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Rock and Rule: recensione del film d’animazione di Clive A. Smith

Per la rubrica film d’animazione ecco la recensione di Rock and Rule di Clive A. Smith, un vero e proprio cult del genere, distribuito allora dalla MGM.

Anno: 1983

Regia: Clive A. Smith

Trama: La storia è ambientata in un futuro apocalittico dalle atmosfere che sembrano omaggiare Blade Runner di Ridley Scott. In seguito ad un’esplosione nucleare, il genere umano si è estinto e le città sono state ripopolate da cani e topi mutanti, gli unici sopravvissuti a questa tragedia. Mok, una  folle rockstar in declino, vuole evocare tramite le vibrazioni generate da una particolare sequenza di note detta ‘Armageddon key’, un potentissimo demone proveniente da un’altra dimensione. Egli è alla ricerca di una voce che riesca ad emettere questa particolare melodia ed il caso vuole che  si imbatta in Angel, giovane vocalist in un gruppo di topi punk-rock. La ragazza è l’unica in grado di cantare le fatidiche note dell’Armageddon key.

Analisi: Rock and Rule è un film d’animazione realizzato nel 1983 dallo studio canadese Nelvana  che due anni prima aveva prodotto Heavy Metal, altro film cult del cinema d’animazione per adulti. Gli ingenti capitali investiti in quest’ambizioso progetto, portarono la Nelvana sull’orlo della bancarotta da cui riuscì a sollevarsi grazie alla realizzazione della serie televisiva Care Bear, qui da noi i famosissimi Orsetti del cuore. Inoltre la sfortuna volle che la MGM, casa di distribuzione del film, venisse acquisita dalla United Artists proprio in quel periodo. I vertici del nuovo assetto aziendale, concentrati su nuove e più pressanti priorità, si disinteressarono a Rock and Rule e così il film non venne mai distribuito negli Stati Uniti. Fu presentato ad un festival cinematografico in Germania, distribuito in alcuni cinema del Canada senza troppa fortuna ( gli spettatori di quel periodo non si aspettavano  la presenza di parolacce e contenuti trasgressivi in un cartoon ) ed infine ebbe alcuni passaggi in emittenti televisive canadesi.

Rock and Rule: recensione del film d’animazione di Clive A. Smith

La riscoperta di Rock and Rule avvenne anni dopo grazie al passaparola ed alla circolazione di VHS condivisi dai vari appassionati di questo genere che lo spacciarono come opera del regista indipendente Ralph Bakshi (Fritz il gatto, Il signore degli anelli). Rock and Rule non arrivò mai nelle sale italiane ed allo stato attuale le uniche copie in circolazione sono in lingua  inglese.

Rock and RuleSebbene il plot sia piuttosto debole e non del tutto originale, ciò che affascina in questo lavoro è lo stile grafico e la colonna sonora. Risultano particolarmente curati sia il Character Design, sia la creazione degli sfondi e delle ambientazioni. Viene fatto largo uso del Rotoscoping uno stile d’animazione che consiste nel creare i movimenti del personaggio ricalcando quelli di  un modello in carne ed ossa filmato precedentemente. Viene usato per rendere più fluide e realistiche le movenze di figure antropomorfe ed è una tecnica molto antica a cui, ad esempio, fece ricorso anche la Disney in alcune scene di Biancaneve e i sette nani. Forse la voce che uno degli autori fosse Ralph Bakshi è nata proprio da questa caratteristica del film, infatti Bakshi è stato uno dei registi più radicali nell’impiego del Rotoscoping nel cinema d’animazione. A quest’uso tradizionale si affianca, però, anche una sperimentazione delle nuove tecnologie elettroniche applicate al video che negli anni ottanta vedono il loro maggiore sviluppo e che si evolveranno poi, nella grafica in tre dimensioni del cinema d’animazione contemporaneo.

Frutto della collaborazione con grandi nomi del Rock, la colonna sonora voleva essere la maggiore attrattiva di questa produzione. Infatti, subito dopo il prologo, i primi nomi presenti nei titoli di testa sono quelli dei musicisti che hanno collaborato alla sua realizzazione. Per citarne alcuni, Debbie Harry vocalist del gruppo Blondie che interpreta le canzoni di Angel (ed alla quale si ispirarono i disegnatori per il character design di questo personaggio), Lou Reed e Iggy PoP che interpretano le canzoni di Mok e gli Earth, Wind & Fire con un brano inserito all’interno di una scena in discoteca (una delle più incriminate e trasgressive del film).

Rock and Rule è un film, quindi, al servizio della musica e delle immagini in grado di ipnotizzare lo spettatore. Un opera dal passato “difficile” ma che forse, grazie a questa sua recente riscoperta, potrà riscattare in futuro.

Rocío Muñoz Morales arriva la lido, in attesa dell’inizio di Venezia 79

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Rocío Muñoz Morales è arrivata al lido e come di consueto si è concessa ai fotografi sulla spiaggia dell’Excelcior del Lido di Venezia. L’attrice e conduttrice condurrà le serate di apertura e di chiusura della 79. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, diretta da Alberto Barbera.

Rocío Muñoz Morales aprirà la 79. Mostra nella serata di mercoledì 31 agosto 2022, sul palco della Sala Grande (Palazzo del Cinema al Lido) in occasione della cerimonia di inaugurazione, e guiderà la cerimonia di chiusura sabato 10 settembre, in occasione della quale saranno annunciati i Leoni e gli altri premi ufficiali della 79. Mostra. Ecco tutte le foto:

Rocío Muñoz Morales nasce a Madrid nel 1988. È un’attrice, conduttrice ed ex modella. Dopo aver mosso i primi passi nel mondo dello spettacolo in giovane età come ballerina professionista, studia per diventare attrice e debutta in alcune serie per la televisione spagnola. Nel 2012 fa il suo debutto nel cinema italiano nel film di Paolo Genovese Immaturi – Il viaggio e dal 2013 è la protagonista femminile della fortunata serie Un passo dal cielo in onda su Rai1. Lo stesso anno affianca Carlo Conti nella conduzione del 65° Festival di Sanremo durante le cinque serate, e nel 2015 è la protagonista del film Tango per la libertà di Alberto Negrin in onda su Rai1. L’anno successivo è nel cast del film internazionale All Roads Lead To Rome con Sarah Jessica Parker (2016). Tornata al cinema italiano, recita nelle commedie Natale da chef di Neri Parenti (2017) e Tu mi nascondi qualcosa di Giuseppe Loconsole (2018).

Rocío Muñoz Morales alterna il suo lavoro di attrice in Italia a una carriera che procede parallelamente in Spagna. Conduce per TVE1 l’edizione 2018 di Bailando con las estrellas e nei due anni consecutivi è la presentatrice della lunga maratona televisiva della notte di Capodanno, trasmesse sempre sul primo canale spagnolo TVE1. Sono numerose le campagne pubblicitarie che la vedono come testimonial in questi anni.

Nel 2017 avviene l’esordio teatrale in Italia con lo spettacolo Certe notti, a cui sono seguiti Dì che ti manda Picone (2018), Love Letters (2019), Sherlock Holmes e i delitti di Jack lo Squartatore (2020), Parlami d’amore Mariù (2021) e Fiori d’acciaio (2022). Nel 2021 è al cinema nel film in lingua inglese They Talk To Me uscito successivamente su Prime Video e nella commedia di Enrico Vanzina Tre sorelle. A maggio 2022 sarà al centro della serie tv Mediaset Giustizia per tutti di Maurizio Zaccaro e nel film per Sky (Im)perfetti criminali di Alessio Maria Federici. Prossimamente la vedremo in due film di produzioni indipendenti: Uomini da marciapiede di Francesco Albanese per RaiCinema e Troppa famiglia di Pierluigi Di Lallo.
Volto amato dalla moda e dalla TV, Rocío è spesso ospite di programmi di successo e ha anche condotto una delle puntate di Le iene su Italia1. È un’attrice naturalizzata italiana, amata non solo per la sua eleganza e per la sua bellezza ma anche per la professionalità e l’amore con i quali affronta ogni suo progetto.

Rocco: recensione del documentario su Rocco Siffredi

Rocco: recensione del documentario su Rocco Siffredi

La prima inquadratura di Rocco è decisamente emblematica. Il documentario dedicato alla vita del più grande pornoattore italiano di tutti i tempi si apre infatti con un’immagine del suo membro; quel membro che – per ammissione dello stesso protagonista – ha contribuito a renderlo una celebrità indiscussa e, al tempo stesso, ha marchiato per sempre la sua vita.

Da quell’immagine legata nell’immaginario collettivo (sia maschile che femminile) alla potenza e alla virilità assoluta, si apre una finestra su un mondo – quello del porno – che risucchia come un vortice chiunque ne venga travolto, un mondo sporco agli occhi dei più, regolato da meccanismi tanto complessi quanto spaventosi.

Il documentario Rocco esplora la vita di Rocco Siffredi a pochi giorni dalla realizzazione del suo ultimo film a luci rosse, con il quale la star ha ufficialmente detto addio al mondo dei film hard in qualità di attore. Un addio sofferto ma ponderato – assolutamente necessario per ristabilire l’ordine nel caos di una vita vissuta all’ombra di una sessualità tanto liberatoria quanto disumanizzante -, che viene raccontato non solo attraverso i momenti che Rocco condivide con le persone che ogni giorno lavorano con lui o che condividono la sua quotidianità, ma soprattutto attraverso i ricordi dolorosi e le parole sincere di un uomo che continua ancora oggi ad essere schiavo dei propri desideri e dei propri impulsi.

rocco

Perché il più grande merito di Rocco, diretto dai registi francesi Thierry Demiziere e Alban Teurlai, è quello di rispondere ad un’esigenza voyeuristica che travalica l’elemento pornografico per indagare (come molto spesso accade nei doc dedicati a personalità tanto idealizzate ed esaltate come quella di Siffredi) l’uomo dietro il mito, l’essere umano dietro il personaggio pubblico, la persona ancora tormentata da quei demoni del sesso che costantemente intaccato una vita di assoluta perfezione e che, altrettanto costantemente, provano a virare un’esistenza verso la totale autodistruzione.

Una testimonianza intima e priva di ovvietà su una figura tormentata e carica di contraddizioni, simbolo della dominazione per eccellenza, schiavo di tutto ciò che ha contribuito a renderlo un’icona indiscutibile del nostro tempo.

Rocco Schiavone fiction tv: cast, trama, libri e streaming

Rocco Schiavone fiction tv: cast, trama, libri e streaming

La televisione italiana è sempre ricca di contenuti, tra film e fiction, che traggono ispirazione dalla vita quotidiana, dalla letteratura e dalla storia del nostro paese. Oggi vi parliamo di una delle fiction più amate della tv degli ultimi anni, Rocco Schiavone.

In onda dal 2016 su Rai 2, Rocco Schiavone è una fiction tratta dalle opere letterarie di Antonio Manzini, interpretata da Marco Giallini. La serie, ormai arrivata alla sua terza stagione, racconta delle avventure immaginarie di Rocco Schiavone, un poliziotto dal carattere difficile, irascibile e instabile e che detesta le regole.

Rocco Schiavone cast e trama

A causa della sua condotta non conferme alle regole dell’arma, Rocco Schiavone (Marco Giallini), viene trasferito per motivi disciplinari da Roma ad Aosta. Nonostante si trovi in un ambiente lavorativo completamente diverso da quello a cui era abituato, il vice questore aggiunto della polizia continua a fare il suo lavoro senza risparmiarsi.

[ATTENZIONE! SPOILER]

Nel tranquillo capoluogo valdostano, Rocco è proprio come un pesce fuor d’acqua. I suoi modi arroganti, la sua abitudine di fumare spinelli e il suo disprezzo per le regole, non rendono facile la transizione tra gli uffici. Inoltre, a complicare la situazione di Rocco, è la presenza costante della moglie Marina, morta da tanti anni, ma che gli compare sotto forma di allucinazione. Queste visioni, oltre a rendere difficoltosa la quotidianità, continuano a minare anche la vita privata di Rocco. Tutte le sue relazioni sentimentali, infatti, devono fare i conti con il suo umore impossibile e altalenante e con il ricordo ingombrante della moglie.

Rocco non riesce a darsi pace per la morte di sua moglie poiché la sua scomparsa non è stata una fatalità; Marina è stata assassinata e Schiavone vuole farsi giustizia da solo. Convinto di poter gestire la situazione e affrontare i suoi problemi infrangendo le regole a proprio piacimento, Rocco nasconde a tutti la morte del criminale Luigi Baiocchi, assassino della moglie. La scomparsa però di Baiocchi insospettisce suo fratello Enzo Baiocchi (Adamo Dionisi), che dal carcere accusa Schiavone di omicidio e occultamento di cadavere a Fiumicino. Questo costringerà Rocco a scappare per evitare di finire in prigione.

Rocco Schiavone libri

Quello di Rocco Schiavone è un personaggio immaginario creato dalla penna di Antonio Manzini, autore di una serie di romanzi e racconti polizieschi di cui Schiavone è protagonista.

Pubblicati dalla case editrice Sellerio, i racconti di Manzini che hanno come protagonista Rocco sono tutti autoconclusivi e di solito si focalizzano su di un particolare caso di omicidio affidato al vice questore Schiavone. Il filo conduttore che lega tutti i racconti e romanzi è la storia personale di Rocco, un personaggio dal passato doloroso e dal presente oscuro e complesso.

I romanzi o raccolte dedicati a Rocco Schiavone sono in tutto 10:

  • Pista nera, 2013, Sellerio
  • La costola di Adamo, 2014, Sellerio
  • Non è stagione, 2015, Sellerio
  • Era di maggio, 2015, Sellerio
  • Cinque indagini romane per Rocco Schiavone, 2016, Sellerio
  • 7-7-2007, 2016, Sellerio
  • Pulvis et umbra, 2017, Sellerio
  • L’anello mancante. Cinque indagini di Rocco Schiavone, 2018, Sellerio
  • Fate il vostro gioco, 2018, Sellerio
  • Rien ne va plus, 2019, Sellerio
  • Ah l’amore l’amore, 2020, Sellerio

I racconti singoli, invece, dedicati al vice questore sono 11:

  • L’accattone, racconto nell’antologia Capodanno in giallo (2012), Sellerio
  • Le ferie d’agosto, racconto nell’antologia Ferragosto in giallo (2013), Sellerio
  • La ruzzica de li porci, racconto nell’antologia Carnevale in giallo (2013), Sellerio
  • Buon Natale, Rocco!, racconto nell’antologia Regalo di Natale (2013), Sellerio
  • Rocco va in vacanza, racconto nell’antologia Vacanze in giallo (2014), Sellerio
  • Castore e Polluce, racconto nell’antologia Turisti in giallo (2015), Sellerio
  • L’anello mancante, racconto nell’antologia La crisi in giallo (2015), Sellerio
  • …e palla al centro, racconto nell’antologia Il calcio in giallo (2016), Sellerio
  • Senza fermate intermedie, racconto nell’antologia Viaggiare in giallo (2017), Sellerio
  • L’eremita, racconto nell’antologia Un anno in giallo (2017), Sellerio
  • L’amore ai tempi del Covid-19, pubblicato on-line (2020), Sellerio

Rocco Schiavone 4 anticipazioni: una nuova stagione

Le avventure televisive di Rocco Schiavone, iniziate nel 2016, a oggi contano 3 stagioni e un totale di 16 episodi. Tuttavia, pare proprio che sia in arrivo questo inverno l’attesissima quarta stagione della fiction. In una recente intervista a Panorama, il produttore Rosario Rinaldo, ha svelato alcune anticipazioni sulle nuove puntate della serie in arrivo nel 2021.

[ATTENZIONE! SPOILER]

Dopo lo stop da pandemia, la troupe e il suo protagonista sono tornati sul set qualche settimana fa, cominciando le riprese in Valle d’Aosta che poi termineranno a Roma. In queste nuove puntate Rocco Schiavone si troverà a dover affrontare nuove indagini con un finale shock. Il protagonista sarà infatti coinvolto in un grave incidente che lo costringerà a letto e a una lenta convalescenza.

Due delle nuovissime puntate della quarta stagione di Rocco Schiavone sono tratte dagli ultimi romanzi pubblicati da Manzini, Rien ne va plus (2019) e Ah l’amore l’amore (2020). In uno di questi episodi, viene assaltato un furgone portavalori del Casinò di Saint Vincent con all’interno ben tre milioni di euro. Una delle due guardie giurate viene ritrovata sul luogo dell’incidente in stato di shock e racconta che a rubare i soldi pare sia stato il suo collega che lo ha costretto a caricare il furgone nel container di un camion. Toccherà a Schiavone cercare di sbrogliare questa intricata matassa.

Inoltre, a complicare la vita del vice questore, c’è anche l’indagine ancora aperta sulla sparizione di Luigi Baiocchi. Mentre gli scavi a Fiumicino, per ritrovare il corpo di Luigi Baiocchi, non portano a niente, sparisce misteriosamente anche Enzo Baiocchi, agli arresti domiciliari, che aveva accusato Schiavone di essere l’assassino del fratello. [fonte: Panorama]

Rocco Schiavone 4 andrà in onda su Rai 2 a partire dal 2021.

Rocco Schiavone streaming su RaiPlay

Tutte le puntate delle tre stagioni di Rocco Schiavone sono disponibili in streaming sul sito ufficiale di RaiPlay. Per accedere ai contenuti multimediali basterà effettuare la registrazione sul sito.

Fonte: Wiki, Panorama

Rocco Schiavone 5 con Marco Giallini in onda dal 5 aprile su Rai 2 .

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Rai Fiction ha annunciato la messa in onda di Rocco Schiavone 5, la quinta stagione della serie con protagonista Marco Giallini dal 5 Aprile alle 21.25 su Rai 2. Rocco Schiavone 5 è diretta da Simone Spada ed è una coproduzione Rai Fiction Cross Productions e Beta e sarà composta da 4 serate da 100’. Nel cast oltre a Marco Giallini, ritornano anche Ernesto D’Argenio, Alberto Lo Porto, Gino Nardella, Christian Ginepro, Valeria Solarino, Lorenza Indovina, Miriam Dalmazio, Claudia Vismara.

La trama di tutti gli episodi di Rocco Schiavone 5

La trama dell’episodio 1 di Rocco Schiavone 5 che si intitolerà  “IL VIAGGIO CONTINUA” 

Rocco Schiavone torna ai propri compiti di vicequestore di Aosta. Il colpo di pistola sparato per errore dall’agente D’Intino, che gli è costato un rene, non sembra rallentarlo, ma gli ha lasciato un profondo senso di vuoto e di solitudine che pesa nella relazione con Sandra Buccellato.

Intanto, sul Monte Bianco, all’altezza di punta Hellbronner, al confine tra Italia e Francia, viene ritrovato un cadavere da due tecnici della funivia. I due però, per non essere coinvolti nell’omicidio, spostano nella notte il cadavere in territorio italiano. Quando Rocco è chiamato a occuparsi del caso, intuisce l’anomalo spostamento del corpo, e decide di “restituirlo” ai francesi oltre il confine. Nel frattempo, il giorno della tradizionale partita di calcio di beneficenza polizia-magistratura si avvicina e Rocco non ha intenzione di perdere…

La trama dell’episodio 2 di Rocco Schiavone 5 che si intitolerà “CHI PARTE E CHI RESTA”  

Sebastiano Cecchetti, l’amico fraterno di Rocco, è una mina vagante e per Rocco è fonte di grande  preoccupazione.  Intanto, però, Rocco deve occuparsi di un nuovo caso di omicidio: viene infatti  ritrovato il cadavere della professoressa Martinet, una nota studiosa di Leonardo da Vinci. Le indagini proseguono finché da Roma arriva una notizia molto strana: l’appartamento di Sebastiano è stato messo a soqquadro da qualcuno che cercava qualcosa di importante.

La testa di Rocco è un tourbillon di pensieri che lo attanagliano al punto che anche il suo lavoro inizia a risentirne.  Anche la relazione con Sandra è diventata ormai difficile da gestire.

La trama dell’episodio 3 di Rocco Schiavone 5 che si intitolerà “PUNTI DI VISTA”

Nonostante l’errore commesso sul caso dell’omicidio della professoressa Martinet, Rocco riprende le indagini con determinazione. Oltre all’aiuto della squadra, anche la giornalista Sandra Buccellato trova importanti informazioni sulla studiosa di Leonardo da Vinci e sulle sue pubblicazioni.
Così, Sandra e Rocco ritrovano un equilibrio tutto loro, fatto di lavoro e sarcasmo. Intanto, l’agente Deruta è nel pieno della sua crisi sentimentale ed è proprio Schiavone ad aiutarlo a trovare il coraggio per vivere la vita che tanto desidera.

Dai trascorsi accademici  della professoressa uccisa emerge una nuova pista e questa volta il caso viene risolto. Rocco avrebbe bisogno di ritrovare un po’ di pace, ma il suo passato torna a bussare con urgenza e non può più essere ignorato.

La trama dell’episodio 4 di Rocco Schiavone 5 che si intitolerà “VECCHIE CONOSCENZE”

Ora che Rocco e Sebastiano sono tornati in contatto, il vicequestore decide di aiutare l’amico a passare il confine con la Svizzera,  a caccia di Enzo Baiocchi. Ma Baiocchi contatta il PM Baldi: vuole incontrarlo, sostenendo di essere in possesso di documenti scottanti. Rocco accetta di andare all’incontro assieme a Baldi, ma le cose non vanno come previsto e i due devono unire le forze per sbrogliare i nodi di questa vicenda che si fa sempre più intricata, coinvolgendo alte sfere dello Stato  e forse i Servizi Segreti. Le poche certezze di  Rocco crollano e spunta un nuovo fantasma dal suo passato con rivelazioni tremende, che toccano i suoi affetti più cari.

È l’ennesimo colpo al cuore per Schiavone, che ormai sente  la città di Aosta  diventare l’unico rifugio possibile.

Le clip dagli episodi

La serie tv

Rocco Schiavone è un personaggio letterario, protagonista dei romanzi polizieschi scritti da Antonio Manzini. Schiavone è un vicequestore in forza alla Polizia di Stato, romano fin nel midollo, che si ritrova a dover svolgere le sue funzioni nella città di Aosta. Rocco Schiavone è sarcastico, nel senso più romanesco del termine, maleducato, cinico quanto basta; odia il suo lavoro, soprattutto odia Aosta. Però ha talento. Trasferito nel capoluogo valdostano per motivi disciplinari, è un uomo con un senso etico tutto personale, che raramente coincide con quello che un poliziotto dovrebbe avere. È sboccato, brusco e le sue azioni spesso esondano i margini della legalità. Un uomo con un passato oscuro, con molti scheletri nell’armadio. Nato a Trastevere negli anni ’70, in un piccolo appartamento in via delle Mantellate, quando il pittoresco quartiere romano non era ancora meta dei turisti e degli investitori americani, figlio di operai, Schiavone è cresciuto per strada giocando a guardie e ladri con i suoi amici del cuore, Sebastiano, Furio e Brizio. Col tempo i suoi amici sono rimasti ladri, lui invece è diventato guardia. Ma questo non ha intaccato il loro affetto e soprattutto il rispetto reciproco. Insomma, Rocco Schiavone è sì un poliziotto, ma tutto di lui farebbe dire il contrario. C’è solo una persona al mondo che riesce a penetrare la scorza dura che Rocco si è costruito intorno: Marina, sua moglie. O meglio, la donna che era sua moglie. Che lo è stata fino al 7 luglio del 2007, giorno terribile nella vita di Rocco, nel quale la sua esistenza ha cambiato rotta, si è incrinata e, come un vaso di valore, non ha più potuto riprendere lo splendore di un tempo. Ma Marina continua a vivere nella mente di Rocco, che la vede viva e più bella che mai accanto a sé tutte le sere quando torna a casa. E la presenza della donna è l’unica cosa che rende sopportabile a Rocco la vita ad Aosta, l’unica cosa che riesce, in qualche modo, a colmare la nostalgia per Roma, per gli amici di sempre, per la sua vecchia vita.

Rocco Papaleo: un insicuro di successo tra cinema, teatro e musica

L’ insicurezza è l’unica cosa di cui non sono insicuro”, ha dichiarato in un’intervista. Eppure, nel suo variegato percorso artistico fino ad oggi ci sono teatro, cinema, musica, ambiti in cui è riuscito a conquistarsi il favore del pubblico con l’attitudine, rara, di chi non sgomita per primeggiare ma è a suo agio come “spalla” o nelle retrovie. Ma ha potuto contare anche su una comicità intelligente, un’ironia e un sarcasmo taglienti, che spesso vanno a braccetto col sud dal quale proviene, col suo tipicissimo accento lucano.  Si definisce: “un meridionale convinto, che però ama il nord”, ma al suo meridione non può fare a meno di rimproverare “l’assenza di meritocrazia” che, dice, “certo non è solo meridionale, ma si avverte soprattutto da noi”.

Al cinema il grande pubblico lo ha conosciuto grazie a I Laureati e il lungo sodalizio con Leonardo Pieraccioni ha poi contribuito molto a consolidare la sua fama. Ha lavorato con Virzì in Ferie d’Agosto e con Veronesi  in vari progetti dal ’96 al 2004, tra cui Viola bacia tutti, al fianco di Asia Argento. Oltre alla commedia, ha frequentato anche territori drammatici, facendosi dirigere da Francesca Archibugi (Con gli occhi chiusi) e Michele Placido (Del perduto amore). Tornato però al genere che gli ha dato il successo, negli ultimi anni ha contribuito alla fortuna di due commedie amatissime dal pubblico, due casi cinematografici: Che bella giornata, accanto a Checco Zalone, e Nessuno mi può giudicare di Massimiliano Bruno. Ma la sua più grande vittoria recente è stata l’opera prima dietro la macchina da presa: lo stravagante, leggero e poetico Basilicata coast to coast gli è valso svariati premi come miglior regista esordiente. È così che oggi giunge a quella che nel mondo dello spettacolo, si sa, è da sempre la prova più difficile: il secondo lavoro. Dal 17 ottobre è infatti nelle sale Una piccola impresa meridionale, in cui torna a raccontare il sud con una metafora di viaggio e di riscatto.

Antonio Rocco Papaleo nasce in Basilicata, a Lauria, nel 1958. Da adolescente si appassiona alla musica e inizia a suonare la chitarra. La musica sarà un elemento importante della sua arte, che coniugherà sempre col teatro e col cinema. Dopo il diploma, intraprende gli studi universitari a Roma, dove vive tutt’ora. Prima ingegneria, poi matematica. Di quel periodo ricorda: “Sono cresciuto con l’idea che esprimersi era un di più e che il lavoro dovesse essere un altro. Non ho mai pensato o sperato che passione e lavoro potessero sovrapporsi. Pensavo di diventare un professore di matematica e avere un ampio margine per dedicarmi a quelli che potevano essere hobby e passioni”. Della formazione universitaria dice di aver conservato la mentalità: un certo schematismo e perfezionismo. Ma la sua vera vocazione la scopre per caso: un’amica lo iscrive a una scuola di recitazione e frequentandola si ritrova innamorato del teatro e delle potenzialità espressive della parola. Il debutto sul palcoscenico risale all’’85. Ma già dalla fine degli anni Ottanta lavora anche in televisione, dove lo si ricorda nei panni del caporale Rocco Melloni nella serie tv Classe di Ferro, per la regia di Bruno Corbucci. Partecipa anche al successivo Quelli della speciale. Alla tv Papaleo torna con varie apparizioni in diverse serie, fino ai primi anni 2000. L’ultima esperienza televisiva importante è stata però di altro tipo: la sfida della co-conduzione del Festival di San Remo accanto a Gianni Morandi nel 2012.  A lui il compito di alleggerire e portare una ventata di comicità e allegria al Festival.

A teatro si è prestato con poliedricità ad esperienze diverse: dal cabaret musicale degli inizi alla recitazione accanto ad Alessandro Haber in Un’aria di famiglia e a Silvio Orlando in Eduardo al Kursaal, ricoprendo egregiamente il ruolo di “spalla”. Negli anni ha messo a punto, assieme a un gruppo di fidati musicisti, una forma personale di teatro canzone che gli ha regalato ottimi successi di pubblico.  È da qui che sono arrivati gli spunti per i suoi due lavori da regista, nati proprio come spettacoli teatrali. Ed è proprio questa, dice, la sua dimensione ideale, quella in cui fa quello che ha realmente sempre voluto: coniugare in un’unica forma d’arte tutte le sue passioni. Nel ’97 ha esordito come musicista, pubblicando l’album Che non si sappia in giro, mentre il lavoro più recente è La mia parte imperfetta, del 2012.

Torniamo però al cinema. L’esordio è con il maestro Mario Monicelli nel 1989 nel dramma Il male oscuro, dove interpreta il vicino di casa del protagonista, Giancarlo Giannini. Dopo un’apparizione in Senza pelle di D’Alatri e in Con gli occhi chiusi di Francesca Archibugi, il film che lo fa conoscere al grande pubblico e gli permette di misurarsi con un ruolo più corposo è senza dubbio I laureati (1995) di Leonardo Pieraccioni, che lo stesso Papaleo definisce “il mio talent scout”, anche se, aggiunge, “fu Giovanni Veronesi (soggettista e sceneggiatore accanto a Pieraccioni ndr) a suggerirmi a lui”. Il quartetto di trentenni fuori corso che non sanno decidersi a prendere saldamente in mano le redini della propria vita, formato appunto da Pieraccioni (Leonardo), Papaleo (Rocco), Gianmarco Tognazzi (Bruno) e Massimo Ceccherini (Pino) regala momenti di genuina comicità e un quadro d’insieme realisticamente tipico, caratterizzato da quella pigra inconcludenza che tutti abbiamo conosciuto in qualche fase della nostra vita. I successivi lavori di Pieraccioni perderanno purtroppo la freschezza e la spontaneità dell’esordio, ma il sodalizio con Papaleo e Ceccherini proseguirà.

L’attore lucano prende poi parte al corale Ferie d’agosto di Paolo Virzì e a Il barbiere di Rio di Veronesi, accanto a Diego Abatantuono. È protagonista del cortometraggio di Antonello De Leo Senza parole, candidato all’Oscar nel ’97 e vincitore del David di Donatello. Rinnova la collaborazione con Veronesi in Viola bacia tutti (1998), dove interpreta Nicola, che assieme a Valerio Mastandrea (Samuele) e Massimo Ceccherini (Max) ha la vita sconvolta dall’ingresso dell’affascinante ladra Asia Argento (Viola). Lo stesso anno, è diretto da Michele Placido nel drammatico Il perduto amore, rievocazione storico sociale della Basilicata negli anni Cinquanta, che si snoda attorno al personaggio della coraggiosa comunista Liliana (Giovanna Mezzoggiorno, premiata col Nastro d’Argento), maestra di scuola e vita per un gruppo di ragazzini disagiati in un ambiente ostile e conformista. Papaleo interpreta efficacemente Cucchiaro, esponente della DC locale, ricevendo una nomination ai Nastri d’Argento come miglior attore non protagonista.

Il nuovo millennio si apre per l’attore con la direzione di un cortometraggio, Cecchigori-Cecchigori?, candidato al David di Donatello. Dopo la collaborazione con Salemme (Volesse il cielo) e Vanzina (Il pranzo della domenica), torna a lavorare con Pieraccioni in Il paradiso all’improvviso (2003). Ma il regista toscano lo vorrà in tutti i suoi lavori successivi: Ti amo in tutte le lingue del mondo (2005), Una moglie bellissima (2007), Io & Merylin (2009) e Finalmente la felicità (2011).  Film che ottengono buoni risultati al botteghino ma convincono meno la critica per l’eccessivo affidamento fatto da Pieraccioni e dal suo collaboratore di sempre a soggetti e sceneggiature Veronesi, sul solito plot che vede il regista e attore protagonista folgorato improvvisamente dall’amore per una bellissima donna (di solito straniera) che irrompe nella sua vita sconvolgendola; per mancanza di originalità; per il ricorso a cliché piuttosto triti. Per certi aspetti diverso dal solito copione, quello di Io & Marylin, con una incursione nel fantasy. In tutte queste pellicole, ai compagni di sempre, Papaleo e Ceccherini, è affidato il compito di controbilanciare con inserti squisitamente comici la vicenda romantica: Papaleo in particolare, lo fa puntando su un’espressività composita ed esilarante, sul disincanto e l’indolenza dei suoi personaggi, su una schiettezza che non fa sconti,  e sul sempre efficace accento lucano, creando spesso personaggi felicemente stralunati come quello di Arnolfo nell’ultimo film citato. A proposito dell’uso del dialetto, diventato un vero marchio di fabbrica della sua recitazione, l’attore ha dichiarato: “Il dialetto è la mia lingua naturale, lo utilizzo per una questione di verità, soprattutto nei personaggi che interpreto”.

La fine del primo decennio degli anni Duemila ha portato a Papaleo una manciata di ottimi successi. Innanzitutto, un esordio da regista di lungometraggio pluripremiato come Basilicata coast to coast. Il film è un viaggio alla scoperta di una terra sconosciuta ai più – molto d’effetto, in proposito, il monologo iniziale sulla mafia, di cui il regista parla così: “L’invettiva iniziale è un po’ una provocazione: dire che non abbiamo nemmeno la mafia, perciò non ci conosce nessuno. Almeno con quella si sarebbe conosciuto qualcosa su di noi. È un pezzo di vent’anni fa che facevo, con la canzone Basilicata ai tempi dei primi spettacoli”.  Il film nasce infatti da uno spettacolo di teatro canzone che lo stesso Papaleo ha portato prima in scena con successo, e poi adattato per il cinema assieme a Valter Lupo. È anche un viaggio alla scoperta di sé che ciascuno dei personaggi del variegato e affiatato cast compie. Ci sono infatti, oltre allo stesso Papaleo, Alessandro Gassman, Paolo Briguglia, Giovanna Mezzoggiorno e un inedito Max Gazzè: tutti autori di ottime interpretazioni, in un mix tra comicità, disincanto, leggerezza e poesia. Una stravagante brigata, che si imbarca in un’impresa alla Easy rider – la traversata della Basilicata da costa a costa appunto, per partecipare a un festival di teatro canzone e alimentare così il sogno di una vita: la musica. Il tutto, adattato alla mentalità e ai ritmi del nostro meridione, e dunque non in motocicletta, bensì a piedi. Un inno alla lentezza, come afferma il regista: “C’è l’idea di slow, di godere passo passo il suolo da calpestare, cosa che viene da una mia attitudine da camminatore”. Centrale è l’idea di non tradire sé stessi, di non rinunciare ai propri sogni: “Volevo sostenere che bisogna inseguire le proprie passioni, anche se non portano retribuzione. Le passioni soddisfatte ti offrono una ricompensa esistenziale. Se poi si è fortunati, queste coincidono con la fonte di sostentamento. Nel film i protagonisti non diventano certo rock star, ma danno un senso a sé stessi”. Come miglior regista esordiente, Papaleo guadagna il David di Donatello, il Nastro d’Argento e il Globo d’Oro, riscuotendo apprezzamento sia dalla critica che dal pubblico. E la soddisfazione arriva anche per il suo lavoro di musicista. Viene infatti premiato assieme a Rita Marcotulli e Max Gazzè col Ciack d’Oro per la migliore colonna sonora; riceve il David di Donatello come miglior musicista, sempre assieme alla Marcotulli.

Il 2010 è segnato da due scelte azzeccate di Papaleo attore. Partecipa a due fortunate commedie. In Che bella giornata di Gennaro Nunziante, seconda prova di Checco Zalone al cinema, l’attore di Lauria interpreta Nicola, padre di Checco (Checco Zalone). Il film è il caso cinematografico dell’anno, ottenendo il maggior incasso del cinema italiano di tutti i tempi. In Nessuno mi può giudicare, esordio alla regia cinematografica di Massimiliano Bruno – che vale alla sua protagonista Paola Cortellesi il David di Donatello per l’interpretazione di una ricca borghese che si ritrova piena di debiti a fare la escort per necessità – Papaleo dà vita a un’altra delle sue vivide caratterizzazioni nei panni di Lionello Frustace, indolente abitante di un folkloristico condominio del Quarticciolo, personaggio che pesca sì nello stereotipo del meridionale ottuso, fieramente razzista e omofobo, ma anche pronto a cambiare ipocritamente idea, se si presenta l’occasione. Il tutto è reso però credibile dall’interpretazione di Papaleo. A lui spetta anche parafrasare una celebre battuta del Nanni Moretti di Ecce bombo (Bianchi e neri siamo tutti uguali? Ma che siamo in un film di Nanni Moretti? Te lo meriti Nanni Moretti!). Per l’interpretazione ottiene una nomination al David di Donatello come miglior attore non protagonista.

Dopo la partecipazione a E’ nata una star? di Lucio Pellegrini, tratto da un racconto di Nick Hornby, accanto a Luciana Littizzetto, Papaleo si dedica a un nuovo spettacolo teatrale, scritto con Valter Lupo: Una piccola impresa meridionale, che si muove nell’ambito di quel teatro canzone caro all’artista lucano e che diventa ispirazione per un nuovo film da lui diretto, attualmente nelle sale, dal titolo omonimo. Nel cast, stavolta, accanto allo stesso regista nel ruolo di un prete spretato, ci sono tra gli altri Riccardo Scamarcio e Barbora Bobulova. Di nuovo tutti al sud, alle prese con la ristrutturazione di un vecchio faro e  delle proprie esistenze per quella che Papaleo definisce “una commedia sui pregiudizi e sulle micro rivoluzioni”, ossia quelle personali, che riguardano la propria vita, quelle che ciascuno di noi può fare. Sempre, a suon di musica: la colonna sonora è opera di Papaleo con Rita Marcotulli.

Rocco Papaleo: intervista al regista e protagonista di Scordato

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Rocco Papaleo: intervista al regista e protagonista di Scordato

In occasione del Lucania Film Festival, Rocco Papaleo, tra gli ospiti della 24° edizione, ha raccontato del suo ultimo film da regista, Scordato, in cui recita al fianco di Giorgia.

Rocco Papaleo: 10 cose che non sai sull’attore

Rocco Papaleo: 10 cose che non sai sull’attore

Tra gli interpreti italiani, Rocco Papaleo è uno di quelli che meglio di altri sa unire la comicità con toccanti note di dramma. Particolarmente prolifico, l’attore ha dato vita negli ultimi anni a memorabili interpretazioni, affermandosi anche per la sua generosità nei confronti dei personaggi che ricopre. Ecco 10 cose che non sai di Rocco Papaleo.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Rocco Papaleo Sanremo

Rocco Papaleo: i suoi film da attore e regista

10. Ha recitato in celebri lungometraggi italiani. L’attore esordisce al cinema con il film Il male oscuro (1989), per poi ottenere una buona notorietà con I laureati (1995) e Il barbiere di Rio (1996). È poi tra i protagonisti di Del perduto amore (1998), con Fabrizio Bentivoglio, e successivamente prende parte a lungometraggi come Il paradiso all’improvviso (2003), Ti amo in tutte le lingue del mondo (2005), Cado dalle nubi (2009), con Luca Medici, Nessuno mi può giudicare (2011), con Paola Cortellesi e Raoul Bova, Viva l’Italia (2012), Un boss in salotto (2014), Che vuoi che sia (2016), con Edoardo Leo, The Place (2017), con Valerio Mastandrea, Il premio (2017) con Alessandro Gassmann e Anna Foglietta, Moschettieri del re – La penultima missione (2018), Il grande spirito (2019), di Sergio Rubini, Pinocchio (2019), con Roberto Benigni, e Si vive una volta sola (2020).

9. È anche regista. Papaleo si è inoltre distinto per aver compiuto il passaggio dietro la macchina da presa in più occasioni. Ha infatti diretto i lungometraggi Basilicata coast to coast (2010), Una piccola impresa meridionale (2013), con gli attori Riccardo Scamarcio e Sarah Felberbaum, e Onda su onda (2016). Questi tre film sono stati da lui anche sceneggiati e interpretati.

8. Ha ricevuto importanti riconoscimenti. Per il suo primo film da regista, Basilicata coast to coast, Papaleo ha ricevuto ben quattro nomination ai David di Donatello, rispettivamente nelle categorie di miglior sceneggiatura, miglior film, miglior musicista e miglior regista esordiente. Trionfò infine in queste ultime due categorie. Quell’anno era inoltre nominato come miglior attore non protagonista per il fil Nessuno mi può giudicare.

Rocco Papaleo: la sua vita privata

7. È molto riservato. L’attore ha sempre evitato che la sua vita privata diventasse oggetto di conversazione. Negli infatti ha rilasciato pochissime dichiarazioni a riguardo, evitando di intrecciare la sfera sentimentale con quella lavorativa. Ad oggi, infatti, non si hanno notizie certe riguardo sue frequentazioni o storie d’amore.

6. È stato sposato. Tra le poche cose note della vita sentimentale dell’attore vi è il suo matrimonio con la scenografa Sonia Peng, di origine svizzera. Non si conoscono le date né del loro matrimonio né della loro separazione, ma i due sono rimasti in ottimi rapporti e continuano a lavorare insieme su progetti in comune.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Rocco Papaleo Pinocchio

Rocco Papaleo e Sanremo

5. Ha condotto il celebre festival. Nel 2012 l’attore viene chiamato a condurre il festival di Sanremo accanto al cantante Gianni Morandi. I due svelano da subito una grande chimica di coppia, dando vita ad alcuni siparietti divenuti particolarmente celebri e apprezzati. Papaleo si è infatti affermato come la vera star di quell’anno, conquistando con la sua simpatia ma anche con il suo talento attoriale.

Rocco Papaleo in Pinocchio

4. Ha interpretato un noto personaggio. Nel film Pinocchio del 2019 e diretto da Matteo Garrone, l’attore ricopre il ruolo del Gatto, che insieme alla Volpe forma la celebre coppia che porta il burattino protagonista sulla strada della perdizione. Per ricoprire tale ruolo, Papaleo si è sottoposto a diverse ore di trucco, necessarie a fargli acquisire le sembianze del personaggio.

3. Aveva partecipato al doppiaggio del film d’animazione. Ben prima di dar vita al Gatto nella versione live action del racconto di Collodi, Papaleo aveva partecipato in qualità di doppiatore al film d’animazione Pinocchio, diretto nel 2012 dal regista Enzo D’Alo. Qui egli dava voce al perfido Mangiafoco, personaggio ricco di sfaccettature, capace di essere tanto indulgente quanto minaccioso.

Rocco Papaleo a teatro

2. Ha dato vita ad un tour teatrale. Prima di girare l’omonimo film, Papaleo aveva portato in scena un tour di spettacoli teatrali intitolati Basilicata coast to coast. Con questo l’attore rende omaggio alla sua esperienza nel teatro-canzone, esibendosi insieme ad altri musicisti in uno show composto di pensieri sparsi, rime e parole che diventano musica, il tutto con un occhio alla Basilicata e alle sue tradizioni.

Rocco Papaleo: età e altezza

1. Rocco Papaleo è nato Lauria, in Basilicata, il 16 agosto 1958. L’attore è alto complessivamente 172 centimetri.

Fonte: IMDb

Rocco Papaleo presenta Una piccola impresa meridionale

Una piccola impresa meridionaleQuesta mattina presso il cinema The Space di Piazza delle Repubblica è stato presentato il secondo film di Rocco Papaleo, Una piccola impresa meridionale. Alla conferenza stampa hanno partecipato il cast al completo. Il produttore Arturo Paglia, il distributore Warner Bros Nicola Maccanico, lo sceneggiatore Walter Lupo e la cantante  Enrica Mou.

La conferenza stampa inizia con una precisazione da parte dell’attore e regista Rocco Papaleo che ricorda Francesco Nardi il capo truccatore a cui il regista era legato da anni e ha voluto dedicare il film.

Rocco Papaleo questo è il tuo secondo film, come è stata questa seconda esperienza?

R.P: Io sono molto orgoglioso di aver avuto la fortuna di potermi esprimere di nuovo con una pellicola e non era scontato tutto ciò, quando con Walter Lupo ci siamo messi a pensare di fare un film la prima volta e soprattutto una seconda… poi il secondo film è quello del crollo, in genere e ancora non è detto perché non so come l’avete presa! Io amo molto questo film che è stato reso possibile grazie all’incoscienza dei miei produttori Arturo Paglia e Isabella Cocuzza, che hanno questa prerogativa di lasciarmi fare, non mi dicono niente, mi fanno giocare con la macchina da presa, devo molto a loro per essere tenuto sguinzagliato a raccontare le mie pippe! Grazie alla Warner Bros, una grande distribuzione che ha avuto fiducia a monte del progetto, prima ancora di vederlo realizzato, incoscienti anche loro, persone che se le vedete sembrano delle persone serie, credibili e anche loro venivano sul set a controllare ma non controllavano secondo me, perché alla fine ho fatto come c***o mi pareva! Grazie a Walter Lupo che da vent’anni mi sostiene anche lui con una pazienza, che sinceramente non esiste in natura. Grazie a tutto questo meraviglioso cast.

Un film che ha avuto il privilegio di avere delle componenti tecniche di primissimo piano, magari il film vi fa cagare ma non potete negare che non ci sia una bellissima fotografia di Fabio Zamarion in questi luoghi straordinari…che rivedendolo ieri, mi veniva voglia di buttarmi nello schermo e stare lì dentro e riviverla quella storia, questi luoghi meravigliosi sardi. La Sardegna non turistica, si parla di Cabras, penisola del Sinis, in provincia di Oristano, un posto poco gettonato e incantevole proprio per questa ragione, questi luoghi che sono stati sviscerati e che sono stati ricostruiti in parte dalla preziosa collaborazione di Sonia Peng, la mia adorata ex moglie, che ha fatto un lavoro straordinario, anche per questioni logistiche, per fare il faro prima e dopo. Non è stato semplice ricreare l’arredamento, con il riciclaggio. Grazio a Claudio Cordaro, costumista straordinario che non si vede proprio che sono costumi, sembriamo veramente delle persone che si sono vestite da sole. Volevo ringraziare anche il mio montatore, Cristian Lombardi con cui ho già montato Basilicata coast to coast, con cui ho chiusi il film al famoso quinto piano di casa mia…famoso per me, voi che c***o ne sapete!!! siamo stati tre o quattro mesi lì dentro a montare e smontare materiale, gli devo tanto perché non mi asseconda, anzi è molto critico ed è un bellissimo rapporto il nostro, che è diventato poi anche di amicizia, quasi fratellanza. Rita Marco Tulli, il mio idolo musicale…lei è la sintesi musicale più affascinante, è qualcosa di molto speciale.

Una piccola impresa Meridionale conferenza stampa 1 Basilcata Coast to Coast è stata una rivoluzione, quale è stato l’effetto più rilevante?

R.P.:Il mio primo film è stato per me un passepartout eccezionale, ha provocato tante cose per me e alla mia regione, che poi mi ha voluto contrastare, giustamente e demagogicamente, ma una regione che dopo Basilicata coast to coast si è data una scossa, una spinta, ha creato la Lucana Film Commission, sapete tutti quanto è importante per una regione avere una film commission per i luoghi e il territorio.

C’è molta musica, in particolare canzoni, quanto ha influenzato il film?

R.P.:La musica è la mia materia, è il posto dell’anima, parte tutto da lì. Ho sempre suonato e quindi sono completamente immerso nella questione musicale ed ho cercato chiaramente di trasferirla. L’incontro con Riccardo Scamarcio e Barbora Bobulova è avvenuta intorno ad un idea musicale così con tutti. Perché anche chi non canta si è dovuto, spero amabilmente, caricare di questa responsabilità di cantare senza farsene accorgere.

R.S.:Io ho letto il copione che Rocco ha mandato e poi ci siamo incontrati dopo una settimana ci siamo visti a casa mia e quindi mi ha spiegato che Arturo è un pianista e un musicista ‘mi farebbe piacere se tu cantassi una canzone’ e mi ha fatto ascoltare La tua parte imperfetta, che io trovo una canzone folgorante, forse perché ho subito capito che avrei voluto cantarla visto che non ha delle tonalità altissime, perché la canzone è veramente bella, diciamo ha questo…

R.P.:Dillo a loro, non dirlo a me!

R.S.:Ma chi l’ha scritta? L’hai scritta tu?

R.P.:L’ho scritta io in un momento così…di debolezza.

R.S.:(ride) Quindi questa cosa mi ha molto interessato, l’idea di poter cantare mi piaceva molto in un film, quindi avevo anche la scusa del personaggio potevo andare anche al di là del mio pudore e poter vivere questa esperienza di cantante.

B.B.:Io vorrei ringraziare Rocco per questo personaggio per avermi fatto un regalo con Magnolia, la cosa divertente è stata quella di cantare. È nato tutto a casa mia, mi ha dato la sceneggiatura ed ha visto che a casa ho una pianola, un karaoke professionale e mi ha chiesto se cantavo ‘si si io canto, faccio delle serate con degli amici, canto un po’ così a casa’ e lui ‘cantami qualcosa’ e ho cantato Sole spento di Caterina Caselli e lui ‘bellissimo lo voglio, lo voglio nel mio film’ e così è nata anche l’idea che canto discretamente nel film.

Una piccola impresa Meridionale conferenza stampa 2Sara Felberbaum il tuo personaggio come è nato?

S.F.: Anche io vorrei ringraziare Rocco perché per me è stato un ruolo completamente diverso per una volta. Mi ricordo la prima volta che ne abbiamo parlato eravamo in teatro: ‘tu sai ballare?’ ‘no’, ‘tu sia cantare?’ ‘no’, ‘sai fare un accento straniero?’ ‘mai fatto!’ e da lì ho detto ‘non lo sentirò mai più! Non mi chiamerà mai!’ e invece ci siamo visti a casa di Barboura ed è nato questo meraviglioso…
R.P.: Ma solo perché abiti a Ostia!
S.F.: Troppo lontano!…e abbiamo creato questo personaggio che amo, amo veramente tantissimo, in cui mi sono sentita libera e Rocco mi ha dato carta bianca, lo abbiamo costruito un po’ insieme. E ringrazio anche Barbora per quelle poche parole che sono riuscita a ripetere nel film.

Come è nata la collaborazione con Enrica Mou?

R.P.: Il film era finito eravamo abbastanza soddisfatti, io personalmente lo ero gli altri facevano finta di esserlo. Il mio compagnuccio Giovanni Esposito mi ha messo una pulce nell’orecchio dicendo che mancava qualcosa, il giorno dopo ho ascoltato una canzone, così mi è arrivata all’orecchio grazie ai produttori, la canzone di Enrica Mou Dove cadono i fulmini che non lo aveva fatto per questo scopo ma forse inconsciamente si, perché sembrava la canzone che avrei dovuto scrivere per completare questo film. L’ho conosciuta e non ho potuto a meno di inserirla e abbiamo creato una sequenza nuova proprio per mettere dentro la canzone che è una piccola gemma molto preziosa, che al film ha dato quel tocco che soltanto una piccola divinità pugliese poteva dare, Grazie Enrica.

Il film ti assomiglia molto, quello che non convince è il tocco moralista finale, che intacca l’intelligenza del film.

R.P.: è vero in parte, sono stato suggestionato dall’immagine che mi si era formata nella mente e abbiamo costruito tutta la storia per arrivare a questa immagine, quindi capisco che c’è qualcosa che poteva essere meno retorico però sono andata fino infondo alla retorica, perché mi interessava dare un immagine di un certo tipo, che potesse innescare una reazione forte, un immagine che non è consueta. Quel tentativo di usare la retorica, perdendo in brillantezza, per essere efficace in quello che deve essere anche un film, una sorta di mina vagante.

Alter Lupo le storie del film sono molte, quale è l’idea che ha messo in moto la narrazione?

W.L.: La nostra idea è quella di trattare il pregiudizio, perché questi personaggi potrebbero essere vittime di pregiudizi però sottraendo alla retorica il più possibile, come avete visto, nessuno nel film fa discorsi diretti, perché l’idea di fondo è molto semplice. L’idea del giudizio invece del pregiudizio con il tentativo di interpretarla in maniera leggera.

Una piccola impresa meridionale uscirà in 400 copie dal 17 Ottobre al cinema.

Una piccola impresa meridionale-trailer

Rocco Papaleo porta al cinema la sua Piccola Impresa Meridionale

Rocco Papaleo porta al cinema la sua Piccola Impresa Meridionale

Piccola Impresa MeridionaleÉ in uscita tra pochi giorni nelle sale italiane Una Piccola Impresa Meridionale, secondo film di Rocco Papaleo. Il cantore delle terre lucane, che tre anni fa ha incantato l’Italia con il suo Basilicata Coast to Coast ritorna dietro alla macchina da presa per dirigere Riccardo Scamarcio e Barbora Bobulova in una commedia sentimentale-grottesca.

Piccola Impresa Meridionale 3Nel film Papaleo, che oltre a recitare ha scritto soggetto sceneggiatura in collaborazione con Valter Lupo, interpreta un prete (Don Costantino) che ha rifiutato l’abito talare perché innamorato di una ragazza, che quando decide di tornare al paese d’origine per confessare la cosa alla famiglia la trova più malmessa di lui. Sua madre Stella infatti è già impegnata a nascondere un altro scandalo in famiglia, ovvero il divorzio della figlia Rosa Maria fuggita dal marito Arturo (Riccardo Scamarcio) con un misterioso amante. Da qui in poi la commedia si sviluppa classicamente con una serie di sketch, scambi di persona e gag alle quali partecipano i numerosi abitanti della casa di Don Costantino. La sua famiglia vive infatti in un vecchio faro che hanno da anni il compito di mantenere a regime, e che diventa il rifugio per vari sbandati tra cui la ex prostituta Magnolia, interpretata dall’attrice slovacco-italiana Barbora Bobulova accompagnata dalla sorella (un’inedita Sarah Felbembaum). L’arrivo di una piccola impresa di ristrutturazioni, inevitabilmente meridionale, per ristrutturare il vecchio faro e trasformarlo in un albergo di lusso, completa la chiassosa e scombussolata compagnia di Don Costantino.

Se nella sua prima opera cinematografica Papaleo aveva chiesto aiuto agli amici di sempre (Max Gazzè e Alessandro Gasman) per raccontare un avventuroso viaggio musicale nella sua terra, qui si incammina verso la strada della classica commedia all’italiana in cui la famiglia, il matrimonio e le belle donne la fanno da padroni e diventano il moto e il movimento di tutta la vicenda. Una cosa, però, rimane immutata: il grande amore per la Basilicata, dove decide di ambientare anche questo secondo film (che però è stato girato in Sardegna). Grande protagonista anche di questa pellicola è la musica: non solo il protagonista Arturo – Scamarcio è un pianista, ma i momenti musicali del film siamo sicuri saranno numerosi. La colonna sonora del film, inoltre, è stata affidata alla giovane cantautrice pugliese Erica Mou e il suo pezzo Dove Cadono i Fulmini fa da sottofondo musicale anche al primo trailer del film uscito qualche giorno fa.

Prodotto da Paco Film in collaborazione con la Warner Bros. e distribuito da quest’ultima, il film sarà nelle sale italiane a partire dal 17 ottobre.Piccola Impresa Meridionale 2

Rocco Papaleo e Fabio Balsamo nella prima clip di No Activity – Niente da segnalare

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Prime Video ha svelato in una clip esclusiva i primi due personaggi di No Activity – Niente da segnalare, la nuova esilarante serie-comedy Original italiana in sei episodi disponibile in esclusiva dal 18 gennaio 2024.

In No Activity – Niente da segnalare Toni (Rocco Papaleo), “la leggenda della Mafia”, e Dario (Fabio Balsamo), “lo stagista del crimine”, sono due poco raccomandabili criminali in attesa che si compia una missione all’apparenza “regolare”. Prima dell’inizio dell’azione delinquenziale, il tempo scorre lento. Come decideranno di impiegarlo?

In No Activity – Niente da segnalare anche Luca Zingaretti, Carla Signoris, Emanuela Fanelli e Alessandro Tiberi. Completano il cast: Maccio Capatonda, Tommaso Ragno, Davide Calgaro, Edoardo Ferrario, Sara Lazzaro, Marcella Bella, Lorella Cuccarini, conFrancesco Pannofino e con Diego Abatantuono.

Due criminali in attesa di un carico importante, due poliziotti in appostamento pronti a far scattare il blitz, due operatrici della centrale pronte a inviare i rinforzi. Ma il carico non arriva e tutti sono costretti ad un’attesa estenuante e a trovare un modo per ammazzare il tempo. Nel frattempo… “No Activity – Niente da segnalare”!

Diretta da Valerio Vestoso, scritta da Laura Grimaldi, Paolo Piccirillo, Stefano Di Santi e Pietro Seghetti, la serie è un adattamento del format australiano No Activity creato da Jungle Entertainment ed è prodotta da Amazon MGM Studios e Groenlandia (una società del Gruppo Banijay). No Activity – Niente da segnalare è l’ultima novità per i clienti Amazon Prime, che in Italia beneficiano di spedizioni veloci, offerte esclusive e intrattenimento, incluso Prime Video, con un solo abbonamento al costo di €49,90/anno o €4,99/mese.

Rocco Fasano: 10 cose che non sai sull’attore

Rocco Fasano: 10 cose che non sai sull’attore

Divenuto popolare grazie alla serie SKAM Italia, Rocco Fasano è oggi uno degli interpreti più ricercati della sua generazione. Attivo tra cinema e televisione, ma non solo, egli si sta distinguendo grazie alla scelta di progetti capaci non solo di valorizzarlo come interprete ma anche di porlo dinanzi a sempre nuove sfide. Proprio per questa sua sensibilità e capacità di mettersi in gioco, è ora uno degli attori più promettenti per il futuro.

Ecco 10 cose che non sai su Rocco Fasano.

Rocco Fasano: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in note serie TV. Nel 2016 Fasano debutta in televisione con la miniserie Hundred to Go, per poi ottenere grande popolarità grazie al ruolo di Niccolò nella serie SKAM Italia, con Ludovica Martino Federico Cesari, ricoprendo il ruolo di co-protagonista nella seconda stagione. È poi comparso anche nelle successive stagioni. Nel 2020 ha invece preso parte alla serie francese Mytho, menre dal 2022 recita nei panni di Gianluca in Hotel Portofino.

2. Ha preso parte a film per il cinema. Tra i film a cui Fasano ha preso parte si annoverano Tender Eyes (2014), La sorpresa (2015), Il ragazzo della Giudecca (2015), A Mors (2016), Terapia di coppia per amanti (2017), con Ambra Angiolini, e Non mi uccidere (2021), dove ha recitato da protagonista accanto ad Alice Pagani. È poi co-protagonista del film Noi anni luce, mentre prossimamente sarà in Home Education.

3. Ha lavorato anche per cortometraggi e videoclip musicali. Oltre a recitare per il cinema e la serialità, Fasano ha preso parte a diversi cortometraggi, come Apeiron (2015), Pipinara (2017), The Taylor (2018), Shirley and Baby (2018), da lui anche scritto, Paese che vai (2020) e Deathmate (2020). Ha poi recitato nel videoclip di Finalmente piove, brano di Valerio Scanu, Mondo sommerso, di Lowlow, e Belva, di Gazzelle.

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Rocco Fasano in Skam

4. È stato co-protagonista della seconda stagione. Ad aver reso particolarmente celebre Fasano ci ha pensato la popolare serie SKAM Italia, di cui è diventato uno dei protagonisti a partire dalla seconda stagione. Qui ha ricoperto il ruolo di Niccolò, un ragazzo con una vita più complicata del previsto, che sviluppa una relazione sentimentale con Martino, non priva però di una serie di difficili ostacoli da dover superare.

5. Ha imparato molto dal suo personaggio. Parlando di Niccolò, il suo personaggio, il quale è affetto da un disturbo borderline della personalità, Fasano ha affermato che si è trattato di un ruolo che “mi ha insegnato la consapevolezza del dolore altrui, di persone che vengono messe al margine: a causa della loro omosessualità, o perché non stanno bene, o perché fanno fatica ad integrarsi”.

Rocco Fasano in Hotel Portofino

6. Ha recitato in una serie britannica. Hotel Portofino è la serie britannica che dal 25 luglio 2023 va in onda su Rai 1. Il racconto si svolge all’interno di un lussuoso hotel di Portofino, all’interno del quale si intrecciano le vite di personaggio di varia provenienza. Tra questi vi è anche Gianluca Bruzzone, giovane attivista antifascista del luogo, interpretato proprio da Fasano. Egli è l’unico attore italiano a recitare nella serie insieme a Lorenzo Richelmy e Daniele Pecci.

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Rocco Fasano in Noi anni luce

7. Si è confrontato con un nuovo complesso ruolo. In Noi anni luce, Fasano interpreta Edo, ragazzo affetto da leucemia come la protagonista, Elsa, interpretata da Carolina Sala. Dalla loro conoscenza, che si protrarrà oltre le mura ospedaliere, la ragazza troverà la forza per intraprendere – insieme a Edo – un viaggio alla ricerca del padre che l’ha abbandonata anni prima e che ora è l’unico in grado di poterle garantire un futuro. Parlando del film, Fasano ha raccontato di aver apprezzato particolarmente quest’esperienza, trovatosi a confrontare con un personaggio il cui insegnamento è che non bisogna mai attendere il peggio per poter iniziare a vivere davvero.

Rocco Fasano, quale agenzia lo rappresenta?

8. È rappresentato da una nota agenzia. Maini è attualmente rappresentato dalla Take Off, un’agenzia di management artistico fondata da Rosaria Cicolani nel 1995 e distintasi nel lavoro di scouting, lanciando diversi giovani attori nel mondo del Cinema. Proprio grazie al lavoro con quest’agenzia, che rappresenta numerosi volti noti del cinema italiano, Fasano ha avuto possibilità di trovare importanti opportunità come attore, recitando in diversi progetti.

Rocco Fasano è su Instagram

9. Ha un profilo sul social network. L’attore è naturalmente presente sul social network Instagram, con un profilo seguito attualmente da 206 mila persone. Su tale piattaforma egli ha ad oggi pubblicato circa seicento post, tutti relativi alle sue attività come attore o modello. Si possono infatti ritrovare diverse immagini relative a momenti trascorsi sul set ma anche foto promozionali dei suoi progetti. Seguendolo si può dunque rimanere aggiornati sulle sue attività.

Rocco Fasano: età e altezza dell’attore

10. Rocco Fasano è nato a Potenza, in Basilicata, il 21 febbraio del 1993. L’attore è alto 1,78 metri.

Fonti: IMDb, Instagram, TakeOff, GQ

Robotech: Sony Pictures annuncia il film

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Robotech: Sony Pictures annuncia il film

La Sony Pictures ha annunciato di aver acquisito i diritti cinematografici di Robotech per poterne fare una trasposizione in live-action in tempi rapidi per un futuro nuovo franchise. Trai produttori della pellicola dovrebbero esserci Gianni Nunnari e Mark Canton che stanno già sviluppando il film con lo sceneggiatore Michael Gordon (300, GI Joe: La nascita dei Cobra). Trai i produttori anche Doug Belgrad, Michael De Luca, e Matthew Milam. 

Robotech è una serie televisiva animata di fantascienza, creata nel 1985 negli Stati Uniti fondendo, in un’unica serie di 85 puntate, tre diversianime, in alcun modo correlati fra loro, prodotti in Giappone dalla Tatsunoko: Macross (Chōjikū Yōsai Macross) (36 episodi, 1982/83), Chōjikū kidan Southern Cross (24 episodi, 1984) e Kiko soseiki Mospeada (25 episodi, 1983/1984). È stata prodotta dalla Harmony Gold sotto la supervisione di Carl Macek, che ha riscritto la sceneggiatura e i dialoghi dei tre anime al fine di uniformare la trama. In Italia è stata trasmessa inTV nel 1986 sulle reti Mediaset e successivamente ha avuto diverse repliche sulla rete Italia 7.

Trama: Nel 1999, una ciclopica astronave aliena si schianta su Macross, un’isola della Terra. Dallo studio di questo eccezionale artefatto, gli scienziati terrestri ottengono conoscenze tecnologiche piuttosto avanzate, che portano alla costruzione di nuovi mezzi bellici come i caccia trasformabili VF-1 Varitech (soprannominati anche Valkyrie) ed al ripristino della stessa astronave aliena (ribattezzata, in seguito, SDF-1, Super Dimensional Fortress 1). Durante la cerimonia d’inaugurazione della nave, il popolo alieno dei giganteschi Zentradi attacca l’isola ed i suoi abitanti. Un pilota acrobatico, Rick Hunter, sale a bordo di un aereo militare (un caccia Valkyrie) e viene suo malgrado coinvolto nel combattimento (schiantandosi infine, sulla casa di una giovane ragazza, Lynn Minmay). Le forze aliene sono così superiori a quelle terrestri che e il comandante dell’SDF-1, Henry Gloval, ordina di compiere un salto iperspaziale, che trasferisce la fortezza spaziale e, come effetto collaterale, anche gran parte dell’isola di Macross e le due navi da guerra Daedalus e Prometeus, in prossimità di Plutone. La gigantesca astronave diventa così una vera città spaziale, in cui i superstiti dell’incidente vivono sotto la costante minaccia degli Zentradi, i quali, localizzata la nave ne inseguono la scia.

 

Robotech: James Wan possibile regista?

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Robotech: James Wan possibile regista?

Gianni Nunnari e Mark Canton (produttori di Immortals e 300), secondo quanto riporta Hollywood Reporter, sarebbero interessati a produrre la trasposizione cinematografica di Robotech, serie di cartoni animati giapponesi del 1980.

E il regista più papabile sarebbe James Wan, reduce dalla macchina macina-incassi Fast and Furious 7, che la Warner vorrebbe per dirigere Aquaman, mentre la Universal lo vorrebbe fortemente per Fast and Furious 8. Ma quanti di questi progetti James Wan può plausibilmente fare? Il regista è già impegnato in The Conjuring 2: The Enfield Poltergeist, che sarà girato in autunno 2015. Nonostante l’urgenza di Aquaman, la Warner sembra disposta ad aspettare Wan.

Robotech è una tentacolare ed epica storia di fantascienza epica che si svolge in un momento in cui la Terra ha sviluppato robot giganti servendosi della tecnologia ritrovata su un’astronave aliena che si è schiantato su un isola del sud del Pacifico. L’umanità è quindi costretta a utilizzare la tecnologia per respingere tre successive ondate di invasioni aliene. La prima invasione riguarda una battaglia con una razza di guerrieri giganti che cercano di recuperare una fonte di energia della loro nave ammiraglia, nota come “protocultura”, e la sopravvivenza del pianeta finisce nelle mani di due giovani piloti.

Doug Belgrad, Michael De Luca e Matthew Milam saranno i supervisori del progetto per la Sony mentre Frank Agrama della Harmony Gold sarà il produttore esecutivo insieme a Michael Gordon e Jehan Agrama. Rimanete con noi per ulteriori dettagli.

Fonte: The Hollywood Reporter

Robotech passa nelle mani della Sony

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Robotech passa nelle mani della Sony

Il progetto di un live action di Robotech, la famosa serie animata giapponese, passa dalla Warner Bros. alla Sony Pictures, che ha intenzione di sviluppare il film in tempi rapidi, pensando all’opportunità di crearne un franchise di successo dato il suo potenziale spettacolare di sviluppo delle tecnologie robotiche utilizzate dagli umani per fermare un’invasione aliena.

robotechA detenere originariamente i diritti era la Warner Bros. Interessati a Robotech sono stati, a vario titolo, sia Tobey Maguire che Leonardo DiCaprio, ma il progetto non è mai realmente decollato. Ora che i diritti sono stati acquisiti dalla Sony, tutto sembra – al contrario – procedere molto più rapidamente. I produttori coinvolti sono Gianni Nunnari  e Mark Canton, insieme agli esecutivi della Sony Doug Belgrad, Michael De Luca e Matthew Milam. A realizzare la sceneggiatura è Michael Gordon, già autore dello script di 300 e GI Joe.

Fonte: Comicbookmovie.com

Robot Numero Cinque ritorna al cinema!

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Robot Numero Cinque ritorna al cinema!

Ecco arrivare notizie fresche sull’ultimo remake messo in produzione. A quanto pare è stato ufficializzato il remake o reboot,  di un altro film cult degli anni Ottanta: Corto circuito.

Il film sarà targato Dimension Films e ha già un regista e uno sceneggiatore: il primo è il Tim Hill di Alvin Superstar e Hop, il secondo si chiama Matt Lieberman ed è uno sceneggiatore con all’attivo numerosi copioni poi accantonati dalla Disney. Secondo le prime informazioni, Bob Weinstein avrebbe dichiarato che il nuovo Corto circuito sarà addirittura l’inizio di un nuovo franchise familiare della Dimension.

Robot & Frank recensione del film con Frank Langella

Robot & Frank recensione del film con Frank Langella

In Robot & Frank In un futuro non troppo lontano, Frak (Frank Langella) è un anziano signore burbero e misantropo, ex scassinatore professionista e affetto da una principio di alzheimer. Appena i suoi sintomi iniziano ad aggravarsi, il figlio Hunter (James Marsden) decide di affidarlo alle cure di un robot domestico, con l’intento di alleviare la sua solitudine e dargli nuovi stimoli per tornare a vivere. Dopo un primo categorico rifiuto, Frank inizia col tempo ad affezionarsi al suo compagno cibernetico, riacquistando il vigore e l’intelligenza di un tempo. Preso da una voglia irresistibile di tornare alle vecchie glorie di un tempo, Frank organizza assieme al compagno una serie di elaboratissimi furti, gistificandoli come forme di ginnastica per la mente e per il corpo, ma rischiando sempre più che la sua malattia lo porti a compiere un passo falso.

L’analisi di Robot & Frank

Una delle più tenere e originali storie di amicizia che il cinema di fantascienza degli ultimi anni ci ha regalato, dopo l’insuperabile robot umano Andrew di L’uomo bicentenario e il futuristico pinocchio Dvid di A.I Intelligenza artificiale. Un film che ci porta in una realtà molto più vicina di quello che ci si potrebbe aspettare, un domani prossimo in cui il ruolo di badante verrà sostitutivo da macchine intelligenti che si occuperanno dei nostri anziani. Ma anche quando la malattia più devastante di tutte, la malattia dell’oblio, minaccia di portaci via la nostra intera esistenza, ecco che l’aiuto può arrivare anche da una macchina, un elettrodomestico capace di darci l’illusione di una relazione affettiva.

Con Robot & Frank, Jake Schreir realizza un’opera intelligente e acuta, irriverente e profonda, che sa usare in maniera appropriata il gusto della commedia e della satira come forme di denuncia ad una radicale tendenza all’abbandono che ormai sembra essere una delle spine nel fianco della nostra contemporaneità. Uno strepitoso Frank Langella si trova a doversi confrontare con una parte grottesca e di grande spessore, delineando la psicologia di un anziano uomo in lotta fra i sintomi di un oblio sempre più incombente e una voglia disperata di rimanere aggrappato alla vita. Gli viene in aiuto un buffo e paterno robot (qui con la voce di Peter Sarsagaard e le movenze di Rachael Ma) completamente spogliato di qualunque elemento ematico ed antropomorfo, ridotto all’osso di un involucro metallico capace comunque di far trasparire emozioni travolgenti, pur nella sua fredda e macchinosa logica binaria.

Robot & FrankLa controparte umana viene sapientemente bilanciata da una Susan Sarandon che qui troviamo nel ruolo di una (ormai) ex bibliotecaria ( in un era di digitalizzazione del sapere), la quale assume il doppio valore simbolico di baluardo del passato (rappresentato dalla sua ossessione nel preservare i libri antichi) e di amica fidata di Frank, un personaggio destinato a rivelare un qualcosa di assolutamente inaspettato. Giocato sapientemente sul confine della commedia drammatica, il film si può definire a tutti gli effetti minimalista, privo cioè di barocchismi visivi o prodezze estetiche, delineando un mondo assolutamente coerente e credibile dove si muovo pochi e ben costruiti personaggi, i quali si servono della loro semplice presenza attoriale per far dipanare una narrazione sempre in ritmo e mai banale, che regge benissimo l’intera durata della pellicola senza sbavature o eccessi.

Una sceneggiatura nel complesso ben articola, ricca di gustose gag e dialoghi graffianti, sempre in proiezione di un approfondimento intimista che non tarda ad arrivare. Frank si trova a dover rivivere la sua vecchia e malfamata professione, ma è proprio questo ritorno alle armi che lo fa sentire di nuovo vivo, questa volta potendo contare sull’aiuto di un amico molto speciale, i cui consigli non hanno mai un secondo fine e sono sempre orientati verso una logica disarmante. Ma come nelle favole in cui l’uomo di latta vuole avere anch’egli un cuore, ecco che il nostro robot finisce quasi per assumere l’aspetto interiore di un essere umano, tanto che lo spettatore finisce per assimilarlo come fosse uno dei personaggi in carne e ossa che attraverso la pellicola. Magia del cinema o potenza del racconto? Forse solo la potenza dell’amicizia, la forza cinetica più forte di tutte.

Robot & Frank

Robopocalypse di Steven Spielberg uscirà il 3 Luglio 2013!

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Finalmente arriva l’ufficialità Robopocalypse, adattamento del romanzo omonimo di Daniel H. Wilson, ha trovato i finanziamenti necessari per l’inizio delle riprese e ha ricevuto il via libera.

Robopocalypse di Steven Spielberg sospeso per riscrittura!

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steven spielbergPare che il nuovo film di Steven SpielbergRobopocalypse previsto per uscire il 25 Aprile 2014 è stato messo in attesa indefinita, almeno è quello che si apprende stamane dall’Hollywood Reporter.

Robocop: un video svela i trucchi tecnologici

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A un giorno dall’uscita italiana di Robocop, remake del famoso film del 1987 diretto da Paul Verhoeven, esce un video diviso in due parti intitolato “Man and Machine” dove il regista, i produttori, il cast ma anche alcuni esperti nel settore tecnologico, scienziati e futurologi discutono sulle preoccupazioni etiche e morali sollevate dalla prospettiva di fondere umanità e tecnologia.

Oltre ad alcune immagini che svelano gli straordinari effetti speciali alla base del film, i due video mostrano infatti le risposte dei realizzatori alla domanda: “In che misura la tecnologia può essere unita all’uomo?” Scoprite come la pensano in questi due video:

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RoboCop, il film

RoboCop è il remake del film datato 1987, Robocop – Il futuro della legge che inaugurò il successo del franchise legato al poliziotto metà uomo e metà macchina. Il nuovo RoboCop, diretto da Josè Padilha, sarà invece interpretato da Joel Kinnaman. Il film è al momento in post-produzione, sarà prodotto dalla Strike Entertainment, dalla MGM e dalla Columbia Pictures ed uscirà nelle sale il 7 Febbraio 2014 con un cast di tutto rilievo, composto, tra gli altri, da Joel Kinnaman, Gary Oldman, Abbie Cornish, Samuel L. Jackson, Jackie Earle Haley, Jay Baruchel, Michael Keaton

RoboCop è ambientato nel 2028, anno in cui la multinazionale conglomerata OmniCorp è leader nell’industria robotica. All’estero, i droni da essa prodotti, vengono impiegati dalle forze militari da anni, ma sono stati vietati come tutori della legge all’interno dei confini americani. Ora la OmniCorp vorrebbe impiegare questa controversa tecnologia anche sul fronte interno, considerando questa opportunità un’occasione d’oro. Quando Alex Murphy (Joel Kinnaman) – marito affettuoso, padre, e buon poliziotto, facendo del suo meglio per arginare l’ondata di criminalità e corruzione a Detroit –  resta gravemente ferito, la OmniCorp intravede un’occasione unica per creare un poliziotto ibrido, in parte uomo ed in  parte robot. La OmniCorp immagina un futuro in cui ogni città avrà il suo RoboCop, con conseguenti ricavi miliardari per i propri azionisti; ma alla OmniCorp stanno dimenticando una cosa fondamentale: che c’è pur sempre un uomo all’interno della macchina.

Fonte: Yahoo Movies

RoboCop: un video del virale

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RoboCop: un video del virale

Il canale Youtube della Sony ha pubblicato un video del virale di RoboCop

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RoboCop è il remake del film datato 1987, Robocop – Il futuro della legge che inaugurò il successo del franchise legato al poliziotto metà uomo e metà macchina. Il nuovo RoboCop, diretto da Josè Padilha, sarà invece interpretato da Joel Kinnaman. Il film è al momento in post-produzione, sarà prodotto dalla Strike Entertainment, dalla MGM e dalla Columbia Pictures ed uscirà nelle sale il 7 Febbraio 2014 con un cast di tutto rilievo, composto, tra gli altri, da Joel Kinnaman, Gary Oldman, Abbie Cornish, Samuel L. Jackson, Jackie Earle Haley, Jay Baruchel, Michael Keaton

RoboCop è ambientato nel 2028, anno in cui la multinazionale conglomerata OmniCorp è leader nell’industria robotica. All’estero, i droni da essa prodotti, vengono impiegati dalle forze militari da anni, ma sono stati vietati come tutori della legge all’interno dei confini americani. Ora la OmniCorp vorrebbe impiegare questa controversa tecnologia anche sul fronte interno, considerando questa opportunità un’occasione d’oro. Quando Alex Murphy (Joel Kinnaman) – marito affettuoso, padre, e buon poliziotto, facendo del suo meglio per arginare l’ondata di criminalità e corruzione a Detroit –  resta gravemente ferito, la OmniCorp intravede un’occasione unica per creare un poliziotto ibrido, in parte uomo ed in  parte robot. La OmniCorp immagina un futuro in cui ogni città avrà il suo RoboCop, con conseguenti ricavi miliardari per i propri azionisti; ma alla OmniCorp stanno dimenticando una cosa fondamentale: che c’è pur sempre un uomo all’interno della macchina.

 

RoboCop: un poster IMAX

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RoboCop: un poster IMAX

L’ormai film culto degli anni ’80 Robocop ha compiuto il proprio processo di ringiovanimento ed è ora pronto a sbarcare nei cinema di tutto il mondo in una veste del tutto nuova. Dopo la campagna virale messa in atto dalla Sony ed il lancio dei primi spot televisivi, è giunto il momento di proporvi un nuovo poster interamente dedicato alla versione IMAX del film diretto da José Padilha.

Ecco il poster in questione:

Robocop

 

RoboCop è il remake del film datato 1987, Robocop – Il futuro della legge che inaugurò il successo del franchise legato al poliziotto metà uomo e metà macchina. Il nuovo RoboCop, diretto da Josè Padilha, sarà invece interpretato da Joel Kinnaman. Il film è al momento in post-produzione, sarà prodotto dalla Strike Entertainment, dalla MGM e dalla Columbia Pictures ed uscirà nelle sale il 7 Febbraio 2014 con un cast di tutto rilievo, composto, tra gli altri, da Joel Kinnaman, Gary Oldman, Abbie Cornish, Samuel L. Jackson, Jackie Earle Haley, Jay Baruchel, Michael Keaton

RoboCop è ambientato nel 2028, anno in cui la multinazionale conglomerata OmniCorp è leader nell’industria robotica. All’estero, i droni da essa prodotti, vengono impiegati dalle forze militari da anni, ma sono stati vietati come tutori della legge all’interno dei confini americani. Ora la OmniCorp vorrebbe impiegare questa controversa tecnologia anche sul fronte interno, considerando questa opportunità un’occasione d’oro. Quando Alex Murphy (Joel Kinnaman) – marito affettuoso, padre, e buon poliziotto, facendo del suo meglio per arginare l’ondata di criminalità e corruzione a Detroit –  resta gravemente ferito, la OmniCorp intravede un’occasione unica per creare un poliziotto ibrido, in parte uomo ed in  parte robot. La OmniCorp immagina un futuro in cui ogni città avrà il suo RoboCop, con conseguenti ricavi miliardari per i propri azionisti; ma alla OmniCorp stanno dimenticando una cosa fondamentale: che c’è pur sempre un uomo all’interno della macchina.

 

Fonte: ComicBookMovie

RoboCop: tre spot tv del film

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Ecco i primi spot tv per RoboCop, remake del celebre film che ha per protagonista il poliziotto metà uomo e metà macchina. Si tratta di due spot internazionali e di un primo spot per la tv americana:

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RoboCop è il remake del film datato 1987, Robocop – Il futuro della legge che inaugurò il successo del franchise legato al poliziotto metà uomo e metà macchina. Il nuovo RoboCop, diretto da Josè Padilha, sarà invece interpretato da Joel Kinnaman. Il film è al momento in post-produzione, sarà prodotto dalla Strike Entertainment, dalla MGM e dalla Columbia Pictures ed uscirà nelle sale il 7 Febbraio 2014 con un cast di tutto rilievo, composto, tra gli altri, da Joel Kinnaman, Gary Oldman, Abbie Cornish, Samuel L. Jackson, Jackie Earle Haley, Jay Baruchel, Michael Keaton

RoboCop è ambientato nel 2028, anno in cui la multinazionale conglomerata OmniCorp è leader nell’industria robotica. All’estero, i droni da essa prodotti, vengono impiegati dalle forze militari da anni, ma sono stati vietati come tutori della legge all’interno dei confini americani. Ora la OmniCorp vorrebbe impiegare questa controversa tecnologia anche sul fronte interno, considerando questa opportunità un’occasione d’oro. Quando Alex Murphy (Joel Kinnaman) – marito affettuoso, padre, e buon poliziotto, facendo del suo meglio per arginare l’ondata di criminalità e corruzione a Detroit –  resta gravemente ferito, la OmniCorp intravede un’occasione unica per creare un poliziotto ibrido, in parte uomo ed in  parte robot. La OmniCorp immagina un futuro in cui ogni città avrà il suo RoboCop, con conseguenti ricavi miliardari per i propri azionisti; ma alla OmniCorp stanno dimenticando una cosa fondamentale: che c’è pur sempre un uomo all’interno della macchina.

fonte: CBM

RoboCop: trama, cast e sequel del film di fantascienza

RoboCop: trama, cast e sequel del film di fantascienza

Quando nel 1987 il regista Paul Verhoeven portò al cinema il film RoboCop, non poteva sapere che quello sarebbe stato l’inizio di uno dei più fortunati franchise di genere fantascientifico. Con due sequel, un remake e diverse serie televisive, quello del poliziotto cyborg è oggi uno dei personaggi più noti del cinema, entrato a far parte dell’immaginario culturale. Interpretato da Peter Weller nei primi film, RoboCop si affermò anche grazie alla satira e al cinismo presenti nella sua violenta storia.

L’idea per il primo film nacque nello sceneggiatore Edward Neumeier in seguito alla visione di un cartellone pubblicitario del film Blade Runner. Ispirato dalla trama della pellicola di Ridley Scott, decise di rielaborarne le tematiche per dar vita ad un poliziotto robotico che combatte il crimine in una città ricca di violenza. La sceneggiatura venne tuttavia rifiutata più volte, trovando infine il suo regista nell’olandese Verhoeven. Prima di vedere la luce, però, il progetto dovette affrontare diversi problemi, tra cui la concezione del costume del protagonista e diversi degli effetti speciali.

Superati anche questi ostacoli, RoboCop poté uscire in sala affermandosi come un grande successo di critica e pubblico. Da quel momento il personaggio assunse un influenza culturale sempre crescente, arrivando ancora ad oggi ad essere un’icona del cinema. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e ai suoi sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

RoboCop: la trama del film

La vicenda del primo film si svolge a Detroit, in un futuro distopico, dove pur di fermare la criminalità e la corruzione che dilagano in città, la multinazionale Omni Consumer Product finanzia il progetto per un poliziotto cyborg. L’esperimento può avere luogo nel momento in cui il poliziotto Alex Murphy rimane ucciso in seguito allo scontro con una banda criminale. Ricostruendo il corpo dell’uomo con protesi meccaniche e un avanzato sistema informatico, la multinazionale dà vita a RoboCop. Questi, grazie alle sue strabilianti doti, diventa ben presto il beniamino dalla popolazione locale.

Intento a combattere la criminalità, RoboCop finisce con l’imbattersi in uno degli assassini di Alex Murphy, decidendo quindi di indagare sull’uomo del quale possiede i ricordi. RoboCop inizia così a raccogliere informazioni sugli assassini del poliziotto e, seguendone le tracce, irrompe in una fabbrica dove ottiene finalmente giustizia. Qui, però, si trova a dover fare i conti con un importante scoperta, che porta alla luce il rapporto dei criminali con il capo della sicurezza della Omni Consumer Product.
RoboCop cast

RoboCop: il cast del film

Per trovare il giusto interprete del primo film della serie, la produzione valutò diverse opzioni. Il primo ad essere considerato fu l’attore Arnold Schwarzenegger, divenuto popolare grazie a Terminator. Venne tuttavia scartato poiché la sua presenza avrebbe reso più complesso il lavoro di realizzazione dell’armatura da cyborg. Dopo attente ricerche venne allora considerato Peter Weller, ancora poco noto all’epoca. L’attore fu da subito entusiasta del ruolo, ma incontrò numerosi problemi nella gestione del costume. Questo, infatti, costruito con parti di lattice e alluminio, ne limitava fortemente i movimenti. Inoltre, si rivelò estremamente caldo al suo interno, e richiese l’inserimento di un condizionatore per preservare la salute dell’interprete.

Accanto a lui, nei panni della poliziotta Anne Lewis vi è l’attrice Nancy Allen, la quale dovette tagliarsi notevolmente i capelli per il ruolo poiché il regista voleva desessualizzare il personaggio. Ronny Cox interpreta invece Richard Jones, vicepresidente della OCP e principale antagonista del film. Dala parte dei cattivi si ritrova anche Clarence Boddicker, criminale interpretato da Kurtwood Smith. Vi è poi il compianto attore Miguel Ferreer, noto in particolare per aver dato vita al ruolo dell’agente FBI Albert Rosenfield nella serie I segreti di Twin Peaks. L’attore interpreta qui Robert Morton, il dirigente della OCP che porta avanti il progetto RoboCop. Infine, Dan O’Herlihy è Il Vecchio, l’anziano e misterioso presidente della OCP.

RoboCop: i sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Dato il grande successo del primo film, a tre anni di distanza da questo arrivò in sala un primo sequel, intitolato semplicemente RoboCop 2. Il personaggio è nuovamente interpretato, per l’ultima volta, da Weller. In questo primo seguito, il poliziotto cyborg si trova ora a scontrarsi contro un suo simile molto più potente. Nel 1993 è invece arrivato il terzo film, dove ad interpretare il protagonista è però un nuovo attore, che si trova coinvolto in una serie di scontri civili, per i quali avrà bisogno di alcune migliorie. Nel 2014 è invece uscito un remake del primo film, chiamato semplicemente RoboCop e interpretato da Joel Kinnaman. Si tratta però di un rifacimento molto meno violento e cupo dell’originale.

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. RoboCop è infatti disponibile nel catalogo di Apple TV, Google Play e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà noleggiare il singolo film, avendo così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 5 dicembre alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

Fonte: IMDb

RoboCop: trama, cast e sequel del film

RoboCop: trama, cast e sequel del film

Quando nel 1987 il regista Paul Verhoeven portò al cinema il film RoboCop (qui la recensione), non poteva sapere che quello sarebbe stato l’inizio di uno dei più fortunati franchise di genere fantascientifico. Con due sequel cinematografici e diverse serie televisive, quello del poliziotto cyborg è oggi uno dei personaggi più noti del cinema, entrato a far parte dell’immaginario culturale. Interpretato da Peter Weller nei primi film, RoboCop si affermò anche grazie alla satira e al cinismo presenti nella sua violenta storia. Nel 2014, infine, il personaggio è stato ripreso per un remake, anch’esso intitolato semplicemente RoboCop (qui la recensione) e diretto dal brasiliano José Padilha.

Questo progetto, di cui si parlava già dai primi anni del Duemila, vedeva originariamente Darren Aronofsky (Il cigno nero, madre!) come regista. Al suo posto fu però poi scelto Padilha dopo che questo si era distinto con Tropa de Elite – Gli squadroni della forza e Tropa del Elite 2 – Il nemico è un altro. Per questo nuovo adattamento del personaggio, il regista e gli sceneggiatori decisero naturalmente di introdurre le novità presenti nel campo dell’intelligenza artificiale. Con grandi effetti speciali e un cast ricco di celebri attori, questo nuovo film vantava un budget di circa 100 milioni di dollari.

Apprezzato in parte dalla critica, che non ha mancato di sottolineare come questo nuovo RoboCop non regga il confronto con l’originale, specialmente per quanto riguarda la satira politica e sociale, questo remake rimane un titolo fantascientifico particolarmente interessante e che i fan del genere non mancheranno di apprezzare. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al suo sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

RoboCop: la trama del film

Il nuovo RoboCop è ambientato nel 2028, anno in cui la multinazionale conglomerata OmniCorp è leader nell’industria robotica. All’estero, i droni da essa prodotti, vengono impiegati dalle forze militari da anni, ma sono stati vietati come tutori della legge all’interno dei confini americani. Ora la OmniCorp vorrebbe impiegare questa controversa tecnologia anche sul fronte interno, considerando questa opportunità un’occasione d’oro. Quando Alex Murphy, marito affettuoso, padre, e buon poliziotto, facendo del suo meglio per arginare l’ondata di criminalità e corruzione a Detroit, resta gravemente ferito, la OmniCorp intravede un’occasione unica per creare un poliziotto ibrido, in parte uomo ed in parte robot.

L’esperimento sembra riuscire nel migliore dei modi, se non fosse che i ricordi di Murphy continuano ad affiorare insistenti, provocando uno shock emotivo nel cyborg, il quale necessità così di ulteriori interventi. Il poliziotto robotico conquista in breve la fiducia degli abitanti di Detroit, ma i flashback della sua vita passata tornano insistentemente e RoboCop decide di indagare sulle circostanze del decesso di Murphy, smascherando la corruzione e gli abusi della polizia locale. Le sue scoperte, tuttavia, rischiano compromettere anche il direttore della OmniCorp, Raymond Sellars, che non può permettere che la sua creazione si ribelli.

RoboCop sequel

RoboCop: il cast del film

Per questo remake, la produzione desiderava affidare la parte ad attori affermati come Tom Cruise o Johnny Depp. La decisione ricadde però infine su Joel Kinnaman, divenuto celebre grazie alla serie The Killing. L’attore, oggi noto anche per Suicide Squad, espresse il desiderio che il film potesse contenere la violenza dell’originale, ottenendo il divieto ai minori. Lo studios di produzione però non permise tali scelte creative, puntando ad ottenere un divieto meno stringente con cui poter recuperare i soldi spesi per coprire il budget. Accanto a lui, nel ruolo di Clara la moglie di Alex, vi è l’attrice Abbie Cornish, mentre Gary Oldman è il dottor Dennett Norton, ideatore di RoboCop.

L’attore Samuel L. Jackson ricopre il ruolo di Pat Novak, conduttore del programma The Novak Element e forte sostenitore dei nuovi tecnologici mezzi di controllo del crimine. Jackie Earle Haley interpreta Rick Mattox, responsabile per l’addestramento di RoboCop. L’attore Michael Keaton interpreta invece Raymond Sellars, CEO della OmniCorp e principale antagonista del film. Nel film compaiono poi anche Michael K. Williams nei panni di Jack Lewis, collega e miglior amico di Alex, e John Paul Ruttan in quelli di David Murphy, figlio di Alex e Clara. Pur non essendo qui al suo primo ruolo nonostante la giovane età, questo è il film per cui è maggiormente conosciuto.

RoboCop: il sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

In seguito all’uscita di questo film, era stato annunciato anche un suo sequel diretto. I piani però sono poi cambiati, con la cancellazione del sequel e l’ideazione di un reboot. Il nuovo lungometraggio dovrebbe infatti ignorare gli eventi sia dei due sequel del 1990 e del 1993, sia del remake del 2014. Nel luglio del 2018 viene confermato come titolo RoboCop Returns, mentre per la regia viene assunto Neill Blomkamp, celebre per i film District 9 e Elysium. Nell’agosto del 2019, tuttavia, Blomkamp annuncia che non dirigerà più il film, intenzionato a dedicarsi ad un progetto diverso. Al suo posto viene scelto Abe Forsythe. Al momento, non è però ancora stata rivelata una potenziale data di uscita del film.

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. RoboCop è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes, Rai Play e Now. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 15 maggio alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Fonte: IMDb

RoboCop: spettacolare poster italiano

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RoboCop: spettacolare poster italiano

E’ uno dei remake più chiacchierati del momento, parliamo di RoboCop, e oggi arriva uno spettacolare poster italiano ufficiale del film diretto da José PadilhaRobocop è il remake del film datato 1987, Robocop- Il futuro della legge che inaugurò il successo del franchise legato al poliziotto metà uomo e metà macchina.

Alla prima pellicola seguirono infatti due sequel, oltre a numerosi videogiochi, serie televisive e fumetti dedicati al personaggio, allora interpretato da Peter Weller. Il nuovo Robocop, diretto da Josè Padilha, sarà invece interpretato da Joel Kinnaman, protagonista anche del poster italiano ufficiale:

RoboCop-locandina

RoboCop è il remake del film datato 1987, Robocop – Il futuro della legge che inaugurò il successo del franchise legato al poliziotto metà uomo e metà macchina. Il nuovo RoboCop, diretto da Josè Padilha, sarà invece interpretato da Joel Kinnaman. Il film è al momento in post-produzione, sarà prodotto dalla Strike Entertainment, dalla MGM e dalla Columbia Pictures ed uscirà nelle sale il 7 Febbraio 2014 con un cast di tutto rilievo, composto, tra gli altri, da Joel Kinnaman, Gary Oldman, Abbie Cornish, Samuel L. Jackson, Jackie Earle Haley, Jay Baruchel, Michael Keaton

RoboCop è ambientato nel 2028, anno in cui la multinazionale conglomerata OmniCorp è leader nell’industria robotica. All’estero, i droni da essa prodotti, vengono impiegati dalle forze militari da anni, ma sono stati vietati come tutori della legge all’interno dei confini americani. Ora la OmniCorp vorrebbe impiegare questa controversa tecnologia anche sul fronte interno, considerando questa opportunità un’occasione d’oro. Quando Alex Murphy (Joel Kinnaman) – marito affettuoso, padre, e buon poliziotto, facendo del suo meglio per arginare l’ondata di criminalità e corruzione a Detroit –  resta gravemente ferito, la OmniCorp intravede un’occasione unica per creare un poliziotto ibrido, in parte uomo ed in  parte robot. La OmniCorp immagina un futuro in cui ogni città avrà il suo RoboCop, con conseguenti ricavi miliardari per i propri azionisti; ma alla OmniCorp stanno dimenticando una cosa fondamentale: che c’è pur sempre un uomo all’interno della macchina.

 

Robocop: secondo Joel Kinnaman è più di un remake

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Robocop: secondo Joel Kinnaman è più di un remake

Intervenuto in un’intervista sulle pagine del magazine SFX, l’attore Joel Kinnaman, protagonista del remake dello storico Robocop, ha espresso le proprie considerazioni su ciò che ritiene non propriamente un remake.

“È una grossa responsabilità, soprattutto in un mondo in cui molti remake sono fatti semplicemente per una cinica ragione economica. Ma avere José come regista a spazzato via queste paure. Il maggior riconoscimento che si potrebbe fare all’originale è che è un film davvero intelligente ed abbiamo tentato di fare qualcosa di intelligente che lo seguisse e di non replicare semplicemente le battute. Ne abbiamo tenuta una o due come omaggio ai fan, ma non abbiamo cercato di fare un semplice remake.”

RoboCop, il film

RoboCop è il remake del film datato 1987, Robocop – Il futuro della legge che inaugurò il successo del franchise legato al poliziotto metà uomo e metà macchina. Il nuovo RoboCop, diretto da Josè Padilha, sarà invece interpretato da Joel Kinnaman. Il film è al momento in post-produzione, sarà prodotto dalla Strike Entertainment, dalla MGM e dalla Columbia Pictures ed uscirà nelle sale il 7 Febbraio 2014 con un cast di tutto rilievo, composto, tra gli altri, da Joel Kinnaman, Gary Oldman, Abbie Cornish, Samuel L. Jackson, Jackie Earle Haley, Jay Baruchel, Michael Keaton

RoboCop è ambientato nel 2028, anno in cui la multinazionale conglomerata OmniCorp è leader nell’industria robotica. All’estero, i droni da essa prodotti, vengono impiegati dalle forze militari da anni, ma sono stati vietati come tutori della legge all’interno dei confini americani. Ora la OmniCorp vorrebbe impiegare questa controversa tecnologia anche sul fronte interno, considerando questa opportunità un’occasione d’oro. Quando Alex Murphy (Joel Kinnaman) – marito affettuoso, padre, e buon poliziotto, facendo del suo meglio per arginare l’ondata di criminalità e corruzione a Detroit –  resta gravemente ferito, la OmniCorp intravede un’occasione unica per creare un poliziotto ibrido, in parte uomo ed in  parte robot. La OmniCorp immagina un futuro in cui ogni città avrà il suo RoboCop, con conseguenti ricavi miliardari per i propri azionisti; ma alla OmniCorp stanno dimenticando una cosa fondamentale: che c’è pur sempre un uomo all’interno della macchina.

RoboCop: recensione del film di Paul Verhoeven

RoboCop: recensione del film di Paul Verhoeven

RoboCop è il film culto del 1987 è diretto da Paul Verhoeven e con protagonisti nel cast Alex Murphy, Nancy Allen e Dan O’Herlihy.

  • Anno: 1987
  • Regia: Paul Verhoeven
  • Cast: Alex Murphy, Nancy Allen, Dan O’Herlihy

RoboCopTrama: Detroit, anni ’80. La città è nel caos causa il crimine crescente e le precarie condizioni in cui si trovano a lavorare le forze dell’ordine. La multinazionale OCP stipula un contratto con l’amministrazione comunale per dirigere il dipartimento di polizia; in particolare, propone il prototipo di un robot chiamato ED209, “Enforcement Droid 209”, con la funzione di controllare il crimine e di garantire enormi profitti nel mercato militare. In realtà, la stessa azienda è collusa con uno dei capi del crimine locale, Clarence Boddicker, uomo senza scrupoli che dirige una banda di criminali sanguinari.

In questo clima di corruzione e anarchia operano Alex Murphy e Anne Lewis, poliziotti onesti e scrupolosi, i quali, durante una ronda, incrociano proprio la banda di Boddicker. Tra i poliziotti e i delinquenti infuria la sparatoria: Lewis viene tramortita e creduta morta, mentre Murphy viene barbaramente mutilato e ridotto in fin di vita a colpi di fucile.

Ridotto a un vegetale con nessuna possibilità di sopravvivere, il poliziotto viene impiegato per la costruzione di Robocop: le parti mutilate, ovvero la maggior parte del corpo, vengono sostituite da protesi meccaniche rivestite da una corazza di titanio e kevlar. Il suo cervello viene affiancato ad un sistema informatico in cui è inserita la programmazione di base e 3 direttive inviolabili (più una nascosta) che determineranno il suo comportamento di agente di polizia e di obbedienza verso i funzionari OCP. Ciò che ne viene fuori è un robot con il cuore e la testa di un uomo.

Robocop in poche settimane cattura molte bande criminali, risolve furti e casi di violenze, diventando un eroe. Ma ora gli spetta il compito più difficile: sgominare la banda di Boddicker, nonché i dirigenti della polizia corrotti con la multinazionale OCP; ma anche dimenticare una vita passata che ormai non gli appartiene più

RoboCopAnalisi: Robocop – Il futuro della legge è un film del 1987 diretto da Paul Verhoeven e prodotto dalla Orion Pictures. Autentico cult degli anni ‘80 ambientato in un prossimo futuro, il lungometraggio è un violento e cinico mix tra poliziesco e fantascientifico. Amato dai giovani dell’epoca al pari di Terminator, Robocop ispirò anche diversi fumetti, vari videogiochi e quattro serie televisive, tutti aventi per protagonista un agente di polizia cyborg.

RoboCop

A differenza dei due sequel successivi, usciti nel 1990 e nel 1993, i quali ebbero molto meno successo, la trama di questa pellicola lascia spazio anche a sentimenti e flashback malinconici, che hanno proprio l’obiettivo di mettere in risalto il lato umano del cyborg protagonista, che rimane in parte ancora un essere umano.

La regia porta la firma dell’olandese Paul Verhoeven, che dopo Robocop firmò altri due film di grande successo: Atto di forza e Basic instinct; non male fu anche il seguito commerciale di Showgirls, Starship troopers e L’uomo senza ombra. Dopo sette anni, nel 2007, torna con l’apprezzato Black Blook, mentre De stille kracht uscito lo scorso anno, è circolato solo in Olanda.

Meno brillante è stata invece la carriera post-Robocop dell’attore protagonista, Peter Weller, il quale vanta anche la regia di un film: Ricatto senza fine del 1997 è passato quasi inosservato.

Peraltro quest’ultimo rischiava di non figurare neppure in Robocop, giacché Verhoeven aveva pensato inizialmente a Schwarzenegger; ma poi ci ripensò per non dover espandere troppo l’armatura del cyborg, che doveva contenere il fisico troppo muscoloso dell’attore austro-americano.

RoboCop ha vinto anche un Premio Oscar per il Miglior montaggio sonoro, andato a Stephen Hunter Flick e John Pospisil.

Dopo una serie di smentite e contrordini, è stata anche annunciata la data dell’uscita del remake: il 9 agosto 2013, firmato da Jose’ Padilha, che vedrà nelle vesti di Robocop Joel Kinnaman; le indiscrezioni parlano di un cyborg più umano. Staremo a vedere.

RoboCop: recensione del film con Joel Kinnaman

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RoboCop: recensione del film con Joel Kinnaman

Arriva anche in Italia RoboCop, il nuovo film della nota saga cinematografica, questa volta diretto da José Padilha con protagonista l’attore Joel Kinnaman. In RoboCop Nell’anno 2028 la multinazionale OmniCorp è leader nel settore della tecnologia robotica, e grazie ai suoi prodotti ha permesso agli Stati Uniti d’America di vincere numerose guerre in cui sono stati coinvolti. Alex Murphy, è un onesto agente di polizia che rimane gravemente ferito, ma la OmniCorp utilizza le sue avanzatissime tecnologie per trasformarlo RoboCop. Ma la convivenza tra uomo e macchina è complicata, e anche se il meccanismo è programmato per prendere il sopravvento sulla parte biologica di Murphy, presto dovrà fare i conti con la forza dell’umanità ancora residua in ciò che resta di Alex.

Questo è RoboCop, diretto da José Padilha con protagonista l’attore Joel Kinnaman, e che poco o niente ha a che fare con il film del 1987 con protagonista Peter Weller, di cui pure si dice remake. Il film mette in campo una serie di tematiche straordinariamente moderne ed interessanti: il confine/conflitto tra uomo e macchina, la questione morale dello scienziato al servizio dei potenti, l’imperialismo americano, la necessità di scindere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato, nonostante i due ambiti si incrocino spesso e (mal)volentieri. Purtroppo il film perde l’occasione di approfondire anche uno solo a caso di questi temi e si risolve in un pasticcio con qualche scena d’azione discretamente congeniata ma con tanti momenti deboli.

Il conflitto di Alex/RoboCop è accennato solo negli infiniti spiegoni del dottor Norton (Gary Oldman); lo stesso Norton, scienziato e medico che si ‘prostituisce’ al dio danaro per sete di conoscenza, è abbozzato da una caratterizzazione approssimativa; l’anchorman Pat Novak (Samuel L. Jackson) è forse l’unico personaggio davvero riuscito, lui che rappresentare l’imperialista convinto diventa tanto comico da risultare poi unica figura degna di nota e da leggere ovviamente in chiave ironica. Macchiettistico invece il villain interpretato da Michael Keaton. I rapporti tra le persone sono lasciati al caso (anche quelli tra Murphy e la famiglia e tra l’agente stesso con il suo compagno di squadra), tutto dovuto ad una sceneggiatura affrettata, che pur avendo un innumerevole quantità di spunti interessanti non riesce a raccontare nulla per davvero. Da questo deriva poi una totale mancanza di identificazione e di pathos, che condiziona irrimediabilmente il risultato finale.

Non azzardiamo il paragone con il prodotto originale: i due film sono separati dalle intenzioni realizzative, dai fini, dal tono e dalle interpretazioni. Poco importa la citazione nella colonna sonora, l’omaggio nel finale all’armatura argento e il ritorno di leggendarie battute pronunciate per bocca dei protagonisti, il RoboCop di Paul Verhoeven è tutt’oggi un cult di genere (con tinte thriller e splatter che contribuiscono a costruirne il fascino), questo diretto da Padilha difficilmente resterà nel cuore degli spettatori.

 

Robocop: quattro poster per il film del 1987

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Robocop: quattro poster per il film del 1987

Gli artisti Grzegorz Domaradzki, meglio noto come Gabz, e Kilian Eng hanno realizzato dei poster alternativi per il classico RoboCop, film del 1987 diretto da Paul Verhoeven.

Eccoli di seguito:

Il film di grande successo è diventato un cult transgenerazionale, ha avuto diversi sequel e un poco ruscito remake arrivato al cinema nel 2014.