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Mood Indigo : nuovo trailer del film di Michael Gondry

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StudioCanal ha reso pubblico un nuovo trailer del film di Michael Gondry, Mood Indigo , con Audrey Tautou, Romain Duris, Omar Sy, Gad Elmaleh, Philippe Torreton, Aïssa Maïga e Charlotte le Bon.

Nel film Duris è un inventore che si innamora della Tautou, che interpreta una reincarnazione di una canzone di Duke Ellington. Quando lei si ammala, lui vuole a tutti i costi trovare un modo per salvarla.

 

Fonte: comingsoon.net

 
 

Mood Indigo – La schiuma dei giorni: recensione del film

Mood Indigo - La schiuma dei giorni

Michel Gondry ritorna alla regia in Mood Indigo – La schiuma dei giorni Colin adattando il libro di Boris Vian, un classico della letteratura francese, in cui ritrova le radici surrealistiche e favolose che hanno segnato i suoi film più belli.

In Mood Indigo – La schiuma dei giorni Colin, giovane ricco e idealista vive sognando di incontrare il grande amore. Ad una festa il suo desiderio si avvera e conosce Chloe una giovane donna che sembra l’incarnazione della melodia di Duke Ellington, Mood Indigo. Si innamora e si sposano ma, poco dopo le nozze la loro felicità si trasforma, Chloe scopre di essere malata a causa di una ninfea che le cresce nei polmoni.

Mood Indigo – La schiuma dei giorni, il film

La sceneggiatura di Mood Indigo – La schiuma dei giorni è costruita per richiamare le diverse situazioni assurde e fantasiose, i personaggi si muovono tra invenzioni e oggetti quasi animati di vita propria diventando dei veri è propri protagonisti all’interno del film – come il campanello/insetto – restituendo così un mondo bizzarro da esplorare e conoscere grazie agli occhi di un ricco ma ingenuo protagonista che vive di idee e d’arte. Gondry partendo da queste basi, come un architetto, utilizza tutto ciò che gli consente la regia per entrare in questa Parigi simile a un “Paese delle meraviglie” sradicato dal suo tempo e collocandolo in un epoca non definita, che richiama gli anni ’40 per la forte componente jazzista e gli anni ’70 per le numerose lotte di contestazione. Per inquadrare questo mondo e trasformarlo di pari passo al film, utilizza tecniche quali la stop-motion, rallenty, reverse ma anche diversi tipi di obiettivi, che insieme alla scenografia molto complessa e dettagliata e a una fotografia studiata per passare da brillante e vivace, fino a colori plumbei per arrivare ad un bianco e nero opaco, fornisce al film quella grande continuità visiva e il pathos necessario che nel cinema di Gondry riesce a catturare e ammaliare lo spettatore.

Ciò in cui perde il film Mood Indigo – La schiuma dei giorni è l’estrema lunghezza nel citarsi e ribadire dei concetti già sviluppati, interropendo così gli elementi trainanti del film con parentesi collaterali, oppure con denunce molto delicate su tutte quelle componenti reali e materiali, quali la violenza, i soldi e le passioni smodate. Ci si allontana così da una storia il cui fulcro è estremante delicato e intinto in numerose allegorie e simboli che restituiscono una poetica davvero originale. Gli attori sono molto bravi nell’interpretare le peculiarità dei loro personaggi Romain Duris è un Colin che vive in un mondo incantato che pian piano muta con il sopraggiungere della malattia di Cholé che lo schiacciano e lo portano in una cruda realtà. Audrey Tauou interpreta il personaggio che rievoca una gentilezza e una delicatezza quasi fanciullesca, non avendo nessuna zona d’ombra ed emanando una sorta di disarmante fragilità. Gad Elmaleh ed Omar Sy contribuiscono in maniera opposta e con percorsi inversi ad essere amici della coppia, nei loro drammi. E se il primo diventa una vittima del sistema, il secondo sembra sopravvivere per una forte componente morale.

Mood Indigo – La schiuma dei giorni è una storia d’amore che esplora la perdita della persona amata e contemporaneamente mostra una panoramica di un passaggio insidioso, da un idillio a una sofferenza umana. Il film viene attraversato da numerosi sentimenti che strutturano la storia facendola diventare in alcuni punti leziosa e articolata, perdendo di vista lo sviluppo originale, ossia, un ragazzo che si innamora della sua anima gemella.

 
 

Monuments Men: un nuovo trailer

The-Monuments-MenLa 20th Century Fox e la Sony Pictures hanno pubblicato un nuovo trailer per Monuments Men nello stile di un cinegiornale della seconda guerra mondiale. Per coloro che non hanno familiarità con il film, si basa su una storia vera di soldati che devono andare in Germania durante la seconda guerra mondiale per salvare capolavori artistici prima che vengano distrutti dai nazisti. Cliccate di seguito per guardare il nuovo trailer del film:

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Il film è interpretato da George Clooney, Matt Damon, Cate Blanchett, Jean Dujardin, Hugh Bonneville, John Goodman, Bob Balaban, Bill Murray . Monuments Men sarà in sala a partire dal 7 febbraio 2014 .

Fonte: Collider

 
 

Monuments Men: recensione del film di e con George Clooney

Monuments Men recensione

Tratto dal libro “Monuments Men. Eroi alleati, ladri nazisti e la più grande caccia al tesoro della storia”  di Robert M. Edsel, George Clooney rimuove quei toni più cinici e seriosi che avevano contraddistinto i suoi ottimi ultimi film da regista (Good Night, and Good Luck e Le Idi di Marzo) per cercare un alchimia tra le sue star che renda la confezione divertente, appetibile e al servizio di un messaggio nobile; il gioco funziona ma non sempre è efficace o duraturo ed è proprio quando si vedono queste lacune che ci si accorge di quanto il film sia allungato e non curato quanto dovrebbe.

In Monuments Men durante la seconda guerra mondiale un gruppo di atipici “soldati” (scultori, direttori di musei, imprenditori ecc) ottiene il permesso dal governo americano per organizzare una spedizione che rintracci e porti in salvo le opere d’arte trafugate dai nazisti, opere che poi sarebbero passate sotto il giudizio del Fuhrer per essere approvate e inserite nel grande museo del Reich a Berlino o bruciate perché non considerate degne (e parliamo di Picasso, Dali, Klimt e molti altri). Per molti membri dei Monuments Men questa sarà un’occasione per riscattare una vita o renderla memorabile, mettendo la propria vita al servizio dell‘arte e salvando così il patrimonio culturale di un intero continente.

Monuments Men recensioneLa sceneggiatura in particolare è il punto focale di tutta l’operazione; scritta a quattro mani proprio da Clooney e dall’amico fraterno Grant Heslov (vincitore dell’Oscar per Argo come produttore con Clooney, e nominato alla statuetta dorata altre volte grazie proprio a Le Idi di Marzo e Good Night, and Good Luck) la scrittura ha un certo grado di discontinuità e poca uniformità nel raccontare le vicende, dislocando a coppie i suoi protagonisti (che funzionano meglio quando invece sono uniti), alternando momenti (poco) drammatici, umoristici e lasciando cadere qua e là qualche goccia di flirt rosa.

Nonostante questo, il cast merita una menzione a parte, se Cate Blanchett è come sempre ottima e affascinante, più sopra le righe vi sono John Goodman e Bill Murray, a loro sono affidati i momenti più divertenti e iconici. Svolgono bene il compito Matt Damon (molto efficace il siparietto sul suo francese), Bob Balaban e Jean Dujardin, mentre fra tutti il più sottotono sembra proprio George Clooney. Accompagna le vicende la colonna sonora del plurinominato Alexandre Desplat con un componimento molto variegato che, per quanto riesca ad essere un abito perfetto per quello che viene mostrato sullo schermo, a volte tende ad enfatizzare troppo certe situazioni.

La sensazione finale che ti lascia Monuments Men è quella che Clooney abbia girato un film tra amici, in cui si nota un certo divertimento e affiatamento tra tutti i membri, ma che eccede nello sdrammatizzare i fatti e risponde vagamente alla (valida) domanda che ricorre per tutta la pellicola: conta di più la difesa della cultura o il sacrificio di una vita umana?

 
 

Monuments Men: la vera storia dietro il film di George Clooney

Monuments Men film

Sono innumerevoli le vicende svoltesi nel contesto della Seconda guerra mondiale che si possono raccontare. C’è il punto di vista di chi ha vissuto direttamente sul campo di battaglia e le ogni scontro armato ha avuto le proprie caratteristiche e specificità; c’è quello di chi ha portato avanti la guerra dalle stanze del potere; e c’è quello dei civili che hanno patito gli orrori in cui si sono ritrovati involontariamente coinvolti. C’è però anche il punto di vista di chi ha cercato di proteggere dalla brutalità della guerra la bellezza che c’è nel mondo. Se si parla di bellezza artistica, quel compito è stato ricoperto dai valorosi Monuments Men, a cui è stato dedicato nel 2014 un film intitolato proprio Monuments Men (qui la recensione).

A dirigere il film vi è George Clooney, che torna così alla regia dopo gli apprezzati Good Night and Good Luck e Le idi di marzo. Interessatosi all’argomento dopo aver letto il libro omonimo del 2009 scritto da Robert Edse, di cui Monuments Men è però solo un libero adattamento. Pur se semplificata e riadattata, a Clooney interessava però portare al cinema questa storia in quanto perfetto esempio di una serie di valori da conservare e tramandare. Si offre così un vero e proprio elogio di chi sacrificò la vita per proteggere un patrimonio collettivo, la cui fruizione permette di arricchirsi spiritualmente ed elevarsi al di là del male.

Le intenzioni del film sono dunque quantomai nobili e per raggiungerle Clooney chiama a raccolta un gruppo di attori amici con i quali dar vita ad un film appassionante che offre un nuovo avvincente racconto di guerra. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Monuments Men cast

La trama e il cast di Monuments Men

Durante la Seconda Guerra Mondiale, lo studioso d’arte Frank Stokes viene a sapere che Hitler sta rubando tutte le grandi opere d’arte per il suo museo personale. Con il permesso del presidente Roosevelt, Stokes recluta allora sei uomini esperti d’arte che si recano con lui in Europa con il pretesto di essere soldati per scoprire dove si trovano le opere d’arte rubate e salvarle da un destino incerto. Le cose iniziano però a mettersi male quando ai tedeschi viene ordinato di bruciare le opere d’arte e i russi iniziano invece a prenderle per sé. A quel punto, salvare quel patrimonio diventerà questione di vita o di morte.

Per dar vita a questa storia, Clooney, anche interprete di Frank Stokes, ha chiamato accanto a sé numerosi celebri attori, a partire dall’amico Matt Damon nel ruolo di James Granger. Recitano poi nel film anche Cate Blanchett nei panni di Claire Simòne, Bill Murray in quelli di Rich Campbell e John Goodman  in quelli di Walter Garfield. Il premio Oscar Jean Dujardin interpreta Jean-Claude Clermont, mentre Hugh Bonneville è Donald Jeffries e Bob Balaban è Preston Savitz. Infine, l’anziano Frank Stokes che si può vedere alla fine del film non è George Clooney con del trucco, bensì Nick Clooney, padre dell’attore.

La vera storia dietro Monuments Men

Come anticipato, quella narrata in Monuments Men è una storia ispirata ad una vicenda vera, ossia quella della task force militare organizzata dagli Alleati facente parte del programma Monuments, Fine Arts, and Archives. Si trattava di un gruppo composto da 345 civili, professionisti dell’arte, provenienti da 13 nazioni diverse: professori universitari, curatori, storici dell’arte, direttori di musei, che lavorarono sul campo sotto il ramo operativo dello Supreme Headquarters Allied Expeditionary Force, comandato dal futuro presidente degli Stati Uniti Dwight Eisenhower. Il loro scopo, durante la seconda guerra mondiale, era quello di proteggere i beni culturali e le opere d’arte nelle zone di guerra.

Già prima dell’entrata degli Stati Uniti nella Seconda Guerra Mondiale, professionisti dell’arte e organizzazioni artistiche lavoravano per identificare e proteggere il patrimonio culturale in pericolo. Questi gruppi cercavano però un’organizzazione nazionale affiliata alle forze armate che avesse lo stesso obiettivo. Francis Henry Taylor, direttore del Metropolitan Museum of Art, portò le loro preoccupazioni a Washington, D.C, permettendo così all’istituzione, il 23 giugno 1943 da parte del Presidente degli Stati Uniti Franklin D. Roosevelt, della “Commissione americana per la protezione e il salvataggio dei monumenti artistici e storici nelle aree di guerra”.

Monuments Men storia vera

Il generale Dwight D. Eisenhower facilitò il lavoro del MFAA vietando ai militari il saccheggio, la distruzione e l’alloggiamento in strutture di importanza culturale. Inoltre, ordinò ripetutamente alle sue forze di assistere il più possibile il MFAA. Era la prima volta nella storia che un esercito cercava di combattere una guerra e allo stesso tempo di ridurre i danni ai monumenti e alle proprietà culturali. Nella primavera del 1944, dunque, i componenti della missione si ritrovarono prima in Gran Bretagna per addestrarsi, e successivamente si sparsero nel continente europeo alla ricerca di luoghi dove rintracciare quadri, sculture e intere collezioni scomparse da chiese e musei dopo il passaggio delle truppe tedesche.

Quando si verificavano danni ai monumenti, il personale del MFAA ha lavorato per valutarli e guadagnare tempo per gli eventuali lavori di restauro che sarebbero seguiti. L’addetto ai monumenti Deane Keller ha ad esempio avuto un ruolo di primo piano nel salvare il Campo Santo di Pisa dopo che un colpo di mortaio aveva innescato un incendio che aveva fuso il tetto in piombo, facendo poi colare a picco le iconiche pareti affrescate del XIV secolo. A partire dalla fine di marzo del 1945, le forze alleate iniziarono a scoprire ulteriori depositi di opere d’arte in quella che divenne la “più grande caccia al tesoro della storia“.

Solo in Germania, le forze americane trovarono circa 1.500 depositi di oggetti d’arte e culturali saccheggiati da istituzioni e privati in tutta Europa, oltre a collezioni museali tedesche e austriache che erano state evacuate per essere custodite. Anche le forze sovietiche fecero delle scoperte, come i tesori dello straordinario Museo dei Trasporti di Dresda. Centinaia di manufatti furono consegnati dal generale delle SS Karl Wolff, o la loro ubicazione fu comunicata da quest’ultimo, nell’ambito dell’Operazione Sunrise, la sua trattativa segreta con l’Office of Strategic Services.

Innumerevoli sono dunque stati i monumenti, le chiese e le opere d’arte salvati o protetti dal personale della sezione MFAA, la cui dedizione al lavoro li portava spesso davanti alle linee di battaglia. Il film  apporta però notevoli cambiamenti e semplificazioni alla storia vera, oltre a cambiare tutti i nomi dei Monuments Men coinvolti, riducendo il gruppo a soli sette uomini e stabilendo la sua istituzione per mano del personaggio di Clooney dopo il bombardamento dell’abbazia di Cassino, nel febbraio 1944. Le prime operazioni dei Monuments Men, in realtà, risalgono all’intervento britannico in Libia nel 1942 e allo sbarco degli Alleati in Sicilia nel luglio del 1943.

Il trailer di Monuments Men e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Monuments Men grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV, Prime Video e Disney+. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 13 febbraio alle ore 21:15 sul canale Cielo.

 
 

Monuments Men: George Clooney e il cast a Milano presentano il film

The Monuments Men

E’ stato presentato oggi a Milano da George Clooney, Matt Damon, Bill Murray, Jean Dujardin Bob Balaban e John Goodman il nuovo film The Monuments Men di George Clooney. Presenti anche lo sceneggiatore Grant Heslov e lo scrittore del libro Robert Edsel

Ecco il nostro resoconto completo della conferenza:

Che importanza ha avuto il bombardamento dell’abbazia di Montecassino per la costituzione dei Monuments Men?

Grant Heslov: è stato sicuramente uno dei momenti che hanno contribuito alla formazione di questa compagnia, che hanno smosso il nostro governo a intervenire e nel film vedrete scene di quei momenti e di come fu devastante quell’evento.

La storia di Monuments Men è per noi europei abbastanza sconosciuta; è stato così anche per voi? E come siete venuti a conoscenza della storia del vostro personaggio?

Leggi anche: The Monuments Men: George Clooney e Matt Damon a Milano visita al Museo Foto

Dujardin:
No non conoscevo la storia dei monuments men ma sapevo che Hitler era un pittore frustrato e voleva aprire un museo d’arte. Per quanto riguarda il mio personaggio, è un mercante francese, che non era presente nel gruppo in realtà, e decide  di accettare l’offerta per entrare a far parte dei monuments men e alla fine risulta molto onorato.

Goodman:
Non conoscevo la storia dei Monuments men finchè non ho letto la sceneggiatura. Il mio personaggio era uno scultore nato nella mia città e ciò che conoscevo di lui era solo una sua scultura.

Murray:
Nemmeno io conoscevo la storia finchè George non me l’ha raccontata e sono rimasto impressionato una volta che mi sono informato di quante opere furono rubate e parliamo di cifre enormi, considerate poi che oltre a quelle distrutte ci sono alcune che non sono ancora state trovate.

Clooney:
Non sapevo molto nemmeno io, avevo solo visto un documentario intitolato The Rape of Europe, poi un giorno Grant è venuto da me e mi ha fatto leggere questo libro( monuments men) e abbiamo pensato che potesse essere una film divertente e interessante da girare. Inoltre è stata anche un’opportunità per rendere omaggio a quelle persone che hanno fatto tanto ma tutto sottotraccia.

Damon:
il mio personaggio invece è bassato su uomo realmente esistito che ha voluto salvare più opere d’arte possibili. E’ un uomo che ha vissuto di arte e sa veramente che significato ha l’arte per la nostra vita. E’ stato un’onore poterlo interpretare.

Balaban:
Non conoscevo la storia dei monuments e non sapevo degli intenti di Hitler e dell’ordine di nerone per bruciare tutte le opere. Il mio personaggio invece è un impresario che si intende molto di arte e ha deciso di prendere parte a tutto ciò nonostante non sia mai stato in guerra

Leonidas:
Lo script è stata una sorpresa anche per me, ma io rispetto agli altri potevo basarmi su una fonte reale che è Harry Ettlinger. Ho ricevuto alcune lettere da Harry che mi hanno aiutato nella recitazione del personaggio. Harry mi ha raccontato molte cose che ha vissuto e questo ha decisamente cambiato tutta la mia percezione, quando ti basi su un contatto reale tutto cambia.

(Per Bill Murray) siamo abituati ormai a vederla in ruoli particolari come nei film di Wes Anderson  quindi volevo sapere come ha preparato questo personaggio, che ha alcune sfumature comiche ma è anche abbastanza classico?

Murray: non è arrivata la traduzione quindi provo a indovinare la domanda. Andare a cena con Wes è piacevole ma con George è ancora meglio nonostante non mangi molto ma beve molto di più di Wes. Wes Anderson mangia continuamente, ama mangiare, mangia e beve anche durante le riprese perché sta facendo della fottuta arte. Con Wes mangi talmente tanto che potresti morire mentre giri le scene. Con George invece è diverso ma ugualmente divertente, ma si mangia e si beve solo alla fine perché non sta facendo un film artistico ma un film sull’arte. Tutto chiaro?

Si avverte una leggerezza nei dialoghi che ricorda Robert Altman e il suo Mash, volevo sapere da lei(Clooney) coma ha lavorato sulla sceneggiatura e dietro la macchina da presa per rendere tutto più umoristico?

Clooney:
Quando ho lavorato con Wes Anderson non ho trovato che mangiasse così tanto! Comunque sulla sceneggiatura ho lavorato con Grant e mentre abbiamo letto il libro abbiamo deciso che doveva entrare una parte di umorismo perché non volevamo girare un film cinico o fare una lezione di storia al pubblico.
non volevamo nemmeno fare un film di arte ma solo che indicasse il significato dell’arte e l’importanza di essa.
Credo che alla fine però basterebbe questo cast per venire a vedere il film.

Questo è un film basato su una storia vera, quali sono le emozioni nel fare un film su una storia vera e quanto spazio hai lasciato all’immaginazione?

Clooney: ho fatto un film sui giornalisti(Good Night and Good Luck) che prendeva spunti da una storia vera e quindi credo non sia un’esperienza totalmente nuova, e anche in quel film ho dovuto analizzare bene le fonti e tutto ciò che c’era a riguardo per non avere critiche sul fatto di avere riportato cose false e che potevano essere un appiglio per screditarci. Questo è un film che vuole riportare i fatti principali di quella missione, ma volevamo anche avere libertà di dialogo e poter inserire anche altre cose esterne al racconto come i flirt, e quindi abbiamo inserito la storia tra Cate e Matt. Ma tante cose che sembrano strane invece sono successe veramente!

(Per Dujardin) Come ti sei trovato in questa compagnia di americani e come si trova un attore francese nell’interpretare un francese a Hollywood, hai portato qualcosa della scuola europea?

Ho portato la passione,le canzoni, l’amore il buon umore. A parte gli scherzi sono loro che hanno dato molto a me così come è accaduto durante l’esperienza con Scorsese(è in The Wolf of Wall Street). Lavorare con George non è difficile, io sono arrivato con molta umiltà e mi sono adattato alla svelta, non è complicato lavorare con questo gruppo di attori.

Nelle Idi di Marzo hai diretto Philip Seymour Hoffman, volevo sapere un ricordo umano della persona?

Noi siamo una comunità e lui era una parte importante di questa comunità ,anche quando in un film non era protagonista riusciva ad essere comunque un personaggio centrale. Ha lasciato un vuoto enorme in questa comunità e tutti lo avvertiamo profondamente . 

Il cuore del film è la difesa della cultura, ma dalla pellicola sorge anche un interrogativo: conta di più la difesa della cultura o conta di più il sacrificio di una vita umana?
 
Damon: i Monuments Men hanno risposto a questa domanda mettendo in gioco la loro vita. Ma anche i cittadini italiani che vediamo in una scena del film che scavano per mettere in salvo il cenacolo sono un grande esempio di come tutti credano nell’arte e sono un ottimo esempio.

Balaban: sono personaggi che non avevano le caratteristiche per combattere ma hanno servito il paese con altre abilità. Quando salvi un’opera d’arte salvi un pezzo di cultura e i monuments men hanno salvato hanno salvato così tante opere per preservare la cultura.

(Per Clooney e Damon) cosa rappresenta questo progetto per voi,non solo artisticamente,ma anche come uomini?

Damon: per me è significato lavora con un regista con cui volevo lavorare e sono grato di essere parte di questo grande cast. E poi mi sento anche fortunato a raccontare una storia così significativa con un messaggio di tale importanza. Clooney:per me è uguale,pensavo che questa storia dovesse essere raccontata. Era una storia inedita nonostante hollywood ami fare film sulla seconda guerra mondiale.

(Per Murray) data la grande amicizia che c’è fra Clooney e Damon pensi ci siano stati favoritismi? Mentre per Damon, com’è stato lavorare con un amico come George?

Murray:
George ha fatto lavorare Matt con Cate che è bravissima e molto professionale e se confrontiamo Matt e Cate notiamo come lei sia brava mentre Matt è molto più scialbo. Non penso che George gli abbia fatto un favore e credo che molti di noi considerino George un buon amico molto più di Matt in questo momento. Ma adesso vogliamo lavorare per David O’Russell!

Damon: lavorare con un amico ti rende meno diplomatico e si risolvono i problemi più alla svelta, ci si scambiano appunti, consigli del tipo: “perché non sei bravo come questo attore?” “intendi te?” “esatto, ho consigli solo per te non per me”
 
Clooney: questa è una battuta che non funziona una volta scritta sui giornali e mi accorgerò di quanto sia stupida.

(Per Heslov) La storia di Monuments Men è molto attuale ancora,non sono stati trovati tutti i cimeli e a Washington c’è appena stata una conferenza in merito.
Sa dirci come si pongono i governi in merito e in particolare l’Italia ?

Interviene l’autore del libro Monuments Men, Robert Edsel

Penso che l’italia dovrebbe affrontare l’argomento delle esportazioni, ma anche trasparente sui tesori che ha nei suoi musei che magari appartengono ad altri, solo così si possono fare passi avanti. Persone prima di noi hanno rischiato la loro vita per salvare posti come il cenacolo e spero che il film avvicini le persone all’arte.

(Per Leonidas) Lei è l’unico che ha conosciuto il “suo personaggio”. Che tipo di rapporto si è instaurato tra di voi?

L’ho incontrato per la prima volta solo pochi giorni fa, ma grazie a una lettera che mi ha scritto ho preso contatti con lui e ho conosciuto la sua biografia, sono curioso di sapere come si sente vedendo la mia performance.

Clooney:  Dimitry interpretava Harry, e Harry lasciò la Germania a 13 anni perché era un ebreo in pericolo. E’ andato a New York, è finito nell’esercito per combattere per il suo nuovo paese. In Germania non aveva il permesso di vedere un quadro di Rembrandt, ma poi riuscì a farlo durante la guerra  e questo penso sia incredibile.

(Per Clooney) Nuove idee per progetti insieme ai suoi abituali collaboratori?

Clooney: No no, non lavorerò più con loro. Ho già lavorato con John nel 1988 in Roseanne, ho visto Dujardin vincere un oscar, con Damon ho fatto ben 6 film, Bob lo conosco da sempre e con Grant siamo amici da 31 anni. Magari lavorerò ancora con loro ma di sicuro non con Matt.

(Per Clooney) Oltre all’omaggio al passato c’è una riflessione sull’arte. Cosa ne pensa dell’incuria? E’ a conoscenza delle polemiche sui nostri Musei, sulla cultura non esaltata come dovrebbe..

Clooney: quando un paese ha problemi economici la prima cosa che fa sono i tagli alla cultura.  Ma dovrete combattere tanto, non abbiamo fatto nulla per salvare i musei a Baghdad, ed è stato un disastro. Hitler non voleva solo rubare le opere, lo voleva distruggere per cancellare la cultura legata alle persone che voleva colpire. Prima della tv e del cinema c’era la pittura ed è grazie ad essa che sappiamo come eravamo una volta.  Dobbiamo resistere e preservare le opere.

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Monuments Men: George Clooney a caccia di opere d’arte

The Monuments Men

Seconda Guerra Mondiale: mentre infuria in conflitto, un’unità speciale creata dal Governo americano riunendo esperti d’arte, s’impegna per salvare il patrimonio artistico dalla follia distruttrice di Hitler.

Il Monuments, Fine Arts, and Archives Program fu lanciato dal Governo americano ancora prima dell’entrata ufficiale degli Stati Uniti nel conflitto, allo scopo di proteggere e salvare un patrimonio culturale appartenente all’intera umanità dalla distruzione per mano nazista: la vicenda, poco nota, precedentemente raccontata dallo scrittore Robert Erdsel (il quale ha peraltro dedicato un altro suo lavoro al salvataggio delle opere d’arte in Italia nel corso dell’occupazione nazista), diventa ora un film, nelle sale italiane dal prossimo 13 febbraio, dopo la presentazione ufficiale fissata il 7 dello stesso mese, in occasione del Festival di Berlino.

Con Monuments Men George Clooney dirige un cast stellare, in quello che finora appare il suo progetto più ambizioso, del quale lui è autentico factotum, guidando il cast, dietro e davanti la macchina da presa, e curando soggetto e sceneggiatura, affiancato dal fido Grant Heslow. Una sorta di Salvate il soldato Ryan in salsa artistica in cui Clooney viene affiancato dal Matt Damon,  Bill Murray, John Goodman, Jean Dujardin,  Bob Balaban, Cate Blanchett.

Quest’ultima interpreta Rose Valland, storica dell’arte francese, una delle donne più decorate della storia francese, che si dedicò proprio alla ricerca delle opere trafugate dai nazisti oltralpe nel corso della guerra; fanno riferimento a personalità realmente vissute anche i personaggi di Clooney e Damon: il primo è George L. Stout, fondatore del primo laboratorio americano di studio della conservazione dei beni artistici; il secondo veste i panni di Jason Rorimer, già direttore del Metropolitan Museum.

Il film è stato completamente girato in Europa: dai Baselberg Studios di Potsdam, alla regione di Berlino e sul massiccio dell’Harz (in particolare nella cittadina di Osterwieck) in Germania, fino alla zona del Sussex;, passando per  l’Imperial War Museum di Duxford, nella contea di Cambridge. La colonna sonora è affidata ad Alexander Desplat, che con Clooney ha già collaborato in The Ides Of March.

A pochi giorni dalla consegna degli Oscar 2013, approda nelle sale un film che appare destinato a fare incetta di nomination per l’edizione dell’anno prossimo, e sebbene uscito abbastanza presto, uno dei film seriamente indiziati a lasciare la loro impronta sull’annata cinematografica appena cominciata.

 
 

Monuments Men: anteprima con il cast a Milano

The Monuments Men

the_monuments_menLunedì 10 Febbraio alle ore 19 all’UCI Cinemas Pioltello  si svolgerà l’ANTEPRIMA (a pagamento) CON IL CAST di MONUMENTS MEN, film diretto, prodotto e interpretato da George Clooney e distribuito da 20th Century Fox, in uscita nelle sale il 13 Febbraio. All’anteprima sarà presente George Clooney  assieme agli altri interpreti del film: Matt DamonBill MurrayJohn GoodmanBob BalabanJean Dujardin e Dimitri Leonidas.  Alla serata parteciperanno anche Grant Heslov, produttore e sceneggiatore, e Robert Edsel,l’autore dell’omonimo libro da cui è tratto il film. Alla serata interverrà anche Harry Ettlinger, uno dei veri Monuments Men.

E’ possibile acquistare i biglietti presso la multisala di UCI Pioltello, tramite internet, call center, App di UCI Cinemas per iPhone, iPod Touch e per iPad (scaricabile gratuitamente da App Store e da Android) e Michela, la prima live chat di Facebook che consente di acquistare il proprio posto nelle sale UCI Cinemas e invitare i propri amici Facebook. E’ possibile accedere a Michela cliccando sul seguente link:

http://www.facebook.com/ucicinemasitalia/app_204799699634809

Il prezzo per assistere all’anteprima è quello normale intero festivo. Per ulteriori informazioni vistare il sito www.ucicinemas.it o contattare il call center al numero 892.960

La passerella degli attori sul red carpet è prevista alle 18.30. Il pubblico avrà la possibilità di vedere George ClooneyMatt Damon e tutti gli altri Monuments Men. Inoltre, sulla pagina Facebook di UCI Cinemas (www.facebook.com/ucicinemasitalia), dal 31 Gennaio al 7 Febbraio, è attivo il concorso “SAVE THE DATE”, grazie al quale 2 fortunati vincitori riceveranno un pass valido per due persone per assistere, la sera del 10 febbraio, all’arrivo degli attori da una posizione privilegiata e partecipare all’anteprima del film.

TRAMA DI MONUMENTS MEN

Ispirato alla storia vera della più grande caccia al tesoro di tutti i tempi, Monuments Men segue la vicenda, durante la seconda Guerra mondiale, di un singolare plotone istituito dal Presidente Roosevelt con il compito di recarsi in Germania e recuperare i capolavori artistici trafugati dai nazisti per poterli restituire ai legittimi proprietari. La missione appare impossibile: le opere d’arte si trovano dietro le linee nemiche e, con la caduta del Reich, l’esercito tedesco ha ricevuto l’ordine di distruggere tutto. Come può il plotone, composto da sette uomini tra direttori di museo, curatori e storici dell’arte, più avvezzi a maneggiare opere di Michelangelo che non M-1, sperare di riuscire nell’impresa? Ma quando i “Monuments Men” si trovano coinvolti in una gara contro il tempo per evitare la distruzione di 1000 anni di cultura, tutti mettono in gioco la loro vita per proteggere e difendere i grandi tesori dell’umanità.

 
 

Monuments Men: 5 Clip del film di George Clooney

Il 13 febbraio 2014 arriverà in Italia, distribuito dalla Twentieth Century Fox, Monuments Men, il nuovo film interpretato e diretto da George Clooney, con un cast d’eccezione: Matt Damon, Bill Murray, Cate Blanchett, John Goodman e Jean Dujardin. Ecco cinque clip del film

Leggi anche The Monuments Men: Foto della premiere a Milano 

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the_monuments_menIspirato alla storia vera della più grande caccia al tesoro di tutti i tempi, MONUMENTS MEN è un film d’azione che racconta la vicenda di un gruppo di sette soldati, non più giovani e non più tanto in forma, composto da direttori di museo, curatori, artisti, architetti e storici dell’arte che, durante la seconda guerra mondiale, raggiunsero le linee del fronte per recuperare i capolavori artistici trafugati dai nazisti e restituirli ai legittimi proprietari. Considerando che le opere d’arte erano in territorio nemico, come potevano questi uomini sperare di riuscire nell’impresa? E tuttavia, quando si trovarono coinvolti in una gara contro il tempo per evitare la distruzione di un patrimonio artistico millenario, tutti i Monuments Men misero in gioco la vita per proteggere e difendere i grandi tesori dell’umanità.

 
 

Monuments Men Trailer italiano del film di George Clooney

Monuments MenGuarda il Trailer italiano del nuovo film da regista di George Clooney, l’atteso Monuments Men che vede protagonisti Matt DamonCate BlanchettJean Dujardin, John GoodmanHugh BonnevilleBill Murray e Bob Balaban.

 

Basato sul romanzo The Monuments Men: Allied Heroes, Nazi Thieves and the Greatest Treasure Hunt in History di Robert M. Edsel, il film racconta le vicende di un gruppo Allied composto da direttori di museo ed esperti d’arte che viene incaricato dal governo statunitense di localizzare e recuperare una serie di opere d’arte rubate da Hitler nel corso della Seconda Guerra Mondiale.

Oltre Clooney e Dujardin, il cast di The Monuments Men comprende Matt DamonCate BlanchettJohn GoodmanHugh BonnevilleBill Murray e Bob Balaban.

Il film uscirà negli Stati Uniti a dicembre e il 30 gennaio 2014 in Italia.

 
 

Monty Python: la reunion arriverà sul grande schermo

Nonostante era stato annunciato che ci sarebbero stati più spettacoli, molti fan sono rimasti a bocca asciutta per non essere riusciti ad accaparrarsi un biglietto per una delle date della tanto attesa reunion dei Monty Phyton alla 02 Arena di Londra. Buona notizie, però, sono adesso in arrivo. La Picturehouse Entertainment, infatti, ha annunciato che la serata finale dello show, che si terrà il prossimo 20 Luglio (lo show inizierà il 1 dello stesso mese), arriverà sul grande schermo e che sarà distribuita in 450 cinema inglesi e in oltre 1,500 cinema nel mondo.

Ricordiamo che The Last Night of Monty Python (questo il titolo dello spettacolo) include i cinque Pythons rimasti della formazione originale – John Cleese, Michael Palin, Eric Idle, Terry Jones e Terry Gilliam – alle prese con l’esibizione di sketches di repertorio, canzoni e nuovo materiale con il supporto della computer grafica.

Fonte: Empire

 
 

Monty Python live, il trailer

I Monty Python per la prima volta al cinema in diretta via satellite dall’02 Arena di Londra. Dopo lo strepitoso sold out delle date londinesi MONTY PYTHON LIVE (più o meno), l’esilarante e storica reunion del gruppo comico più irriverente e dissacrante di sempre, arriva nei cinema di tutto il mondo in diretta via satellite.

Una rimpatriata di comicità di dimensioni epiche

The Times

MONTY PYTHON LIVE (più o meno)E’ il 5 ottobre del 1969 quando la BBC propone per la prima volta sulle sue frequenze Monty Python’s Flying Circus,la serie televisiva britannica composta di esilaranti sketch comici scritti ed interpretati da Graham Chapman, John Cleese, Terry Gilliam, Eric Idle, Terry Jones e Michael Palin. Quel giorno nascono ufficialmente i Monty Python, il gruppo che ha rivoluzionato l’idea stessa di comicità grazie al suo imprevedibile nonsense, alla personalissima e surreale rilettura del music hall e all’irrisione delle manie e dei vizi della società inglese del tempo. Da quel 5 ottobre il possente piede nudo simbolo del gruppo (coltissima citazione da un famoso quadro rinascimentale italiano dipinto da Bronzino) farà la storia, tanto che secondo alcuni i Monty Python rappresenteranno per la commedia quello che i Beatles sono stati per la musica pop.

Così oggi, a distanza di 45 anni dal loro esordio, i Monty Python tornano a calcare le scene con un appuntamento pensato per divertirsi, ridere e ricordare: domenica 20 luglio alle 20 le sale cinematografiche del mondo saranno invase dalla comicità caustica e irruenta di Monty Python Live (più o meno),la grande reunion del gruppo trasmessa in diretta via satellite in 1500 cinema del mondo dalla O2 Arena di Londra per un live show (in inglese sottotitolato) diretto da Aubrey Powell e prodotto da Fiz Oliver (elenco delle sale italiane su www.nexodigital.it).

John Cleese, Terry Gilliam, Eric Idle, Terry Jones e Michael Palin, con i loro 360 anni totali, saranno quindi i protagonisti di una serata che saprà miscelare alcuni dei più grandi successi dei Monty Python con nuovi sketch e colpi di scena legati all’attualità, ma sempre rigorosamente in stile “Pythonesque”. Un’attesissima reunion in cui si sentirà la mancanza di Graham Chapman, venuto a mancare nel 1989 ma sempre presente nella memoria dei suoi compagni di strada e di tutti i fan che lo hanno seguito nel corso dei 45 episodi delle quattro stagioni trasmesse su BBC oltre che nelle sue performance sui palchi inglesi.

I Monthy Python del resto sono tutt’altro che nuovi al grande schermo: dopo aver esordito nel 1971 con E ora qualcosa di completamente diverso, hanno continuato a conseguire un travolgente successo internazionale con film come Monty Python e il Sacro Graal nel 1975, Brian di Nazareth nel 1979 e Monty Python Live at the Hollywood Bowl nel 1982. Con Monty Python-Il Senso della Vita del 1983 il gruppo ha conquistato il Grand Prix Speciale della Giuria del 36° Festival di Cannes. Innumerevoli naturalmente sono poi i successi individuali riscossi nel corso delle rispettive carriere da Graham Chapman, John Cleese, Terry Gilliam, Eric Idle, Terry Jones e Michael Palin.

Monty Python Live (più o meno) è distribuito in Italia da Nexo Digital in collaborazione con il media partner MYmovies.it. Tutte le informazioni e l’elenco delle sale che trasmetteranno l’evento sono disponibili su www.nexodigital.it.

 
 

Monterossi – La serie: trailer della serie in arrivo su Prime Video

Monterossi - La serie

Prime Video ha svelato oggi il trailer ufficiale della seconda stagione di Monterossi – La serie con protagonista Fabrizio Bentivoglio e la regia di Roan Johnson, prodotta da Palomar in collaborazione con Prime Video e tratta dal romanzo “Torto marcio” di Alessandro Robecchi edito da Sellerio Editore, disponibile in esclusiva su Prime Video in Italia dal 10 novembre 2023.

La seconda stagione di Monterossi – La serie è l’ultima novità per i clienti Amazon Prime, che in Italia beneficiano di spedizioni veloci, offerte esclusive e intrattenimento, incluso Prime Video, con un solo abbonamento al costo di €49,90/anno o €4,99/mese.

Una scia di omicidi inspiegabili, collegati da uno strano rituale, che gettano Milano nel panico. Tre ragazzi che incrociano i loro destini in quella kasbah proletaria e multietnica che è piazza Selinunte. Due killer che per sbarcare il lunario sono costretti ad andare a Reggio Calabria in cerca di un assassino che non si trova. E al centro di tutto Carlo Monterossi, in fuga da Crazy Love e in cerca di un po’ di giustizia.

Diretta da Roan Johnson e tratta dal romanzo “Torto marcio” di Alessandro Robecchi, la seconda stagione di Monterossi – La serie è scritta da Roan Johnson, Davide Lantieri e Alessandro Robecchi e ha per protagonisti Fabrizio Bentivoglio, Diego Ribon, Donatella Finocchiaro, Martina Sammarco, Luca Nucera, con Tommaso Ragno, Francesca Inaudi, Alessandro Fella, Giordana Faggiano, Beatrice Schiros, Marina Occhionero, Maurizio Lombardi, Gabriele Falsetta, Keta, Jenny De Nucci, Silvia Briozzo, Giuseppe Ippoliti, con la partecipazione di Maria Paiato, con la partecipazione straordinaria di Carla Signoris.

La seconda stagione di Monterossi – La Serie si unirà a migliaia di film e serie già presenti nel catalogo di Prime Video, tra cui le produzioni italiane Original, Everybody Loves Diamonds, The Bad Guy, Prisma, Bang Bang Baby, Gianluca Vacchi: Mucho Más, Laura Pausini – Piacere di conoscerti, The Ferragnez – La serie S1 e S2, The Ferragnez: Sanremo special, All or Nothing: Juventus, Anni da cane, Dinner Club S1 e S2, Vita da Carlo, FERRO, Celebrity Hunted – Caccia all’uomo S1, S2 e S3, e LOL: Chi ride è fuori S1, S2 e S3; le serie pluripremiate The Marvelous Mrs. Maisel e Lizzo’s Watch Out for the Big Girls, la serie satirica sui supereroi The Boys e grandi successi come Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, Citadel, Jack Ryan di Tom Clancy, Un matrimonio esplosivo, Samaritan, Tredici Vite, The Tender Bar, A proposito dei Ricardo, La guerra di domani, Reacher e Il principe cerca figlio, oltre a contenuti in licenza disponibili in più di 240 paesi e territori nel mondo, e le dirette in esclusiva in Italia delle migliori partite del mercoledì sera della UEFA Champions League, oltre che della Supercoppa UEFA, fino alla stagione 2026/27. Altri titoli Original italiani già annunciati sono le serie AMAZING – FABIO DE LUIGIGigolò per caso, Antonia, No Activity – Niente da segnalare, Sul più bello – La serie, gli show Karaoke Night – Talenti Senza Vergogna, LOL Talent Show: Chi fa ridere è dentro, i film Elf Me, Il migliore dei mondi, Pensati Sexy, Prisma S2, Sono Lillo S2, Prova Prova Sa Sa S2 e Celebrity Hunted – Caccia all’uomo S4. È stata inoltre annunciata la serie Citadel: Diana, il capitolo italiano dell’universo Citadel.

 
 

Monte: recensione del film di Amir Naderi #Venezia73

Come sempre sono persone comuni dalle capacità straordinarie le protagoniste dell’ultimo film del regista iraniano Amir Naderi, quest’anno fuori concorso a Venezia con Monte.

Il film narra la storia di Agostino (Andrea Sartoretti), un contadino costretto a vivere insieme alla sua famiglia in una casa alle pendici di un’enorme montagna che sovrasta, con la sua oscurità, l’intero villaggio. Ma la mancanza di luce solare rende presto sterile la terra di Agostino trasformando il suo orto in un appezzamento senza vita. Isolati dal resto del villaggio che li crede maledetti e spinti dalla fame e dalla disperazione, Agostino insieme a sua moglie Nina (Claudia Potenza) e a suo figlio Giovanni (Zaccaria Zanghellini) si lancia in un’impossibile impresa, abbattere la montagna e riportare il calore del sole nelle loro vite.

Ambientato in una sorta di strano medioevo, il film di Naderi sembra essere a metà strada tra un racconto biblico ed una comune storia di sopravvivenza; ci sono infatti alcuni elementi che pare vogliano collegare le difficoltà a cui sono costretti il protagonista e la sua famiglia alla loro mancanza di fede. Dopo aver cercato infatti invano di prendersi cura dei suoi cari facendo qualsiasi tipo lavoro, Agostino rifiuta di lasciare la sua terra, che appartiene alla sua famiglia da generazioni, e cerca di ristabilire l’equilibrio contando solo sulle proprie forze, impegnandosi a far tornare la luce.

Monte, Amir Naderi

Nonostante la scelta coraggiosa di affrontare una storia così allegorica, al film del regista iraniano non manca di certo qualche difetto. Alla splendida fotografia che è senza alcun dubbio il vero punto di forza di Monte, si associano purtroppo un recitazione assai scadente – gli attori riescono ad essere molto più convincenti utilizzando lo sguardo e la gestualità più che le parole – e una sceneggiatura fin troppo scarna; i dialoghi infatti sono ridotti all’osso e la maggior parte del film è più da vedere che la ascoltare. Il susseguirsi inoltre di alcune scene identiche e quasi sovrapponibili, non giova all’andamento del film che risulta fin troppo lento e per certi versi quasi completamente statico. Ad incantare però è il finale, lungo, sofferto e maestoso che colpisce lo spettatore con violenza con un meraviglioso tramonto arancione.

Che si tratti di volontà divina o di semplice caparbietà, con la vittoria di Agostino e più in generale con Monte, Amir Naderi celebra la forza dell’uomo che, nonostante le avversità, grazie al coraggio può decidere di cambiare il corso della propria vita.

 
 

Monte: il film di Amir Naderi al cinema dal 24 novembre 2016

Monte

Cambia la data di uscita del film MONTE di Amir NADERI, presentato Fuori Concorso all’ultima Mostra del Cinema di Venezia. Infatti la pellicola uscirà nelle sale italiane a partire dal 24 novembre 2016 distribuito da ASAP Cinema Network

Protagonisti di Monte, sono Andrea Sartoretti e Claudia Potenza.

Monte recensione del film di Amir Naderi

MonteMONTE racconta di un passato remoto, in un villaggio semi-abbandonato ai piedi di una montagna vive Agostino con la moglie Nina e il figlio Giovanni. La montagna si erge come un muro contro i raggi del sole, che non arrivano mai a illuminare la loro terra, ridotta a pietre e sterpaglia. Il film racconta la storia di quest’uomo e della sua famiglia, la loro sfida quotidiana per abbattere la montagna, la sua forza ancestrale e riportare la luce.

CAMPANIA

NAPOLI

Metropolitan

CASERTA

Duel

EMILIA ROMAGNA

BOLOGNA

Europa

FRIULI VENEZIA GIULIA

UDINE

Visionario

LAZIO

ROMA

Fiamma

Alahmbra

Maestoso

Jolly

Apollo

FIUMICINO

Uci Cinemas

LIGURIA

GENOVA

City

LOMBARDIA

MILANO

Centrale

MOLISE

CAMPOBASSO

Alphaville

PIEMONTE

TORINO

Greenwich

BRA

Vittoria

TOSCANA

PRATO

Omnia Center

VENETO

PADOVA

Astra

SARDEGNA

CAGLIARI

Odissea 

SICILIA

PALERMO

Aurora

UMBRIA

PERUGIA

Melies

TERNI

Politeama

 

 
 

Monte Verità, recensione del film di Stefan Jäger

Monte verità recensione

Monte Verità è il nome che è stato dato nel 1900 al Monte Monescia, una collina sopra la città di Ascona, nel Canton Ticino Svizzero. L’altopiano dà il titolo al nuovo film di Stefan Jäger, regista, sceneggiatore e docente svizzero dalla lunga filmografia durante la quale ha anche spaziato in tematiche e generi piuttosto diversi tra loro. Presentato due anni fa al Festival di Locarno, il film racconta una storia di finzione innestata in una reale dove alcune persone hanno cercato di portare una rivoluzione d’ideali, in un contesto culturale rigido e spigoloso.

Monte Verità, la trama

Siamo all’inizio del XX secolo e l’unico personaggio inventato è quello della giovane moglie e madre Hanna Leitner (Maresi Riegner), anche se il suo sviluppo ha una plausibilità estremamente attinente con la vita della maggior parte delle donne ricche dell’epoca. Hanna soffre d’asma, ha due bimbe che ama follemente ma con cui non può giocare per non affaticarsi su consiglio dei medici che la seguono. Suo marito (Philipp Hauss) è taciturno, dispotico, altezzoso e tremendamente stereotipato. Un bel giorno Hanna inizia una nuova terapia con un dottore allievo di Freud, tale Otto Gross (Max Hubacher), che le parla di un posto immerso nella natura in cui poter essere senza vincoli e dove già alcune persone hanno scelto di trasferire le loro vite.

Tra le primissime immagini di Monte Verità c’è la fuga notturna in treno della protagonista, che si affaccia da un finestrino per guardare sospirante la liberazione appena conquistata, quando le vola via il cappellino di paglia. Dopo qualche attimo in cui resta ferma, rientra e si siede ricomponendosi, guardandosi attorno un po’ in imbarazzo. Una sequenza estremamente chiara nella sua semplicità, che anticipa anche la velocità con cui passa via l’intero film, che tenta di raccontare e parlare di libertà (con la L maiuscola), descrivendo un periodo storico in cui il concetto rappresentava veramente una frattura radicale da ogni legame, idea, relazione.

La ricerca della Libertà

Prendere una posizione come quella dei veri personaggi della storia del Monte Verità, significava essere radiati dalla società, da ogni rapporto familiare, amicale e lavorativo. Tant’è che la comunità che è sorta in quegli anni e durata fino al 1920, è stata d’ispirazione per il movimento dei figli dei fiori, altro periodo storico in cui la ribellione dal padre padrone aveva in sé il desiderio d’interruzione della guerra in Vietnam, o comunque il bisogno di cercare delle risposte a domande a cui il sistema “dei grandi” replicava solo con la repressione.

La base vacillante del film di Stefan Jäger sta proprio qui: nell’aver preso a modello un fatto poggiato su un contesto in cui la lotta veniva da menti d’intellettuali, per annacquarla descrivendo lo svincolo di una giovane donna da un matrimonio opprimente e violento, certamente, ma stilizzandolo in modo quasi adoloscenziale. Hanna infatti sfiora alcuni discorsi con gli altri abitanti della comunità, ma nulla è davvero profondo o approfondito, come in realtà avrebbe potuto essere per risultare credibile. Anche i confronti, che pure ci sono, con la sua precedente vita rimangono sentimentalistici, e il film finisce per banalizzare anche gli stessi argomenti di cui si fa portavoce.

Un crocevia di artisti

Per il Monte Verità, all’epoca, erano passati artisti, letterati e politici di ogni caratura, tra cui Herman Hesse (interpretato da Joel Basman), la danzatrice Isadora Duncan, l’anarchico Bakunin, il dadaista Hugo Ball, l’architetto del Bauhaus Walter Gropius, Paul Klee, solo per citarne alcuni. E tra i fondatori c’è Ida Hofmann (Julia Jentsch), una pianista e insegnate di musica.

Stefan Jäger coglie perciò il pretesto di afferrare temi di cui oggi l’attualità è infarcita, ma conferendogli un’atmosfera eterea, magica, marcatamente superficiale, che finisce per essere molto suggestiva e intrigante – e sicuramente, trattando solo di fotografia, luci e messa in scena, la resa è indiscutibilmente buona – attorno a situazioni che, naturalmente, invece, avrebbero implicato ben più conflitti interiori.

 
 

Monstrous Beauty: Bella Ramsey sarà la protagonista del film in costume

Bella-Ramsey-Instagram

Stando a quanto riportato da Deadline, la star di The Last of Us Bella Ramsey è stata scelta per recitare nel dramma in costume per metà storico e per metà immaginario dal titolo Monstrous Beauty, in un ruolo che la vedrà interpretare un drammaturgo emergente coperto di capelli a causa di una rara condizione. Insieme alla Ramsey, il cast include anche Dominic West (The Crown), Ruth Negga (Loving) e Fiona Shaw (Killing Eve). Un poster pubblicato insieme all’annuncio mostra uno sfondo colorato con il personaggio della Ramsey incorniciato e con un velo bianco che le copre la testa.

Monstrous Beauty è stato scritto e sarà diretto da Romola Garai, segnando la sua seconda incursione nel cinema dopo il film horror del 2020, Amulet. Prima di immergersi nel mondo della regia, Garai è però forse meglio conosciuta per i suoi ruoli in film d’epoca tra cui Espiazione e Vanity Fair. Per questo suo nuovo film, Garai modellerà dunque la finzione con la realtà. Stando alla prima sinossi rilasciata, Monstrous Beauty sarà ambientato nel 17° secolo e racconterà, come già accennato, la storia di Barbara Field (Ramsey), una contadina nata con una rara condizione che la rende ricoperta di capelli. Barbara è però adeguatamente istruita e, per questo arriva ad occupare un posto alla corte del re Carlo II (West) come “meraviglia naturale“.

Incontrando altri con caratteristiche fuori dal comune, Barbara si sforzerà di essere vista oltre il suo aspetto e per il suo talento di drammaturga. A corte, incontra la famosa attrice Nell Gwyn (Negga), un’amante del re, che vuole dimostrare a Carlo che c’è di più in una persona oltre che il suo aspetto. Usando le sue nuove conoscenze, Barbara otterrà allora l’aiuto del famoso drammaturgo Aphra Behn (Shaw) per aiutarla a mettere in scena uno spettacolo per cambiare le opinioni del pubblico. Ad ora, non è stata fissata alcuna data di uscita per Monstrous Beauty, ma è possibile dare un’occhiata al primo poster del film qui sotto.

 

Fonte: Deadline

 
 

MonsterVerse: in cantiere altri film dopo Godzilla vs. Kong

Godzilla vs. Kong

Josh Grode, CEO di Legendary Pictures, ha affermato che lo studio ha già una serie di idee per nuovi film ambientati nel MonsterVerse, l’universo cinematografico che mira a riunire sul grande schermo iconici mostri come Godzilla, King Kong e Mothra.

L’universo condiviso è stato inaugurato nel 2014 con Godzilla di Gareth Edwards, il primo film ad avere di nuovo come protagonista l’iconico re dei mostri dalla controversa pellicola del 1998 diretta da Roland Emmerich. Godzilla è stato seguito da ben tre film: Kong: Skull Island, Godzilla II: King of the Monsters e l’attesissimo Godzilla vs. Kong (che in Italia arriverà il prossimo 6 maggio in esclusiva digitale).

Prima dell’uscita di Godzilla vs. Kong, in realtà, il futuro del MonsterVerse era abbastanza incerto, dal momento che Godzilla II: King of the Monsters aveva ricevuto un’accoglienza mista da parte del pubblico e della critica e non aveva performato al botteghino secondo le aspettative. Godzilla vs. Kong, invece, si è rivelato un grande successo, ottenendo maggiori elogi da parte della critica rispetto ai film precedenti e diventato il più alto incasso al box office nazionale durante il primo weekend di apertura dall’inizio della pandemia di Covid-19. z

Ora, Grode a confermato a Deadline che Legendary sta già esplorando nuove idee per nuovi film ambientati nel MonsterVerse. Grode ha parlato del sorprendente successo al botteghino del film di Adam Wingard e ha rassicurato i fan che si saranno sicuramente nuovi film ambientati nell’universo condiviso, affermando: “Abbiamo una serie di idee per nuovi altri film”.

Tutto quello che sappiamo su Godzilla vs. Kong

Due leggende si scontrano in Godzilla vs. Kong: questi mitici avversari si affronteranno infatti in una spettacolare battaglia senza precedenti, con il destino del mondo in bilico. Kong e i suoi protettori intraprenderanno un viaggio pericoloso per trovare la sua vera casa, e con loro c’è Jia, una giovane ragazza orfana con la quale ha stretto un legame forte ed unico. Ma si troveranno inaspettatamente sul cammino di un Godzilla infuriato, che sta seminando distruzione in tutto il mondo. L’epico scontro tra i due titani, istigato da forze invisibili, è solo l’inizio del mistero che giace nel profondo della Terra.

Il film è interpretato da Alexander Skarsgård (“Big Little Lies”, “La tamburina”), Millie Bobby Brown (“Stranger Things”),  Rebecca Hall (“Christine”, “La genesi di Wonder Woman”), Brian Tyree Henry (“Joker”, “Spider-Man: Un nuovo universo”), Shun Oguri (“Weathering with You – La ragazza del tempo”), Eiza González (“Fast & Furious: Hobbs & Shaw”), Julian Dennison (“Deadpool 2”), con Kyle Chandler (“Godzilla II: King of the Monsters”) e Demián Bichir (“The Nun: La vocazione del male”, “The Hateful Eight”).

 
 

Monsters: teaser rivela l’argomento della seconda stagione della serie Netflix

Monsters serie netflix seconda stagione

Netflix ha finalmente annunciato i primi dettagli per la seconda stagione di Monsters, che servirà da seguito a Dahmer – Monster: La storia di Jeffrey Dahmer dello scorso anno. La prima puntata ha battuto i record di streaming ottenendo 1 miliardo di ore di visualizzazione nei primi 60 giorni.

Il primo trailer della seconda stagione di Monsters conferma che il secondo capitolo dell’antologia si intitolerà Monsters: The Lyle and Erik Menendez Story. La serie limitata sarà incentrata sul famigerato caso di omicidio dei primi anni ’90, che ha coinvolto due fratelli di una famiglia benestante che sono stati condannati per aver ucciso i loro genitori. Il video include anche un frammento della vera chiamata dell’11 settembre dei fratelli Menendez durante la notte dell’omicidio. Dai un’occhiata al teaser trailer di Monsters Stagione 2 qui sotto:

Chi sono i fratelli Menendez?

Nel 1989, José e Kitty furono colpiti più volte con un fucile nella loro villa di Beverly Hills. I loro figli, Lyle ed Erik Menendez, inizialmente non erano sospettati. Tuttavia, a causa delle spese eccessive dei fratelli in seguito alla morte dei loro genitori, alla fine sono stati indsgati come potenziali sospetti. L’accusa li ha accusati di aver ucciso i genitori per la loro eredità. Durante i processi molto pubblicizzati, i fratelli hanno rivelato di aver subito entrambi abusi fisici, emotivi e sessuali per mano del padre, che li hanno costretti ad uccidere i genitori per paura delle loro vite.

Nel 1996, Lyle ed Erik Menendez furono ufficialmente condannati all’ergastolo. Secondo il sito, Netflix ha anche “accesso esclusivo” ai fratelli per un prossimo documentario sul controverso caso. Monsters è co-creato e prodotto esecutivamente dai collaboratori di lunga data Ryan Murphy e Ian Brennan. Le puntate future di Monsters racconteranno le storie di altre figure mostruose che hanno avuto un impatto sulla società.

La prima stagione è stata interpretata da Evan Peters nei panni di Jeffrey Dahmer (American Horror Story), Niecy Nash ( Scream Queens ), Penelope Ann Miller (American Crime), Shaun J. Brown (Run) e Colin Ford (Daybreak), oltre al premio Oscar Richard Jenkins. Per la sua interpretazione del serial killer Peters ha vinto un Golden Globe come miglior attore – miniserie.

 
 

Monsters: recensione del film di Gareth Edwards

Monsters film 2010

Monsters è il film del 2010, opera prima scritta e diretta da Gareth Edwards, che ne ha curato anche fotografia, scenografia ed effetti visivi. La prima impressione che si ha di Monsters è quella di trovarsi di fronte all’ennesimo disastre-movie a basso costo fotocopia dei vari successi recenti di Cloverfield e District 9. Ma non appena si fa scivolare via questa prima impressione quello che viene alla luce è la curiosità per questo film, realizzato con pochissimi mezzi e post-prodotto quasi interamente a casa del regista.

La pellicola racconta che sei anni fa, una sonda della NASA, di ritorno sulla Terra con campioni di forme di vita aliena, precipitò in America Centrale. Presto, nuove forme di vita presero a svilupparsi nella zona, e da allora metà dell’attuale Messico è stato messo in quarantena come “zona infetta”. Ancora oggi americani e messicani lottano contro mostruose creature che cercano di uscire dall’area. La storia del film ha inizio quando un fotografo statunitense accetta di scortare la figlia del suo capo attraverso la zona infetta fino alla salvezza, al confine con gli USA.

Monsters recensione filmSeppur con qualche riserva, il film è strutturato discretamente bene, con un buon montaggio che fa scivolare via la prima mezzora con un decenti ritmo. Notevoli gli effetti speciali, soprattutto dopo aver appreso che  sono realizzati dal regista Gareth Edwards a casa sua. Questo giovane, alla sua opera prima, è un piccolo genio della computer grafica, che recentemente ha deciso di passare alla regia. A quanto si apprende dal film, anche in regia sa il fatto suo. Il film è una di quelle opere prime che costruiscono dei presupposti interessanti per il futuro di nuove leve, come negli ultimi anni è successo per il Duncan Jones di Moon.

In Monsters Edwards riesce nell’intento di raccontare una semplice storia d’amore ambientata in un’America latina ostile all’uomo, che ospita creature mostruose e imprevedibili. Il punto forte è quello di essere riuscito a creare un buon equilibrio fra la storia dei due personaggi ed il loro viaggio farcito di incontri “mostruosi”, che li porterà alla salvezza, lasciando intravedere anche buone capacità di costruzione della suspence.

Monsters non è certo un capolavoro del genere, ma ha del potenziale che ha già mostrato in gran parte del globo, ricevendo un ottimo riscontro di pubblico e critica. Come ormai abitudine in Italia il film arriva con un paio d’anni di ritardo rispetto al resto del Mondo. Il film è una buona palestra per Edwards che potremo vedere di nuovo all’opera nel suo prossimo, impegnativo, rilancio del franchise Godzilla.

 
 

Monsters: La storia di Lyle ed Erik Menendez, teaser trailer della serie Netflix

Monsters: La storia di Lyle ed Erik Menendez

Fratelli. Assassini. Vittime? Mostri? Il primo trailer di “Monsters: La storia di Lyle ed Erik Menendez” è arrivato. Il secondo capitolo della serie MONSTERS, dai creatori di DAHMER, sarà disponibile solo su Netflix dal 19 settembre.

Monsters: La storia di Lyle ed Erik Menendez

Dopo il grande successo di DAHMER, la serie antologica di Ryan Murphy e Ian Brennan torna con Monsters: La storia di Lyle ed Erik Menendez, che racconta il caso realmente accaduto di due fratelli condannati nel 1996 per l’omicidio dei genitori José e Mary Louise “Kitty” Menendez.

Mentre l’accusa ritenne che il movente del crimine fosse l’eredità del patrimonio di famiglia, i due fratelli giustificarono il duplice omicidio sostenendo di aver subito numerosi abusi fisici, emotivi e sessuali da parte dei genitori durante l’infanzia. Ad oggi, Lyle ed Erik Menendez stanno scontando una condanna all’ergastolo senza possibilità di libertà condizionale e difendono ancora la loro tesi.

Monsters: La storia di Lyle ed Erik Menendez si addentra nel caso storico che ha fatto il giro del mondo, ha aperto la strada al fascino moderno del pubblico per il true crime e, in cambio, chiede a quello stesso pubblico: chi sono i veri mostri?

Creatori & Produttori Esecutivi: Ryan Murphy, Ian Brennan

  • Produttori Esecutivi: Ryan Murphy, Ian Brennan, Alexis Martin Woodall, Eric Kovtun, Scott Robertson, David McMillan, Louise Shore, Carl Franklin, Javier Bardem
  • Regia: Ian Brennan, Max Winkler, Paris Barclay, Michael Uppendahl, Carl Franklin
  • Sceneggiatura: Ryan Murphy, David McMillan, Todd Kubrak, Ian Brennan, Reilly Smith
  • Cast: Javier Bardem (José Menendez), Chloë Sevigny (Mary Louise “Kitty” Menendez), Nicholas Alexander Chavez (Lyle Menendez), Cooper Koch (Erik Menendez), Nathan Lane (Dominick Dunne), Ari Graynor (Leslie Abramson)
  • Cast Aggiuntivo: Leslie Grossman (Judalon Smyth), Dallas Roberts (Dr. Jerome Oziel), Paul Adelstein (David Conn), Jason Butler Harner (Det. Les Zoeller), Enrique Murciano (Carlos Baralt), Michael Gladis (Tim Rutten), Drew Powell (Det. Tom Linehan), Charlie Hall (Craig Cignarelli), Gil Ozeri (Dr. William Vicary), Jeff Perry (Peter Hoffman), Tessa Auberjonois (Dr. Laurel Oziel), Tanner Stine (Perry Berman), Larry Clarke (Brian Andersen), Jade Pettyjohn (Jamie Pisarcik), Marlene Forte (Marta Cano)
 
 

Monsters: la storia di Lyle ed Erik Menendez, la storia vera dietro alla serie Netflix

Monsters: la storia di Lyle ed Erik Menendez
Javier Bardem in Monsters: la storia di Lyle ed Erik Menendez. © Miles Crist/Netflix

Durante il processo per gli omicidi dei loro genitori, José e Kitty, i fratelli hanno citato anni di abusi come motivo di quanto compiuto. Lyle ed Erik hanno affermato di averli ammazzati per paura che il padre li uccidesse se lo avessero denunciato per gli anni di abusi. Con l’arrivo della serie Monsters: la storia di Lyle ed Erik Menendez su Netflix, molti si chiedono cosa sia successo ai veri fratelli Lyle ed Erik Menendez. Continuate a leggere per sapere tutto quello che c’è da sapere su di loro.

Monsters: La storia di Lyle ed Erik Menendez è basato su una storia vera?

La risposta è sì. La nuova serie di Netflix si basa sul caso reale di Lyle ed Erik Menendez, due fratelli condannati nel 1996 per gli omicidi dei loro genitori José e Mary Louise “Kitty” Menendez.

In nove episodi, Monsters: la storia di Lyle ed Erik Menendez racconta il caso e, come si legge nella sinossi: “Mentre l’accusa sosteneva che stavano cercando di ereditare il patrimonio di famiglia, i fratelli sostenevano – e rimangono irremovibili ancora oggi, mentre scontano l’ergastolo senza possibilità di libertà vigilata – che le loro azioni derivavano dalla paura di una vita di abusi fisici, emotivi e sessuali subiti dai loro genitori”.

Cosa è successo a Lyle ed Erik Menendez? La vera storia di Monsters di Netflix

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Monsters: la storia di Lyle ed Erik Menendez. Miles Crist/Netflix

Si può dire che il caso reale dei fratelli Menendez ha fatto il giro del mondo per una serie di motivi, non ultimo l’interesse dell’opinione pubblica per le circostanze della morte di José e Kitty e per le azioni dei fratelli dopo gli omicidi.

La sera del 20 agosto 1989, Lyle ed Erik entrarono nella loro casa di Beverly Hills armati di fucile. Spararono e uccisero i loro genitori. In totale, Kitty fu colpita da 10 proiettili, mentre il marito José da sei, compreso un colpo mortale alla nuca.

Dopo gli omicidi, i fratelli sono rimasti in casa perché pensavano che la polizia stesse arrivando a causa del rumore degli spari. Una volta arrivata la polizia, i fratelli hanno raccontato di essere stati tutta la sera al cinema a guardare Batman e poi al Taste of LA Festival.

Hanno detto di essere tornati a casa e di aver trovato i genitori uccisi. Credendo alla loro versione dei fatti, la polizia non ha chiesto ai fratelli l’esame dei residui di polvere da sparo e ha iniziato le indagini sugli omicidi di Kitty e José.

Nei mesi successivi alla loro morte, i fratelli Menendez iniziarono a vivere in modo sfarzoso e a spendere soldi a un ritmo allarmante. Non solo acquistarono molti oggetti di lusso, ma fecero anche viaggi internazionali, acquistarono ristoranti e comprarono case adiacenti a Marina del Rey. È stato riferito che, collettivamente, i fratelli hanno speso un totale di 700.000 dollari prima di essere arrestati.

Le loro spese sfarzose non fecero altro che metterli in sospetto alla polizia, che stava cercando di restringere i sospetti su chi avesse il movente per l’omicidio di José e Kitty. Pur sospettando un coinvolgimento della mafia, il loro obiettivo si concentra a quel punto sui fratelli, che si dimostrano avere una motivazione finanziaria significativa per gli omicidi.

La polizia si avvale dell’aiuto dell’amico di Erik, Craig Cignarelli, al quale propone di indossare un microfono e di chiedere a Erik se ha ucciso i suoi genitori. Erik negò, ma in seguito confessò il crimine al suo psicologo, Jerome Oziel.

Ma la vera svolta nelle indagini avvenne dopo che Oziel disse alla sua amante Judalon Smyth della confessione di Erik. I due avevano una relazione e Oziel ruppe i rapporti con Smyth, che però, in preda alla rabbia, riferì alla polizia ciò che Oziel le aveva detto su Erik.

I fratelli furono quindi arrestati nel 1990, sei mesi dopo gli omicidi di José e Kitty. Lyle fu arrestato l’8 marzo di quell’anno ed Erik, appena tornato da Israele, si consegnò alla polizia tre giorni dopo l’arresto del fratello.

Il processo fece scalpore negli Stati Uniti quando iniziò nel 1993 e fu trasmesso ogni giorno in diretta da Court TV. I fratelli furono processati separatamente per i loro crimini, ma entrambi ammisero di aver ucciso i genitori per legittima difesa.

I fratelli hanno dichiarato di aver ucciso i genitori per legittima difesa

Monsters: La storia di Lyle ed Erik Menendez

Hanno descritto di aver temuto per la loro vita dopo aver subito anni di abusi da parte dei genitori, ma soprattutto del padre José, che secondo loro aveva abusato sessualmente di loro per anni.

Durante il processo, Lyle ha testimoniato in modo dettagliato i presunti abusi del padre e ha dichiarato di aver persino affrontato José per aver aggredito sessualmente Erik pochi giorni prima dell’omicidio.

Le accuse di abusi sessuali sono state confermate da due membri della famiglia, i cugini dei fratelli Andy Cano e Diane Vander Molen. Cano ha testimoniato che Erik gli aveva parlato degli abusi quando erano entrambi bambini, mentre Molen ha detto di aver raccontato a Kitty di un presunto abuso sessuale di José nei confronti di Lyle. Molen ha detto che, all’epoca, Kitty le disse che le accuse erano false.

L’accusa sostenne che i fratelli avevano ucciso i genitori per motivi economici e non per legittima difesa. Il primo processo si concluse nel 1994 con due giurie bloccate, con conseguente annullamento del processo. Il secondo processo si svolse nel 1995, ma questa volta i fratelli furono processati insieme e non fu così pubblico, poiché il giudice Stanley Weisberg decise che le telecamere non fossero presenti in aula.

Ancora una volta, la difesa citò anni di abusi e, allo stesso modo, l’accusa sostenne che i fratelli si erano comportati come “bambini viziosi e viziati”. Weisberg limitò le testimonianze sui presunti abusi dei fratelli e non permise alla giuria di considerare un verdetto sulle accuse di omicidio colposo, ma solo di omicidio.

Il 21 marzo 1996, sia Lyle che Erik furono condannati dopo essere stati giudicati colpevoli di due capi d’accusa per omicidio di primo grado e cospirazione per omicidio, ricevendo due ergastoli consecutivi senza possibilità di libertà vigilata.

Sebbene la giuria abbia notato che le denunce di abuso non sono state un fattore nelle proprie deliberazioni, ha deciso di non imporre la pena di morte a causa della mancanza di precedenti condanne penali dei fratelli.

Dove sono ora Lyle ed Erik Menendez?

Dopo la condanna, i fratelli sono stati separati e inviati in carceri diverse. Nel 2018, i fratelli sono stati riuniti dopo essere stati autorizzati a scontare la loro pena nello stesso carcere di San Diego. Sono stati trasferiti nella stessa unità abitativa, segnando la prima volta che i fratelli si sono visti in quasi 22 anni.

Nel corso degli anni, i fratelli hanno presentato molti appelli, ma tutti sono stati respinti. Proprio l’anno scorso, i fratelli Menendez hanno presentato un appello per una nuova udienza basata su nuove prove acquisite. I documenti probatori che hanno presentato includono la testimonianza di un altro uomo, il membro di una boy-band Roy Rosselló, che ha affermato di essere stato violentato da José Menendez all’età di 14 anni in un documentario.

L’ufficio del procuratore distrettuale della contea di Los Angeles ha dichiarato alla CNN nel maggio 2023: “Abbiamo ricevuto la petizione habeas per la questione Menendez e attualmente è in fase di revisione”. Secondo il giornalista Robert Rand, che ha seguito il caso dal 1989 e che ha rivelato di più ad A&E True Crime, i fratelli consigliano altri detenuti che hanno subito abusi sessuali e Erik guida vari gruppi di auto-aiuto in carcere.

Entrambi i fratelli sono anche sposati: Lyle con la giornalista e avvocato Rebecca Sneed ed Erik con l’amica di penna Tammi Saccoman, con la quale ha anche una figlia.

 
 

Monsters: la storia di Lyle ed Erik Menendez, la spiegazione del finale

Monsters: la storia di Lyle ed Erik Menendez Netflix Nicholas Cooper
© Miles Crist/Netflix

Dopo nove episodi, Monsters: la storia di Lyle ed Erik Menendez volge al termine. Il penultimo episodio della serie true crime Netflix di Ryan Murphy ha visto i fratelli Menendez alle prese con un secondo processo dopo la giuria appesa nel primo. Sebbene il verdetto non sia stato quello sperato da tutti, altre attenuanti hanno fatto sì che il loro caso venisse allontanato dai riflettori.

Con una svolta un po’ casuale, la serie si concentra momentaneamente sulla storia di OJ Simpson, processato per l’omicidio dell’ex moglie Nicole Brown e del suo amico Ron Goldman nel 1994. Il finale inizia con il controverso verdetto di OJ Simpson e poi va avanti fino al 1995, quando sia Lyle (Nicholas Chavez) che Erik (Cooper Koch) si preparano ad affrontare un nuovo processo.

La serie “si immerge nel caso storico che ha preso d’assalto il mondo, ha aperto la strada al fascino moderno del pubblico per i veri crimini, e in cambio chiede a quel pubblico: Chi sono i veri mostri?”.

Ecco il cast di Monsters: La storia di Lyle ed Erik Menendez

Ma come si conclude esattamente la serie? Continuate a leggere per un resoconto completo dell’episodio finale di Monsters: la storia di Lyle ed Erik Menendez, la storia romanzata di Netflix. Se volete sapere cosa è successo nella storia reale del caso, potete leggerlo qui.

La spiegazione del finale di Mostri: La storia di Lyle e Erik Menendez

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© Miles Crist/Netflix

L’episodio inizia all’ombra del verdetto di OJ Simpson, che rende Leslie Abramson (Ari Gaynor) pessimista sulle proprie possibilità al processo. D’altra parte, Lyle pensa che questo dimostri che hanno una possibilità di essere liberi, creando un tormentone per il loro processo, ma ammette anche di aver scritto lettere per chiedere donazioni e di aver ordinato una nuova parrucca da 2500 dollari per la prigione.

I fratelli litigano animatamente dopo essersi addossati la colpa l’un l’altro, dopodiché inizia il secondo processo. A causa del libro appena pubblicato, The Private Diary of Lyle Menendez: In His Own Words!, la difesa di Lyle decide di non farlo testimoniare per poterlo interrogare su ciò che ha detto al telefono all’autrice del libro, Norma Novelli.

Già all’inizio del processo è chiaro che le cose non vanno a favore della difesa, poiché la Abramson si oppone a diverse dichiarazioni, ma il giudice continua a non tenerne conto. Nel corso del processo, un venditore di auto testimonia che, dopo aver regalato un’auto a suo figlio Lyle, José (Javier Bardem) è stato rimproverato da Lyle per l’auto stessa, definendola “un pezzo di merda”, a riprova del comportamento da “monello egoista” di Lyle.

Craig Cignarelli (Charlie Hall) ci parla anche della loro sceneggiatura di “Friends” non prodotta, che non ha alcuna somiglianza con la sitcom di successo. Si tratta invece di una sceneggiatura che i due hanno scritto su un personaggio di nome Hamilton Cromwell, che uccide i suoi genitori.

Craig racconta poi che Erik gli ha detto di essere tornato a casa la notte degli omicidi per prendere i documenti per il cinema, vedendo che i suoi genitori stavano dormendo. Quando sono tornati fuori da Lyle, hanno deciso che era il momento giusto per entrare e ucciderli.

Quando gli è stato chiesto del film “The Billionaire Boys Club”, Craig ha detto che Erik conosceva la storia su cui si basava il film di persona grazie al loro amico Brian. 14 mesi prima dell’omicidio di José e Kitty (Chloë Sevigny), Brian ammette che Erik conosceva la storia dell’omicidio dei suoi genitori. Brian descrive poi come Lyle gli abbia scritto una lettera dal carcere in cui descriveva un caso immaginario di visione di A distanza ravvicinata con Lyle e José.

Alla fine Erik sale sul banco dei testimoni e viene interrogato dall’accusa, raccontando alla corte come abbia temuto per la sua vita dopo aver ammesso a Lyle gli anni di abusi subiti dal padre. L’accusa sostiene che le accuse di abuso sono una menzogna e che gli omicidi sono stati premeditati.

L’accusa chiama a testimoniare l’addetto alla pulizia della piscina di casa Menendez, il quale sostiene che il giorno prima degli omicidi i fratelli non sembravano affatto spaventati dai genitori.

Allo stesso modo, il capitano della barca ha affermato che i fratelli non sembravano spaventati dai genitori il giorno degli omicidi. Anche la governante di casa Menendez, che ha vissuto lì per cinque giorni alla settimana, testimonia che la casa non era piena di “urla” e “litigi” come avevano affermato i ragazzi, così come il collega di lavoro di José testimonia che José “non era un uomo arrabbiato”.

L’accusa sostiene che si tratta della “scusa dell’abuso” e in questo processo, il presunto abuso del fratello è una versione della storia che la giuria chiaramente non si beve questa volta. Anche Dominick Dunne (Nathan Lane) è stufo di occuparsi del processo, dice di voler lasciare Los Angeles e che anche il resto degli Stati Uniti è stanco dei fratelli Menendez.

Attraverso i suoi racconti agli amici, apprendiamo che Lyle ha una relazione stabile con Anna Eriksson e che Erik sta vivendo un periodo difficile in prigione, con risse e una relazione con Tammi Saccoman.

Cosa succede a Erik e Lyle alla fine di Monsters?

Monsters: La storia di Lyle ed Erik Menendez

Alla fine, la giuria dichiara i fratelli colpevoli di due omicidi di primo grado e di concorso in omicidio. La giuria si aggiorna per valutare le due opzioni di condanna: ergastolo senza condizionale o morte. Nella stanza dei giurati, vediamo che le scintille continuano a volare tra il gruppo, in disaccordo sulle storie dei fratelli e sulle accuse di abuso. Uno dei giurati ha un infarto nel bel mezzo delle deliberazioni e viene sostituito da una controfigura che sembra confusa su cosa decidere.

Alla fine la giuria decide per un verdetto di ergastolo senza condizionale e in seguito la Abramson fa tutto il possibile per garantire che i fratelli siano tenuti insieme nella stessa struttura. Ma una volta tornati nelle loro celle, a entrambi i fratelli viene comunicato che verranno trasferiti.

Anche se sembra che vengano trasportati insieme, i fratelli vengono fatti salire su auto separate che alla fine prendono direzioni diverse verso prigioni diverse, con grande confusione di Erik.

Cosa succede nella scena della barca alla fine di Monsters?

Monsters: la storia di Lyle ed Erik Menendez
© Miles Crist/Netflix

Sebbene sembri che l’episodio sia finito dopo la separazione dei fratelli, si assiste a un flashback del giorno degli omicidi durante la gita in barca dei Menendez.

Vediamo Kitty e José che hanno una conversazione spensierata sulla pesca degli squali, che presto si trasforma in un discorso sulla relazione di José a New York. José le dice che è una cosa passata e dice a Kitty quanto la ama, dicendo che “ce l’hanno fatta”. Dice a Kitty che dovrebbe tornare a fare la giornalista, soprattutto perché lui ha intenzione di candidarsi al Senato.

I due sembrano gioviali e felici, mentre la telecamera passa a Lyle ed Erik che sono seduti a prua della barca, lontani dai loro genitori. Kitty chiede a José cosa stia succedendo, ma i due sembrano non capire. Vediamo poi Erik chiedere a Lyle: “Non ti stai tirando indietro, vero? Abbiamo comprato le armi”. “No, facciamolo”, dice Lyle, e suo fratello ripete la frase mentre guardano il mare.

 
 

Monsters: la storia di Lyle e Erik Menendez, recensione della serie Netflix

Monsters: la storia di Lyle ed Erik Menendez
Javier Bardem in Monsters: la storia di Lyle ed Erik Menendez. © Miles Crist/Netflix

Dopo il successo di Monster: la storia di Jeffrey Dahmer nel settembre del 2022, Netflix ripropone la serie con una seconda stagione altrettanto densa di suspense. Pur  trattandosi della stessa serie televisiva, il soggetto della seconda stagione è un altro noto caso di agghiacciante cronaca nera: il parricidio dei coniugi Menendez da parte dei figli Lyle e Erik. La seconda stagione, formata da nove episodi da circa 50 minuti l’uno, è stata ideata da Ryan Murphy (American Horror story, American crime story) e Ian Brennan (Glee, Scream Queens). Nel cast di Monsters: la storia di Lyle e Erik Menendez si ritrovano figure molto note nel panorama cinematografico internazionale, come Javier Bardem (Dune, Non è un paese per vecchi) e Chloe Sevigny (Zodiac, Bones and all).

Monsters: una tranquilla domenica di paura

Il 20 agosto del 1989 Jose e Kitty Menendez vengono assassinati nella loro lussuosa villa a Beverly Hills. I primi diretti indagati sono le organizzazioni mafiose, possibilmente entrate in conflitto con il ricco e ambizioso Jose: questa è la versione che i figlio Lyle e Erik appoggiano. Tuttavia la realtà si rivela essere ben diversa.

Tormentato dal senso di colpa per le sue azioni, Erik, il più giovane dei due Menendez, si rivolge al suo psichiatra, il dottore Jerome Oziel, per parlare dei propri istinti suicidi, per poi infine confessare il proprio crimine: aver ucciso insieme al fratello i propri genitori. Successivamente entrambi i fratelli continuano delle sedute con il dottor Oziel, rivelando quanto il padre fosse severo e autoritario, liberi di parlare per l’obbligo del segreto professionale dello psichiatra.

La verità, come spesso accade, non tarda a saltar fuori. Ma tra storie di abusi, testimonianze che dipingono Jose come un dispotico patriarca e due giovani assassini/vittime, qual è la  verità?

Monsters: La storia di Lyle ed Erik Menendez

Monsters: i fatti dietro le bugie

Ciò che caratterizza fortemente l’intreccio di Monsters è proprio la pluralità di versioni dei fatti che sono presentate col passare degli episodi. Inizialmente, l’idea dei fratelli sembrava dovuta ai comportamenti oppressivi e umilianti del padre, uniti al desiderio dei due di essere finalmente liberi e indipendenti di scegliere per se stessi.

Addentrandosi maggiormente nella storia però i fatti mutano notevolmente: i due Menendez affermano di aver subito innumerevoli abusi sessuali da parte del padre fin da piccoli. L’opinione dello spettatore viene divisa: Lyle e Erik sono veramente dei mostri o sono solo vittime che hanno trovato il coraggio di reagire? Vari indizi vengono presentati alla corte nella serie e al pubblico di Netflix a favore di una o dell’altra narrazione.

Una famiglia disfunzionale

Guardo la mia vita attraverso un vetro appannato -Kitty Menendez

Nonostante possano non essere perfettamente chiare le dinamiche degli abusi o dei comportamenti autoritari di Jose nei confronti dei suoi figli, una cosa è perfettamente chiara: i Menendez non erano una famiglia felice ed equilibrata. Di conseguenza, il problema non erano solamente e propriamente i figli. La stessa Kitty afferma durante la terapia con il dottor Oziel, durante il percorso psicoterapeutico di gruppo intrapreso da tutta la famiglia, di sentirsi infelice e di odiare i propri figli. Jose, dopo aver pagato la cauzione a Lyle e Erik dopo le loro rapine, si chiede dove abbia sbagliato.

Ciò che resta un mistero però sono proprio le vicende riguardanti le violenze sessuali: la stessa Kitty finisce per chiederlo direttamente al marito, ricevendo tuttavia una risposta molto criptica, che sembra nascondere molto. A questo proposito infatti, nel maggio del 2023 si è avuta la riapertura del caso per via della testimonianza del cantante della band dei Menudo di violenze sessuali da lui subite da parte di Jose Menendez.

Tratto da una storia vera… di nuovo

Il  true crime sembra essere diventato da un po’ di anni a questa parte un ottimo archivio di idee per l’industria cinematografica. A questo proposito, non è la prima volta che Ryan Murphy da vita a nuovi prodotti basandosi su storie realmente accaduta. La serie American Crime story ha di fatto una struttura molto simile a Monsters, pur analizzando storie differenti. Anche nella seconda stagione di Monsters si fa riferimento a un caso narrato più dettagliatamente nella prima stagione della sua serie gemella, American Crime story: il caso O.J.  Simpson.

A questi si aggiungono anche le recenti miniserie distribuite da Netflix, come Il caso Yara- oltre ogni ragionevole dubbio e Per Elisa- il caso Claps. Di conseguenza, Mosters: la storia di Lyle e Erik Menendez perde un po’ di originalità, accodandosi a una moda attuale.

 
 

Monsters, inc. nello stile di Prometheus di Ridley Scott [VIDEO]

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Monsters, Inc. e Prometheus si incontrano in uno dei tanti fan-made trailer che circolano in rete. Sono i personaggi del film Pixar ad essere presentati nello stile cupo e spaventoso di Prometheus, film di Ridley Scott che aspetta di vedere, nel 2016, l’uscita di un sequel. Ecco il fan-made trailer:

Dopo questo crossover, vi ricordiamo che Prometheus 2 verrà rilasciato al cinema il 4 Marzo 2016. Nel primo film il cast era composto da Noomi Rapace, Michael Fassbender, Guy Pearce, Idris Elba, Logan Marshall-Green e Charlize Theron. Anche se nessuno è stato confermato ufficialmente, alcuni di questi nomi dovrebbero ritornare, per una produzione che entrerà nel vivo in Autunno.

Fonte: CBM

 
 

Monsters University: una nuova featurette!

Monsters University

Dan Scanlon, regista di Monsters University, ha presentato la sua ultima fatica in uscita a giugno con una nuova featurette.

Potete vedere il filmato, incluso negli extra dal bluray di Monsters & Co. prossimamente in uscita negli USA, qui sotto:

 
 

Monsters University: un nuovo poster del film

Monsters University

Tornano in sala di doppiaggio Billy Crystal e John Goodman che dopo più di 10 anni daranno di nuovo la voce a Sulley e Mike, protagonisti di Monsters University. Ecco un nuovo poster del coloratissimo film Pixar, che ci porterà alluniversità dove i mostri imparano a spaventare! Insieme a Crystal e Goodman, fanno parte dei doppiatori originali anche Steve Buscemi, Helen Mirren e Alfred Molina.

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Monsters University: tre immagini

Monsters University

Ecco tre immagini dell’atteso prequel di Monsters & Co, Monsters University. Nelle foto possiamo vedere i due protagonisti da ragazzi, quando ancora dovevano imparare a far paura per bene ai bambini. Le immagini sono state diffuse da Pixar Times e fanno parte di un documento che racconta qualcosa in più riguardo alle nuove tecnologie sviluppeta appositamente per il film.

Ecco le immagini di Mike e Sully (clikka sulle immagini per vederle al alta risoluzione):

Monsters University

Monsters University

Ecco una breve trama del film: I 18enni Mike Wazowski e James “Sulley” Sullivan, matricole alla “monsters University”, hanno un desiderio: partecipare al più prestigioso corso per spaventatori del mondo. Inseguendo questo sogno, da grandi rivali diventeranno inseparabili amici. La vita del college non è mai stata così…mostruosamente divertente! Monsters University sarà prossimamente al cinema!

Qui trovate il divertente teaser trailer del film che uscirà il prossimo anno.

 
 

Monsters University: tre clip virali

Continua la promozione del coloratissimo prossimo film della Pixar che ci porterà indietro nel tempo, a scoprire cosa facevano all’Università Mike e Sully. Stiamo parlando ovviamente di Monsters University, prequel di Monsters & Co, ambientato appunto durante il periodo universitario dei protagonisti del bellissimo film Pixar del 2001.

Ecco a seguire tre clip virali che, promuovendo il film, ci mostrano tutti i pregi della Monsters University:

 
 

Monsters University: trailer italiano

Monsters University

Guarda il nuovo Trailer italiano Monsters University, il prequel dell’amatissimo classico Pixar Monsters & CO (Monsters Inc.). Gli aspiranti Spaventatori della Monsters University sono pronti per fare nuovi amici e vivere un’avventura da urlo! Eccoli dunque in un nuovo divertentissimo trailer in italiano del film. Vi ricordo inoltre che lunedì si chiudono le iscrizioni all’esclusivo concorso MONSTERS UNIVERSITY DISNEY•PIXAR BUSINESS AWARD che The Walt Disney Company Italia rivolge agli studenti delle università italiane. In allegato il comunicato stampa e la locandina, con preghiera di pubblicazione.

 

Qui la trama di Monsters and Co: Alla Monster, Mike si raccolgono grida di bambini per fornire energia pulita a tutti gli abitanti di Mostropoli. I bambini non si spaventano più come un tempo e l’industria minaccia di chiudere, fino a che una bambina entrerà attraverso il suo armadio nella città dei Mostri, scatenando il panico e insospettate conseguenze.

E qui la trama di Monsters University: La matricola Mike Wazowski ha sognato di diventare uno spaventatore sin da quando era un piccolo mostro e sa meglio di chiunque altro che i migliori spaventatori vengono dalla Monsters University (MU). Ma durante il primo semestre proprio alla MU, i suoi piani vengono sconvolti dall’incontro con lo spocchioso James P. Sullivan, detto “Sulley”, uno spaventatore dal talento naturale. Il loro spirito competitivo fuori controllo li farà cacciare dall’esclusivo programma per spaventatori dell’Università e, come se ciò non bastasse, si renderanno conto che l’unico modo per rimettere le cose a posto sarà quello di lavorare insieme, facendo squadra con un gruppo di mostri scapestrati.

Ricco di risate e divertimento, il nuovo capolavoro Disney Pixar Monsters University è diretto da Dan Scanlon (CarsMater and the GhostlightTracy), prodotto da Kori Rae (UpGli incredibiliMonsters & Co.) e vanta le musiche del compositore premio Oscar Randy Newman (Monsters & Co.Toy Story 3), uno dei nomi che da quest’anno entrerà a far parte della Rock and Roll Hall of Fame. Il film arriverà nelle sale italiane il 21 agosto 2013, in Disney Digital 3D.