Alla Casa del Cinema
Alessandro Gassman insieme al cast e ai produttori
presenta la sua opera prima, Razzabastarda,
vincitrice del Premio Francesco Laudadio nella sezione
ItaliaFilmFest “Oper prime e seconde” nell’ambito della IV edizione
del BIF&ST.
Alla sua prima regia per il cinema,
Gassman arriva dopo ben sei regie teatrali e, non possiamo fare a
meno di dirlo, l’esperienza si vede! Patrocinato da Amnesty
International, il film è anche un importante traguardo per Gassman
in qualità di attivista dell’Organizzazione: da sei anni, ormai, si
batte per i Diritti Umani e, riguardo alla parte che il cinema può
fare nella lotta, dice: “In un paese come l’Italia, in cui
l’impatto dell’immigrazione è forte, penso che anche il cinema si
debba interrogare. Credo sia un buon servizio per un paese
democratico che, da tale, dovrebbe concedere la cittadinanza a chi
nasce in Italia da genitori non italiani. Nelle mie stesse vene
scorre sangue misto: mia nonna era ebrea e, nel periodo fascista, è
stata costretta a cambiare nome. Anche questo mi ha spinto a fare
questo film: il fatto che mi piacerebbe vivere in un paese dove
nessuno sia costretto a cambiare cognome”.
Riguardo la mancanza di lieto fine,
Gassman parla delle differenze con la piéce teatrale, diretta da
lui stesso e dal quale il film è tratto: “in teatro Roman si
spara di striscio, quindi ne segue una lunga agonia e un lungo
monologo, al cinema non poteva essere riportato tutto questo.
Questo finale così brusco è voluto, avevo bisogno che restasse una
sensazione di malessere, per indurre a riflettere: non è una storia
che merita un happy ending”.
Interrogato riguardo ai personaggi
e la relativa preparazione, il cast risponde:
Manrico Gammarota (Geco):
Tutti i personaggi sono delle anime smarrite, siamo tutti
bambini spaventati e questo ci accomuna, per cui ho cercato di dare
a Geco poesia, ma soprattutto umanità.
Madalina Ghenea (Dorina):
è una storia in cui mi sono ritrovata molto, io stessa sono
andata via di casa a 14 anni per aiutare la mia famiglia. Nel mio
caso è andata molto bene ma, nella maggior parte dei casi, si
finisce come Dorina, per cui ho sentito molto questo
personaggio.
Giovanni Anzaldo (Nicu):
è stato bello fare questo film perché ho lavorato molto
sull’insicurezza, sulle debolezze umane. Nicu è uno che ha bisogno
sempre di qualcun altro, è dipendente, e per un attore è
interessante esplorare un personaggio del genere.
Matteo Taranto (Dragos):
Dragos è un personaggio temibile, ma che in realtà nasconde una
grande umanità, che ferisce per non essere ferito. La mia più
grande preoccupazione era dargli credibilità.
Nadia Rinaldi (Maddalena):
Io e Roman siamo personaggi molto simili, siamo gli unici due
genitori e, significativamente, Maddalena è l’unico personaggio che
riesce a fargli paura.
Ringraziando Alessandro
Gassman, Carlotta Sami, rappresentate di Amnesty
International, mette in evidenza come il film “metta a confronto
due esclusioni: quella degli italiani poveri e quella degli
extracomunitari che si aiutano fra loro”.
Per chiudere, Gassman parla di
informazione e di quanto questa sia importante per imparare ad
“accettare coloro che arrivano e continueranno ad arrivare qui,
non solo per necessità, ma soprattutto per imparare da loro, per
migliorare”.
In uscita il 18 Aprile,
Razzabastarda è una promettente opera prima, che fa ben
sperare sui prossimi lavori di Gassman.