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Buffy il film: Sarah Michelle Gellar non esclude la possibilità

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Buffy il film: Sarah Michelle Gellar non esclude la possibilità

buffy-il-filmCon la promettente esperienza in corso del film su Veronica Mars, si fanno sempre più insistenti le voci su un possibile film su Buffy, il serial di enorme successo creato da quel Joss Whedon di The Avengers. Ulteriore conferma arrivano da Entertainment Weekly che ha raccolto le parole della protagonista Sarah Michelle Gellar, che non ha escluso questa possibilità:

“Se la storia fosse quella giusta, lo faremmo” ha detto l’attrice, la quale si sta preparando a tornare in tv con la comedy di CBS The Crazy Ones. “L’unico problema con Buffy è che era un film, e come film non funzionò”, ha aggiunto. Questo perché “la storia funziona meglio sul lungo periodo”.

Siamo certi che se una serie infinitamente meno nota di Buffy sia riuscita a raccimolare un budget di quasi 2 milioni di euro, cosa potrebbe accadere se gli artefici del successo di Buffy decidessero di chiedere il sostegno anche loro alla causa di un film? probabilmente batterebbero il record della raccolta del film su Veronica Mars. C’è da dire che mai come in questo periodo le voci su possibili adattamenti sul grande schermo di serie di successo siano così di moda, infatti ad Hollywood si fa un gran parlare di possibili film su ChuckUna mamma per amica e X-Files. Al momento però nessuna di queste voci si avvicina ad un annuncio ufficiale, quindi non resta che aspettare ulteriori sviluppi.

Buen Camino: tutto quello che sappiamo sul nuovo film di Checco Zalone

Dopo il successo travolgente di Tolo Tolo – sua prima esperienza come regista – Checco Zalone (nome d’arte di Luca Medici) si prepara a tornare al cinema con Buen Camino, nuovo progetto che segna anche il suo atteso ricongiungimento artistico con Gennaro Nunziante, regista dei suoi primi quattro campioni d’incassi (Cado dalle nubi, Che bella giornata, Sole a catinelle e Quo vado?) e che ad inizio anno ha portato in sala Io sono la fine del mondo, rivelatosi un altro grande successo comico. I due insieme sono anche autori della sceneggiatura.

Il nuovo film – annunciato come parte del listino di Medusa Film durante la 14ma edizione di Ciné – Giornate di Cinema di Riccione – promette dunque di riportare al centro della scena quella comicità intelligente e satirica che ha reso Zalone uno dei protagonisti più amati del nostro cinema. Ambientato tra Italia e Spagna, Buen Camino si preannuncia come un viaggio esilarante e simbolico, tra pellegrinaggi spirituali e feste mondane, in pieno stile Zalone. In questo articolo, andiamo a scoprire tutto ciò che ad oggi sappiamo del film

La trama e il cast di Buen Camino 

Al momento i dettagli sulla trama restano top secret, ma il titolo Buen Camino richiama il celebre “buon cammino” dei pellegrini verso Santiago de Compostela. Dopo il viaggio compiuto dall’Africa all’Italia per Tolo Tolo, Zalone sembra dunque pronto ad un diverso tipo di percorso, che certamente non mancherà di raccontare qualche particolare aspetto dell’Italia e dell’italianità. Per quanto riguarda il cast, protagonista assoluto del film sarà ovviamente Checco Zalone. Al momento, però, non sono stati annunciati altri nomi nel cast ufficiale. 

Le riprese e le location del film

Il film è prodotto da Indiana Production insieme a Medusa Film, che si occuperà anche della distribuzione, in collaborazione con MZL e Netflix. La collaborazione con Netflix apre naturalmente alla possibilità di un rilascio programmato sulla piattaforma dopo la distribuzione cinematografica. Sarà dunque possibile ritrovarlo lì per una visione in streaming nei mesi successivi all’uscita in sala.

L’inizio delle riprese è previsto nel mese di luglio 2025, con location tra l’Italia (Gallura, Costa Smeralda) e la Spagna, che sembrano confermare l’idea di un film incentrato su un viaggio fisico e spirituale, in perfetto stile Zalone. È inoltre trapelata un’ambientazione glamour: una festa in villa con piscina in Costa Smeralda, probabilmente parte delle tipiche sequenze comico-sociali del comico pugliese.

La data di uscita al cinema di Buen Camino

Buen Camino arriverà al cinema nel giorno di Natale, il 25 dicembre 2025, “scontrandosi” dunque con l’altro grande film al momento previsto per quel periodo, ovvero Avatar: Fuoco e Cenere. Intervenuto con un video alla presentazione del film, Zalone ha scherzosamente affermato che la scelta di far uscire il nuovo film in questa data è “una scelta strategica perché è quando il pubblico che ha visto Avatar il 18 esce dalla sala”. Con l’approssimarsi di questa uscita sarà possibile avere maggiori informazioni riguardo la trama e il cast, potendo contare anche su prime immagini ufficiali e un trailer.

Budrus: recensione del film di Vittorio Arrigoni

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Budrus: recensione del film di Vittorio Arrigoni

La prima assoluta del pluripremiato documentario Budrus in Italia al cinema Farnese si apre con un videoclip musicale. Il Darg Team, una crew di rapper palestinesi molto apprezzati in rete, canta in arabo un brano libanese (completamente riarrangiato da loro) dal titolo “Unadikum”. Nel testo c’è tutto l’orgoglio di un popolo in perenne conflitto per la striscia di Gaza, ma nel contempo c’è voglia di vivere, di comunicare e poi molto spesso ricorre un nome fra le rime: Vittorio. La dedica speciale di questi ragazzi (tutti dai 24 ai 30 anni) va ad un “fratello palestinese” ingiustamente assassinato: Vittorio Arrigoni. Al suo operato e a quello di Freedom Flotilla verrà dedicato un lungo applauso a fine proiezione.

In Budrus Siamo nel 2003 e il Governo israeliano di Ariel Sharon, per far fronte al crescente numero di attacchi terroristici dalla Palestina, decide di erigere un muro di sicurezza per impedire ai kamikaze palestinesi di entrare in Israele. Il progetto dovrebbe svilupparsi sui confini stabiliti dai trattati ma invece sconfina nel territorio palestinese. Un abuso di potere in piena regola, quindi. Israele non solo vuole isolare fisicamente la Palestina dall’area della West Bank rifugiandosi dietro un muro, ma intende addirittura appropriarsi di molte sue terre in maniera del tutto arbitraria. Alcune di queste terre appartengono a Budrus. Budrus è un piccolo villaggio cisgiordano di 1500 anime che, nel 2004, vede sopraggiungere nei propri campi d’ulivo l’esercito di Israele con tanto di ruspe.

Invece di lasciarsi sottomettere oppure di rispondere con violenza alla violenza, il paesino, guidato dal suo leader/ padre di famiglia Ayed Morrar, sceglie di mobilitarsi in una grande marcia pacifica per far desistere gli invasori, che nel frattempo hanno estirpato tutti gli ulivi dai campi di Budrus. Inizia così la storia di un villaggio che diventerà, di lì a qualche mese, un simbolo per tutti gli altri piccoli centri palestinesi ingiustamente invasi. “La violenza”, urla Morrar alla gente, “è proprio quello che Israele si aspetta da noi! L’esercito usa la paura e la Non-Violenza toglie la paura”.

Budrus, il film

Ecco perché la resistenza non-violenta si rivelerà difficoltosa ma vincente, tanto da spingere le autorità a ridefinire i confini del muro. Ma il vero miracolo di questa protesta non violenta è che riesce ad accomunare tutti e ad andare oltre le faide interne (si ritrovano fianco a fianco palestinesi di Hamas e di Al Fatah), volontari provenienti da tutte le parti del mondo ed addirittura israeliani disposti a schierarsi dalla parte dei palestinesi. Una sommossa popolare che va oltre i “colori” politici e geografici e che sceglie la via della non violenza nel nome dei diritti umani primari e della loro salvaguardia.

La giovane regista brasiliana Julia Bacha fotografa con grande sagacia tecnica e artistica la quotidianità di Budrus, facendola sentire molto vicina allo spettatore, attraverso le parole dei diretti interessati e lo sguardo di uomini, ragazzi, bambini ma soprattutto di donne immerse nella loro normalità violata. Sì, perché sono le donne, inizialmente tagliate fuori dalla protesta, le vere protagoniste di quest’impresa e di questo documentario. Armate solo della loro grazia e di un coraggio indomito, le donne di Budrus difendono i loro campi, si gettano nelle fosse scavate dalle ruspe, reclamano invano i loro ulivi- simboli di prosperità e vita, oltre che fonti primarie di sostentamento. Le donne non temono né i manganelli né le minacce dell’esercito israeliano.

Il risultato con Budrus è un documentario ben scritto, molto ben montato e ottimamente girato. Come già fatto nel precedente “Encounter Point” (diretto insieme a Ronit Avni), anche qui Julia Bacha e la troupe di JustVision (organizzazione no profit) segue e riprende per mesi interi la vita di un villaggio sotto assedio costante e accumula una gran quantità di materiale, passato poi sotto le sapienti mani della post-produzione e del montaggio. Molto di questo materiale è assolutamente inedito e mostra con grande chiarezza l’atteggiamento razzista dei militari d’Israele, pronti ad alzare le mani sui palestinesi, ma non sugli “israeliani ribelli”.  Un’altra opera incredibilmente veritiera che ci porta in una parte di mondo che è sempre più sotto l’occhio della settima arte. Immagini inedite e talvolta scomode a sostegno di un documentario che sceglie la via del racconto, non quello del sensazionalismo e risulta attraente e forte proprio in ragione di questa scelta.

Budrus: la conferenza stampa

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Alla fine della proiezione di Budrus, si apre un interessante dibattito tra gli ospiti d’onore e la sala, gremita di giornalisti e di attivisti. Oltre alla regista trentunenne Julia Bacha sono sul palco, tra gli altri, Abdallah Abu Rahme dei Comitati Popolari Palestinesi e Luisa Morgantini, Vice Presidente del Parlamento Europeo e una delle 1000 donne candidate al Nobel per la Pace.

Buddhismo: la legge del silenzio disponibile in Italia in esclusiva su ARTE.TV

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Si chiama Ricardo Mendes e, giovanissimo, ha vissuto l’inferno in una comunità buddista di Castellane, lontana dall’ideale di saggezza propugnato dal suo fondatore, Robert Spatz. Ora, in cerca di giustizia e dopo aver intentato una causa civile, Ricardo racconta come il Lama belga abbia incoraggiato i suoi discepoli ad affidargli i loro figli, lasciandolo così libero di fare ciò che voleva. Abusi fisici, privazione di cibo e della libertà o stupro delle ragazze erano la sorte quotidiana dei bambini non protetti.

Tuttavia, questi abusi non sono un’eccezione: da quando il buddismo tibetano è diventato un fenomeno di moda negli anni ’60, soprattutto in Europa, gli scandali sessuali e finanziari si sono moltiplicati, mentre i suoi maestri in esilio hanno prosperato. Icona internazionale, il Dalai Lama stesso ha a lungo coperto i rapporti segreti di coloro che contribuiscono all’espansione della sua religione: con un’economia basata sulla carità, questi ultimi devono evitare di essere sotto i riflettori. Il Lama Sogyal Rinpoche, divenuto capo di un impero dopo la pubblicazione del suo bestseller Il libro tibetano del vivere e del morire, è stato tuttavia denunciato da molte vittime per il suo gusto smodato per il lusso, il suo violento autoritarismo e i suoi eccessi sessuali. Egli simboleggia quindi ciò che il Dalai Lama chiama “problemi etici”.  Questo è quanto racconta Buddhismo: la legge del silenzio, il documentario di Élodie Emery e Wandrille Lanos, ora disponibile in Italia in esclusiva sul canale culturale europeo ARTE.tv.

Grazie alle rivelazioni degli intervistati, il documentario aiuta a relativizzare l’edulcorata visione occidentale del buddhismo tibetano, rammentando che questa religione richiede una devozione totale da parte dei fedeli, chiamati a mantenere il segreto sui riti di iniziazione a cui devono sottoporsi. Simili presupposti rappresentano l’humus ideale per alimentare la coltre di silenzio su abusi di ogni genere. La ricerca condotta dalla giornalista Élodie Emery e dalla documentarista Wandrille Lanos passa al setaccio le tante virtù professate dai monaci, in primis la povertà; il buddhismo traspare infatti come una vera e propria multinazionale, con le sue filiali, le sue strategie di comunicazione e le sue agenzie di gestione delle crisi. Con buona pace (interiore) dei suoi valori.

Il documentario Buddhismo: la legge del silenzio è fruibile gratuitamente, con sottotitoli in italiano, sul sito arte.tv/it o sulle app ARTE per smart TV, Fire TV, Apple TV e dispositivi mobili.

Bud Spencer: muore a 86 anni l’attore napoletano

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bud spencerSi è spento oggi, nel pomeriggio, Bud Spencer, al secolo Carlo Pedersoli. A dare l’annuncio ufficiale della dipartita dell’attore è stato il figlio, Giuseppe Pedersoli: “Papà è volato via serenamente alle 18.15. Non ha sofferto, aveva tutti noi accanto e la sua ultima parola è stata: grazie”.

Bud Spencer aveva 86 anni, era infatti nato a Napoli il 31 ottobre 1929.

La sua notorietànasce nelle vasche del nuoto, dove si distinse come il primo italiano a scendere sotto il minuto nei 100 m stile libero.

La sua carriera è indissolubilmente legata a quella di Terrence Hill, con cui ha girato tutti i suoi film più famosi e apprezzati dal pubblico non solo italiano, ma anche internazionale.

La sua ultima apparizione risale al 2010 quando fu protagonista della serie tv I Delitti del Cuoco.

Bud Spencer: Locarno Film Festival rende omaggio all’attore

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Bud Spencer, Locarno rende omaggio all’attore, due proiezioni in Piazza Grande, tre concerti e vari DJ-sets a laRotonda. Sono questi gli appuntamenti gratuiti previsti dal 31 luglio al 2 agosto, in attesa dell’inizio della 69a edizione del Festival del film di Locarno.  

In Piazza Grande un tributo a Bud Spencer domenica 31 luglio con la proiezione del film Lo chiamavano Trinità… di Enzo Barboni, e  la sera di martedì 2 agosto l’anteprima mondiale della più importante produzione televisiva svizzera di tutti i tempi: Gotthard di Urs Egger. Pochi passi più in là, con l’Opening party del 31 luglio, si accenderanno le luci de laRotonda – il villaggio del Festival che per lo #Swissparty del 1° agosto, in collaborazione con Enjoy Group, aprirà le danze con DJ Antoine, star internazionale della musica House. Il 2 agosto in concomitanza della serata «Gottardo 2016», inizieranno i concerti live in collaborazione con Rete Tre, con Sebalter. Non solo cinema e musica ma anche Virtual Reality, tutto questo « Aspettando il Festival»

Bud Spencer: il tributo al Locarno Film Festival

Domenica 31 luglio, grazie al sostegno di UBS e Ascona-Locarno Turismo, andrà in scena la prima serata di Prefestival, omaggio all’intramontabile Bud Spencer, gigante gentile e eroe di generazioni di spettatori scomparso recentemente. A portarlo sul grande schermo per gli ottomila di Piazza Grande sarà Lo chiamavano Trinità…, diretto da Enzo Barboni, film che battezzò il filone parodistico dello spaghetti-western e che consacrò a livello internazionale la coppia Pedersoli-Girotti, ovvero Bud Spencer e Terence Hill.

Martedì 2 agosto invece protagonista della notte di Piazza Grande sarà un altro gigante, il San Gottardo. Sotto il cielo di Locarno si accenderà l’anteprima mondiale della più imponente produzione televisiva svizzera di tutti i tempi: Gotthard, del regista svizzero Urs Egger, sostenuto da SRG SSR, nato da SRF in collaborazione con Zodiac Pictures (Svizzera) e in coproduzione con le emittenti ZDF e ORF. Ad aprire la serata dedicata al tunnel del San Gottardo sarà il cortometraggio Sotto il gigante, di Niccolò Castelli, prodotto da Paranoiko pictures in coproduzione con RSI, Cinémathèque suisse e FFS. Cinque minuti che raccontano cent’anni di fatica al servizio di un’idea. La serata, offerta da «Gottardo 2016», sarà dunque un ponte tra il Festival e il tunnel del San Gottardo legandosi, grazie alla magia del cinema, alle celebrazioni per l’inaugurazione della galleria di base avvenute lo scorso 1° giugno.

Ma non di solo cinema vivrà il Prefestival. A pochi passi da Piazza Grande laRotonda – il villaggio del Festival dal 31 luglio al 14 agosto dalle 18:00 alle 03:00, si farà conoscere nella sua nuova veste pardata dando il La a due settimane di giornate e serate live, partendo dall’Opening Party in programma la sera del 31 agosto. Ventiquattro ore dopo, il 1° agosto, lo #SwissParty in collaborazione con Enjoy Group, con special guest DJ Antoine, star internazionale della musica House, si esibirà alle 22:00. laRotonda  inizierà dunque  a vivere e popolarsi con il programma che la terrà accesa per tutto il Festival.

Rete Tre, partner ufficiale, il 2 agosto debutterà con PardoOn, l’appuntamento radiofonico quotidiano con Fabrizio Casati e Rosi Nervi. La stessa sera sarà Sebalter ad esibirsi in concerto sul palco centrale del villaggio. E per gli amanti della notte tutte le sere a partire dal 31 luglio i DJ-sets si trasformano in Silent party dalla 01:00 alle 03:00. 

Nel cuore de laRotonda, al Grand Hotel Swisscom, ogni giorno il pubblico potrà invece vivere l’esperienza della Virtual Reality grazie alla collaborazione con il Geneva International Film Festival Tous Écrans che presenterà 9 film provenienti da tutto il mondo, firmati da cineasti del calibro di Chris Milk & Spike Jonze, Félix & Paul e lo scrittore e regista francese Vincent Ravalec.

Tutti gli appuntamenti sono gratuiti e l’entrata è libera.

Per conoscere la line-up della Virtual Reality, il programma completo delle 15 serate live e l’intero palinsesto de laRotonda, www.rotondafestival.ch

Bud Spencer: il gigante buono della settima arte

Bud Spencer: il gigante buono della settima arte

La figura del gigante risulta da sempre centrale nelle grandi narrazioni della Storia, sia nella forma dei racconti fiabeschi infantili sia nelle più complesse manifestazioni dell’ingegno umano. Ogni grande forma d’arte possiede i suoi “giganti”, e il cinema non fa eccezione, specialmente quello italiano, ricco com’è di personalità di grande ingegno ma anche di personaggi di grande “spessore” fisico entrati di diritto nell’immaginario popolare. Fra questi possenti esponenti della pop culture cinematografica nostrana non può non svettare la mole alquanto ingombrante (per massa e sostanza culturale) di Bud Spencer, il “Gigante Buono” della settima arte tricolore passato alla storia come una delle personalità più iconiche del panorama filmico nazionale degli anni ’70 e ’80, protagonista di pellicole dal gusto tanto irriverente quanto eterogeneo capaci di calcare con estrema disinvoltura alcuni dei generi più solidi e radicati quali lo spaghetti-western, il poliziottesco all’italiana e la commedia, trovandosi così nella paradossale condizione di essere da subito amato dal pubblico nazionale e internazionale ma impietosamente snobbato dalla critica ufficiale.

Un uomo che, ancor prima di essere attore di film “popolari” e di alcuni raffinati esperimenti d’autore, è da sempre stato un grande sportivo e amante del rischio, tanto sul set quanto nella vita reale, un uomo capace di alternare cappelli da cowboy e micidiali pugni “sonorizzati” a record olimpici e brevetti da aviatore senza apparente soluzione di continuità. Registrato all’anagrafe nel 1929 con il nome ben più nostrano di Carlo Pedersoli, il giovane futuro Bud muove i sui primi passi sul suolo napoletano eccellendo negli studi e appassionandosi ben presto – proprio grazie al suo percorso accademico – allo sport e dimostrando una particolare attitudine per il nuoto. Dopo essersi trasferito a Roma per frequentare i corsi universitari di chimica non ancora diciottenne, il già fisicamente dotato ragazzo dal cervello fino e dalla possente mole atletica è costretto a trasferirsi per un breve periodo in Brasile con la famiglia, tornando poi alla fine degli anni ’40 in patria per essere ingaggiato stabilmente dalla S.S Lazio Nuoto con la quale conquista alcuni ottimi risultati nazionali e internazionali,  tra cui il record come primo italiano a essere sceso sotto il limite del minuto netto nei cento metri stile libero durante i campionati europei di Vienna e ben due medaglie d’argento durante i Giochi del Mediterraneo di Alessandria del 1951.

Bud Spencer nuoto

Nel mentre in cui porta avanti la propria carriera di nuotatore, pallanuotista e seconda linea di rugby, Carlo viene notato ben presto nel settore cinematografico quando, proprio grazie al suo fisico possente, viene ingaggiato nel ruolo di un legionario romano per il mitico “peplum della rinascita” Quo Vadis? (1951) di Mervyn LeRory, considerato da molti come una delle pellicole simbolo del risorgimento di Cinecittà e della produzione italiana del secondo dopoguerra. Grazie a questa prima comparsata il futuro “Gigante Buono” – come verrà in seguito soprannominato a causa dei ruoli da macchina tirapugni sempre dedita alla conservazione del bene e della giustizia – continua a partecipare occasionalmente a moltissime pellicole di generi e spessore differenti, sempre in qualità di comprimario o semplice comparsa, fino a quando nel 1955 ottiene un primo accenno di visibilità grazie a Un eroe dei nostri tempi diretto da Mario Monicelli in cui interpreta il ruolo del manesco energumeno Nando accanto a un quasi esordiente Alberto Sordi. In realtà un primo assaggio di capacità attoriale in un ruolo un poco più sostanzioso era già stato possibile l’anno precedente con il militaresco Siluri Umani, film bellico dedicato alle battaglie marine del secondo conflitto mondiale diretto da Antonio Leonviola in cui Pedersoli figura accanto a celebri personaggi del calibro di Raf Vallone ed Enrico Maria Salerno.

Bud Spencer BambinoGli anni ’50 continuano ad essere un periodo di grandi soddisfazioni tanto a livello cinematografico quanto sportivo, grazie alla partecipazione alle Olimpiadi di Helsinki del 1952 come centometrista stile libero e la medaglia d’oro con la nazionale italiana di pallanuoto nei Giochi del Mediterraneo di Barcellona del 1955. Nella seconda metà del decennio decide di dare una radicale svolta alla propria vita privata e professionale, trasferendosi nuovamente in Sud America e lavorando come manovale nella costruzione dell’autostrada Panamá-Buenos Aires e all’Alfa Romeo di Caracas, tornando poi definitivamente in Italia in tempo per partecipare alle Olimpiadi di Roma del 1960 e sposare Maria Amato, figlia del celebre produttore e proprietario di sale cinematografiche Giuseppe “Peppino” Amato. Nello stesso periodo Pedersoli firma un breve contratto con la RCA Italia per la realizzazione di alcuni testi musicali e addirittura colonne sonore per il cinema e la televisione, contratto che scade nel 1964 costringendolo a prendere in seria considerazione l’idea di tornare davanti alla macchina da presa.

Tale occasione gli viene offerta nel 1967 dal regista e produttore Giuseppe Colizzi, il quale, dopo alcuni iniziali diverbi, decide di assoldare Pedersoli al fianco di un altro giovane e per il momento sconosciuto attore italiano proveniente dalle comparsate, un certo Mario Girotti (in futuro ben più noto come Terence Hill), dando vita a quel piccolo miracolo dello spaghetti-western che sarà Dio perdona… io no!, prima pellicola in cui compare la futura coppia di giustizieri tirapugni destinata in brevissimo tempo a entrare di diritto nell’immaginario cinematografico popolare (inter)nazionale. In occasione della presentazione fuori confine la produzione chiede ai due attori di utilizzare a uno pseudonimo anglofono da sostituire ai propri nomi per rendere il film molto più facile da esportare e senza il rischio di essere etichettato come “filmaccio all’italiana”, seguendo una consuetudine molto in voga all’epoca per tutto un certo cinema di genere. Nasce così il duo Bud Spencer – nome scelto unendo la figura di Spencer Tracy con il marchio della birra “Bud” Budweiser – e Terrence Hill, protagonisti indiscussi e amatissimi di oltre diciotto pellicole di cui ben sedici come protagonisti, senza sapere in realtà che già nel 1959 entrambi, ancora con i propri nominativi originali, avevano partecipato senza mai incontrarsi direttamente allo storico Annibale di C.L. Bragaglia e Edgar G. Ulmer.

Fra i titoli più rappresentativi di tale collaborazione figurano moltissimi western e pseudo-western dal sapore ibrido fra azione pura e grottesco scanzonato tra cui Lo chiamavano Trinità… (1970) di Enzo Barboni (in cui Spencer interpreta il celeberrimo sceriffo soprannominato “Bambino”) e il sequel …continuavano a chiamarlo Trinità sempre di Barboni che consacra la coppia in terra straniera, spaziando poi in parodie del poliziottesco e dell’action come …più forte ragazzi (1972) di Colizzi, …altrimenti ci arrabbiamo! (1974) di Marcello Fondato, l’insuperabile I due superpiedi quasi piatti (1977) – bissato nel 1985 con Miami Supercops – I poliziotti dell’8ª strada – e il notevole Io sto con gli ippopotami (1979) di Italo Zingaretti, transitando poi nella commedia pura grazie a Pari e dispari (1978) di Sergio Corbucci e concludendo il proprio sodalizio professionale con il nostalgico e autocelebrativo Botte di Natale (1994) diretto dallo stesso Hill.Bud Spencer Terence Hill

Gli anni ’70 e ’80 costituiscono per Bud Spencer un periodo di affermazione e consolidamento del proprio ruolo di possente e manesco giustiziere (e rare volte anche di malfattore) dedito a combattere il crime e a far trionfare la giustizia, così come si evince ben presto dalla fortunatissima tetralogia action-thriller nostrana di Piedone lo sbirro in cui impersona l’iconico Commissario Rizzo detto “Piedone” con in dotazione i propri pugni come unica arma di offesa e difesa, una serie cinematografica amatissima dal pubblico (e molto meno dalla critica) inaugurata da Steno nel 1973 e proseguita con Piedone a Hong Kong (1975), l’altisonante Piedone l’Africano (1978) e il ben più avventuroso Piedone d’Egitto (1980).

Oltre a questi prodotti dichiaratamente pensati per favorire il carisma e la presenza scenica dal forte carattere identitario guadagnati grazie alla fortunata accoppiata con Hill e proseguiti in solitaria con eccellenti esperienza come il crepuscolare Occhio alla penna (1981) di Michele Lupo, la carriera filmica di Spencer può vantare anche partecipazioni ben più illustri e autoriali passate purtroppo spesso inosservate, come ad esempio il poliziottesco di denuncia Torino nera (1972) di Carlo Lizzani in cui impersona con spietato realismo il ruolo di un muratore integerrimo accusato ingiustamente di un omicidio, la massiccia presenza fisica nei panni del surreale pescatore Diomede (detto “Dio”) in 4 mosche di velluto grigio (1971) diretto da un giovanissimo Dario Argento, senza poi scordare il ruolo del narratore-demiurgo nella metatestuale e coraggiosa epopea storica in terra cinese di Cantando dietro i paraventi (2004) di Ermanno Olmi. Sopra ognuno di questi titoli svetta però Anche gli angeli mangiano fagioli (1973) diretto da Barboni e considerato all’unanimità se non il capolavoro di Pedersoli/Spencer quantomeno la sua pellicola più incisiva e illuminante, laddove il ruolo del wrestler mascherato Charlie Smith alias “L’Uomo del Mistero” permette al possente attore napoletano di regalare alla storia del cinema italiano una delle sue presenze più surreali e al contempo fulminanti, complice una miscela di commedia, finto poliziesco e azione grottesca che ne fanno uno dei cult più apprezzati di sempre.

La fine degli anni ’80 e i primi del nuovo decennio coincidono con un principio di declino di popolarità fra il pubblico dei più giovani, i quali vengono comunque iniziati dai propri genitori e fratelli maggiori ai fasti passati del Gigante nerobarbuto del cinema italiano, un’ancora ingombrante presenza che continua ad affollare il piccolo schermo con alcune serie di grande successo come Big Man (1988), Detective Extralarge (1991-1993) e Noi siamo angeli (1997), venendo addirittura coinvolto in celebri progetti televisivi internazionali tra i quali gli spagnoli Al limite (1997) e I figli del vento (1999), l’australiano Tre per sempre (2002) e la stramba esperienza tedesca di Tesoro, sono un killer (2009).

Dopo aver calcato per l’ultima volta il palcoscenico cinematografico in una breve comparsata in Fuochi d’artificio (1997) di Pieraccioni, Bud conclude la sua carriera proprio nel formato seriale come protagonista del film televisivo Padre speranza (2001) (in realtà pilot di una serie mai portata a termine per Rai2) e nel simpatico progetto pseudo-giallo di Canale 5 I delitti del cuoco (2010), lo stesso anno in cui, assieme all’amico e compagno di merende e cazzotti Terrence Hill, riceve il David di Donatello alla carriera, unico riconoscimento ufficiale a certificare se non la propria qualità recitativa – sulla quale ci sarebbe da compiere una poderosa rivalutazione – quantomeno il grande contribuito all’immaginario popolare cinematografico di ben due generazioni.

Bud Spencer

Se n’è andato in sordina il Gigante Buono del cinema italiano, lontano dai riflettori che tanto ne hanno plasmato la possente corporatura e reso una presenza rassicurante e bonaria per grandi e piccini, ed è così che a noi piace ricordarlo, proprio come uno dei suoi tanti pistoleri (quasi mai) solitari che, senza armi e neppure una goccia di sangue sapevano far trionfare la giustizia come autentici eroi dei fumetti, con un sonoro ceffone e un micidiale SBAM! Chissà se ora il vecchio Bud è in Paradiso a gustarsi (questa volta per davvero) una scodella di fagioli in compagnia degli angeli!

Bud Spencer: è solo anemia, ora sta bene

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bud spencerPossiamo finalmente tirare un sospiro di sollievo, il carissimo Bud Spencer, al secolo Carlo Pedersoli, sta bene. Dopo l’incredibile paura per il suo ricovero venerdì scorso, arrivano notizie incoraggianti: l’attore ha solo divuto contrastare un malore causato dall’anemia, ma adesso sta bene.

Giuseppe Pedersoli, il figlio, ha rassicurato tutti: “Non è in pericolo di vita, ma i medici hanno deciso di trattenerlo per monitorare i valori fino a quando non si stabilizzeranno”. Voglio tranquillizzare tutti i suoi fan e tutte le persone che gli vogliono bene che la situazione è sotto controllo. I ritmi (del tour ndr) in questo momento non erano consigliabili in un uomo che ha 85 anni anche se li porta molto bene”.

L’attore è stato costretto a cancellare tutte le date del tour in Germania, dove lui e il collega Terrence Hill sono delle vere e proprie rockstar.

Fonte: IG

Bud Spencer: 10 cose che non sai sull’attore

Bud Spencer: 10 cose che non sai sull’attore

Ricordato come “il gigante buono“, Bud Spencer, nome d’arte di Carlo Pedersoli, è stato il mito di generazioni e generazioni grazie ai suoi film divenuti oggi dei veri e propri cult, quasi sempre condivisi con l’amico di sempre Terence Hill. Dagli anni Sessanta fino agli Ottanta ha infatti recitato in numerosi generi, con grande predilezione per il western e il poliziesco.

I ruoli da lui ricoperti erano sempre scritti appositamente per lui, il suo carisma e la sua inimitabile presenza scenica, elementi grazie ai quali è diventato una vera e propria star del cinema internazionale, amato da grandi e piccoli.

Ecco 10 cose che non sai di Bud Spencer.

Bud Spencer nuoto Bud Spencer: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attore inizia la sua fortunata carriera da protagonista con il western Dio perdona… io no! (1967), dove recita per la prima volta accanto a Terence Hill. Successivamente, acquista sempre maggior fama con i film I quattro dell’Ave Maria (1968), Lo chiamavano Trinità (1970), Continuavano a chiamarlo Trinità (1971), 4 mosche di velluto grigio (1971), … più forte ragazzi! (1972), Piedone lo sbirro (1973), … altrimenti ci arrabbiamo! (1974), I due superpiedi quasi piatti (1977), Pari e dispari (1978), Io sto con gli ippopotami (1979), Chi trova un amico trova un tesoro (1981), Banana Joe (1982), Nati con la camicia (1983), Non c’è due senza quattro (1983), e Miami Supercops (I poliziotti dell’8ª strada) (1985). Tra i suoi ultimi ruoli si annoverano invece Botte di Natale (1994), Fuochi d’artificio (1997), Al limite (1997), con Lydia Bosch e Cantando dietro i paraventi (2003).

9. Ha preso parte anche ad alcune serie televisive. Nel corso della sua carriera, Spencer non ha mancato di recitare anche per il piccolo schermo, prendendo parte ad alcune serie televisive, di cui era spesso anche uno degli autori. La prima di queste è Big Man (1988), di genere poliziesco, seguita poi da Detective Extralarge (1991-1993), Noi siamo angeli (1997), Tre per sempre (1998), Padre e Speranza (2005), e I delitti del cuoco (2010), dove interpreta un burbero ex poliziotto ora dedicatosi all’arte culinaria, senza rinunciare però alle indagini di alcuni crimini. Questo è inoltre l’ultimo ruolo ricoperto dall’attore.

8. Ha ottenuto un importante riconoscimento. Quella di Spencer è una carriera premiata più dall’affetto del pubblico che non dai riconoscimenti della critica. Il valore dei suoi film è stato riscoperto soltanto in seguito, e nel 2010 i membri del premio David di Donatello decidono di riconoscere la sua lunga e gloriosa attività con un David alla carriera, che gli viene consegnato insieme all’amico e collega di sempre, Terence Hill. Per i due si è trattato di un momento particolarmente importante, che ha visto l’industria unirsi al grande pubblico nel riconoscimento di due icone della cinematografia italiana e internazionale.

Bud Spencer e il nuoto

7. Era uno sportivo da record. Prima di intraprendere la sua fortunata carriera da attore, Spencer si era distinto come nuotatore di particolare talento. Si affermò infatti durante i campionati italiani di nuoto del 1950, quando diventò il primo italiano ad eseguire i cento metri stile libro in meno di un minuto. In tutto, nel corso della sua decennale attività di nuotatore, arrivò a vincere ben 11 medaglie d’oro ai campionati italiani, ed una ai Giochi del Mediterraneo, dove partecipò come membro della squadra di pallanuoto S. S. Lazio Nuoto. Si ritirò poi nel 1960 per dedicarsi alla carriera cinematografica.

Bud Spencer: la moglie e i figli

6. Ha avuto un unico lungo matrimonio. Nel 1960, quando ancora doveva diventare noto grazie al cinema, l’attore sposò Maria Amato, figlia del produttore cinematografico Giuseppe. I due si erano in realtà conosciuti ben quindici anni prima, ma aspettarono di avere una condizione economica più favorevole per le nozze. Nel 1961 nacque il primo figlio, Giuseppe, il quale divenne in seguito produttore e sceneggiatore di alcuni degli ultimi progetti in cui recitò il padre. L’anno seguente nacque invece la figlia Cristiana.

Bud Spencer Terence Hill

Bud Spencer e Terence Hill

5. Hanno formato una celebre coppia cinematografica. I due attori si conobbero per la prima volta sul set del film Dio perdona… io no!, e da quel momento formarono una solida coppia, recitando poi insieme in ben 18 film, 16 dei quali li vedevano come protagonisti. Il loro successo era dato sia dalla loro opposta caratterizzazione, sia dall’incredibile chimica di coppia che si era formata tra di loro. Spencer e Hill hanno infatti più volte dichiarato di essere diventati inseparabili amici anche al di fuori del set, e conoscendosi bene erano in grado di tirar fuori il meglio l’uno dall’altro.

4. Gli venne chiesto di cambiare i propri nomi. Al momento di distribuire il film Dio perdona… io no!, ai due venne consigliato di dar vita a dei nomi d’arte per la locandina. Quelli veri erano infatti considerati “troppo italiani” per un film western, mentre con dei nomi stranieri avrebbero potuto ottenere attenzioni anche a livello internazionale. Pedersoli scelse così “Bud Spencer” sia in omaggio all’attore Spencer Tracy che alla birra Budweiser. Mario Girotti, invece, scelse il nome “Terence Hill” da una lista di nomi inventati.

Bud Spencer: le sue canzoni

3. Pubblicò un album musicale. Da sempre appassionato di musica, Spencer scrisse negli anni diversi testi di canzoni per noti artisti italiani. Nel gennaio del 2016, invece, viene pubblicato il suo unico album, intitolato Futtetenne. Questo è una raccolta di tutte le sue canzoni, registrate tra il 1961 al 2015. Si tratta prevalentemente di brani di genere jazz o di canzoni napoletane. In un totale di dieci brani, spicca in particolare quella che dà anche il titolo all’album, che Spencer considerava come una sintesi della sua filosofia di vita.

Bud Spencer e i fagioli

2. Ha reso celebre tale alimento grazie ai suoi film. Avendo recitato in diversi western, Spencer si è spesso dilettato nel mangiare la zuppa di fagioli, alimento spartano tipico di tale genere cinematografico. Grazie ai suoi film, infatti, l’attore ha letteralmente fatto venir fame ad intere generazioni, rimaste affascinate dal gusto con cui l’interprete divorava tali piatti. Oggi la zuppa di fagioli è grazie a lui particolarmente celebre, e numerosi sono i consigli e le ricette grazie a cui sarà possibile realizzare il piatto proprio come visto nei film.

Bud Spencer: età, altezza e la sua morte

1. Bud Spencer è nato a Napoli, il 31 ottobre del 1929, ed è deceduto a Roma, il 27 giugno del 2016 all’età di 86 anni, per via di complicazioni verificatesi in seguito ad una caduta. L’attore era alto complessivamente 195 centimetri.

Fonte: IMDb

Bud Spencer ricoverato a Roma, il figlio: “Nulla di grave”

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bud spencerAnche i duri hanno un cuore. E alle volte fa anche qualche capriccio. Lo sa bene l’attore italiano Bud Spencer – al secolo Carlo Pedersoli – che è stato ricoverato d’urgenza in un ospedale di Roma per pressione eccessivamente bassa e anemia. “Non è in pericolo di vita – ha riferito fortunatamente il figlio Giuseppe – ma i medici hanno deciso di trattenerlo per monitorare i valori fino a quando non si stabilizzeranno”. L’attore dovrebbe comunque essere dimesso tra stasera e domattina. I fan e i cinefili possono tirare, dunque, un sospiro di sollievo, anche se questo spiacevole inconveniente purtroppo farà saltare il tour che ‘Bud’ Pedersoli aveva in programma in Germania per lanciare il suo nuovo libro Mangio ergo sum. In terra tedesca, infatti, l’ex nuotatore (che ricordiamo è stato il primo italiano a scendere sotto il minuto nei 100 metri stile libero) è popolarissimo e i suoi libri sono veri e propri bestseller. Basti sapere che la sua ultima fatica letteraria vedrà la pubblicazione prima in Germania che in Italia, dove sarà disponibile non prima dell’estate. “Voglio tranquillizzare tutti i suoi fan e tutte le persone che gli vogliono bene: la situazione è sotto controllo. Ma i ritmi del tour tedesco che prevedevano cinque/sei città in cinque giorni in questo momento non sono consigliabili per un uomo di 85 anni, anche se mio padre li porta molto bene“, ha aggiunto il figlio, che ha preferito non divulgare il nome della struttura dove l’attore è ricoverato per salvaguardare privacy e riposo. Ovviamente tutti noi auguriamo una pronta guarigione a uno dei miti del cinema italiano più conosciuti e ammirati di sempre. Rimettiti presto, Bud. Altrimenti ci arrabbiamo.

Fonte: Bild

Bud Spencer e Terence Hill con Gazzetta dello Sport tutti i film in DVD

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Bud Spencer e Terence HillSono entrati a “suon di cazzotti”, è proprio il caso di dirlo, nel cuore di tutti gli spettatori italiani e si sono guadagnati un ruolo di tutto rispetto nella storia del nostro cinema. Parliamo della grande coppia formata da Bud Spencer e Terence Hill, un duo comico che ha segnato la storia del cinema. Antesignani dei buddy movies,  Spencer e Hill si sono incontrati per caso, proprio su un set di uno spaghetti western e da allora la loro alchimia sullo schermo ha dato vita a tantissimi film, un po’ snobbati dalla critica, ma con il tempo divenuti vere e proprie pietre miliari del nostro cinema anche all’estero. Consideriamo solo il fatto che Lo chiamavano Trinità (sul set del quale si sono incontrati per la prima volta) e … Continuavano a chiamarlo Trinità restano ad oggi due degli incassi più alti ai botteghini tedeschi!

Proprio per celebrare questa grande coppia Gazzetta dello Sport ha realizzato una collana, in 22 uscite, di film che vedono Spencer e Hill interpretare i loro più grandi successi, a partire da Lo Chiamavano Trinità, in uscita il prossimo 7 ottobre, fino ad altri titoli, dal notissimo Nati con la camicia, al meno noto Botte di Natale, fino all’esilarante Non c’è due senza Quattro, in cui i nostri eroi si sdoppiano, dando origine ad una serie di esilaranti gag. Ma la raccolta ci offre anche le “cavalcate solitarie” come Banana Joe o Poliziotto Superpiù, dove rispettivamente Bud e Terence se la vedono da soli, sempre con la risata garantita.

gazzetta dello sportLa prima uscita della collana il 7 ottobre, Lo Chiamavano Trinità, ha in sé il fascino dell’archetipo, dell’inizio, e così racconta Bud Spencer in merito ad un film che nessuno voleva girare: “Nessuno voleva fare Trinità. Prima che Zingarelli [il produttore, NdR] accettasse, era stato rifiutato da altri dieci. Ricordo ancora che Enzo Barboni entrò nell’ufficio di Zingarelli mentre io stavo parlando con lui. Aveva questo copione in mano. Si trattava di una storia che prevedeva un solo protagonista. Zingarelli mi disse di darci un’occhiata mentre lui parlava con E.B. Clucher. Io lo lessi, e proposi di adattarlo per una coppia”. Nacque così l’esigenza di avere due protagonisti per Trinità e così arrivarono Terence Hill, che diventò subito il personaggio del titolo, e poi Bambino, ovvero Spencer. Dal canto suo, su Trinità, Terence Hill racconta: “Confesso di tenere molto alla mia personale vena di follia. Professionalmente ho cominciato a tirarla fuori con Trinità, un personaggio in cui mi identificavo perché faceva cose che mi divertivano: stuzzicava il compagno, al cavallo preferiva una sorta di barella, si metteva continuamente nei guai […]. Fu un’occasione unica, che tuttavia rischiai clamorosamente di mancare perché proprio in quegli anni mi trovavo all’estero, in Germania, dov’ero “emigrato” in cerca di nuovi ruoli, stufo di essere etichettato come interprete di filmetti musicali alla Lazzarella. Ma dopo tre anni di sciapi western in salsa teutonica, che non portavano da nessuna parte, mentre in Italia quelli di Sergio Leone sbancavano i botteghini, pensai sconfortato: “Accidenti, ho perso il treno!”. Per fortuna a salvarmi arrivò Enzo Barboni con il suo Trinità, che mi lanciò alla grande e a cui sarò sempre grato”.

Dopo lo straordinario successo di Lo Chiamavano Trinità è arrivato il sequel, …Continuavano a Chiamarlo Trinità e così la stella di Spencer & Hill si levò alta, regalandoci intramontabili ed esilaranti storie che ancora oggi intrattengono e divertono.

Il costo di ogni DVD sarà di 9,99 euro in addizione al prezzo del numero del giornale. La collana sarà completata in 22 uscite e potete consultare  ) il sito dell’iniziativa.

Ecco l’elenco delle uscite:

Lo chiamavano trinità… 7 ottobre 2013

…Continuavano a Chiamarlo Trinità 14 ottobre 2013

Bud Spencer e Terence Hill 2Più Forte Ragazzi 21 ottobre 2013

Io Sto con gli Ippopotami 28 ottobre 2013

Nati con la camicia 4 novembre 2013

I due superpiedi quasi piatti 11 novembre 2013

I quattro dell’Ave Maria 18 novembre 2013

Dio perdona… io no! 25 novembre 2013

Pari e dispari 2 dicembre 2013

Chi trova un amico, trova un tesoro 9 dicembre 2013

Banana Joe 16 dicembre 2013

Miami supercops – I poliziotti dell’ottava strada 23 dicembre 2013

Non c’è due senza quattro 30 dicembre 2013

Botte di Natale 6 gennaio 2014

Poliziotto superpiù 13 gennaio 2014

Cane e Gatto 20 gennaio 2014

Oggi a me… domani a te 27 gennaio 2014

La collera del vento 3 febbraio 2014

La Bandera: marcia o muori 10 febbraio 2014

Mister Miliardo 17 febbraio 2014

Il corsaro nero 24 febbraio 2014

io non protesto, io amo 3 marzo 2014

Bucky: 10 cose sull’eroe che il MCU non ha rivelato

Bucky: 10 cose sull’eroe che il MCU non ha rivelato

Introdotto nel MCU in Captain America: Il Primo Vendicatore e interpretato da Sebastian Stan che ha poi ripreso il ruolo in Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War e Avengers: Infinity War, Bucky Barnes è uno dei personaggi più amati dai fan.

Creato da Joe Simon e Jack Kirby, il Soldato d’Inverno debuttò in Captain America Comics (Vol. 1) nel 1941 come braccio destro di Steve Rogers e al cinema presenta diverse differenze rispetto alla controparte dei fumetti.

Ecco allora di seguito tutte le cose lasciate fuori dal MCU:

È stato la spalla di Batman

the batman

È raro vedere personaggi Marvel e DC insieme sulla stessa pagina, ma quando questo succede si tratta sempre di scontri testa a testa e non di collaborazioni.

Uno di quei rari casi risale al 1996 con il crossover Batman/Captain America, nelle realtà alternativa di Elseworld durante la seconda guerra mondiale dove Batman e il suo fedele compagno Robin incrociano la strada di Steve e Bucky.

Solo per il gusto di farlo, i due supereroi leader decidono di scambiare i rispettivi compagni per un giorno, ma inspiegabilmente, Bucky muore nelle pagine seguenti.

Il revival di Ed Brubaker

Come accennato sopra, Bucky Barnes ha lasciato la Marvel dopo la sua morte per un breve periodo, sorte di cui si occuperà in seguito Ed Brubaker con i suoi fumetti su Captain America.

Lo scrittore, cresciuto amando il personaggio sul quale produsse una fanfiction in cui veniva catturato dai sovietici, desiderò rendergli giustizia riportandolo in vita e facendolo diventare ciò che è oggi.

Ha distrutto il Tesseract

Il cubo cosmico è stato presentato nel MCU semplicemente come Tesseract, uno degli oggetti più potenti dell’universo e fondamentale ai fini della trama culminata in Infinity War. Nei fumetti però (Captain America vol. 5, #14), vediamo Bucky mentre lo distrugge.

Successivamente Steve Rogers, convinto che in lui ci fosse ancora traccia del suo amico (e non solo il Soldato d’Inverno post-lavaggio del cervello), usa il cubo per ripristinare la memoria di Bucky, e l’idea funziona.

Armi speciali

Da quando è stato reintrodotto ai lettori di fumetti come Soldato D’Inverno, Bucky ha mostrato tutte le sue abilità nel maneggiare le armi, tra cui pistole, granate, fucili e altri oggetti da lui progettati.

Inoltre le sue armi hanno sensori palmari esplosivi. il che significa che se qualcun altro volesse provare a usarle, non ci riuscirebbe perché queste esploderebbero immediatamente. L’impronta del loro padrone non corrisponde…

Ha addestrato Vedova Nera

Quando Ed Brubaker riavviò la figura di Bucky per i fumetti Marvel, versione che ha ispirato maggiormente il MCU, sono aumentati i legami del personaggio con la Russia e la Stanza Rossa. Questi due nomi vi ricordano qualcosa?

Ebbene si, nelle pagine della Marvel Comics Bucky ha addestrato Vedova Nera, stringendo perfino una relazione sentimentale con la spia.

Il passato con Wolverine

Il passato di Bucky Barners annovera anche l’incontro con Wolverine, subito dopo la fuga del mutante dalla Weapon X. Senza saperlo, il Soldato D’Inverno ha aiutato Logan molte volte,  senza che lui scoprisse che era stato proprio Bucky ad uccidere sua moglie, Itsu.

La lunga lista di omicidi

È stato chiarito fin dall’inizio che nel MCU Bucky Barnes viene sfruttato dall’ HYDRA per molti decenni come un assassino letale, dopo che l’organizzazione segreta lo aveva sottoposto al lavaggio del cervello.

Tuttavia c’è un dettaglio tenuto fuori dai film, ovvero la lunga lista di omicidi commessi che ammonta a 100 vittime uccise nel corso di 70 anni.

La versione di Arnie Roth

Le origini di Bucky Barners nel MCU hanno attinto a vari dettagli dell’originale, rubando diversi elementi dalla rilettura di Earth-616 in cui Capitan America ritrova l’amico Arnie Roth che l’aveva difeso quando era stato vittima di bullismo a Brooklyn.

Nei fumetti era molto più giovane

sebastian stan

Come successo a tanti personaggi dei fumetti tradotti sul grande schermo, le storie di origine possono subire dei cambiamenti, e nel caso di Bucky, il suo debutto è leggermente diverso da quello del MCU.

La sua controparte originale era infatti molto più giovane della versione di Sebastian Stan, addirittura adolescente quando si unì a Steve Rogers come suo aiutante.

Morto per decenni

Raramente la “morte” viene presa sul serio nei fumetti, dal momento che ci si aspetta sempre che i personaggi vengano resuscitati in qualche modo. Ma nel caso di Bucky, gli autori avevano hanno esposto la cosiddetta “clausola” che diceva che fra tutti, solo Bucky Barnes, Jason Todd o lo zio Ben non sarebbero “sopravvissuti”.

Ironia della sorte, sia Jason Todd che Bucky Barnes sono stati riportati in vita nel 2006 entrambi come assassini armati di pistola.

Fonte: Screenrant

Bucky e Tony alle mani nelle nuove foto di Captain America Civil War

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Ecco nuove immagini di Captain America Civil War in cui vediamo non solo meglio Steve Rogers che mette alla prova la sua forza sovrumana, ma anche Bucky e Tony che vengono alle mani. Sarà davvero interessante scoprire come si svilupperanno le relazioni trai personaggi nel film.

GUARDA IL TEASER TRAILER

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In Captain America Civil War lo schieramento di Cap sarà formato da Bucky, Falcon, Ant-Man, Agente 13 e Occhio di Falco. Quello di Iron Man invece da Vedova Nera, War Machine, Black Panther e Vision. Al momento non è ancora chiaro che parte prenderanno Spider-Man e Scarlet Witch.

In attesa di nuovi dettagli in merito ricordiamo che Captain America: Civil War sarà diretto da AnthonyJoe Russo e vedrà nel cast Chris Evans, Robert Downey Jr., Scarlett Johansson, Chadwick Boseman, Sebastian Stan, Samuel L. Jackson, Frank Grillo, Jeremy Renner e Daniel BruhlCaptain America Civil War arriverà nelle sale italiane il 4 maggio 2016.

Fonte: Entertainment Weekly

Bucky Barnes: tutto ciò che può (o potrebbe) fare il braccio in Vibranio

La serie The Falcon and the Winter Soldier ha confermato che Bucky Barnes ha ora un braccio in Vibranio, un metallo raro con proprietà molto speciali. Ciò significa che non si tratta di un normale braccio sostitutivo, ma di un vero e proprio miglioramento che contribuisce a rendere Bucky un vero Super Soldato. Grazie a Screen Rant, scopriamo tutto ciò di cui questo braccio è – o potrebbe essere – capace.

Super forza

buck barnesL’idraulica del vecchio braccio Hydra di Bucky gli ha sempre conferito un grado di forza sovrumana, come ha spesso dimostrato con alcuni pugni particolarmente agghiaccianti in stile piledriver.

Solo i superumani come Spider-Man sono stati in grado di schivare i colpi del Soldato d’Inverno: persino Steve Rogers ha lottato per cercare di frenare quel braccio. È ragionevole presumere che la versione wakandiana non sarà diversa: in effetti, Bucky potrebbe essere più forte che mai.

Assorbimento di energia cinetica

La proprietà più notevole del Vibranio è la sua capacità di assorbire l’energia cinetica. Questa caratteristica venne dimostrata per la prima volta in Captain America: Il primo Vendicatore, quando Steve Rogers usò un prototipo di scudo per bloccare i proiettili sparati contro di lui da una gelosa Peggy Carter: i proiettili non sono rimbalzati sullo scudo, ma sono caduti a terra; la loro energia cinetica è stata assorbita.

Il braccio di Bucky avrà le stesse proprietà e sarà quasi indistruttibile come lo scudo di Captain America, anche se le articolazioni saranno probabilmente dei punti deboli. Una volta che Bucky si è abituato al braccio, dovrebbe essere in grado di integrarlo nel suo stile di combattimento generale, usandolo per aumentare il suo atletismo. Dovrebbe essere in grado di saltare più in alto e in maniera ancora più efficace: se lo userà per bloccare un pugno, è probabile che l’aggressore si romperà il polso.

Proiezione dell’energia cinetica

Il braccio cyborg di Bucky è stato probabilmente creato da Shuri, il più grande scienziato di Wakanda. Come visto in Black Panther, Shuri ha capito come rilasciare l’energia immagazzinata dal Vibranio e ha dato a suo fratello una tuta in grado di raccogliere e rilasciare cariche cinetiche attraverso esplosioni radiali.

È possibile che abbia integrato funzionalità simili nel nuovo braccio del Soldato d’Inverno, anche se non vorrebbe che si liberasse radialmente, perché ciò ferirebbe anche Bucky; piuttosto, avrebbe dovuto progettare qualcosa che potesse proiettare l’energia in un raggio contenuto. Il nuovo braccio di Bucky potrebbe essere utile negli attacchi a distanza, il che significa che il Soldato d’Inverno non ha bisogno di una pistola o di un’arma da lancio per raggiungere i nemici a distanza.

Il vibranio può essere disattivato

Ma Black Panther ha anche stabilito che esiste un punto debole per il Soldato d’Inverno, poiché il film ha rivelato che è possibile generare una sorta di campo elettromagnetico che rende inerte il Vibranio.

Non è chiaro se questo particolare segreto wakandiano sia stato condiviso con il mondo durante il Blip, ma se lo fosse, alcuni nemici di Bucky potrebbero essere in grado di trovare un modo per indebolirlo notevolmente, se dovessero rendersi conto di cosa è fatto il suo nuovo braccio. Di conseguenza, Bucky potrebbe non voler pubblicizzare troppo ampiamente le sue nuove abilità in The Falcon and the Winter Soldier

Bucky Barnes: il futuro del Soldato d’Inverno oltre la serie Disney+

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Il nome di John Nania potrebbe istintivamente non dirvi nulla, ma sappiate che si tratta dello stuntman che opera da controfigura a Sebastian Stan, il Bucky Barnes del MCU, che negli ultimi anni ha contribuito al lavoro dell’attore sul set dei film dell’universo condiviso. Di recente Nania è stato ospite di uno dei podcast di The Screen Forum e ha parlato non soltanto del suo futuro in qualità di stuntman ma anche di quello del personaggio interpretato da Stan.

Avendo lavorato anche sul set dell’attesa serie The Falcon and The Winter Soldier, Nania sembra essersi fatto un’idea di ciò che i Marvel Studios avrebbero in serbo per il futuro del Soldato d’Inverno, e ha condiviso le sue idee proprio durante l’intervista: “Ci sono ancora un bel po’ di cose che mi aspettano e che voglio fare. Non credo che la storia del Soldato d’Inverno nell’Universo Cinematografico Marvel si sia conclusa. Ha ancora molto da fare e non vedo l’ora di farne parte.”

Successivamente, Nania ha elogiato il cast della serie Disney+, la cui produzione è stata ritardata a causa della pandemia di Covid-19, anticipando che i fan dovranno aspettarsi delle scene d’azione davvero epiche: Anthony Mackie, Sebastian Stan, Emily VanCamp, Daniel Brühl, ho visto questi ragazzi recitare e sono dei veri professionisti. Quando lavori con loro capisci perché questi personaggi sono così fantastici e grazie a questo show li vedremo sotto una luce totalmente differente.”

Lo stuntman di Sebastian Stan promette epiche scene d’azione nella serie su Bucky Barnes e Sam Wilson

“Per quanto riguarda l’azione, ho preso parte ad alcune cose piuttosto ambiziose in passato, ma questa, davvero, potrebbe essere il progetto più ambizioso a cui abbia mai lavorato”. Le parole di Nania lasciano presagire una serie ad alto tasso adrenalinico. La speranza è che i Marvel Studios possano portare a termine i lavori su The Falcon and The Winter Soldier il prima possibile. La serie, inizialmente prevista per quest’estate, dovrebbe ora debuttare sul servizio di streaming in autunno. 

Ricordiamo che la serie si svolgerà dopo gli aventi narrati in Avengers: Endgame, in cui Sam e Bucky sono tornati in vita dopo essere rimasti vittima dello “schiocco delle dita” di Thanos, pronti ad aiutare gli altri Vendicatori a sconfiggere il Titano Pazzo ed il suo esercito. The Falcon and The Winter Soldier sarà composta da 6 episodi della durata di un’ora ciascuno. Al momento la serie non è stata rinnovata per una seconda stagione.

Bucky Barnes: 10 cose che solo i fan dei fumetti conoscono

Bucky Barnes: 10 cose che solo i fan dei fumetti conoscono

Bucky Barnes è uno dei personaggi più complessi del MCU. L’ex Soldato d’Inverno ha una storia davvero lunga e complicata alle spalle e, in base all’entusiasmante ultimo trailer di The Falcon and the Winter Soldier, pare che il suo futuro sarà altrettanto travagliato. Tuttavia, la sua storia nei fumetti potrebbe servire da guida a ciò che potrebbe accadere nella serie. Ecco quindi 10 cose – raccolte da Screen Rant – che solo i fan dei fumetti potrebbero sapere sul suo conto e che potrebbe rivelarsi necessarie ai fini della comprensione degli eventi che vedremo nello show Disney+:

Un ruolo da spalla

Nell’universo cinematografico Marvel, Steve Rogers e Bucky Barnes sono leggermente diversi rispetto alla controparte fumettistica. Nel film Captain America: Il primo vendicatore, Bucky è amico e pari di Rogers, ma per molti versi è più esperto di lui. Nei fumetti, invece, è stato presentato come il giovane aiutante di Captain America.

È stato creato dal leggendario autore di fumetti Joe Simon e dall’artista Jack Kirby ed è apparso per la prima volta in “Captain America #1” del marzo 1941, celebre anche per la copertina in cui Cap prende a pugni Hitler. In quel fumetto, Bucky era un uomo più giovane e ammirava profondamente Rogers.

La morte

Il momento decisivo nella storia di Captain America è sicuramente la morte scioccante di Bucky. Il personaggio ha servito più o meno come molte delle altre celebri spalle dei fumetti e dei rispettivi adattamenti cinematografici (come ad esempio Robin nel franchise di Batman), ma mentre Captain America è stato portato avanti nella continuity della Marvel nei primi anni ’60, Bucky è stato lasciato indietro.

Captain America è stato visto come un personaggio più avvincente, anche a causa del suo passato tragico; così, la morte di Bucky è stata descritta retroattivamente in “The Avengers #56” del 1968. 

La resurrezione

A differenza della maggior parte delle morti dei personaggi dei fumetti, quella di Bucky è stata permanente. Sebbene sia apparso in qualche flashback qua e là, Bucky non sarebbe dovuto tornare. Tuttavia, le cose sono cambiate all’inizio degli anni 2000.

Proprio come in una delle migliori retcon cinematografiche della storia, il ritorno di Bucky nel 2005 come assassino potenziato e sottoposto al lavaggio del cervello dai russi durante la Guerra Fredda ha funzionato alla perfezione. Invece di sminuire la sua morte, il suo ritorno ha dato nuova vita al fumetto di Captain America e ha costituito la basi dei film del MCU che seguirono.

“Sputnik”

Lo scrittore Ed Brubaker ha riportato in vita Bucky, lasciandosi ispirare dall’headcanon in Bucky è sopravvissuto al suo incidente ed è stato salvato dai soldati russi. I russi hanno fatto il lavaggio del cervello a un Bucky ferito e hanno attivato le sue capacità letali con una semplice frase: “Sputnik”.

Questo era ovviamente un riferimento al primo satellite artificiale lanciato dall’Unione Sovietica. Nel MCU, le parole chiave di Bucky Barnes sono più numerose e complicate.

La storia con Vedova Nera

Bucky Barnes ha avuto un’intera vita come Soldato d’Inverno di cui nessuno era a conoscenza. Parte di essa ha coinvolto una storia d’amore con un’altra importante spia russa, Natasha Romanoff, ossia Vedova Nera.

Ci sono un certo numero di eroi Marvel che amano Vedova Nera e Bucky, almeno nei fumetti, figura tra questi. La loro relazione è iniziata mentre Nata si stava allenando nel programma Vedova Nera, quando entrambi erano agenti segreti. Dopo che entrambi disertarono e Bucky tornò dai Vendicatori, si riaccese brevemente la loro storia d’amore.

Ha ucciso la moglie di Wolverine

Wolverine è stato innamorato di alcune donne nei fumetti Marvel. Molte di quelle relazioni, tuttavia, finirono tragicamente. Una delle peggiori è stata proprio per mano del Soldato d’Inverno. Durante il suo mandato come assassino russo segreto, Bucky Barnes ha ucciso Itsu Ashkiro, l’amante di Wolverine in Giappone.

Era incinta del loro figlio in quel momento e Wolverine pensava che anche il bambino fosse morto. In seguito avrebbe scoperto che era sopravvissuto e che era cresciuto fino a diventare Daken, che è stato sia un cattivo che un alleato del padre.

È diventato Captian America

Il passato di Bucky è stato molto difficile. Il suo presente non è stato di certo migliore. Non molto tempo dopo essere tornato ed aver scelto di servire la verità e la giustizia, il suo migliore amico Steve Rogers sembrava essere morto.

Il film Captain America: Civil War ha cambiato molte circostanze rispetto al fumetto su cui era basato. Uno di queste era Steve che morira e Bucky che assumeva il ruolo di Captain America. Bucky inizialmente detiene lo scudo per impedire a qualcun altro di perderlo, ma in seguito scopre che Steve Rogers ha sempre voluto che fosse lui ad ereditare il mantello.

La seconda morte

Il percorso di Bucky nei panni di Captain America è stato piuttosto tortuoso. Ha gestito le cose in modo diverso rispetto a Steve Rogers, ma ha anche compiuto l’ultimo sacrificio, in un grande evento crossover chiamato “Fear Itself”.

I personaggi muoiono nei film del MCU tutto il tempo, ma Bucky ne ha fatto una sorta di “abitudine” nei fumetti. Bucky è stato ucciso dalla figlia del Teschio Rosso, Skadi, e questa volta non sarebbe rimasto morto per decenni. Non molto tempo dopo, infatti, Bucky è stato riportato in vita dalla Formula Infinity, un farmaco creato dallo S.H.I.E.L.D per rallentare l’invecchiamento. Anche Rogers era tornato a questo punto; Bucky tornò quindi a essere il Soldato d’Inverno. 

Ultimate Bucky

Sappiamo che WandaVision avrà un impatto importante sulla Fase 4 del MCU, inclusa l’introduzione del concetto del Multiverso, che a sua volta ha un ruolo importante nei fumetti. Anche Bucky Barnes ha già visto alcune vite alternative.

Una, in particolare, è l’universo “Ultimate Comics” di Earth-1610. Qui, Bucky sopravvive alla Seconda Guerra Mondiale, mentre Steve – apparentemente – muore. Bucky si sposa, ha una famiglia e vive una vita lunga e felice nel presente, senza la violenza e la tragedia narrate in Earth-616.

Legione della Libertà

Bucky “morì” durante la Seconda Guerra Mondiale, ma le sue avventure nei fumetti si espansero comunque. A partire dagli anni ’70, Bucky venne riconvertito a capo della Legione della Libertà, un gruppo di supereroi della Seconda Guerra Mondiale che seguirono il classico team dell’era della guerra, gli Invasori.

Questa squadra comprendeva una serie di eroi ed eroine del periodo. In particolare tra loro c’era The Whizzer, il personaggio che era stato identificato come il padre di Wanda e Pietro Maximoff fino a quando, negli anni ’80, attraverso una retcon, divenne Magneto il loro padre.

Bucky Barnes e la lettura de Lo Hobbit: Sebastian Stan appoggia la teoria di un fan

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Sebastian Stan sembra appoggiare una divertente teoria dei fan riguardo i primi giorni dell’amicizia tra Bucky Barnes e Steve Rogers. La relazione tra i due personaggi nel MCU è essenzialmente il cuore pulsante della trilogia cinematografica di Captain America: inizia da prima che Steve diventasse l’eroe a stelle e strisce e prosegue fino ai giorni nostri, quando Bucky diventa il Soldato d’Inverno.

Il loro profondo legame ha portato alcuni fan a credere che potrebbe esserci una vera e propria relazione romantica tra i due, anche se la Marvel ha sempre ribadito la natura platonica del loro rapporto. Ora, una delle tante teorie emerse nel corso degli anni a proposito della storia tra Bucky e Stan ha attirato l’attenzione dell’interprete del Winter Soldier, ossia Sebastian Stan.

In The Falcon and the Winter Soldier viene spiegato che Bucky ha avuto la possibilità di leggere Lo Hobbit nel 1937, la prima volta che il celebre romanzo è stato pubblicato. Ora, un fan del MCU, via Twitter, ha cercato di fornire un maggiore contesto alla situazione, suggerendo che c’è stato un momento in cui qualcuno ha informato Bucky “che Steve era di nuovo coinvolto in un combattimento e Bucky aveva appena messo giù il romanzo, esclamando: ‘Quel mio amico non mi lascia leggere!’. Stan ha quindi condiviso il tweet attraverso le sue storie di Instagram e ha confermato di essere assolutamente d’accordo con questa teoria.

The Falcon and the Winter Soldie, la serie tv

The Falcon and the Winter Soldier è l’annunciata spin off del franchise di Captain America e fa parte della fase 4 del Marvel Cinematic Universe che si estenderà nel racconto seriale per debuttare su Disney+.

In The Falcon and the Winter Soldier l’attore  Anthony Mackie e Sebastian Stan riprendono i loro rispettivi ruoli di Falcon e Bucky Barnes, mentre Daniel Bruhl riprenderà il suo ruolo di Barone Zemo mentre Emily VanCamp tornerà come Sharon Carter (aka Agente 13), e Russell interpreterà John Walker che è anche conosciuto nei fumetti come il fanatico Super Patriot.

Bucky Barnes bisessuale? Lo showrunner di The Falcon and the Winter Soldier risponde

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Durante il primo episodio di The Falcon and the Winter Soldier, Bucky Barnes si reca ad un appuntamento con una donna e menziona di aver visto molte “foto di tigri” sulle app di appuntamenti che ha usato (qualcosa che sarebbe più probabile vedere sui profili degli uomini).

Ciò ha portato alla nascita di numerose speculazioni secondo cui l’ex assassino dell’HYDRA interpretato da Sebastian Stan potrebbe essere bisessuale. Per quanto possa apparire come una forzatura, NME ha comunque voluto chiedere delucidazioni a Malcolm Spellman, showrunner della serie. “Non mi voglio sbilanciare, ma continuate a guardare”, ha risposto Spellman, lasciando intendere che nei prossimi episodi verrà finalmente chiarito l’orientamento sessuale di Bucky.

Se la bisessualità di Bucky dovesse essere confermata, sarebbe certamente una mossa coraggiosa da parte della Marvel far intraprendere al personaggio questo tipo di percorso. Tuttavia, il materiale promozionale della serie ha spinto numerosi fan a chiedersi se la serie non possa intavolare anche qualche barlume di romanticismo nelle dinamiche tra Bucky e la Sharon Carter di Emily Van Camp.

Naturalmente, soltanto il tempo ci fornirà tutte le risposte del caso. Le teorie circa la presunta bisessualità di Bucky derivano dal fatto che i fan del MCU hanno sempre sostenuto una potenziale ship tra il Soldato d’Inverno e lo Steve Rogers di Chris Evans: nel corso degli anni, infatti, sono in molti ad aver voluto leggere la loro non come una semplice amicizia profonda, ma come una vera e propria relazione romantica.

BTS Monuments: Beyond The Star, le icone pop tornano su Disney+

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BTS Monuments: Beyond The Star, le icone pop tornano su Disney+

Dopo l’eccezionale debutto nel 2022 su Disney+ con BTS: PERMISSION TO DANCE ON STAGE – LA, i BTS, le icone pop del XXI secolo, tornano nella casa dei contenuti coreani pluripremiati con BTS Monuments: Beyond The Star, una nuova docuserie in otto episodi in arrivo dal 20 dicembre in esclusiva su Disney+.

Con interviste mai viste prima, performance e momenti dietro le quinte con RM, Jin, SUGA, j-hope, Jimin, V e Jung Kook, BTS Monuments: Beyond The Star condurrà il pubblico in un viaggio attraverso i 10 anni di carriera del gruppo, mettendo in luce i loro alti e bassi per la prima volta in un avvincente formato docuserie.

Con la partecipazione del presidente di HYBE, Bang Si-Hyuk, e dell’autore di BEYOND THE STORY : 10-YEAR RECORD OF BTS Kang Myeongseok, BTS Monuments: Beyond The Star ripercorre i momenti chiave del gruppo nel corso degli anni, mostrando com’è nato, come è stato prepararsi per il debutto e come è stato vincere il premio come “best new artist” ai Melon Music Awards 2013. Nel corso degli episodi sono messe in evidenza le loro lotte durante il periodo di “Danger”, parlando dei loro primi concerti, del debutto agli American Music Awards e ai Billboard Music Awards, di come è stato diventare delle star in America, parlando alle Nazioni Unite, esibendosi al Rose Bowl Stadium, dell’emozione di esibirsi al Wembley Stadium di Londra e molto altro ancora.

L’imminente docuserie punta i riflettori anche su momenti molto personali del loro passato, come il modo in cui si sono incontrati per la prima volta, il processo iniziale di rinnovo del contratto, le difficoltà di isolamento durante il COVID e altri momenti più spensierati come la festa di compleanno a sorpresa di j-hope e la cerimonia di diploma di Jung Kook.

Disney+ ha annunciato anche i titoli di ciascuna delle otto parti della docuserie, dando ai fan un’idea di cosa possono aspettarsi da ogni episodio:

Episodio 1 – Gli Inizi
Episodio 2 – L’adolescenza
Episodio 3 – La ricerca della felicità
Episodio 4 – Disconnessi
Episodio 5 – BENVENUTI!
Episodio 6 – Cominciare e ricominciare
Episodio 7 – Ancora noi
Episodio 8 – Promesse future

Con un doppio episodio in arrivo dal 20 dicembre e due nuove parti in uscita ogni mercoledìBTS Monuments: Beyond The Star si aggiungerà a tutta una serie di imperdibili contenuti BTS disponibili su Disney+, tra cui: BTS: PERMISSION TO DANCE ON STAGE – LA, un esclusivo film concerto in 4K con la performance live dei BTS al Sofi Stadium di Los Angeles nel novembre 2021; SUGA: Road to D-DAY, un documentario approfondito che segue SUGA dei BTS mentre viaggia in tutto il mondo da Seoul a Tokyo, Las Vegas e oltre alla ricerca di ispirazione musicale per il suo ultimo album D-DAY; j-hope IN THE BOX, un documentario dietro le quinte che mostra la creazione del primo album solista di j-hope, Jack In The Box; e IN THE SOOP : Friendcation, un originale travel reality show con un cast stellare che comprende V dei BTS, Park Seojun di Itaewon Class, Choi Wooshik, star dei Parasite, Park Hyungsik dei Soundtrack #1 e Peakboy, in cui i cinque amici si avventurano in un viaggio a sorpresa e si dedicano a una serie di attività divertenti.

I primi due episodi di BTS Monuments: Beyond The Star saranno disponibili dal 20 dicembre in esclusiva su Disney+.

BRZRKR: Mattson Tomlin (The Batman) conferma che la sceneggiatura è pronta!

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Si dice che lo scrittore di Batman Mattson Tomlin sia al lavoro sul prossimo sequel, ma lo sceneggiatore ha ora confermato che ha anche recentemente finito di scrivere la sceneggiatura di BRZRKR di Netflix.  Interpretato da Keanu Reeves, c’è un’enorme quantità di entusiasmo per questo particolare adattamento dai fumetti, e lo scrittore ha seguito un Tweet di giugno confermando che stava parlando di questo film quando ha detto: “Sconvolto e squilibrato che mi è stato permesso di scrivi questo film”.

Adattando l’omonima serie di fumetti firmata dallo stesso Keanu Reeves, Matt Kindt e Ron Garney, l’attore ha precedentemente descritto il personaggio del titolo come “maledetto dalla violenza è un uomo che cerca di scoprire chi è”. Il film è stato annunciato per la prima volta lo scorso marzo, con i piani per una serie spin-off anime annunciata anche da Netflix. Reeves interpreterà “B” in entrambi gli adattamenti, nessuna grande sorpresa quando il fumetto descrive l’enigmatico tosto con le sembianze dell’attore.  Tomlin non è estraneo al genere dopo aver scritto in precedenza Project Power e l’imminente serie anime  Terminator che è anche legata a Netflix.

BRZRKR al momento non ha un regista, una data di uscita o un cast oltre a Reeves come protagonista, quindi è ancora presto per sapere di più. Presumiamo che l’attore inserirà il progetto nella sua programmazione dato che è stato confermato che ritornerò nell’annunciato Constantine 2, anche se rimane impegnato come non mai dopo la sua rinascita grazie al franchise di John Wick della Lionsgate.

“L’uomo conosciuto solo come B. è per metà mortale e per metà Dio, maledetto e costretto alla violenza… anche al sacrificio della sua sanità mentale”, recita la descrizione ufficiale della serie di fumetti. “Ma dopo aver vagato per il mondo per secoli, i Berzerker potrebbero aver finalmente trovato un rifugio, lavorando per il governo degli Stati Uniti per combattere battaglie troppo violente e troppo pericolose per chiunque altro”. “In cambio, a B. sarà concessa l’unica cosa che desidera: la verità sulla sua infinita esistenza intrisa di sangue… e come porvi fine.”

BRZRKR: l’esordio di Keanu Reeves nel mondo dei comics

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BRZRKR: l’esordio di Keanu Reeves nel mondo dei comics

Panini Comics presenta BRZRKR, l’atteso esordio come sceneggiatore nel mondo dei fumetti di Keanu Reeves, uno degli attori hollywoodiani più amati e apprezzati. Il primo dei quattro volumi di cui sarà composta la serie è disponibile da giovedì 3 marzo in fumetteria, libreria e su Panini.it.

Affiancato dallo scrittore Matt Kindt (Mind MGMT, Justice Leauge of America) e dal disegnatore Ron Garney (Capitan America, Wolverine), la star di Matrix racconta l’avvincente e drammatica storia di Berzerker, un guerriero immortale che attraversa i secoli lasciando dietro di sé una scia di sangue e morte. Ora B. (come è conosciuto) lavora per gli Stati Uniti e combatte battaglie troppo violente e pericolose per chiunque altro. In cambio gli è stata promessa l’unica cosa che davvero desidera e che non può avere: la verità sulla sua esistenza senza fine… e la maniera per porvi termine.

Creare ed essere co-scrittore di BRZRKR è stata una grande emozione” commenta Keanu ReevesAmo i fumetti fin da quando ero un ragazzino e hanno avuto un’influenza determinante sul corso di tutta la mia carriera artistica. Questa storia parla di un uomo immortale maledetto da un potere, costretto a commettere atti di violenza e a cercare un significato in una vita consumata dal caos. Siamo felici che possiate unirvi a noi nel viaggio di Berzerker verso la ricerca della pace. Spero vi piaccia!”.

BRZRKR è il progetto che ha ottenuto il finanziamento più alto di sempre sulla piattaforma di crowdfunding Kickstarter, e il suo numero 1 è l’albo di debutto più venduto negli USA in oltre venticinque anni. Per i più appassionati sarà disponibile anche uno speciale cofanetto contenente i primi quattro capitoli della serie in formato spillato, così come sono usciti negli USA, che sarà acquistabile dal 3 marzo esclusivamente sul sito Panini.it.

Una nuova avvincente storia da non perdere, dunque, per tutti i fan dell’attore e per chiunque voglia lasciarsi affascinare da un concentrato di azione e colpi di scena della serie diventata uno dei casi editoriali del 2021 negli Stati Uniti.

BRZRKR: Keanu Reeves rivela che potrebbe dirigere il film per Netflix

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Grazie al  franchise di John Wick, Keanu Reeves sta vivendo una seconda vita a Hollywood negli ultimi anni e, dopo aver ripreso il ruolo di Neo in The Matrix Resurrections, tornerà anche come Hellblazer della DC Comics in Constantine 2. Un altro grande progetto all’orizzonte per l’attore è l’adattamento di Netflix del suo fumetto e di Matt Kindt e Ron Garney, BRZRKR. Keanu Reeves è comprensibilmente coinvolto per interpretare il personaggio che condivide la sua somiglianza sulla pagina, ma potrebbe anche decidere di mettersi dietro la macchina da presa per dirigere il film Netflix?

Lo sceneggiatore di Batman, Mattson Tomlin, ha recentemente finito di scrivere la sceneggiatura e il progetto ha bisogno di un regista! Parlando con Collider, Reeves ha detto: “Ho ricevuto [la sceneggiatura] ieri o due giorni fa. Non l’ho ancora letto”. Ha continuato dicendo che sono ancora “primi giorni” quando si tratta di trovare un regista, ma ha sottolineato che c’è un “33%” di lui possa scegliere di farsi carico del film. Per l’attore non sarebbe proprio un debutto da regista, dato che ha già diretto nel 2013 Man of Tai Chi.

“So quanto ci sia un sacco di lavoro, ma il film che ho diretto, Man of Tai Chi, è nato e sono diventato il regista perché facevo parte del processo di scrittura e non volevo cederlo. Ho era come, oh, ok. Devo dirigere questo. Non sono ancora arrivato in “BRZRKR”. Devo leggere la sceneggiatura, ma sono anche interessato ad avere un collaboratore e vedere cosa potrebbero apportare. “

Non siamo sicuri di quanto Keanu Reeves sia serio nel voler dirigere BRZRKR e scommettiamo che l’attore alla fine sceglierà un regista con cui sarà felice di lavorare. Tuttavia, sarebbe molto divertente per lui essere così pratico con quello che è chiaramente un progetto personale, e siamo sicuri che Netflix sarebbe felice di vedere l’attore sia davanti che dietro la telecamera.

BRZRKR, che film sarà? 

BRZRKR al momento non ha un regista, una data di uscita o un cast oltre a Reeves come protagonista, quindi è ancora presto per sapere di più. Presumiamo che l’attore inserirà il progetto nella sua programmazione dato che è stato confermato che ritornerò nell’annunciato Constantine 2, anche se rimane impegnato come non mai dopo la sua rinascita grazie al franchise di John Wick della Lionsgate.

“L’uomo conosciuto solo come B. è per metà mortale e per metà Dio, maledetto e costretto alla violenza… anche al sacrificio della sua sanità mentale”, recita la descrizione ufficiale della serie di fumetti. “Ma dopo aver vagato per il mondo per secoli, i Berzerker potrebbero aver finalmente trovato un rifugio, lavorando per il governo degli Stati Uniti per combattere battaglie troppo violente e troppo pericolose per chiunque altro”. “In cambio, a B. sarà concessa l’unica cosa che desidera: la verità sulla sua infinita esistenza intrisa di sangue… e come porvi fine.”

Bryce Dallas Howard: intervista alla protagonista di Jurassic World – Il dominio

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Dopo quella a Chris Pratt, ecco la nostra video intervista a Bryce Dallas Howard protagonista dell’atteso Jurassic World – Il dominio, il capitolo finale del franchise di successo che debutterà al cinema il 2 giugno 2022 in tutto il mondo. Quest’estate vivi la conclusione epica dell’era Giurassica, con due generazioni che si incontrano per la prima volta. Chris Pratt e Bryce Dallas Howard sono affiancati dalla vincitrice dell’Oscar Laura Dern, Jeff Goldblum e Sam Neill in Jurassic World – Il dominio, un’audace nuova avventura tempestiva e mozzafiato che abbraccia il mondo.

Dall’architetto e regista di Jurassic World Colin Trevorrow, Jurassic World – Il dominio si svolge quattro anni dopo la distruzione di Isla Nublar. I dinosauri ora vivono e cacciano insieme agli umani in tutto il mondo. Questo equilibrio fragile rimodellerà il futuro e determinerà, una volta per tutte, se gli esseri umani rimarranno i predatori dominanti su un pianeta che ora condividono con le creature più temibili della storia.

Jurassic World – Il dominio, di Universal Pictures e Amblin Entertainment, spinge il franchise da oltre 5 miliardi di dollari in un territorio audace e inesplorato, caratterizzato da dinosauri mai visti, azione vertiginosa e nuovi sorprendenti effetti visivi.

Jurassic World – Il dominio, il film

In Jurassic World – Il dominio vedrà sia Chris Pratt che Bryce Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a loro, ritroveremo anche Justice Smith, Daniella Pineda, Jake Johnson e Omar SyLaura Dern e Sam Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che avevano in Jurassic Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e il Dr. Alan Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta nel Jurassic Park 3 del 2001. Un altro eroe originale, Ian Malcolm, interpretato da Jeff Goldblum, ha firmato per tornare in Jurassic World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta in Jurassic World: Il Regno Distrutto.

Il Dominio si svolge quattro anni dopo la distruzione di Isla Nublar. I dinosauri ora vivono e cacciano insieme agli umani in tutto il mondo. Questo equilibrio fragile rimodellerà il futuro e determinerà, una volta per tutte, se gli esseri umani rimarranno i predatori dominanti su un pianeta che ora condividono con le creature più temibili della storia. Jurassic World – Il dominio arriverà in sala il 2 giugno 2022.

Bryce Dallas Howard: 10 cose che non sai dell’attrice

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Bryce Dallas Howard: 10 cose che non sai dell’attrice

Bryce Dallas Howard non è la classica figlia d’arte: ha saputo farsi da sola e, camminando con le proprie gambe, senza alcun favoritismo, è riuscita a raggiungere il successo. La sua è stata una gavetta speciale, iniziata dalla più tenera età, quando papà Ron la portava sui set dei suoi film. Eppure, l’attrice ha fatto dell’umiltà e del lavorare sodo i suoi mantra: non a caso, perseguendo questi ideali, ha saputo fare breccia e rimanere nel cuore di milioni di persone in tutto il mondo che la seguono e la sostengono.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Bryce Dallas Howard.

Bryce Dallas Howard: i suoi film

1. Ha recitato in celebri film. Bryce Dallas Howard ha iniziato ben presto a dare vita ad una carriera nel mondo della recitazione. Infatti, l’attrice americana ha iniziato a recitare in alcuni film del padre, come Parenti, amici e tanti guai (1989), Apollo 13 (1995), Il Grinch (2000) e A Beautiful Mind (2001). In seguito, grazie a queste apparizioni, la Howard recita in The Village (2004), Manderlay (2005), Lady in the Water (2006), As You Like It – Come vi piace (2006) e Spider-Man 3 (2007). La sua carriera continua con Terminator Salvation (2009), The Twilight Saga: Eclipse (2010), Hereafter (2010), 50/50 (2011) e The Help (2011). Nel 2015 raggiunge l’apice del successo grazie a Jurassic World (2015), continuando con Il drago invisibile (2016) e Gold – La grande truffa (2016). Gli ultimi film da lei realizzati sono Jurassic World – Il regno distrutto (2018), Rocketman (2019) e Jurassic World – Il dominio (2022).

2. È anche doppiatrice e regista. Bryce Dallas Howard, oltre ad aver lavorato come attrice anche per il piccolo schermo, come in Arrest Development – Ti presento i miei (2018) e Black Mirror (2016), è anche una doppiatrice. Infatti, Bryce ha lavorato al doppiaggio dei videogiochi LEGO Jurassic World (2015), LEGO Dimensions (2015) e Jurassic World Evolution (2018), oltre che al film Un viaggio a quattro zampe (2019). Ma la Howard sta seguendo le orme paterne, tanto che anche lei ha qualche esperienza come regista: infatti, ha lavorato alla regia dei corti Orchids (2006), When You Find Me (2011) e Solemates (2015),  al segmento Lucy del film tv Call Me Crazy : A Five Film (2013). Di recente ha diretto gli episodi Sanctuary e The Heiress della serie The Mandalorian.

bryce dallas howard

Bryce Dallas Howard in Twilight

3. Ha lavorato in The Twilight Saga: Eclipse. L’attrice Americana ha partecipato ad una delle saghe più proficue degli ultimi anni, ovvero quella di Twilight. La Howard, infatti, ha lavorato ad Eclipse, il terzo capitolo: nella fattispecie, Bryce ha sostituito Rachelle Lefevre che non poteva tornare nei panni di Victoria.

4. Non ha avuto problemi con il resto del cast. Anche se ha dovuto impersonare il personaggio che era già di un’altra attrice, non si sono creati problemi sul set. Anzi, la Howard è stata ben accolta e ha saputo gestire bene la situazione, legando molto con i protagonisti e con il resto della troupe, riuscendo a fare fronte alle critiche rivolte a questo cambio attoriale.

Bryce Dallas Howard in Jurassic World

5. È la protagonista di Jurassic World. Dal 2015, Bryce Dallas Howard è diventata la protagonista nella nuova trilogia sul mondo di Jurassic Park, iniziata con Jurassic World. In questo film, infatti, l’attrice interpreta Claire Dearing, manager del Jurassic World, ritornando poi anche nel sequel Jurassic World – Il regno distrutto e in quello che poi sarà il terzo capitolo.

6. In Jurassic World è vestita di bianco per un buon motivo. Il fatto che Bryce Dallas Howard sia vestita sempre di bianco in Jurassic World, lo si deve ad un puro omaggio a sir Richard Attenborough che, in Jurassic Park era vestito di bianco.

Bryce Dallas Howard in Spider-Man 3

7. Ha interpretato Gwen Stacy. Prima di diventare celebre come è oggi, la Howard aveva avuto un piccolo ma significativo ruolo nel film Spider-Man 3. Qui ha infatti interpretato il personaggio di Gwen Stacy, particolarmente importante nel mondo di Spider-Man. Per questo film l’attrice si tinse di biondo e decise di interpretare personalmente tutti gli stunt previsti, anche i più rischiosi. Fece ciò senza sapere di essere incinta al momento delle riprese.

bryce dallas howard

Bryce Dallas Howard in Il Grinch

8. Ha recitato in Il Grinch. Il Grinch è un film per famiglie, e questo è un dato di fatto; ma in pochi sanno che è un film in cui ha partecipato una famiglia intera, ovvero quella di Howard. Ron Howard, infatti, non è solo il regista del film: è comparso anche davanti alla macchina da presa, insieme alla moglie e alla figlia Bryce. In realtà, alla fine, Bryce compare solo per un breve cammeo, nei panni di un personaggio che rimane sorpresa nel vedere che sia proprio il Grinch ad accendere le luci di Natale.

Bryce Dallas Howard: il marito e i figli

9. Bryce Dallas Howard si è sposata molto giovane. La famiglia Howard è composta da matrimoni duraturi, basta guardare quello di papà Ron e mamma Cheryl, che stanno insieme praticamente dal liceo, oppure quello dei nonni, insieme da quando avevano 19 anni. Nel 2006, Bryce ha sposato il collega Seth Gabel e i due hanno avuto due figli: nel febbraio del 2007 è nato Theodore Norman Howard-Gabel e nel gennaio 2012 è nata Beatrice Jean Howard-Gabel.

Bryce Dallas Howard: altezza

10. Bryce Dallas Howard non è bassa. Bryce Dallas Howard non è una donnona, ma non è nemmeno una piccoletta: l’attrice, infatti, è alta 170 centimetri. La sua, quindi, è una statura media e ciò le ha consentito di poter interpretare tutti i ruoli da lei scelti, senza avere nessun tipo di problema.

Fonti: IMDb, biography, thefamouspeople

Bryce Dallas Howard: “Voglio essere Captain Marvel!”

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Bryce Dallas Howard: “Voglio essere Captain Marvel!”

Arriverà nei cinema soltanto il 2 novembre 2018, eppure i fan non vedono l’ora di conoscere il nome dell’attrice che interpreterà Captain Marvel sul grande schermo. Dopo i rumor su Charlize Theron (Mad Max: Fury Road), Emily Blunt (Edge of Tomorrow) e Yvonne Strahovski (Chuck), oggi sul web impazza il nome di Bryce Dallas Howard (The Help), che vedremo a breve sui nostri schermi nell’attesissimo Jurassic World.

Non che sia già nato del facile chiacchiericcio intorno alla sua persona, ma sembrerebbe proprio che la star di The Village e Lady in the Water non veda l’ora di prendere parte ad un cinecomic targato Marvel. In una recente intervista con CinemaBlend, infatti, la figlia del grande Ron Howard ha parlato della possibilità di apparire in un film di supereroi e del potenziale ruolo del titolo proprio in Captain Marvel:

“Vi prego, scrivetelo. Potete scriverlo per favore? Dite che voglio essere Captain Marvel – ha detto l’attrice – Facciamo partire una campagna. I film Marvel sono fantastici. Parlano di personaggi incredibili. Rappresentano la gioia dei fumetti: ti appassioni a questi personaggi e non vedi l’ora di continuare a seguire le loro storie, film dopo film dopo film. Si tratta davvero di pellicole che cercano di raccontare chi sono davvero questi supereroi. Sì, senza dubbio. Mi piacerebbe tantissimo prendere parte ad un film Marvel!”.

Fonte

Bryce Dallas Howard raggiunge in corsa Matthew McConaughey

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Bryce Dallas Howard raggiunge in corsa Matthew McConaughey

Bryce Dallas Howard è entrata a far parte del cast di Gold. L’attrice di Jurassic World sale in corsa su un treno che è già partito e dovrà cominciare a lavorare presumibilmente molto presto al fianco di Matthew McConaughey che è già a metà lavorazione.

GUARDA ANCHE – Bryce Dallas Howard NON è Jessica Chastain: il musical

Nel film sono già confermati nel cast Corey Stoll, Edgar Ramirez, Toby Kebbell, Bruce Greenwood e Stacy Keach.

McConaughey, un uomo d’affari in cattive condizioni economiche e quindi alla ricerca di quell’oro, che si allea con un geologo/esploratore (Ramirez) a cui si affiderà come sua guida per addentrarsi nella giungla.

Gold è il ritorno alla regia di Gaghan, che non tornava dietro la macchina da presa dai tempi di Syriana, nel 2005. Il film valse un premio Oscar a George Clooney.

Bryce Dallas Howard premieta al CinemaCon 2016

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Bryce Dallas Howard premieta al CinemaCon 2016

Protagonista del più grande successo al box office del 2015 (prima dell’avvento di Star Wars il Risveglio della Forza), Bryce Dallas Howard sarà onorata al CinemaCon 2016 con il premio Excellence in Acting.

La convention ufficiale del National Association of Theatre Owners (NATO) si svolgerà dall’11 al 14 aprile al Caesars Palace di Las Vegas. L’assegnazione del riconoscimento si svolgerà nella serata di chiusura dell’evento.

Mitch Neuhauser, Managing Director del CinemaCon 2016, ha così commentato la scelta di assegnare all’attrice di Jurassic World il premio: “Un’attrice talentuosa e versatile, Bryce Dallas Howard ha intrattenuto il pubblico di tutto il mondo con le sue stellari performance in successi come The Village, The Help, 50/50 e naturalemente il fenomeno del 2015, Jurassic World. CinemaCon è eccitato di avere l’opportunità di onorare un’attrice così dotata durante la notte di chiusura dell’evento.”

Fonte: CS

Bryce Dallas Howard piange a comando [video]

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Bryce Dallas Howard piange a comando [video]

Da ieri sui nostri schermi, Bryce Dallas Howard si prepara a tornare alla ribalta dopo anni di lontananza dai cinema. In Jurassic World è una donna in carriera, rigida e un po’ frigida, che cerca di lavorare al meglio, nella vita vera invece la figlia di Ron sembra piuttosto incline alla risata, solare e divertente.

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Ecco come, da Conan O’Brian, ha mostrato di come riesce a piangere a comando. Chissà come se l’è vista brutta papà Howard di fronte a una figlia così capace di manipolare le emozioni altrui!

Il nuovo film è ambientato 22 anni dopo gli eventi terribili del film originale Jurassic Park. Vi ricordiamo che Jurassic World, attualmente in fase di riprese è diretto dal regista Colin Trevorrow  e  uscirà al cinema negli USA il 12 Giugno 2015.

Colin Trevorrow ha scritto la sceneggiatura con Derek ConnollySteven Spielberg, Frank Marshall e Pat Crowley sono i produttori. Protagonisti della pellicola sono al momento confermati Chris PrattBryce Dallas Howard, Ty Simpkins, Jake Johnson, Nick Robinson, Andy Buckley e Irrfan Khan.

Jurassic World sarà diretto da Colin Trevorrow (Safety Not Guardanteed), accompagnato nella sceneggiatura da Derek Connolly, e arriverà in 3D nelle sale USA a partire dal 12 Giugno 2015. Frank Marshall e Pat Crowley sono i produttori della pellicola. Spielberg sarà il produttore esecutivo del sequel e affiancherà il regista nella lavorazione del film.

Bryce Dallas Howard passa alla regia

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Un Breakfast Club per la mia generazione” così Bryce Dallas Howard definisce il suo prossimo film. La novità è che la figlia di Ron Howard, proprio come il padre, si prepara a dirigere questo film per il quale ha anche scritto la sceneggiatura in collaborazione con Dane Charbeneau.