Ecco il nuovo trailer italiano di
Revenant – Redivivo, film diretto dal
premio Oscar Alejandro Gonzalez Inarritu in
cui troviamo Leonardo DiCaprio e Tom
Hardy.
The Revenant, prodotto da Annapurna
Pictures, New Regency e la Ratpac Entertainment di Brett
Ratner, dovrebbe avere un’uscita limitata il giorno di
Natale (in tempo per concorrere agli Oscar) ed espandere il
numero di sale l’8 gennaio 2016. La Fox non nasconde di mirare
nuovamente alla statuetta più ambita dopo aver fatto centro con
12 anni schiavo e
Birdman.
Il film, scritto da Mark L.
Smith e dallo stesso Inarritu, uscirà a settembre 2015 e
sarà distribuito dalla Fox.
Nel 1823 il cacciatore di pelli
Hugh Glass (Leonardo DiCaprio) si unisce alla
Rocky Mountain Fur Co. per avventurarsi in un territorio
inesplorato in cerca di nuove pelli. Dopo essere stato aggredito da
un grizzly che lo ha quasi ucciso, l’uomo viene preso in custodia
da due volontari della compagnia, il rude mercenario John
Fitzgerald e il giovane Jim Bridger, futuro “Re degli Uomini delle
Montagne”. Quando gli indiani assaltano il loro accampamento,
Fitzgerald e Bridger abbandonano Glass al suo destino dopo averlo
derubato delle armi e degli oggetti di sua proprietà. Isolato,
privo di difese e furioso, Glass giura di sopravvivere per
vendicarsi.
Il film è la seconda collaborazione
di Inarritu con la New Regency dopo
Birdman.
Lo scorso anno era stato al centro
della scena cinematografica per il suo bellissimo
Birdman, che, partito dal Festival di Venezia, aveva concluso la
sua trionfale cavalcata con il premio Oscar al miglior film
dell’anno. Adesso Alejandro G. Inarritu torna sul
grande schermo con Revenant – Redivivo, una storia
di sofferenza, paura e violenza, che racconta la vera esperienza di
un uomo che ha sfidato la morte, l’ha sconfitta ed è andato a
riscuotere la sua vendetta.
Girato nella Terra del Fuoco, ma
ambientato nel Nord Dakota del 1823,
Revenant ripropone il connubio artistico
tra Inarritu e Emmanuel Lubezki, uno dei più
grandi direttori della fotografia del nostro tempo. I due artisti
della luce realizzano un racconto elegante, limato, estremamente
crudo seppure poetico che sconfina in alcuni momenti in un
linguaggio che ricorda più il Malick di
The New World che lo stile del regista
messicano.
Immancabili però i piano sequenza
che, svincolati dagli stretti e geometrici corridoi del backstage
di Birdman, spaziano tra boschi, neve e
dirupi, articolando una narrazione intensa, studiata e calibrata
nei minimi dettagli, anche durante le scene apparentemente più
concitare e confuse, in cui la macchina da presa segue il
protagonista come un’ombra.
Revenant – Redivivo, una sfida
contro il “tempo”
Atteso e un po’ maledetto, a causa
delle difficilissime condizioni meteo che la troupe ha affrontato
durante la lavorazione, Revenant – Redivivo mostra
però presto i suoi limiti. Il difetto in cui si è andato a
incagliare il sempre bravissimo Inarritu è quello di aver costruito
una meravigliosa scatola vuota, avvalendosi del migliore interprete
che c’è in circolazione, Leonardo DiCaprio, e provando a piegarne una
fisicità troppo moderna per risultare credibile nei panni di uno
scout dell’800.
Leo, dal canto suo, si impegna come
non mai per dare voce e corpo alla sofferenza e alla rabbia più
pure. Il risultato però è ben lontano dalle sue più grandi prove
d’attore: la maschera della sofferenza, tenuta su per tutto il
film, prevale su ogni tipo di espressività, precludendo allo
spettatore ogni possibilità di vedere sotto gli strati di barba e
trucco, quel volto che tanto ha caratterizzato gli ultimi 20 anni
di cinema americano.
Revenant – Redivivo tra scenari
mozzafiato e bellezza spietata
Protagonista vero del film è il
paesaggio: terribile, glaciale e allo stesso tempo incantevole,
splendente di quella bellezza spietata che solo una Natura Matrigna
può avere. Con le sue montagne innevate e i fiumi ghiacciati,
splendono nel film i comprimari, Domhnall Gleeson, Will
Poulter e su tutti Tom Hardy, che continua la costruzione di una
carriera solida e differenziata.
Revenant –
Redivivo è una sfida all’ostilità del set naturale
che Inarritu ha voluto completare a tutti i costi, una gara, tra
l’uomo e la natura, che prima di essere raccontata sullo schermo è
stata vissuta durante la lavorazione. Una bellissima confezione per
una storia già vista e raccontata. Ad avercene però, di film
così.
Diretto dal premio Oscar
Alejandro Gonzáles Iñarritu, Revenant –
Redivivo è un film del 2015 con Leonardo
DiCaprio protagonista assoluto. L’opera è in parte
basata sul romanzo Revenant – La storia vera di Hugh Glass e
della sua vendetta, pubblicato nel 2002. Questo è a sua volta
ispirato alla vita del cacciatore di pelli Hugh Glass, vissuto tra
il Settecento e l’Ottocento.
Questi è noto per essere
sopravvissuto all’attacco di un orso e al conseguente abbandono dei
suoi compagni di spedizione, i quali lo credevano in fin di vita.
Nel film il personaggio interpretato da DiCaprio, riacquisite le
forze, si mette in cammino per raggiungere chi lo ha tradito, in
cerca di vendetta per quanto subito.
Nel film la leggenda di Glass viene
inevitabilmente arricchita da numerosi elementi romanzati. Ciò è
dovuto anche dal fatto di avere poche informazioni concrete sulle
gesta del personaggio. Molti tuttavia sono anche i punti nel film
che si discostano dalla trama del film. Attraverso una serie di
domande proposte di seguito, si potrà scoprire quanto c’è di vero e
quanto di romanzato all’interno del film.
Hugh Glass era davvero un
cacciatore di pellicce?
Uno dei pochi fatti certi riguardo
Hugh Glass era che fosse un cacciatore di pelli. Nel 1823 Glass
intraprese una spedizione insieme al generale William Henry (nel
film interpretato dall’attore Domhnall Gleeson) e
alcuni uomini, con il fine di ottenere una grande carico di pelli.
Fu durante questa spedizione che Glass fu attaccato dall’orso che
lo ridusse in fin di vita.
Hugh Glass aveva davvero una
moglie appartenente alla tribù dei nativi indiani?
Poco si sa della vita di Glass
prima del 1823. Il più dei fatti che risalirebbero a prima di
quella data sono prevalentemente supposizioni. Tra queste vi è
quella del suo matrimonio con una donna appartenente alla tribù dei
Pawnee. Secondo alcuni, Glass conobbe la donna dopo essere stato
fatto prigioniero presso tale tribù, e da loro avrebbe inoltre
acquisito le sue conoscenze del territorio e nella caccia. Tutto
ciò tuttavia non ha prove concrete per essere confermato ed è
ipotizzabile sia una mera leggenda.
Hugh Glass è stato realmente
attaccato da un orso?
Nonostante non vi siano stati
testimoni al momento dell’aggressione, l’attacco dell’orso ai danni
di Glass sembra essere un fatto certo. Questo sarebbe accaduto
nell’estate del 1823, cinque mesi dopo l’inizio della spedizione
intrapresa da Glass. L’uomo, come nel film, sembra avesse seguito
le orme di alcuni cuccioli di orso, per poi ritrovarsi davanti al
pericoloso animale adulto. Questi gli procurò numerose ferite e
ossa rotte, lasciandolo più morto che vivo. I suoi compagni
fortunatamente udirono le urla e corsero in suo soccorso, riuscendo
ad abbattere l’orso.
Ci sono documenti scritti che
attestano l’avvenuta aggressione ai danni di Glass?
Sfortunatamente nessuno documento
scritto da Glass, o da qualcuno a lui vicino è stato trovato. Non
esiste infatti nessun resoconto dell’attacco dell’orso, né scritto
da Glass stesso né da eventuali testimoni oculari. La storia
dell’attacco sembra essere apparsa per la prima volta nel 1825 nel
diario di un avvocato di Philadelphia in cerca di fama come
scrittore. Tale storia si diffuse rapidamente negli Stati Uniti,
divenendo argomento principale del poema del 1915 intitolato La
canzone di Hugh Glass., di John Neihardt, a cui seguirono poi
numerosi libri sull’argomento.
Hugh Glass fu davvero abbandonato
dai suoi compagni perché creduto spacciato?
Date le ferite riportate dallo
scontro con l’orso, era difficile credere che Glass sarebbe potuto
sopravvivere. Per tale motivo il capitano della spedizione assegnò
a due uomini il compito di rimanere con Glass finché questi non
fosse deceduto, mentre gli altri proseguivano il percorso.
L’intenzione era quella di dare a Glass sepoltura cristiana dopo la
sua morte. Questi uomini erano John Fitzgerald e Jim Bridger, nel
film interpretati da Tom
Hardy e Will Poulter. I due rimasero
con Glass diversi giorni, ma quando si accorsero che non accennava
a voler morire decisero di seppellirlo a metà e abbandonarlo per
ricongiungersi con la spedizione.
I due uomini hanno davvero ucciso
il figlio di Glass?
Nel film con DiCaprio, l’assassinio
del figlio di Glass per mano di John Fitzgerald è motivo scatenante
della sete di vendetta del cacciatore di pelli. Tuttavia, questa
parte del film è puramente inventata, poiché non ci sono prove
dell’esistenza di un figlio di Glass, e ancor meno di un figlio
ucciso davanti ai suoi occhi.
Hugh Glass ha davvero dormito
nella carcassa di un animale?
Dormire all’interno della carcassa
di un animale è una nota pratica di sopravvivenza, ma non è dato
sapere se realmente Glass abbia messo in pratica ciò. Questo
dettaglio fa tuttavia parte della leggenda tramandata nel corso dei
secoli. Molto più probabile è il suo aver mangiato parti di animali
per sopravvivere nella natura selvatica.
Hugh Glass ha davvero soddisfatto
la sua sete di vendetta?
Nella leggenda tramandata, Glass
riesce realmente a raggiungere i due uomini che lo avevano
abbandonato in fin di vita. Tuttavia, anziché porre in atto la sua
violenta vendetta come nel film, viene raccontato che Glass perdonò
i due. È bene ricordare che questi non uccisero alcun figlio di
Glass, pertanto il perdono è piuttosto comprensibile.
Mentre cresce l’attesa per la notte
degli Oscar e Revenant
– Redivivo, oggi arriva un nuovo contributo video
sul film e le immagini dell’incredibile documentario “A World
Unseen” che ci mostra il set in una sorta di making of.
Revenant
diretto da Alejandro Gonzalez Inarritu, vede
protagonista Leonardo DiCaprio al fianco di
Tom Hardy.
Revenant
– Trama: Nel 1823 il cacciatore di pelli Hugh Glass
(Leonardo DiCaprio) si unisce alla Rocky Mountain
Fur Co. per avventurarsi in un territorio inesplorato in cerca di
nuove pelli. Dopo essere stato aggredito da un grizzly che lo ha
quasi ucciso, l’uomo viene preso in custodia da due volontari della
compagnia, il rude mercenario John Fitzgerald e il giovane Jim
Bridger, futuro “Re degli Uomini delle Montagne”. Quando gli
indiani assaltano il loro accampamento, Fitzgerald e Bridger
abbandonano Glass al suo destino dopo averlo derubato delle armi e
degli oggetti di sua proprietà. Isolato, privo di difese e furioso,
Glass giura di sopravvivere per vendicarsi.
Miglior film drammatico, migliore
regia e miglior attore protagonista in un film drammatico. Sono
solo i primi tre di una lunga lista di premi che scommettiamo
porterà a casa Revenant – Redivivo, il nuovo film di
Alejandro González Iñárritu che vede protagonisti
Leonardo DiCaprio e Tom
Hardy.
Di seguito ecco tre featurette che ci portano dietro le quinte
del film:
https://www.youtube.com/watch?v=Zm8NnGd6gsg
https://www.youtube.com/watch?v=je430qSXIWQ
https://www.youtube.com/watch?v=EJGK1ZOYQNU
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Il film, diretto da
Alejandro Gonzalez Inarritu, vede
protagonista Leonardo DiCaprio al fianco di
Tom Hardy.
Trama: Nel 1823 il cacciatore
di pelli Hugh Glass (Leonardo DiCaprio) si unisce
alla Rocky Mountain Fur Co. per avventurarsi in un territorio
inesplorato in cerca di nuove pelli. Dopo essere stato aggredito da
un grizzly che lo ha quasi ucciso, l’uomo viene preso in custodia
da due volontari della compagnia, il rude mercenario John
Fitzgerald e il giovane Jim Bridger, futuro “Re degli Uomini delle
Montagne”. Quando gli indiani assaltano il loro accampamento,
Fitzgerald e Bridger abbandonano Glass al suo destino dopo averlo
derubato delle armi e degli oggetti di sua proprietà. Isolato,
privo di difese e furioso, Glass giura di sopravvivere per
vendicarsi.
Revanche – Ti
ucciderò, è il film di GOTZ
SPIELMANN, in corsa agli Oscar per il miglior film
straniero. Non è la prima volta, il regista austriaco è già stato
selezionato con Lo Straniero (1999)
e candidato con lo «scandaloso» Antares (2004) tra i componenti
dell’Academy.
Il suo ultimo lavoro racconta la
vita serena della campagna rurale austriaca, con le sue famiglie
modello – villette, matrimonio, figli, ordine, e naturalmente
razzismo. C’è pure la Vienna di sesso, commercio del corpo meglio
se «clandestino», bordelli, coca e botte in cui vivono i due
protagonisti, Alex e Tamara, lui è stato dentro e ora lavora come
tuttofare per il padrone del bordello. Lei è ucraina, ha un debito
da saldare e si prostituisce.
I due stanno insieme di nascosto,
lui progetta di rapinare la banca del paesino del nonno. Lì abitano
anche Suzanne e suo marito Robert, poliziotto, non riescono a avere
figli, la colpa è forse di lui, lei è devota iporcita, lui macho,
sono razzisti, non adotterebbero mai un bambino – «chissà poi che
carattere ha ».
I principi di ordine e pistola, la
morale dell’«essere costretti a difendersi», la finta distanza nel
livello di crudeltà tra città e mondo rurale sono gli elementi che
caratterizzano la pellicola. innestati in una costruzione narrativa
canonica: un prologo, il dramma, l’epilogo innestati nel «genere
vendetta» – la storia dell’uomo che vuole uccidere l’altro perché a
sua volta gli ha ucciso l’amata – col paesaggio sociale e culturale
ove pian piano la stessa vendetta si confonde.
Trai film più attesi delle prossime
settimane, Transformers
One occupa certamente un posto d’onore, perché con un
look estremamente cool e giovane riprende i celebri giocattoli
Hasbro e ne racconta le origini, molto prima che Optimus
Prime e Megatron diventassero acerrimi
nemici e che Cybertron venisse distrutto.
Quello che però non tutti sanno è
che dietro le quinte del film, almeno nella versione originale, si
è verificata, inattesa, una reunion Marvel Studios piuttosto importante,
dal momento che il cast vocale del film prevede Chris Hemsworth, Scarlett Johansson e Brian Tyree
Henry nei panni dei personaggi principali, rispettivamente
Orion Pax, D –
16 e Elita – 1.
Per chi avesse vissuto in una
caverna molto profonda negli ultimi 15 anni, diciamo che
nell’Universo Cinematografico Marvel, i tre attori hanno
interpretato tre differenti eroi basati sui fumetti. A cominciare
da Chris Hemsworth che ha quasi esordito al
cinema nel 2011 con il ruolo di Thor Odinson, nel
film omonimo di Kenneth Branagh. Dopo una breve
apparizione in Star Trek di J.J.
Abrams, Hemsworth è diventato per tutto il mondo il volto
dei Dio del Tuono targato Marvel, fino alla sua ultima
apparizione nel 2022 in Thor: Love and Thunder.
Già molto nota all’epoca del suo
casting nel MCU,
Scarlett Johanssonè stata per un decennio il
volto di Natasha Romanoff, ovvero la Vedova Nera, da Iron
Man 2 fino a Black
Widow, il suo film da solista che ne indaga le origini
dopo la sua eroica e tragica uscita di scena in Avengers:
Endgame. Per quanto riguarda invece Brian
Tyree Henry, la sua presenza nel MCU è stata molto meno duratura,
dal momento che ha interpretato Phastos nello sfortunato eppure
affascinante Eternals
di Chloe Zhao.
Sia Johansson che
Henry hanno una solida carriera di doppiatori alle
spalle, con l’attrice nominata agli Oscar che ha addirittura
sconfinato nella musica con album in studio, EP e audiolibri
all’attivo. Un po’ più inesperto è invece Hemsworth, che fino a
questo momento ha prestato la sua possente voce solo a se stesso
nelle varie declinazioni enimate e videoludiche del suo Thor.
Chris Hemsworth, Scarlett Johansson e Brian Tyree
Henry uniscono quindi le forze per prestare le loro voci
da supereroi ai protagonisti di Transformers
One, dal 26 settembre 2024 distribuito da Eagle
Pictures.
Il 15 ottobre
all’Egyptian Theatre di Hollywood si terrà una proiezione speciale
di Terminator, il thriller sci-fi che
quest’anno compie i suoi primi 30 anni. A curare la proiezione ci
sono The American Cinematheque, Metro-Goldwyn-Mayer Studios,
Twentieth Century Fox Home Entertainment e SKED TK. La proiezione
speciale vedrà Arnold Schwarzenegger riunirsi con
lo sceneggiatore/regista del film James Cameron e
con la produttrice Gale Anne Hurd (che abbiamo incontrato a Roma qualche settimana
fa) per una sessione di Q&A con il pubblico, moderata da
Geoff Boucher.
Cameron, in merito all’evento, ha
dichiarato: “The Terminator è il mio primo figlio, sono
felicissimo che le persona lo ricordino ancora abbastanza da
celebrarne i 30 anni. Naturalmente ci sarò.”
La produttrice ha replicato:
“The Terminator ha un valore straordinariamente sentimentale
per me, e sono davvero orgogliosa di sapere che i fan continuano a
supportare il fil 30 anni dopo.”
Uscito al cinema il 26 ottobre del
1984, Terminator costò 6,4 milioni e ne
guadagnò 38 al box office casalingo e 78 a quello mondiale. Il
seguito, Terminator 2, guadagnò 500
milioni. Attualmente è in produzione un reboot del franchise dal
titolo Terminator Genisys che uscirà
negli USA il primo luglio 2015.
Durante l’evento dedicato al
franchise di Silent
Hill, Konami oltre ai nuovo videogiochi ha annunciato
che un nuovo film, intitolato Return
to Silent Hill che entra ufficialmente in
produzione. Questo nuovo film probabilmente rientrerà nella
strategia di Sony Pictures di proseguire il
cammino intrapreso con Uncharted nel produrre nuove iterazioni delle sue
sage originali videoludiche.
Return
to Silent Hill sarà diretto da Christophe Gans, che ha
anche diretto il film Silent
Hill del 2006. Durante il video è stata mostrata
una varietà di storyboard e concept art, offrendo ai fan una breve
occhiata al tipo di film che possono aspettarsi. Gans ha
rivelato che stanno “tornando al meglio di queste storie…
riferendosi a Silent Hill 2 “, il che
implica che il film trarrà molto da questo gioco. Il
produttore Victor Hadida si unisce a Gans per discutere della
collaborazione tra Konami e i registi, seguito dai due che
discutono di cosa sia Silent Hill, un
franchise così attraente e duraturo. Dai un’occhiata
al video annuncio di Ritorno a Silent Hill
di seguito:
“Incapace di accettare il fatto
che sua figlia stia morendo, Rose decide di portare la ragazza da
un guaritore di fede“, recita la sinossi del film originale di
Gans del 2006 su Silent
Hill. “Durante il viaggio, la coppia guida
attraverso un portale in realtà, che porta a una città inquietante
chiamata Silent Hill. La città è circondata da una potente
oscurità e i sopravvissuti umani combattono una battaglia persa
contro di essa.”
Return
to Silent Hill, l’imminente
film horror basato su Silent Hill
2, ha rivelato il suo cast principale e
il suo regista e ha anticipato alcuni nuovi design dei mostri che
potrebbero apparire nella pellicola. A darne notizia è stato il
noto sito Deadline che ha riferito che
Jeremy Irvine e Hannah Emily
Anderson saranno i protagonisti del riavvio del franchise.
Jeremy Irvine è meglio noto per il suo ruolo nel
film War Horse di Steven Spielberg del 2011 e il sequel horror
del 2015 The Woman in Black: Angel of Death, mentre la
Anderson è nota per essere apparsa nel
film horror del 2017 Jigsaw e nella serie tv
The Purge, che è andato in onda per due stagioni dal 2018 al
2020.
Le riprese del film Return
to Silent Hilldovrebbero
iniziare il mese prossimo in Germania e nell’Europa orientale, che
segnerà il ritorno del regista originale di Silent Hill,
Christophe Gans. Scritto da Gans, Sandra Vo-Anh (che ha
collaborato con Gans in La bella e la bestia) e William
Josef Schneider, il film è basato su Silent Hill 2,
il secondo e più popolare gioco della serie di videogiochi di
successo di Konami.
Il film seguirà James (Irvine), un
uomo distrutto dopo essersi separato dal suo unico vero amore
(Anderson). Quando una lettera misteriosa lo richiama a Silent Hill
in cerca proprio della sua amata, trova una città un tempo
riconoscibile trasformata da un male sconosciuto. Mentre James
scende più in profondità nell’oscurità, incontra figure
terrificanti sia familiari che nuove e inizia a mettere in
discussione la propria sanità mentale mentre lotta per dare un
senso alla realtà e resistere abbastanza a lungo da salvare il suo
amore perduto.
“Ritorno a Silent
Hillè una storia d’amore mitologica su
qualcuno così profondamente innamorato, che è disposto ad andare
all’inferno per salvare qualcuno che ama”, ha commentato
il regista Gans. “Sono felice che i meravigliosi attori
di talento Jeremy Irvine e Hannah Emily Anderson ci accompagnino in
questo viaggio in un mondo horror psicologico che spero possa
soddisfare e sorprendere i fan diSilent
Hill“.
“Christophe ed io abbiamo
lavorato a stretto contatto con i nostri partner di Konami, mentre
lavorano ai nuovi videogioco, per creare anche una versione
diSilent Hillper il pubblico del cinema di oggi“, ha
spiegato il produttore Hadida. “Troverai ancora i
mostri iconici del franchise, ma ci saranno anche nuovi design.
Siamo fiduciosi che questo nuovo film e il nuovo gioco di Konami
insieme spingeranno avanti il franchise per gli anni a
venire”.
Return
to Silent Hill è prodotto da Victor Hadida (produttore
dei franchise di The Crow e Silent Hill) sotto la
sua società Davis Films, insieme a Molly
Hassell (The
Crow) di Hassell Free Productions e
David Wulf (The Card
Counter). The Veterans si occupa delle vendite
internazionali. Pubblicato originariamente nel 2001 per PlayStation
2,Silent Hill
2 è ampiamente considerato il miglior gioco
della serie. L’anno scorso, Konami ha annunciato tre nuovi
giochi della serie in arrivo e l’idea è che il nuovo film e i
giochi si uniscano l’un l’altro per aiutare il marketing e il
coinvolgimento. Radha Mitchell e Sean Bean hanno recitato nel primo
film di Silent Hill, che ha incassato 100 milioni di
dollari nel 2006.
La nebbia si avvicina ancora una
volta: Konami ha presentato il primo trailer
dell’adattamento live-action del videogioco Return
to Silent Hill del regista Christophe Gans. Dopo
un’anteprima al Festival
di Cannes all’inizio di questo mese, questo breve
teaser offre uno sguardo adeguato a Jeremy Irvine
nel ruolo dell’iconico protagonista di Silent Hill
2, James Sunderland, mentre esplora la
città del titolo e incontra i macabri abitanti del luogo. Sebbene
duri meno di un minuto, mostra anche alcuni dei personaggi più
memorabili e inquietanti del gioco, come Maria
(Hannah Emily Anderson) e l’incubo di
Pyramid Head.
Return
to Silent Hill è un adattamento degli eventi di
Silent Hill 2, spesso acclamato come uno dei più grandi
giochi horror di tutti i tempi e a sua volta fortemente influenzato
da Crime and Punishment e dalle opere di David
Lynch, tra gli altri. Il gioco segue il tormentato
James Sunderland che, dopo aver perso la moglie Mary a
causa di una malattia tre anni prima, riceve una misteriosa lettera
che afferma di provenire da lei e che lo invita a recarsi a
Silent Hill. Trova una città deformata da una
forza sconosciuta, piena di orrori indicibili che minacciano di
distruggerlo e di figure sia familiari che sconosciute che lo
conducono sempre più a fondo nel cuore di questo luogo infestato.
Inizia lentamente a dubitare della propria realtà, ma continua ad
andare avanti nella speranza di trovare Mary e porre fine al suo
incubo.
A dimostrazione della fedeltà con
cui Gans sta realizzando l’adattamento, il teaser si apre con un
remake shot for shot di una memorabile scena del gioco in cui James
si guarda allo specchio. Il filmato ripercorre i suoi passi
attraverso le strade nebbiose di Silent Hill, mentre incontra
Maria, una figura particolare che assomiglia in modo inquietante
alla sua defunta moglie, e altre persone che rimangono in città
nonostante i mostri che le circondano. La tensione aumenta man mano
che James si addentra, la città diventa sempre più buia e mostri
come le infermiere con la testa a bolla escono dall’ombra per
attaccarlo. Non passa molto tempo prima che incontri Pyramid Head
che trascina la sua mannaia gigante mentre cerca disperatamente di
mettere le mani su James.
Take a look at the gripping new trailer of
#RETURNTOSILENTHILL directed and produced by Christophe Gans
with music composer @AkiraYamaoka.
Silent Hill
Returns è il terzo film del franchise di Silent
Hill per il grande schermo e il primo film di Gans dopo
La bella e la bestia di
Vincent Cassel e Léa
Seydoux del 2014. Inoltre, Gans torna nella città
avvolta dalla nebbia per la prima volta da quando ha contribuito a
dare il via al franchise cinematografico nel 2006 con l’adattamento
hollywoodiano di Silent Hill scritto da Roger
Avery. Sebbene quel film non abbia avuto un’accoglienza
molto calorosa da parte della critica e del pubblico, il regista e
il suo team, tra cui i co-sceneggiatori Sandra Vo-Anh e
William Josef Schneider, questa volta stanno collaborando
strettamente con Konami per garantire che la leggendaria Silent
Hill 2 sia resa giustizia.
Il produttore Victor Hadida, che ha
lavorato in precedenza a The
Crow, ha sottolineato che Konami è stata strettamente
coinvolta nel team di Return to Silent Hill durante tutto il suo
sviluppo. Il film arriva in un momento importante, poiché il remake
del gioco classico uscirà l’8 ottobre di quest’anno. Hadida ritiene
che sia fondamentale per il futuro del franchise che i due progetti
vengano portati avanti insieme, nella speranza di reintrodurre il
pubblico a ciò che lo storico franchise di videogiochi è in grado
di fare nel campo dell’horror psicologico.
“Christophe e io abbiamo
lavorato a stretto contatto con i nostri partner di Konami, mentre
aggiornavano il videogioco, per creare anche una versione di Silent
Hill per il pubblico teatrale di oggi“, ha spiegato il
produttore Victor Hadida. “Troverete ancora i mostri iconici,
ma ci saranno anche nuovi design. Siamo certi che questo nuovo film
e il gioco aggiornato di Konami insieme daranno impulso al
franchise per gli anni a venire“.
Dopo una serie di ritardi legati a
COVID, l’anno scorso in Germania è finalmente iniziata la
produzione del “requel” di Silent Hill, intitolato Return
to Silent Hill, di cui si parlava da tempo, ed è stata
rilasciata una prima immagine ufficiale del film in vista della sua
anteprima mondiale al Festival
di Cannes. La foto (via Fandango) ci offre un primo
sguardo alla versione ridisegnata del grande cattivo della serie di
videogiochi survival horror, Pyramid Head.
Pyramid Head, noto
anche come “Red Pyramid”, “Red Pyramid Thing” e “Triangle Head”, è
stato introdotto nel secondo gioco e il suo caratteristico volto è
diventato probabilmente il pezzo più iconico del franchise. Questa
nuova versione del personaggio non sembra lontana un milione di
miglia dalla versione del videogioco, ma il casco a forma di
piramide sembra essere più lungo e avvolgente.
Fonte Fandango via
X
Cosa sappiamo sul film
Return to Silent Hill?
Jeremy Irvine(War Horse) e Hannah Emily
Anderson (Jigsaw) saranno i protagonisti di
Return
to Silent Hill, adattamento del secondo capitolo della
serie di videogiochi survival horror di Konami.
“Il film seguirà James
(Irvine), un uomo distrutto dopo la separazione dal suo unico vero
amore (Anderson). Quando una misteriosa lettera lo richiama a
Silent Hill per cercarla, trova una città un tempo riconoscibile
trasformata da un male sconosciuto. Man mano che James scende nelle
tenebre, incontra figure terrificanti sia familiari che nuove e
inizia a mettere in discussione la propria sanità mentale mentre
lotta per dare un senso alla realtà e resistere abbastanza a lungo
da salvare il suo amore perduto“.
Il regista del film originale di
Silent Hill, Christophe Hans, tornerà a dirigere
questo rilancio del franchise horror supernaturale, che vede la
partecipazione di Victor Hadida, Molly Hassell e David
Wulf come produttori.
“Ritorno a Silent Hill è una
storia d’amore mitologica su una persona così profondamente
innamorata da essere disposta ad andare all’inferno per salvare
qualcuno“, ha dichiarato Gans. “Sono felice di avere i
meravigliosi talenti di Jeremy Irvine e Hannah Emily Anderson che
ci accompagnano in questo viaggio in un mondo horror psicologico
che spero soddisferà e sorprenderà i fan di Silent Hill“.
“Christophe e io abbiamo
lavorato a stretto contatto con i nostri partner di Konami, mentre
aggiornavano il videogioco, per creare anche una versione di Silent
Hill per il pubblico teatrale di oggi“, ha aggiunto Hadida.
“Troverete ancora i mostri iconici, ma ci saranno anche nuovi
design. Siamo certi che questo nuovo film e il gioco aggiornato di
Konami insieme daranno impulso al franchise per gli anni a
venire“. Non è stata fissata una data di uscita nelle
sale.
Venerdì era stata diffusa la notizia
dell’abbandondo della serie The Hunger Games da parte del regista
Gary Ross, non intenzionato, per ragioni economiche e
artistiche
Il film Justice
League ha ricevuto un trattamento retrò in un
trailer realizzato dai fan che riunisce le versioni pre-DCEU degli
iconici eroi DC Comics. Una delle squadre di fantasia più amate al
mondo è e sarà sempre la Justice League of America.
Ben Affleck,
Henry Cavill,
Gal Gadot e Ezra
Miller hanno interpretato rispettivamente i ruoli
di Batman, Superman, Wonder Woman e The
Flash, ma non sono stati i primi attori a interpretare queste
icone. Prima del franchise di Wonder Woman di
Gadot, Lynda Carter era associata alla principessa
guerriera di Themyscira, nella sua serie televisiva del ’77. Dai
suoi film di Superman, il compianto Christopher
Reeve ha continuato a far parte dell’eterna eredità
dell’eroe di Krypton. Prima che Miller diventasse il primo Barry
Allen cinematografico, le rispettive iterazioni televisive di
The Flash di John Wesley Shipp e
Grant Gustin esistevano prima dell’incarnazione
del DCEU. Il Batman di Michael Keaton, che si
unirà al DCEU entro la fine dell’anno, è ancora oggi considerato il
vero Batman cinematografico.
Ora, grazie a AListProductions, abbiamo uno speciale trailer retrò
che mostra la Justice
League di Zack Snyder con Reeve,
Keaton, Carter, Shipp e altri attori che hanno interpretato
personaggi iconici della DC negli anni ’80 e ’90. Mentre membri
come Aquaman e Cyborg non erano stati presentati sul
grande schermo prima delle loro attuali iterazioni, al loro posto
compaiono alcuni volti riconoscibili.
È stato diffuso il trailer
ufficiale di Retribution,
il prossimo thriller d’azione di Lionsgate e Roadside
Attractions, con protagonista
Liam Neeson. Il film debutterà negli
USA al cinema il 25 agosto.
Il film racconta di Matt
Turner (Liam
Neeson), padre di famiglia e uomo d’affari americano
che vive a Berlino. In un giorno come tanti, Matt finisce per
ritrovarsi vittima di un terribile ricatto. Mentre è in macchina
con i suoi figli, riceve una telefonata da uno sconosciuto che lo
obbliga a eseguire una serie di comandi altrimenti l’ordigno
piazzato sotto i sedili della sua macchina esploderà. Matt inizia
così una folle corsa contro il tempo per mettere in salvo se stesso
e la sua famiglia.Dai un’occhiata al trailer di
Retribution qui sotto
Di cosa parla Retribution?
“Quando un misterioso
chiamante mette una bomba sotto il sedile della sua auto, Matt
Turner (Neeson) inizia un inseguimento ad alta velocità attraverso
la città per completare una serie specifica di compiti”, recita la
sinossi. “Con i suoi figli intrappolati sul sedile posteriore
e una bomba che esploderà se escono dall’auto, un normale tragitto
giornaliero diventa un contorto gioco di vita o di morte mentre
Matt segue le istruzioni sempre più pericolose dello sconosciuto in
una corsa contro il tempo per salvare la sua famiglia.”
Retribution
è diretto da Nimrod Antal da una sceneggiatura scritta da
Christopher Salmanpour. È descritto come un coinvolgente
thriller a ticchettio che trascina il pubblico in una corsa ad alto
numero di ottani di redenzione e vendetta.Insieme a
Neeson ci sono Matthew Modine (Stranger Things), Noma Dumezweni (La
sirenetta), Jack Champion (Avatar: The Way of Water), Lilly
Aspell, Embeth Davidtz (Schindler’s List) e Arian Moayed (Succession). I produttori sono Andrew Rona,
Alex Heineman, Jaume Collet-Serra e Juan Sola.
Retratos Fantasmas,
il
documentario meta-cinematografico di Kleber Mendonça
Filho presentato a Cannes 76, è un lavoro di amore verso il
cinema. Raccontare il cinema attraverso il cinema è un’arte che il
regista brasiliano porta in scena sulla Croisette con una tesi ben
specifica: il cinema è morto? Così immagini in bianco e nero si
sovrappongono alla realtà nella pellicola narrata in prima persona
dove Mendonça Filho ripercorre la sua vita e la
sua carriera, fino ad arrivare a un finale quasi
fantascientifico.
Il racconto di Retratos
Fantasmas è curato al minimo dettaglio e la voce del
regista si intervalla a quella di scene, film e ulteriori racconti
di un cinema che non c’è più. A questo si aggiunge anche una
colonna sonora dalle tinte colorate che accoglie lo spettatore alla
visione.
Retratos Fantasmas, la trama
Un ritratto della cultura
cinematografica di Recife, una città sul mare del
Brasile, cambiata e stravolta dalla modernità. Là dove prima
c’erano solo terreni incolti adesso crescono grattacieli di cui non
si vede la fine e in questi angoli Kleber Mendonça
Filho inizia a muovere i primi passi come regista. Tre
lungometraggi e moltissimi cortometraggi narrativi e sperimentali
fino alla realizzazione di Retratos Fantasmas,
documentario metacinematografico che cerca di inquadrare non solo
l’urbanizzazione della città ma anche la denuncia alla classe
politica brasiliana dagli anni ’60 in poi.
La voce di Mendonça
Filho parla direttamente allo spettatore, come un
confessionale. Quello che, infatti, rende Retrotos
Fantasmas particolare è la natura personale del racconto
anche se fondamentalmente il regista non entra mai in merito alla
sua vita privata. Il racconto è diviso in atti. Nel primo viene
descritta la genesi nel suo lavoro, tutto quello che ha ispirato –
anche solo dei semplici suoni – circoscritto all’interno delle mura
domestiche. Una specie di autobiografia cinematografica in cui
fornisce pochi dettagli sulla sua vita e molti sui suoi lavori come
Neighbouring Sounds e Aquarius,
che analizza e racconta.
Un racconto in atti
Se nella prima parte esploriamo i
retroscena del lavoro di Mendonça Filho è solo
negli atti successivi che Retratos Fantasmas
attira davvero l’attenzione dello spettatore. Il documentario offre
una retrospettiva delle sale cinematografiche nel centro di Recife,
una liberazione per chi guarda ma anche per il regista stesso. Ci
stacchiamo agli angusti e chiusi spazi di una piccola casa di
periferia e arriviamo alla sala cinematografica, sempre chiusa ma
di vedute più ampie.
Retratos Fantasmas
cerca di unire lo spettatore con quei richiami di convivialità e
spensieratezza uguali a chi aspetta fuori dalla sala l’ultimo film
in uscita. Così da Easy Rider a Victor/Victoria, il cinema di
Recife accoglie pellicole importanti e si popola di giovani creando
aggregazione, che è proprio la base del cinema dalla sua nascita. E
in un parallelismo di scene l’uscita degli spettatori dalla sala
ricorda L’uscita dalle officine Lumière e questo richiamo – forse
voluto o forse no – conferisce al documentario ancora più valore
storico.
La Settima Arte
Nuove e vecchie tecnologie si
intersecano in un racconto così come anche alcuni dei luoghi più
iconici di Retratos Fantasmas come l’Art
Palácio e il Trianon. Una lettera d’amore
alla Settima Arte e in particolare all’esperienza che il cinema
regala allo spettatore. Ma è anche un racconto nostalgico che
guarda indietro a un cinema che non c’è più e che vuole anche
denunciare la censura nei confronti di un paese intero. Le sale
cinematografiche che chiudono e che per oltre vent’anni hanno
ospitato centinaia di migliaia di spettatori. Come se fosse una
lettera a cuore aperto, trattando la sala cinematografica come un
corpo fisico che ospita un’anima.
Si terrà giovedì 15 giugno dalle
ore 10 alle ore 14 al cinema Intrastevere di Roma la presentazione
dei risultati del lavoro svolto dalla Rete degli
Spettatori nell’ambito del Piano nazionale di
educazione all’immagine promosso dal Ministero della Cultura e
dal Ministero dell’Istruzione e del Merito. La giornata sarà
soprattutto l’occasione di un incontro e dibattito
tra tutti coloro che hanno a cuore il cinema e l’audiovisivo come
linguaggi della cultura e come arte.
Il progetto della Rete degli
Spettatori – realizzato sia nelle aule di 9 scuole sul territorio
italiano che con una formazione on-line per i docenti – nasce
dall’esigenza di creare alfabetizzazione e pensiero critico intorno
al linguaggio cinematografico e audiovisivo, per consentire agli
studenti di familiarizzarsi con i processi produttivi e creativi
che sottendono le opere audiovisive.
La presentazione di brevi video
realizzati con gli studenti farà da cornice al
dibattito previsto tra tutti i partecipanti sul
senso, le pratiche e le strategie per le attività culturali di
base, anche a fronte dei nuovi scenari che si aprono con
l’esplosione dell’intelligenza artificiale.
Commenta Valerio
Jalongo, regista e docente a capo della Rete degli
Spettatori: “Il cinema e l’audiovisivo sono ormai veicoli
primari per esperienze culturali, etiche ed estetiche senza le
quali non si hanno strumenti per partecipare alla complessità delle
nostre comunità democratiche: per questo è fondamentale che la
scuola riconosca i giovani come spettatori-creatori di questo
linguaggio. Ma c’è un altro terreno comune tra cinema e
scuola: classi e sale cinematografiche, infatti rappresentano spazi
reali per una condivisione aperta che può bilanciare quegli spazi
virtuali dove la condivisione e il confronto sono assenti o
controllati da ignoti algoritmi”.
La Rete degli
Spettatori
Nel 2011 nasce la Rete degli
Spettatori con l’obiettivo di valorizzare i migliori autori e le
loro opere attraverso la promozione, il supporto e la creazione di
nuovi canali e nuove modalità distributive, coniugandoli con il
sostegno alle sale e con attività di introduzione al linguaggio e
alla conoscenza del cinema nelle scuole e non. Nel suo percorso la
Rete ha provato a leggere la contemporaneità, tentando di
analizzare le tendenze per poter proporre iniziative attuali.
Undici anni di attività, in cui la Rete è stata presente nei
cinema, nelle scuole, sui social e sulle piattaforme.
La Rete degli Spettatori si
prefigge, da più di dieci anni, di dare visibilità a film
solitamente esclusi dalle grandi distribuzioni e dalle piattaforme,
valorizzando la qualità e la differenziazione delle opere, dando
spazio ad artisti indipendenti e ai giovani.
15 giugno ore 10,00 –
14,00 al cinema INTRASTEVERE
Mentre comincia la stagione dei
premi (Oscar, Golden Globes, David di Donatello, Nastri d’Argento
ecc) e tutti premiano i film, la Rete degli Spettatori lancia il
PREMIO ALLO SPETTATORE, un concorso che dà la possibilità al
pubblico di vincere gli accrediti per i principali festival
italiani.
I film più in vista godono di
distributori potenti e lanci milionari e gli spettatori non hanno
problemi a vederli. Ci sono però dei film quasi invisibili che a
volte valgono molto di più. Ecco l’obiettivo della Rete: scovare
spettatori-esploratori, curiosi, appassionati, che hanno voglia di
condividere i loro pensieri. Spettatori che meritano un premio.
Partecipare al concorso è facile:
basta aver visto uno dei 18 film della rassegna A TUTTO SCHERMO (la
lista completa la trovate a questo link) e
scrivere una recensione attraverso i social: per esempio un post su
Facebook, oppure un tweet o un video per Instagram o YouTube con le
vostre opinioni, ricordando di taggare Rete degli Spettatori.
Le migliori recensioni saranno
pubblicate sui nostri canali e parteciperanno a inizio 2020 alla
premiazione ufficiale del Premio allo Spettatore. Regolamento
completo a questo link.
In un’epoca cinematografica in cui i
franchise costituiscono una enorme fetta della produzione
cinematografica hollywoodiana (e quindi mondiale), le retcon,
ovvero le correzioni a posteriori di alcuni dettagli dei film, sono
all’ordine del giorno.
Sono poche però i
retcon che fanno effettivamente bene a un
franchise e che ne migliorano la storia. Ecco 5 correzioni che
hanno migliorato lo sviluppo della storia a cui sono state
applicate.
La debolezza della Morte Nera era
“intenzionale” (Rogue One)
Rogue
One è stato il primo spin off della saga di
Star
Wars e che, come spunto della sua storia, ha
sviluppato i titoli di apertura di Una Nuova
Speranza. Il film segue un gruppo di ribelli
coraggiosi che tentano di rubare i piani di progettazione della
Morte Nera, la macchina da guerra dell’Impero.
Oltre ad essere un’avventura
divertente, il film mette una pezza in quella che è considerata la
più grande falla nella trama di Una Nuova
Speranza. Rogue One ha saggiamente spiegato che
l’unica debolezza nella progettazione della Morte Nera non era una
grande svista, ma un progetto intenzionale di Galen Erso, che
cercava di fornire ai Ribelli un modo per abbattere la macchina da
guerra.
Apollo Creed aveva un figlio
illegittimo (Creed)
Poche persone pensavano che
il franchise Rocky avesse bisogno di essere rivisitato, ma
Ryan Coogler ha trovato un modo interessante per
riportare il franchise in scena.
Creed vede Michael B.
Jordan nei panni del figlio illegittimo di Apollo
Creed, che segue le orme di suo padre sul ring.
L’Apollo Creed che abbiamo visto nei
film era un carismatico padre di famiglia, quindi questo offusca un
po’ la sua reputazione. Tuttavia, il fatto che non avessimo mai
sentito parlare di questo ragazzo prima, rende la sua battaglia per
affermarsi ancora più avvincente.
Conflitto Finale viene annullato
(X-Men: Giorni di un Futuro Passato)
Mentre i primi due film di
X-Men sono piaciuti ai fan, il terzo film, X-Men:
Conflitto Finale, si è rivelato un risultato
deludente per quanto era stato creato nei film precedenti. Nel film
sono state operate alcune scelte opinabili, soprattutto nelle
dicisioni di uccidere alcuni personaggi e nel modo in cui vengono
uccisi.
X-Men: Giorni di un
Futuro Passato ha rivisitato la cronologia di quel
film e ha rimandato Wolverine indietro nel tempo per salvare il
futuro. Il film si è concluso con la cronologia di Conflitto Finale
letteralmente cancellata dalla continuità come se non fosse mai
successo niente.
Quel bambino era Peter Parker (Iron
Man 2)
I fan della Marvel erano entusiasti quando
Spider-Man si è unito al MCU in Captain America: Civil
War. Ora è difficile immaginare un MCU senza di lui. Ma a causa di un
ingegnoso retcon, si è scoperto che Peter Parker era già
nell’universo condiviso ai tempi di Iron Man
2.
Nel film del 2010, un bambino che
indossa una maschera di Iron Man viene salvato da Tony Stark allo
Stark Expo. Tom Holland e altri hanno confermato che il ragazzo era
Peter, il che rende la sua relazione successiva con Tony ancora più
toccante.
Darth Vader è il papà di Luke
Skywalker (L’Impero colpisce ancora)
Darth Vader è diventato
immediatamente un cattivo iconico non appena è apparso sullo
schermo in Una Nuova Speranza. All’epoca
non sapevamo molto di lui, ma Obi-Wan spiegava in quel film che era
stato Vader a uccidere il padre di Luke, Anakin Skywalker.
Ne L’Impero Colpisce
Ancora, apprendiamo che Obi-Wan aveva mentito e che
Vader è in realtà Anakin Skywalker, il padre di Luke. Il semplice
retcon ha contribuito a rendere la scena del disvelamento della
vera parentela di Darth Vader uno dei migliori colpi di scena nella
storia del cinema.
I film incentrati sulla figura dei
serial killer sono da sempre particolarmente affascinanti, per via
dei “giochi” a cui sottopongono i protagonisti e gli stessi
spettatori, chiamati a cercare di risolvere il puzzle di enigmi a
cui gli assassini di turno sottopongono i propri rivali. Film come
Seven,
Zodiac e Il silenzio degli innocenti sono tra i
più celebri esempi di questo genere. Un altro titolo, uscito nel
1999, appartenente a questo filone è
Resurrection, diretto da Russell
Mulcahy. Da non confondere con i film argentino (2015) e
belga (2017) dallo stesso titolo, né con
l’horror del 2022 con Rebecca Hall, questo film dell’99 offre
proprio una vicenda legata ad un serial killer tanto particolare
quanto macabro.
L’attore Christopher
Lambert, lo scrittore Brad Mirman e il
regista Russell Mulcahy si incontrarono in un
hotel di Los Angeles per discutere di un altro progetto a cui
stavano lavorando, ma non riuscivano a smettere di parlare di
Resurrection e di quanto gli piacesse l’idea. Hanno così
ben presto abbandonato l’altro film e hanno deciso di realizzare
questo. Secondo il commento del regista Russell Mulcahy nel DVD,
Resurrection era originariamente classificato NC-17, motivo per cui
diverse scene di violenza e gore, come la scena del taglio delle
gambe, sono state eliminate per ottenere la classificazione R.
La “versione integrale” del film non
è mai stata distribuita e si presume che a tutt’oggi sia andata
perduta. Ci resta comunque un film particolarmente inquietante, un
ottimo esempio del suo genere che non mancherà di entusiasmare i
fan. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle
principali curiosità relative a Resurrection. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alla spiegazione del finale.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di
Resurrection
A Chicago viene commesso un atroce
omicidio: un uomo giace in un lago di sangue con un braccio
amputato alla spalla. L’assassino ha scritto col sangue su uno
specchio: “Lui tornerà“. L’agente John
Prudhomme, con il collega detective Andrew
Hollinsworth, comincia allora ad indagare sulla vicenda.
Alla prima vittima, sul cui corpo sono stati incisi numeri romani,
ne seguono ben presto altre. Nell’orto botanico, dove John si era
recato per seguire una pista, viene trovato un cadavere in
decomposizione: il braccio sinistro della persona è stato amputato
e anche qui sul corpo sono incisi numeri romani.
In un appartamento si scopre poi il
terzo omicidio. Qui c’è il cadavere di un uomo senza testa.
Prudhomme comincia a mettere insieme le tessere del puzzle e
formula una teoria sulle motivazioni: i numeri romani si
riferiscono ai passaggi della Bibbia e il killer sta cercando di
ricostruire pezzo per pezzo il corpo di Cristo in tempo per la
Pasqua, festa della Resurrezione, cui mancano tre settimane. Sarà
dunque necessario scoprire chi si cela dietro tutto ciò prima di
quella data, durante la quale potrebbe verificarsi qualcosa di
estremamente grave e macabro.
Il cast di
Resurrection
Ad interpretare John Prudhomme vi è
l’attore Christopher Lambert,
celebre per i film Greystoke – La leggenda di tarzan, il
signore delle scimmie (1984) e Highlander – L’ultimo
immortale (1986). Accanto a lui, nel ruolo del detective
Andrew Hollinsworth vi è invece Leland Orser,
mentre Robert Joy è Gerald Demus. Completano il
cast Barbara Tyson nel ruolo di Sara Prudhomme,
Rick Fox in quello di Schoefield e
Jonathan Potts in quello del detective Moltz. Nel
film si annovera infine anche un cameo del celebre regista
David Cronenberg, noto per film come
Videodrome e La mosca, nel ruolo di Padre
Rousell.
Resurrection: la
spiegazione del finale
Una volta compreso il modus operandi
del serial killer e il suo obiettivo, Prudhomme deve cercare di
predire le sue prossime mosse. Tuttavia, il caso prende una svolta
inaspettata quando il suo collega Scholfield scopre un fascicolo
dell’FBI
relativo a un omicidio simile avvenuto diversi anni prima in
Tennessee. Prudhomme è furioso per non aver ottenuto questo
fascicolo da Wingate, che si era presentato come agente dell’FBI e
aveva promesso di inviare loro tutte le informazioni del Bureau sul
caso. Quando però Prudhomme si reca all’ufficio dell’FBI, scopre
che Wingate è un uomo diverso da quello con cui ha lavorato.
Prudhomme riesce allora a
rintracciare e arrestare il falso Wingate, il cui vero nome si
rivela essere Gerald Demus. Tuttavia, non riuscendo a collegarlo ad
alcun crimine, l’uomo viene inizialmente scagionato. La squadra di
Prudhomme entra però poi in possesso delle prove in grado di
collegare le impronte digitali di Demus al precedente omicidio
avvenuto in Tennessee e quindi di arrestarlo. Nel frattempo, Demus
uccide però la sua sesta vittima, prendendone il busto. Prudhomme
teorizza che Demus possa nascondersi in un posto dove hanno già
guardato e nella casa della prima vittima trovano i macabri resti
delle sue vittime, disposti in modo da assomigliare a un Cristo
crocifisso.
Esaminando gli appunti di Demus,
Prudhomme si rende conto che per completare il suo lavoro,
l’assassino intende prendere il cuore di un bambino nato da una
donna di nome Maria il giorno di Pasqua, che è il giorno
successivo. Moltz identifica allora un bambino appena nato da una
certa Maria e si precipita all’ospedale, dove trova proprio Demus
con il bambino. Moltz viene ferito e Prudhomme insegue Demus sul
tetto finché non gli spara e recupera il bambino. Demus, cadendo,
dal tetto muore. La sua opera rimane così incompleta e Prudhomme
può dichiarare chiuso il caso.
Il trailer di Resurrection
e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Resurrection grazie alla sua presenza su
une delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Questo è infatti disponibile a noleggio nel catalogo di Prime Video. Per vederlo, basterà dunque
noleggiarlo pagando la cifra indicata. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video per un
tot di ore. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
sabato 9 marzo alle ore 21:20 sul
canale Rai 4.
Secondo World of Reel, la
produzione del sequel di
La Passione di Cristo diMel Gibson,, intitolato
Resurrection, a lungo in sviluppo, dovrebbe
iniziare il prossimo anno la lavorazione. Secondo il sito
precisamente a gennaio e avverrà dopo quasi due decenni
dall’uscita nelle sale del primo capitolo.
Resurrection sarà
ancora una volta diretto da Mel Gibson. Si prevede che il sequel
vedrà Jim Caviezel riprendere il
ruolo di Gesù, la cui miracolosa resurrezione sarà al centro del
prossimo capitolo. Il regista premio Oscar Mel Gibson ha recentemente parlato del
progetto, scherzando sul fatto di aver co-scritto due diverse
sceneggiature. Ha descritto una di queste sceneggiature
come “un viaggio acido” che porterà il pubblico in “altri
regni”. Al momento non è chiaro quale delle due sceneggiature
Gibson sceglierà.
La Passione di Cristo raffigurava
gli ultimi giorni della vita di Gesù Cristo e la sua
crocifissione. Oltre a Caviezel, ha interpretato Maia
Morgenstern nel ruolo di Maria, Monica Bellucci nel ruolo di Maria Maddalena,
Francesco De Vito nel ruolo di Pietro,
Luca Lionello nel ruolo di Giuda e altri
ancora. Il film ha incassato 612 milioni di dollari con un
budget di 30 milioni di dollari, diventando un enorme successo
finanziario. L’accoglienza della critica è stata mista, con i
critici divisi sulla brutale rappresentazione della crocifissione e
alcuni che hanno accusato il film di essere antisemita.
A dieci anni dal suo
esordio dietro la macchina da presa Nancy, Please
il regista Andrew Semans ha presentato al Sundance
2022 uno dei lungometraggi più radicali e disturbanti visti da
molto tempo a questa parte.
La storia di Resurrection
Nel tentare di raccontare
il suo dramma/horror bisogna necessariamente iniziare dallo spunto
narrativo di partenza: Margaret (Rebecca
Hall) è una donna con una carriera di successo,
indipendente nelle relazioni sentimentali e con una figlia quasi
diciottenne che sta crescendo al meglio grazie alla sua energia e
un’assoluta devozione. L’incontro casuale con David (Tim
Roth) riporta però in superficie terribili traumi
vissuti in un passato oscuro, incubi capaci di precipitare la donna
in un vortice di insicurezza che la porterà a dover fare scelte
estreme.
Fin dall’inizio
Resurrection riporta alla memoria il miglior
cinema di David Cronenberg: allo stesso modo di
molti lavori del regista canadese anche in questo film le
scenografie eleganti ma fredde nella loro stilizzazione, così come
le luci che dipingono ambienti capaci di restituire un senso di
distaccata neutralità, precipitano immediatamente eventi e
personaggi in un universo filmico molto preciso e ben
articolato.
Resurrection ricorda il miglior Cronenberg
La progressione narrativa
della sceneggiatura scritta dallo stesso Semans sviluppa
immediatamente un personaggio molto ben definito, sobrio e
credibile nella sua forza interiore. E questo quasi per
contrappasso rende ancor più vero e doloroso il suo progressivo
sgretolamento fisico e psicologico quando l’orrore del passato
torna a manifestarsi in tutta la sua forza. Rebecca Hall offre alla figura di Margaret non
soltanto la sua naturale eleganza ma anche un lavoro sul corpo
impressionante: scena dopo scena la bellezza della donna diventa
leggermente più spigolosa, il linguaggio del corpo inquietante. La
metamorfosi fisica si accompagna poi a un percorso psicologico di
regressione verso paure e istinti primitivi, quasi ancestrali, il
quale sviluppato da una sceneggiatura meno attenta sarebbe potuto
risultare non credibile.
Un horror psicologico
Al contrario
Resurrection riesce nell’ammirevole tentativo di
fornire allo spettatore una trama plausibile senza però garantire
alcuna certezza su ciò che sta realmente succedendo. Il rapporto
che si instaura tra Margaret e il suo aguzzino – un Tim Roth mellifluo, capace di affascinare ed
essere rivoltante allo stesso tempo – viene immediatamente settato
sulle basi affascinanti dell’horror psicologico, nel quale insieme
alla logica degli eventi e alla verità delle situazioni si deve
anche accettare l’irrazionalità, il lato sconosciuto e spaventoso
di quello stesso universo filmico. Resurrection
lavora su questo equilibrio instabile con enorme efficacia,
arrivando a un finale che lascia coerentemente esplodere tutto
quanto costruito in precedenza fino a penetrare nel tessuto
emozionale del pubblico con una potenza espressiva (e visiva) non
comune.
Finalmente un
lungometraggio che riesce a disturbare nel senso migliore del
termine, che costringe a uno sforzo prima emotivo e successivamente
intellettuale per stare a un gioco cinematografico intenso e
notevolmente calibrato, quello un film sospeso tra realtà e incubo
capace di lasciarci con una sensazione di salutare incertezza.
Resurrection è quello che l’horror psicologico era
un tempo e dovrebbe tornare a essere: una stanza oscura con
all’interno uno specchio deformante, pronto a regalarci il terrore
di vedere la versione più nascosta di noi stessi.
Si intitola Love in
Return, Resurrection 2×13, la
tredicesima ed ultima puntata della seconda stagione della serie
televisiva Resurrection, che andrà in
onda sul network americano ABC.
In Resurrection 2×13
James e la sua congrega si preparano a dare
l’assalto a casa Langston per impedire a
Rachel di dare alla luce il suo bambino;
Bellamy, Henry e Fred si
preparano a combattere per proteggere se stessi e la vita del
piccolo, ma sono davvero pronti ad affrontare le conseguenze del
loro gesto?
Si intitola Aftermath,
Resurrection 2×09, la nona puntata della
seconda stagione della serie televisiva
Resurrection, che andrà in onda sul
network americano ABC.
In Resurrection
2×09 gli Arcadians piangeranno la morte di un loro
caro, mentre le cellule staminali del bambino di
Rachael forniscono una cura per il virus, ma
quando la donna scompare improvvisamente, Bellamy
e Maggie si ritrovano costretti a chiedere l’aiuto
di un improbabile alleato; nel frattempo, Henry
scopre quale ruolo hanno avuto Margaret e la sua
famiglia nell’incendio alla fabbrica.
Si intitola Forsaken,
Resurrection 2×08, l’ottava puntata della
seconda stagione della serie televisiva di successo
Resurrection, che andrà in onda sul
network americano ABC.
In
Resurrection 2×08, la chiesa del
pastore Tom diventa un punto di sicurezza per i
Ritornati ora che le attività contro di loro si
stanno intensificando,mentre Bellamy e lo sceriffo
Fred cercano di fermare gli spargimenti di sangue
e Maggie lavora alla sintesi di una cura per il
virus quando avviene un fatto particolarmente spiacevole che la
distrae dalle sue ricerche
Si intitola Old Scars, Resurrection 2×04, la
quarta puntata del secondo ciclo di episodi della serie di successo
trasmessa dal network americano della ABC.
In Resurrection 2×04 Margaret convince Lucille a
organizzare una cena per festeggiare il
ritorno di Jacob, ma alcuni ospiti del tutto inattesi mettono alla
prova le relazioni nella famiglia Langston portandole fino al punto
di rottura. Nel frattempo, Bellamy continua a
indagare sulla storia
delle misteriose ossa, e Rachael riceve
alcune notizie sconvolgenti riguardanti
il suo bambino.
Si intitolerà
Revelation, Resurrection 2×01, la season
premiere della seconda stagione
di Resurrection, la serie televisiva
di successo trasmessa dal network americano
della ABC.
https://www.youtube.com/watch?v=cv1fFmVWaWQ
In Resurrection 2×01, Bellamy che si risveglia solo e
abbandonato nella periferia di Arcadia, dove
non riesce a ricordare cosa sia accaduto nell’ultima settimana
della sua vita; quando poi torna la sua memoria, ha una rivelazione
scioccante.
Nel frattempo,
in Resurrection, Arcadia accoglie
Margaret Langston (guest star Michelle
Fairley), la potente matriarca della famiglia Langston,
morta da oltre tre decenni.
Una tipologia di opere tanto recente
quanto apprezzata è quella del screenlife film (o
first person shot), in cui lo schermo cinematografico
diventa lo schermo di un computer e l’intero dramma si svolge
attraverso varie app di messaggistica video, browser e pagine di
social media. Film come Unfriended, Searching e Missing ne
sono un esempio perfetto, come anche il recente
Resurrected. Diretto da Egor
Baranov, questo prosegue infatti sulla stessa linea,
coniugando tale modalità narrativa ai canoni dell’horror
soprannaturale.
Nel caso di questo film, infatti, ci
si imbatte in una vicenda inspiegabile legata a casi di
resurrezioni e il tutto viene narrato attraverso registrazioni
video, finestre di chat e interfacce di app, fino ad avventurarsi
in servizi ecclesiastici in realtà virtuale.
Resurrected offre così un’esperienza visiva
straniante eppure estremamente coinvolgente, che costringe ad
assumere un preciso punto di vista e rimanere bloccati ad esso e a
ciò che può o meno mostrarci.
Per gli appassionati del genere, si
tratta dunque di un titolo poco noto ma da recuperare
assolutamente. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune
delle principali curiosità relative a Resurrected.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e alla spiegazione del
finale. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
La trama e il cast di
Resurrected
Protagonista del film è
Stanley Martin, il quale vive con il senso di
colpa per aver ucciso suo figlio Nicholas con
un’incidente d’auto. In seguito a tale evento, anche il matrimonio
con la moglie Audrey è finito. La donna, però,
viene avvicinata dalla Chiesa cattolica, che le propone di fare
Nicholas il primo soggetto di un nuovo processo di resurrezione. La
donna accetta e Nicholas viene effettivamente riportato in vita. Il
processo di resurrezione fa scalpore in tutto il mondo, anche se i
dettagli sono tenuti strettamente segreti dai cattolici.
La cosa viene concessa solo ai
credenti, con conseguenti conversioni di massa al cattolicesimo.
Cinque anni dopo, Stanley è ora diventato sacerdote e lavora come
consulente per i risorti. Uno dei suoi clienti risorti, però,
spinge i suoi colleghi verso la morte nel cantiere dove lavora.
Mentre Stanley indaga, scopre una serie di incidenti in cui altri
risorti si sono lanciati in massacri. Per scoprire la verità,
Stanley si allea con l’hacker Rat e scopre
l’esistenza di una setta tenuta segreta dalla chiesa.
Ad interpretare Stanley Martin vi è
l’attore Dave Davis, mentre sua moglie Audrey è
interpretata da Karli Hall. Il figlio Nicholas è
invece interpretato da Beau Boyd nella versione
bambino del personaggio e da Julian Moser in
quella adolescente. L’hacker Rat è invece interpretata da
Erika Chase. Completano poi il cast
Kristen Ariza nel ruolo dell’agente Ortiz,
Brad Greenquist in quello di Padre Degal,
Ezra Buzzington in quello di Padre Hill e
Michael Javier Villar in quello di Frank
Collins.
La spiegazione del finale
Il finale del film si svela essere
piuttosto ambiguo, senza l’intenzione di rispondere a tutte le
domande poste nel corso del film. Non viene infatti mai svelato in
che modo la Chiesa effetti queste risuscitazioni, lasciando dunque
irrisolto tale aspetto, che si comprende però passare in secondo
piano rispetto alle indagini di Stanley. Il male primario, infatti,
si svela essere una “setta” online che sta orchestrando
un’uccisione di massa.
Alla fine, è inoltre implicito che
la Chiesa ha preso Nicky in custodia e ha incastrato Stan come uno
degli orchestratori dell’omicidio di massa, come parte della loro
vasta copertura. L’hacker Rat, invece, viene uccisa dai membri
della setta durante la loro follia omicida nel finale. Il tema
primario, dunque, risulta essere il potere della Chiesa e l’uso che
ne viene fatto. Tornando ai resuscitati, invece, è interessante
notare che questi tornano in vita mentalmente sconvolti.
Tutti i resuscitati, infatti,
continuavano a dire di aver visto qualcosa di incredibile o
meraviglioso quando erano morti, e per questo volevano uccidere e
resuscitare altre persone. Niente di tutto, come anticipato, viene
discusso ulteriormente, lasciando dunque del tutto aperto il
mistero riguardante il loro ritorno. Alcuni spettatori hanno
teorizzato che potrebbe trattarsi in realtà di clonazione, ma la
cosa non è mai stata confermata dagli autori.
Il trailer di
Resurrected e dove vedere il film in streaming e
in TV
È possibile fruire di
Resurrected grazie alla sua presenza su alcune
delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple
TV e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 23
luglio alle ore 21:10 sul canale
Rai 4.
Apre oggi, nel secondo giorno del
festival
di Cannes, anche la sezione Un certain regard, con una
pellicola di tutto rispetto: Restless di Gus Van
Sant. Il regista, pupillo della competizione, che ha vinto ben due
volte, nel 2003 con Elephant e nel 2007 con la
naturale evoluzione dello stesso, ossia Paranoid
park, presenta un film che sulla carta sembra promette un
viaggio onirico nella vita di due dropout sociali che si incontrano
ad un funerale.
Tema a sostegno del film è la
morte, appena vissuta da uno dei protagonisti, che ha perso i
genitori in un incidente, e quella che incombe su Anabel, l’altra
protagonista, malata terminale di cancro. I due farano un percorso
di riscoperta, anche del dolore, insieme, accompagnati da altri
strani personaggi, il piú metaforico e particolare dei quali è il
fantasma di un kamikaze giapponese della seconda guerra mondiale.
Il film viene proiettato questa sera e sul red carpet è
attesa la protagonista Mia Wasikowska, l’Alice di Tim Burton,
presidente di giuria del Festival lo scorso anno.