Come annunciato ieri per vie
ufficiali, i Marvel Studios porteranno sulla
nuova piattaforma streaming Disney + (di proprietà
della casa di topolino e in arrivo nel 2019) diverse serie tv
dedicate ai personaggi del MCU, tra cui una su
Loki. Il Dio dell’Inganno tornerà quindi
protagonista anche sul “piccolo” schermo dopo essere apparso in
numerosi capitoli cinematografici dell’universo Marvel, e sarà
interpretato ancora dall’idolo dei fan Tom
Hiddleston.
L’attore, come conferma della sua
partecipazione al progetto, ha voluto condividere un’anticipazione
di ciò che ci aspetta su Twitter: “Loki. Tante altre storie da
raccontare. Ancora più inganni da creare. C’è dell’altro“.
Vi ricordiamo che gli altri titoli
in sviluppo, come riportato nelle ultime
settimane, saranno dedicati a Scarlet
Witch, Falcon e Soldato
d’Inverno, ed è probabile che vengano confermati (insieme
agli attori coinvolti) già nei prossimi giorni.
Creato da Stan Lee,
Jack Kirby e Larry
Lieber, Loki è uno
dei personaggi ricorrenti all’interno dell’universo cinematografico
Marvel ed è apparso in ben cinque cinecomic dei Marvel Studios (se
contiamo anche l’imminente Avengers: Infinity
War). Noto come “Il Dio
dell’Inganno“, è stato fra i primi villain davvero
apprezzati dai fan grazie soprattutto all’egregia interpretazione a
tinte shakespeariane di Tom
Hiddleston, l’attore che ne veste i panni
da Thor (2011).
La piattaforma streaming Disney ha
già ordinato nel suo catalogo una serie inedita
su Star Wars ideata da Jon
Favreau, un’altra basata sui film di High
School Musical e il live action di Lilli
e il Vagabondo.
Elegante, composta, sorridente,
Claire Foy è tutto quello che ci si aspetta dalla
perfetta interprete della fredda e distaccata Regina Elisabetta II,
ruolo che le ha garantito premi e riconoscimenti nel panorama
televisivo degli ultimi due anni, nella serie Netflix The
Crown. Finito il suo ciclo come Elisabetta, la Foy guarda
al grande schermo con i suoi grandi occhi blu e il suo talento è
destinato a splendere sullo schermo d’argento.
La vediamo in questi giorni in sala
in Il Primo Uomo di Damien
Chazelle, al fianco di Ryan Gosling, ma
Fede Alvarez l’ha fatta diventare la nuova
Lisbeth Salander, per il suo Millennium – Quello che non Uccide, e nel
ruolo dell’hacker, la Foy dimostra tutto ciò di cui è capace. Non
solo un’attrice adatta a ruoli composti e “domati”, ma
un’interprete capace di portare sullo schermo anche l’anima nera
dei personaggi.
E proprio per parlare di questo suo
nuovo personaggio, l’abbiamo incontrata a Roma, in occasione della
Premiere del film, svoltasi nella cornice della Festa del
Cinema di Roma 2018.
Quanto è stato impegnativo
diventare Lisbeth e come ti sei preparata?
“Mi è sempre piaciuta, sin dal
primo film, la trovo una donna molto affascinante, ho scelto di
interpretarla per conoscerla, ne ero entusiasta. Ho sempre voluto
cimentarmi in qualcosa di nuovo, cambiare il mio fisico per un
personaggio e fare un film d’azione è molto difficile ma allo
stesso tempo è anche divertente, perché ti permette di sperimentare
con i tuoi mezzi. Lisbeth è un personaggio controverso, è
introversa, non le piace farsi notare, vuole essere invisibile, ma
dentro ha una forte passione, la sua espressione è fuoco
puro.”
Hai dichiarato che Lisbeth
non è un supereroe, è una combattente e non è affezionata a
nessuno. Chi è in realtà?
“Lei si sorprende sia delle sue
emozioni che dei suoi sentimenti, ma davvero non le importa di
nessuno (…) sinceramente se dovessi descrivere Lisbeth non direi
davvero che è una di quelle che tiene alle persone. Lei può
aiutare, è quello che sa fare, si sente in qualche modo di dover
proteggere August, per esempio, ma di sicuro non in maniera
convenzionale, come se avesse a cuore le sue sorti. È uno degli
aspetti che la rendono affascinante.”
Nel tuo approccio al
personaggio che influenza ha avuto il romanzo da cui il film è
tratto e cosa ama o odia di Lisbeth?
“Il personaggio è come nel
libro, non ho provato ad aggiungere nulla di mio. Mi è piaciuto il
fatto che lei ami la musica drammatica, che sia andata ai Caraibi
per un mese e mezzo e si sia ritrovata in mezzo ad un uragano, il
fatto che sia una sopravvissuta. Tutta la sua storia è racchiusa
nel film.”
Parliamo ancora di
sentimenti, in questo caso quelli di Lisbeth verso Mikael: lei
vuole lasciarsi alle spalle tutto ciò che hanno vissuto e passato
insieme. Si fida ancora di lui?
“È stata innamorata di lui ma
questo sentimento la sorprende, si sorprende anche del suo
atteggiamento, è un po’ come tutte le cose sbagliate che si fanno a
tredici anni per la prima volta. Mikael poi le spezza il cuore e
non trova pià un senso in nulla, in quello che prova. Queste
delusioni possono essere superate, ma a meno che tu non sia un
completo idiota, non vanno mai via del tutto. In più, anche se non
lo ammetterà mai, lui è un uomo fantastico, l’unica persona della
quale si fidi, non riesce a mettersi contro di lui, rimangono due
anime gemelle, anche se non ci sarà un lieto fine per loro, nulla
di convenzionale come un matrimonio o una vita
insieme.”
Cosa pensa che il pubblico
femminile trovi di speciale nel suo personaggio, perché è cosi
popolare?
“Perché è qualcuno che sta al
mondo in maniera confusa, è imperfetta, come molte persone, ma è
anche diretta, dice ciò che pensa in faccia, non se ne sta in un
angolo a sparlare degli altri. È una qualità che le persone
apprezzano. Non è un personaggio convenzionale e questo colpisce
moltissimo perché si è deciso di portare su grande schermo qualcuno
di imperfetto con il quale identificarsi.”
Ultimamente ci sono diversi
film tutti al femminile. Crede che, finalmente, qualcosa stia
cambiando?
“Credo sia una questione di
soldi. I film sono fatti per fare soldi, qualcuno avrà pensato che
le donne nelle pellicole portano soldi e così hanno iniziato a
produrli.”
È solo per
quello?
“Credi ci sia un aspetto
sociale dietro? Per me è decisamente un aspetto economico, di
sicuro è anche un modo per dare voce a chi ne ha avuta meno, ma
quello che sta succedendo con queste pellicole è di sicuro uno
specchio della nostra realtà.“
Se potesse tenere qualcosa
di Lizbeth, cosa sarebbe?
“I suoi pantaloni di pelle!
Quello che davvero ho amato di lei è la semplicità con la quale si
approccia alla sessualità, ovvero senza alcun giudizio.”
In attesa della conferenza stampa di
presentazione del 36° Torino Film Festival, che si
terrà martedì 13 novembre a Roma alle 10.30 presso la Casa del
Cinema e a Torino alle 18.45 presso il Cinema Massimo, il TFF
annuncia alcune anticipazioni dal segmento della sezione TFFdoc,
dal titolo APOCALISSE.
Tutto pare essere apocalittico. Il
pianeta è sull’orlo del collasso, la catastrofe politica incombe
sui mondi primi, secondi e terzi. Maree nere e piogge
radioattive: TFFdoc | Apocalisse vuole
rispondere, per immagini e parole, a un mondo attonito in attesa
del peggio. Così il post umano atomico dei documentari 4
Bâtiments, face à la mer e Machine To
Machine, entrambidiretti da Philippe Rouy,
lascia spazio alla sirena di Sirenomelia diretto
da Emilija Skarnulyte che fluttua con la sua coda tra le rovine di
una base NATO nel mare Artico.
In Vive la
baleine diretto da Chris Marker e Mario Ruspoli la caccia
industriale e capitalista della balena diventa il simbolo dello
sfruttamento apocalittico del pianeta; mentre
in Atlantis, diretto da Ben Russell, gli uomini
cercano disperatamente la propria liberazione utopica ispirandosi
ad antiche leggende maltesi; Ombres
Aquatiques, di Philippe Cote, mostra la natura con luci e
ombre, come se la pellicola fosse una tela su cui dipingere;
l’Hydra Decapita fa una riflessione su
globalizzazione, colonialismo, capitalismo, mutamenti climatici e
mostra “Drexciya”: una colonia sottomarina creata dai bambini mai
nati abbandonati in mare dagli schiavisti durante la traversata
dell’Atlantico;
In Dell’azione
negatrice di Mauro Folci l’uomo è in preda alla volontà
di potenza; in Der Wille Zur Macht di Pablo Sigg
si mostra la radicale esistenza dei due fratelli Schweikhart,
ultimi sopravvissuti di una colonia di “ariani puri” fondata alla
fine del 19°secolo nella foresta amazzonica, in Paraguay:
mangiano bacche, farfugliando lingue incomprensibili e
leggono la Bibbia e La volontà di
potenza di Friedrich Nietzsche; la ricerca di
nuovi linguaggi capaci di sovvertire il presente è al centro
di Il potere dei sentimenti di Alexander Kluge;
ricerca che si riflette in Life = Cinematic
Imperfections, presentato in prima
mondiale al 36° Torino Film Festival, dove il regista
siriano di origine armena Avo Kaprealian, compone un montaggio di
immagini provenienti dal web, dal cinema, colte dalla sua camera
per le strade di Beirut, dove ora vive rifugiato, per lasciare
esplodere il caos del mondo.
4 BÂTIMENTS, FACE À LA
MER di Philippe Rouy (Francia, 2012, DCP, 47’)
MACHINE TO
MACHINE di Philippe Rouy (Francia, 2013, DCP,
32’)
Pochi mesi dopo la catastrofe
nucleare di Fukushima (marzo 2011), la TEPCO – la società che
gestiva la centrale – fa installare una webcam. Sotto lo sguardo
trasparente della telecamera, che registra implacabile anche la
data e l’ora, si muovono come astronauti perduti nel tempo e
sospesi nell’aria radioattiva i tecnici nelle loro tute bianche.
Per lasciare poi il campo a droni e robot, unici testimoni di una
fantascienza inimmaginabile.
Philippe Rouy è un artista e regista
francese e la sua trilogia su Fukushima (di cui fa parte anche
Fovea Centralis del 2014) è stata programmata nei maggiori festival
internazionali.
SIRENOMELIA di
Emilija Skarnulyte (Lituania, 2017, DCP, 12’)
La giovane artista lituana Emilija
Skarnulyte che ha studiato a Brera e vive a Berlino, fluttua con la
sua coda da sirena tra le rovine di una base NATO nel mar Artico
mentre segnali cosmici e rumore bianco attraversano lo spazio.
DELL’AZIONE
NEGATRICE di Mauro Folci (Italia, 2017, DCP, 8’)
DER WILLE ZUR
MACHT di Pablo Sigg (Messico, 2013, DCP, 61’)
Una performance o forse un film
dell’artista Mauro Folci. Un dialogo su Uomo e Natura e fine
dell’Uomo e fine del Mondo sembra trasportarci direttamente in
mezzo alla foresta amazzonica dove vivono isolati due uomini,
ultimi sopravvissuti di una colonia di “ariani puri” fondata alla
fine del diciannovesimo secolo in Paraguay da Bernhard Förster e
dalla moglie Elisabeth Nietzsche. Più di cent’anni dopo, di quella
colonia rimangono solo i due fratelli Schweikhart: si cibano dei
frutti che cadono dagli alberi e leggono
la Bibbia e La volontà di
potenza.
LIFE = CINEMATIC
IMPERFECTIONS di Avo Kaprealian (Libano/Armenia,
2018, DCP, 82’)
Questo è un film sull’esistenza
umana, sul teatro e sul cinema. Sul passato, il presente e il
futuro, sul partire, sulla discontinuità e le cesure, sulla
deformità, il vuoto e i buchi neri che si formano nello spirito.
Questo è un film sulla cura e sulla ricerca dell’anima. Su dove
molto tempo fa l’umanità possa aver perso la sua infanzia, perché
anche l’umanità, come gli esseri umani, ha avuto un’infanzia.
In prima mondiale al 36° TFF, il nuovo
film di Avo Kaprealian il cui esordio al cinema, Houses
Without Doors, dopo il debutto alla Berlinale, vinse il
concorso internazionale documentari al TFF (2016).
DIE MACHT DER
GEFÜHLE di Alexander Kluge (La forza dei
sentimenti, Germania, 1983, video, 112’)
La forza dei sentimenti è un collage
di forme e aforismi, un’enigmatica esplosione di emozioni che
culmina nel Rigoletto verdiano.
Pochi anni prima della caduta del
Muro di Berlino, il maestro del cinema tedesco (La ragazza
senza storia, Artisti sotto la tenda del circo:
perplessi, Germania in autunno…) costruisce un film
indecifrabile, che attraversa i generi cinematografici, raccontando
un’Europa che già sta perdendo la direzione utopica del Dopoguerra
e di un capitalismo capace di uccidere il sentimento per
trasformalo in sentimentalismo.
VIVE LA
BALEINE di Chris Marker e Mario Ruspoli (Francia,
1972, DCP, 17’)
«Oggi gli uomini e le balene si
trovano nello stesso schieramento. Ogni balena che muore ci
trasmette come una profezia, l’immagine della nostra propria
morte». «Balene, vi amo!». La caccia industriale e capitalista
della balena diventa il simbolo dello sfruttamento apocalittico del
pianeta: “ogni balena che muore ci trasmette, come una profezia,
l’immagine della nostra propria morte” (Chris Marker).
ATLANTIS di
Ben Russell (USA/Malta, 2014, DCP, 24’)
Una canzone folk e un rito pagano,
una marcia religiosa e un tempio riflesso. Il blu del mare ci
avvolge, siamo felici, nonostante stiamo tutti per sprofondare
lentamente. «We Utopians are happy / This will last forever». Ben
Russel – vincitore due volte del concorso internazionale.doc al TFF
con Let Each One Go Were He May (2010) e
con A Spell to Ward Off the Darkeness (2013)
co-diretto con Ben Rivers – si lascia ispirare dalle antiche storie
maltesi per immaginare spazi utopici.
HYDRA
DECAPITA di The Otolith Group (UK, 2010, DCP,
31’)
Drexciya è una colonia sottomarina
creata dai bambini mai nati delle donne incinte che venivano
buttate a mare dagli schiavisti durante la traversata
dell’Atlantico.
Film che nasce dalla collaborazione
tra il collettivo londinese The Otholit Group (Anjalika Sagar e
Kodwo Eshun) i cui lavori attraversano video, cinema, filosofia e
il duo techno di Detroit, Drexciya, la cui musica accompagna una
riflessione su globalizzazione, colonialismo, capitalismo,
mutamenti climatici e speranza di mondi nuovi.
LES OMBRES
AQUATIQUES di Philippe Cote (Francia, 2016, DCP,
11’)
Immersioni e pozzi di luce. C’è
poesia nel ballo silenzioso dell’acqua e del suo popolo, mentre
dall’altra parte del vetro, delle ombre osservano.
Philippe Cote è un cineasta
francese, mancato prematuramente nel 2016, dalla radicale
sensibilità che, lavorando sempre con pellicole super 8 e 16mm, e
sempre artigianalmente ha saputo usare la luce (e l’ombra) come se
la pellicola fosse una tela su cui dipingere.
Il Re Leone è uno
dei film di animazione più belli e commoventi della storia del
cinema. Visto da grandi o da piccini, è impossibile non emozionarsi
davanti a questo film e non affezionarsi ai suoi personaggi.
Da questo film sono nati un sequel
(Il Re Leone 2 – Il regno di Simba) e un prequel/midquel
(Il Re Leone 3 – Hakuna Matata), diversi videogiochi e
spin-off (come The Lion Guard) ed è stato soggetto ad un
adattamento teatrale in formato musical che ha debuttato a Broadway
nel 1997. Per la metà del 2019, invece, è prevista l’uscita al
cinema di una versione
live-action diretta da Jon Favreau. Ecco dieci cose che,
forse, non sapevate su Il
re leone.
Il Re Leone: film
1.In
Il Re Leone (1994), molti dei nomi sono basati sul parole della
lingua Swashili. Simba ha significato proprio di leone,
Nala come dono, Sarabi significa miraggio e Rafiki viene usato come
parole per identificare un amico, mentre Pumbaa ha il significato
di ottuso. Dall’ebraico è stato tratto il nome Zazu, che significa
movimento. Non è chiara, invece, l’origine dei nomi Serafina (la
madre di Nala) e di Timon, ma sembra che entrambi ruotino attorno
al concetto, rispettivamente, di stella splendente e di rispetto.
Mufasa, a differenza degli altri nomi, ma significa re in lingua
manazoto.
2. Il Re Leone si basa
sull’Amleto e non solo. Al di là delle ispirazione
dall’Amleto di William Shakespeare, la
storia ha anche degli elementi che provengono dai miti della
famiglia di Osiride appartenenti alla mitologia
dell’antico Egitto. Nel mito di Osiride, il re (Osiride/Mufasa)
viene ucciso da sul fratello geloso di lui (Seth/Scar) e il vero
erede (Horus/Simba) viene mandato in esilio da bambino. Il re
assassinato fa visita e fa da mentore al figlio in vesti di
fantasma e quando il vero erede diventa adulto, ritorna per
compiere la giusta vendetta circa l’omicidio del padre. Sembra,
inoltre, che la storia de Il Re Leone sia simile a una
storia sconosciuta in occidente e tra le più amate nella tradizione
linguistica tra Niger e Congo: una storia che parla di uno dei
migliori re, ovvero di Sundiata, re del Mali. Il
personaggio principale, Sundiata, è un giovane principe che viene
bannato dalla sua terra dalla famiglia dopo la morte del padre. La
storia racconta il superamento dei suoi disturbi emotivi e fisici
per poi tornare al suo regno e combattere il re usurpatore che lo
ha scavalcato durante la sua assenza.
3. Mentre Il Re Leone era
in fase di produzione, lo era anche Pocahontas, considerato il
progetto più ambizioso. Lo studio aveva riposto più
speranze in Pocahontas e considerava Il Re Leone
come un film sperimentale, facendo in modo che si occupasse del
film un team minore. Il capo dello studio, Jeffrey
Katzenberg, considerava Pocahontas come il
progetto più prestigioso rispetto a Il Re Leone e pensava
di andare a conquistare una nomination agli Oscar come Miglior
Film, in seguito al successo di La bella e la bestia (1991). Come la produzione si è
conclusa, sono cambiate le opinioni in merito a Il Re
Leone, ricevendo pareri positivi unanimi sia da critica che da
pubblico, tanto da diventare non solo uno dei più grandi film della
storia del cinema, ma anche uno dei migliori titoli home video
dell’epoca, mentre Pocahontas aveva ricevuto critiche per
la maggior parte negative, riferite ai toni e temi adulti mischiati
a uno script non armonico e storicamente poco accurato.
Il Re Leone 2
4. Il Re Leone 2 – Il regno
di Simba (1998) ha molte similarità con Il Re Leone. In
questo sequel, Simba avverte Kiara di stare lontana da oltre i
confini delle Terre del Branco, come ha fatto Mufasa con il giovane
Simba. Ma quando Kiara vi capita, dimentica gli ammonimenti del
padre e va ad esplorare il territorio vietato come fecero Simba e
Nala al Cimitero degli Elefanti.
5. In Il Re Leone 2 – Il
regno di Simba, era prevista la morte di Simba. In
origine, Simba doveva essere assassinato dai fuori confine.
Probabilmente non è stato incluso nel film, nel quale Simba
sopravvive, per evitare di creare una tragedia simile a quella
accaduta nel primo film.
6. In Il Re Leone 2 – Il
regno di Simba non appare Sarabi. La madre di Simba non
compare per tutto il tempo del sequel, assumendo che sia morta dopo
il primo film o che abbia lasciato le Terre del Branco. Il
personaggio è stato rimosso per rispetto della doppiatrice
Madge Sinclair che morì un anno dopo la
realizzazione del primo film.
Il Re Leone 3
7. Il Re Leone 3 – Hakuna
Matata (2004) si basa su un racconto legato all’Amleto. Se
il primo film si basava sull’Amleto, questo film,
considerato come prequel/midquel, prende ispirazione dal racconto
Rosencrantz e Guildenstern sono morti di Tom
Stoppard, che racconta gli eventi dell’Amleto
attraverso i punti di vista di due personaggi minori.
8. Il Re Leone 3 – Hakuna
Matata mantiene le stesse voci di Simba. Le voci
originarie di Simba, Matthew Broderick e
Cam Clarke sono state riprese per questo film.
Broderick ha doppiato Simba in tutti e tre i film, mentre Clarke ha
prestato la voce per le canzoni di Simba nel secondo film e negli
spin-off relativi.
Il Re Leone: personaggi
9. Per Il Re Leone vennero
studiati animali veri. Come avvenuto per Bambi, gli
animatori si basarono su animali veri per sviluppare i personaggi.
Jim Fowler, esperto di fauna selvatica, portò
riversi animali negli studi, per parlare dei loro comportamenti.
Gli animatori hanno studiato i movimenti di diversi animali durante
delle visite al Miami MetroZoo, sotto la guida dell’esperto
Ron Magill. Anche le ambientazioni si basano su
luoghi reali, come le Terre del Branco che sono basate sul parco
nazionale del Kenya.
10. La sceneggiatura
originale Il Re Leone includeva diversi personaggi che sono stati
poi eliminati. Avrebbe dovuto esserci un altro cucciolo di
leone, una volpe dalle orecchie da pipistrello e un rinoceronte con
un uccellino sulla schiena. Questo uccellino si è poi evoluto in
Zazu. Altri personaggi sono stati eliminati, come il fratellino e
il padre di Nala e un pitone rock di nome Joka che sarebbe dovuto
essere il lacchè di Scar. Il fratello di Nala, Mheetu, sarebbe
dovuto servire da pretesto per far arrivare Simba nella gola ed
essere salvato da Mufasa.
Il Re Leone: streaming
Il Re Leone in
streaming e i suoi due sequel sono disponibili su
Disney+.
SonyPicturesIT ha diffuso il
trailer ufficiale di The Front Runner: Il vizio del potere, il
nuovo film di Jason Reitman con Hugh
Jackman, Vera Farmiga, J.K. Simmons e Alfred
Molina. Ecco di seguito il video:
Il candidato all’Oscar Hugh
Jackman protagonista del thriller drammatico
The Front Runner nel ruolo del carismatico politico
Gary Hart. Il film, diretto dal regista candidato all’Oscar
Jason Reitman, segue l’ascesa e la caduta del
senatore Hart, capace di catturare l’immaginazione dei giovani
votanti e considerato il favorito tra i democratici alle elezioni
del 1988. La sua campagna passa in secondo piano a causa della
relazione extraconiugale che intrattiene con Donna Rice.
Quando la vita privata si mescola
con quella politica, il senatore Hart è costretto a rinunciare alla
sua candidatura – un evento che ha un impatto durevole e profondo
nella politica americana ma anche in quella mondiale. Nel cast
anche Vera Farmiga, J.K. Simmons e Alfred
Molina.
MAGNITUDO insieme a
CHILI portano al cinema il nuovo film dedicato al maestro
dell’arte barocca italiana, Bernini, che inaugurerà la stagione de “L’ARTE AL
CINEMA” e sarà nei migliori cinema italiani solo il12,
13 e 14 novembre.
Il documentario racconta il genio
dell’artista attraverso la mostra che gli è stata dedicata alla
Galleria Borghese di Roma tra il novembre 2017 e il febbraio 2018.
Le protagoniste incontrastate della scena sono, come è possibile
vedere anche dalle clip rilasciate, le opere berniniane più note,
come i quattro gruppi scultorei “Enea e Anchise”, “Ratto di
Proserpina”, “David” e “Apollo e Dafne” o la “Santa Bibiana”.
Tramite riprese inedite di
altissima qualità in 8k, effettuate per un’intera settimana
esclusivamente all’interno del percorso museale e quasi tutte
realizzate in notturna con apparecchiature solitamente destinate
alle grandi produzioni cinematografiche, e il contributo di
professionisti e conoscitori di grande caratura, tra cui la
direttrice della Galleria Borghese Anna Coliva e il critico d’arte
Luigi Ficacci, il docu-film diretto e prodotto da Francesco Invernizzi celebra la mostra e la nascita dei
maestosi gruppi scultorei e per la prima volta, dopo secoli,
consente agli spettatori di ammirare le opere dalla stessa
prospettiva che godette Bernini durante il suo lavoro.
Bernini è solo il primo di una serie di
documentari dedicati all’arte che saranno distribuiti nelle sale
cinematografiche tra l’autunno del 2018 e la primavera del 2019. I
prossimi titoli saranno: Dinosaurs (al cinema il 10, 11 e 12
dicembre), Mathera (al cinema il 21, 22 e 23 gennaio),
Leonardo Cinquecento (al cinema il 18, 19 e 20 febbraio),
La stanza delle meraviglie – WOW (al cinema il 4, 5 e 6
marzo), Canova (al cinema il 18, 19 e 20 marzo) e infine
Palladio (al cinema il 15, 16 e 17 aprile).
SonyPicturesIT ha
diffuso una nuova clip estesa di
Spider-Man: Un nuovo Universo, il nuovo film animato
con protagonista Miles Morales, nei panni di Spider-Man. Nella clip
possiamo ammirare anche Spider-Gwen e altri personaggi dello
spider-verse ben noti ai lettori di fumetti.
Spider-Man: Un Nuovo Universo racconta le
vicende del teenager Miles Morales e delle
infinite possibilità dello Ragno-Verso, dove più di una persona può
indossare la maschera. Una visione fresca di un nuovo Universo
Spider-Man con uno stile visivo innovativo e unico nel suo
genere.
Il film arriverà a partire dal 25 dicembre nelle sale
italiane.
Vision Distribution
ha diffuso il trailer italiano ufficiale di
Colette, il nuovo film con Keira
Knightley che verrà presentato in anteprima nazionale al
prossimo Torino Film Festival. Il film è
diretto dal regista di Still
Alice, Wash Westmoreland.
Protagonista assoluta di questo
dramma in costume ambientato durante la Belle Epoque, Keira
Knightley, nel ruolo che potrebbe portarla alla sua terza
candidatura all’Oscar.
L’attrice interpreta la scrittrice
teatrale Sidonie-Gabrielle Colette vissuta a cavallo
tra 800 e 900, donna libera, anticonformista ed emancipata, che
sfidò le convenzioni e le restrizioni morali dell’epoca,
contribuendo a rompere alcuni tabù femminili.
La trama: Dopo
aver sposato uno scrittore parigino di successo noto come Willy,
Sidonie-Gabrielle Colette si trasferisce dalla provincia rurale
dove è nata e cresciutoa nello splendore intellettuale e artistico
di Parigi. Presto, Willy convince Colette a farle da ghostwriter, e
la ragazza scrive un romanzo semi autobiografico su una
intelligente e sfacciata ragazza di campagna di come Claudine, che
divene vendutissimo e chiacchieratissimo. Dopo quel successo,
Colette e Willy diventano il centro delle attenzioni parigine, e le
loro avventure ispirano numerosi altri romanzi di Claudine. La
battaglia di Colette per la proprietà intellettuale delle sue opere
e contro gli stereotipi di genere la portano a superare i legacci
della società, a rivoluzionare la letteratura, la moda e le
espressioni sessuali.
Colette è atteso
nelle sale italiane il prossimo 15 novembre distribuito da Vision
Distribution. Nel cast anche Dominic
West, Denise
Gough, Fiona
Shaw, Robert
Pugh e Eleanor Tomlinson.
Il regista Max Croci, 50 anni, si è
spento, dopo una lunga malattia, al Policlinico di Milano. Croci
aveva diretto Luca Argentero e Sarah
Felberbaum nel suo primo film, Poli
Opposti.
Nato come illustratore e art
director, Max Croci ha presto realizzato anche una serie di
cortometraggi. Poi, nel 2015 il primo film, la commedia romantica
Poli opposti. L’anno successivo aveva firmato
Al posto tuo, ancora una volta con Argentero,
affiancato da Stefano Fresi e Ambra
Angiolini.
Infine, nel 2017 aveva realizzato il suo terzo film,
La verità, vi spiego,
sull’amore, un’altra commedia, tratta dal libro
omonimo e dal blog di Enrica Tesio, Tiasmo. Nel
film hanno recitato Ambra Angiolini, insieme a Carolina
Crescentini, Massimo Poggio e Giuliana de
Sio.
I funerali di Croci si svolgeranno sabato 10 novembre alle ore
14 nella Chiesa dei Frati a Busto Arsizio.
Di seguito, infatti, possiamo vedere
rappresentati alcuni momenti dello scontro sul pianeta d’origine
del villain del film, in cui Iron Man, Doctor Strange,
Spider-Man e i Guardiani provano a
contrastare il Titano Pazzo. Affascinanti sono le immagini che
ricreano gli attacchi di Strange contro Thanos, come potete vedere
di seguito:
Avengers 4 arriverà al
cinema ad Aprile 2019, sarà diretto da Anthony e Joe
Russo e porterà a conclusione la Fase 3 del
Marvel Cinematic
Universe.
Nel cast del
film Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark Ruffalo,
Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch, Don Cheadle,
Tom Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen,
Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe
Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly,
Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.
Realizzare un
film, a volte, può diventare un’impresa. I fattori
da considerare sono molti, tra cui la scelta della storia giusta e
la previsione di come verrà accolta dal pubblico, processo che
implica una seria di cambiamenti durante la pre-produzione e che
può avere un forte impatto sul futuro economico del progetto. La
storia di Hollywood è piena di esempi di pellicole
cancellati, spesso a causa dei costi elevati, spesso per il
contenuto della sceneggiatura; opere mai girate che i fan avrebbero
sicuramente apprezzato nella loro “follia”.
Ecco di seguito i 14 film
più strambi che non sono mai stati realizzati:
1Un film su Nick Fury con George
Clooney
Prima che il Marvel Cinematic Universe fosse
una realtà di successo, a Hollywood vennero considerate una serie
di diversi film sui supereroi, come l’ormai celebre Iron
Man con Tom Cruise e un altro, udite
udite, dedicato al personaggio di Nick Fury con
George Clooney nei panni del protagonista.
L’attore incontrò i produttori per discutere del progetto ma
rifiutò per discordanze creative, lasciando poi il posto a
Samuel L. Jackson che lo avrebbe interpretato per
i Marvel Studios.
Napoleone di Stanley Kubrick
Tra i progetti abbandonati
da Stanley Kubrick
a seguito della pre-produzione c’è anche il
Napoleon, successore in ordine cronologico di
2001: Odissea nello spazio, che avrebbe dovuto
raccontare la vita di Napoleone Bonaparte portando sul grande
schermo ogni singolo momento dell’imperatore tra storia e sguardo
d’autore. Il regista reclutò perfino un esercito rumeno per girare
le epiche scene di battaglia, con migliaia di soldati e comparse,
tuttavia il budget troppo elevato lo costrinse a chiudere baracca e
a concentrarsi su quello che sarebbe diventato Barry
Lyndon.
Dopo i character poster dedicati ai Re e
alle Regine acquatiche, arrivano le prime immagini
dall’artbookdi Aquaman,The Art and Making of Aquaman, realizzato da
Mark Avila. La copertina comprende Arthur Curry
(Jason Momoa) che brandisce il tridente di
Nettuno, mentre il concept sul retro rappresenta la battaglia
chiave del film, in cui il nostro eroe acquatico si scontra con il
fratellastro Orm / Ocean Master (Patrick
Wilson).
Avila, che ha lavorato all’artbook
mentre James Wan era al lavoro sul film, è pieno
di elogi per quello che ha già visto per realizzare il suo lavoro.
Le sue lodi di concentrano soprattutto sul lavoro che Wan ha fatto
in fase di “concettualizzazione” del mondo acquatico, sicuramente
la parte più difficile del lavoro.
Il
filmè stato diretto da James
Wan (Insidious, L’evocazione The Conjuring,
Fast and Furious 7) e vede protagonista Jason
Momoa. Con lui ci sarà Amber
Heard nei panni di Mera, Yahya
Abdul-Mateen II, Patrick Wilson, Dolph Lundgren, Ludi
Lin e Willem Dafoe. Il
cinecomic arriverà al cinema il 21 Dicembre
2018.
Aquaman è il re dei Sette Mari.
Questo sovrano riluttante di Atlantide, bloccato tra il mondo della
superficie, costantemente violento contro la vita nel mare e gli
Atlantidei che sono in procinto di rivoltarsi, deve occuparsi di
proteggere il mondo intero.
Continua la carrellata
di concept
inediti da Avengers: Infinity
War grazie ai quali scopriamo una serie di “what
if…” dal film dei fratelli Russo:
versioni alternative di costumi, di scene, di personaggi che
potevano sopravvivere o morire in maniera diversa.
Dopo quelli dedicati a Steve Rogers, Thanos e Spider-Man, ecco arrivare una
serie di artwork su Teschio Rosso, l’antagonista
principale di Captain America: Il Primo
Vendicatore scomparso e riapparso con grande sorpresa del
pubblico in una scena di Infinity War come
“custode” della gemma dell’anima.
I concept che vedete qui sotto
mostrano differenti look del villain, alcune davvero terrificanti,
con l’iconico cappuccio nero e il costume fatto di stracci di
pelle; alcuni svelano invece forme totalmente inedite del cranio
del personaggio, poi finite nel cestino. Che ne pensate?
Vi ricordiamo che il prossimo
capitolo sui Vendicatori, Avengers
4, arriverà al cinema ad Aprile 2019, diretto
da Anthony e Joe Russo concludendo la
Fase 3 del Marvel Cinematic
Universe.
Nel cast del
film Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark Ruffalo,
Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch, Don Cheadle,
Tom Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen,
Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe
Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly,
Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.
Nel tentativo di invitare gli
americani a esprimere il loro voto nelle elezioni di metà mandato,
Brie Larson ha usato una nuova foto da
Captain Marvel, che però nasconde
un segreto che non è sfuggito alla maggior parte dei fan
Marvel.
In precedenza, quel numero era stato
utilizzato in uno show Disney, The Suite Life di Zack e
Cody, ed era un numero di telefono di proprietà della ABC.
Chiamando a quel numero, si riceveva in risposta un messaggio
registrato: “Grazie per aver chiamato la ABC. Il numero che hai
fatto è immaginario, un numero di lavoro utilizzato per produzioni
cinematografiche e televisive.”
Avrebbe quindi senso che
Carol Danvers lo utilizzasse, o che comunque si
trovi lì, visto che la ABC è un network televisivo della Disney.
Tuttavia qualcuno ha fatto bene i compiti, e, senza farsi
scoraggiare dal messaggio della ABC che partiva in automatico ai
tempi dello show Disney, ha richiamato a quel numero, e ha scoperto
che quella linea è stata acquistata, diventando… una linea
telefonica per adulti!
Chiamando a quel numero, adesso, si
sentirà: “Benvenuto nella linea di chat più hot d’America.
Ragazzi, signore calde vi aspettano per parlarvi, premete 1 ora.
Signore, per parlare con ragazzi interessanti ed eccitanti gratis,
premete 2 per connetterti gratis adesso.”
Si tratta di un servizio reale e
quindi potrebbe essere stata una infelice svista da parte di
qualcuno della produzione, visto che questo “contenuto speciale”
non si intona affatto con le direttive aziendali della Disney! Ci
saranno sviluppi?
Vi ricordiamo che alla regia di
Captain Marvel con
protagonista Brie Larson, ci
sono Anna Boden e Ryan
Fleck. Il film invecearriverà al cinema
l’8 marzo 2019.
Il cast ufficiale: Brie
Larson, Samuel L.
Jackson, Ben
Mendelsohn, Djimon
Hounsou, Lee
Pace, Lashana
Lynch, Gemma
Chan, Algenis Perez
Soto, Rune
Temte, McKenna
Grace, Clark
Gregg, Jude
Law, Annette Bening.
Contrariamente a quanto ci si
aspettasse, Taron Edgerton non tornerà a vestire i
panni dell’agente Gary “Eggsy” Unwin in Kingsman
3, terzo capitolo del franchise lanciato nel 2014 e tratto
dalla miniserie a fumetti di Dave
Gibbons e Mark
Millar: “Non ci sarò, è vero, ma ciò non toglie
che possa esserci nel futuro. D’altronde ne abbiamo discusso
con Matthew [Vaughn]…“, ha raccontato l’attore.
Poche settimane fa la 20th Century Fox aveva
ufficialmente annunciato che Matthew
Vaughn avrebbe diretto e scritto il film,
presumibilmente l’ultimo dell’ideale trilogia
su Kingsman e che l’uscita
nelle sale è fissata al 9 novembre 2019.
Al momento non sono stati diffusi
ulteriori dettagli sulla produzione, ma a questo punto l’assenza di
Edgerton sembra compromettere anche il ritorno
diColin
Firth nel ruolo di
Harry Hart. Lo stesso Vaughn aveva recentemente descritto il terzo
capitolo come “la
conclusione del rapporto Harry Hart / Eggsy”, ma senza uno dei due sarà comunque
possibile realizzare questa prospettiva? Non sono nemmeno arrivate conferme ufficiali
su eventuali ritorni di Halle Berry, mentre alcuni rumors danno per
certi quelli di Channing Tatum e Jeff Bridges.
Nonostante l’accoglienza tiepida
avuta dal secondo capitolo, Kingsman:
The Golden Circle è stato un grande
successo al botteghino, incassando oltre 410 milioni in tutto
il mondo ($ 100 milioni di dollari, $ 310,6 milioni di stranieri)
su un budget di produzione di $ 104 milioni. La franchigia ha
incassato complessivamente oltre $ 825 milioni in tutto il
mondo.
L’accordo
in sospeso con la Disney, che sarà finalizzato entro
la fine della prossima estate, non dovrebbe avere alcuna influenza
sulla produzione di questo film dal momento che le riprese
probabilmente inizieranno durante il primo trimestre del 2019.
Anche Gal
Gadot farà parte del cast vocale di Ralph
Spacca Internet (Ralph Breaks the
Internet) doppiando Shank, un’esperta pilota da corsa, e
proprio il suo personaggio torna protagonista di una nuova clip del
film in arrivo nelle sale italiane il 1° gennaio 2019.
Ralph
e Vanellope la incontreranno durante il loro viaggio nell’internet
alla ricerca di un modo per aggiustare il gioco della piccola
protagonista, Sugar Rush.
Diretto da Rich Moore
e Phil Johnston e prodotto da Clark
Spencer, il nuovo lungometraggio d’animazione Disney
Ralph
Spacca Internet vedrà la partecipazione di Fabio
Rovazzi con uno speciale cameo nella versione italiana del film.
Grande fan della saga
di Star Wars, Rovazzi interpreterà
tre stormtrooper e la sua voce è già presente nel nuovo
trailer.
In Ralph Spacca
Internetil pubblico lascerà la sala giochi di Litwak per
avventurarsi nel grande, inesplorato ed elettrizzante mondo di
Internet, che potrebbe anche non resistere al tocco non proprio
leggero di Ralph. Insieme alla sua compagna di avventure Vanellope
von Schweetz, Ralph dovrà rischiare tutto viaggiando per il World
Wide Web alla ricerca di un pezzo di ricambio necessario a salvare
“Sugar Rush”, il videogioco di Vanellope. Finiti in una situazione
fuori dalla loro portata, Ralph e Vanellope dovranno fare
affidamento sui cittadini di Internet per trovare la giusta
direzione.
Ralph
Spaccatutto è arrivato nelle sale americane il 2
novembre 2012, registrando l’incasso d’apertura più alto di sempre
per un film di Walt Disney Animation Studios, all’epoca della sua
uscita.
Il primo film vinse un PGA Award
per il Miglior Produttore di un film d’animazione cinematografico,
oltre a cinque Annie Awards, tra cui Miglior Film d’Animazione,
Miglior Regia, Migliore Sceneggiatura e Miglior
Attore. Ralph Spaccatutto è stato
decretato inoltre Miglior Film d’Animazione dell’anno dalla
Broadcast Film Critics Association, ha ottenuto il premio per il
Miglior Casting di un Film d’Animazione dalla Casting Society of
America, e ha vinto un Kids’ Choice Award come Film d’Animazione
Più Amato dal Pubblico. Il film è stato inoltre candidato all’Oscar
e al Golden Globe come Miglior Film d’Animazione.
Barricati in sala di montaggio
Anthony e Joe Russo stanno dando gli ultimi tocchi
ad Avengers 4, il
capitolo che chiuderà definitivamente la Fase 3 del Marvel Cinematic Universe. Un
evento che, a sentire i due registi, potrebbe sfiorare quota tre
ore di minutaggio.
Già Avengers: Infinity
War aveva segnato un record per il MCU, con le sue due ore
e quaranta di durata, ma a quanto pare il prossimo film sui
Vendicatori (di cui non è stato ancora svelato il titolo né un
trailer) alzerà la posta in gioco:
“Si, attualmente la durata di
Avengers 4 è di tre ore circa. Vedremo poi se varrà la pena
lasciarla così o se reggerà“, hanno detto i fratelli Russo.
“Siamo circa a metà del processo di montaggio, e stiamo solo
graffiando la superficie per quanto riguarda gli effetti speciali.
Il film ha più o meno 3000 inquadrature in VFX che richiedono un
sacco di tempo e lavoro, energia e sforzi, e siamo solo nella fase
uno del processo. Inoltre abbiamo appena iniziato a lavorare con
Alan Silvestri sulle musiche“.
Vi ricordiamo che Avengers
4arriverà nelle sale ad aprile 2019, tuttavia
non abbiamo ancora a disposizione un titolo ufficiale né immagini
che possano darci un’idea di quello che vedremo nel capitolo
conclusivo della Fase 3 del MCU.
Un mese di riprese aggiuntive appena
conclusesi, la supervisione di Anthony e Joe
Russoe l’inizio della post-produzione sono gli ultimi step
del film, che adesso potrebbe avere abbastanza elementi per mettere
insieme un bel trailer, magari anche solo un teaser, che possa dare
soddisfazione ai fan, alimentando la loro già spasmodica
attesa.
Avengers
4 arriverà al cinema ad Aprile 2019, sarà diretto
da Anthony e Joe Russo e porterà a
conclusione la Fase 3 del Marvel Cinematic
Universe.
Nel cast del
film Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark Ruffalo,
Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch, Don Cheadle,
Tom Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen,
Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe
Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly,
Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.
Come confermato
diversi mesi fa, l’attore e regista Jon
Favreau – che ha partecipato al franchise
di Star
Wars prestando la voce al personaggio
di Rio Durant in Solo: A
Star Wars Story e doppiando Pre
Vizsla nella serie animata The Clone
Wars – tornerà nell’universo di Guerre Stellari in
veste di autore e produttore di una serie televisiva in live-action
destinata alla piattaforma streaming Disney
+.
Finalmente è stata
rivelata l’identità di questo nuovo progetto che
sarà un prequel dedicato a Cassian ANDOR,
l’ufficiale dell’Alleanza Ribelle già apparso nello spin-off
Rogue One
interpretato da Diego Luna. L’attore tornerà nei
panni del personaggio in quello che si preannuncia un appassionante
spy-thriller ambientato prima degli eventi del film di
Gareth Edwards.
Secondo quanto
dichiarato da Favreau, la nuova serie
di Star Wars avrà luogo sette anni
dopo Il Ritorno dello Jedi, un’era esplorata
poco al di fuori dei film finora prodotti, mentre l’inizio della
produzione inizierà molto probabilmente dopo il completamento delle
riprese de Il Re Leone, altro progetto Disney
affidato al regista.
È ormai ufficiale: i Marvel Studios sono al lavoro sulla
prima di una lunga lista di serie tv destinate alla nuova
piattaforma streaming di Disney, che avrà come
protagonista Loki e che farà parte del Marvel
Cinematic Universe. L’annuncio è arrivato direttamente dal CEO
Bob Iger insieme al nome del servizio in arrivo
nel 2019, che si chiamerà Disney + insieme alla
notizia che Tom Hiddleston tornerà a vestire i
panni del Dio dell’Inganno anche sul “piccolo” schermo.
Gli altri titoli in sviluppo,
come riportato nelle ultime
settimane, sono dedicati a Scarlet Witch,
Falcon e Soldato d’Inverno, ed è
probabile che vengano confermati già nei prossimi giorni.
Creato da Stan Lee,
Jack Kirby e Larry
Lieber, Loki è uno
dei personaggi ricorrenti all’interno dell’universo cinematografico
Marvel ed è apparso in ben cinque cinecomic dei Marvel Studios (se
contiamo anche l’imminente Avengers: Infinity
War). Noto come “Il Dio
dell’Inganno“, è stato fra i primi villain davvero
apprezzati dai fan grazie soprattutto all’egregia interpretazione a
tinte shakespeariane di Tom
Hiddleston, l’attore che ne veste i panni
da Thor (2011).
Vi ricordiamo che la piattaforma
streaming Disney ha già ordinato nel suo catalogo una serie inedita
su Star
Wars ideata da Jon Favreau,
un’altra basata sui film di High School
Musical e il live action di Lilli e il
Vagabondo.
Ogni appuntamento al cinema di
J.J. Abrams porta con sé una certa dose di
mistero, e con Overlord non si fanno eccezioni. Ambientato durante
la Seconda Guerra Mondiale, all’indomani del D-Day, il film è stato
prodotto dalla Bad Robots e diretto da
Julius Avery, su sceneggiatura di Billy
Ray, già autore degli script di Hunger
Games e di Captain Phillips.
L’idea del film nasce dalla mente
del produttore Abrams in persona, e quando venne annunciato
si immaginava fosse un nuovo capitolo dell’universo di
Cloverfield. Dall’8 novembre il film è nelle sale
italiane, dopo essere stato presentato al Lucca Comics and Games
2018, e racconta la storia di un gruppo esiguo di
soldati che, in territorio francese occupato dai nazisti, si
trovano a dover compiere una missione complicata, suicida.
Dalla loro parte si schiererà una
ragazza del villaggio francese, presso la quale trovano riparo, che
li aiuterà a entrare nella base di comunicazioni segreta
dell’avamposto nazista. Peccato che la base in questione non sia
soltanto un centro importante di smistamento delle informazioni, ma
racchiuda anche un laboratorio in cui gli scienziati nazisti
conducono esperimenti sugli umani, allo scopo di creare dei soldati
imbattibili che possano schierarsi per sempre a difesa del
Reich.
Overlord e gli echi di Call
of Duty
Overlord si apre
con una sequenza molto concitata che mette già le carte in tavola e
stabilisce i rapporti di forze trai personaggi. Un gruppo di
paracadutisti inglesi sorvola la Francia e viene bombardato prima
di raggiungere il punto di lancio. Saranno in pochi a sopravvivere.
Da subito, Avery ci presenta le sue intenzioni: raccontare una
storia divertente, movimentata, come fosse una partita a
Call of Duty.
A queste sequenze adrenaliniche si
alternano momenti distesi di pianificazione dell’attacco e della
messa a punto del piano, scene sempre interrotte da momenti di
tensione. Insomma, Overlord non è un film che
annoia lo spettatore, a patto che lo si guardi con il solo intento
di essere intrattenuti da una storia esile e da effetti speciali
che sfiorano lo splatter, in sintonia con un tono naive.
Certo, alla base dell’idea di
Abrams c’è il macabro mito della sperimentazione nazista durante su
cavie umane la Seconda Guerra Mondiale, tuttavia sembra un ottimo
aggancio per una storia di zombie che si muove a metà tra B-movie e
prodotto hollywoodiano dall’alta ambizione.
A pochi giorni dall’uscita in sala
di Animali Fantastici: I Crimini di Grindelwald,
arrivano on line nuove bellissime immagini dal film diretto da
David Yates che vedrà tornare sul grande schermo i
personaggi nati dall’immaginazione di J.K.
Rowling.
Nel cast del film ci sono
Eddie Redmayne, Katherine Waterston, Dan Fogler,
Alison Sudol, Ezra Miller, con Jude Law e Johnny
Depp. Il film arriverà al cinema il prossimo 15
novembre.
Voltaire
FANTASTIC BEASTS 2
VOLTAIRE
FANTASTIC BEASTS 2
Animali Fantastici: I
Crimini di Grindelwald è la seconda delle cinque nuove
avventure del Wizarding World di J.K. Rowling.
Alla fine del primo film, il
potente Mago Oscuro Gellert Grindelwald (Johnny Depp), viene
catturato dal MACUSA (Il Magico Congresso degli Stati Uniti
d’America), con l’aiuto di Newt Scamander (Eddie Redmayne).
Tuttavia, come aveva minacciato di fare, Grindelwald riesce a
fuggire dalla detenzione e inizia a radunare i suoi seguaci, la
maggior parte dei quali ignari delle sue vere intenzioni: riunire
dei maghi purosangue per governare su tutti gli esseri
non-magici.
Nel tentativo di contrastare i
piani di Grindelwald, Albus Silente (Jude Law) recluta il suo ex
studente Newt Scamander, che accetterà di aiutarlo, inconsapevole
dei pericoli che si troveranno ad affrontare. Si creeranno
divisioni, l’amore e la lealtà verranno messi a dura prova anche
tra gli amici più stretti e in famiglia, in un mondo magico sempre
più minaccioso e diviso.
Animali Fantastici: I
Crimini di Grindelwald
Il film presenta un cast corale
guidato da Eddie Redmayne, Katherine Waterston, Dan Fogler, Alison
Sudol, Ezra Miller, con Jude Law e Johnny Depp. Fanno parte del
cast anche Zoë Kravitz, Callum Turner, Claudia Kim, William
Nadylam, Kevin Guthrie, Carmen Ejogo e Poppy Corby-Tuech.
Animali Fantastici: I
Crimini di Grindelwald è diretto da David Yates,
tratto da una sceneggiatura di J.K. Rowling, e prodotto da David
Heyman, J.K. Rowling, Steve Kloves e Lionel Wigram.
L’uscita italiana del film è
prevista per il 15 novembre 2018, e sarà distribuito in 2D e 3D nei
cinema selezionati e IMAX dalla Warner Bros. Pictures, una società
della Warner Bros. Entertainment Company.
Il canale Youtube di
Midnight Factory ha diffuso il trailer ufficiale
de La Casa delle Bambole, il nuovo horror diretto
da Pascal Laugier (Martyrs) che arriverà in sala
il prossimo 6 dicembre.
La trama: Pauline e le due figlie
adolescenti, Beth e Vera, ricevono in eredità una vecchia villa
piena di cimeli e bambole antiche che rendono l’atmosfera tetra e
inquietante. Durante la notte, due intrusi penetrano nella casa e
prendono in ostaggio le ragazze. Pauline lotta disperatamente per
la vita delle figlie e riesce ad avere la meglio sugli assalitori,
ma il trauma di quella notte segnerà per sempre il destino delle
ragazze. Mentre Beth riesce a reagire e a lasciarsi il passato alle
spalle, diventando una scrittrice di successo, Vera invece non
supera lo shock e si rinchiude nelle sue paranoie. Sedici anni più
tardi Beth riceve una telefonata dalla sorella che le chiede aiuto.
La ragazza ritorna così nella casa delle bambole dove scoprirà che
l’incubo, in realtà, non è ancora finito…
Lo studio di Kubo e la Spada
Magica, la LAIKA, ha diffuso il nuovo
trailer del suo ultimo film, Missing Link, con
protagonista il Signor Link.
Incontra Mr.
Link: alto 8 piedi, 630 libre, e coperto di pelliccia, ma non
lasciatevi ingannare dal suo aspetto… è divertente, dolce, la
leggenda più adorabile del mondo. Stanco di vivere una vita
solitaria nel Pacifico nord-occidentale, il signor Link recluta
l’intrepido esploratore Sir Lionel Frost per guidarlo in un viaggio
alla ricerca dei suoi parenti da tempo perduti nella leggendaria
valle di Shangri-La. Insieme all’avventuriera Adelina Fortnight, il
nostro temerario trio di esploratori incontra più della loro giusta
quota di pericoli mentre si recano nelle regioni lontane del mondo
per aiutare il loro nuovo amico.
Netflix svela il
trailer e la data di uscita di Mowgli – Il figlio della giungla, il film
diretto da Andy Serkis e che racconta
il più grande viaggio alla ricerca delle proprie radici.
Il celebre attore e regista
Andy Serkis reinventa l’amatissima storia di
Rudyard Kipling che racconta la storia di un
bambino diviso tra due mondi che accetta il suo destino e diventa
una leggenda. Mowgli (Rohan
Chand) non ha mai veramente fatto parte né della natura
selvaggia della giungla né del mondo civilizzato degli uomini.
Ora Mowgli deve viaggiare tra i
pericoli più insidiosi della giungla per scoprire da dove veramente
proviene. Un cast stellare composto da Christian Bale, Cate
Blanchett, Benedict Cumberbatch, Andy Serkis, Freida Pinto, Matthew
Rhys, Naomie Harris e l’esordiente Rohan
Chand, in una spettacolare ed emozionante avventura.
Dopo il trailer
originale diffuso ieri, ecco la versione italiana del teaser di
Pets 2 – Vita di Animali 2, lo spassoso film che
racconta la vita segreta degli animali domestici, dal 6 giugno
prossimo al cinema.
Pets 2 – Vita Da
Animali seguirà il blockbuster estivo sulle vite che i
nostri animali domestici conducono dopo che andiamo al lavoro o a
scuola ogni giorno. Il fondatore e CEO di Illumination Chris
Meladandri e il suo collaboratore di lunga data Janet Healy
produrranno il seguito della commedia che ha avuto la migliore
apertura di sempre per un film originale, animato o meno.
Pets 2 – Vita Da Animali vedrà il
ritorno dello scrittore Brian Lynch (Minions) è sarà diretto
nuovamente da Chris Renaud (Cattivissimo Me series, Lorax).
Mentre Amazon
continua il lavoro sulla serie tv dedicata a Il Signore
degli Anelli, Viggo Mortensen, che
nell’adattamento per il cinema dei romanzi, diretti da
Peter Jackson, interpretava Aragorn, dedica un
attimo di attenzione agli attori che si troveranno a raccogliere il
suo testimone e quello di altri giganti del cinema, come
Ian McKellen, Cate Blanchett, Sean Bean e tanti
altri.
Anche se Peter
Jackson ha concluso la sua seconda (e presumibilmente
definitiva) trilogia cinematografica nella Terra di Mezzo qualche
anno fa con Lo Hobbit: La battaglia dei cinque eserciti,
il mondo di J.R.R. Tolkien è una realtà così
popolare della cultura pop, che era solo una questione di tempo
prima che Hollywood cercasse di riportarla alla ribalta in qualche
modo.
Amazon sarà il canale che tenterà di
portare a termine l’impresa erculea, investendo una notevole
quantità di denaro in uno show che andrà in onda sulla piattaforma
streaming. I dettagli rimangono per ora sotto il più stretto
riserbo, anche se è difficile immaginare trame misteriose per una
storia che il mondo intero conosce benissimo.
Mortensen, ovviamente, è esperto
nell’universo de Il Signore degli Anelli, essendo
stato Aragorn nei film. Arrivato come sostituto dell’ultimo minuto
per Stuart Townsend, Mortensen è diventato
rapidamente il personaggio preferito dai fan e il ruolo di Aragorn
sarà per sempre associato al suo volto.
Tuttavia, adesso sappiamo che
arriverà a breve un altro attore che rivestirà il suo ruolo,
soprattutto perché alcuni report riferiscono che la serie si
concentrerà anche sulle avventure di un giovane Aragorn. Se questo
dovesse essere confermato, il nuovo attore sarebbe saggio a cercare
consiglio in Mortensen, ma il veterano sta già dando suggerimenti
utili ai suoi potenziali successori nel ruolo di Re dell’Ovest.
In un’intervista con Collider per promuovere il suo
nuovo film, l’Oscar contender Green Book, a
Mortensen è stato chiesto cosa direbbe a un attore che potrebbe
entrare a far parte della serie tv de Il Signore degli Anelli.
Apparentemente, fare un viaggio in
biblioteca è una priorità assoluta: “Direi, non solo di leggere
il libro, molto attentamente, quel gigantesco libro del Signore
degli Anelli, ma anche leggere alcune delle saghe nordiche. Ci si
trovano alcuni indizi su dove Tolkien ha ottenuto le sue
informazioni. Come Sigurd the Dragon Slayer e la saga di Volsunga.
Quelle cose vanno lette.”
Non si conoscono ancora molti
dettagli sulla serie e sui talent coinvolti, ma siamo sicuri che i
consigli di Viggo Mortensen saranno preziosi per
chiunque voglia approcciarsi al mondo di Tolkien.
La Illumination Entertainment sta
lavorando per portare sul grande schermo le avventure di
Super Mario Bros., come confermato dal fondatore
Chris Melandri in un’intervista con Variety:
“L’idea che non ci sia mai stato un adattamento del videogioco
mi stimola a fare di meglio, creando semplicemente un’altra
versione di qualcosa che tutti conoscono e che è stato fatto
incredibilmente bene“.
La mente dietro successi del calibro
di Cattivissimo Me e Pets – Vita da
animali annuncia così l’inizio di un lungo processo che
porterà la casa di produzione ad un evento atteso da
moltissimi fan del videogioco originale, delusi dal film
uscito nel 1993 che non coinvolse nessuno dei creatori. Ad
accompagnare Melandri ci saranno invece Shigeru
Miyamoto, designer e produttore responsabile di Super
Mario Bros.
“Per ora il contributo di
Miyamoto è la priorità assoluta del progetto“, ha raccontato a
Variety, “Raramente ho visto questo tipo di collaborazione dove
la voce creativa originale veniva ascoltata e sostenuta come stiamo
facendo con lui. Hollywood è piena di persone che credono di
conoscere meglio delle persone responsabili di certe proprietà, e
io stesso ho fatto questo errore in passato […] Sarà un
compito ambizioso e la sfida consiste nel prendere i personaggi
originali e dargli quella profondità che non comprometterà ciò che
intere generazioni di fan hanno amato, lasciando intatta
l’iconografia e la struttura in tre atti della storia“.
L’uscita nelle sale di Super Mario Bros. è
prevista nel 2022.
Questa la trama ufficiale del gioco:
Il Regno dei Funchi è un
luogo pacifico in cui creature dalla testa a forma di fungo
chiamate Toad vivono in perfetta armonia. Questa pace viene
compromessa da Bowser il malvagio re dei Koopa Troopa e dal
suo esercito che conquista il territorio e trasforma gli abitanti
in blocchi di mattone. Successivamente rapisce la principessa del
regno Peach Toadstool, l’unica in grado di spezzare l’incantesimo
che grava sui Toad. Per molto tempo, nel Regno dei Funghi regnano
le tenebre, ma quando la notizia giunge anche ai due fratelli
italiani Mario e Luigi, questi si dirigono verso i confini del
regno per salvare la principessa. Dopo un lungo viaggio attraverso
8 mondi, Mario e Luigi riescono a raggiungere il castello di Bowser
e a sconfiggerlo in battaglia (facendolo cadere nella lava). È così
che la principessa viene salvata e il Regno dei Funghi riportato
alla pace. Dopo aver compiuto la missione, Mario e Luigi decidono
di rimanere nel Regno dei Funghi per proteggerlo da eventuali
minacce. Il rapporto tra Mario e la principessa Peach diventerà col
tempo amore.
Quando c’è in gioco l’adattamento di
fumetti molto amati da milioni di fan, il lavoro dei cineasti può
risultare abbastanza scomodo, e nel caso di Spider-Man, tradotto al cinema
in sei film (tra cui la trilogia di Sam Raimi, il
dittico di Marc Webb e il capitolo dei Marvel Studios), l’impresa
consisteva nel conservare lo spirito del personaggio principale e
tradurre fedelmente gli eventi mantenendo intatto il fascino dei
suoi antagonisti. Compito quasi sempre portato a
termine, tranne in alcuni casi, rendendo felici gli
appassionati.
Non sono mancate però le libertà
creative di sceneggiatori e produttori, novità che hanno preso le
distanze dalla fonte e che spesso hanno migliorato degli aspetti
originali in maniera del tutto inaspettata. Ecco allora di seguito
tutti i cambiamenti dei villain di Spider-Man dai
fumetti al cinema:
1The Shocker
The Shocker è uno dei primi
antagonisti di Spider-Man la cui apparizione al
cinema è stata rimandata fino al 2017 con Spider-Man:
Homecoming, in cui due diversi personaggi hanno
assunto il suo nome, tra cui Jackson Brice e Herman Schultz. Si
tratta di un cambiamento sostanziale rispetto alla versione dei
fumetti dove Brice non è mai stato The Shocker e Herman fu il primo
e unico criminale ad assumere il soprannome del villain,
costruendosi da solo i guantoni elettrici invece di riceverli come
accaduto nel MCU.
Sandman
Oltre ad aggiungere la backstory di sua
figlia, il personaggio di Flint Marko aka
Sandman è stato associato alla morte dello
zio Ben in Spider-Man 3
(scopriamo infatti che il ladro che Peter aveva lasciato andare nel
primo film aveva una spalla, fuggita poi dai carcere e che fu lui a
sparare accidentalmente). Questo collegamento non era nei fumetti e
ha finito col rovinare le origini di Spider-Man e la lezione del
“Da un grande potere derivano grandi
responsabilità“.
Regina tra le case editrici del
panorama fumettistico italiano, la Sergio Bonelli
Editore si sta aprendo all’universo audiovisivo con la
Bonelli Entertainment. Questa nuova divisione, che
ormai è una realtà, permetterà alla casa editrice di affacciarsi al
mondo dell’intrattenimento cinematografico e televisivo e, mentre
già diversi progetti sono stati annunciati, molti altri, ne siamo
sicuri, si agitano nelle fucine bonelliane.
Dalla serie Il
Confine, che si svilupperà come fumetto, romanzo e serie
tv in parallelo, alla serie su Dylan Dog (notizia
della scorsa estate), fino al film su Dampyr,
annunciato a sorpresa durante il keynote al Lucca Comics & Games 2018,
il futuro della Bonelli Entertainment è ricco di
idee e di auspici. Ne abbiamo parlato, in occasione della fiera
lucchese, con Michele Masiero, Direttore
Editoriale di Sergio Bonelli Editore, e con
Vincenzo Sarno, Responsabile Ufficio
Sviluppo.
La Bonelli Entertainment e
i suoi progetti prendono forma. Avete deciso di cominciare con il
film su Dampyr, annunciato
qui a Lucca. Che sforzo è per la Sergio Bonelli Editore
avventurarsi nell’entertainment in questa maniera
crossmediale?
Masiero:“È
uno sforzo grande, quasi obbligato. Noi abbiamo i personaggi più
importanti del fumetto italiano che godono di fama e importanza
anche all’estero. In questo momento c’è una grande fame di
contenuti, e chiaramente la nostra fabbrica delle idee ha un ricco
catalogo di storie già pubblicate e già note. Era il momento adatto
per tentare questa nuova avventura, per la Bonelli, che è leader
nel mondo del fumetto con i personaggi più venduti, da 70 anni a
questa parte, e detiene i diritti delle property che pubblichiamo.
Abbiamo noi la gestione. Negli anni abbiamo dato poche licenze di
sfruttamento e qualche esperimento è stato fatto, ma non siamo mai
stati soddisfatti di quello che è stato prodotto. E anche per
questo Sergio Bonelli aveva sempre rifiutato proposte del
genere.
Per noi è arrivato il momento
di fare questo passo ulteriore e quindi quattro anni fa abbiamo
istituito questa divisione interna, guidata da Vincenzo
Sarno, che potesse portare a sviluppo in una dimensione
nuova le nostre property. Sono stati anni di progettualità e
studio, abbiamo imparato a gestire i rapporti con altri partner,
perché fare fumetti è un po’ più semplice rispetto a realizzare un
film. Siamo partiti dal giorno 1 con un imperativo
categorico, ovvero che saremmo stati co-produttori di tutti i
nostri progetti e che non avremmo ceduto in licenza nulla, perché
dobbiamo avere sempre rispetto per il personaggio e rispetto per
l’autore, e vogliamo che siano proprio gli autori a collaborare
alle produzioni. Il momento storico è il più favorevole, c’è
richiesta, c’è disponibilità da parte dei network (tradizionali, di
streaming) che si stanno aprendo, in Italia e all’estero. Il nostro
Paese ha dimostrato di saper realizzare importanti progetti in
co-produzione.
Noi vogliamo che l’asticella
sia molto alta e che i prodotti siano di alta qualità; questo
richiede molto tempo.
Abbiamo annunciatoDampyr come
nostro primo film, ma non è il primo progetto a cui stiamo
lavorando, lo abbiamo annunciato perché adesso per questo film
abbiamo un preciso orizzonte, ma sottotraccia stiamo già lavorando
ad altre cose.”
Dampyr, il primo progetto
con un orizzonte temporale
Dampyr è il primo
film ad essere stato annunciato perché la produzione è ad uno
stadio più avanzato rispetto agli altri progetti?
Masiero:“Si
tratta del
primo progetto di cui abbiamo un orizzonte temporale preciso,
con dei partner di alto livello: Brandon Box che ci accompagna
nella fase dello sviluppo sin dall’inizio e Eagle Pictures che si è
inserita come partner finanziario. Abbiamo stabilito con loro un
orizzonte temporale preciso che vogliamo rispettare. Altri progetti
hanno bisogno di tempo e hanno partner internazionali importanti.
Annunceremo i prossimi quando avremo degli orizzonti precisi anche
per quelli.”
Sarno:“La
volontà è dare una promessa da mantenere ai nostri lettori, nel
rispetto della linea editoriale che ha sempre avuto la Sergio
Bonelli Editore. Nel desiderio di migrare i contenuti dalla carta
stampata alle immagini sullo schermo, il dipartimento di sviluppo
ha ricevuto dalla direzione un mandato chiaro di interpretazione
della condotta narrativa ed editoriale di un produttore. Non devono
avvenire gli errori che sono avvenuti in passato, perché la Bonelli
vuole che ogni sua emanazione sia coerente con se stessa. Costruire
una galassia con pianeti che gravitano nello stesso modo in forma
coerente, senza collassare su se stessi, senza avere orbite di
intralcio. Costruire un grande affresco vuol dire iniziare a porre
le basi e strategicamente pianificare a lungo termine.”
Masiero:“Questo significa lavorare sulle property importanti già
esistenti della Sergio Bonelli Editore, di cui fa parte Dampyr, di
cui fa parte Dylan Dog, la cui serie è già stata annunciata, ma
nello stesso tempo, progettare nuove serie che siano
contemporaneamente di carte e di celluloide, e di questo gruppo fa
parte Il Confine.”
Dylan Dog e
Dampyr sono quindi in fase di sviluppo, il secondo
ha addirittura una data d’uscita, il 23 gennaio 2020, tuttavia
nessun nome coinvolto è stato ancora fatto, né su chi sta scrivendo
film e serie, né su chi dirigerà i progetti, né tantomeno su chi si
occuperà di portare in vita, in carne e ossa, questi personaggi di
carta e inchiostro. Ovviamente, a domanda diretta, Masiero e Sarno
sorridono, ma non rispondono.
Si comincia a varcare Il
Confine
Arriviamo invece a parlare de
Il Confine,
progetto segretissimo di cui si può dire molto poco. Da un
punto di vista produttivo, insieme a Bonelli
Entertainment,
è coinvolta la Lucky Red. Come siete
arrivati all’accordo con la casa di produzione che, in Italia, pur
essendo una indipendente, è una delle realtà produttive di maggiore
attività? Nel momento in cui entra in gioco un partner così
importante, come è gestito l’aspetto creativo del
progetto?
Sarno:“La
familiarità di intenti. L’aver iniziato a fare meeting con
Andrea Occhipinti e con il suo staff ci ha fatto
comprendere delle affinità elettive che raramente avremmo pensato
di avere con altre società. Una visione simile sulla relazione con
il mondo autoriale, una visione sui termini narrativi estremamente
vicina alla nostra e in più una grande volontà di affidare a noi,
di mettere nelle nostre mani il futuro di questo progetto. Durante
il keynote, Andrea Occhipinti ha detto una delle
frasi più importanti per noi di Sergio Bonelli Editore, perché
rappresenta il raggiungimento di un obbiettivo: mettere l’autore al
centro. Fare questo con un progetto come Il
Confine significa non avere Mauro Uzzeo e
Giovanni Masi lontani dal soggetto di serie e
dalla sceneggiatura, ma coinvolti.
Questo vuol dire che Sergio
Bonelli Editore è co-produttore del progetto, questo vuol dire che
Lucky Red è il partner con cui viene elaborata la strategia di
comunicazione di un progetto che ha nella serialità televisiva solo
uno delle tessere del puzzle, del grande affresco che stiamo
andando a realizzare. Ci piace avere dei partner con cui
relazionarci in maniera volece e costruttiva e in maniera coerente
alla nostra, e il team di Occhipinti lo ha sempre dimostrato. Oggi,
assumendo, davanti al pubblico di Lucca e di tutti quelli che ci
hanno seguito, l’impegno di tenere gli autori al centro, sembra
aver compreso appieno i nostri obbiettivi e desideri.”
Masiero:“Editorialmente parlando abbiamo anche la fortuna che sia
Mauro Uzzeo che Giovanni Masi
sono due autori al confine, appunto. Hanno lavorato nel mondo del
fumetto, nell’animazione, nella produzione live action.
Uzzeo ha anche co-firmato la sceneggiatura di
Monolith che è stato il nostro primo piccolo
esperimento come co-produttori, in questo campo. Sono entrambi
professionisti transmediali e questo ci avvantaggia perché
conoscono tutti i linguaggi che parleremo. Ovviamente stiamo
cercando di far crescere al nostro interno delle professionalità di
autori e sceneggiatori, ma anche di disegnatori, perché c’è anche
la componente legata all’animazione e allo storyboarding. Vogliamo
formare delle writing room a cui in futuro si potranno affidare
progetti specifici.”
Sia Sarno
che Masiero sono però molto meno loquaci quando
invece ci spostiamo a parlare di ciò che Il
Confine racconterà. Il
portfolio presentato al Lucca Comics & Games
ha portato alla luce tanti piccoli elementi della storia: ricorre
un paesaggio innevato, un fitto bosco, una figura di donna che
compare in diversi disegni e nel bellissimo ritratto di spalle di
Tanino Liberatore, troviamo, in ben due
illustrazioni (Gipi e LRNZ), uno
scuolabus giallo. Sono senz’altro elementi narrativi e di trama che
faranno parte della storia, ma in che modo sono ordinati e connessi
tra loro, non possiamo ancora saperlo.
Cosa si può commentare alle
immagini che sono state mostrate nel prezioso portfolio a tiratura
limitata?
Masiero:“Intanto complimenti per lo spirito di osservazione, hai
individuato diversi elementi. Ma non ha senso commentare
ulteriormente per due motivi, primo perché non vogliamo dire di
più, poi perché qualsiasi cosa si dica, essendo una serie che ha
una importante componente thriller, si rischia di rovinare la
sorpresa. C’è anche un’altra discriminante. Tutti gli elementi che
hai citato possono dare delle chiavi con cui costruirsi un
percorso, ma sono anche molto ingannevoli.”
Quindi, con questa
strategia di promozione, dando piccoli suggerimenti pur mantenendo
il segreto su tutto, che sforzo chiedete ai vostri lettori e
spettatori per fa sì che Il Confine sia un successo?
Masiero:“Noi
stiamo chiedendo lo sforzo ai nostri autori di stare zitti, perché
loro non vedono l’ora di raccontare tutto! Al di là del discorso
produttivo, c’è anche quello comunicativo, molto importante, che
segue anche le stesse traiettorie. L’hype, come si dice, va creato
e va creato scientemente, non casualmente. I piccoli indizi e le
piccole informazioni, che diventeranno sempre di più, si
confonderanno tra loro, perché fa parte della dinamica del Confine,
confondere le idee. È un lavoro molto particolare, quello che
stanno facendo gli autori, anche perché magari la serie tv seguirà
in parte, non completamente, il fumetto. Ci sarà una parte che sarà
legata ai romanzi su Il Confine, a quel mondo e ai
personaggi marginali che si vedono passare. Il portfolio che
abbiamo presentato a Lucca è un altro di questi tasselli. Non è né
fumetto, né narrazione, solo un racconto autoconclusivo che
racchiude qualche altro indizio. Stiamo cercando di creare un mondo
in cui l’utente verrà invitato ad entrare. Anche comunicativamente
c’è una tensione che va a crescere.”
Il Bonelli Universe
Tornando ad allargare il
campo a tutti i progetti di Bonelli Entertainment, dunque, si può
parlare di un Bonelli Universe?
Sarno:“Sono
affascinato dall’idea di una coerenza, che non sia solo, come
nell’Universo
Marvel, di coesistenza all’interno dello universo, ma una
coerenza stilistica. Il nostro direttore ha varato una delle
collane più importanti della Bonelli degli ultimi vent’anni, la
collana Audace. La collana Audace non fa vivere
tutti i personaggi nello stesso universo, ma ha una coerenza di
narrazione incredibile. C’è un sottile filo rosso che collega
Mister No a Deadwood Dick e lo fa
anche attraversando sceneggiatori differenti. Questo perché è
sempre stata la volontà della Bonelli quella di avere una
narrazione riconoscibile. Si dice che in Bonelli esista una gabbia
che non è solo quella dell’impaginazione, ma della scrittura. Io
credo che quella gabbia si stia aprendo e stia dando la possibilità
alle proprietà di vivere nel medesimo cielo. A volte, quel cielo,
può essere lo stesso universo narrativo, altre volte può essere la
coerenza di dialogo, di scrittura, la qualità che unisce tutte le
scelte che vengono fatte.”
Masiero:“Questa gabbia che si evolve e si modifica ha comunque le
fondamento nella bonellianità più pura. Non vogliamo tradire la
nostra essenza, abbiamo una linea editoriale che può impazzire,
allargarsi e richiudersi, raccontare storie per bambini e storie
per adulti. Prima eravamo molto più lineari, adesso possiamo
deviare il percorso, ma ricordando sempre che veniamo da un
background riconoscibile. Insieme a Dylan Dog,
stiamo lavorando con altri due personaggi, Mister
No e Martin Mystere, che compariranno
nella serie e che possono vivere anche in storie loro.”
Vincenzo Sarno ha detto in
altre circostanze che “la migrazione dell’utente non è la
nostra chiave”. Che cosa chiedere ai vostri utenti in questa nuova
avventura?
Sarno:“Noi
non vogliamo che i nostri utenti migrino, che i lettori passino dal
fumetto al film. Noi vogliamo fare un film bellissimo, che sappia
raccogliere spettatori a prescindere, che sia un bel film e che
crei una nuova generazione di fan, inclusiva dei fan precedenti.
Migrarli significherebbe fare dei fan film che piacciono solo ai
fan, ma non è il nostro desiderio. Noi non vogliamo realizzare
qualcosa che piaccia solo ai lettori di Dampyr, noi vogliamo
realizzare qualcosa che piaccia anche ai lettori. Essere inclusivi
e non esclusivi. La qualità è l’obbiettivo, questo significa
mantenere inalterato lo spirito originale, ma realizzare la miglior
grammatica per raccontare lo stesso concetto con un altro
mezzo.”
Nel fervido panorama
cinematografico italiano, ricco di novità, sorprese e nuove storie
da raccontare, la Bonelli Entertainment è
certamente destinata ad acquisire una posizione importante, grazie
alla traduzione, su grande e piccolo schermo, di storie a fumetti
che hanno fatto la storia della cultura popolare italiana. Inoltre,
durante il keynote, la Bonelli Editore ha
annunciato una partnership importantissima con la DC
Comics, che prevede un primo crossover con Flash e
Zagor e che pare vedrà coinvolti molti altri personaggi di
entrambe le etichette.
Che possa essere anche questo
materiale per la divisione Entertainment? Lo sapremo a tempo
debito. Per ora, il primo appuntamento certo è fissato per il
23 gennaio 2020, con l’uscita di
Dampyr, ma chissà, magari anche prima, i “ragazzi
Bonelli” riusciranno a farci varcare “confini” fino ad ora rimasti
invalicati.
Dopo essere balzato all’attenzione
della comunità cinefila con il suo remake de La
Casa di Sam Raimi, arrivato in sala nel
2013, Fede Alvarez ha replicato un buon successo
di critica e pubblico con Man in the Dark. Adesso
arriva la consacrazione con Millennium – Quello che non
uccide, dal 9 novembre al cinema, con cui Alvarez si
cimenta con personaggi cari alla letteratura (dai romanzi di
Stieg Larsson) e al cinema (Europa e Stati Uniti
hanno già portato al cinema queste storie).
Abbiamo incontrato il regista a
Roma, in occasione della premiere mondiale del film che si basa sul
quarto romanzo, postumo, della serie Millennium,
che racconta le avventure dell’hacker Lisbeth Salander, già portata
sul grande schermo da Noomi Rapace e
Rooney Mara. Fede Alvarez ha
avuto l’onore di dirigere nel ruolo la bravissima Claire
Foy, pluripremiata per il suo ruolo di Elisabetta II in
The Crown.
Il risultato dello sforzo di Alvarez
esalta le sue doti di regista, ma allo stesso tempo, il suo Quello
che non uccide è un film zoppicante, che sembra pasticciare un po’
troppe idee, nonostante gli sforzi e i chiari omaggi al grande
cinema, che lui dimostra di conoscere e amare.
Come si è rapportato
all’adattamento di Uomini che Odiano le Donne di David Fincher (pur
non essendo la stessa storia, si tratta dello stesso autore di
partenza, lo stesso mondo e gli stessi personaggi)?
“Gli altri film sono stati
un’occasione per rendermi conto che avrei potuto fare altro,
qualcosa di mio. Non avrei né dovuto, né voluto rifare i precedenti
film. Ogni persona che ha partecipato alla pellicola mi chiedeva di
dare una svolta, azzardare e fare qualcosa di diverso. Per me, che
venivo da altri generi, fare questo film è stata prima di tutto una
grande occasione e poi, con un background così differente, ho
potuto apportare uno stile nuovo. Ovviamente il tutto restando
fedele al personaggio e facendo attenzione a non
tradirlo.”
Qual è stata la sfida più grande e
perché hai scelto Claire Foy per il ruolo di Lisbeth?
“Girare un film è sempre una
sfida e non perché sia difficile, ognuno può farlo, sono altri i
lavori difficili; quello che è davvero difficile è mettere tutto
insieme, cercando di mantenere la tua visione delle cose, senza
lasciarti distrarre da tutto quello che accade nel frattempo.
Dentro e fuori dal set le opinioni sono tante, tu le devi ascoltare
tutte e cercare di non farti influenzare, in particolar modo con
questo film, perché a causa delle versioni precedenti ognuno aveva
un particolare punto di vista su come andasse fatto.
Io ho scelto la mia. Per quanto
riguarda Claire, credo sia fantastica, davvero un’attrice
meravigliosa, volevo qualcuno che avesse la capacita di dire ‘ciao’
senza dirlo, lei lo può fare, non tutti gli attori ci riescono. Non
è un film con molti dialoghi, e quindi come posso sapere quello che
prova la protagonista, quanto è spaventata, a cosa sta pensando, se
non mi comunica il tutto attraverso la sua espressività? Non tutti
hanno questo talento, questa abilità, ma Claire sì. L’ho scoperta
guardando The Crown, e già durante il primo episodio ti comunica
mille sensazioni solo attraverso lo sguardo, lo smarrimento, la
paura e la responsabilità di Elisabetta passano dai suoi
occhi.”
Ci parli della scelta delle
ambientazioni e della bellissima scenografia?
“Volevo che fosse come nelle
favole, che iniziano nelle città e dopo si spostano nelle foreste,
magari con la neve. L’equilibrio si gioca tutto lì: sei in città
eppure nel film viaggi tutto il tempo, Lisbeth non sta ferma
un attimo, si sposta continuamente; è come un road movie ma anche
come una favola.”
Millennium – Quello che non
uccide, recensione del film di Fede
Alvarez
Cercando di non fare
spoiler, il finale non è proprio conclusivo, dobbiamo aspettarci un
seguito?
“Per me è finito. Mentre giro un
film, non penso mai a farne un seguito; per me ha un inizio e una
fine. Ovviamente so che ci sarà un libro in uscita che prosegue la
storia, oltretutto Lisbeth è un grandissimo personaggio e di sicuro
la sua storia continuerà, ogni grande personaggio merita che la sua
storia continui, noi dobbiamo farla continuare. Altrimenti sarà
tutto relegato ad un vecchio film che nessuno ricorderà, noi
dobbiamo riportarlo in vita altrimenti le nuove generazioni non
avranno modo di conoscere né i film né i personaggi.
Come per questa storia e questi
personaggi, l’ultimo film è di otto anni fa, sono contento che
abbiamo raccontato di nuovo la storia di Lisbeth, perché la
generazione che non sapeva chi fosse, perché magari ai tempi aveva
dodici anni, ora potrà conoscere questo incredibile personaggio e
appassionarsi a lei. Vorrei fare lo stesso con Zorro, credo sia un
personaggio fantastico, sono innamorato della versione con Alain
Delon e questo film ha moltissimo di quella vecchia pellicola,
soprattutto nella fine.”
Millennium – Quello che non
uccide, arriverà al cinema il 9 novembre, distribuito da
Warner Bros.