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Star Trek 2 sarà girato in 2D

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Secondo quanto recentemente dichiarato da JJ Abrams ad MTV, Star Trek 2 sarà inizialmente girato in 2D, per poi essere convertito in 3D in un secondo tempo; Abrams ha comunque garantito che la conversione sarà di ottimo livello: vi è tutto il tempo per ottenere un buon risultato; Abrams ha inoltre affermato che il suo formato preferito è l’IMAX, anche se non vi sono conferme ufficiali.

Oltre a questi aspetti tecnici, al momento non vi sono altre novità: Abrams resta molto abbottonato su tutto il progetto, anche se ha confermato non vi saranno apparizioni degli attori del cast della serie originale. I set sono quasi pronti e le riprese dovrebbero cominciare il mese prossimo.

Fonte: Empire

Star Trek 2 rinviato?

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Star Trek 2 rinviato?

Deadline ci aggiorna sulla situazione di Star Trek 2. J.J. Abrams al momento lavora agli ultimi ritocchi di Super 8 e difficilmente si dedicherà a Star Trek prima dell’uscita del film. Nel frattempo Robert Orci, Alex Kurtzman e Damon Lindelof hanno già sviluppato un trattamento di 70 pagine per il sequel e aspettano l’uscita di Super 8 che libererà Abrams così da poter finalmente dedicare loro attenzione.

Quello che è certo è il suo ritorno alla regia nel Sequel, quello che invece sembra un’impresa è riuscire a rispettare la già annunciata data d’uscita  29 giugno 2012. Deadline a questo proposito aggiunge che  la compagnia sta valutando  la possibilità di rinviare il film al Natale 2012. Secondo la Paramount, comunque, nulla verrà deciso finché Abrams non annuncerà di aver accettato di dirigere il film, cosa che accadrà molto probabilmente entro la fine di giugno.

Fonte: deadline via Badtaste

Star Trek 2 nelle sale il 17 maggio 2013

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Star Trek 2 nelle sale il 17 maggio 2013

Dopo non poche incertezze iniziali, il sequel di Star Trek sembra finalmente aver spiccato il volo, con J.J. Abrams,  dopo qualche tentennamento, ancora dietro la macchina da presa. Le riprese avranno inizio nel prossimo gennaio e il film sarà nelle sale il 17 maggio 2013, in 3D.

Gli sceneggiatori Roberto Orci, Alex Kurtzmann e Damon Lindelof stanno lavorando a una terza stesura dello script. Confermato il cast del primo capitolo, che potrebbe essere arricchito dalla presenza di Benicio del Toro, attualmente in trattative con la produzione. La colonna sonora sarà affidata a Michael Giacchino, anch’egli confermato.

Fonte: Collider

Star Trek 2 in fase avanzata

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Star Trek 2 in fase avanzata

Sul sito ufficiale di Star Trek è stata pubblicata una intervista a Roberto Orci e Mike Johnson, nella quale si parla del film, del cast e della fase avanzata di pre-produzione. Orci ha detto:

Il cast è davvero eccitato a riguardo. Abbiamo finalmente un regista e abbiamo iniziato a fare i sopralluoghi per le location. In questo secondo film l’equipaggio è riunita insieme sin dall’inizio, quindi potremo lanciarci direttamente a capofitto nell’avventura.

Nell’intervista, uno degli autori del fumetto tratto dal reboot di Abrams, Mike Johnson, anticipa:

Mano a mano che ci avvicineremo all’uscita del prossimo film, le storie inizieranno ad anticipare ciò che accadrà, magari presentando personaggi che vedremo poi sul grande schermo.[…] E’ bello poter interagire con Roberto Orci, perché può chiarirci alcuni elementi della storia che potrebbero scontrarsi con quello che accadrà nel nuovo film, o aiutarci a inserire indizi su quello che accadrà: in questo modo potrete vedere il film e tornare poi ai fumetti, vedendo come si è evoluta la storia. Bob e io abbiamo discusso le parti principali del nuovo film, il che è ottimo per farci distribuire qualche indizio nei fumetti. Ci sono pochi segreti tra noi, e in realtà li so tutti!

Il film sarà diretto sempre da Abrams e non si sa ancora quando il film uscirà in sala.

Fonte: badtaste

Star Trek (1979): recensione del film con Leonard Nimoy

Star Trek  è il primo film del 1979 diretto da Robert Wise con protagonisti William Shatner, Leonard Nimoy, Deforest Kelley, James Doohan, Michelle Nichols e George Takei.

  • Anno: 1979
  • Regia: Robert Wise
  • Cast: William Shatner, Leonard Nimoy, Deforest Kelley, James Doohan, Michelle Nichols, George Takei

Star TrekTrama: Quando un’entità aliena, sotto forma di nebulosa, si dirige a tutta velocità verso la Terra, distruggendo tutto ciò che incontra sul proprio cammino, il Capitano Kirk, relegato da anni dietro una scrivania, viene incaricato di tornare a bordo di una rinnovata Enterprise assieme al suo equipaggio per indagare sull’accaduto. Dopo una serie di vicissitudini, preso a bordo anche il signor Spock e raggiunto il centro della nebulosa, l’equipaggio si troverà di fronte ad una sorprendente verità sull’origine della minaccia e sulle sue intenzioni…

Analisi: Lo sbarco sul grande schermo dell’Enterprise e del suo equipaggio, che aprì la strada a una serie di lungometraggi che dura ancora oggi (l’uscita del dodicesimo film ispirato alla serie televisiva è prevista per il 2013) fu per certi versi casuale.

Il tutto in realtà nacque dal progetto di un seconda serie tv dedicata alle avventure di Kirk & co., a una decina d’anni di distanza dalla chiusura del primo, storico, ciclo di episodi.

A solo un paio di settimane dall’avvio della produzione, il clamoroso ripensamento: alla luce del successo planetario di Guerre Stellari, si decide di cambiare la ragion d’essere del progetto e di portare Star Trek nelle sale cinematografiche, utilizzando effetti speciali a profusione.

Il punto di forza del film Star Trek è naturalmente la ‘reunion’ del cast originale, a partire da Shatner  – Kirk e Nimoy – Spock, per continuare con i vari Kelley – McCoy, Doohan – Scott, Takei – Sulu, Nichols – Uhura e Koenig – Checov, con l’aggiunta di due personaggi creati ad hoc, l’aliena Ilia e il capitano Decker, che avranno un ruolo peraltro determinante nell’economia della storia.

Per la regia, il produttore e ideatore della serie Geene Roddenberry decide invece di affidarsi a Robert Wise, regista  navigato che nel suo curriculum vantava titoli come The HauntingLassù qualcuno mi ama, West Side Story, Tutti insieme appassionatamente e che aveva avuto già a che fare con minacce extraterrestri di vario tipo, dirigendo il celeberrimo Ultimatum alla Terra e il poco fortunato Andromeda (tratto dal romanzo di Michael Crichton).

Costato 35 milioni di dollari, il film ne incassò 139 al botteghino, piazzandosi al quinto posto nella classifica degli incassi di quell’anno, superando anche Alien; un risultato che, per quanto riguarda i film dedicati a Star Trek, è stato superato solo recentemente, dal reboot cinematografico della serie classica, uscito nel 2011.

L’accoglienza al botteghino fu dunque più che lusinghiera; meno quella della critica: in effetti, il film sembra scontare il ‘peccato originale’ di essere il risultato della repentina ‘virata’ del progetto, dalla seconda serie al film: il soggetto non rappresentò peraltro una novità degli appassionati, visto che riproponeva in larga parte quanto visto nel terzo episodio della seconda stagione della serie classica, intitolato Changeling (La sfida).

In effetti, ancora oggi il limite principale di Star Trek è quello di essere in buona sostanza un episodio ‘extralarge’ della serie, con un ritmo non propriamente incalzante e qualche punto morto di troppo; gli stessi attori sembrano in un certo senso risentire del passaggio dal grande al piccolo schermo. Il risultato è un buon film di fantascienza, del quale si ricorda soprattutto il finale (all’epoca) spiazzante, nonché l’efficacissima colonna sonora, firmata da Jerry Goldsmith, il cui tema principale divenne poi una sorta di filo conduttore della serie cinematografica, oltre ad essere utilizzato nella serie televisiva Star Trek – Next Generation.

Per il pubblico italiano, lo spunto di maggior curiosità è risiede nel fatto che il film rappresentò il primo contatto con i personaggi di Star Trek, uscendo nelle sale nella primavera del 1980 e precedendo di qualche mese la messa in onda regolare della serie classica sulle tv locali, anche se a dire il vero un primo esperimento venne fatto da Telemontecarlo nel 1979, ma la rete monegasca a quei tempi non aveva una copertura sufficiente del territorio italiano.

Star Trek

Star Trek

Uno sfavillio di luce galattica avvolge lo spettatore che si lascia prendere da una storia di nascita e origini. ancora una volta, come già accaduto per il batman di nolan, per il restyling del mito si torna alle origini dell’uomo (o nel caso, del vulcaniano), alla nascita e all’educazione, per capire i ruoli i rapporti i sentimenti che legano gli eroi che tante avventure hanno attraversato insieme sull’enterprise tra tv e cinema.

J.J. Abrams ochestra tutto con maestria ed equilibrio, misurando emozione e phatos, adrenalina e battaglie, prediligendo lo spostamento della camera al cut della pellicola, per farci seguire con lo sguardo, per accompagnarci nei meandri di una storia bella e ben raccontata, da un punto di vista visivo ma soprattutto da quello narrativo, merito di due sceneggiatori di tutto rispetto roberto orci e alex kurtzman che insieme avevano già dato prova di sapere il fatto loro con transformers, usando la commedia per entrare nell’action puro e per arrivare attraverso di esso ai sentimenti primordiali del bene e del male, dimensioni talvolta banalizzate ma sempre attuali.

Merito anche di un cast convincente, il film si dipana in tutta la sua notevole durata, senza pesare minimamente sullo spettatore, dosando con reminisenze (oso dire) kubrikiane riferimenti ben più calzanti e vicini come star wars e coinvolgendo lo spettatore che esce dalla sala soddisfatto, con gli occhi pieni di immagini poderose ed emozionanti.

Star Shop Roma diventa Star Shock: un nuovo capitolo nel mondo dei fumetti italiani

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Quando Dav e Giulia, le anime pulsanti dietro Star Shop Roma, si sono confrontati sulla crescente confusione tra le sedi del loro negozio e altre città italiane, la soluzione è stata chiara: un cambio di identità sui canali social della loro attività. Ed ecco che nasce “Star Shock”, il nuovo volto social delle fumetterie più seguite d’Italia.

L’annuncio arriva con un reel dinamico, immerso in una trama da sitcom che trae spunto dalla realtà quotidiana degli appassionati di manga e comics. Questo cambiamento segna l’inizio di una nuova era per il team, che ha già guadagnato popolarità prima su TikTok e Instagram e poi su YouTube, fino a pubblicare il mese scorso la sua prima produzione a fumetti, “Nerd in Action” per Tora Edizioni.

“Star Shock”, con i suoi impressionanti numeri – oltre 450mila follower su TikTok, oltre 250mila su YouTube e oltre 100mila su Instagram – rappresenta un punto di riferimento nello slice of life dedicato al mondo del fumetto dell’entertainment nerd in Italia. Una community che accoglie un pubblico di età tra i 6 e i 25 anni e che affluisce settimanalmente nei negozi di via di Ripetta e via degli Scipioni a Roma per vivere l’esperienza Star Shock in prima persona e acquistare le ultime novità del mondo fumettistico.

Il team di “Star Shock” è stato presente a Lucca Comics & Games, dove ha presentato la sua nuova identità con un albo a fumetti inedito e omaggio.

Ma chi sono i volti dietro Star Shock?

DAV: Il fondatore e colonna portante delle due fumetterie, con una passione smisurata per la comunicazione e i social media. Dal suo genio nascono i video che ogni giorno catturano l’attenzione di migliaia di appassionati.

GIULS: La regina del dispetto, con una passione che spazia dai manga ai comics, e con una fanbase che la adora su TikTok e Instagram.

E poi MARIO, SILVIO, CLOUD, LAURA, ALESSANDRO e i personaggi che interpretano: la “Nana Diabolica”, “Luigino”, “Leopoldina”, lo “Stalker”, e tanti altri fino ad arrivare alla nemesi suprema di Star Shock “Il Turista Straniero”, il mitico “Do You Have Manga in English?”. Ogni membro ha una storia unica e un legame profondo con il mondo dei fumetti, dai comics al manga, dall’amore per la storia alla passione per Dungeons & Dragons, Magic, la musica e i viaggi.

Il futuro si preannuncia radioso per Star Shock. Con questa nuova identità e la sua presenza costante sui social e nelle principali fiere italiane, il team si apre a nuove collaborazioni e riserva tante sorprese per i prossimi mesi.

Stanno tutti bene: recensione del film con Robert De Niro

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Stanno tutti bene: recensione del film con Robert De Niro

Il remake dell’omonimo film esce in Italia. Il remake di Stanno tutti bene, film del 1990 di Giuseppe Tornatore, della cui storia si sono innamorati il produttore Gianni Nunnari (Shutter Island, The Departed) e il regista Kirk Jones (Svegliati Ned) con Robert De Niro nella parte che fu di Mastroianni, esce nelle sale questo weekend. Dell’originale mantiene la storia che si sviluppa attorno ad un padre che cerca di mantenere unita e forse un po’ sotto controllo, la sua famiglia.

In Stanno tutti bene Frank ha quattro figli, ha lavorato tutta la vita ricoprendo cavi telefonici di pvc per garantire loro un’adeguata educazione che gli permettesse di avere successo nella vita. Ora è in pensione ed è diventato vedovo da poco, si ritrova con un nuovo ruolo: quello di padre, una novità sia per lui che per i suoi figli. Questi, sembrano avere assolto a tutte le aspettative paterne, hanno tutti famiglia e/o carriera, e sembrano tutti essere felici. Il dubbio che i legami con i suoi figli si stiano sfaldando gli viene quando tutti e quattro non si presentano ad un barbecue da lui organizzato nei minimi particolari.

Stanno tutti bene, il remake

Decide quindi di partire per andare a fare una sorpresa e visitare ognuno di loro, e anche capire come se la passano. I figli (interpretati da un cast notevole: Drew Barrymore, Sam Rockwell, Kate Beckinsale) abitano in quattro punti diversi degli Stati Uniti e quindi Frank si imbarcherà in un vero e proprio viaggio on the road, visto che, non potendo prendere l’aereo per questioni di salute, attraverserà la nazione in autobus, i mitici Greyhound, in treno, alla fine scoprirà che forse i suoi figli non sono stati esattamente sinceri con lui. Sono quindi due i temi che vengono sviluppati da questo film: la famiglia, evidentemente, e il sogno americano, che premia chi si impegna di più promettendogli di avere o di far avere ai suoi figli un futuro migliore.

Ma questo secondo paradigma scricchiola già dall’inizio, visto che Frank ha dedicato una vita intera al suo lavoro, perdendo completamente la confidenza e il rapporto con i propri figli, dei quali ha un’immagine ancora legata all’infanzia, questo non gli permette di accettare che la vita li abbia portati in un’altra direzione rispetto a quella che aveva previsto e che, oltre che i successi, questi abbiano potuto anche affrontare problemi o imprevisti. Oltretutto, l’esposizione per diversi anni al PVC gli ha regalato una malattia ai polmoni, che lo obbliga a prendere medicine ogni giorno.

Frank però è permeato da un innato ottimismo, anche alimentato dal duro lavoro della moglie che ha sempre un po’ modificato la realtà, facendogli credere che non ci fossero problemi. E’una bella metafora il fatto che, nel momento in cui Frank decide di partire, l’inquadratura insista su di lui che controlla che la casa sia perfettamente chiusa, come ad assicurarsi che la sua vita sia al riparo, lo è altrettanto un secondo momento, che segna il momento di cambiamento del personaggio, che, preso dallo sconforto telefona a casa sua, dove risponde la segreteria con la voce della moglie defunta.

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La base per il melodramma è quindi molto forte, anche se il regista Kirk Jones, che ha avuto altre esperienze con commedie surreali come Svegliati Ned o il fantasy per bambini di Nanny MacPhee, non vuole mai sbilanciarsi verso il dramma vero, Stanno tutti bene sembra quindi un po’ falsato da un finto ottimismo, come quello che si costringono ad avere nonostante tutti gli eventi, i componenti della famiglia di Frank e lui stesso. Sulle spalle di De Niro poggiano sia i momenti comici, aiutato dalla solita perfetta tempistica del corpo e dell’espressione, sia quelli tragici, quando finalmente a fine viaggio si rende conto che non tutto è come si aspettava. L’intero cast sembra bilanciato e affiatato forse perché, come rivela Drew Barrymore, sono state fatte diverse letture della sceneggiatura in cui tutti gli attori si sono ritrovati insieme, sfruttando del tempo per creare sintonia.

Nell’insieme, una posizione un po’ più decisa sugli eventi drammatici che caratterizzano il film avrebbe giovato alla storia; Frank ha due momenti in cui potrebbe avere una rivelazione sulla realtà delle cose: nel momento in cui non trova il primo figlio e poi quando viene assalito da un ragazzo a cui aveva appena dato del denaro. Da questi due punti il personaggio inizia a cambiare, potrebbe, forse avrebbe dovuto avere un trauma, e da quello iniziare a ricostruire con la coscienza che non tutto è perfetto, anzi, forse è l’imperfezione che rende normale la vita. Il dramma vero viene però sempre represso, un po’ come si fa in famiglia per far finta che tutti stiano bene.

Stanlio e Ollio: recensione del film con John C. Reilly

Stanlio e Ollio: recensione del film con John C. Reilly

Il canto del cigno di Stan Laurel e Oliver Hardy, meglio noti come Stanlio e Ollio, diventa nel film di John S. Baird l’occasione per riflettere sul tramonto di un’epoca e l’opportunità di scavare nel lato umano della fine di un matrimonio artistico. Nel 1937, all’apice del loro successo sotto la direzione di Hal Roach,  il duo comico si separa e sedici anni più tardi  – dopo aver smesso con il cinema – intraprende una tournée in Gran Bretagna e Irlanda; i teatri sono spesso semivuoti, le tv fanno restare le persone a casa e il mondo intorno a loro sta cambiando. Tranne l’affetto del pubblico, “rinato” proprio ad un passo dal loro ultimo saluto alle scene.

Questo preludio alla vecchiaia (che inizialmente rifiutano, aggrappati all’illusione di vedere realizzato il loro nuovo film su Robin Hood) è un momento chiave della vita di ognuno, ovvero quella presa di coscienza che include l’accettazione della fine e assume i contorni di una malinconica ballata romantica; lo sa bene Baird, bravo nel dare alla pellicola il tono serio che meritava ma anche il gioco, la purezza e l’innocenza, perché si sa che al tramonto delle nostre vite torniamo bambini e guardiamo le cose del mondo come la prima volta.

Straordinari Steve Coogan e John C. Reilly, tanto bravi a restituire perfettamente la mimica di Laurel e Hardy, quanto efficaci nel comunicare l’importanza del fattore umano, di ciò che rende “persone” celebrità conosciute da tutti, della tristezza che si cela dietro la figura del comico (più evidente quando è vicino al pensionamento). Allo stesso modo il film riesce a creare un bellissimo contrappunto con le due mogli, interpretate da Nina Arianda e Shirley Henderson, che sullo schermo – ironia della sorte – hanno i numeri più divertenti. La sceneggiatura frizzante e mai patetica di Jeff Pope (premio Bafta per Philomena), unita alla regia discreta di Baird fanno di Stanlio e Ollio un’inaspettata e agrodolce commedia come se ne realizzano poche, deliziosa quando rende omaggio al duo comico slapstick, audace perché decide di confrontarsi con delle icone ritenute ancora intoccabili.

Stanlio e Ollio, il trailer

Stanlio e Ollio: il nuovo trailer con John C. Reilly e Steve Coogan

Presentato poche settimane fa in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2018, Stanlio e Ollio è il film diretto da Jon S. Baird che vede John C. Reilly e Steve Coogan nei panni del celebre duo comico.

Straordinari gli attori, tanto bravi a restituire perfettamente la mimica di Laurel e Hardy, quanto efficaci nel comunicare l’importanza del fattore umano, di ciò che rende “persone” celebrità conosciute da tutti, della tristezza che si cela dietro la figura del comico (più evidente quando è vicino al pensionamento). Allo stesso modo il film riesce a creare un bellissimo contrappunto con le due mogli, interpretate da Nina Arianda Shirley Henderson, che sullo schermo – ironia della sorte – hanno i numeri più divertenti.

Di seguito il nuovo trailer ufficiale:

Stanlio e Ollio, recensione del film con John C. Reilly e Steve Coogan

Il film si concentrerà sull’ultima parte dell’attività lavorativa di Lauren e Hardy, ed è descritto come un racconto di un’amicizia sincera, “che scalda il cuore”. Il film è ambientato nel 1953, durante il viaggio in Gran Bretagna e Irlanda, durante il quale la salute di Hardy cominciò a cedere. Nel film ci sarà spazio per l’amicizia, per la vita privata con Shirley Henderson e Nina Arianda che interpreteranno rispettivamente Lucielle e Ida. Il centro emotivo del film sarà il tour live che ha permesso ai due di riconciliarsi con i fan che li avevano amati da subito.

Il duo comico formato da Stan Lauren Oliver Hardy è stato per entrambi il periodo di maggiore successo in carriera, visto che entrambi avevano già lavorato in numerose produzioni prima di incontrarsi e fare coppia. Stanlio e Ollio (in inglese Laurel & Hardy) rappresentavano la comicità nella quotidianità e in breve sono diventati esponenti di spicco della slapstcik comedy. Come dichiarò lo stesso Hardy: “Il mondo è pieno di persone come Stanlio e Ollio. Basta guardarsi attorno: c’è sempre uno stupido al quale non accade mai niente, e un furbo che in realtà è il più stupido di tutti. Solo che non lo sa.”

Fonte: Sony Pictures Classics

Stanlio e Ollio, la magia di un’amicizia nel film in sala dal 1° maggio

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Arriverà in sala il 1° maggio 2019, distribuito da Lukcy Red, Stanlio e Ollio, il film diretto da Jon S. Baird con Steve Coogan e John C. Reilly che celebra il profondo legame che ha unito per tutta la vita il duo comico più amato al mondo.

Ecco di seguito un video per celebrare l’arrivo del film e che mette a confronto gli originali comici, maestri della slapstick, e i due attori che li interpreteranno sullo schermo:

Presentato alla Festa del cinema di Roma, accolto con un’ovazione del pubblico e molto apprezzato dalla critica, Stanlio & Ollio di Jon S. Baird interpretato da Steve Coogan e John C. Reilly (candidato al Golden Globe e all’Oscar come miglior attore protagonista) celebra il profondo legame che ha unito per tutta la vita il duo comico più amato al mondo.

Scritto da Jeff Pope, sceneggiatore di Philomena, Stanlio & Ollio racconta molto più del sodalizio artistico di due icone della comicità. Linfa del film è la storia di due grandi amici che hanno vissuto insieme qualcosa di molto speciale riuscendo a creare, in più di 30 anni di carriera, una vera e propria magia per cui ancora oggi sono apprezzati da un pubblico di tutte le età.

Un omaggio che mette in luce la personalità dei due uomini fino a svelare il segreto del loro immenso e imperituro successo: l’essersi voluti molto bene.

Stanlio e Ollio, recensione del film con John C. Reilly e Steve Coogan

Stanlio & Ollio: tutte le curiosità sul film

Stanlio & Ollio: tutte le curiosità sul film

Nella storia del cinema ci sono tante coppie di interpreti che hanno trovato fortuna proprio grazie al loro lavoro di squadra. Occorre avere molto carisma e tanta chimica interpersonale per potersi affermare in questo ambito, e pochi ci sono riusciti tanto quanto Stan Laurel e Oliver Hardy. I due comici, in Italia noti come Stanlio e Ollio, sono infatti una delle coppie cinematografiche ancora oggi più celebri di sempre, che hanno dato vita a innumerevoli film capaci di rivoluzionare la commedia con gag e situazioni paradossali sempre originali e brillanti. La loro storia è ora stata raccontata nel film biografico Stanlio & Ollio.

Questa pellicola del 2018, diretta da Jon S. Baird, è più precisamente basata sui loro ultimi anni di attività come anche sui dettagli dell’amicizia che univa i due. Tutto ciò sullo sfondo di una tournée nel Regno Unito, intervallata dai loro tentativi di realizzare un nuovo film insieme. Da tempo Hollywood cercava di rendere loro omaggio con un film che ne raccontasse il genio, i momenti migliori ma anche quelli più difficili. Per la sua sceneggiatura, Jeff Pope si è basato sul libro Laurel & Hardy – The British Tours, che ripercorre proprio quel celebre viaggio compiuto dai due comici, consapevoli di essere al termine delle loro carriere.

Apprezzato da critica e pubblico, e vincitore di diversi riconoscimenti, Stanlio & Ollio è un ottimo modo per riscoprire il talento di una coppia immortale, che ancora oggi emoziona e diverte con intelligenza. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla vera storia dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Stanlio & Ollio: la trama del film

La vicenda del film si svolge nel 1953, quando Stan Laurel e Oliver Hardy si ritrovano ben sedici anni dopo i loro massimi successi a Hollywood. I due, ora invecchiati e con diversi problemi di salute, decidono di riunirsi per un’ultima torunée in Inghilterra. Lungo il loro percorso, tuttavia, dovranno confrontarsi con il cambiare dei tempi, dei gusti e delle emozioni. A minare il loro nuovo successo, però, ci saranno proprio le incomprensioni tra i due, le delusioni e la paura dell’insuccesso. Per Laurel e Hardy, il tour diventerà dunque un’occasione per trascorrere del tempo insieme al di fuori delle esibizioni e scoprire lati inesplorati l’uno dell’altro.

Stanlio & Ollio: la vera storia dietro al film

La storia del film differisce in parte dagli eventi realmente svoltisi. A partire dall’ottobre 1953, Laurel e Hardy trascorsero effettivamente otto mesi in tournée. Arrivati a Cobh in Irlanda il 9 settembre 1953 e sbarcati dalle SS America, ricevettero un caloroso benvenuto, come viene mostrato nella scena finale del film. Dopo la loro serata di apertura al Palace Theatre di Plymouth il 17 maggio 1954, Hardy ebbe un lieve infarto. Egli ha poi soggiornato al Grand Hotel di Plymouth durante il recupero. La coppia è dunque tornata negli Stati Uniti il 2 giugno. Il resto del tour fu cancellato e Laurel e Hardy non si esibirono mai più insieme sul palco. Non c’è mai stato un piano per continuare il tour senza Hardy, poiché Laurel si sarebbe rifiutato di lavorare con chiunque altro.

Stanlio & Ollio storia vera

Stanlio & Ollio: il cast del film

Per interpretare il celebre duo comico, una responsabilità non da poco, regista e sceneggiatore pensarono da subito agli attori Steve Coogan e John C. Reilly, rispettivamente come Stan Laurel e Oliver Hardy. Durante le riprese, Coogan e Reilly hanno dovuto imparare, guardare, provare a fare la famosa danza del duo di Way Out West e persino recitare gli errori che la famosa coppia ha effettivamente commesso durante le riprese. I due attori si sono infatti documentati molto sulla coppia comica, cercando di offrirne un’interpretazione sincera e non imitativa. Coogan, inoltre, indossa lenti blu al fine di avere lo stesso colore degli occhi di Laurel.

Reilly, invece, ha dovuto prendere numerosi chili per poter arrivare ad una stazza simile a quella di Hardy. Perdere questi a film finito fu poi un processo lunghissimo e molto complesso, che spinse l’attore a giurare di non farlo mai più. Egli, inoltre, porta un pesante trucco per tutto il film che gli permette di assomigliare di più al vero Hardy. Nel film è poi presente l’attore Danny Huston nei panni del celebre produttore Hal Roach, con cui la coppia ha avuto diversi contrasti. Shirley Henderson e Nina Arianda interpretano invece Lucille Hardy e Ida Kitaeva Laurel. Richard Cant interpreta infine l’attore Harry Langdon, altro noto interprete del cinema muto.

Stanlio & Ollio: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È comunque possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Stanlio & Ollio è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 9 ottobre alle ore 21:25 sul canale Rai 1.

Fonte: IMDb

Stanlio & Ollio: il trailer italiano del film con Steve Coogan e John C. Reilly

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Ecco il trailer di Stanlio & Ollio, il film diretto da Jon S. Baird e con Steve Coogan e John C. Reilly dal prossimo 1 maggio al cinema, distribuito da Lucky Red.

Presentato alla Festa del cinema di Roma, accolto con un’ovazione del pubblico e molto apprezzato dalla critica, Stanlio & Ollio di Jon S. Baird interpretato da Steve Coogan e John C. Reilly (candidato al Golden Globe e all’Oscar come miglior attore protagonista) celebra il profondo legame che ha unito per tutta la vita il duo comico più amato al mondo.

Scritto da Jeff Pope, sceneggiatore di Philomena, Stanlio & Ollio racconta molto più del sodalizio artistico di due icone della comicità. Linfa del film è la storia di due grandi amici che hanno vissuto insieme qualcosa di molto speciale riuscendo a creare, in più di 30 anni di carriera, una vera e propria magia per cui ancora oggi sono apprezzati da un pubblico di tutte le età.

Un omaggio che mette in luce la personalità dei due uomini fino a svelare il segreto del loro immenso e imperituro successo: l’essersi voluti molto bene.

Stanlio e Ollio, recensione del film con John C. Reilly e Steve Coogan

Stanley Tucci: 10 cose che non sai sull’attore

Stanley Tucci: 10 cose che non sai sull’attore

Uno tra i volti più ricorrenti nel panorama hollywoodiano è quello di Stanley Tucci, attore che nella sua carriera ha dimostrato di poter passare con abilità da un ruolo comico a personaggi complessi, cupi, talvolta mostruosi. Nel corso degli anni ha partecipato ad alcuni tra i più celebri film del panorama statunitense, ottenendo di volta in volta le lodi di critica e pubblico. Ecco 10 cose che non sai di Stanley Tucci.

Parte delle cose che non sai dell’attore

Stanley Tucci Hunger Games

Stanley Tucci: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attore debutta al cinema con il film L’onore dei Prizzi (1985), con Jack Nicholson. Raggiunge poi una prima notorietà con Il bacio della morte (1995), per poi acquistare sempre più fama con film come Harry a pezzi (1997), Era mio padre (2002), The Terminal (2004), con Tom Hanks, Slevin – Patto criminale (2006), Il diavolo veste Prada (2006), con Anne Hathaway, Meryl Streep e Emily Blunt. In seguito, recita in pellicole come Julie & Julia (2009), Amabili resti (2009), con cui si consacra, Easy Girl (2010), Captain America – Il primo vendicatore (2011), Hunger Games (2012), con Jennifer Lawrence, Il caso Spotlight (2015), La bella e la bestia (2017), A Private War (2018) e The King’s Man – Le origini (2020).

9. Ha preso parte a produzioni televisive. Nel corso della sua carriera Tucci non ha mancato di recitare anche per il piccolo schermo, comparendo in alcuni episodi di serie come Oltre la legge – L’informatore (1988-1989), Murder One (1995-1996), 3 libbre (2006), E.R. – Medici in prima linea (2007-2008) e Fortitude (2015). Nel 2017 si è invece fatto apprezzare per il ruolo di Jack Warner nella miniserie Feud. Nel 2019 è stato invece tra i protagonisti di Limetown.

8. È anche regista e sceneggiatore. Negli anni Tucci ha dimostrato di non essere interessato soltanto alla recitazione, compiendo infatti il grande passo dietro la macchina da presa. Nel 1996 esordisce così alla regia del film Big Night, da lui anche scritto. Successivamente dirige Gli imbroglioni (1998), Il segreto di Joe Gould (2000), Blind Date (2007) e il recente Final Portrait – L’arte di essere amici (2017), dove dirige l’attore Armie Hammer.

Stanley Tucci: chi è sua moglie

7. È stato sposato. Nel 1995 l’attore ha sposato Kathryn Louise Spath, da cui ebbe due gemelli nati nel 2000, e una figlia nata nel 2002. La coppia, tuttavia, annuncia la separazione nel 2003. Decidono però di riconciliarsi, tornando insieme nel 2005, e rimanendo uniti fino al 2009, anno in cui la donna viene a mancare per via di un tumore.

6. Ha una nuova moglie. Nel 2011 l’attore annuncia il fidanzamento con Felicity Blunt, agente letterario e nota per essere la sorella dell’attrice Emily Blunt. I due si sposano l’anno successivo, dando poi alla luce due figli, nati rispettivamente nel 2015 e nel 2018.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Stanley Tucci Amabili resti

Stanley Tucci in Amabili resti

5. Si è trasformato il più possibile. Dovendo interpretare il ruolo di un pedofilo nel film Amabili resti, l’attore decise di camuffarsi il più possibile poiché si sentiva a disagio all’idea di essere associato a tale personaggio. Per questo motivo ha infatti indossato dei denti finti, delle lenti a contatto azzurre, dei baffi finti, delle imbottiture per apparire più corpulento e degli occhiali da vista.

4. È stato nominato all’Oscar. L’attore è risultato particolarmente credibile e spaventoso nel suo ruolo, tanto da conquistare immediatamente le lodi della critica, che ha indicato la sua come una delle performance migliori dell’anno. Tucci ricevette infatti numerose nomination a importanti premi nel corso della stagione, arrivando poi a guadagnare la sua prima candidatura come miglior attore non protagonista ai premi Oscar.

Stanley Tucci in Hunger Games

3. Ha avuto un ruolo chiave nella saga. L’attore è presente in tutti e quattro i film di Hunger Games, ricoprendo il ruolo di Caesar Flickerman, il presentatore dei tributi e delle notizie sui giochi che danno il titolo ai film. Sebbene egli appaia gentile, si rivela in realtà essere un uomo presuntuoso, cinico ed egoista, dimostrando un completo disinteresse nei confronti dei partecipanti al gioco.

Stanley Tucci e BoJack Horseman

2. Ha partecipato al doppiaggio della serie animata. Negli anni Tucci si è affermato anche in qualità di doppiatore, ed è ricordato in particolare per aver prestato la voce al personaggio di Herb Kazzaz nella serie animata Netflix BoJack Horseman. Questi fa la sua comparsa nel quinto episodio della prima stagione, apparendo poi sporadicamente più volte anche nelle stagioni successive. Si tratta del migliore amico umano di BoJack, prima che questi lo tradì lasciando che venisse licenziato dal network dove collaboravano.

Stanley Tucci: età e altezza

1. Stanley Tucci è nato a Peekskill, New York, Stati Uniti, l’11 novembre 1960. L’attore è alto complessivamente 172 centimetri.

Fonte: IMDb

Stanley Tucci nel remake di Heat

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Mentre Simon West e Jason Statham sono in attesa di iniziare le riprese del nuovo atteso remake di Heat, capolavoro di crime-action del 1986 con Burt Reynolds, è giunta da poco la notizia che Stanley Tucci avrebbe firmato per entrare nel cast che già comprende nomi si spicco come quelli di Anne Heche, Cedric The Entertainer, Hope Davis e Milo Ventimiglia. Basandosi sul canovaccio del film originale, tratto dal romanzo di William Goldman (nuovamente chiamato a collaborare alla sceneggiatura), Heat segue le vicende di un uomo (Statham), ex giocatore d’azzardo, impegnato nel tentativo di uscire dal mondo che quasi lo ha distrutto.

Il suo lavoro consiste ora nell’offrire protezione a giocatori facoltosi, preferendo i suoi pugni alle più comuni armi, ma quando un amico viene ucciso da un boss mafioso, il nostro eroe giura una sanguinosa vendetta. E diciamoci la verità; Statham è abituato a quanto genere di cose. L’attore, oltre ad essere impegnato come protagonista, figura anche come produttore associato. Mentre le riprese dovrebbero avere luogo a breve a New Orleans e Las Vegas, ricordiamo che nel cast figurano anche Sofia Vergara, Michael Angarano e Dominik Garcia-Lorido. In un primo momento la regia era stata affidata nientemeno che al maestro Brian De Palma, ma dopo la sua rinuncia al progetto, ora il regista è tornato come collaboratore e consulente. Peccato!

Fonte: empire

Stanley Tucci in Transformers 4

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Stanley Tucci in Transformers 4

Proprio in questi giorni a Las Vegas si sta svolgendo il CinemaCon, la versione cinematografica del ComiCon. Riservata  agli esercenti cinematografici in cui vengono presentati in anteprima trailer e materiale promozionale vario nonché incontri di presentazione dei film più importanti della prossima stagione, proprio in questa occasione, durante l’incontro della Paramount Pictures, Michael Bay ha annunciato che nel suo prossimo Transformers 4 troveremo un’interessante new-entry: Stanley Tucci.

Stanley Tucci già visto per esempio in Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo e più recentemente nel primo capito di Hunger Games, nel quarto capitolo della fortunata saga robotica dividerà lo schermo con Mark Wahlberg, il giovane attore irlandese Jack Reynor e poi Nicola Peltz. Inoltre proprio durante un’intervista rilasciata al sito Collider, Michael Bay ha annunciato che il film, girato in IMAX, sarà qualcosa di grandioso. Aspettiamo allora con ansia il 27 giugno 2014.

fonte: Collider

Stanley Tucci ed Emma Watson … sentono le Voci

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Attualmente sugli schermi nel ruolo di Caesar Flickerman in The Hunger Games, Stanley Tucci farà presto da ‘mentore’ ad Emma Watson sul set di Your Voice In My Head.

La Watson ritroverà sul set David Yates, regista di quattro film della saga di Harry Potter, e interpreterà il ruolo di un’aspirante suicida dopo ila fine di una relazione con un noto giornalista. La protagonista sarà aiutata da un psichiatra (Tucci) il quale ha la sua bella dose di problemi, visto che è un malato terminale. La Warner appare intenzionata a puntare fortemente sul film, che viene considerato un potenziale candidato agli Oscar.

Tucci nel frattempo ha finito di lavora su Jack The Giant Killer, che uscirà il prossimo anno, nel quale Tucci sarà sul grande schermo con il remake di Gambit firmato da Michael Hoffman e nel thriller The Company You Keep, per la regia di Robert Redford.

Fonte: Empire

Stanley Tucci e Neal McDonough in Capitan America

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Stanley Tucci e Neal McDonough in Capitan America

I Marvel Studios hanno comunicato che l’attore candidato agli Oscar  Stanley Tucci (Amabili Resti, Il Diavolo Veste Prada) è entrato nel cast di Captain America: The First Avenger, che Joe Johnston girerà a breve in Inghilterra.

Stanley Tucci e Bill Nighy in Jack the Giant Killer

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stanley tucci

Stanley Tucci e Bill Nighy entrano nel cast del kolossal fantasy 3D di Bryan Singer: Jack the Giant Killer.

Stanley Kubrick: un intenso Supercut omaggia il regista

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Stanley Kubrick: un intenso Supercut omaggia il regista

I film di Stanley Kubrick non smettono di suscitare nei fan la voglia di omaggiare il grande lavoro del regista Newyorkese e londinese d’adozione. Ebbene oggi un supercut intenso arriva da Jorge Luengo Ruiz.

Stanley Kubrick è stato un regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitensenaturalizzato britannico.

Considerato tra i maggiori cineasti della storia del cinema, è stato anche direttore della fotografia, montatore, scenografo, creatore di effetti speciali,scrittore e fotografo. Le sue opere sono considerate dal critico cinematografico Michel Ciment “tra i più importanti contributi alla cinematografia mondiale del ventesimo secolo”.

Stanley Kubrick

È conosciuto per aver affrontato con grande successo di critica e pubblico un ampio numero di generi cinematografici: il noir con Il bacio dell’assassino, il thriller con Rapina a mano armata, il peplum con Spartacus, la satira politica con Il dottor Stranamore, la commedia nera con Lolita, lafantascienza in 2001: Odissea nello spazio, la fantascienza sociologica in Arancia meccanica, il genere storico in Barry Lyndon, l’horror con Shining, il genere guerra con Paura e desiderio, Full Metal Jacket e Orizzonti di gloria, il dramma psicologico in Eyes Wide Shut.

Stanley Kubrick: ritrovata la sceneggiatura del mai realizzato Burning Secret

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A quasi vent’anni dalla sua scomparsa, Stanley Kubrick “rivive” grazie alla sceneggiatura ritrovata di Burning Secret, progetto mai realizzato dal regista americano e tratto dal romanzo di Stefan Zweig su un adattamento scritto insieme a Calder Willingham nel 1956.

Lo script, come riporta The Guardian, è stato scovato da Nathan Abrams, docente di cinema alla Bangor University, e contiene oltre cento pagine che potrebbero facilmente essere tradotte in un film per il grande schermo nel caso qualche filmaker fosse interessato.

Gli appassionati del cinema di Kubrick sanno che voleva realizzare questo progetto, tuttavia nessuno pensava fosse completato. Ora ne abbiamo la prova concreta“, ha dichiarato Abrams. “Sembra la versione opposta di Lolita, dove il personaggio principale fa amicizia con il figlio per arrivare alla madre e credo che con il codice di produzione del 1956 sarebbe stato complicato da realizzare.

Stanley Kubrick spiega il finale di 2001: Odissea nello spazio in un video inedito

Fonte: The Guardian

Stanley Kubrick: Lunatic at Large, film mai realizzato, entrerà in produzione

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Un progetto incompiuto di Stanley Kubrick entrerà presto in produzione, a circa due decenni di distanza dalla morte del celebre regista, avvenuta nel marzo del 1999. Kubrick è considerato uno dei più grandi registi della storia, autore di classici immortali come 2001: Odissea nello spazio, Arancia meccanica e Shining. Con una carriera lunga quasi mezzo secolo, Kubrick è noto per la meticolosa attenzione ai dettagli e per le produzioni lunghe e rigorose. In vita, ha realizzato un totale di 13 lungometraggi, prendendosi lunghe pause dopo il completamento di ogni film.

Ora, secondo quanto riportato da Variety, Kubrick tornerà nuovamente alla ribalta, poiché una delle sue sceneggiature archiviate, co-scritta insieme a Jim Thompson, sarà ufficialmente adattata in un lungometraggio. Kubrick aveva collaborato con Thompson durante gli inizi della sua carriera, a pellicole quali con Rapina a mano armata, Orizzonti di gloria e Spartacus. Il progetto in questione è un thriller noir dal titolo Lunatic at Large: i diritti sono stati opzionati dai produttori Bruce Hendricks e Galen Walker. La produzione del film inizierà in autunno. I dettagli sulla trama e sugli altri membri coinvolti non sono ancora stati rivelati.

Kubrick ha lasciato molti progetti incompiuti al momento della sua morte, incluso il film di fantascienza A.I. Intelligenza artificiale, che Steven Spielberg ha in qualche modo “riscoperto” e portato sullo schermo nel 2001. Nel corso degli anni, molti produttori hanno anche tentato di far risorgere dalle ceneri la sua epopea storica dedicata alla vita di Napoleone, senza però mai riuscirci. I produttori Hendricks e Walker hanno entrambi alle spalle decenni di esperienza nell’industria cinematografica, quindi il progetto è decisamente in buone mani. Tuttavia, essere all’altezza degli ambiziosi standard di Kubrick sarà senza dubbio un’ardua impresa…

Stanley Kubrick: il suo film sulla Guerra Civile arriverà al cinema

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Stanley KubrickNel 1956 Stanley Kubrick scrisse una sceneggiatura per un film drammatico sulla Guerra Civile dal titolo The Downslope. Il film non fu mai realizzato, ma la sceneggiatura è ancora desiderosa di farsi conoscere. Al suo richiamo ha risposto Marc Foster (World War z) che sta sviluppando il progetto in una trilogia.

Il film sarà prodotto da Lauren Selig, Barry Levine e Reneé Wolfe.

Il progetto ha il pieno supporto della famiglia Kubrick. Il leggendario regista scrisse la sceneggiatura in seguito alla pubblicazione di Fear and Desire e prima di Sentieri di Gloria. Entrambi i film erano schierati contro la guerra.

The Downslope si concentra su una serie di battaglie della Guerra Civile nella Shenandoah Valley tra il generale dell’Unione George Armstrong Custer e il colonnello dei confederati John Singleton Mosby, noto come il Fantasma Grigio. La sua cavalleria, i Mosby’s Rangers, indebolivano i nemici in una serie di raid mirati che creò un circolo di vendetta tra i due capitani.

Kubrick sviluppò la storia con lo storico Shelby Foote e passò anni a studiare e scrivere la storia. Adesso i suoi sforzi potranno vedere la luce.

Fonte: Variety

Stanley Kubrick voleva adattare Il dottor Živago insieme a Kirk Douglas

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Grazie ad una nuova ricerca è emerso che Stanley Kubrick avrebbe voluto realizzare un adattamento de Il dottor Živago insieme a Kirk Douglas. Grazie a classici immortali come Orizzonti di gloria, Il dottor Stranamore, 2001: Odissea nello spazio e Arancia meccanica, Kubrick è universalmente riconosciuto come uno dei più grandi registi della storia del cinema.

Sebbene la filmografia di Kubrick includa più opere considerate dei veri e propri capolavori, il regista non è stato tra i più prolifici della sua generazione, avendo realizzato soltanto 13 lungometraggi in 46 anni di carriera. Naturalmente, Kubrick aveva intenzione di girare molti più film di quelli che alla fine ha realizzato, incluso un film sulla vita di Napoleone per cui portò anche a termine numerose ricerche. Ad un certo punto, Kubrick aveva anche pianificato di dirigere un adattamento del libro “Supertoys Last All Summer Long”, un progetto che è poi arrivato nelle mani Steven Spielberg e che alla fine è diventato A.I. – Intelligenza artificiale, uscito nel 2001.

Come rivelato dallo storico del cinema James Fenwick, l’elenco dei film non realizzati di Kubrick includeva anche quello che sarebbe stato un adattamento di uno dei più grandi romanzi del XX secolo, ossia Il dottor Živago di Boris Pasternak. The Guardian riferisce della scoperta da parte di Fenwick di una lettera di Kubrick a Pasternak, in cui il regista informava l’autore della sua intenzione di acquistare i diritti del suo libro, pubblicato nel 1957 dopo essere stato contrabbandato fuori dall’Unione Sovietica. Fenwick ha anche portato alla luce un’altra  sorprendente rivelazione: il leggendario Kirk Douglas voleva i diritti per realizzare lo stesso Zivago con l’intenzione di girare il film in Unione Sovietica (una mossa che all’epoca sarebbe stata senza precedenti).

Il dottor Živago: dall’idea di Stanley Kubrick al capolavoro di David Lean

Evidentemente, Kubrick voleva che il suo Dottor Živago fosse un film di prestigio che potesse spingere ancora di più la sua carriera. Fenwick cita i taccuini del regista, nei quali si legge: “Il momento preciso di assoluto successo per un regista è quando gli viene concesso di girare un grande classico della letteratura di oltre 600 pagine, che non comprende molto bene e che è comunque impossibile da adattare a causa della complessità della trama o l’inafferrabilità della sua forma o contenuto.”

Come saprà certamente ogni cinefilo che si rispetti, alla fine Kubrick e Douglas non sono riusciti ad assicurarsi i diritti del Dottor Živago, che alla fine è stato adattato da David Lean nell’omonimo film con Omar Sharif e Julie Christie. Il film di Lean, uscito nel 1965, è stato nominato per 10 Oscar, vincendone cinque, incluso uno per la memorabile colonna sonora di Maurice Jarre.

Stanley Kubrick ricordato nel luogo che odiava: Hollywood

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Stanley KubrickA 15 anni dalla sua morte il mondo del cinema rende omaggio a Stanley Kubrick. E lo fa nel luogo che il genio della cinepresa ha odiato più di ogni altro durante la sua vita (non solo artistica): Hollywood.

Candidato 13 volte al Premio Oscar e vincitore del Leone d’Oro alla carriera al Festival di Venezia, Kubrick, uno dei più grandi registi di sempre, vive ancora. Agli studi della Warner Bros. di Los Angeles il suo ricordo è vivo grazie alle parole di alcuni degli attori che sotto le sue mani sono diventati grandi. In alcuni casi grandissimi. L’occasione è la presentazione di un cofanetto blu-ray con le opere del grande regista scomparso e dell’anteprima mondiale del documentario Kubrick Remembered, di Gary Khammar. Malcolm McDowell, il mitico capo drugo Alex di Arancia Meccanica racconta come Kubrick lo coinvolse nel famosissimo film: “Entrò nel piccolo alloggio dove abitavo, chiuse la porta a chiave, mi lanciò un libro e disse: ‘Quando hai finito di leggerlo chiamami’. Quel libro si intitolava ‘A Clockwork Orange’, e mi avrebbe cambiato la vita per sempre”.

Oltre a McDowell, a ricordare il regista c’era Ryan O’Neal, protagonista di Barry Lyndon: “Quando mi chiedono se il film mi è piaciuto, rispondo sempre con una smorfia. Andiamo! Dura tre ore ed è anche un po’ “noiosetto”. Ciò non ha però impedito a O’Neal di chiamare il figlio avuto con Farah Fawcett proprio Redmond, come il suo personaggio nel film. Il fatto è che anche a lui Kubrick ha cambiato la vita: “Era maniacale nella cura dei particolari, una volta mi chiese per la sessantesima volta di rifare una scena e io gli risposi che cosa avrei dovuto modificare: ‘Nulla, ne voglio solo un’altra fatta esattamente nello stesso modo’. Leon Vitali era legato al regista da profonda amicizia: oltre a interpretare il figliastro Lord Bullingdon in Barry Lyndon e il Gerofante Rosso di Eyes Wide Shut, fu suo assistente per ben 25 anni: “Definire Kubrick in una parola? Impossibile, ne uso tre: forza della natura”. 

Gary Khammar, il regista del documentario “Kubrick Remembered” racconta il Kubrick che nessuno conosce, quello privato, riservato, timido ma simpatico al tempo stesso, grazie alle testimonianze e agli aneddoti dell’ultima moglie, Christiane Kubrick, della figlia Katharina e di tanti personaggi che con il regista del Bronx hanno lavorato gomito a gomito: “Dei suoi film lui era produttore, regista, direttore della fotografia, responsabile delle luci e anche del suono, voleva avere sempre tutto sotto controllo. Amava il talento e il talento amava lui. La più grande sorpresa che emerge dal documentario? Scoprire quanto lui non fosse una persona chiusa, anzi. Era molto aperto, un giocherellone, amava la famiglia, i suoi animali domestici e gli amici. Solo non aveva interesse nell’essere famoso, per questo aveva deciso di vivere in Inghilterra, lontano dai riflettori e dalla vita frenetica di Hollywood. Per questo non rilasciava mai interviste, una cosa che la stampa inglese non gli perdono’ mai”. 

A 15 anni dalla sua scomparsa sono in molti a chiedersi se il cinema abbia trovato un degno erede di Stanley Kubrick: Steven Spielberg e Christopher Nolan possono assomigliarli in qualche modo – afferma Khammar – Ma lui è su un altro livello. Per molti sarà sempre il miglior regista di tutti i tempi”.

Stanley Kubrick 15 anni senza il maestro

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Stanley KubrickNella settimana post Oscar 2014, il web era un fermento di polemiche contro la scelta dell’Academy di non premiare Leonardo DiCaprio, all’unanimità considerato il migliore attore della sua generazione. Ebbene, molte voci si sono alzate contro queste polemiche, dal momento che il buon DiCaprio è in grande compagnia. Molti attori altrettanto bravi non hanno mai vinto una statuetta, come Peter O’Toole, morto con 8 nomination. Ma la faccenda si fa ancora più grave se pensiamo ai registi che non hanno mai vinto un premio Oscar per la regia. Tra Fellini, Chaplin, Welles e Hitchcock, spicca però uno dei più grandi, se non il più grande in assoluto, Stanley Kubrick, di cui oggi ricorre il 15esimo anniversario della morte, avvenuta a Londra il 7 marzo del 1999.

Dagli inizi negli anni ’50, fino al suo ultimo film Eyes Wide Shut, Stanley Kubrick non ha mai smesso di innovare, sperimentare e creare, consegnando al mondo un cinema nuovo e moderno, aperto ad infinite possibilità, e del quale tutti i cineasti di oggi sono debitori. Kubrick ha regalato un saggio di cinema in ogni suo approccio al mezzo, realizzando un perfetto connubio tra arte e tecnica, e rivoluzionando tutti i generi che ha affrontato: l’horror con Shining, il film storico con Barry Lindon, lo sci-fi con 2001 Odissea nello spazio, il film a carattero sociale con Arancia Meccanica, il film di guerra con Full Metal Jacket

Stanley colpì l’Academy solo con gli effetti speciali di 2001, film al quale i “professoroni” di Hollywood non furono in grado di negare la statuetta, unica in una carriera che è rimasta ineguagliata e che sempre e pre sempre rimarrà un modello di arte, tecnica, scienza applicata al cinema e inarrivabile bellezza e grazia in tutte le sue forme.

Ecco di seguito una galleria fotografica per ricordarne il genio:

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Stanley Kubrick – Un regista visionario in Blu-ray dal 15 Novembre!

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 Uscirà il 15 Novembre 2011 l’attesa Edizione Blu-ray in edizione limitata dei film di maggior successo del più importante regista del secolo scorso: Stanley Kubrick. L’edizione si intitolerà: STANLEY KUBRICK – UN REGISTA VISIONARIO.

Stand by Me: uno degli attori ricorda come gli abusi emotivi subiti aiutarono la sua performance

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Stand by Me – Ricordo di un’estate è universalmente riconosciuto come uno dei film più riusciti della carriera di Rob Reiner, ma anche come uno degli adattamenti più belli tratti dalle opere di Stephen King. Uscito nel 1986, Stand by Me è tratto dal racconto “Il corpo (The Body)”, contenuto nella raccolta di novelle “Stagioni diverse”. Per l’adattamento cinematografico vennero scelti gli allora giovanissimi Wil Wheaton, River Phoenix, Corey Feldman e Jerry O’Connell.

In una recente intervista con Yahoo Entertainment, è stato proprio Wheaton a rivelare che la sua interpretazione del piccolo Gordie – il protagonista della storia – è stata influenzata dal delicatissimo rapporto con i suoi genitori. Da bambino, Will Wheaton non era interessato alla recitazione, ma pare sia stato costretto dalla madre, un’attrice sfruttatrice e manipolatrice. In qualità di capro espiatorio della famiglia, che viveva all’ombra di suo fratello, Wheaton ha anche subito gravi abusi psicologici da parte del padre, un medico specialista.

I parallelismi tra Wheaton e Gordie sono difficili da cogliere per chi non conosce la storia pregressa dell’attore, ma è sicuramente qualcosa che il regista Rob Reiner ha colto quando ha scelto Wheaton per la parte. “Non volevo fare l’attore quando ero bambino”, ha spiegato l’attore, che all’epoca dell’uscita di Stand by Me aveva 14 anni. “I miei genitori mi hanno costretto a farlo, in particolare mia madre. Mia madre mi ha insegnato ad andare nella sua agenzia e a dire all’agente che si occupava dei bambini: ‘Voglio fare quello che fa la mamma’. E grazie ad una combinazione di incredibili abusi emotivi da parte di mio padre e di molteplici manipolazioni da parte di mia madre, alla fine sono riuscito ad esprimere quello che vedete nel film.”

“Quanto avevo vissuto mi ha dato la possibilità di interpretare Gordie al meglio”, ha aggiunto. “Perché l’esperienza di Gordie rifletteva molto la mia esperienza. Siamo stati entrambi invisibili nelle nostre case. Abbiamo entrambi un fratello che è considerato il figlio prediletto. Siamo entrambi il capro espiatorio della famiglia. Quando guardo Stand by Me adesso, non posso ignorare quell’incredibile tristezza nei miei occhi. E non posso ignorare la realtà che è stata quella tristezza, quell’isolamento che penso mi abbia dato ciò di cui Gordie aveva bisogno per prendere vita. Penso che Rob Reiner lo avesse capito.”

Stand By Me: 10 cose che non sai sul film

Stand By Me: 10 cose che non sai sul film

Stand By Me è uno di quei film che ha rivoluzionato il mondo del cinema, diventando simbolo della gioventù di allora, come per quella di adesso, e del cinema degli anni ’80 in senso più generale.

Questo film, intitolato anche Stand By Me – Ricordo di un’estate, è diventato un vero e proprio cult, un punto di riferimenento per i prodotti audiovisivi odierni. Adattamento cinematografico del racconto Il Corpo di Stephen King, questo film rimarrà sempre nell’immaginario collettivo.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Stand By Me.

Stand By Me film

stand by me

1. Per Stephen King questo film è stato il miglior adattamento dei suoi libri. I lavori di Stephen King sono spesso stati soggetti ad adattamenti cinematografici e anche Stand By Me lo è in quanto è stato tratto dal racconto Il corpo, appartenente alla raccolta Stagioni diverse. Sembra che dopo una proiezione privata del film, alla presenza anche del regista Rob Reiner, King non si mise a parlare e uscì dalla sala a fine film. Al suo ritorno, disse al regista che questo era il miglior adattamento dei suoi racconti che avesse mai visto.

2. Di questo film venne cambiato il titolo. Il racconto sul quale il film di basa è intitolato Il Corpo e, inizialmente, il film si sarebbe dovuto chiamare così. In seguito, la Columbia Pictures decise di ribattezzarlo Stand By Me perché pensava che Il Corpo potesse essere un titolo fuorviante.

3. Sono stati usati dei teleobiettivi appositi per la scena del treno. In Stand By Me, la scena in cui Gordie e Vern stanno correndo verso la macchina da presa con il treno alle spalle è stata realizzata con i due attori all’estremità opposta rispetto al treno. Infatti, la crew del film usò un teleobiettivo con delle lenti che riuscissero comprimere l’immagine in maniera tale che il treno sembrasse alle spalle dei ragazzi

Stand By Me frasi

stand by me

4. Un film con frasi diventate cult. Non sono molti i film che riescono a rimanere nell’immaginario collettivo per diversi anni grazie anche a delle frasi particolarmente incisive. Eppure, Stand By Me è uno di questi. Ecco alcuni esempi:

  • Non ho mai più avuto amici come quelli che avevo a 12 anni. Gesù, ma chi li ha? (Gordie adulto)
  • Non avevo ancora 13 anni la prima volta che vidi un essere umano morto. Fu nell’estate del 1959, molto tempo fa. Ma solo misurando il tempo in termini di anni. (Gordie adulto)
  • È come se Dio ti avesse dato qualcosa. Tutte quelle storie che ti vengono in mente… Dio ha detto: “questa è roba tua, cerca di non sprecarla.” Ma i ragazzini sprecano tutto, se non c’è qualcuno che li tiene d’occhio. E se i tuoi vecchi sono troppo incasinati per farlo, dovrei farlo io, forse! (Chris)
  • Un giorno tu diventerai un grande scrittore, Gordie. Potrai anche scrivere di noi, se sarai a corto di idee. (Chris)
  • Ragazzi, vi va di vedere un cadavere? (Vern)
  • Io ci scommetto che se con te mi metto ci rimetto! (Teddy, Chris, Vern)

Stand By Me streaming

5. Il film è disponibile su diverse piattaforme streaming. Chi volesse vedere Stan By Me – Ricordo di un’estate per la prima volta o volesse rivederlo, è possibile farlo grazie alla sua presenza su diverse piattaforme in streaming digitale, come Rakuten Tv, Chili e iTunes.

Stand By Me canzone

6. La canzone di Ben E. King ha avuto una nuova vita. Il successo del film ha suscitato un rinnovato interesse per la canzone Stand By Me presente nella colonna sonora e ispirando il titolo definitivo del film. La versione di Ben E. King fu originariamente pubblicata nel 1961 e poi venne ri-pubblicata in seguito all’uscita del film. Questa nuova pubblicazione fece arrivare la canzone al numero 9 della Top Ten dell’autunno 1986.

7. Michael Jackson voleva fare una cover di Stand By Me. Nella colonna sonora del film, la canzone Stand By Me è forse la più famosa, realizzata da Ben E. King. Pare che Michael Jackson volesse realizzare una cover della canzone per il film e che Ron Reiner, pur restando in dubbio, preferì utilizzare la canzone della sua versione originale.

Stand By Me cast

stand by me

8. Corey Feldman ha provato tanti diversi tipi di risata. Per realizzare una risata vera, che sembrasse somigliare a quella descritta nella storia di King, Corey Feldman e il regista Rob Reiner si misero a provare ben 30 tipi di risate diversi, prima di decidere quale potesse essere quella ottimale per il personaggio di Teddy Duchamp.

9. River Phoenix aveva ottenuto un altro ruolo. Quando venne preso dopo il provino per far parte del film, River Phoenix venne scelto per il ruolo di Gordie Lachance. Fu il regista Rob Reiner ad intervenire, pensando che sarebbe stato meglio se avesse interpretato il personaggio di Chris Chambers.

10. Il ruolo di Gordie Lachance era uno dei più gettonati. Sebbene il ruolo di Gordie sia andato a Will Wheaton, erano diversi gli attori considerati per interpretare il personaggio. Tra questi, vi erano i famosi Sean Astin, Stephen Dorff e Ethan Hawke.

Fonti: IMDb, Aforismi

Stand By Me Doraemon il trailer originale

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Stand By Me Doraemon il trailer originale

Dopo il trailer del film che riporta sul grande schermo una versione animata di Lupin III (qui), ecco un altro interessnte prodotto made in Japan in cui ritroviamo sul grande schermo un personaggio molto amato dell’animazione giapponese. Si tratta del gatto blu Doraemon, che torna in una nuova avventura in animazione CGI 3D dal titolo Stand By Me Doraemon.

Ecco il video:

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DoraemonNel manga il gatto robot è stato mandato da un bambino del futuro, ad aiutare quello che diventerà suo nonno, Nobita, un bambino che vive nel presente. Ogni giorno Doraemon, Nobita e altri bambini sono i protagonisti di una serie di avventure, risolte o causate dai gadget contenuti della tasca dimensionale di Doraemon.

Fonte: BC