StudioCanal ha reso pubblico un
nuovo trailer del film di Michael Gondry,
Mood Indigo , con Audrey Tautou,
Romain Duris, Omar Sy, Gad Elmaleh, Philippe Torreton, Aïssa
Maïga e Charlotte le Bon.
Nel film Duris è un inventore che
si innamora della Tautou, che interpreta una reincarnazione di una
canzone di Duke Ellington. Quando lei si ammala, lui vuole a tutti
i costi trovare un modo per salvarla.
Michel Gondry ritorna alla
regia in Mood Indigo – La schiuma dei giorni Colin
adattando il libro di Boris Vian, un classico della
letteratura francese, in cui ritrova le radici surrealistiche e
favolose che hanno segnato i suoi film più belli.
In Mood Indigo – La schiuma
dei giorni Colin, giovane ricco e idealista vive sognando
di incontrare il grande amore. Ad una festa il suo desiderio si
avvera e conosce Chloe una giovane donna che sembra l’incarnazione
della melodia di Duke Ellington, Mood Indigo. Si innamora e si
sposano ma, poco dopo le nozze la loro felicità si trasforma, Chloe
scopre di essere malata a causa di una ninfea che le cresce nei
polmoni.
Mood Indigo – La schiuma dei giorni,
il film
La sceneggiatura di Mood
Indigo – La schiuma dei giorni è costruita per richiamare
le diverse situazioni assurde e fantasiose, i personaggi si muovono
tra invenzioni e oggetti quasi animati di vita propria diventando
dei veri è propri protagonisti all’interno del film – come il
campanello/insetto – restituendo così un mondo bizzarro da
esplorare e conoscere grazie agli occhi di un ricco ma ingenuo
protagonista che vive di idee e d’arte. Gondry partendo da queste
basi, come un architetto, utilizza tutto ciò che gli consente la
regia per entrare in questa Parigi simile a un “Paese delle
meraviglie” sradicato dal suo tempo e collocandolo in un epoca non
definita, che richiama gli anni ’40 per la forte componente
jazzista e gli anni ’70 per le numerose lotte di contestazione. Per
inquadrare questo mondo e trasformarlo di pari passo al film,
utilizza tecniche quali la stop-motion, rallenty, reverse ma anche
diversi tipi di obiettivi, che insieme alla scenografia molto
complessa e dettagliata e a una fotografia studiata per passare da
brillante e vivace, fino a colori plumbei per arrivare ad un bianco
e nero opaco, fornisce al film quella grande continuità visiva e il
pathos necessario che nel cinema di Gondry riesce a catturare e
ammaliare lo spettatore.
Ciò in cui perde il film
Mood Indigo – La schiuma dei giorni è l’estrema
lunghezza nel citarsi e ribadire dei concetti già sviluppati,
interropendo così gli elementi trainanti del film con parentesi
collaterali, oppure con denunce molto delicate su tutte quelle
componenti reali e materiali, quali la violenza, i soldi e le
passioni smodate. Ci si allontana così da una storia il cui fulcro
è estremante delicato e intinto in numerose allegorie e simboli che
restituiscono una poetica davvero originale. Gli attori sono molto
bravi nell’interpretare le peculiarità dei loro personaggi
Romain Duris è un Colin che vive in un mondo incantato che
pian piano muta con il sopraggiungere della malattia di Cholé che
lo schiacciano e lo portano in una cruda realtà. Audrey
Tauou interpreta il personaggio che rievoca una gentilezza e
una delicatezza quasi fanciullesca, non avendo nessuna zona d’ombra
ed emanando una sorta di disarmante fragilità. Gad Elmaleh
ed Omar Sy contribuiscono in maniera opposta e con percorsi
inversi ad essere amici della coppia, nei loro drammi. E se il
primo diventa una vittima del sistema, il secondo sembra
sopravvivere per una forte componente morale.
Mood Indigo – La schiuma
dei giorni è una storia d’amore che esplora la perdita
della persona amata e contemporaneamente mostra una panoramica di
un passaggio insidioso, da un idillio a una sofferenza umana. Il
film viene attraversato da numerosi sentimenti che strutturano la
storia facendola diventare in alcuni punti leziosa e articolata,
perdendo di vista lo sviluppo originale, ossia, un ragazzo che si
innamora della sua anima gemella.
La 20th Century
Fox e la Sony Pictures hanno pubblicato
un nuovo trailer per Monuments Men nello
stile di un cinegiornale della seconda guerra mondiale. Per coloro
che non hanno familiarità con il film, si basa su una storia vera
di soldati che devono andare in Germania durante la seconda guerra
mondiale per salvare capolavori artistici prima che vengano
distrutti dai nazisti. Cliccate di seguito per guardare il
nuovo trailer del film:
Il film è interpretato da
George Clooney, Matt
Damon, Cate Blanchett, Jean Dujardin, Hugh Bonneville, John
Goodman, Bob Balaban, Bill Murray . Monuments
Men sarà in sala a partire dal 7 febbraio 2014 .
Tratto dal libro “Monuments
Men. Eroi alleati, ladri nazisti e la più grande caccia al tesoro
della storia” di Robert M. Edsel,
George Clooney rimuove quei toni più
cinici e seriosi che avevano contraddistinto i suoi ottimi ultimi
film da regista (Good Night, and Good
Luck e Le Idi di Marzo) per cercare un
alchimia tra le sue star che renda la confezione divertente,
appetibile e al servizio di un messaggio nobile; il gioco funziona
ma non sempre è efficace o duraturo ed è proprio quando si vedono
queste lacune che ci si accorge di quanto il film sia allungato e
non curato quanto dovrebbe.
In Monuments Men
durante la seconda guerra mondiale un gruppo di atipici “soldati”
(scultori, direttori di musei, imprenditori ecc) ottiene il
permesso dal governo americano per organizzare una spedizione che
rintracci e porti in salvo le opere d’arte trafugate dai nazisti,
opere che poi sarebbero passate sotto il giudizio del Fuhrer per
essere approvate e inserite nel grande museo del Reich a Berlino o
bruciate perché non considerate degne (e parliamo di Picasso, Dali,
Klimt e molti altri). Per molti membri dei Monuments
Men questa sarà un’occasione per riscattare una vita
o renderla memorabile, mettendo la propria vita al servizio
dell‘arte e salvando così il patrimonio culturale di un intero
continente.
La sceneggiatura in
particolare è il punto focale di tutta l’operazione; scritta a
quattro mani proprio da Clooney e dall’amico fraterno Grant
Heslov (vincitore dell’Oscar per
Argo come produttore con Clooney, e
nominato alla statuetta dorata altre volte grazie proprio a
Le Idi di Marzo e Good
Night, and Good Luck) la scrittura ha un certo grado
di discontinuità e poca uniformità nel raccontare le vicende,
dislocando a coppie i suoi protagonisti (che funzionano meglio
quando invece sono uniti), alternando momenti (poco) drammatici,
umoristici e lasciando cadere qua e là qualche goccia di flirt
rosa.
Nonostante questo, il cast merita
una menzione a parte, se Cate Blanchett è come sempre ottima e
affascinante, più sopra le righe vi sono John Goodman e
Bill Murray, a loro sono affidati i momenti più
divertenti e iconici. Svolgono bene il compito Matt Damon (molto efficace il siparietto sul
suo francese), Bob Balaban e Jean Dujardin, mentre fra tutti il più
sottotono sembra proprio
George Clooney. Accompagna le vicende la colonna
sonora del plurinominato Alexandre Desplat con un
componimento molto variegato che, per quanto riesca ad essere un
abito perfetto per quello che viene mostrato sullo schermo, a volte
tende ad enfatizzare troppo certe situazioni.
La sensazione finale che ti lascia
Monuments Men è quella che Clooney abbia
girato un film tra amici, in cui si nota un certo divertimento e
affiatamento tra tutti i membri, ma che eccede nello sdrammatizzare
i fatti e risponde vagamente alla (valida) domanda che ricorre per
tutta la pellicola: conta di più la difesa della cultura o il
sacrificio di una vita umana?
Sono innumerevoli le vicende
svoltesi nel contesto della Seconda guerra mondiale che si possono
raccontare. C’è il punto di vista di chi ha vissuto direttamente
sul campo di battaglia e le ogni scontro armato ha avuto le proprie
caratteristiche e specificità; c’è quello di chi ha portato avanti
la guerra dalle stanze del potere; e c’è quello dei civili che
hanno patito gli orrori in cui si sono ritrovati involontariamente
coinvolti. C’è però anche il punto di vista di chi ha cercato di
proteggere dalla brutalità della guerra la bellezza che c’è nel
mondo. Se si parla di bellezza artistica, quel compito è stato
ricoperto dai valorosi Monuments Men, a cui è
stato dedicato nel 2014 un film intitolato proprio
Monuments Men (qui
la recensione).
A dirigere il film vi è
George Clooney, che torna così alla regia dopo gli
apprezzati Good Night and Good Luck e Le idi di
marzo. Interessatosi all’argomento dopo aver letto il libro
omonimo del 2009 scritto da Robert Edse, di cui
Monuments Men è però solo un libero adattamento. Pur se
semplificata e riadattata, a Clooney interessava però portare al
cinema questa storia in quanto perfetto esempio di una serie di
valori da conservare e tramandare. Si offre così un vero e proprio
elogio di chi sacrificò la vita per proteggere un patrimonio
collettivo, la cui fruizione permette di arricchirsi spiritualmente
ed elevarsi al di là del male.
Le intenzioni del film sono dunque
quantomai nobili e per raggiungerle Clooney chiama a raccolta un
gruppo di attori amici con i quali dar vita ad un film
appassionante che offre un nuovo avvincente racconto di guerra.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad
esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama,
al cast di attori e alla storia
vera. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
La trama e il cast di Monuments Men
Durante la Seconda Guerra Mondiale,
lo studioso d’arte Frank Stokes viene a sapere che
Hitler sta rubando tutte le grandi opere d’arte per il suo museo
personale. Con il permesso del presidente Roosevelt, Stokes recluta
allora sei uomini esperti d’arte che si recano con lui in Europa
con il pretesto di essere soldati per scoprire dove si trovano le
opere d’arte rubate e salvarle da un destino incerto. Le cose
iniziano però a mettersi male quando ai tedeschi viene ordinato di
bruciare le opere d’arte e i russi iniziano invece a prenderle per
sé. A quel punto, salvare quel patrimonio diventerà questione di
vita o di morte.
Per dar vita a questa storia,
Clooney, anche interprete di Frank Stokes, ha chiamato accanto a sé
numerosi celebri attori, a partire dall’amico Matt Damon nel ruolo di James Granger.
Recitano poi nel film anche
Cate Blanchett nei panni di Claire Simòne, Bill Murray in quelli di Rich Campbell e
John Goodman in quelli di Walter Garfield. Il
premio Oscar
Jean Dujardininterpreta Jean-Claude Clermont,
mentre Hugh Bonneville è Donald Jeffries e
Bob Balaban è Preston Savitz. Infine,
l’anziano Frank Stokes che si può vedere alla fine del film non è
George Clooney con del trucco, bensì Nick Clooney,
padre dell’attore.
La vera storia dietro Monuments
Men
Come anticipato, quella narrata in
Monuments Men è una storia ispirata ad una vicenda vera,
ossia quella della task force militare organizzata dagli Alleati
facente parte del programma Monuments, Fine Arts, and Archives.
Si trattava di un gruppo composto da 345 civili, professionisti
dell’arte, provenienti da 13 nazioni diverse: professori
universitari, curatori, storici dell’arte, direttori di musei, che
lavorarono sul campo sotto il ramo operativo dello Supreme
Headquarters Allied Expeditionary Force, comandato dal futuro
presidente degli Stati Uniti Dwight Eisenhower. Il
loro scopo, durante la seconda guerra mondiale, era quello di
proteggere i beni culturali e le opere d’arte nelle zone di
guerra.
Già prima dell’entrata degli Stati
Uniti nella Seconda Guerra Mondiale, professionisti dell’arte e
organizzazioni artistiche lavoravano per identificare e proteggere
il patrimonio culturale in pericolo. Questi gruppi cercavano però
un’organizzazione nazionale affiliata alle forze armate che avesse
lo stesso obiettivo. Francis Henry Taylor,
direttore del Metropolitan Museum of Art, portò le loro
preoccupazioni a Washington, D.C, permettendo così all’istituzione,
il 23 giugno 1943 da parte del Presidente degli Stati Uniti
Franklin D. Roosevelt, della “Commissione
americana per la protezione e il salvataggio dei monumenti
artistici e storici nelle aree di guerra”.
Il generale Dwight D.
Eisenhower facilitò il lavoro del MFAA vietando ai
militari il saccheggio, la distruzione e l’alloggiamento in
strutture di importanza culturale. Inoltre, ordinò ripetutamente
alle sue forze di assistere il più possibile il MFAA. Era la prima
volta nella storia che un esercito cercava di combattere una guerra
e allo stesso tempo di ridurre i danni ai monumenti e alle
proprietà culturali. Nella primavera del 1944, dunque, i componenti
della missione si ritrovarono prima in Gran Bretagna per
addestrarsi, e successivamente si sparsero nel continente europeo
alla ricerca di luoghi dove rintracciare quadri, sculture e intere
collezioni scomparse da chiese e musei dopo il passaggio delle
truppe tedesche.
Quando si verificavano danni ai
monumenti, il personale del MFAA ha lavorato per valutarli e
guadagnare tempo per gli eventuali lavori di restauro che sarebbero
seguiti. L’addetto ai monumenti Deane Keller ha ad
esempio avuto un ruolo di primo piano nel salvare il Campo
Santo di Pisa dopo che un colpo di mortaio aveva innescato
un incendio che aveva fuso il tetto in piombo, facendo poi colare a
picco le iconiche pareti affrescate del XIV secolo. A partire dalla
fine di marzo del 1945, le forze alleate iniziarono a scoprire
ulteriori depositi di opere d’arte in quella che divenne la
“più grande caccia al tesoro della storia“.
Solo in Germania, le forze americane
trovarono circa 1.500 depositi di oggetti d’arte e culturali
saccheggiati da istituzioni e privati in tutta Europa, oltre a
collezioni museali tedesche e austriache che erano state evacuate
per essere custodite. Anche le forze sovietiche fecero delle
scoperte, come i tesori dello straordinario Museo dei Trasporti di
Dresda. Centinaia di manufatti furono consegnati dal generale delle
SS Karl Wolff, o la loro ubicazione fu comunicata
da quest’ultimo, nell’ambito dell’Operazione Sunrise, la sua
trattativa segreta con l’Office of Strategic Services.
Innumerevoli sono dunque stati i
monumenti, le chiese e le opere d’arte salvati o protetti dal
personale della sezione MFAA, la cui dedizione al lavoro li portava
spesso davanti alle linee di battaglia. Il film apporta però
notevoli cambiamenti e semplificazioni alla storia vera, oltre a
cambiare tutti i nomi dei Monuments Men coinvolti, riducendo il
gruppo a soli sette uomini e stabilendo la sua istituzione per mano
del personaggio di Clooney dopo il bombardamento dell’abbazia di
Cassino, nel febbraio 1944. Le prime operazioni dei Monuments
Men, in realtà, risalgono all’intervento britannico in Libia nel
1942 e allo sbarco degli Alleati in Sicilia nel luglio del
1943.
Il trailer di Monuments
Men e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Monuments Men grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Google Play, Apple TV, Prime Video e Disney+. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
martedì 13 febbraio alle ore
21:15 sul canale Cielo.
E’ stato presentato oggi a Milano
da George Clooney, Matt
Damon, Bill Murray, Jean Dujardin Bob
Balaban e John Goodman il nuovo
film The Monuments Men di
George Clooney. Presenti anche lo
sceneggiatore Grant Heslov e lo scrittore del
libroRobert
Edsel.
Ecco il nostro resoconto completo
della conferenza:
Che importanza ha avuto il
bombardamento dell’abbazia di Montecassino per la costituzione dei
Monuments Men?
Grant Heslov: è stato sicuramente
uno dei momenti che hanno contribuito alla formazione di questa
compagnia, che hanno smosso il nostro governo a intervenire e nel
film vedrete scene di quei momenti e di come fu devastante
quell’evento.
La storia di Monuments Men è per
noi europei abbastanza sconosciuta; è stato così anche per voi? E
come siete venuti a conoscenza della storia del vostro
personaggio?
Dujardin: No non conoscevo la storia dei monuments men ma sapevo che
Hitler era un pittore frustrato e voleva aprire un museo d’arte.
Per quanto riguarda il mio personaggio, è un mercante francese, che
non era presente nel gruppo in realtà, e decide di accettare
l’offerta per entrare a far parte dei monuments men e alla fine
risulta molto onorato.
Goodman: Non conoscevo la storia dei Monuments men finchè non ho letto
la sceneggiatura. Il mio personaggio era uno scultore nato nella
mia città e ciò che conoscevo di lui era solo una sua
scultura.
Murray: Nemmeno io conoscevo la storia finchè George non me l’ha
raccontata e sono rimasto impressionato una volta che mi sono
informato di quante opere furono rubate e parliamo di cifre enormi,
considerate poi che oltre a quelle distrutte ci sono alcune che non
sono ancora state trovate.
Clooney: Non sapevo molto nemmeno io, avevo solo visto un documentario
intitolato The Rape of Europe, poi un giorno Grant è venuto da me e
mi ha fatto leggere questo libro( monuments men) e abbiamo pensato
che potesse essere una film divertente e interessante da
girare. Inoltre è stata anche un’opportunità per rendere
omaggio a quelle persone che hanno fatto tanto ma tutto
sottotraccia.
Damon: il mio personaggio invece è bassato su uomo realmente esistito
che ha voluto salvare più opere d’arte possibili. E’ un uomo
che ha vissuto di arte e sa veramente che significato ha l’arte per
la nostra vita. E’ stato un’onore poterlo
interpretare.
Balaban: Non conoscevo la storia dei monuments e non sapevo degli
intenti di Hitler e dell’ordine di nerone per bruciare tutte le
opere. Il mio personaggio invece è un impresario che si intende
molto di arte e ha deciso di prendere parte a tutto ciò nonostante
non sia mai stato in guerra
Leonidas: Lo script è stata una sorpresa anche per me, ma io rispetto
agli altri potevo basarmi su una fonte reale che è Harry Ettlinger.
Ho ricevuto alcune lettere da Harry che mi hanno aiutato nella
recitazione del personaggio. Harry mi ha raccontato molte cose
che ha vissuto e questo ha decisamente cambiato tutta la mia
percezione, quando ti basi su un contatto reale tutto
cambia.
(Per Bill Murray) siamo abituati
ormai a vederla in ruoli particolari come nei film di Wes
Anderson quindi volevo sapere come ha preparato questo
personaggio, che ha alcune sfumature comiche ma è anche abbastanza
classico?
Murray: non è arrivata la
traduzione quindi provo a indovinare la domanda. Andare a cena con
Wes è piacevole ma con George è ancora meglio nonostante non mangi
molto ma beve molto di più di Wes. Wes Anderson mangia
continuamente, ama mangiare, mangia e beve anche durante le riprese
perché sta facendo della fottuta arte. Con Wes mangi talmente tanto
che potresti morire mentre giri le scene. Con George invece è
diverso ma ugualmente divertente, ma si mangia e si beve solo alla
fine perché non sta facendo un film artistico ma un film sull’arte.
Tutto chiaro?
Si avverte una leggerezza nei
dialoghi che ricorda Robert Altman e il suo Mash, volevo sapere da
lei(Clooney) coma ha lavorato sulla sceneggiatura e dietro la
macchina da presa per rendere tutto più umoristico?
Clooney: Quando ho lavorato con Wes Anderson non ho trovato che
mangiasse così tanto! Comunque sulla sceneggiatura ho lavorato con
Grant e mentre abbiamo letto il libro abbiamo deciso che doveva
entrare una parte di umorismo perché non volevamo girare un film
cinico o fare una lezione di storia al pubblico. non volevamo nemmeno fare un film di arte ma solo che indicasse
il significato dell’arte e l’importanza di essa. Credo che alla fine però basterebbe questo cast per venire a
vedere il film.
Questo è un film basato su una
storia vera, quali sono le emozioni nel fare un film su una storia
vera e quanto spazio hai lasciato all’immaginazione?
Clooney: ho fatto un film sui giornalisti(Good Night
and Good Luck) che prendeva spunti da una storia vera e quindi
credo non sia un’esperienza totalmente nuova, e anche in quel film
ho dovuto analizzare bene le fonti e tutto ciò che c’era a riguardo
per non avere critiche sul fatto di avere riportato cose false e
che potevano essere un appiglio per
screditarci. Questo è un film che vuole riportare i
fatti principali di quella missione, ma volevamo anche avere
libertà di dialogo e poter inserire anche altre cose esterne al
racconto come i flirt, e quindi abbiamo inserito la storia tra Cate
e Matt. Ma tante cose che sembrano strane invece sono
successe veramente!
(Per Dujardin) Come ti sei
trovato in questa compagnia di americani e come si trova un attore
francese nell’interpretare un francese a Hollywood, hai portato
qualcosa della scuola europea?
Ho portato la passione,le canzoni, l’amore il buon
umore. A parte gli scherzi sono loro che hanno dato
molto a me così come è accaduto durante l’esperienza con Scorsese(è
in The Wolf of Wall Street). Lavorare con George non
è difficile, io sono arrivato con molta umiltà e mi sono adattato
alla svelta, non è complicato lavorare con questo gruppo di
attori.
Nelle Idi di Marzo hai diretto
Philip Seymour Hoffman, volevo sapere un ricordo umano della
persona?
Noi siamo una comunità e lui
era una parte importante di questa comunità ,anche quando in un
film non era protagonista riusciva ad essere comunque un
personaggio centrale. Ha lasciato un vuoto enorme in questa
comunità e tutti lo avvertiamo profondamente .
Il cuore del film è la
difesa della cultura, ma dalla pellicola sorge anche un
interrogativo: conta di più la difesa della cultura o conta di più
il sacrificio di una vita umana? Damon: i Monuments Men hanno risposto a questa domanda mettendo
in gioco la loro vita. Ma anche i cittadini italiani che
vediamo in una scena del film che scavano per mettere in salvo il
cenacolo sono un grande esempio di come tutti credano nell’arte e
sono un ottimo esempio.
Balaban: sono personaggi che
non avevano le caratteristiche per combattere ma hanno servito il
paese con altre abilità. Quando salvi un’opera d’arte salvi un
pezzo di cultura e i monuments men hanno salvato hanno salvato così
tante opere per preservare la cultura.
(Per Clooney e Damon) cosa
rappresenta questo progetto per voi,non solo artisticamente,ma
anche come uomini?
Damon: per me è
significato lavora con un regista con cui volevo lavorare e sono
grato di essere parte di questo grande cast. E poi mi sento
anche fortunato a raccontare una storia così significativa con un
messaggio di tale importanza. Clooney:per me è uguale,pensavo
che questa storia dovesse essere raccontata. Era una storia inedita
nonostante hollywood ami fare film sulla seconda guerra
mondiale.
(Per Murray) data la grande
amicizia che c’è fra Clooney e Damon pensi ci siano stati
favoritismi? Mentre per Damon, com’è stato lavorare con un amico
come George?
Murray: George ha fatto lavorare Matt con Cate che è bravissima e molto
professionale e se confrontiamo Matt e Cate notiamo come lei sia
brava mentre Matt è molto più scialbo. Non penso che George
gli abbia fatto un favore e credo che molti di noi considerino
George un buon amico molto più di Matt in questo momento. Ma
adesso vogliamo lavorare per David O’Russell!
Damon: lavorare con un amico ti
rende meno diplomatico e si risolvono i problemi più alla svelta,
ci si scambiano appunti, consigli del tipo: “perché non sei bravo
come questo attore?” “intendi te?” “esatto, ho consigli
solo per te non per me” Clooney: questa è una battuta che non funziona una volta
scritta sui giornali e mi accorgerò di quanto sia stupida.
(Per Heslov) La storia di Monuments Men è molto attuale
ancora,non sono stati trovati tutti i cimeli e a Washington c’è
appena stata una conferenza in merito.
Sa dirci come si pongono i governi in merito e in particolare
l’Italia ?
Interviene l’autore del libro
Monuments Men, Robert Edsel
Penso che l’italia dovrebbe
affrontare l’argomento delle esportazioni, ma anche trasparente sui
tesori che ha nei suoi musei che magari appartengono ad altri, solo
così si possono fare passi avanti. Persone prima di noi hanno
rischiato la loro vita per salvare posti come il cenacolo e spero
che il film avvicini le persone all’arte.
(Per Leonidas) Lei è l’unico che ha conosciuto il “suo
personaggio”. Che tipo di rapporto si è instaurato tra di
voi?
L’ho incontrato per la prima
volta solo pochi giorni fa, ma grazie a una lettera che mi ha
scritto ho preso contatti con lui e ho conosciuto la sua biografia,
sono curioso di sapere come si sente vedendo la mia
performance.
Clooney: Dimitry interpretava Harry, e Harry lasciò la
Germania a 13 anni perché era un ebreo in pericolo. E’ andato a New
York, è finito nell’esercito per combattere per il suo nuovo paese.
In Germania non aveva il permesso di vedere un quadro di Rembrandt,
ma poi riuscì a farlo durante la guerra e questo penso sia
incredibile.
(Per Clooney) Nuove idee per progetti insieme ai suoi
abituali collaboratori?
Clooney: No no, non lavorerò
più con loro. Ho già lavorato con John nel 1988 in Roseanne, ho
visto Dujardin vincere un oscar, con Damon ho fatto ben 6 film, Bob
lo conosco da sempre e con Grant siamo amici da 31 anni.
Magari lavorerò ancora con loro ma di sicuro non con
Matt.
(Per Clooney) Oltre all’omaggio al passato c’è una
riflessione sull’arte. Cosa ne pensa dell’incuria? E’ a conoscenza
delle polemiche sui nostri Musei, sulla cultura non esaltata come
dovrebbe..
Clooney: quando un paese ha
problemi economici la prima cosa che fa sono i tagli alla cultura.
Ma dovrete combattere tanto, non abbiamo fatto nulla per
salvare i musei a Baghdad, ed è stato un disastro. Hitler non
voleva solo rubare le opere, lo voleva distruggere per
cancellare la cultura legata alle persone che voleva colpire.
Prima della tv e del cinema c’era la pittura ed è grazie ad essa
che sappiamo come eravamo una volta. Dobbiamo resistere e
preservare le opere.
Seconda Guerra Mondiale: mentre
infuria in conflitto, un’unità speciale creata dal Governo
americano riunendo esperti d’arte, s’impegna per salvare il
patrimonio artistico dalla follia distruttrice di Hitler.
Il Monuments, Fine Arts, and
Archives Program fu lanciato dal Governo americano ancora
prima dell’entrata ufficiale degli Stati Uniti nel conflitto, allo
scopo di proteggere e salvare un patrimonio culturale appartenente
all’intera umanità dalla distruzione per mano nazista: la vicenda,
poco nota, precedentemente raccontata dallo scrittore
Robert Erdsel (il quale ha peraltro dedicato un
altro suo lavoro al salvataggio delle opere d’arte in Italia nel
corso dell’occupazione nazista), diventa ora un film, nelle sale
italiane dal prossimo 13 febbraio, dopo la presentazione ufficiale
fissata il 7 dello stesso mese, in occasione del Festival di
Berlino.
Con Monuments Men
George Clooney dirige un cast stellare, in quello che
finora appare il suo progetto più ambizioso, del quale lui è
autentico factotum, guidando il cast, dietro e davanti la macchina
da presa, e curando soggetto e sceneggiatura, affiancato dal fido
Grant Heslow. Una sorta di Salvate il
soldato Ryan in salsa artistica in cui Clooney viene
affiancato dal Matt
Damon, Bill Murray, John Goodman, Jean Dujardin,
Bob Balaban, Cate Blanchett.
Quest’ultima interpreta Rose
Valland, storica dell’arte francese, una delle donne più decorate
della storia francese, che si dedicò proprio alla ricerca delle
opere trafugate dai nazisti oltralpe nel corso della guerra; fanno
riferimento a personalità realmente vissute anche i personaggi di
Clooney e Damon: il primo è George L. Stout, fondatore del primo
laboratorio americano di studio della conservazione dei beni
artistici; il secondo veste i panni di Jason Rorimer, già direttore
del Metropolitan Museum.
Il film è stato completamente
girato in Europa: dai Baselberg Studios di Potsdam, alla regione di
Berlino e sul massiccio dell’Harz (in particolare nella cittadina
di Osterwieck) in Germania, fino alla zona del Sussex;, passando
per l’Imperial War Museum di Duxford, nella contea di
Cambridge. La colonna sonora è affidata ad Alexander
Desplat, che con Clooney ha già collaborato in
The Ides Of March.
A pochi giorni dalla consegna degli
Oscar 2013, approda nelle sale un film che appare destinato a fare
incetta di nomination per l’edizione dell’anno prossimo, e sebbene
uscito abbastanza presto, uno dei film seriamente indiziati a
lasciare la loro impronta sull’annata cinematografica appena
cominciata.
Lunedì 10 Febbraio alle
ore 19 all’UCI Cinemas Pioltello si
svolgerà l’ANTEPRIMA (a pagamento) CON IL CAST di MONUMENTS
MEN, film diretto, prodotto e interpretato da George Clooney e
distribuito da 20th Century Fox, in uscita nelle sale il 13
Febbraio. All’anteprima sarà presente George
Clooney assieme agli altri interpreti del
film: Matt
Damon, Bill Murray, John
Goodman, Bob Balaban, Jean
Dujardin e Dimitri Leonidas. Alla serata
parteciperanno anche Grant Heslov, produttore e
sceneggiatore, e Robert Edsel,l’autore dell’omonimo
libro da cui è tratto il film. Alla serata interverrà
anche Harry Ettlinger, uno dei veri Monuments Men.
E’ possibile acquistare i biglietti
presso la multisala di UCI Pioltello, tramite internet, call
center, App di UCI Cinemas per iPhone, iPod Touch e per iPad
(scaricabile gratuitamente da App Store e da Android) e Michela, la
prima live chat di Facebook che consente di acquistare il proprio
posto nelle sale UCI Cinemas e invitare i propri amici Facebook. E’
possibile accedere a Michela cliccando sul seguente link:
Il prezzo per assistere
all’anteprima è quello normale intero festivo. Per ulteriori
informazioni vistare il sito www.ucicinemas.it o contattare
il call center al numero 892.960
La passerella degli attori sul red
carpet è prevista alle 18.30. Il pubblico avrà la possibilità di
vedere George Clooney, Matt Damon e
tutti gli altri Monuments Men. Inoltre, sulla pagina
Facebook di UCI Cinemas (www.facebook.com/ucicinemasitalia),
dal 31 Gennaio al 7 Febbraio, è attivo il concorso “SAVE THE DATE”,
grazie al quale 2 fortunati vincitori riceveranno un pass valido
per due persone per assistere, la sera del 10 febbraio, all’arrivo
degli attori da una posizione privilegiata e partecipare
all’anteprima del film.
TRAMA DI MONUMENTS MEN
Ispirato alla storia vera della più
grande caccia al tesoro di tutti i tempi, Monuments
Men segue la vicenda, durante la seconda Guerra
mondiale, di un singolare plotone istituito dal Presidente
Roosevelt con il compito di recarsi in Germania e recuperare i
capolavori artistici trafugati dai nazisti per poterli restituire
ai legittimi proprietari. La missione appare impossibile: le opere
d’arte si trovano dietro le linee nemiche e, con la caduta del
Reich, l’esercito tedesco ha ricevuto l’ordine di distruggere
tutto. Come può il plotone, composto da sette uomini tra direttori
di museo, curatori e storici dell’arte, più avvezzi a maneggiare
opere di Michelangelo che non M-1, sperare di riuscire
nell’impresa? Ma quando i “Monuments Men” si trovano coinvolti in
una gara contro il tempo per evitare la distruzione di 1000 anni di
cultura, tutti mettono in gioco la loro vita per proteggere e
difendere i grandi tesori dell’umanità.
Il 13 febbraio2014
arriverà in Italia, distribuito dalla Twentieth Century Fox,
Monuments Men, il nuovo film interpretato
e diretto da George Clooney, con un cast d’eccezione:
Matt
Damon, Bill Murray, Cate Blanchett, John
Goodman e Jean Dujardin. Ecco cinque clip del film
Ispirato alla storia
vera della più grande caccia al tesoro di tutti i tempi, MONUMENTS
MEN è un film d’azione che racconta la vicenda di un gruppo di
sette soldati, non più giovani e non più tanto in forma, composto
da direttori di museo, curatori, artisti, architetti e storici
dell’arte che, durante la seconda guerra mondiale, raggiunsero le
linee del fronte per recuperare i capolavori artistici trafugati
dai nazisti e restituirli ai legittimi proprietari. Considerando
che le opere d’arte erano in territorio nemico, come potevano
questi uomini sperare di riuscire nell’impresa? E tuttavia, quando
si trovarono coinvolti in una gara contro il tempo per evitare la
distruzione di un patrimonio artistico millenario, tutti i
Monuments Men misero in gioco la vita per proteggere e difendere i
grandi tesori dell’umanità.
Guarda il Trailer
italiano del nuovo film da regista di George
Clooney, l’atteso Monuments
Men che vede protagonisti Matt
Damon, Cate
Blanchett, Jean Dujardin,John
Goodman, Hugh
Bonneville, Bill
Murray e Bob Balaban.
Basato sul romanzo The
Monuments Men: Allied Heroes, Nazi Thieves and the Greatest
Treasure Hunt in History di Robert M.
Edsel, il film racconta le vicende di un gruppo Allied
composto da direttori di museo ed esperti d’arte che viene
incaricato dal governo statunitense di localizzare e recuperare una
serie di opere d’arte rubate da Hitler nel corso della Seconda
Guerra Mondiale.
Oltre Clooney e Dujardin, il cast
di The Monuments Men comprende Matt
Damon, Cate
Blanchett, John
Goodman, Hugh
Bonneville, Bill
Murray e Bob Balaban.
Il film uscirà negli Stati Uniti a
dicembre e il 30 gennaio 2014 in Italia.
Nonostante era stato annunciato che
ci sarebbero stati più spettacoli, molti fan sono rimasti a bocca
asciutta per non essere riusciti ad accaparrarsi un biglietto per
una delle date della tanto attesa reunion dei Monty
Phyton alla 02 Arena di
Londra. Buona notizie, però, sono adesso in
arrivo. La Picturehouse Entertainment, infatti, ha
annunciato che la serata finale dello show, che si terrà il
prossimo 20 Luglio (lo show inizierà il 1 dello stesso mese),
arriverà sul grande schermo e che sarà distribuita in 450 cinema
inglesi e in oltre 1,500 cinema nel mondo.
Ricordiamo che The
Last Night of Monty Python (questo il titolo dello
spettacolo) include i cinque Pythons rimasti della formazione
originale – John Cleese, Michael Palin, Eric Idle, Terry
Jones e Terry Gilliam – alle prese con
l’esibizione di sketches di repertorio, canzoni e nuovo materiale
con il supporto della computer grafica.
I Monty Python per
la prima volta al cinema in diretta via satellite dall’02 Arena di
Londra. Dopo lo strepitoso sold out delle date londinesi
MONTY PYTHON LIVE (più o meno),
l’esilarante e storica reunion del gruppo comico più irriverente e
dissacrante di sempre, arriva nei cinema di tutto il mondo in
diretta via satellite.
Una rimpatriata di comicità di
dimensioni epiche
The Times
E’ il 5 ottobre del 1969 quando la BBC
propone per la prima volta sulle sue frequenze Monty Python’s
Flying Circus,la serie televisiva britannica composta
di esilaranti sketch comici scritti ed interpretati da
Graham Chapman, John Cleese, Terry Gilliam, Eric Idle,
Terry Jones e Michael Palin. Quel giorno nascono
ufficialmente i Monty Python, il gruppo che ha rivoluzionato l’idea
stessa di comicità grazie al suo imprevedibile nonsense, alla
personalissima e surreale rilettura del music hall e all’irrisione
delle manie e dei vizi della società inglese del tempo. Da quel 5
ottobre il possente piede nudo simbolo del gruppo
(coltissima citazione da un famoso quadro rinascimentale italiano
dipinto da Bronzino) farà la storia, tanto che secondo alcuni i
Monty Python rappresenteranno per la commedia quello che i
Beatles sono stati per la musica pop.
Così oggi, a distanza di 45 anni dal
loro esordio, i Monty Python tornano a calcare le
scene con un appuntamento pensato per divertirsi, ridere e
ricordare: domenica 20 luglio alle 20 le sale
cinematografiche del mondo saranno invase dalla comicità caustica e
irruenta di Monty Python Live (più o
meno),la grande reunion del gruppo trasmessa
in diretta via satellite in 1500 cinema del mondo dalla O2
Arena di Londra per un live show (in inglese
sottotitolato) diretto da Aubrey Powell e prodotto da Fiz Oliver
(elenco delle sale italiane su www.nexodigital.it).
John Cleese, Terry Gilliam, Eric
Idle, Terry Jones e Michael Palin, con i loro 360 anni totali,
saranno quindi i protagonisti di una serata che saprà
miscelare alcuni dei più grandi successi dei Monty Python con nuovi
sketch e colpi di scena legati all’attualità, ma sempre
rigorosamente in stile “Pythonesque”. Un’attesissima reunion in cui
si sentirà la mancanza di Graham Chapman, venuto a mancare nel 1989
ma sempre presente nella memoria dei suoi compagni di strada e di
tutti i fan che lo hanno seguito nel corso dei 45 episodi delle
quattro stagioni trasmesse su BBC oltre che nelle sue performance
sui palchi inglesi.
I Monthy Python del resto sono
tutt’altro che nuovi al grande schermo: dopo aver esordito nel 1971
con E ora qualcosa di completamente diverso, hanno
continuato a conseguire un travolgente successo internazionale con
film come Monty Python e il Sacro Graal nel 1975,
Brian di Nazareth nel 1979 e Monty Python Live at the
Hollywood Bowl nel 1982. Con Monty Python-Il Senso
della Vita del 1983 il gruppo ha conquistato il
Grand Prix Speciale della Giuria del 36° Festival di
Cannes. Innumerevoli naturalmente sono poi i successi
individuali riscossi nel corso delle rispettive carriere da Graham
Chapman, John Cleese, Terry Gilliam, Eric Idle, Terry Jones e
Michael Palin.
Monty Python Live (più o
meno) è distribuito in Italia da Nexo Digital in
collaborazione con il media partner MYmovies.it. Tutte le
informazioni e l’elenco delle sale che trasmetteranno l’evento sono
disponibili su www.nexodigital.it.
Prime Video ha svelato oggi il trailer
ufficiale della seconda stagione di Monterossi – La
serie con protagonista Fabrizio Bentivoglio e la regia di
Roan Johnson, prodotta da Palomar in
collaborazione con Prime Video e tratta dal romanzo “Torto marcio”
di Alessandro Robecchi edito da Sellerio Editore,
disponibile in esclusiva su Prime
Video in Italia dal 10 novembre 2023.
La seconda stagione di
Monterossi – La serie è l’ultima novità
per i clienti Amazon Prime, che in Italia beneficiano di spedizioni
veloci, offerte esclusive e intrattenimento, incluso Prime Video,
con un solo abbonamento al costo di €49,90/anno o €4,99/mese.
Una scia di omicidi inspiegabili,
collegati da uno strano rituale, che gettano Milano nel panico. Tre
ragazzi che incrociano i loro destini in quella kasbah proletaria e
multietnica che è piazza Selinunte. Due killer che per sbarcare il
lunario sono costretti ad andare a Reggio Calabria in cerca di un
assassino che non si trova. E al centro di tutto Carlo Monterossi,
in fuga da Crazy Love e in cerca di un po’ di giustizia.
Diretta da Roan Johnson e tratta
dal romanzo “Torto marcio” di Alessandro Robecchi, la seconda
stagione di Monterossi – La serie è scritta da Roan Johnson,
Davide Lantieri e Alessandro Robecchi e ha per
protagonisti Fabrizio Bentivoglio, Diego Ribon, Donatella
Finocchiaro, Martina Sammarco, Luca Nucera, con Tommaso Ragno,
Francesca Inaudi, Alessandro Fella, Giordana Faggiano, Beatrice
Schiros, Marina Occhionero, Maurizio Lombardi, Gabriele Falsetta,
Keta, Jenny De Nucci, Silvia Briozzo, Giuseppe Ippoliti, con la
partecipazione di Maria Paiato, con la partecipazione straordinaria
di Carla Signoris.
La seconda stagione di
Monterossi – La Serie si unirà a migliaia di film e
serie già presenti nel catalogo di Prime Video, tra cui le
produzioni italiane Original, Everybody Loves Diamonds,
The Bad Guy, Prisma, Bang Bang Baby,
Gianluca Vacchi: Mucho Más, Laura Pausini – Piacere di
conoscerti, The Ferragnez – La serie S1 e
S2, The Ferragnez: Sanremo special, All or Nothing:
Juventus, Anni da cane, Dinner Club S1 e
S2, Vita da Carlo, FERRO, Celebrity
Hunted – Caccia all’uomo S1, S2 e S3, e
LOL: Chi ride è fuori S1, S2 e S3; le
serie pluripremiate The Marvelous Mrs. Maisel e
Lizzo’s Watch Out for the Big Girls, la serie satirica sui
supereroi The Boys e grandi successi come Il Signore degli
Anelli: Gli Anelli del Potere, Citadel, Jack
Ryan di Tom Clancy, Un matrimonio esplosivo,
Samaritan, Tredici Vite, The Tender Bar,
A proposito dei Ricardo, La guerra di domani,
Reacher e Il principe cerca figlio, oltre a
contenuti in licenza disponibili in più di 240 paesi e territori
nel mondo, e le dirette in esclusiva in Italia delle migliori
partite del mercoledì sera della UEFA Champions League, oltre
che della Supercoppa UEFA, fino alla stagione 2026/27. Altri titoli
Original italiani già annunciati sono le serie AMAZING – FABIO
DE LUIGI, Gigolò per caso, Antonia,
No Activity – Niente da segnalare, Sul più bello – La
serie, gli show Karaoke Night – Talenti Senza
Vergogna, LOL Talent Show: Chi fa ridere è dentro, i
film Elf Me, Il migliore dei mondi, Pensati
Sexy,Prisma S2, Sono Lillo S2, Prova
Prova Sa Sa S2 e Celebrity Hunted – Caccia all’uomo
S4. È stata inoltre annunciata la serie Citadel:
Diana, il capitolo italiano dell’universo
Citadel.
Come sempre sono persone comuni
dalle capacità straordinarie le protagoniste dell’ultimo film del
regista iraniano Amir
Naderi, quest’anno fuori concorso a Venezia con
Monte.
Il film narra la storia di Agostino
(Andrea
Sartoretti), un contadino costretto a vivere insieme
alla sua famiglia in una casa alle pendici di un’enorme montagna
che sovrasta, con la sua oscurità, l’intero villaggio. Ma la
mancanza di luce solare rende presto sterile la terra di Agostino
trasformando il suo orto in un appezzamento senza vita. Isolati dal
resto del villaggio che li crede maledetti e spinti dalla fame e
dalla disperazione, Agostino insieme a sua moglie Nina
(Claudia Potenza) e a suo figlio Giovanni
(Zaccaria Zanghellini) si lancia in un’impossibile
impresa, abbattere la montagna e riportare il calore del sole nelle
loro vite.
Ambientato in una sorta di strano
medioevo, il film di Naderi sembra essere a metà strada tra un
racconto biblico ed una comune storia di sopravvivenza; ci sono
infatti alcuni elementi che pare vogliano collegare le difficoltà a
cui sono costretti il protagonista e la sua famiglia alla loro
mancanza di fede. Dopo aver cercato infatti invano di prendersi
cura dei suoi cari facendo qualsiasi tipo lavoro, Agostino rifiuta
di lasciare la sua terra, che appartiene alla sua famiglia da
generazioni, e cerca di ristabilire l’equilibrio contando solo
sulle proprie forze, impegnandosi a far tornare la luce.
Nonostante la scelta coraggiosa di
affrontare una storia così allegorica, al film del regista iraniano
non manca di certo qualche difetto. Alla splendida fotografia che è
senza alcun dubbio il vero punto di forza di Monte, si associano
purtroppo un recitazione assai scadente – gli attori riescono ad
essere molto più convincenti utilizzando lo sguardo e la gestualità
più che le parole – e una sceneggiatura fin troppo scarna; i
dialoghi infatti sono ridotti all’osso e la maggior parte del film
è più da vedere che la ascoltare. Il susseguirsi inoltre di alcune
scene identiche e quasi sovrapponibili, non giova all’andamento del
film che risulta fin troppo lento e per certi versi quasi
completamente statico. Ad incantare però è il finale, lungo,
sofferto e maestoso che colpisce lo spettatore con violenza con un
meraviglioso tramonto arancione.
Che si tratti di volontà divina o
di semplice caparbietà, con la vittoria di Agostino e più in
generale con Monte, Amir Naderi celebra la forza
dell’uomo che, nonostante le avversità, grazie al coraggio può
decidere di cambiare il corso della propria vita.
Cambia la data di uscita del film
MONTE di Amir
NADERI, presentato Fuori Concorso all’ultima
Mostra
del Cinema di Venezia. Infatti la
pellicola uscirà nelle sale italiane a partire dal 24
novembre 2016 distribuito da ASAP Cinema
Network
Protagonisti di Monte, sono Andrea
Sartoretti e Claudia Potenza.
MONTEracconta di un passato remoto, in un villaggio
semi-abbandonato ai piedi di una montagna vive Agostino con la
moglie Nina e il figlio Giovanni. La montagna si erge come un muro
contro i raggi del sole, che non arrivano mai a illuminare la loro
terra, ridotta a pietre e sterpaglia. Il film racconta la storia di
quest’uomo e della sua famiglia, la loro sfida quotidiana per
abbattere la montagna, la sua forza ancestrale e riportare la
luce.
Monte
Verità è il nome che è stato dato nel 1900 al Monte
Monescia, una collina sopra la città di Ascona, nel Canton Ticino
Svizzero. L’altopiano dà il titolo al nuovo film di Stefan
Jäger, regista, sceneggiatore e docente svizzero dalla
lunga filmografia durante la quale ha anche spaziato in tematiche e
generi piuttosto diversi tra loro. Presentato due anni fa al
Festival di Locarno, il film racconta una storia di finzione
innestata in una reale dove alcune persone hanno cercato di portare
una rivoluzione d’ideali, in un contesto culturale rigido e
spigoloso.
Monte Verità, la
trama
Siamo all’inizio del XX
secolo e l’unico personaggio inventato è quello della giovane
moglie e madre Hanna Leitner (Maresi Riegner),
anche se il suo sviluppo ha una plausibilità estremamente attinente
con la vita della maggior parte delle donne ricche dell’epoca.
Hanna soffre d’asma, ha due bimbe che ama follemente ma con cui non
può giocare per non affaticarsi su consiglio dei medici che la
seguono. Suo marito (Philipp Hauss) è taciturno,
dispotico, altezzoso e tremendamente stereotipato. Un bel giorno
Hanna inizia una nuova terapia con un dottore allievo di Freud,
tale Otto Gross (Max Hubacher), che le parla di un
posto immerso nella natura in cui poter essere senza vincoli e dove
già alcune persone hanno scelto di trasferire le loro vite.
Tra le primissime
immagini di Monte Verità c’è la fuga
notturna in treno della protagonista, che si affaccia da un
finestrino per guardare sospirante la liberazione appena
conquistata, quando le vola via il cappellino di paglia. Dopo
qualche attimo in cui resta ferma, rientra e si siede
ricomponendosi, guardandosi attorno un po’ in imbarazzo. Una
sequenza estremamente chiara nella sua semplicità, che anticipa
anche la velocità con cui passa via l’intero film, che tenta di
raccontare e parlare di libertà (con la L maiuscola), descrivendo
un periodo storico in cui il concetto rappresentava veramente una
frattura radicale da ogni legame, idea, relazione.
La ricerca della Libertà
Prendere una posizione
come quella dei veri personaggi della storia del Monte
Verità, significava essere radiati dalla società, da ogni
rapporto familiare, amicale e lavorativo. Tant’è che la comunità
che è sorta in quegli anni e durata fino al 1920, è stata
d’ispirazione per il movimento dei figli dei fiori, altro periodo
storico in cui la ribellione dal padre padrone aveva in sé il
desiderio d’interruzione della guerra in Vietnam, o comunque il
bisogno di cercare delle risposte a domande a cui il sistema “dei
grandi” replicava solo con la repressione.
La base vacillante del
film di Stefan Jäger sta proprio qui: nell’aver
preso a modello un fatto poggiato su un contesto in cui la lotta
veniva da menti d’intellettuali, per annacquarla descrivendo lo
svincolo di una giovane donna da un matrimonio opprimente e
violento, certamente, ma stilizzandolo in modo quasi
adoloscenziale. Hanna infatti sfiora alcuni discorsi con gli altri
abitanti della comunità, ma nulla è davvero profondo o
approfondito, come in realtà avrebbe potuto essere per risultare
credibile. Anche i confronti, che pure ci sono, con la sua
precedente vita rimangono sentimentalistici, e il film finisce per
banalizzare anche gli stessi argomenti di cui si fa portavoce.
Un crocevia di artisti
Per il Monte
Verità, all’epoca, erano passati artisti, letterati e
politici di ogni caratura, tra cui Herman Hesse (interpretato da
Joel Basman), la danzatrice Isadora Duncan,
l’anarchico Bakunin, il dadaista Hugo Ball, l’architetto del
Bauhaus Walter Gropius, Paul Klee, solo per citarne alcuni. E tra i
fondatori c’è Ida Hofmann (Julia Jentsch), una
pianista e insegnate di musica.
Stefan
Jäger coglie perciò il pretesto di afferrare temi di cui
oggi l’attualità è infarcita, ma conferendogli un’atmosfera eterea,
magica, marcatamente superficiale, che finisce per essere molto
suggestiva e intrigante – e sicuramente, trattando solo di
fotografia, luci e messa in scena, la resa è indiscutibilmente
buona – attorno a situazioni che, naturalmente, invece, avrebbero
implicato ben più conflitti interiori.
Stando a quanto riportato da
Deadline, la star di The Last of
UsBella Ramsey è
stata scelta per recitare nel dramma in costume per metà storico e
per metà immaginario dal titolo Monstrous Beauty,
in un ruolo che la vedrà interpretare un drammaturgo emergente
coperto di capelli a causa di una rara condizione. Insieme alla
Ramsey, il cast include anche Dominic West
(The Crown), Ruth Negga
(Loving) e Fiona Shaw (Killing
Eve). Un poster pubblicato insieme all’annuncio mostra uno
sfondo colorato con il personaggio della Ramsey incorniciato e con
un velo bianco che le copre la testa.
Monstrous Beauty è stato
scritto e sarà diretto da Romola Garai, segnando
la sua seconda incursione nel cinema dopo il film horror del 2020,
Amulet. Prima di immergersi nel mondo della regia, Garai è
però forse meglio conosciuta per i suoi ruoli in film d’epoca tra
cui Espiazione e Vanity Fair. Per questo suo
nuovo film, Garai modellerà dunque la finzione con la realtà.
Stando alla prima sinossi rilasciata, Monstrous Beauty
sarà ambientato nel 17° secolo e racconterà, come già
accennato, la storia di Barbara Field (Ramsey),
una contadina nata con una rara condizione che la rende ricoperta
di capelli. Barbara è però adeguatamente istruita e, per questo
arriva ad occupare un posto alla corte del re Carlo
II (West) come “meraviglia
naturale“.
Incontrando altri con
caratteristiche fuori dal comune, Barbara si sforzerà di essere
vista oltre il suo aspetto e per il suo talento di drammaturga. A
corte, incontra la famosa attrice Nell Gwyn
(Negga), un’amante del re, che vuole dimostrare a Carlo che c’è di
più in una persona oltre che il suo aspetto. Usando le sue nuove
conoscenze, Barbara otterrà allora l’aiuto del famoso drammaturgo
Aphra Behn (Shaw) per aiutarla a mettere in scena
uno spettacolo per cambiare le opinioni del pubblico. Ad ora, non è
stata fissata alcuna data di uscita per Monstrous Beauty,
ma è possibile dare un’occhiata al primo poster del film qui
sotto.
Josh Grode, CEO di
Legendary Pictures, ha affermato che lo studio ha già una serie di
idee per nuovi film ambientati nel MonsterVerse,
l’universo cinematografico che mira a riunire sul grande schermo
iconici mostri come Godzilla, King Kong e Mothra.
L’universo condiviso è stato
inaugurato nel 2014 con Godzilla
di Gareth Edwards, il primo film ad avere di nuovo
come protagonista l’iconico re dei mostri dalla controversa
pellicola del 1998 diretta da Roland Emmerich. Godzilla è stato
seguito da ben tre film:
Kong: Skull Island,
Godzilla II: King of the Monsters e l’attesissimo
Godzilla
vs. Kong (che in Italia arriverà il prossimo 6 maggio
in esclusiva digitale).
Prima dell’uscita di Godzilla vs.
Kong, in realtà, il futuro del
MonsterVerse era abbastanza incerto, dal momento
che
Godzilla II: King of the Monsters aveva ricevuto
un’accoglienza mista da parte del pubblico e della critica e non
aveva performato al botteghino secondo le aspettative. Godzilla
vs. Kong, invece, si è rivelato un grande
successo, ottenendo maggiori elogi da parte della critica rispetto
ai film precedenti e diventato il più alto incasso al box office
nazionale durante il primo weekend di apertura dall’inizio della
pandemia di Covid-19. z
Ora, Grode a confermato a
Deadline che Legendary sta già esplorando nuove idee per nuovi
film ambientati nel MonsterVerse. Grode ha parlato
del sorprendente successo al botteghino del film di Adam
Wingard e ha rassicurato i fan che si saranno sicuramente
nuovi film ambientati nell’universo condiviso, affermando:
“Abbiamo una serie di idee per nuovi altri film”.
Tutto quello che sappiamo su
Godzilla vs. Kong
Due leggende si scontrano
in Godzilla
vs. Kong: questi mitici avversari si affronteranno
infatti in una spettacolare battaglia senza precedenti, con il
destino del mondo in bilico. Kong e i suoi protettori
intraprenderanno un viaggio pericoloso per trovare la sua vera
casa, e con loro c’è Jia, una giovane ragazza orfana con la quale
ha stretto un legame forte ed unico. Ma si troveranno
inaspettatamente sul cammino di un Godzilla infuriato, che sta
seminando distruzione in tutto il mondo. L’epico scontro tra i due
titani, istigato da forze invisibili, è solo l’inizio del mistero
che giace nel profondo della Terra.
Il film è interpretato
da Alexander
Skarsgård (“Big Little Lies”, “La
tamburina”), Millie
Bobby Brown (“Stranger
Things”), Rebecca
Hall (“Christine”, “La genesi di Wonder Woman”),
Brian Tyree Henry (“Joker”, “Spider-Man: Un nuovo universo”), Shun
Oguri (“Weathering with You – La ragazza del tempo”), Eiza González
(“Fast & Furious: Hobbs & Shaw”), Julian Dennison
(“Deadpool 2”), con Kyle Chandler (“Godzilla II: King of the
Monsters”) e Demián Bichir (“The Nun: La vocazione del male”, “The
Hateful Eight”).
Netflix ha finalmente annunciato i
primi dettagli per la seconda stagione di
Monsters, che servirà da seguito a Dahmer –
Monster:
La storia di Jeffrey Dahmerdello
scorso anno. La prima puntata ha battuto i record di streaming
ottenendo 1 miliardo di ore di visualizzazione nei primi 60
giorni.
Il primo trailer della seconda
stagione di Monsters conferma che il secondo capitolo
dell’antologia si intitolerà Monsters: The Lyle and Erik
Menendez Story. La serie limitata sarà incentrata sul
famigerato caso di omicidio dei primi anni ’90, che ha coinvolto
due fratelli di una famiglia benestante che sono stati condannati
per aver ucciso i loro genitori. Il video include anche un
frammento della vera chiamata dell’11 settembre dei fratelli
Menendez durante la notte dell’omicidio. Dai un’occhiata al teaser
trailer di Monsters Stagione 2 qui sotto:
Chi sono i fratelli Menendez?
Nel 1989, José e Kitty furono
colpiti più volte con un fucile nella loro villa di Beverly
Hills. I loro figli, Lyle ed Erik Menendez, inizialmente non
erano sospettati. Tuttavia, a causa delle spese eccessive dei
fratelli in seguito alla morte dei loro genitori, alla fine sono
stati indsgati come potenziali sospetti. L’accusa li ha accusati di
aver ucciso i genitori per la loro eredità. Durante i processi
molto pubblicizzati, i fratelli hanno rivelato di aver subito
entrambi abusi fisici, emotivi e sessuali per mano del padre, che
li hanno costretti ad uccidere i genitori per paura delle loro
vite.
Nel 1996, Lyle ed Erik
Menendez furono ufficialmente condannati
all’ergastolo. Secondo il sito, Netflix ha anche “accesso
esclusivo” ai fratelli per un prossimo documentario sul controverso
caso.Monsters è co-creato e prodotto esecutivamente
dai collaboratori di lunga data Ryan Murphy e Ian Brennan. Le
puntate future di Monsters racconteranno le storie di altre figure
mostruose che hanno avuto un impatto sulla società.
La prima stagione è stata
interpretata da Evan Peters nei panni di
Jeffrey Dahmer (American Horror Story), Niecy Nash (
Scream Queens ), Penelope Ann Miller (American Crime), Shaun J.
Brown (Run) e Colin Ford (Daybreak), oltre al premio Oscar Richard
Jenkins. Per la sua interpretazione del serial killer Peters ha
vinto un Golden Globe come miglior attore – miniserie.
Monsters è
il film del 2010, opera prima scritta e diretta
da Gareth Edwards, che ne ha curato anche
fotografia, scenografia ed effetti visivi. La prima impressione che
si ha di Monsters è quella di trovarsi di fronte
all’ennesimo disastre-movie a basso costo fotocopia dei vari
successi recenti di Cloverfield e District
9. Ma non appena si fa scivolare via questa prima
impressione quello che viene alla luce è la curiosità per questo
film, realizzato con pochissimi mezzi e post-prodotto quasi
interamente a casa del regista.
La pellicola racconta che sei anni
fa, una sonda della NASA, di ritorno sulla Terra con campioni di
forme di vita aliena, precipitò in America Centrale. Presto, nuove
forme di vita presero a svilupparsi nella zona, e da allora metà
dell’attuale Messico è stato messo in quarantena come “zona
infetta”. Ancora oggi americani e messicani lottano contro
mostruose creature che cercano di uscire dall’area. La storia del
film ha inizio quando un fotografo statunitense accetta di scortare
la figlia del suo capo attraverso la zona infetta fino alla
salvezza, al confine con gli USA.
Seppur con qualche riserva,
il film è strutturato discretamente bene, con un buon montaggio che
fa scivolare via la prima mezzora con un decenti ritmo. Notevoli
gli effetti speciali, soprattutto dopo aver appreso che sono
realizzati dal regista Gareth
Edwards a casa sua. Questo giovane, alla sua opera
prima, è un piccolo genio della computer grafica, che recentemente
ha deciso di passare alla regia. A quanto si apprende dal film,
anche in regia sa il fatto suo. Il film è una di quelle opere prime
che costruiscono dei presupposti interessanti per il futuro di
nuove leve, come negli ultimi anni è successo per il Duncan
Jones di
Moon.
In Monsters
Edwards riesce nell’intento di raccontare una semplice
storia d’amore ambientata in un’America latina ostile all’uomo, che
ospita creature mostruose e imprevedibili. Il punto forte è quello
di essere riuscito a creare un buon equilibrio fra la storia dei
due personaggi ed il loro viaggio farcito di incontri “mostruosi”,
che li porterà alla salvezza, lasciando intravedere anche buone
capacità di costruzione della suspence.
Monsters non è
certo un capolavoro del genere, ma ha del potenziale che ha già
mostrato in gran parte del globo, ricevendo un ottimo riscontro di
pubblico e critica. Come ormai abitudine in Italia il film arriva
con un paio d’anni di ritardo rispetto al resto del Mondo. Il film
è una buona palestra per Edwards che potremo vedere di nuovo
all’opera nel suo prossimo, impegnativo, rilancio del franchise
Godzilla.
Fratelli. Assassini.
Vittime? Mostri? Il primo trailer di “Monsters: La storia
di Lyle ed Erik Menendez” è arrivato. Il secondo capitolo
della serie MONSTERS, dai creatori di DAHMER, sarà disponibile solo
su Netflix dal 19
settembre.
Monsters: La
storia di Lyle ed Erik Menendez
Dopo il grande successo
di DAHMER, la serie antologica di Ryan Murphy e Ian Brennan torna
con Monsters: La storia di Lyle ed Erik Menendez, che racconta il
caso realmente accaduto di due fratelli condannati nel 1996 per
l’omicidio dei genitori José e Mary Louise “Kitty” Menendez.
Mentre l’accusa ritenne
che il movente del crimine fosse l’eredità del patrimonio di
famiglia, i due fratelli giustificarono il duplice omicidio
sostenendo di aver subito numerosi abusi fisici, emotivi e sessuali
da parte dei genitori durante l’infanzia. Ad oggi, Lyle ed Erik
Menendez stanno scontando una condanna all’ergastolo senza
possibilità di libertà condizionale e difendono ancora la loro
tesi.
Monsters: La
storia di Lyle ed Erik Menendez si addentra nel caso
storico che ha fatto il giro del mondo, ha aperto la strada al
fascino moderno del pubblico per il true crime e, in cambio, chiede
a quello stesso pubblico: chi sono i veri mostri?
Creatori & Produttori
Esecutivi: Ryan Murphy, Ian Brennan
Produttori Esecutivi:
Ryan Murphy, Ian Brennan, Alexis Martin Woodall, Eric Kovtun, Scott
Robertson, David McMillan, Louise Shore, Carl Franklin, Javier
Bardem
Regia: Ian Brennan, Max
Winkler, Paris Barclay, Michael Uppendahl, Carl Franklin
Sceneggiatura: Ryan
Murphy, David McMillan, Todd Kubrak, Ian Brennan, Reilly Smith
Cast:
Javier Bardem (José Menendez),
Chloë Sevigny (Mary Louise “Kitty” Menendez), Nicholas
Alexander Chavez (Lyle Menendez), Cooper Koch (Erik Menendez),
Nathan Lane (Dominick Dunne), Ari Graynor (Leslie Abramson)
Cast Aggiuntivo: Leslie
Grossman (Judalon Smyth), Dallas Roberts (Dr. Jerome Oziel), Paul
Adelstein (David Conn), Jason Butler Harner (Det. Les Zoeller),
Enrique Murciano (Carlos Baralt), Michael Gladis (Tim Rutten), Drew
Powell (Det. Tom Linehan), Charlie Hall (Craig Cignarelli), Gil
Ozeri (Dr. William Vicary), Jeff Perry (Peter Hoffman), Tessa
Auberjonois (Dr. Laurel Oziel), Tanner Stine (Perry Berman), Larry
Clarke (Brian Andersen), Jade Pettyjohn (Jamie Pisarcik), Marlene
Forte (Marta Cano)
Durante il processo per gli omicidi
dei loro genitori, José e Kitty, i fratelli hanno citato anni di
abusi come motivo di quanto compiuto. Lyle ed Erik hanno affermato
di averli ammazzati per paura che il padre li uccidesse se lo
avessero denunciato per gli anni di abusi. Con l’arrivo della
serieMonsters: la storia di Lyle ed Erik
Menendez su Netflix,
molti si chiedono cosa sia successo ai veri fratelli Lyle ed Erik
Menendez. Continuate a leggere per sapere tutto quello che c’è da
sapere su di loro.
Monsters: La storia di
Lyle edErik Menendez è basato su una
storia vera?
La risposta è sì. La
nuova serie di Netflix si basa sul caso reale di Lyle ed Erik
Menendez, due fratelli condannati nel 1996 per gli
omicidi dei loro genitori José e Mary Louise “Kitty” Menendez.
In
nove episodi, Monsters: la storia di Lyle ed Erik
Menendez racconta il caso e, come si legge nella sinossi:
“Mentre l’accusa sosteneva che stavano cercando di ereditare il
patrimonio di famiglia, i fratelli sostenevano – e rimangono
irremovibili ancora oggi, mentre scontano l’ergastolo senza
possibilità di libertà vigilata – che le loro azioni derivavano
dalla paura di una vita di abusi fisici, emotivi e sessuali subiti
dai loro genitori”.
Cosa è successo a Lyle
ed Erik Menendez?La vera storia di
Monsters di Netflix
Monsters: la storia di Lyle ed Erik Menendez. Miles
Crist/Netflix
Si può dire che il caso reale dei
fratelli Menendez ha fatto il giro del mondo per una serie di
motivi, non ultimo l’interesse dell’opinione pubblica per le
circostanze della morte di José e Kitty e per le azioni dei
fratelli dopo gli omicidi.
La sera del 20 agosto 1989, Lyle ed
Erik entrarono nella loro casa di Beverly Hills armati di fucile.
Spararono e uccisero i loro genitori. In totale, Kitty fu colpita
da 10 proiettili, mentre il marito José da sei, compreso un colpo
mortale alla nuca.
Dopo gli omicidi, i fratelli sono
rimasti in casa perché pensavano che la polizia stesse arrivando a
causa del rumore degli spari. Una volta arrivata la polizia, i
fratelli hanno raccontato di essere stati tutta la sera al cinema a
guardare Batman e poi al Taste of LA Festival.
Hanno detto di essere tornati a casa
e di aver trovato i genitori uccisi. Credendo alla loro versione
dei fatti, la polizia non ha chiesto ai fratelli l’esame dei
residui di polvere da sparo e ha iniziato le indagini sugli omicidi
di Kitty e José.
Nei mesi successivi alla loro morte,
i fratelli Menendez iniziarono a vivere in modo sfarzoso e a
spendere soldi a un ritmo allarmante. Non solo acquistarono molti
oggetti di lusso, ma fecero anche viaggi internazionali,
acquistarono ristoranti e comprarono case adiacenti a Marina del
Rey. È stato riferito che, collettivamente, i fratelli hanno speso
un totale di 700.000 dollari prima di essere arrestati.
Le loro spese sfarzose non fecero
altro che metterli in sospetto alla polizia, che stava cercando di
restringere i sospetti su chi avesse il movente per l’omicidio di
José e Kitty. Pur sospettando un coinvolgimento della mafia, il
loro obiettivo si concentra a quel punto sui fratelli, che si
dimostrano avere una motivazione finanziaria significativa per gli
omicidi.
La polizia si avvale dell’aiuto
dell’amico di Erik, Craig Cignarelli, al quale propone di indossare
un microfono e di chiedere a Erik se ha ucciso i suoi genitori.
Erik negò, ma in seguito confessò il crimine al suo psicologo,
Jerome Oziel.
Ma la vera svolta nelle indagini
avvenne dopo che Oziel disse alla sua amante Judalon Smyth della
confessione di Erik. I due avevano una relazione e Oziel ruppe i
rapporti con Smyth, che però, in preda alla rabbia, riferì alla
polizia ciò che Oziel le aveva detto su Erik.
I fratelli furono quindi
arrestati nel 1990, sei mesi dopo gli omicidi di José e
Kitty.Lyle fu arrestato l’8 marzo di
quell’anno ed Erik, appena tornato da Israele, si consegnò alla
polizia tre giorni dopo l’arresto del fratello.
Il processo fece scalpore negli
Stati Uniti quando iniziò nel 1993 e fu trasmesso ogni giorno in
diretta da Court TV. I fratelli furono processati separatamente per
i loro crimini, ma entrambi ammisero di aver ucciso i genitori per
legittima difesa.
I fratelli hanno dichiarato
di aver ucciso i genitori per legittima difesa
Hanno descritto di aver temuto per
la loro vita dopo aver subito anni di abusi da parte dei genitori,
ma soprattutto del padre José, che secondo loro aveva abusato
sessualmente di loro per anni.
Durante il processo, Lyle ha
testimoniato in modo dettagliato i presunti abusi del padre e ha
dichiarato di aver persino affrontato José per aver aggredito
sessualmente Erik pochi giorni prima dell’omicidio.
Le accuse di abusi sessuali sono
state confermate da due membri della famiglia, i cugini dei
fratelli Andy Cano e Diane Vander Molen. Cano ha testimoniato che
Erik gli aveva parlato degli abusi quando erano entrambi bambini,
mentre Molen ha detto di aver raccontato a Kitty di un presunto
abuso sessuale di José nei confronti di Lyle. Molen ha detto che,
all’epoca, Kitty le disse che le accuse erano false.
L’accusa sostenne che i fratelli
avevano ucciso i genitori per motivi economici e non per legittima
difesa. Il primo processo si concluse nel 1994 con due giurie
bloccate, con conseguente annullamento del processo. Il secondo
processo si svolse nel 1995, ma questa volta i fratelli furono
processati insieme e non fu così pubblico, poiché il giudice
Stanley Weisberg decise che le telecamere non fossero presenti in
aula.
Ancora una volta, la difesa citò
anni di abusi e, allo stesso modo, l’accusa sostenne che i fratelli
si erano comportati come “bambini viziosi e viziati”. Weisberg
limitò le testimonianze sui presunti abusi dei fratelli e non
permise alla giuria di considerare un verdetto sulle accuse di
omicidio colposo, ma solo di omicidio.
Il 21 marzo 1996, sia Lyle che Erik
furono condannati dopo essere stati giudicati colpevoli di due capi
d’accusa per omicidio di primo grado e cospirazione per omicidio,
ricevendo due ergastoli consecutivi senza possibilità di libertà
vigilata.
Sebbene la giuria abbia notato che
le denunce di abuso non sono state un fattore nelle proprie
deliberazioni, ha deciso di non imporre la pena di morte a causa
della mancanza di precedenti condanne penali dei fratelli.
Dove sono ora Lyle ed
Erik Menendez?
Dopo la condanna, i fratelli sono
stati separati e inviati in carceri diverse. Nel 2018, i
fratelli sono stati riuniti dopo essere stati autorizzati a
scontare la loro pena nello stesso carcere di San
Diego. Sono stati trasferiti nella stessa unità
abitativa, segnando la prima volta che i fratelli si sono visti in
quasi 22 anni.
Nel corso degli anni, i fratelli
hanno presentato molti appelli, ma tutti sono stati respinti.
Proprio l’anno scorso, i fratelli Menendez hanno presentato un
appello per una nuova udienza basata su nuove prove acquisite. I
documenti probatori che hanno presentato includono la testimonianza
di un altro uomo, il membro di una boy-band Roy Rosselló, che ha
affermato di essere stato violentato da José Menendez all’età di 14
anni in un documentario.
L’ufficio del procuratore
distrettuale della contea di Los Angeles ha dichiarato alla CNN nel maggio 2023: “Abbiamo
ricevuto la petizione habeas per la questione Menendez e
attualmente è in fase di revisione”. Secondo il giornalista
Robert Rand, che ha seguito il caso dal 1989 e che ha rivelato
di più ad A&E True Crime, i fratelli consigliano altri
detenuti che hanno subito abusi sessuali e Erik guida vari gruppi
di auto-aiuto in carcere.
Entrambi i fratelli sono anche
sposati: Lyle con la giornalista e avvocato Rebecca Sneed ed Erik
con l’amica di penna Tammi Saccoman, con la quale ha anche una
figlia.
Dopo nove episodi, Monsters:
la storia di Lyle ed Erik Menendez volge al termine. Il
penultimo episodio della serie true crime Netflix di
Ryan Murphy ha visto i fratelli Menendez alle
prese con un secondo processo dopo la giuria appesa nel primo.
Sebbene il verdetto non sia stato quello sperato da tutti, altre
attenuanti hanno fatto sì che il loro caso venisse allontanato dai
riflettori.
Con una svolta un po’ casuale, la
serie si concentra momentaneamente sulla storia di OJ Simpson,
processato per l’omicidio dell’ex moglie Nicole Brown e del suo
amico Ron Goldman nel 1994. Il finale inizia con il controverso
verdetto di OJ Simpson e poi va avanti fino al 1995, quando sia
Lyle (Nicholas Chavez) che Erik (Cooper
Koch) si preparano ad affrontare un nuovo
processo.
La serie “si immerge nel caso
storico che ha preso d’assalto il mondo, ha aperto la strada al
fascino moderno del pubblico per i veri crimini, e in cambio chiede
a quel pubblico: Chi sono i veri mostri?”.
Ecco il cast di Monsters:La storia di Lyle ed Erik Menendez
Ma come si conclude esattamente la
serie? Continuate a leggere per un resoconto completo dell’episodio
finale di Monsters: la storia di Lyle ed Erik
Menendez, la storia romanzata di
Netflix. Se volete sapere cosa è successo
nella storia reale del caso,
potete leggerlo qui.
La spiegazione del
finale diMostri:La storia di Lyle e Erik Menendez
L’episodio inizia all’ombra del
verdetto di
OJ Simpson, che rende Leslie Abramson (Ari Gaynor) pessimista
sulle proprie possibilità al processo. D’altra parte, Lyle pensa
che questo dimostri che hanno una possibilità di essere liberi,
creando un tormentone per il loro processo, ma ammette anche di
aver scritto lettere per chiedere donazioni e di aver ordinato una
nuova parrucca da 2500 dollari per la prigione.
I fratelli litigano animatamente
dopo essersi addossati la colpa l’un l’altro, dopodiché inizia il
secondo processo. A causa del libro appena pubblicato, The
Private Diary of Lyle Menendez: In His Own Words!,
la difesa di Lyle decide di non farlo
testimoniare per poterlo interrogare su ciò che ha
detto al telefono all’autrice del libro, Norma Novelli.
Già all’inizio del processo è chiaro
che le cose non vanno a favore della difesa, poiché la Abramson si
oppone a diverse dichiarazioni, ma il giudice continua a non
tenerne conto. Nel corso del processo, un venditore di auto
testimonia che, dopo aver regalato un’auto a suo figlio Lyle, José
(Javier
Bardem) è stato rimproverato da Lyle per l’auto
stessa, definendola “un pezzo di merda”, a riprova del
comportamento da “monello egoista” di Lyle.
Craig Cignarelli (Charlie
Hall) ci parla anche della loro sceneggiatura di “Friends”
non prodotta, che non ha alcuna somiglianza con la sitcom di
successo. Si tratta invece di una sceneggiatura che i due hanno
scritto su un personaggio di nome Hamilton Cromwell, che uccide i
suoi genitori.
Craig racconta poi che Erik gli ha
detto di essere tornato a casa la notte degli omicidi per prendere
i documenti per il cinema, vedendo che i suoi genitori stavano
dormendo. Quando sono tornati fuori da Lyle, hanno deciso che era
il momento giusto per entrare e ucciderli.
Quando gli è stato chiesto del film
“The Billionaire Boys Club”, Craig ha detto che Erik
conosceva la storia su cui si basava il film di persona grazie al
loro amico Brian. 14 mesi prima dell’omicidio di José e Kitty
(Chloë
Sevigny), Brian ammette che Erik conosceva la storia
dell’omicidio dei suoi genitori. Brian descrive poi come Lyle gli
abbia scritto una lettera dal carcere in cui descriveva un caso
immaginario di visione di A distanza ravvicinata con Lyle e
José.
Alla fine Erik sale sul banco dei
testimoni e viene interrogato dall’accusa, raccontando alla corte
come abbia temuto per la sua vita dopo aver ammesso a Lyle gli anni
di abusi subiti dal padre. L’accusa sostiene che le accuse di abuso
sono una menzogna e che gli omicidi sono stati premeditati.
L’accusa chiama a testimoniare
l’addetto alla pulizia della piscina di casa Menendez, il quale
sostiene che il giorno prima degli omicidi i fratelli non
sembravano affatto spaventati dai genitori.
Allo stesso modo, il capitano della
barca ha affermato che i fratelli non sembravano spaventati dai
genitori il giorno degli omicidi. Anche la governante di casa
Menendez, che ha vissuto lì per cinque giorni alla settimana,
testimonia che la casa non era piena di “urla” e “litigi” come
avevano affermato i ragazzi, così come il collega di lavoro di José
testimonia che José “non era un uomo arrabbiato”.
L’accusa sostiene che si tratta
della “scusa dell’abuso” e in questo processo, il presunto abuso
del fratello è una versione della storia che la giuria chiaramente
non si beve questa volta. Anche Dominick Dunne (Nathan Lane) è
stufo di occuparsi del processo, dice di voler lasciare Los Angeles
e che anche il resto degli Stati Uniti è stanco dei fratelli
Menendez.
Attraverso i suoi racconti agli
amici, apprendiamo che Lyle ha una relazione stabile con Anna
Eriksson e che Erik sta vivendo un periodo difficile in prigione,
con risse e una relazione con Tammi Saccoman.
Cosa succede a Erik e
Lyle alla fine di Monsters?
Alla fine, la giuria
dichiara i fratelli colpevoli di due omicidi di primo grado e di
concorso in omicidio. La giuria si aggiorna per
valutare le due opzioni di condanna: ergastolo senza condizionale o
morte. Nella stanza dei giurati, vediamo che le scintille
continuano a volare tra il gruppo, in disaccordo sulle storie dei
fratelli e sulle accuse di abuso. Uno dei giurati ha un infarto nel
bel mezzo delle deliberazioni e viene sostituito da una
controfigura che sembra confusa su cosa decidere.
Alla fine la giuria
decide per un verdetto di ergastolo senza condizionale
e in seguito la Abramson fa tutto il possibile per garantire che i
fratelli siano tenuti insieme nella stessa struttura. Ma una volta
tornati nelle loro celle, a entrambi i fratelli viene comunicato
che verranno trasferiti.
Anche se sembra che vengano
trasportati insieme, i fratelli vengono fatti salire su auto
separate che alla fine prendono direzioni diverse verso prigioni
diverse, con grande confusione di Erik.
Cosa succede nella scena
della barca alla fine di Monsters?
Sebbene sembri che l’episodio sia
finito dopo la separazione dei fratelli, si assiste a un flashback
del giorno degli omicidi durante la gita in barca dei Menendez.
Vediamo Kitty e José che hanno una
conversazione spensierata sulla pesca degli squali, che presto si
trasforma in un discorso sulla relazione di José a New York. José
le dice che è una cosa passata e dice a Kitty quanto la ama,
dicendo che “ce l’hanno fatta”. Dice a Kitty che dovrebbe tornare a
fare la giornalista, soprattutto perché lui ha intenzione di
candidarsi al Senato.
I due sembrano gioviali e felici,
mentre la telecamera passa a Lyle ed Erik che sono seduti a prua
della barca, lontani dai loro genitori. Kitty chiede a José cosa
stia succedendo, ma i due sembrano non capire. Vediamo poi Erik
chiedere a Lyle: “Non ti stai tirando indietro, vero? Abbiamo
comprato le armi”. “No, facciamolo”, dice Lyle, e suo fratello
ripete la frase mentre guardano il mare.
Dopo il successo di Monster:
la storia di Jeffrey Dahmer nel settembre del 2022, Netflix ripropone la serie con una seconda stagione
altrettanto densa di suspense. Pur trattandosi della stessa
serie televisiva, il soggetto della seconda stagione è un altro
noto caso di agghiacciante cronaca nera: il parricidio dei coniugi
Menendez da parte dei figli Lyle e Erik. La seconda stagione,
formata da nove episodi da circa 50 minuti l’uno, è stata ideata da
Ryan Murphy (American
Horror story,
American crime story) e Ian Brennan (Glee,
Scream Queens). Nel cast di Monsters: la storia di Lyle
e Erik Menendez si ritrovano figure molto note nel
panorama cinematografico internazionale, come
Javier Bardem (Dune,
Non è un paese per vecchi) e Chloe Sevigny
(Zodiac,
Bones and all).
Monsters: una tranquilla domenica
di paura
Il 20 agosto del 1989 Jose e Kitty
Menendez vengono assassinati nella loro lussuosa villa a Beverly
Hills. I primi diretti indagati sono le organizzazioni mafiose,
possibilmente entrate in conflitto con il ricco e ambizioso Jose:
questa è la versione che i figlio Lyle e Erik appoggiano. Tuttavia
la realtà si rivela essere ben diversa.
Tormentato dal senso di colpa per le
sue azioni, Erik, il più giovane dei due Menendez, si rivolge al
suo psichiatra, il dottore Jerome Oziel, per parlare dei propri
istinti suicidi, per poi infine confessare il proprio crimine: aver
ucciso insieme al fratello i propri genitori. Successivamente
entrambi i fratelli continuano delle sedute con il dottor Oziel,
rivelando quanto il padre fosse severo e autoritario, liberi di
parlare per l’obbligo del segreto professionale dello
psichiatra.
La verità, come spesso accade, non
tarda a saltar fuori. Ma tra storie di abusi, testimonianze che
dipingono Jose come un dispotico patriarca e due giovani
assassini/vittime, qual è la verità?
Monsters: i fatti dietro le
bugie
Ciò che caratterizza fortemente
l’intreccio di Monsters è proprio la pluralità di
versioni dei fatti che sono presentate col passare degli episodi.
Inizialmente, l’idea dei fratelli sembrava dovuta ai comportamenti
oppressivi e umilianti del padre, uniti al desiderio dei due di
essere finalmente liberi e indipendenti di scegliere per se
stessi.
Addentrandosi maggiormente nella
storia però i fatti mutano notevolmente: i due Menendez affermano
di aver subito innumerevoli abusi sessuali da parte del padre fin
da piccoli. L’opinione dello spettatore viene divisa: Lyle e Erik
sono veramente dei mostri o sono solo vittime che hanno trovato il
coraggio di reagire? Vari indizi vengono presentati alla corte
nella serie e al pubblico di Netflix a favore di una o dell’altra
narrazione.
Una famiglia disfunzionale
Guardo la mia vita attraverso un vetro appannato -Kitty
Menendez
Nonostante possano non essere
perfettamente chiare le dinamiche degli abusi o dei comportamenti
autoritari di Jose nei confronti dei suoi figli, una cosa è
perfettamente chiara: i Menendez non erano una famiglia felice ed
equilibrata. Di conseguenza, il problema non erano solamente e
propriamente i figli. La stessa Kitty afferma durante la terapia
con il dottor Oziel, durante il percorso psicoterapeutico di gruppo
intrapreso da tutta la famiglia, di sentirsi infelice e di odiare i
propri figli. Jose, dopo aver pagato la cauzione a Lyle e Erik dopo
le loro rapine, si chiede dove abbia sbagliato.
Ciò che resta un mistero però sono
proprio le vicende riguardanti le violenze sessuali: la stessa
Kitty finisce per chiederlo direttamente al marito, ricevendo
tuttavia una risposta molto criptica, che sembra nascondere molto.
A questo proposito infatti, nel maggio del 2023 si è avuta la
riapertura del caso per via della testimonianza del cantante della
band dei Menudo di violenze sessuali da lui subite da parte di Jose
Menendez.
Tratto da una storia vera… di
nuovo
Il true crime sembra essere
diventato da un po’ di anni a questa parte un ottimo archivio di
idee per l’industria cinematografica. A questo proposito, non è la
prima volta che Ryan Murphy da vita a nuovi prodotti basandosi su
storie realmente accaduta. La serie American Crime story ha di
fatto una struttura molto simile a Monsters, pur
analizzando storie differenti. Anche nella seconda stagione di
Monsters si fa riferimento a un caso narrato più
dettagliatamente nella prima stagione della sua serie gemella,
American Crime story: il caso O.J. Simpson.
A questi si aggiungono anche le
recenti miniserie distribuite da Netflix, come Il caso Yara- oltre
ogni ragionevole dubbio e
Per Elisa- il caso Claps. Di conseguenza, Mosters: la
storia di Lyle e Erik Menendez perde un po’ di
originalità, accodandosi a una moda attuale.
Monsters,
Inc. e Prometheus si
incontrano in uno dei tanti fan-made trailer che circolano in rete.
Sono i personaggi del film Pixar ad essere presentati nello stile
cupo e spaventoso di Prometheus, film di
Ridley Scott che aspetta di vedere, nel
2016, l’uscita di un sequel. Ecco il fan-made trailer:
Dopo questo crossover, vi ricordiamo
che Prometheus 2 verrà
rilasciato al cinema il 4 Marzo
2016. Nel primo film il cast era composto
da Noomi Rapace, Michael Fassbender, Guy Pearce, Idris
Elba, Logan Marshall-Green e Charlize Theron. Anche se
nessuno è stato confermato ufficialmente, alcuni di questi nomi
dovrebbero ritornare, per una produzione che entrerà nel vivo in
Autunno.
Tornano in sala di doppiaggio
Billy Crystal e John Goodman che
dopo più di 10 anni daranno di nuovo la voce a Sulley e Mike,
protagonisti di Monsters
University. Ecco un nuovo poster del coloratissimo
film Pixar, che ci porterà alluniversità dove i mostri imparano a
spaventare! Insieme a Crystal e Goodman, fanno parte dei doppiatori
originali anche Steve Buscemi, Helen Mirren e Alfred
Molina.
Ecco tre immagini dell’atteso
prequel di Monsters & Co,
Monsters
University. Nelle foto possiamo vedere i due
protagonisti da ragazzi, quando ancora dovevano imparare a far
paura per bene ai bambini. Le immagini sono state diffuse da Pixar
Times e fanno parte di un documento che racconta qualcosa in più
riguardo alle nuove tecnologie sviluppeta appositamente per il
film.
Ecco le immagini di Mike e Sully
(clikka sulle immagini per vederle al alta risoluzione):
Ecco una breve trama del film: I
18enni Mike Wazowski e James “Sulley” Sullivan, matricole alla
“monsters University”, hanno un desiderio: partecipare al più
prestigioso corso per spaventatori del mondo. Inseguendo questo
sogno, da grandi rivali diventeranno inseparabili amici. La vita
del college non è mai stata così…mostruosamente divertente!
Monsters University sarà prossimamente al cinema!
Qui trovate il divertente teaser trailer del
film che uscirà il prossimo anno.
Continua la promozione del
coloratissimo prossimo film della Pixar che ci porterà indietro nel
tempo, a scoprire cosa facevano all’Università Mike e Sully. Stiamo
parlando ovviamente di Monsters
University, prequel di Monsters &
Co, ambientato appunto durante il periodo
universitario dei protagonisti del bellissimo film Pixar del
2001.
Ecco a seguire tre clip virali che,
promuovendo il film, ci mostrano tutti i pregi della Monsters
University:
Guarda il nuovo Trailer italiano
Monsters
University, il prequel dell’amatissimo classico
Pixar Monsters
& CO (Monsters
Inc.). Gli aspiranti Spaventatori della
Monsters
University sono pronti per fare nuovi amici e vivere
un’avventura da urlo! Eccoli dunque in un nuovo divertentissimo
trailer in italiano del film. Vi ricordo inoltre che lunedì si
chiudono le iscrizioni all’esclusivo concorso MONSTERS UNIVERSITY
DISNEY•PIXAR BUSINESS AWARD che The Walt Disney Company Italia
rivolge agli studenti delle università italiane. In allegato il
comunicato stampa e la locandina, con preghiera di
pubblicazione.
Qui la trama
di Monsters and Co: Alla Monster,
Mike si raccolgono grida di bambini per fornire energia pulita a
tutti gli abitanti di Mostropoli. I bambini non si spaventano più
come un tempo e l’industria minaccia di chiudere, fino a che una
bambina entrerà attraverso il suo armadio nella città dei Mostri,
scatenando il panico e insospettate conseguenze.
E qui la trama di Monsters
University: La matricola Mike Wazowski ha sognato di
diventare uno spaventatore sin da quando era un piccolo mostro e sa
meglio di chiunque altro che i migliori spaventatori vengono dalla
Monsters University (MU). Ma durante il primo semestre proprio alla
MU, i suoi piani vengono sconvolti dall’incontro con lo spocchioso
James P. Sullivan, detto “Sulley”, uno spaventatore dal talento
naturale. Il loro spirito competitivo fuori controllo li farà
cacciare dall’esclusivo programma per spaventatori dell’Università
e, come se ciò non bastasse, si renderanno conto che l’unico modo
per rimettere le cose a posto sarà quello di lavorare insieme,
facendo squadra con un gruppo di mostri scapestrati.
Ricco di risate e divertimento, il
nuovo capolavoro Disney Pixar Monsters
Universityè diretto da Dan Scanlon
(Cars, Mater and the
Ghostlight, Tracy), prodotto da Kori
Rae (Up, Gli
incredibili, Monsters& Co.) e
vanta le musiche del compositore premio Oscar Randy Newman
(Monsters & Co., Toy Story 3), uno dei nomi
che da quest’anno entrerà a far parte della Rock and Roll Hall of
Fame. Il film arriverà nelle sale italiane il 21 agosto 2013, in
Disney Digital 3D.