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Venezia 78, tutte le foto sul red carpet d’apertura

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Venezia 78, tutte le foto sul red carpet d’apertura

E’ andato in scena il red carpet d’inaugurazione di Venezia 78 (la 78ma Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia) con il film d’apertura di Pedro Almodovar, Madres Paralelas. Su red il cast del film Penelope Cruz, Milena Smit e Aitana Sánchez-Gijón. Grande mattatore è stato invece Roberto Benigni che ha ritirato il Leone d’Oro alla carriera. Tra gli ospiti anche volto della moda, dello spettacolo e del cinema come Helen Mirren, Adriana Lima, Bianca Balti, Luca Guadagnino, Jane Campion e Isabelle Huppert. Presente anche i giurati Bong Joon Ho, Saverio Costanzo, Chloé Zhao e Sarah Gadon. Madrina della serata Serena Rossi. Ecco tutte le foto del red carpet inaugurale di Venezia 78:

Venezia 78, Roberto Benigni, premiato alla carriera, a Nicoletta Braschi: “Possiamo dividere il Leone d’Oro”

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Nella cerimonia di apertura della 78° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Roberto Benigni ha ricevuto il Leone d’Oro alla carriera. E come era prevedibile, ha accentrato su di sé tutte le attenzioni dei presenti.

Ad introdurre Benigni è stata la regista di Jane Campion, le cui astute osservazioni sull’attore hanno suggerito una stretta amicizia sia con lui che con sua moglie, la produttrice e attrice Nicoletta Braschi.

Dichiarandosi grata che il festival “lo ha tirato fuori dalla sua caverna”, Campion – che a Venezia presenta Il potere del cane, in Concorso – ha definito Benigni “un genio comico con cuore e sincerità che può incarnare la gioia come se esplodesse una bottiglia di Prosecco”.

“Per favore, tutti voi al festival, siate pronti ad innamorarvi e sappiate che, qualunque cosa accada, la vita è bella, perché Bob lo ha dimostrato”, ha detto Campion al pubblico presente in sala. “Ha compiuto quel miracolo con il suo film vincitore dell’Oscar, trasformando una storia dell’Olocausto in una commedia oscura e divina sul sacrificio di sé”, ha aggiunto Campion. “E poi lo ha superato scavalcando i sedili delle sedie sulle celebrità, saltando sul palco per offrire un’esibizione in un discorso di accettazione senza precedenti nella storia dell’Accademia” rievocando la notte degli Oscar di tanti anni fa, quando Benigni stregò Hollywood con la sua esuberanza.

Roberto Benigni, Leone d’Oro alla carriera a Venezia 78

“Queste parole rimarranno sempre nel mio cuore. Grazie mille. È così divertente, incredibile. Ero sbalordito, sconcertato. È stato incredibile, indimenticabile”, ha detto Benigni a Campion in inglese. Benigni ha poi raggiunto il palco, dove ha pronunciato un lungo discorso in cui ha detto che quando il direttore artistico di Venezia Alberto Barbera lo ha chiamato, “ha ballato una rumba nudo” sottolineando le sue umili origini.

Ha anche salutato il presidente Sergio Mattarella, il cui mandato scade il prossimo anno, e gli ha chiesto di restare ancora qualche anno perché ha portato fortuna al Paese. L’Italia ha vinto il Campionato Europeo di quest’anno, quindi averlo in carica aiuterebbe il paese a vincere anche la prossima Coppa del Mondo. Roberto Benigni ha poi ringraziato la moglie, Nicoletta Braschi, dicendole che in realtà non poteva dedicarle il Leone, perché quel premio appartiene ad entrambi, proponendo così di dividerlo.

“Abbiamo fatto tutto insieme per 40 anni”, ha detto Benigni. “Quindi non posso dedicarti il ​​Leone, ma possiamo dividerlo. Prenderò la coda, per esprimere la mia gioia, per mostrarti la mia allegria. E il resto è tuo, soprattutto le ali perché se sono riuscito a librarmi è grazie a te”.

Venezia 78, red carpet: Maggie Gyllenhaal, Dakota Johnson e…

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Venezia 78, red carpet: Maggie Gyllenhaal, Dakota Johnson e…

E’ stato presentato ieri in serata l’opera prima da regista di Maggie Gyllenhaal, The Lost Daughter che ha sfilato sul red carpet di Venezia 78 con il cast Olivia Colman, Dakota Johnson e al fianco di suo marito Peter Sarsgaard e fratello Jake Gyllenhaal. Di seguito tutte le nostre foto: 

SINOSSI

Sola in una località di mare, Leda osserva ossessivamente una giovane madre e la figlia in spiaggia. Turbata dalla complicità del loro rapporto (e dalla loro famiglia, chiassosa e sinistra), Leda è sopraffatta dai ricordi legati allo sgomento, allo smarrimento e all’intensità della propria maternità. Un gesto impulsivo catapulta Leda nello strano e minaccioso universo della sua stessa mente, in cui è costretta a fare i conti con le scelte anticonformiste fatte quando era una giovane madre e con le loro conseguenze.

COMMENTO DELLA REGISTA

Quando ho letto il romanzo La figlia oscura, mi sono sentita pervadere da una sensazione tanto strana e dolorosa quanto innegabilmente vera. Una parte nascosta della mia esperienza di madre, compagna e donna stava trovando voce per la prima volta. E ho pensato a come fosse entusiasmante e pericoloso dare vita a un’esperienza come quella non nella quiete e nella solitudine della lettura, ma in una stanza piena di esseri umani dotati di vita pulsante e sensazioni. Come ci si sente a essere seduti accanto alla propria madre, al proprio marito, alla propria moglie o figlia nel momento in cui sentimenti ed esperienze comuni a lungo taciuti, trovano invece voce? Ovviamente esiste una sorta di sgomento e pericolo nel relazionarsi a qualcuno alle prese con cose che ci sono state dipinte come vergognose o sgradevoli. Ma quando quelle esperienze vengono portate sullo schermo, esiste anche la possibilità di trovare conforto: se qualcun altro formula quegli stessi pensieri e prova quelle stesse sensazioni, forse non si è soli. Questa è una parte della nostra esperienza che di rado trova espressione e, quando ciò accade, è per lo più attraverso l’aberrazione, la dissociazione o il sogno.

Venezia 78, Pablo Larraín presenta in concorso Spencer

Venezia 78, Pablo Larraín presenta in concorso Spencer

Sarà presentato questa sera in concorso a Venezia 78 Spencer, il nuovo film di Pablo Larraín sulla vita della principessa Diana interpretata da Kristen Stewart. Nel cast anche Timothy Spall, Jack Farthing, Sean Harris, Sally Hawkins.

La trama

Il matrimonio della principessa Diana e del principe Carlo è da tempo in crisi. Sebbene le voci di tradimenti e di divorzio abbondino, in occasione delle feste di Natale nella residenza reale di Sandringham viene decretato un periodo di pace. Si mangia e si beve, si spara e si caccia. Diana conosce il gioco, ma quest’anno le cose saranno molto diverse. Spencer immagina cosa potrebbe essere accaduto durante quei pochi giorni decisivi.

Il commento del regista

Siamo tutti cresciuti sapendo cos’è una favola, ma Diana Spencer ne ha cambiato il paradigma e ha ridefinito le icone idealizzate della cultura pop, per sempre. Questa è la storia di una principessa che ha deciso di non diventare regina, ma ha scelto di costruirsi da sola la propria identità. È una favola al contrario. Sono sempre rimasto molto sorpreso dalla sua decisione e ho sempre pensato che deve essere stata molto dura da prendere. Questo è il cuore del film. Volevo approfondire il processo alla base delle scelte di Diana, mentre oscilla tra dubbio e determinazione, scegliendo, infine, la libertà. È stata una decisione che ha definito la sua eredità: un lascito di onestà e umanità che rimane ineguagliato. Si è scritto molto su Diana, c’è un’infinità di storie: di alcune si può dimostrare il fondamento, di altre no. Abbiamo fatto molte ricerche su di lei, sulle tradizioni del Natale della famiglia reale, e sugli aneddoti dei fantasmi nella residenza di Sandringham. Tuttavia, la famiglia reale è notoriamente discreta. Potrà anche apparire in pubblico in certe occasioni, ma a un certo punto le porte si chiudono e non c’è modo di sapere cosa stia accadendo dietro di esse. Ciò lascia molto spazio alla fantasia; e questo è stato il nostro lavoro. Non avevamo intenzione di fare un docudrama: volevamo creare qualcosa prendendo degli elementi dalla realtà e ricorrendo poi all’immaginazione per raccontare la vita di una donna con gli strumenti del cinema. Questo è il motivo per cui il cinema è così fantastico: c’è sempre spazio per l’immaginazione. Nel costruire il personaggio di Diana, non volevamo solo creare una sua replica, ma usare il cinema e i suoi strumenti per dar vita a un mondo interiore che trovasse il giusto equilibrio tra il mistero e la fragilità del suo personaggio. Tutto ciò che Diana vede riflette i suoi ricordi, le sue paure, i suoi desideri e forse anche le sue illusioni. Questi elementi attingono a qualcosa che sta accadendo dentro di lei e mostrano una vulnerabilità bellissima.

Venezia 78, oggi altro film italiano in concorso, America Latina

Venezia 78, oggi altro film italiano in concorso, America Latina

Sarà presentato in concorso a Venezia 78 oggi un altro film italiano, America Latina di Fabio D’Innocenzo, Damiano D’Innocenzo prodotto da The Apartment (Lorenzo Mieli), Vision Distribution, Le Pacte. Nel cast Elio Germano, Astrid Casali, Sara Ciocca, Maurizio Lastrico, Carlotta Gamba, Federica Pala, Filippo Dini, Massimo Wertmüller

SINOSSI

Latina: paludi, bonifiche, centrali nucleari dismesse, umidità. Massimo Sisti è il titolare di uno studio dentistico che porta il suo nome. Professionale, gentile, pacato, ha conquistato tutto ciò che poteva desiderare: una villa immersa nella quiete e una famiglia che ama e che lo accompagna nello scorrere dei giorni, dei mesi, degli anni. La moglie Alessandra e le figlie Laura e Ilenia (la prima adolescente, la seconda non ancora) sono la sua ragione di vita, la sua felicità, la ricompensa a un’esistenza improntata all’abnegazione e alla correttezza. È in questa primavera imperturbabile e calma che irrompe l’imprevedibile: un giorno come un altro Massimo scende in cantina e l’assurdo si impossessa della sua vita.

COMMENTO DEI REGISTI

Abbiamo scelto di raccontare questa storia perché, semplicemente, era quella che ci metteva più in crisi. In crisi come esseri umani, come narratori, come spettatori. Una storia che sollevava in noi domande alle quali non avevamo (e non abbiamo, nemmeno a film ultimato) risposte che non si contraddicessero l’una con l’altra. Interrogarci su noi stessi è la missione più preziosa che il cinema ci permette e America Latina prende alla lettera questa possibilità, raccontando un uomo costretto a rimettere in discussione la propria identità. Essendo gemelli, anche i nostri due film precedenti raccontavano storie di famiglie, di senso di appartenenza, di sangue, ma non ci eravamo mai addentrati così a fondo nel tema e abbiamo scelto la via per noi più rischiosa: la dolcezza. La dolcezza e tutte le sue estreme conseguenze. America Latina è un film sulla luce e abbiamo scelto il punto di vista privilegiato dell’oscurità per osservarla.

Venezia 78, le foto Penelope Cruz e Antonio Banderas sul red carpet

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Si è tenuto ieri sera il red carpet di Competencia Oficial, il film in concorso a Venezia 78, sul tappeto rosso i protagonisti Penélope Cruz, Antonio Banderas, Oscar Martínez, e i registi Gastón Duprat, Mariano Cohn.

La trama

Alla ricerca di riconoscimento e prestigio sociale, un uomo d’affari miliardario decide di fare un film che lasci il segno. Per riuscirci, assume i migliori: un cast stellare formato dalla famosa regista Lola Cuevas e da due rinomati attori, entrambi di enorme talento, ma con un ego ancora più grande: Félix Rivero, attore hollywoodiano, e Iván Torres, illustre interprete del teatro radicale. Entrambi delle leggende, ma non proprio in buoni rapporti. Attraverso una serie di sfide sempre più eccentriche lanciate da Lola, Felix e Iván devono confrontarsi non solo l’un l’altro, ma anche con il loro lascito artistico.

COMMENTI DEI REGISTI

Mariano Cohn: Da un po’ di tempo volevamo fare un film con Penélope Cruz e Antonio Banderas. Alla fine, ci siamo incontrati a Londra per scambiarci delle idee e abbiamo condiviso con loro il seme di ciò che sarebbe diventato l’asse portante di Competencia oficial. Ci serviva un terzo protagonista e abbiamo chiamato Oscar Martínez, che aveva già partecipato a un nostro film, El ciudadano ilustre, e il cui lavoro piaceva molto a Penélope e Antonio. Mediapro Studio ha dimostrato da subito grande impegno nella realizzazione di Competencia oficial.

Gastón Duprat: Ci sono molti esempi cinematografici che mostrano come si fa un film, i problemi di produzione e le difficoltà che comporta la realizzazione di un progetto. Ma la cosa più unica in un film è quello che gli attori riescono a suscitare: farci piangere, farci ridere, generare emozioni. Il film indaga questa relazione complessa e straordinaria, solitamente nascosta alla vista del grande pubblico. L’opera rivela come questi tre talenti della recitazione riescano a emozionare gli spettatori, trattando allo stesso tempo temi quali il processo di creazione artistica, la competenza professionale, l’ego e il bisogno di prestigio e riconoscimento.

Venezia 78, Jimmy Page dei Led Zeppelin sul red carpet

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Venezia 78, Jimmy Page dei Led Zeppelin sul red carpet

Arriva anche la leggenda del rock Jimmy Page sul red carpet di Venezia 78 il chitarrista dei Led Zeppelin è ospite per il documentario presentato fuori concorso BECOMING LED ZEPPELIN.

Becoming Led Zeppelin è un film che nessuno pensava si sarebbe potuto mai realizzare. L’ascesa alla celebrità della band fu rapidissima e praticamente non documentata. Grazie all’accesso esclusivo al gruppo e ai suoi archivi personali, al pieno sostegno della band e alla disponibilità di filmati mai visti prima, Becoming Led Zeppelin vi immergerà nelle immagini e nei suoni dei loro esordi. Per tutti i milioni di persone che non vedranno mai la band dal vivo, questa è l’esperienza che più si avvicina alla partecipazione a un loro concerto. Prima di Starway to Heaven e della chitarra Dragon, prima dei dischi d’oro e delle ragazze, c’erano semplicemente quattro uomini e il loro amore per la musica. Becoming Led Zeppelin ci svela i loro percorsi individuali mentre si muovono sulla scena musicale degli anni Sessanta, suonando alcuni dei più grandi successi dell’epoca nei piccoli club della Gran Bretagna, finché nell’estate del 1968 si incontrano per provare insieme e le loro vite cambiano per sempre. I quattro percorsi si fondono in uno quando partono alla conquista dell’America in un giro sulle montagne russe che culmina nel 1970, nel momento in cui diventano la band numero uno al mondo.

COMMENTO DEL REGISTA Con Becoming Led Zeppelin il mio obiettivo era quello di fare un nuovo tipo di film, un documentario che somigliasse a un musical. Volevo intrecciare le quattro diverse storie dei membri del gruppo prima e dopo la formazione della band, facendo raccontare ampie parti della loro storia solo dalla musica e dalle immagini, in modo da legare le canzoni ai luoghi in cui furono create e agli eventi che le ispirarono. Ho usato solo pellicole e negativi originali, con oltre 70.000 fotogrammi restaurati manualmente, e ho ideato delle sequenze di fantasia, ispirate a Singin’ In The Rain, sovrapponendo filmati inediti di esibizioni dal vivo a fotomontaggi di poster, biglietti e viaggi, per ricreare visivamente il senso di frenesia dei loro esordi.

Venezia 78, il giorno di Paolo Sorrentino e E’ stata la mano di Dio

Arriva il primo italiano in concorso a Venezia 78, l’attesissimo E’ stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino al suo primo film con il colosso dello streaming Netflix. Protagonisti del film sono Filippo Scotti, Toni Servillo, Teresa Saponangelo, Marlon Joubert, Luisa Ranieri, Renato Carpentieri, Massimiliano Gallo, Betti Pedrazzi, Biagio Manna, Ciro Capano, Enzo Decaro, Sofya Gershevich e Lino Musella.

Dal regista e sceneggiatore Premio Oscar Paolo Sorrentino (Il Divo, La grande bellezza, The Young Pope) la storia di un ragazzo nella tumultuosa Napoli degli anni Ottanta. Il diciassettenne Fabietto Schisa è un ragazzo goffo che lotta per trovare il suo posto nel mondo, ma che trova gioia in una famiglia straordinaria e amante della vita. Fino a quando alcuni eventi cambiano tutto. Uno è l’arrivo a Napoli di una leggenda dello sport simile a un dio: l’idolo del calcio Maradona, che suscita in Fabietto, e nell’intera città, un orgoglio che un tempo sembrava impossibile. L’altro è un drammatico incidente che farà toccare a Fabietto il fondo, indicandogli la strada per il suo futuro. Apparentemente salvato da Maradona, toccato dal caso o dalla mano di Dio, Fabietto lotta con la natura del destino, la confusione della perdita e l’inebriante libertà di essere vivi. Nel suo film più commovente e personale, Sorrentino accompagna il pubblico in un viaggio ricco di contrasti tra tragedia e commedia, amore e desiderio, assurdità e bellezza, mentre Fabietto trova l’unica via d’uscita dalla catastrofe totale attraverso la propria immaginazione.

COMMENTO DEL REGISTA

È stata la mano di Dio è un racconto di formazione che mira, stilisticamente, a evitare le trappole dell’autobiografia convenzionale: iperbole, vittimismo, pietà, compassione e indulgenza al dolore, attraverso una messa in scena semplice, scarna ed essenziale e con musica e fotografia neutre e sobrie. La macchina da presa compie un passo indietro per far parlare la vita di quegli anni, come li ricordo io, come li ho vissuti, sentiti. In poche parole, questo è un film sulla sensibilità. E in bilico sopra ogni cosa, così vicino eppure così lontano, c’è Maradona, quell’idolo spettrale, alto un metro e sessantacinque, che sembrava sostenere la vita di tutti a Napoli, o almeno la mia.

È stata la mano di Dio: teaser trailer del film di Paolo Sorrentino

Venezia 78, fuori concorso arriva Edgar Wright con Ultima notte a Soho

Arriva fuori concorso a Venezia 78 Ultima notte a Soho (The last night in Soho), ultimo film del regista britannico Edgar Wright che vede protagonisti Anya Taylor-Joy, Terence Stamp, Diana Rigg, Matt Smith, Thomasin McKenzie e Rita Tushingham.

La trama di The last night in Soho

In questo thriller psicologico, Eloise, che sogna di diventare una fashion designer, riesce misteriosamente a catapultarsi negli anni Sessanta dove incontra Sandie, un’aspirante cantante di grande fascino. Ma il glamour non è esattamente quello che sembra: i sogni del passato iniziano a infrangersi e approderanno a qualcosa di molto più oscuro.

Commento del regista

Se aveste la possibilità di tornare indietro nel tempo, lo fareste? Il desiderio di realizzare Last Night in Soho nasce dalla mia volontà di fare un film su Central London, che è stata la mia casa adottiva per gli ultimi venticinque anni e che ho frequentato per buona parte della mia vita adulta; che fosse per lavoro, socializzazione e anche per vivere in questa parte della metropoli, mi sono immerso nei secoli di storia di cui è impregnata. In qualche modo il mio film è una lettera d’amore. Non solo indirizzata a questa parte di mondo ma a un decennio leggendario, gli anni Sessanta, quando Soho era il centro dell’universo. Tuttavia, in me vive un eterno conflitto, in cui la brama di viaggiare a ritroso e crogiolarmi nell’atmosfera glamour degli anni Sessanta ha per contraltare il timore assillante delle tenebre che si celano dietro quella visione rosea. La nostalgia può essere pericolosa; trascorrendo troppo tempo a guardarsi indietro, si potrebbe non riuscire a scorgere il pericolo che sta proprio davanti a noi. Last Night in Soho è un racconto ammonitore rivolto ai sognatori come me che vogliono riavvolgere il tempo e tornare a un’epoca nella quale, paradossalmente, in effetti non hanno mai vissuto. La domanda, quindi, dovrebbe essere: se aveste la possibilità tornare indietro nel tempo, davvero lo fareste?

Venezia 78, foto: Zendaya, Timothee Chalamet e tutto il cast di Dune sul red carpet

Timothée ChalametRebecca FergusonDave Bautista, Oscar Isaac, ZendayaJosh BrolinJavier Bardem, Sharon Duncan-Brewster, Stellan Skarsgard hanno sfilato sul red carpet di Venezia 78 alla premiere mondiale di Dune. Con loro il regista Denis Villeneuve:

La trama di Dune

Viaggio mitico ed emozionante di un eroe, Dune narra la storia di Paul Atreides, giovane brillante e dotato di talento, nato per andare incontro a un destino più grande della sua immaginazione, che deve raggiungere il più pericoloso pianeta dell’universo per assicurare un futuro alla sua famiglia e al suo popolo. Mentre forze malvagie combattono per l’esclusivo possesso della più preziosa risorsa esistente sul pianeta – una spezia capace di liberare tutte le potenzialità della mente umana – solo chi vincerà le proprie paure riuscirà a sopravvivere.

Il commento del regista

Adattarsi o morire. Questo era il mio mantra durante la lavorazione di Dune. Il deserto ha i suoi modi per riportarti al tuo vero io, e liberarti dalle abitudini marce. Devi evolvere per sopravvivere all’esperienza. La realizzazione di questo film è la risposta a una vecchia chiamata, con radici più profonde di quanto immaginassi. Riguardava il destino, la fede e l’istinto, l’alienazione coloniale e il libero arbitrio. Ho parlato di Frank Herbert come il mio nuovo profeta, e del suo romanzo come la mia Bibbia. La natura era il mio Dio. Il silenzio, il mio Spirito Santo. I venti della realtà spostano le sabbie, scolpiscono nuovi paesaggi, cancellano i punti di riferimento: ho pregato per evitare di perdermi. Grazie a Frank, sono tornato vivo. Di ritorno dall’erg, faccio il gioco della profezia. Dune è stato sognato e approntato per l’esperienza cinematografica. Il grande schermo non è semplicemente un altro format, è il centro del linguaggio cinematografico. La forma originale. Quella che resisterà alla prova del tempo.

Venezia 78, foto: Kristen Stewart sul red carpet

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Venezia 78, foto: Kristen Stewart sul red carpet

E’ stato presentato in concorso il film Spencer, il nuovo film di Pablo Larraín che è presente al festival accompagnato dalla sua protagonista Kristen Stewart.

La trama

Il matrimonio della principessa Diana e del principe Carlo è da tempo in crisi. Sebbene le voci di tradimenti e di divorzio abbondino, in occasione delle feste di Natale nella residenza reale di Sandringham viene decretato un periodo di pace. Si mangia e si beve, si spara e si caccia. Diana conosce il gioco, ma quest’anno le cose saranno molto diverse. Spencer immagina cosa potrebbe essere accaduto durante quei pochi giorni decisivi.

Il commento del regista

Siamo tutti cresciuti sapendo cos’è una favola, ma Diana Spencer ne ha cambiato il paradigma e ha ridefinito le icone idealizzate della cultura pop, per sempre. Questa è la storia di una principessa che ha deciso di non diventare regina, ma ha scelto di costruirsi da sola la propria identità. È una favola al contrario. Sono sempre rimasto molto sorpreso dalla sua decisione e ho sempre pensato che deve essere stata molto dura da prendere. Questo è il cuore del film. Volevo approfondire il processo alla base delle scelte di Diana, mentre oscilla tra dubbio e determinazione, scegliendo, infine, la libertà. È stata una decisione che ha definito la sua eredità: un lascito di onestà e umanità che rimane ineguagliato. Si è scritto molto su Diana, c’è un’infinità di storie: di alcune si può dimostrare il fondamento, di altre no. Abbiamo fatto molte ricerche su di lei, sulle tradizioni del Natale della famiglia reale, e sugli aneddoti dei fantasmi nella residenza di Sandringham. Tuttavia, la famiglia reale è notoriamente discreta. Potrà anche apparire in pubblico in certe occasioni, ma a un certo punto le porte si chiudono e non c’è modo di sapere cosa stia accadendo dietro di esse. Ciò lascia molto spazio alla fantasia; e questo è stato il nostro lavoro. Non avevamo intenzione di fare un docudrama: volevamo creare qualcosa prendendo degli elementi dalla realtà e ricorrendo poi all’immaginazione per raccontare la vita di una donna con gli strumenti del cinema. Questo è il motivo per cui il cinema è così fantastico: c’è sempre spazio per l’immaginazione. Nel costruire il personaggio di Diana, non volevamo solo creare una sua replica, ma usare il cinema e i suoi strumenti per dar vita a un mondo interiore che trovasse il giusto equilibrio tra il mistero e la fragilità del suo personaggio. Tutto ciò che Diana vede riflette i suoi ricordi, le sue paure, i suoi desideri e forse anche le sue illusioni. Questi elementi attingono a qualcosa che sta accadendo dentro di lei e mostrano una vulnerabilità bellissima.

Venezia 78, foto: Benedict Cumberbatch, Jane Campion e Kirsten Dunst

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Oggi è il giorno di Il potere del cane il film originale Netflix di Jane Campion presentato in concorso alla 78esima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia. Sul red ad accompagnare il film i protagonisti Benedict Cumberbatch e Kirsten Dunst.

Nel film Il carismatico allevatore Phil Burbank incute paura e rispetto. Quando il fratello porta la nuova moglie e il figlio di lei a vivere al ranch di famiglia, Phil li tormenta finché non si ritrova vulnerabile alla possibilità di innamorarsi.

Venezia 78, foto dal red carpet: Valeria Golino, Jasmine Trinca, Valentina Cervi e…

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E’ stato presentato fuori concorso a Venezia 78, La Scuola Cattolica di Stefano Mordini con Benedetta Porcaroli, Valentina Cervi, Valeria Golino, Jasmine Trinca.

SINOSSI

In un quartiere residenziale di Roma sorge una nota scuola cattolica maschile dove vengono educati i ragazzi della migliore borghesia. Le famiglie sentono che in quel contesto i loro figli possono crescere protetti dai tumulti che stanno attraversando la società e che quella rigida educazione potrà spalancare loro le porte di un futuro luminoso. Nella notte tra il 29 e il 30 settembre 1975 qualcosa si rompe e quella fortezza di valori inattaccabili crolla sotto il peso di uno dei più efferati crimini dell’epoca: il delitto del Circeo.
I responsabili sono infatti ex studenti di quella scuola, frequentata anche da Edoardo, che prova a raccontare che cosa ha scatenato tanta cieca violenza in quelle menti esaltate da idee politiche distorte e da un’irrefrenabile smania di supremazia.

COMMENTO DEL REGISTA

Questo film racconta l’ambiente da cui è germogliato il seme distorto che ha prodotto una delle pagine più nere dell’Italia del dopoguerra: il delitto del Circeo. I ragazzi protagonisti di questa storia hanno ricevuto tutti la stessa educazione. Sono dei privilegiati, il loro lato oscuro prende forma nelle pieghe di una vita normale, alto borghese. Sempre alle spalle di genitori che non si accorgono di nulla, neanche dell’odio che i figli provano per loro. Sarà solo dopo il massacro che ogni genitore di quel quartiere romano si chiederà, guardando il proprio figlio, se anche dentro di lui si possa annidare il germe di un mostro. Questa storia, che comincia qualche tempo prima e si conclude con il delitto stesso, vive di una domanda: quella società di cui facevano parte i colpevoli ha fatto veramente i conti con sé stessa?

Venezia 78, foto dal red carpet: Toni Servillo, Mario Martone

Venezia 78, foto dal red carpet: Toni Servillo, Mario Martone

Ecco le foto dal red carpet di Qui Rido Io, di Mario Martone con Toni Servillo. Il film è stato presentato a Venezia 78.

La sinossi di Qui Rido Io

Il film ritrae il re dei comici napoletani, il grande attore e commediografo Eduardo Scarpetta, che sarà interpretato da Toni Servillo. Scarpetta, che fu padre naturale di Titina, Eduardo e Peppino De Filippo, dedicò tutta la sua vita al teatro, realizzando opere che sono diventate dei classici intramontabili, come Miseria e Nobiltà. Ottenne straordinari successi e fu protagonista della celebre disputa con Gabriele D’Annunzio per Il figlio di Iorio, parodia dell’opera del Vate, che fu oggetto di un memorabile processo.

Venezia 78, foto dal red carpet: Tim Roth e Charlotte Gainsbourg e…

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Tim Roth e Charlotte Gainsbourg e il regista Michel Franco hanno sfilato sul red carpet di Venezia 78 per presentare SUNDOWN, in concorso.

SINOSSI

Dal regista e sceneggiatore Michel Franco arriva una scossa improvvisa e ricca di suspense: Alice e Neil Bennett sono il cuore di una ricca famiglia inglese, in vacanza ad Acapulco con i giovani Colin e Alexa, finché un’emergenza arrivata da lontano non interrompe il loro viaggio. Quando si sconvolge un saldo ordine familiare, vengono allo scoperto tensioni inaspettate.

COMMENTO DEL REGISTA

Non è un caso che Sundown sia ambientato ad Acapulco. È sconvolgente per me vedere la città in cui ho passato le vacanze da bambino trasformata in un epicentro di violenza. Sundown nasce dalla necessità di esplorare un luogo che sembra sempre più distante ed estraneo. L’esplorazione di tutte le prospettive che emergono ad Acapulco è anche uno studio sui personaggi, e un’analisi di dinamiche familiari. Il sole occupa un posto di primaria importanza: colpisce sempre in modo aggressivo e diretto. L’immagine deve assolutamente riflettere due cose: gli stati emotivi dei protagonisti, e la prorompente violenza attorno a loro.

Venezia 78, foto dal red carpet: Kate Hudson, Craig Robinson e Ed Skrein

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Ieri sera hanno sfilato sul red carpet i protagonisti di MONA LISA AND THE BLOOD MOON, film in concorso alla 78ma Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia. Ecco tutte le foto di Kate Hudson, Craig Robinson e Ed Skrein:

SINOSSI

Mona Lisa and the Blood Moon parla di una ragazza dotata di insoliti e pericolosi poteri che scappa da un manicomio e tenta di cavarsela da sola a New Orleans. Costellata di sequenze rocambolesche che si susseguono al ritmo di una musica elettrizzante tra Techno Italiana e Heavy Metal, questa pellicola all’insegna del genere fantasy avventuroso evocherà inevitabilmente memorie degli anni Ottanta e Novanta.

COMMENTO DELLA REGISTA

Crescendo in America, ho sempre avuto la consapevolezza di essere un outsider. Venendo da un altro luogo e parlando una lingua diversa, è stato difficile ambientarmi. I film fantasy che amavo da bambina avevano la capacità di dare potere all’outsider: gli eroi che trovavo in quei film mi facevano uscire dall’ombra e alimentavano la mia ricerca di libertà personale. Nei miei film l’antagonista assoluto è il sistema, il modo in cui ci costringe ad assumere certi comportamenti, incidendo sulla visione che abbiamo gli uni degli altri e sul nostro senso di appartenenza a un luogo. Con Mona Lisa, volevo creare un nuovo tipo di eroe che affronta i problemi di una realtà moderna e distorta. Una favola-avventura per esplorare ciò che la libertà personale rappresenta all’interno di una società caotica, in cui è difficile sentirsi liberi.

Venezia 78, foto dal red carpet: Jessica Chastain e Oscar Isaac infiammano il red

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Ecco tutte le foto di Jessica Chastain e Oscar Isaac sul red carpet di Venezia 78 dove hanno presentato fuori concorso la serie tv SCENES FROM A MARRIAGE, in arrivo questo autunno. I due protagonisti hanno sfilato con tanto di simpatico siparietto. Di seguito tutte le foto:

La trama

Scenes from a Marriage rivisita l’iconica rappresentazione di temi quali amore, odio, desiderio, monogamia, matrimonio e divorzio della serie originale, attraverso la prospettiva di una coppia americana dei nostri giorni. È un adattamento della classica miniserie svedese di Ingmar Bergman.

COMMENTO DEL REGISTA

Scener ur ett äktenskap (Scene da un matrimonio), di Ingmar Bergman, è decisamente l’opera d’arte che più mi ha influenzato. Lo vidi casualmente per la prima volta a diciotto anni, quando ero un giovane, devoto ragazzo ebreo, che viveva in un villaggio remoto e non sapeva nulla di cinema, relazioni o sesso. Ricordo che pensai tra me e me, scioccato: Quindi, questa è arte! La sua brutale onestà, il suo minimalismo radicale, il suo totale affidarsi al testo e alla performance sono stati dei punti di riferimento per tutta la mia produzione successiva. Più tardi, quest’opera è diventata ancora più personale per me.

Se Bergman, quasi cinquant’anni fa, voleva fare una dichiarazione sul prezzo del matrimonio, io sentivo che era giunto il momento di parlare anche del prezzo del divorzio. In un’epoca in cui la società consumistica e narcisista ci spinge a cercare costantemente l’autorealizzazione e una libertà superficiale, vale anche la pena ricordare quanto, solitamente, sia traumatica una separazione nel corso della vita umana. Si tratta, comunque, di una storia d’amore. Due persone che si sono salvate a vicenda quando si sono incontrate, sono morte insieme quando hanno vissuto insieme, e non possono rinunciare l’uno all’altra, anche quando toccano il fondo.

Venezia 78, foto dal red carpet: Ben Affleck, Jennifer Lopez, Matt Damon e …

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Si è tenuta ieri sera la presentazione attesissima di The Last Duel, ultimo film del regista Ridley Scott, Fuori concorso a Venezia 78. Attesissimi erano la coppia del momento Ben Affleck e Jennifer Lopez. Con loro il resto del cast Matt Damon,Jodie Comer e il regista.

SINOSSI

Avvincente storia di tradimento e vendetta, ambientata nel clima brutale della Francia del XIV secolo, The Last Duel è un film epico storico, un dramma provocatorio che esplora l’onnipresente potere dell’uomo, la fragilità della giustizia e la forza e il coraggio di una donna pronta a mettersi da sola al servizio della verità. Basato su fatti realmente accaduti, il film fa luce sulle ipotesi a lungo tenute per vere riguardo all’ultimo duello legalmente autorizzato in Francia, disputato tra Jean de Carrouges e Jacques Le Gris, due amici diventati acerrimi rivali. La moglie di Carrouges, Marguerite, viene brutalmente aggredita da Le Gris, ma questi respinge l’accusa. Tuttavia la donna rifiuta di stare zitta e si fa avanti per accusare il suo aggressore: un atto di coraggio e di sfida che mette a repentaglio la sua vita. Ne segue un estenuante duello a morte che mette il destino dei tre nelle mani di Dio.

COMMENTO DEL REGISTA

La prima volta che ho sentito parlare dell’ultimo duello legalmente autorizzato disputato nella Francia medievale, ho capito subito che se ne sarebbe potuto ricavare un film potente. E quando ho saputo che Matt Damon, Ben Affleck, e Nicole Holofcener stavano scrivendo la sceneggiatura, non ho avuto dubbi sul fatto che sarei stato io a dirigerlo. Il film mi ha dato l’occasione di riprendere il tipo di storia epica che amo, ma arricchita dai temi del coraggio, dell’inganno e della difesa di una causa che fanno presa sul pubblico di oggi. Il film è la storia di un’amicizia e di un’unione coniugale distrutti a causa di un atto particolarmente crudele e disonorevole, ma è anche la storia del coraggio di una donna che fa sentire la propria voce. È un’opera che fa riflettere, e ne sono particolarmente orgoglioso.

Venezia 78, foto dal red carpet: Anya Taylor-Joy, Edgar Wright e Matt Smith

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Ecco tutte le foto del red carpet di The Last Night in Soho, L’ultima notte a Soho di Edgar Wright, sul red i protagonisti Anya Taylor-Joy e Matt Smith.

SINOSSI

In questo thriller psicologico, Eloise, che sogna di diventare una fashion designer, riesce misteriosamente a catapultarsi negli anni Sessanta dove incontra Sandie, un’aspirante cantante di grande fascino. Ma il glamour non è esattamente quello che sembra: i sogni del passato iniziano a infrangersi e approderanno a qualcosa di molto più oscuro.

COMMENTO DEL REGISTA

Se aveste la possibilità di tornare indietro nel tempo, lo fareste? Il desiderio di realizzare Last Night in Soho nasce dalla mia volontà di fare un film su Central London, che è stata la mia casa adottiva per gli ultimi venticinque anni e che ho frequentato per buona parte della mia vita adulta; che fosse per lavoro, socializzazione e anche per vivere in questa parte della metropoli, mi sono immerso nei secoli di storia di cui è impregnata. In qualche modo il mio film è una lettera d’amore. Non solo indirizzata a questa parte di mondo ma a un decennio leggendario, gli anni Sessanta, quando Soho era il centro dell’universo. Tuttavia, in me vive un eterno conflitto, in cui la brama di viaggiare a ritroso e crogiolarmi nell’atmosfera glamour degli anni Sessanta ha per contraltare il timore assillante delle tenebre che si celano dietro quella visione rosea. La nostalgia può essere pericolosa; trascorrendo troppo tempo a guardarsi indietro, si potrebbe non riuscire a scorgere il pericolo che sta proprio davanti a noi. Last Night in Soho è un racconto ammonitore rivolto ai sognatori come me che vogliono riavvolgere il tempo e tornare a un’epoca nella quale, paradossalmente, in effetti non hanno mai vissuto. La domanda, quindi, dovrebbe essere: se aveste la possibilità tornare indietro nel tempo, davvero lo fareste?

Venezia 78, foto dal red carpet dei vincitori

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Venezia 78, foto dal red carpet dei vincitori

Si è tenuta nella sera la cerimonia di chiusura con la consegna dei premi di Venezia 78, assegnati dalle quattro giurie internazionali. La Giuria di VENEZIA 78, presieduta da Bong Joon Ho e composta da Saverio CostanzoVirginie EfiraCynthia ErivoSarah GadonAlexander Nanau e Chloé Zhao, dopo aver visionato i 21 film in competizione. Ecco le foto di tutti i vincitori.

LEONE D’ORO per il miglior film a:
L’ÉVÉNEMENT
di Audrey Diwan (Francia)

LEONE D’ARGENTO – GRAN PREMIO DELLA GIURIA a:
È STATA LA MANO DI DIO
di Paolo Sorrentino (Italia)

LEONE D’ARGENTO –  PREMIO PER LA MIGLIORE REGIA a:
Jane Campion
per il film THE POWER OF THE DOG (Nuova Zelanda, Australia)

COPPA VOLPI
per la migliore interpretazione femminile a:
Penélope Cruz
nel film MADRES PARALELAS di Pedro Almodóvar (Spagna)

COPPA VOLPI
per la migliore interpretazione maschile a:
John Arcilla
nel film ON THE JOB: THE MISSING 8 di Erik Matti (Filippine)

PREMIO PER LA MIGLIORE SCENEGGIATURA a:
Maggie Gyllenhaal
per il film THE LOST DAUGHTER di Maggie Gyllenhaal (Grecia, USA, Regno Unito, Israele)

PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA a:
IL BUCO
di Michelangelo Frammartino (Italia, Francia, Germania)

PREMIO MARCELLO MASTROIANNI
a un giovane attore o attrice emergente a:
Filippo Scotti
nel film È STATA LA MANO DI DIO di Paolo Sorrentino (Italia)

Venezia 78, E’ stata la mano di Dio: le foto del red carpet con Paolo Sorrentino

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Il premio Oscar Paolo Sorrentino ha presentato in concorso a Venezia 78 il suo ultimo film, E’ stata la mano di Dio, una produzione Originale Netflix. Insieme a lui, il cast del film Filippo Scotti, Toni Servillo, Teresa Saponangelo, Marlon Joubert e Luisa Ranieri.

Dal regista e sceneggiatore Premio Oscar Paolo Sorrentino (Il Divo, La grande bellezza, The Young Pope) la storia di un ragazzo nella tumultuosa Napoli degli anni Ottanta. Una vicenda costellata da gioie inattese, come l’arrivo della leggenda del calcio Diego Maradona, e una tragedia altrettanto inattesa. Ma il destino trama dietro le quinte e gioia e tragedia s’intrecciano, indicando la strada per il futuro di Fabietto. Sorrentino torna nella sua città natale per raccontare la sua storia più personale, un racconto di destino e famiglia, sport e cinema, amore e perdita.

Paolo Sorrentino, regista e sceneggiatore, è nato a Napoli nel 1970. Nel 2001, il suo primo lungometraggio, L’uomo in più, è selezionato alla Mostra del Cinema di Venezia. Nel 2004 gira Le conseguenze dell’amore e nel 2006 L’amico di famiglia, entrambi in concorso al Festival di Cannes. Nel 2008 con Il divo, torna a Cannes dove vince il Prix du Jury. Torna in concorso a Cannes nel 2011 con This Must be the Place e due anni più tardi con La grande bellezza con cui si aggiudica l’Oscar®, il Golden Globe®, il Bafta come Miglior Film Straniero e tre EFA. Selezionato ancora una volta in concorso a Cannes nel 2016, Youth – La giovinezza ha vinto tre premi EFA, ricevuto una candidatura agli Oscar® e due ai Golden Globes®. Nel 2016 firma la serie TV The Young Pope, candidata ai Golden Globe per la Miglior Interpretazione Maschile e agli Emmy Awards per scenografia e fotografia. Del 2018 è il film Loro con protagonista Toni Servillo. Nel 2019 gira la seconda serie ambientata in Vaticano, The New Pope con protagonisti Jude Law e John Malkovich.

Venezia 77: un’edizione che guarda a Oriente. Il programma

Venezia 77: un’edizione che guarda a Oriente. Il programma

È stato presentato con una conferenza stampa in live streaming il programma di Venezia 77, un’edizione particolare della Mostra d’Arte Cinematografica Internazionale, che si svolge nel mondo post lockdown, con Paesi ancora nella morsa del coronavirus e con lo spettro della pandemia ancora aleggiante su ogni cosa.

Eppure, questa edizione è importante proprio per questo, perché dà un segno di ripartenza, di rinascita e di nuova vita che deve partire anche dal cinema e dall’arte, che la Mostra da sempre rappresenta. Non sorprende, quindi, che la maggior parte dei film selezionati vengano da Est, con il Medio Oriente che recita la parte del leone (insieme all’Italia) in una selezione che presenta molti punti di interesse, numerosi ritorni di registi affezionati al Lido e opere prime che non mancheranno di destare curiosità.

Ecco il programma di Venezia 77

Concorso ufficiale

In Between Dying, Hilal Baydarov

Le sorelle Macaluso, Emma Dante

The World to Come, Mona Fastvold

Nuevo Orden, Michel Franco

Amants, Nicole Garcia

Laila in Haifa, Amos Gitai

Dorogie Tovarischi (Dear Comrades), Andrei Konchalovsky

Spy No Tsuma (Wife of a Spy), Kyoshi Kurosawa

Khorshid (Sun Children), Majid Majidi

Pieces of a Woman, Kurnél Mundruczó

Miss Marx, Susanna Nicchiarelli

Padrenostro, Claudio Noce

Notturno, Gianfranco Rosi

Never Gonna Snow Again, Małgorzata Szumowska, Michał Englert

The Disciple, Chaitanya Tamhane

Und Morgen Die Ganze Welt (And Tomorrow the Entire World), Julia Von Heinz

Quo Vadis, Aida?, Jasmila Zbanic

Nomadland, Chloé Zhao

Fuori concorso

Sportin’ Life, Abel Ferrara

Crazy, Not Insane, Alex Gibney

Greta, Nathan Grossman

Salvatore – Shoemaker of Dreams, Luca Guadagnino

Final Account, Luke Holland

La verità su La dolce vita, Giuseppe Pedersoli

Molecole, Daniele Segre (film di pre-apertura)

Narciso Em Ferias, Renato Terra, Ricardo Calil

Paolo Conte, Via con me, Giorgio Verdelli

Hopper/Welles, Orson Welles

City Hall, Frederick Wiseman

Lacci, Daniele Luchetti (film d’apertura)

Lasciami andare, Stefano Mordini (film di chiusura)

Mandibules, Quentin Dupieux

Di Yi Lu Xiang (Love After Love), Ann Hui

Assandia, Salvatore Mereu

The Duke, Roger Mitchell

Night in Paradise, Park Soon-Jung

Mosquito State, Filip Jan Rymsza

Fuori concorso – Proiezioni speciali

30 Monedas – Episodio 1, Alex De La Iglesia

Princesse Europe, Camille Lotteau

Omelia contadina, Alice Rohrwacher

Orizzonti

Apples, Christos Nikou (film d’apertura)

La Troisieme Guerre, Giovanni Aloi

Milestone, Ivan Ayr

The Wasteland, Ahmad Bahrami

The Man Who Sold His Skin, Kaouther Ben Hania

I predatori, Pietro Castellitto

Mainstream, Gia Coppola

Genus Pan, Lav Diaz

Zanka Contact, Ismael El Iraki

Guerra e pace, Martina Parenti, Massimo D’Anolfi

La Nuit Des Rois, Philippe Lacôte

The Furnace, Roderick Mackay

Careless Crime, Shahram Mokri

Gaza Mon Amour, Tarzan Nasser, Arab Nasser

Selva tragica, Yulene Olaizola

Nowhere Special, Uberto Pasolini

Listen, Ana Rocha De Sousa

La 77° Mostra d’Arte Cinematografica Internazionale di Venezia si svolgerà al Lido dal 2 al 12 settembre.

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Venezia 77: un poker di donne per il Premio Kinéo

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Poker di donne al Premio Kinéo ideato e diretto da Rosetta Sannelli. Arrivano in Laguna, infatti, quattro splendide donne ad illuminare la 18. edizione dello storico riconoscimento: la ex Bond Girl, Olga Kurylenko, premiata per la sua bella interpretazione in The Room, Katherine Waterston (Animali Fantastici e dove trovarli), Anna Foglietta (Genitori quasi perfetti) e la giovane Sara Serraiocco (In viaggio con Adele, Lo spietato).

Tra gli altri personaggi attesi in Laguna, Oliver Stone, Mads Mikkelsen con la moglie, l’attrice e coreografa danese Hanne Jacobsen, Pierfrancesco Favino, Matteo Garrone, Marco D’Amore e la produttrice Martha De Laurentiis. D’Amore e De Laurentiis riceveranno l’ITTV/Kinéo Award, un premio nato dalla partnership tra il Kinéo e ITTV – The Italian Tv Festival di Los Angeles, ideato da Valentina Martelli, Cristina Scognamillo e Francesca Scorcucchi, dedicato alla migliore Serie televisiva italiana e volto a premiare la produzione TV e i protagonisti che hanno ottenuto maggiori consensi negli Stati Uniti.

Nel settembre del 2021, inoltre, il Kinéo volerà a Los Angeles, durante la II edizione di ITTV Festival dove sarà consegnato l’ITTV/KINEO premiando produzioni e protagonisti più amati.

Ospite d’onore del Premio Kinéo Maria Francesca Spatolisano, Chairman delle Nazioni Unite, Vice del Segretario Generale António Guterres, per il Coordinamento delle Politiche e Inter-Agency nel Dipartimento degli Affari Economici e Sociali. La Spatolisano è stata Ambasciatrice dell’Unione Europea all’ODEC e all’UNESCO.

Tra le sue funzioni anche il perseguimento di obiettivi di sviluppo sostenibile.

Tra le novità di quest’anno anche la sede, con la serata di premiazione all’aperto a Venezia in Campo Santa Sofia, a due passi da Ponte Rialto, e la cena ufficiale degli artisti nella dimora cinquecentesca dei Dogi Morosini: Ca’ Sagredo. Un modo per creare una vera e propria integrazione delle due realtà territoriali della Mostra.

 Con lo stesso spirito, ma guardando al futuro, torna, quindi, il Premio Kinéo, evento speciale collaterale della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dando appuntamento anche in streaming a sabato 5 settembre 2020 alle ore 13.30 per la conferenza stampa all’Italian Pavilion, all’Hotel Excelsior del Lido.

L’Associazione Kinéo, inoltre, promuoverà il convegno coordinato da Carlo Gentile del SNCCI, il 5 Settembre a Cà Sagredo, dalle ore 09.00 alle ore 14.00, durante il Meeting “The Next Present And The Future Of The Audiovisual. How a Video Can Change The World.”

“Qual è lo stato del sistema audiovisivo mondiale, il contributo che cinema, web e televisione possono dare e stanno dando per migliore il nostro mondo, l’ambiente, il clima ed il nostro modo di vivere?

Queste sono alcune domande a cui risponderanno i relatori e promotori rappresentanti delle Nazioni Unite, del CSC, della SIAE, della RAI, del Parlamento Italiano, dell’Istituto Luce-Cinecitta, della Cineteca di Milano, Vision Distribution e CinemAmbiente.

Il Premio Kinéo, si realizza col patrocinio del CSC (Centro Sperimentale di Cinematografia) e in collaborazione con l’AD del CSC Production, Marcello Foti, con SIAE (Società Italiana degli Autori ed Editori), ANEC (Associazione Nazionale Esercenti Cinema), con il SNCCI (Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani), e il sostegno della DGCA (Direzione Generale Cinema e Audiovisivo) del Mibact (Ministero per i Beni e le Attività Culturali). E’, inoltre, in collaborazione con la Giornata Mondiale del Cinema Italiano promossa dall’Intergruppo Cinema della Camera dei Deputati della Repubblica Italiana.

Venezia 77: tutti i vincitori dell’edizione 2020

Venezia 77: tutti i vincitori dell’edizione 2020

La giuria presieduta da Cate Blanchett e composta da Matt Dillon, Veronika Franz, Joanna Hogg, Nicola Lagioia, Christian Petzold, Ludivine Sagnier ha assegnato i premi per il concorso di Venezia 77, ecco li di seguito.

  • CONCORSO UFFICIALE

Leone d’Oro per il miglior film Nomadland di Chole Zhao

Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria a Nuevo Orden (New Orden) – Michel Franco

Leone d’Argento – Premio per la migliore regia a Kiyoshi Kurosawa – Spy No Tsuma (Wife of a Spy)

Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile a Pierfrancesco Favino – Padrenostro

Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile a Vanessa Kirby – Pieces of a Woman

Premio per la migliore sceneggiatura a Chaitanya Tamhane – The Disciple

Premio Speciale della Giuria a Dorogie Tovarisch! (Cari Compagni!) – Andrei Konchalovsky

Premio Marcello Mastroianni a un giovane attore o attrice emergente a Rouhollah Zamani – Khorshid (Sun Children)

  • SEZIONE ORIZZONTI

La Giuria della sezione Orizzonti – presieduta da Claire Denis e composta da Oskar Alegria, Francesca Comencini, Katriel Schory, Christine Vachon – ha assegnato i seguenti premi:

Premio Orizzonti per il miglior film a Dashte Khamoush (The Wasteland) – Ahmad Bahrami

Premio Orizzonti per la migliore regia a Lav Diaz – Lahi, Hayop (Genus Pan)

Premio Speciale della Giuria Orizzonti a Listen – Ana Rocha de Sousa

Premio Orizzonti per la miglior interpretazione maschile a Taha Mahayni – The Man Who Sold His Skin

Premio Orizzonti per la migliore interpretazione femminile a Khansa Batma – Zanka Contact

Premio Orizzonti per la miglior sceneggiatura a I predatori – Pietro Castellitto

Premio Orizzonti per il miglior cortometraggio a Entre Tú Y Milagros – Mariana Saffon

  • PREMIO VENEZIA OPERA PRIMA “LUIGI DE LAURENTIIS”

La Giuria del Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”- Leone del Futuro – presieduta da Claudio Giovannesi e composta da Remi Bonhomme e Dora Bouchoucha – ha assegnato il riconoscimento a Listen di Ana Rocha de Sousa.

  • VENICE VR EXPANDED

Miglior storia VR: Sha Si Da Ming Xing (Killing a Superstar) – Fan Fan

Migliore esperienza VR: Finding Pandora X – Kiira Benzing

Miglior VR – The Hangman at Home – An immersive single user experience – Michelle Kranot, Uri Kranot

Venezia 77: tutti i dettagli della sala web 2020

Venezia 77: tutti i dettagli della sala web 2020

Dal 2012, per il nono anno consecutivo, la Sala Web della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia permette la visione online, raggiungibile dal sito web della Biennale di Venezia www.labiennale.org, di una selezione di film di Fuori Concorso, Orizzonti e Biennale College – Cinema. Le proiezioni online, con una capienza limitata, si terranno in streaming, in contemporanea con le presentazioni ufficiali dei film al Lido.

E’ possibile acquistare il biglietto o il pass digitale per i 15 film della Sala Web a partire da oggi lunedì 24 agosto sul sito www.labiennale.org.

Quest’anno, del programma della Sala Web faranno parte 3 film della sezione Fuori concorso, 10 di Orizzonti e 2 di Biennale College – Cinema.

Si tratta di un’opportunità speciale per il pubblico di tutto il mondo per scoprire autori e film della 77. Mostra di Venezia rappresentativi delle più innovative tendenze estetiche ed espressive del cinema internazionale, realizzati da registi sia giovani, sia affermati, provenienti da Filippine, Finlandia, Francia, Grecia, Iran, Italia, Kazakistan, Marocco, Messico, Palestina, Spagna.

 

Fra i titoli disponibili della Sala Web 2020 sono inclusi 4 attesi film italiani. Si tratta di Molecole di Andrea Segre (Fuori concorso – Film di Preapertura), La verità su La dolce vita di Giuseppe Pedersoli (Fuori concorso), Guerra e pace di Martina Parenti e Massimo D’Anolfi (Orizzonti), autori già in Concorso a Venezia nel 2016 con Spira mirabilis, e Nowhere Special di Uberto Pasolini (Orizzonti), già vincitore del premio Orizzonti a Venezia nel 2013 con Still Life.

Nella programmazione della Sala Web 2020, per la sezione Orizzonti saranno presentate le nuove opere di cineasti provenienti da tutto il mondo e acclamati nei festival internazionali, come il regista filippino Lav Diaz, Leone d’oro a Venezia nel 2016 con The Woman Who Left, quest’anno alla Mostra con Genus Pan, o come gli iraniani Ahmad Bahrami (The Wasteland) e Shahram Mokri (Careless Crime), vincitore del Premio Speciale Orizzonti a Venezia nel 2013, i palestinesi Arab e Tarzan Nasser (Gaza mon amour), la messicana Yulene Olaizola (Selva trágica), il kazako Adilkhan Yerzhanov (Yellow Cat). Saranno anche disponibili le opere prime del regista greco Christos Nikou (Mila-Apples, film d’apertura di Orizzonti) e del regista marocchino Ismaël El Iraki (Zanka Contact).

La Sala Web presenta inoltre due nuovi film di Biennale College – Cinema, il laboratorio di formazione per lo sviluppo e la produzione di lungometraggi a micro-budget realizzato dalla Biennale nel 2012. I titoli di Biennale College quest’anno sono El arte de volver di Pedro Collantes (Spagna), che racconta la storia di quattro incontri diversi, ciascuno a pochi minuti dalla morte di qualcuno, dove ogni incontro rappresenta l’ultima interazione umana di uno dei personaggi prima di lasciare questo mondo, e Fucking with Nobody di Hannaleena Hauru (Finlandia), sulle vite di 5 personaggi che cercano di inserirsi nell’industria del cinema finlandese, incrociandosi in un progetto di finto matrimonio. Due storie caleidoscopiche che riflettono sul caso e sulla condizione umana.

Le proiezioni, per conto della Mostra, saranno collocate sul sito protetto operato da Festival Scope (www.festivalscope.com) e, solo per quello geolocalizzato al territorio italiano, da MYmovies.it e Repubblica.it all’indirizzo Internet dedicato: www.mymovies.it/biennalecinema/.

Sarà possibile acquistare il biglietto digitale nel mese di agosto sul sito web della Biennale www.labiennale.org e sul sito www.festivalscope.com. Si potrà accedere alla proiezione del film prescelto dopo aver effettuato una registrazione, pagato il biglietto singolo (5 €). Ciascun titolo (in versione originale con sottotitoli in italiano e in inglese) sarà disponibile per la visione in streaming a partire dalle ore 21 (ora italiana) del giorno della presentazione ufficiale del film al Lido e durante 5 giorni a partire dalla data di disponibilità o dalla data di acquisto.

Per accedere alle versioni sul territorio italiano, in lingua originale con sottotitoli in italiano, si potrà anche acquistare un solo abbonamento su MYmovies.it da 19,90 €, collegandosi a questo indirizzo: www.mymovies.it/biennalecinema/accredito-streaming/. L’accredito darà l’accesso a tutti i film della Sala Web. Ogni film sarà trasmesso a un orario preciso simulando una proiezione tradizionale, successivamente il titolo sarà disponibile per ulteriori 5 giorni fino alla fine degli streaming disponibili.

Il programma della Sala Web 2020

 

Dall’1 al 2 settembre:

  • MOLECOLE di Andrea SEGRE (Italia, 68’) – FUORI CONCORSO – FILM DI PREAPERTURA

 

Dal  2 settembre

  • MILA (APPLES) di Christos NIKOU (Grecia, Polonia, Slovenia, 90’) con Aris Servetalis, Sofia Georgovasili – ORIZZONTI – FILM D’APERTURA

 

Dal  3 settembre:

  • DASHTE KHAMOUSH (THE WASTELAND) di Ahmad BAHRAMI (Iran, 102’) con Ali Bagheri, Farrokh Nemati, Majid Farhang – ORIZZONTI

 

Dal  4 settembre:

  • GAZA MON AMOUR di Tarzan NASSER, Arab NASSER (Palestina,  87’) con  Salim Daw, Hiam Abbass, Maisa Abd Elhadi – ORIZZONTI

Dal 6 settembre:

  • ZANKA CONTACT di Ismaël EL IRAKI (Francia, Marocco, Belgio, 120’) con Khansa Batma, Ahmed Hammoud, Saïd Bey – ORIZZONTI

 

Dal  7 settembre

  • GUERRA E PACE di Martina PARENTI, Massimo D’ANOLFI (Italia, Svizzera, 128’) – ORIZZONTI
  • FUCKING WITH NOBODY di Hannaleena HAURU (Finlandia, 95‘) con Hannaleena Hauru, Lasse Poser, Samuel Kujala – BIENNALE COLLEGE
  • PRINCESSE EUROPE di Camille LOTTEAU (Francia, 108’) con Bernard-Henri Lévy – FUORI CONCORSO

 

Dall’8 settembre

  • JENAYAT-E BI DEGHAT (CARELESS CRIME) di Shahram MOKRI (Iran, 139’) con Babak Karimi, Razieh Mansouri, Abolfazl Kahani – ORIZZONTI
  • EL ARTE DE VOLVER di Pedro COLLANTES (Spagna, 91‘) con Macarena García, Nacho Sánchez, Ingrid García-Jonsson – BIENNALE COLLEGE

 

Dal  9 settembre

  • SELVA TRÁGICA di Yulene OLAIZOLA (Messico, Francia, Colombia, 96’) con  Indira Andrewin, Gilberto Barraza, Mariano Tun Xool – ORIZZONTI

 

Dal  10 settembre

  • ZHELTAYA KOSHKA (YELLOW CAT) di Adilkhan YERZHANOV (Kazakistan, Francia, 90’) con Azamat Nigmanov, Kamila Nugmanova, Sanjar Madi – ORIZZONTI
  • NOWHERE SPECIAL di Uberto PASOLINI (Italia, Romania, UK, 96’) con James Norton, Daniel Lamont – ORIZZONTI

 

Dall’11 settembre

  • LAHI, HAYOP (GENUS PAN) di Lav DIAZ (Filippine, 150’) con Bart Guingona, DMs Boongaling, Nanding Josef – ORIZZONTI
  • LA VERITÀ SU ‘LA DOLCE VITA’ di Giuseppe PEDERSOLI (Italia, 83’) – FUORI CONCORSO

Le schede dei film della Sala Web

 

Fuori concorso

 

LA VERITÀ SU ‘LA DOLCE VITA’

di GIUSEPPE PEDERSOLI, Italia

Il film è la ricostruzione della tormentata e avventurosa realizzazione del capolavoro di Fellini, del quale si credeva di sapere tutto. Certezza erronea contraddetta dal film di Pedersoli, che è nipote del produttore Giuseppe Amato, grazie al quale il film di Fellini poté vedere la luce. Il 20 ottobre 1959 Amato, grande produttore di molti capolavori del neorealismo, si trova da solo in una saletta di proiezione. Sullo schermo di fronte a lui il film più famoso di Federico Fellini che nessun altro produttore aveva voluto realizzare. Il premontato del regista è lungo oltre quattro ore. Fellini non vuole fare tagli e Rizzoli non vuole più distribuirlo. È la sfida più complicata della carriera di Peppino Amato.

GIUSEPPE PEDERSOLI (Roma, 1961) è un documentarista, produttore e sceneggiatore. È figlio del celebre attore Carlo Pedersoli, meglio conosciuto come Bud Spencer e nipote del produttore Giuseppe Amato. Tra i suoi primi lavori ha prodotto un film con il padre, Un piede in paradiso (1991), con il quale lavora ancora in Botte di Natale (1994), nella serie TV Noi siamo angeli (1997), nel film per la televisione Padre Speranza (2005) e nel film televisivo I delitti del cuoco (2010). È tra i produttori della serie Giulio Cesare (2004) con Richard Harris, Christopher Walken e Valeria Golino. Nel 2009 ha prodotto la commedia Generazione mille euro di Massimo Venier.

 

PRINCESSE EUROPE

CAMILLE LOTTEAU, Francia

con Bernard-Henri Lévy

(in collaborazione con il Comune di Venezia)

E’ realizzato dalla collaboratrice storica di Bernard-Henry Lévy per documentare la tournée teatrale di grande successo, che ha portato nelle principali capitali del mondo  lo spettacolo scritto e interpreto dal filosofo francese. Il documentario sarà presentato in collaborazione con il Comune di Venezia in una proiezione speciale alla Misericordia, e seguita da una tavola rotonda sul tema dell’Europa. Nel film, le elezioni europee del 2019 viste attraverso la tournée teatrale del filosofo Bernard-Henri Levy. Il regista espone diversi punti di vista sulla questione, vagliando a campione uomini e donne; cittadini nazionali e rifugiati; personaggi conosciuti e sconosciuti, favorevoli all’Europa e contro, chi si associa e chi si dissocia. Tante voci, tante idee, opinioni comuni e discordanti, una visione sulla società europea contemporanea.

CAMILLE LOTTEAU (1984) è una regista e montatrice. Cura diversi lungometraggi e corti, sia documentari che fiction come Suite Armoricaine diretto da Pascale Breton, che nel 2015 vince il premio FIPRESCI e viene nominato per il Pardo d’Oro al festival di Locarno. Princesse Europe è il suo secondo lavoro da regista – avendo realizzato nel 2010 il documentario Bord de – e rinnova la collaborazione con Bernard-Henri Levy, con il quale aveva già lavorato nei documentari di Peshmerga (2016) e La bataille de Mossoul (2017).

 

 

 

 

MOLECOLE  (FILM DI PRE-APERTURA)

di ANDREA SEGRE, Italia

Tra febbraio e aprile 2020 il regista Andrea Segre è rimasto bloccato a Venezia a causa della diffusione del coronavirus. Venezia è la città che ha ospitato e che ospita molti dei suoi progetti lavorativi, era la città di suo padre. Questa pandemia ha “congelato” e svuotato il capoluogo veneto, riconsegnandolo alla sua natura e alla sua storia, ma anche – a livello personale – alle memorie familiari del regista, che in quei giorni ha raccolto appunti visivi e storie nel documentario Molecole. Riemerge così il legame con il padre veneziano, scienziato chimico-fisico e vero protagonista del film, morto dieci anni fa. Si mescolano in questo modo l’isolamento della città e quello più intimo e personale del regista, autore anche della sceneggiatura originale.

ANDREA SEGRE (Dolo, Italia, 1976) è regista di film e documentari. Il pianeta in mare (2019) è stato presentato Fuori Concorso a Venezia nel 2019. Il suo primo lungometraggio di finzione, Io sono Li (2011), è stato presentato a Venezia alle Giornate degli Autori, La prima neve (2013) ha partecipato a Orizzonti a Venezia, L’ordine delle cose (2017) è stato presentato alla Mostra come Proiezione Speciale. Tra i documentari, ha realizzato Lo sterminio dei popoli zingari (1998, film d’esordio), Marghera Canale Nord (2003, Proiezione Speciale a Venezia), Come un uomo sulla terra (2008), Il sangue verde (2010, Giornate degli Autori), Mare Chiuso (co-diretto con Stefano Liberti, 2012, Evento Collaterale del Consiglio d’Europa a Venezia) e I sogni del lago salato (2015, Progetto Speciale alle Giornate degli Autori).

 

Orizzonti

MILA (APPLES) – FILM DI APERTURA

di CHRISTOS NIKOU, Grecia, Polonia, Slovenia

con Aris Servetalis, Sofia Georgovasili

Variazione sul tema di un misterioso malessere che colpisce la popolazione, privandola in questo caso della memoria. Aris, solitario trentenne, è una vittima dell’improvvisa ondata di perdita di memoria che ha colpito la sua città, e viene costretto a sottoporsi a un nuovo trattamento per curare questa amnesia.

CHRISTOS NIKOU (Atene, Grecia, 1984) è un regista e sceneggiatore greco alla sua opera prima. Nel 2012 il suo KM viene nominato Miglior cortometraggio allo Stockholm Film Festival. Nel 2013 riceve una nomination come Migliore Live Action sotto i 15’ al Palm Springs International ShortFest, risultando vincitore nello stesso anno del premio come Migliore cortometraggio al Motovun Film Festival, in Croazia.

DASHTE KHAMOUSH (THE WASTELAND)

di AHMAD BAHRAMI, Iran

con Ali Bagheri, Farrokh Nemati, Majid Farhang, Mahdieh Nassaj, Touraj Alvand

Il primo dei due film iraniani di orizzonti è girato in bianco e nero, ambientato in una fabbrica di mattoni in rovina nel mezzo del deserto, con un padrone che non paga, una capo squadra sottomesso, e un gruppo di lavoratori divisi da questioni etniche e religiose. Questa fabbrica artigianale di mattoni è un’importante fonte di reddito locale che mantiene diverse famiglie di varie etnie. Qui vi lavora il quarantennte Lotfollah, caposquadra sottomesso e forse l’unico ponte di comunicazione tra gli operai e il loro titolare, che si mostra come l’unico risolutore loro problemi, ma che poi difficilmente si dimostra generoso con loro.

AHMAD BAHRAMI (Iran, 1972) è un regista iraniano. Dopo aver partecipato nel 2010 al Abbas Kiarostami’s Filmaking Workshop in Iran, esordisce nel 2017 con il lungometraggio Panah: ambientato nel cuore del deserto iraniano, la vita di un piccolo villaggio dipende unicamente dagli sforzi del protagonista, un ragazzino giudizioso e pronto ad aiutare il prossimo, ma ora più che mai pieno di dubbi e domande per il suo futuro.

GUERRA E PACE

di MASSIMO D’ANOLFI, MARTINA PARENTI, Italia, Svizzera

Dopo quattro anni, tornano a Venezia con un nuovo lavoro i documentaristi Massimo D’Anolfi e Martina Parenti, anche questo suddiviso in capitoli, stavolta Quattro. Il film racconta l’ultracentenaria relazione tra cinema e guerra, dal loro primo incontro nel lontano 1911 in occasione dell’invasione italiana in Libia, fino ai giorni nostri. Dalle sequenze filmate dai pionieri del cinema fino alle odierne riprese.

MASSIMO D’ANOLFI (Pescara, Italia, 1974)  e MARTINA PARENTI (Milano, Italia, 1972) sono registi, sceneggiatori e produttori. Nel 2011 il loro lungometraggio Il castello vince il premio AVANTI! e il premio Speciale della Giuria al Festival di Torino. Sempre nel 2011 Il castello vince il premio come Miglior documentario internazionale a Docville e nel 2012 viene nominato aql David di Donatello come Miglior documentario di lungometraggio. Nel 2013 il lungometraggio Materia Oscura vince il premio Diritti Umani al Buenos Aires International Festival of Independent Cinema. Nel 2016 il suo lungometraggio Spira Mirabilis vince presentato a Venezia 73 in Concorso.

 

LAHI, HAYOP (GENUS PAN)

di LAV DIAZ, Filippine

con Bart Guingona, DMs Boongaling, Nanding Josef, Hazel Orencio, Joel Saracho, Noel Sto. Domingo

A distanza di quattro anni dal Leone d’oro vinto nel 2016 con The Woman who Left, torna a Venezia Lav Diaz con con un’altra storia di emarginati, in un bianco e nero contrastato, una riflessione sul concetto di uomo e di umanità.

LAV DIAZ (Cotabato, Mindanao, Filippine, 1958) è regista, sceneggiatore e direttore della fotografia, uno dei più influenti autori del cinema filippino. Nel 2007 il suo lungometraggio Kagadanan sa banwaan ning mga engkanto ottiene il premio Menzione speciale – Orizzonti a Venezia 64 e l’anno successivo con Melancholia vince il premio Orizzonti come Miglior film. Nel 2014 il lungometraggio From what is before si aggiudica a Locarno il Pardo d’Oro. Nel 2016 è in concorso a Berlino con Hele sa hiwagang hapis, con cui si aggiudica il premio Alfred Bauer. Nel 2016 vince il Leone d’Oro a Venezia, con The Woman Who Left.

 

 

 

 

ZANKA CONTACT

di ISMAËL EL IRAKI, Francia, Marocco, Belgio

con Khansa Batma, Ahmed Hammoud, Saïd Bey, Abderrahmane Oubihem, Mourad Zaoui

Da Casablanca al Marocco, la fuga impossibile di Larsen, ex musicista rock e tossicodipendente, e Rajae, una bellissima prostituta con una voce formidabile. Lui compone i testi e lei dà loro vita con il suo canto. Una coppia affiatata e passionale che ha un solo obiettivo: esprimersi attraverso la musica.

ISMAËL EL IRAKI (1983) è un regista e sceneggiatore marocchino esordiente nel lungometraggio, residente a Parigi. Nel 2009, il suo cortometraggio H’rash vince la Menzione speciale al Clermont-Ferrand International Short Film Festival.

JENAYAT-E BI DEGHAT (CARELESS CRIME)

di SHAHRAM MOKRI, Iran

con Babak Karimi, Razieh Mansouri, Abolfazl Kahani, Mohammad Sareban, Adel Yaraghi, Mahmoud Behraznia

Terzo film di un regista tra i più dotati e interessanti della nuova generazione di cineasti iraniani, il cui film d’esordio Fish and Cat fece impressione a Venezia nel 2013 vincendo un premio per il miglior contenuto innovativo. Iran, oggi. Quattro individui danno fuoco ad un cinema e questo gesto riporta alla memoria ciò che accadde quarant’anni prima. Iran, fine anni Settanta, scoppia la rivoluzione contro il regime dello Scià, alcuni rivoluzionari appiccano incendi alle sale cinematografiche, come protesta contro la cultura occidentale. La situazione precipita quando perdono la vita circa 400 persone intrappolate in un cinema in fiamme.

SHAHRAM  MOKRI (1978) è un regista e sceneggiatore iraniano. La sua carriera spazia tra vari generi cinematografici, inclusi serie tv e documentari. Nel 2013 il lungometraggio Mahi Va Gorbeh vince il Premio Speciale Orizzonti per il contenuto innovativo a Venezia 70 e nel 2014 si aggiudica anche i premi Youth Jury, FIPRESCI e Grand Prix al festival di Friburgo. Nel 2018 Invasion è al Festival di Berlino.

GAZA MON AMOUR

di TARZAN NASSER, ARAB NASSER, Palestina, Francia, Germania, Portogallo, Qatar

con Salim Daw, Hiam Abbass, Maisa Abd Elhadi, George Iskandar, Hitham Al Omai.

Il film affronta le condizioni di vita e il desiderio di fuga di un giovane palestinese con i toni leggeri della commedia sociale. Gaza oggi, Il sessantenne Issa è segretamente innamorato di Siham, una donna che lavora come sarta al mercato. Determinato a dichiararsi, Issa scopre una statua di Apollo incastrata nelle sue reti da pesca e decide di portarla a casa. La situazione si complica quando Hamas scopre l’esistenza di questo tesoro. Riuscirà il protagonista a dichiarare il suo amore?

TARZAN NASSER, ARAB NASSER (Gaza, Palestine, 1988) sono registi, sceneggiatori e scenografi palestinesi. Nel 2013 il cortometraggio Condom Lead è a Cannes, come nel 2015 il lungometraggio Degradé, nella Semaine de la Critique. Sempre nello stesso anno, Degradé è nominato anche per il premio Discovery al Toronto International Film Festival e vince il premio per la Miglior fotografia all’ International Film Festival di Atene.

SELVA TRÁGICA

di YULENE OLAIZOLA, Messico, Francia, Colombia

con Indira Andrewin, Gilberto Barraza, Mariano Tun Xool, Lázaro Gabino Rodríguez, Eligio Meléndez.

Quarto lungometraggio della giovane regista messicana Yulene Olaizola, che si è fatta conoscere a apprezzare in vari festival internazionali con i suoi film precedenti. Confine tra Messico e Belize, 1920. Nel cuore della giungla maya, dove non esiste la legalità e prevalgono i miti sul piano sociale, un gruppo raccoglitori di caucciù messicani incontrano Agnes, una giovane, bella e misteriosa donna beliziana. La sua presenza crea tensioni tra gli uomini, alimentando le loro fantasie e i loro desideri. Sfortunatamente il loro destino li attende dietro l’angolo, incosapevoli di aver risvegliato l’ancestrale figura leggendaria di Xtabay.

YULENE OLAIZOLA (Città del Messico, Messico, 1983) è una regista e produttrice messicana. Il suo primo lungometraggio Intimidades de Shakespeare y Víctor Hugo è vincitore nel 2008 del premio Miglior film al Buenos Aires International Festival of Independent Cinema e vincitore dei premi: Don Quixote, FIPRESCI e del Premio Speciale della Giuria al Fribourg International Film Festival. Nel 2009 riceve un Premio Ariel per la miglior opera prima. Nel 2012 il lungometraggio Fogo viene nominato per il premio C.I.C.A.E. al festival di Cannes.

NOWHERE SPECIAL

di UBERTO PASOLINI, Italia, Romania, UK

con James Norton, Daniel Lamont

Dopo il successo di Still Life, Uberto Pasolini  ha impiegato ben sette anni per realizzare il suo nuovo film, ispirato a una storia vera e interpretato da James Norton nei panni di un padre che deve trovare una nuova famiglia per figlio di tre anni, quando scopre di avere pochi mesi di vita. Ispirato ad una storia vera, una storia incentrata sulla profonda relazione tra padre e figlio. Una vita semplice, dai toni dolci amari, fatta di piccoli rituali quotidiani.

UBERTO PASOLINI (Roma, Italia, 1957) è un regista, produttore cinematografico e sceneggiatore italiano. Nel 1998 il lungometraggio da lui prodotto: The Full Monty vince il premio BAFTA come Miglior Film e viene nominato agli Oscar per la Miglior Fotografia. Nel 2008 il suo lungometraggio Machan – La vera storia di una falsa squadra è presentato in anteprima a Venezia 65. Nel 2013 è Still Life ad essere presentato a Venezia 70, dove si aggiudica il premio di Venezia Orizzonti.

ZHELTAYA KOSHKA (YELLOW CAT)

di ADILKHAN YERZHANOV, Kazakistan, Francia

con Azamat Nigmanov, Kamila Nugmanova, Sanjar Madi, Yerzhan Zhamankulov, Yerken Gubashev, Nurbek Mukushev

Il prolifico regista kazako Adilkhan Yerzhanov si è fatto conoscere nel circuito dei festival internazionali grazie ai suoi primi 8 film, due dei quali in Un Certain Regard di Cannes, nessuno dei quali si è mai visto in Italia. Qui, un ragazzo scappato da un paese dove è ricercato per un piccolo crimine, si rifà una vita lontano da casa. Vuole far sapere a tutti che sa imitare perfettamente il personaggio di Alain Delon in Le Samurai. Ma forse neanche lui ha visto fino in fondo quel film. Conosce una giovane prostituta con la quale vuole aprire un cinema. Una storia che omaggia la Nouvelle Vague francese, reinventando la comicità da slapstick, con un tocco western delle steppe kazake.

ADILKHAN YERZHANOV (Djekazgan, Kazakhstan, 1982) è regista e sceneggiatore kazako. Ha diretto numerosi corti e lungometraggi. Nel 2014 vince la Gold Plaque quale Menzione speciale per l’originalità con Ukkili kamshat. Nel 2014 il film Laskovoe bezrazlichie mira è in Un Certain Regard al festival di Cannes. Nel 2019 il suo lungometraggio A Dark-Dark Man vince il premio Asia Pacific Screen come migliore realizzazione nella regia.

Biennale College – Cinema

EL ARTE DE VOLVER

di PEDRO COLLANTES, Spagna

con Macarena García, Nacho Sánchez, Ingrid García-Jonsson

E’ la storia di quattro incontri diversi, ciascuno a pochi minuti dalla morte di qualcuno. Ogni incontro risulta essere l’ultima interazione umana di uno dei personaggi prima di lasciare questo mondo. Ignari di essere sulla soglia della morte, i personaggi che popolano il film vivono la rabbia, l’amore, la lussuria, la tenerezza, l’avidità o l’empatia, testimoni della beata inconsapevolezza dello scorrere del tempo verso la morte.

PEDRO COLLANTES (Madrid). Ha studiato montaggio e si è diplomato alla Netherlands Film Academy. Ha lavorato come montatore in Spagna, Norvegia e Belgio. Come sceneggiatore e regista, i suoi corti sono stati presentati e premiati in diversi festival internazionali. I suoi corti SERORI and OFF ICE sono stati selezionati dalla rivista “Cahiers du Cinema-Spain” fra i migliori corti spagnoli nel 2014 e 2017. Il suo lavoro è stato presentato anche alla Biennale di Venezia 2015. Il suo corto più recente, ATO SAN NEN, era nella selezione per i César 2019 per il miglior cortometraggio.

 

FUCKING WITH NOBODY

di HANNALEENA HAURU, Finlandia

con Hannaleena Hauru, Lasse Poser, Samuel Kujala

Le vite di 5 personaggi che cercano di inserirsi nell’industria del cinema finlandese, si incrociano in un progetto di finto matrimonio.

HANNALEENA HAURU (Hyvinkää, Finlandia, 1983) è una sceneggiatrice e regista. Il suo primo lungometraggio Thick Lashes of Lauri Mäntyvaara (2016) è stato sviluppato al Torino Film Lab e alla Cannes Cinéfondation Residency, debuttando al Torino Film Festival 2017. I suoi primi cortometraggi sono stati presentati alla Cannes Critics’ week, alla Berlinale Generations, e sono stati premiati a Oberhausen, Uppsala e al Tampere Film Festival. Si è diplomata alla Aalto University e alla ELO Helsinki Film School in sceneggiatura. E’ conosciuta per la sua attiva partecipazione al Nisi Masa European Network of Young Cinema e nella comunità di Montreal Kino Movement.

Venezia 77: Tilda Swinton dichiara il suo amore al cinema e chiude “Wakanda Forever”

Il Leone d’Oro alla carriera, Tilda Swinton, ha incantato il pubblico della Sala Grande di Venezia 77 con il suo discorso di ringraziamento, una vera e propria dichiarazione d’amore al cinema. Salendo sul palco, l’attrice premio Oscar ha esordito dicendo che prima di salire sul quel palco pensava a due cose, “la prima è cosa il cinema significa per me, la seconda era come essere in grado di accettare questo riconoscimento con una faccia seria.”

Ha poi continuato dicendo: “Il cinema è il mio posto felice, la mia vera patria. La sua amicizia è l’albero genealogico del mio cuore. I nomi sulla lista di coloro che hanno ricevuto questo onore, nel frattempo, sono i nomi dei miei maestri. Sono gli anziani della mia tribù. I poeti della lingua che amo sopra gli altri. Canto le loro canzoni nella vasca da bagno. Sono il ragazzaccio da film punk che fa l’autostop alla stazione per arrivare ai piedi delle vette dei loro successi.”

Dopo aver poi detto che si sente solo all’inizio della sua carriera, l’attrice ha concluso: “Abbiamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Il tappeto magico sta volando ancora e sempre sarà: il miglior equipaggiamento protettivo personale possibile per l’anima. Viva Venezia. Cinema cinema cinema. Wakanda Forever. Nient’altro che amore.”

Qui il discorso completo e l’intera cerimonia.

Venezia 77: The World To Come con Casey Affleck in concorso

Venezia 77: The World To Come con Casey Affleck in concorso

Arriva in concorso a Venezia 77 The World To Come diretto da Mona Fastvold con protagonisti Katherine Waterston, Vanessa Kirby, Christopher Abbott e Casey Affleck.

La pellicola è prodotta da Sea Change Media (Casey Affleck, Whitaker Lader), Killer Films (Pamela Koffler, Christine Vachon, David Hinojosa, Ben Kuller) Hype Film (Ilya Stewart, Murad Osmann, Pavel Buria), Charades (Carole Baraton, Pierre Mazars, Yohann Comte), M.Y.R.A. Entertainment (Margarethe Baillou), Yellow Bear Entertainment (Andrew Morrison), Panasper Films e Ingenious Media.

The World to Come prende in esame le vite di due donne comuni, che sono diventate figure sempre più straordinarie ed eroiche nella mia vita. È un grande onore essere riuscita a condividere la loro storia con il pubblico.

The World to Come, la trama

Verso la metà dell’Ottocento nel nord dello stato di New York, Abigail si appresta a iniziare un nuovo anno nella fattoria in cui vive con il marito Dyer. Mentre rifette sull’anno che verrà, sfogliando le annotazioni del suo diario, si percepisce il forte contrasto tra il comportamento pacato e stoico della donna e le complesse emozioni che affiorano dalle pagine. All’arrivo della primavera, Abigail incontra Tallie, donna estroversa di straordinaria bellezza, appena trasferitasi con il marito Finney in una fattoria nelle vicinanze. Le due provano a stringere una relazione, riempendo un vuoto nelle loro vite di cui non conoscevano l’esistenza.

Il film segue il crescere dell’intimità e dell’appassionato attaccamento tra le due donne, proprio mentre incominciano a comprendere di non avere alcun modello a cui riferirsi per la condizione in cui si trovano. Mentre i mariti fanno i conti con l’intensità del legame delle loro mogli, tra i sentimenti feriti di Dyer e la gelosia vendicativa di Finney, gli eventi culminano con la decisione di quest’ultimo di allontanare Tallie, e la determinazione di Abigail a seguire la sua anima gemella.

Venezia 77: premio Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker 2020 ad Abel Ferrara

La Biennale di Venezia e Jaeger-LeCoultre annunciano che è stato attribuito al regista statunitense Abel Ferrara (Pasolini, Il cattivo tenente, King of New York) il premio Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker della 77. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (2 – 12 settembre 2020), dedicato a una personalità che abbia segnato in modo particolarmente originale il cinema contemporaneo.

La consegna del premio Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker ad Abel Ferrara avrà luogo sabato 5 settembre in Sala Grande (Palazzo del Cinema) alle ore 14, prima della proiezione Fuori Concorso del suo nuovo film, il documentario Sportin’ Life (Italia, 65’) con Abel Ferrara, Willem Dafoe, Cristina Chiriac, Anna Ferrara, Paul Hipp, Joe Delia.

A proposito di questo riconoscimento, il Direttore della Mostra Alberto Barbera ha dichiarato: “Tra i molti meriti di Abel Ferrara, apprezzato da tutti a dispetto della fama di regista tra i più controversi del cinema contemporaneo, è la sua indiscussa coerenza e fedeltà a un tragitto personale, ispirato ai principi del cinema indipendente anche quando il regista ebbe l’occasione di confrontarsi con produzione più tradizionali e consolidate. Dai primi film a basso budget, direttamente influenzato dalla scena newyorkese popolata da immigrati, artisti, musicisti, poliziotti e tossicodipendenti, passando per i suoi capolavori universalmente riconosciuti – The King of New York (1990), Bad Lieutenant (1992), e Body Snatchers (1994) – sino agli ultimi lavori, progressivamente più introspettivi e autobiografici, Ferrara ha dato vita un universo personale ed esclusivo. Dai conflitti originali tra colpa ed innocenza, redenzione e religione, peccato e tradimento che prevalgono al lungo nel suo cinema, insieme con la rappresentazione della violenza urbana, notturna e degradata delle metropoli, Ferrara è approdato a riflessioni originali sulla fine del mondo e l’impossibilità di attribuire un senso alle relazioni fra gli individui e la collettività, che lo confermano tra i registi non riconciliati più interessanti del momento”.

Su Sportin’Life

Lo sguardo profondo ed esuberante di Abel Ferrara sulla propria vita, il suo mondo riflesso attraverso la sua arte: la musica, il cinema, i suoi collaborator, le ispirazioni… la sua compagna Cristina Chiriac e la loro figlia Anna, la loro vita nella città eterna, Roma… quando il coronavirus arriva e paralizza il mondo.

Su Abel Ferrara

Nato nel Bronx, a New York, il 19 luglio 1951, Abel Ferrara ha diretto il suo primo Super 8 da ragazzo e ha presto collaborato con gli sceneggiatori Nicholas St. John e John McIntyre. Nei tardi anni ’70 ha iniziato a dirigere i suoi primi film, The Driller Killer (1979) e L’angelo della vendetta (1981). Negli anni ’90 i suoi successi internazionali comprendono King of New York (1990), Il cattivo tenente (1992), Ultracorpi – L’invasione continua (1993), The Addiction (1995) e Fratelli (1996). Il cattivo tenente, con Harvey Keitel, è stato presentato al Festival di Cannes nel 1992 in Un Certain Regard. L’anno dopo Ferrara è ritornato a Cannes con Ultracorpi – L’invasione continua. The Addiction, con Christopher Walken, è stato selezionato alla Berlinale nel 1995, mentre Fratelli, con Benicio Del Toro, Christopher Walken e Isabella Rossellini ha vinto due premi alla Mostra di Venezia nel 1996. Mary, con Juliette Binoche, Forest Whitaker e Heather Graham, ha vinto quattro premi a Venezia nel 2005. Nel 2011 Ferrara ha ottenuto il Pardo d’onore a Locarno. Gli anni 2010 hanno segnato la collaborazione di Ferrara con Willem Dafoe, che ha interpretato 4:44 L’ultimo giorno sulla Terra (2012), presentato a Venezia, Alive in France (2017), presentato a Cannes alla Quinzaine, Pasolini (2014), pure presentato a Venezia, Tommaso (2019) e di recente Siberia, proiettato all’ultima Berlinale.

Jaeger-LeCoultre è per il sedicesimo anno sponsor della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, e per il tredicesimo del premio Glory to the Filmmaker.  Il premio è stato assegnato negli anni precedenti a Takeshi Kitano (2007), Abbas Kiarostami (2008), Agnès Varda (2008), Sylvester Stallone (2009), Mani Ratnam (2010), Al Pacino (2011), Spike Lee (2012), Ettore Scola (2013), James Franco (2014), Brian De Palma (2015), Amir Naderi (2016), Stephen Frears (2017), Zhang Yimou (2018) e Costa-Gavras (2019).

In linea con lo spirito creativo della sua storia, la Maison Jaeger-LeCoultre è guidata dalla ricerca dell’eccellenza. Condividendo molti valori con l’arte del cinema, la manifattura Jaeger-LeCoultre, con sede nella valle di Joux, in Svizzera, ha elevato la realizzazione di orologi a forma d’arte, unendo abilità tecniche e artistiche.

La 77. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia si terrà al Lido dal 2 al 12 settembre 2020, diretta da Alberto Barbera.

Venezia 77: pre-apertura con Molecole di Andrea Segre

Venezia 77: pre-apertura con Molecole di Andrea Segre

Il nuovo film del regista veneziano Andrea Segre (Io sono LiL’ordine delle coseIl pianeta in mare), il documentario Molecole (71’) realizzato nella Venezia chiusa per il coronavirus, sarà proiettato nella serata di Pre-apertura di martedì 1 settembre della 77. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, in Sala Darsena (Palazzo del Cinema) e al PalaBiennale al Lido.

Alla speciale serata-omaggio di Pre-apertura, con inizio alle ore 21.00, sarà invitato il pubblico di Venezia attraverso la collaborazione con i quotidiani “Il Gazzettino”“La Nuova di Venezia e Mestre” e il “Corriere del Veneto”.

Tra febbraio e aprile 2020 il regista Andrea Segre, mentre preparava due progetti per il teatro e per il cinema, è rimasto bloccato a Venezia a causa della diffusione del coronavirus e delle conseguenti misure di quarantena nazionale. Venezia è la città che ha ospitato e che ospita molti dei suoi progetti lavorativi, era la città di suo padre, una città complessa sotto molteplici aspetti. Questa pandemia ha “congelato” e svuotato il capoluogo veneto, riconsegnandolo alla sua natura e alla sua storia, ma anche – a livello personale – alle memorie familiari del regista, che in quei giorni ha raccolto appunti visivi e storie nel documentario Molecole. Riemerge così il legame con il padre veneziano, scienziato chimico-fisico e vero protagonista del film, morto dieci anni fa. Si mescolano in questo modo l’isolamento della città e quello più intimo e personale del regista, autore anche della sceneggiatura originale. Il film uscirà nelle sale cinematografiche a partire dal 3 settembre 2020.

“Per fare un film bisogna pensarlo, scriverlo, organizzarlo, girarlo. Per Molecole non c’è stato nulla di tutto ciò. Non mi sono nemmeno accorto di girarlo. L’ho vissuto ed è uscito da solo, in un tempo e una dimensione che non potevo prevedere. Molecole è sgorgato. Come l’acqua. Poterlo presentare come film di pre-apertura della Mostra è per me un grande onore, il modo migliore per ringraziare la città che lo ha fatto nascere.” (Andrea Segre)

Molecole, il film

Regia: Andrea Segre sceneggiatura: Andrea Segre interpreti: Gigi Divari, Elena Almansi, Maurizio Calligaro, Giulia Tagliapietra, Patrizia Zanella musica: Teho Teardo produzione: ZaLab Film con Rai Cinema, in associazione con Vulcano e Istituto Luce Cinecittà, in collaborazione con Teatro Stabile del Veneto Carlo Goldoni distribuzione: ZaLab Film   Italia 2020, 71’

Andrea Segre, il regista

Andrea Segre (Dolo, Italia, 1976) è regista di film e documentari. Il pianeta in mare (2019) è stato presentato Fuori Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2019. Il suo primo lungometraggio di finzione, Io sono Li (2011), è stato presentato a Venezia alle Giornate degli Autori, La prima neve (2013) ha partecipato alla sezione competitiva Orizzonti alla Mostra di Venezia, L’ordine delle cose (2017) è stato presentato alla Mostra come Proiezione Speciale. Tra i documentari, ha realizzato Lo sterminio dei popoli zingari (1998, film d’esordio), Marghera Canale Nord (2003, Proiezione Speciale a Venezia), Come un uomo sulla terra (2008), Il sangue verde (2010, presentato alle Giornate degli Autori), Mare Chiuso (co-diretto con Stefano Liberti, 2012, Evento Collaterale del Consiglio d’Europa a Venezia) e I sogni del lago salato (2015, Progetto Speciale alle Giornate degli Autori).

Venezia 77: Pedro Almodovar e Regina King nel Fuori Concorso

Venezia 77: Pedro Almodovar e Regina King nel Fuori Concorso

La Biennale di Venezia ha il piacere di annunciare due film che si aggiungono, Fuori concorso, al programma della 77. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica diretta da Alberto Barbera, in programma dal 2 al 12 settembre 2020 al Lido di Venezia.

Si tratta del nuovo film di Pedro Almodóvar, girato e montato a tempo di record subito dopo la fine del confinamento – The Human Voice tratto da Jean Cocteau e interpretato da Tilda Swinton – e di un film hollywoodiano che rafforza la rappresentanza americana alla Mostra, One Night in Miami del premio Oscar Regina King, una recente acquisizione di Amazon.

Dichiara Pedro Almodóvar: “Sono entusiasta di tornare a Venezia in questo anno speciale, con il Covid 19 come involontario ospite. Tutto sarà differente, e non vedo l’ora di scoprirlo di persona.

E’ un onore affiancare Tilda in un anno in cui riceverà un premio meritatissimo. Per la verità, The Human Voice è un festival di Tilda, una rassegna dei suoi infiniti e assortiti registri come attrice. E’ stato uno spettacolo dirigerla.”

“E’ uno straordinario piacere e un grande onore – dichiara il direttore della Mostra, Alberto Barbera – accogliere nuovamente Pedro Almodóvar a Venezia, un anno dopo avergli assegnato il Leone d’Oro alla Carriera, con il suo nuovo film tratto da La voce umana di Jean Cocteau e interpretato da Tilda Swinton, il Leone d’Oro alla carriera di quest’anno. E’ una circostanza eccezionale, in un anno fuori dell’ordinario: il modo più bello per celebrare insieme il desidero di tornare al cinema in compagnia di uno dei più grandi registi contemporanei”.

La regista di One Night in Miami, Regina King, dice: “Mi sono data un pizzicotto quando ho saputo di essere stata selezionata per la Mostra di Venezia, un festival così prestigioso.  Felice di annunciare un’altra tappa nel viaggio di questo film”.

“Il film di Regina King – afferma Barbera su One Night in Miami – non potrebbe essere più in sintonia con gli avvenimenti degli ultimi mesi e la necessità di combattere ogni forma di razzismo che ancora alligna nelle nostre società. Siamo felici che Venezia possa contribuire a far conoscere un film importante per i suoi contenuti e la conferma del talento di una grande attrice al suo debutto come regista”.

The Human Voice di Pedro Almodóvar

The Human Voice (30’) è un libero adattamento dell’originale pièce teatrale di  Jean Cocteau, su cui Pedro Almodóvar ha sognato per decenni. Racconta la storia di una donna disperata (Tilda Swinton), che aspetta la telefonata dell’amato che l’ha appena abbandonata. Si tratta del primo film in inglese di Pedro Almodóvar.

El Deseo ha prodotto The Human Voice, con José Luis Alcaine direttore della fotografia e Alberto Iglesias compositore.

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One Night in Miami di Regina King

Ambientato durante la notte del 25 febbraio 1964, One Night in Miami racconta la storia del giovane Cassius Clay, in seguito noto col nome di Muhammad Ali, nel momento in cui diventa il nuovo campione dei pesi massimi al Miami Beach Convention Center. Contro ogni aspettativa, Clay sconfigge Sonny Liston con la sorpresa di tutto il mondo sportivo. Mentre una grande folla si raduna a Miami Beach per festeggiare la vittoria, Clay, che non può restare sull’isola a causa delle leggi di Jim Crow sulla segregazione razziale, trascorre la nottata all’Hampton House Motel in uno storico quartiere nero di Miami. Qui Clay celebra la vittoria assieme a tre dei suoi amici più stretti: l’attivista Malcom X, il cantante Sam Cooke e la star del football americano Jim Brown. La mattina seguente, i quattro sono determinati come non mai a costruire un mondo nuovo per se stessi e per la loro comunità. In One Night in Miami, lo sceneggiatore Kemp Powers esplora cosa è accaduto quella notte, soffermandosi sul rapporto tra i quattro, sulla loro amicizia e sulle battaglie che li accomunavano, aspetti che li avrebbero portati a diventare quelle icone dei diritti civili che sono oggi.

One Night in Miami è diretto da Regina King. Sceneggiatura: Kemp Powers. Produttori: Jess Wu Calder, Keith Calder e Jody Klein. Produttori esecutivi: Regina King, Kemp Powers, Paul Davis e Chris Harding.

Venezia 77: un’edizione che guarda a Oriente. Il programma