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Taskmaster: tutto quello che non sapevate sul villain di Vedova Nera

Il footage di Vedova Nera mostrato sabato scorso durante il panel dei Marvel Studios al Comic-Con ha rivelato il villain del film, ovvero Taskmaster, personaggio che i fan attendevano da tempo nel MCU.

Ma cosa sappiamo del futuro antagonista di Natasha Romanoff? Ecco qualche dettaglio dell’originale che potrebbe essere incluso al cinema:

Come Steve Rogers, è un altro ragazzo di Brooklyn

Come Steve Rogers anche Taskmaster, alter ego di Anthony “Tony” Masters, è originario di Brooklyn, dove fin da giovane acquisisce un’incredibile notorietà per il suo essere capace di creplicare qualsiasi gesto semplicemente osservando gli altri. Così facendo diventa la stella della sua squadra di football del liceo.

Sapendo che le sue abilità erano uniche, qualcuno se ne approfitta per trasformarlo in un supercriminale, assumendo il nome in codice di Taskmaster.

Può replicare le abilità di chiunque

Come detto poco fa, Taskmaster è in grado di replicare perfettamente le abilità di chiunque, capacità già mostrata nel footage di Vedova Nera proiettato al pubblico del Comic-Con di San Diego.

Per questo motivo, il villain diventa un cliente difficile da affrontare, soprattutto nei combattimenti corpo a corpo, dove può esprimere altre mosse assimiliate da guerrieri del passato che ha visto.

È un esperto di molti tipi di armi

Un altro vantaggio del suo ricco arsenale di abilità è l’essere esperto di tantissime tipologie di armi, dalla spada allo scudo, passando per fucili e pistole.

Resta da vedere quali di questi strumenti saranno utilizzati in Vedova Nera, film che dovrebbe svolgersi tra Captain America: Civil War e Avengers: Infinity War

Il suo vero volto

Molti fan della Marvel hanno familiarità con Taskmaster, forse perché presenta un look molto simile a Teschio Rosso con il mantello e il cappuccio che gli coprono il volto. Ma a differenza dell’antagonista di Captain America, il teschio qui è solo una maschera.

Non sempre è stato il cattivo

In Vedova Nera verrà probabilmente presentato come antagonista principale, tuttavia sappiamo che nei fumetti Taskmaster ha lavorato per entrambi gli schieramenti, addirittura addestrando numerosi eroi della Marvel Comics.

Forse il film saprà sorprenderci in tal senso rivelandoci il vero obiettivo del personaggio?

Può imitare altri personaggi

La capacità del villain di imitare altri personaggi ci fa pensare che nel corso del MCU potremmo aver già visto in azione Taskmaster sotto mentite spoglie. Di certo sarebbe una trovata geniale scoprire l’inganno soltanto adesso, durante Vedova Nera.

Leggi anche – Vedova Nera: i dettagli su Alexei, il personaggio di David Harbour

Fonte: Cinemablend

Men in Black: International, recensione del film con Chris Hemsworth e Tessa Thompson

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Nel 2012 arrivò al cinema, tra mille perplessità da parte dei fan amanti del dittico originale, MIB 3 e adesso, a partire dal 25 luglio, arriva in sala Men In Black: International, il quarto capitolo del franchise che, nelle intenzioni dei produttori, sembra voler espandere quanto già raccontato con i primi film con protagonista Will Smith.

Diretto da F. Gary Gray, il film ricalca la formula del primo capitolo con Tessa Thompson che diventa la nuova recluta, l’agente M, e viene messa in squadra, un po’ per caso, un po’ per predestinazione, con il super agente H, Chris Hemsworth, vero e proprio eroe tra le fila degli uomini in nero. Il film si pone in continuità con i primi tre, raccontando il futuro dell’agenzia e introducendo, ovviamente, l’elemento di girl power che giustamente è così di moda in questo periodo a Hollywood, costruendo tutto il cuore del racconto intorno a M.

Proprio nella sua tendenza a rimanere al passo con i tempi, il film trova la sua peggiore pecca. L’agente M è troppo in tutto: troppo in gamba, troppo sicura, troppo capace, troppo sveglia, troppo sicura di sé. Il personaggio della Thompson non ha nulla che possa associarla ad una matricola e, automaticamente, nessuna possibilità di entrare in sintonia con lo spettatore. Tessa è bella e carismatica ma, rispetto a quello che dovrebbe essere il personaggio, lo è troppo.

La scelta di rendere così capace l’agente donna di colore è politicamente comprensibile, ma mina alla base quella che poteva essere la credibilità di un film già accolto con scetticismo, come tutti quelli che, negli ultimi anni, si propongono di rivitalizzare franchise vecchi. Quello che ha divertito ed ha funzionato nel primo film, di cui questo è una copia maldestra, era proprio Smith, il suo essere impreparato eppure coraggioso, il suo mettersi in gioco in un mondo che non capisce, data la scoperta che gli alieni vivono in mezzo a noi. Tutta la parte prettamente fantastica e legata alla trama sci-fi è appiattita, anche senza dover per forza sottolineare la banalità della trama. Viene completamente accantonato il senso di meraviglia che avevamo vissuto attraverso gli occhi dell’agente J.

L’impressione generale è che Men In Black: International voglia espandere l’universo dei film, letteralmente, da un punto di vista geografico, perdendo però le coordinate dei personaggi. Oltretutto, scegliere Chris Hemsworth per un action dai toni divertenti e muscolari e non sfruttare la sua verve comica è un vero spreco di talento.

Men in Black: International, il trailer

Alè: il trailer del documentario di Soul Film

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Alè: il trailer del documentario di Soul Film

Il canale Youtube di Infinity Tv ha messo in rete il trailer di Alè, documentario disponibile sulla piattaforma a partire da agosto e realizzato dalla casa di produzione indipendente Soul Film.

Alè è la parola più usata nel mondo dell’arrampicata in Italia (ma anche in Europa), deriva dal francese “Allez”: è un incitamento giocoso, un grido corale, una preghiera auto-motivazionale in situazioni difficili.

Alé nasce dall’esperienza diretta degli ideatori: Giada pratica arrampicata da due anni, e, con Marco, è entrata in contatto con diverse realtà romane (e non). Da giovani addetti ai lavori, dopo aver conosciuto il mondo dei climbers, hanno divorato le produzioni che l’hanno raccontato: “Valley Uprising”, “Mountain” ma anche “A line across the Sky”.

Quello che sembrava interessante era il racconto del mondo degli arrampicatori non professionisti – coloro che non ne hanno fatto l’unica ragione di vita; ma che ne affrontano i rischi e ne colgono le meraviglie esattamente come i grandi sportivi.

Dietro al film c’è una piccola casa di produzione, la Soul Film. Abbiamo uno studio a Roma e siamo in quattro: Marco e Federico, rispettivamente regista e direttore della fotografia, nonché fondatori della realtà che presenta il progetto. Quello che, al liceo, sembrava un salto nel vuoto (se ritrovate il nostro primo logo coglierete tutta la consapevolezza del rischio) è diventata un’attività concreta. Si è unita Roberta centro della parte produttiva di ogni progetto. Giada, dèdita alla scrittura.

Confidiamo nel cinema, prima ancora che come mezzo d’espressione, come veicolo di pensiero. Crediamo nella volontà di fare gruppo, nella solidarietà tra realtà piccole. Non lasciamo indietro nessuno. E seppure obbligati a correre, crediamo nella lentezza di fare le cose: the slower you go, the more you see.

La sfida ai propri limiti nella consapevolezza della caduta, la pratica costante nel tentativo del miglioramento, lega il progetto Soul Film al mondo dell’arrampicata e lì dove riusciremo ad andare oltre il solo concetto di sport, potremo dire di aver raggiunto il nostro obiettivo.

JoJo Rabbit: il trailer del film di Taika Waititi con Scarlett Johansson

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Appena annunciato nella selezione ufficiale del Toronto Film Festival, ecco il trailer di JoJo Rabbit, il film diretto da Taika Waititi che è stato descritto come una satira anti-nazista, con protagonisti Scarlett Johansson e Sam Rockwell.

Jojo Rabbit: Taika Waititi non vede l’ora di prendere in giro i nazisti

JoJo Rabbit è la storia di un giovane soldato nell’esercito di Hitler che scopre che sua madre sta nascondendo un bambino ebreo in casa. A dirigere il film ci sarà Taika Waititi, uno dei cineasti più originali in circolazioni, che si è fatto un nome dirigendo Thor: Ragnarok e stravolgendo il mito cinematografico di Thor.

Waititi ha anche scritto la storia e nel film interpreterà l’amico immaginario del ragazzo protagonista, che sarà proprio Adolf Hitler. Oltre a scrivere, dirigere e recitare nel film, Waititi produrrà JoJo Rabbit con Carthew Neal e Chelsea Winstanley.

Nel cast del film compaiono Sam Rockwell, Rebel Wilson, Alfie Allen Scarlett Johansson.

Toronto Film Festival, il programma: ci sono anche Joker e Ford v Ferrari

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Il programma del Toronto Film Festival di quest’anno porta in scena storie d’origine di supercattivi dei fumetti, idoli dei più piccoli, ma anche eroi dello sport e persino i “due Papi” ancora viventi!

La lineup del festival, presentata oggi, ha sfoggiato una serie di nomi di grande prestigio, i titoli più attesi della prossima stagione, dall’apripista Joker, a A Beautiful Day in the Neighborhood, su Fred Rogers, interpretato da Tom Hanks, fino a Ford v Ferrari, con Bale e Damon, arrivando alla satira anti-nazista di Taika Waititi, Jojo Rabbit. Ma ancora, Anthony Hopkins e Jonathan Pryce, saranno i papi Benedetto e Francesco, in The Two Popes e Michael B. Jordan sarà il protagonista di Just Mercy.

Molti di questi titoli erano attesi anche al Festival di Venezia, il cui programma sarà annunciato tra due giorni.

Ecco il programma completo del Toronto Film Festival

5 è il numero perfetto di Igort unico italiano in Concorso alle Giornate degli Autori

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5 è il numero perfetto, di Igort, grande artista e narratore del fumetto italiano, alla regia cinematografica per la prima volta con l’adattamento della sua omonima graphic novel, sarà l’unico film italiano in Concorso alle Giornate degli Autori e sarà poi in sala il 29 agosto distribuito da 01 distribution.

Un piccolo affresco napoletano nell’Italia anni Settanta. 5 è il numero perfetto è una storia di amicizia, vendetta e tradimento, e in fondo, di una seconda opportunità e di una rinascita.

In una piovosa e notturna Napoli anni Settanta, seguiamo le vicende di Peppino Lo Cicero, interpretato da un irriconoscibile Toni Servillo. Peppino è un guappo e sicario in pensione costretto dagli eventi a tornare in azione. Nel film, al fianco di Toni Servillo, Valeria Golino (Rita) e Carlo Buccirosso (Totò o’ Macellaio).

Il film è prodotto da Propaganda Italia e da Jean Vigo Italia con Rai Cinema, ed è una coproduzione con Belgio (Potemkino Film) e Francia (Mact Productions e Cité Film), prodotto da Marina Marzotto, Elda Ferri e Mattia Oddone.

5 è il numero perfetto, trailer del film di Igort

Venezia 76: presentato il programma di Giornate degli Autori

Venezia 76: presentato il programma di Giornate degli Autori

Venezia 76 – Come accade dal 2004, nell’ambito della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia si svolgono le Giornate degli Autori (28 agosto – 7 settembre), dirette da Giorgio Gosetti e quest’anno per la prima volta presiedute da Andrea Purgatori: 11 i film in concorso, 8 gli eventi speciali compresi i “Miu Miu Women’s Tales” e il film di chiusura Les chevaux voyageurs dedicato al “Re dei cavalli”, il poliedrico e carismatico Bartabas, 7 le “Notti Veneziane” alla Villa degli Autori, cui si aggiungono gli incontri, gli omaggi, i progetti
speciali promossi dalle due associazioni ANAC e 100autori.

“L’impegno che le associazioni degli autori italiani mettono nell’organizzazione – scrive Andrea Purgatori – è ripagato ogni anno dal successo della selezione e dal dibattito che ruota attorno alle Giornate, sui diritti degli spettatori, sulla tutela del diritto d’autore e lo stato della produzione, sul confronto costante con le altre cinematografie.”

18 sono le nazionalità rappresentate quest’anno, dall’Asia agli Stati Uniti, dall’Africa al Sud America fino all’Europa e all’Italia; 4 le opere prime in concorso, 6 le donne dietro alla macchina da presa. Una selezione che conferma la voluta sobrietà di titoli a vantaggio di una speciale promozione della creatività più libera e indipendente da tutto il mondo. E se si volesse, fin dal programma, individuare un “filo rosso” capace di collegare la maggior parte delle scelte, parleremmo di uno scontro di culture che mette a nudo le fragilità del mondo contemporaneo, conteso tra una tendenza all’omologazione e la vitalità di radici ancestrali che non si piegano alla massificazione. L’altro elemento distintivo è una vocazione alla ricerca di linguaggi “pop” che stimolino la curiosità di pubblici diversi, convinti come siamo che il cinema debba oggi parlare a comunità distinte di spettatori, ma sempre avendo come stella polare la volontà di farsi capire, di suscitare emozioni e passioni, di ristabilire un dialogo diretto tra l’artista e lo spettatore a prescindere dai modi del consumo. Ne sono perfetto esempio l’esordio del giovanissimo sudanese Amjad Abu Alala (You Will Die at
20), un autodidatta ventenne destinato a stupire, e il quasi coetaneo americano Phillip Youmans, vincitore al Tribeca di New York e che debutta a Venezia, in accordo tra i due festival, con Burning Cane (evento fuori concorso).

Nella selezione competitiva delle Giornate (20.000 euro di premio per il miglior film giudicato da 28 giovani spettatori provenienti da tutti i paesi dell’Unione Europea), non mancano nomi cari a chi ama il grande cinema come Dominik Moll (il suo Only the Animals aprirà il programma mercoledì 28 agosto), Jayro Bustamante (con La Llorona, inedito esempio di cinema civile in cui fantasmi e morti viventi si prendono la scena), la grande star giapponese Jō Odagiri (con They Say Nothing Stays the Same alla sua prima prova nel
lungometraggio), Fabienne Berthaud (che ritorna dopo Sky con un suggestivo viaggio iniziatico in Mongolia di Cécile de France in Un monde plus grand). E se è difficile leggere come un semplice esordio quello del maestro della graphic novel Igort (5 è il numero perfetto con Toni Servillo, Carlo Buccirosso, Valeria Golino), si può scommettere che non passerà inosservato Mio fratello rincorre i dinosauri di Stefano Cipani dal romanzo di Giacomo Mazzariol (evento speciale fuori concorso).

A completare la selezione il polacco Corpus Christi di Jan Komasa, oggi interprete di temi cari al maestro Kieslowski, il norvegese Beware of Children di Dag Johan Haugerud con una saga familiare che diventa spaccato sociale e politico, il travolgente Un divan à Tunis di Manele Labidi, con un’inedita e bellissima Golshifteh Farahani al centro di una commedia destinata a far innamorare, il debutto del Laos alla Mostra con la ghost story The Long Walk di Mattie Do, l’inedita coproduzione tra Stati Uniti e Filippine Lingua Franca di Isabel Sandoval che riafferma i diritti del gender nell’America di Trump.

Tra gli eventi speciali, i due nuovi corti d’autore della serie “Miu Miu Women’s Tales” firmati da Hailey Gates e Lynne Ramsay, la cantata/memoriale di Gianfranco Pannone e Ambrogio Sparagna Scherza con i fanti dedicata a Ugo Gregoretti, il provocatorio viaggio di Mario Sesti nel Mondo Sexy del cinema ero/esotico italiano degli anni ’60, il corto di Federico Olivetti Il prigioniero, la serata speciale dedicata a House of Cardin di David Ebersole & Todd Hughes, il magnifico ritratto della Milano di Guido Crepax in Cercando Valentina di Giancarlo Soldi (nelle “Notti Veneziane”).

“Fin dall’immagine dell’anno, realizzata grazie all’amichevole disponibilità di due registi legati alle Giornate come Alice Rohrwacher (per la cortesia di Fabio Lovino) ed Edoardo De Angelis, appare chiara la vocazione autoriale e sbarazzina insieme della nostra proposta – dice Giorgio Gosetti. Abbiamo il desiderio di condividere lo spettacolo dell’intelligenza e la vivacità creativa che oggi attraversa il mondo del cinema, con un soffio giovane e irriverente che cerchiamo di riprodurre nel programma, nell’incrocio delle offerte e degli
appuntamenti. Così teniamo in primo luogo al valore dei film scelti, ma altrettanto ai progetti che, dopo la Mostra, ci impegneranno in un’attività costante fino al prossimo anno: il rilancio del progetto speciale ‘100+1’ che, grazie al programma ‘Cinema e Storia’ della Regione Lazio, Istituto Luce – Cinecittà e Roma Lazio Film Commission, festeggia i suoi primi 10 anni nel cruciale settore dell’educazione all’immagine; il recupero di una storica eredità come quella dei ‘Ladri di Cinema’ ideata nel 1982 da Stefano Consiglio, Daniele Costantini e Marco Melani; il progetto formativo sui nuovi linguaggi delle immagini e dei suoni ideato da Roberto Perpignani. Tutti aspetti di un’attività di ricerca tra passato e futuro che sono il senso del nostro lavoro, ben oltre la vetrina festivaliera”.

Anche nel 2019 le Giornate degli Autori cominceranno prima della Mostra con la quinta edizione di Laguna Sud con un omaggio al cinema italiano scelto o amato dalle Giornate, un laboratorio di corti aperto alla cittadinanza e il nuovo concorso internazionale Lagune il cui vincitore verrà premiato alla Villa degli Autori.

Si concluderanno invece dopo la Mostra con la ripresa della selezione a Milano e Roma e infine a Palermo in collaborazione con la Sede siciliana del CSC e la Sicilia Film Commission.
Alla Villa degli Autori, dove non mancherà quel particolarissimo clima conviviale e talvolta situazionista che ci ha resi un polo di riferimento nel panorama del Lido durante la Mostra, sono molti i momenti da segnalare, cominciando dall’ormai tradizionale collaborazione con Bookciak Azione! che apre la Villa già martedì 27 agosto. E ancora: la serata evento intorno all’anteprima del film Great Green Wall di Jared P. Scott con la presenza della grande cantante maliana Inna Modja; il film-documento di Tomaso Pessina Emilio Vedova: dalla parte del naufragio narrato da Toni Servillo; l’ultimo lavoro ideato da Giorgio Pressburger, La legge degli spazi bianchi diretto da Mauro Caputo; la serata in compagnia di Riccardo
Sinigallia (musicista) e Dario Albertini (regista) con i loro nuovi lavori; il viaggio nel cuore giovane del documentario italiano rappresentato da Costanza Quatriglio, la sede siciliana del CSC e la Sicilia Film Commission; la masterclass di Marco Bellocchio (premio SIAE 2019) e quella di Margarethe Von Trotta (premio alla carriera Isola Edipo).

È proprio la collaborazione con Isola Edipo una delle novità di quest’anno. La realtà che quest’associazione ha portato alla Mostra, fatta di sensibilità per grandi temi civili ma anche di socialità e aggregazione, ha costituito un’alternativa giovane e vitale sulla scena del Lido ed era naturale che i nostri due mondi venissero a contatto come già anticipato nel 2018 in occasione della lezione di un maestro come Raymond Depardon. In questo senso i programmi delle due iniziative si interfacciano e dialogano portando alle Notti Veneziane una rarità d’autore da poco restaurata come Bless Their Little Hearts di Billy Woodberry (anima della L.A. Rebellion e del cinema indie afro-americano).

Tra gli altri incontri in programma: le giornate del programma del Parlamento europeo “28 Times Cinema” e del Lux Film Prize alla presenza dei registi finalisti e dei parlamentari europei; la presentazione dei corsi della New York Film Academy con la masterclass del mago degli effetti speciali Craig Caton, direttore del dipartimento di 3D Animation, Special Effects e VR; l’esperienza VR di Elio Germano con La mia battaglia; l’anteprima del film collettivo Frammenti coordinato da Paolo Bianchini e realizzato grazie ai fondi congiunti MiBAC/Miur destinati all’educazione all’immagine dei giovani; i corti vincitori a Laguna Sud e al Pigneto Film Festival e una piccola gemma come Sufficiente di Maddalena Stornaiuolo e Antonio Ruocco; il progetto di Chiara Nano su Alberto Grimaldi, mitico produttore di Leone, Pasolini, Fellini, Bertolucci, Scorsese; il grande omaggio che la città di Parma dedicherà, dalla fine dell’anno, a Bernardo Bertolucci.

Come da tradizione, i film della selezione ufficiale concorrono al Label di Europa Cinemas, al Premio del pubblico BNL – Gruppo BNP Paribas, al GdA Director’s Award assegnato dalla giuria delle Giornate. Oltre ai premi collaterali della Mostra e, per gli esordienti, al Leone del Futuro.

A rendere possibili le Giornate degli Autori sono anche quest’anno la Direzione Cinema del MiBAC, il main sponsor BNL – Gruppo BNP Paribas, con rinnovato impegno la SIAE e Miu Miu per le giornate di “Women’s Tales”; la Commissione Cultura del Parlamento europeo per il Lux Film Prize e il progetto “28 Times Cinema”; i media partner tra cui salutiamo per la prima volta la piattaforma MUBI con cui condivideremo durante la Mostra un programma antologico di film e i nostri tradizionali technical partner; la Regione Veneto e il Comune di Chioggia per “Laguna Sud” e le attività a Venezia. Oltre naturalmente alla Fondazione
La Biennale di Venezia e alla Direzione della Mostra del Cinema cui ci lega, anno dopo anno, una leale e costante collaborazione.

“Ciò che abbiamo disegnato con i film, i protagonisti, le iniziative di quest’anno – osserva Giorgio Gosetti – è un mosaico di tessere strettamente intrecciate: uno sguardo sul mondo che se da un lato restituisce speranza per la forza – che è propria del miglior cinema – di interpretare la realtà, dall’altro dipinge una terra assediata da crudeli memorie, fantasmi inquietanti, deserti fisici e ideali. Questo mare in tempesta abbiamo voluto attraversare come moderni corsari alla ricerca del tesoro. E pensiamo di averlo trovato nel coraggio, nel sorriso, nella forza delle straordinarie donne che incontrerete alle Giornate”.

SELEZIONE UFFICIALE – IN CONCORSO

Un assassinio, tre sospetti e il Caso
SEULES LES BETES (ONLY THE ANIMALS) di Dominik Moll – Film d’apertura
Francia/Germania, 2019, 113′, prima mondiale
Con: Laure Calamy, Denis Ménochet, Valeria Bruni Tedeschi, Damien Bonnard
Produzione: Haut et Court, Razor Film Produktion
Vendite estere: The Match Factory
Una donna scompare: dopo un’intensa nevicata di lei restano poche tracce, la macchina abbandonata sul ciglio di una strada di montagna, una casa vuota. Cinque persone sono collegate dalla polizia al mistero. Ciascuna di loro nasconde un segreto, ma la soluzione sta ben lontana dal villaggio alpino, addirittura in un altro continente. Al sesto film dopo i successi a Cannes e a Berlino, Dominik Moll ritorna con una storia a incastri in cui solo il Caso dirige le vite delle persone e nulla può sfuggire al cerchio dell’assurdo. Dal romanzo di Colin Niel uno smagliante mystery d’autore scritto da Dominik Moll e Gilles Marchand.

Il deserto, una profezia di morte e la scoperta della vita
YOU WILL DIE AT 20 di Amjad Abu Alala – opera prima
Sudan/Francia/Egitto/Germania/Norvegia, 2019, 103’, prima mondiale
Con: Islam Mubark, Mahmoud Elsaraj, Bunna Khalid
Produzione: Andolfi, Transit Films, DUOFilm AS, Die Gesellschaft DGS
Vendite estere: Pyramide Films
Appena nato, Muzamil è segnato dal destino: lo stregone del villaggio predice la sua morte allo scoccare dei vent’anni. Suo padre non regge alla notizia e abbandona la famiglia. Sakina lo cresce da ragazza madre, ma allo scoccare dei 19 anni la profezia minaccia di diventare realtà… Ambientato nella regione sudanese di El-Gezira ai giorni nostri, il folgorante esordio di questo giovanissimo regista e produttore, formatosi negli Emirati Arabi, viene dopo una serie di cortometraggi presentati in diversi festival internazionali e spesso realizzati con la supervisione di Abbas Kiarostami. Con il suo film il Sudan arriva per la prima volta alla Mostra di Venezia.

Una storia d’amore che va oltre il confine della ragione
UN MONDE PLUS GRAND (A BIGGER WOLRD) di Fabienne Berthaud
Francia/Belgio, 2019, 100’, prima mondiale
Con: Cécile de France, Narantsetseg Dash, Tserendarizav Dashnyam, Ludivine Sagnier
Produzione: Haut et Court, 3×7 production
Vendite estere: WaZabi Films
Dopo la morte del suo grande amore, Corine parte per la Mongolia per proseguire il suo lavoro di antropologa. L’incontro con la sciamana Oyun le cambierà la vita e la guiderà lungo i sentieri incerti, tra realtà e spiritualità, della ricerca interiore. Tornata in Francia, la donna comprende di dover accettare la propria iniziazione e che il suo “mondo più grande” è là dove si è ritrovata. Dal libro autobiografico di Corine Sembrun. “Lei non si vede mai in tutto film, ma è ovunque – dice la regista – Corine è lo spirito del film e Cécile restituisce sullo schermo il valore universale di questo viaggio iniziatico che, per parte mia, ho narrato senza tradire il mio cinema, tra invenzione e realismo documentario”.

Quando è un fantasma a fare giustizia
LA LLORONA (THE WEEPING WOMAN) di Jayro Bustamante
Guatemala/Francia, 2019, 97’, prima mondiale
Con: Maria Mercedes Coroy, Sabrina De La Hoz, Margarita Ke’nefic
Produzione: La Casa de Producción, Les Films du Volcan
Vendite estere: Film Factory Entertainment
Il mito della Piangente appartiene a una tradizione antica e risuona degli echi della tragedia classica. In questo racconto riprende forma ai tempi della guerra civile del Guatemala che ha portato ad atroci violenze e a un vero genocidio. Asserragliato nella sua lussuosa villa, il Generale attende il verdetto del tribunale che deve giudicarlo per i suoi crimini. “La ricerca di giustizia e di vendetta della Piangente – dice Bustamante che ha scritto la sceneggiatura insieme a Lisandro Sanchez – può ricordare il revisionismo romantico dei ‘Bastardi’ di Quentin Tarantino o la follia di Medea”. Per il secondo anno consecutivo il Guatemala figura nella selezione delle Giornate degli Autori.

Quando i fantasmi si impossessano delle nostre vite
BOR MI VANH CHARK (THE LONG WALK) di Mattie Do
Laos/Spagna/Singapore, 2019, 116′, prima mondiale
Con: Yannawoutthi Chanthalungsy, Por Silatsa, Noutnapha Soydara, Vilouna Phetmany
Produzione: Lao Art Media, Screen Division, Aurora Media
Vendite estere: 108 Media
Un vecchio solitario, un po’ forastico e un po’ stregone, si imbatte nelle tracce di un ormai dimenticato incidente stradale. A fargli da guida verso la verità è il fantasma della vittima, ma l’uomo scoprirà che quel viaggio oltre la soglia della morte può riportarlo a 50 anni prima, alla dolorosa fine di sua madre. Una ghost story nella più limpida tradizione asiatica, ma con forti implicazioni con il presente e una struttura narrativa tra genere e lo stile inconfondibile di Mattie Do che accompagna lo spettatore oltre i confini della razionalità. La prima volta della cinematografia del Laos alla Mostra di Venezia.

Chi è senza peccato…
BARN (BEWARE OF CHILDREN) di Dag Johan Haugerud
Norvegia/Svezia, 2019, 157’, prima mondiale
Con: Henriette Steenstrup, Jan Gunnar Röise, Thorbjörn Harr
Produzione: Motlys A/S
Vendite estere: Picture Tree International
Durante la ricreazione la tredicenne Lykke, figlia di un uomo politico del Partito Laburista, ferisce il suo compagno di classe Jamie, a sua volta figlio di un esponente del Partito Conservatore. Quando il ragazzo muore in ospedale le contraddittorie versioni dell’accaduto rischiano di peggiorare la posizione della ragazzina. Chi è innocente, chi colpevole, chi complice? “Cosa accade in una piccola comunità, come questo quartiere borghese di Oslo – scrive il regista -, quando la morte colpisce e coinvolge due ragazzini? Quando la tragedia ci tocca – osserva il regista – ciascuno di noi scopre la sua vera identità”.

Totò e Peppino all’ultima crociata
5 È IL NUMERO PERFETTO di Igort – opera prima
Italia/Belgio/Francia, 2019, 100’, prima mondiale
Con: Toni Servillo, Valeria Golino, Carlo Buccirosso, Iaia Forte
Produzione: Propaganda Italia e Jean Vigo con Rai Cinema
Vendite estere: Playtime
Distribuzione italiana: 01 Distribution
Napoli, anni Settanta. Peppino Lo Cicero, camorrista di seconda classe in pensione, torna in pista dopo l’omicidio di suo figlio. Questo avvenimento tragico innesca una serie di azioni e reazioni violente ma è anche la scintilla per cominciare una nuova vita. Un piccolo affresco napoletano nell’Italia anni Settanta, con i colori survoltati, i rimandi cinefili e lo stile inconfondibile del suo autore. 5 è il numero perfetto è la storia di un’amicizia tradita, ma anche di una seconda opportunità e di una rinascita. Dalla graphic novel omonima di Igort.

La fede trasforma davvero gli uomini?
BOŻE CIAŁO (CORPUS CHRISTI) di Jan Komasa
Polonia/Francia, 2019, 116’, prima mondiale
Con: Bartosz Bielenia, Eliza Rycembel, Aleksandra Konieczna
Produzione: Aurum Film
Vendite estere: New Europe Film Sales
Il ventenne Daniel, durante la reclusione in riformatorio, scopre una vocazione spirituale che si scontra con il suo passato, i suoi compagni di prigione e la sua fedina penale. Uscito dall’istituto trova lavoro come carpentiere in un piccolo centro ma al suo arrivo, per un equivoco, viene preso dal parroco locale per il nuovo prete che dovrà aiutarlo. Il suo segreto si incrocia con i sensi di colpa di una piccola comunità segnata da un’inconfessata tragedia. Al suo terzo film dopo gli studi alla Film School di Lodz e il suo esordio alla Cinéfondation di Cannes, Jan Komasa è ormai una delle voci più originali e affermate del cinema polacco. Da una storia realmente accaduta.

La psicanalisi tra Freud e la Fratellanza musulmana
UN DIVAN A TUNIS (ARAB BLUES) di Manele Labidi – opera prima
Tunisia/Francia, 2019, 87′, prima mondiale
Con: Golshifteh Farahan, Hichem Yacoubi, Majd Mastoura, Aïsha Ben Miled
Produzione: Kazak Productions
Vendite estere: MK2
Distribuzione italiana: BIM
A 35 anni Selma Derwish scopre la nostalgia di casa. Cresciuta in Francia, laureata in psicoanalisi, la donna arriva a Tunisi con la fiera determinazione di aprire il suo studio in città, sul tetto della casa di famiglia, in un quartiere periferico. Sull’onda delle primavere arabe si illude di aver a che fare con un contesto moderno e occidentalizzato. Scoprirà ben presto di vivere in un paese schizofrenico, ammalato di pregiudizi, di burocrazia, capace di confondere Freud con la Fratellanza Musulmana. Con il passo della commedia degli equivoci, spesso irresistibile nel mostrare le contraddizioni di due civiltà a confronto, il film rivela un talento brillante fin qui sconosciuto di Golshifteh Farahan, la più famosa attrice iraniana di questi anni.

Il grande fiume che non muta e le piccole realtà che cambiano la vita
ARU SENDO NO HANASHI (THEY SAY NOTHING STAYS THE SAME) di Jō Odagiri – opera prima
Giappone, 2019, 137’, prima mondiale
Con: Akira Emoto, Ririka Kawashima, Nijiro Murakami
Produzione: Kinoshita Group
Vendite estere: Kino International
Toichi traghetta da tutta la vita i paesani che vivono sul suo lato del fiume verso la città sorta sull’altra riva. A parte i suoi occasionali passeggeri, non ha contatti con nessuno salvo il giovane Genzo. Intanto a pochi passi dal suo traghetto si costruisce il ponte che è destinato a porre fine al suo lavoro. Un giorno sulla riva del fiume appare una misteriosa
ragazza senza tetto né legge. Toichi la ospita nella sua baracca ma l’incontro cambierà per sempre la sua vita. Esordio nel lungometraggio a soggetto della star giapponese di Kurosawa Kyoshi, Seijun Suzuki, Kim Ki-duk, Yu Lik-wai, qui affiancato dall’insuperabile creatore delle luci Christopher Doyle.

Davvero l’amore può superare ogni barriera?
LINGUA FRANCA di Isabel Sandoval
Stati Uniti/Filippine, 2019, 89′, prima mondiale
Con: Isabel Sandoval, Lynn Cohen, Eamon Farren
Produzione: 7107 Entertainment
A Brighton Beach (il quartiere ebreo-russo di New York), un’immigrata filippina minacciata di espulsione dagli Stati Uniti si innamora di un ragazzo di origine russa, che però ignora la vera natura della donna, in realtà transgender. Il terzo film di Isabel Sandoval, rivelatasi a Locarno con Senorita, è il primo film americano scritto, diretto e interpretato da una immigrata transgender, con attori americani, polemicamente realizzato nel cuore dell’America di Donald Trump. Citando la sua “pacata, serena estetica” il MoMA ha definito la regista “una autentica rarità tra le voci più forti del giovane cinema filippino”.

FUORI CONCORSO
LES CHEVAUX VOYAGEURS (TIME OF THE UNTAMED) di Bartabas – Film di chiusura
Francia, 2019, 93’, prima mondiale
Con: Bartabas e il teatro equestre
Produzione: La Compagnie des Indes
Vendite estere: MK2
35 anni in compagnia di Zingaro, il maestoso e nero cavallo frisone che ha dato il nome al suo circo teatrale e ha creato la sua leggenda. Il “Re dei Cavalli” Bartabas (al secolo Clément Marty) ripercorre la sua opera artistica con un viaggio iniziatico tra passato e presente che riassume la sua poetica, le coreografie, un’idea del teatro e dell’arte che sono vita e pensiero, forma e bellezza sublimati nel rapporto tra l’uomo e l’animale. Presente a Venezia anche con un’esperienza VR, Bartabas ha accettato di chiudere quest’edizione delle Giornate con un luminoso spettacolo cinematografico che attraversa le culture del mondo al passo, al trotto, al galoppo in una danza ammaliante, ora riflessiva, ora frenetica, comica e dolorosa con pagine ogni volta diverse.

MIU MIU WOMEN’S TALES
#17 SHAKO MAKO di Hailey Gates
Italia, USA, 2019, 16’48’’, prima italiana
Con Alia Shawkat
Produzione: Hi Production, Ways&Means
Farah, una venditrice di pane, cammina per le strade di una città mediorientale, mentre un veicolo militare americano circondato da soldati le sfila lentamente accanto. Un breve momento di silenzio. Poi un’esplosione devastante. Civili feriti, sanguinanti. L’orrore della guerra. Farah si guarda intorno atterrita, in lacrime. Ma niente è come sembra. Farah
in realtà è un personaggio interpretato da un’aspirante attrice di nome Laila. E non ci troviamo in Iraq, ma in un villaggio fittizio ricostruito nella base militare di Fort Irwin, in California, dove i soldati americani venivano addestrati prima di essere spediti in missione. Laila teme che il suo talento per la recitazione sia sprecato in questa arida simulazione, in cui le interpreti femminili sono relegate al ruolo di mute comparse. È abituata a prendere le cose molto più sul serio. Sta studiando una via di fuga.

“Mi sono interessata alla situazione delle persone che recitano nella vita reale”, dichiara la regista “e all’effetto che questo ha sulla loro psiche e sul loro stato emotivo. Una nuova esercitazione militare ideata da un produttore televisivo. Mi sembrava molto interessante che spedissimo i soldati in Iraq dopo averli addestrati in un contesto hollywoodiano”.

#18 BRIGITTE di Lynne Ramsay
Italia, UK, prima mondiale
Con Brigitte Lacombe
Produzione: Hi Production, Somesuch
Un cortometraggio in stile documentario di Lynne Ramsay sulla fotografa Brigitte Lacombe.
L’ultimo film di Lynne Ramsay è stato You Were Never Really Here con Joaquin Phoenix, premiato a Cannes nel 2017 per la miglior sceneggiatura e il miglior attore. …e ora parliamo di Kevin è stato l’unico film britannico nominato per la Palma d’Oro in una competizione ufficiale nel 2011. Tilda Swinton è stata nominata per un Golden Globe per la sua interpretazione. Il film ha ricevuto diverse nomination ai BAFTA e ha vinto il premio come miglior regista al British Independent Film Awards, miglior film al London Film Festival e miglior sceneggiatura alla Writers Guild of Great Britain.

EVENTI SPECIALI

MIO FRATELLO RINCORRE I DINOSAURI (MY BROTHER CHASES DINOSAURS) di Stefano Cipani
Italia/Spagna, 2019, 100’, prima mondiale
Con: Alessandro Gassman, Isabella Ragonese, Francesco Gheghi, Gea Dall’Orto, Rossy De Palma
Produzione: Paco Cinematografica, Neo Art Producciones con Rai Cinema
Distribuzione italiana: Eagles Pictures
Jack ha sempre desiderato un fratello maschio con cui giocare e quando nasce Gio, i suoi genitori gli raccontano che suo fratello è un bambino “speciale”. Da quel momento, nel suo immaginario, Gio diventa un supereroe, dotato di poteri incredibili, come un personaggio dei fumetti. Con il passare del tempo Jack scopre che in realtà il fratellino ha la sindrome di Down e per lui diventa un segreto da non svelare. Quando Jack arriva al liceo e si innamora di Arianna, decide di nascondere alla ragazza e ai nuovi amici l’esistenza del fratello. Ma non si può pretendere di essere amati nascondendo una parte così importante di sé. “Il romanzo di Giacomo Mazzariol – scrive il regista – ha avuto un forte impatto sulla mia immaginazione e quando ho conosciuto Jack e Gio e la loro famiglia mi sono reso conto di essere di fronte a qualcosa di davvero unico: una storia importante”.

HOUSE OF CARDIN di P. David Ebersole, Todd Hughes
Stati Uniti, 2019, 95’, prima mondiale
Vendite estere: Doc & Film International
Distribuzione italiana: I Wonder
Al tramonto della sua luminosa carriera, uno dei più creativi e rivoluzionari creatori di moda del XX secolo, Pierre Cardin, ha aperto per questo film il suo archivio privato, frugato nella memoria per ripercorrere le tappe di una carriera che non è difficile definire unica, dando conto di una vita che in molti passaggi viene narrata dai suoi amici e collaboratori. Il film è un ritratto vivo e colorato in cui si riflette la società contraddittoria e raffinata che Cardin ha
attraversato, da Parigi all’Asia, dal Veneto (in cui Pietro Cardin è nato 96 anni fa) all’Asia e fino…alla Luna. Grazie alla collaborazione di I Wonder e di Doc&Film le Giornate rendono omaggio all’uomo e all’artista.

IL PRIGIONIERO di Federico Olivetti
Italia, 2019, 16’, prima mondiale
Con: Paolo Musio, Sabrina Impacciatore, Franco Ravera
Produzione: Kama Productions
Paolo e Maria sono due sposini ordinari che vivono alle porte del paese. Una mattina Paolo esce di casa per comprare del pesce e non torna più. Giù in paese, in piazza, una donna è stata derubata di una preziosa collanina da un malandrino sedicenne che riesce a scappare dopo il misfatto. Paolo, incrociandosi con la donna e la gente del paese, viene additato dalla vittima e accusato del furto.

SCHERZA CON I FANTI di Gianfranco Pannone
Italia, 2019, 72’, prima mondiale
Produzione: Istituto Luce Cinecittà
Italiani brava gente? Discutibile. Ma certo il nostro non è mai stato realmente un popolo guerriero, anche perché la millenaria storia del Paese ha visto fin troppe guerre, violenze, pestilenze per potersi affidare al solo amor patrio. Partendo da questa particolare condizione storica, Scherza con i fanti vuol essere sia un viaggio tragicomico nella
recente storia d’Italia sia un universale inno alla pace, ma soprattutto si propone con un percorso lungo più di cent’anni che prova a scandagliare il difficile e anche sofferto e ironico rapporto del popolo con il mondo militare e più in generale con il potere, in cui agisce fortemente una pietas di matrice cristiana. Tutto questo attraverso i canti popolari, le immagini d’archivio dell’Istituto Luce e quattro diari di guerra di ieri e oggi.

MONDO SEXY di Mario Sesti
Italia, 2019, 75’, prima mondiale
Produzione: Augustuscolor
Attraverso una fitta e incalzante costruzione di sequenze tratte dai documentari erotici degli anni ‘60, il cosiddetto genere “mondo”, il film propone un viaggio nella vita notturna degli anni ‘60 di città come Parigi, Londra, New York, Hong Kong, Tokyo e altre località esotiche, mappate dall’immaginario popolare di questo cinema che nella forma del
reportage evocava l’universo del proibito, del nudo, del desiderio. Il critico Mario Sesti costruisce un percorso visuale e “virtuale” intorno al tema del corpo femminile, chiamando idealmente al suo fianco Bataille e Barthes per creare un corto circuito tra il valore del corpo e un cinema seriale che per alcuni anni, con la complicità di registi come Mino Loy
e produttori come Renato Libassi, ha connotato un vero “filone” di successo.

BURNING CANE di Phillip Youmans – In collaborazione con il Tribeca Film Festival
Stati Uniti, 2019, 77’, prima internazionale
Con Wendell Pierce, Karen KaiaLivers, Dominique McClellan
Vendite estere: Untitled Entertainment
Una madre spaventata dalla vita e lasciata sola a occuparsi del figlio, alcolista e senza lavoro; una moglie che cerca di salvare il suo uomo dal disastro; un prete che, dopo la morte di sua moglie, cerca la fede nella bottiglia piuttosto che nella chiesa: sono alcuni dei disperati che vivono nella parte più desolata della Louisiana a contatto con una natura di
bellezza abbacinante e apparentemente indifferente alla brutalità degli uomini. Le “canne brucianti” del giovanissimo autore (finiva le riprese mentre prendeva la licenza liceale) hanno conquistato la critica americana, vinto il massimo premio del Tribeca Film Festival e cominciano da Venezia una promettente carriera internazionale. Il produttore esecutivo è Benh Zeitlin (il regista de Re della terra selvaggia) e proprio il suo stile, così come lo sguardo sulla natura di Terrence Malik appaiono i riferimenti estetici di questo nuovo talento del cinema indie americano.

NOTTI VENEZIANE alla Villa degli Autori

LA LEGGE DEGLI SPAZI BIANCHI di Mauro Caputo
Italia, 2019, 61’, prima mondiale
Produzione: VOX Produzioni con Istituto Luce-Cinecittà
dall’omonimo racconto di Giorgio Pressburger
Tutto è scritto negli spazi bianchi, tra una lettera e l’altra. Il resto non conta. Una fredda mattina d’inverno, il dottor Fleischmann (letteralmente uomo di carne), si trova ad affrontare l’inizio di una progressiva perdita di memoria. Inizia così l’apologo, in un’atmosfera onirica dove realtà e finzione sembrano intrecciarsi e a tratti confondersi. Il
protagonista, un uomo di scienza, si ritrova immerso suo malgrado in un universo, quello della malattia, dominato da misteriosi rapporti tra il destino e le vicende biologiche e fisiologiche che regolano la vita. Il film è tratto dall’omonimo racconto di Giorgio Pressburger.

EMILIO VEDOVA. DALLA PARTE DEL NAUFRAGIO di Tomaso Pessina
Italia, 2019, 68’, prima mondiale
Produzione: Twin Studio
Un ritratto della figura e del valore artistico del più importante pittore veneziano del XX secolo nel centenario della nascita. Sono i suoi diari, le sue parole ritrovate negli archivi, i ricordi dei suoi amici e degli artisti che ne hanno misurata la grandezza a guidare per mano lo spettatore in questo viaggio. Ed è la voce di Toni Servillo a prestare a Emilio Vedova quel suono che oggi ci permette di entrare nel suo emozionante mondo interiore.

THE GREAT GREEN WALL di Jared P. Scott
Gran Bretagna, 2019, 91’, prima mondiale
Produzione: Make Waves in associazione con The United Nations Convention to Combat Desertification
Vendite estere: Seville International
Grazie a un produttore esecutivo da sempre innamorato della causa ambientalista come Fernando Meirelles e alla passione della musicista maliana Inna Modja, il sogno della Muraglia Verde, concepito fin dal 2009 dall’Unione Panafricana e oggi sostenuto anche dalle Nazioni Unite e dalla Banca Mondiale, diviene una realtà visibile. Un muro di alberi, da Dakar a Gibuti; un muro opposto ad ogni altro perché fatto di realtà viva com’è un albero; una barriera contro la desertificazione, la carestia, i mutamenti climatici. “Inna – racconta l’autore – ha scritto la sua musica mentre scopriva e faceva sua questa realtà. Il film è come un diario organico scritto al presente da una cantante che crede nell’ecologia e conosce la terra che scopre insieme a noi”.

CERCANDO VALENTINA di Giancarlo Soldi
Italia, 2019, 76’, prima mondiale
Produzione: Bizef produzione srl, Laser digitalsrl, Rai com
Un’affascinante odissea biografica fra sogni, desideri e ossessioni per scoprire il mondo di Guido Crepax attraverso la sua creatura Valentina (in cui l’autore si è identificato). Un ritratto dell’artista tra narrazione e visionarietà. Sono gli anni in cui a Milano, Parigi e Londra esplode un’effervescenza culturale, una rivoluzione estetica e narrativa che
contamina il mondo artistico e Crepax ne è uno dei protagonisti. Il film è un viaggio alla ricerca di Valentina, elegante e sofisticato sogno erotico per gli uomini e simbolo di indipendenza, fascino e seduzione per le donne, dove il passato si confonde col presente.

SUFFICIENTE di Maddalena Stornaiuolo, Antonio Ruocco
Italia, 2019, 10’, prima mondiale
In una scuola della periferia nord di Napoli, un quindicenne si presenta agli esami di licenza media. I professori lo accolgono con lo scetticismo riservato ai ripetenti. Lui non si perde d’animo e racconta la sua tesina che parte dalla storia, la sua storia, segnata da un fatto drammatico, per arrivare a parlare del corpo umano e del Cristo Velato. I professori rimarranno ad ascoltarlo. A lui basterà aver strappato la sufficienza.

Batman v Superman: 10 easter egg mai sfruttati dal DCEU

Batman v Superman: 10 easter egg mai sfruttati dal DCEU

Uscito nelle sale tre anni fa, Batman v Superman: Dawn of Justice è stato il primo vero tentativo di universo condiviso della Warner Bros. sfruttando i personaggi e le storie della DC Comics. Il progetto si è poi sgretolato dopo il quasi flop di Justice League, con lo studio deciso a puntare sugli standalone abbandonando l’idea iniziale.

Tuttavia i fan ricorderanno quelle ester eggs seminate nel film mai sfruttate e che avrebbero potuto aprire diversi scenari nel DCEU. Ecco le più interessanti:

Joke’s on you, Batman!

In una scena particola del film vediamo Bruce Wayne osservare il costume di Robin imbrattato con la vernice spray e la scritta che recita “HAHAHA, joke’s on you Batman!

Questo dettaglio sembrava suggerire l’ingresso in scena, ad un certo punto del DCEU, della spalla di Batman e del possibile scontro con Joker. Una prospettiva che, come saprete, non è stata mai realizzata.

Il simbolo di Darkseid

Durante la sequenza del “Knightmare”, vediamo Batman in piedi di fronte a una città in fiamme immersa in un deserto post-apocalittico, e in basso compare un simbolo Omega gigante che appartiene a Darkseid.

Da qui l’idea che gli eroi si sarebbero confrontati con il villain in futuro, e di fatto la sceneggiatura originale di Zack Snyder e Chris Terrio per Justice League avrebbe esplorato le sue origini e le ragioni dietro il suo malefico progetto.

Le origini di Cyborg

Passando in rassegna i filmati sui meta-umani, Bruce Wayne arriva a quello dedicato a Cyborg, la cui storia di origine poteva essere inclusa nei progetti futuri del DCEU.

Quel footage è stato però contraddetto in Justice League, dove il personaggio spiega di aver ottenuto i suoi poteri da una scatola madre nella notte in cui morì Superman.

I graffiti dell’Enigmista

Il maniero abbandonato dei Wayne è apparso pieno di dettagli intriganti come i graffiti apparentemente privi di significato che recitavano “Joe + Kayla” e “Drunk Punx”. I fan hanno notato però quel punto interrogativo molto simile a quello utilizzato dall’Enigmista nei fumetti.

Un’altra easter egg gettata alle ortiche di cui, probabilmente, non vedremo mai il seguito.

Zod di Kandor

Quando Lex Luthor porta il cadavere del Generale Zod a bordo della nave Kryptoniana gettandolo poi nella riserva genetica per trasformarlo in Doomsday, l’A.I. ne identifica il DNA come proveniente da “Kandor”.

Kandor è la città ridotta in brandelli da Brainiac e confinata in una bottiglia da aggiungere alla sua collezione di cianfrusaglie intergalattiche. Dopo averlo sconfitto, Superman recupera la civiltà mettendola al sicuro nella Fortezza della Solitudine.

KGBeast

Il personaggi di Anatoli Knyazev apparso in Batman v Superman veniva presentato come l’alter ego supercattivo di KGBeast e tirapiedi di Lex Luthor, sicuramente molto diverso rispetto alla controparte originale.

Purtroppo non avremo mai risposte in merito.

Le ultime parole di Lex Luthor

Sul finale di Batman v Superman, un personaggio visita Lex Luthor in prigione e il villain pronuncia la seguente frase: “Ha fame. Ci ha trovato. E sta arrivando!“.

Per molti si trattava dell’accenno alla prima versione di Justice League dove Darkseid avrebbe conquistato la Terra e in cui Batman avrebbe viaggiato nel futuro futuro per invertire il danno della sua invasione.

Metallo

Emmett Vale ha avuto il suo cameo a sorpresa in Batman v Superman, interpretato da Ralph Lister nei panni dello scienziato che lavorava per le industrie LexCorp sulla ricerca di un pezzo di Kryptonite. È lui a capire che il cadavere del generale Zod può essere usato per uccidere Superman.

Nei fumetti invece, Vale è lo scienziato che usa la Kryptonite per dare vita alla nemesi dell’Uomo D’acciaio, Metallo.

I viaggi nel tempo di Flash

In un’altra scena del film mai sviluppata, Flash apparve in sogno a Batman in quello che sembrava essere un futuro lontano. La trama ricordava i fumetti di “Crisis on Infinite Earths”, dove Barry Allen viaggia nel tempo per mettere in guardia i suoi compagni eroi sull’imminente distruzione della Terra.

Nella versione cinematografica invece Flash comunica al Cavaliere Oscuro che Lois Lane era “la chiave”, che aveva “ragione su di lui” (presumibilmente intendendo Superman, che sarebbe tornato malvagio in Justice League).

L’incubo

La sequenza dell’incubo Batman v Superman ha rappresentato il punto di partenza di molte speculazioni sul futuro del franchise, mostrandoci un futuro post-apocalittico in cui Batman si sarebbe diretto verso una città misteriosa prima di essere attaccato da un malvagio Superman.

Non è chiaro come Zack Snyder intendesse procedere con la trama, ed è probabile che non lo sapremo mai.

Fonte: Screenrant

Vedova Nera: e se il film anticipasse l’arrivo dei Dark Avengers?

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L’annuncio ufficiale del Comic-Con ha confermato che Vedova Nera sarà il primo film della Fase 4 dell’universo Marvel, ambientato tra la fine di Captain America: Civil War e Avengers: Infinity War, e questa posizione nella timeline del MCU ha subito ispirato le teorie dei fan circa lo sviluppo di particolari dinamiche e l’arrivo al cinema di nuovi personaggi.

Tra queste sembra interessante quella pubblicata di recente sul forum Reddit a proposito degli spunti che il cinecomic con Scarlett Johansson fornirà sui Dark Avengers grazie alla presenza di Yelena Belova (una sorta di alter ego di Natasha Romanoff), Guardiano Rosso (aka Alexei, il personaggio interpretato da David Harbour) e Taskmaster, il villain annunciato e già visto sul set con il tradizionale costume dei fumetti.

Secondo l’ipotesi, Guardiano Rosso diventerebbe il Cap della squadra degli Oscuri Vendicatori mentre le caratteristiche di Taskmaster e le doti nel combattimento ricorderebbero quelle di Occhio di Falco; la teoria suggerisce quindi che figure come Abominio, Whiplash o Justin Hammer (già introdotti nelle prime tre fasi del MCU) potrebbero unirsi in seguito nella Fase 5.

Insomma, l’idea è che ognuno di questi personaggi vada a sostituire formalmente tutti i Vendicatori originali, dunque anche Hulk, Iron Man e Thor. Che ne pensate? Ha senso questa prospettiva?

Vedova Nera: la descrizione del footage mostrato al Comic-Con

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Vi ricordiamo che il film vedrà Scarlett Johansson di nuovo protagonista nei panni di Natasha Romanoff, il personaggio introdotto nel MCU da Iron Man 2. Il titolo di lavorazione è “Blue Bayou” e in regia c’è Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel.

La sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme alla Johansson ci saranno anche David Harbour, Florence Pugh, e Rachel Weisz.

Al momento non ci sono ulteriori aggiornamenti sul film, né sui personaggi o le direzioni della trama. Lo studio è invece determinato a mantenere la massima segretezza intorno al progetto attualmente in produzione e presumibilmente ambientato prima degli eventi che l’hanno portata a diventare una fuggitiva in Avengers: Infinity War.

Fonte: Reddit

Ridley Scott dirigerà Ben Affleck e Matt Damon in The Last Duel

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Ridley Scott dirigerà Ben Affleck e Matt Damon in The Last Duel

A più di vent’anni dall’oscar ottenuto grazie alla sceneggiatura di Will Hunting – Genio Ribelle, Ben Affleck e Matt Damon torneranno a collaborare e recitare insieme per Ridley Scott in The Last Duel, adattamento cinematografico del romanzo di Eric Jager The Last Duel: A True Story of Trial by Combat in Medieval France. La notizia è stata divulgata nelle ultime ore da Deadline, spiegando che lo script è quasi terminato e che a scriverlo sono stati gli stessi Damon e Affleck insieme a Nicole Holofcener.

La storia segue le vicende di due migliori amici e di una vendetta: gli attori interpreteranno rispettivamente il cavaliere normanno Jean de Carrouges e lo scudiero Jacques Le Gris, separati da una guerra e dalle accuse ai danni del secondo di aver violentato sua moglie Margerite de Carrouges. Nessuno però crede alla donna e il soldato farà appello al re di Francia per annullare la sentenza emessa dal conte Pierre d’Anencon. I due uomini dovranno combattere in un duello mortale il cui vincitore sarà sancito dalla volontà di Dio.

Rivedremo presto al cinema Matt Damon in Ford V Ferrari, (da noi tradotto con Le Mans ’66 – La grande sfida, il film diretto da James Mangold (Logan, Walk The Line) che vede protagonista l’attore e Christian Bale nei panni del pilota Ken Miles e Carol Shelby, l’ingegnere meccanico che progettò il modello GT 40 per la casa automobilistica. Ambientato nel 1966, durante la preparazione della 24 Ore di Le Mans in Francia, la pellicola segue il coraggioso pilota britannico Ken Miles portare a termine la missione del designer americano Carroll Shelby che ha appena costruito una vettura rivoluzionaria per l’epoca. Talmente eccezionale da permettergli di sfidare il dominatore dell’industria, il marchio Ferrari.

Per quanto riguarda Ben Affleck invece, sappiamo che la star dirigerà e interpreterà per Universal Pictures il dramma storico Ghost Army, ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale  e sceneggiato da Nic Pizzolato (l’autore di True Detective) basandosi sul libro The Ghost Army of World War II: How One Top-Secret Unit Deceived the Enemy with Inflatable Tanks, Sound Effects, and Other Audacious Fakery di Rick Beyer e Elizabeth Sayles.

Fonte: Deadline

DIAMANTINO – Il calciatore più forte del mondo, il trailer in esclusiva

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Arriverà il 15 agosto nelle sale italiane, distribuito da I Wonder Pictures, DIAMANTINO – Il calciatore più forte del mondo, diretto da Gabriel Abrantes & Daniel Schmidt, con Carloto Cotta, Cleo Tavares, Anabela Moreira, Margarida Moreira, Filipe Vargas, Carla Maciel.

Di seguito potete vedere il primo trailer ufficiale in anteprima per Cinefilos.it.

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Il sorprendente film di Gabriel Abrantes e Daniel Schmidt che ha conquistato la Settimana della Critica al Festival di Cannes. Diamantino è un campione di calcio di fama mondiale. È un Cristiano Ronaldo, un piede d’oro, un inarrestabile genio del pallone. Finché, un brutto giorno, tutto il genio sparisce irrimediabilmente nel nulla. Attraverso le bizzarre vicende del suo protagonista, tra visioni mistiche, barboncini giganti e figure pastello superkitsch, Diamantino si veste da commedia stravagante per giocare con intelligenza con i conflitti della contemporaneità: dal culto delle celebrità all’ascesa dei deliranti pensieri antieuropeisti e dei populismi xenofobi.

Kevin Feige: “L’universo Marvel renderà giustizia ai Fantastici 4”

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La nuova fase dell’universo Marvel è stata presentata ufficialmente sabato scorso da Kevin Feige durante il panel dei Marvel Studios al Comic-Con insieme all’annuncio di tutti i film e delle nuove serie tv disponibili sulla piattaforma streaming di Disney + in arrivo entro il 2021. Non è mancata però la menzione ad altri progetti in sviluppo come Black Panther 2, Captain Marvel 2, Guardiani della Galassia Vol.3 e all’arrivo dei Mutanti e dei Fantastici 4 nel MCU, titoli sui quali Feige è rimasto ancora vago ma che potrebbero riservare qualche sorpresa.

E proprio riguardo la prima famiglia Marvel già portata al cinema due volte da Tim Story e Josh Trank, il presidente dello studio ha promesso che il futuro renderà giustizia ai personaggi creati da Stan Lee:

Tutto quello che potrei dire è spoiler, ma sono estremamente entusiasta di quei personaggi e all’idea di portarli al livello che meritano“.

Il commento di Feige lascia ben sperare per lo sviluppo di una linea narrativa e un cinecomic che dia finalmente il giusto peso ai Fantastici Quattro dopo i fallimentari tentativi del passato. Nella testa dei fan infatti risuona ancora il trattamento deludente adottato da Trank con l’ultimo reboot, dal quale lo stesso regista si è emancipato. Forse toccherà ai Marvel Studios ricucire questa ferita? Che ne pensate?

Leggi anche – Kevin Feige: “Il team dei nuovi Avengers sarà molto diverso”

Fonte: Variety

Thor: Love and Thunder sarà ambientato prima di Guardiani 3

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Durante il panel di sabato al Comic-Con di San Diego i Marvel Studios hanno ufficialmente presentato la lineup dei film e delle serie di Disney+ che andranno a comporre la Fase 4, e che si chiuderà a novembre 2021 con Thor: Love and Thunder, quarto capitolo del franchise affidato a Taika Waiti.

Sappiamo però che tra gli altri progetti in cantiere c’è anche Guardiani della Galassia Vol.3, il cui annuncio potrebbe arrivare nel corso del D23, e che la storyline del cinecomic potrebbe legarsi in qualche modo a quella di Thor 4, visto il finale di Avengers: Endgame con l’eroe interpretato da Chris Hemsworth che lasciava Asgard a Valchiria e si univa al team di Star-Lord.

Dunque la domanda, alla luce di quanto illustrato finora, è la seguente: quando sarà ambientato il film di Waititi? A rispondere è nientemeno che il regista di Guardiani 3, James Gunn, chiarendo su Instagram che nella timeline del MCU Love and Thunder si piazzerà “Prima“.

Questa affermazione si apre a due possibili scenari: da una parte sembra confermare l’inserimento del Vol.3 nella Fase 5 (dal momento che Thor 4 sarà l’ultimo titolo della Fase 4) con una release fissata al 2022, mentre dall’altra alimenta le voci su un ipotetico sequel con l’incontro tra il Dio del Tuono e i supereroi di Gunn nella stessa avventura.

Forse il tempo che Thor trascorrerà con i Guardiani sarà molto limitato, o comunque più breve del previsto, a meno che gli eventi di Love and Thunder non aprano in qualche modo una strada per raggiungere la squadra e completare una missione.

Che ne pensate?

Leggi anche – Thor: Love and Thunder, le domande sul MCU a cui il film potrebbe rispondere

Thor: Love and Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da Natalie Portman, come confermato sabato durante il panel dei Marvel Studios al Comic-Con.

Taika Waititi tornerà alla regia di un film dei Marvel Studios dopo Thor: Ragnarok, così come Chris Hemsworth e Tessa Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers: Endgame. L’ispirazione del progetto arriva dal fumetto The Mighty Thor, descritto da Waititi come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.

L’uscita nelle sale è fissata invece al 5 novembre 2021.

Kill Bill 3: Quentin Tarantino e Uma Thurman “ne stanno parlando”

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La saga di Black Mamba potrebbe non essersi conclusa nel 2004 e si, a quanto pare Quentin Tarantino e Uma Thurman stanno ancora discutendo la possibilità di portare al cinema Kill Bill 3. Ma facciamo un passo indietro e torniamo alle prime scene del Volume 1 (uscito nel 2003), quando il personaggio noto come La Sposa uccide Vernita Green davanti agli occhi della giovanissima figlia; nel tentativo di fare ammenda con la bambina, la Sposa le dice: “Quando sarai grande, se vorrai vendicarti, ti aspetterò“.

Da lì iniziarono una serie di teorie e speculazioni circa la volontà di Tarantino di nascondere un futuro collegamento alla resa dei conti finale tra la versione adulta del personaggio e l’eroina interpretata dalla Thurman, ma trascorsi più di quindici anni la speranza sembrava essersi esaurita. Ora però, grazie grazie alle parole del regista pronunciate nel corso del nuovo podcast di Happy Sad Confused, sappiamo che qualcosa potrebbe smuoversi:

Francamente, io e Uma ne abbiamo parlato di recente, vi dirò verità. Ci ho pensato più approfonditamente e anzi, ne abbiamo letteralmente parlato la scorsa settimana. Se c’è un film che potrebbe fiorire dai miei altri film, quello sarebbe un terzo Kill Bill”.

Sarà allora questo l’ultimo sigillo per il grande schermo, oppure la carriera dell’autore terminerà – come si vocifera da tempo – con il progetto su Star Trek?

Leggi anche – C’era una volta a Hollywood: tutto quello che sappiamo sul nuovo film di Tarantino

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Vi ricordiamo che il nuovo lavoro di Tarantino, C’era una volta a Hollywood, è atteso nelle nostre sale in autunno.

Di seguito la prima sinossi:

La storia si svolge a Los Angeles nel 1969, al culmine di quella che viene chiamata “hippy” Hollywood. I due protagonisti sono Rick Dalton (Leonardo DiCaprio), ex star di una serie televisiva western, e lo stunt di lunga data Cliff Booth (Brad Pitt). Entrambi stanno lottando per farcela in una Hollywood che non riconoscono più. Ma Rick ha un vicino di casa molto famoso…Sharon Tate.

Nel cast anche Damian LewisDakota FanningNicholas Hammond, Emile HirschLuke PerryClifton Collins Jr.Keith JeffersonTimothy Olyphant, Tim Roth, Kurt Russell Michael MadsenRumer Willis, Dreama WalkerCosta Ronin, Margaret Qualley, Madisen Beaty Victoria Pedretti. Infine Damon Herriman sarà Charles Manson.

Ho lavorato alla sceneggiatura per cinque anni, e vissuto nella contea di Los Angeles per gran parte della mia vita, anche nel 1969, e all’epoca avevo sette anni“, ha dichiarato Tarantino. “Sono davvero felice di poter raccontare la storia di una città e di una Hollywood che non esistono più, e non potrei essere più entusiasta dei miei due attori protagonisti.

Fonte: Happy Sad Confused

What If…?: ecco gli attori che prenderanno parte alla serie

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What If…?: ecco gli attori che prenderanno parte alla serie

Durante il Comic-Con di San Diego è stata annunciata What If…?, una delle serie tv Disney+ che compongono la Fase 4 del Marvel Universe.

Si tratta di un progetto interessantissimo, il primo animato che rientrerà nella continuity del grande progetto Marvel, in cui saranno coinvolti talent famosi per il comparto relativo al doppiaggio. Come Jeffrey Wright, che è stato già confermato come voce dell’Osservatore.

La serie indagherà i “Cosa accadrebbe se…”, ovvero le realtà alternative che potrebbero o possono verificarsi all’interno del Marvel Universe. “L’Osservatore è l’essere non terrestre che osserva tutte le cose. Sta sorvegliando il multi-verso e occasionalmente può o non può intervenire con le azioni dei terrestri” ha dichiarato Wright.

Kevin Feige ha dichiarato che la serie What If…? proporrà tutti scenari che abbiamo già visto, ma che si tratterà di versioni alternative di quegli stessi scenari. Di seguito, la lista di attori che prenderanno parte alla serie: Michael B. Jordan /Killmonger, Sebastian Stan /Bucky Barnes, Josh Brolin /Thanos, Mark Ruffalo /Bruce Banner/The Hulk, Tom Hiddleston /Loki, Samuel L. Jackson /Nick Fury, Chris Hemsworth /Thor, Hayley Atwell /Agente Peggy Carter, Chadwick Boseman /Black Panther, Karen Gillan /Nebula, Jeremy Renner /Occhio di Falco, Paul Rudd /Ant-Man, Michael Douglas /Hank Pym, Neal McDonough /Dum Dum Dugan, Dominic Cooper /Howard Stark, Sean Gunn /Kraglin, Natalie Portman /Jane Foster, Taika Waititi /Korg, Toby Jones /Arnim Zola, Djimon Hounsou /Korath, Jeff Goldblum /Granmaestro e Michael Rooker /Yondu.

Avengers: Endgame supera Avatar: Cameron fa i complimenti a Marvel, i Russo rispondono

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Il sorpasso al box office di Avengers: Endgame ai danni di Avatar ha generato una serie di reazioni social da parte dei registi dei rispettivi film che mettono a tacere, almeno per una questione di facciata, la chiacchierata rivalità tra James Cameron e i Fratelli Russo.

Per la seconda volta in meno di tre mesi, Cameron ha utilizzato Twitter per complimentarsi con la Marvel per i risultati al box office di Endgame. Prima lo ha fatto per il sorpasso di Titanic, e ora per quello di Endgame, con una bellissima art di Iron Man su Pandora.

I fratelli Russo, in risposta, hanno condiviso sul loro account Instagram una serie di illustrazioni che li mostrano in sala a guardare tutti i film di Cameron, pietre miliari della fantascienza e della cinematografia mondiale.

C’era una volta a… Hollywood: Pitt, DiCaprio e Robbie nei nuovi poster

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Sono stati diffusi i nuovi poster di C’era una volta a… Hollywood, il nuovo film di Quentin Tarantino che arriverà in sala il prossimo 19 settembre. Nel cast del film, fieri e bellissimi al centro dei poster, ci sono Brad Pitt, Leonardo DiCaprio, entrambi alla loro seconda collaborazione con Tarantino, e Margot Robbie.

All’inizio della produzione, si pensava che il film fosse una cronaca degli omicidi della Famiglia Manson, che hanno avuto proprio Sharon tra le vittime più famose, tuttavia, abbiamo poi scoperto che Tarantino racconterà la storia di una star di una serie tv western (DiCaprio), vicino di casa della Tate (Robbie).

Nel cast di C’era una volta a… Hollywood compaiono Leonardo DiCaprio, Brad Pitt, Margot Robbie, Damian Lewis, Dakota Fanning, Nicholas Hammond, Emile Hirsch, Luke Perry, Clifton Collins Jr., Keith Jefferson, Timothy Olyphant, Tim Roth, Kurt Russell e Michael Madsen. Rumer Willis, Dreama Walker, Costa Ronin, Margaret Qualley, Madisen Beaty e Victoria Pedretti. Infine Damon Herriman sarà Charles Manson.

Venezia 76: The Burnt Orange Heresy è il film di chiusura

Venezia 76: The Burnt Orange Heresy è il film di chiusura

Il thriller The Burnt Orange Heresy diretto da Giuseppe Capotondi (La doppia ora) è il film di chiusura, fuori concorso, della 76. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (28 agosto – 7 settembre 2019) diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta.

The Burnt Orange Heresy sarà proiettato in prima mondiale sabato 7 settembre, nella Sala Grande del Palazzo del Cinema al Lido di Venezia, a seguire la cerimonia di premiazione.

Il mondo dell’arte e quello della malavita si scontrano nel thriller neo-noir The Burnt Orange Heresy, ambientato nell’Italia odierna. Il carismatico critico d’arte James Figueras (Claes Bang) seduce l’affascinante turista Berenice Hollis (Elizabeth Debicki). I due nuovi innamorati raggiungono la lussuosa proprietà sul Lago di Como del potente collezionista d’arte Cassidy (Mick Jagger). Questi rivela di essere il mecenate dello schivo Jerome Debney (Donald Sutherland), una sorta di J.D. Salinger del mondo dell’arte, e avanza ai due una strana richiesta: rubare a qualsiasi costo uno dei capolavori di Debney dallo studio dell’artista. Ma appena la coppia inizia a conoscere il leggendario Debney, comprende che nulla di quel personaggio e della loro missione è ciò che sembra.

Diretto da Giuseppe Capotondi, The Burnt Orange Heresy è prodotto da David Zander, David Lancaster, William Horberg. Executive Producers Sienna Aquilini e Peter Touche. Tratto dal romanzo di Charles Willeford ed è sceneggiato da Scott B. Smith. Direttore della fotografia è David Ungaro. International Sales: HanWay Films. Domestic Sales: UTA/CAA.

Lupin III – Il film, in prima tv su Rai4, mercoledì 24 luglio

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Lupin III – Il film, in prima tv su Rai4, mercoledì 24 luglio

Mercoledì 24 luglio alle 21:15 Rai 4 si colora con le irresistibili atmosfere pop di Lupin III – Il film, in prima visione assoluta.

Creato nel 1967 dal celebre mangaka Monkey Punch ispirandosi all’elegante ladro gentiluomo Arsène Lupin ideato da Maurice Leblanc, Lupin III è stato per anni al centro di una nutrita produzione di anime di successo e oggetto di un ricchissimo merchandising, che lo ha eletto a personaggio cult per diverse generazioni.

Già portato al cinema in un film live action nel 1974 da Takashi Tsubojima (Lupin III – La strategia psicocinetica), Lupin III è protagonista di un secondo lungometraggio per la regia del poliedrico Ryūhei Kitamura, autore giapponese noto soprattutto per le incursioni horror-splatter di Versus (2000), Prossima fermata: L’inferno (2008) e No One Lives (2012).

Ispirandosi proprio alla coloratissima serie anime, Lupin III – Il film racconta la vicenda dei ladri Lupin, Jigen, Goemon e Fujiko che devono rubare il “Cuore cremisi di Cleopatra”, un gioiello di inestimabile valore custodito in una gigantesca cassaforte di massima sicurezza chiamata “L’Arca di Navarone”. Ma l’immancabile ispettore Zenigata è pronto a ostacolare i loro piani.

La Valigia dell’attore 2019: dal 23 luglio al via la nuova edizione

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La Valigia dell’attore 2019 è in partenza. Ma i bagagli non viaggiano da soli, accompagnano ancora una volta l’Associazione culturale Quasar, che da sedici edizioni porta nell’arcipelago di La Maddalena cinema, ospiti, studenti, rinnovando il ricordo di Gian Maria Volonté, in questa edizione speciale nel venticinquesimo anniversario della scomparsa del grande attore italiano. Una presenza che sarà ancora più tangibile quest’anno, da martedì 23 a domenica 28 luglio. Naturalmente senza dimenticare l’importanza e la bellezza del territorio che ospita la manifestazione.

Questa volta il tributo alla Sardegna è rappresentato da due film che dall’isola sono andati alla conquista di un grande pubblico, accompagnati da altrettanti cortometraggi di grandissimo valore.

Si parte il 23 luglio, dopo la consueta marcia d’apertura, con l’Associazione Bandistica Filarmonica “Giuseppe Garibaldi” di La Maddalena, la Banda musicale Città di Arzachena e la Banda Musicale Feliciano Mibelli di Olbia, per raggiungere l’Arena La Conchiglia, inaugurando il festival con il film breve di Francesco Piras Il nostro concerto, a cui farà seguito uno dei più inaspettati e clamorosi successi italiani dell’anno, L’uomo che comprò la luna di Paolo Zucca. Il film verrà presentato dal regista, accompagnato dal protagonista Jacopo Cullin e da Angela Molina.

La meravigliosa attrice spagnola sarà la protagonista assoluta della seconda serata, il 24 luglio, la prima nella cornice della Fortezza I Colmi, dove presenterà la proiezione di Ogro, di Gillo Pontecorvo, primo dei tre film con Gian Maria Volonté in programma per questa edizione. Angela Molina sarà anche la protagonista, la mattina del 25 luglio presso gli Ex Magazzini Ilva, del primo incontro con il pubblico, insieme a Jacopo Cullin e a Francesco Piras.

La sera del 25 sarà invece la volta di Ovunque proteggimi di Bonifacio Angius, film che dalla Sardegna è salpato prima per Venezia e poi per numerosi festival cinematografici in tutto il mondo, mietendo premi e consensi. A La Fortezza I Colmi sarà introdotto dal regista e dai due protagonisti, Alessandro Gazale e Francesca Niedda, ai quali verranno consegnate due menzioni speciali per le loro interpretazioni. Il film sarà preceduto dall’anteprima italiana del cortometraggio di Enrico Pau Gabriel.

Ritroveremo Bonifacio Angius, Alessandro Gazale, Francesca Niedda e Enrico Pau al secondo incontro con il pubblico la mattina del 26 luglio presso gli Ex Magazzini Ilva. La serata a la Fortezza I Colmi sarà poi aperta da Carlo Cecchi, curatore del ValigiaLab 2019, che presenterà, insieme a Fabrizio Deriu e a Silvano Piccardi, le allieve e gli allievi del laboratorio di recitazione di quest’anno. A seguire, l’evento speciale dell’anteprima italiana del restauro di A ciascuno il suo, il film di Elio Petri tratto dal romanzo di Leonardo Sciascia e interpretato, oltre che da Gian Maria Volonté, da Gabriele Ferzetti e Irene Papas. A presentarlo, Paola Petri e Fabio Ferzetti, che introdurranno la visione della copia restaurata dal Museo Nazionale del cinema di Torino e Movietime.

Oltre a celebrare Gian Maria Volonté, La Valigia dell’Attore 2019 è anche l’occasione per rendere omaggio a un altro grande interprete italiano prematuramente scomparso, Ennio Fantastichini. Entrambi saranno ricordati la mattina del 27 luglio con la presentazione di due libri su Volonté, recentemente pubblicati da Add Editore ed Edizioni Clichy, curati da Mirko Capozzoli e Giovanni Savastano, e dal tributo Ennio, attore tra cinema e teatro, firmato da Gianfranco Cabiddu.

Tra gli amici di Ennio Fantastichini che saranno a La Maddalena, anche Alessandro Haber, che la sera di sabato 27 luglio, dopo la proiezione del cortometraggio Gong di Giovanni Battista Origo, sarà alla Fortezza per presentare al pubblico In viaggio con Adele, di Alessandro Capitani, road movie dove divide la scena con Sara Serraiocco.

Haber sarà protagonista insieme a Renato Carpentieri anche la mattina di domenica 28 luglio per l’incontro con il pubblico agli ex Magazzini Ilva, mentre sarà proprio l’attore napoletano, a presentare la sera, a I Colmi, il film di Gianni Amelio Porte aperte, anche questo tratto da un romanzo di Leonardo Sciascia, con protagonisti Gian Maria Volonté ed Ennio Fantastichini.

A Ennio Fantastichini è dedicato il Premio Volontè 2019, un riconoscimento già previsto che il festival non ha fatto in tempo a dargli in vita e che verrà consegnato, dal circuito Le isole del cinema, la sera del 28 luglio, nelle mani del figlio Lorenzo Fantastichini. Un passaggio di consegne, una chiusura perfetta per ricordare due grandi amici, due grandi attori, che mancano tantissimo al cinema, alla cultura e alla società italiana.

Tutti gli incontri e le serate sono curati e presentate dai critici cinematografici Boris Sollazzo e Fabio Ferzetti e dal Professor Fabrizio Deriu.

Ad arricchire il programma della manifestazione la mostra fotografica: “Gian Maria Volonté negli scatti di Marcello Geppetti” di Marcello Geppetti Media Company, allestita dal 24 al 28 luglio presso la Fortezza I Colmi.

Gli eventi sono ad ingresso gratuito ad eccezione della prima serata. Parte dell’incasso sarà devoluto all’Associazione Acque Libere di La Maddalena.

Il programma dettagliato è pubblicato sul sito.

La Valigia dell’Attore è realizzato con il sostegno di MIBAC – Direzione Generale Cinema, Regione Autonoma della Sardegna – Assessorato alla Cultura e Assessorato al Turismo, Comune di La Maddalena, Ente Parco Nazionale Arcipelago di La Maddalena, Fondazione Sardegna, Nuovo IMAIE.

Tom Hanks nel trailer di A Beautiful Day in the Neighborhood

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Tom Hanks nel trailer di A Beautiful Day in the Neighborhood

Tom Hanks è il protagonista di A Beautiful Day in the Neighborhood in cui interpreta Fred Rogers, figura iconica diventata protagonista di un tradizionale trattamento biografico di Hollywood. Ecco il primo trailer del film.

L’atteso titolo A Beautiful Day in the Neighborhood è diretto da Marielle Heller (Copia Originale) e uscirà a novembre prossimo, in tempo per i prossimi Oscar, con Hank in pole position per una candidatura.

A Beautiful Day in the Neighborhood ruota intorno alla dinamica tra Rogers e il cinico giornalista Lloyd Vogel (Matthew Rhys), che ha il compito di scrivere un profilo di Rogers per una rivista. Le loro interazioni hanno aiutato a cambiare la prospettiva di Vogel sulla vita.

Parenthood: 10 cose che non sai sulla serie

Parenthood è una di quelle serie che ha contribuito a rivoluzionare il concetto di serie tv, diventando una delle più viste sul piccolo schermo.

La serie, nata nel 2010, ha colpito il pubblico in maniera diretta con la sua semplicità e con il suo carico emotivo non indifferente, facendo emozionare gli spettatori di tutto il mondo.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Parenthood.

Parenthood serie

parenthood

1. Ci sono attori già visti. Lo showrunner Jason Katims, che in passato ha diretto show Friday Night Lights, ha fatto partecipare molti degli attori in questa serie in ruoli ricorrenti o come guest star. Tra i tanti, si citano Michael B. Jordan, Minka Kelly, Matt Lauria, Jeff Rosick e Angela Rawna.

2. È stata usata una canzone famosa come sigla. Ad Andrew McMahon, dei Jack’s Mannequin è stato chiesto di presentare una possibile sigla per la serie. Tuttavia, quando ha consegnato Casting Lines ai produttori della serie, essi si erano già accontentati di usare Forever Young di Bob Dylan. La canzone scritta è stata comunque inserita nel terzo album del gruppo, intitolato People and Things.

3. Una foto famosa è presente nella serie. Durante una scena in cui Hank chiede a Sarah di aprire un cassetto per lui, s’imbatte in una fotografia incorniciata di una finestra piovosa con due persone che sbirciano, una foto che Hank ha preso e che trova sorprendente. In realtà, quest’immagine p stata scattata dal fotografo di fama mondiale Steve McCurry dall’interno di un taxi in uno dei suoi numerosi viaggi all’estero.

Parenthood streaming

4. La serie è disponibile in streaming. Grazie alla sua disponibilità su diverse piattaforme online, la serie è visibili a chi volesse vederla o rivederla. Infatti, Parenthood è disponibile sulla piattaforma di streaming digitale legale di Prime Video e Tim Vision.

Parenthood episodi

5. Una serie lunga sei stagioni. Parenthood è una serie nata nel 2010 e conclusasi nel 2015, dopo sei stagioni e 103 episodi di 41 minuti ciascuno. Trasmessa dalla NBC, la serie di rifà al film di Ron Howard Parenti, amici e tanti guai (1989).

6. C’è stato un cambio di attore. Darin Heames ha interpretato Seth Holt nell’episodio pilota, ma in seguito è stato sostituito da John Corbett quando il personaggio è riapparso nella seconda stagione.

Parenthood cast

 

7. Un’attrice ha dovuto lasciare la serie. Maura Tierney è stata originariamente scelta per il ruolo di Sarah. Tuttavia, la NBC ha spostato l’uscita della serie di qualche mese, dopo che all’attrice era stato diagnosticato un cancro al seno. A causa della sua cura contro il cancro, alla fine dovette lasciare lo show ed essere sostituita da Lauren Graham (anche se inizialmente venne contattata Helen Hunt, ma non si riuscì a raggiungere un accordo circa il suo stipendio).

8. C’è un’attrice che ha lavorato con alcuni membri del cast. Vanessa Marano è apparsa nelle serie e proprio lei ha lavorato con altri membri del cast. Infatti, in passato aveva condiviso il set con Lauren Graham in Una mamma per amica, mentre aveva anche già lavorato con Peter Krause in Six Feet Under.

9. Due attori si sono innamorati. Lauren Graham (Sarah Braverman) e Peter Krause (Adam Braverman) hanno iniziato una relazione nel 2010 dopo essersi ritrovati sul set: infatti, i due si erano conosciuti nel 1995 sul set della sitcom Caroline in the City. In Parenthood i due interpretano fratello e sorella.

Parenthood premi

10. Ha vinto diversi premi. Nel corso della sua programmazione, la serie ha vinto diversi premi, tra cui 3 PRISM Awards nel 2012, 4 Young Artist Awards tra il 2013 e il 2014 e un Gracie Awards nel 2015. Inoltre, nel 2013 ha ricevuto anche una nomination ai Golden Globe per la Miglior attrice non protagonista di una serie, miniserie o film per la televisione a Monica Potter.

Fonte: IMDb

Teen Spirit – A un passo dal sogno, la recensione del film con Elle Fanning

La talentuosa Elle Fanning sfoggia un nuovo ruolo da protagonista assoluta nel film Teen Spirit – A un passo dal sogno, opera prima del regista Max Minghella. Dopo essere stata membro della giuria del Festival di Cannes 2019, la Fanning torna al cinema incarnando nuovamente, a tre anni da The Neon Demon, una giovane e ambiziosa ragazza, dove il raggiungimento del proprio obiettivo sembra coincidere con la perdita d’innocenza del personaggio. Niente horror o sangue stavolta, ma solo tanta musica pop e luci colorate per un film che sposa in pieno l’estetica del videoclip.

La storia segue la quotidianità della sedicenne Violet (Elle Fanning) che vive sola con sua madre in difficoltà economiche e sogna di fare la cantante. Quando scopre che sono aperte le audizioni per il talent show Teen Spirit, partecipa nella speranza che sia il punto di partenza per la sua carriera di cantante. Violet dovrà però  superare diversi ostacoli per riuscire ad arrivare in finale e vincere lo show.

È un puro film di formazione quello affrontato da Minghella, di cui è anche sceneggiatore, totalmente costruito sulla sua carismatica e bellissima protagonista. La Fanning è regina indiscussa di ogni inquadratura, e l’estetica che il regista sceglie di adottare non fa che sottolineare questo elemento. Violet è al centro di tutto, le numerose sequenze musicali sono costruite per esaltarla da ogni angolazione possibile, per sottolinearne anche la trasformazione caratteriale che da innocente ragazza di periferia la porta ad essere leonessa da palcoscenico. Minghella sa di doversi affidare ad un linguaggio giovane per attrarre la generazione a cui il film si rivolge, ed è così che, almeno nella prima parte, il film sembra essere quasi un lungo videoclip. La narrazione appare più diradata, lasciando spazio ai desideri della protagonista che puntualmente si infrangono contro la realtà che vive ogni giorno. C’è tutto in queste prime sequenze, e la musica accompagna le immagini arricchendole di valore, concretizzando una messa in scena che riesce a stimolare visivamente lo spettatore.

È quando lentamente si entra nel vivo della narrazione, quando Violet viene selezionata per il concorso, che il linguaggio cambia, assumendo forme più canoniche e svelando così i fino ad ora solo sospettati problemi del film. Venendo a mancare una forma accattivante, ma che giustamente non poteva reggere l’intero film, si evidenziano delle costruzioni di sceneggiatura troppo elementari, che sembrano portare ai risvolti successivi quasi per caso. Una formula che a lungo andare frena il ritmo del film e lo rende meno interessante. Sempre più sembrerà infatti di trovarsi dinanzi ad una versione teen di A Star Is Born, dove però manca un’idea di regia forte che possa portare ad una messa in scena in grado di far brillare il film di una propria originalità, cosa che invece sembra essere concessa solo alla sua protagonista.

Il film di Minghella finisce così per lasciare in sospeso numerosi fattori, dove a potersi affermare sono solo Elle Fanning e l’energica musica, non originale, che la accompagna. È da sottolineare come pur mancando di originalità, il regista scelga di non giudicare mai i suoi personaggi, seguendoli nei loro sbagli e nei loro successi. Probabilmente la critica è rivolta maggiormente al mondo dei talent e al modo in cui sembrano corrompere i giovanissimi partecipanti, sempre più avidi di successo, tuttavia un terzo atto frettoloso impedisce una vera e propria riflessione a riguardo, rendendo perfino incerto il punto di vista dell’autore.

Vedova Nera sarà l’ultimo film di Scarlett Johansson nel MCU?

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Vedova Nera sarà l’ultimo film di Scarlett Johansson nel MCU?

Vedova Nera inaugurerà la Fase 4 del Marvel Universe riportando in scena il personaggio di Natasha Romanoff prima degli eventi che l’hanno vista sacrificarsi per il bene dei compagni e della missione contro Thanos in Avengers: Endgame. Trattandosi di un caso unico nella storia del MCU la curiosità è alle stelle, così come l’eccitazione legata all’opportunità di rivedere ancora una volta l’eroina interpretata da Scarlett Johansson in uno standalone.

Il film è stato descritto come una sorta di prequel ambientato tra Captain America: Civil War e Avengers: Infinity War, ma dopo l’uscita fissata a maggio 2020, l’attrice tornerà ancora a vestire i panni della spia russa? Oppure questo titolo segnerà anche la fine della sua esperienza con i Marvel Studios?

Sono queste le domande rivolte alla Johansson dal reporter di Comicbook Brandon Davis pochi minuti dopo il panel del Comic-Con di sabato, e la risposta è sembrata piuttosto generale e poco esaustiva:

Se sopravvivo alle riprese di questo film, forse.”

Difficile ipotizzare qualsiasi scenario con i pochi strumenti a disposizione. Sappiamo quanto gli attori siano obbligati a mantenere l’assoluta segretezza riguardo i progetti che li coinvolgono, dunque non ci resta che attendere notizie ufficiali nel corso dei prossimi due anni.

Leggi anche – Vedova Nera: i dettagli su Alexei, il personaggio di David Harbour

CORRELATI:

Vi ricordiamo che il film vedrà Scarlett Johansson di nuovo protagonista nei panni di Natasha Romanoff, il personaggio introdotto nel MCU da Iron Man 2. Il titolo di lavorazione è “Blue Bayou” e in regia c’è Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel.

La sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme alla Johansson ci saranno anche David Harbour, Florence Pugh, e Rachel Weisz.

Al momento non ci sono ulteriori aggiornamenti sul film, né sui personaggi o le direzioni della trama. Lo studio è invece determinato a mantenere la massima segretezza intorno al progetto attualmente in produzione e presumibilmente ambientato prima degli eventi che l’hanno portata a diventare una fuggitiva in Avengers: Infinity War.

Vedova Nera: la descrizione del footage mostrato al Comic-Con

Fonte: Comicbook

Kevin Feige: “Il team dei nuovi Avengers sarà molto diverso”

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Il futuro del MCU è stato rivelato sabato durante il panel dei Marvel Studios al Comic-Con presieduto da Kevin Feige, insieme all’annuncio di tutti i titoli che andranno a comporre la Fase 4 (incluse le nuove serie tv disponibili sulla piattaforma streaming di Disney +). Le uscite, come mostra l’infografica, saranno spalmate da maggio 2020 fino a novembre 2021, mentre sono rimandate al D23 Expo le notizie ufficiali su Black Panther 2, Captain Marvel 2, Guardiani della Galassia Vol.3 e sull’arrivo dei Fantastici 4 e dei Mutanti.

Farà discutere l’assenza di un progetto dedicato ai Vendicatori, il team di supereroi che ha dominato le prime tre fasi ed è stato il vero collante della saga delle gemme dell’infinito, e sulla questione si è sbottonato lo stesso Feige in un’intervista con MTV News preannunciando novità inaspettate:

Quello del futuro sarà un gruppo molto diverso rispetto al passato, ed è un concetto che abbiamo seminato in Avengers: Endgame. Si tratterà di un’incarnazione differente della squadra con alcuni personaggi che avete già conosciuto e altri inediti ma visti prima al cinema“.

La risposta generale di Feige lascia aperta ogni possibilità di speculazione su quanto vedremo nella Fase 5: forse i nuovi Vendicatori saranno i membri degli Young Avengers, di cui si vocifera da mesi, oppure un insieme di supereroi noti e meno esposti?

https://twitter.com/MTVNEWS/status/1152991879690182656

Leggi anche – Marvel Studios: tutti gli annunci del Comic-Con 2019

Fonte: MTV

Thor: Love and Thunder, le domande sul MCU a cui il film potrebbe rispondere

Thor: Love and Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da Natalie Portman, come confermato sabato durante il panel dei Marvel Studios al Comic-Con.

E tra sogni e speranze per ciò che vedremo sullo schermo, ci sono diverse domande sull’universo condiviso a cui il film potrebbe rispondere. Ecco quali:

Cosa è accaduto all’universo dopo lo schiocco?

Avengers: Endgame e Spider-Man: Far From Home ci hanno offerto una prospettiva parziale dello stato della Terra dopo lo schiocco di Thanos e successivamente dell’inversione di Hulk.

E vista la posizione del franchise di Thor a metà strada fra il nostro pianeta e l’universo , forse il quarto capitolo ci mosterà i reali effetti di entrambi gli eventi. D’altronde, già in Endgame era stata Captain Marvel ad accennare che centinaia di mondi stavano attraversando un momento difficile, e il risultato di questo genocidio di massa è uno dei misteri ancora irrisolti del MCU.

Che fine ha fatto Xandar?

Ecco un altro dubbio che ci portiamo avanti da tempo: che fine ha fatto Xandar, il pianeta affiliato ai film dei Guardiani della Galassia la cui distruzione è stata citata da Thor nel corso di Avengers: Infinity War? In Ragnarok, era stata Valchiria ad indicare questo luogo come potenziale scalo dopo la fuga da Asgard…

A differenza di altri pianeti, Xandar è stato raso al suolo da Thanos prima della Decimazione, ma nulla esclude che in Thor: Love and Thunder ci venga rivelata la sua attuale posizione nell’universo.

Dov’è Hulk?

Abbiamo lasciato Smart Hulk sulla Terra in Avengers: Endgame, vivo insieme a parte dei suoi colleghi Vendicatori mentre onorava la memoria di Tony Stark, ma non sappiamo se e quando lo rivedremo nel MCU.

Thor 4 sarebbe sicuramente un’occasione, in linea con la dinamica instaurata in Ragnarok, sfruttando l’ottimo rapporto con il Dio del Tuono e spiegando cosa ha tenuto impegnato l’eroe nel periodo successivo a Endgame.

L’universo può sopravvivere senza le gemme dell’infinito?

Come stabilito da Doctor Strange, le gemme dell’infinito erano ciò che regolava l’equilibrio dell’universo, e la Terra, tra tutti i pianeti, sembrava il più protetto dalle minacce perché sede dei Maestri delle Arti Mistiche in possesso della gemma del tempo. Ma ora che tutti gli oggetti preziosi sono stati distrutti, c’è ancora speranza?

È probabile che una volta chiusa l’Infinity Saga il MCU decida di proseguire senza menzionarle, e Thor 4 non dovrebbe fare eccezione; tuttavia altre importanti informazioni potrebbero venire alla luce tra quelle mai affrontate dalla narrazione principale.

Cosa faranno i Guardiani della Galassia?

Ovviamente questo interrogativo verrà risolto da Guardiani della Galassia Vol.3, ma se Thor 4 uscisse prima del film di James Gunn, allora ci sono ottime possibilità di vedere un accenno al team guidato da Star-Lord a cui si è unito il Dio del Tuono alla fine di Endgame.

Perché Thor ha lasciato i Guardiani? Cosa l’ha portato di nuovo a Asgard?

I dubbi sui nuovi poteri di Thor

avengers endgame
Photo: Film Frame..©Marvel Studios 2019

Thor: Ragnarok ci aveva fatto credere che l’eroe avesse finalmente sbloccato tutti i suoi poteri al massimo delle sue possibilità, ma Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame hanno dimostrato il contrario, mostrandoci la versione migliore del personaggio vista finora nel MCU.

Forse il prossimo film spiegherà la vera natura e le capacità del Dio del Tuono? C’è ancora qualcosa da scoprire in merito che non sapevamo già?

Chi sarà il nuovo grande villain del MCU?

Il primo film del franchise di Thor ci ha consegnato uno dei migliori villain del MCU (Loki) e ha proseguito la sua ottima tradizione di antagonisti con Hela, la Dea della Morte interpretata in Ragnarok da Cate Blanchett.

Non sappiamo esattamente cosa le sia successo, e dato che il suo corpo sembra smarrito, c’è qualche possibilità che il personaggio si riveli il principale villain del nuovo film. Oppure, come speriamo, i Marvel Studios sceglieranno di introdurre un volto inedito.

Qual è lo stato attuale dei Nove Mondi?

Concludiamo la lista con un mistero legato ai Nove Mondi e all’impatto che Thanos ha avuto su questi luoghi magici legati alla mitologia di Thor. Nidavellir non esiste più, Asgard è stato distrutto, Muspelheim e Hel sono diventate sterili terre desolate e Jotunheim sembra essere stato abbandonato molto tempo fa.

Forse Thor, in qualità di protettore di questi reami, sentirà il bisogno di sistemare la situazione, e ora che Asgard non è lì a vegliare, quali saranno le conseguenze?

Thor: Love and Thunder, 10 villain che vorremmo vedere nel film

Fonte: Screenrant

The Boys – stagione 1, recensione: il superpotere è abuso

The Boys – stagione 1, recensione: il superpotere è abuso

Negli ultimi dieci anni i Marvel Studios hanno dominato il panorama dei cinecomic e capito come aggirare il problema della saturazione del mercato cambiando la proposta, attirando a sé una platea sempre più disomogenea e non necessariamente appassionata di fumetti e prediligendo uno schema di narrazione basato  sulla co-dipendenza dei titoli e sui generi americani più in voga (avventura, thriller, teen movie, commedia, sci-fi). Dal canto loro, tutti i competitors sono stati chiamati ad una sfida quasi impossibile, visti i risultati straccianti, ovvero fare qualcosa di diverso dall’offerta Marvel: la DC, associata alla Warner Bros., ha fallito l’esperimento ombra di universo condiviso (almeno al cinema, non in tv) e ora si sta concentrando sui singoli progetti; Netflix aveva tentato l’interconnessione tra personaggi ma Daredevil, Jessica Jones e gli altri Defenders non sono andati oltre la terza stagione; e che dire di Prime Video, la più “giovane” e fresca tra le aziende a gettarsi nella mischia di produzioni originali a tema? La risposta arriva con The Boys, lo show ideato da Erik Kripke (Supernatural), Seth Rogen e Evan Goldberg sulla base del fumetto di Garth Ennis (Preacher), lo stesso che la DC rifiutò di continuare perché troppo esplicito e crudele nei confronti dei protagonisti super.

La storia è molto semplice e insieme infarcita di argomentazioni complesse che riflettono la società attuale. Un mondo dove esistono centinaia di esseri umani superdotati ma in cui solo pochi eletti vengono selezionati per entrare nel team governato dalla Vought, una multinazionale che sfrutta il brand per arrivare all’ala più importante del governo americano, la difesa e il controllo delle armi, enfatizzando il concetto di altruismo insito nell’eroe e al contempo mercificando tutto ciò che vi ruota attorno. Da un’impresa nasce un film, giocattoli, aneddoti da rivelare durante i talk show, dirette streaming, e via dicendo.

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Il potere, nell’universo di The Boys, non è responsabilità come insegnava lo zio Ben a Peter Parker, ma abuso

Il potere, nell’universo di The Boys, non è responsabilità come insegnava lo zio Ben a Peter Parker, ma abuso, e chi resta fuori dal circo è costretto a confrontarsi con un’assoluta inettitudine, e questa mancanza di personalità dell’individuo “normale” coincide spesso nella figura del consumatore passivo (qui rappresentato da Hughie Campbell, il ragazzo che deciderà di ribellarsi dopo l’omicidio della fidanzata causato da A-Train).

Ne deriva quindi un discorso meno banale del solito sulla differenza di classe, sui rapporti che gestiscono lo scambio tra piani alti (politica, economia) e bassi (il popolo), e parallelamente sulla manipolazione dell’opinione pubblica e sulle lobby USA del commercio di armi senza mezze misure, andando dritto al cuore dell’argomento con un linguaggio che evita le metafore e i virtuosismi dell’estetica alla Zack Snyder. Inoltre – e i primi due episodi lo testimoniano – il taglio della serie sembra mantenere quel difficile equilibrio tra ironia consapevole e dramma di largo consumo, non risparmia le sue accuse contro un sistema di cui è vittima e carnefice ed è perfetto per raccontare il punto di non ritorno e il cortocircuito dell’immaginario da cinefumetto al quale ci siamo ormai abituati.

Con la speranza che il seguito sia all’altezza del prologo, e ce lo auguriamo, resta il fascino perverso del vedere capovolti i ruoli di eroe e antieroe in una soluzione di continuità dove non esiste né l’uno né l’altro, ma solo una zona neutrale tremendamente “umana” e vicina alla realtà. The Boys sarà disponibile su Amazon Prime Video dal 26 luglio.

Vedova Nera: i dettagli su Alexei, il personaggio di David Harbour

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Durante il panel di sabato dei Marvel studios al Comic-Con Kevin Feige ha ufficialmente presentato il cast di Vedova Nera, cinecomic attualmente in produzione che vedrà di nuovo Scarlett Johansson nei panni di Natasha Romanoff in quello che dovrebbe essere a tutti gli effetti un prequel di Infinity War (ambientato dunque dopo gli eventi di Civil War). Al fianco dell’attrice ci saranno anche Florence Pugh, O-T Fagbenle, Rachel Weisz e David Harbour, con quest’ultimo che interpreterà Alexei Shostakov.

Chi ha letto i fumetti Marvel saprà che l’alter ego del personaggio è Guardiano Rosso, creato da Roy Thomas e John Buscema e apparso per la prima volta sulle pagine di Avengers #43 nel 1967 come la risposta sovietica a Captain America. Da bambino Alexei viene accolto da Vasily Karpov, ex spalla di Cap e degli Invasori nel corso della seconda guerra mondiale, e una volta scoperto il potenziale del ragazzo, l’uomo inizia ad addestrarlo con l’idea di trasformarlo in un simbolo dell’URSS.

Di fatto Alexei cresce fino a diventare uno dei piloti di caccia più bravi dell’Unione Sovietica, tanto da attirare l’attenzione del KGB (i servizi segreti russi) che più tardi disporrà il matrimonio con la famosa ballerina Natasha Romanova, futura allieva della Stanza Rossa dove assume l’identità di Vedova Nera.

Vedova Nera: la descrizione del footage mostrato al Comic-Con

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Nel frattempo dilaga la Guerra Fredda e il premier russo Nikita Khrushchev decide che il paese debba schierare il suo Captain America, la sua bandiera del campo di battaglia, e chi meglio di Guardiano Rosso può assumersi questo compito? E con una serie di eventi il KGB finge la morte di Alexei iniziando ad addestrarlo in segreto e nascondendo la verità a Natasha.

Col tempo il personaggio diventa un maestro del combattimento corpo a corpo e un atleta altamente qualificato, con abilità fisiche uniche e il potere di un disco che torna indietro usando la forza magnetica. Più tardi Alexei avrebbe combattuto contro i Vendicatori con un alleato cinese, il colonnello Ling, al fine di proteggere un’arma segreta comunista situata in una base militare, e proprio durante quel periodo si ritrova faccia a faccia con Natasha, che  a sua volta aveva disertato la Stanza Rossa e si era unita agli eroi più potenti della Terra.

Questa è, in breve, la storia di origini del personaggio a cui presterà voce e corpo la star di Stranger Things. Non sappiamo quanto del suo passato editoriale verrà sfruttato nel film o se ci saranno evidenti cambiamenti rispetto all’originale, ma il fascino del rapporto con Vedova Nera e le dinamiche che potrebbero crearsi sono indubbiamente affascinanti e inedite nel MCU.

Vedova Nera: le teorie dei fan sul film solista

Fonte: CBR

Gli Eterni: i Celestiali nel primo concept ufficiale dal Comic-Con

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Arrivano ancora contenuti esclusivi dal Comic-Con di San Diego dove sono stati annunciati tutti i titoli che andranno a comporre la lineup della Fase 4 del Marvel Universe. Tra questi ci sarà anche il film sugli Eterni, adattamento dei personaggi creati da Jack Kirby che introdurrà al cinema i Celestiali, umanoidi alti più di seicento metri e rivestiti con un’armatura.

Possiamo ammirarli già nei primi concept diffusi durante l’evento di sabato dove sono stati presentati il cast e la trama del cinecomic.

Le riprese de Gli Eterni dovrebbero partire a settembre nel Regno Unito con la regia di Chloe Zhao, e nel cast figureranno Angelina Jolie (Thena), Richard Madden (Ikaris),  Kumail Nanjiani (Kingo), Lauren Ridloff (Makkari), Brian Tyree Henry (Phastos), Salma Hayek (Ajak), Lia McHugh (Sprite) e Don Lee (Gilgamesh).

Gli Eterni: ecco il cast e i dettagli della trama

Il film, secondo gli ultimi aggiornamenti, includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le fonti hanno inoltre rivelato al The Hollywood Reporter che un aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama muoversi tra gli umani.

La sceneggiatura è stata scritta da Matthew e Ryan Firpo mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 6 novembre 2020.

Fonte: CBM

Vedova Nera: Natasha contro Taskmaster nel primo concept

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Vedova Nera: Natasha contro Taskmaster nel primo concept

Andy Park, concept artist Marvel Studios, ha condiviso il primo concept ufficiale di Vedova Nera, in cui vediamo la protagonista affrontare Taskmaster. Il concept è stato mostrato al Comic-Con, durante il panel della Marvel, dove si è visto anche il primo trailer del film (qui la descrizione) e per ora non si tratta ancora della release ufficiale.

Vi ricordiamo che il film vedrà Scarlett Johansson di nuovo protagonista nei panni di Natasha Romanoff, il personaggio introdotto nel MCU da Iron Man 2. Il titolo di lavorazione è “Blue Bayou” e in regia c’è Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel.

La sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme alla Johansson ci saranno anche David Harbour, Florence Pugh, e Rachel Weisz, ma i loro ruoli non sono stati ancora rivelati.

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