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Shōgun 1×06: trailer e trama dal sesto episodio

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Shōgun 1×06: trailer e trama dal sesto episodio

Dopo il quinto episodio FX ha diffuso il promo e la trama di Shōgun 1×06, il sestto atteso episodio della nuova serie evento Shōgun (recensione) che ha debuttato su Disney+.

In Shōgun 1×06 che si intitolerà “Ladies of the Willow World” Lady Ochiba ritorna a Osaka per accelerare la campagna dei Reggenti contro Toranaga. Ad Ajiro, Toranaga mette alla prova la lealtà di Mariko alla sua causa. Shōgun 1×06 è scritto da Maegan Houang e diretto da Hiromi Kamata.

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Di Cosa parla Shōgun?

La serie Shōgun si avvale di un acclamato cast giapponese, senza precedenti per una produzione americana, tra cui Tadanobu Asano nel ruolo di “Kashigi Yabushige”, un noto traditore e stretto alleato di Toranaga; Hiroto Kanai nei panni di “Kashigi Omi”, il giovane leader del villaggio di pescatori dove viene trovata la nave di Blackthorne; Takehiro Hira nel ruolo di “Ishido Kazunari”, un potente burocrate che è il principale rivale di Toranaga; Moeka Hoshi in quello di “Usami Fuji”, una vedova che deve trovare un nuovo scopo nel mezzo della guerra del suo signore; Tokuma Nishioka nel ruolo di “Toda Hiromatsu”, il generale fidato e il più caro amico di Toranaga;

Shinnosuke Abe nei panni di “Toda Hirokatsu” (“Buntaro”), il marito geloso di Mariko; Yuki Kura in quelli di “Yoshii Nagakado”, lo sfacciato figlio di Toranaga che ha un forte desiderio di mettersi in gioco; Yuka Kouri nel ruolo di “Kiku”, una cortigiana rinomata in tutto il Giappone per la sua abilità artistica e Fumi Nikaido nel ruolo di “Ochiba no Kata”, la venerata madre dell’erede che non si fermerà davanti a nulla pur di porre fine a Toranaga e alla sua minaccia al potere del figlio.

Shōgun è stata creata per la televisione da Rachel Kondo e Justin Marks, con Marks in veste di showrunner e produttore esecutivo insieme a Michaela Clavell, Edward L. McDonnell, Michael De Luca e Kondo. La serie è prodotta da FX Productions.

Shōgun 1×05: promo e trama dal quinto episodio “Broken to the Fist”

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Dopo il quarto episodio FX ha diffuso il promo e la trama di Shōgun 1×05, il quinto atteso episodio della nuova serie evento Shōgun (recensione) che ha debuttato su Disney+.

In Shōgun 1×05 che si intitolerà “Broken to the Fist” Blackthorne e Mariko lottano per contenere il segreto che potrebbe farli uccidere entrambi. Yabushige cerca la spia che ha tradito le sue intenzioni a Lord Toranaga. Scritto da Matt Lambert; Diretto da Frederick Toye.

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Di Cosa parla Shōgun?

La serie Shōgun si avvale di un acclamato cast giapponese, senza precedenti per una produzione americana, tra cui Tadanobu Asano nel ruolo di “Kashigi Yabushige”, un noto traditore e stretto alleato di Toranaga; Hiroto Kanai nei panni di “Kashigi Omi”, il giovane leader del villaggio di pescatori dove viene trovata la nave di Blackthorne; Takehiro Hira nel ruolo di “Ishido Kazunari”, un potente burocrate che è il principale rivale di Toranaga; Moeka Hoshi in quello di “Usami Fuji”, una vedova che deve trovare un nuovo scopo nel mezzo della guerra del suo signore; Tokuma Nishioka nel ruolo di “Toda Hiromatsu”, il generale fidato e il più caro amico di Toranaga;

Shinnosuke Abe nei panni di “Toda Hirokatsu” (“Buntaro”), il marito geloso di Mariko; Yuki Kura in quelli di “Yoshii Nagakado”, lo sfacciato figlio di Toranaga che ha un forte desiderio di mettersi in gioco; Yuka Kouri nel ruolo di “Kiku”, una cortigiana rinomata in tutto il Giappone per la sua abilità artistica e Fumi Nikaido nel ruolo di “Ochiba no Kata”, la venerata madre dell’erede che non si fermerà davanti a nulla pur di porre fine a Toranaga e alla sua minaccia al potere del figlio.

Shōgun è stata creata per la televisione da Rachel Kondo e Justin Marks, con Marks in veste di showrunner e produttore esecutivo insieme a Michaela Clavell, Edward L. McDonnell, Michael De Luca e Kondo. La serie è prodotta da FX Productions.

Shōgun 1×04: trailer e trama dal terzo atteso episodio

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Shōgun 1×04: trailer e trama dal terzo atteso episodio

FX ha diffuso il trailer e la trama di Shōgun 1×04, il quarto atteso episodio della nuova serie evento Shōgun (recensione) che ha debuttato su Disney+ la scorsa settimana.

In Shōgun 1×04 che si intitolerà “The Eightfold Fence” Stagione 1 Episodio 4 Promo – Blackthorne e Mariko mettono alla prova la loro nuova alleanza mentre addestrano il reggimento di armi di Toranaga per la guerra. Yabushige deve affrontare le sue promesse passate fatte a Ishido quando un vecchio amico arriva al villaggio.

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Di Cosa parla Shōgun?

La serie Shōgun si avvale di un acclamato cast giapponese, senza precedenti per una produzione americana, tra cui Tadanobu Asano nel ruolo di “Kashigi Yabushige”, un noto traditore e stretto alleato di Toranaga; Hiroto Kanai nei panni di “Kashigi Omi”, il giovane leader del villaggio di pescatori dove viene trovata la nave di Blackthorne; Takehiro Hira nel ruolo di “Ishido Kazunari”, un potente burocrate che è il principale rivale di Toranaga; Moeka Hoshi in quello di “Usami Fuji”, una vedova che deve trovare un nuovo scopo nel mezzo della guerra del suo signore; Tokuma Nishioka nel ruolo di “Toda Hiromatsu”, il generale fidato e il più caro amico di Toranaga;

Shinnosuke Abe nei panni di “Toda Hirokatsu” (“Buntaro”), il marito geloso di Mariko; Yuki Kura in quelli di “Yoshii Nagakado”, lo sfacciato figlio di Toranaga che ha un forte desiderio di mettersi in gioco; Yuka Kouri nel ruolo di “Kiku”, una cortigiana rinomata in tutto il Giappone per la sua abilità artistica e Fumi Nikaido nel ruolo di “Ochiba no Kata”, la venerata madre dell’erede che non si fermerà davanti a nulla pur di porre fine a Toranaga e alla sua minaccia al potere del figlio.

Shōgun è stata creata per la televisione da Rachel Kondo e Justin Marks, con Marks in veste di showrunner e produttore esecutivo insieme a Michaela Clavell, Edward L. McDonnell, Michael De Luca e Kondo. La serie è prodotta da FX Productions.

Shōgun 1×03: trailer e trama dal terzo atteso episodio

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Shōgun 1×03: trailer e trama dal terzo atteso episodio

FX ha diffuso il trailer e la trama di Shōgun 1×03, il terzo atteso episodio della nuova serie evento Shōgun (recensione) che ha debuttato su Disney+ la scorsa settimana.

In Shōgun 1×03 che si intitolerà “Tomorrow is Tomorrow” dopo che Blackthorne è sopravvissuto a uno sfacciato attentato, Toranaga capisce che deve traghettare i suoi alleati fuori da Osaka o rischiare una sconfitta certa. “Tomorrow is Tomorrow” è stato scritto da Shannon Goss; mentre alla regia si è seduto Charlotte Brändström.

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Di Cosa parla Shōgun?

La serie Shōgun si avvale di un acclamato cast giapponese, senza precedenti per una produzione americana, tra cui Tadanobu Asano nel ruolo di “Kashigi Yabushige”, un noto traditore e stretto alleato di Toranaga; Hiroto Kanai nei panni di “Kashigi Omi”, il giovane leader del villaggio di pescatori dove viene trovata la nave di Blackthorne; Takehiro Hira nel ruolo di “Ishido Kazunari”, un potente burocrate che è il principale rivale di Toranaga; Moeka Hoshi in quello di “Usami Fuji”, una vedova che deve trovare un nuovo scopo nel mezzo della guerra del suo signore; Tokuma Nishioka nel ruolo di “Toda Hiromatsu”, il generale fidato e il più caro amico di Toranaga;

Shinnosuke Abe nei panni di “Toda Hirokatsu” (“Buntaro”), il marito geloso di Mariko; Yuki Kura in quelli di “Yoshii Nagakado”, lo sfacciato figlio di Toranaga che ha un forte desiderio di mettersi in gioco; Yuka Kouri nel ruolo di “Kiku”, una cortigiana rinomata in tutto il Giappone per la sua abilità artistica e Fumi Nikaido nel ruolo di “Ochiba no Kata”, la venerata madre dell’erede che non si fermerà davanti a nulla pur di porre fine a Toranaga e alla sua minaccia al potere del figlio.

Shōgun è stata creata per la televisione da Rachel Kondo e Justin Marks, con Marks in veste di showrunner e produttore esecutivo insieme a Michaela Clavell, Edward L. McDonnell, Michael De Luca e Kondo. La serie è prodotta da FX Productions.

Shōgun – stagione 2: i creatori dicono che la creazione è un “caos creativo”

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A volte viene realizzata una serie la cui reazione da parte del pubblico i creatori non avrebbero mai potuto prevedere. Shōgun doveva inizialmente essere una serie limitata, ma dopo le entusiastiche recensioni del pubblico, FX ha deciso di espandere la narrazione e ha ordinato altre due stagioni.

Lo show è un forte candidato agli Emmy di quest’anno. Durante la promozione dell’evento FX FYC, The Hollywood Reporter ha incontrato i co-creatori Justin Marks, Rachel Kondo, il produttore esecutivo e la star Hiroyuki Sanada che hanno parlato di Shōgun – stagione 2.

Marks ha rivelato che la seconda stagione si addentrerà maggiormente nella storia e nei personaggi e sarà di conseguenza più cupa delle stagioni precedenti. La storia è strutturata come una narrazione in due stagioni e il vantaggio della terza stagione è che sanno che è la fine. La sfida è rappresentata dalla Stagione 2, di cui Marks ha parlato come tema,

Ci sono molte grandi teorie cospirative nella storia, molte teorie diverse sul fatto che ‘Oh, è stato detto che questo è successo, ma questo è successo davvero’, e questi piccoli angoli più oscuri sono ciò che ci è piaciuto molto esplorare. La terza stagione è davvero un finale. Sappiamo dove inizia e dove finisce, e sappiamo chi c’è in quel viaggio. Al momento ci stiamo concentrando sulla seconda parte per essere sicuri di arrivare a quel punto. Ma la seconda parte è, come i secondi capitoli, una sorta di capitolo più oscuro”.

Shōgun prende una direzione diversa

Shōgun costumi
Credit FX/Disney

I creativi hanno parlato delle prossime stagioni e di ciò che i fan possono aspettarsi quando la narrazione si espanderà oltre il libro di James Clavell. Kondo e Marks hanno rivelato che attualmente si trovano nelle prime fasi di pianificazione senza materiale di partenza. Kondo ha parlato di brainstorming di idee, dicendo,

No, c’è un sacco di caos, ma un caos creativo, in cui stiamo lanciando tutto quello che abbiamo contro il muro, per vedere cosa si attacca. È stato eccitante e snervante perché, ovviamente, questo è un territorio inesplorato: non abbiamo una tabella di marcia, abbiamo solo la storia“.

La coppia di coniugi si è recata di recente in Giappone per cercare di ricreare la mente di Clavell e scoprire come ha messo insieme idee e personaggi diversi. Stanno lavorando a stretto contatto con la proprietà di Clavell per capire “come curava, quali eventi, quali personaggi, quali personaggi si possono combinare in modo conveniente, questo tipo di cose che ti permettono di creare qualcosa di nuovo“, ha detto Kondo.

Sanada tornerà per la seconda stagione di Shōgun come protagonista e produttore esecutivo. Ha dichiarato che “mantenere la qualità è la cosa più importante per me” quando parla delle stagioni successive. “Non abbiamo più il romanzo di James Clavell, ma abbiamo imparato il suo spirito e il gusto della narrazione. Credo che tutto il suo DNA sia nei nostri corpi“, ha detto.

Shōgun – stagione 2: al via le riprese della seconda stagione

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Shōgun – stagione 2: al via le riprese della seconda stagione

Gina Balian, President, FX Entertainment, ha annunciato che le riprese della seconda stagione di Shōgun, la serie drama di successo mondiale di FX e Disney+ basata sull’omonimo romanzo di James Clavell, inizieranno a gennaio a Vancouver. Shōgun, il titolo più visto nella storia di FX, è prodotto da FX Productions.

Rachel Kondo e Justin Marks, creatori della serie televisiva, hanno di recente terminato i lavori nella writers’ room dedicata alla creazione di un capitolo completamente nuovo rispetto alla prima stagione, che era un adattamento originale del romanzo bestseller di James Clavell.

Nella prima stagione, Lord Yoshii Toranaga (Hiroyuki Sanada) ha lottato per la sua vita mentre i suoi nemici nel Consiglio dei Reggenti si coalizzavano contro di lui. Quando una misteriosa nave europea è stata trovata abbandonata in un villaggio vicino, il suo pilota inglese John Blackthorne (Cosmo Jarvis) ha condiviso con Toranaga segreti strategici che hanno ribaltato le sorti del potere in suo favore per vincere una guerra civile destinata a segnare un secolo.

La seconda parte di Shōgun è ambientata dieci anni dopo gli eventi della prima stagione e porta avanti la saga ispirata a fatti storici di questi due uomini provenienti da mondi diversi, i cui destini sono inevitabilmente intrecciati.

Marks e Kondo sono gli executive producer insieme a Michaela Clavell, Edward L. McDonnell e Michael De Luca. Hiroyuki Sanada, di ritorno nei panni di “Toranaga”, è stato promosso al ruolo di executive producer della seconda stagione. Cosmo Jarvis riprenderà a sua volta il ruolo di “Blackthorne” e sarà co-executive producer.

La prima stagione di Shōgun ha vinto 18 premi Emmy, stabilendo il record per il maggior numero di premi Emmy vinti da una sola stagione di una serie. È stata la prima serie di FX a vincere il premio nella categoria Miglior serie drama. Hiroyuki Sanada è diventato il primo attore giapponese a vincere un Emmy nella categoria Miglior attore protagonista in una serie drama, mentre Anna Sawai è entrata nella storia come la prima attrice di origine asiatica a vincere come Miglior attrice protagonista nella stessa categoria. La serie, diventata un fenomeno globale, ha ottenuto numerosi altri riconoscimenti, tra cui il Golden Globe Award nella categoria Miglior serie televisiva – Drama, AFI TV Program of the Year, e, tra gi altri, i premi più prestigiosi di SAG, WGA, DGA, PGA, TCA, the Independent Spirit Awards.

Shōgun – Episodio 9, recap: Mai mandare un esercito a fare il lavoro di una donna

Con l’episodio finale di Shōgun all’orizzonte, forse non dovrebbe sorprendere che la storia non abbia ancora finito di infliggere colpi narrativi strazianti. Dopo la perdita del generale più fidato di Toranaga (Hiroyuki Sanada), Toda Hiromatsu (Tokuma Nishioka), avvenuta nell’episodio della scorsa settimana, per non parlare della morte del figlio Nagakado (Yuki Kura) avvenuta la settimana precedente, sembra che il signore di Edo non abbia più molte carte da giocare, ma gli è stato concesso il vantaggio di avere più tempo a disposizione.

Come di consueto, Toranaga in Shōgun ha 49 giorni di tempo per elaborare il lutto di Nagakado in modo adeguato e, sebbene i suoi movimenti siano pesantemente monitorati dal fratellastro e nuovo reggente Saeki Nobutatsu (Eita Okuno), ciò non significa che non possa mettere in atto la fase successiva del suo piano generale. L’episodio di Shōgun di questa settimana, “Capitolo 9: Crimson Sky“, non si tratta di lanciare finalmente quella direttiva di guerra di cui abbiamo già sentito parlare tanto, e non segue una grande e sanguinosa battaglia che si svolge in campo aperto tra due fazioni opposte. Invece, Toranaga invia a Osaka quella che si rivela essere la sua arma migliore e più acuta: Lady Toda Mariko (Anna Sawai).

Chi ha familiarità con il romanzo da cui è tratto Shōgun di James Clavell conosce già l’esito della missione di Mariko, ma anche i punti fondamentali della trama impallidiscono di fronte all’avvincente viaggio emotivo che si svolge nel corso dell’Episodio 9. Questo penultimo episodio di Shōgun non è solo il canto del cigno di un personaggio amato dai fan, ma un’ode a qualcuno che è diventato essenziale per la narrazione, forse anche più di Blackthorne (Cosmo Jarvis) stesso. Grazie all’adattamento di Rachel Kondo e Justin Marks del famoso libro, Shōgun è diventata la storia di Mariko, e questa settimana si rivela una vetrina tanto per il personaggio stesso quanto per la straordinaria capacità della Sawai di lasciarci appesi a ogni sua parola.

Tutti a Osaka nell’episodio 9 di Shōgun

Dopo che l’episodio della scorsa settimana ha rivelato che a Mariko era stato chiesto di unirsi a Blackthorne e Yabushige (Tadanobu Asano) nel loro viaggio a Osaka, è chiaro che entrambi gli uomini sono stati lasciati all’oscuro del motivo per cui lei si trova lì. Mariko non ha intenzione di rivelare la vera motivazione della sua presenza e insiste sul fatto che è più conveniente per lei unirsi a loro sulla nave perché sono tutti diretti nello stesso posto.

L’atmosfera a Osaka è prevedibilmente tesa sulla base di quanto già sappiamo: Lord Ishido (Takehiro Hira) tiene le famiglie del Consiglio sotto chiave nel castello per costringere i Reggenti a rispettare ogni decisione presa da lui e da Ochiba (Fumi Nikaido). È un miracolo che qualcuno di loro riesca a dormire prima che Blackthorne e Yabushige vengano convocati per l’incontro con Ishido e il Consiglio la sera successiva. Ma nemmeno Yabushige può tentare di girare la situazione a suo favore, soprattutto dopo aver cercato di offrire Blackthorne e i suoi cannoni come dimostrazione della sua vera lealtà. È un azzardo, che non dà i suoi frutti quando Ishido li allontana rapidamente dalla sua presenza.

Tuttavia, si scopre che non sono gli unici a chiedere udienza a Ishido; Mariko viene annunciata poco dopo e inizialmente si dedica ai convenevoli necessari – congratulandosi con Ishido e Ochiba per il loro recente fidanzamento, ricordando con Ochiba il tempo trascorso insieme ad Azuchi da giovani ragazze. Ma poi rivela il vero motivo della sua visita: scortare personalmente a Edo la moglie di Toranaga, Kiri (Yoriko Dōguchi), nonché la sua consorte, Shizu (Mako Fujimoto), e il suo nuovo bambino.

Naturalmente, Ishido si affretta a ribadire che una cosa del genere non sarà permessa, soprattutto perché a Toranaga è stato ordinato di presentarsi a Osaka di lì a poche settimane. Mariko giura che lei e Toranaga torneranno il giorno in cui lui ha promesso di arrendersi, a meno che tutti gli abitanti della città non siano costretti a non muoversi. È una scommessa ancora più rischiosa di quella di Yabushige; per dovere, Mariko deve obbedire all’ordine del suo signore, Toranaga, e anche se la prigionia degli ostaggi di Ishido è nota in tutta Osaka, sarebbe disonorevole per lui ammettere che tutti sono tenuti nel castello contro la loro volontà. Ishido, tuttavia, sa bene che se ammette che nessuno è un ostaggio, gli altri Reggenti e le loro famiglie seguiranno presto l’esempio di Mariko uscendo di scena.

Mariko fa una scelta mortale nel 9° episodio di ‘Shōgun

È la prima volta che un episodio ci regala un’interpretazione da urlo della Sawai, che tiene tutti i presenti prigionieri della sua presenza e compostezza. Questi stessi tratti si rivelano essenziali quando Mariko, Kiri, Shizu e un piccolo contingente di samurai fedeli a Toranaga tentano di lasciare Osaka la mattina seguente. Anche se Mariko si muove apertamente per sfidare Ishido in modo potenzialmente mortale, è costretta a seppellire la devastante rivelazione che il suo stesso figlio, Ryûji (Yuua Yamanaka), sembra essere stato avvelenato contro di lei. L’uscita dalla città è accompagnata dalla consapevolezza che Ryûji ha promesso di disconoscerla come madre, eppure Mariko guida il gruppo attraverso i cancelli senza un solo intoppo, indipendentemente da quante frecce vengano scagliate ai suoi piedi.

Lo scontro con gli uomini di Ishido è inevitabile, soprattutto quando questi iniziano a sottolineare la necessità di un qualche tipo di permesso per poter partire, ma Mariko rimane impassibile, ordinando ai suoi guerrieri di uccidere chiunque cerchi di fermarli. Mentre gli uomini vengono abbattuti da entrambe le parti, diventa evidente che i sostenitori di Mariko stanno diminuendo sulla scia di un’altra ondata di combattenti di Ishido che si abbatte su di loro – il che induce la signora a imbracciare lei stessa una naginata nel tentativo di farsi strada. Ma l’ordine è solo quello di trattenere Mariko, non di ucciderla, per cui anche se la donna fa roteare la sua lancia, cercando di aprirsi un varco, incontra resistenza a ogni angolo. A poco a poco, la compostezza di Mariko comincia a crollare, le urla di sforzo e di disperazione le escono dalla gola, finché non perde l’equilibrio e crolla su se stessa.

Devastata, ma rassegnata, Mariko proclama a gran voce che, ora che le è stato impedito di fare il suo giuramento a Toranaga, non ha altra scelta che commettere seppuku entro il tramonto per protestare contro l’offesa. Al tramonto, la sua vita sarà persa, ma poiché il suicidio è un peccato mortale agli occhi della Chiesa, chiede che Lord Kiyama (Hiromoto Ida) sia il suo secondo nella questione. Più tardi, quel giorno, tutti pensano a ciò che sta per accadere. Gli altri Reggenti esprimono dubbi sul fatto che Mariko porterà a termine il suo voto, ma Ochiba fa notare con astuzia che la sua ex amica “morirebbe per liberarsi del disonore che l’ha oppressa” e, come conseguenza maggiore, “tutta Osaka sarà disonorata per averla lasciata morire”.

La storia tra queste due donne, l’infanzia che hanno condiviso come sorelle, le lascia in una posizione unica per capirsi come pochi altri – ed è per questo che, quando Blackthorne e il suo traduttore vengono convocati per un’udienza con l’erede di Taikō, si rivela una copertura per Mariko e Ochiba per parlare privatamente e onestamente. Gli anni trascorsi tra loro li hanno lasciati in una situazione di stallo, soprattutto quando Ochiba accusa Mariko di arrendersi a una “morte inutile”? Come Mariko ricorda con urgenza all’altra donna, tuttavia, Ochiba ha più potere in questa lotta, vista la sua posizione, e “accettare la morte non è arrendersi”.

Shiva Baby: trailer del film in arrivo su MUBI

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Shiva Baby: trailer del film in arrivo su MUBI

MUBI, la piattaforma di streaming globale, casa di produzione e di distribuzione di film, ha diffuso il trailer e la data di uscita dell’atteso debutto di Emma Seligman, Shiva Baby, disponibile solo su MUBI dall’11 giugno 2021.

Shiva Baby: la trama

Shiva Baby è una caustica commedia degli equivoci ambientata durante una giornata di shiva, la riunione ebraica di amici e familiari in un periodo di lutto, in cui la protagonista è una ragazza bisessuale alle prese con la tradizione ebraica e con il suo bisogno di indipendenza. Uno dei film più sorprendenti del Toronto International Film Festival e del South by Southwest del 2020. L’acclamato debutto della scrittrice-regista Emma Seligman, con la straordinaria performance dell’attrice emergente Rachel Sennott, è un film audace e moderno, il cinema nella sua forma più sfacciata, esilarante e indimenticabile.

Impreziosito dalla straordinaria performance nel ruolo di protagonista dell’attrice emergente e comica Rachel Sennott, Shiva Baby, l’acclamato film di debutto della scrittrice e regista Emma Seligman, vede anche la partecipazione di Molly Gordon (Booksmart), Polly Draper (Billions, The Good Wife), Fred Melamed (Wandavision, The Morning Show, A Serious Man) e Dianna Agron (Berlin, I Love You, Glee).

Le musiche sono composte dall’eclettica polistrumentista Ariel Marx (Ted Bundy: Falling For a Killer). Emma Seligman, originaria di Toronto, vive a New York. Durante un corso in “Film & TV program” alla New York University ha scritto e diretto il cortometraggio Shiva Baby, su cui si basa il film omonimo. Presentato al South by Southwest nel 2018, è stato in concorso al Woodstock Film Festival, TIFF Next Wave Film Festival e al Palm Springs ShortFest.

Shiva Baby: recensione del film di Emma Salinger

Shiva Baby: recensione del film di Emma Salinger

Una giornata qualunque che diventa percorso formativo nel modo più bizzarro e carico di suspense possibile: Shiva Baby, primo lungometraggio della ventiseienne – e talentuosissima – Emma Seligman è letteralmente un “coming-of-age in a day”, di quelli frizzanti, imprevedibilmente caotici e totalmente prorompenti.

Shiva Baby: un film all’insegna del rituale come nuova consapevolezza identitaria

La cosiddetta shiva è, per la religione ebraica, la settimana di lutto durante la quale i partecipanti si radunano a casa di uno di loro, passando i festeggiamenti tra cibo in abbondanza e un chiacchiericcio di fondo irriducibile. Shiva Baby muove le fila appunto dalla morte di una lontana parente di Danielle, una zia il cui ricordo è piuttosto offuscato. Danielle si presenta in ritardo al funerale non perché presa dalla preparazione della laurea alla Columbia, bensì perché in compagnia del suo sugar daddy. Sebbene i genitori le paghino affitto e bollette, Danielle lavora come sugar baby: lo fa un po’ per levarsi degli sfizi, un po’ perché esplorare i suoi orizzonti sessuali con uomini più vecchi e affermati la diverte. L’impiego da sugar baby rivelerà tanto della personalità della giovanissima Danielle, interpretata da una spumeggiante Rachel Sennott. Danielle diventa adulta, o perlomeno capisce di doverlo diventare, nel giro di ventiquattro ore tragicomiche.

Al seguito di Rachel troviamo una madre inopportuna e ficcanaso (una Polly Draper al massimo della forma) , accompagnata dal padre (Fred Melamed). Alla Shiva compaiono poi l’ex fidanzata di Danielle, Maya (Molly Gordon) e lo sugar daddy Max (Danny Deferrari) con la moglie shiksa, non ebrea (Dianna Agron), con tanto di neonato al seguito, il cui pianto scandirà il ritmo ansiogeno della narrazione. Le inquietudini e l’angoscia di Danielle vengono prepotentemente a galla, mentre la giovane è subissata da domande sul proprio futuro e sul suo aspetto fisico, con rumori di sottofondo irriducibili caratterizzanti un’occasione di riunione che diventa valvola di sfogo per dar voce a un disagio troppo a lungo interiorizzato, in cui emerge l’altro grande protagonista della pellicola: il cibo, unico appiglio per la crisi di nervi totalizzante di Danielle, in una casa che sembra volersela mangiare.

shiva baby recensione

Il percorso di Rachel dalla baby del titolo a una riscoperta del sè

Le musiche di Ariel Marx rendono perfettamente il caos e il baccano di una shiva, suggerendoci sonorità che riecheggiano la musica ebraica, risultando al contempo angosciante e intrisa dell’ansia che accompagna l’attacco di panico prolungato – della durata dell’intero minutaggio- che vive la protagonista. Sono piccoli suoni e rumori a costituire la base del crollo emotivo di Danielle: il rumore dei piatti, l’inciampare nel tavolo, i vasi che si rompono, vassoi spostati. Il brusio e borbottio di sottofondo della shiva non fanno che aumentare la voce caotica interiore della giovane Danielle, che rimbomba prepotentemente. Tra le varie sonorità, una emerge particolarmente: il pianto ininterrotto del bambino, che sancisce il ritmo e il tono del film. A tal proposito, Salinger stessa afferma che teoricamente il bambino non avrebbe dovuto piangere ma, una volta realizzato sul set che non avrebbe più smesso, questo ha influenzato la maniera in cui è stata sviluppata la colonna sonora.

Il cibo in Shiva Baby assurge a veicolo fondamentale di interazione con gli altri personaggi, esattamente come succederebbe tra ospiti a una Shiva vera e propria; difatti, è risaputo il ruolo che il cibo gioca nella cultura ebraica, soprattutto in occasione delle riunioni famigliari: nel caso di Danielle diventa appiglio nel momento di disagio, a cui la giovane si aggrappa per non dover affrontare i discorsi perditempo e totalmente identici che costellano la Shiva.

Quanto è difficile diventare adulte? Quanto pesa e ci influenza un certo tipo di retaggio culturale, mentre vogliamo liberarci da ogni costrizione? Danielle vive un prolungato attacco di panico nel corso del film, mentre tutti gli altri attorno sembrano stare bene. L’equilibrio muterà in una sequenza finale in cui tutto sembra esplodere mentre la giovane protagonista, forse, riesce a trovare un po’ di pace, nel farneticare generale. Danielle si ritaglia una personale fetta di silenzio in mezzo al caos di quella che sembra essere una famiglia allargata numerosa. Un vortice in cui il desiderio di essere indipendente e di aver raggiunto gìà un certo grado di maturità si mischia alla gratitudine nei confronti della propria libertà giovanile, per cui è concesso sbagliare. L’evoluzione, il mutamento personale di Danielle, nei confronti di sé stessa e dei suoi affetti è il motore chiave di una pellicola che sfrutta in maniera egregia un minutaggio piuttosto ridotto, tra scambi di dialogo taglienti e precisi, in un contesto tragicomico con qualche venatura orrorifica, di Polanskiana memoria (alcuni evidenti richiami a Rosemary’s Baby). Si tratta di un cambiamento necessario, graduale e naturale che conduce alla nascita di un’autoconsapevolezza inedita.

Un titolo vibrante che fa da sfondo a una commedia dell’orrore elettrizzante, in cui gli stacchi violenti di montaggio e una linea registica di tutto punto dettano il percorso imprevedibile ma totalmente necessario di Rachel, protagonista indiscussa di un teatro greco contemporaneo, in cui il coro è contrappunto farneticante del singolo, in cui la location chiusa e gremita di gente è sfondo di un mondo tutto interiore, gabbia di una psiche inizialmente indefinita benchè prorompente. Un Uncut Gems al femminile , arguto ed espressionista nella messa in scena, eppure totalmente rappresentativo di un’impressione, un punto di vista ragguardevole: Shiva Baby vive di contraddizioni e paradossi, microcosmi caratteriali intersecati in un unicum identitario generazionale e rappresentativo non solo di una cultura specifica, bensì di uno stato dell’essere universale.

Shirley: in corsa per la Casa Bianca, la recensione del film diretto da John Ridley

Chi scrive adora le aree classificazioni di Netflix: nel caso del film Shirley: in corsa per la Casa Bianca diretto da John Ridley (Premio Oscar alla miglior sceneggiatura non originale per 12 anni schiavo del 2014), disponibile sulla piattaforma dal 22 marzo, le etichette di presentazione sono ‘linguaggio’ e ‘temi forti’. Il biopic ripercorre l’ascesa politica di Shirley Chisholm, la prima deputata di colore eletta al Congresso degli Stati Uniti d’America: una donna che ha fatto di entrambe le parole la linea guida della propria carriera politica a partire dal suo motto: mai accettare le cose come sono. Nel biopic, tuttavia, emerge il linguaggio, sì, ma i temi davvero forti che sconvolgevano non solo l’America ma il mondo intero negli anni Sessanta e Settanta rimangono ai margini dell’inquadratura.

Shirley racconta la storia di Shirley Chisholm ma non dei suoi anni

Il film inizia nel 1968: le proteste contro la guerra del Vietnam infiammano i campus, ai giochi olimpici di Città del Messico i pugni chiusi alzati sul podio da John Carlos e Tommie Smith portano la protesta antirazzista in mondovisione e il movimento femminista avanza stringendo tra le mani il libro di Betty Friedan ‘La mistica della femminilità’. È una società in fermento quella in cui la protagonista Shirley Chisholm matura la decisione di correre per la presidenza agli Stati Uniti d’America: emergono la straordinaria forza di volontà che la porta ad affermarsi come un’orgogliosa mosca bianca in un contesto di WASP in giacca nera e il carattere granitico di una donna in cui la determinazione va di pari passo con l’incapacità di sottostare a convenzioni e gerarchie, forse per le sue origini caraibiche, sottolineate, nella versione originale, da un’interpretazione che vede la lingua inglese accentuata da forti influenze creole.

Shirley - In corsa per la casa bianca Regina King
Lance Reddick è Wesley “Mac” McDonald, Regina King è Shirley Chisholm e Brian Stokes Mitchell è Stanley Townsend in Shirley – In corsa per la casa bianca. Cr. Glen Wilson/Netflix © 2023.

Si rimane cioè nell’ambito della storia personale, per quanto straordinaria, di una donna che non era disposta ad aspettare per fare grandi cose, come le veniva suggerito, e ha lottato per rimanere fedele a se stessa e alla difesa dei diritti delle donne, delle persone di colore, degli immigrati, degli operai. Quello che non si comprende appieno è la portata della corsa di Shirley Chisholm e la sua rappresentatività per un’opinione pubblica divisa da anni di violenza, fuori e dentro gli Stati Uniti, con gli attentati del gruppo Black Panthers. Anche l’ingresso in scena del loro leader, Huey Percy Newton, scorre via incolore e così le strategie di potere che tessono maglie sempre più strette attorno alla campagna elettorale dell’aspirante candidata, determinandone l’esito.

I sette mesi della corsa alla Casa Bianca

Il film ripercorre i sette mesi che intercorrono tra la presentazione dell candidatura di Shirley Chisholm, nel gennaio del 1972, e la vittoria alle primarie del Partito Democratico del candidato che si contese la presidenza alla Casa Bianca, nel mese di luglio; momento spoiler: vincerà perla seconda volta il repubblicano Richard Nixon. A giugno scatta lo scandalo Watergate e non è un dettaglio da poco, dal momento che le forze democratiche si coalizzeranno per scongiurare la rielezione del presidente corrotto. La parabola di Shirley Chisholm dipende anche e soprattutto da questo, non è un’avanzata legata esclusivamente alle sue capacità oratorie o alla bravura e coesione del suo staff ma tutto questo rimane fuori da una ricostruzione che scorre a ritmo forzato e mantiene il campo troppo stretto, il tutto, va detto, condito da buona musica anni Settanta.

Interprete della protagonista Shirley Chisholm è Regina King, premio Oscar 2019 come miglior attrice non protagonista per Se la strada potesse parlare, qui anche co-produttrice del film, mentre Christina Jackson presta il volto a Barbara Lee, attualmente deputato democratico al Congresso, che ha lavorato nella campagna elettorale di Shirley Chisholm e ne ha seguito le orme fino a raccoglierne il testimone politico per cambiare le cose dall’interno, per citare un mantra ripetuto più volte nel film.

Shirley MacLaine nel remake di The Secret Life of Walter Mitty

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La 77enne Shirley MacLaine reciterà nell’omonimo remake di The Secret Life of Walter Mitty, diretto da Norman Z. MacLeod

Shira Haas: 10 cose che forse non sai sull’attrice

Shira Haas: 10 cose che forse non sai sull’attrice

La giovane attrice Shira Haas è divenuta popolare grazie alla serie Netflix Unorthodox, ma già da qualche anno si faceva notare tra televisione e cinema. Particolarmente promettente, la Haas è stata da subito indicata come uno dei nomi di punta per il futuro della recitazione, attirando così su di sé le aspettative di critica e pubblico. Ora, grazie al suo ingresso nel Marvel Cinematic Universe, è pronta per una più ampia popolarità.

Ecco 10 cose che forse non sai di Shira Haas.

 

I film e le serie TV di Shira Haas

1. Ha recitato in noti lungometraggi. L’attrice ottiene il suo primo ruolo cinematografico con il film Princess (2014), di produzione israeliana. Viene in seguito scelta da Natalie Portman per il suo primo film da regista A Tale of Love and Darkness (2015), dove interpreta il personaggio di Kira. Recita poi nel ruolo di Alma nel film Foxtrot (2017), presentato alla Mostra del Cinema di Venezia. Nello stesso anno ricopre il personaggio di Urszula nel film La signora dello zoo di Varsavia, con gli attori Jessica Chastain e Daniel Brühl. Successivamente recita anche in Maria Maddalena (2018), con Rooney Mara e Joaquin Phoenix, Broken Mirrors (2018), Noble Savage (2018), Esau (2019) e Asia (2020). Torna al cinema nel 2025 recitando in Captain America: Brave New World

2. È divenuta celebre grazie ad una serie TV. Pur con una ancor breve carriera alle spalle, l’attrice non ha mancato di formarsi anche nel racconto seriale. Ha infatti recitato in serie israeliane come Shtisel (2013-2016), Hazoref (2015-2016), Harmor (2018), e The Conductor (2018). A renderla nota è però Unorthodox (2020), distribuita da Netflix e dove l’attrice ricopre il ruolo di Ester “Esty” Shapiro, giovane ragazza di fede ultra-ordossa chassidica costretta a seguire le rigide regole della sua comunità, a Brooklyn. Nel 2023 ha poi recitato nella serie Bodies, mentre nel 2024 è in Night Therpay.

Shira Haas in Unorthodox

3. Ha imparato una nuova lingua. Per ricoprire il ruolo della protagonista della serie, incentrata su di una comunità chassidica, l’attrice ha dovuto imparare la lingua Yiddish, parlata dagli ebrei di provenienza germanica. Per la Haas, riuscire ad imparare quanto richiesto in tempo per le riprese è stata una vera sfida, poiché non si trattava di dar vita ad un semplice accento, ma di padroneggiare un’intera lingua. Alla fine, riuscì nell’impresa, affermando anche di apprezzare la bellezza di quel linguaggio.

Shira Haas Unorthodox
L’attrice Shira Haas nella miniserie Unorthodox

4. Si è dovuta rasare i capelli. La scena più complessa da girare per l’attrice è quella che prevede il suo completo taglio di capelli. Tale atto segna il passaggio del personaggio dall’adolescenza all’età adulta, ma viene vissuto anche come un momento di profonda crisi. Dar vita a questo stato emotivo è stato particolarmente complesso per la Haas, ma il reale taglio di capelli le ha permesso di calarsi ancor di più nella realtà del personaggio.

Shira Haas è Sabra in Captain America: New World Order

5. Interpreta un controverso personaggio. In Captain America: Brave New World l’attrice interpreta Ruth Bat-Seraph alias Sabra, un’ex Vedova Nera israeliana e alto funzionario del governo degli Stati Uniti, stretta alleata del presidente Thaddeus Ross, interpretato da Harrison Ford. Dopo le proteste dei gruppi ebraici in seguito a preseunte modifiche apportate dallo studio a Sabra – a seguito del conflitto in corso in quel territorio -, i produttori hanno chiarito che il personaggio interpretato da Haas nel film è ancora israeliano. In ogni caso, Sabra sembra destinata a suscitare diverse polemiche.

Shira Haas in La signora dello zoo di Varsavia

6. Ha un piccolo ruolo nel film. Nel film ispirato ad una storia realmente accaduta, l’attrice ricopre il personaggio di Urszula. Questa fa parte della comunità ebraica rinchiusa nel ghetto di Varsavia. Nel film la Haas si esibisce anche nell’esecuzione di un brano cantato realmente dalle comunità dell’epoca, dimostrando dunque anche convincenti doti canore.

Shira Haas ha un fidanzato?

7. È molto riservata. Si sa poco della vita privata dell’attrice, che ha manifestato l’intenzione a non condividere troppi dettagli al riguardo, ma anzi di stare bene attenta a far sì che la sua popolarità non porti ad un’eccessiva esposizione della sua sfera personale. Nel 2019 rende tuttavia pubblica la propria relazione con l’attore israeliano Daniel Moreshet, condividendo anche diversi post sui social dei loro momenti insieme. Ad oggi, però, l’attrice sembra essere tornata single.

Shira Haas è Sabra in Captain America Brave New World
Shira Haas è Sabra in Captain America Brave New World

Shira Haas è su Instagram

8. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 418 mila persone, numero che presumibilmente crescerà data la maggior popolarità che l’attrice sta attualmente ottenendo. All’interno di questo la Haas è solita in primo luogo condividere immagini e video promozionali dei suoi progetti da interprete. Non mancano però anche foto scattate in momenti di svago quotidiano, in compagnia di amici o colleghi.

Shira Haas ha avuto una pericolosa malattia

9. Ha sconfitto una malattia quando era giovanissima. Alla Haas è stato diagnosticato un cancro ai reni all’età di due anni. Nel giro di tre anni, le cure le hanno però salvato la vita. Tuttavia, i trattamenti ricevuti a quell’età le hanno fortemente rallentato la crescita, il che è una delle ragioni del suo aspetto minuto. Proprio per via di ciò sono emerse teorie secondo cui l’attrice potesse essere affetta da nanismo, ma la cosa è stata prontamente smentita.

L’età e l’altezza di Shira Haas

10. Shira Haas è nata a Hod HaSharon, in Israele, l’11 maggio 1995. L’attrice è alta complessivamente 1,52 metri.

Fonti: IMDb, Instagram, TheWrap

Shinobi: Marc Platt e SEGA produrranno il film

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Shinobi: Marc Platt e SEGA produrranno il film

Il produttore Marc Platt, con la sua casa di produzione Marc Platt Productions, sta collaborando con Stories International, Inc., il ramo di produzione e joint venture del famoso marchio di videogiochi SEGA, e Hakuhodo DY Group, per sviluppare e produrre l’adattamento cinematografico dell’iconico videogioco SEGA, Shinobi.

Marc Platt e Adam Siegel produrranno insieme al Presidente e CEO di Stories, Tomoya Suzuki.

Le produzioni di Marc Platt comprendono i film Bridge of Spies, Into the Woods, Drive, Wanted, Legally Blonde, Rachel Getting Married e Scott Pilgrim vs The World. L’evento televisivo Grease live! (FOX) e Empire Falls (HBO) per i quali Marc Platt ha vinto il Golden Globe per la Migliore Miniserie; e il grande successo musicale di Broadway, Wicked.

Stories sta producendo diverse pellicole, progetti televisivi e digitali, sulla base delle proprietà intellettuali di SEGA, inclusi i franchise dell’amato gioco Shinobi, di Golden Axe, Altered Beast, Virtua Fighter e Crazy Taxi. Ora sta lavorando alacremente per poter collaborare con i grandi studi, produttori e registi per co-sviluppare questi adattamenti.

Platt ha spiegato:

Amiamo i giochi del franchise Shinobi e crediamo che il mondo dei ninja non sia mai stato adeguatamente esplorato sullo schermo. Ora abbiamo la possibilità di fare proprio questo. Con Shinobi, speriamo di fare un film che onori l’essenza dei giochi e porti questo mondo affascinante nella vita del pubblico cinematografico.

Tomoya Suzuki ha aggiunto:

Marc, Adam e il team di Marc Platt Productions sono i partner perfetti per portare il personaggio SEGA Joe Musashi e il franchising Shinobi sul grande schermo. Siamo entusiasti di lavorare con loro.

Fonte: CS

Shinobi: il videogame diventa un film per Universal Pictures

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Shinobi: il videogame diventa un film per Universal Pictures

Universal Pictures sta trasformando il videogioco Sega “Shinobi” in un lungometraggio. Lo studio ha arruolato il regista di Tyler Rake (Extraction) Sam Hargrave e il produttore Marc Platt per adattare la serie hack-and-slash per il grande schermo.

I dettagli della trama non sono stati confermati, ma “Shinobi” segue il protagonista Joe Musashi nei panni di un ninja moderno che affronta il male. Ha debuttato nel 1987 come gioco arcade e si è evoluto in un franchise che comprende 14 sequel con oltre cinque milioni di copie vendute fino ad oggi.

Universal ha riscosso un recente successo con gli adattamenti di videogiochi, “The Super Mario Bros. Movie” (1,4 miliardi di dollari) e “Five Nights at Freddy’s” (290 milioni di dollari). Nel frattempo, Sega ha fatto centro in compagnia di Paramount con “Sonic the Hedgehog” (319 milioni di dollari) e il sequel del 2022 (405 milioni di dollari). Un terzo film di “Sonic” uscirà alla fine del 2024.

Ken Kobayashi (“Sunny”, “Move On”) sta scrivendo la sceneggiatura di “Shinobi“. Platt e Adam Siegel produrranno tramite Marc Platt Productions. Dmitri M. Johnson produrrà tramite Story Kitchen. Toru Nakahara produrrà tramite Sega. Mike Goldberg sarà il produttore esecutivo insieme al co-produttore Timothy I. Stevenson. Il vicepresidente senior dello sviluppo della produzione di Universal Ryan Jones e il direttore dello sviluppo della produzione Christine Sun supervisioneranno il progetto per lo studio.

Sembra proprio il momento adatto per i videogame al cinema, al netto di qualche passo falso che, purtroppo, è sempre dietro l’angolo, il mercato videoludico e quello cinematografico sembrano destinati a proseguire il loro matrimonio felice.

Shining: svelati i dettagli sul prequel mai realizzato

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Shining: svelati i dettagli sul prequel mai realizzato

Glen Mazzara ha rivelato i dettagli sulla trama di Overlook Hotel, prequel di Shining che non è mai stato realizzato. Il progetto risale al lontano 2013, quando venne rivelato che lo sceneggiatore e il produttore esecutivo di serie come The Shield e The Walking Dead aveva scritto un prequel del celeberissimo film di Stanley Kubrick basato sul romanzo omonimo di Stephen King.

Overlook Hotel era basato su un prologo inedito del romanzo originale di King, intitolato “Before the Play”: tal prologo delineava la storia dell’Overlook e degli eventi che lo avevano portato ad essere occupato Jack, Wendy e Danny Torrance in Shining. Nonostante l’interesse per il progetto nel corso degli anni, alla fine la Warner Bros. ha deciso di cancellare il film e di realizzare al suo posto Doctor Sleep, basato sull’omonimo romanzo sequel e interpretato da Ewan McGregor nei panni di un Danny Torrance ormai adulto (il film è uscito nelle sale lo scorso anno, e nonostante sia stato accolto particolarmente bene dalla critica, non è stato un grande successo di pubblico).

In una recente intervista con Bloody Disgusting, Mazzara ha approfondito i dettagli della sua sceneggiatura e del perché crede che al progetto non sia ancora stato dato il via libera. Overlook Hotel, ambientato all’inizio del XX secolo, seguiva la storia di Bob T. Watson, un ricco barone che parte con la sua famiglia e una squadra di costruttori per realizzare il suo progetto da sogno: un grande hotel sulle Montagne Rocciose. Il figlio più giovane di Bob, Richard (che sembra possedere la Luccicanza, anche se nella sceneggiatura il suo potere non viene indicato come tale), iniziava a vedere i fantasmi della famiglia di Delbert Grady dopo essersi addentrato nel bosco, cosa che scatena una serie di eventi a dir poco strazianti, tra cui una pioggia torrenziale che uccide quasi l’intera squadra di costruttori.

Il resto della sceneggiatura descrive una serie di eventi raccapriccianti che avvengono durante i primi giorni di apertura dell’hotel, tra cui la tragica morte del figlio maggiore di Bob, Boyd, durante una tracheotomia mal riuscita, e sua moglie Sarah che cade da una scala e si paralizza dopo aver visto il fantasma del figlio morto. Col passare del tempo e con l’arrivo dell’inverno, il resto della famiglia Watson vive isolata nell’hotel e per Bob inizia una discesa nella follia simile a quella che colpirà Jack Torrance di Shining: affoga la moglie paralizzata nella vasca da bagno della stanza 217 (modificata in 237 nell’adattamento di Kubrick) e tenta di uccidere suo figlio minore prima che entrambi muoiano apparentemente a causa di un incendio che sembra distruggere l’hotel. Nell’epilogo, l’Overlook è riaperto e aperto sotto una nuova gestione, con i fantasmi della famiglia Watson intrappolati nell’edificio sotto forma di fattorini, cameriere e servitori.

Glen Mazzara e la sfida più grande in relazione al prequel mai realizzato di Shining

Durante l’intervista, Glen Mazzara ha parlato anche di quanto sia stato importante restare fedele al romanzo di King sia al film di Kubrick (nonostante lo stesso King abbia più volte ammesso di non aver mai amato l’adattamento del regista!), e al tempo stesso provare a creare una storia originale ed avvincente con personaggi completamente nuovi. Le difficoltà che atto di bilanciamento come questo possono comportare sono state una delle principali critiche mosse contro il Doctor Sleep di Mike Flanagan, in particolare al terzo atto del film, troppo votato alla nostalgia e all’omaggio. 

Di recente è stato annunciato che HBO Max produrrà una serie ambientata nel famoso Overlook Hotel, affidata a J.J. Abrams e intitolata semplicemente Overlook. L’esatta natura dello show non è ancora stata rivelata, così come non sono stati confermate eventuali somiglianze con la sceneggiatura di Mazzara.

Shining: recensione del film di Stanley Kubrick

Shining: recensione del film di Stanley Kubrick

Shining è il film horror culto di Stanley Kubrick con protagonisti nel cast Jack Nicholson, Shelley Duvall, Naddy Lloyd e Barry Nelson.

ShiningAnno: 1980

Regia: Stanley Kubrick

Fotografia: John Alcott

Montaggio: Ray Lovejoy

La trama di Shining: La scrittore Jack Torrence (Jack Nicholson) accetta il lavoro come custode dell’Hoverlook Hotel, immenso albergo di lusso tra i monti del Colorado dove spera di ritrovare la vena artistica per continuare il suo romanzo. L’hotel nella stagione invernale rimane isolato dal mondo.

Qui, qualche anno prima, l’ex custode uccise la famiglia in un raptus omicida. Jack, per nulla spaventato dal macabro precedente, vi si trasferisce con la moglie Wendy (Shelley Duvall) e il figlio Danny (Danny Lloyd). Il piccolo Danny ha la capacità di vedere eventi passati e di comunicare telepaticamente. Il cuoco dell’albergo, Dick Halloran ( Scatman Crothers ), possiede le sue stesse doti e prima di abbandonare l’hotel fa in modo di avvertirlo: le molte cose terribili successe in quel luogo continuano ad esercitare la loro forza negativa.

Danny dovrà mettersi in contatto con lui se le cose si metteranno male utilizzando proprio il suo dono, che gli dice chiamarsi Shining (con infelice traduzione italiana in: “Luccicanza”). Immagini spettrali e sanguinose, che sembrano avere il loro fulcro nella camera 237, si faranno sempre più concrete e altereranno la mente di Jack Torrence.

Tratto dall’omonimo romanzo di Stephen King, che ne contesterà l’adattamento, Shining (The Shining) è l’opera d’Arte con cui Kubrick apre gli anni ’80 , esaltando ancora una volta le specificità del linguaggio cinematografico attraverso il confronto con la letteratura. Stanley Kubrick aveva segnato il  decennio precedente con altri due capolavori: Arancia Meccanica (A Clockwork Orange del 1971), adattamento del romanzo di Anthony Burgess,  e Barry Lyndon (1975), monumentale film storico tratto da Le memorie di Barry Lyndon di William Makepeace Thakeray .

ShiningAl centro del loro lavoro, Kubrick e la Johnson hanno come riferimento la definizione freudiana di perturbante: “ciò che doveva rimanere celato e che è venuto alla luce”. Il maniacale perfezionismo tecnico-formale di Kubrick non è mai fine a sé stesso ma funzionale ad esprimere con i mezzi del cinema una complessa rete di sensazioni e riflessioni.

Paradigmatico è l’uso della fotografia curata da John Alcott (grande direttore della fotografia, che ha firmato altri capolavori di Kubrick: 2001 Odissea nello spazio, Arancia Meccanica e Barry Lyndon). Kubrick e Alcott ribaltano i canoni del genere: invece di far leva sulla simbologia luce/ombra secondo modalità già canonizzate, sfruttano l’illuminazione dei neon e di altre fonti diegetiche dell’Hoverlook. Geniali espedienti tecnici come nel caso dei neon delle cucine regolabili in funzione dell’azione o dei lampadari del grande salone principale, permettono inquadrature dal basso che spesso mettono in campo i soffitti e si legano a scelte precise: il male, “ciò che doveva rimanere in ombra”, agisce proprio nella luce.

Shining, il film horror di Stanley Kubrick

Basti pensare all’uccisione di Halloran sotto l’unico lampadario acceso e soprattutto al piccolo Danny che può sfuggire al padre, che si fa luce con una lampada, solo nascondendosi nell’ombra della notte. La sceneggiatura intesse una serie di parallelismi tesi a esaltare l’Hoverlook come grande labirinto degli orrori caratterizzando ogni ambiente come la materializzazione del represso, ( non è un caso se il labirinto di siepi fuori l’Hoverlook, invenzione di Kubrick assente nel romanzo, intesse un parallelismo, condividendo la stessa etimologia, con l’arma usata da Jack ormai impazzito: “Làbris ).

ShiningL’Hotel può emergere come il vero protagonista grazie al sapiente uso dei mezzi tecnici: l’operatore Garrett Brown proprio in questo film poté utilizzare (dopo i suoi precedenti prototipi alla fine degli anni Settanta) la steadycam di sua invenzione con risultati drammatici che raggiungono l’apice proprio nella fuga del piccolo Danny.

La steady riesce a far avvertire il perturbante dei vasti ambienti come nella scena cult in cui Danny li attraversa sul triciclo. Il rumore delle ruote che cambia col cambiare delle superfici scandisce i passaggi da stanza a stanza. Ogni ambiente, inquadrato dal basso, sembra grandissimo e potenzialmente ostile. La visione che ha Danny, delle due bambine assassinate dal precedente custode, rimanda ( ulteriore esempio della complessità comunicativa del film che agisce su più livelli ) a una celebre foto di Diane Arbus radicata nell’immaginario degli anni Sessanta-Settanta e molto legata al concetto di perturbante ( Identical twins del 1967 ).

L’orchestrazione di tutti questi livelli comunicativi si fonda anche sui due interpreti principali: Jack Nicholson e Shelley Duvall. Nicholson che nel solo 1975 ha lavorato in due capolavori d’autore come Qualcuno volò sul nido del cuculo di Milos Forman e Professione reporter di Michelangelo Antonioni è perfetto nel far avvertire, anche nella calma apparente, una follia repressa che si esalta nell’estrema deformazione della  sua mimica e della sua corporeità sopra le righe e allo stesso tempo si armonizzata sapientemente con la regia di Kubrick.

L’ironia omicida di Nicholson ha il suo contraltare nella preda: Shelley Duvall (Nashville di Robert Altman, 1975; Io e Annie di Woody Allen, 1977) in una prova recitativa che la coinvolge fisicamente e mentalmente. la sua progressiva presa di coscienza (che ha il culmine nella famosa scena de “il mattino ha l’oro in bocca” ), Il senso di impotenza inerme che trasmette anche nello stringere un pugnale, Il suo volto contratto in urli espressionistici mentre tenta di fuggire all’ascia di Jack, sono parte integrante di una costruzione organica creata da Stanley Kubrick dove la parte e il tutto vanno ben oltre la semplice realizzazione di un film horror.

Shining: nuovi aggiornamenti sul prequel Overlook Hotel

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Shining: nuovi aggiornamenti sul prequel Overlook Hotel

Come sappiamo ormai da tempo, la Warner Bros. è al lavoro sul prequel di Shining, horror cult diretto da Stanley Kubrick nel 1980 ed interpretato dal tre volte premio Oscar Jack Nicholson.

Il prequel, che dovrebbe intitolarsi Overlook Hotel, sarà diretto da Mark Romanek (One Hour Photo, Non lasciarmi), mentre la sceneggiatura, che sarà scritta da Glenn Mazzara (showrunner di The Walking Dead), si baserà sul prologo al romanzo di Stephen King da cui è tratta la pellicola originale e che non è stato mai pubblicato, e racconterà la storia di Bob T. Watson (primo proprietario dell’hotel in cui si svolgono le vicende narrate nel film di Kubrick) e della sua famiglia.

Da tempo ormai non si avevano più notizie circa il progetto, ma oggi, grazie al produttore James Vanderbilt (regista dell’atteso Truth con Cate Blanchett e Robert Redford), arrivano nuovi aggiornamenti sul film. Ecco le sue dichiarazioni:

Onestamente, credo che il pubblico ne sarà eccitato, perché non sarà qualcosa tipo “cosa è accaduto 20 anni prima di Shining”. Non posso rivelare troppo della storia, ma la maniera in cui Glen e Mark l’hanno concepita lo rende assolutamente un film a sé, che credo sia una cosa molto intelligente.”

A proposito di Mark Romanek, Vanderbilt ha aggiunto: “Mark è un regista incredibile, e farà il tipo di film che vorrà. É un po’ come David Fincher. È molto: “Questo è il film che voglio fare. Se a voi  non sta bene e volete fare un altro tipo di film, allora non lo farò.”

Fonte

Shining: messa all’asta l’ascia di Jack Torrance

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Shining: messa all’asta l’ascia di Jack Torrance

L’iconica ascia usata da Jack Nicholson in Shining è stata messa all’asta. Il film, diretto dal grande Stanley Kubrick, segue la storia della famiglia Torrance, guidata dal patriarca Jack, interpretato da Jack Nicholson.

Dopo aver accettato un lavoro come custode invernale dell’Overlook Hotel, Jack porta sua moglie, Wendy (Shelley Duvall), e suo figlio, Danny (Danny Lloyd), nell’isolata località di montagna dove una forza sinistra inizia a tormentarlo mentre Danny è un sensitivo con la dote della “luccicanza” che gli permette di vedere i veri orrori dell’hotel. Il film vanta molte scene iconiche che sono immediatamente riconoscibili dal pubblico, come il sangue che sgorga dagli ascensori, il labirinto invernale di siepi, le inquietanti gemelline e Jack che sfonda una porta con l’ascia.

Ora, i fan di Shining hanno la possibilità di portarsi a casa l’ascia usata da Jack Nicholson nel film, grazie a un’asta di Gotta Have Rock and Roll. Secondo la descrizione dell’asta, l’ascia viene fornita con un certificato di autenticità e una lettera di NORANK Engineering come prova del suo utilizzo nel film.

Inoltre, l’ascia presenta una lama e un manico graffiati, ed è esposta in una cornice con le immagini del film e il logo del film. L’offerta minima è attualmente fissata a $ 50.000, sebbene l’oggetto sia stato valutato tra $ 60.000 e $ 90.000 e l’asta scadrà tra 11 giorni.

Ecco l’oggetto originale così come lo abbiamo visto esposto alla mostra al Palazzo delle Esposizioni dedicata a Kubrick, nel 2007:

Shining: l’ascia di Jack Torrance venduta all’asta per 200 milioni

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La famigerata ascia di Jack Torrance (Jack Nicholson) in Shining è stata venduta all’asta alla esorbitante cifra di $ 209.000. Adattato dall’acclamato romanzo di Stephen King, il film horror del 1980 con Nicholson, Shelley Duvall, Scatman Crothers e Danny Lloyd è stato diretto da Stanley Kubrick.

Ispirato ai presunti veri e propri fantasmi all’interno dello Stanley Hotel del Colorado, Shining segue la discesa nella pazzia di Jack Torrance, assunto come custode fuori stagione del hotel. Jack porta con sé sua moglie Wendy (Duvall) e il figlio Danny (Lloyd) nell’edificio isolato. Possedendo “la luccicanza” (the Shining), Danny ha abilità psichiche, che gli permettono di vedere i fantasmi custoditi nel raccapricciante passato dell’hotel. Costretto nell’edificio, reso inaccessibile da una tempesta invernale, la sanità mentale di Jack inizia a deteriorarsi, mettendo in pericolo moglie e figlio.

Acclamato come uno dei thriller più influenti di tutti i tempi, Shining ha segnato la cultura visiva del nostro tempo. Una delle scene più iconiche mostra il personaggio di Nicholson che sfonda una porta con un’ascia.

Ora, proprio quell’oggetto di scena ha una nuova casa. Secondo EW, l’ascia di Shining è stata venduta all’asta a Londra per 170.000 sterline, ovvero circa 209.000 dollari. Il prezzo è salito di quattro volte rispetto al valore originale stimato durante l’asta live di Entertainment Memorabilia. Composto da un manico di legno lungo tre piedi e una lama lunga un piede, l’ascia era tra i 900 articoli a tema cinematografico battuti all’asta.

Tra gli altri pezzi, c’era anche il costume indossato da Michael Keaton nel Batman di Tim Burton, l’armatura romana indossata da Russell Crowe ne Il Gladiatore e la Granata Sacra di Antiochia di Monty Python e il Sacro Graal. Ulteriori oggetti di scena che allettavano gli offerenti includevano la pistola e il silenziatore di James Bond di GoldenEye, la spada di William Wallace di Braveheart e la spada laser di Samuel L. Jackson in La vendetta dei Sith.

Shining Extended Edition: la nuova edizione con contenuti inediti

Shining: Jim Carrey diventa Jack Nicholson in un video deepfake

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Jim Carrey è stato sostituito a Jack Nicholson in una sequenza di Shining! Ctrl Shift Face ha condiviso un video in cui i due attori vengono scambiati e il risultato è un video deepfake davvero impressionante, in cui l’attore di The Thruman Show prende perfettamente il posto di Nicholson, replicandone le espressioni inquietanti e in più generando una sensazione di spaesamento nello spettatore che è abituato a vedere la famosa scena con altri connotati.

Ecco il confronto:

La tecnica del deepfake consiste nell’aggiungere digitalmente il volto di una persona su quello di un’altra persona, cosa che spesso viene utilizzata a scopi non proprio legali, che sfociano nella peggiore delle ipotesi nel revenge porn o anche nella realizzazione di fake news.

Così lo spiegava Jordan Peele un paio di anni fa:

Per quanto riguarda invece Shining, sappiamo che il suo sequel, Doctor Sleep, arriverà presto al cinema, con Ewan McGregor nei panni del Danny Torrance adulto e con la benedizione di Stephen King, che invece non aveva concesso tale onore al capolavoro di Stanley Kubrick.

Shining: il prequel avrebbe svelato il mistero della foto di Jack

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Overlook Hotel, il prequel di Shining, avrebbe dovuto spiegare l’origine della misteriosa foto di Jack Torrance che si vede alla fine del film originale diretto da Stanley Kubrick. Acclamato come uno dei thriller più influenti di tutti i tempi, Shining è ricordato soprattutto per le citazioni iconiche, i personaggi complessi ed immagini dal forte impatto visivo. Sicuramente, uno degli aspetti più ambigui e controversi del film è la scena finale: il film si chiude, infatti, con una carrellata su una foto d’epoca scattata durante la festa di gala del 4 luglio 1921, la quale ritrae tra i partecipanti un Jack Torrance sorridente ed in abito elegante.

Le teorie sul perché il personaggio di Jack Nicholson appaia nella foto in bianco e nero si sono ovviamente sprecate: secondo la più accreditata, Jack sarebbe la reincarnazione di un precedente funzionario dell’hotel e che l’Overlook abbia ufficialmente preso il controllo dell’anima dello scrittore. Tuttavia, Stanley Kubrick non ha mai spiegato davvero il significato di quella scena. Lo scorso anno è arrivato nelle sale Doctor Sleep, sequel del film di Kubrick basato sull’omonimo romanzo di Stephen King, mentre per lungo tempo si è parlato di un prequel, Overlook Hotel, appunto, che però non ha mai visto la luce e che è stato accantonato proprio per realizzare il sequel con Ewan McGregor.

Adesso, sembra che il prequel di Shining avrebbe dovuto spiegare proprio il significato di quella fotografia che appare alla fine del film originale del 1980. Intervistato da Bloody Disgusting, Glen Mazzara, sceneggiatore di Overlook Hotel, che spiegato che il suo film avrebbe potuto spiegare proprio l’origine di quella foto con Jack. Il prequel era basato su un prologo inedito del romanzo originale di King, intitolato “Before the Play”, che venne eliminato dal romanzo del 1977. Il prequel avrebbe dovuto seguire la storia di Bob T. Watson, un ricco barone che parte con la sua famiglia e una squadra di costruttori per realizzare il suo progetto da sogno: un grande hotel sulle Montagne Rocciose.

Brad Pitt era stato considerato per il prequel mai realizzato di Shining

Dopo il ballo inaugurale dell’Overlook, nella Golden Room dell’hotel viene organizzata una serata di gala. In base alla sceneggiatura di Mazzara, durante la serata un fotografo avrebbe scattato la foto che vediamo alla fine di Shining. Secondo quanto riferito, Mazzara aspirava a realizzare la scena in modo da non permettere allo spettatore di capire se il Jack del film di Kubrick fosse effettivamente coinvolto al centro dello scatto oppure no. Brad Pitt era stato considerato per il ruolo di Bob, mentre Mark Romanek (One Hour Photo, Non lasciarmi) era stato incaricato di occuparsi della regia.

Di recente è stato annunciato che HBO Max produrrà una serie ambientata nel famoso Overlook Hotel, affidata a J.J. Abrams e intitolata semplicemente Overlook. L’esatta natura dello show non è ancora stata rivelata, così come non sono state confermate eventuali somiglianze con la sceneggiatura di Mazzara.

Shining: il nuovo trailer in onore dell’uscita

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Shining: il nuovo trailer in onore dell’uscita

A 40 anni dalla pubblicazione del best seller con cui STEPHEN KING terrorizzò i lettori di tutto il mondo e a pochi giorni dall’uscita del nuovo attesissimo IT che ha sbaragliato il botteghino americano.

Dal romanzo di Stephen King pubblicato nel 1977 che più lo ispirò, Stanley Kubrick trasse uno dei suoi capolavori: Shining. Il cult movie, girato tra il 1978 e il 1979, racconta la storia di Jack Nicholson alias Jack Torrance, scrittore in crisi che per ritrovare l’ispirazione accetta un posto di guardiano durante la stagione invernale all’Overlook Hotel sulle Montagne Rocciose. Parte così con sua moglie Wendy e il figlio di sette anni, Danny, senza sapere che quel viaggio cambierà per sempre le loro vite…

In occasione di Halloween e a 40 anni della pubblicazione del best seller con cui King terrorizzò i lettori di tutto il mondo, torna su grande schermo nella sua versione da 119 minuti in italiano solo il 31 ottobre, l’1 e il 2 novembre (elenco sale a breve su www.nexodigital.it) il film horror più pauroso di sempre, Shining del maestro Stanley Kubrick, per un evento speciale che proporrà anche la proiezione dell’inedito cortometraggio intitolato Work and play, che come gli spettatori più attenti ricorderanno rende omaggio alla frase che Jack Torrance scrive ossessivamente sulla sua macchina da scrivere: “All work and no play makes Jack a dull boy” nella versione inglese del film.

Un appuntamento eccezionale per tutti gli appassionati di Stephen King, che vive un nuovo momento di consacrazione come autore di straordinario talento, amatissimo dal grande pubblico: lo dimostrano il successo di IT che ha sbaragliato il botteghino americano, ma anche l’uscita de La Torre Nera o di serie tv come The Mist. E ancora il fenomeno Stranger Things che allo stile e alla poetica di classici come Spielberg e King si ispira per stessa ammissione dei suoi creatori.

L’arrivo di Shining al cinema rappresenta l’opportunità di godersi su grande schermo il capolavoro horror di uno dei più grandi registi di sempre, il premio Oscar Stanley Kubrick che lavorò al film con la consueta precisione maniacale, ripetendo le scene all’infinito e riuscendo così a mostrare gli anfratti più reconditi e inquietanti della mente umana.

Quest’anno ad Halloween non rimane dunque che tornare all’Overlook Hotel e affrontare il ghigno più memorabile della storia del cinema: quello di Jack Nicholson mentre si avventa con l’ascia all’assalto di Shelley Duvall e cercare di sopravvivere al fascino malefico del luogo e alla furia di Jack Torrance.ì  

Shining è distribuito al cinema da Nexo Digital.

Shining: 10 cose che non sai sul film di Kubrick

Shining: 10 cose che non sai sul film di Kubrick

Shining è uno di quei film che ha fatto la storia del cinema e di cui se ne parlerà ancora per molti anni in futuro. Tratto dal libro omonimo di Stephen King, il film di Stanley Kubrick è rimasto nell’immaginario collettivo sia per le tante scene celebri, sia per i retroscena che riguardano la sua realizzazione.

Di Shining si è detto di tutto, dall’estrema e morbosa idea di precisione del regista, alle vessazioni subite dalla protagonista, passando per realizzazione di scene epiche e molto celebri.

Ecco, allora, dieci cose che forse non sapevate su Shining.

Shining: il film

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1. Danny Lloyd non sapeva che il film fosse un horror. Siccome Danny Lloyd era un bambino di soli 8 anni quando girò Shining, Stanley Kubrick decise di proteggerlo in qualche modo, visto che era anche il suo primo film per il bambino. Decise, allora, di non rivelare mai al piccolo che stavano girando un horror, tanto che il giovane attore pensava di far parte di un film drammatico. Per tenere nascosta la cosa, addirittura, quando Wendy fugge da Jack con in braccio il bambino, venne deciso di crearne un fantoccio per non turbare il piccolo Lloyd. L’attore è venuto poi a conoscenza del genere del film dopo averlo visto anni dopo, quando ebbe la possibilità di vedere la versione uncut dei film dopo i 17 anni, senza rimanerne molto sorpreso dei risultati.

2. Un set ha preso fuoco. Le stanze interne dell’Overlook Hotel sono state girate negli studi di Elstree, in Inghilterra, incluso il Colorado Lounge, dove Jack batte a macchina. A causa dell’intenso calore generato dall’illuminazione utilizzata per ricreare la luce del sole che filtrava dalle finestre, e che impiegava qualcosa come settecento mila watt per dare l’impressione della luce resa fioca dalla neve esterna, il set ha preso fuoco. Con grande fortuna tutte le scene erano già state completate e, quindi, il set venne interamente ricostruito con un soffitto più alto, venendo poi utilizzato da Steven Spielberg per girare la scena con i serpenti del primo film di Indiana Jones, I predatori dell’arca perduta (1981).

3. Del film è stato realizzato un making of. Molte interessanti informazioni sul modo di lavorare di Kubrick, derivano dal making of di Shining, intitolato Making The Shining, girato dalla figlia del regista, Vivian. Questo documento attesta i metodi di lavoro di Kubrick, la pressione che suscitava negli attori e l’estrema precisione che lo contraddistingueva dai suoi colleghi. Diventato famoso nel corso degli anni, questo docu-film tende ad impressionare lo spettatore, a verificare con i suoi occhi il clima che si respirava sul set e come sono state preparate alcune delle sequenze più celebri di Kubrick e della storia del cinema in generale.

Shining streaming

4. Shining è disponibile in streaming. Chi volesse rivedere uno dei film più celebri di Stanley Kubrick, o decidesse di approcciarsi per la prima volta, è possibile vederlo in streaming, anche in italiano, grazie alla piattaforme digitali come Prime (in abbonament premium), Rakuten Tv, Infinity, Google Play e iTunes.

Shining 2: esiste un sequel del film culto?

Nel 2019 è uscito Doctor Sleep, un sequel “spirituale” del film di Stanley Kubrick, anche se basato effettivamente sul sequel del romanzo di  Stephen King. La pellicola del 2019 vede protagonista l’attore Ewan McGregor nel ruolo di Dan Torrance. Il film ambientato anni dopo gli eventi di Shining (1980), è incentrato su Dan Torrance, ormai adulto che deve proteggere una giovane ragazza con poteri simili da un culto noto come The True Knot, che depreda i bambini con poteri per rimanere immortali.

Shining 2

Shining: le differenze con il libro

5. Stephen King non ha mai apprezzato il film. Sebbene sia uno dei film più visti e sia consacrato come uno dei migliori horror, Stephen King, autore del libro da cui il film è stato tratto, non lo ha mai apprezzato. Di Shining ha detto, dopo diversi anni dalla sua uscita, di trovarlo un film freddo, trovando il personaggio di Jack completamente pazzo sin dalla prima scena, senza rispettare il proprio arco narrativo nel quale il protagonista perde il senno molto lentamente.

Shining: il cast

6. A Stephen King non è piaciuta l’interpretazione della Duvall. Oltre a considerare il film per nulla confacente al suo libro, King ha avuto da dire anche dell’interpretazione di Shelley Duvall, considerando il personaggio completamente deviato dal carattere materno e forte che aveva nel libro ed etichettando il personaggio Kubrickiano come uno dei più misogini mai visti al cinema.

Jack Nicholson e Shelley Duvall hanno espresso aperto risentimento contro l’accoglienza di questo film, ritenendo che la critica e il pubblico abbiano attribuito a Stanley Kubrick esclusivamente il successo del film senza considerare gli sforzi degli attori, della troupe o della forza del materiale sottostante di Stephen King. Nicholson e Duvall hanno affermato che il film è stato uno dei più difficili della loro carriera. In effetti, Nicholson considera l’interpretazione di Duvall il ruolo più difficile che abbia mai visto assumere da un’attrice. Duvall considera anche la sua performance la più difficile della sua vita.

Stanley Kubrick originariamente voleva che Slim Pickens interpretasse la parte di Hallorann, ma l’attore non voleva più lavorare con Kubrick, in seguito alla sua esperienza sul set di “Il dottor Stranamore – Oppure: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba“. Stanley Kubrick aveva immaginato Shelley Duvall come la sua versione più timida e dipendente di Wendy Torrance fin dall’inizio. Tuttavia, Jack Nicholson dopo aver letto il romanzo, ha voluto Jessica Lange per il ruolo di Wendy e l’ha persino raccomandata a Kubrick, poiché sentiva che si adattava alla versione del personaggio di Stephen King.

Second alcune fonti Stanley Kubrick ha considerato Robert De Niro e Robin Williams per il ruolo di Jack Torrance. Tuttavia il regista non pensava che De Niro si sarebbe adattato al ruolo dopo aver visto la sua interpretazione in Taxi Driver (1976), poiché riteneva l’attore non abbastanza psicotico per il ruolo. La stessa cosa penso di Robin Williams, second Kubrick non si sarebbe adattato al ruolo dopo aver visto la sua performance in Mork & Mindy (1978), poiché lo riteneva troppo psicotico per il ruolo. Secondo Stephen King, Kubrick considerò brevemente anche Harrison Ford.

Gemelle Shining

shining

7. Le gemelle sono aggiunte da Kubrick. Ormai sono entrate di diritto nell’immaginario comune, ma in realtà, le gemelle Grady, non sono previste nel romanzo di King e non lo erano anche prima di girare il film. Ispirato dalla foto Identica Twins scattata nel 1967 da Diane Arbus (fotografa che immortalava in cosiddetti freaks in diversi atteggiamenti), il regista decise di inserire queste due figure nel suo film, omaggiando la fotografa e collocando le due gemelle come erano nella fotografia.

8. Le due gemelle non sono più attrici. Sebbene Lisa e Louise Burns abbiano riscontrato un gran successo a soli dodici anni, le due non hanno più intrapreso la strada della recitazione e tanto meno del cinema. Infatti, Lisa è diventata un avvocato, mentre Louise è una scienziata.

Jack Nicholson in Shining

Jack Nicholson Shining

9. Jack Nicholson era stremato dalle riprese. Che le riprese di Shining fossero pesanti è stato detto più e più volte. Anche Anjelica Huston, che ai tempi era la compagna di Jack Nicholson, ha rivelato come il suo compagno, a causa delle lunghe ore passate sul set e dallo stile preciso fino all’estremo di Kubrick, tornava quasi sempre a casa stanco morto, tanto da andare direttamente a letto e crollare, addormentandosi subito.

10. Per Jack Nicholson è stato difficile rimproverare Wendy. Sembra che tra tutte le sequenze girate, la peggiore sia stata quella in cui Jack Torrance rimprovera la povera Wendy per averlo interrotto mentre scriveva a macchina. Nicholson ha ammesso che è stato il momento più duro delle riprese, spiegando di aver vissuto un’esperienza simile in passato, riuscendo ad entrare in contatto con il suo personaggio, riuscendo a costruire la scena (e qualche battuta) con il regista.

Fonti: IMDb, indiewire, screenrant

Shining Vale: recensione della serie con Courteney Cox

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Shining Vale: recensione della serie con Courteney Cox

Arriva il 6 marzo su Starzplay Shining Vale, una nuova serie che fa della mescolanza dei generi il suo punto forte: una commedia familiare molto scorretta e affilata che si intreccia con la ghost story e con i racconti della grande tradizione horror.

La trama di Shining Vale

Nata dalla mente di Sharon Horgan e Jeff Astroff, la serie racconta della famiglia Phelps, che dalla city si trasferisce in provincia, in Connecticut, in una grande casa molto antica. Li incontriamo proprio il giorno del trasloco, in macchina: Terry, il padre, chiacchierone e volitivo, che si sforza di tenere alto il morale della famiglia; Gaynor, adolescente sveglia, arrabbiata con i genitori per questo trasferimento, tutta rispostacce e smartphone; Jake, ragazzino geek, con una consolle in mano, che vive con il suo visore VR incollato alla faccia. Infine lei, Patricia, la nostra eroina, seduta stancamente sul sedile del passeggero, guarda con aria assente dal finestrino, mentre la sua famiglia bisticcia e cerca di parlare tutta insieme, è distratta da qualcosa, una fantasia o un ricordo, un momento di passione travolgente con un uomo che non è suo marito (ci vengono mostrate le immagini).

Una volta arrivati in questa casa enorme e scricchiolante, Patricia capisce subito che c’è qualcosa di strano, comincia a sentire e vedere cose che non è certa esistano davvero. Man mano che la storia si evolve scopriamo più cose: il motivo per cui la famiglia si è trasferita, le motivazioni di Gaynor nel voler seguire determinati corsi alla nuova scuola, le strane realtà virtuali che vive Jake, il rapporto di Terry con una sua collega, l’esigenza di Patricia di rimettersi a scrivere e pubblicare il suo secondo romanzo, dopo il successo travolgente, tanti anni prima, di un romanzo pruriginoso e vendutissimo.

Shining ValeCourteney Cox regina di Shining Vale

Shining Vale è il nome della cittadina in cui si svolge la vicenda, come è già accaduto a serie di grande successo, ad esempio Twin Peaks (che viene alla mente perché nel cast di questa serie Starzplay c’è anche Sherilyn Fenn, l’adorata Audrey Horne). Il nome del luogo in cui si svolge una vicenda con contorni macabri conferisce al luogo stesso, che racconta la storia, un’aura macabra, che contribuisce a costruire l’atmosfera di mistero. Quello che però ha di particolare Shining Vale è che questa atmosfera di inquietudine è costantemente squarciata dalla commedia. C’è un’anima comica, divertente, dissacrante nella serie che è irresistibile, merito forse del talento comico di Courteney Cox che ruba la scena a chiunque e in alcune situazioni fa affiorare alla mente la sua brillante Monica Geller. 

Ma tanto era ligia e precisa la protagonista di Friends quanto disordinata, incasinata e nevrotica è Patricia, la cui sensibilità la mette in comunicazione con un mondo che non capisce e che tenta di spaventarla, se non fosse che lei, in un colpo da maestro prova a sfruttare questo mistero, che ha il volto e le apparenze evanescenti di Mira Sorvino, a suo vantaggio. 

Shining Vale non fa mai veramente paura, ma alla fine di ogni episodio si sente la bruciante e irrefrenabile esigenza di sapere “cosa succede dopo?”, e in un panorama televisivo (e di piattaforma) saturo di storie, è un pregio notevole. 

Shining torna al cinema il 7, 8 e 9 ottobre

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Shining torna al cinema il 7, 8 e 9 ottobre

Il 22 dicembre 1980 Shining di Stanley Kubrick arrivava per la prima volta nelle sale italiane. A quasi quarantacinque anni di distanza, il capolavoro diretto, prodotto e co-sceneggiato dal grande maestro,  torna sul grande schermo in versione restaurata in 4k.

Tratto dall’omonimo romanzo di Stephen King, Shining è universalmente riconosciuto come un assoluto cult della settima arte, avendo lasciato impresse nell’immaginario collettivo alcune delle scene più iconiche dalla storia del cinema (a cosa vi fa pensare un’ascia?).

Appuntamento il 7, 8 e 9 ottobre. Tre giorni per ritrovare i corridoi dell’Overlook Hotel in cui il piccolo Danny (Danny Lloyd) corre con il suo triciclo, l’istrionico Jack Nicholson nei panni del tormentato scrittore Jack Torrance e l’indimenticata Shelley Duvall in quelli della moglie Wendy in uno dei film più inquietanti di sempre.

Shining, la trama

Lo scrittore Jack Torrance (Jack Nicholson) accetta di lavorare come custode, per il periodo invernale, nell’elegante e isolato Overlook Hotel, nelle Rocky Mountains, insieme alla moglie (Shelley Duvall) e al figlio (Danny Lloyd). Ma quando la prima bufera di neve si abbatta sull’hotel bloccando ogni via di fuga, spettri sembrano riemergere dal passato. Torrance non era mai stato in quel luogo, o forse si?

 

Shining incontra Grand Budapest Hotel: il mash-up [VIDEO]

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Shining incontra Grand Budapest Hotel: il mash-up [VIDEO]

Prendere due stili assolutamente differenti e mescolarli insieme. È ciò che ha pensato bene di fare Steve Ramsden in un video mash-up che unisce il capolavoro di Stanley Kubrick Shining con l’ultima fatica di Wes Anderson Grande Budapest Hotel. Il risultato finale è The Grand Overlook Hotel!

Potete vedere il video di seguito:

Grand Budapest Hotel (The Grand Budapest Hotel) è un film del 2014 scritto, diretto e co-prodotto da Wes Anderson, ispirato alle opere di Stefan Zweig. Il film è stato scelto come Film d’apertura della 64ª edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino aggiudicandosi il Gran premio della giuria.

Shining è un film del 1980 diretto da Stanley Kubrick, basato sul romanzo omonimo di Stephen King. Shining (The Shining, tradotto fedelmente suonerebbe come “Il luccichìo” o “La luccicanza”, quest’ultima traduzione è quella scelta per il doppiaggio italiano) rappresenta una tappa dell’itinerario di attraversamento-appropriazione-sfondamento dei generi cinematografici attuata da Kubrick nel corso della sua carriera. Nel romanzo omonimo da cui il film è tratto, Stephen King rielabora in chiave thriller il topos caro alla letteratura della casa infestata da fantasmi, trasformandola in albergo e mettendola in rapporto con gli avvenimenti soprannaturali che vi accadono e che hanno per protagonisti un nucleo familiare composto da una coppia e dal loro unico figlio dotato di poteri paranormali. Shining è presto diventato un cult movie, entrato nell’immaginario collettivo ed è stato classificato alcune volte come il miglior film horror in assoluto.

Fonte

Shining Girls: recensione della serie Apple TV+

Shining Girls: recensione della serie Apple TV+

L’adattamento di Apple TV+ del bestseller scritto da Lauren Beukes promette di essere una delle serie thriller più interessanti e originali dell’anno. A giudicare dalle prime quattro puntate  – su un totale di otto – Shining Girls possiede più di un motivo per soddisfare il pubblico seriale disposto a cimentarsi con generi diversi.

Vi consigliamo (sorprendentemente) di non leggere il romanzo di partenza o la sua trama prima di vedere lo show, dal momento che potrebbe spoilerare alcune sorprese. Vi invitiamo però a farlo una volta finito di gustarlo al fine di apprezzare le modifiche fatte dagli sceneggiatori. 

La trama di Shining Girls

Partiamo dunque con il sintetizzare la storia di Shining Girls: nella Chicago dei primi anni ‘90 la giovane Kirby Mazrachi (Elisabeth Moss), sei anni dopo essere sopravvissuta a un attacco orrendo, capisce con l’aiuto del reporter Dan Velasquez (Wagner Moura) che il suo assalitore ha ucciso altre donne e sta meditando un altro omicidio. La caccia all’uomo per i due comincia immediatamente, ostacolata purtroppo dallo stato mentale di Kirby rimasta gravemente traumatizzata dalla brutale aggressione del serial-killer. 

Fin dall’episodio pilota Shining Girls si presenza come un puzzle avvincente, composto da tasselli che si incastrano tra loro con efficacia. Prima di tutto la Chicago di trent’anni fa risulta un’ambientazione magnificamente sfruttata: l’eleganza industriale della città, con la sua metropolitana sopraelevata e i sobborghi proletari si prestano con enorme efficacia al processo di “invecchiamento” senza necessariamente che questo stesso venga ostentato da un lavoro insistente sulle scenografie. Su questa cornice realistica eppure messa in scena con eleganza si dipana una trama che fin da subito non procede con la classica linearità della detective-story ma propone allo spettatore un rompicapo assolutamente stimolante.

Sfruttando infatti principalmente i problemi mentali del personaggi principale, Shining Girls sceglie di sviluppare di tanto in tanto piccoli scarti di senso, minime variazioni sulla logica degli eventi e la loro plausibilità: un gioco col pubblico che invece di togliere credibilità alla storia gli infonde al contrario un interesse ancora maggiore. Merito va attribuito anche alla regia accurata di ogni episodio e a un montaggio di indubbia competenza. Se nei vari episodi non si capisce fino in fondo la concatenazione degli eventi è perché, una volta tanto, si tratta di una scelta precisa degli autori, fattore che impreziosisce il risultato dello show. 

Shining GirlsI protagonisti non seguono percorsi scontati

Il secondo asso nella manica di Shining Girls sono i ruoli non stereotipati: l’arco narrativo di Kirby è reso interessante dal gioco di specchi a cui la sua mente continuamente la sottopone suo malgrado. La personalità di Dan è tutt’altro che affascinante, presentata come quella di un uomo che ha ormai soltanto il proprio lavoro a tenerlo da un fallimento totale. Le interpretazioni di Elisabeth Moss e Wagner Moura assecondano con efficacia la natura dei loro rispettivi personaggi: la star di Mad Men e The Handmaid’s Tale lavora sulla fragilità fisica e mentale di Kirby con indubbia competenza, mentre il protagonista di Narcos riesce a costruire Dan come un “uomo senza qualità” che però risulta sempre credibile e capace di interessare.

Il meglio però ce lo regala Jamie Bell nel ruolo dello psicopatico Harper – non è uno spoiler, attore e personaggio vengono presentati nella primissima scena del pilot. Con un lavoro di stilizzazione impressionante, Bell permette alla compostezza di Harper di farsi scena dopo scena sempre più terrificante, senza mai diventare esercizio di stile. Il suo non è un maniaco affascinante in stile Hannibal Lecter ma un assassino che calcola le sue mosse con gelida praticità. Il suo giocare con la coppia che si è messa sulle sue tracce eleva la tensione della serie in maniera esponenziale. 

Anche se alcuni indizi ci hanno indirizzato in un verso specifico, onestamente non possiamo scrivere di sapere dove andrà a dirigersi la seconda parte di Shining Girls. E questo è motivo di stupore, se non addirittura entusiasmo. Ciò che gli autori hanno costruito nei primi quattro episodi è uno spettacolo di qualità, sia per gli occhi che la mente. 

Shining Girls: la nuova serie thriller Apple TV+

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Shining Girls: la nuova serie thriller Apple TV+

Apple TV+ ha rilasciato  il trailer dell’attesissima serie Shining Girls, interpretata e prodotta dalla vincitrice dell’ Emmy Elisabeth Moss . Il thriller metafisico farà il suo debutto mondiale il 29 aprile con i primi tre episodi, seguiti da un nuovo episodio settimanale, ogni venerdì. Ideata da MRC Television, la serie è prodotta anche da Appian Way e adattata per la televisione dalla showrunner Silka Luisa, con la vincitrice dell’Emmy Award Michelle MacLaren che dirige i primi due episodi.

Basata sul romanzo bestseller di Lauren Beukes, “Shining Girls” segue le vicende di Kirby Mazrachi (Elisabeth Moss), un’archivista di un giornale di Chicago le cui ambizioni giornalistiche si sono interrotte a seguito di una traumatica aggressione subita. Quando Kirby scopre che un recente omicidio rispecchia le dinamiche del suo caso, collabora con il giornalista, esperto ma travagliato, Dan Velazquez (Wagner Moura) per scoprire l’identità del suo aggressore. Più si rende conto che questi cold case sono indissolubilmente legati tra loro, più i traumi personali e la realtà offuscata di Kirby consentono al suo aggressore di rimanere sempre un passo avanti alle indagini. Al fianco di Elisabeth Moss e Wagner Moura, nel cast dell’avvincente thriller troviamo Phillipa Soo, Amy Brenneman e Jamie Bell.

Shining Girls è adattato per la televisione e prodotto da Silka Luisa, che è anche showrunner. Elisabeth Moss , che troviamo anche alla regia, è produttrice esecutiva attraverso Love e Squalor Pictures, insieme a Lindsey McManus. Leonardo DiCaprio, Jennifer Davisson e Michael Hampton sono i produttori esecutivi di Appian Way. Michelle MacLaren dirige la serie di cui è produttrice esecutiva insieme a Rebecca Hobbs per MacLaren Entertainment. A dirigere la serie Daina Reid che è produttrice esecutiva, come l’autrice Lauren Beukes e Alan Page Arriaga.

Shining Extended Edition: la nuova edizione con contenuti inediti

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A partire dal 1º ottobre Shining Extended Edition sarà disponibile in un prezioso Steelbook contenente i due dischi, 4K UHD + Blu-Ray, e, dal 24 ottobre, nella versione 4K UHD con packaging standard. Una pietra miliare della storia del cinema che dal 1° ottobre sarà disponibile anche per l’acquisto ed il noleggio in digitale su Infinity, SKY Primafila,  Apple TV App, Google Play, Chili, Timvision e tutti i principali online store.

A quasi quarant’anni dalla sua uscita, il capolavoro dell’horror diretto da Stanley Kubrick nel 1980,  tornerà, nella versione estesa americana della durata di 144 minuti, e sarà disponibile per la prima volta in Blu-Ray, 4K UHD, in digitale e nelle sale cinematografiche il 21 ed il 22 Ottobre.

L’edizione include 24 minuti di scene inedite, e, per la gioia di tutti i fan del film, sarà sempre Giancarlo Giannini a prestare la propria voce, per il doppiaggio italiano, al personaggio di Jack Torrance.

Il 21 ed il 22 Ottobre poi Shining Extended Edition per la prima volta sarà nelle sale cinematografiche e, in quella occasione, gli spettatori potranno vederein anteprima un contenuto speciale di Doctor Sleep, il seguito della storia di Danny Torrance, a 40 anni dalla sua terrificante permanenza all’Overlook Hotel in Shining, con protagonista Ewan McGregor e al cinema dal 31 Ottobre.

Considerato come uno dei più grandi film horror mai realizzati, Shining è diretto e prodotto da Kubrick, che ne ha curato anche la sceneggiatura insieme a Diane Johnson. Il film è basato sull’omonimo romanzo di Stephen King, e vede il Premio Oscar Jack Nicholson vestire i panni dell’iconico personaggio Jack Torrance. Nel cast anche Shelley Duvall, che interpreta Wendy Torrance, Scatman Crothers nel ruolo di Dick Halloran e Danny Lloyd in quello di Danny Torrance.

La rimasterizzazione in 4K è stata realizzata usando una nuova scansione in 4K del negativo originale in 35mm al Warner Bros. Motion Picture Imaging. Il regista Steven Spielberg e l’ex assistente personale di Stanley Kubrick, Leon Vitali, hanno lavorato a stretto contatto con il team della Warner Bros. durante il processo di mastering.

Il 17 maggio la versione restaurata in 4K è stata presentata al Festival del Cinema di Cannes.

Nel 2018 Shining è stato selezionato dalla Library of Congress tra i film da preservare nella United States National Film Registry in quanto “culturalmente, storicamente o esteticamente significativo”. Il film si è posizionato 29º nella lista dell’AFI 100 Years…100 Thrills e Jack Torrance è stato nominato come il 25º miglior villain nella lista AFI 100 Years…100 Heroes and Villains. Inoltre la battuta “Here’s Johnny”, in italiano “Sono il lupo cattivo!” si è posizionata 68ª nella classifica AFI 100 Years…100 Movie Quotes.

Shining, la trama

Lo scrittore Jack Torrance (Jack Nicholson) accetta di lavorare come custode, per il periodo invernale, nell’elegante e isolato Overlook Hotel, nelle Rocky Mountains, insieme alla moglie (Duvall) e al figlio (Danny Lloyd). Ma quando la prima bufera di neve si abbatte sull’hotel bloccando ogni via di fuga, spettri sembrano riemergere dal passato. Torrance non era mai stato in quel luogo, o forse si?

CONTENUTI

Shining Shining Extended Edition 4K STEELBOOK

  • 2 Dischi (4K UHD + Blu-ray)
  • Esclusiva Amazon/DVD-Store  
  • Release: 1 Ottobre (allineata con la realease US)

Shining Shining Extended Edition 4K

  • 2 Dischi (4K UHD + Blu-ray) – stesso contenuto
  • Release: 24 ottobre

Shining 4K ULTRA HD

  • Durata: 144 min ca.
  • Video: 2160p Ultra High Definition 16×9 1.78:1
  • Lingue: Dolby Digital: Italiano 2.0, Tedesco 5.1, Spagnolo 5.1, Francese 5.1, Polacco 5.1. DTS-HD Master Audio: Inglese 5.1.
  • Sottotitoli: Olandese, Finlandese, Francese, Ungherese, Coreano, Norvegese, Polacco, Rumeno, Russo, Spagnolo, Svedese, Tailandese, Danese, Ceco, Cinese, Arabo. Non Udenti: Italiano, Inglese, Tedesco.

Shining  BLU-RAY

  • Durata: 144 min ca.
  • Video: 1080p High Definition 16×9 1.78:1
  • Lingue: Dolby Digital: Italiano 2.0, Tedesco 5.1, Francese 5.1, Spagnolo 5.1, Polacco 5.1. DTS-HD Master Audio: Inglese 5.1.
  • Sottotitoli: Cinese, Ceco, Danese, Olandese, Francese, Finlandese, Ungherese, Coreano, Norvegese, Polacco, Rumeno, Spagnolo, Svedese, Tailandese. Non Udenti: Italiano, Inglese, Tedesco. 

Contenuti speciali – inclusi anche con l’acquisto in digitale su Apple TV App:

  • Commento dell’operatore, e inventore della Steadicam, Garrett Brown, e di John Baxter, autore della biografia di Kubrick.
  • The Making of the Shining di Vivian Kubrick – Documentario con commento opzionale.

3 Featurette:

  • View from the Overlook – La creazione di Shining
  • The Visions of Stanley Kubrick
  • Intervista alla Compositrice Wendy Carlos

Shining di Stanley Kubrick compie 35 anni

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Shining di Stanley Kubrick compie 35 anni

Trentacinque anni fa, negli Stati Uniti, usciva al cinema Shining, di Stanley Kubrick. Durante un evento organizzato da The Elstree Project, per celebrare l’importante compleanno dell’iconico film, sono stati invitati oltre 25 membri della crew del film e Danny Lloyd, il Danny del film ora cresciuto e insegnante nel Kentucky, ha inviato un video messaggio in cui dichiara il suo amore per il film:

“So di aver tenuto un profilo basso e alcune persona credono che l’abbia fatto perché non mi èiace il film o perché non mi è piaciuto farlo. Non potevo essere presente, ma ci tenevo a registrare un messaggio perché volevo dire che non è vero. Mi è piaciuta davvero l’esperienza e voi della crew siete stati come una famiglia per me durante le riprese“.Si sa che i metodi di Kubrick non fossero proprio ortodossi, ma probabilmente il bambino ha visto, all’epoca tutto con occhi diversi. Sicuramente Shelley Duvall non potrebbe dire lo stesso.

shining

Fonte: Empire

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