Gangster Squad si
basa su fatti veramente accaduti, e come potrebbe essere
diversamente, negli anni in cui, dopo il proibizionismo, gli Stati
Uniti sembravano allo sbando. L’ambientazione è simile a quella di
LA Confidential, film di Curtis
Hanson del 1997 che già tratteggiava come in quegli anni,
a Los Angeles, il limite tra legale e illegale fosse spesso
travalicato con facilità e con poco controllo.
IN Gangster Squad
nel 1949 Los Angeles è messa sotto scacco dal gangster Mickey Cohen
(Sean
Penn), la polizia non ha molte forze per opporsi, in
alcuni casi è connivente con il mafioso, tranne che per il sergente
O’Mara (Josh
Brolin) determinato a non lasciare che suo figlio
nasca in una città in mano ad un delinquente. Il sergente viene
incaricato dal capo della polizia di Los Angeles, Parker
(Nick Nolte), di mettere insieme una squadra di
giustizieri che si occupi di rendere la vita di Mickey Cohen
difficile e cercare così di farlo andar via dalla città degli
angeli. O’Mara mette insieme una squadra di sbandati della forza
pubblica che si muovono al limite tra il lecito e l’illegale ed
entrerà in azione.
Gangster Squad, il film
Come nei
migliori film di gangster anche in questo un cattivo senza
morale si oppone un buono senza indecisioni, che usa però anche
mezzi poco morali per arrivare a quello che è il suo scopo, ossia
eliminare il boss dalla sua città. Alle spalle di Gangster
Squad c’è un tracciato di molti altri film di guerra senza
quartiere tra giustizia e delinquenti, il primo che viene in mente,
anche per diverse associazioni tra il fatto di opporre l’ordine al
caos dell’illegalità di Cohen, è I magnifici
sette, per il modo in cui vengono reclutati i vari
personaggi che comporranno lo “squad” ma anche per l’essenza della
missione, molto probabilmente fallimentare di un manipolo di
persone contro l’esercito messo insieme da Cohen.
Spicca, è facile dirlo
l’interpretazioni di
Sean Penn, che assume una mimica a metà strada
tra
Brando ne la trilogia de
Il padrino e
De Niro ne Gli intoccabili, a cui fanno chiaro
riferimento anche alcune scene, girate molto probabilmente avendo
in mente molta storia del cinema di questo genere. La novità è
invece data, e questo è grazie sicuramente alla mano del regista
Ruben Fleischer, che aveva diretto anni fa una
delle prime commedie sull’apocalisse zombie,
Zombieland, tratta da un fumetto. Gli effetti
visivi sono ad uso narrativo, i colori saturi abbastanza da dare un
senso quasi di fumetto, ma non ai livelli di
Sin City, alle inquadrature, e raggiungono il
punto migliore, visivamente parlando in una delle lunghe scene di
sparatoria.
Sicuramente la produzione ha voluto
sperimentare mettendo il film nelle mani di un regista giovane ma
promettente, ma ha anche giocato sul sicuro con il cast, che oltre
che a
Sean Penn e
Josh Brolin mette insieme Ryan
Goslin forse un po’ troppo sprecato ancora una volta
nel ruolo dell’infaticabile seduttore che viene messo in riga dalla
femme fatale dell’occasione, una Emma Stone che
sembra fatta apposta per indossare abiti anni ’50, ma anche un bel
ritorno come quello di Giovanni Ribisi e un quasi
irriconoscibile Nick Nolte, nel ruolo
dell’integerrimo capo della polizia. Gangster Squad
punta ad intrattenere senza dare altre velleità di lettura, a parte
mettere in campo l’eterna lotta tra male e bene, ed esce nelle
nostre sale il prossimo 21 Febbraio.