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A Family Affair: la spiegazione del finale del film

A Family Affair spiegazione finale
Nicole Kidman è Brooke Harwood, Zac Efron è Chris Cole e Joey King è Zara Ford in A Family Affair. Cr. Tina Rowden / Netflix © 2023

A Family Affair (qui la recensione) di Netflix è una commedia sentimentale (simile in teoria al film di Prime Video The Idea of You, ma meno drammatica) che racconta di Zara, una giovane assistente di produzione cinematografica che, con suo grande orrore, scopre che sua madre Brooke va a letto con Chris Cole, la prepotente ed egocentrica star del cinema che proprio lei è incaricata di gestire. Diretto da Richard LaGravenese e scritto da Carrie Solomon, il film vede nei panni di questi tre personaggi Zac Efron nel ruolo di Chris Cole, Nicole Kidman nel ruolo di Brooke Harwood e Joey King nel ruolo di Zara Ford.

La vicenda ha inizio nel momento in cui Zara capisce di averne abbastanza di Chris e delle sue manie, arrivando a licenziarsi. L’attore si reca però a casa sua per pregarla di riconsiderare la sua decisione. Tuttavia, è Brooke l’unica a casa e, mentre aspetta il ritorno di Zara, Chris inizia a conversare con lei, finendo però ben presto a strapparsi i vestiti a vicenda. Zara li sorprende mentre fanno sesso e, nel corso di A Family Affair, la giovane farà capire quanto sia contraria alla relazione tra la madre e l’egocentrico Chris. Tuttavia, dopo alcune prove e tribolazioni, Zara, Chris e Brooke otterranno il loro lieto fine.

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Zac Efron è Chris Cole e Nicole Kidman è Brooke Harwood in A Family Affair. Cr. Aaron Epstein/Netflix © 2024

Chris e Brooke restano una coppia nel finale di A Family Affair?

Naturalmente, la relazione tra Chris e Brooke è considerata una cattiva idea perché Chris è il capo di Zara e Brooke è sua madre. Ma è anche un po’ “scandalosa” per la differenza di età tra i due. Tuttavia, il divario di età non è un argomento significativo nel film, il che è rinfrescante rispetto al modo in cui una donna più anziana che frequenta un uomo più giovane viene tipicamente vista. Nonostante questi ostacoli, Chris e Brooke si innamorano e trovano un modo per stare insieme. Cercano di ignorare il loro legame, ma si rivela troppo forte.

Purtroppo, proprio quando in A Family Affair Zara si sta rassegnando all’idea che sua madre esca con il suo capo, trova gli orecchini che Chris regala alle sue ragazze quando vuole lasciarle. Pensando al peggio, Zara smaschera Chris e Brooke mette fine alla loro relazione. Tuttavia, i due diventano infelici senza l’altro e Zara si rende conto dell’errore commesso, organizzando il loro ricongiungimento.

Zara porta dunque Chris in un negozio di alimentari, mentre Leila costringe Brooke a procurarle del cibo per aiutare la sua “demenza”. I due si incontrano e Zara li lascia parlare. La coppia, dunque, si riappacifica e Zara accende i “temporali artificiali” nella corsia delle verdure per creare una certa atmosfera. Verso l’inizio del film, Chris si confida con Zara su quanto gli manchi la vita quotidiana a causa del suo status di celebrità, compresa la visione dei “temporali”. Chris e Brooke ottengono così il loro lieto fine e il film si conclude con loro due insieme innamorati e con l’approvazione di Zara.

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Liza Koshy è Eugenie e Joey King è Zara Ford in A Family Affair. Cr. Tina Rowden/Netflix © 2024

Perché Zara cambia idea sulla relazione tra Chris e Brooke?

Il personaggio di Joey King in A Family Affair è un po’ sprovveduto. Zara, che nel film ha solo 24 anni, inizialmente è egoista e si rifiuta di considerare i sentimenti della madre nei confronti di Chris (e viceversa). Tuttavia, dopo che la sua migliore amica, Genie, le fa un esame di coscienza sul suo comportamento, Zara si rende finalmente conto di aver sbagliato a interferire con la relazione tra Chris e Brooke e ad opporsi ostinatamente. Così, escogita un piano per farli tornare insieme e, come già detto, funziona.

Come sua assistente, Zara ha un posto in prima fila per vedere come Chris tratta le donne e teme che possa spezzare il cuore di sua madre così come ha fatto con le sue molte altre amanti. Inoltre, Zara sa quanto Chris possa essere insopportabile (in parte a causa del suo tragico passato e del suo stile di vita protetto).

Usa dunque la felicità della madre come scusa per allontanare Chris e Brooke. Ma Zara non vuole nemmeno che stiano insieme per il bene della sua stessa sanità mentale. Alla fine, con l’aiuto di Genie e un po’ di riflessione su se stessa, Zara si rende conto di quanto Chris e Brooke siano felici e innamorati quando stanno insieme, ed è per questo che progetta il loro ricongiungimento.

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Nicole Kidman è Brooke Harwood e Zac Efron è Chris Cole in A Family Affair. Cr. Aaron Epstein/Netflix © 2024

La spiegazione del flash-forward di 1 anno

Dopo che Chris e Brooke hanno riacceso la loro storia d’amore alla fine del film di Netflix A Family Affair, la storia fa un salto in avanti di un anno e sembra che tutti abbiano fatto progressi significativi nella loro carriera. Zara ha fatto progressi nella casa di produzione di Chris – ha persino un ufficio e un’assistente tutta sua. Chris recita nel film drammatico “coming-of-queer” di Stella (che Zara sta producendo). Infine, Brooke ha pubblicato un altro libro, Second Time Around. Inoltre, Chris e Brooke stanno ancora insieme e loro e Zara sono una piccola famiglia felice che si ama molto.

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Joey King è Zara Ford e Kathy Bates è Leila Ford in A Family Affair. Cr. Tina Rowden/Netflix © 2024

Come il passato di Brooke con il padre di Zara influenza la sua relazione con Chris

L’opposizione di Zara alla storia d’amore tra Chris e Brooke gioca un ruolo importante nel tumulto di Un affare di famiglia. Tuttavia, anche il precedente batticuore di Brooke e la sua preoccupazione per la fine della relazione ostacolano lei e Chris. Come gli spettatori sanno, il marito di Brooke e padre di Zara, Charlie, è morto 11 anni prima. Tuttavia, il pubblico (e Leila) apprendono verso il finale del film che Charlie voleva divorziare prima di sapere di essere malato.

Brooke ha paura che Chris le spezzi il cuore e che la loro relazione finisca, cosa che la ferirebbe molto, a causa del suo passato con Charlie. Brooke dice persino a Leila, interpretata dalla premio Oscar Kathy Bates in A Family Affair, che non vuole avere bisogno di Chris a causa delle sue paure. Ma come dice Leila, “la fine non è affar tuo“. Non ha senso preoccuparsi del domani quando Brooke sa di amare Chris oggi. Per fortuna, Brooke supera le sue riserve e si butta a capofitto in una relazione con Chris.

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Joey King è Zara Ford e Zac Efron è Chris Cole in A Family Affair. Cr. Aaron Epstein/Netflix © 2024

Perché Chris promuove Zara come produttrice

Sebbene Chris dia spesso Zara per scontata in A Family Affair, il suo panico ogni volta che lei minaccia di licenziarsi mostra agli spettatori quanto abbia davvero bisogno e si preoccupi per lei. Purtroppo, è necessario il suo profondo legame con Brooke per fargli capire e riconoscere il valore di Zara. Ma quando Chris si apre con sua madre, mantiene la promessa fatta a Zara e la promuove a produttore associato. Alla fine del film, Zara continua dunque a fare carriera nella casa di produzione di Chris, trovando finalmente ciò che era destinata a fare (una delle tante preoccupazioni di Zara nel film).

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Nicole Kidman è Brooke Harwood, Zac Efron è Chris Cole e Joey King è Zara Ford in A Family Affair. Cr. Tina Rowden / Netflix © 2023

Il vero significato del finale di A Family Affair

La storia d’amore tra Chris e Brooke è certamente una delle relazioni più importanti di A Family Affair. Tuttavia, si potrebbe sostenere che le relazioni separate di Zara con sua madre e il suo capo siano altrettanto (o addirittura più) significative nel finale del film. Zara si rende conto di aver raramente considerato i sentimenti di Brooke nel corso della sua vita, e le due hanno una conversazione a cuore aperto in cui sanano i loro problemi e rafforzano il loro legame.

Nel frattempo, la dinamica di Chris e Zara è sorprendentemente la più intrigante del film di Netflix. Zara aiuta Chris a trovare una casa e Chris aiuta Zara a capire cosa vuole fare e chi vuole essere. Nonostante i litigi e le differenze, Chris e Zara si amano a modo loro. Ma nessuno deve aspettarsi che Zara chiami Chris suo padre in tempi brevi (probabilmente mai) dopo A Family Affair.

A Family Affair recensione del film di Tom Fassaert

A Family Affair Tom FassaertCi sono documentari che esplorano temi sociali e scottanti questioni politiche, che ripercorrono biografie di personaggi capaci in qualche modo di segnare l’immaginario collettivo o le cui vite meritano di essere raccontate per la loro eccezionalità. A Family Affair, vincitore del Concorso Internazionale della 12esima edizione del Biografilm Festival di Bologna, è invece un film che sceglie la strada del racconto autobiografico, delineando un romanzo familiare dalla risonanza universale.

Il regista olandese Tom Fassaert gira infatti un documentario personale che entra nei meandri del doloroso passato della propria famiglia per comporre un mosaico in cui mancano tessere fondamentali. Perché suo padre Rob per molti anni ha finto di essere orfano e ha con la madre un rapporto minato da una silenziosa lontananza carica di recriminazioni? In che misura l’esistenza dello zio René, autistico, è stata segnata dalle azioni della donna che lo ha partorito? Ci sono i fatti, ci sono le testimonianze di Rob e René, manca però un contraltare.

Tom Fassaert diventa allora il detective che, telecamera in mano, parte per il Sudafrica dove vive la nonna Marianne Hertz, in cerca della verità. In cerca delle ragioni che possano spiegare le gravi incomprensioni che dividono la famiglia e soprattutto Marianne e i suoi figli. Il nucleo dell’indagine di Tom è il confronto con sua nonna, una ex modella che a novant’anni non manca di fascino e di voglia di sedurre gli altri, persino il suo stesso nipote. Donna carismatica ma inquietante nel suo egocentrismo misto a fragilità, Marianne è un personaggio che sembra emergere dalla scrittura per complessità e ambiguità.

A Family Affair Tom Fassaert 2“Voglio sapere cos’è andato storto”, è l’esplicita richiesta di Tom Fassaert, che sollecita la nonna a rivelare la sua versione della storia, a far cadere maschere e muri che paiono impenetrabili. “È un tuo problema”, risponde Marianne Hertz, che acconsente a un tentativo di riconciliazione, ma non è pressoché mai disposta a concedere il suo animo alla telecamera.

A Family Affair, frutto di cinque anni di riprese e lavorazione, è un documentario che pone domande ma non trova risposte chiare e razionali, mettendo in questo alla prova lo spettatore. Il film di Tom Fassaert, splendidamente arricchito dagli home movie girati dal padre Rob e dalle foto di famiglia (comprese quelle di Marianne da bambina), ribadisce non solo l’impenetrabilità degli esseri umani e dei legami familiari, l’importanza di accettare il passato per vivere appieno il presente ma soprattutto l’estrema difficoltà a definire il concetto di verità, nella costruzione di un racconto così come nella realtà.

 
 

A Dog’s Purpose: trailer del film di Lasse Hallström

Universal Pictures, in occasione della Giornata Nazionale del Cane, ha pubblicato online il trailer di A Dog’s Purpose. Nel trailer possiamo vedere il protagonista, doppiato da Josh Gad, reincarnato più volte in diversi cani.

Basato sul romanzo bestseller di W. Bruce Cameron, A Dog’s Purpose, il film sarà diretto dal regista Lasse Hallström (The Cider House Rules, Dear John, The 100-Foot Journey). Il film racconta la sorprendente storia di un cane devoto, che trova il significato della propria esistenza attraverso la vita degli umani a cui insegna a ridere e amare.

Nel cast anche  Dennis Quaid, Peggy Lipton, Britt Robertson, K.J. Apa, Juilet Rylance, Luke Kirby, John OrtizPooch Hall.

A Dog’s Purpose è prodotto da Gavin Polone (Zombieland, Una mamma per amica). Il film di Amblin Entertainment e Walden Media avrà come produttori esecutivi Alan Blomquist e Mark Sourian.

 
 

A Different Man, recensione del film con Sebastian Stan

Un’opera audace che gioca con il concetto di identità, percezione e bellezza, A Different Man è il nuovo film scritto e diretto da Aaron Schimberg. Con una trama che riecheggia il classico Operazione diabolica (1966) di John Frankenheimer, il film segue Edward (interpretato da Sebastian Stan), un attore newyorkese con neurofibromatosi, una condizione che gli causa vistosi tumori facciali e lo relega a ruoli marginali come quelli nei video aziendali sulla diversità e l’inclusione. La sua vita cambia quando accetta di sottoporsi a un trattamento sperimentale che lo trasforma radicalmente, dandogli l’aspetto di una star del cinema. Ma il cambiamento esteriore non si traduce in una nuova vita felice: Edward scopre che il suo senso di inadeguatezza non era solo una questione estetica.

Il fascino di una narrazione complessa

La forza di A Different Man risiede nella sua capacità di esplorare il concetto di identità in modo sfumato e spesso ironico. Schimberg non tratta Edward con condiscendenza, evitando la tipica rappresentazione di personaggi diversi come esseri straordinariamente virtuosi o saggi. Edward è insicuro, mediocre come attore e non particolarmente brillante. Il suo desiderio di cambiare aspetto non nasce da un bisogno di accettazione sociale, ma da una cieca ambizione artistica. Tuttavia, quando il cambiamento avviene, le cose non migliorano come sperava: il suo nuovo aspetto lo porta solo a una crisi ancora più profonda.

L’ironia sottile che percorre tutto il film e l’estetica vintage ottenuta anche grazie alla pellicola Super 16mm scelta dal direttore della fotografia Wyatt Garfield contribuiscono a rendere credibile l’atmosfera da cinema indipendente anni ’70 e coniuga l’omaggio stilistico al senso di intimità e contraddizione che il protagonista porta avanti nella sua turbolenta parabola personale.

Un cast brillante e performance straordinarie

Sebastian Stan, noto per il suo ruolo di Bucky Barnes nel MCU, dimostra ancora una volta il suo talento nelle produzioni più rischiose. La sua interpretazione di Edward/Guy non si basa solo sul cambiamento estetico, ma su una profonda trasformazione fisica e vocale. La sua postura rimane esitante, il suo tono di voce incerto, mostrando che l’insicurezza è radicata nella sua personalità, non nel suo aspetto. Stan mette a segno un’altra performance di grande spessore nella stagione cinematografica che gli è valsa la sua prima nomination agli oscar con l’interpretazione del giovane Donald Trump in The Apprentice – Alle origini di Trump.

Accanto a lui, Renate Reinsve (già acclamata per La persona peggiore del mondo) offre un’altra interpretazione affascinante. Il suo personaggio, Ingrid, è una drammaturga norvegese che si trasferisce a New York con grandi sogni e una personalità carismatica ma ambigua. Il suo rapporto con Edward è inizialmente di supporto, ma si complica quando lei scrive un’opera teatrale ispirata alla loro amicizia e alla sua trasformazione, creando una dinamica di potere intrigante.

Il vero fulcro emotivo del film è però Adam Pearson nel ruolo di Oswald. Pearson, che nella realtà convive con la neurofibromatosi, incarna un personaggio diametralmente opposto a Edward: sicuro di sé, affascinante e dotato di una magnetica presenza scenica. Oswald rappresenta tutto ciò che Edward avrebbe voluto essere, nonostante condividano la stessa condizione fisica. Questa dicotomia genera una tensione psicologica che diventa il cuore pulsante del film.

A Different Man è una satira sull’autenticità

A Different Man è una satira oscura sulla bellezza e sull’autenticità. Il film suggerisce che la società ha una visione ristretta di ciò che è desiderabile e normale, ma va oltre la semplice critica. Schimberg scava più a fondo, mettendo in discussione anche la rappresentazione della disabilità nel cinema. Edward e Oswald dimostrano che una condizione fisica può portare a percorsi di vita molto diversi, smentendo il cliché della persona diversamente abile come vittima o come esempio di forza sovrumana.

Un finale aperto in linea con lo spirito del film

Nella seconda parte, il film si fa sempre più surreale, con una narrazione frammentata che riflette la crisi d’identità del protagonista. Quando Edward/Guy si rende conto di non essere comunque felice, la sua ossessione per Oswald cresce fino a diventare autodistruttiva. Il film lascia molte domande senza risposta, preferendo suggerire piuttosto che spiegare. Questo senso di sospensione potrebbe risultare frustrante per alcuni spettatori, ma è coerente con il tono della storia che non si ferma mai a un giudizio univoco e lascia sempre spazio per discussione e contraddittorio.

A Different Man è un film stimolante, che sfugge alle convenzioni del genere e propone una riflessione profonda sul rapporto tra aspetto fisico, autostima e percezione sociale. Grazie a una regia intelligente, un’estetica ricercata e interpretazioni memorabili, Schimberg firma un’opera unica nel suo genere. Non tutto funziona perfettamente, soprattutto nella seconda parte, ma il film rimane un’esperienza intrigante e provocatoria, da vedere e discutere.

 
 

A dicembre Rakuten TV si illumina di novità!

Rakuten TV

È tempo di feste su Rakuten TV che a dicembre ha preparato sorprese di ogni genere per far felice tutto il suo pubblico, tra attesi successi cinematografici e intriganti nuove serie tv. A partire dal 15 dicembre sarà disponibile sulla piattaforma, anche nella versione 4K HDR la pellicola al cardiopalma Tenet, ultimo successo del regista Christopher Nolan. Dallo studio Disney Pixar arriva l’ultimo successo Onward. Ambientato in un mondo popolato di creature fantasy dove però la magia non è più di uso comune, la pellicola è un’esperienza magica da vivere sotto le Feste insieme a tutta la famiglia. Il film è disponibile su Rakuten TV in 4K HDR. Ma non finisce qui: dopo il clamoroso successo al botteghino di After, ecco approdare su Rakuten TV il sequel After 2 che ha incassato 4.2 milioni di euro nelle sue 7 settimane di programmazione e 2.2 milioni di euro solo nel primo weekend.

A partire dal 4 Dicembre, e in offerta prezzo per l’acquisto dal 4 all’8, arriva su Rakuten TV anche The Gentlemen, ultimo film diretto da Guy Ritchie, che con le sue sequenze d’azione adrenaliniche è pronto a gettare il pubblico tra narcotrafficanti, imperi del crimine, miliardari e gangster. In arrivo anche il film Marvel The New Mutants, primo film del genere supereroistico dalle tinte più horror. Dal regista Claudio Noce, arriva su Rakuten TV anche Padrenostro. Il film, ambientato in una Roma “sospesa” del 1976, nel pieno del periodo degli anni di piombo, ha visto Pierfrancesco Favino vincere, grazie alla sua straordinaria interpretazione, la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile alla 75ma edizione della Mostra internazionale del cinema di Venezia. E ancora ecco il 24 Dicembre Dreambuilders la fabbrica dei sogni, film d’animazione perfetto proprio per le atmosfere natalizie. La galleria dei cuori infranti, racconta invece l’idea di una giovane ragazza che, dopo la fine della sua ultima relazione, decide di aprire una galleria dove le persone possono lasciare piccoli ricordi delle loro storie passate. A dicembre approderanno su Rakuten TV anche Balto e Togo – La leggenda, che narra sotto una nuova luce la famosa storia dei due husky che hanno attraversato l’Alaska per consegnare una preziosa medicina, e Notturno, documentario del regista di Fuocammare Gianfranco Rosi, girato nelle zone calde di Siria, Libano e Iran e scelto dall’Anica per rappresentare l’Italia nella categoria che premia il Miglior Film Internazionale alla 93esima edizione degli Academy Awards.

STARZPLAY
Arriva su Starzplay – disponibile in SVOD su Rakuten TV – una delle serie TV più attese dell’ultimo periodo: No Man’s Land. Il racconto unisce thriller e spionaggio per trascinare lo spettatore negli aspetti meno conosciuti della guerra civile siriana. Qui Antoine, interpretato da Felix Moati, partirà alla ricerca di sua sorella, data per morta, per poi venire coinvolto tra le fila dei guerriglieri curdi..

AVOD
Grandi novità anche nella sezione FREE di Rakuten TV, che continua ad ampliare il suo catalogo con molti contenuti di intrattenimento gratuiti e grandi classici del cinema contemporaneo. Questo mese da segnalare in particolare due film con il grandissimo genio della commedia Will Ferrell: il cult Anchorman – La leggenda di Ron Burgundy, che racconta in maniera inedita e irriverente il mondo del giornalismo con l’attore nei panni dell’iconico presentatore dalla giacca bordeaux Ron Burgundy; e Blades of Glory, un ritratto del pattinaggio su ghiaccio maschile pieno di gag demenziali e irresistibili. Ma le novità sono molte altre.

PROMO
Sul fronte delle promozioni, da segnalare alcune novità perfette per passare il Natale con i propri film preferiti. Dal 7 dicembre al 3 gennaio ecco la Disney Winter Promo, che porta sulla piattaforma tantissimi film Disney, tra novità e grandi classici, per godersi l’atmosfera natalizia in famiglia con tanti titoli come Frozen 2, Il Re Leone, A Christmas Carol, Aladdin e molti altri. Dal 4 al 28 dicembre, invece, ecco arrivare la Winter Promo, una speciale offerta di film da vedere con tutta la famiglia: tra grandi classici e uscite recenti, i titoli perfetti per accendere la magia delle Feste sono tantissimi, da Paddington 2 a 10 giorni senza mamma, ma anche Alio – Un’avventura tra i ghiacciTi presento SofiaLa banda dei Babbi Natale e molti altri.

 
 

A Deadly American Marriage: Il caso Jason Corbett, la storia vera dietro al film

A Deadly American Marriage: Il caso Jason Corbett, la storia vera

A Deadly American Marriage: Il caso Jason Corbett sta per diventare la tua prossima ossessione in fatto di crimini reali. Il documentario Netflix approfondisce l’affascinante e devastante storia vera di Jason Corbett, un irlandese vedovo e padre di due figli ucciso dalla sua nuova moglie americana, Molly Martens, e dal padre di lei, Thomas Martens, nel 2015. Due anni dopo, i due sono stati condannati per omicidio di secondo grado, ma le condanne sono state ribaltate in appello.

Nel 2023, Molly non ha contestato l’accusa e Thomas si è dichiarato colpevole del reato minore di omicidio volontario. Sono stati rilasciati dal carcere nel giugno 2024. Con interviste a Molly, Thomas e ai figli di Jason, Jack e Sarah, il documentario offre una nuova e complessa prospettiva sul caso, lasciando allo spettatore il compito di decidere cosa credere realmente. La coppia si è trasferita in North Carolina con Jack e Sarah, dove si sono sposati davanti ad amici e parenti nel 2011.

La notte dell’omicidio di Jason Corbett

La coppia ha vissuto insieme per i successivi anni fino al 2 agosto 2015, quando Jason è stato ucciso nella loro casa. Questo è tutto ciò che sappiamo con certezza, perché anni di battaglie legali e questo nuovo documentario Netflix hanno dimostrato una cosa: forse non sapremo mai esattamente cosa è successo quella notte.

Ciò che sembra chiaro è che è scoppiata una lite tra Jason, Molly e suo padre Thomas, ex agente dell’FBI. E che Jason è morto quella stessa notte.

Le domande senza risposta di A Deadly American Marriage

Da sinistra: Tracey Corbett-Lynch e Sarah Corbett Lynch. Da Un matrimonio americano mortale. Cr. Per gentile concessione di Netflix © 2025 Netflix

Il documentario solleva molte domande sullo stato della relazione tra Molly e Jason, ad esempio l’affermazione di Molly secondo cui lui la controllava in modo coercitivo.

Thomas sembra confermare le accuse della figlia nel documentario. “Molly stava diventando l’ombra di se stessa. Non era più felice”, ha detto. “Non era più sicura di sé. Sembrava abbattuta. Non mi rendevo conto della portata e della gravità degli abusi domestici, ma ora sì”.

Durante il primo processo, Thomas ha dichiarato di non essere a conoscenza di alcun episodio di abuso prima dell’incidente del 2 agosto 2015. Molly ha scelto di non testimoniare in sua difesa, ma i dettagli sui presunti abusi di Jason nei confronti di Molly sono stati esaminati più approfonditamente durante l’udienza di condanna nel 2023.

Nelle prime interviste, Jack e Sarah hanno affermato che il padre era stato violento. Tuttavia, in seguito hanno ritrattato quelle dichiarazioni e hanno persino detto che Molly aveva istruito loro cosa dire agli investigatori. Dopo che Jack e Sarah hanno letto in tribunale nel 2023 una dichiarazione sull’impatto della vittima, in cui accusavano Molly di averli istruiti in precedenza, un avvocato difensore di Molly ha detto: “Penso che sia stato molto difficile da ascoltare. Penso che se vi foste seduti ad ascoltare tutte le prove, tutti i video, avreste capito che Molly ha fatto del suo meglio per crescere quei bambini come una madre surrogata”.

La famiglia, gli amici e i vicini di Jason, tuttavia, dipingono un quadro diverso nel documentario. Essi accusano Molly di aver inventato bugie elaborate, come quella di aver detto ai vicini di aver dato alla luce Sarah. Affermano inoltre che c’era tensione tra Jason e Molly a causa del desiderio di lei di adottare Jack e Sarah, cosa a cui Jason sembrava opporsi, poiché avrebbe permesso a Molly di ottenere legalmente la tutela dei bambini in caso di divorzio. “Non fatevi ingannare dalla maschera di civiltà di Molly Martens”, ha detto Jack nella sua dichiarazione come vittima. “Mi ha sistematicamente distrutto e mi ha riempito di bugie. Voglio essere chiaro, non ho mai visto mio padre picchiare Molly Martens, mai”.

Jack dice nel documentario che ora non prova “alcun sentimento” verso Molly. “Non la odio, semplicemente non voglio più darle alcun potere su di me”, ha detto. “Mio padre era il mio eroe. Era qualcuno che ammiravo. Era il mio migliore amico”.

 
 

A David Slade il reboot di Daredevil?

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Sembra che David Slade sia entrato tra le grazie della 20th Century Fox, che sta puntando su di lui per un reboot di Daredevil. La notizia non è supportata da nessun accordo per cui resta un rumor.

 
 

A Dangerous Method: recensione del film di David Cronenberg

A Dangerous Method recensione

A Dangerous Method – Ogni opera di David Cronenberg è stata sempre difficile da decifrare, faticosamente collocabile all’interno di un qualsiasi tentativo di segmentazione proposto dalla odierna divisione in genere, che per certi versi con autori come il regista canadese può senz’altro aiutare nel comporre il puzzle concepito dalla sua mente, ma il più delle volte finisce per rappresentare un mero tentativo di semplificazione di fronte alla complicatissima e sfaccetta poetica cronenberghiana.

Il suo ultimo lavoro A Dangerous Method sorprende molto. A prima vista si presenta come un prezioso nuovo contributo a temi molto cari al regista come la malattia, la deviazione patologica e  la degenerazione del corpo dell’individuo protagonista delle sue storie; il che ben collima con l’acceso dibattito scientifico fra il patriarca della psicoanalisi Freud e il giovane brillante Jung, che non ha raccolto l’eredità lasciatagli dal predecessore. Ma passata una prima parte interessante, la pellicola si dimostra incapace di apportare un ulteriore contributo alla filmografia dell’autore peccando in un’ingenua e troppo scontata fedeltà al testo di riferimento, il libro di John Kerr Un metodo molto pericoloso.

Tutto ciò relega A Dangerous Method ad una semplice trasposizione cinematografica priva di quegli spunti geniali che hanno permesso a David  Cronemberg di affermarsi e di essere apprezzato. Il film  privo della sua natura cronenberghiana sconfina in inusuali registri melodrammatici che sorprenderanno i fan del regista e entusiasmeranno i suoi detrattori. L’unico punto che lega il film alla vena d’autore è il concetto di metamorfosi, che qui è senz’altro ripreso ma che diventa quasi un gioco fra i due amanti, più una maschera intercambiabile che un effettivo cambiamento.

In tutto questo rimane ingabbiato anche il talentuoso cast del film composto da una brava Keira Knightley che forse pecca per un’eccessiva esasperazione dell’interpretazione e da un ormai onnipresente Michael Fassbender. Su tutti Viggo Mortensen, nel ruolo di Freud che seppure ammirevole, diventa un personaggio patinato da romanzo ottocentesco.

 
 

A dangerous Method: prime foto per il nuovo film di David Cronenberg

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Sono online le prime immagini ufficiali di A Dangerous Method, il nuovo film di David Cronenberg con Michael Fassbender e Viggo Mortensen nei panni Carl Jung e Sigmund Freud, e Keira Knightley in quelli di Sabina Spielrein…

 
 

A Dangerous Method Trailer Internazionale

 
 

A Dangerous Method di David Cronenberg, Trailer Internazionale!

E’ online il primo trailer inglese di A Dangerous Method, nuovo film di David Cronenberg, con Viggo Mortensen, Michael Fassbender, Keira Knightley, Sarah Gadon e Vincent Cassell.

 
 

A Cure for Wellness: Dane DeHaan e Mia Goth nel cast

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Gore Verbinski (Pirati dei Caraibi e Rango) tornerà all’horror con A Cure for Wellness, e nel cast del film vedremo Dane DeHaan e Mia Goth, già vista di recente in Nymphomaniac di Lars Von Trier. Il film, scritto da Justin Haythe, uno degli sceneggiatori di The Lone Ranger, racconta di un giovane americano (Dane DeHaan) che resterà vittima delle misteriose attività di un centro fitness europeo mentre una ragazza (Mia Goth), cliente del centro, sarà completamente ignara dei progetti che il direttore ha in serbo per lei.

Le riprese inizieranno a giugno. Mentre DeHaan appare in Life, Mia Goth, oltre a convolare a nozze con Shia LaBeouf conosciuto sul set di Nymphomaniac, la vedremo anche in Everest a fianco di Jake Gyllenhaal.

Fonte: The Hollywood Reporter

 
 

A Complete Unknown: trailer del film su Bob Dylan con Timothée Chalamet

Guarda il primo trailer e il poster in italiano del nuovo film di James Mangold A Complete Unknown che arriverà il 23 gennaio 2025 nelle sale italiane. Il film è interpretato da Timothée Chalamet nel ruolo di ‘Bob Dylan’, insieme a Elle Fanning, Edward Norton e Monica Barbaro.

La trama del film A Complete Unknown

New York, primi anni ’60. Sullo sfondo di una vibrante scena musicale e di tumultuosi sconvolgimenti culturali, un enigmatico diciannovenne del Minnesota arriva nel West Village con la sua chitarra e un talento rivoluzionario, destinato a cambiare il corso della musica americana.  Mentre stringe i suoi legami più profondi durante l’ascesa verso la fama, cresce la sua irrequietezza nei confronti del movimento folk e, rifiutando di essere etichettato, compie una scelta controversa che risuona culturalmente in tutto il mondo. Timothée Chalamet interpreta e dà voce a Bob Dylan in A Complete Unknown di James Mangold, l’elettrizzante storia vera dietro l’ascesa di uno dei cantautori più iconici della storia.

Searchlight Pictures presenta A Complete Unknown, diretto dal candidato all’Oscar James Mangold (Quando l’amore brucia l’anima – Walk the LineLe Mans ’66 – La grande sfida). Il film è interpretato dal candidato all’Oscar® e al BAFTA Timothée Chalamet insieme al candidato all’Oscar e al BAFTA Edward Norton (Fight ClubBirdman), Elle Fanning (The GreatMaleficent), Monica Barbaro (Top Gun: Maverick), Boyd Holbrook (Logan – The WolverineThe Bikeriders), Dan Fogler (Animali fantastici e dove trovarliThe Walking Dead), Norbert Leo Buzt (L’amore secondo Dan) e Scoot McNairy (Argo12 anni schiavo).

 
 

A Complete Unknown: Timothée Chalamet è Bob Dylan nel primo poster del film

A Complete Unknown 2024

Searchlight Pictures ha svelato il primo poster del film A Complete Unknown, biopic musical dedicato a Bob Dylan dove il celebre cantautore è interpretato da Timothée Chalamet. Di recente abbiamo potuto vedere un primo trailer, che ha offerto una prima prova di quanto il giovane attore di Chiamami col tuo nome e Dune si sia calato nel ruolo. Di seguito, ecco il poster:

A Complete Unknown, tutto quello che sappiamo sul film

Il biopic su Bob Dylan, intitolato A Complete Unknown, sarà diretto da James Mangold. Avrà come protagonista Timothée Chalamet nel ruolo della stella del folk e vedrà anche la partecipazione di Elle Fanning nel ruolo dell’artista e interesse amoroso di Dylan, Sylvie Russo. Edward Norton interpreterà invece il ruolo del musicista Pete Seeger. A Complete Unknown si concentrerà sui giorni di maggiore trasformazione della carriera di Dylan. Seguendo il giovane cantante folk e la sua chitarra per le strade e i palcoscenici di New York nel 1965, quando Dylan sostituì la sua acustica con un’elettrica e portò un nuovo sound nel settore.

Anche la storia d’amore tra Dylan e Russo sarà collegata al film, dato che i due erano apparentemente inseparabili durante questo periodo della loro vita e si servivano l’un l’altro come muse. Possiamo aspettarci che una buona parte del film si concentri sulla creazione e sull’uscita del quinto album di Dylan, Bringing It All Back Home, perché è stato allora è salito davvero alla ribalta con il brano classico “Like a Rolling Stone“. Basato sul libro del 2015 di Elijah WaldDylan Goes Electric” e originariamente intitolato “Going Electric”, A Complete Unknown prende in prestito una frase da “Like a Rolling Stone” di Dylan – l’inno folk-rock plugged-in che ha rivoluzionato la storia della musica.

Mangold ha descritto il Dylan del suo film come “un vagabondo che arriva dal Minnesota con un nome nuovo e una nuova visione della vita”. Il suo arrivo a New York scatena “uno sconvolgimento nella comunità folk e in quello che pensavano fosse il folk vero e proprio e il folk illecito”. Il vero Dylan, che ha 83 anni, ha fornito spunti per la sceneggiatura e ha partecipato a diversi incontri con Mangold. Ad oggi il film è ancora sprovvisto di una data di uscita ufficiale.

 
 

A Complete Unknown: il trailer del biopic su Bob Dylan con Timothée Chalamet

È arrivato il trailer di A Complete Unknown, il film di James Mangold con Timothée Chalamet nei panni di Bob Dylan. Nelle sale a dicembre, il dramma biografico, scritto da Mangold e Jay Cocks, segue i primi anni di vita della leggenda della musica folk, seguendolo dagli esordi fino al momento sconvolgente in cui imbracciò una chitarra elettrica durante la sua esibizione al Newport Folk Festival del 1965.

Nel trailer, vediamo Chalamet camminare per le strade di Manhattan, passando davanti ai luoghi preferiti da Dylan, come il Cafe Wha? e l’Hotel Chelsea. L’attore canta un’emozionante interpretazione della canzone di protesta di Dylan del 1963 “A Hard Rain’s a-Gonna Fall”. Inizia anche un triangolo amoroso tra Dylan e la Joan Baez di Monica Barbaro e la Sylvie Russo di Elle Fanning, che sembra essere una versione romanzata di Suze Rotolo, l’allora fidanzata di Dylan, che appare sulla copertina dell’album “The Freewheelin’ Bob Dylan”.

Timothee Chalamet
Timothee Chalamet alla Mostra del Cinema di Venezia. Foto di Luigi de Pompeis © Cinefilos.it

A Complete Unknown, tutto quello che sappiamo sul film

Il biopic su Bob Dylan, intitolato A Complete Unknown, sarà diretto da James Mangold. Avrà come protagonista Timothée Chalamet nel ruolo della stella del folk e vedrà anche la partecipazione di Elle Fanning nel ruolo dell’artista e interesse amoroso di Dylan, Sylvie Russo. Edward Norton interpreterà invece il ruolo del musicista Pete Seeger. A Complete Unknown si concentrerà sui giorni di maggiore trasformazione della carriera di Dylan. Seguendo il giovane cantante folk e la sua chitarra per le strade e i palcoscenici di New York nel 1965, quando Dylan sostituì la sua acustica con un’elettrica e portò un nuovo sound nel settore.

Anche la storia d’amore tra Dylan e Russo sarà collegata al film, dato che i due erano apparentemente inseparabili durante questo periodo della loro vita e si servivano l’un l’altro come muse. Possiamo aspettarci che una buona parte del film si concentri sulla creazione e sull’uscita del quinto album di Dylan, Bringing It All Back Home, perché è stato allora è salito davvero alla ribalta con il brano classico “Like a Rolling Stone“. Basato sul libro del 2015 di Elijah WaldDylan Goes Electric” e originariamente intitolato “Going Electric”, A Complete Unknown prende in prestito una frase da “Like a Rolling Stone” di Dylan – l’inno folk-rock plugged-in che ha rivoluzionato la storia della musica.

Mangold ha descritto il Dylan del suo film come “un vagabondo che arriva dal Minnesota con un nome nuovo e una nuova visione della vita”. Il suo arrivo a New York scatena “uno sconvolgimento nella comunità folk e in quello che pensavano fosse il folk vero e proprio e il folk illecito”. Il vero Dylan, che ha 83 anni, ha fornito spunti per la sceneggiatura e ha partecipato a diversi incontri con Mangold. Ad oggi il film è ancora sprovvisto di una data di uscita ufficiale.

 
 

A Complete Unknown: Benedict Cumberbatch nel biopic su Bob Dylan

Benedict Cumberbatch venezia 2021
Foto di Luigi de Pompeis © Cinefilos.it

Deadline ha confermato che Benedict Cumberbatch reciterà in A Complete Unknown, il film biografico di James Mangold sul musicista Bob Dylan. Sono emerse notizie secondo cui Cumberbatch sarebbe apparso nel film all’inizio di quest’anno, ma non era stato annunciato nulla di concreto. In un rapporto di Deadline su un afterparty durante il Festival di Cannes del 2023, è stato notato che Cumberbatch avrebbe recitato nel film insieme a Timothée Chalamet ed Elle Fanning.

Secondo la notizia, Benedict Cumberbatch interpreterà il ruolo dell’iconico cantante Pete Seeger. La storia di Seeger come cantautore è prolifica, con l’artista che ha scritto canzoni come “Where Have All the Flowers Gone?“, “If I Had a Hammer (The Hammer Song)” e “Turn! Giro! Giro! (C’è una stagione per tutto)“. Nella loro storia, Seeger è stato uno dei primi sostenitori di Bob Dylan.

Chi altro c’è in A Complete Unknown?

A Complete Unknown (precedentemente intitolato Going Electric) sarà diretto da James Mangold e si baserà su una sceneggiatura scritta da Jay Cocks con revisioni di Mangold. Racconta l’ascesa di Bob Dylan nella musica folk e l’improvvisa transizione al rock ‘n’ roll. Il film racconterà il rapporto di Bob Dylan con le leggende della musica degli anni ’60, tra cui Joan Baez e Pete Seeger. Searchlight Pictures detiene anche i diritti sulla musica dell’icona della cultura pop.

Il film è prodotto da Bob Dylan insieme a Brian Kavanaugh-Jones e Andrew Rona. Jeff Rosen, che è il manager di lunga data di Dylan, ha anche firmato un contratto come produttore con Mangold, Bob Bookman, Alan Gasmer e Peter Jaysen di Veritas Entertainment Group, Fred Berger di Automatik e Alex Heineman di The Picture Company. Oltre all’imminente film biografico su Bob Dylan, Timothée Chalamet è anche attualmente atteso come il protagonista di due progetti di alto profilo Dune – Parte Due e prequel musicale Warner Bros.’ Wonka.

 
 

A Complete Unknown, si arricchisce il cast del film di James Mangold

Boyd Holbrook (The Bikeriders, Logan – The Wolverine), Scoot McNairy (Argo, 12 anni schiavo), Dan Fogler (Animali fantastici e dove trovarli), Will Harrison (Daisy Jones & the Six) e Charlie Tahan (Ozark) arricchiscono il già annunciato cast del film di James Mangold (Le Mans ’66 – La grande sfida, Quando l’amore brucia l’anima – Walk the Line) A Complete Unknown, interpretato da Timothée Chalamet (Chiamami col tuo nome, Beautiful Boy), Edward Norton (Birdman, American History X), Elle Fanning (The Neon Demon) e Monica Barbaro (Top Gun: Maverick).

Il film, scritto da Mangold e Jay Cocks (Silence, Gangs of New York), è prodotto da Fred Berger di Range, Alex Heineman di The Picture Company, Peter Jaysen, Bob Bookman e Alan Gasmer di Veritas Entertainment Group, dal rappresentante di lunga data di Bob Dylan Jeff Rosen, Chalamet, e Mangold attraverso la sua società di produzione Turnpike Films.

Si uniscono al cast anche PJ Byrne (Babylon), Eli Brown (Gossip Girl), Nick Pupo (Halt and Catch Fire), Big Bill Morganfield, Laura Kariuki, Eric Berryman (Atlanta), David Alan Basche (Egg), Joe Tippett (Monarch: Legacy of Monsters) e James Austin Johnson (Saturday Night Live).

Mangold ha dichiarato: “Questo film è stato un sogno per quasi cinque anni, sono entusiasta di iniziare le riprese e sono grato per il sostegno di Searchlight, di Timothée e di tutti gli attori di talento che sono saliti a bordo per contribuire a creare il mondo unico di questo film, ambientato in un momento così cruciale della nostra cultura e popolato da artisti e personaggi davvero unici. Sono anche profondamente grato per il supporto di Bob Dylan e Jeff Rosen che hanno aiutato Jay, me e la troupe con i loro ricordi, la loro saggezza e l’accesso ai loro incredibili archivi”.

Con Jim alla regia e questo fenomenale gruppo di attori, non potremmo essere più entusiasti di dare il via alla produzione di A Complete Unknown, che racconta gli esordi di uno dei più grandi artisti del nostro tempo, Bob Dylan”, ha dichiarato Matthew Greenfield, Presidente di Searchlight Pictures.

Ambientato nell’influente scena musicale newyorkese dei primi anni ‘60, A Complete Unknown segue la rapidissima ascesa del musicista diciannovenne del Minnesota Bob Dylan come cantante folk nelle sale da concerto e in cima alle classifiche – le cui canzoni e il cui fascino diventano un successo mondiale – culminando con la sua rivoluzionaria esibizione rock and roll al Newport Folk Festival nel 1965.

Le riprese sono iniziate in New Jersey e proseguiranno fino a giugno. Michael Bederman, Brian Kavanaugh-Jones e Andrew Rona sono i produttori esecutivi.

Ad affiancare Mangold dietro la macchina da presa i suoi fidati collaboratori come il direttore della fotografia candidato all’Oscar Phedon Papamichael (Nebraska, Le Mans ’66 – La grande sfida), lo scenografo François Audouy (Le Mans ’66 – La grande sfida), il montatore vincitore dell’Academy Award Andrew Buckland (Le Mans ’66 – La grande sfida), la costumista candidata all’Oscar Arianne Phillips (C’era una volta… a Hollywood, Quando l’amore brucia l’anima – Walk the Line), oltre alla responsabile del reparto acconciature Jaime Leigh McIntosh (Oppenheimer, Babylon) e alla responsabile del reparto trucco Stacey Panepinto (Spencer). Il team responsabile delle musiche sarà guidato dall’Executive Music Producer vincitore del Grammy Nick Baxter (Maestro, Il colore viola), dal Music Supervisor vincitore del Grammy Steven Gizicki (Maestro, La La Land) e dal fonico cinque volte candidato all’Oscar Tod Maitland (West Side Story, The Irishman).

Holbrook si riunisce con Mangold in A Complete Unknown dopo Indiana Jones e il Quadrante del Destino e Logan – The Wolverine. Holbrook ha recitato anche in Vengeance, O.G. – Original Gangster, The Predator, Uniti per sempre, La preda perfetta – A Walk Among the Tombstones, oltre che nella serie Narcos e nella miniserie Hatfields & McCoys, tra le altre. Holbrook sarà poi presente nell’acclamato film di Jeff Nichols The Bikeriders.

McNairy è un attore pluripremiato che ha recitato in alcuni dei film più acclamati dalla critica dell’ultimo decennio, tra cui Argo di Ben Affleck e 12 anni schiavo di Steve McQueen, entrambi vincitori del premio Oscar® per il miglior film. La sua filmografia include anche Il talento di Mr. Crocodile, La ragazza più fortunata del mondo, Blonde, C’mon C’mon, C’era una volta… a Hollywood.  McNairy sarà poi presente nel film Searchlight Pictures di Marielle Heller Nightbitch, con Amy Adams.

Fogler è apparso in film come Balls of Fury – Palle in gioco, Tutte pazze per Charlie, Animali fantastici e dove trovarli, Animali fantastici: I Crimini di Grindelwald e Animali fantastici: I Segreti di Silente. Ha anche prestato la propria voce nelle versioni originali di Kung Fu Panda, Ortone e il mondo dei Chi e Milo su Marte ed è apparso in The Walking Dead e The Offer.

Harrison ha avuto un rapido successo dopo aver recitato nell’acclamata miniserie musical drama Daisy Jones & the Six, basata sull’omonimo romanzo del 2019. Attualmente fa parte del cast di Manhunt di Apple TV+, insieme a Anthony Boyle e Tobias Menzies.

Holbrook è rappresentato da WME e Range Media Partners, McNairy da United Talent Agency, Fogler da Entertainment 360 e Frankfurt Kurnit Klein & Selz, e Harrison da The Gersh Agency e Sugar23.

Richard Ruiz, Vice President of Production, supervisionerà A Complete Unknown per Searchlight Pictures insieme a Cameron Chidsey, Manager of Creative Affairs, riportando ai responsabili della produzione e dello sviluppo Katie Goodson-Thomas e DanTram Nguyen.

 
 

A Complete Unknown, la spiegazione del finale: come si confronta con la vita reale di Bob Dylan

A Complete Unknown Timothee Chalamet

Diretto e co-sceneggiato da James Mangold, A Complete Unknown ha un finale particolare. A differenza di altri film biografici su musicisti, il film su Bob Dylan si concentra principalmente sull’ascesa alla fama del celebre cantautore negli anni ’60, culminata con la sua esibizione al Newport Folk Festival nel 1965. A Complete Unknown è stato un successo di critica e ha ottenuto diversi premi importanti, tra cui due nomination agli Oscar per il miglior attore e il miglior film. Dal suo arrivo a New York nel 1961 ai concerti sold out, l’ascesa di Dylan come star del folk è ben rappresentata nel film, insieme al suo rapporto inizialmente amichevole e poi conflittuale con Pete Seeger.

A Complete Unknown si conclude con l’esibizione di Bob Dylan al Newport Folk Festival. A differenza degli anni precedenti, però, Dylan aveva con sé una chitarra elettrica e una band blues. Questo fu accolto con sgomento dai fan del folk tra il pubblico, che lo fischiarono, e da Seeger, che cercò di tagliare i cavi.

Dylan ha suonato solo poche canzoni prima di lasciare il palco, frustrato dall’accoglienza riservata alla sua musica. In seguito, Dylan fa visita a Woody Guthrie in ospedale, mentre in sottofondo suona la canzone di Guthrie “So Long, It’s Been Good to Know Yuh”. Guthrie guarda Dylan allontanarsi in moto.

Perché il pubblico ha fischiato Bob Dylan al Newport Folk Festival del 1965

L’esibizione di Bob Dylan è ormai leggendaria

In A Complete Unknown, il Newport Folk Festival fu un punto di svolta nella carriera di Bob Dylan. Prima di allora, il cantante era conosciuto principalmente come artista folk e la sua esibizione fu considerata una svolta per la sua carriera musicale. Considerando che la parola “folk” era presente nel nome del festival, il pubblico fischiò Dylan perché non stava suonando ciò che era stato promesso. Dylan suonò una chitarra elettrica, cosa che infastidì i puristi del folk tra il pubblico. Non tutti ebbero la stessa reazione, tuttavia, e molte persone lo acclamarono. Ma il fischio della maggior parte del pubblico derivava dalla rabbia e dalla frustrazione per il cambiamento di sound di Dylan.

In realtà, c’erano altri motivi, oltre all’indignazione, per cui il pubblico potrebbe aver fischiato Dylan al festival. Altri presenti al festival quell’anno sostenevano che alcuni fischi fossero dovuti alla scarsa qualità del suono, poiché l’amplificazione del suono elettrico avrebbe reso difficile ascoltare i testi, e al fatto che l’esibizione di Dylan fosse breve (via The Denver Folklore Center).

Il cantante ha eseguito solo tre canzoni quell’anno prima di andarsene, mentre le esibizioni degli altri musicisti sono state molto più lunghe. Tuttavia, la sensazione generale di tradimento era, come suggerisce il film, la ragione principale del malcontento del pubblico nei confronti di Dylan.

Cosa succede dopo il misterioso viaggio in moto di Bob Dylan

A Complete Unknown ha un modo di includere alcuni fatti realmente accaduti senza necessariamente approfondirli. Ad esempio, il Bob Dylan interpretato da Chalamet viene mostrato mentre se ne va in moto prima che lo schermo diventi nero. È un po’ un mistero, ma il momento è intenzionale, poiché nella vita reale Dylan ha avuto un incidente in moto. L’incidente è avvenuto nell’estate del 1966, un anno dopo la sua esibizione al Newport Folk Festival. L’incidente avvenne vicino a Woodstock, New York, e Dylan ha rivelato di essersi fratturato alcune vertebre cervicali.

I dettagli esatti dell’incidente non sono chiari, poiché Dylan non è andato in ospedale. Il finale di A Complete Unknown allude all’incidente in moto di Dylan ed è un modo significativo per concludere il film, considerando che l’incidente è misterioso quanto lo stesso Dylan. Fondamentalmente, è un punto di svolta nella sua carriera negli anni ’60, poiché il musicista si è allontanato dalla ribalta e ha fatto rarissime apparizioni pubbliche. Dylan non è tornato in tour per altri otto anni dopo l’incidente in moto, anche se non ha mai smesso di registrare nuova musica.

Bob Dylan è mai tornato a esibirsi al Newport Folk Festival?

Sì, Bob Dylan è tornato a esibirsi al Newport Folk Festival. Tuttavia, dopo la sua controversa esibizione al festival nel 1965, Dylan non sarebbe tornato sul palco del festival per altri 37 anni. Nel 2002, Dylan ha fatto il suo trionfale ritorno, questa volta con un set molto più lungo, durato un paio d’ore e che includeva nuove canzoni e classici amati dal pubblico.

È interessante notare che Dylan è salito sul palco indossando una barba finta, un cappello da cowboy e una parrucca. Il ritorno del musicista al Newport Folk Festival nel 2002 non è stato però un evento annuale, e lui non è ancora tornato.

Cosa è successo a Joan Baez e Pete Seeger dopo il film

Dopo il Newport Folk Festival del 1965, Joan Baez pubblicò la sua prima autobiografia nel 1968. Continuò a pubblicare musica, tra cui cinque album prima del 1970. Baez concluse gli anni ’60 con un’apparizione al festival di Woodstock del 1969, dove suonò 13 canzoni. Nel 1967 incontrò il suo futuro marito David Harris e i due si sposarono nel 1968, dopo soli tre mesi di fidanzamento. Baez diede alla luce il loro figlio Gabriel nel dicembre 1969. Anche se la sua relazione sentimentale con Bob Dylan era finita già a metà degli anni ’60, i due continuarono a fare tournée insieme negli anni ’70.

Per quanto riguarda Pete Seeger, il cantante folk pubblicò l’album God Bless the Grass, dedicato esclusivamente all’attivismo ambientale, nel 1966. Seeger pubblicò anche canzoni contro la guerra come “Waist Deep in the Big Muddy” e partecipò alla Marcia per la Moratoria sul Vietnam del 1969 in segno di protesta contro la guerra in Vietnam.

Nel 1966, insieme alla moglie, Seeger fondò l’organizzazione no profit Hudson River Sloop Clearwater per preservare e ripulire il fiume Hudson. Dopo che Dylan passò all’elettrico al Newport Film Festival del 1965, l’amicizia tra lui e Seeger si incrinò. Seeger scrisse una lettera di scuse a Dylan nel 1990 per spiegare la sua versione dei fatti.

Chi è il personaggio ispirato a Sylvie Rosso interpretato da Elle Fanning e perché ha un nome diverso

In A Complete Unknown, Elle Fanning interpreta Sylvie Rosso, la fidanzata di Bob Dylan negli anni ‘60. Sebbene Sylvie sia un personaggio immaginario, è ispirata alla fidanzata di Dylan nella vita reale, Suze Rotolo, che apparve nell’album di Dylan del 1963, The Freewheelin’ Bob Dylan. Dylan e Rotolo hanno avuto una relazione durata anni, dal 1961 al 1964, e lei è considerata una grande influenza sulla sua musica di quel periodo. Il nome di Suze è stato cambiato per il film biografico su Dylan su richiesta dello stesso Dylan (via Rolling Stone).

Nelle sue memorie, Rotolo ha scritto che era diventato difficile sopportare la pressione di essere nella vita di Dylan e tutto ciò che ne derivava.

Nel suo libro di memorie, Rotolo ha scritto che era diventato difficile sopportare la pressione di essere nella vita di Dylan e tutto ciò che ne derivava. Era così legata alla carriera musicale di Dylan che era difficile separarsene. Rotolo voleva essere conosciuta come una persona al di fuori di Dylan e ha scritto che non era solo una “corda della chitarra di Dylan”.

Cosa omette un perfetto sconosciuto sulla vita di Bob Dylan

Poiché il film di Mangold si concentra sulla vita e la carriera di Dylan durante la prima metà degli anni ’60, tralascia molti aspetti della vita del musicista. Anche alcuni degli eventi descritti in A Complete Unknown sono stati raccontati con un tocco di libertà creativa e alcune modifiche. In particolare, però, il film biografico tralascia informazioni sulla giovinezza e la famiglia di Dylan. Non sappiamo quasi nulla della vita del cantante prima del suo arrivo a New York, a parte il suo nome di battesimo, che Sylvie scopre.

Il film omette anche Carla, la sorella di Suze Rotolo, che non amava Dylan, così come la tensione tra Dylan e la famiglia di Rotolo, l’aborto di Rotolo e l’interesse di Dylan per la sorella di Baez prima che i due musicisti iniziassero la loro relazione sentimentale. È interessante notare che A Complete Unknown elimina completamente dal film Sara Lownds, la prima moglie di Dylan. Nel 1965, Lownds e Dylan non solo erano sposati, ma aspettavano anche il loro primo figlio. Il film suggerisce che Sylvie (Suze) abbia partecipato al Newport Folk Festival del 1965 con Dylan, ma i due si erano lasciati un anno prima.

Bob Dylan è stato sposato due volte: con Sara Lownds (dal 1965 al 1977) e poi con Carolyn Dennis, corista di Dylan, dal 1986 al 1992. Dylan e Lownds hanno avuto quattro figli, mentre lui e Dennis ne hanno avuto uno.

A Complete Unknown aggiunge elementi che potrebbero non essere accaduti o non essere avvenuti nel modo in cui sono stati rappresentati sullo schermo, come la presenza di Johnny Cash al Newport Folk Festival del 1965 o la discussione sul palco tra Dylan e Baez prima che il primo se ne andasse (che secondo quanto riferito non è mai avvenuta). Il film cambia le circostanze del primo incontro di Dylan con Seeger e Guthrie – non è stato all’ospedale dove Guthrie era ricoverato – e omette l’amico che ha accompagnato Dylan a New York. Anche qualcuno che grida “Giuda!” a Dylan durante il Newport Folk Festival è successo in un altro evento in Inghilterra.

Perché il film biografico di James Mangold si concentra solo sulla carriera di Bob Dylan negli anni ’60

Bob Dylan è stato una delle voci più famose della sua generazione e non è mai stato una figura di spicco come negli anni ’60, quando la sua musica ha avuto un impatto significativo, dalle canzoni di protesta al suo passaggio al rock. Gli inizi della carriera e la vita sotto i riflettori di Dylan, come nel caso della maggior parte degli artisti famosi, sono tra i più ricordati. Il fatto che gli anni ’60 abbiano segnato l’inizio della dinamica carriera di Dylan in un periodo di cambiamenti sociali, proteste e movimenti contro la guerra è probabilmente ciò che ha colpito Mangold.

A Complete Unknown, liberamente ispirato al libro di Elijah Wald che racconta il Newport Folk Festival e il passaggio di Dylan all’elettrico, è un punto di forza del film. L’esibizione di Dylan del 1965 è una serata leggendaria e Mangold l’ha utilizzata per creare tensione. Concentrandosi su un solo decennio della vita di Dylan, A Complete Unknown è riuscito a mettere a fuoco il successo e le relazioni che hanno plasmato gli anni della sua giovinezza. È stato un periodo in cui il cantante stava davvero trovando la sua voce, rendendolo un punto focale coinvolgente e un punto di ingresso nel mondo di Dylan.

Il vero significato del finale di A Complete Unknown

A Complete Unknown segue il musicista nelle varie fasi della sua vita da sconosciuto. All’inizio è letteralmente un “completo sconosciuto”, ma le cose cambiano quando inizia a esibirsi in locali folk, ai festival e con Joan Baez. Tuttavia, al Newport Folk Festival del 1965, la transizione di Dylan da sconosciuto a famoso era completa, poiché la sua incursione nel rock ebbe un enorme impatto sul futuro del genere. La sua fama era già in crescita, ma la decisione di Dylan di esplorare altri generi musicali oltre al folk lo ha consacrato come una leggenda della musica. Il finale ha mostrato il suo effetto sul pubblico, mantenendo al contempo un senso di mistero.

Come è stato accolto il finale di A Complete Unknown

A Complete Unknown è stato acclamato da molti critici come uno dei migliori film dell’anno, ottenendo otto nomination agli Oscar. Oltre alla performance del protagonista Timothée Chalamet, molti elogi sono stati rivolti all’approccio più originale del film al genere biografico e al suo soggetto. Questo aspetto è particolarmente evidente nel finale del film. Molti critici hanno ritenuto che il finale del film lasciasse volutamente vaghe alcune cose su Bob Dylan e alcune sue motivazioni, solo per renderlo un personaggio più interessante (tramite RogerEbert.com):

Perché ha insistito per passare all’elettrico a Newport nel 1965, uno degli eventi più famosi della storia della musica folk, e dove questo capitolo della vita di Dylan raggiunge il suo apice? Solo perché gli hanno detto di non farlo?

Questa vaghezza su Dylan è stata sottolineata in molte recensioni del film. Alla fine di A Complete Unknown, il pubblico potrebbe non avere una chiara idea di chi fosse Bob Dylan, ma, come suggerisce il titolo, questo era in qualche modo lo scopo del film biografico. Una recensione su Vulture suggerisce che il finale del film rafforza l’idea che questa sia una storia su Dylan vista dalle persone che lo circondavano, lasciandolo così in qualche modo misterioso:

A Complete Unknown non cerca di offrire una soluzione all’enigma che è Bob Dylan. Fa qualcosa di più realizzabile: ci mostra com’è stare sulla scia della grandezza.

 
 

A combattere contro Stallone e Schwarzenegger? Alla fine arriva Caviezel!

Nelle ultime rivelazioni di Mark Canton, produttore dell’action movie The Tomb, ad affiancare l’indomabile duo Stallone-Schwarzenegger ci sarà Jim Caviezel. Conosciuto dai più per

 
 

A Classic Horror Story: recensione del film Netflix

A Classic Horror Story recensione film

Disponibile dal 14 Luglio 2021 su Netflix, A Classic Horror Story è il frutto del sodalizio tra i registi Roberto De Feo (The Nest) e Paolo Strippoli. Horror del tutto italiano, la pellicola gioca con gli stilemi tipici del linguaggio del cinema di genere, proponendoci una versione fresca e aggiornata di cosa significhi essere un cineasta oggi; uno sguardo attento e risoluto nei confronti di un veicolo metaforico e rappresentativo di una società e di un tempo.

A Classic Horror Story: l’apologia di un nuovo teatro orrorifico

Proprio come sarebbero le premesse classiche di un film dell’orrore, A Classic Horror Story ci presenta cinque individui, passeggeri di un carpooler che vaga per la Puglia e che, cercando di evitare la carcassa di un animale, come nella più inquietante delle storie, si schiantano contro un albero. A causa dell’impatto fulmineo e violento, perdono tutti i sensi e si ritrovano poi, al loro risveglio, nel mezzo di un bosco labirintico, i cui sentieri confluiscono in un luogo nevralgico: una casa in pieno stile Fratelli Grimm. E’ una casa che ricorda la facciata di una chiesa, dalla struttura geometrica e spigolosa; all’apparenza disabitata, tuttavia con dettagli di arredamento che faranno intendere ai cinque che non sono affatto soli. Iniziano a propagarsi una serie di indizi, tra cui un altare dedicato alla leggenda di Osso, Mastrosso e Carcagnosso, i “padri fondatori“ della mafia italiana (Camorra, Cosa Nostra e ‘Ndragheta), ma con un aspetto decisamente più inquietante e un’interpretazione della storia dei tre fratelli spagnoli molto più macabra e cruenta dell’originale. I cinque protagonisti, Elisa (Matilda Lutz), Riccardo (Francesco Russo), Fabrizio (Peppino Mazzotta), Mark (Will Merrick) e Sofia (Yulia Sobol) rappresentano tutti i ruoli più archetipici del cinema horror: la final girl, la bionda un po’ superficiale, il cinico maturo, lo stupido belloccio, il freak inquietante e dovranno vedersela con uno scenario sempre più terrificante e inaspettato.

A Classic Horror Story recensione film netflixLa pellicola di De Feo e Strippoli reinventa gli stereotipi del cinema e del folklore italiano, declinandoli attraverso un gusto estetico internazionale assolutamente concorde con lo spirito della piattaforma di distribuzione Netflix. A Classic Horror Story è un film che fa della ritualità uno degli elementi di matrice tutt’altro che derivativa, bensì assolutamente sovversiva: la casa, il bosco, i fantocci, le maschere; ogni elemento inserito all’interno della cornice drammaturgica è correlativo oggettivo non solo di sottolivelli di analisi di cui il film è intriso, bensì di un modo tutto nuovo di intendere e riproporre il genere, sulla falsariga di quella nouvelle vague che ha preso piede negli ultimi anni in Spagna e Francia e che, ci auguriamo caldamente, riesca a svettare anche nel nostro Paese.

I richiami alle classiche storie dell’orrore sono tanti e atti ad evidenziare il carattere atipico e pioneristico dell’opera di De Feo e Strippoli, nella loro riproposizione perfettamente studiata: il cinema di Sam Raimi, Non Aprite Quella Porta e il Silent Hill di Christophe Gans in primis. Le intuizioni splatter i colpi di scena, l’attenzione metodica ai dettagli quali location e costumi si uniscono inoltre a suggestioni di pellicole più recenti tra cui Midsommar di Ari Aster e Quella Casa Nel Bosco di Drew Goddard; oltre a ciò vi è l’eco ai grandi cineasti che hanno fatto la storia del cinema di genere in Italia quali Bava, Fulci e Argento: tutto questo è funzionale alla rielaborazione tematica e strutturale messa in moto dal duo registico.

L’horror è, per il duo registico, un veicolo, un tramite attraverso cui filtrare un punto di vista sulla realtà socio politica e culturale, come era stato per i grandi maestri degli anni ’70, tra cui figurano George Romero, Tobe Hopper, John Carpenter e Wes Craven. Ma A Classic Horror Story fa molto di più: ogni fotogramma della pellicola è una giustapposizione di suggestioni e idee che vanno ben oltre il mero citazionismo per assurgere a fondamento di una poetica intimista ma universale, suggerita e contemporaneamente ben delineata. La critica sottesa al pubblico generalista tanto quanto a quello appassionato sembra suggerita, eppure finisce per emergere prepotentemente, rivelando come una sceneggiatura arguta e, perché no, anche dai tratti irriverenti, possa costituire la chiave di lettura ottimale per una panoramica globale di ciò che è diventato oggigiorno il cinema horror, soprattutto italiano.

La meta-narrazione di A Classic Horror Story

Pennywise si cibava della paura, come recita una battuta del film; così come noi spettatori andiamo ricercando l’orrido, la paura, il mostruoso da cui essere investiti: ma chi, o cosa è il vero mostro, in un’era in cui la pigrizia e la noia dominano su ogni facoltà intellettuale, in cui è preponderante la presunzione di voler parlare pur non avendo visto o non sapendo niente? Sentenziare su film e prodotti, sulle opere altrui, definendole “vecchie”, “già viste”, è ciò che meglio riesce a fare il pubblico generalista, perennemente insoddisfatto.

Le tracce musicali di A Classic Horror Story – a cura di Massimiliano Mechelli – contribuiscono a delineare uno scenario in cui le minacce sono visceralmente simboliche, i ruoli tipologici e caratteriali si ribaltano continuamente, e le sfumature cromatiche assurgono a deittici esplicitati. Non è da meno il comparto registico, volto totalmente all’incamerare la parabola di un percorso che trova nella cornice orrorifica una rinascita, una dichiarazione d’intenti, un capovolgimento irredentista atto alla risemantizzazione dei concetti di folklore, usanze e simbolismi.

In un panorama del genere, è difficile che nuove voci, quelle coraggiose e sperimentali, riescano effettivamente ad emergere; pian piano è emersa la consapevolezza che sia piuttosto arduo fare film di genere in Italia, quasi a voler automaticamente significare che non siamo in grado di farlo. Ed ecco allora il circolo vizioso di mainstream, pellicole superficiali e senza passione, prive dell’animo di quella di De Feo e Strippoli.

A Classic Horror Story film recensione

La location della storia, assieme a un lavoro encomiabile in sede di regia, con alcune riprese assolutamente suggestive, contribuisce ad aumentare il senso di smarrimento e claustrofobia generati  dalla consapevolezza dell’impossibilità di una via d’uscita e dal costante ritorno a un punto di partenza. Riflessione, questa, imprescindibile per il discorso meta-cinematografico portato avanti dai due registi che, invece, una via d’uscita ce la suggeriscono eccome. Il voyeurismo malato, perverso, che ci fa nutrire costantemente di morte e depravazione è esattamente il punto di partenza per inscenare un nuovo spettacolo orrorifico, per costruire una sceneggiatura di tutto punto, in cui bisogna necessariamente andare oltre: il cui punto di partenza è appropriarsi di ciò che è già stato usato, rimaneggiato, riformulato, ormai considerato materiale scartabili, senza tuttavia fermarsi alla riproposizione in chiave diversa adattandolo al contesto socio-culturale (come poteva essere il pastiche postmoderno).

Si riprendono i topoi del genere, auto-criticandoli e ironizzandoci sopra, proprio perché consapevoli  dell’impossibilità di non annoiare un pubblico che ha fatto della noia il proprio mantra di vita e volto alla ricerca sempre di cose nuove. La consapevolezza stessa dello scartare porta paradossalmente al rivalutare. E quale personaggio sarebbe stato migliore di una giovane donna che parte pensando di “scartare” per una rivalutazione invece totalmente inaspettata?

 
 

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Ecco la nostra intervista a Francesco Russo, trai protagonisti di A Classic Horror Story, il film italiano diretto da Roberto De Feo e Paolo Strippoli disponibile su Netflix dal 14 luglio.

A Classic Horror Story, leggi la nostra recensione

A Classic Horror Story, una classica storia dell’orrore, come suggerisce il titolo, un omaggio alla tradizione di genere italiana che, partendo da riferimenti classici, arriva a creare qualcosa di completamente nuovo. Il nuovo film Netflix, prodotto da Colorado Film, sarà presentato in Concorso alla 67esima edizione del Taormina Film Fest 2021, che si terrà dal 27 giugno al 3 luglio 2021. Il film sarà poi disponibile dal 14 luglio 2021 solo su Netflix. A Classic Horror Story è diretto da Roberto De Feo e Paolo Strippoli, da una sceneggiatura di Lucio Besana, Roberto De Feo, Paolo Strippoli, Milo Tissone, David Bellini, e vede come protagonisti principali Matilda Lutz, Francesco Russo, Peppino Mazzotta, Yulia Sobol, Will Merrick, Alida Baldari Calabria e Cristina Donadio. Il film è stato girato interamente in Puglia e a Roma, per 5 settimane di riprese.

 
 

A Classic Horror Story: il trailer ufficiale del film Netflix italiano

Netflix Italia ha diffuso il trailer ufficiale di A Classic Horror Story, il film originale Netflix italiano una produzione COLORADO FILM che sarà presentato in concorso al
TAORMINA FILM FEST 2021.

A Classic Horror Story, una classica storia dell’orrore, come suggerisce il titolo, un omaggio alla tradizione di genere italiana che, partendo da riferimenti classici, arriva a creare qualcosa di completamente nuovo. Il nuovo film Netflix, prodotto da Colorado Film, sarà presentato in Concorso alla 67esima edizione del Taormina Film Fest 2021, che si terrà dal 27 giugno al 3 luglio 2021. Il film sarà poi disponibile dal 14 luglio 2021 solo su Netflix. A Classic Horror Story è diretto da Roberto De Feo e Paolo Strippoli, da una sceneggiatura di Lucio Besana, Roberto De Feo, Paolo Strippoli, Milo Tissone, David Bellini, e vede come protagonisti principali Matilda Lutz, Francesco Russo, Peppino Mazzotta, Yulia Sobol, Will Merrick, Alida Baldari Calabria e Cristina Donadio. Il film è stato girato interamente in Puglia e a Roma, per 5 settimane di riprese.

 
 

A Classic Horror Story: il teaser trailer del film italiano Netflix

Netflix Italia ha diffuso il trailer di A Classic Horror Story, il nuovo film Originale Netflix italiano di Roberto De Feo e Paolo Strippoli, una classica storia dell’orrore, come suggerisce il titolo, un omaggio alla tradizione di genere italiana che, partendo da riferimenti classici, arriva a creare qualcosa di completamente nuovo.  Il nuovo film Netflix, prodotto da Colorado Film, sarà disponibile dal 14 luglio 2021.  Protagonisti sono Matilda Lutz, Francesco Russo, Peppino Mazzotta, Yulia Sobol, Will Merrick, Alida Baldari Calabria e Cristina Donadio.

 
 

A Chiara di Jonas Carpignano, al cinema dal 7 ottobre 2021

A Chiara

A Chiara di Jonas Carpignano, al cinema dal 7 ottobre 2021 distribuito da Lucky Red. Presentato in anteprima nella sezione Quinzaine Des Réalisateurs al Festival di Cannes 2021, dove è stato acclamato dalla critica internazionale e insignito del premio Europa Cinemas Label, il film chiude la trilogia di Gioia Tauro in Calabria iniziata con “Mediterranea” (2015) e proseguita con “A Ciambra” (2017).

“All’inizio non avevo affatto in mente l’idea di fare un trittico” – spiega il regista Jonas Carpignano – “Ma ben presto ho capito che volevo realizzare tre film su tre aspetti di questa città. Il primo era la comunità africana, il secondo, questa comunità rom un tempo nomade, ma divenuta completamente sedentaria e insediata a Gioia Tauro. Infine, la ‘Malavita’, le persone coinvolte nell’economia sotterranea creata dalla mafia.”

Andando oltre i facili stereotipi e l’opacità dei pregiudizi, in questo terzo capitolo il regista firma un racconto di formazione dolceamaro, mantenendo l’ambientazione calabrese e rivolgendo la macchina da presa verso Chiara (interpretata dalla magnetica Swamy Rotolo, qui al suo esordio sul grande schermo), una ragazza di 15 anni dalla vita apparentemente normale, divisa tra amici, palestra e una famiglia affettuosa. Quando suo padre (Claudio Rotolo) parte improvvisamente, Chiara inizia a indagare sui motivi che lo hanno spinto a lasciare la città. Inizia così il percorso di crescita di una giovane donna caparbia e volitiva, che si mette in cammino per trovare la propria bussola morale, fino a tracciare un percorso definito in equilibrio tra bene e male, conquistando così il proprio posto nel mondo e, soprattutto, la propria libertà.

“Per me ‘A Chiara’ è molto più un film sulla famiglia di quanto non lo sia sulla mafia” – precisa il regista – “Non c’è dubbio che per numerosi aspetti la cultura mafiosa infiltri la vita quotidiana. Ma non è dominante, come pensa la maggior parte della gente e non assomiglia a quello che vedo spesso nelle fiction. Io, per esempio, non ho mai visto una sparatoria come quelle nei film in 10 anni a Gioia Tauro.”

La trama

La famiglia Guerrasio si riunisce per celebrare i 18 anni della figlia maggiore di Claudio e Carmela. È un’occasione felice e la famiglia è molto unita, nonostante una sana rivalità tra la festeggiata e sua sorella Chiara di 15 anni sulla pista da ballo. Il giorno seguente, quando il padre parte improvvisamente, Chiara inizia a indagare sui motivi che hanno spinto Claudio a lasciare Gioia Tauro. Più si avvicinerà alla verità, più sarà costretta a riflettere su che tipo di futuro vuole per se stessa.

Prodotto da: Stayblack Productions con Rai Cinema, Haut et Court, e Arte France Cinéma.

 
 

A Chiara di Jonas Carpignano presentato alla Quinzaine des Réalisateurs

Jonas Carpignano Quinzaine des Réalisateurs

Jonas Carpignano torna al Festival di Cannes. Il suo nuovo film, A CHIARA, sarà proiettato in anteprima mondiale alla Quinzaine des Réalisateurs, dove quattro anni fa aveva già presentato “A Ciambra”, realizzato con il supporto di Martin Scorsese (produttore esecutivo) e vincitore del David di Donatello alla migliore regia e al miglior montaggio. Un film acclamato in tutto il mondo.

Una co-produzione tra Italia, Francia e Svezia, A CHIARA è prodotto da Stayblack con Rai Cinema, Haut et Court, Arte France Cinéma e con il contributo del Ministero della Cultura, con il sostegno di Eurimages, CNC.

A CHIARA è il terzo lungometraggio di Carpignano: il regista e sceneggiatore ha realizzato il capitolo di chiusura della sua “trilogia gioiese”, dopo “Mediterranea” (presentato alla Semaine de la Critique di Cannes nel 2015) e “A Ciambra” (2017).

“È un onore per me presentare questo film a Cannes – ha dichiarato Carpignano – Sono grato alla Quinzaine per averlo selezionato, e ancora più grato al cast e alla troupe per il loro lavoro che ha permesso di portare questa storia sullo schermo. Non vedo l’ora che il pubblico veda il film e scopra l’interprete principale che ne è il fulcro. Vedere Swamy Rotolo diventare Chiara è stato per me una grande gioia. Niente mi rende più felice che immaginare lei e la sua famiglia a Cannes”.

A CHIARA – IL FILM 

La famiglia Guerrasio si riunisce per celebrare i 18 anni della figlia maggiore di Claudio e Carmela. È un’occasione felice e la famiglia è molto unita, nonostante una sana rivalità tra la festeggiata e sua sorella Chiara di 15 anni sulla pista da ballo. Il giorno seguente, quando il padre parte improvvisamente, Chiara inizia a indagare sui motivi che hanno spinto Claudio a lasciare Gioia Tauro. Più si avvicinerà alla verità, più sarà costretta a riflettere su che tipo di futuro vuole per sé stessa.
 
 

A che punto è il casting di Batman per il nuovo DCU?

Batman: Caped Crusader

Il regista di Superman e co-CEO dei DC Studios, James Gunn, è tornato su Threads e questa volta ha offerto alcuni aggiornamenti minori su alcuni progetti futuri. Mentre abbiamo già riferito quanto Gunn ha dichiarato sul social in merito alla eventuale presenza di Hush in The Batman 2, qui ci soffermiamo sul punto in cui si trovano i processi di casting per il Crociato Incappucciato nei DCU.

Nonostante abbia ripetutamente affermato che The Brave and the Bold e Batman sono una priorità per i DC Studios dopo l’uscita di Superman, il regista ha iniziato confermando che lui e Peter Safran non hanno ancora scelto il prossimo Cavaliere Oscuro. Ora è chiaro che è improbabile vedere l’eroe fare un cameo nel film Clayface del prossimo anno, nonostante sia ambientato nel DCU.

“Non ci sono davvero nuovi aggiornamenti”, ha detto Gunn di recente a proposito di The Brave and the Bold. “Voglio dire, stiamo lavorando a una sceneggiatura. Abbiamo uno sceneggiatore che ci sta lavorando alacremente. Sono molto coinvolto, quindi, sapete, vedremo cosa succederà. Vorrei avere altre notizie per voi, ma non ne ho.”

Incalzato sulla possibilità che il Cavaliere Oscuro di Robert Pattinson si unisca al DCU, ha risposto: “Sarebbe una considerazione. Dovremmo pensarci. Dovremmo pensarci. Non è che non ne abbiamo mai discusso. Non direi mai zero [probabilità], perché non si sa mai. Ma non è probabile. Non è affatto probabile.”

The Brave and the Bold non ha ancora una data di uscita e, in una recente intervista, Gunn ha ammesso di avere difficoltà con il debutto di Batman nel DCU.

 
 

A che ora esce la terza stagione di Squid Game su Netflix

Gi-Hun Squid Game

La terza stagione di Squid Game ripercorrerà l’arco narrativo finale della serie coreana di successo di Netflix, rivelando il destino dei personaggi amati della seconda stagione e la fine del viaggio di Gi-hun alla ricerca di vendetta e redenzione. Prima che la prima stagione di Squid Game arrivasse su Netflix nel settembre 2021, non c’era molto clamore intorno alla serie. Persino Netflix non ha fatto di tutto per promuovere la serie come uno dei suoi più grandi successi futuri. Eppure, grazie al passaparola, la serie è salita in classifica fino a diventare una delle serie di maggior successo commerciale sul servizio di streaming.

Da un punto di vista critico, la seconda stagione di Squid Game è stata leggermente meno acclamata rispetto alla precedente. In termini di audience complessiva, tuttavia, la seconda puntata della serie coreana Netflix ha continuato lo slancio della serie e ha dimostrato che i quattro anni di pausa tra la prima e la seconda stagione non hanno avuto quasi alcun impatto sull’interesse del pubblico. A quasi sei mesi dall’uscita della seconda stagione di Squid Game, la terza stagione è pronta per debuttare su Netflix e risolvere finalmente tutti i nodi della trama. Data l’hype che circonda la sua uscita, molti vorrebbero conoscere l’ora esatta in cui sarà disponibile.

La terza stagione di Squid Game uscirà alle 12:01 PT di venerdì 27 giugno

Squid Game - Stagione 3

Gli orari di uscita possono variare in base alla posizione dello spettatore

Squid Game – stagione 3 uscirà su Netflix alle 3:01 ET / mezzanotte PT di venerdì 27 giugno 2025. All’ora GMT, lo show sarà disponibile in streaming a partire dalle 7:01. Gli spettatori delle altre parti del mondo possono calcolare l’ora di uscita relativa dello show di conseguenza. Invece di rompere la norma e uscire in un momento diverso rispetto alla maggior parte degli altri show Netflix, la terza stagione di Squid Game rispetta il programma regolare della piattaforma di streaming, con la prima prevista alle 12:01 PT, proprio prima dell’inizio del weekend.

Ecco una tabella dettagliata con gli orari di uscita della terza stagione di Squid Game in tutte le principali località:

Region Timezone Release Time
USA (West Coast) Pacific Time (PT) 12:01 a.m. (midnight)
USA (East Coast) Eastern Time (ET) 3:01 a.m.
UK British Summer Time (BST) 8:01 a.m.
Europe Central European Summer Time (CEST) 9:01 a.m.
India India Standard Time (IST) 12:31 p.m.
Japan/South Korea JST/KST 4:01 p.m.

Considerando che le stagioni precedenti di Squid Game erano piene zeppe di colpi di scena riguardanti il destino dei personaggi e i giochi, non ci si aspetta che la terza stagione sia diversa. Per questo motivo, gli spettatori che desiderano evitare qualsiasi tipo di spoiler possono sempre guardare la serie e guardarla tutta d’un fiato non appena sarà disponibile su Netflix. Dopo aver consultato il calendario delle uscite sopra riportato, gli altri potranno guardarla al proprio ritmo in qualsiasi momento dopo che sarà disponibile per lo streaming online.

Perché la terza stagione di Squid Game uscirà solo sei mesi dopo la seconda

Le stagioni 2 e 3 di Squid Game sono state scritte e girate una dopo l’altra

Dato che ci sono voluti quasi quattro anni per l’uscita della seconda stagione di Squid Game dopo la prima, molti spettatori si chiederanno come mai la terza stagione uscirà così presto. È interessante notare che, come confermato da molte fonti, le stagioni 2 e 3 di Squid Game sono state girate una dopo l’altra. Quando Squid Game, il creatore di Squid Game, Hwang Dong-hyuk, ha ideato la serie, non avrebbe mai immaginato che sarebbe diventata un fenomeno virale. Per questo motivo, prima che la serie fosse disponibile su Netflix, non sapeva quale sarebbe stato il suo futuro.

Quando gli è stata offerta l’opportunità di ampliare la trama della serie con un’altra stagione, non ha rifiutato l’offerta. Tuttavia, in qualità di creatore della serie, inizialmente aveva immaginato “le stagioni 2 e 3 come un’unica storia (via EW). Durante la scrittura della seconda stagione, però, si è reso conto che “gli episodi erano troppi”. Di conseguenza, invece di concludere la serie con la seconda stagione, Dong-hyuk ha deciso di dividerla in due parti, il che sembra spiegare perché il finale della seconda stagione di Squid Game appaia un po’ brusco e discutibilmente insoddisfacente.

In un’altra intervista (via Deadline), lo showrunner ha spiegato ulteriormente la sua decisione di dividere la seconda stagione in due parti, rivelando di aver notato “un grande punto di svolta o un punto di inflessione” alla fine dell’episodio 7 della seconda stagione. Questo gli ha fatto capire che sarebbe stato giusto concludere l’arco narrativo di una stagione in quel punto naturale e continuare il resto con un’altra puntata. Anche se la conclusione un po’ brusca della seconda stagione di Squid Game ha suscitato polemiche, le dichiarazioni di Hwang Dong-hyuk chiariscono perché la serie doveva finire proprio lì prima di dare il via al capitolo finale.

 
 

A Case of You (Una rete di bugie): trailer del film con Evan Rachel Wood

A Case of You (Una rete di bugie

E’ uscito, anche per noi , il primo trailer di A Case of You (Una rete di bugie), il nuovo film diretto da Kat Coiro, che è stato presentato lo scorso Aprile al Tribeca Film Festival.

A Case of You (Una rete di bugie che vedrà protagonisti Justin Long e Evan Rachel Wood, è una commedia romantica molto attuale. La trama, infatti, racconta dell’amore ai tempi di internet e dei social network. Un giovane scrittore (Justin Long) vuole impressionare la ragazza dei suoi sogni, una giovane barista (Evan Rachel Wood). Per fare ciò analizza la sua pagina Facebook, rendendola perfetta, in modo da sembrare un perfetto fidanzato. Ovviamente la situazione va a precipitare quando lei scopre l’imbroglio.

Il film è stato scritto da Christian e Justin Long insieme a Keir O’Donnell, e nel cast sono presenti anche Sam Rockwell, Peter Dinklage, Busy Philipps, Brendan Fraser, Sienna Miller. Il film uscirà nelle sale il 6 Novembre.

Potete vedere il trailer sul sito Movies.Yahoo.com

 
 

A casa tutti bene: un video presenta il cast del nuovo film di Muccino

A Casa Tutti Bene Ischia Film Festival 2018

01 Distribution ha diffuso una featurette da A Casa Tutti Bene, il nuovo film di Gabriele Muccino con un importante cast corale formato da Stefano Accorsi, Carolina Crescentini, Elena Cucci, Tea Falco, Pierfrancesco Favino, Claudia Gerini, Massimo Ghini, Sabrina Impacciatore, Gianfelice Imparato, Ivano Marescotti, Giulia Michelini, Sandra Milo, Giampaolo Morelli, Stefania Sandrelli, Valeria Solarino e Gianmarco Tognazzi.

Proprio il nutrito cast è il protagonista del video di seguito:

A Casa Tutti Bene, recensione del film di Gabriele Muccino

Scritto da Gabriele Muccino e Paolo Costella A Casa Tutti Bene è la storia di una grande famiglia che si ritrova a festeggiare le Nozze d’Oro dei nonni sull’isola dove questi si sono trasferiti a vivere. Un’improvvisa mareggiata blocca l’arrivo dei traghetti e fa saltare il rientro previsto in serata costringendo tutti a restare bloccati sull’isola e a fare i conti con loro stessi, con il proprio passato, con gelosie mai sopite, inquietudini, tradimenti, paure e anche improvvisi e inaspettati colpi di fulmine.

A Casa Tutti Benel’incontro con il regista e il cast

Diretto da Gabriele MuccinoA Casa Tutti Bene è prodotto da LOTUS PRODUCTION con RAI CINEMA in associazione con 3 MARYS ENTERTAINMENT S.r.l.. – Nelle sale dal 14 febbraio 2018

 
 

A casa tutti bene: trama, cast e curiosità sul film

A casa tutti bene film

Da sempre interessato ai rapporti, più o meno sopra le righe, che si possono instaurare tra le persone, il regista Gabriele Muccino è tornato in Italia dopo aver realizzato ben quattro film statunitensi, tra cui spiccano La ricerca della felicità e Padri e figlie. Nel 2018 ha dunque portato al cinema quello che è poi divenuto uno dei suoi maggiori successi, A casa tutti bene (qui la recensione), un dramma corale non privo di elementi da commedia, dove il regista ha occasione di esplorare nuovamente il tema della famiglia in tutte le sue possibili sfumature.

Il film, interpretato da attori ricorrenti nella filmografia di Muccino, racconta dunque la complessità delle relazioni ad ogni età e, rappresentando le varie fasi dell’esistenza, punta a dar vita ad una riflessione su come tutti possiamo fingere di essere migliori di quello che siamo. Muccino allarga poi il discorso fino a rappresentare a suo modo l’intera società italiana, i cui molteplici aspetti sono qui incarnati dai vari personaggi protagonisti. Apprezzato da critica e pubblico, il film è poi arrivato ad un guadagno di circa 9 milioni di euro, vincendo proprio per questo risultato il “David dello spettatore”.

In A casa tutti bene, dunque, si possono ritrovare tutti gli elementi tipici del cinema di Muccino. Caratteristiche che lo hanno reso celebre e che arricchiscono le sue storie di un certo fascino. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla location. Infine, si ritroveranno anche dettagli sull’omonima serie televisiva e si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

A casa tutti bene: la trama del film

La vicenda narratta in A casa tutti bene ha inizio con Alba e Pietro, una coppia di pensionati che possiede una villa su un’isola. In occasione delle nozze d’oro, i due organizzano un pranzo al quale partecipano figli, nipoti e altri familiari. Il nutrito gruppo si trova così a trascorrere una giornata insieme, dove tutto sembra procedere per il meglio. A causa del maltempo però, nessuno può lasciare l’isola alla fine della festa e la convivenza forzata porta bene presto inevitabilmente al confronto tra i vari membri della famiglia, a volte allegri, a volte drammatici, riaccendendo invidie e gelosie, facendo riemergere paure e questioni mai risolte.

A casa tutti bene cast

A casa tutti bene: il cast di attori e la location del film

Ad interpretare il film vi è un cast composto da alcuni dei più celebri attori italiani, molti dei quali avevano già collaborato in passato con Muccino. Stefano Accorsi, ad esempio, interpreta qui Paolo, mentre Piefrancesco Favino è Carlo e Carolina Crescentini è sua moglie Ginevra. Elena Cucci ricopre il ruolo di Isabella, che avrà una fugace relazione con Paolo, mentre Claudia Gerini e Massimo Ghini interpretano i coniugi Beatrice e Sandro. Giampaolo Morelli e Sabrina Impacciatore interpretano invece Diego e Sara. Completano poi il cast Gianmarco Tognazzi nei panni di Riccardo, Valeria Solarino in quelli di Elettra e Sandra Milo come Maria. Gli anziani Alba e Pietro, invece, sono interpretati da Stefania Sandrelli e Ivano Marescotti.

Come noto, l’intero film, fatta eccezione per le scene iniziali e quelle finali, è stato girato sull’isola d’Ischia. Posta all’estremità settentrionale del golfo di Napoli e a poca distanza dalle isole di Procida e Vivara, nel mar Tirreno, è la maggiore delle Flegree ed un’importante meta del turismo internazionale. Con i suoi 62 630 abitanti è la terza isola italiana per popolazione e l’ottava per superficie. Muccino ha raccontato di averla scelta essendosene innamorato dopo un sopralluogo, ritenendola perfetta per dar vita a quel senso di solitudine e oppressione che i personaggi provano sempre più nel corso del film.

A casa tutti bene: la serie, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Dal film è poi stata tratta anche una serie, il cui titolo è sempre A casa tutti bene, andata in ondata su Sky a partire dal dicembre 2021. Ideata dallo stesso Muccino, che ha anche diretto alcuni episodi, questa differisce parzialmente dal film, non avendo come ambientazione un’isola ma raccontando ugualmente di una famiglia allargata e dei suoi tanti segreti e problemi. Tra i protagonisti si annoverano gli attori Francesco Scianna, Simone Liberati, Silvia D’Amico e Laura Morante. Dopo una prima stagione di 8 episodi di grande successo, sono ora imminenti le riprese della seconda stagione, che porterà avanti il racconto.

È possibile fruire di A casa tutti bene grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Now, Netflix, Disney+, Rai Play, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 6 giugno alle ore 21:25 sul canale Rai 1.

Fonte: IMDb