uomo vero, la spiegazione del finale: chi vince la lotta per il potere?

“Quando morirai, la gente se ne accorgerà?”. Jeff Daniels pone proprio questa domanda all’inizio della serie limitata di Netflix Un uomo vero. Dopo sei episodi caratterizzati da un’implacabile avidità aziendale e da troppi riferimenti fallici, il finale selvaggio e ridicolo non dovrebbe essere una sorpresa. Eppure, è probabile che tutti noi abbiamo premuto il tasto rewind per fare il punto su ciò che è realmente accaduto. Liberamente basato sull’omonimo romanzo del 1998, Un uomo tutto d’un pezzo reimmagina l’ambiente sociale di Atlanta della fine degli anni ’90 e lo traduce nel mondo moderno, seguendo l’egoista, brutale e ricco agente immobiliare Charlie Croker (Jeff Daniels). Ci sono tre storie principali, due delle quali sono irrimediabilmente intrecciate l’una con l’altra e l’altra sta goffamente in piedi da sola.

L’arco caratteriale di Croker rimane in primo piano, in quanto cerca ostinatamente di rimanere risoluto nei suoi modi bellicosi, pur risultando in qualche modo simpatico con la sua grintosa determinazione e i suoi valori familiari distorti. Non sospetta mai che la sua fine avverrà per mano di Raymond Peepgrass (Tom Pelphrey), che è essenzialmente un signor nessuno agli occhi di Croker, ma ironicamente i due diventano l’uno il riflesso dell’altro. La serie Un uomo vero è incentrata sulle lotte di potere, siano esse finanziarie, politiche, razziali o di genere, ma con una portata così ampia, si addentra solo nell’avidità aziendale. E per completare il commento sociale, il creatore David E. Kelley offre un finale stridente che è difficile non notare.

Charlie Croker ottiene la redenzione in Un uomo vero?

Nel corso di Un uomo vero, Croker cerca disperatamente di mettere al sicuro le sue finanze dopo un grave litigio con la sua banca. Essendo indebitato per miliardi di dollari, cerca di convincere la banca a piegarsi, si procura investitori angelici con mezzi discutibili e accetta accordi corrotti con i sindaci. Il sindaco Wes Jordan (William Jackson Harper) chiede a Croker di denunciare la vittima di violenza sessuale del suo avversario elettorale, anche se la donna non acconsente a rendere pubbliche le informazioni. Croker usa i suoi soliti metodi per imporre brutalmente il suo consenso, nascondendo le sue motivazioni egoistiche dietro un onorevole programma sociale e poi semplicemente assecondando il piano nonostante i numerosi avvertimenti dell’ex moglie e del figlio.

Tuttavia, è il figlio a impedirgli di andare avanti. Il suo desiderio di avere un rapporto stretto con Wally (Evan Roe) è forse l’unica qualità redentrice di Croker. In un momento di stordimento sul palco, davanti ai flash delle telecamere durante una conferenza stampa, Croker riflette momentaneamente sul suo comportamento e decide di fare la scelta etica di diventare un modello migliore per suo figlio, ottenendo un commovente “Sono orgoglioso di te” da parte di Wally. Sebbene questo possa sembrare un improvviso culmine di auto-riflessione dopo aver affrontato per giorni le conseguenze delle sue decisioni avventate e della sua sfrenata ambizione, la cultura atlantica dell’avidità aziendale e il suo opprimente senso di mascolinità tradizionale lo riportano in spirale allo scontro e alla violenza.

Dopo aver appreso che Peepgrass sta per acquistare il suo prezioso trofeo immobiliare, il Concourse, e che va a letto con la sua ex moglie, stringe bruscamente le sue dita carnose intorno al collo di Peepgrass. Sebbene sembri che alla fine voglia mollare la presa, la mano gli si blocca a causa di una condizione medica per la quale si rifiuta di ottenere una diagnosi, e ha un attacco di cuore che porta alla morte di entrambi. Come Croker cade lentamente a terra, anche le lettere di A Man in Full nella scena del titolo crollano gradualmente in ogni episodio successivo. La sequenza del titolo non è l’unico simbolo della caduta di Croker sotto la sua arroganza, poiché la sua salute in declino rappresenta anche la sua crescente debolezza nei confronti delle proprie ambizioni. La serie si chiude con il ginocchio meccanico di Croker che frulla, mentre la sua ultima pretesa di recuperare la forza, la virilità e la ricchezza si trasforma in definitiva nei suoi stessi fallimenti.

Perché Raymond Peepgrass odia Charlie Croker in “Un uomo vero?

Nel frattempo, Peepgrass organizza la caduta di Croker in un’incessante ricerca di vendetta e odio proprio sotto il suo naso. Peepgrass si associa con un uomo offeso da Charlie per acquistare la maggioranza del Concourse attraverso una società chiamata “Big Red Dog LLC”. Certo, l’unica connotazione che deriva da questo nome è Clifford the Big Red Dog, ma con l’abbondanza di riferimenti fallici, non dovrebbe sorprendere cosa Croker intendesse quando dice “fate uscire il Big Red Dog”. Ed è esattamente quello che Peepgrass fa alla fine, letteralmente, lasciando uscire la sua merce. Il confronto tra Peepgrass e Croker è l’incarnazione letterale di una gara di cazzeggio. Vantandosi dei suoi successi nell’acquisizione della preziosa proprietà di Croker e usando al contempo il suo genuino affetto per l’ex moglie di Croker, Martha (Diane Lane), come ulteriori munizioni, Peepgrass si risolleva finalmente dal diventare un signor nessuno.

Le storie di Peepgrass e Croker sono essenzialmente due facce della stessa enorme medaglia. Mentre Croker si preoccupa di garantire la sua ricchezza, Peepgrass cerca di acquisirla. Impara rapidamente il modello corrotto dell’avidità e dell’ambizione aziendale e, spinto dalla sua ex amante, confonde le linee etiche per raggiungere i suoi obiettivi. Anche la sua immagine di sé è radicata in Croker, poiché descrive la sua ammirazione e invidia per la crescita di Croker, che alimenta così il suo desiderio di abbatterlo. La forza della sua posizione umile, tuttavia, sta nel fatto che Croker non ha mai saputo di essere impegnato in una lotta di potere con lui. Come il momentaneo successo di Croker con la sua famiglia, sembra che anche Peepgrass stia per raggiungere la sua vendetta personale. Tuttavia, quando entrambi gli ambiziosi uomini cadono, la telecamera torna su Croker mentre Peepgrass viene portato via di nascosto in un sacco per cadaveri. Anche dopo tutti i suoi sforzi, muore da nullatenente, lasciando entrambi gli uomini con una perdita in questa lotta per il potere.

Conrad e Roger White affrontano la brutalità della polizia in Un uomo vero.

Conrad e roger in Un uomo vero

Come Croker ha in parte ammesso, gli piace nascondere la sua avidità dietro la facciata di onorevoli membri del personale, il che ci porta all’avvocato aziendale Roger White (Aml Ameen) e alla receptionist Jill (Chante Adams). Con il marito di Jill in prigione per aver aggredito un agente di polizia dopo che quest’ultimo era stato violento nei suoi confronti, Roger decide di difenderlo nonostante non abbia familiarità con il diritto penale. Dopo giorni passati a capire come sopravvivere in una prigione riservata ai detenuti più violenti, Conrad (Jon Michael Hill) finisce per aggredire un altro detenuto per legittima difesa, danneggiando ulteriormente il suo caso. Questa trama si adatta all’ambiente sociale e razziale più moderno, riecheggiando le ingiustizie contro George Floyd e i riflettori puntati sulle pratiche di brutalità della polizia. Si rifà anche al razzismo che era prevalente nella Georgia della fine degli anni ’90, evidenziando l’enorme divario tra le popolazioni divise.

Detto questo, il processo in tribunale è stato probabilmente chiuso in modo troppo netto. Nella piccola aula di tribunale riecheggiano le urla e il caos del filmato in cui Conrad viene arrestato con violenza e poi reagisce. Roger usa un discorso emotivo e un riferimento a una vecchia citazione legale per dimostrare al di là di ogni ragionevole dubbio che Conrad è innocente. Quando il giudice, che in precedenza aveva fatto commenti razzisti, improvvisamente prende coscienza e si pronuncia a favore di Conrad, c’è un breve momento di incredulità da parte dell’aula e da parte nostra. Se solo fosse così facile. È ridicolo come il finale di Peepgrass e Croker, ma è il più piacevole.

Lucy Liu ha una sottotrama poco sviluppata in Un uomo vero

Un uomo vero lucy liu

C’è anche una sottotrama intrigante ma gravemente sottosviluppata che riguarda la violenza sessuale di Joyce (Lucy Liu). Nonostante lo scarso tempo a disposizione in questi sei episodi, l’interpretazione di Lucy Liu è naturalmente così avvincente che è deludente che questa storia non sia stata sviluppata al massimo delle sue potenzialità. Scopriamo che l’identità della vittima della violenza sessuale dell’avversario del sindaco non era altro che la potente e affascinante Joyce. Tuttavia, con la sua carriera e la sua reputazione a rischio, la donna si rifiuta di collaborare con Crocker. In una scena successiva con Martha, Joyce rivela anche che fatica a ricordare se quella notte di 20 anni fa aveva o non aveva acconsentito. Mentre il suo dialogo è indifferente e sulla difensiva, la sua postura e la sua espressione trasmettono confusione, vergogna e dolore.

Liu cattura abilmente l’esperienza di molte donne che hanno subito violenza sessuale in una sola scena, lasciando intendere una trama potenzialmente potente. Con le sue allusioni al movimento #MeToo, in cui molte donne e uomini si sono fatti avanti per le loro esperienze di violenza sessuale, lo spettacolo mostra anche il diritto di una persona di scegliere di non parlare. La scena finale di questa sottotrama è lo sguardo di sollievo di Joyce quando vede Croker decidere di non denunciarla. Questo complica ulteriormente i temi, poiché sebbene la scelta di parlare della propria esperienza sia lasciata nelle sue mani, è stata fatta grazie alla decisione di un uomo potente. Tuttavia, la storia sfiora appena la superficie di questi temi, lasciandoci con vaghe nozioni di uguaglianza di genere e una trama la cui integrità è minata dall’essere usata solo per facilitare lo sviluppo del personaggio di Crocker.

Il finale scioccante di Un uomo vero è abbastanza potente?

Un uomo vero finale

Se il creatore Kelly voleva ottenere una reazione da parte nostra, questo finale sconcertante e ridicolo era certamente il modo giusto per farlo. Uccidere sia Peepgrass che Croker, soprattutto in questo modo, è qualcosa che non avremmo potuto prevedere. Nella vita reale, gli uomini potenti e avidi delle aziende tendono a rimanere in giro molto più a lungo di quanto vorremmo. Quindi, forse, lasciarli vivi e in guerra si adatterebbe meglio al modello realistico in cui opera la serie e ci lascerebbe anche un messaggio molto più potente. Con il finale troppo soddisfacente di Conrad e quello insoddisfacente di Joyce, probabilmente ne meritavamo almeno uno ragionevole.

Il finale che abbiamo ottenuto, invece, conferisce un tono più moralista al finale, in quanto i cattivi incontrano entrambi la loro giusta fine. La cosa più potente del finale è la grande dimostrazione di pura vulnerabilità. Sebbene la nudità di Peepgrass sia presentata come una dimostrazione di forza, con tutte le sue carte in tavola, è anche l’apice della vulnerabilità. Allo stesso modo, la condizione medica di Croker appare in tutta la sua forza, portando al ridicolo, anche se memorabile, aggrapparsi e barcollare della sua morte un po’ patetica. Quindi, Croker, per rispondere alla tua domanda iniziale, la gente di Atlanta potrà ricordarti come un magnate parzialmente redento o come un uomo d’affari senza cuore e con una sola mente (a seconda di chi lo chiede), ma noi ricorderemo sempre le luride circostanze della tua morte.

Un uomo vero di Netflix è basato su una storia vera?

Un uomo vero di Netflix è basato su una storia vera?

Mentre Jeff Daniels indossa un folto strascico del Sud e una giacca e cravatta nitida nella serie limitata di Netflix, Un uomo vero (A Man in Full), è facile credere che la serie sia basata su eventi reali. Dalla storia concreta alla fotografia pulita, A Man in Full ha l’aria di essere un racconto di eventi reali, ma è completamente fittizio. Detto questo, la serie è un adattamento libero dell’omonimo romanzo di Tom Wolfe del 1998, ma il creatore David E. Kelley ha tradotto l’Atlanta di fine anni ’90 del libro ai giorni nostri. In questo modo, la serie modernizza le questioni sociali presentate nel romanzo, comprese le lotte per il potere finanziario e razziale che sono in primo piano. Questa sensazione di realismo si ritrova anche nel personaggio di Jeff Daniels, l’avido agente immobiliare Charlie Croker, che in realtà si ispira a molti veri magnati di Atlanta. Questa modernizzazione non è l’unico allontanamento dal romanzo di Wolfe, che si conclude in modo molto diverso dal finale selvaggio a cui assistiamo sullo schermo.

Un uomo vero (A Man in Full) è uno sguardo realistico sull’avidità aziendale

Sebbene Un uomo vero (A Man in Full) non sia basato su una storia vera, è innegabile che la rappresentazione dell’avidità aziendale sia realistica. L’esempio più evidente di questo realismo è la narrazione generale della lotta di Croker per tenersi stretta la sua enorme ricchezza e le sue preziose proprietà abbassandosi a livelli che sembra assolutamente a suo agio, il che indica che potrebbe esserci già stato in passato. Ma i momenti più piccoli, come il recarsi a malincuore a eventi di beneficenza per salvare le apparenze o il fatto che la persona con cui interagisce di più sia il suo nemico e il suo autista, sottolineano quanto possano essere isolanti e denigranti i livelli più alti del mondo aziendale. Anche l’avvocato più onorevole di Croker, Roger White (Aml Ameen), esprime presto la sua insoddisfazione per la sua carriera, ma è radicato al suo posto a causa dello stile di vita della sua famiglia.

Pur condannando l’avidità e i pericoli dell’eccesso di successo, la serie non ha il tradizionale atteggiamento “mangia i ricchi”. Nonostante la morale sgradevole di Croker, il suo atteggiamento brutale e il suo comportamento da avente diritto, ci ritroviamo a fare il tifo per lui a malincuore grazie ai momenti di legame con il figlio, strategicamente collocati. Può essere l’esempio di tutto ciò contro cui si batte il tema “mangia i ricchi”, ma la sua incapacità di accettare la sconfitta e la tenerezza con cui tratta i suoi collaboratori lo rendono stranamente ammirevole. In questo modo, la serie è davvero un’esplorazione degli orpelli della ricchezza, presentati con un realismo inappuntabile e un tocco di umanità.

Charlie Croker è un uomo d’affari ricco e realistico

Così come il sistema aziendale costruito nel film è radicato nel realismo, lo è anche il nostro principale uomo d’affari in crisi, Croker. Egli incarna tutti i tratti e la morale necessari per creare un magnate immobiliare atlantico della sua statura. Fin dal primo confronto con la banca, si percepisce la sua mentalità di grande diritto, in quanto è assolutamente indignato dal fatto che la banca gli chieda di ripagare i suoi miliardi di dollari di debiti. Questo, unito ai suoi vari consiglieri che mette costantemente sotto pressione, al suo stile di vita esuberante e al suo forte attaccamento a un trofeo simbolico, lo rende un tradizionale magnate di Atlanta. La storia di Croker ricorda anche quella di alcuni uomini d’affari di Atlanta, tra cui Taz Anderson e Charles Loudermilk, che giocavano entrambi a football nell’illustre college Georgia Tech e si infortunarono al ginocchio.

Tuttavia, le richieste palesemente dirette di Croker, l’uso prolifico di un linguaggio esplicito e i comportamenti quasi barbari sono più probabilmente dovuti alla durezza stereotipata del Sud distillata nel suo personaggio. Ciò si riflette anche nel suo stravagante interesse per la proprietà di una piantagione e per la caccia alle quaglie, passatempi a cui molti magnati di Atlanta si sono concessi (via Atlanta Magazine). Il suo tradizionale stereotipo di “sudista” e i suoi valori conservatori sono incarnati nel suo tentativo malriuscito di corteggiare un investitore angelo portandolo in un ranch per rafforzare la sua virilità. Il potenziale angel investor e sua moglie erano membri della PETA (People for the Ethical Treatment of Animals), ma questo non ha impedito a Croker di affrontare un serpente a dorso di diamante e di esclamare con entusiasmo “questa è la vita”, mentre osservavano due cavalli che copulavano con forza. Incauto potrebbe essere stato un eufemismo.

Un uomo vero (A Man in Full) esplora problemi reali in un’Atlanta immaginaria

Un uomo vero A Man in Full

Sebbene le trame dello show non siano reali, le questioni sociali che trattano o a cui alludono lo sono certamente. Kelley ha creato una versione più moderna dello show non solo attraverso l’ambientazione, ma anche attraverso le pietre miliari che sono associate principalmente a due delle trame. Roger White è un avvocato aziendale che cerca di difendere il marito della receptionist di Croker, Conrad (Jon Michael Hill), condannato per aver aggredito un agente di polizia. Mentre cercava di impedire che la sua auto venisse rimossa, Conrad è stato violentemente trattato da un agente di polizia, che lo ha spinto a reagire istintivamente, provocandone l’arresto. Con tutti i commenti razzisti lanciati in aula, questo caso allude assolutamente ai reali problemi di brutalità della polizia evidenziati dopo la morte di George Floyd. La parte più irrealistica di questa storia è la sua brusca risoluzione, mentre il suo punto di forza è la straziante esperienza di Conrad in prigione, dove cerca di essere un buon samaritano ma viene punito per questo.

Inoltre, il movimento MeToo viene citato nello show anche attraverso la sottotrama di Joyce (Lucy Liu), poco sviluppata. Dopo un losco accordo con il sindaco, Croker cerca di costringere Joyce ad ammettere di essere stata aggredita sessualmente dall’avversario del sindaco, ma lei si rifiuta. Lo show si immerge momentaneamente nel tema degli uomini e delle donne che hanno subito violenze sessuali e che sono in grado di possedere le loro esperienze e di divulgarle solo se decidono di farlo. Tuttavia, questo aspetto del realismo è stato tagliato, poiché è stato usato semplicemente per propagandare lo sviluppo del personaggio di Crocker. In confronto, la trama di Conrad è stata pienamente sviluppata, ma è sembrata disgiunta da quella principale. Si potrebbe affermare che le due storie principali si sono contrapposte, in quanto hanno mostrato le lotte di un uomo che aveva a disposizione risorse illimitate e di uno che non ne aveva.

Un uomo vero (A Man in Full) è molto diverso dal romanzo da cui trae ispirazione 

A Man in Full differenze romanzo

A Man in Full non sarà ispirato a una storia vera, ma è ispirato al romanzo di Wolfe. Tuttavia, ci sono notevoli differenze rispetto al materiale di partenza, in particolare nel finale. Mentre il finale della serie Netflix era rumoroso e chiassoso, il finale del romanzo era tranquillo, ma altrettanto assurdo. Il finale di Wolfe non vede Croker e Peepgrass (Tom Pelphrey) morire alla fine attraverso una lotta di potere intima; al contrario, entrambi finiscono con una vita felice. Croker decide di voltare le spalle alla fortuna e alla notorietà, adottando invece la filosofia dello stoicismo che predica nel suo stesso film televisivo. Peepgrass finisce per sposare l’ex moglie di Croker e i due vivono felici con i soldi ricevuti dall’accordo di divorzio. Dopo un terremoto, Conrad evade di prigione, si ritrova a fare da badante a Croker quando il suo ginocchio cede, e poi torna felicemente in prigione dopo aver trovato la pace dentro di sé. Considerando questa bizzarra alternativa, non possiamo certo biasimare Kelley per l’assurdità e la mancanza di continuo realismo del finale di Netflix.

Un uomo tranquillo: tutto quello che c’è da sapere sul film con Liam Neeson

Terminata la trilogia di Taken, l’attore Liam Neeson ha continuato con successo a dedicarsi a film di genere thriller d’azione, recitando in titoli come Run All Night – Una notte per sopravvivere e L’uomo sul treno – The Commuter. Nel 2019 è poi stato protagonista di Un uomo tranquillo (qui la recensione), altra pellicola appartenente a questo genere ma macchiata anche da un forte black humor. A dirigere il film vi è il regista norvegese Hans Petter Moland, che realizza con questo film un remake di In ordine di sparizione, il film norvegese del 2014 diretto da egli stesso.

Presentato al Festival Internazionale del Cinema di Berlino, quel film vantava come protagonista l’attore Stellan Skarsgård e dato il buon successo ottenuto in patria e all’estero, Moland decise di riadattarlo al contesto statunitense per realizzare il suo primo film in lingua inglese. Un uomo tranquillo non ha però replicato il successo dell’originale norvegese, pur ottenendo buoni responsi da parte della critica e del pubblico. Si tratta di un film non pienamente riuscito, ma che sa ugualmente offrire azione, violenza e comicità al punto giusto.

Per i fan dell’attore e del genere si tratta dunque di un titolo da recuperare, che può regalare due ore di intrattenimento e qualche interessante sorpresa. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Un uomo tranquillo: la trama del film

Protagonista del film è Nelson Coxman, cittadino modello che lavora come spazzaneve della sua cittadina, Kehoe, metà sciistica in Colorado. Felicemente sposato con Grace e con un figlio di nome Kyle, Nelson ottiene un ennesimo motivo di gioia quando viene eletto cittadino dell’anno tanto per il suo servizio alla comunità quanto per il suo essere un uomo di buon cuore, sempre tranquillo e gentile con tutti. Quando però suo figlio viene rapito e ucciso da uno spacciatore locale di nome Speedo, Nelson metterà da parte la propria bontà per tirare fuori un’inaspettata furia omicida.

L’uomo non è infatti convinto che il figlio sia morto per una semplice overdose e sospetta un intrigo più grande. Deciso a farsi giustizia, nel desiderio di trovare i responsabili per la morte di Kyle e ottenere la sua vendetta. Ciò lo porterà a scontrarsi con il boss della droga noto come Vichingo e ben presto la cosa crescerà di proporzioni, includendo sempre nuove personalità da identificare ed eliminare. Esperto conoscitore di quel paesaggio innevato, Nelson non si fermerà davanti a nulla pur di ottenere la propria vendetta.

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Un uomo tranquillo: il cast e le location del film

Come anticipato, protagonista del film nei panni di Nelson Coxman si ritrova l’attore Liam Neeson. Ormai veterano di questo genere di pellicole, Neeson ha raccontato di aver costruito il suo personaggio e la sua sete di vendetta ricordando un episodio della sua gioventù, quando cercò vendetta per una sua amica che aveva subito un’aggressione. Neeson, particolarmente elogiato per la sua interpretazione in questo film, ha poi affermato che Un uomo tranquillo sarebbe stato il suo ultimo thriller d’azione. Tuttavia, si è poi smentito partecipando a Honest Thief (2020), L’uomo dei ghiacci (2021) e Blacklight (2022).

Accanto a lui, nei panni della moglie Grace, vi è invece l’attrice premio Oscar Laura Dern, mentre Micheal Richardson è Kyle, il figlio di Nelson. Sono poi presenti nel film gli attori Tom Bateman nei panni di Vichingo, il boss della droga, Tom Jackson in quelli di Toro Bianco ed Emmy Rossum in quelli della poliziotta Kimberly “Kim” Dash. Completano poi il cast William Forsythe nei panni di Brock “Wingman” Coxman, il fratello di Nelson nonché ex cecchino del gruppo di Vichingo, e Michael Eklund in quelli dello spacciatore Speedo.

Per quanto riguarda i luoghi innevati che si vedono nel film, questi sono quelli della provincia canadese dell’Alberta, sul versante est delle Montagne Rocciose, dove durante l’inverno le temperature possono arrivare anche a -24 gradi. Si tratta di luoghi ricchi di fascino per il loro essere prevalentemente naturali e non contaminati dalla mano dell’uomo, come si può notare nel film. Tale ambiente diventa dunque davvero uno dei protagonisti del film, nonché alleato di Nelson Coxman nella sua ricerca di vendetta. Alcune riprese del film si sono poi svolte anche a Fernie, città della Columbia Britannica in Canada, dove prevalentemente si sono utilizzati luoghi per le scene girare in ambito urbano.

Un uomo tranquillo: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Un uomo tranquillo grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV+ e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è poi di recente stato aggiunto al catalogo di Netflix, dove è in breve divenuto uno dei titoli più guardati dagli abbonati. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 15 settembre alle ore 23:35 sul canale Italia 1.

Fonte: IMDb

Un Uomo Tranquillo: trailer in esclusiva del film con Liam Neeson

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In anteprima esclusiva il trailer italiano del nuovo action thriller con protagonista Liam NeesonUn Uomo Tranquillo, in arrivo al cinema a partire dal 21 febbraio distribuito da Eagle Pictures.

Garanzia internazionale di titoli di successo come L’uomo sul treno e sinonimo di ruoli action e adrenalinici, Liam Neeson torna sul grande schermo nel ruolo di Nels Coxman, un uomo semplice, fiero di essere un diligente cittadino della sua sfavillante città nel Colorado dove ha vinto il premio dell’anno per il suo impegno nel suo lavoro di spazzaneve. Improvvisamente, la sua vita viene sconvolta quando il figlio viene ucciso da un potente boss della droga locale soprannominato il Vichingo (Tom Bateman). Alimentato dal bisogno di vendetta e armato con artiglieria pesante, questo improbabile eroe si propone di smantellare il cartello con estrema precisione, nel tentativo di arrivare al vertice della catena che ha ucciso suo figlio.

Un Uomo Tranquillo

Girato tra le montagne del Canada e della Columbia, UN UOMO TRANQUILLO è mix di tensione, adrenalina, azione e colpi di scena che fanno da sfondo all’ennesima prova d’attore di Neeson nel suo genere prediletto, affiancato da un cast composto da Emmy Rossum, Laura Dern, Tom Bateman e Julia Jones.

Un uomo tranquillo, la recensione del film con Liam Neeson

Un uomo tranquillo, la recensione del film con Liam Neeson

Terminata la trilogia di Taken, con Un uomo tranquillo, Liam Neeson torna al genere che sembra riuscirgli meglio. Eccolo dunque protagonista di un action ambientato in un’innevata cittadina del Colorado, in cerca, come sempre, di una vendetta personale. La pellicola è il remake del film del 2014 In ordine di sparizione, e per a dirigerlo è stato chiamato lo stesso regista dell’originale, Hans Petter Moland.

La vicenda del film si concentra su Nels Coxman (Liam Neeson), diligente spazzaneve della sua cittadina, dove ha vinto il premio al cittadino dell’anno per il suo impegno nel lavoro. La sua vita viene sconvolta quando il figlio viene ucciso da un potente boss della droga locale, soprannominato il Vichingo (Tom Bateman). Alimentato da bisogno di vendetta e armato di artiglieria pesante, Coxman si propone così di smantellare l’intero cartello della droga con estrema precisione.

Ancora una volta è il desiderio di vendetta a muovere il personaggio di Liam Neeson, con la differenza che il Nels Coxman di Un uomo tranquillo è del tutto lontano dal Bryan Mills di Io vi troverò. Se quest’ultimo era un ex agente segreto della CIA, qui abbiamo a che fare con un uomo comune, un semplice spazzaneve dedito al suo lavoro. È proprio per questo però, che nel momento in cui imbraccia il fucile e incarna il desiderio di giustizia, si viene attirati dalla sua natura tutt’altro che tranquilla, e dalla curiosità di scoprire in che modo costui riuscirà a raggiungere il suo obiettivo.  

Ha così inizio un film che viene scandito, come recita il titolo dell’originale norvegese, in base all’ordine di sparizione dei vari personaggi. Questa suddivisione in piccoli capitoli introduce uno degli elementi che hanno fatto la fortuna dell’originale. Benché sia identificato come un action-thriller, Un uomo tranquillo viene dotato allo stesso tempo di un umorismo che stempera la gravosità degli eventi.

L’incontro tra questi due elementi genera inizialmente uno strano effetto, che risponde ai compiti di divertire e intrattenere. A lungo andare tuttavia diventa il vero punto debole del film. Con troppa poca azione per essere un film action, e con troppo poco umorismo per essere un film comico, Un uomo tranquillo mantiene in sé queste due anime senza riuscire a conciliarle e perdendo inesorabilmente la sua direzione.

Quello che sembrava partire come un classico revenge movie, si carica progressivamente di toni, elementi e sotto-trame che distraggono lo spettatore dal vero protagonista, che allo stesso tempo sembra quasi finire in secondo piano. Moland non riesce così a replicare il successo del film originale, e nel passaggio al riadattamento americano si perdono, o non vengono valorizzati a dovere, quegli elementi che avevano invece funzionato la prima volta.

Un uomo tranquillo, il trailer

Un uomo tranquillo con Liam Neeson al cinema

Un uomo tranquillo con Liam Neeson al cinema

Eagle Pictures ha annunciato l’arrivo al cinema a partire dal 21 febbraio dell’action thriller Un uomo tranquillo, di Hans Petter Moland con protagonista Liam Neeson.

Garanzia internazionale di titoli di successo come L’uomo sul treno e sinonimo di ruoli action e adrenalinici, Liam Neeson torna sul grande schermo nel ruolo di Nels Coxman, un uomo semplice, fiero di essere un diligente cittadino della sua sfavillante città nel Colorado dove ha vinto il premio dell’anno per il suo impegno nel suo lavoro di spazzaneve.

Improvvisamente, la sua vita viene sconvolta quando il figlio viene ucciso da un potente boss della droga locale soprannominato il Vichingo (Tom Bateman). Alimentato dal bisogno di vendetta e armato con artiglieria pesante, questo improbabile eroe si propone di smantellare il cartello con estrema precisione, nel tentativo di arrivare al vertice della catena che ha ucciso suo figlio.

Un uomo tranquillo, il film

Girato tra le montagne del Canada e della Columbia, UN UOMO TRANQUILLO è mix di tensione, adrenalina, azione e colpi di scena che fanno da sfondo all’ennesima prova d’attore di Neeson nel suo genere prediletto, affiancato da un cast composto da Emmy Rossum, Laura Dern, Tom Bateman e Julia Jones.