Inarrestabile proprio come un
Bullet
Train, il “treno proiettile” in cui è ambientato, il
film di David Leitch, al cinema dal 25 agosto, è
un’esperienza davvero unica, per lo spettatore, e sembra lo sia
stata anche per il cast che ne ha parlato in occasione della
conferenza stampa europea.
Per il regista, David
Leitch, l’esperienza è andata “oltre l’eccitazione”, come
ha avuto modo di dichiarare: “Abbiamo girato il film all’inizio
della pandemia, era una situazione insolita, pensavo a quanto ci
saremmo divertiti andando a girare in Giappone, e invece siamo
rimasti dentro a un corridoio dentro a una scatola, in pratica. Una
volta che
Brad Pitt è salito a bordo del film, abbiamo costruito
intorno a lui questo cast spettacolare. A questo punto della mia
carriera ho fatto diversi film, eppure questa esperienza è stata
speciale, perché questi non sono solo grandi attori ma anche grandi
esseri umani”.
La relazione lavorativa, poi
diventata di amicizia, tra
Brad Pitt e David Leitch arriva da
lontano, da quando il secondo faceva lo stuntman. Così ha
raccontato Pitt in conferenza, quando ha raccontato in che modo il
regista lo ha convinto a partecipare: “David è mio amico, ci
siamo incontrati sul set di Fight Club e abbiamo lavorato spesso
insieme, anche con Troy, e altri film. All’epoca faceva gli stunt,
ora era a capo del progetto e questo è stato uno dei motivi per cui
ho accettato, perché era la chiusura di un cerchio. Poi sono
arrivati nel cast tutti gli altri, ed è stato bellissimo, anche
perché non ci sono protagonisti o spalle. Ogni personaggio ha la
sua storia e tutte queste storie si incrociano su questo treno. È
stato bello”.
Ma come si descriverebbe la trama
del film senza fare troppi spoiler? Ci pensa Kelly McCormick, produttrice del film:
“Si tratta di un gruppo di attori non convenzionali, che
salgono su un treno per raccontare una storia molto commerciale,
una commedia. Ma la verità è che la storia racconta principalmente
di destino, del fato e dell’ordine che hanno le cose per svolgersi
in una predeterminata maniera.”
Aaron Taylor-Johnson e
Brian Tyree Henry interpretano nel film
Tangerine e Lemon, nomi in codice di una coppia di
assassini/ladri/criminali. Sono come fratelli, e i due interpreti
li hanno dotati di una chimica irresistibile. Aaron Taylor Johnson
conferma questa affermazione: “Non poteva esserci un Tangerine
senza Lemon. Sono stato fortunato a collaborare con Brian. Voglio
dire, è stato bello lavorare con Brad, con Joey, ma con Brian è
nato qualcosa di speciale, non solo la confidenza, il prenderci in
giro, lo scherzo, ma anche l’affetto fraterno, il supporto. Sono
sempre stato suo fan, e abbiamo avuto una chimica istantanea.
Inoltre David ci ha messi in condizione di lavorare benissimo, di
avere poter improvvisare e di prendere decisioni coraggiose, perché
ci ha dato questo spazio sicuro”.
Brian Tyree Henry ha seguito a ruota il
collega: “Con Aaron ho avuto la possibilità di lavorare con un
compagno con il quale sono riuscita a essere completamente e
totalmente stupido, eppure uno su
cui contare, ci vogliamo bene e abbiamo costruito questa relazione
da questo punto di partenza. Il momento storico in cui giravamo era
così pesante (il primo lockdown, ndr) e triste che è stata una
gioia lavorare in questo ambiente così divertente e
vivace.”
Fa parte del cast anche Joey
King, che abbiamo visto da poco nel sorprendente
The Princess, e che adesso interpreta un
personaggio davvero singolare, The Prince, quasi a fare da eco a
quanto fatto in precedenza. “Interpretare questo personaggio mi
ha dato la possibilità di costruirla. Ho potuto scegliere che tipo
di psicopatica poteva essere, nel suo completini super eleganti,
con le sue scarpette e quell’aria da bambina innocente. Ho cercato
di darle diverse sfumature, così che David in fase di montaggio
potesse scegliere cosa tenere e quale di quelle potesse andare
meglio per il personaggio che lui aveva in mente.”
Per quanto riguarda
invece il personaggio di
Brad Pitt, sembra una tipologia di carattere che a lui
diverte molto interpretare, sarcastico e sempre alle prese con
qualcosa da mangiare, come dai tempi della trilogia di Ocean. Per
Pitt, il suo Ladybug è un reduce da un esaurimento nervoso, che
adesso, dopo la terapia, cerca di affrontare la vita con un
approccio pacifico, cosa che però non lo terrà fuori dai guai.
Bullet
Train è una commedia, di base, che si sposa alla
perfezione con altri generi, un po’ come accadeva con
Deadpool 2, che per il regista è stata una
palestra. “Lì ho lavorato con Ryan che è una persona molto
divertente ed è il maestro dell’improvvisazione. Ho portato su
questo set tutto quello che ho imparato lì, perché la cosa che più
mi piace è contaminare la commedia, che è il mio genere preferito.
E in Bullet Train attraverso l’azione, ma anche la violenza e
l’umorismo nero si affrontano temi diversi. Come la fratellanza, il
destino, la redenzione, o anche solo il connettersi con persone
così diverse da noi. E solo la commedia mi consente di parlare di
questi argomenti anche alti, dentro a un pacchetto super
commerciale.”
Bullet
Train aprirà la prossima edizione del Locarno Film
Festival. Il 3 agosto in Piazza Grande il film sarà presentato al
pubblico alla presenza di
Aaron Taylor-Johnson.