Come magari già saprete
Serena (Una Folle
Passione) di Susanne Bier ha avuto
vari problemi durante la sua produzione (partita già nel 2012) e
questi non sembrano abbandonare la pellicola della regista premio
Oscar; infatti il montaggio finale del film sarebbe stato giudicato
dagli acquirenti come pessimo o insensato a seconda dei tagli
effettuati al montaggio, con Magnolia (i distruttori per l’America)
costretta a rimettere mano più volte alla versione finale del film
e quindi a ritardarne l’uscita a febbraio 2015.
La questione non tocca l’Europa
dove il film uscirà prima al London Film Festival (13 ottobre) e
poi nel resto del continente il 30 novembre (Italia compresa). Il
problema invece tange, e non poco, la regista danese e il cast
artistico di Serena, con Bradley Cooper e
Jennifer Lawrence che già in passato avevano
dimostrato un certo affiatamento e che in questo modo non
potranno concorrere agli Oscar come migliori attori protagonisti.
L’unica soluzione possibile per evitare questa eventualità riguarda
alcune proiezioni in cinema selezionati che permetterebbe così al
film di essere candidabile per le ambite statuette d’oro.
Una Folle
Passione, diretto da Susanne Bier,
racconta di George e Serena: i due si trasferiscono da Boston al
North Carolina per dare inizio ad un’attività di commercio del
legname che comincia ad andare molto bene. Presto Serena si
rivelerà al pari di un uomo sorvegliando gli operai, scacciando
serpenti a sonagli e addirittura salvando la vita di un uomo nel
deserto. I due troneggiano sul loro impero distruggendo tutto ciò
che intralcia la loro ricchezza. Ma quando Serena scopre di non
poter avere figli, per desiderio di vendetta decide di uccidere il
figlio che George aveva avuto prima di sposarlo, accusando il
marito di mantenere la famiglia illegittima. Quella che sembrava
un’appassionata storia d’amore si rivelerà presto essere una
sanguinosa resa dei conti.
Serena uscirà in Italia, distribuito
dalla Eagle Pictures, il 30 novembre con il titolo
Una folle passione.
Serena Rossi è una
di quelle attrici che sta contribuendo a cambiare il volto del
cinema italiano e anche del piccolo schermo, grazie alle sue
incredibili interpretazioni. L’attrice, che pratica questa
professioni da molti anni ormai, è anche un’eccellente cantante,
dimostrando di essere molto versatile, capace ed intrigante,
conquistando una larga fetta di pubblico.
Ecco dieci cose da sapere su
Serena Rossi.
Serena Rossi: i suoi film e i
programmi televisivi
1. I film e la
carriera. La carriera cinematografica dell’attrice è
iniziata nel 2008, quando recita in Liberarsi – Figli di una
rivoluzione minore, per poi apparire in Song’ e Napule (2013) e
Ti sposo ma non troppo
(2014). In seguito, lavora in Troppo napoletano (2016),
Al posto tuo (2016), Ammore e malavita
(2017), Caccia al tesoro (2017), Io sono Mia
(2019), Brave ragazze (2019),
7 ore per farti innamorare (2020), Lasciami andare (2020), La
tristezza ha il sonno leggero (2021) e Diabolik (2021).
2. È apparsa in diverse
serie tv. Oltre a lavorare in prodotti per il cinema,
l’attrice ha anche preso parte in numerosi progetti dedicati per il
piccolo schermo. Infatti, ha debuttato nel mondo della recitazione
nella soap Un posto al sole (2003-2009), per poi apparire
in serie come La moglie cinese (2006), Il commissario
Montalbano (2008), Ho sposato uno sbirro (2010),
Che Dio ci aiuti (2011-2012) e R.I.S. – Delitti
imperfetti (2012). In seguito, lavora in Il clan dei
camorristi (2013), Rossella (2013), Il
commissario Rex (2015), Squadra mobile (2015),
L’ispettore Coliandro (2016-2018), Mina Settembre
(2021) e La sposa (2022).
3. È anche
doppiatrice. Nel corso della sua carriera, oltre a
prestare la propria attività di attrice, ha vestito anche i panni
di doppiatrice. Infatti, ha prestato la propria voce diverse volte,
sia per parti parlate che cantate, per i film e i corti di
animazione Frozen – Il regno di
ghiaccio (2013), Frozen Fever (2015),
Frozen – Le avventure di
Olaf (2017), Ralph Spacca Internet
(2018) e Frozen – Il segreto di
Arendelle (2019), oltre che per il film Winx Club – Il
mistero degli abissi. Inoltre, ha partecipato al doppiaggio
dei film Into the Woods (2014),
Brothers (2015), Rana Wikrama (2015) e Il
ritorno di Mary Poppins (2018), oltre che doppiare Anna nella
serie C’era una volta (2011-2018).
Serena Rossi: chi è suo marito
4. Non si è mai
sposata. L’attrice non si è mai ufficialmente sposata, ma
dal 2008 è fidanzata con il collega Davide
Devenuto: i due, che hanno 13 anni di differenza, si sono
conosciuti sul set della soap Un posto al
sole e da quel momento non si sono più lasciati,
divenendo una delle coppie più solide del panorama dello spettacolo
italiano.
Serena Rossi: il figlio
5. È madre di un
bambino. Dopo otto anni di fidanzamento, l’attrice è
diventata madre di un bambino: infatti, il 5 novembre del 2016 è
diventata madre per la prima volta di Diego. Molto riservata per
suo carattere, la Rossi ha evitato in tutti i modi che il bambino
potesse essere al centro di un’eccessiva esposizione mediatica per
via del suo lavoro di attrice.
Serena Rossi è su Instagram
6. Ha un profilo ufficiale
su Instagram. L’attrice, come tanti suoi colleghi, ha
deciso di aprire un proprio account Instagram, seguito oggi da 676
mila persone. La Rossi è molto attiva sul social e con quasi mille
posto, le foto che pubblica raccontano la sua vita artistica, la
sua passione per ogni forma d’arte e la voglia di farne parte.
Inoltre, sono molte le foto che lo vedono protagonista tra momenti
di lavoro e momenti di vita quotidiana e di svago.
Serena Rossi in Un posto al sole
7. Ha avuto un ruolo
ricorrente nella celebre soap. Nel 2003 l’attrice, ancora
agli inizi della sua carriera, viene scritturata per il ruolo di
Carmen Catalano in Un posto al sole, ruolo che, a periodi
alterni, la Rossi ricoprirà nella soap opera sino alla fine del
decennio. Quest’interpretazione la lancia nel mondo dello
spettacolo, permettendole di ottenere importanti ruoli da
protagonista al cinema, in televisione e a teatro.
Serena Rossi è Mia Martini
8. Ha ridato dignità a
Mimì. L’attrice ha descritto il lavoro di Io sono
Mia come un processo per ridare dignità a Mia Martini, donna e
cantante fragile e allo stesso tempo combattiva, ostinata e piena
di amore da dare. Un modo per chiedere scusa ad un’artista così
grande. La Rossi è poi stata particolarmente lodata per la sua
interpretazione della celebre cantante.
9. Ha interpretato
Mia. L’attrice ha avuto modo di precisare che la sua non è
stata un’imitazione, ma una vera e propria interpretazione per dare
vita al personaggio, mettendoci talmente tanta passione e impegno
da lasciare di stucco anche Loredana Bertè, sorella della compianta
Mimì.
Serena Rossi: età e altezza
10. Serena Rossi è nata il
31 agosto del 1985a Napoli, in Campania.
La sua altezza complessiva corrisponde a 168 centimetri.
Serena Rossi e
Stefano Accorsi sono i protagonisti di
Lasciami Andare, il nuovo film di Stefano
Mordini. Eccoli che raccontano il film in occasione della
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dove viene
presentato come film di chiusura.
Marco (Stefano Accorsi) e Anita
(Serena Rossi) scoprono di aspettare un
figlio. Finalmente un raggio di luce nella vita di Marco,
messa duramente alla prova dal dolore per la scomparsa di Leo, il
suo primogenito avuto con la prima moglie Clara (Maya Sansa).
Improvvisamente però, nella vita di Marco e della sua ex moglie,
irrompe Perla (Valeria Golino), la nuova proprietaria della casa
dove la coppia abitava fino al tragico incidente. La misteriosa
donna sostiene di sentire costantemente una strana presenza e la
voce di un bambino che tormenta sia lei che suo figlio. Marco
si ritrova così combattuto tra i legami del passato e un futuro
ancora da scrivere.
Serena Codato è una
delle attrici che più si sono distinte nella serie Mare
fuori, divenuto un vero e proprio caso televisivo. Pur se
ancora alle prime armi e con pochi ruoli dalla sua parte, la
giovane attrice ha dato prova di possedere un certo talento, che se
coltivato potrà portarla a divenire un volto interessante della
nuova generazione di attori.
Ecco 10 cose che non sai di Serena Codato.
Serena Codato: i suoi film e le serie TV
1. È celebre per una nota
serie TV. Ad avere reso celebre Serena Codato è la
serie Mare fuori, ideata da
Cristiana Farina e Maurizio
Careddu, nella quale si raccontano le storie di un gruppo
di ragazzi rinchiusi nell’Istituto di Pena Minorile di Napoli. La
serie, ad oggi composta da due stagioni per un totale di 24
episodi, mescola dramma a temi adolescenziali, passando anche per
alcuni toni gangster. Nella serie, inoltre, recita anche l’attrice
Carolina
Crescentini.
2. Non ha ancora recitato
per il cinema. Attualmente l’attrice non ha ancora avuto
modo di recitare per il cinema, ma grazie alla popolarità che sta
guadagnando è lecito aspettarsi che prima o poi questo debutto
arrivi. Non resta dunque che attendere.
3. Ha recitato anche per il
teatro. Oltre ad essere comparsa sul piccolo schermo, la
giovane attrice ha avuto modo di calcare anche il palcoscenico
teatrale. Ha infatti recitato, nel 2011, nello spettacolo
Grease, per poi prendere parte l’anno seguente ad
Alice nel paese delle meraviglie. Nel 2013, invece, ha
recitato nello spettacolo Pinocchio, per la regia di
Christian Ginepro.
Serena Codato in Mare fuori
4. Interpreta una dei
personaggi principali. In Mare fuori l’attrice
ricopre il ruolo di Gemma Doria, una ragazza di Udine vittima di
violenza fisica e verbale da parte del fidanzato. Gemma finisce nel
penitenziario minorile per aver sparato al ragazzo, dopo che questi
aveva gettato dell’acido in viso alla sorella, trovatasi uo
malgrado vittima venendo da lui scambiata proprio per Gemma, il
vero bersaglio iniziale. Inizialmente si lega a Viola, la quale si
diverte a esercitare su di lei la sua influenza negativa, dato che
la ragazza sembra avvertire involontariamente l’esigenza di
avvicinarsi a un’altra figura dominante.
5. Tornerà anche nella
prossima stagione. Come già annunciato, il personaggio di
Gemma tornerà anche nella terza stagione della serie, attualmente
in fase di riprese. L’attrice riprenderà dunque il suo ruolo, ormai
sempre più di rilievo all’interno di Mare fuori. Non è
però ad oggi noto quali percorsi intraprenderà Gemma nella nuova
stagione.
Serena Codato non è in Un posto al sole
6. Non ha recitato nella
popolare fiction. Contriamente a quanto riportato in rete,
la Codato non ha mai recitato nella popolare fiction Un posto
al sole, né vi ha avuto a che fare in alcun modo.
Serena Codato è su Instagram
7.È
presente sul social network. L’attrice è presente sul
social network Instagram, con un proprio profilo seguito da 69.5
mila persone e dove attualmente si possono ritrovare solamente 13
post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi lavori da
attrice e modella, ma non mancano anche curiosità, momenti di
svago, eventi a cui ha preso parte e altre situazioni ancora.
Seguendola, si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue
novità.
Serena Codato: la sua vita privata
8. È molto
riservata. Per quanto concerne la vita sentimentale della
giovane attrice, dai social pare che Serena Codato sia fidanzata
dal 2018 con un ragazzo di nome Davide. Purtroppo
non si sa praticamente nulla sulla loro storia d’amore, entrambi
sono giovanissimi e formano una bellissima coppia. Sui loro profili
social, sia Instagram che Facebook, non ci sono indizi o
informazioni di rilievo sulla loro storia d’amore.
Serena Codato: dove è nata, età e
altezza dell’attrice
9. Serena Codato è nata a Venezia, il 26 giugno del
2002. Appartiene dunque al segno del cancro.
10. Nel 2022 l’attrice ha compiuto 20 anni. Non
si hanno invece notizie circa la sua altezza.
Venticinque anni fa, il 6 Dicembre
del 1994, Gian Maria Volonté finiva l’esperienza
terrena nella città di Florina, in Grecia, mentre si trovava sul
set del film “Lo sguardo di Ulisse” di Theo
Angelopoulos. Il suo funerale si svolge a Velletri, dove
risiedeva; le sue spoglie riposano, come da sua volontà, sotto un
albero nel piccolo cimitero de La Maddalena, in Sardegna. Venerdì
13 Dicembre, per rendere il doveroso omaggio all’immenso patrimonio
artistico e d’impegno civile che è nostro compito custodire e
vitalizzare, nello spazio culturale Brancaleone torna
l’appuntamento romano di “Io sto con Volonté” rassegna itinerante
nata nel 2008 e dedicata all’attore.
Per questa edizione 2019 è stata
scelta la location del Brancaleone nel quartiere Tufello, sito in
un municipio che da qualche tempo è protagonista di una nuova
sferzata culturale grazie all’impegno costruito da esperienze nate
basso come Grandecomeunacittà, Astracult e divenute punto di
riferimento e di fruizione culturale di un’intera comunità. Sarà un
momento di aggregazione popolare per celebrare il più grande attore
italiano per quanto donato alla collettività, un appuntamento di
riattivazione della memoria, ringraziandolo per aver messo il suo
straordinario talento d’attore al servizio dell’impegno civile, con
la caparbietà e un’attitudine alla verità della narrazione che gli
ha permesso insieme a Petri, Montaldo ecc. di essere elemento di
spicco della rivoluzione culturale degli anni Settanta; ciò in un
paese che con l’affievolirsi delle avanguardie di lotta non ha
esitato a presentargli il conto, spingendolo dagli anni ‘80 a
cercare lavoro all’estero. Ancora oggi i suoi personaggi sono
attuali e utili per decifrare l’anima di una collettività nel pieno
di una crisi sociale e di una perdita di memoria.
Questo 2019, in cui ricorre il
venticinquesimo anniversario della scomparsa di Volonté, è un solco
importante nel nostro paese: quest’anno, infatti, sono passati
cinquant’anni dalla strage di Piazza Fontana e dall’omicidio
dell’anarchico Pinelli, particolare sincronismo rammentato in “Tre
ipotesi sulla morte dell’anarchico Pinelli”, unico documento
cinematografico esistente che ripercorre con esatta verità la
storia dell’omicidio del Pinelli, avvenuto il 16 dicembre 1969
nella questura di Milano.
Venerdì 13 dicembre il pubblico sarà
accolto dalla mostra fotografica “Gian Maria Volonté, il personale
e il politico” a cura di Marco Geppetti che,
insieme alla MGMC, gestisce l’archivio dello storico fotografo
Marcello Geppetti. A seguire la presentazione libro di
Giovanni Savastano “Gian Maria Volonté, Recito
Dunquesono”
Seguirà la proiezione in Anteprima
Nazionale del cortometraggio indipendente dedicato a Volonté
intitolato “I Giochi” testo di Christian Raimo, idea scenica e
interpretazione di Alessandra Magrini, regia e montaggio video di
Valentina D’amore e Stefano Torreggiani, produzione LabTv.
A seguire incontro partecipato con:
Antonio Medici, coordinatore della scuola “Gian
Maria Volonté”, saggista e direttore del premio Zavattini;
Christian Raimo, scrittore e ideatore del fenomeno
culturale “Grandecomeunacittà”; Federico Fiume, attore bambino nel
film di Elio Petri “La classe operaia va in paradiso”;
Giovanni Savastano, autore del libro “Gian Maria
Volonté, recito dunque sono”; Artisti 7607 realtà
di fondamentale importanza per i diritti degli artisti;
Astracult. Nel corso della serata saranno
proiettate alcune delle esperienze cinematografiche indipendenti
del nostro cinema, da cui è possibile intuire le radici del
pensiero e l’origine dell’impegno politico da cui scaturisce il
grande cinema politico degli anni 70. “Tre ipotesi sulla morte
dell’anarchico Pinelli” è uno short-film del 1970 diretto da Elio
Petri e Nelo Risi, prodotto da Silvio Clementelli.. L’appuntamento
proseguirà dando spazio alle giovani generazioni di cineasti che
“sotto il segno di Volonté” portano avanti il difficile percorso
dell’arte indipendente. Per l’occasione sarà proiettato il promo,
in anteprima nazionale, di “12/12 Piazza Fontana” (2019) di
Matteo Bennatie Maurizio
Scarcella, e “Dimenticata Militanza” Premio
Zavattini 2016 di Patrizio Partino. A
seguire andrà in scena il reading musicale “Io sto con Volonté”,
scritto e interpretato da Alessandra Magrini con
Antonio Carboni alla chitarra.
Programma:
* ore 18:00 mostra fotografica “Gian Maria Volonté, il personale
e il politico” a cura di Marco Geppetti che, insieme alla MGMC
(Marcello Geppetti Media Company – Lens Forward), gestisce
l’archivio dello storico fotografo Marcello Geppetti, uno dei
maggiori fotografi del ‘900.
* ore 19:00 presentazione libro di Giovanni Savastano “Gian
Maria Volonté, Recito Dunque sono”
* ore 20:30 proiezione di “Dimenticata Militanza” di Patrizio
Partino (2016, 15’), Premio Zavattini – 2016
* ore 21:00 incontro con:
· Antonio Medici, saggista e direttore del premio Zavattini;
· Christian Raimo, scrittore, assessore alla cultura del Municipio
III e attivista di Grande come una città;
· Artisti 7607, Federico Fiume (attore bambino nel film di Elio
Petri: “La classe operaia va in paradiso”), Alessandra
Magrini attrice, curatrice di “Io sto conVolonté”
· Giovanni Savastano, autore del libro “Gian MariaVolonté, recito
dunque sono”;
· Matteo Bennati e Maurizio Scarcella registi di “12/12 – Piazza
Fontana”;
· Patrizio Partino regista di “Dimenticata Militanza”
· Astracult
* ore 22:30 Christian Raimo introduce “Tre ipotesi sulla morte
dell’anarchico Pinelli”, unoshort-film del 1970 diretto da Elio
Petri e Nelo Risi, prodotto da Silvio Clementelli.
* ore 23:00 proiezione di “12/12 Piazza Fontana” (2019) di
Matteo Bennati e Maurizio Scarcella, e “Dimenticata Militanza”
Premio Zavattini 2016 di Patrizio Partino.
Reading musicale “Io sto con Volonté”, scritto e interpretato da
Alessandra Magrini con Antonio Carboni alla chitarra , con la
partecipazione di Federico Fiume.
A due anni di distanza dalla sua
uscita in Francia, arriva anche in Italia Séraphine di
Martin Provost. Séraphine ha raccolto un
grande successo in patria, aggiudicandosi ben sette premi César,
tra cui Miglior Film, Miglior Sceneggiatura – scritta dal regista
assieme a Marc Abdelnour – e Miglior Attrice – la belga Yolande
Moreau. E ha fatto riscoprire la figura e l’opera della pittrice
naif Séraphine de Senlis, attiva tra le due guerre.
In Séraphine siamo
in Francia, alla vigilia del primo conflitto mondiale. Séraphine
Louis (Yolande Moreau), una serva non più giovane,
si dedica con abnegazione al suo lavoro, sopportando fatica e
umiliazioni. Ma nella sua vita non c’è solo questo. Nel chiuso
della sua stanza, Séraphine dipinge, perché – dice – questa è la
missione affidatale dagli angeli, le cui voci l’accompagnano da
sempre. A cambiare la sua vita è l’incontro con il collezionista
d’arte tedesco Wilhelm Uhde (Ulrich Tukur) –
amante della pittura naif e scopritore di Rousseau – presso il
quale Séraphine presta servizio. Per caso Uhde scopre il talento
della donna e la incoraggia a dipingere. Tra i due nasce un forte
legame ma, lo scoppio della Prima guerra mondiale riporta Uhde in
Germania. Al suo ritorno in Francia, il collezionista si imbatte
nuovamente nei dipinti di Séraphine e decide di sostenerla, anche
economicamente. Nei primi anni ’30, però, Uhde, a causa della
difficile congiuntura economica, non può più farsi carico delle
spese di Séraphine ed è costretto a rimandare la
mostra a lei dedicata. La pittrice cade allora in un profondo stato
confusionale, che la porterà ad essere rinchiusa nell’ospedale
psichiatrico di Clermont de-l’Oise, dove morirà nel ’42.
Séraphine, il film
La pellicola celebra dunque questa
donna, che sentiva di dover compiere una missione, dettatale da
potenze superiori, di cui era puro strumento. Celebra soprattutto
un talento naturale, che rischiava di restare sconosciuto, a causa
della condizione sociale dell’artista, ultima tra gli ultimi perché
povera, donna e pazza. Ma il talento, evidentemente, va oltre tutto
ciò. Séraphine però non ha i toni della
celebrazione. Non è retorico. Anzi, si adegua alla protagonista,
alla sua modestia: mostra il lavoro costante e instancabile di una
donna semplice, che vuole dedicarsi a ciò che per lei è vita:
la pittura. C’è una sceneggiatura costruita su episodi di vita
quotidiana di una donna qualunque, una serva. Episodi non
eclatanti, senza colpi di scena o sensazionalismi. Una donna che
però, insospettabilmente, ha qualcosa di speciale.
Séraphine dipinge per necessità: per lei l’arte è
un moto insopprimibile dell’animo e del corpo. E’ esigenza fisica,
come quella di toccare le foglie e abbracciare gli alberi. Anzi,
quasi un naturale proseguimento di quell’esperienza. Provost
sottolinea quest’aspetto con suggestive inquadrature di
Séraphine immersa nella natura, tra i boschi della
campagna francese, lì dove raccoglie la materia prima per i suoi
colori. Quindi campi lunghi, che la includono in quel tutto nel
quale trova tranquillità e quiete. Nell’arte che nasce dalla natura
la pittrice traspone la gioia di quei momenti, ma trova anche una
catarsi al suo travaglio interiore. Questo valore catartico e il
suo rapporto viscerale, corporeo con la tela ricordano – o
precorrono, vista l’epoca – quelli di Pollock),
A dare forza a
Séraphine, senza dubbio, l’ottima interpretazione
di Yolande Moreau, che abilmente passa dal tono dimesso della serva
a quello ispirato dal furor artistico della pittrice;
dall’involontaria ironia alla collera, alla commozione. La macchina
scruta da vicino il volto della donna, per rivelarne la
complessità. Emblematico lo sguardo di Séraphine/Yolande, spesso
rapito dall’altrove che la accompagna, ma anche mobile, intenso,
mutevole; spia di quel disordine mentale che la condurrà in
manicomio. Misurata ed efficace anche l’interpretazione di
Ulrich Tukur, nel ruolo di Uhde. L’attore dà corpo
a un personaggio più enigmatico rispetto a quello della
protagonista, ma anch’egli preda di conflitti interiori, tenuti
nascosti (l’omosessualità, il senso di colpa, un carattere
scostante, la condizione di straniero). Proprio questo mondo
interiore inconfessabile e questa diversità, o divergenza dal
canone sociale lo accomunano a Séraphine.
La pellicola ha un ritmo lento, non
incalzante: il regista sembra non voler disturbare gli attori,
invaderne troppo il campo d’azione con interventi drastici. Li
segue con estremo rispetto. Così come non vuole da loro
interpretazioni sopra le righe, eccessive, ma piuttosto – lo
dichiara lui stesso in un’intervista – “trattenute”. Il risultato è
senz’altro notevole e colpisce proprio per questa sua non
invadenza, che rispecchia anche il temperamento di
Séraphine: dimesso, ma determinato.
Séraphine patisce forse qualche lungaggine,
ma ciò non intacca l’efficacia complessiva dell’opera. Quella che
Provost ci offre, infatti, è un’occasione da cogliere: oggi che non
siamo più abituati a questo slow cinema, quanto piuttosto a
montaggi incalzanti, ritmi veloci, primi piani con luci spietate
sui volti degli attori, colpi di scena. Grazie al cinema francese,
con Séraphine, possiamo invece immergerci di nuovo
in un film “a misura d’uomo”. Scelta che, peraltro, va di pari
passo con l’epoca trattata, in cui tutto scorreva più lento, più
semplice, meno convulso. Un invito, dunque, anche a recuperare
questi ritmi, nel cinema come nella vita.
L’idea di sequel al
cinema nasconde da una parte il piacere di seguire i propri
personaggi preferiti nelle loro avventure, dall’altra il senso di
aridità creativa che ormai invade l’industria cinematografica in
generale.
Molte volte i sequel, realizzati con
il solo scopo di battere cassa, si sono rivelati per i prodotti
poveri e raffazzonati che erano già in nuce. Di seguito trovate i
sequel più inutili mai realizzati al cinema, o almeno alcuni di
essi!
Si chiama Sequel, in onore
della ‘mania’ di Hollywood, la nuova mostra d’arte organizzata
dallo studio
iam8bit. Per partecipare alla mostra basta disegnare il poster
di un sequel che non è mai stato realizzato, il che, con i tempi
che corrono, non è poi la cosa più semplice del mondo.
Ecco di seguito alcuni esempi di
opere che verranno esposte alla mostra (qui i dettagli):
La Universal e la Working Title
stanno lavorando a un sequel che nessuno si aspettava, un prosieguo
di Johnny English, film che vide nel 2003 Rowan Atkinson nei panni
di un improbabile agente segreto, spalleggiato da Natalie
Imbruglia.
Considerato l’enorme successo che
Scontro tra Titani sta avendo in tutto il mondo, era solo questione
di tempo prima che arrivasse un annuncio ufficiale di un sequel. Ed
eccolo qui: la Warner ha infatti deciso di proseguire le avventure
di Perseo.
Alexander Payne
sta al momento lavorando sulla preproduzione del suo prossimo
film, Downsizing, ma sembra che
l’eccellente regista e sceneggiatore americano sia già in cerca di
un altro progetto futuro. Secondo quanto riporta The Wrap, la
OddLot Entertainment (che ha prodotto in passato
Drive e C’era una volta
un’estate) avrebbe appena vinto un’estenuante guerra
di offerte per accaparrarsi i diritti della sceneggiatura
Septillion to One e
AlexanderPayne sarebbe il
regista designato per metterla in scena.
La storia
di Septillion to One si basa sulla
vera storia di Joan Ginther, la quale vinse la lotteria di stato
del Texas ben quattro volte, portandosi a casa più di 20 milioni di
dollari grazie in parte al suo dottorato in statistica a Stanford.
The Wrap descrive la sceneggiatura di Adam R.
Perlman e Graham Sack come una via di
mezzo tra Il Lato Positivo e
Ocean’s 11. Ecco la sinossi del futuro
film:
Il film si focalizza un ex
agente dell’FBI troppo zelante che viene relegato al dipartimento
truffe della Lotteria di stato del Texas. Egli comincia ad
investigare su una bellissima donna che inspiegabilmente ha
sconfitto tutte le possibilità ed è riuscita a vincere il jackpot
per tre volte. Egli realizza presto che le possibilità sono di una
a un miliardo affinché ciò accada, così che si viene a creare un
gioco al gatto e al topo con la sospetta, della quale alla fine si
innamora.
Basandosi solo sulla sinossi, è
comprensibile capire perché la sceneggiatura abbia provocato una
guerra di offerte: Payne potrebbe dare una spinta vitale al
materiale di base donandogli un tocco melanconico e bizzarro come
solo lui potrebbe fare e come ha già fatto nei suoi precedenti
film.
Il sogno di ogni giornalista è
trovarsi nel posto giusto al momento giusto, avere lo scoop e una
posizione privilegiata per raccontare una storia epocale, tutto
quello che accade in
September 5 alla
squadra della American
Broadcasting Company (ABC).
Ma gli eventi del 5 settembre 1972,
l’attacco del gruppo terroristico Settembre Nero e la crisi degli
ostaggi alle Olimpiadi di Monaco, non erano certo la storia che la
troupe si aspettava di dover raccontare. Il thriller diretto
da Tim
Fehlbaum,
ci porta dietro le quinte della redazione, intrecciando abilmente
scene drammatizzate con autentici filmati d’archivio della
trasmissione di quel giorno della ABC. Il risultato è un’opera
cinematografica tesa e coinvolgente che mette in primo piano il
ruolo dei media nel documentare eventi storici in tempo reale, ma
problematizza anche l’etica di un lavoro di cui oggi sembra si sia
persa ogni misura.
La storia di September
5 da una prospettiva inedita
A differenza dell’approccio
spettacolare e denso di azione adottato da Steven
Spielberg in Munich (2005), September
5 si concentra esclusivamente sul giornalismo e sul modo in
cui la notizia viene costruita. La regia di Fehlbaum, dinamica e
nervosa, utilizza prevalentemente la camera a mano, i piani molto
stretti, per immergere lo spettatore nella frenesia di una
redazione alle prese con una situazione senza precedenti. La
tensione è palpabile, quasi fisica, e lo spettatore percepisce la
pressione crescente che subiscono i giornalisti che si trovano
improvvisamente a dover raccontare una tragedia in diretta.
Il film si regge su un cast di
attori straordinari, tra cui spicca Peter
Sarsgaard nel ruolo di Roone Arledge, il veterano
della ABC che gestisce con lucidità e fermezza una situazione fuori
controllo. John Magaro, recentemente visto
in Past
Lives, interpreta Geoffrey Mason, un giovane produttore
che si trova improvvisamente al centro dell’azione, al suo banco di
prova con la serie A, mentre Leonie Benesch brilla
nei panni di Marianne Gebhardt, un’assistente di studio tedesca che
si dimostra essenziale grazie alla sua conoscenza dell’ebraico e
del tedesco, ma offre anche il punto di vista dei “padroni
tedeschi” in una Germania che aveva voglia di apparire buona agli
occhi del mondo. Le interpretazioni concentrate riescono a rendere
lo stress dei personaggi, la loro determinazione e i loro dilemmi
morali con grande efficacia.
Un campo minato tra etica e
professione
Uno degli aspetti più
affascinanti di September 5 è il modo in cui
esplora il giornalismo televisivo dell’epoca. Fehlbaum ci mostra un
mondo analogico, dove telecamere ingombranti, problemi tecnici e
difficoltà logistiche rappresentano ostacoli quotidiani e mettono
alla prova la volontà di chi insegue le notizie. Il film mette in
luce il ruolo dell’informazione come campo minato etico e
professionale: come si copre un evento del genere senza cadere nel
sensazionalismo? Quali immagini trasmettere, consapevoli che
verranno viste da persone coinvolte in prima persona in eventi
tragici (i parenti degli ostaggi)? Qual è il confine tra cronaca e
spettacolarizzazione della tragedia? Domande ancora oggi attuali,
che rendono il film particolarmente rilevante nell’era della
disinformazione e delle fake news.
La fotografia
di Markus Förderer contribuisce a creare
un’estetica che richiama l’epoca, con l’uso di obiettivi vintage e
riprese traballanti che aumentano il senso di urgenza. Inoltre,
l’integrazione dei filmati d’archivio con le scene girate
conferisce al film un senso di autenticità, e aumentato la
sensazione di “verità” di ciò che stiamo guardando.
September
5 gode di una indiscutibile efficacia narrativa,
e da un punto di vista dello spettacolo forse paga un prezzo ben
preciso per la scelta di mantenere l’azione all’interno della
redazione, che lascia fuori dal quadro alcuni degli aspetti più
complessi, e forse più succulenti per lo spettatote, della crisi
degli ostaggi. Il film si concentra dichiaratamente sulle
difficoltà del giornalismo, e tralascia il contesto politico più
ampio, le tensioni internazionali e le ripercussioni a lungo
termine dell’attacco. Questa decisione potrebbe risultare limitante
per chi cerca un’analisi più approfondita dell’evento, ma aiuta a
mantenere una narrazione focalizzata e compatta.
Un’atmosfera elettrica
ad alta tensione
Proprio grazie a questa
messa a fuoco così precisa su ciò che vuole raccontare, il film
offre una straordinaria capacità di catturare la tensione del
momento. Gli scontri tra Arledge e i dirigenti della rete, la lotta
per ottenere le immagini più esclusive, la necessità di bilanciare
informazione e rispetto per le vittime: tutto questo contribuisce a
creare un’atmosfera elettrica che tiene lo spettatore incollato
allo schermo. Complice anche una sceneggiatura (nominata agli Oscar
2025) preziosa.
September 5 è
un’opera potente, un tributo al giornalismo e alla sua importanza
nel documentare la storia. La regia di Tim Fehlbaum, il
montaggio serrato e le interpretazioni eccellenti fanno di questo
film una delle più riuscite rappresentazioni cinematografiche del
mondo dell’informazione. Un film da osservare con attenzione, da
studiare per l’eco che alcuni aspetti della storia e del punto di
vista adottato per raccontarla hanno nella contemporaneità.
EUROPICTURES ha
diffuso il trailer di Separati ma non troppo,
la commedia francese diretta da Dominique
Farrugia e interpretata da Gilles Lellouche,
Louise Bourgoin, Manu Payet e Marilou
Berry. Al cinema dal 13 settembre.
Dominique
Farrugia, torna dietro la macchina per realizzare la
commedia Separati ma non troppo, odissea
dolce-amara sul divorzio ai nostri giorni. Il regista riprende in
mano i personaggi di Delphine e Yvan, protagonisti di una sua
precedente pellicola, e si interroga su come sarebbero potuti
diventare a vent’anni di distanza: lei, infermiera, lui senza posto
fisso, due figli e sul punto di divorziare.
Separati ma non
troppo racconta con intelligenza e ironia una storia
molto comune: tantissime coppie divorziate sono obbligate a vivere
sotto lo stesso tetto a causa della mancanza di fondi: questo è
quello che accade anche a Yvan (Gilles LELLOUCHE) e Delphine
(Louise BOURGOIN), una coppia separata costretta per ragioni
economiche a condividere nuovamente lo stesso tetto e la vita di
tutti i giorni, stabilendo un equilibrio famigliare completamente
nuovo.
Tra battute pungenti, scherzi e
ripicche, i due ex coniugi troveranno anche il tempo per ricordare
i momenti felici passati insieme. La commedia SEPARATI
MA NON TROPPO arriverà nelle sale italiane a partire
dal 13 settembre distribuita da
EUROPICTURES.
SINOSSI:Delphine e Yvan divorziano. Poiché la situazione economica di
Yvan non gli permette di trovare una casa, si ricorda che, in
realtà, è detentore del 20% della casa in cui vive ancora la
ex-moglie. Torna, allora, a vivere sotto lo stesso tetto con
Delphine, in quel 20% che gli spetta: sarà in questa situazione
particolare (e, a tratti, assurda) che i due ex-coniugi si
renderanno conto della bellezza dei piccoli momenti di felicità di
questa convivenza forzata…
EUROPICTURES annuncia
l’arrivo nei cinema italiani a partire dal 13 settembre
della commedia francese Separati ma non
troppo diretta da Dominique Farrugia e
interpretata da Gilles Lellouche, Louise Bourgoin, Manu
Payet e Marilou Berry.
Dominique Farrugia, torna
dietro la macchina per realizzare la commedia Separati
ma non troppo, odissea dolce-amara sul divorzio ai nostri
giorni. Il regista riprende in mano i personaggi di Delphine e
Yvan, protagonisti di una sua precedente pellicola, e si interroga
su come sarebbero potuti diventare a vent’anni di distanza: lei,
infermiera, lui senza posto fisso, due figli e sul punto di
divorziare.
Separati ma non troppo, la trama
Separati ma non
troppo racconta con intelligenza e ironia una storia
molto comune: tantissime coppie divorziate sono obbligate a vivere
sotto lo stesso tetto a causa della mancanza di fondi: questo è
quello che accade anche a Yvan (Gilles LELLOUCHE) e Delphine
(Louise BOURGOIN), una coppia separata costretta per ragioni
economiche a condividere nuovamente lo stesso tetto e la vita di
tutti i giorni, stabilendo un equilibrio famigliare completamente
nuovo.
Tra battute pungenti, scherzi e
ripicche, i due ex coniugi troveranno anche il tempo per ricordare
i momenti felici passati insieme. La commedia SEPARATI MA NON
TROPPO arriverà nelle sale italiane a partire dal 13
settembre distribuita da EUROPICTURES.
SINOSSI:Delphine
e Yvan divorziano. Poiché la situazione economica di Yvan non gli
permette di trovare una casa, si ricorda che, in realtà, è
detentore del 20% della casa in cui vive ancora la ex-moglie.
Torna, allora, a vivere sotto lo stesso tetto con Delphine, in quel
20% che gli spetta: sarà in questa situazione particolare (e, a
tratti, assurda) che i due ex-coniugi si renderanno conto della
bellezza dei piccoli momenti di felicità di questa convivenza
forzata…
Presentato Fuori Concorso
all’ottantunesima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
della Biennale di Venezia, Separated è il nuovo
film documentario del regista Premio Oscar Errol Morris. Il film si basa sul reportage di
Jacob Soboroff, un corrispondente della NBC News
che ha scritto il libro Separated: Inside an American
Tragedy. Soboroff conosce l’argomento in modo approfondito, ma
per un giornalista che lavora per un’agenzia di stampa mainstream,
parla con un candore genuino.
Separated, la
separazione familiare dell’amministrazione Trump
Il regista riporta alla
mente degli spettatori, soprattutto gli statunitensi, l’ignominiosa
politica di “separazione familiare” della prima amministrazione
Trump che ha strappato i figli ai genitori e prodotto immagini di
bambini, improvvisamente protetti dal governo degli Stati Uniti,
avvolti in coperte di alluminio, che dormivano su pavimenti di
cemento in recinti. È un resoconto incisivo di come è stata ideata
e implementata la politica e per quale scopo, una “crudeltà
sfacciata e gratuita”, come afferma nel film l’avvocato dell’ACLU
Lee Gelernt, il cui intervento è stato fondamentale allo scopo di
spingere un giudice federale a ordinare all’amministrazione Trump
di riunire le famiglie.
Evitando di intervistare
ideologi sulla questione, il regista raccoglie spunti e
tesitimonianze da persone che erano in trincea quando le
separazioni familiari sono diventate una delle massime priorità
dell’amministrazione, come Scott Lloyd, capo
dell’Office of Refugee Resettlement dell’amministrazione Trump, e
il comandante Jonathan White, che ha prestato
servizio nel Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani e ha
combattuto contro questa risoluzione dall’interno. White diventa la
coscienza del film, che ha mantenuto la sua umanità mentre altri
intorno a lui erano fin troppo disposti a ignorare l’evidente
trauma dei bambini strappati ai loro genitori.
La drammatizzazione degli
eventi
Come accaduto anche in
altre occasioni, Errol Morris fa uso di
drammatizzazioni per mettere in scena particolari momenti del
racconto. In Separated, il regista crea una trama di una madre di
un paese centroamericano che intraprende un lungo viaggio verso il
confine con gli Stati Uniti con suo figlio, che ha circa 10 anni. I
due sostengono ogni sorta di difficoltà durante il tragitto, e poi
le cose peggiorano solo una volta attraversato il confine con gli
Stati Uniti: gli agenti federali li arrestano e separano
immediatamente madre e figlio.
Queste scene aiutano a
far comprendere la realtà emotiva di ciò che genitori e figli hanno
attraversato, anche se sarebbe stato utile avere un’indicazione più
forte del motivo per cui la madre immaginaria si è sentita
costretta a lasciare il suo paese d’origine per gli Stati Uniti.
Forse la cosa più scioccante di tutte in Separated è la prova
scoperta da Morris e Soboroff che l’amministrazione Trump ha
cercato di ostacolare l’ordine del tribunale di riunire le
famiglie. E quello che sembra peggio di ogni nefandezza compiuta
dall’amministrazione Trump, è che quella di Joe
Biden non ha pianificato nessuna normativa che potesse
impedire che questo evento si ripetesse. Questo vuol dire che un
eventuale secondo mandato di Trump, mai troppo scongiurato, avrebbe
il via libera per riprendere la “pratica” da dove l’aveva
lasciata.
Separated, lo spettro del ripetersi
della Storia
Al netto del contenuto
che espone, sempre chiaro, lineare e approfondito, con tutte le
“voci giuste”, Errol Morris regala un altro pezzo
importante di narrativa della storia americana, con un uso sapiente
dei tempi drammatici e della musica, continuamente tesa a tenere
alta l’attenzione dello spettatore.
Josh O’Connor è
attualmente in trattative per recitare in Separate
Rooms, un nuovo film drammatico del regista Luca
Guadagnino, secondo quanto riportato recentemente da
Variety.
Il film, intitolato Separate Rooms,
è un adattamento dell’omonimo romanzo dello scrittore italiano
scomparso Pier Vittorio Tondelli. Il libro
racconta di uno scrittore italiano, Leo, in lutto per la morte del
suo fidanzato.
In Separate Rooms,
il trentenne Leo viaggia attraverso Milano, Parigi, Londra e
Firenze, mentre Thomas è un giovane pianista berlinese che vive
temporaneamente a Parigi quando incrocia per la prima volta Leo. Il
libro è diviso in tre parti, chiamate “movimenti”, che alternano
flashback e riflessioni. Dopo essersi conosciuti a Parigi, gli
amanti iniziano una lunga relazione, incontrandosi e viaggiando
insieme in diverse città europee per un periodo di tre anni. I due
si incontrano quando lo desiderano, ma vivono separati,
appartandosi nelle rispettive solitudini, anche se spesso si
scrivono. A un certo punto, Thomas inizia una relazione con una
ragazza, che rende Leo profondamente geloso. Poi a Thomas viene
diagnosticata una malattia che lo porterà alla morte nella sua
città natale, Monaco.
Gran parte del libro, che inizia
con la chiamata di Leo a Monaco di Baviera per dare l’addio al suo
ex amante, descrive il lutto di Leo e la sua graduale guarigione,
mentre ricorda i suoi viaggi in Inghilterra e negli Stati Uniti.
Separate Rooms, che probabilmente sarà il prossimo
film di Guadagnino, è prodotto dall’italiano Lorenzo
Mieli nell’ambito del suo accordo con
Fremantle.
Lorenzo Mieli e
Fremantle hanno prodotto anche “Bones and
All“, film di Guadagnino con Timothée Chalamet, che ha vinto il premio per
la miglior regia a Venezia nel 2022, e il suo atteso adattamento di
William S. Burroughs “Queer”
con
Daniel Craig e Drew Starkey. Il film con ogni
probabilità sarà presentato alla Mostra d’Arte Cinematografica di
Venezia.
O’Connor vuole continuare a
lavorare con Luca Guadagnino
Luca Guadagnino ha
confermato che il film era in lavorazione in un’intervista
rilasciata al settimanale italiano La Repubblica, il Venerdì, lo
scorso fine settimana. La sceneggiatura del film è stata scritta da
Francesca Manieri, che ha lavorato con
Luca Guadagnino anche nella serie televisiva
HBO-Sky We Are
Who We Are.
Al momento non sono disponibili
altre informazioni sul casting. Josh O’Connor e
Luca Guadagnino dunque torneranno a collaborare.
Josh O’Connor sarà uno dei protagonisti del
prossimo dramma romantico di Luca Guadagnino,
Challengers.
In questo film reciterà accanto a
Zendaya e Mike Faist.
Stefano Sollima
resta in America con il suo nuovo lavoro Senza
Rimorso, produzione originale Amazon
Prime, e si aggiunge alla lunga lista di registi che
si sono misurati con le trasposizioni cinematografiche dei romanzi
di TomClancy, noto autore di
thriller di spionaggio, da cui sono stati tratti ad esempio
Caccia a Ottobre Rosso di John
McTiernan con Sean Connery, Giochi di
potere e Sotto il segno del
pericolo, entrambi diretti da Philipe
Noyce, protagonista Harrison Ford, ma anche, più recentemente,
Al vertice della tensione e Jack Ryan – L’iniziazione. Dunque,
anche dopo il successo di
Soldado, la sfida per il regista che ha diretto
A.C.A.B. e Suburra, ma ha anche aperto la strada
alla nuova serialità televisiva italiana con Romanzo
Criminale e raggiunto il successo internazionale con
Gomorra
– La serie, è tutt’altro che semplice.
La trama di Senza
Rimorso
Il soldato John Kelly, Michael B. Jordan, fa parte del corpo scelto
dei Navy Seals, impegnato in pericolose missioni in zone di guerra.
Con la sua squadra deve liberare un agente della CIA, prigioniero
ad Aleppo di un gruppo di terroristi siriani. Quando arrivano sul
posto, però, John e i suoi si rendono conto che si tratta di un
deposito di armi russo e i sequestratori sono in realtà trafficanti
di armi russi. Capiscono anche che l’agente della CIA Robert
Ritter, Jamie Bell, in missione con loro, ne era al
corrente, ma non li aveva informati. L’operazione riesce, ma
l’uccisione dei russi rischia di scatenare ritorsioni verso la
squadra guidata dal tenente Karen Greer, Jodie Turner-Smith, oltre che pesanti tensioni
tra Usa e Russia. John torna a casa dalla moglie incinta, Pam,
Lauren London, deciso a lasciare l’esercito. Poco
dopo, però, alcuni componenti di quell’operazione vengono uccisi e
Kelly scampa per miracolo a un agguato in cui resta uccisa proprio
Pam. Solo uno degli aggressori è ancora vivo e John giura a sé
stesso che lo troverà. La ricerca dell’assassino di Pam lo porta,
assieme alla sua squadra, fino a Murmansk, in Russia. Pian piano
però, Kelly si rende conto di essere solo una pedina. Qualcuno sta
giocando con le vite di questi soldati per regalare all’America un
nuovo nemico contro cui combattere. Riuscirà la squadra dei
corpi speciali a mettersi in salvo, scoprire tutta la verità e
assicurare alla giustizia i colpevoli della cospirazione?
Senza rimorso ma con
qualche perplessità
In questo nuovo capitolo della
storia americana di Stefano Sollima, quel che si
riconosce subito è lo stile registico. La capacità di creare
inquadrature suggestive, di inserirvi elementi realistici, la
precisione nei particolari di ogni scena, l’amore per gli inizi
in medias res. E poi l’amore per l’acqua. Un’elemento che
più di altri il regista trova confacente a sé e al suo modo di
creare le atmosfere adatte al film, siano esse cupe e disperanti,
come la pioggia incessante di Suburrache
dilagava nel finale, o di suspense e azione spettacolare come
avviene in questo Senza Rimorso. Insomma,
proprio come sul set di Suburra, Sollima
continua a scandire spesso e volentieri: “Manda l’acqua”,
con esiti sempre coinvolgenti e d’impatto. Così, ecco una Aleppo
devastata, dove galline e mucche si muovono tra le macerie e il
nemico emerge, appunto, dall’acqua. Ecco il protagonista, un
Michael B. Jordan prestante ma
inespressivo, usare a suo vantaggio l’elemento, come nella scena
della cella, oppure dover impegnare tutte le sue capacità per non
soccombervi, come nella sequenza dell’ammaraggio dell’aereo. Il
regista pone l’accento su azione e spettacolarità.
Sembra però che manchino alcune
caratteristiche tipiche del cinema di Sollima, a
partire dalla complessità dei personaggi, dalla pluralità dei
punti di vista. A parte il personaggio interpretato da Jamie Bell, che ha un’evoluzione nel corso del
film, gli altri, il protagonista per primo, assomigliano più a una
sorta di supereroi che a persone, che abituate a un lavoro
pericoloso, capace di metterle a dura prova, ci si aspetta abbiano
però le loro fragilità e dubbi. Se è vero infatti che pur di
trovare la verità sulla morte della moglie, Kelly non esita a
uccidere, è altrettanto vero che coloro che ne fanno le spese sono
“i cattivi”. Dunque lui finisce per essere sempre, immancabilmente,
“il buono”, che fa del male, ma solo in nome della verità e quando
arriva a confondere giustizia e vendetta, uccidendo, paga. Manca
quell’approccio problematico e maggiormente realistico, che poneva
domande più che abbracciare un punto di vista. Alcune sequenze
puramente action nella vicenda sembrano poi create appositamente
per esaltare le qualità da supereroe del protagonista,
indubbiamente dotato di prestanza fisica e resistenza non comuni.
Sembra insomma che Sollima abbracci con
convinzione alcuni stilemi dell’estetica americana, rinunciando a
qualcosa di più autenticamente suo.
La sceneggiatura, curata
da Taylor Sheridan come per Soldado e da Will
Staples, però non sempre funziona. I dialoghi sono spesso
retorici e se nella prima parte la narrazione è chiara e coerente,
poi qualcosa sembra sfuggire di mano e si cerca di compensare
uno sviluppo confuso con l’infittirsi dell’azione spettacolare.
Michael B. Jordan – Creed, Creed II, Black
Panther – è sempre al centro dell’azione, non
spicca però per doti attoriali, e non lo fa neppure Jodie Turner-Smith, nei panni del diretto
superiore di John. Entrambi sono a dir poco scarsamente espressivi.
Di tutt’altro tenore, per fortuna, Jamie Bell e
Guy Pierce, il Segretario Clay.
Anche le musiche non regalano le
sorprese, le emozioni inaspettate che di solito punteggiano i
lavori di Sollima. La colonna sonora di Jónsi –
voce dei Sigur Rós – è efficace nel creare
suspense e accompagnare l’incalzare dell’azione, ma non ha momenti
davvero eclatanti, così come non ci sono brani di altri artisti che
colpiscono in modo particolare, sia per la scelta, sia per il modo
in cui sono inseriti all’interno della narrazione, ed è un vero
peccato. Senza Rimorso finisce per essere
la dimostrazione che una tecnica registica ineccepibile non basta a
fare un buon film e lascia allo spettatore più di una
perplessità.
Dove vedere in streaming
Senza Rimorso
Prodotto da Amazon
Original, in associazione con Paramount
Pictures, Skydance, Weed
RoadPictures e New Republic
Pictures, Senza Rimorso è
disponibile in streaming su Amazon Prime Video.
Il personaggio più famoso nato dalla
penna di Tom Clancy è senza dubbio Jack
Ryan, protagonista al cinema dei film Caccia a Ottobre Rosso, Giochi di potere, Sotto il
segno del pericolo,Al vertice della
tensione e
Jack Ryan – L’iniziazione, ma anche della serie Jack Ryan. In quello che è oggi noto come il
Ryanverse, però, c’è un altro personaggio molto
avvincente: John Kelly/John
Clark. Questo è protagonista del primo dei libri spin-off
di Clancy, Senza rimorso.
Questo è stato poi adattato in film
nel 2021 dal regista italiano Stefano Sollima,
noto per i film Suburra e Adagio ma anche per il
lungometraggio statunitense Soldado.Senza
rimorso (qui
la recensione), riporta dunque un’opera di Clancy sullo
schermo, con questo film annunciato come un primo capitolo di un
nuovo franchise incentrato sul personaggio di John Clark. Nel
gennaio del 2023 è infatti stato confermato un sequel, che adatterà
il romanzo Rainbow Six.
Nell’attesa di vedere questo sequel,
il passaggio televisivo di questo film del 2021 è un’occasione da
non lasciarsi sfuggire per i film di questo genere. In questo
articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità
relative a Senza
rimorso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alle
differenze con il libro di Tom Clancy. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Guy Pearce in Senza Rimorso
La trama e il cast di Senza rimorso
Protagonista del film è John
Kelly, agente della CIA, esperto Navy Seal, deciso a
vendicare l’omicidio di sua moglie incinta. Nel corso della sua
missione, che ha come unico scopo quello di trovare i responsabili
del terribile atto commesso, John sarà affiancato da un compagno
dei Navy Seal, Karen Greer e da un misterioso
agente della CIA. Ben presto però John si renderà conto di trovarsi
al centro di una cospirazione molto più grande di lui, che minaccia
di travolgere gli Stati Uniti e la Russia in una grande guerra.
Ad interpretare John Kelly vi è
l’attore
Michael B. Jordan, mentre la moglie Pam è interpretata
da Lauren London. L’attrice
Jodie Turner-Smith interpreta Karen Greer,
alleata di Kelly, mentre
Jamie Bell è Robert Ritter e
Guy Pearce è l’agente della CIA Thomas Clay. Fanno poi
parte del film gli attori Todd Lasance nel
ruolo di Dallas, Jack Kesy in quello di
Thunder e Cam Gigandet in quello di Keith
Webb.
Colman Domingo, infine, è il pastore West.
Le differenze tra il libro e il film
Chi ha letto il
libro Senza
rimorso di Tom Clancy noterà subito
come il film si discosti in più punti da esso. Ci sono infatti
diverse differenze nel racconto proposto da Stefano
Sollima e dagli sceneggiatori Taylor
Sheridan e Will Staples a partire dal
cambio di ambientazione. Mentre il racconto del
libro si svolge nel 1970, nel pieno della guerra in Vietnam, quello
del film ha luogo nel 2020, con tutti gli eventi proprio di questo
moderno panorama politico.
Dopo l’ambientazione, l’altra grande
differenza che salta all’occhio è l’aspetto del
protagonista. Mentre nel romanzo è descritto come biondo e
di pelle bianca, nel film è invece afroamericano. Differenze si
ritrovano poi nella donna che John vuole
vendicare. Se nel film Senza
rimorso è la moglie, nel romanzo – dove John non è
sposato – una corriera della droga di nome Pam, di cui John si
innamora.
Diversa è anche la
missione a partire dal quale si svolge il racconto. Nel
film John Kelly e il suo gruppo di Navy SEAL pensano di avere a che
fare con un gruppo paramilitare pro-Assad, ma dopo averli uccisi,
scoprono che i colpevoli sono in realtà dell’esercito russo. Nel
romanzo, invece, l’obiettivo è il colonnello dell’aeronautica Robin
Zacharias, in possesso di informazioni altamente riservate. Ma
prima che possa essere recuperato, il colonnello sovietico Nikolay
Grishanov lo giustizia, provocando attriti tra i due Paesi.
Sempre per quanto riguarda la
missione, diverso è il modo in cui John viene reclutato per
essa. Nel film ciò avviene quando egli viene rilasciato
dalla prigione e portato in una stanza dove incontra Greer, Ritter
e Clay, con quest’ultimo che lo recluta. Nel romanzo, invece, John
viene avvicinato da un funzionario del governo per un’operazione
speciale, che egli decide di accettare. Sia nel film che nel libro,
però, ad un certo punto la missione viene
compromessa.
Nel film ciò avviene quando le
operazioni della CIA stanno pianificando un salto HALO in
territorio russo. Sebbene stiano volando su un jet passeggeri per
evitare di essere scoperti, un caccia russo li individua e li
abbatte. Nel libro, invece, è una talpa del KGB a informare i
sovietici di una possibile missione di salvataggio in Vietnam.
Nonostante la battuta d’arresto, John riesce comunque a catturare
il generale russo che sta dietro alla prigionia degli ostaggi di
guerra americani.
Infine, sebbene all’inizio sembri un
alleato di John, il Segretario alla Difesa Thomas
Clay si rivela essere un agente corrotto. È lui che ha
rivelato l’identità dei Navy Seals e ha permesso ai mercenari russi
di attaccarli nelle loro case. La sua missione era quella di
provocare una guerra tra Russia e America. Secondo lui, gli
americani erano divisi e solo la guerra poteva unirli. Nel libro,
invece, ad essere corrotto è il tenente Mark
Charon.
L’ultima differenza si ritrova nella
finta morte che John inscena. Nel film ciò avviene
dopo aver ottenuto una confessione dal Segretario della Difesa
Thomas Clay. Si lancia con la sua auto nel fiume Potomac, annegando
Clay, prima di uscire a nuoto e fuggire. Presunto morto, Greer gli
dà una nuova identità e il suo nome cambia da John Kelly a
John Clark. Nel romanzo, invece, egli inscena la
sua morte rovesciando la barca dove si trova e sfuggendo così alla
cattura.
Il trailer di Senza
rimorso e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di Senza
rimorso grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi
di Infinity+ e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 6
giugno alle ore 21:20 sul canale
Italia 1.
Senza rimorso (Without
Remorse) termina con il capo dei Navy SEAL John Kelly
(Michael
B. Jordan) che scopre chi c’è dietro una cospirazione
internazionale volta a scatenare una guerra tra Stati Uniti e
Russia. Di conseguenza, John Kelly “muore” e assume la nuova
identità di John Clark, diventando un agente segreto della Central
Intelligence Agency. Diretto da Stefano Sollima, Senza rimorso
(Without Remorse)è basato sul romanzo di
Tom Clancy del 1993, ma il film è un reboot e racconta le origini
di John Kelly/Clark nell’universo cinematografico di Jack Ryan.
Il terzo atto di Senza
rimorso (Without Remorse,
la nostra recensione) è una sparatoria
ultraviolenta a Murmansk, in Russia, dove l’obiettivo di John
Kelly, Victor Rykov (Brett Gelman), rivela che entrambi sono stati
usati come pedine nella cospirazione che ha avuto origine a
Washington D.C. Rykov si suicida come previsto, costringendo Kelly
e la sua squadra, tra cui il tenente comandante Karen Greer (Jodie
Turner-Smith), a ingaggiare uno scontro a fuoco con la polizia
russa. Kelly è riuscito a creare un diversivo che ha permesso a
Greer e alla squadra di recupero di fuggire, mentre John, ferito,
ha dovuto combattere per uscire dal condominio e raggiungere il
punto di incontro. Dopo che tutti sono riusciti a mettersi in
salvo, Kelly ha capito che l’agente della CIA Robert Ritter (Jamie
Bell), che aveva sospettato per tutto il film, non era affatto suo
nemico. Ritter ha quindi organizzato una copertura secondo cui
Kelly sarebbe morto in Russia, in modo che John potesse tornare a
Washington e affrontare il vero mandante del complotto: il
segretario alla Difesa Thomas Clay (Guy Pearce).
Pur portando il marchio di fabbrica
di Tom Clancy e Jack Ryan in fatto di geopolitica e intrighi
internazionali, Senza rimorso (Without Remorse) è molto
più incentrato su scene d’azione violente e spietate. La trama
banale del film passa in secondo piano rispetto alle sparatorie e
alle scazzottate in cui John Kelly subisce (e infligge) punizioni
disumane nella sua ricerca della verità.
Di conseguenza, la maggior parte
della cospirazione di Senza rimorso (Without
Remorse) viene spiegata dai personaggi alla fine del
film e, sebbene la trama non sia complessa o completamente
sviluppata, presenta idee intriganti che spiegano abilmente perché
John Kelly decide di diventare un “fantasma” e un agente ribelle di
nome John Clark.
Il segretario Clay voleva
scatenare una guerra tra Stati Uniti e Russia
Il segretario Clay ha orchestrato
tutti i tragici eventi di Senza rimorso (Without Remorse).
Clay ha influenzato la CIA affinché lo aiutasse ad aumentare le
tensioni tra gli Stati Uniti e la Russia, nella speranza di
scatenare una guerra. Non è chiaro se Clay si sarebbe accontentato
di un’altra guerra fredda o se volesse un vero e proprio conflitto
militare tra le due superpotenze, ma era fermamente convinto che
gli Stati Uniti e il loro popolo avessero bisogno di un nemico
altrettanto potente “in grado di minacciare la loro
libertà”. La logica di Clay secondo cui l’attuale clima
politico vede metà del Paese considerare l’altra metà come nemica è
un commento sociale tagliente sulle tensioni reali negli Stati
Uniti, e il Segretario era fermamente convinto che la soluzione
fosse quella di tornare indietro di decenni, quando l’America era
unita contro i russi (che all’epoca erano l’Unione Sovietica).
All’inizio di Senza rimorso
(Without Remorse), la squadra SEAL di John Kelly è stata
creata dalla CIA in Siria quando Ritter ha mentito loro dicendo che
i combattenti nemici durante la loro missione di estrazione erano
russi. A Kelly e Greer era stato detto che stavano combattendo
contro i siriani, non contro i russi, ma faceva tutto parte di un
piano più grande. L’attacco ai russi in Siria ha provocato una
risposta, che ha visto i russi guidati da Victor Rykov uccidere i
compagni di squadra di Kelly, Rowdy (Luke Mitchell) e Webb (Cam
Gigandet), oltre ad attaccare Kelly a casa sua, causando l’omicidio
della moglie incinta Pam (Lauren London). Questo ha spinto Kelly in
una sanguinosa missione di vendetta, durante la quale ha scoperto
che l’assassino solitario fuggito da casa sua era Victor Rykov.
Tuttavia, quando Kelly lo ha rintracciato a Murmansk, Rykov ha
rivelato di essere in realtà un agente della CIA, quindi l’attacco
alla squadra e alla famiglia di Kelly faceva parte dell’operazione
della CIA ordinata dal segretario Clay.
Come Victor Rykov faceva parte
del piano del segretario Clay e della vendetta di John
Kelly
Lo scopo di attirare Kelly a
Murmansk con Rykov come esca era quello di provocare un incidente
internazionale in cui i soldati americani avrebbero inscenato un
attacco sul suolo russo, alimentando ulteriormente le tensioni tra
Stati Uniti e Russia e favorendo così il piano di Clay di scatenare
una guerra tra i due paesi. Ancor prima che Kelly e la sua squadra
arrivassero a Murmansk, Clay aveva informato i russi tramite la CIA
che l’aereo che trasportava Kelly, camuffato da volo commerciale,
era in rotta, in modo che i russi potessero abbatterlo. Quando
Kelly e la sua squadra sono sopravvissuti, la fase successiva
prevedeva che Rykov li attirasse nell’appartamento e poi si
uccidesse con un giubbotto esplosivo, scatenando la reazione della
polizia russa. Ma Clay non aveva previsto che Kelly e tutta la sua
squadra sarebbero sopravvissuti, né che Ritter avrebbe ricostruito
il piano del Segretario e aiutato Kelly.
Ritter ha dato a Kelly un borsone
pieno di soldi e il rapporto ufficiale suo e di Greer ha dichiarato
che John è stato ucciso in azione a Murmansk. Ora che è un
“fantasma”, Kelly è tornato a Washington D.C. e ha rapito il
segretario Clay per costringerlo a confessare, registrando
segretamente la confessione. Kelly ha poi guidato il suo SUV nel
fiume Potomac in modo che Clay annegasse mentre Greer salvava John.
Al “funerale” di Kelly, gli “atti di tradimento” di Clay furono
rivelati pubblicamente, così John Kelly riuscì a impedire la guerra
tra gli Stati Uniti e la Russia voluta da Clay.
John Kelly è “morto” ed è
diventato John Clark
Alla fine di Senza rimorso
(Without Remorse), il tenente comandante Greer diede a John
la sua nuova identità falsa rilasciata dalla CIA e l’Agenzia gli
diede il nome poco creativo di John Clark. Ufficialmente, John
Kelly è morto a Murmansk e ha avuto un funerale di Stato. John
Clark è ora un agente delle operazioni segrete della CIA che opera
senza alcuna carica ufficiale. Ma senza più una famiglia, questo è
il futuro che Clark ha scelto perché gli permette di lavorare per
fermare ulteriori complotti da parte di uomini al potere come il
segretario Clay. Quando Kelly e Clay erano sul fondo del Potomac,
John ha fatto un sogno in cui diceva addio a Pam e alla sua vecchia
vita per sempre.
John Kelly era un patriota che
credeva nel contratto che aveva firmato quando si era arruolato in
Marina, in cui si impegnava a difendere il suo Paese. Gli eventi di
Senza rimorso (Without Remorse) hanno distrutto la
fiducia di John negli Stati Uniti, che lo hanno usato come una
pedina. Quando era a caccia di Victor Rykov, credeva che il russo
fosse un potente membro dell’FSB (il servizio di sicurezza federale
russo e successore del KGB). Kelly rimase scioccato nell’apprendere
che anche Rykov era della CIA e che entrambi erano pedine. John
immaginava di essere “una pedina a caccia di un re” quando
dava la caccia a Rykov, ma con l’aiuto di Ritter e Greer, Kelly
capì che il “re” che avrebbe dovuto dare la caccia fin
dall’inizio era il segretario Clay.
Il ruolo di Robert Ritter e come
è diventato direttore della CIA
Guy Pearce in Senza Rimorso
Senza rimorso (Without
Remorse) ha palesemente usato Robert Ritter come diversivo.
Dato che nascondeva dei segreti a John Kelly, che non si fidava di
Ritter, il pubblico doveva sospettare che fosse lui il grande
cattivo che tirava le fila. Ma sebbene Ritter fosse subdolo e
manipolatore, era anche a conoscenza degli eventi loschi che
stavano accadendo tra la CIA e il Dipartimento della Difesa guidato
dal Segretario Clay, ma ha taciuto fino a quando non ha raccolto
abbastanza informazioni. Ritter era anche intenzionato a scalare la
gerarchia della CIA e sapeva come manipolare gli eventi per
assicurarsi la promozione al vertice dell’Agenzia.
Ritter non è salito sull’aereo per
la Russia con Kelly, Greer e la loro squadra di recupero perché
sapeva che la CIA aveva organizzato l’abbattimento dell’aereo.
Ritter ha viaggiato separatamente in Russia e ha reclutato agenti
pagati per trovare Rykov, poiché si aspettava che la squadra di
Kelly fosse morta. Quando Kelly è apparso e ha accusato Ritter di
essere un traditore, l’agente della CIA ha capito che c’era
qualcos’altro sotto e che Rykov non era il vero obiettivo
dell’operazione. Dopo che la squadra di estrazione di Kelly è
sopravvissuta allo scontro a fuoco con la polizia russa, Ritter ha
capito chi erano davvero i buoni e ha avuto la conferma che Clay
era dietro a tutto. Ritter ha organizzato il trasporto negli Stati
Uniti e ha inventato la storia della morte di John Kelly in Russia
per poter ottenere la confessione di Clay. Ritter ha poi sfruttato
la registrazione di Clay per “un favore”: la sua promozione
a direttore della CIA.
La scena a metà dei titoli di coda di Senza rimorso si
svolge un anno dopo. John Clark incontra Ritter al Washington
Memorial e si congratula con lui per la sua promozione a direttore
della CIA. Clark rivela poi di aver riflettuto sugli eventi
dell’anno precedente e John gli espone la sua nuova idea per
impedire che Clay possa agire di nuovo: “una squadra
antiterrorismo multinazionale composta da personale statunitense,
britannico e NATO selezionato con cura, con il pieno sostegno dei
servizi segreti nazionali”. Clark intende guidare questa nuova
squadra, che ha chiamato Rainbow per motivi “personali”, e
annuncia la sua intenzione di presentare il piano al presidente,
chiedendo tacitamente a Ritter il sostegno della CIA.
Questo colpo di scena è
un’anticipazione diretta del sequel di Without Remorse,
Rainbow Six. Il produttore Akiva Goldsman aveva in mente di
realizzare due film su John Clark, in modo che Without
Remorse fosse il preludio di Rainbow Six, e Michael B.
Jordan ha firmato per recitare in entrambi. È probabile che Jamie
Bell e Jodie Turner-Smith riprenderanno i ruoli di Robert Ritter e
del tenente comandante Greer in Without Remorse anche
in Rainbow Six. Ma vista la squadra proposta da
Clark, i fan di Tom Clancy possono anche aspettarsi un gruppo
internazionale completamente nuovo di agenti speciali che
sosterranno John Clark in Rainbow Six.
Prime Video ha diffuso il trailer
ufficiale di Senza
Rimorso di Tom Clancy, l’atteso film con
Michael B. Jordan. Prodotto da Akiva
Goldsman, Josh Appelbaum, André Nemec, Michael B. Jordan. Nel cast
anche Jamie Bell, Jodie Turner-Smith, Lauren London, Brett Gelman,
Jacob Scipio, Jack Kesy, Colman Domingo, Todd Lassance, Cam
Gigandet, Luke Mitchell e Guy Pearce. Il film è diretto da Stefano
Sollima e scritto da Taylor Sheridan and Will Staples.
Prime Video ha diffuso il nuovo trailer
ufficiale di Senza
Rimorso di Tom Clancy, l’atteso film con
Michael B. Jordan. Prodotto da Akiva
Goldsman, Josh Appelbaum, André Nemec, Michael B. Jordan. Nel cast
anche Jamie Bell, Jodie Turner-Smith, Lauren London, Brett Gelman,
Jacob Scipio, Jack Kesy, Colman Domingo, Todd Lassance, Cam
Gigandet, Luke Mitchell e Guy Pearce. Il film è diretto da Stefano
Sollima e scritto da Taylor Sheridan and Will Staples.
Senza
Rimorso (Tom Clancy’s Without Remorse) ha una
scena a metà dei titoli di coda che prepara il terreno per un
sequel, Rainbow Six. Tratto dal romanzo di Tom Clancy,
Without Remorse vede Michael B. Jordan nei panni del Senior Chief
John Kelly, un membro d’élite dei Navy SEAL che è uno dei
personaggi più popolari dell’universo di Jack Ryan di Tom Clancy. Without Remorse è la
storia delle origini di John Kelly, che riporta il pericoloso
agente operativo nell’attuale tumultuoso scenario geopolitico.
Dopo che Kelly e la sua squadra
SEAL, sotto il comando del tenente comandante Karen Greer (Jodie
Turner-Smith), salvano un agente della CIA da ex soldati russi in
Siria, la famiglia di John e i membri della sua unità vengono presi
di mira per essere assassinati. La moglie incinta di Kelly, Pam
(Lauren London), viene uccisa, spingendo John in una spirale di
vendetta. Kelly scopre che un russo di nome Victor Rykov (Brett
Gelman) ha guidato l’attacco alla sua casa. Con il supporto
dell’agente della CIA Robert Ritter (Jamie Bell) e del Segretario
alla Difesa Thomas Clay (Guy Pearce), Kelly e Greer guidano una
missione a Murmansk, in Russia, per estrarre Rykov. Tuttavia,
cadono in una trappola e riescono a malapena a scappare. Kelly poi
mette insieme i pezzi del puzzle e capisce che il segretario Clay
era la mente dietro tutto questo e che stava cercando di provocare
una nuova guerra tra gli Stati Uniti e la Russia. Kelly rapisce
Clay e lo costringe a confessare prima di assicurarsi la morte del
segretario. Ma Kelly viene dato per morto in azione in Russia,
quindi diventa “un fantasma” e la CIA procura una nuova
identità al Navy SEAL ribelle: John Clark.
La scena a metà dei titoli di coda
di Without Remorse si svolge un anno dopo, quando Robert
Ritter incontra John Clark nei pressi del Washington Memorial.
Ritter ha usato la confessione estorta da John al segretario Clay
per smascherarne la corruzione e sfruttarla per diventare il nuovo
direttore della CIA. Dopo che Clark si è congratulato con Ritter
per la sua promozione, gli ha presentato la sua nuova idea per
impedire che ciò che ha fatto Clay si ripeta:
“una squadra antiterrorismo
multinazionale composta da personale statunitense, britannico e
NATO selezionato con cura, con il pieno sostegno dei servizi
segreti nazionali”. Clark vuole che la sua nuova squadra abbia il
nome in codice Rainbow per motivi “personali” e, naturalmente,
vuole dirigerla e presentare la sua idea al presidente. Questo è un
preludio diretto al sequel, Rainbow Six.
Michael B. Jordan ha firmato per due
film in cui interpreta John Kelly/Clark e Rainbow Six è
sempre stato il sequel previsto. Il piano del produttore Akiva
Goldsman era quello di utilizzare Without Remorse per
presentare le origini di John Kelly e la sua trasformazione in John
Clark, che avrebbe portato direttamente a Rainbow Six. Il
sequel avrebbe adattato il romanzo Rainbow Six di Tom Clancy
del 1998, che ha avuto spin-off e adattamenti per videogiochi.
Rainbow Six avrebbe continuato la serie di film su John
Clark incentrati su una squadra antiterroristica multinazionale che
sventa complotti contro gli Stati Uniti, mentre i romanzi di Jack
Ryan erano più incentrati sulla politica nazionale, anche se sia i
film di Jack Ryan che la serie Amazon Jack Ryan con
John Krasinski coinvolgono complotti terroristici e Ryan in
azione.
Ci vorranno alcuni anni prima che
Rainbow Six arrivi nei cinema (o su Amazon Prime, come ha
fatto Without Remorse). È anche troppo presto per dire
quanto Rainbow Six sarà fedele al libro di Tom Clancy, anche
se è probabile che si discosterà in modo significativo dal
materiale originale, come ha fatto Without Remorse. I punti
di forza di Without Remorse erano l’attenzione
all’azione mozzafiato e l’interpretazione intensamente viscerale di
Michael B. Jordan nei panni di John Kelly, quindi ci si può
aspettare che Rainbow Six aumenti l’azione ora che John
Clark sarà circondato dalla sua squadra appositamente selezionata
nel sequel.
Ecco il trailer di Senza
Prove, il film di Béatrice Pollet con
Maud Wyler e Géraldine Nakache in
anteprima a
C-MOVIE FILM FESTIVAL. Senza Prove arriverà al
cinema in Italia dal 21 marzo distribuito da Kitchenfilm.
Senza Prove, la trama
Claire e Sophie hanno studiato
insieme e sono entrambe avvocate. Claire è felicemente sposata con
Thomas e hanno due figlie. Ma la loro vita viene sconvolta, quando
la polizia trova vicino alla loro casa, un neonato che si ritiene
sia di Claire. Sophie costruisce la sua difesa, anche se Claire
sostiene di non aver né visto né sentito che era di nuovo
incinta, ma come può non essersene accorta? L’essenza della
maternità diventa presto Il fulcro del caso.
Guarda tre clip del
film Senza nessuna pietà, il
film prodotto e interpretato da Pier Francesco
Favino e diretto dall’esordiente Michele
Alahique. Nel cast anche Greta Scarano,
Claudio Gioè, Adriano Giannini e Ninetto
Davoli.
Il film, che uscirà l’11 settembre,
parla della vita di Mimmo, un uomo che vorrebbe fare solo il
muratore, perché gli piace più costruire palazzi che rompere ossa.
Invece recuperare crediti, con le cattive, è parte integrante del
suo mestiere, almeno secondo il signor Santili, suo zio nonché
datore di lavoro. Mimmo vive in un mondo feroce dove si rispettano
regole e ruoli, se si vuol tirare a campare senza problemi: giusto
o sbagliato che sia, è l’unico mondo che conosce. Tutto cambia
quando nella sua vita irrompe Tania, una ragazza bellissima che il
Roscio, il suo migliore amico, ha “rimediato” come intrattenimento
per Manuel, il figlio di Santili. Costretti da un imprevisto a
passare la notte insieme, Mimmo e Tania si scopriranno uniti dal
bisogno di sentirsi amati e dalla voglia di sfuggire a un destino
già segnato. Ma non si può sperare in una nuova vita senza fare i
conti con la vecchia.
Arriva il teaser trailer del
film Senza Nessuna Pietà prodotto e
interpretato da Pier Francesco Favino e diretto
dall’esordiente Michele Alahique. La
pellicola che sarà presentata a Venezia
71 e che vede nel cast anche Greta
Scarano, Claudio Gioè, Adriano Giannini e Ninetto
Davoli.
Uscirà l’11 Settembre 2014 distribuito da Bim.
Mimmo vorrebbe fare solo il
muratore, perché gli piace più costruire palazzi che rompere ossa.
Invece recuperare crediti, con le cattive, è parte integrante del
suo mestiere, almeno secondo il signor Santili, suo zio nonché
datore di lavoro. Mimmo vive in un mondo feroce dove si rispettano
regole e ruoli, se si vuol tirare a campare senza problemi: giusto
o sbagliato che sia, è l’unico mondo che conosce. Tutto cambia
quando nella sua vita irrompe Tania, una ragazza bellissima che il
Roscio, il suo migliore amico, ha “rimediato” come intrattenimento
per Manuel, il figlio di Santili. Costretti da un imprevisto a
passare la notte insieme, Mimmo e Tania si scopriranno uniti dal
bisogno di sentirsi amati e dalla voglia di sfuggire a un destino
già segnato. Ma non si può sperare in una nuova vita senza fare i
conti con la vecchia.
Senza Nessuna
Pietà è l’esordio alla regia di lungometraggio dell’attore
Michele Alhaique, co-prodotto e magistralmente
interpretato da un Pierfrancesco Favino gigante, non solo nella
mole. Questo noir ambientato nella periferia romana è scritto e
girato intorno a lui – il regista sceglie di stare attaccato agli
attori fino a riprenderne i minimi particolari – cogliendone al
massimo l’espressività, amplificando la valenza di ogni momento, ma
soprattutto rendendo il senso di oppressione cui il protagonista è
sottoposto. La camera a mano lo avvolge, facendo sentire il peso
della mole, la fatica del respiro, che non sono solo fisici, ma
specchio di una condizione psicologicamente pesante, non più
sopportabile. Le altre interpretazioni sono anch’esse molto valide:
dalla protagonista femminile Greta Scarano alle
ottime caratterizzazioni di Claudio Gioè (amico di
Mimmo) e Adriano Giannini.
In Senza Nessuna
Pietà Mimmo (Pierfrancesco
Favino) è un omone di mezza età che, oltre a fare il
manovale, fa il lavoro sporco per conto dello zio imprenditore e
usuraio (Ninetto Davoli), mentre il figlio di
questi, Manuel (Adriano
Giannini), si dà alla bella vita. Mimmo è ormai stanco
di questa situazione, quando viene incaricato di andare a prendere
una ragazza, Tania (Greta Scarano), destinata ad
allietare una delle tante feste di Manuel. Quest’incontro dà a
Mimmo la forza di ribellarsi alla famiglia e spinge anche Tania a
rompere con la vecchia vita.
Senza Nessuna Pietà, il film
Tuttavia, soggetto e sceneggiatura
sono altalenanti tra buoni spunti – una storia di riscatto e
sentimenti, uno sguardo acuto alle periferie e al disagio
esistenziale – e incongruenze che coadiuvano le svolte narrative,
ma non rendono un buon servizio ai personaggi. Specie al
protagonista: un gigante buono, un animo sensibile costretto alla
violenza e al crimine da un mondo “senza nessuna pietà”. A tratti
consapevole e avvertito rispetto al mondo che lo circonda e che
conosce bene; a tratti troppo ingenuo. Un po’ paterno – accenti
delicati, toccanti e ironici ha il legame tra lui e Tania, fatto di
affetto e istinto di protezione, ma percorso da una sottile vena di
sensualità – un po’ bambinone, ma a volte esagerato in entrambi gli
aspetti. Alcune sue azioni sono difficilmente spiegabili e stridono
con un personaggio che vuole darsi una seconda possibilità. Un paio
di ingenuità, utili a far procedere l’intreccio, ma poco
comprensibili, riguardano anche altri personaggi.
Uno sviluppo narrativo facilmente
intuibile non giova e rende meno efficace l’altra metafora visiva
che percorre il lavoro: ampi spazi, mare e cielo, si sostituiscono
ai palazzoni di periferia, ma è subito chiaro che quell’orizzonte
di libertà difficilmente si spalancherà di fronte al protagonista.
Un’interpretazione da non perdere, tra luci e ombre di un esordio
comunque promettente per un regista di talento, che speriamo di
vedere ancora all’opera. Senza Nessuna Pietà è
nelle sale, dopo il passaggio a Venezia nella sezione
Orizzonti.
Senza Nessuna
Pietà è l’unico film italiano nella
Selezione Ufficiale della 71°Mostra Internazionale D’arte
Cinematografica di Venezia
aconcorrere per il Leone del Futuro –
Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”. Il film è diretto
da Michele Alhaique e vede nel cast
Pierfrancesco Favino, Claudio Gioè, Greta Scarano, Iris
Peynado, Adriano Giannini, Ninetto Davoli.
Di seguito le foto ufficiali del
film:
[nggallery id=975]
A Mimmo piace molto di più
costruire che rompere ossa. Vorrebbe fare solo il muratore, ma gli
tocca anche fare recupero crediti tra i palazzoni dei quartieri
alla periferia di Roma. Lavora per suo zio, il signor Santili, che
ama e rispetta come un padre. Non sopporta invece Manuel Santili,
suo cugino, viziato e arrogante. E l’avversione è reciproca. Il
Roscio, che sarebbe il suo migliore amico se fosse davvero amico di
qualcuno, e la mezza dozzina di dipendenti della ditta completano
la famiglia. È un mondo con regole e gerarchie chiare, dove chi non
sbaglia ha la pagnotta assicurata e qualche extra. Giusto o
sbagliato, è l’unico mondo che Mimmo abbia mai conosciuto.
Tutto cambia quando nella sua vita
irrompe Tania. È bellissima, giovane e ha capito da un pezzo che
nella vita deve arrangiarsi da sola. Sa che gli uomini sono pronti
a spendere per averla e ne approfitta. Costretti da un imprevisto a
passare una notte e un giorno insieme, Mimmo e Tania si
ritroveranno uniti dal bisogno di sentirsi amati e dalla voglia di
fuggire a un destino già segnato.
Grazie a Bim Distribuzione
siamo in grado di mostrarvi due trailer
di Senza Nessuna Pietà, il
film prodotto e interpretato da Pier Francesco
Favino e diretto dall’esordiente Michele
Alahique.
La pellicola sarà presentata in questi giorni
a Venezia 71 e vede nel cast
anche Greta Scarano, Claudio Gioè, Adriano
Giannini e Ninetto Davoli.
Il film, che uscirà l’11 settembre, parla della vita di Mimmo,
un uomo che vorrebbe fare solo il muratore, perché gli piace più
costruire palazzi che rompere ossa. Invece recuperare crediti, con
le cattive, è parte integrante del suo mestiere, almeno secondo il
signor Santili, suo zio nonché datore di lavoro. Mimmo vive in un
mondo feroce dove si rispettano regole e ruoli, se si vuol tirare a
campare senza problemi: giusto o sbagliato che sia, è l’unico mondo
che conosce. Tutto cambia quando nella sua vita irrompe Tania, una
ragazza bellissima che il Roscio, il suo migliore amico, ha
“rimediato” come intrattenimento per Manuel, il figlio di Santili.
Costretti da un imprevisto a passare la notte insieme, Mimmo e
Tania si scopriranno uniti dal bisogno di sentirsi amati e dalla
voglia di sfuggire a un destino già segnato. Ma non si può sperare
in una nuova vita senza fare i conti con la vecchia.