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Gli effetti visivi e la loro magia al cinema [foto]

Gli effetti visivi e la loro magia al cinema [foto]

Il cinema, più di ogni altra forma d’arte, è capace di regalare allo spettatore viaggi in mondi fantastici e allo stesso tempo inesistenti, mondi post-apocalittici e paesaggi da sogno. Tutto grazie agli effetti visivi, che giocano con la realtà per creare la magia del cinema.

Ecco 11 esempi di effetti visivi:

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Gli Avengers vi augurano Buon Natale!

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Mashable segnala la presenza in rete di un divertentissimo video creato dallo youtuber James Covenant. Si tratta di uno speciale augurio di Natale da parte degli Avengers e da uno dei membri più amati dei Guardini della Galassia, ossia Groot. Covenant ha mixato insieme vari spezzoni dei due film, in modo da creare una vera e propria compilation di canzoni prettamente natalizie eseguite dalle due squadre di supereroi. L’esperimento finale potrebbe a tratti risultare estremamente fastidioso, ma lasciamo che siate voi ad esprimere un giudizio.

Ecco il video in questione di seguito.

 

Gli Avengers scendono in campo per Joe Biden!

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Gli Avengers scendono in campo per Joe Biden!

La recente ondata di star di Hollywood che appoggiano le campagne politiche per la stagione elettorale ha portato le star di Avengers: Endgame  a collaborare ancora una volta a sostegno dei democratici.  E sebbene l’attore di Captain America Chris Evans stia aiutando a guidare l’evento a quanto apprendiamo oggi sarà proprio il candidato Joe Biden a urlare “Assembla!”.

I registi Anthony e Joe Russo  (Community, Captain America: Civil War), stanno stnno riunendo le più grandi star del franchise per l’evento di raccolta fondi politica dal titolo Voters Assemble che sosterrà il partito democratico. Ad ospitare l’evento oltre a Chris Evans ci saranno l’attrice Vedova Nera Scarlett Johansson, la star di Ant-Man Paul Rudd, l’attore di War Machine Don Cheadle, l’attrice che interpreta Gamora Zoe Saldana e l’Incredibile Hulk/Mark Ruffalo. L’evento virtuale non solo includerà un gioco a quiz, ma prevederà anche una sessione di domande a cui gli attori dovranno rispondere. Quindi i fan potrebbero chiedere qualsiasi cosa a patto che facciano una donazioe. Indipendentemente dalle affiliazioni politiche, questo è senza dubbio un evento entusiasmante e con il cast a disposizione per rispondere alle domande, sarà interessante scoprire cosa verrà rivelato!
Vi ricordiamo che il prossimo film in uscita del Marvel Cinematic Universe al momento è Black Widow.  La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett Johansson ci saranno anche David HarbourFlorence Pugh e Rachel Weisz.
In Black Widow, quando sorgerà una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che diventasse un membro degli Avengers.

Gli Avengers sbarcano al museo, a Milano dal 28 marzo

Gli Avengers sbarcano al museo, a Milano dal 28 marzo

In occasione dell’uscita nelle sale il prossimo 22 aprile dell’attesissimo film Avengers: Age of Ultron, WOW Spazio Fumetto – Museo del Fumetto, dell’Illustrazione e dell’Immagine animata di Milano, presenta una mostra unica nel suo genere: tavole originali dei più grandi autori stranieri e italiani, statue, gadget, manifesti, giochi in scatola, action figures, memorabilia, albi e tante sorprese per raccontare una storia avvincente ed emozionate lunga più di 50 anni!

avengers-age-of-ultronDal 28 marzo al 31 maggio 2015 WOW Spazio Fumetto – Museo del Fumetto, dell’Illustrazione e dell’Immagine animata di Milano (Viale Campania 12), presenta “Avengers: il mito”, una mostra davvero unica nel suo genere pensata per festeggiare l’uscita nelle sale il prossimo 22 aprile dell’attesissimo film “Avengers: Age of Ultron”. Un ricco percorso espositivo che parte dalle origini per arrivare ai giorni nostri illustrando la storia degli Eroi più potenti della Terra, dalle loro origini sulle pagine degli albi a fumetti negli anni Sessanta fino alla loro attuale veste cinematografica.

Info: 02 49524744/45 – www.museowow.it – Ingresso 5 euro (ridotto 3 euro)

Orario mostra: da martedì a venerdì, ore 15.00-19.00; sabato e domenica, ore 15.00-20.00.

Grazie a una raccolta davvero unica di tavole originali dei più importanti autori stranieri e italiani e albi rari provenienti da importanti collezioni private e dall’archivio della Fondazione Franco Fossati, il visitatore potrà rivivere la storia degli Avengers raccontata dalle grandi matite Marvel. Non solo: gadget, statue a grandezza naturale, memorabilia e action figures renderanno emozionante un percorso davvero unico testimoniando tappa per tappa come siano cambiati, non solo graficamente ma anche caratterialmente, gli Avengers dagli anni Sessanta ad oggi. Un viaggio nel mito per scoprire come sono nati autentici miti moderni come Capitan America, Thor, Iron Man, Vedova Nera, Hulk o Occhio di Falco e i loro nemici di sempre, compreso il terribile Ultron. Per scoprire che in più di cinquant’anni di storia nel fantastico gruppo sono entrati e usciti più di 50 supereroi, compresi Ercole e la Valchiria, protagonisti di centinaia di avventure che hanno tenuto tre generazioni incollate alle pagine e ora al grande schermo!

Ovviamente molto spazio sarà dedicato al grandissimo successo cinematografico degli ultimi anni partendo da “Avengers”, che con un box office globale di oltre 1.5 miliardi di dollari detiene ancora oggi il record come terzo migliore incasso di sempre, fino all’attesissimo sequel “Avengers: Age of Ultron” che arriverà nelle sale italiane il prossimo 22 aprile. Per tutta la durata della mostra saranno organizzati incontri a tema, incontri con disegnatori e laboratori dedicati ai mitici Supereroi.

La mostra Avengers: il mito propone un ricco percorso dedicato al fantastico mondo dei fumetti Marvel e al gruppo di eroi che più di tutti ha saputo imprimersi nell’immaginario collettivo, ospitando tutti gli eroi più famosi della casa statunitense e diventando il centro nevralgico dei film ispirati da questi fumetti, che hanno conquistato gli spettatori di tutto il mondo con straordinario successo.

Tutto inizia nel 1963. Nel giro di pochi mesi la casa editrice Marvel lancia alcuni eroi di grandissimo successo: i Fantastici Quattro, Spider-Man, ma anche Iron Man, Hulk e Thor. L’idea di Stan Lee e Jack Kirby, che assieme avevano dato vita a buona parte di questi straordinari personaggi, è molto semplice: riunire gli eroi più potenti, “per combattere quei nemici che nessun eroe, da solo, potrebbe fronteggiare!”. Creare un gruppo con i supereroi più famosi di una casa editrice non era una novità assoluta, ma la differenza qui era nell’approccio adottato, riassunto nella celebre formula “supereroi con superproblemi”. Gli Avengers avrebbero dovuto affrontare minacce esterne, ma anche risolvere rivalità, litigi e inimicizie tra loro. All’interno del gruppo, proprio per i caratteri focosi di tanti eroi, si verificano spessissimo cambi di formazione: il solitario e irascibile Hulk se ne va quasi subito, poi arriva Captain America, ripescato nei ghiacci dell’Artico, e con lui gli Avengers trovano il proprio leader, nientemeno che la Leggenda vivente della Seconda Guerra Mondiale.

La mostra, partendo da quel fatidico 1963, arriva a oggi passando in rassegna tutti i momenti salienti del gruppo: l’arrivo della Visione e di Ultron, la guerra intergalattica con Kree e Skrull, i Vendicatori della Costa Ovest e Onslaught, fino ad arrivare ai giorni nostri, in cui gli Avengers sono stati al centro di tutte le più importanti saghe della casa editrice, come “Civil War”, “Assedio” e il recentissimo “Original Sin”. Ad arricchire il racconto saranno riproduzioni, ingrandimenti e albi rari, grazie anche alla collaborazione di Panini Comics, che pubblica in Italia, Europa e America Latina i fumetti Marvel da più di venti anni, oltre a una ricca sezione di tavole originali dei più famosi autori che si sono cimentati su questo super-gruppo, da Jack Kirby e John Buscema fino a Steve McNiven.

All’interno del percorso sono presenti delle “isole” tematiche dedicate agli “Eroi più potenti della Terra”, ossia Iron Man, Thor, Hulk e Captain America: personaggi tra i più importanti della casa editrice che hanno avuto una ricchissima “carriera” anche in solitaria e che per questo motivo meritano uno spazio dedicato. Per scoprire che gli Avengers non sono solo Cap, Thor, Hulk, vedova Nera e Iron Man ma che in 50 anni sono stati più di 100! Per scoprire che tra loro non regna sempre pace e armonia. Per scoprire quali sono i loro nemici più acerrimi. Per scoprire tutto quello che non si sa sugli Eroi più Potenti della Terra divertendosi e godendo della magia del disegno dei grandi fumettisti!

L’ultima parte della mostra racconta come il mondo dei supereroi Marvel sia riuscito a diventare un fenomeno cinematografico, anche grazie alla lungimirante scelta di coinvolgere attori di primo piano come Robert Downey Jr. e di portare anche al cinema il concetto di un universo narrativo in cui i personaggi di fumetti (o di film) differenti si conoscono e possono interagire tra loro, o formare addirittura un gruppo. L’idea si è rivelata vincente: il primo film “The Avengers” ha frantumato record su record, diventando uno dei più visti della storia. Con simili premesse è facile prevedere che anche il nuovissimo “Avengers: Age of Ultron” (nelle sale italiane il prossimo 22 aprile) sarà un grande successo, introducendo nel mondo dei film uno dei più grandi nemici degli Avengers a fumetti: Ultron, un robot che si ribella ai propri creatori diventando una minaccia per l’intera umanità.

Per immergersi ancora di più nel mondo degli Avengers, il visitatore potrà interagire con le installazioni multimediali realizzate in collaborazione con GlobalMedia e Epson. Grazie a un pannello touchscreen sarà possibile scoprire il database segreto di Tony Stark che racchiude i segreti di tutti i supereroi – quasi 100! – che sono entrati a far parte degli Avengers in tutti questi anni. Anche la gabbia dove è stato racchiuso Hulk sarà una sorpresa per i visitatori: qualcuno l’ha sfondata dall’interno con un pugno devastante, mettendo a soqquadro gli appunti degli scienziati che stavano studiando i segreti della forza disumana del Golia Verde. Toccando gli appunti e sbirciando nel buco si potranno vedere le varie vite che Hulk ha avuto diventando cartone animato, protagonista televisivo e divo del cinema.

A completare il percorso sarà presente una ricchissima collezione di oggettistica e memorabilia, soprattutto dagli anni Settanta in poi: poster, giocattoli e oggetti che hanno solleticato le mire degli appassionati di allora e che adesso riescono a conquistarci grazie al loro aspetto vintage (molti dei pezzi esposti provengono dalla collezione privata di Simone Scopa, uno dei più agguerriti collezionisti Marvel d’Italia). Oltre a questi avranno ampio spazio i gadget di produzione recente, realizzati con estrema cura per un pubblico di collezionisti attenti e scrupolosi, tra tutte le statue da collezione e le action figures dedicati a Capitan America, Iron Man, Thor e tutti gli altri. Non mancheranno le miniature, vere e proprie “versioni solide” degli Avengers, dipinte con perizia dagli appassionati delle associazioni Amis e La fabbrica delle Miniature, che nel periodo della mostra terranno dimostrazioni di pittura di miniature per avvicinare tutti a questo interessantissimo hobby.

Grazie alla collaborazione di Brianza Lug saranno esposti in mostra fantastici diorami di Lego, alcuni ufficiali e altri realizzati da appassionati che investono la loro creatività per inventare plastici sempre nuovi con i mitici mattoncini. Uno spazio sarà dedicato anche ai ragazzi grazie all’esposizione dei giocattoli che Hasbro ha prodotto in vista dell’uscita del nuovo film, compreso l’esclusivo Monopoly Avengers dedicato ai Nostri eroi!

Gli attori ufficialmente in sciopero a Hollywood, la SAG-AFTRA si ferma

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Dopo 4 settimane di trattative, anche la SAG-AFTRA (sindacato degli attori a Hollywood) entra in sciopero contro l’AMPTP (l’Alliance of Motion Picture and Television Producers) e si unisce allo sciopero della WGA che va avanti dal 1° maggio 2023. 160 mila attori che lavorano a Hollywood si fermeranno dalla mezzanotte del 14 luglio e non riprenderanno le loro attività fino a che l’Alliance non garantirà delle condizioni contrattuali più giuste, in risposta ai cambiamenti radicali del mercato, a seguito dell’avvento di piattaforme e Intelligenza Artificiale generativa applicata alla realizzazione dei film sull’utilizzo dell’immagine degli attori stessi. Nel mirino della SAG-AFTRA ci sono circa 300 studios e streamer, compresi quelli a capillare diffusione anche da noi, come Netflix e Amazon.

Non succedeva dal 1980 che gli attori appendessero al chiodo le loro maschere, ed è dal 1960 che non lo fanno in concomitanza con gli sceneggiatori. Quello sciopero concesse loro diritti basilari, come l’assistenza sanitaria e la pensione.

Le principali conseguenze dello sciopero SAG-AFTRA

Le conseguenze dell’annuncio sono già visibili, con, ad esempio, il cast di Oppenheimer che ha lasciato la premiere londinese in corso a seguito dell’annuncio. Ma si tratta solo del primo evento che consegue alla decisione del SAG-AFTRA, a rischio sono tutti gli eventi che comprendono promozione delle attività degli attori, dalle convention (il San Diego Comic-Con vedrà annullare un sacco di panel, plausibilmente), ai festival prossimi futuri (probabilmente avremo una Venezia, un Telluride e un Toronto senza star hollywoodiane), alle iniziative “for your consideration” (siamo lontani dalla stagione dei premi cinematografici, ma la strada per gli Emmy, cominciata poche ore fa con l’annuncio dei candidati, è diventata molto complicata, tanto che la cerimonia di premiazione potrebbe slittare addirittura a gennaio 2024).

Volto di questa decisione del sindacato degli attori è la sua presidente Fran Drescher, che molti ricorderanno per essere stato il volto di tata Francesca, nello show che andava in onda su Italia Uno, ma che sta diventando una vera e propria eroina contemporanea grazie alla fierezza del suo discorso in conferenza stampa, dove ha annunciato che, nonostante gli sforzi e i tentativi di evitare lo sciopero (che ferma l’industria ma anche le entrate di migliaia di famiglie), l’AMPTP non ha fatto nulla per andare in contro alle loro richieste, preoccupandosi soltanto di portare avanti le promozioni per i prossimi blockbuster estivi (il citato Oppenheimer e Barbie, su tutti). Ecco il video della conferenza:

La conferenza stampa

Gli attori più pagati della televisioni [Foto]

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Si sa la televisione paga molto, alcune volte addirittura troppo, sopratutto quella Americana dove però la qualità rimane sempre altissimi. Ebbene ecco tutte le star della televisione più pagate, ed è da sottolineare il fatto che nella classifica nessuna donna è menzionata, dato che i compensi sono nettamente inferiori.

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Gli attori di cinefumetti supereroi nella vita vera

Tutti sanno dell’impegno di Mark Ruffalo per la protezione dell’acqua potabile del Pianeta, e di recente ha fatto tanto parlare il gesto di Robert Downey Jr che si è offerto per regalare un braccio meccanico, come quelli di Iron man, a un bimbo senza braccia, ma sono moltissimi gli attori che interpretano supereroi sul grande schermo e che nella vita reale copiono gesti di grande bontà e altruismo, da veri eroi. Eccone nove:

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Dalle visite in ospedale di Chris Pratt e Chris Evans, fino all’impegno di Scarlett Johansson nelle associazioni umanitarie e di Chris Hemsworth verso gli enti che tutelano i bambini, sono moltissimi gli attori di cinefumetti che sono degli eroi anche nella vita vera!

Gli attori che hanno interpretato due ruoli nello stesso film

Gli attori che hanno interpretato due ruoli nello stesso film

Se qualche volta, guardando un film, ci sembra di vedere somiglianze trai vari attori, potrebbe trattarsi di uno di quei casi, non troppo rari, in cui un attore interpreta più d un ruolo.

Spesso si tratta uno dei due è un ruolo marginale, qualche volta il trucco e il parrucco (quando non la CGI) aiutano a mascherare il doppio ruolo, altre volte capita che al contrario l’uso dello stesso attore per due ruoli diversi sia così sfacciato da sfiorare la parodia.

Il sito BrightSide ha raccolto una serie di immagini che mostrano attori in ruoli differenti, a volte più di due, nello stesso film. Eccoli di seguito!

Gli attori che hanno interpretato due ruoli nello stesso film

1. Michael J. Fox — Marty McFly e Marlene McFly, Ritorno al Futuro Parte II (1989)

2. Jason Isaacs — Mr. Darling e Capitan Uncino, Peter Pan (2003)

3. Jonathan Hyde — Sam Parrish e Van Pelt, Jumanji (1995)

Gli attori che hanno interpretato due ruoli nello stesso film

4. Dick Van Dyke — Bert e Mr. Dawes Sr., Mary Poppins (1964)

5. Warwick Davis — Unci Unci e Professor Filius Vitious, Harry Potter Saga (2001-2011)

6. Ben Stiller — Larry Daley e Laaa, Notte al museo – Il segreto del faraone (2014)

Gli attori che hanno interpretato due ruoli nello stesso film

7. Ben Mendelsohn — Keller e Talos, Captain Marvel (2019)

8. James Remar — Ace Speck e Butch Pooch, Django Unchained (2012)

9. Eddie Murphy è il Principe Akeem, Clarence, Randy Watson e Saul in Il Principe cerca moglie (1988)

Gli attori che hanno interpretato due ruoli nello stesso film

10. Arsenio Hall — Semmi, Morris, una ragazza in un bar e il Reverendo Brown in Il Principe cerca moglie (1988)

11. Michelle Williams — Annie e Glinda, Oz the Great and Powerful (2013)

12. Margaret Hamilton — Miss Almira Gulch e La Strega Cattiva dell’Ovest, Il Mago di Oz (1939)

Gli attori che hanno interpretato due ruoli nello stesso film

13. Dean-Charles Chapman — Martyn Lannister e Tommen Baratheon, Game of Thrones (2011-2019)

14. Ryan Reynolds — Deadpool e la voce di Fenomeno, Deadpool 2 (2018)

15. Benedict Cumberbatch — Dr. Stephen Strange e Dormammu, Doctor Strange (2016)

Gli attori che hanno interpretato due ruoli Marvel diversi

Il Marvel Cinematic Universe non si ripete. L’universo condiviso è stato messo a punto così nel dettaglio che, quando un attori firma per un ruolo, quel particolare ruolo sarà il suo compagno di viaggio per un arco variabile di film. Ma sempre lo stesso ed è rarissimo che lo stesso personaggio venga interpretato da attori diversi.

Questo vale per il MCU, ma naturalmente esistono molti altri film a marchio Marvel, con personaggi della Casa delle Idee, esterni a questo universo, film precedenti realizzati in anni in cui il MCU non esisteva ancora.

Idris Elba

Tutti lo conosciamo come Heimdall, il custode del Bifrost nel MCU, ma esattamente un anno dopo il suo debutto nel personaggio con i Marvel Studios, l’attore inglese ha partecipato a un altro cinecomic, Ghost Ryder: Spirit of Vengeance, nel ruolo di Moreau. L’unica cosa che però sembrano avere in comune i due personaggi, è che per interpretarli, Elba è stato costretto a indossare delle lentine colorate.

Jon Favreau

Jon Favreau è stato il primo regista del MCU con l’Iron Man di Robert Downey Jr, e nello stesso film ha interpretato anche Happy Hogan per la prima volta, la guardia del corpo di Tony Stark. Tuttavia, chi ha la memoria lunga, ricorderà che nel 2003, Favreau è stato Foggy Nelson al fianco di Ben Affleck/Matt Murdock in Daredevil. Decisamente un upgrade per l’attore e regista.

Kate Mara

Nel suo esordio alla Marvel, Kate Mara ha interpretato lo US Marshal che deve presentare un mandato di comparizione a Tony Stark all’inizio di Iron Man 2, un ruolo marginale che però ha introdotto l’attrice al grande pubblico. Mara è poi tornata alla Marvel dalla porta della Fox, interpretando la Donna Invisibile in Fantastici Quattro del 2014. Un ritorno infelice, senza dubbio, ma per lei può ancora esserci ancora possibilità di redenzione.

Kenneth Choi

In Captain America: Il Primo Vendicatori, Kenneth Choi fa parte del Howling Commando, nei panni di Jim Morita. Il personaggio è un eroe che combatte i nazisti e l’Hydra fianco a fianco con Cap. In Spider-Man: Homecoming, CHoi interpreta il preside Morita, che gestisce la scuola di Peter Parker. Non si tratta di un caso di omonimia o di mancanza di fantasia nei casting. Stando a quanto dichiarato da Kevin Feige, il preside Morita è il nipote di Jim Morita, tanto che nel suo studio sfoggia la foto del nonno con la divisa dell’esercito americano.

Michael B. Jordan

Con Chronicles di Josh Trank si è affacciato al cinema supereroistico, ma è sbarcato per la prima volta alla Marvel nei panni di Johnny Storm, in Fantastici Quattro. L’esperienza lo ha scottato, ma non ha deciso si lasciar perdere il genere. Così quando da Ryan Coogler è arrivata l’offerta di interpretare Killmonger in Black Panther, ha afferrato l’opportunità al volo, diventando uno dei migliori villain che il MCU ricordi, dai tempi di Loki.

Ryan Reynolds

Ryan Reynolds ha un passato oscuro nella DC Film, lo sappiamo tutti. Il suo Green Lantern è considerato uno dei peggiori film di sempre. Tuttavia, Reynolds era già stato in Marvel, in Blade: Trinity, al fianco di Wesley Snipes. Il suo ritratto di Hannibal King non sarà stato memorabile, ma senza dubbio il ritorno alla Marvel lo ha riscattato sia del cacciatore di vampiri che dell’infelice parentesi in DC: il suo Deadpool si fa amare tantissimo.

Josh Brolin

Nel 2014, con Guardiani della Galassia, Josh Brolin ha fatto il suo esordio nel MCU nel ruolo di Thanos. Adesso l’attore tornerà a interpretare il Titano Pazzo in Avengers: Infinity War. Ma a breve lo vedremo di nuovo in un altro cinecomic, nei panni di un altro eroe iconico dei fumetti Marvel: Cable. Sarà proprio Brolin a interpretare il potente mutante in Deadpool 2.

Chris Evans

Probabilmente, Chris Evans è l’attore che ha avuto più fortuna dopo aver interpretato un ruolo Marvel di relativo successo. Lui è stato la prima versione cinematografica di Johnny Storm, la Torcia Umana, e che poi è diventato il simbolo del MCU: Steve Rogers/Captain America.

Gli attori a cui un ruolo Marvel ha portato “sfortuna”

Gli attori a cui un ruolo Marvel ha portato “sfortuna”

Per qualunque attore, oggi, entrare nell’enorme famiglia dei Marvel Studios porterebbe fortuna; dal ruolo più piccolo a quello più importante, chiunque lavori con un film targato Marvel, può avere la quasi garanzia di successo e un futuro roseo nel mondo del cinema. Tuttavia non è sempre stato così. Per molti anni i personaggi della Casa delle Idee hanno percorso lo schermo d’argento interpretati da attori che poi non sono riusciti a continuare una carriera di rilievo al cinema, qualche volta trovando soddisfazione solo in tv.

Ecco sei attori famosi che, dopo essersi prestati a interpretare un personaggio Marvel, non hanno trovato il successo sperato sul grande schermo.

January Jones

January Jones è stata la Emma Frost nel reboot degli X-Men, X-Men: L’inizio, e sembrava che la via sul grande schermo fosse spianata per lei. Quando le notizie di un seguito de L’Inizio cominciarono a circolare, i fan pensavano che si sarebbe trovato il modo di far tornare anche lei. Tuttavia, non si sa per quale ragione, alla Jones non è stato chiesto di tornare a interpretare il suo ruolo insieme a molti altri attori.

Dopo quel film, la Jones ha continuato ad apparire nei panni di Betty Draper in Mad Men acclamato dalla critica, e ha anche recitato in numerosi film che sono andati direttamente in Video on Demand. Sebbene non abbia riscontrato il successo sperato al cinema, ha continuato a fare bene in televisione con la straordinaria serie AMC. Attualmente è la protagonista della commedia della Fox The Last Man on Earth con Will Forte e Kristen Schaal.

Eric Bana

Sorprendentemente, Eric Bana ha iniziato la sua carriera sulla scena comica australiana. Mentre ha alcuni ruoli comici al suo attivo, la maggior parte del suo lavoro si rivolge al dramma o all’azione. Poco dopo essere apparso in Black Hawk Down a metà dei 2000 in mezzo ad attori di Hollywood, gli è stato offerto il ruolo principale nell’Hulk di Ang Lee. Mentre i critici applaudivano il lavoro di Lee per il suo stile visivo, nel complesso, il film ha ricevuto recensioni contrastanti.

Nonostante le recensioni negative di Hulk, Bana ha recitato in diversi film, tra cui Troy, Munich e L’altra donna del re. Da allora, gli sono stati affidati ruoli prevalentemente di supporto. Il suo film più recente è King Arthur: Legend of the Sword di Guy Ritchie, nel 2017, in cui interpreta il ruolo Uther Pendragon.

Ioan Gruffudd

Come X-Men, Fantastici Quattro è stato riavviato più volte. I primi fantastici quattro al cinema sono arrivati nel 2005, con Ioan Gruffudd, Jessica Alba, Michael Chiklis e Chris Evans. Gruffudd interpretava il membro fondatore dei Fantastici Quattro, Mister Fantastic. Come leader della squadra, Gruffudd era destinato alla celebrità.

L’attore ha iniziato con piccoli ruoli, come interprete del quinto ufficiale in Titanic, ma, poco dopo, le parti più importanti hanno cominciato a scarseggiare. Poco prima di diventare di nuovo Mister Fantastic, ha interpretato Lancillotto nel 2004 con King Arthur, insieme a Keira Knightly e Clive Owen.

Purtroppo, recitare in un film Marvel non lo ha catapultato nel mondo della celebrità di successo come è accaduto invece al suo compagno di set, Chris Evans. Mentre Gruffudd non recita più nei film d’azione, attualmente ha due progetti televisivi: la seconda stagione del suo dramma psicologico su ITV, Liar, e un crime drama australiano, Harrow.

Topher Grace

Topher Grace è meglio conosciuto per aver interpretato il simpatico sarcastico Eric Forman in una delle sitcom di maggior successo della Fox, That 70s Show. Dopo aver interpretato lo stesso personaggio per sette stagioni, Grace ha deciso di lasciare lo spettacolo per perseguire altri progetti.

Mentre aveva già ottenuto alcuni ruoli da protagonista per dei film in televisione, come Win a Date with Tad Hamilton! e In Good Company, voleva dedicare il suo tempo per trovare spazio sul grande schermo. La sua grande occasione è arrivata quando ha ottenuto il ruolo di Eddie Brock/Venom in Spiderman 3 di Sam Raimi.

Mentre il film ha fatto un sacco di soldi, ha ricevuto recensioni contrastanti da parte di fan e critici. Una delle principali critiche del film è stata la scelta di includere tre cattivi, che hanno lasciato al Venom di Topher con poco spazio nell’arco del film. Dopo Spiderman 3, Grace ha interpretato una serie di ruoli di supporto, tra cui quattro progetti che sono in programma quest’anno.

Jennifer Garner

Jennifer Garner ha conquistato il cuore di critici e spettatori nei panni di Sydney Bristow, la protagonista di Alias, la serie ideata da J.J. Abrams. Il ritratto che la Garner ha offerto dell’agente della CIA sotto copertura le è valso un Golden Globe, dimostrando di avere il talento d’attrice oltre a essere in grado di tirare calci.

Questa sua agilità, unita al suo bell’aspetto, le è valso il ruolo di Elektra in Daredevil, al fianco di Ben Affleck. Dal momento che il film è stato un successo commerciale (molto meno di critica), lo studio ha deciso di realizzare un film spinoff proprio su Elektra, che Jennifer Garner protagonista.

Il film è stato un fallimento su tutti i fronti, classificandosi tra i film peggiori di sempre dedicati a un personaggio Marvel. Nonostante il mancato successo di Elektra, la Garner continua ad apparire al cinema, prevalentemente in piccoli ruoli. Tuttavia non ha più raggiunto, al cinema, il successo che si era guadagnata con Alias sul piccolo schermo.

Famke Janssen

Nei panni dell’amata Jean Grey, Famke Janssen ha avuto un ruolo chiave nel Singerverse. Mentre i primi due film della trilogia sono stati ben accolti, l’ultimo, diretto Brett, è stato stroncato da fan e critici allo stesso modo.

Il film ha sofferto di una sceneggiatura debole e della morte di personaggi importanti come Xavier, Cyclops e Jean Grey stessa. X-Men: Conflitto finale avrebbe dovuto essere il momento più alto per la Janssen, dal momento che il film racconta una parte della storia più intrigante mai scritta nei fumetti relativa al personaggio di Jean e della Fenice Nera. Ma l’esecuzione è stata pigra, e i fan scontenti.

Da allora, la Janssen non ha avuto un ruolo da protagonista in nessun grande film di successo; tuttavia, ha fatto un buon lavoro in televisione, con un ruolo da protagonista in Hemlock Grove di Netflix, un guest guest ricorrente in How to Get Away with Murder, e un ruolo da protagonista nello spin-off di Blacklist, Blacklist: Redemption.

Gli Attassati, la recensione del film di Matranga e Minafò

Gli Attassati, la recensione del film di Matranga e Minafò

Gli Attassati è su Prime Video dal 31 agosto ed è il secondo film della coppia di comici siciliani Matranga e Minafò, dopo il loro esordio del 2020 intitolato Un pugno di amici e diretto da Sergio Colabona.

Tony Matranga e Emanuele Minafò si sono incontrati agli inizi degli anni 2000 lavorando insieme come animatori in villaggi turistici, occasione propizia per dare avvio a una vocazione condivisa e da cui è sorto un sodalizio che li ha portati fino alle piattaforme.

Una carriera decollata nelle trasmissioni comiche

Il loro percorso inizia tra serate nei locali e su reti regionali in cui definiscono i cavalli di battaglia che poi manterranno, consolidando il profilo umoristico che li caratterizza tutt’oggi. Approdano anche a Made in Sud che fa allargare la loro conoscenza verso il grande pubblico e gli crea il bacino a cui attingere per gran parte del cast di Un pugno di amici. Lanciano due pezzi musicali dal titolo S’inzuppa il biscottino e Tutto il 2020 in una canzone e l’anno scorso sono stati persino ospiti di Stasera tutto è possibile.

La loro carriera è quindi piuttosto delineata. O, almeno, per quel che concerne il territorio di un certo tipo di comicità in Italia. Prodotto da Lungta Film, Vision Distribution e Sicilia Social Star – che aveva già finanziato Un pugno di amiciGli Attassati è diretto da Lorenzo Tiberia che esordisce al cinema con questo film, a differenza dei suoi attori. Noto sul web per una massiccia serie di lavori satirici e non, insieme ad un gruppo da lui fondato con il nome di Actual, Tiberia ha infatti affrontato anche temi di una certa profondità: a partire dai soprusi subiti dai più deboli in vari settori della società da parte di chi ricopre ruoli che, al contrario, dovrebbero tutelare.

La regia de Gli Attassati è dunque gestita con un buon impegno, anche rispetto all’uso delle musiche, le luci e la macchina da presa. Di nuovo Matranga e Minafò tentano la strada dell’heist movie, esplicitando in più momenti riferimenti a Il buono, il brutto, il cattivo o a Ocean’s eleven, e lo fanno con tanta simpatia: tutto il cast ci mette del suo con più di una scena che strappa qualche sorriso.

Gli Attassati, la trama

Ad essere Attassati, e cioè riempiti di debiti fino al collo, sono gli abitanti di un paese del sud in cui il direttore di Equitù (Maurizio Bologna), un’agenzia senza scrupoli di recupero crediti, è in combutta con il sindaco (Alfonso Postiglione) per racimolare più soldi possibili e appianare buchi di bilancio accumulati nel tempo, per poi far carriera in politica. I nostri scalcagnati eroi dovranno perciò penetrare all’interno degli uffici di Equitù e far sparire tutte le cartelle esattoriali incriminate.

La banda che viene messa insieme dai due protagonisti è piuttosto ben assortita, sia per quanto riguarda la scelta dei profili che la resa degli attori che danno bene l’idea di raffazzonamento del colpo che devono organizzare. La base, cioè il soggetto della storia, è sinceramente concepiti con grande entusiasmo e inventiva, ma il risultato finale è fragile e vagamente piatto.

Le gag non bastano a portare avanti un racconto

Il duo di comici mette tutta la propria passione nel caricare le gag e inserirle in ogni scena, ma non può essere sufficiente a costruire e – soprattutto – portare avanti un racconto. Condurre i passaggi e le svolte di una narrazione omogenea, con le variazioni necessarie ad accompagnare lo spettatore, non possono essere gestite se tutta l’energia viene dedicata agli scambi di battute, incuranti (o poco più) da quello che deve accadere prima e dopo. Così, il prezzo da pagare è inevitabilmente la forza dell’intero film che scricchiola e diventa infantile.

Gli Asteroidi: il film italiano in concorso a Locarno70

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Gli Asteroidi: il film italiano in concorso a Locarno70

Gli Asteroidi di Germano Maccioni è il film italiano in Concorso al 70. Locarno Festival (2-12 agosto 2017). Prodotto da Articolture e Ocean Productions con RAI Cinema, e distribuito da Istituto Luce-Cinecittà, il film segna l’esordio al lungometraggio di Maccioni, regista classe 1977, reduce da importanti esperienze di cortometraggi e documentari, tra cui l’ultimo ‘Fedele alla Linea’ dedicato alla vita di Giovanni Lindo Ferretti, piccolo caso di pubblico e tenuta nelle sale.

Scritto dal regista insieme a Giovanni Galavotti, Gli Asteroidi porta per la prima volta sullo schermo un cast affiatato di giovani attori non-professionisti: Riccardo Frascari (nel ruolo di Pietro), Nicolas Balotti (Ivan) e Alessandro Tarabelloni (Cosmic), affiancati in ruoli chiave dal talento di Pippo Delbono e Chiara Caselli.

Ho da sempre pensato agli Asteroidi come a una piccola “fabula” di formazione, ambientata in provincia, nell’orizzonte piatto della pianura, fertile di campi lunghissimi, facce e storie pazze, balere e apparenti brutture architettoniche che a volte però sorprendono lo sguardo e ci fanno intravedere una grazia inaspettata.” ha commentato Germano Maccioni “In questo paesaggio tanto emiliano quanto metafisico, ho cercato anche una rappresentazione di una condizione umana. Sono onorato (e curioso) che l’anteprima mondiale del film avvenga nel concorso ufficiale di un festival internazionale e così aperto sul mondo come quello di Locarno, come il migliore dei contraltari.”

Un film che si avvale nel comparto tecnico di una evocativa colonna sonora che unisce la composizione originale di Lorenzo Esposito Fornasari a brani de Lo Stato Sociale.

Concepito, prodotto e realizzato interamente a Bologna e nella sua provincia – un territorio che diventa autentico protagonista della pellicola – il film si inscrive nel genere attualissimo del coming-of-age, un romanzo di formazione innestato su una trama vivace di azione, e su uno sguardo di camera che indaga un piano insieme intimo e sociale.

Protagonisti di questa favola avventurosa calata nella contemporaneità, sono tre ragazzi neppure ventenni legati da amicizia profonda, in un contesto in cui la crisi economica ha picchiato duro, e non ha risparmiato le loro famiglie, rendendo precari affetti e legami. Del futuro non pare esserci traccia.

Il presente sono giorni vuoti e ripetitivi: scuola, lavoro da quattro soldi, circolo ricreativo, vagabondaggi. Sullo sfondo due misteri: una serie di rapine nelle chiese, e il passaggio di un asteroide terribilmente vicino alla Terra…

Uno scenario da provincia ex-industriale sconfinata, che poggia su un passato dove tutto ormai vacilla e tuttavia può prestarsi, quasi epico, a cavalcate selvagge alla John Ford su un motorino smarmittato. E quasi aliena, sull’orizzonte piatto della pianura emiliana, la stazione astronomica che nutre i sogni di uno dei ragazzi, Cosmic: lo stesso osservatorio astronomico – la Stazione Radioastronomica di Medicina (Bologna) – del Deserto Rosso di Antonioni…

Una notte particolarmente stellata può segnare le vite dei ragazzi in maniera decisiva, e portare il loro viaggio, come quello dei corpi celesti del titolo, a una distruzione, o a un nuovo passaggio. 

Gli Asteroidi trama

Una provincia industriale, sconfinata, alienante. Un tempo florida, ora profondamente segnata dalla crisi economica. Provincia di campi allargati e capannoni dismessi, è l’universo in cui gravitano Pietro e il suo amico Ivan, diciannovenni in conflitto con la famiglia, con la scuola, con tutto. Sullo sfondo una serie di furti nelle chiese, compiuti dall’inafferrabile “banda dei candelabri”, e l’incombere di un grande asteroide, monitorato dalla stazione astronomica della zona perché in procinto di passare molto vicino alla Terra. Talmente vicino che un amico un po’ strambo, fissato con questioni astronomiche e filosofiche, è sicuro che precipiterà sul pianeta, annientando l’umanità. E mentre la “fine del mondo” si avvicina, Ivan convince Pietro a partecipare a un furto, con conseguenze drammatiche che colpiranno fatalmente il loro mondo. 

Gli artisti dei VFX Marvel Studios hanno votato per la sindacalizzazione

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Le squadre degli effetti visivi (VFX) che lavorano per i Marvel Studios hanno votato per il sindacalizzarsi. Un comunicato stampa rivela che “la stragrande maggioranza della squadra di oltre 50 lavoratori della Marvel ha firmato dei documenti che indicano che desiderano essere rappresentate dalla International Alliance of Theatrical Stage Employees (IATSE)”.

“Per quasi mezzo secolo, ai lavoratori dell’industria degli effetti visivi sono state negate le stesse protezioni e benefici su cui i loro colleghi e compagni di troupe hanno fatto affidamento dall’inizio dell’industria cinematografica di Hollywood”, ha dichiarato Mark Patch, organizzatore VFX per IATSE, in una dichiarazione. annunciando il deposito. “Questo è un primo passo storico per i lavoratori VFX che si uniscono con una voce collettiva che chiede rispetto per il lavoro che facciamo”.

Lo sforzo di sindacalizzazione segna la prima volta che i professionisti di VFX si sono uniti in questo modo, poiché questo segmento del settore è rimasto in gran parte non sindacale. IATSE rappresenta più di 168.000 tecnici e artigiani che lavorano nel cinema e in TV, ma mentre “posizioni come scenografi/direttori artistici, operatori di ripresa, audio, montatori, parrucchieri e truccatori, costumi/guardaroba, supervisori di sceneggiature, prese, luci, oggetti di scena e vernice, tra gli altri, sono stati storicamente rappresentati da IATSE”, spiega il comunicato, “i lavoratori nelle classificazioni VFX storicamente no.”

Gli artisti dei VFX Marvel Studios hanno votato per la sindacalizzazione

La coordinatrice degli effetti visivi Bella Huffman ha aggiunto: “I tempi di consegna non si applicano a noi, le ore protette non si applicano a noi e l’equità salariale non si applica a noi. Gli effetti visivi devono diventare un reparto sostenibile e sicuro per tutti coloro che hanno sofferto troppo a lungo e per tutti i nuovi arrivati che hanno bisogno di sapere che non saranno sfruttati”.

La decisione degli artisti VFX arriva anche nel mezzo di una più ampia ondata di attività sindacali quest’estate, mentre sceneggiatori e attori continuano a marciare sui picchetti in uno storico doppio sciopero.

“Stiamo assistendo a un’ondata di solidarietà senza precedenti che sta abbattendo vecchie barriere nel settore e dimostrando che siamo tutti insieme in questa lotta. Ciò non accade nel vuoto”, ha detto il presidente internazionale IATSE Matthew D. Loeb riguardo ai tempi del voto. “I lavoratori dello spettacolo di tutto il mondo si battono per i reciproci diritti, ecco di cosa tratta il nostro movimento. Mi congratulo con questi lavoratori per aver compiuto questo passo importante e aver usato la loro voce collettiva”.

Il reparto dei VFX Marvel Studios ha fatto notizia, nell’ultimo anno, per i cattivi risultati consegnati al pubblico in diverse occasioni, a partire dalla serie Disney+ She-Hulk: Attorney at Law, fino a Ant-Man and the Wasp: Quantumania e Thor: Love and Thunder. Già lo scorso anno sono venute fuori le prime informazioni relative ai ritmi di lavoro complessi e insostenibili, e questa azione collettiva dovrebbe regolamentare e tutelare un lavoro che nel cinema contemporaneo è ormai indispensabile.

Fonte: Variety

Gli artisti dei VFX Disney hanno votato per la sindacalizzazione

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Gli artisti dei VFX Disney hanno votato per la sindacalizzazione

A seguito delle accuse di maltrattamenti e superlavoro diffuse in tutto il settore, i lavoratori ai VFX della Disney hanno votato per la sindacalizzazione. I lavoratori degli effetti visivi dei Marvel Studios, filiale dei Walt Disney Studios, hanno votato a favore della sindacalizzazione all’inizio di questo mese.

Lo studio, che produce film e programmi TV del Marvel Cinematic Universe, è stato accusato dai suoi dipendenti di maltrattamenti. Si prevedeva che il loro passaggio alla sindacalizzazione avrebbe creato un precedente in grado di cambiare il settore, e gli effetti a catena si stanno già vedendo.

Poche settimane dopo che i Marvel VFX Workers hanno votato per la sindacalizzazione, le troupe degli effetti visivi della Walt Disney hanno seguito l’esempio. Secondo Variety, i lavoratori della Disney VFX hanno compiuto un passo significativo verso la sindacalizzazione richiedendo un’elezione attraverso il National Labor Relations Board (NLRB). Oltre l’80% dei 18 membri della squadra VFX impiegati direttamente dalla Walt Disney Pictures hanno presentato i documenti di autorizzazione indicanti la loro intenzione di formare un sindacato. Mark Patch, organizzatore IATSE VFX, e Matthew D. Loeb, presidente internazionale dello IATSE, hanno rilasciato le seguenti dichiarazioni:

Patch: Oggi, i coraggiosi lavoratori degli effetti visivi della Walt Disney Pictures hanno superato la paura e il silenzio che hanno impedito alla nostra comunità di avere voce in capitolo per decenni. Con una stragrande maggioranza di queste troupe che chiedono la fine del “modo in cui gli effetti visivi sono sempre stati”, questo è un chiaro segno che la nostra campagna non riguarda uno studio o una società. Riguarda i lavoratori VFX di tutto il settore che utilizzano gli strumenti a nostra disposizione per elevarci e creare un percorso migliore da seguire.

Loeb: La determinazione di questi lavoratori degli effetti visivi non è solo encomiabile, è rivoluzionaria. La loro azione collettiva contro lo status quo rappresenta un cambiamento epocale in questo momento critico per il nostro settore. Il coro di voci che chiedono un cambiamento non ha precedenti e dimostra che il nostro movimento unito non riguarda una sola azienda, ma crea un precedente di dignità, rispetto ed equità per tutti.

Da quando gli effetti visivi sono stati introdotti dai film di Star Wars negli anni ’70 e ’80, il settore non è mai stato unificato sotto un sindacato. Questo fino a quando i lavoratori della Marvel VFX hanno votato per la sindacalizzazione all’inizio di questo mese, segnando una prima volta a Hollywood che avrebbe dovuto creare un precedente rivoluzionario per il settore. Lo studio di proprietà della Disney è stato criticato da molti lavoratori VFX che hanno parlato delle pessime condizioni di lavoro della Marvel, inclusi compensi ingiusti e il carico di lavoro eccessivo, allo scopo di rispettare scadenze impossibili.

La Disney non ha la stessa reputazione di maltrattare i lavoratori degli effetti visivi, sebbene abbiano contribuito a creare film da miliardi di dollari – come La bella e la bestia, Aladin e Il re leone – da cui lo studio ha tratto enormi profitti. Come parte dei loro sforzi per sindacalizzare, i lavoratori della Disney VFX stanno avanzando richieste ragionevoli, che includono un equo compenso per tutte le ore lavorate, un’adeguata assistenza sanitaria e benefici pensionistici. Queste richieste fanno eco alle crescenti richieste di miglioramenti nel settore degli effetti visivi.

Il voto dei lavoratori della Disney VFX per la sindacalizzazione arriva anche mentre i sindacati degli sceneggiatori e degli attori, WGA e SAG-AFTRA, continuano a scioperare lottando per una retribuzione giusta e migliori condizioni di lavoro.

Gli Aristogatti: in arrivo il remake in live action

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Gli Aristogatti: in arrivo il remake in live action

Anche Gli Aristogatti riceverà il trattamento in live-action, dal momento che è attualmente in fase di sviluppo presso la Disney il film.

L’originale d’animazione, basato su una storia di Tom McGown e Tom Rowe, è stato distribuito nel 1970 dalla Walt Disney Productions. Il film segue una famiglia di gatti persiani che stanno per ereditare la fortuna del loro proprietario, ma devono trovare la strada di casa con l’aiuto di un gatto randagio, Romeo, dopo che il subdolo maggiordomo della loro proprietaria li ha rapiti e li ha abbandonati in campagna.

Secondo Comicbook.com, la Disney sta ora sviluppando un remake live-action dell’amato classico per bambini. La sceneggiatura del film è nelle mani di Will Gluck (Peter Rabbit) e Keith Bunin (Onward) e sarà prodotta dalla Olive Bridge Entertainment di Gluck. I dettagli sul progetto sono ancora scarsi poiché la fase di sviluppo è all’inizio, ma il film molto probabilmente seguirà un aspetto simile al remake live-action della Disney di Lilly e il Vagabondo.

Il remake live-action di Gli Aristogatti non dovrebbe sorprendere dal momento che la Disney nell’ultimo decennio sta lavorando a una serie continua di riadattamenti in live action dei suoi classici animati. E c’è da dire che sebbene alcune recensioni non siano propriamente entusiaste, il pubblico mostra di apprezzare tantissimo queste nuove narrazioni di classici senza tempo.

Gli Aristogatti: il remake in Live-Action ha trovato il suo regista

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È stato scelto il regista dell’annunciato remake ibrido live-action e CGI della Disney sul classico de Gli Aristogatti. A darne notizia è stato il noto sito americano Deadline riporta che il regista e musicista premio Oscar Ahmir “Questlove” Thompson dirigerà il remake, fungendo anche da produttore esecutivo e supervisionando la musica del film. Il film sarà scritto da Will Gluck, che produrrà per Olive Bridge, e Keith Bunin, mentre i produttori esecutivi saranno Tarik Trotter, Shawn Gee e Zarah Zohlman per Two One Five Entertainment.

Ahmir “Questlove” Thompson ha vinto un Oscar nel 2022 per il suo documentario Summer of Soul . Oltre al cinema, è un membro della famosa band di Filadelfia Roots e ha vinto sei Grammy Awards. Gli Aristogatti è stato originariamente pubblicato nel 1970 ed è stato l’ultimo film ad essere approvato personalmente da Walt Disney prima della sua morte nel 1966. Il film segue un gruppo di gatti aristocratici che devono collaborare con un carismatico gatto dopo essere stati rapiti da un maggiordomo nel tentativo di rubare la loro eredità.

Membro fondatore dell’iconica band hip hop di Filadelfia The Roots, il sei volte vincitore del Grammy Thompson ha fatto il salto alla regia con il suo documentario Summer of Soul, sul festival culturale di Harlem del 1969. Il film è stato presentato in anteprima al Sundance Film Festival del 2021, portando a casa il Gran Premio della Giuria e iniziando la sua serie di riconoscimenti che sarebbero culminati il premio Oscar del 2022. Da allora, Thompson ha soppesato le sue opzioni prima di scegliere il progetto giusto con il quale fare il salto nella fiction, approdando infine alla Disney che lo ha ingaggiato per il suo remake Aristogatti. 

Gli Anni Ruggenti: il fascismo visto attraverso lo ironico di Luigi Zampa

Gli Anni Ruggenti è un film del 1962 diretto da Luigi Zampa e con protagonista nel cast Nino Manfredi, Gino Cervi, Michèle Mercier, Gastone Moschin.

La trama de Gli Anni Ruggenti

1937, XV anno fascista. Salvatore Acquamano (Gino Cervi) è il podestà di un piccolo paese a pochi chilometri da Alberobello; un cugino impiegato nel ministero lo avverte dell’arrivo imminente di un gerarca in incognito incaricato di effettuare un’ispezione sul territorio.

Convocato tutto il consiglio comunale, composto tra gli altri anche dal burbero segretario politico Carmine Passante (Gastone Moschin), il panico si diffonde immediato viste le innumerevoli magagne che rischiano di essere smascherate.

Il tanto temuto ispettore è individuato nella figura di un giovane forestiero appena giunto da Roma, un certo Omero Battifiori (Nino Manfredi) che si spaccia per un assicuratore in cerca di nuovi clienti. Peccato che il giovane e spigliato presunto gerarca sia in realtà quello che dice di essere ma il gioco degli equivoci è ormai iniziato e sarà quasi impossibile fermarlo.

Gli Anni Ruggenti, il film

E’ il 1962 quando Luigi Zampa dirige questo brillantissimo esempio di tragicommedia all’italiana; un affresco quanto mai ironico e divertente su un periodo storico molto particolare e di cui ancora, in quegli anni, si percepivano gli echi e i freschi ricordi.

Una sceneggiatura scritta a sei mani ed in cui Zampa si avvale della preziosissima collaborazione di Ruggero Maccari e sopratutto di Ettore Scola. E crediamo che proprio Scola abbia contribuito particolarmente, in sede di scrittura del film, a bilanciarne la forte carica ironico-satirica con una certa eleganza e gravità di base, tipica del suo fare cinema.

Gli anni ruggenti infatti non è solo una semplice commedia in cui si ride, e molto, grazie al susseguirsi di situazioni farsesche e divertenti rese ancor più esilaranti da attori eccezionali e dalla grande carica comica; ma è anche e innanzitutto un film che al contempo vuole riproporre e affrontare temi e problematiche legate al “ventennio” da poco concluso.

Divertire e far riflettere, sorridere sì ma di un sorriso spesso amaro che alla lunga si smorza in una sorta di ghigno, in una smorfia, come da tradizione della grande tragicommedia nostrana.

Mostrare la tipica società fascista di provincia, di una provincia lontana da Roma, da piazza Venezia e dalle grandi adunate; una provincia così lontana dal centro di potere da sentirsi al sicuro da occhi e orecchie indiscrete e poter così dar libero sfogo alla sua irresistibile smania di corruzione. Il quadro che Zampa ci propone è impietoso: funzionari di partito, dirigenti sanitari, scolastici e loschi mestieranti in camicia nera che utilizzano quella particolare congiuntura storico-politica per arricchirsi, ampliare il proprio volume di affari, assecondare i propri interessi e il tutto a scapito della povera gente.

Non c’è ideale, non c’è convinzione sincera in qualcuno o qualcosa ma solo sete di danaro, sete di ricchezza. Straordinari nel fornirci i classici esempi di questa provincia corrotta e basata sul malaffare sono Gino Cervi, podestà che utilizza la sua posizione per sfruttare più e peggio di prima gli stessi braccianti che lavorano le sue terre e Gastone Moschin, segretario politico dalla mascella protesa e il petto sempre gonfio ma in realtà pavido come un agnellino.

Nino Manfredi invece interpreta con la solita maestria il protagonista della storia, il vero perno su cui ruota tutta la narrazione. Giovane impiegato onesto e innocentemente fedele al partito, avrà suo malgrado modo di conoscere tutto il marcio che può nascondersi sotto il velo di legalità, fermezza morale e borghese di uomini fieri e orgogliosi fascisti. Avrà modo di constatare come le loro ruberie si riversino sulla povera gente che, in un piccolo borgo pugliese, può ancora vivere accampata nelle caverne nascoste tra le montagne. La composta ed educata amicizia che nasce con il dott. De Vincenzi, intellettuale anti-fascista, interpretato da un sempre meraviglioso Salvo Randone, aiuta il giovane protagonista ad aprire gli occhi su quello che si cela dietro ad un apparente benessere.

Il dott. De Vincenzi sarà per Omero una sorta di Virgilio che lo guiderà in questo viaggio dantesco verso la verità.

Attori impeccabili, straordinari nel rivestire ognuno il ruolo loro assegnato, una sceneggiatura elegante quanto divertente ed amara, una ricostruzione storica e sociale fedele ed impietosa. Gli anni ruggenti è un film che consigliamo fortemente in quanto diverte, fa conoscere e riflettere anche se alla fine, forse, è la nostalgia il sentimento che rimane…nostalgia di un cinema che fu.

Gli anni più belli: tutte le curiosità sul film di Gabriele Muccino

Da sempre interessato ai rapporti, più o meno sopra le righe, che si possono instaurare tra le persone, il regista Gabriele Muccino è recentemente tornato al cinema con quello che egli considera il suo film più importante: Gli anni più belli (qui la recensione del film). Reduce dal successo di A casa tutti bene, il regista si concentra qui sul raccontare le vicende di un gruppo di amici nel corso di quarant’anni di storia italiana, portando i suoi protagonisti ad evolvere (o involvere) di pari passo con i tanti cambiamenti che hanno segnato il Bel Paese dai complessi anni Ottanta fino ai giorni nostri.

Il film di Muccino è un esplicito omaggio ad uno più grandi capolavori del cinema italiano, ovvero C’eravamo tanto amati, diretto da Ettore Scola nel 1974. Anche in quel caso si ripercorrevano 30 anni di storia italiana visti attraverso gli occhi dei protagonisti, i quali riflettevano inesorabilmente anche sui loro cambiamenti personali. Muccino si fa dunque carico di questa eredita, facendo idealmente partire il racconto lì dove il film di Scola si fermava. Con la partecipazione di alcuni attori amici, ricorrenti nella sua filmografia, egli ha così portato al cinema quello che è da molti considerato uno dei suoi film più belli.

Penalizzato negli incassi dalla pandemia di Covid-19, Gli anni più belli ha comunque trovato il modo di continuare a far parlare di sé. Rimane senza dubbio un film che merita una visione, anche solo per il ritratto divertente e amaro allo stesso tempo di un’Italia cambiata forse troppo drasticamente. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Gli anni più belli cast attori
Pierfrancesco Favino, Kim Rossi Stuart e Claudio Santamaria in Gli anni più belli. © All rights reserved

La trama e il cast di Gli anni più belli

Gli anni più belli propone la storia di quattro amici: Giulio, Gemma, Paolo e Riccardo, raccontata nell’arco di quarant’anni, dal 1982 ad oggi, dall’adolescenza all’età adulta. Ognuno con le proprie speranze, le proprie delusioni lavorative e sentimentali, i propri successi e i fallimenti. Componenti che sono l’intreccio di una grande storia di amicizia e amore attraverso cui si raccontano anche l’Italia e gli italiani. Il loro è grande affresco che racconta chi siamo, da dove veniamo e anche dove andranno e chi saranno i nostri figli. È il grande cerchio della vita che si ripete con le stesse dinamiche nonostante sullo sfondo scorrano anni e anche epoche differenti.

Ad intepretare i quattro protagonisti vi sono gli attori Pierfrancesco Favino, Micaela Ramazzotti, Kim Rossi Stuart e Claudio Santamaria, con il primo e l’ultimo di questi con già diverse collaborazioni con Muccino alle spalle. Nel film è inoltre presente anche la cantante Emma Marrone, fortemente voluta da Muccino, che compie così il suo esordio nella recitazione con il personaggio di Anna, moglie di Riccardo. Si ritrovano poi anche gli attori Jacopo Maria Bicocchi nei panni di Fabio, Nicoletta Romanoff in quelli di Margherita Angelucci e Francesco Acquaroli nel ruolo di Sergio Angelucci. Ad interpretare i quattro protagonisti da adolescenti si ritrovano invece Francesco Centorame, Alman Noce, Andrea Pittorino e Matteo De Buono.

Gli anni più belli canzone
Micaela Ramazzotti, Kim Rossi Stuart e Claudio Santamaria in Gli anni più belli. © All right reserved

 

La canzone di Claudio Baglioni

Particolarmente importante all’interno del film è la colonna sonora. Questa è stata curata dal maestro premio Oscar Nicola Piovani e composta per esaltare la forte malinconia alla base del racconto. Di particolare rilievo è però il brano inedito di Claudio Baglioni, Gli anni più belli, che dà il titolo al film. Pubblicato il 3 gennaio del 2020, questo segna il ritorno del cantante sulla scena musicale dopo quattro anni. Si tratta di un brano il cui testo descrive tutto l’ardore degli anni giovanili. Anni in cui si è concentrati solo sull’esprimersi al massimo del proprio potenziale, nonostante le preoccupazioni date dal futuro. Gli anni più belli è poi stato candidato a numerosi premi, tra cui il David di Donatello.

Il trailer di Gli anni più belli e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Gli anni più belli grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV, Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 4 maggio alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

Fonte: IMDb

Gli anni più belli: recensione del film di Gabriele Muccino

Gli anni più belli: recensione del film di Gabriele Muccino

Dopo A casa tutti bene, Gabriele Muccino torna a dirigere con Gli anni più belli. Stavolta non sceglie un cast così ricco, ma punta su quattro assi del nostro cinema, a due dei quali – Pierfrancesco Favino e Claudio Santamaria – lo legano un’amicizia ventennale e quattro film. Kim Rossi Stuart e Micaela Ramazzotti sono invece diretti per la prima volta da Muccino. A questi si aggiungono altri due fuoriclasse: Nicola Piovani che firma le musiche originali e Claudio Baglioni con l’inedito Gli anni più belli, oltre ad altri due brani del suo repertorio.

Gli anni più belli, la trama

Il film segue le vicende di quattro amici, intrecciandole con quarant’anni di storia italiana, dagli anni Ottanta ad oggi. Gemma (Micaela Ramazzotti) è bella e inquieta, lei e Paolo (Kim Rossi Stuart) si amano, si lasciano, si riprendono, mentre Paolo, il più introverso e meno incline ai compromessi, insegna da precario e vive con la madre. Giulio (Pierfrancesco Favino), che invece i compromessi li accetta pur di affermarsi e togliersi di dosso “la puzza di fame” dei bassi da cui proviene, diventa avvocato e s’innamora di Gemma, ma poi sposa la figlia di un facoltoso uomo d’affari a cui evita la galera. Riccardo (Claudio Santamaria), giornalista squattrinato, sposa Anna (Emma Marrone), ma l’idillio lascia presto il posto a liti continue e al divorzio. I quattro si perdono, poi si ritrovano, ma forse Giulio è troppo cambiato, appartiene a un altro mondo, o forse no, anche lui ha nostalgia di quell’amicizia che infondo non si è mai spenta. Forse Paolo è troppo rigido e preferisce la compagnia dei suoi libri, mentre Riccardo, come al solito, si da un gran da fare per riunire il gruppo. E Gemma? Lo scopriranno tra il tavolo di un ristorante, un salotto e un balcone.

Muccino e gli omaggi al cinema in un film pretenzioso

Gli anni più belli ha grandi ambizioni, aspira ad essere un grande affresco storico-sociale dell’Italia e crea elevate aspettative, delle quali però non riesce ad essere all’altezza. La Storia è solo marginale, un tocco di colore con tante pennellate, forse troppe, ma appena accennate: dalla caduta del muro di Berlino a Tangentopoli, dall’11 settembre all’ascesa del Movimento 5 Stelle nel panorama politico italiano.

Il film riesce invece a ricreare le atmosfere anni Ottanta e Novanta, il tempo in cui la musica si ascoltava su cassetta, prima dell’avvento del digitale e dei telefoni cellulari, e anche Il tempo delle mele, solo uno dei tanti omaggi presenti nel film – da Fellini a Scola. L’ispirazione a un capolavoro come C’eravamo tanto amati è dichiarata. Purtroppo però, la scrittura è lontana anni luce da Scola, sceneggiatore di fama lui stesso, che si avvaleva lì del contributo di Age e Scarpelli. Muccino scrive di nuovo a quattro mani con Paolo Costella dopo A casa tutti bene, ma il risultato è debole.

Dialoghi poco sensati o banali – si pensi ad alcune battute di Nicoletta Romanoff (Margherita, moglie di Giulio) o alla ripetitività degli scambi tra Emma Marrone e Claudio Santamaria. Poca attenzione è posta nel delineare i personaggi, soprattutto quelli di Riccardo e Gemma. I tormenti interiori di lei sono solo suggeriti anziché trattati con efficacia, rendendo il personaggio piuttosto frivolo. Quello di Paolo è forse il più riuscito e Rossi Stuart ha una marcia in più, mettendo a frutto il suo estro anche nell’interpretare lo stile mucciniano.

Gli anni più belliGli anni più belli, enfasi e alta temperatura emotiva

Costanti del cinema di Muccino si confermano l’enfasi e la temperatura emotiva sempre alta, le urla non sempre motivate e le corse affannate dei protagonisti, all’inseguimento dei loro sogni.

Nonostante la bravura del regista nella scelta del cast -anche i quattro attori che interpretano i protagonisti da giovani, Francesco Centorame (Giulio), Andrea Pittorino (Paolo), Alma Noce (Gemma), Matteo De Buono (Riccardo), sono molto somiglianti e in parte; tra gli interpreti anche Francesco Acquaroli – per una buona metà del film e forse anche oltre, il lavoro non coinvolge. Neppure Favino, Rossi Stuart, Santamaria e Ramazzotti riescono a risollevarlo. Poi Muccino tira i remi in barca e prova a dare uno spessore al racconto, a far evolvere i personaggi. Talento e carisma dei quattro assieme al loro affiatamento – Santamaria e Favino ritrovano Rossi Stuart dopo Romanzo criminale, mentre quest’ultimo e Ramazzotti, alla loro terza collaborazione, si confermano in sintonia – possono così traghettare il film fuori dal guado.

Sulle note di  Piovani e Baglioni  –  assieme all’inedito anche E tu come stai?, Mille giorni di te e di me – senza rinunciare a Bennato e neppure a un accenno a De Andrè, lo spettatore segue  gli alti e bassi dei quattro amici in questo lavoro caotico, a tratti perfino bulimico, che vuole comprendere tutto, ma al quale manca un’idea chiara e davvero originale su cui fondarsi. Gli anni più belli resta un film che celebra il valore dell’amicizia autentica – di cui certo il regista è profondamente consapevole – capace di attraversare indenne le maree della vita ed essere una vera àncora di salvezza.

Gli Anni più belli: prime scene dal film di Gabriele Muccino

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Gli Anni più belli: prime scene dal film di Gabriele Muccino

01 Distribution annuncia Gli Anni più belli, il nuovo film diretto e scritto da Gabriele Muccino e con protagonisti Pierfrancesco Favino, Micaela Ramazzotti, Kim Rossi Stuart, Claudio Santamaria.

Gli Anni più belli arriverà al cinema dal 13 febbraio 2020 al cinema! Una produzione Lotus Production una società di Leone Film Group con Rai Cinema in associazione con 3 Marys Entertainment. Fanno parte del cast anche: Nicoletta Romanoff, Emma Marrone, Alma Noce, Francesco Centorame, Andrea Pittorino, Matteo De Buono, Francesco Acquaroli, Mariano Rigillo, Paola Sotgiu, Fabrizio Nardi.

Gli Anni più belli: teaser trailer

Gli Anni più belli: trama

“Gli Anni Più Belli” è la storia di quattro amici Giulio (Pierfrancesco Favino), Gemma (Micaela Ramazzotti), Paolo, (Kim Rossi Stuart), Riccardo (Claudio Santamaria), raccontata nell’arco di quarant’anni, dal 1980 ad oggi, dall’adolescenza all’età adulta. Le loro speranze, le loro delusioni, i loro successi e fallimenti sono l’intreccio di una grande storia di amicizia e amore attraverso cui si raccontano anche l’Italia e gli italiani. Un grande affresco che racconta chi siamo, da dove veniamo e anche dove andranno e chi saranno i nostri figli. È il grande cerchio della vita che si ripete con le stesse dinamiche nonostante sullo sfondo scorrano anni e anche epoche differenti. Il titolo riprende il brano inedito di Claudio Baglioni e la colonna sonora del film è di Nicola Piovani.

Gli anni amari, recensione del film di Andrea Adriatico

Gli anni amari, recensione del film di Andrea Adriatico

Gli anni amari è il nuovo lungometraggio del regista teatrale e cinematografico Andrea Adriatico. Si concentra su un’epoca abbastanza recente della storia italiana, che pure oggi appare lontana. Gli anni Settanta, il ’77 e i movimenti di contestazione giovanile, la liberazione sessuale, il femminismo, che raccoglievano il testimone del Sessantotto per portare ancora più in là le sue conquiste. È in questo contesto che si può leggere e apprezzare, la figura di Mario Mieli. La prima considerazione che viene da fare, dunque, è convenire con Umberto Pasti, col quale Mieli ebbe un’intensa relazione, che intervistato per il film dal regista ha dichiarato:“Era ora che qualcuno ci raccontasse questa storia”.

L’importanza socio-culturale della figura di Mario Mieli

Una storia che in parte coincide con quella del Fuori! – nome che riprende l’inglese “come out” – prima associazione a promuovere i diritti degli omosessuali in Italia, fondata nel 1971 da Angelo Pezzana. Mario Mieli, interpretato qui dal giovane Nicola Di Benedetto, vi si unisce l’anno successivo, partecipando alla prima manifestazione pubblica di omosessuali in Italia, a Sanremo, per contestare il Congresso internazionale sulle devianze sessuali del Centro Italiano di Sessuologia. Allora, infatti, l’omosessualità era considerata una depravazione, una malattia da curare. Mieli contribuisce alla crescita del movimento anche a livello internazionale, portando la sua esperienza londinese, grazie alla quale è venuto a contatto con movimenti omologhi. Nasce la rivista Fuori! che dà voce al movimento, della cui redazione Mieli fa parte. Poi Mario entrerà in polemica con la scelta di Pezzana di aderire al Partito Radicale, rivendicando  l’identità autonoma del movimento, fino alla rottura col suo fondatore.

L’attività di Mieli, però, non si ferma qui. È scrittore – Elementi di critica omosessuale e poi Il risveglio dei Faraoni. È animatore di un collettivo teatrale che con i suoi spettacoli promuove la liberazione omosessuale.

Gli anni amari e l’uomo Mieli

Il film non è solo la storia di uno dei padri del movimento per i diritti omosessuali. È la storia di un uomo, del suo complicato rapporto con la famiglia, la madre Liderica (Sandra Ceccarelli) e soprattutto il padre Walter (Antonio Catania), con cui a stento comunica. Mario è un eccentrico, un provocatore, un amante delle frasi ad effetto, un ammiratore di Oscar Wilde che ama travestirsi, spogliarsi e dissacrare. È spudorato. Così mette in crisi le granitiche certezze del mondo alto borghese in cui è nato, radicato nel tessuto sociale milanese con il setificio del padre, la cui eredità è stata raccolta dal figlio Giulio (Lorenzo Balducci). Una personalità intellettualmente lucida quanto inquieta e tormentata, come la sua storia d’amore con Umberto Pasti (Tobia De Angelis). Un uomo in bilico tra abissi di solitudine e gioia di vivere, anche a causa di disturbi mentali di cui nel film non si fa mistero. Tutto questo lo porta a togliersi la vita il 12 marzo del 1983 a soli 31 anni.

Nel raccontarci l’uomo, la sceneggiatura di Adriatico, Grazia Verasani e Stefano Casi si concentra molto sul personaggio Mieli, sulle sue eccentricità. Il regista si sofferma sugli abiti, i colori, sul suo essere elegantemente provocatore e sfrontato, trattando il tutto con estrema delicatezza. A passare a volte in secondo piano è ciò che il protagonista prova, che sente, emozioni e sensazioni che potrebbero arrivare allo spettatore, coinvolgerlo e portarlo realmente dentro la storia, mentre resta un po’ distante.

gli anni amariL’interprete principale, Nicola Di Benedetto, classe 1992, insegue e acciuffa la somiglianza nell’estetica e negli atteggiamenti, seppur con una fisicità diversa da quella esile di Mieli, ma manca un po’ di spessore, di profondità nel suo modo di affrontare un’interpretazione senza dubbio ardua, complice la sua giovane età. Dunque, non coinvolge fino in fondo. Solo in pochi momenti e nella parte finale del film traspare un’emozione autentica, vivida, quando le parole, le provocazioni lasciano finalmente il posto al reale tormento dell’anima di Mario, che sta arrivando alla tragica determinazione del suicidio.

Gli anni amari, un’occasione colta solo in parte

Una figura complessa quella di Mieli, con un’esistenza breve, ma che ha segnato un’epoca e contribuito ad importanti conquiste, di cui oggi vediamo i frutti. Possiamo dire che sia stato per l’Italia una sorta di Harvey Milk – l’attivista omosessuale americano che negli anni Settanta a San Francisco si batté in difesa dei diritti dei gay. Ebbene, anche Gli anni amari poteva essere di grande impatto, proprio come Milk, il film di Gus Van Sant in cui Sean Penn veste i panni dell’attivista americano, ma vi riesce solo in parte.

Nonostante ciò, Gli anni amari ha sicuramente il pregio di far conoscere la figura di Mario Mieli e una pagina poco nota della nostra storia, e anche quello di incuriosire, spingendo magari lo spettatore a documentarsi su Mieli e sulla stagione di cui è stato protagonista. Adriatico realizza un film per tutti, che non vuole fare scandalo, ma parlare di libertà e diritti, di una stagione di sogni e di lotte, non solo a favore del mondo LGBT, il cui spirito andrebbe forse riscoperto.

Gli anni amari, Andrea Adriatico presenta il suo film su Mario Mieli

Roma al tempo del Coronavirus. Davanti a un esiguo gruppo di tenaci giornalisti Andrea Adriatico e il cast de Gli anni amari presentano il film sulla figura di Mario Mieli, tra i fondatori del movimento omosessuale italiano. Il film è apparso per la prima volta alla Festa del Cinema di Roma 2019 ed esce nelle sale italiane il 12 marzo, anniversario della morte di Mieli, avvenuta nel 1983. L’imperativo è coniugare la fruizione delle attività culturali con le misure di prevenzione e sicurezza previste nel nuovo decreto della Presidenza del Consiglio, firmato il 1 marzo, che fornisce regole riguardanti musei, cinema e teatri: potranno restare aperti rispettando le regole di distanza. Sottolinea il distributore Andrea Romeo di I Wonder Pictures: “C’è un gran bisogno di cinema e di storie che fanno bene. […] E’ logico per noi essere presenti e disponibili. […] L’unica cosa da fare è attenersi alle misure previste, aprire i cinema rispettando la distanza di sicurezza di un metro. Se le direttive dovessero cambiare, ci atterremo”.

La figura di Mario Mieli

Andrea Adriatico spiega così il cuore del film, che dedica al giovane Zaky, detenuto in Egitto e studente a Bologna, città in cui il regista vive: “La storia di Mieli è la descrizione di un sogno, di un tema […] posto dal movimento del ’77: mettere al centro l’idea della felicità, perseguire il proprio obiettivo di benessere. È una cosa che abbiamo completamente perso di vista”. Un sogno svanito all’inizio degli anni ’80, “gli anni amari” del titolo, che riprende Voglio di più, canzone di Pino Daniele targata 1980. Svanito lasciando il posto al rimpianto per una sorta di rivoluzione mancata. Svanito con l’arrivo dell’AIDS, di cui in Italia si comincia a parlare proprio nel 1983, anno del suicidio di Mario Mieli. Prosegue il regista: “La cosa a cui tengo è che il film venga visto, in qualsiasi forma o maniera. Che porti quelle questioni di nuovo al centro di un dibattito sulla persona. […] Mieli non si batte per l’omosessualità, ma per la libertà, per quei concetti di diritto che devono essere estesi a tutti”.

Grazia Verasani, sceneggiatrice assieme al regista e a Stefano Casi, ricorda così la figura di Mieli: “È stato il cantore di una generazione che voleva fortemente uscire da una repressività. E lo voleva fare attraverso l’intellettualismo, la politica, ma anche e soprattutto la creatività”. “Era un intellettuale lucidissimo, ma anche una persona che conosceva l’arte della leggerezza”.

A chi gli domanda perché una figura come quella di Mieli sia stata rimossa nel dibattito del nostro paese il regista risponde: “Mieli non è stato considerato neanche allora un leader, ma un outsider all’interno di un movimento che ha contribuito a creare” – il movimento F.U.O.R.I. di Angelo Pezzana, primo nucleo del movimento di liberazione omosessuale italiano, cui Mieli si unisce dandogli un respiro internazionale. Antonio Catania, che interpreta il padre di Mario, aggiunge: “Erano anni in cui neanche da sinistra si riusciva ad accettare una figura come Mario Mieli, perché era troppo. Metteva il dito in un conformismo non solo sessuale, ma a tutti i livelli. […] Non erano ancora tempi in cui si poteva avere un atteggiamento così dissacrante come il suo”.

Gli anni amari,  una vicenda difficile da ricostruire 

Adriatico parla poi di una lavorazione difficile, dove si è trovato spesso osteggiato: “Durante la lavorazione ci siamo trovati di fronte a interrogazioni, a proteste. Ma sono molto contento di poter dire e condividere anche con la famiglia di Mieli, che il film è per tutti. Ha superato il visto censura. C’era il terrore che si potesse fare un film troppo eversivo. […] Oggi delle diversità sessuali si può parlare, sì, […] però bisogna stare dentro un meccanismo di mainstream molto ben regolato”.

“Gli ultimi 10 anni li ho impegnati a ricostruire una vicenda. La storia dell’omosessualità è una storia che in Italia non esiste, è scritta sull’acqua. Non ho potuto lavorare con agio, ho dovuto fare un lavoro di documentazione certosina. Ci sono ore di interviste che fissano la storia, la cristallizzano e mi danno la protezione legale per raccontare quello che ho raccontato”.

Gli interpreti de Gli anni amari e il lavoro sui personaggi

Nicola Di Benedetto parla così della sfida  di interpretare il ruolo del protagonista: “Ho letto molto prima di vedere. Andrea mi ha indirizzato verso questa strada: scoprire prima il pensiero, capire a fondo cosa diceva Mieli, prima che come lo diceva.[…] Mi sono ritrovato d’accordo con tutto il suo pensiero. È quello che mi è rimasto, un consolidamento di ciò che la mia generazione sta ricominciando a prendere in mano adesso”.

Antonio Catania, che veste i panni del padre di Mario, spiega le ragioni del suo personaggio, con cui il protagonista ha il rapporto più difficile: “In quegli anni, che vedevano sgretolare le istituzioni classiche come la scuola, la famiglia […] i padri erano quelli che meno capivano di tutta questa faccenda. Si trovavano i fronte a una ribellione che non riuscivano a comprendere, come il padre di questa famiglia borghese. […] Mario è il più giovane dei figli, cui tra l’altro è legato da particolare affetto, […] ma c’è l’incomprensione, non riuscire a capire perché questo comportamento così bizzarro”.

Sandra Ceccarelli della madre di Mario, Liderica, dice: “Penso che per questa madre gli anni veramente amari siano stati quelli successivi alla morte di Mario”. “Questa donna da una parte era in grande difficoltà, perché Mario la provocava anche in maniera molto pesante. D’altra parte mi sembra avesse voglia di capire. […] E’ un rapporto molto ricco, molto difficile, ma non credo lei si aspettasse una fine così drastica, così presto”.

Gli anni amari è in sala dal 12 marzo, prodotto da Cinemare con Rai Cinema e con Pavarotti International 23 e distribuito da I Wonder Pictures.

Gli Anime arrivano al cinema grazie a Nexo e Dynit

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Nexo Digital insieme a Dynit lanceranno una nuova stagione di programmazione nelle sale cinematografiche di Anime che prenderà il via a Marzo  2014. Tra i primi titoli annunnciati: Ghost in the ShellSpace Battleship Yamato e Il Giardino delle Parole e saranno distribuiti in 24 con surround 5.1. Ecco il manifesto ufficiale con tutte le prime date:

AnimeFonte: Badtaste.it

Gli Animali Fantastici e Dove Trovarli: il set a Liverpool

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Gli Animali Fantastici e Dove Trovarli: il set a Liverpool

Sarà Liverpool la città prescelta dalla Warner Bros per ospitare le uniche riprese in esterna di Gli Animali Fantastici e Dove Trovarli, spin off di Harry Potter e con protagonista Eddie Redmayne che si appresta a cominciare la fase di riprese.

Quelle nella città anglosassone saranno le uniche riprese al di fuori dei Leavesden Studios.

Ecco cosa ha dichiarato il produttore David Heyman:

Siamo felicissimi di portare Gli Animali Fantastici: Dove Trovarli a Liverpool, una città che conserva molti miei ricordi. Mia madre veniva da lì e, da piccolo, ci andavo sempre per tornare a visitare i miei cari. L’architettura in questa splendida città è perfetta per il nostro film, ambientato nella New York del 1920; so che riceveremo un caloroso benvenuto.

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Gli animali fantastici dove trovarli uscirà il 18 novembre 2016, e avrà come protagonista Newt Scamandro, autore de Gli animali fantastici dove trovarli, che avrà esattamente 23 anni. Il film sarà ambientato a New York, 70 anni prima delle vicende di Harry Potter. Nel cast Eddie Redmayne, Katherine Waterston, Ezra Miller, Dan Folger e Alison Sudol.

La sinossi: Newt Scamandro intendeva fermarsi a New York solamente per poche ore, ma le circostanze gli imposero di restare…

Gli animali fantastici dove trovarli vedrà il debutto della scrittrice stessa, J.K.Rowling, come sceneggiatrice, affiancata da Steve Kloves, sceneggiatore dei film di Harry Potter. Alla produzione ci sarà David Heyman, mentre David Yates sarà il regista.

Gli Animali Fantastici Dove Trovarli: una tempesta distrugge il set

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Momento critico per la Warner Bros e per la produzione di Gli Animali Fantastici Dove Trovarli, l’atteso prequel di Harry Potter. Infatti in queste ore una tempesta soprannominata “Barney” sta mettendo in ginocchio il Regno Unito e soprattutto il set del film con protagonista Eddie Redmayne. Secondo quanto riferisce il Mirror, i componenti del cast e della trouper per un totale di circa 400 persone hanno dovuto abbandonare il set con urgenza e il risultato è come potete vedere da quest’immagine, disastroso:

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Da quanto riferisce il Mirror, la lavorazione è ripresa in altre location ma pare che il set esterno di un’intera strada di New York (di cui in foto vediamo i marciapiedi) sia compromesso.

 

Gli animali fantastici dove trovarli uscirà il 18 novembre 2016, e avrà come protagonista Newt Scamandro, autore de Gli animali fantastici dove trovarli, che avrà esattamente 23 anni. Il film sarà ambientato a New York, 70 anni prima delle vicende di Harry Potter. Nel cast Eddie Redmayne, Katherine Waterston, Ezra Miller, Dan Folger e Alison Sudol.

La sinossi: Newt Scamandro intendeva fermarsi a New York solamente per poche ore, ma le circostanze gli imposero di restare…

Gli animali fantastici dove trovarli vedrà il debutto della scrittrice stessa, J.K.Rowling, come sceneggiatrice, affiancata da Steve Kloves, sceneggiatore dei film di Harry Potter. Alla produzione ci sarà David Heyman, mentre David Yates sarà il regista.

Gli animali fantastici dove trovarli: le riprese ad agosto

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Gli animali fantastici dove trovarliLa Warner Bros ha appena annunciato che le riprese de Gli animali fantastici dove trovarli, adattamento dell’omonimo libro di J.K. Rowling, inizieranno ad agosto. Non solo, la casa di produzione ha dato il via alla ricerca del cast per i personaggi del film, il primo della nuova trilogia, spin-off di Harry Potter.

Le riprese si terranno a New York e ai Leavesden Studios, a Londra. Gli animali fantastici dove trovarli uscirà il 18 novembre 2016, e avrà come protagonista Newt Scamandro, autore de Gli animali fantastici dove trovarli, che avrà esattamente 23 anni. Il film sarà ambientato a New York, 70 anni prima delle vicende di Harry Potter.

La sinossi: Newt Scamandro intendeva fermarsi a New York solamente per poche ore, ma le circostanze gli imposero di restare…

Gli animali fantastici dove trovarli vedrà il debutto della scrittrice stessa, J.K.Rowling, come sceneggiatrice, affiancata da Steve Kloves, sceneggiatore dei film di Harry Potter. Alla produzione ci sarà David Heyman, mentre David Yates sarà il regista.

Gli animali fantastici dove trovarli: Katherine Waterston nel cast

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katherine-waterstonDopo Eddie Redmayne, scelto come protagonista maschile per lo spin-off della Rowling Gli animali fantastici dove trovarli, la Warner Bros si sta occupando della selezione del resto del cast.

Si è da poco aggiunta infatti l’attrice Katherine Waterston, che avrà il ruolo di Tina, abbreviazione di Porpentina, una strega che – a differenza degli amati personaggi dei libri di Harry Potter – lavora con la sua magia negli Stati Uniti. Tina incontra Newt Scamandro (Redmayne) quando qust’ultimo si ferma a NY nel suo viaggio per trovare e documentare le creature magiche.

Due ruoli cardine del film devono essere ancora coperti: Queenie, la sorella minore di Tina, e Jacob, un rivale di Scamandro.

 Gli animali fantastici dove trovarli uscirà il 18 novembre 2016, e avrà come protagonista Newt Scamandro, autore de Gli animali fantastici dove trovarli, che avrà esattamente 23 anni. Il film sarà ambientato a New York, 70 anni prima delle vicende di Harry Potter.

La sinossi: Newt Scamandro intendeva fermarsi a New York solamente per poche ore, ma le circostanze gli imposero di restare…

Gli animali fantastici dove trovarli vedrà il debutto della scrittrice stessa, J.K.Rowling, come sceneggiatrice, affiancata da Steve Kloves, sceneggiatore dei film di Harry Potter. Alla produzione ci sarà David Heyman, mentre David Yates sarà il regista.

Fonte

Gli animali fantastici dove trovarli: annunciata la squadra creativa

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Gli animali fantastici dove trovarliLa Warner Bros ha annunciato i suoi piani per il prossimo futuro, e oltre ai supereroi della DC, ormai immancabili (leggi qui), sono previsti, come sappiamo, anche gli spin off di Harry Potter, con tre film tratti da Gli animali fantastici dove trovarli previsti per il 2016, 2017 e 2018.

La novità resa ufficiale da Kevin Tsujihara, CEO della WB, è che per realizzare i film tornerà in campo la squadra creativa degli ultimi quattro film del franchise: la regia è stata affidata a David Yates che va a riunirsi alla squadra formata da David Heyman, J.K. Rowling, Steve Kloves e Lionel Wigram.

Emozionati di rientrare nel mondo di Harry Potter?

Fonte: CS

Gli animali fantastici dove trovarli di JK Rowling parla il produttore David Heyman

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Gli animali fantastici dove trovarliLa settimana scorsa, la Warner Bros ha dato l’annuncio a sorpresa che lo studio è nuovamente a lavoro con l’autrice  JK Rowling per un nuovo adattamento nell’universo cinematografico di Harry Potter (leggi qui). Oggi arrivano invece le dichiarazioni del produttore della saga di Harry PotterDavid Heyman sull’ambizioso ritorno del mondo magico:

“Non posso parlare molto su questo progetto ancora,” “Tutto quello che posso dire è che sarà grande. Jo(La Rowling) non aveva bisogno di ritornare di nuovo in quel mondo magico. Non si tratterà di Harry Potter  ma del suo mondo. Ha scelto di rifarlo perché sentiva il bisogno di raccontare una nuova storia. Quindi se lo sta facenvo vuol dire che sarà qualcosa di molto, molto speciale. “

Gli animali fantastici dove trovarli si dice che sia il primo di una nuova serie per il grande schermo in sviluppo.

 Gli Animali Fantastici dove trovarli,  vedrà come protagonista Newt Scamandro, autore (immaginario) del libro, e sarà ambientato a New York negli Anni Venti, circa 70 anni prima dell’arrivo di Harry Potter ad Hogwarts. La sceneggiatura sarà interamente curata da J.K. Rowling, che ha chiesto questo importante ruolo perché il film non si scosti troppo dai libri e dalla sua mente, come accade ed è accaduto spesso nelle trasposizioni cinematografiche.

Gli anelli di fidanzamento più costosi delle star

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Quando si tratta di star, tutto sembra concesso, dalle spese pazze alle pretese più assurde. E anche quando la star si innamora, lo fa in grande, specialmente quando si tratta di anelli di fidanzamento.

Ecco quelli più costosi delle star:

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