Sulla scia di Doctor
Strange, ecco una carrellata degli Stregoni Supremi, Maghi e Prestigiatori del grande e
piccolo schermo che nel corso degli anni hanno portato la magia al
cinema e in televisione!
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Quale di questi è il vostro preferito?
Maghi al cinema:
Stregoni, Prestigiatori e Incantatori del grande schermo
Arrivano le prima immagini di
Maggie, il nuovo film zombie con
protagonista l’attore Arnold Schwarzenegger
e Abigail Breslin. La pellicola è diretta
da Henry Hobson e al momento non ha una data
di uscita anche se il film sarà presentato il prossimo mese al
Toronto Film Festival.
LE FOTO: [nggallery
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Maggie
parla di un virus che si diffonde e infetta una piccola città e che
colpisce una ragazza adolescente e la sua famiglia. Nel cast
anche Amy Brassette, Aiden Fiori, e Rachel Whitman Groves.
E’ stato rivelato da poco che
Arnold Schwarzenegger ed Abigail
Breslin saranno i protagonisti del film
Maggie, uno zombie movie fino ad ora mai
realizzato, ma la cui sceneggiatura era pronta dal lontano 2011. Le
riprese del film sono iniziate proprio oggi; arriva direttamente da
Schwarzenegger, infatti, attraverso il suo account Twitter, la
prima foto dal set, che vi presentiamo di seguito.
Maggie,
che non ha ancora una data di uscita, sarà un film low-budget
diretto da Henry Hobson. La pellicola racconta di
un pericolosissimo virus che andrà a colpire una giovane ragazza,
trasformandola a poco a poco in un zombie mangia carne; la sua
famiglia cercherà ad ogni costo di aiutarla.
Guarda le prime immagini della
commedia romantica Maggie’s Plan,
recentemente presentata al Festival di Berlino. Scritto e diretto
da Rebecca Miller, il film – ambientato a New York
– uscirà nelle sale americane il 20 maggio.
Greta Gerwig interpreta la Maggie del
titolo, che decide di avere un figlio da sola quando si innamora di
un antropologo (Ethan Hawke), a sua volta sposato
con l’accademica Georgette (Julianne Moore).
Equivoci e incomprensioni non mancheranno in questo brillante
triangolo sentimentale, acquisito dalla Adler.
Dame Maggie Smith,
la celebre attrice britannica, è morta a 89 anni.
La morte di Smith è stata confermata dai suoi figli Toby
Stephens e Chris Larkin. In una
dichiarazione condivisa con i media del Regno Unito, hanno
affermato: “È morta serenamente in ospedale questa mattina
presto, venerdì 27 settembre. Una persona estremamente riservata,
era con amici e familiari alla fine. Lascia due figli e cinque
nipoti amorevoli che sono devastati dalla perdita della loro
straordinaria madre e nonna.”
“Vorremmo cogliere questa
opportunità per ringraziare il meraviglioso personale del Chelsea
and Westminster Hospital per le loro cure e la loro incondizionata
gentilezza durante i suoi ultimi giorni. Vi ringraziamo per tutti i
vostri gentili messaggi e il vostro supporto e vi chiediamo di
rispettare la nostra privacy in questo momento”.
Addio Maggie Smith
Smith è stata una delle più
grandi star britanniche del cinema della sua generazione e sarà
ricordata per le sue interpretazioni in film e programmi TV
iconici, tra cui Harry Potter e Downton Abbey.
Maggie Smith ha vinto due
premi Oscar durante la sua carriera lunga numerosi decenni.
won two Oscars during a career that spanned many decades. La
strana voglia di Jean le valse il suo primo riconoscimento nel
1970, mentre California Suite, del 1978, le valse la sua
seconda statuetta.
La
notizia della scomparsa di Maggie Smith ha
ovviamente lasciato il mondo in un profondo stato di tristezza,
l’attrice era (e rimarrà) davvero un’icona della settima arte ma
sarà anche sempre legata a doppio filo a tutta quella ricchissima
generazione di cosiddetti Potterhead, che la ricorderanno per
sempre con il cappello e il vestito verde di Minerva
McGranitt, professoressa di Trasfigurazioni a Hogwarts, Vicepreside
(poi Preside) e Direttrice della Casa di Grifondoro “culla dei
coraggiosi di cuore”.
Ebbene, alla notizia della sua
scomparsa, i social media si sono riempiti di messaggi di cordoglio
e di saluto da parte dei membri del cast di Harry
Potter che sono cresciuti sul set nella sua ombra o che
hanno lavorato con lei da pari.
Dame Maggie Smith
è entrata a far parte dell’Order of the Companions
of Honour per volere della Regina Elisabetta II. L’attrice ha
ricevuto questo riconoscimento in virtù dei suoi sessant’anni
passati tra cinema e palcoscenico, dando lustro alla cultura
britannica e al cinema di tutto il mondo. L’attrice, nota
principalmente al grande pubblico per il suo ruolo della
Professoressa McGranitt in Harry Potter e
per la sua partecipazione a Downton Abbey, raggiunge così
l’illustre collega Judi Dench.
L’Order of the Companions of Honour
è un ordine vigente nel Regno Unito e nel Commonwealth. Fu fondato
da Re Giorgio V nel giugno del 1917, come riconoscimento per meriti
eccezionali nelle arti, nella letteratura, nella musica, nelle
scienze, in politica, nell’industria e nella religione.
L’Ordine è composto dal Sovrano,
oltre a non più di 65 Companions of Honour, in origine con una
quota di 45 membri per il Regno Unito, 7 per l’Australia, 2 per la
Nuova Zelanda e 11 per altri Paesi. Oltre a questi, gli stranieri
possono diventare “membri onorari”. L’ordine non conferisce il
titolo di cavaliere o altro status, ma chi ne fa parte ha titolo a
usare la sigla “CH” dopo il proprio nome.
Nota attrice televisiva,
Maggie Siff si è negli anni fatta notare grazie
alla sua partecipazione ad importanti serie e film, distinguendosi
sempre per la classe con cui si dedica ad ogni nuovo ruolo.
Negli anni la Siff ha inoltre avuto
modo di recitare al fianco di celebri attori e per importanti
registi, dimostrando di saper padroneggiare la scena e di poter dar
vita a ruoli che le permettono di esaltare la propria
versatilità.
Ecco 10 cose che non sai di
Maggie Siff.
Maggie Siff: i suoi film e le serie
TV
1. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’esordio al cinema dell’attrice risale al
2007, quando recita nel film Michael Clayton al fianco di
George Clooney e Tilda
Swinton. Successivamente prende parte ai
film Quando tutto cambia (2007), Push
(2009), Funny People (2009), Fratelli in erba
(2010), Concussion (2013) e La quinta onda
(2016).
2. È celebre per i ruoli
televisivi. Dopo aver recitato in alcuni episodi di
Squadra d’emergenza (2004), Rescue Me (2005),
Law & Order – Unità vittime speciali (2006), 3
libbre (2006) e Grey’s Anatomy (2007), la Siff acquista
popolarità grazie al ruolo di Rachel Menken nella serie Mad
Men (2007-2015), dove recita accanto a Jon
Hamm. Successivamente ricopre il ruolo di Tara Knowles
nella serie Sons of Anarchy (2008-2013), mentre dal 2016
recita nel ruolo di Wendy Rhoades nella
serie Billions, accanto all’attore Paul
Giamatti.
Maggie Siff non è su Instagram
3. Non ha un profilo
social. L’attrice ha dichiarato di non possedere alcun
profilo ufficiale sul social network Instagram, preferendo tenere
lontana la propria vita privata dall’esposizione mediatica dei
social network. Esiste tuttavia una fan page a lei dedicata,
seguita da 20,6 mila persone, dove vengono continuamente postate
nuove foto dell’attrice così come gli ultimi aggiornamenti sui suoi
progetti.
Maggie Siff: Paul Ratliff e i
figli
4. È sposata.
Particolarmente riservata, l’attrice è sempre restìa a condividere
dettagli riguardo la propria vita sentimentale. È tuttavia risaputo
che nel 2012 ha sposato Paul Ratliff, noto giocatore di baseball,
con il quale l’attrice ha ancora oggi una solida relazione.
5. Hanno una
figlia. Nell’aprile del 2014 nasce la prima figlia della
coppia, chiamata con il nome di Lucy. I due si sono da sempre
dimostrati protettivi nei suoi confronti, evitando che circolassero
sue foto sui social network o sul Web, continuando così a
mantenersi lontani da riflettori.
Maggie Siff in Sons of Anarchy
6. Non si aspettava le sorti
del suo personaggio. Nella sesta stagione della serie
Sons of Anarchy, il personaggio interpretato dall’attrice
va incontro ad una inaspettata fine. La Siff ha dichiarato di aver
saputo soltanto all’ultimo della decisione presa dagli
sceneggiatori, e di aver dovuto passare diverso tempo a
metabolizzare la notizia.
7. È particolarmente grata
al ruolo. Per sei anni l’attrice ha vissuto con il
personaggio di Tara al suo fianco, e anche dopo aver appeso i panni
al chiodo, l’attrice ha dichiarato di ricordare con affetto per
quel ruolo, poiché è stato quello che più di altri le ha aperto
numerose porte nell’industria, spingendola a convincersi che quella
era la strada giusta da intraprendere.
Maggie Siff in Billions
8. È felice dell’evoluzione
intrapresa dalla serie. Nel ricoprire il ruolo di Wendy
Rhoades per la serie Billions, l’attrice si è dichiarata
particolarmente felice delle trasformazioni narrative proposte,
dovute anche al cambiamento della società americana. Stando alle
sue parole, la serie sarebbe infatti diventata maggiormente
inclusiva da un punto di vista del gender.
Maggie Siff in Grey’s Anatomy
9. Ha recitato nella celebre
serie. Prima di ottenere una buona popolarità, l’attrice
era apparsa nel ruolo di Ruthie Sales nella celebre serie medical
drama. Qui, il personaggio ricoperto dall’attrice soffriva di
osteoporosi giovanile, un delicato caso che ha messo in difficoltà
i protagonisti nell’episodio The Heart of the Matter.
Maggie Siff: età e altezza
10. Maggie Siff è nata a New
York, Stati Uniti, il 21 giugno 1974. L’attrice è alta
complessivamente 168 centimetri.
Apprezzata interprete
cinematografica e televisiva, Maggie Q ha avuto
modo negli anni di consolidare la propria carriera partecipando a
saghe per il cinema come Divergent, ma anche con ruoli da
protagonista in serie come Nikita e Designated
Survivor. Così facendo, ha potuto raggiungere un ampio
pubblico, ottenendone le attenzioni. In attesa del ruolo che possa
consacrarla definitivamente, l’interprete è pronta a tornare sul
grande schermo con diversi annunciati progetti.
Ecco 10 cose che non sai di
Maggie Q.
Maggie Q: i suoi film
1. Ha recitato in celebri
film hollywoodiani. L’attrice debutta al cinema nel 2001
recitando in Colpo grosso al drago rosso – Rush Hour 2,
per poi prendere parte a film come Il giro del mondo in 80
giorni (2004), Mission: Impossibile III (2006),
Die Hard – Vivere o morire (2007), Sex List – Omicidio
a tre (2008), New York, I Love You (2009), e
Priest (2011). Ottiene maggior popolarità ricoprendo il
ruolo di Tori nella saga composta dai film Divergent
(2014), The Divergent Series:
Insurgent (2015) e The Divergent Series:
Allegiant (2016). Recita poi in Slumber – Il demone del
sonno (2017) e La truffa è servita (2018). Nel 2020
tornerà al cinema con i film Fantasy Island e The
Argument.
2. È celebre per i suoi
ruoli televisivi. L’attrice ottiene il suo primo ruolo
importante nel 2010, nel momento in cui diventa protagonista della
serie Nikita. Interpreterà il ruolo della brutale
assassina del titolo fino al 2013. Dal 2014 al 2015 è invece tra i
protagonisti della serie Stalker, mentre nel 2016 ricopre
un ruolo di rilievo in Designated Survivor. Qui interpreta
Hannah Wells, personaggio a cui darà vita fino al 2019. L’attrice
ha inoltre partecipato, tra il 2012 e il 2019, alla serie animata
Young Justice, dando voce al personaggio di Wonder
Woman.
Maggie Q è su Instagram
3. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un proprio profilo, seguito da 386 mila persone.
All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie
scattate in momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi. Non
mancano tuttavia curiosità dai set a cui prende parte, come anche
immagini promozionali dei suoi progetti da interprete. Numerose
sono anche le foto scattate per importanti riviste di
spettacolo.
Maggie Q e Dylan McDermott
4. Hanno avuto una
relazione. Conosciutisi nel 2015 sul set della serie
Stalker, la Q e l’attore Dylan McDermotthanno
intrapreso una lunga relazione, che li stava per portare al
matrimonio. I due avevano anche confermato il desiderio di
sposarsi, ma in seguito non hanno più fornito informazioni a
riguardo. Nel febbraio del 2019, la coppia ha infine annunciato la
separazione, motivando la cosa per via delle inconciliabilità tra
le loro carriere lavorative.
Maggie Q in Mission: Impossible
III
5. Ha interpretato un ruolo
di rilievo. Nel film del 2006, diretto dal regista
J. J.
Abrams, e con protagonista Tom
Cruise, l’attrice interpreta Zhen Lei, abile spia che
entra a far parte della squadra del celebre Ethan Hunt, per
aiutarlo nel compiere la sua delicata missione.
Maggie Q: la sua dieta
6. Ha reso pubblica la
propria alimentazione. L’attrice è stata per molti anni
vegetariana, mentre dal 2008 è passata al veganesimo. Nel suo
impegno per la diffusione di una sana alimentazione, l’interprete
ha promosso una propria dieta, ritrovabile sul Web, particolarmente
dettagliata riguardo cosa e quando mangiare, accompagnata dalla
ruotine corretta per ottenere i migliori benefici.
Maggie Q: le sue serie TV
7. È la protagonista di
Nikita. Nel 2010 l’attrice diventa l’interprete di Nikita
nella serie a lei dedicata. Nell’ottenere ciò, la Q ottiene di
essere la seconda americana di origini asiatiche ad ottenere un
ruolo da protagonista in una serie americana. Ciò ha reso
particolarmente fiera l’attrice, che ha dichiarato di sperare ci
possano essere più opportunità per gli asiatici nel mondo dello
spettacolo.
8. Il suo personaggio è
stato ucciso in Designated Survivor. Il personaggio
interpretato dall’attrice si era sempre dimostrato un problema per
gli sceneggiatori, che non erano mai riusciti ad includerla nel più
ampio racconto generale. Per questo motivo, nella settima puntata
della terza stagione, questi è stato fatto morire, con
l’inevitabile conseguenza di costringere l’attrice a dire addio
alla serie.
Maggie Q: il suo 2019
9. Ha preso parte a diversi
progetti. Oltre ad aver recitato per l’ultima volta in
Designate Survivor, e aver doppiato Wonder Woman in
Young Justice, l’attrice ha partecipato alle riprese del
film Fantasy Island, adattamento cinematografico del
popolare show degli anni ’70, di genere horror. Qui l’attrice
ricopre il ruolo di Elena, una delle visitatrici della misteriosa
isola.
Maggie Q: età e altezza
10. Maggie Q è nata ad
Honolulu, nelle Hawaii, Stati Uniti, il 22 maggio 1979.
L’attrice è alta complessivamente 171 centimetri.
The CW, network americano di
proprietà della Warner Bros, realizzerà l’episodio pilota per una
nuova serie intitolata Nikita, un reboot del film di Luc Besson del
1990, che vedeva protagonista una giovane assassina.
Per il ruolo della protagonista è ora in trattative l’attrice
hawaiana Maggie Q, divenuta famosa anche a Hollywood grazie ai suoi
ruoli in grossi film come Mission: Impossible III e Live Free or
Die Hard.
La scelta di un’attrice orientale per il ruolo di Nikita ha
destato qualche perplessità, che però è subito stata chiarita dal
creatore del serial Craig Silverstein: la puntata pilota presenterà
infatti una nuova Nikita allenata per sostituire l’originale dopo
la sua diserzione, ed è stato così possibile rompere lo stereotipo
e scegliere una protagonista “bella e esotica”.
Questo diventerà così il ruolo più importante mai assegnato un
una serie drammatica a un’attrice asiatica. Attualmente, Maggie Q
ha terminato le riprese di Priest, con Paul Bettany, e di The King
of Fighters.
Arriva in prima TV esclusiva lo Sky
OriginalMaggie Moore(s) – un omicidio di
troppocon Jon Hamm e Tina Fey
protagonisti, in onda domenica 14 aprile alle
21:15 su Sky Cinema Uno, in
streaming solo su
NOWe disponibile on demand. Su Sky
il film sarà disponibile on demand anche in
4K.
Jordan Sanders (Jon
Hamm), il capo della polizia di una tranquilla
cittadina dell’Arizona, si trova alle prese con un bizzarro duplice
omicidio: due donne, che non hanno alcun legame tra loro, vengono
trovate assassinate. Solo una cosa le lega: entrambe si chiamano
Maggie Moore. Il caso si complica ulteriormente quando Jordan viene
aiutato nelle indagini dalla vicina di casa di una delle donne
uccise, Rita (Tina Fey), che è anche una testimone
chiave.
Maggie Moore(s) – un omicidio di tropp in esclusiva
domenica 14 aprile alle 21:15 su Sky Cinema Uno,
in streaming solo su NOW e disponibile on demand.
Su Sky il film sarà disponibile on demand anche in
4K per i clienti Sky Q o Sky Glass con pacchetto Sky
Cinema e con servizio opzione Sky HD/Sky Ultra HD attivo.
Maggie Gyllenhaal è
una delle attrici più apprezzate sia a teatro che al cinema.
Sorella di Jake, figlia del regista Stephen
Gyllenhaal e della sceneggiatrice Naomi
Foner, ha iniziato a recitare a teatro, per poi passare al
cinema, spesso in ruoli di supporto. Non solo attrice ma anche
modella: è stata, infatti, modella per Reebok, Agent Provocateur e
Miu Miu. Persona umile, moglie e madre devota, ci sono cose che non
si sanno di lei.
Ecco, allora, dieci cose che
non sapevate di Maggie Gyllenhaal.
Maggie Gyllenhaal: film e
carriera
1. Maggie Gyllehaal è nata a
New York. Margaret Ruth Gyllenhaal è figlia del regista
svedese-statunitense Stephen Gyllenhaal e della
sceneggiatrice Naomi Foner. Sorella maggiore di
Jake Gyllenhaal, la sua famiglia discende da una
famiglia nobile svedese, quella dei Gyllenhaal. I suoi genitori
hanno divorziato nel 2009. Da parte del padre ha origini svedesi,
inglesi e svizzero-tedesche. Maggie ha studiato alla
Harvard-Westlake prep school, dove si è diplomata nel 1995. In
seguito ha frequentato la Columbia University a New York,
laureandosi nel 1999 in letteratura e religioni orientali. Maggie
ha poi studiato alla Royal Academy of Dramatic Art a Londra.
2. Ha recitato in numerosi
film di successo. Maggie Gyllenhaal ha debuttato nel 1992
con il film Waterland-Memorie d’amore, un film del padre
Stephen. In seguito ha avuto ruoli sporadici durante i suoi anni di
adolescente. Dopo essersi diplomata a Londra, Maggie ha cominciato
ad apparire in ruoli di supporto come in A morte Hollywood
(2000) e in Donnie Darko (2001) accanto a suo fratello Jake.
Recita poi in Secretary (2002), Il ladro di
orchidee (2002), Confessioni di una mente pericolosa
(2002), Mona Lisa Smile (2003), World Trade
Center (2006). Nel 2008 sostituisce Katie Holmes in Il Cavaliere Oscuro. Successivamente recita in
Crazy Heart (2009), Hysteria
(2011), Sotto assedio – White House Down (2013),
Frank (2014) e Lontano da qui (2018).
3. Ha recitato anche per la
televisione. Verso la fine degli anni Novanta l’attrice ha
recitato per alcuni film televisivi diretti dal padre, tra cui
Shattered Mind (1996), Un miracolo anche per me
(1998) e Resurrection (1999). Successivamente è tornata in
televisione nel 2004 per il film Strip Search – Qualcosa
avverrà. Negli ultimi anni ha invece recitato nelle serie
The Honourable Woman (2014) e in The
Deuce: la via del porno (2017-2019), di cui è stata anche
produttrice.
Maggie Gyllenhaal in Secretary
4. Maggie Gyllenhaal si è
fatta conoscere con la commedia Secretary. Nel 2002,
Maggie ha partecipato al film Secretary, al fianco di
James Spider. Il film,
diretto da Steven Shainberg, parla di sottomissione e
autolesionismo, ma anche di rapporti sadomaso, trattati con tanto
black humor. Per il suo ruolo in questa commedia, Maggie ottiene
una nomination al Golden Globe e tantissime critiche positive,
anche se all’inizio era un po’ titubante nell’accettare il ruolo,
data la presenza di diverse scene di sesso esplicito e di nudo.
Maggie Gyllenhaal in Batman
5. Ha sostituito un’altra
attrice. Nel 2008 l’attrice ha recitato nel ruolo di
Rachel Dawes nel film Il cavaliere oscuro, secondo
capitolo della trilogia di Christopher Nolan dedicata a
Batman. Nel precedente film, in realtà, tale ruolo era ricoperto
dall’attrice Katie Holmes, la quale ha però
rinunciato alla possibilità di riprendere il ruolo per motivi non
meglio noti. Al suo posto è dunque stata scelta la Gyllenhaal, la
quale proprio grazie a questo film di grande successo ha
consolidato ancor di più la sua popolarità in quel di
Hollywood.
Maggie Gyllenhaal in The Deuce
6. Ha fatto riscrivere il
suo personaggio. In The Deuce – La via del porno,
dove si racconta della legalizzazione dell’industria pornografica,
l’attrice interpreta Eileen “Candy” Merrell, una professionista del
sesso che decide di entrare nell’emergente settore del cinema
porno. Originariamente gli autori avevano previsto per il
personaggio una carriera da produttrice di film a luci rosse, ma la
Gyllenhaal suggerì invece di affidargli il ruolo di regista. Si
decise pertanto di approvare questo consiglio, apportando modifiche
al personaggio.
Maggie Gyllenhaal in Donnie Darko
7. Ottenne un ruolo nel film
grazie ad una sua precedente interpretazione. Durante il
casting per il ruolo della sorella di Donnie, lo scrittore e
regista Richard Kelly ha attirato l’attenzione sul fatto che Maggie
Gyllenhaal, che all’epoca aveva pochi crediti cinematografici,
sarebbe stata disponibile per le riprese. L’agente che ha proposto
il suo casting ha ricordato a Kelly la sua scena in A morte
Hollywood (2000), dove beveva urina. Sebbene Kelly fosse
leggermente riluttante all’idea, gli piaceva il modo in cui
l’attrice beveva l’urina e sapeva che non avrebbe dovuto faticare
molto per creare una rivalità fraterna tra lei e suo fratello
Jake.
Maggie Gyllenhaal è su
Instagram
8. Maggie Gyllenhaal ha un
profilo Instagram. A differenza di suo fratello Jake,
Maggie Gyllenhaal possiede un account Instagram seguito da 142mila
persone. Generalmente non condivide foto dei suoi momenti
quotidiani e privati. I suoi post sono dedicati alla promozioni dei
suoi lavori, a diversi shooting e a qualche foto con gli amici,
nonché con suo fratello.
Maggie Gyllenhall e Peter
Sarsgaard
9. Maggie Gyllenhaal è
sposata con Peter Sarsgaard. Dal 2002 Maggie ha intrapreso
una relazione con Peter Sarsgaard, amico di suo fratello Jake.
Hanno annunciato il fidanzamento nel 2006 e nello stesso anno è
nata la loro prima figlia, Ramona. I due si sono sposati il 2
maggio 2009 a Brindisi e nell’aprile 2012 nasce la seconda figlia,
Gloria Ray.
Maggie Gyllenhaal: età e altezza dell’attrice
10. Maggie Gyllenhaal è nata
a New York, Stati Uniti, il 16 novembre del 1977.
L’attrice è alta complessivamente 175 centimetri.
Nonostante si ritagli quasi sempre
ruoli piccoli, marginali e poco “rumorosi”, ai margini di
Hollywood, Maggie Gyllenhaal è molto nota e amata
dal vasto pubblico. L’attrice, vincitrice del Golden Globe lo
scorso gennaio per la sua interpretazione di The
Honorable Woman, ha condiviso una storia con la
stampa che sicuramente farà discutere molto, sprattutto se si
considera il momento particolarmente sensibile a Hollywood in
merito alla parità di genere.
Maggie Gyllenhaal ai Golden Globes 2015
L’attrice ha raccontato a The
Wrap che è stata definita troppo vecchia per fare la parte
dell’amante di un uomo di 55 anni. “Ci sono cose che ti
contrariano molto dell’essere un’attrice a Hollywood e che allo
stesso tempo ti sorprendono – ha dichiarato Maggie – Ho 37
anni e di recente mi è stato detto che ero troppo vecchia per
interpretare l’amante di un uomo di 55 anni. La cosa mi ha
completamente frastornata. Mi ha fatto sentire molto male, e poi mi
ha fatto arrabbiare, alla fine ho riso”.
L’episodio si inserisce, come
accennato, in un momento particolarmente sensibile sulle questioni
di parità. Di recente, proprio durante l’ultima edizione del
Festival di Cannes 2015, il dress code
della kermesse è stato considerato sessista dopo che molte donne
sono state allontanate perché non indossavano tacchi alti.
Intanto, all’inizio di quest’anno,
il red carpet degli Oscar è stato sfruttato per far partire la
campagna #AskHerMore, relativo alle interviste da tappeto rosso
che, troppo spesso, in relazione alle donne, si limitano a domande
frivole di moda e costume.
Maggie Gyllenhaal, già nota al grande
pubblico, per aver preso parte a film come Secretary e Il cavaliere
oscuro, entrerà a far parte del cast di White House Down.
Maggie Gyllenhaal
entra nel cast di Frank, commedia diretta
da Lenny Abrahamson, su una sceneggiatura scritta
da Jon Ronson e Peter
Straughan.
La trama vede un aspirante
musicista – interpretato da Domhnall Gleeson
(Anna Karenina) che entra in una band
cappeggiata da un misterioso e bizzarro personaggio, Frank
(Michael Fassbender). Il protagonista penserà di
trovarsi davanti alla classica ‘grande occasione’, capendo solo in
seguito i guai nei quali si sarà andato a cacciare. Al momento non
è chiaro quale sia il ruolo assegnato a Maggie Gyllenhaal.
Ronson e Straughan si sono ispirati
alla vicenda di Chris Sievey (morto nel 2010)
musicista inglese leader della band punk dei The
Freshies e in seguito più conosciuto per il personaggio
comico di Frank Sidebottom; Jon Ronson fu peraltro
suo collaboratore. Scott McNairy, Mark
Huberman e Bruce Macintosh faranno parte
del cast del film, che verrà girato tra Dublino e il New
Mexico.
L’attrice Maggie
Grace si è costruita negli anni un forte status grazie
alle celebri serie TV a cui ha avuto modo di partecipare, spesso in
ruoli di rilievo o da protagonista. Non ha tuttavia mancato di
recitare anche per il grande schermo, dove ha preso parte a film
che le hanno permesso di recitare al fianco di noti attori o con
importanti registi. Ecco 10 cose che non sai di Maggie
Grace.
Maggie Grace: i suoi film e
le serie TV
10. Ha preso parte a
celebri serie TV. Grazie al ruolo di Shannon
Rutherford nella celebre serie Lost
(2004-2010), dove recita accanto a Evangeline
Lillye Dominic
Monaghan, l’attrice ha modo di ottenere una buona
notorietà sul piccolo schermo, che la porta poi ad ottenere ruoli
di rilievo anche in serie come Californication (2013)
Master of Sex (2015) e Fear the Walking
Dead (2018-in corso). Negli anni ha inoltre avuto modo di
partecipare ad alcuni episodi di serie come Cold Case – Delitti
irrisolti (2004), Oliver Beene (2004), Law &
Order – Unità vittime speciali (2004) e The Following
(2013).
9. Ha recitato per il
grande schermo. Nella carriera dell’attrice non vi è solo
la televisione, ma negli anni ha anche preso parte a diversi film
per il cinema. Il primo ruolo di rilievo è quello nel film The
Fog – Nebbia assassina (2005), per poi comparire in
Suburban Girl (2007), con Alec
Baldwin, Il club di Jane Austen (2007), con
Emily
Blunt, Io vi troverò (2008), nel ruolo di Kim
accanto all’attore Liam
Neeson, Innocenti
bugie (2010), con Tom
Cruise, The Experiment (2010), con
Forest
Whitaker, e The Twilight Saga:
Breaking Dawn – Parte 1 (2011) e The Twilight Saga:
Breaking Dawn – Parte 2 (2012), dove recita accanto a
Robert
Pattinson e Kristen
Stewart. Riprende poi il ruolo di Kim anche nei sequel
Taken – La
vendetta (2012) e Taken 3 – L’ora della verità
(2015). Negli ultimi anni ha invece recitato in La scelta – The
Choice (2016), Aftermath – La vendetta (2017) e
Hurricane – Allerta uragano (2018).
8. Ha ottenuto importanti
riconoscimenti. Grazie ai celebri titoli a cui ha preso
parte nel corso degli anni, l’attrice ha avuto modo di conquistare
alcuni prestigiosi riconoscimenti dell’industria hollywoodiana. Su
tutti vi è lo Screen Actors Guild Awards vinto nel 2006 come
miglior cast di una serie drammatica per la serie Lost.
Sempre per tale serie ha ricevuto una nomination ai Teen Choice
Awards come miglior performance di debutto. Viene poi nominata
nuovamente al premio come miglior attrice di un film d’azione per
Taken 3 – L’ora della verità.
Maggie Grace è su Instagram
7. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 322 mila persone. All’interno
di questo l’attrice è solita condividere sue foto personali
scattate in momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi. Non
mancano però anche immagini che la raffigurano sui set a cui ha
preso parte, o ancora foto o video promozionali dei suoi progetti
da interprete.
Maggie Grace: chi è suo
marito
6. È molto
riservata. L’attrice si è sempre dimostrata restia a
condividere dettagli della propria vita sentimentale o privata. Nel
febbraio del 2017 annuncia però di essere fidanzata ufficialmente
con Brent Bushnell, CEO di una compagnia d’intrattenimento. I due
si sposano poi nel maggio dello stesso anno. Tramite il proprio
profilo Instagram ha infine reso nota la sua gravidanza, che la
porterà ad essere mamma per la prima volta.
Maggie Grace in Twilight
5. Ha avuto un ruolo nella
nota saga. L’attrice ottiene una buona notorietà
ricoprendo il ruolo di Irina, del clan dei Denali, personaggio
chiave nello sviluppo degli ultimi due film dedicati alla saga di
Twilight. Questa è una vampira amica della famiglia
Cullen, la quale si schiererà al loro fianco nel corso della
battaglia conclusiva.
4. È rimasta
particolarmente attratta dal personaggio. L’attrice ha
affermato di aver desiderato per anni di ottenere un ruolo come
quello di Irina, per mettersi alla prova con un carattere
completamente inedito. L’elemento che infatti più di tutti ha
attratto l’attrice è la natura controversa del personaggio, sempre
in bilico tra il bene e il male, e che pertanto risultasse
difficile da comprendere a primo impatto.
Maggie Grace in Taken
3. Si è esercitata per un
preciso scopo. Nella trilogia di film d’azione con
Liam Neeson, l’attrice ricopre proprio il
ruolo della figlia rapita del protagonista. Il personaggio è
indicato avere diciassette anni, mentre al momento delle riprese
del primo film l’attrice ne aveva 26. Per poter risultare
realistica come adolescente, la Grace è stata allenata da un noto
istruttore a livello mondiale al fine di ottenere delle movenze che
potessero farla sembrare più giovane.
Maggie Grace in Fear The Walking
Dead
2. È entrata a far parte
del cast principale. Nel 2018 l’attrice viene scelta per
ricoprire il ruolo di Althea, una giornalista che, a partire dalla
quarta stagione, si imbatterà nel gruppo protagonista della serie
Fear The WalkingDead, spin-off della serie
principale legata al mondo degli zombi. Il suo ruolo diventa con il
tempo sempre più centrale, riportando l’attrice ad essere un volto
noto della televisione.
Maggie Grace: età e altezza
1. Maggie Grace è nata a
Columbus, in Ohio, Stati Uniti, il 21 settembre 1983.
L’attrice è alta complessivamente 175 centimetri.
Maggie Grace, attrice statunitense
che ha dato il volto a Shannon nella serie Tv Lost, tornerà a
lavorare con Luc Besson in un altro thriller.
Dopo Io vi troverò, l’attrice
infatti sarà nel cast di Lock Out, thriller fantascientifico in 3D
la cui regia sarà affidata a James Mather e Stephen St Leger. Guy
Pearce, protagonista maschile, dovrà portare a termine un’improba
missione: salvare la figlia del presidente degli Stati Uniti
(interpretata da Maggie Grace) da una prigione situata nello spazio
in cui sono detenuti 500 tra i più temuti criminali della terra. Il
film, le cui riprese inizieranno a settembre a Belgrado, sarà
distribuito dalla Sony. Nel cast ci saranno anche Tom Hollander e
Peter Stormare.
Popolare attrice spagnola,
Maggie Civantos ha negli ultimi anni guadagnato
notorietà grazie ai suoi ruoli in progetti diversi, dal cinema alle
soap opera, e fino ad alcune acclamate serie televisive. Grazie a
queste ultime, in particolare, ha potuto oltrepassare i confini
nazionali guadagnando consensi in diverse parti del mondo.
Ecco 10 cose che non sai di
Maggie Civantos.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Maggie Civantos: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in noti
lungometraggi spagnoli. La filmografia dell’attrice si
compone ancora di sole pellicole di produzione spagnola, come
Prime Time (2008), che segna il suo debutto. Negli anni
successivi guadagna poi popolarità grazie ai titoli
Temporal (2013), 321 dìas en Michigan (2014),
Crustàceos (2014), Escombros (2018), El mejor
verano de mi vida (2018), Alegria, tristeza (2018),
Antes de la quema (2019), La pequeña Suiza
(2019), e Influenze maligne (2019).
9. È nota per i suoi
ruoli cinematografici. Il primo ruolo televisivo a rendere
popolare l’attrice è quello nella serie Eva y kolegas
(2008). In seguito, la Civantos torna sul piccolo schermo per
recitare in Hospital Central (2009-2011), Arrayàn
(2012-2013), Bienvenidos al Lolita (2014), e Ciega a
citas (2014). A renderla davvero famosa, però, è la serie
Vis a vis – Il prezzo
del riscatto, dove dal 2015 al 2019 recita nel ruolo di
Macarena Ferreiro, una delle protagoniste, recitando anche al
fianco dell’attrice Alba
Flores. Altro ruolo importante per la Civantos è
quello di Angeles Vidal in Le ragazze del centralino
(2017-2020). Nel 2020 riprende il ruolo di Macarena nella serie
spin-off Vis a vis: El Oasis, dove recita accanto a
Najwa
Nimri.
8. Ha ottenuto importanti
riconoscimenti. Con la serie Vis a vis, la
Civantos è diventata una delle più apprezzate interpreti del
panorama spagnolo. Ciò viene ulteriormente ribadito anche dalle due
nomination come miglior attrice televisiva che la Civantos ha
ricevuto nel 2016 e nel 2017 agli Award of the Spanish Actors
Union, vincendo nella prima di queste due occasioni.
Maggie Civantos è su Instagram
7. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 2 milioni di persone.
All’interno di questo, la Civantos è solita condividere fotografie
scattate in momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi. Non
mancano però anche curiosità personale, e immagini promozionali dei
suoi progetti da interprete.
Maggie Civantos e il litigio con
Najwa Nimri
6. Ha discusso realmente con
la sua collega. Nella nuova serie che vede protagonista la
Civantos, Vis a vis: El Oasis, dove recita accanto a
Najwa Nimri, si sarebbe rivelato l’astio presente
tra le due attrici. Durante una delle puntate, infatti,
quest’ultima da uno schiaffo alla prima, cosa che a quanto pare non
era prevista in sceneggiatura. Questo sarebbe il culmine di un
periodo di divergenza tra le due attrici, che però non è stato
ufficialmente commentato dalle due.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Maggie Civantos in Vis a vis
5. È stata assente per un
lungo periodo. A partire dal secondo episodio della terza
stagione, e fino al penultimo della quarta, il personaggio
interpretato dall’attrice esce di scena. La Civantos ha motivato
questa lunga assenza per via degli impegni previsti con la serie
Le ragazze del centralino. L’attrice non sapeva come
sarebbe stato gestito a riguardo il suo personaggio, ma gli
sceneggiatori hanno deciso di farlo semplicemente entrare in coma,
così da permettergli un futuro ritorno.
4. È la protagonista dello
spin-off. Nel 2020 l’attrice riprende ufficialmente il
ruolo di Macarena per essere la protagonista dello spin-off
intitolato Vis a vis: El Oasis. Ambientata qualche anno
dopo il termine della serie originale, questa segue ora le vicende
di Macarena e Zulema una volta uscite di prigione. Le due sono
ancora solite dedicarsi a furti e crimini, ma le loro strade sono
prossime a separarsi.
Maggie Civantos in Le ragazze del
centralino
3. Ha scelto di lasciare la
serie. Costretta a doversi dividere per diverso tempo tra
le riprese delle serie Vis a vis e Le ragazze del
centralino, la Civantos ha infine deciso di abbandonare
quest’ultima. Arrivata alla quarta stagione, ha infatti appeso al
chiodo in panni di Angeles, per potersi dedicare a tempo pieno allo
spin-off dell’altra serie spagnola di cui era protagonista.
2. Si è detta soddisfatta
della conclusione scritta per il suo personaggio. Molti
fan si sono dimostrati delusi da quanto previsto per il personaggio
di Angeles, interpretato dall’attrice. Questa, però, ha affermato
che per quanto si tratti di una conclusione brusca, era la migliore
che si potesse trovare, completando in modo coerente l’arco
narrativo del personaggio.
Maggie Civantos: età e altezza
1. Maggie Civantos è nata a
Malaga, in Spagna, il 28 dicembre 1984. L’attrice è alta
complessivamente 171 centimetri.
Ecco il trailer di
Magari, il film di Ginevra
Elkann, in uscita al cinema dal 26 marzo
grazie a BIM Distribuzione. Nel cast
Riccardo Scamarcio, Alba Rohrwacher, Milo Roussel, Ettore
Giustiniani, Oro De Commarque, Céline Sallette, Benjamin
Baroche e Brett Gelman.
Magari è
una commedia sentimentale che racconta la storia
di Alma, Jean e Sebastiano, tre fratelli molto legati tra loro che
da Parigi, città in cui vivono nel sicuro, seppur bizzarro,
ambiente alto borghese della madre di fede russo-ortodossa, si
ritrovano scaraventati nelle braccia di Carlo, padre italiano,
assente, anticonformista e completamente al verde che non ha alcuna
idea di come badare a sé stesso, figuriamoci ai figli. Durante una
vacanza di Natale passata in una casa al mare insieme a Carlo e
alla sua collaboratrice Benedetta, in un momento di sospensione
dalle loro vite vere, i nodi delle tensioni di famiglia vengono al
pettine. Carlo scopre degli aspetti oscuri della sua ex moglie e
dimostra ai suoi figli di essere un padre inaffidabile, ma
incredibilmente carismatico e – nonostante le sfide e le tensioni
quotidiane – la piccola Alma continua a credere fermamente che un
giorno MAGARI la sua famiglia possa tornare a unirsi come un
tempo.
Una Produzione Wildside con
Rai Cinema. Prodotto da Lorenzo Mieli e Mario Gianani con
Lorenzo Gangarossa per Wildside, una coproduzione italo-francese
coprodotto da Tribus P Films e da Iconoclast.
La maga più famosa della Germania torna a
compiere magie dopo aver raggiunto un discreto successo con la sua
prima avventura. Questa volta abbandona i confini tedeschi per
recarsi nella lontana India dove urge il suo aiuto e i suoi
incantesimi.
Il 19 luglio 1992,
all’altezza del numero civico 21 di via Mariano
D’Amelio a Palermo, il magistrato Paolo
Borsellino e cinque agenti della scorta — Agostino
Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e
Claudio Traina — persero la vita in un attentato terroristico
organizzato da Cosa Nostra. A trent’anni dal tragico evento, il
canale culturale Arte in Italiano
(arte.tv/it) trasmette per la prima volta
Mafioso, tra le tenebre di Cosa
Nostra, il documentario in cui tre
pentiti — arrestati all’inizio degli anni Novanta —
prendono la parola raccontando come sono diventati
mafiosi e, allo stesso modo, come e quando hanno deciso di tagliare
i ponti con l’organizzazione criminale. Il documentario è firmato
da Mosco Levi Boucault, che già in passato, in opere come Ils
étaient les Brigades Rouges e Corleone, le parrain des
parrains, ha approfondito storie e fatti legati alla
criminalità organizzata e al terrorismo che hanno profondamente
segnato l’Italia.
“Eravamo davvero dei macellai.
Mi viene la pelle d’oca quando ci penso“, confessa un uomo in
controluce, il viso nascosto per proteggere la sua nuova identità.
Si tratta di Paolo Francesco Anzelmo che, dopo
aver partecipato al commando che uccise il generale Dalla Chiesa,
allora prefetto antimafia di Palermo, e dopo essere stato
condannato all’ergastolo, ha scelto di collaborare con la giustizia
per ottenere una riduzione della pena. Una scelta, questa, che
condivide con Giovanni Brusca, implicato
nell’attentato al giudice Falcone e nell’assassinio del piccolo
Giuseppe Di Matteo, e Giuseppe Marchese, il nipote
modello di Filippo Marchese, il capofamiglia che aveva creato a
Palermo una “camera della morte” dove torturava, strangolava e
scioglieva nell’acido i mafiosi “decaduti”.
Presentato a Cosa Nostra dagli zii,
nonostante gli sforzi della madre per sottrarlo alla loro presa,
Anzelmo ha seguito una traiettoria simile a quella dei suoi ex
complici: un primo omicidio seguito da una cerimonia di
iniziazione, poi una vita divisa tra un lavoro legale di facciata e
la spietata quotidianità dell’organizzazione, che “ha la precedenza
sulla famiglia di sangue”, tanto da portarlo a uccidere due dei
suoi zii, mafiosi caduti in disgrazia. Tutto per ordine di
Totò Riina.
Tra vedute notturne di Palermo e
immagini d’archivio, le loro storie, raccontate attraverso un
flusso di pensieri, domande e risposte che cerca di cogliere la
realtà ordinaria e demistificata di una vita mafiosa, sprigionano
un’umanità inquietante: questi uomini appaiono infatti tanto
carnefici assetati di sangue quanto vittime reclutate in una
terribile organizzazione criminale.
Il documentario è fruibile
gratuitamente sul sito arte.tv/it
o sulle app ARTE per smart TV, Fire TV, Apple TV e dispositivi
mobili.
Maestro è un’imponente e impavida
storia d’amore che ripercorre la relazione durata una vita tra
Leonard Bernstein e Felicia Montealegre Cohn Bernstein. Maestro non
è solo una dichiarazione d’amore alla vita e all’arte, ma
essenzialmente una rappresentazione emotivamente epica di famiglia
e amore.
Sembra che
Bradley Cooper debba ringraziare l’intercessione
di Steven Spielberg se è riuscito a
dirigere il suo secondo film, Maestro,
che verrà presentato al Festival di Venezia in questo momento in
svolgimento al Lido. Dopo il suo debutto alla regia, A Star is
Born, apparso sugli schermi nel 2018 e sempre presentato a Venezia,
Cooper torna alla regia cinque anni dopo con il suo nuovo film,
Maestro. Il film esplorerà la vita, l’amore e la
carriera del leggendario compositore Leonard
Bernstein, che Cooper interpreta nel film insieme a un
cast di supporto composto da
Carey Mulligan, Maya Hawke e
Matt Bomer.
Secondo la produttrice
Kristie Macosko Krieger (via Deadline), il regista
Steven Spielberg ha contribuito a spingere Cooper
a dirigere Maestro.
Spielberg avrebbe dovuto dirigere il film con Cooper come
protagonista, ma mentre si concentrava invece sulla regia di
West Side Story, Cooper gli suggerì di essere in
grado di “mettersi in gioco”. Cooper ha poi incontrato Spielberg
nel 2018 per mostrargli gli inizi di A Star is
Born. Fu allora che Spielberg pronunciò una frase critica
per esortare Cooper a dirigere il film su Bernstein: “Stai
dirigendo questo film, devi dirigere Maestro”.
“Beh, ha invitato me, Josh e
Steven a guardarlo molto prima che uscisse il film, e circa 20
minuti dopo l’inizio del film Steven si è insinuato e ha detto “Hai
diretto questo film, devi dirigere Maestro.” Quindi a quel punto
siamo nel 2018. I diritti sul progetto stavano scadendo e Bradley
dovette convincere la famiglia Bernstein che era la persona giusta
per intraprendere il progetto. E così è andato dalla famiglia. Ha
ottenuto i diritti. Ora sta dirigendo e producendo, e si rendono
conto che gestirà questo film con estrema cura e dettaglio. È
andato davvero dalla famiglia e si è venduto e poi ha avuto tutto
quello di cui aveva bisogno, ora faremo questo film, e Bradley non
voleva fare un film biografico.”
Maestro
racconta la complessa storia d’amore di Leonard Bernstein e Felicia
Montealegre Cohn Bernstein (Carey
Mulligan), una storia che dura da oltre 30 anni. Forse
meglio conosciuto per la colonna sonora di West Side
Story di Broadway e del classico film di Marlon
BrandoFronte del Porto, Bernstein ha
sposato l’attrice nel 1951 e ha avuto tre figli con lei, con la
coppia che si è divisa tra New York e il Connecticut. A complicare
la dinamica tra i due sono state le relazioni che ha avuto nel
corso degli anni, sia con uomini che con donne, anche se condotte
con la consenziente consapevolezza di Felicia. I due sono stati
separati a un certo punto per un periodo di un anno, anche se alla
fine sono rimasti insieme fino alla morte di Felicia nel 1978.
Bradley Cooper ha scritto la sceneggiatura di Maestro
con il premio Oscar per Il caso SpotlightJosh Singer, ed è anche affiancato nell’ensemble
da Matt Bomer, Maya Hawke, Sarah Silverman, Josh Hamilton,
Scott Ellis, Gideon Glick, Sam Nivola, Alexa Swinton e
Miriam Shor.
Maestro è un’imponente e
impavida storia d’amore che ripercorre la relazione durata una vita
tra Leonard Bernstein e Felicia
Montealegre Cohn Bernstein. Maestro non è solo
una dichiarazione d’amore alla vita e all’arte, ma essenzialmente
una rappresentazione emotivamente epica di famiglia e amore. Dopo
A Star is Born, Bradley Cooper torna dietro la macchina da
presa per questo inno alla vita di Bernstein, all’amore per il suo
lavoro e per la sua famiglia. Ancora una volta una storia d’amore
struggente e commovente che attraverso questo biopic di Netflix ci porta in un mondo fatto di musica.
Il film sarà distribuito in alcuni cinema selezionati e sulla
piattaforma dal 20 dicembre.
Maestro, la trama
Dopo il successo di A
Star is Born del 2018, candidato a otto premi
Oscar, Bradley Cooper torna alla macchina da presa e
questa volta lo fa con un biopic su una delle personalità più
irriverenti del mondo della musica e dello spettacolo:
Leonard Bernstein interpretato da Cooper stesso.
Ad affiancarlo Carey Mulligan (Una
donna promettente), nei panni dell’acclamata attrice,
artista e attivista Felicia Montealegre Cohn Bernstein. All’interno
del film però non ci si concentra sui suoi maggiori successi o
sulla loro realizzazione – si accenna solo brevemente a West Side Story – il fulcro sono i legami che hanno
caratterizzato la vita di Bernstein e che hanno contribuito a
renderlo uno dei direttori d’orchestra più acclamati. Non a caso
West Side Story perché questo film ha tra i
produttori Steven Spielberg che nel 2021 ha conquistato
con un rifacimento del film.
Ci troviamo nei primi anni della
sua carriera, in un flashback – in parte in bianco e nero
soprattutto nella prima parte – che il personaggio di Bradley Cooper ha evocato per ricordare
il periodo più florido della sua vita. In particolare, al rapporto
con la moglie che proprio nella seconda parte del film diventa come
una protagonista della pellicola, mettendo in secondo piano la
figura del Cooper. Felicia Montealegre, una donna
che ha fatto del suo nome un modo di comportarsi. Mai una parola
fuori posto e sempre pronta a conquistare il marito con una risata.
Il loro amore è stato sincero e ricambiato ma non è stato sempre
felice.
La musica che cura e agita
Nella relazione da
Leonard e Felicia però c’è sempre
stato un terzo incomodo, anche più di uno. Le precedenti relazioni
di Leonard, che nella pellicola non nasconde la sua omosessualità,
e la musica. Tutte relazioni unite tra di loro, come un collante e
che agitano e curano allo stesso tempo il cuore di
Bernstein. Le interpretazioni di Cooper e di
Mulligan non fanno altro che rendere la pellicola ancora più
gradevole. Con l’utilizzo del trucco, Leonard Bernstein prende
davvero vita nell’attore e regista che con questa interpretazione
potrebbe essersi guadagnato una nomination per gli Oscar. Il
personaggio così caotico ma fortemente ironico e teatrale rende
bene sul grande schermo e la sua storia arriva al cuore dello
spettatore.
Nelle sue due ore complessive di
durata, la vita di Bernstein prende diverse pieghe. Un uomo così
caratterialmente ingombrante da occupare tutta la stanza che
inevitabilmente mette in ombra la moglie – anche lei facente parte
del mondo dello spettacolo. Ma capace di fare un passo indietro,
mettere da parte la sua crisi interiore per restare al capezzale
della moglie nel momento del bisogno. Infatti, anche il titolo,
Maestro, è un vero e proprio atto di amore alla
coppia. Ma senza tralasciare la fluidità di Lenny
che lo rende a oggi un personaggio moderno. Sembra ambiguo e
estroverso sia nelle relazioni che nella musica, in grado di
conquistarti con uno sguardo o attraverso la direzione di uno dei
suoi pezzi.
L’estate dentro di te
“Se non hai l’estate dentro di
te, allora non puoi fare musica”. Sempre fonte di grande
ispirazione per il marito, Felicia Montealegre lo
ha accompagnato supportato ma anche protetto da tutto e da tutti.
Una spalla e una compagna di vita su cui poter fare affidamento e
su cui è concentrata la parte finale del film. La malattia che la
consuma e che consuma anche Lenny che ancora una volta soffoca le
grida all’interno di un cuscino. In seguito alla morte della
moglie, il flashback è quasi finito e il racconto della storia
della versione anziana del personaggio si perde e diventa fluido,
come se senza di lei tutti i giorni fossero uguali.
Cooper si dimostra all’altezza
della sua seconda regia implementandola di tecniche
cinematografiche, il film però ha avuto una realizzazione corale ed
è servito un importante sforzo di produzione da parte di tutta la
troupe per realizzarlo. Il lavoro è servito a portare in scena un
delle personalità più stravaganti che ha attraversato i decenni con
la sua musica e che noi continueremo a cantare a ritmo di New
York New York.
Prime immagini dal set di Maestro,
film diretto, prodotto, scritto e interpretato da
Bradley Cooper nei panni di Leonard
Bernstein. Nel cast anche
Carey Mulligan, Matt Bomer e
Maya Hawke. Maestro è prodotto anche da
Martin Scorsese, Steven Spielberg, Kristie Krieger, Fred
Berner e Amy Durning. Il film sarà
disponibile prossimamente su Netflix.
1 di 4
La trama
Maestro racconta
la complessa storia d’amore tra Leonard Bernstein e Felicia
Montealegre Cohn Bernstein, una storia che abbraccia oltre 30 anni
– dal loro incontro nel 1946 a una festa e poi continuata
attraverso due fidanzamenti, un matrimonio di 25 anni e tre figli:
Jamie Bernstein, Alexander Bernstein e Nina Bernstein Simmons.
Diretto da
Bradley Cooper (Candidato all’Oscar) Maestro
vede protagonisti un cast d’eccezione composto da
Bradley Cooper (Candidato all’Oscar),
Carey Mulligan (Candidata all’Oscar®),
Matt Bomer, Maya Hawke. Il film è prodotto
da Martin Scorsese, Steven Spielberg, Kristie Macosko Krieger,
Bradley Cooper, Fred Berner, Amy Durning.
Arriva
daDeadlinela
notizia che il vincitore del Golden Globe Matt Bomer ha avviato le prime trattative per
un ruolo non rivelato nel cast del prossimo dramma biografico
Maestro, il film originale Netflix
basato sulla vita di Leonard Bernstein che sarà
diretto dal candidato all’Oscar Bradley Cooper. In una precedente intervista,
Bradley Cooper aveva rivelatoche la produzione sta attualmente pianificando di iniziare le
riprese del progetto a maggio.
Matt Bomer è noto soprattutto per la sua acclamata
interpretazione nel film drammatico televisivo della HBOThe Normal Heart,
interpretato anche da
Mark Ruffalo,
Julia Roberts e Jim
Parsons. Ha vinto il suo primo Golden Globe come
miglior attore non protagonista. I suoi altri progetti
importanti includono film come In
Time, Magic
Mike,The Nice
Guys, The
Magnificent
Seven e The
Boys in the Band, oltre alle serie tv
comeChuck, White
Collar, Glee, American
Horror
Story e Doom
Patrol.
Il film Maestro
Maestro
racconterà la storia meravigliosamente complessa del matrimonio tra
Bernstein e sua moglie, Felicia Montealegre, nell’arco di oltre 30
anni. Insieme a Bradley Cooper nel cast
confermati Carey Mulligan nei panni di
Felicia Montealegre e Jeremy Strong nei panni di
John Gruen. Secondo alcune indiscrezioni l’obiettivo principale di
Cooper nel progetto è sempre stato quello di raccontare il
“rapporto intenso e complesso” tra Bernstein e Montealegre. Secondo
quanto riferito, la star e regista ha lavorato a stretto contatto
con i figli di Bernstein, Jamie, Alexander e Nina, negli ultimi due
anni.
Maestro è co-scritto da Cooper e
Josh Singer con
Martin Scorsese, Steven Spielberg,
Bradley Cooper e il suo partner di produzione di Joint
Effort Todd Phillips (Joker), Kristie Macosko
Krieger, la produttrice nominata all’Oscar Emma
Tilliinger Koskoff (The Irishman , Joker)
e Fred Berner e Amy Durning sono i produttori. La
Amblin Entertainment di Spielberg è ancora legata al progetto che
era stato inizialmente creato dalla Paramount Pictures. Lo streamer
darà al film una significativa uscita nelle sale prima che debutti
in esclusivamente su Netflix.
Maestro (qui la recensione) è approdato
il 20 dicembre su Netflix, circa un mese dopo l’uscita del film in
alcune sale statunitensi a novembre e dopo la presentazione in
anteprima alla Mostra
del Cinema di Venezia 2023. Diretto da Bradley Cooper – che è anche interprete,
co-sceneggiatore e produttore del film – il film ripercorre la
carriera di Bernstein come direttore d’orchestra a
partire dal 1943 fino agli anni ’80. In realtà, il vero fulcro
tematico è il rapporto di affetto eterno tra il direttore d’orchestra e
Felicia Montealegre, interpretata da Carey Mulligan nel film. In questo articolo,
analizziamo le differenze tra la storia vera di Leonard Bernstein e
Felicia Montealegre, raccontata in
Maestro.
La carriera di Leonard Bernstein è
decollata dopo aver sostituito il direttore d’orchestra alla
Carnegie Hall?
La risposta è sì: la vera storia
dietro a Maestro
conferma che quando il direttore d’orchestra previsto alla Carnegie
Hall si ammalò prima di un’esibizione nel 1943, fu chiesto al
direttore d’orchestra assistente, LeonardBernstein, di sostituirlo all’ultimo minuto. A 25
anni, salì sul palco la sera stessa senza aver mai fatto alcuna
prova con l’orchestra. La sua performance fu ipnotica e la sua
carriera iniziò a decollare. Come nella vita privata, anche
professionalmente Bernstein si trovò di fronte a un bivio.
Era appassionato sia di direzione
d’orchestra che di composizione: la prima gli veniva naturale,
mentre la seconda gli risultava terribilmente difficile. Tuttavia,
considerava la composizione come l’attività creativa più vitale.
Come compositore, il suo contributo più significativo è stato il
successo di Broadway del 1957 West Side
Story, successivamente adattato in due film, il più
recente dei quali è l’adattamento
del 2021 diretto da Steven Spielberg, che è
stato anche produttore del film su Leonard
Bernstein, appunto Maestro
di Bradley Cooper.
Leonard Bernstein ha incontrato
Felicia Montealegre a una festa?
Leonard e
Felicia si sono incontrati la prima volta proprio
a una festa nel 1946, come viene mostrato in Maestro.
Le lettere che si sono scambiati in quegli anni indicano che
l’inizio della loro storia non è stato proprio rose e fiori.
Quell’estate, dopo essersi sentita ferita dal fatto che
Bernstein non l’aveva salutata quando era partito
per un viaggio a Londra, Felicia scrisse:
“Vedi, caro, anche se so che sei terribilmente occupato e
‘confuso’, spero ancora a malincuore che ti ricorderai della mia
esistenza senza che io te lo ricordi per sempre“.
Felicia era a conoscenza della
bisessualità di Leonard Bernstein prima di sposarlo?
All’epoca del loro matrimonio, nel
1951, Bernstein aveva già avuto una serie di
relazioni e di rapporti sessuali con uomini, che risalivano a
quando era studente ad Harvard. Fu allora che ebbe una relazione
con il suo mentore, il direttore d’orchestra Dimitri
Mitropoulos. Ebbe anche una relazione con il compositore
Aaron Copland. Nel 1948, solo tre anni prima di
sposare Felicia, ebbe una storia d’amore con un
giovane soldato israeliano di nome Azariah
Rapoport.
“Non riesco a credere di aver
trovato tutte le cose che desideravo riunite in una sola“,
scrisse del periodo trascorso con Rapoport. “È un’esperienza
incredibile, snervante, straziante e meravigliosa. Ha cambiato
tutto“. Anche negli anni successivi al matrimonio del 1951 con
l’attrice Felicia Montealegre,
Bernstein ebbe molteplici relazioni sia con uomini
che con donne. Continuò ad avere relazioni con uomini fino alla sua
morte, avvenuta nel 1990.
L’omosessualità di Leonard
Bernstein ha avuto ripercussioni sulla moglie Felicia?
Secondo Jamie,
figlia di Leonard, nel 2018, nel libro di memorie
Famous Father Girl: A Memoir of Growing Up Bernstein, la
madre scrisse al padre poco dopo il loro matrimonio, dicendogli:
“Sei omosessuale e potresti non cambiare mai – non ammetti la
possibilità di una doppia vita, ma se la tua tranquillità, la tua
salute, il tuo intero sistema nervoso dipendono da un certo modello
sessuale cosa puoi fare? … Sono disposta ad accettarti così come
sei senza fare la martire e sacrificarmi sull’altare di L.B.“.
Tuttavia, nel suo libro di memorie, Jamie scrive che sua madre si è
proprio sacrificata. “È così che mi sento“, ha detto alla
CBS Sunday Morning. “Sento che le è costato tutto rimanere con
lui. È stata davvero dura per lei e credo che in un certo senso
abbia contribuito alla sua morte prematura“.
La lettera di
Felicia a Leonard affermava anche
che gli avrebbe permesso di fare ciò che voleva “senza sensi di
colpa e confessioni“, un sentimento che emerge anche nel film
Maestro.
Scriveva: “Il nostro matrimonio non si basa sulla passione, ma
sulla tenerezza e sul rispetto reciproco“. Il loro accordo
dava a Leonard la libertà di fare ciò che voleva, ma finì per avere
un impatto significativo sul loro matrimonio, soprattutto su
Felicia, che morì di cancro ai polmoni nel 1978, all’età di 56
anni. Lei e Leonard erano sposati da 26 anni.
Leonard Bernstein ha lasciato la
moglie Felicia per vivere con un uomo?
Due anni prima della morte di
Felicia, Bernstein decise di non
nascondere più la sua omosessualità e lasciò la moglie per un
periodo di tempo per vivere con un giovane studioso di musica di
nome Tom Cothran, che aveva conosciuto e di cui si
era innamorato nel 1971. A Felicia non andava particolarmente a
genio Cothran, in parte perché Bernstein aveva affermato che
Cothran era il suo migliore amico e non lei. Secondo la biografia,
disse al marito che “sarebbe morto da vecchio amareggiato e
solo“.
Fumatrice accanita per gran parte
della sua vita, a Felicia fu diagnosticato un
cancro ai polmoni non molto tempo dopo la loro separazione e
Bernstein tornò a vivere con lei dopo aver saputo
della sua malattia. Si prese cura di lei fino alla sua morte,
avvenuta il 16 giugno 1978. In preda ai sensi di colpa, non riprese
mai la relazione con Cothran, ma i due rimasero
amici fino a quando Cothran morì di AIDS nel 1987. Nella sua
biografia, Humphrey Burton ha scritto che il
“senso di colpa” di Bernstein non lo abbandonò mai e che
non si riprese mai dalla perdita di Felicia.
Sebbene molte delle conversazioni
private di Maestro
siano romanzate, comprese quelle tra Bernstein
(Cooper) e sua moglie e le conversazioni con i
vari uomini della sua vita, le linee generali di queste relazioni
sono state comunque rispettate, così come alcuni dettagli minori.
Fortunatamente, gli sceneggiatori di MaestroBradley Cooper e Josh
Singer hanno avuto a disposizione una serie di lettere
personali di Bernstein che sono state pubblicate nell’antologia di
600 pagine del 2013 intitolata The Leonard Bernstein
Letters, che comprende la corrispondenza con i suoi mentori, i
suoi collaboratori, le celebrità e altre persone che gli erano
vicine, tra cui la moglie Felicia. La sua vita
pubblica come direttore d’orchestra e celebrità ha comportato una
grande quantità di filmati dei suoi concerti, delle prove e delle
interviste televisive. Nel film viene ricreata una memorabile
intervista a Bernstein e alla moglie.
Ciò che viene efficacemente
trasmesso in questo film su Leonard Bernstein è
come la sua ispirazione a fare musica fosse direttamente legata
alla libertà di essere se stesso nella sua vita personale. Questo
aspetto è riassunto nel film quando Felicia
(Carey
Mulligan) gli dice: “Se non c’è nulla che canta in
te, allora non puoi fare musica“. Maestro
è un film scritto per rivolgersi a un pubblico più ampio e non
specificamente agli aficionados di
Bernstein. Riesce ad andare oltre i tabloid per
offrire una visione della sua vita personale e di ciò che guidava
la sua creatività anche se, forse, non riesce a cogliere la portata
dei suoi successi musicali – ma questa non sembra essere la vera
intenzione di Bradley Cooper.
A dispetto del titolo del film, è
proprio Felicia a ergersi come il personaggio
principale del film, nel suo ritratto di una donna che si confina
volontariamente nell’orbita accattivante ma debilitante di un
marito che non è in grado di amarla come lei ama lui e che le
spezza costantemente il cuore. Questo non significa affatto che i
due non si amassero, come hanno sottolineato parenti e amici: la
storia di Maestroè
proprio questa, quella di un amore eterno e impavido, fondato sul
rispetto reciproco e sull’affetto inestimabile tra Leonard
Bernstein e Felicia Montealegre.
Dal 20 Dicembre è disponibile su
NetflixMaestro (qui la recensione), biopic su
Leonard Bernstein di e
con Bradley Cooper, presentato in anteprima alla
Mostra
del Cinema di Venezia 2023. Un progetto che segna il ritorno
alla regia dell’attore dopo il successo di A Star is Born e che ha subito ricevuto reazioni
positive sia dagli spettatori che dalla critica fin dall’uscita del
trailer del film. Al centro della pellicola, vi è la storia d’amore
tra il celebre direttore d’orchestra e la moglie Felicia
Montealegre, interpretata da Carey Mulligan: un matrimonio contraddistinto
da un profondo affetto che li ha aiutati a rimanere insieme
nonostante le sfide e le difficoltà che hanno dovuto affrontare,
tra cui l’omosessualità di Bernstein e la malattia di Felicia. In
occasione dell’uscita del film, in questo articolo ripercorriamo
dunque gli eventi principali della storia di Leonard
Bernstein e Felicia Montealegre.
La trama di Maestro
racconta 30 anni di storia di Leonard Bernstein
Il film di Bradley Cooper, che ripercorre 30 anni di vita
di Leonard Bernstein, racconta principalmente la
storia d’amore tra Bernstein e sua moglie, Felicia
Montealegre Cohn Bernstein. Si tratta dunque di un sentito
omaggio non solo al talento artistico di Bernstein
come direttore d’orchestra, ma anche al legame emotivo che
condivideva con la sua famiglia. Anche se 30 anni possono essere un
arco di tempo lungo da coprire per un film di 129 minuti, la
pellicola di Cooper riesce brillantemente a sviscerare il profondo
legame tra Felicia e Bernstein e l’evoluzione del direttore
d’orchestra americano come musicista durante quel periodo.
La conoscenza e il matrimonio
Mentre Felicia
Montealegre era un’attrice di successo, con ruoli che
spaziavano dal teatro di Broadway a rinomate serie televisive,
Leonard Bernstein era una delle figure più
brillanti del mondo della musica, soprattutto dopo il suo debutto
alla Filarmonica di New York. Il primo incontro tra i due, come
mostra Maestro,
avvenne ad una festa: fu il pianista cileno Claudio
Arrau, ex insegnante di pianoforte di Felicia
Montealegre, a presentarle Leonard
Bernstein a una festa da lui organizzata nel 1947. Pochi
mesi dopo questo incontro, i due si fidanzarono, ma Montealegre
lasciò Bernstein in meno di un anno. Negli anni successivi, lei si
legò sentimentalmente all’attore Richard Hart,
dopo aver recitato con lui in diverse opere teatrali. Purtroppo
Hart morì il 2 gennaio 1951. Sebbene Montealegre fosse ben
consapevole delle precedenti relazioni di Bernstein, dopo la morte
di Hart diede alla sua relazione una seconda possibilità. Il 12
agosto 1951 fu dunque annunciato il loro secondo fidanzamento e
meno di un mese dopo si sposarono al Tempio Mishkan Tefilah di
Boston.
Leonard Bernstein ha avuto
relazioni con uomini e donne mentre era sposato
Sebbene Leonard
Bernstein apparisse come un padre e un marito devoto agli
occhi del pubblico, ebbe molteplici relazioni con uomini e donne
mentre era sposato. Felicia Montealegre era a
conoscenza delle relazioni extraconiugali del marito e ha
riconosciuto il suo orientamento sessuale in una lettera privata.
“Sei omosessuale e potresti non cambiare mai – non ammetti la
possibilità di una doppia vita, ma se la tua tranquillità, la tua
salute, il tuo intero sistema nervoso dipendono da un certo modello
sessuale, cosa puoi fare?“. Nella stessa lettera, aggiungeva
anche che il loro matrimonio non era “basato sulla passione, ma
sulla tenerezza e sul rispetto reciproco“.
Nell’estate del 1971,
Leonard Bernstein incontrò Tom
Cothran (interpretato da Gideon Glick nel
film Maestro),
all’epoca direttore musicale di una radio classica di San
Francisco. Dopo aver legato per il comune interesse per la musica,
Cothran e Bernstein ebbero una
relazione e trascorsero spesso le vacanze assieme. Cinque anni dopo
il loro primo incontro, Bernstein lasciò poi la
moglie Felicia per andare a vivere con Cothran
nella California settentrionale. Secondo quanto riportato, la
decisione di Bernstein fece infuriare
Felicia, che gli disse che “sarebbe morto da
vecchio amareggiato e solo“.
La morte di Felicia
Montealegre
Poco dopo la partenza di
Bernstein per la California del Nord, tuttavia, a
Felicia Montealegre fu diagnosticato un cancro ai
polmoni. Dopo aver saputo della diagnosi,
Bernstein tornò da lei e se ne prese cura fino
alla sua morte, avvenuta il 16 giugno 1978. Aveva 56 anni quando
morì e fu sepolta al Green-Wood Cemetery di Brooklyn, New York.
Dopo la sua morte, Leonard Bernstein rimase amico
di Tom Cothran fino a quando il direttore musicale
morì di AIDS nel 1987.
La morte di Leonard Bernstein
Dopo la morte della moglie,
Leonard Bernstein continuò la sua carriera di
musicista e nel 1980 ricevette il Kennedy Center Honor for
Lifetime Contributions to American Culture through the Performing
Arts, a Washington. Altri grandi traguardi raggiunti nella sua
carriera sono stati la nomina a membro onorario della New York
Philharmonic nel 1984 e l’avvio dell’Accademia orchestrale
dello Schleswig-Holstein Musik Festival a Salzau, in
Germania. Come riportato in Maestro,
nell’ottobre 1990 Leonard Bernstein annunciò
ufficialmente il suo ritiro dalla direzione d’orchestra. Pochi
giorni dopo il suo pensionamento, il 14 ottobre 1990, si è spento
all’età di 72 anni, nel suo appartamento di New York. Secondo
quanto riportato, la causa del decesso fu un attacco cardiaco
causato da un tipo di cancro chiamato mesotelioma. Oggi riposa
accanto alla moglie al Green-Wood Cemetery di
Brooklyn.
Netflix
ha annunciato la data di uscita e un primo teaser per il suo nuovo
film, Maestro,
che segna la seconda regia cinematografica di
Bradley Cooper, dopo A Star Is Born.
Il film, che ha co-scritto, diretto e interpretato nei panni del
compositore Leonard Bernstein, uscirà nelle sale selezionate il 22
novembre, dopo l’anteprima mondiale nella
Selezione Ufficiale del Concorso della 80° Mostra
d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, per poi
arrivare sulla piattaforma il 20 dicembre.
Maestro
racconta la complessa storia d’amore di Leonard Bernstein e Felicia
Montealegre Cohn Bernstein (Carey
Mulligan), una storia che dura da oltre 30 anni. Forse
meglio conosciuto per la colonna sonora di West Side
Story di Broadway e del classico film di Marlon
BrandoFronte del Porto, Bernstein ha
sposato l’attrice nel 1951 e ha avuto tre figli con lei, con la
coppia che si è divisa tra New York e il Connecticut. A complicare
la dinamica tra i due sono state le relazioni che ha avuto nel
corso degli anni, sia con uomini che con donne, anche se condotte
con la consenziente consapevolezza di Felicia. I due sono stati
separati a un certo punto per un periodo di un anno, anche se alla
fine sono rimasti insieme fino alla morte di Felicia nel 1978.
Bradley Cooper ha scritto la sceneggiatura di Maestro
con il premio Oscar per Il caso SpotlightJosh Singer, ed è anche affiancato nell’ensemble
da Matt Bomer, Maya Hawke, Sarah Silverman, Josh Hamilton,
Scott Ellis, Gideon Glick, Sam Nivola, Alexa Swinton e
Miriam Shor. Di seguito, il poster del film:
Mentre Maestro
è stato annunciato come parte del programma di Venezia
80 alla fine del mese scorso, Cooper ha annunciato che non
prenderà parte alla promozione del film, a meno che lo sciopero
SAG-AFTRA non si concluda in qualche modo entro la fine di questo
mese.
Fresco di otto nomination
ai
Critics Choice Awards e quattro ai
Golden Globes, Maestro
di Bradley Cooper è sbarcato su Netflix. Il
biopic dedicato al leggendario compositore/maestro d’orchestra
Leonard Bernstein e a sua moglie Felicia
Montealegre rappresenta la seconda regia di
Cooper dopo il grande successo di A Star
Is Born. Ecco che cosa ci ha raccontato di maestro il
suo protagonista e regista.
Partiamo dal principio; come nasce il progetto di
realizzare Maestro?
Da bambino ero
ossessionato dal condurre un’orchestra, mi esercitavo per ore. Non
ero a conoscenza del progetto legato a Leonard Bernstein quando ha
iniziato a circolare, nel quando ne sono venuto a conoscenza ho chiesto
immediatamente a Steven Spielberg chi ne deteneva i diritti.
Josh Singer è salito a bordo e abbiamo iniziato a fare ricerche,
volevo capire che tipo di storia raccontare. È stato lui a
suggerire di esplorare il rapporto tra Leonard e Felicia, e ho
subito capito che la loro relazione era il cuore della storia che
volevo raccontare, un rapporto così complesso, non convenzionale,
intimo. Abbiamo iniziato a incontrare persone che li conoscevano e
una cosa mi ha colpito nel profondo: nessuno ha mai parlato di
Leonard Bernstein e sua moglie, erano sempre Lenny e Felicia. Era
chiaro che entrambi lasciavano la loro impronta personale sulle
persone.
È stato un processo complicato quello di
“diventare” Leonard Bernstein?
All’inizio ero
terrorizzato, poi col passare del tempo è diventato più semplice,
ma solo appena più semplice, e molto lentamente. La mia
preoccupazione maggiore era riprodurre quella voce suadente, capace
di metterti a tuo agio in qualsiasi situazione. Ho lavorato su di
essa fin dall’inizio, sei anni fa, un lungo periodo di tempo da cui
ho tratto enormi benefici. In pratica ci lavoro da prima che A Star
Is Born arrivasse al cinema. Per fortuna ai tempi di American
Sniper ho cominciato a collaborare con questo incredibile dialect
coach, Tim Monich, con cui ho lavorato anche grazie a A Star Is
Born e La fiera delle illusioni. Tim si è praticamente trasferito a
casa mia a New York, abbiamo lavorato insieme cinque giorni a
settimana per quattro anni e mezzo. Per quanto riguarda il lato
estetico mi sono affidato completamente a Kazu Hero che ha fatto un
lavoro straordinario sul trucco, anche con lui abbiamo lavorato per
anni facendo test filmati molto prima che iniziassimo a girare il
film.
C’è stato un momento durante la lavorazione in cui
si è sentito sotto pressione?
Il primo giorno di
riprese, quello in cui il vecchio Leonard insegna a condurre a
William. Era la prima volta che mi presentavo di fronte ad altre
persone come Leonard Bernstein, ero davvero nervoso. E in più
ovviamente dovevo anche dirigere gli altri attori. Ho chiesto ad
alcuni tra i miei amici più cari di venire sul set, tra di essi
c’era anche Gabe Fazio, che conosco da una vita. Soltanto sapere
che era lì mi ha tranquillizzato. Un’altra scena che mi ha messo
sotto pressione è stata quella del concerto nella cattedrale dal
momento che dovevo condurre l’orchestra di Londra, una delle
migliori tre al mondo. Mi ero allenato con Gustavo Dudamel per
molto tempo, studiando anche un video di Bernstein condurre in quel
luogo negli anni ‘70. Eppure condurre mi riuscì impossibile,
continuavo a rimanere indietro nei tempi. Il giorno dopo sono
arrivato molto tempo, la cattedrale era ancora vuota. Pensando a
come sistemare la scena ho capito che in realtà il cuore era
Felicia, venuta a veder condurre Leonard senza provare alcun odio
per lui. L’abbiamo girata ancora una volta e quel pianosequenza è
quello che vedete nel film. È stato magnifico.
E come regista che tipo di lavoro ha svolto per
Maestro?
Non faccio mai
storyboard delle scene che giro, tento sempre di vedere il film
nella mia testa, ogni inquadratura che riesco a immaginare. Finché
arriva il giorno in cui riesco a vedere il film dalla prima
all’ultima inquadratura. Quello è il momento in cui mi sento
tranquillo, allora posso andare sul set e sentirmi libero:
all’improvviso hai tutte queste persone intorno, ti trovi sulla
location e magari hai una luce diversa da quella che ti aspettavi.
Le idee iniziano a fioccare, magari decidi di cambiare qualcosa e
vedere come influenzerà le scelte successive. Quando inizio a
girare lascio che il film esca dalla mia testa e si confronti con
la realtà del set. Questo è in sostanza il mio processo.
Quanto di quello che
imparato facendo A Star Is Born l’ha aiutata con Maestro?
Ho imparato molto
facendo quel film, ma anche lavorando con Guillermo del Toro a La
fiera delle illusioni e con Paul Thomas Anderson a Licorice Pizza.
Per esempio ho passato tre settimane con Guillermo semplicemente a
osservare delle lenti, facendo test e cercando di carpire qualsiasi
cosa potessi da lui. In ogni progetto in cui sono stato coinvolto
ho cercato di imparare qualcosa, e senza dubbio continuerò a farlo.
Spero che questo continui a farmi evolvere come regista. La cosa
migliore che ho tratto facendo A Star
Is Born è stato trovare un mio centro come
artista.