Il Festival Internazionale del Film
di Roma 2010, su proposta di Gian Luigi Rondi, celebrerà con uno
dei suoi premi ufficiali, il Marc’Aurelio d’Oro, la memoria della
sceneggiatrice Suso Cecchi d’Amico scomparsa il 31 luglio scorso
all’età di 96 anni e che ha scritto per oltre mezzo secolo le
pagine più belle della storia del cinema italiano.
Doveva uscire a fine luglio
Beastly, il film della CBS Films rivisitazione della fiaba della
Bella e la Bestia, ma diverse settimane fa la release è stata
rinviata al 18 marzo 2011
Qualche settimana fa era stata
diffusa la notizia che Greg Berlanti aveva iniziato a lavorare
assieme a Michael Green e Marc Guggenheim agli script del film di
Flash e del sequel di Lanterna Verde.
Comingsoon.net ha annunciato ieri
che le riprese del reboot della saga di Spider-Man in 3D si
terranno a partire da dicembre e dureranno per buona parte del
2011.
David Fincher sta ancora
cercando la sua Lisbeth Salander per la sua versione di The Girl
with the Dragon Tattoo, adattamento a stelle e strisce del romanzo
“Uomini che odiano le donne”.
Il registadi Moon, l’esordiente
Duncan Jones, ha messo in cantiere il thriller fantascientifico
Source Code, film per il quale in molti hanno aspettative alte.
Lieve variazione sul podio del box office italiano: dietro
Toy Story 3, ancora primo, si piazza
The Box, che precede
quindi Eclipse. Situazione invariata
per le altre pellicole, mentre le new entry non appaiono neppure
nella top20.
Ammettiamolo: un’estate così
mediocre dal punto di vista degli incassi cinematografici non si
vedeva da almeno quattro o cinque anni. Bisogna rimpiangere dunque
i blockbuster estivi fracassoni o i cinecocomeri? Di sicuro gli
esercenti lo fanno…
Dopo un mese di sfruttamento,
Toy Story 3 si mantiene ancora in testa
alla classifica italiana, giungendo a 11,1 milioni totali con altri
642.000 euro. Dietro la pellicola disney-pixar, una novità:
The Box, al suo secondo weekend, scalza
The Tiwlight Saga: Eclipse con 210.000
euro (797.000 euro totali) contro 208.000 euro; Eclipse si
conferma tuttavia la pellicola di maggiore successo dell’estate,
raggiungendo i 15 milioni totali previsti inizialmente.
Stazionarie le posizioni delle
pellicole successive. Quarto posto per Solomon
Kane (178.000 euro), arrivato a 1,4 milioni e seguito
da Predators (134.000 euro), fermo a 1,3
milioni. Segue The Losers (92.000 euro),
che arriva a 279.000 euro al suo secondo finesettimana, mentre
Il Solista (68.000 euro) supera di poco i
200.000 euro.
Basilicata coast to
coast appare anche in questo weekend nella top10,
ottenendo altri 31.000 euro per un totale di 3.065.000 milioni.
Nono posto per Un microfono per due
(24.000 euro), arrivato a 242.000 euro, mentre chiude la top10
Il segreto dei suoi occhi (23.000 euro),
giunto a 923.000 euro.
Ecco nuove foto dal set di Lanterna
Verdea New Orleans: le riprese si sono spostate tra le strade della
città, e i fan e i passanti hanno scattato numerose immagini.
The Tree of Life, il nuovo e
attesissimo film di Terrence Malick con Brad Pitt e Sean Penn, non
era ancora pronto per il Lido di Venezia. All’epoca si disse che il
film era al “97% della lavorazione”.
Si sta girando in questi giorni a Parigi l’ultimo film di Woody
Allen, Midnight in Paris, e tra i protagonisti ecco Owen Wilson e
Marion Cotillard scambiarsi per lavoro un romantico bacio per le
strade parigine. Nel cast del film anche Michael Sheen, Adrien
Brody e Elsa Pataky.
Ecco il teaser poster di Harry Potter e i Doni della Morte in
italiano. La scritta diventa Tutto finisce qui, e lo sfondo, così
come in quello inglese, è l’inquietante sagoma di Hogwarts in
fiamme. Il poste r è comprensivo di Prima e Seconda parte.
Eccolo:
La settimana scorsa Robert
Rodriguez aveva confermato al Comic-Con di San Diego di aver
discusso con la Fox della possibilità di dirigere lo spin-off degli
X-Men dedicato a Deadpool, il mercenario dei fumetti Marvel interpretato al cinema da
Ryan Reynolds (anche Lanterna Verde).
Si è spenta a Roma, all’età di 96
anni, Suso Checchi d’Amico (Giovanna Checchi). Considerata una
delle più importanti sceneggiatrici italiane, ha contribuito a
costruire il cinema del nostro Paese scrivendo sceneggiature
variegate, dalle commedie ai drammi.
Nata a Roma nel 1914, ha iniziato la sua carriera alla fine
degli anni quaranta del secolo scorso, collaborando con altri
sceneggiatori a film come Ladri di Biciclette, Le Mura di Malapaga
e I Soliti Ignoti. Negli anni cinquanta ha seguito registi come
Luigi Zampa, Ennio Flaiano e Cevare Zavattini, contribuendo alla
stagione neorealista; ha poi lavorato con Luchino Visconti,
scrivendo film come Bellissima (1950), Senso (1954), Rocco e i Suoi
Fratelli (1960), Il Gattopardo (1963), Lo Straniero (1967) e Ludwig
(1973). Per Michelangelo Antonioni ha scritto I Vinti (1952), La
Signora senza Camelie (1953) e Le Amiche (1955). Tra gli altri
registi con cui ha collaborato ci sono Francesco Rosi, Luigi
Comencini (per il quale ha scritto anche Le Avventure di Pinocchio
per la TV e Cuore) e la figlia Francesca (La Fine è Nota) e Mario
Monicelli, del quale ha scritto tantissime pellicole.
Numerosi i premi che ha ricevuto
durante la sua carriera, tra Nastri d’Argento e David di Donatello,
oltre al Leone d’Oro alla Carriera nel 1994 alla Mostra del Cinema
di Venezia. L’annuncio della morte è stato dato dalla famiglia.
Ecco due nuovi poster: uno è di Le
Cronache di Narina, il viaggio del veliero, terza avventura nella
terra di Narnia uscita dalla penna di C.S. Lewis. Il secondo invece
è il poster finale di Red l’adattamento della graphic novel di
Warren Ellis, con un cast di superstar.
E’ tempo di scelte per Guillermo
Del Toro: dopo aver abbandonato il tanto a lungo progettato The
Hobbit, ora dice addio ad un altro progetto molto interessante e
sicuramente nella sue corde, un nuovo film su Van Helsing.
Dopo anni di sviluppo, il biopic
dedicato al presidente degli Stati Uniti assassinato nel 1865 non è
ancora entrato in produzione, e l’attore a lungo legato al
progetto, Liam Neeson, ha deciso che non parteciperà più alla
pellicola.
Fresco del successo di Inception di
Christopher Nolan, in cui interpreta la “vittima” degli esperimenti
onirici della banda capeggiata da Leonardo DiCaprio, Cillian Murphy
ha deciso di lanciarsi in una serie di nuove avventure
cinematografiche.
Meryl Streep e Tina Fey
interpreteranno una madre e una figlia nel nuovo lungometraggio di
Stanley Tucci Mommy & Me, una commedia di cui al momento non si
conosce nel dettaglio la trama.
Time of darkness:
nella Bassa Slesia, in Polonia, quattro amici si recano in una
fabbrica abbandonata dove l’anno prima era scomparso un loro amico.
Indagando sulla vicenda, scoprono cose orribili…alcuni scienziati
hanno scoperto come ottenere l’immortalità: utilizzando cavie umane
riescono a trasferire l’anima da un corpo all’altro…tutto
attraverso terribili torture!
Il prossimo film di Guillermo del
Toro da regista: sarà l’adattamento cinematografico di Alle
Montagne della Follia di H.P. Lovecraft, prodotto da James Cameron
e girato in stereoscopia 3D!
Sono stati annunciati i titoli che verranno mostrati al Lido. In
concorso, Darren Aronofsky, Sofia Coppola, Takashi Miike, Julian
Schnabel e Tom Tykwer, fuori concorso Casey e Ben Affleck, John
Woo, Svankmajer, Robert Rodriguez, Michele Placido e Martin
Scorsese..
Sono stati annunciati i titoli che verranno mostrati al Lido. In
concorso, Darren Aronofsky, Sofia Coppola, Takashi Miike, Julian
Schnabel e Tom Tykwer, fuori concorso Casey e Ben Affleck, John
Woo, Svankmajer, Robert Rodriguez, Michele Placido e Martin
Scorsese..
Ecco altre foto dal set di Transformers 3. Oltre al protagonista
assoluto, Shia LaBeouf, sul set anche l’ex rassicurante Dottor
Stranamore Patrick Dempsey e la bella Rosie Huntington-Whiteley che
si arrampica tra le macerie di una qualche battaglia.
Ecco altre foto dal set di Transformers 3. Oltre al protagonista
assoluto, Shia LaBeouf, sul set anche l’ex rassicurante Dottor
Stranamore Patrick Dempsey e la bella Rosie Huntington-Whiteley che
si arrampica tra le macerie di una qualche battaglia.
Fino al 7 novembre prossimo, la
Reggia di Venaria Reale, alle porte di Torino, ospita nelle Sale
delle Arti al primo piano, la mostra “Le macchine delle meraviglie:
Lanterne magiche e film dipinto, 400 anni di cinema”, incentrata
sulle origini dello spettacolo visivo, le lanterne magiche appunto,
molto amate sia dai reali nelle loro corti, che nelle case della
nuova classe borghese, dove secoli prima dei cartoni animati,
diventarono uno dei passatempi preferiti dei bambini.
La recensione del film d’animazione
di Laputa castle in the sky,
pellicola del maestro d’animazione
giapponese Hayao Miyazaki.
Sinossi: Dal cielo sopra una miniera di fine
Ottocento in un’imprecisata località molto simile alla Gran
Bretagna cade un giorno una ragazzina, Sheeta, che si è gettata
dall’aeronave su cui era prigioniera, per scampare all’esercito e
ad un gruppo di pirati dell’aria, tutti intenzionati a rubarle la
misteriosa pietra azzurra che porta al collo.
Sheeta, sopravvissuta alla caduta
grazie alla pietra, che ha il potere di far lievitare il corpo a
cui è attaccata, viene trovata da Pazu, giovane minatore: tra i due
la simpatia è immediata, ma devono scappare molto presto perché la
ragazzina con la sua pietra continuano a fare gola. E mentre i
pirati si riveleranno degli inaspettati alleati, i veri nemici si
riveleranno i soldati e il loro capo, il colonnello Mooska. Sheeta
è infatti una discendente dell’antico popolo di Laputa, che abitava
una leggendaria isola fluttuante nel cielo, luogo di antichi
misteri e di sconvolgenti scoperte scientifiche.
Laputa castle in the sky:
recensione del film
Analisi
Primo film realizzato
da Miyazaki dopo la costituzione dello
studio Ghibli, distribuito nel nostro Paese per il
mercato dell’home video con oltre vent’anni di ritardo e poco dopo
ritirato dal commercio senza ad oggi ancora un ritorno annunciato,
Tenku no shiro Laputa (questo il titolo originale) contiene tutte
le tematiche care all’autore.
Il pacifismo, la condanna di ogni
avidità, l’amicizia come antidoto ai mali del mondo, l’importanza
della comunicazione tra generazioni diverse, i pericoli insiti alla
tecnologia usata senza morale e per i propri scopi personali sono
temi ben presenti, in questa avventura steampunk con echi di
Jules Verne, ma anche dei Viaggi di Gulliver, da
cui è preso il nome dell’isola volante di Laputa, paradiso perduto
per certi versi (il suo lussureggiante aspetto è stato copiato pari
pari da James Cameron per la sua
Pandora di Avatar) ma
anche scrigno di pericolose tecnologie per l’avidità di alcuni.
Lo stile di Miyazaki, lontano dagli
stereotipi che molti vedono come caratterizzanti degli anime
giapponesi (occhioni e capelli al vento), ma nello stesso tempo
molto personale tra estrema cura degli scenari e del mecha design e
personaggi originali sia nel disegno che nella caratterizzazione, è
già ottimo, l’avventura, realizzata all’epoca senza l’ausilio della
computer graphic (nonostante alcune voci incontrollate che davano
gli anime giapponesi già realizzati al pc negli anni Settanta) è
per tutte le età, ma non buonista, a tratti vagamente cruda, in
ogni caso estremamente avvincente ed interessante.
Chi ama l’azione rimane
conquistato, ma anche chi cerca qualcosa in più che avventure e
movimento, un discorso ecologista e pacifista che non è mai
retorico: molti degli elementi di Laputa sono stati poi ripresi
alcuni anni dopo dalla Gainax per la serie cult Il mistero della
pietra azzurra (Fushigi no Umi no Nadia), grande successo di inizio
anni Novanta. Pazu e Sheeta, eroi loro malgrado in un mondo in cui
devono trovare la loro strada, sono tra i primi protagonisti di un
regista che guarderà sempre con attenzione all’idea del mondo
salvato da ragazzini non tutti d’un pezzo, ma capaci di fragilità e
di coraggio, che devono cercare la loro strada tra ostacoli di ogni
tipo, fino ad una conclusione che in definitiva non è quella che ci
si aspetterebbe, perché Laputa deve continuare a vagare nel cielo,
e non può essere di nessuno.
Laputa castle in the
sky è un film che piace e piacerà agli
appassionati di manga ed anime, ma anche a chi sa riconoscere le
potenzialità del cinema d’animazione a prescindere dalla sua
provenienza, e contro i pregiudizi ancora radicati che investono i
prodotti made in Japan: Laputa è prima di tutto una bella storia
raccontata con l’ausilio dell’animazione, come tutti i film del
maestro giapponese, ormai riconosciuto tale in tutto il mondo.