Ecco un’accoppiata attore / regista
che nessuno fino a qualche anno fa avrebbe mai potuto immaginare,
ma che ora sembra essere divenuta realtà. Pare infatti che il
visionario Christopher Nolan abbia offerto un ruolo da
protagonista all’attore Matthew McConaughey per il suo nuovo e
attesissimo Interstellar,
la cui uscita è già programmata per il 2014. McConaughey sta
godendo un meritatissimo elogio per una poderosa rinascita della
sua carriera cinematografica, che negli ultimi due anni lo ha visto
partecipare a progetti colossali come The Lincon
Lawyer, Magic Mike, Killer Joe
e il recentissimo Mud.
È anche parte del cast di
Bernie Lands, il nuovo film di Richard
Linklater in procinto di arrivare presto sul grande schermo.
Quindi, mentre ha collezionato collaborazioni con registi come
Lee Daniels, Steven Soderbergh e Martin
Scorsese, la possibilità di lavorare su un grande film di
Christopher Nolan costituisce un’altra grande opportunità. Per il
momento però non è stato ancora reso ufficiale nulla dell’incontro
tra l’attore ed il regista, e quindi bisognerà attendere nuove
indiscrezioni che si spera arrivino a breve.
Lo stesso Nolan non vuole farsi
scappare nulla riguardo alla sua prossima creazione, ma malgrado il
suo riserbo, alcune voci ci informano che il potenziale personaggio
interpretato da McConaughey dovrebbe chiamarsi Cooper e nel film
egli dovrebbe intraprendere un viaggio spaziale pieno zeppo di
avventure in puro stile fantascientifico. Originariamente concepito
da Steven Spielberg nel 2006, quando il regista si era
interessato alle teorie del fisico Kip Thorne sui ponti
spazio-temporali, il copione è stato scritto da Jonah Nolan,
fratello di Christopher, il quale ha elaborato una nuova versione
che unisce le idee di Thorne con qualche pensiero originale. In
attesa di nuove sul fronte di Interstellar,
ricordiamo che McConaughey sarà di nuovo sui nostri schermi quando
con Bernie Lands il 26 aprile negli USA, poi in
Mud di Jeff Nichols il 10 maggio. A seguire lo vedremo anche
in The Wolf Of Wall
Street, che non dispone ancora di una data di
uscita.
Mentre il regista Matt
Reeves è impegnato a reclutare nuovi “gorilla” per il nuovo
Dawn Of The Planet Of The
Apes, sequel de L’Alba del Pianeta delle
Scimmie, è giunto proprio in questi ultimi giorni
l’annuncio secondo cui Judy Greer sarebbe entrata
ufficialmente nel cast per interpretare il ruolo dello scimpanzè
femmina Cornelia. Ricordiamo che il ruolo di Cornelia, già apparsa
brevemente nel primo episodio, era stato interpretato dal ballerino
Devyn Dal ton, ma era stato relegato come personaggio
marginale e privo di un approfondimento psicologico, tenendo conto
del fascino esercito sul re scimmia Cesare.
Ora però il suo ruolo verrà
rivalutato ed ampliato, e la Greer ha ricevuto rassicurazioni da
parte degli animatori e i tecnici di motion capture di poter
sfoggiare appieno il suo repertorio drammatico e comico da attrice.
E si preannunciano all’orizzonte delle inusuali nozze scimmiesche !
La Greer si unisce un cast che già include Jason Clarke,
Keri Russell, Kodi Smit-McPhee e Gary Oldman.
La rivedremo poi nel remake di Carrie e tornerà come
Kitty Sanchez per Ti presento i miei.
Dawn Of The Planet Of The Apes è in procinto di
arrivare al cinema il 23 maggio del prossimo anno.
Attendendo con trepidazione l’uscita dell’attesissimo
remake de La Casa (Evil Dead) che avrà
luogo negli Stati Uniti il 5 aprile, i fans del grande Sam
Raimi si sono trovati di fronte ad una dichiarazione
sconvolgente.
Pare infatti che lo stesso regista,
durante il tour promozionale congiunto de Il grande e potente
Oz ed Evil Dead, abbia affermato la
sua intenzione di iniziare a breve i lavori progettuali di un
possibile sequel de L’amata delle Tenebre. Fin qui
nulla di strano, poiché la voce già era in circolazione da più di
un mese, ma è ora che viene il bello; secondo le parole di Raimi e
del produttore Rob Tapert, per il ruolo del protagonista Ash
sarebbe stato nuovamente interpellato lo storico Bruce
Campbell, amico stretto del regista e già volto noto nella
serie horror. Un’ulteriore conferma arriva poi dalla voce dello
stesso Campbell, il quale ha affermato scherzosamente:
“L’accoglienza di questo remake
è stata piuttosto buona fino ad ora, in un modo che ha incoraggiato
Sam e me di andare avanti, e forse dovremmo rispolverare la vecchia
motosega di Ash ! Se questo film dovesse aiutarci a realizzare un
altro Army Of Darkness, allora così sia.“
Se queste voci venissero
confermate, allora rivedremmo nuovamente sul grande schermo la
storica coppia Raimi/Campbell dopo l’ultimo sodalizio del 1992,
dopo che il povero Ash, trasportato nell’Inghilterra medioevale, si
è trovato faccia a faccia con un’orda di morti viventi, sfoderando
la sua inimitabile arma a motosega pronta a mietere vittime.
“Ci sono molte idee nella testa
di Sam. Ma per ora cerchiamo di non impazzire.” Afferma il
fratello di Raimi, Ivan, durante un’intervista, “Ha appena
finito di realizzare Oz, e ha intenzione di prendersi una pausa.
Poteva andarsene a fumare sigari su una spiaggia per quanto ne so,
ma potrebbe in realtà essere già al lavoro, chi lo sa? “
Qualora dovessero andare in porto
il progetto di un sequel, va comunque tenuto in considerazione il
fatto che L’armata delle Tenebre, originariamente prevedeva
due finali distinti; il primo (quello ufficiale) vede Ash ritornare
al suo tempo per salvare una sua collega di lavoro da una stramba
possessione, il secondo (inedito) in cui Ash finisce in una Londra
post-apocalittica. Quale di questi due Raimi sceglierà per portare
avanti un sequel? Ricordiamo che Evil Dead uscirà nelle sale
italiane il 9 maggio per la regia di Fede Alvarez.
Mentre il cast del remake di
Vacation è in piena
attività alla ricerca di nuovi volti da reclutare, i
registi/sceneggiatori John Francis Daley e Jonathan M.
Goldstein hanno comunicato la loro intenzione di voler
richiamare Chevy Chase e Beverly D’Angelo per
interpretare nuovamente i ruoli originali dei coniugi Clark e Ellen
Griswold. La trama di questa nuova versione sulle peripezie della
strampalata famiglia Griswold, vede Ed Helms come un Rusty
cresciuto, intento a condurre la moglie (Christina
Applegate) e la propria famiglia in una spedizione al limite
dell’assurdo.
Chase e D’Angelo dovrebbero dunque
comparire in ruoli cameo quando Rusty decide di fare un pit stop
per visitare i suoi genitori. Inizialmente non del tutto sicuri di
voler tornare, la coppia di attori sembra ora apparentemente
convinta dello script su cui il progetto si basa. Daley e Goldstein
si stanno preparando per dirigere il film entro questa estate, e se
questo film segna il loro primo approccio con la regia, il loro
lavoro di scrittura è stato già visto quest’anno in The
Incredible Burt Wonderstone e sarà la base del prossimo
sequel di Piovono Polpette che
uscirà il 25 ottobre negli Stati Uniti.
Settimana intensa per
Guillermo del Toro, impegnato a coordinare
l’uscita incessate dei nuovi poster dell’attesissimo Pacific Rim. La
versione pubblicata quest’oggi mette in mostra lo Striker
Eureka australiano. Nel cast del film ci sono Charlie
Hunnam, Clifton Collins Jr., Idris Elba, Max Martini, Rinko
Kikuchi, Ron Perlman.
Nel film Pacific Rim
un’invasione extraterrestre minaccia la Terra. Gli umani si
uniscono per fronteggiare il pericolo e sventare l’imminente
catastrofe.
Dopo il debutto di ieri del nuovo
poster di Hit-Girl, la Universal Pictures ha rilasciato una nuovo
character poster per Kick-Ass 2, che
mette in mostra Christopher Mintz-Plasse nei panni
(veri e propri) di The Motherf.
Kick-Ass 2, il film
Kick-Ass
2 uscirà nei cinema americani il 23 giugno
2013. Tornano i protagonisti dell’irriverente commedia d’azione sui
supereroi del 2010 diventata in breve tempo un cult
cinematografico.
In Kick-Ass
2 la ragazza assassina Hit Girl
(Chloë
Grace Moretz) e il giovane vigilante Kick-Ass
(Aaron
Taylor-Johnson) stanno entrambi cercando di vivere
come due normali teenager con i nomi di Mindy e Dave. Preoccupato
del diploma di fine anno e di un futuro alquanto incerto, Dave crea
la prima squadra di supereroi “mondiali” insieme a Mindy.
Sfortunatamente però la ragazza viene scoperta nei panni di Hit
Girl, ed è costretta a ritirarsi, restando sola ad affrontare il
terrificante mondo della scuola, popolato da malvagie studentesse.
Nel frattempo Red Mist sta creando la propria squadra per far
pagare ai suoi acerrimi nemici – Kick-Ass e Hit Girl – per ciò che
hanno fatto a suo padre…
Antiviral, il nuovo
inedito lungometraggio diretto da Brandon Cronenberg, dopo
essersi fatto strada tra mille polemiche nei festival minori,
presentato a Sidges, al Toronto Film Festival e fuori
concorso a Cannes, vede annunciata proprio oggi una
possibile data di distruzione in America per il 19 aprile.
Il film segue la vicenda di Syd
March (Caleb Landry Jones), dipendente della clinica Lucas,
torbida major farmaceutica che vende iniezioni di virus vivi
raccolti da celebrità e divi del cinema affetti da malattie a tutti
i fans che vogliono vivere una grottesca forma di intimità con i
loro idoli. Oltre a lavorare per loro, Syd ha provveduto anche a
integrare il suo reddito contrabbando virus fuori dalla clinica,
usando come spola il proprio corpo, al fine di venderli sul mercato
nero. Costantemente malato, Sydney diventa negligente e si infetta
con un virus inusuale estratto dalla superstar Hannah Geist
(Sarah Gadon). Ricordiamo che nel cast figurano anche Sarah
Gadon, Malcolm McDowell, Nicholas Campbell, Douglas Smith. Di
seguito patene vedere i primi due poster inediti e alcune immagini
in anteprima:
Altro giorno, altro Iron Man, altra
armatura, si potrebbe dire. Dopo le pubblicazioni dei giorni scorsi
circa il design di quattro nuove inedite armature provenienti
dall’universo di Iron Man 3, oggi la
Marvel Studios ha pubblicato sulla
propria pagina facebook due nuovi modelli di corazza che danno una
maggiore chiarezza sull’aspetto del personaggio. Si tratta infatti
del Mark 39 sub-orbitale e della corazza
Mark 35 Disater Rescue.
Dopo la pubblicazione della
precedente Heartbreaker, così chiamata dal co sceneggiatore
Drew Pearce in onore della celebre canzone dei
Rolling Stones, ora il soprannome scelto per il Mark 39 è
“Gemini”, denominazione di chiaro impatto spaziale. Il che
è intrigante, dato che Robert Downey Jr. ha sempre
avuto problemi con l’altitudine ! Discostandosi totalmente dal
modello Mark 2 sfoggiato in The Avengers,
ora Gemini può vantare un design color oro e nero in grado di
raggiungere altitudini da astronauta. Di seguito potere ammirare i
due nuovi modelli proposti:
Dopo le adrenaliniche e un po’
costruite esperienze nel primo e secondo I Mercenari, Sylvester Stallone torna in un film che unisce
azione, ironia, botte e un super cattivo da sconfiggere: tutti
elementi che fanno gola a Sly, i quale ancora una volta dimostra di
avere ancora tanto da dire al suo affezionato pubblico.
L’occasione è l’ultimo film di
Walter Hill, Bullet to the
Head, in cui Stallone è il protagonista Jimmy Bobo,
un criminale che commette omicidi su commissione e che è costretto
ad allearsi con un giovane detective della polizia (Sung
Kang di Fast Five) per vendicare
l’assassinio del partner per mano del temibile Keegan
(Jason Momoa). Intenzionato a giocare ‘pulito’,
Bobo verrà messo in una situazione difficile quando verrà rapita la
figlia Lisa (Sarah Shahi).
Bullet to the Head
Walter Hill dirige
un film perfetto, con una grande sceneggiatura firmata
dall’italiano Alessandro Camon e splendidamente
girata per le strade di New Orleans. Tratto da un fumetto francese,
il film omaggia e riprende tutti i temi cari al genere anni ’70,
deformandoli e modernizzandoli, e riportando in auge il nodo
fondamentale alla base di tanti classici dell’action: il conflitto
morale. E’ questo nodo che regola i rapporti di Jimmy con il
detective, e sarà questo nodo a tenere alta la tensione anche
trai buoni per tutto il film.
Arma vincente della sceneggiatura è
l’ironia costruita soprattutto sull’imperturbabilità del
personaggio di Sylvester Stallone. L’attore e
regista si sente perfettamente a suo agio nel ruolo del
sicario dal cuore d’oro e interpreta con perfetta cadenza ogni
battuta, dimostrando dei tempi comici insospettati; inoltre è
ammirevole la sua forma fisica che, con o senza ritocchi
chirurgici, sembra resistere sempre meglio all’incombere
dell’età.
Walter Hill si
conferma un regista in grado di raccontare storie adrenaliniche
senza per questo perdere di vista la storia e il racconto,
dimostrandosi eccezionale in alcune intuizioni come la scena finale
in cui l’eroe e l’anti-eroe combattono con due asce (scena
presagita nel trailer) e in cui l’attuale Conan il Barbaro, le da e
le prende di santa ragione dell’inossidabile Sly.
Bullet to the
Head è un film da vedere perché mantiene tutte le
promesse che fa al pubblico, cn un pizzico di ironia in più
rispetto a quanto ci aspetteremo.
Ecco il primo trailer italiano di
Wolverine: l’immortale Wolverine:
l’immortale che segna il ritorno di Hugh
Jackman nei panni del più famoso mutante della Marvel.
Il film vedrà Logan impegnato in
una storia d’amore con una donna giapponese già sposata: per
riuscire a conquistarla, dovrà affrontare tutti i tanti ed
agguerriti samurai della sua famiglia.
Basato sul celebre arco narrativo a
fumetti, in Wolverine:
L’immortale troviamo Logan, il guerriero eterno, in
Giappone. Lì, l’acciaio dei samurai si scontrerà con gli artigli
d’adamantino, mentre Logan affronterà una misteriosa figura dal suo
passato, in un’epica battaglia che lo cambierà per sempre. Il film
uscirà in Italia il 25 luglio 2013. Tutte le news
sul film nel nostro speciale: Wolverine. Tutte le info
invece del film nella nostra scheda: Wolverine:
L’immortale.
Dopo la presentazione al Festival
di Berlino 2013, ecco il trailer ufficiale di Before
Midnight, terzo capitolo della saga romantica
cominciata nel 1995 con Prima dell’alba
e
E’ stato presentato
oggi alla Casa del Cinema di Roma Le Avventure di Zarafa,
Giraffa giramondo, lungometraggio d’animazione distribuito
da Good Films e Nexo Digital. Erano presenti in sala i due registi,
Rémi Bezançon e Jean-Christophe Lie, e Vinicio
Capossela, che oltre ad aver composto per il film la canzone
Zarafa Giraffa, ha anche prestato la voce nel doppiaggio
italiano al vecchio saggio che narra la storia.
Quentin
Tarantino si è sempre distinto tra le eccellenze nel campo
delle colonne sonore, un vero maestro nella scelta delle tracce che
avrebbero accompagnato, davvero tenendoli per mano, i suoi film e
delle sue pellicole, in cui la musica ha un ruolo rilevante, e
Django Unchained, ultimo suo lavoro, non fa che
confermare questa sua grande capacità nell’intrecciare suono e
immagine in un unico, uniforme filo.
Heidi Hawthorne è una
giovane Dj che lavora nella stazione radiofonica di Salem,
Massachussetts, città le cui tristi storie sulla caccia alle
streghe sono ormai note da generazioni: quando Heidi riceve per
posta un pacco contenente un misterioso disco, credendo che si
tratti di una band emergente lo ascolta immediatamente mentre si
trova da sola in casa sua.
Ne è passato di tempo da
quando Jessica Biel vestiva i panni della dolce
Mary in Settimo Cielo, la fortunata serie ideata da
Brenda Hampton, che è andata
avanti per undici stagioni e che l’ha vista come una delle
protagoniste nei panni della figlia maggiore del Reverendo Camden,
alle prese con crisi adolescenziali, problemi di famiglia e primi
innamoramenti. Jessica, nata in una piccola cittadina del Minnesota
trentuno anni fa, ha esordito in tv giovanissima proprio nella tele
film incentrato sulla vita del pastore protestante e della sua
famiglia.
La serie è stata un ottimo
trampolino di lancio per la Biel che nel 1997 decide di buttarsi
nel mondo del cinema, e con successo. Prende la parte della
coprotagonista, Casey Jackson, nel film L’oro di
Ulisse con la regia di Victor Nuñes e accanto ad una
star del cinema come Jane Fonda, che gli vale il premio come
“miglior attrice giovane e non protagonista” agli Young Artist
Award del 1998.
Jessica passa però ancora molti
anni nella serie che l’ha lanciata, arrivando a recitare fino alla
sesta stagione, per allontanarsi gradualmente concedendo piccoli
camei in qualche puntata delle serie successive. Da qui in poi la
sua carriera cinematografica prende il volo, dal 2001 al 2007 gira
ben dieci film con alcuni dei registi più importanti della commedia
americana (tra cui Cameron Crowe e Gary
Marshall). Nella strada verso le vette più alte di
Hollywood non ci sono stati solo successi però, oltre alle numerose
candidature per i Teen Choice Award, per gli Mtv Movies
Awards e i già citati Young Artist Award, la giovane
attrice americana è stata anche nominata ber tre volte ai Razzie
Awards, i premi per i peggior attori dell’anno non
vincendone, questa volta è proprio il caso di dirlo, per fortuna
nemmeno uno.
Tra i ruoli più importanti che gli
sono stati affidati c’è sicuramente quello di Sophie von Teschen
nel thriller del 2006 The Illusionist
firmato da Neil Burger in cui recitava al fianco
di Edward Norton e Paul Giamatti,
e che gli vale un premio come migliore attrice protagonista al
Newport Beach Film Festival nonché un valido biglietto
da visita per vincere, l’anno seguente, il premio come “Rising Star
Award” al Palm Springs International Film Festival.
Negli anni successivi lavora nuovamente con Gary
Marshall (per il film campione d’incassi nel 2011
Capodanno a New York), e con il regista
italiano, ormai sbarcato in America Gabriele
Muccino che la vuole tra le protagoniste del suo
Quello che so sull’Amore uscito agli inizi
del 2012.
Ma la vita della Biel non è solo
duro lavoro: dopo una relazione durata qualche anno con il collega
Chris Evans incontrato sul set di
Cellular nel 2004 e nuovamente in
London del 2005, la giovane stella del
cinema ha instaurato una lunga e intensa relazione con il cantante,
attore e produttore Justin Timberlake con il quale
è convolata a nozze questa estate, scegliendo l’Italia e più
precisamente la Puglia, come cornice al loro matrimonio.
Dopo questa pausa privata la Biel
tornerà nuovamente sui grandi schermi con due importanti film. Il
primo è Hitchcok, già un successo in
America la cui uscita in Italia è prevista per il 4 Aprile. Nel
film nel film che narra delle riprese del film
Psycho da parte del maestro del brivido
Jessica Biel veste i panni dell’attrice
Vera Miles, coprotagonista del capolavoro girato
nel 1968. Un’altra importante prova sarà la parte nel film
d’esordio dell’attrice italo-americana Francesca Gregorini dal
titolo provvisorio Emanuel and the Truth about
Fishes. Due ottime occasioni per ammirare la bravura e
la bellezza sempre crescenti di questa giovane stella di
Hollywood.
I cinecomics sono ormai la nuova frontiera
del cinema americano. Mentre scalpitiamo per vedere il terzo
capitolo di Iron Man ( che ricordiamo
sarà nei cinema il 24 Aprile), ci giunge notizia dal web che
finalmente stanno per avere inizio le riprese di un altro
lungometraggio molto atteso. Stiamo parlando di
Captain America: The Winter
Soldier. Chris Evans quindi
tornerà a vestire i panni del primo Vendicatore
dopo il successo del primo capitolo del nuovo franchise della
Marvel. Non c’è una data
precisa ma tra aprile e maggio le riprese prenderanno vita a
Cleveland. Ci sono stati alcuni ritardi perché essenzialmente il
casting-call è ancora aperto e la produzione cerca ancora delle
comparse. Se da una parte quindi non ci è dato sapere
Robert Redford farà parte del cast, c’è già una
data in cui il film uscirà: 4-04-2014
Ha interpretato le più grandi icone
del cinema e adesso a più di 60 anni Harrison Ford
ha la possibilità di ritornare nei panni leggendari di Han Solo. Da
diversi mesi si parla dell’effettivo coinvolgimento di Ford e di
Mark Hamill e Carrie Fisher
nell’Episodio VII di Star
Wars, e adesso ai microfoni di MTv, l’attore di
Blade Runner e Indiana Jones riflette su cosa vuol dire per lui
reinterpretare quei personaggi che lo hanno reso famoso.
Dopo l’abbandono di
X-Men finalmente il regista di
talento Matthew Vaughn sembra aver
trovato il nuovo progetto che lo riporterà sul set. Infatti,
secondo Deadline la 20th Century Fox ha chiuso un
accordo per co-produrre e distribuire The Secret
Service, adattamento del fumetto di Mark
Millar, già autore proprio di Kick-Ass del
quale Vaughn ne ha curato la trasposizione al
cinema.Il progetto è in sviluppo da tempo ed
ha finalmente ricevuto l’ok. Secondo il noto giornale le riprese
partiranno ad Agosto ed è stato già avviato il casting della
pellicola che è prevista per il 2014.
Vi ricordiamo
che Matthew Vaughn oltre ad essere stato
il regista di successi come Stardust,
Kick-Ass e X-men: l’inizio ha
anche una fiorente carriera come produttore di debutti come quelli
di Guy Ritchie. Infatti, è anche il produttore del
reboot di Fantastic Four che sarà diretto da Josh
Trank (Chronicle).
Iron Man 3: La Marvel Studios ha rilasciato la tracklist
del nuovo album “Heroes Fall” ovvero “Caduta degli Eroi”, la
compilation di musica ispirate dal film Iron Man
3. La compilation uscirà il 30 aprile, giusto in tempo per
la data di uscita del film. Ecco le tracce:
1. “Aim Fire Ready” – Imagine Dragons
2. “Uno scherzo” – AWOLNATION
3. “Some Kind of Monster” – Neon Trees
4. “American Blood” – Passion Pit
5. “No Time” – Rogue Wave
6. “One Minute More” – Capitali
7. “Back To The Start” – Mr Jeans Piccoli
8. “Keep Moving” – Andrew Stockdale (Wolfmother di)
9. “Redemption” – Redlight Re
10. “Big Bad Wolves” – WALK THE MOON
11. “Bad Guy” – 3OH 3!
12. “Let ‘s Go All The Way” – Le Wondergirls dotate di Ashley
Hamilton e Robbie Williams
Mentre qui in Italia stiamo aspettando il film Come
un tuono, previsto per il 4 Aprile, l’attore canadese
Ryan Gosling in un’intervista al
rispettabilissimo Collider, rivela qualche piccola
anticipazione su Only God Forgives.
Mentre racconta di come è stato stimolante lavorare al fianco del
regista Derek Cianfrance che lo ha diretto in
Come un tuono, Ryan Gosling afferma che il
prossimo film tutt’ora in lavorazione sarà ben diverso da tutto ciò
che ha fatto fino ad ora. Only God
Forgives sarà un vero e proprio cult, un
lungometraggio incredibilmente estremo che lo stesso attore
non vede l’ora di mostrare al mondo intero. Quindi anche
quest’ultimo sembra essere un film da aggiungere alla nostra
lista.
Dall’autrice della
Saga di Twilight arriva The Host, una nuova
fantascientifica storia d’amore, adattata per il grande schermo e
diretta da Andrew Niccol, abile traghettatore di storie
Sci-fi.
Siamo in un futuro imprecisato, la
Terra è stata colonizzata dagli alieni e la razza umana è stata
annientata e spodestata dei propri corpi, divenuti semplici dimore
per vagabondi interplanetari. I pochi superstiti sono costretti a
nascondersi in un rifugio sotterraneo, tra le lande desertiche di
un mondo che sembra aver perso ogni traccia di umanità. I
procacciatori di umani, i cosiddetti cercatori (Diane
Kruger e compagni), sono assuefatti da una brama di
onnipotenza che rende la caccia agli umani da spolpare, sempre più
spietata.
Melanie (Saoirse
Ronan) è una ragazza che ha scontato sulla propria pelle la
vendicativa furia aliena. Privata della sua vita corporea, continua
a vivere spiritualmente nel corpo dell’aliena viandante Wanderer,
che la ricorda nelle fattezze, nei gesti ma non nello sguardo.
L’anima di Melanie che ancora pulsa in lei, la induce a ritrovare
il fidanzato Jared (Max Irons) e il fratellino Jamie
(Chandler Canterbury), latitanti e dispersi nel deserto.
Un invasore alieno e un essere
umano intrappolati nello stesso corpo, una convivenza destinata a
scompaginare equilibri, a soffocare sentimenti e a generarne di
nuovi. E un conflitto interiore che non poteva non invadere la
sfera sentimentale. Perché l’aliena Wanda è in grado di provare le
stesse emozioni di un essere umano, e si dà il caso che il suo
cuore batta per un ragazzo che non è Jared.
Andrew Niccol architetta ed
evidenzia il dualismo alieni vs umani, facendo leva sulla
carica emotiva e comparativa che solo il flashback sa restituire.
Wanda prende confidenza con il suo nuovo corpo, con il mondo high
tech che la circonda e con gli alieni, e intanto rivive, nella sua
mente, gli ultimi e decisivi istanti di vita dell’umana, ostaggio
del suo corpo. Un’accurata contrapposizione cromatica e stilistica
sottolinea l’acuta divergenza che affligge i due mondi
prevaricatori, che non sanno e non vogliono comunicare. Da una
parte l’atmosfera tiepida del mondo umano, suggerita da una
fotografia dai toni caldi e avvolgenti, dall’altra la neutralità
asettica del bianco e del luccicante color argento a palesare il
deserto di emozioni delle anime aliene.
Una pellicola che rievoca
l’atmosfera avveniristica di Gattaca, ma che a differenza di quest’ultimo
film, non riesce a sollevare questioni socio-psicologiche
altrettanto coinvolgenti e rivoluzionarie. E’ evidente come il
fulcro narrativo di The Host miri a solleticare altre
dimensioni emotive, puntando sul pathos del triangolo amoroso, e
rischiando per questo di diventare l’ennesimo Twilight, stavolta in chiave aliena.
Amori contrastati da forze esterne
avverse o dalle spietate leggi della natura, guerre tra mondi
distanti e incompatibili, argomenti ormai logori e fin troppo
abusati dalle pellicole fantasy; gli ingredienti possono anche
cambiare, ma il sapore resta sempre lo stesso.
Ci sono problemi nel team creativo
di Promethus? Damon
Lindelof smentisce le dichiarazioni che il tabloid
Bloody Digusting ha fatto trapelare in rete.
Ridley Scott che è attualmente a lavoro nella
scrittura della sceneggiatura del sequel di
Promethues, senza la vicinanza di
Damon Lindelof, sarebbe sull’orlo di una crisi di
nervi perché non riesce a scrivere un film all’altezza
dell’originale.
L’ex sceneggiatore scende quindi in
campo per smentire le accuse, affermando che Ridley
Scott è perfettamente in grado di lavorare da solo e
di portare a termine il progetto, soprattutto Lindelof afferma che
il buon Scott non sta “impazzando” come molti credono. La
dichiarazione è stata estrapolata in un contesto più ampio, dove lo
stesso Damon, spiega il perché ha abbandonato il progetto
Prometheus.
Attualmente in quel di Vancouver,
sono in pieno svolgimento le riprese per il tanto atteso e
chiacchierato reboot di Godzilla. Al
timone di questa nuova macchina commerciale c’è il regista
Gareth Edwards, che per attirare ancora di più
l’attenzione su questo lungometraggio, fa trapelare sul web una
notizia da leccarsi i baffi. Mr. Edwards infatti si è fatto
fotografare in compagnia di Akira Takarada.
Se tutti vi state chiedendo chi sia questo illustre signore, ci
pensiamo noi. L’attore nipponico non è altro che la star del primo
film di Godzilla targato 1954. Nel film
interpretava un sub che si trovava nel bel mezzo della furia del
dinosauro, ora nel film di Edwards che ruolo avrà? Sarà solo
un semplice cameo? Non ci è dato ancora saperlo, ma sembra proprio
che per far funzionare questo film, tutta la produzione stia
dando il meglio di sé.
Godzilla, il film
Vi ricordiamo che Godzilla, diretto
da Gareth
Edwards,comprende nel cast attori
del calibro di
Aaron Taylor-Johnson, Bryan
Cranston, Elizabeth
Olsen David Strathairn, Juliette
Binoche e la new entry Ken
Watanabe. La pellicola arriverà in Italia il 15 Maggio
2014. Akira Takarada, protagonista della pellicola
originale, dovrebbe, inoltre, avere anche una piccola parte in
questa rivisitazione, tornando sul set
di Godzillaa
sessanta anni di distanza dalla sua interpretazione.
Scritto da Max
Borenstein, che ha rielaborato uno script
di David S. Goyer e David
Callaham, Godzillasarà
il film di punta della Warner Bros dell’anno 2014, visto
che la data di uscita preventivata è stata infatti individuata nel
16 maggio 2014. Un film da cui la produzione si aspetta
molto che, però, dovrà scontrarsi al botteghino con altre pellicole
in uscita nello stesso periodo, quali The Amazing
Spiderman 2, il reboot delle tartarughe ninja e il
sequel dell’Alba del pianeta delle scimmie.
L’attrice resa famosa dal
Diavolo Veste Prada e fresca vincitrice
dell’Oscar con Les Miserbales, è
impegnata già in un altro progetto cinematografico.ì Il film si
chiamerà Laggies e sarà una dark
comedy dal sapore decisamente amaro.
Anne Hathaway sarà
una delle protagoniste ed interpreterà Megan, una donna che, dopo
aver ricevuto una sorprendente proposta di matrimonio dal
fidanzato, si allontana per una settimana con la sorella minore
Annika. Insieme alla bellissima attrice, oltre a trovare Mark
Webber incontreremo anche Chole Moretz che
presto vestirà i panni di Hit Girl in Kick Ass
2.
Ma Anne Hathaway
sembra quasi instancabile, perché in concomitanza con
Leggies, è a lavoro in Rio 2 e presterà la sua voce per
uno dei personaggi animani della Dreamworks. Di Leggies
ancora non si sa una data d’uscita, ma sicuramente presto potremo
darvi notizie in merito.
Juno è un film del
2007 diretto da Jason Reitman e con protagonisti
nel cast di Ellen Page (Juno MacGuff),
Michael Cera (Paulie Bleeker), JK
Simmons (Mac MacGuff), Alison Janney
(Bren MacGuff), Jennifer Garner (Vanessa),
Jason Bateman (Mark), Olivia
Thirlby (Leah).
Trama: Juno, 16
anni, resta fortuitamente incinta del compagno di scuola Paulie,
cotto di lei. La ragazzina è sveglia, indipendente, con una
famiglia buffa – papà, matrigna e sorellina pressoché muta – e
affettuosa. Che fare con il “fagiolo” (così lo chiama la
protagonista)? Scartata l’ipotesi aborto dopo averci fatto un
distratto pensierino, Juno decide di affidare il
neonato che verrà a una coppia di giovani sposi, Mark e
Vanessa.
Sono ricchi, belli,
professionalmente affermati; ma un figlio non è mai arrivato.
Juno comincia a frequentarli, per farli stare a
contatto con il suo pancione. Complici anche l’intelligenza e il
fascino della ragazzina, quella che sembra una coppia perfetta
comincerà a scricchiolare, con tanta polvere pronta ad uscire da
sotto il tappeto… e intanto c’è un bambino che scalcia, e si
fa sempre più grande.
Juno
Analisi:
Con semplici e didattiche pillole di narratologia, le maestre di
inglese insegnano ai bambini delle elementari che nei racconti
esistono personaggi flat e round. Piatti, schematici
e fissi i primi; complessi e suscettibili di (umane) evoluzioni i
secondi.
Juno,
lungometraggio n.2 del figlio d’arte Jason
Reitman, ha nella felice roundness dei personaggi
uno suo formidabile punto di forza. Merito soprattutto della penna
prelibata di Diablo Cody, ex spogliarellista che
con Juno timbra il suo esordio
cinematografico, ritirando alla cassa un Oscar per la miglior
sceneggiatura originale.
Il tema che la Cody e
il bravo Reitman ci propongono è spinoso: una gravidanza
inaspettata nel bel mezzo dell’adolescenza. Ne esce un inno alla
vita che aggira facili barricate: niente politica, né arringhe sui
diritti o sull’inviolabile sacralità del feto.
Juno, per quanto lo chiami fagiolo, sa di portare
in grembo un minuscolo essere umano; ma sa anche di non potersi
inventare madre. Così, agisce con responsabilità e altruismo: non
si sbarazza del problema, ma cerca e trova una soluzione. Chè non è
rimasta incinta per un sortilegio, ma per qualche improvvido minuto
di amore e scoperta vissuto con il dolce e sportivo Paulie.
A sorreggere i nove mesi di
Juno, papà Mac e matrigna Bren (il
personaggio più gustoso); a tratti stralunati e irrimediabilmente
innamorati di lei. E se dicessimo che “L’Amore è tutto” è la
morale del film, coglieremmo nel segno. L’Amore maturo e
protettivo per i figli nati, l’Amore animale per quelli custoditi
nel pancione. E l’Amore acerbo e sincero che circola tra gli
armadietti del liceo, aspettando con fiducia le verifiche del
futuro.
Omar Sy,
soprannominato l’Eddy Murphy francese torna a far
ridere il suo pubblico che l’ha amato in Quasi Amici e che lo ritrova qui in
un buddy-movie a base di inseguimenti e sparatorie nei quartieri
alla periferia di Parigi. In Due Agenti Molto
Speciali, Omar Sy, con semplicità e
tanta ironia, diventa un poliziotto nato e cresciuto a Bodigny che
per ragioni professionali si troverà a lavorare a stretto contatto
con un damerino degli uffici di polizia parigina, interpretato da
Laurent Lafitte.
Un mattino a Bobigny, nei pressi di
una bisca clandestina, viene ritrovato il corpo senza vita di
Eponine Chaligny, moglie dell’influente premier francese Jean-Éric
Chaligny, e sospettata di intrattenere rapporti economici in nero
con gli organizzatori delle serate di gioco d’azzardo. Da quel
momento si intersecano due mondi radicalmente opposti: quello di
Ousmane Diakité, agente di polizia della sezione finanziaria di
Bobigny, e quello di François Monge, capitano della famosa polizia
criminale di Parigi.
Il regista David
Charhon, co-autore della sceneggiatura, ci racconta con
una regia piuttosto classica una storia già vista, che forse
acquista un po’ di freschezza solo perché ambientata a Parigi e non
nelle più classiche metropoli statunitensi, vero luogo deputato del
buddy movie. Inseguimenti e battute di spirito si susseguono in
maniera abbastanza equilibrata, dando al film una particolare
leggerezza che si rivela essere la chiave di volta del film.
Due Agenti Molto Special, il film
Punto di forza del film è
ovviamente il suo protagonista, Omar Sy, che con
la faccia pulita e il sorriso sincero riesce a farci divertire con
semplicità e misura, quasi come se sullo schermo ci fosse un nostro
amico, una persona che conosciamo e alla quale siamo legati. Ma un
buon protagonista non può nulla senza una spalla all’altezza, e
infatti Lafitte, famoso e amato attore di commedia francese, si
rivela perfetto per completare in maniera complementare il
carattere impulsivo e schietto del suo collega sullo schermo.
Unico scopo del racconto,
costellato anche di riferimenti al potere e alla classe dirigente
francese, è quello di intrattenere in pubblico con una storia ben
raccontata e costruita su ottimi tempi comici che Sy scandisce con
proprietà, anche quando è il momento di passare all’azione e
mettere al servizio del film le sue doti atletiche grazie alla
virata action che ben presto il film rivela.
Due Agenti Molto
Speciali è una commedia leggera e divertente, che nel
finale lascia intendere, forse, la nascita di un nuovo franchise
comic-action targato Francia.
Nel 2009 avevamo lasciato gli
agenti speciali GI Joe alle prese con la nascita di un nuovo
potente nemico, i Cobra. Dopo quattro anni ecco G.I. Joe 2:
La vendetta dove ritornano i nostri protagonisti sul
grande schermo diretti questa volta da Jon Chu
invece che da Stephen Sommers che però rimane alla
produzione. Ancora una volta i giocattoli d’infanzia prendono vita
e quelli che negli anni ’80 erano solo action figure e cartoni
animati, diventano adesso eroi in carne ed ossa pronti a salvare il
mondo; merito ancora una volta della Hasbro.
G.I. Joe 2: La vendetta, la trama
Dopo l’apparente distruzione
dell’organizzazione terroristica nota come I Cobra, i soldati
scelti GI Joe si renderanno presto conto che in realtà la cellula
malavitosa non è stata sconfitta e che questa volta il bersaglio
dei cattivi sono proprio loro, i soldati speciali che si troveranno
a combattere per la loro stessa sopravvivenza e per quella del
mondo intero. Dopo un massiccio attacco a sorpresa i Cobra sembrano
aver conquistato il controllo del Mondo intero, ma un gruppo di
GI Joe, sparuto e in fuga, proverà a escogitare un
piano per riportare la giustizia sulla Terra.
Ritroviamo in questo G.I.
Joe 2: La vendetta i protagonisti del primo episodio
Channing Tatum, Arnold
Vosloo, Ray Park, Jonathan
Pryce e Byung-hun Lee, che riprendono i
loro ruoli, mentre il cast si arricchisce di due nomi prestigiosi
nell’universo accelerato dei film d’azione:
Dwayne Johnson e l’inossidabile Bruce Willis, vera e propria icona action.
GI Joe: la vendetta è un
classico del genere, con effetti speciali molto ben realizzati e
una regia al servizio della storia che parte alla grande, con ritmi
elevati e si dilata un po’ verso la parte centrale, per poi
recuperare quota nel finale coronando il tutto con uno sperticato
elogio patriottico. Divertente, eccessivo e
adrenalinico, GI Joe: La
vendettasembra rispondere a tutte le
mancanze del primo episodio, dal taglio troppo bambinesco,
rilanciando con una storia catastrofica e inverosimile che tanto
piace agli amanti del cinema action-fantasy.
Interessante invece la scelta degli
sceneggiatori di porre all’inizio del film un colpo di scena molto
interessante, e allo stesso tempo destabilizzante per chi si
aspetta un sequel maggiormente legato alle economie narrative del
primo episodio. G.I. Joe 2: La vendetta è un film
godibile e sincero, che non pretende nulla in cambio se non un po’
di emozione e qualche bella risata di fronte alle espressioni,
ormai mitologiche, di Bruce Willis. Guasta un po’ nel finale
l’eccessivo patriottismo che, volendo, poteva essere mitigato senza
intaccare la natura ludica del film.
Arriva al cinema distribuito da
Warner Bros. Italia Il Cacciatori di
Giganti, il film fantasy diretto da Bryan
Singer e con protagonisti
Ewan McGregor, Nicholas
Hoult, Stanley
Tucci, Warwick Davis, Bill
Nighy, Ian McShane.
La fiaba di Jack e il fagiolo
magico accompagna più o meno ogni bambino dalla più tenera
età: arpe magiche, giganti cattivi, un giovane eroe un po’ ingenuo
che ha l’occasione di riscattarsi costituiscono gli elementi
semplici e vincenti di un racconto che appassiona da sempre i più
giovani.
Aiutati anche dalla versione
disneyana della storia, molti ricordano le vicende classiche che
coinvolgono Jack e la gigantesca pianta di fagioli, ma a partire
dal prossimo 28 marzo, i nostri ricordi verranno confusi e
arricchiti dalla versione cinematografica della leggenda, che porta
la firma di Bryan Singer e vede protagonista
Nicholas Hoult, che ha appena dismesso i panni
di R lo zombie protagonista di Warm
Bodies, e Eleanor Tomlinson,
vista di recente in Educazione
Siberiana da Gabriele
Salvatores.
In una modesta casa contadina, Jack
ascolta dalla voce del padre l’antica leggenda dei giganti,
soggiogati e sconfitti da Re Erik. In una lussuosa camera da letto,
nello stesso momento, la piccola principessa Isabella sente la
stessa storia dalle labbra di sua madre, la Regina. Molti anni dopo
Jack e Isabella si ritrovano e diventano protagonisti di una
straordinaria avventura che cambierà per sempre la loro vita e
quella di tutto il regno.
Giganti crudeli e spaventosi,
piante di fagioli che crescono in una notte e arrivano al cielo, un
giovane coraggioso e un regno in pericolo, gli elementi classici
sembrano esserci tutti, ma Singer mescola le carte e aggiunge una
principessa, un’antica leggenda legata ai prodigiosi legumi e un
modo magico e oscuro per soggiogare le enormi bestie. Il tocco
finale è il classico cattivo, un po’ meschino, che mira a
conquistare il mondo attraverso la distruzione dello stesso.
Azione, avventura e un pizzico di romanticismo però non sembrano
essere abbastanza per dare al film una vera e propria consistenza.
Effetti speciali che deludono, considerando le grandiose immagini
in computer grafica a cui lo spettatore è ormai abituato,
personaggi grotteschi, riferimenti ai classici del fantasy
cinematografico che sfiorano il plagio e un protagonista sottotono
sembrano impedire al film, per giunta troppo lungo, di essere
goduto appieno, lasciando un po’ d’amaro in bocca allo spettatore
che si è fatto subito coinvolgere dalla storia e dalla vicenda
personale dell’imbranato Jack.
Altra nota dolente del film è la
colonna sonora, che non riesce assolutamente a svolgere la funzione
di apportare una maggiore concitazione alle scene salienti del
film, fatta eccezione per i casi in cui questa ricorda con
sperticata sfacciataggine le note che Howard Shore
compose per la colonna sonora premio Oscar de Il
Ritorno del Re.
Il cast d’eccezione di Il
Cacciatori di Giganti di comprimari non riesce a dare un
quid in più al racconto, non ci riesce il grottesco e ambizioso ser
Roderick, interpretato da Stanley Tucci, e nemmeno
Ewan McGregor nei panni della fedele guardia
del corpo reale Elmont, né tantomeno Ian McShane,
un re Brahmwell perennemente imbrigliato in costumi rigidi e
ingombranti. L’impressione generale è quella di una eccessiva
virata cartoonesca che, avendo probabilmente lo scopo di
coinvolgere un pubblico piuttosto giovane, sacrifica il potenziale
fantastico che la storia ha sempre avuto, e che avrebbe potuto
conservare nella versione cinematografica.
In Un giorno devi
andare Augusta è una donna di trent’anni a cui il destino
scompagina le carte della vita. Fugge dal Trentino per allontanarsi
da un dolore che non sa gestire e decide di perdersi, o forse anche
ritrovarsi, nell’Amazzonia, terreno accogliente e ostile allo
stesso tempo. Inizia seguendo la strada con suor Franca, ma non
trovando nulla di ciò che stava cercando nel percorso con lei,
decide di prendere un’altra strada, verso altri incontri.
Un giorno devi andare,
Pro
Un giorno devi
andare è una frase che spesso ci si dice, riferendosi
a luoghi da vedere ma forse anche riferendosi a ciò che da quei
luoghi ci si aspetta di provare. Questo è il percorso di Augusta,
che non sa come affrontare il dolore che l’ha sommersa in Italia,
nel rigore della neve del Trentino, ma che forse il Brasile
dell’entroterra, delle comunità indios, genuine e spontanee, che,
nonostante anni, secoli di missioni cattoliche, riescono ancora a
tenersi legate alle proprie tradizioni e soprattutto non perdono la
semplicità delle relazioni.
Le piccole comunità sono ancora una
volta al centro del racconto del film di Giorgio
Diritti che esordì alcuni anni fa con Il vento
fa il suo giro storia di una comunità alpina
piemontese che parla ancora la lingua occitana che veniva “invasa”
da una famiglia di francesi, poi ha confermato il suo talento con
“L’uomo che verrà” sulla guerra vista da un piccolo paese della
provincia italiana. La difficoltà della comunicazione data dalla
lingua diversa impone un linguaggio diverso, gestuale o emozionale,
che possa scavalcare i confini della linguistica.
La spinta ad andare in Brasile
risale a molti anni fa, quando il regista andò negli stessi luoghi
in cui è ambientata la storia per realizzare un documentario,
spinto da un dolore che lo aveva appena colpito, così come accade
alla protagonista; e la struttura del film si basa a grandi linee
sulla storia di un missionario gesuita, Augusto.
La cura per le inquadrature,
magnifiche, anche facilmente data l’imponenza del luogo sono anche
piene di significato, la natura è suprema rispetto all’uomo e alle
sue avventure quotidiane, la pienezza dei colori che caratterizzano
le scene girate in Brasile contrasta con il grigiore, invernale, ma
anche imposto dalla fotografia di Roberto Cimatti,
che amplifica il contrasto tra la vita trattenuta che sembrano
condurre la madre e la nonna, obbligate tra messe e preghiere, con
la spontaneità e normalità della vita nelle palafitte.
Un ruolo importante per Jasmine Trinca che interpreta una madre che è
tale anche senza figli, una ricerca di sé al di fuori degli schemi
e delle linee guida che ci vengono comunicate dalla nascita dalla
nostra società di partenza.
Il film esce nelle sale il prossimo
27 Marzo in 100 copie, anticipato da una diretta via satellite da
Milano in cui Gianni Canova intervisterà regista e protagonisti
prima della proiezione del film.
di Alice Vivona
Un giorno devi andare,
Contro
Un giorno devi andare
è l’ultimo film di Giorgio Diritti, in sala a
partire dal 28 marzo. Il titolo è già tutto un programma e si
presta, dopo solo un terzo di visione, a fungere da proposizione
principale di un quesito: “Un giorno devi andare, ma a parare
dove?”.
Perché con tutta la buona volontà e
il rispetto per il lavoro altrui, si stenta a comprendere ed
afferrare il senso di questa operazione, spacciata per
antropologica e sociale, nonché ad alto livello emozionale; quando
siamo di fronte a un collage, peraltro fabbricato male, di
dialoghi, luoghi, persone e storie, che trovano ragion d’essere
unicamente come soggetti naturalistici, incorniciati in splendide
fotografie.
Per tutta la durata non si crea
alcun tipo di connessione motivata -figurarsi empatica – tra la
protagonista della vicenda, Augusta (Jasmine Trinca), e i
personaggi che incontra nel corso di un presunto viaggio
spirituale, tra le terre selvagge dell’Amazzonia, e che necessita
della presenza di una suora missionaria per descrivercelo come
tale.
Provata da una dolorosa esperienza
sentimentale, terminata con la scoperta di non poter avere figli,
Augusta decide di abbandonare le sue deboli certezze e di partire:
non tanto per affrontare le sue pene o ritrovare un legame biblico
con la natura ma, come ci tiene a precisare su un diario (non si sa
mai lo spettatore fraintendesse il tutto con il mito-cliché del
buon selvaggio), in cerca di valori nuovi di cui -non ci si illuda-
non troveremo traccia in alcun dove e in alcun chi.
Non perché i villaggi indios siano
minacciati dall’imperialismo occidentale; né tantomeno perché
(anche lì) la povertà inneschi reazioni atroci e immorali come
vendere un bambino altrui. Semplicemente per la scelta narrativa
(inspiegabile) del regista, di disperdere il fulcro del racconto
-Augusta, la sua crisi e il suo percorso- fra inserti
dedicati alla madre e alla nonna che, tra le loro mura domestiche
in Trentino, aspettano con ansia e nervosismo un cenno di vita
dalla “fuggitiva”, che tarda (sempre inspiegabilmente) ad
arrivare.
Così ogni qual volta si
materializza nelle attese dello spettatore un’immagine, uno spunto
potenzialmente interessante e meritevole di essere trattato, sia
esso il tema religioso, l’integrazione in una comunità altra,
l’amore con un nativo, o il rapporto mancato con la maternità,
interviene puntuale un brusco stacco di montaggio che, al di fuori
di qualsiasi logica consequenziale o concettuale, sposta lo sguardo
in Italia, sul circolo ricreativo di suore, a base di biscotti e di
cucito; oppure sui residui familiari: concentrato di tristezza e di
passività.
Tocca quasi rimpiangere un
Mangia, Prega, Ama quando almeno, fra uno
stereotipo ed un altro (onestamente dichiarato nell’intitolazione),
il personaggio di
Julia Roberts persegue il cambiamento: se non altro
quello della taglia, a furia di mangiare spaghetti al pomodoro e
bere Chianti. Qui invece “il vento non fa il suo giro”, e tutto
resta uguale, fermo, tanto nello schermo quanto nella mente di chi
vede.
Basato sul celebre arco narrativo a
fumetti, in Wolverine: L’immortale troviamo Logan,
il guerriero eterno, in Giappone. Lì, l’acciaio dei samurai si
scontrerà con gli artigli d’adamantio, mentre Logan affronterà una
misteriosa figura dal suo passato, in un’epica battaglia che lo
cambierà per sempre. Il film uscirà in Italia il 25
luglio 2013.
Tutte le news sul film nel nostro
speciale: The Wolverine.
Tutte le info invece del film nella nostra
scheda: Wolverine:
l’immortale.Tutte le foto del film nella nostra
foto gallery: