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La spada nella roccia: curiosità, canzoni e significato del Classico Disney

Nel lungo e glorioso elenco dei Classici Disney, La spada nella roccia viene troppo spesso dimenticato o sottovalutato. Esso è però una brillante rilettura della leggenda di Re Artù, nonché uno dei più divertenti e bizzarri tra i vari film d’animazione realizzati dal celebre studios. Distribuito al cinema nel 1963, il film è diretto da Wolfgang Reitherman, ed è anche stato l’ultimo ad essere prodotto sotto la supervisione di Walt Disney, scomparso nel 1966.

Dotato di memorabili canzoni, scritte e composte dai fratelli Robert e Richard Sherman, il film è basato sull’omonimo romanzo di T. H. White, pubblicato nel 1938. Questo propone una rielaborazione dell’infanzia di Artù, combinando una serie di generi tra cui il fantasy e la commedia. Grazie alla presenza di personaggi iconici e situazioni divenute parte dell’immaginario collettivo, il titolo si è negli anni affermato nel cuore di grandi e piccoli.

Al momento della sua uscita, fu uno dei maggiori successi del suo anno. A fronte di un budget di soli 4 milioni di dollari, questo arrivò ad incassare complessivamente circa 34 milioni nel mondo, grazie anche alle diverse riedizioni curate negli anni. La spada nella roccia si è inoltre affermato come uno dei più complessi film d’animazione dello studios, nonché carico di elementi filosofici che lo contraddistinguono dagli altri Classici. Un film che merita di essere riscoperto e apprezzato nelle sue numerose particolarità.

La spada nella roccia: la trama, i personaggi e la genesi del film

La vicenda ha inizio nel momento in cui il re d’Inghilterra, Uther Pendragon, muore senza lasciare eredi al trono. Miracolosamente, a Londra appare una spada conficcata in un’incudine e sopra di essa vi è incisa una profezia: chiunque riuscirà ad estrarla sarà il nuovo re. Nessuno sembra tuttavia in grado di riuscire nell’impresa, e la spada viene ben presto dimenticata. Diversi anni dopo, Artù, un orfano dodicenne soprannominato Semola, accompagna il fratello adottivo Caio in una battuta di caccia. Quando una delle frecce di Caio finisce accidentalmente nel bosco, il ragazzino viene mandato alla sua ricerca. Addentratosi nel bosco, il giovane si ritrova al cospetto di Merlino, un anziano e potente mago.

Questi si offre di diventare il precettore del giovane e lo accompagna a casa sua, al castello di Sir Ettore, il padre adottivo di Semola. Quella stessa notte, Sir Pilade, amico di Sir Ettore, arriva con la notizia che l’annuale torneo tra cavalieri si terrà a Londra e il vincitore sarà incoronato re. Ettore decide quindi di preparare suo figlio Caio per l’evento e nomina Artù suo scudiero. Tra gli insegnamenti di Merlino e imprevedibili quanto comici eventi, Semola cresce da un punto di vista intellettivo ed emotivo, ignaro che un glorioso futuro lo attende.

La volontà di realizzare un film tratto dal romanzo omonimo nacque in Disney nello stesso 1938. Egli ne acquisì subito i diritti, convinto dal potenziale della storia. Tuttavia, con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale la produzione del film venne sospesa e rimandata. Nel corso degli anni Quaranta e Cinquanta questa venne più volte messa in programma e puntualmente rimandata. Soltanto nel 1960 Disney si decise a dare il via definitivo alla sua realizzazione. Un team di esperti animatori si misero così a ricercare la giusta formula per dar vita ai mitologici eventi della storia, cercando allo stesso tempo di costruire una narrazione più coesa e di semplice fruizione.

La spada nella roccia significato

La spada nella roccia: le differenze con il libro e il significato del film

Nell’adattare il libro di White, gli animatori e gli sceneggiatori della Disney dovettero ricorrere ad alcuni “tradimenti” nei confronti di questo. Ciò è motivato dalla necessità di dar vita a delle soluzioni più confacenti con la natura cinematografica del progetto. In particolare, per conferire un tono più fanciullesco al tutto l’età del protagonista è stata abbassata dai sedici ai dodici anni. Si è poi reso necessario inserire nel film degli opponenti ed un vero e proprio nemico. Nel libro, infatti, Sir Ettore e Caio sono personaggi positivi, mentre nel film ostacolano in più modi Artù.

Il celebre personaggio di Maga Magò, invece, era presente soltanto nelle edizioni originali del romanzo, mentre era stata rimossa dalle stesure revisionate. Disney, però, avvertiva la necessità di conferire alla storia un nemico concreto, e vide tale possibilità nella Maga, che venne quindi recuperata per la pellicola. Il suo scontro con Mago Merlino si basa invece su quello che nel libro quest’ultimo intrattiene con un’ancella della Dama del Lago. Tale episodio, però, si svolge dopo l’incoronazione di Artù, mentre nel film avviene prima di essa.

Al di là della magia e del fantasy, La spada nella roccia è un vero e proprio racconto di formazione. L’istruzione di Artù avviene tramite l’aiuto del mentore Merlino, il quale lo aiuta a trovare il proprio posto nel mondo. Egli lo sprona a perseguire il bene, facendo in modo che il ragazzo creda sempre di più in sé stesso e impari a superare le difficoltà che gli si parano di fronte. Le situazioni a cui lo sottopone (la trasformazione in pesce e in scoiattolo) gli serviranno per imparare le leggi della società e dell’amore.

Particolarmente significativo è anche lo scontro tra Merlino e Maga Magò. Questi sono l’uno l’opposto dell’altro, e dalla loro sfida a suon di magia Artù imparerà un importante lezione: la saggezza trionfa sempre sulla forza bruta. Più la Maga si trasforma in creature grandi e forti, più Merlino si rimpicciolisce, fino a diventare un virus con cui sconfigge l’avversaria. Il piccolo ha trionfato sul grande, la saggezza sui muscoli. L’estrazione della spada nella roccia, a questo punto, diventa il coronamento di un percorso di crescita, il quale è alla base di questo racconto senza tempo.

La spada nella roccia: le canzoni, il live-action e dove vedere il film streaming

Ad accompagnare il racconto di Artù e Merlino vi sono alcune tra le più celebri canzoni dell’universo Disney. Composte dai fratelli Sherman, queste arricchiscono di significato le situazioni mostrate, permettendo così al loro significato più intrinseco di arrivare nei cuori e nella mente dello spettatore. In particolare, Questo il mondo fa girar si può ascoltare nella sequenza in cui Artù viene trasformato in pesciolino, e descrive le varie leggi che governano il mondo e la società. Iconica, per la sua particolarità e per la bellezza della scena a cui è associata, è anche Higitus Figitus, cantata dallo stesso Merlino.

Dati i successi dei rifacimenti in live-action dei propri Classici, la Disney ha annunciato nel 2015 di aver in programma anche un remake de La spada nella roccia. Questo verrà scritto da Bryan Cogman, autore di diversi episodi di Il Trono di Spade, ed esperto di genere fantasy. Nel 2018 viene annunciato che le riprese sono previste per il 2019, con la regia di Juan Carlos Fresnadillo, e che il titolo dovrebbe essere reso disponibile nel 2020 direttamente sulla piattaforma Disney+.

Per gli appassionati di La spada nella roccia, o per chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali piattaforme streaming oggi disponibili. Il film è infatti presente a noleggio su Rakuten TV, Chili Cinema, Tim Vision e Apple iTunes. È inoltre presente nel catalogo di Disney+. In base alla piattaforma scelta, sarà possibile noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale al catalogo. In questo modo sarà poi possibile fruire del titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video.

https://www.youtube.com/watch?v=KnL0rYFKuL4

Fonte: IMDb

 

 

La Spada nella Roccia, da oggi disponibile su Disney+

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La Spada nella Roccia, da oggi disponibile su Disney+

Lo scorso 24 marzo, al debutto di Disney+, moltissimi abbonati al servizio di streaming della Casa di Topolino avevano notato l’assenza di uno dei classici d’animazione più amati della produzione disneyana, La Spada nella Roccia.

Da oggi, per fortuna, quella lacuna del catalogo Disney+ è stata colmata e infatti potete godere del film in tutta la sua magica bellezza (qui).

Rispolverate la magia del classico con la bellissima introduzione del film:

La spada nella roccia: recensione

La spada nella roccia (The Sword in the Stone) è un film del 1963 diretto da Wolfgang Reitherman. È un film d’animazione prodotto dalla Walt Disney Productions e uscito negli Stati Uniti il giorno di Natale del 1963, distribuito dalla Buena Vista Distribution. 18° Classico Disney, fu l’ultimo ad uscire prima della morte di Walt Disney ed è stato anche l’ultimo ad essere prodotto tutto sotto la supervisione di quest’ultimo.

Nel 2015 arriva la prima notizia dell’entrata in produzione di un live action del film, mentre nel 2018 la Disney ha annunciato che Juan Carlos Fresnadillo avrebbe diretto il film.

La spada laser può distruggere lo scudo di Cap? Le risposte di Mark Hamill e Chris Evans

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Tra un cavaliere Jedi e un Avenger, chi avrebbe la meglio? Ma soprattutto: riuscirebbe la forza della spada laser a distruggere l’inossidabile scudo di Captain America?

Domande curiose che si è posto un giovanissimo fan, sottoponendo la questione al diretto interessato Mark Hamill (lui che di spade laser ne ha impugnate a volontà nell’universo di Star Wars). E, come previsto, è arrivata la risposta dell’attore su Twitter: “Nell’universo Marvel non succederebbe mai. In quello di Star Wars però Luke non combatterebbe contro un eroe, ma se dovessero chiederglielo, potrebbe ridurre lo scudo in mille pezzi“.

Spada laser vs scudo di Captain America

Il tempo di leggere cosa aveva da dire Hamill, ed è comparsa subito dopo la replica dell’altro diretto interessato, Chris Evans (interprete di Steve Rogers nel MCU):

È una follia. Adesso ho le stelle ninja fatte di vibranio“.

https://twitter.com/ChrisEvans/status/1012072458604736514?ref_src=twsrc%5Etfw&ref_url=http%3A%2F%2Fcomicbook.com%2Fmarvel%2F2018%2F06%2F28%2Fmark-hamill-chris-evans-lightsaber-cut-vibranium-star-wars-mcu%2F

La spada di Hok: in arrivo il sequel dopo 35 anni

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La spada di Hok: in arrivo il sequel dopo 35 anni

spada_di_hok_jack_palance_terry_marcelNuovi sequel stanno per prendere vita, uno di questi è quello del film del 1980 La spada di Hok, diretto da Terry Marcel, che ritorna dopo ben 35 anni dalla sua ultima avventura. E proprio il regista è in procinto di lanciare una campagna crowdfunding per il sequel.

Per chi non conoscesse la trama, il film raccontava le avventure di Hok (John Terry), che lotta contro suo fratello malvagio Voltan (Jack Palance). Nel film presenti anche Bernard Bresslaw e Roy Kinnear. Voltan uccide il padre e rapisce una suora. Hok inizia la missione di salvataggio con una maga, un nano, un elfo, un gigante con una grande mazza, e l’antico potere della Spada della Mente.

I dettagli de La spada di Hok sono abbozzati al momento, in attesa di un annuncio vero e proprio, il prossimo mese, da parte di Marcel. Sappiamo già che Marcel delegherà i compiti del regista, ma non si sa ancora chi sarà a sostituirlo. Bisogna anche vedere se il cast sarà lo stesso, o se sarà quello di ”Hawk The Destroyer”, sequel mai realizzato. Come ultimo aggiornamento, Marcel ha annunciato sulla pagina Facebook del film che Rick Wakeman si occuperà della colonna sonora.

“La spada di Hok è stato importante per me come ragazzo”, afferma il CEO di Rebellion, Jason Kingsley, ‘‘ed è rimasto una pietra miliare importante per me ora come adulto. Aprì un sentiero luminoso per i film magici con spade e di stregoneria per gli altri a seguire. Sono lieto, e un po’ intimorito, di far parte del team che contribuirrà a creare altre avventure per Hok e i suoi amici”.

“Questo è un sogno che si avvera”, dice Marcel. “Sono felice di poter lavorare con un vero fan di spada-e-stregoneria, poiché le possibilità di Hok sono infinite – continuate a guardare fan di Hok!”

https://www.youtube.com/watch?v=3ykit7uiQOk

Fonte

La sottile linea rossa: trama, cast e curiosità sul film di Terrence Malick

Dopo vent’anni di silenzio, nel 1998 il celebre regista Terrence Malick torna al cinema con quello che è ancora oggi considerato il suo massimo capolavoro. Si tratta di La sottile linea rossa, film di guerra unico nel suo genere, attraverso il quale emergono i tormenti interiori di un gruppo di soldati costretti a misurarsi con gli orrori della Seconda guerra mondiale. Malick è infatti noto per il suo perfezionismo maniacale, come anche per le profonde riflessioni filosofiche e spirituali di cui i suoi film sono intrisi, con tanto di vero e proprio viaggio nella mente dei personaggi attraverso la loro voce narrante.

Quello di La sottile linea rossa è un progetto cullato per circa dieci anni, periodo di tempo in cui il regista si è dedicato ad un minuzioso e ambizioso adattamento dell’omonimo romanzo del 1962 di James Jones. Vero reduce della guerra nel Pacifico, questi racconta qui la sua esperienza durante la battaglia del Monte Austen, nell’ambito della campagna di Guadalcanal. A ritardare la realizzazione del film vi furono inoltre i particolari metodi di ripresa tipici del regista. Questi decise infatti di girare spesso in condizioni estreme, avvalendosi di fonti luminose diverse, sino a dar vita ad una prima versione del film lunga ben sei ore.

Dopo un drastico taglio in fase di montaggio, riducendo il film a metà della sua durata originale. Nonostante ciò, poco o nulla della sua bellezza è andata persa, e ancora oggi si tratta di un’opera senza tempo, capace di comunicare come pochi film del suo genere lo stato d’animo di personaggi e l’atmosfera delle vicende da loro vissute. Prima di intraprendere una visione del film, proseguendo qui nella lettura sarà possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e ad altre curiosità. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La sottile linea rossa: la trama del film

La vicenda narrata si svolge nel 1942, nell’isola di Guadalcanal, appartenente all’arcipelago delle Isole Salomone. Qui la compagnia di fucilieri Charlie viene inviata alla conquista di un campo d’aviazione giapponese posto in cima alla collina dell’isola. Il gruppo di militari è guidato dal mite capitano Staros, il quale esegue gli ordini dell’ambizioso colonnello Tall. Durante il lungo e sanguinoso assalto, gli uomini avranno modo di confrontarsi tanto con il luogo che li ospita quanto con sé stessi, interrogandosi sulla follia di quella guerra. Tra tutti, spiccheranno le vicende del soldato Witt, del soldato Bell e l’inevitabile scontro tra Tall e Staros. Le loro azioni segneranno in modo talvolta imprevedibile l’esito della missione.

La sottile linea rossa cast

La sottile linea rossa: il cast del film

Al momento di dover produrre il film, data la sua complessità, i produttori convinsero Malick a coinvolgere attori particolarmente noti nel progetto. Il primo a dichiararsi disponibile fu Sean Penn, disposto persino a lavorare gratis pur di poter prendere parte al nuovo film del regista. A lui è stata assegnato il ruolo del cinico sergente Welsh. Dopo di lui, numerosi attori si proposero per recitare in La sottile linea rossa, dando vita ad una lunga fase di provini. Adrien Brody finì con l’interpretare il caporale Geoffrey Fife. Questi doveva essere uno dei protagonisti del film, ma finì con il rappresentare poco più di un cameo in seguito ai tagli effettuati al montaggio. Jim Caviezel dà invece vita al soldato Robert Lee Witt, mentre Ben Chaplin è il soldato Jack Bell.

George Clooney interpreta il capitano Charles Bosche. Questi lavorò sul set per due settimane, ma anche lui vide drasticamente ridotta la sua presenza dopo i tagli di montaggio. Finì infatti con l’apparire in scena per meno di un minuto. Woody Harrelson, che interpreta il sergente Keck, rimase sul set ben oltre quanto per lui previsto solo per poter osservare Malick al lavoro. Sono poi presenti attori come John Cusack nei panni del capitano John Gaff, Jared Leto in quelli del secondo tenente William Whyte e John Travolta per il brigadier generale Quintard. Nick Nolte interpreta il tenente Tall, mentre Elias Koteas il capitano Staros. Numerosi sono inoltre gli attori che hanno recitato nel film e che sono stati del tutto tagliati dal film. Tra questi si annoverano Gary Oldman, Mickey Rourke, Viggo Mortensen e Billy Bob Thornton.

La sottile linea rossa: le riprese, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Come accennato, con questo film Malick portò le proprie particolari tecniche di ripresa a nuovi livelli. Nei cento giorni dedicati al set, egli sperimento diversi risultati con la luce naturale e artificiale. Non volendo attendere per l’illuminazione giusta, decise infatti di girare la stessa scena per tre volte, ogni volta con condizioni di luce diverse, così da avere maggior scelta in fase di montaggio e prediligere l’illuminazione che riteneva più adeguata ad ogni sequenza. Allo stesso modo, durante le scene dedicate alle battaglie più crude decise di distogliere l’attenzione da queste, come per pudore e rispetto, e andare piuttosto ad inquadrare elementi naturali presenti sul luogo. Tecniche come queste hanno così portato il film ad ottenere quello spiritualismo tipico del cinema di Malick.

Per poter ritrovare tutto ciò, è possibile fruire di La sottile linea rossa grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Amazon Prime Video e Disney+. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente, in prima visione assoluta, nel palinsesto televisivo di martedì 2 marzo alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Fonte: IMDb, FilmComment

La sorgente dell’Amore: recensione del film di

La sorgente dell’Amore: recensione del film di

In La sorgente dell’amore in un ameno e sperduto villaggio arroccato sulle montagne di un non meglio precisato paese tra il nord Africa e la penisola arabica, le donne della piccola comunità sono costrette a scarpinare per centinaia di metri in salita pur di raggiungere l’unica sorgente d’acqua disponibile. Come per le loro madri e le madri delle loro madri, così è per loro; mentre i mariti disoccupati bivaccano al bar a bere the,  le donne, giovani, vecchie ed addirittura gravide sono costrette a questo faticosissimo supplizio giornaliero pur di garantire acqua alla famiglia. Tutto questo sino a quando la giovane e bella Leila (Leila Bekhti), nata nel sud, nelle terre del grande deserto, spingerà le compagne a dire basta e a reagire a quello stato di cose. Leila convincerà le altre donne del villaggio a cominciare una singolare forma di sciopero: lo sciopero dell’amore. Come previsto gli uomini del villaggio, soprattutto i più anziani ed i più integralisti, non la prenderanno bene e cercheranno con ogni mezzo di intimorire e spegnere l’ardore rivoluzionario delle agitate consorti.

Radu Mihaileanu dirige e co-produce questo interessantissimo La sorgente dell’amore che affronta con serietà e profondità la questione della donna e del suo ruolo all’interno della società musulmana. La sorgente dell’amore, che figura nella selezione ufficiale del Festival di Cannes 2010, espone con una certa completezza di argomenti l’attualissimo dibattito inerente alla donna nel mondo arabo, sezionando la questione da diversi punti di vista e confrontando le varie interpretazioni coraniche.

E’ giusto che alla donna sia vietato di istruirsi, di crearsi delle opinioni e di avere un ruolo attivo nella società musulmana? E’ proprio vero che il Corano impedisce ad essa di parificarsi ai diritti propri dell’uomo? La sorgente dell’amore parte dalla circoscritta lotta per l’acqua per giungere ad un dibattito dal respiro più ampio e complesso come testimoniano gli interessantissimi dialoghi finali tra le donne del villaggio e l’Imam locale.

Radu Mihaileanu è un regista francese di religione ebraica che ha partorito questa storia prendendo spunto da un episodio accaduto realmente e recentemente in un piccolo villaggio della Turchia. Il bravo regista francese per documentarsi a dovere sulla realtà che stava andando a rappresentare ha trascorso diversi mesi girando e visitando piccoli villaggi montani sparsi per il territorio arabo;  molti dei personaggi del film hanno contorni e caratteristiche ispirati a personaggi realmente conosciuti. Ottimo il risultato e soprattutto la scelta degli interpreti trai quali spiccano la bella protagonista Leila Bekhti e il giovane ed aitante marito Saleh Bakri. Interpretazioni convincenti e spontanee accompagnate ad un’ineccepibile ricostruzione scenografica.

La sorgente dell’amore di Mihaileanu se difetta in qualcosa è in una lunghezza forse eccessiva ma lascia un segno importante nella mente dello spettatore il quale ha modo di conoscere meglio e da un’angolazione nuova una società chiusa e tanto diversa come quella del film. Ne La sorgente dell’amore non si vuole accusare o additare tutto il mondo musulmano, al contrario si vuole dare voce ad un islamismo illuminato e liberale che esiste e che l’occidente deve aiutare ad emergere.

In uscita nelle sale italiane il prossimo 9 marzo, La sorgente dell’amore è un film coinvolgente e ben fatto, un film che difficilmente troverete nei multisala, ma che merita di essere cercato e visto.

La Sony svela i loghi ufficiali di Venom 3 e Karate Kid

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La Sony svela i loghi ufficiali di Venom 3 e Karate Kid

Manca ancora molto all’uscita di Venom 3, ma la Sony Pictures, svelando la sua line-up per il 2024 al CES 2024, ha finalmente rivelato il primo logo ufficiale del film, insieme anche a quello del nuovo Karate Kid. Per quanto riguarda il logo di Venom 3, questo assomiglia ai due precedenti titoli dedicati al celebre simbionte, ma potrebbe facilmente essere un logo temporaneo. Si prevede infatti che, proprio come per il secondo capitolo, Venom: La furia di Carnage, anche questo terzo film avrà un sottotitolo, per cui è lecito aspettarsi che un nuovo logo del film verrà prima o poi fornito, comprensivo di tale aggiunta.

Oltre a questo, come anticipato, è poi stato presentato anche il logo di Karate Kid, un nuovo film del franchise che riporterà in scena il karate kid originale Ralph Macchio e Jackie Chan, che aveva invece recitato in qualità di maestro nel reboot. A novembre è infatti stato annunciato che Macchio e Chan si riuniranno per questo nuovo film nel 2024 e che è ancora in corso il casting per una nuova star bambina che interpreti il personaggio principale. Ad oggi non sono ancora stati rivelati altri dettagli sulla trama, per cui non resta che attendere maggiori comunicazioni da parte della Sony. Intanto, ecco qui di seguito i loghi presentati, riportati da Rotten Tomatoes:

Venom 3, tutto quello che sappiamo sul film

A maggio, il titolo provvisorio di Venom 3 è stato rivelato essere Orwell, che alcuni fan hanno preso come riferimento a Orwell Taylor della Marvel Comics, un ex generale dell’esercito degli Stati Uniti che formò la squadra di supercriminali cacciatori di Venom nota come “Jury”. Il personaggio di Orwell ha svolto un ruolo di primo piano nella miniserie Venom: Lethal Protector dello scrittore David Michelinie e dell’artista Mark Bagley, che ha segnato il primo titolo da solista di Venom quando è stato lanciato nei primi anni ’90. In attesa di una conferma sul titolo ufficiale, restano sconosciuti i dettagli della trama. Il film sarà distribuito in sala dalla Sony dall’8 novembre 2024.

Oltre al ritorno di Hardy nel ruolo di Venom/Eddie Brock, Venom 3 introdurrà la star di Ted Lasso, Juno Temple, in un ruolo significativo anche se sconosciuto. Anche la star di Doctor Strange Chiwetel Ejiofor, che interpreta lo stregone Karl Mordo nel Marvel Cinematic Universe, è stata confermata per il cast di Venom 3 in un ruolo a sua volta sconosciuto. Al momento della stesura, Hardy, Temple ed Ejiofor sono gli unici tre attori ufficialmente coinvolti nel progetto, lasciando i fan a ipotizzare se Michelle Williams e/o Stephen Graham torneranno per riprendere i rispettivi ruoli di Anne Weying e il detective Mulligan dal precedente Venom ( 2018) e Venom: La furia di Carnage (2021).

La Sony porta sugli schermi la serie tv Good Times

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La serie tv degli anni ’70 Good Times, che negli USA ebbe una certa popolarità, venendo in seguito diffusa in Italia da varie reti locali, potrebbe diventare un film.

A mettere in cantiere il progetto è stata la Sony; il progetto è attualmente seguito da Scott Rudin, che avrebbe già individuato in Phil Johnston (co-sceneggiatore di Ralph Spaccatutto) la persona giusta cui affidare la scrittura del film.

Trasmessa dalla CBS a cavallo tra il 1974 e il 1979, ambientata a Chicago, Good Times narrava le vicende di una famiglia di colore di ceto medio basso; del cast faceva parte, tra gli altri, John Amos, che in seguito ha visto proseguire con alterne fortune la propria carriera sul piccolo schermo, con qualche apparizione cinematografica (era uno dei ‘cattivi’ di 58 Minuti per morire); del cast ricorrente faceva parte anche l’allora giovanissima Janet Jackson, mentre ad alcuni episodi ha partecipato Louis Gossett Jr.

Fonte: Empire

La Sony per un film sul videogioco Shadow of the Colossus!

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La Sony per un film sul videogioco Shadow of the Colossus!

Shadow of the Colossus-film

La Sony Pictures adatterà per il grande schermo un film tratto dal videogioco Shadow of the Colossus, e per scrivere la sceneggiatura ha ingaggiato Seth Lochhead,

La Sony mette le mani su Wadjda della saudita Haifaa Al-Mansour, acclamato a Venezia

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La Sony Pictures ha acquisito dalla berlinese Razor Films tutti i diritti nordamericani per il film saudida Wadjda; primo film girato interamente in Arabia Saudida, nonché primo lungometraggio opera di una regista dell’enorme regno arabo, Wadjda apre una breccia in un mondo chiuso, cristallizzato, medievale. Wadjda è il nome della protagonista, una ragazzina che malsopporta le regole della rigida società in cui vive; intenzionata a trovare il denaro per una biciletta, la piccola cerca con questo scopo di vincere una gara di recitazione di versetti coranici…

Recentemente apprezzato al Festival di Venezia, Wadjda è stato proiettato con successo anche al Telluride Film Festival. Sony e Razor Films hanno già collaborato per Valzer con Bashir (2008), capolavoro d’animazione firmato Ari Folman. Wadjda sarà nelle sale nel 2013.

Fonte: Coming Soon

La Sony in trattative per il film di Assassin’s Creed!

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La Sony in trattative per il film di Assassin’s Creed!

Arriva una notizie che in molti attendevano da tempo: la Sony Pictures ha stretto  un importante accordo con Ubisoft con la quale ha acquistato  i diritti di produzione di Assassin’s Creed. 

La Sony distribuisce Infinitely Polar Bear con Mark Ruffalo

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La Sony distribuisce Infinitely Polar Bear con Mark Ruffalo

infinitely polar bearLa Sony Pictures ha annunciato oggi di aver acquistato i diritti del Nord American, della Germania, del Regno Unito, Della Scandinavia, dell’Europa dell’Est e della Russia per il debutto cinematografico di Maya Forbes, Infinitely Polar Bear. Il film, che è stato scritto dalla stessa Forbes, è interpretato da Mark Ruffalo e Zoe Saldana ed è stato presentato al Sundance 2014 con un’accoglienza straordinaria.

Il film è prodotto da Paper Street Films e Park Pictures Features, in associazione con la Bad Robot e la KGB MediaWally Wolodarsky, Benji Kohn, Bingo Gubelmann, Sam Bisbee e Galt Niederhoffer hanno prodotto il film che ha avuto come produttori esecutivi J.J. Abrams, Bryan Burk, Austin Stark, Ruth Mutch, Noah Millman, Mark Ruffalo, Jackie Kelman Bisbee, Danny Rifkin, Tom Valerio e Richard Rifkin.

Ambientato alla fine degli anni ’70, il film ha per protagonista un padre incasinato che cerca di riconquistare la moglie prendendosi cura delle sue giovani figlie. Le ragazze molto sveglie non rendono semplice il suo compito.

“Sono elettrizzata – ha confessato la regista e sceneggiatrice Maya Forbes – Sony Pictures Classics ha sempre distribuito film che volevo vedere. Il film è piaciuto tantissimo al pubblico del Sundance e penso che Michael, Tom e Dylan avranno dei piani straordinari per espandere quell’esperienza. Infinitely Polar Bear non poteva trovare una casa migliore.”

Il produttore esecutivo J.J. Abrams ha aggiunto: “Il film di Maya è audace, divertente, intuitivo e reale. Noi alla Bad Robot non potevamo essere più orgogliosi di essere coinvolti nel film, o più eccitati di avere una distribuzione Sony Classic.”

Fonte: CS.net

 

La Sony disposta a cedere Spiderman?

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spiderman sonyLa Sony potrebbe seriamente considerare una proposta dall’investitore Daniel Loeb al quale il gruppo potrebbe offrire parte del suo reparto musicale e cinematografico, in questa seconda parte sono i franchise di Spiderman e di Residente Evil.

Così dichiara The Register su ComicBookMovie. Sappiamo infatti che la Sony ha diversi problemi finanziari che si potrebbero risolvere con la cessione di parte dei prodotti di punta all’investitore Daniel Loeb, che ha fatto una proposta alla compagnia che quest’ultima non può permettersi di rifiutare alla cieca.

Cedendo parte dei suoi franchise, la Sony potrebbe salvarsi e monetizzare, tuttavia perderebbe l’unico supereroe che al momento è fuori dalle grinfie della Marvel Studio. Così facendo il destino cinematografico di Spiderman potrebbe stravolgersi e si potrebbe addirittura arrivare alla realizzazione di un film sugli Avengers in cui Spidy compare e prende il suo posto nel gruppo di supereroi. Tuttavia, per ora, si tratta solo di speculazioni, e la Sony non ha ancora concesso nulla. Vi terremo aggiornati.

Fonte: CBM

La Sony annuncia il The Amazing Spider-Fans Program

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La Sony annuncia il The Amazing Spider-Fans Program

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La Sony Pictures ha annunciato oggi un nuovo programma di fidelizzazione e di concorsi a premi dal titolo The Amazing Spider-Fans Program, legato alla release di The Amazing Spider-Man 2 la prossima estate. Ecco i dettagli ufficiali di seguito:

Registrati per essere uno dei primi a scoprire tutte le novità circa The Amazing Spider-Man 2. Dopo esserti registrato attraverso l’account del tuo social network preferito, riceverai ogni settimana, vie e-mail, una missione da svolgere insieme a notizie sempre aggiornate e interessanti. Di qualsiasi cosa si tratti, ogni aggiornamento ti permetterà di guadagnare punti per la missione che ti è stata assegnata; questi punti ti permetteranno di partecipare alle estrazioni mensili o, addirittura, di vincere il primo premio.

Potrai monitorare la tua situazione attraverso la classifica settimanale. Più parteciperei alle missioni settimanali, più punti accumulerai, e più possibilità ci saranno per te di vincere fantastici premi. In palio, pacchetti speciali dedicati ad un solo fortunatissimo Spider-Fan e viaggi premio per assistere alla premiere del film“.

Per ulteriori informazioni vi invitiamo a visitare il sito: http://spiderfans.socialtoaster.com/

Ricordiamo che in The Amazing Spider-Man 2 ritorneranno i protagonisti  e  ai quali si aggiungono  in Electro, ​​ come Harry Osborn, il villain Paul Giamatti . Tutte le news sul film le trovate nel nostro speciale: The Amazing Spider-man 2Mentre per tutte le info sul film vi segnaliamo la nostra Scheda FilmThe Amazing Spider-man 2La pellicola è diretta ancora una volta da  su una sceneggiatura di   ed uscirà il 2 Maggio 2014.

Ecco anche la trama del film:

In The Amazing Spiderman 2, per Peter Parker (Andrew Garfield), vive una vita molto la occupata – tra prendere i cattivi come Spider-Man e passare il tempo con la persona che ama, Gwen (Emma Stone); diplomato ormai ha lasciato le scuole superiore e non ha dimenticato la promessa fatta al padre di Gwen di  proteggerla – ma questa è una promessa che semplicemente non può mantenere sempre. Le cose cambieranno per Peter quando un nuovo cattivo, Electro (Jamie Foxx), emerge dagli abissi della città, e un vecchio amico, Harry Osborn (Dane DeHaan), ritorna, e fa riemergere nuovi indizi sul suo passato.

Fonte: Coming Soon

La Sony al lavoro su un film incentrato sulle Emoji

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La Sony al lavoro su un film incentrato sulle Emoji

Si può fare un film incentrato sulle Emoji? A quanto pare sì. Dopo una lotta con Warner Bros e Paramount, la Sony ha finalmente acquisito un pitch a sette cifre per un film sulle simpatiche faccine che arricchiscono i messaggi degli utenti telefonici di tutto il mondo.

Anthony Leondis
Anthony Leondis

Eric Siegel (produttore della serie Men at Work) scriverà la sceneggiatura e Anthony Leondis (Le follie di Kronk, Kung Fu Panda: Secrets of the Masters) dirigerà il progetto, ancora senza titolo. Leondis ha recentemente diretto per la DreamWorks BOO: Bureau of Otherworldly Operations, attualmente in attesa di una data di rilascio.

Nel frattempo, un po’ di perplessità aleggia nei confronti di un film dalle premesse quantomeno bizzarre, anche se – è da dire – non troppo tempo fa, registi di talento sono stati in grado di ricavare da oggetti come i LEGO un film di tutto rispetto e assolutamente convincente.
Non c’è un indirizzo IP collegato alle Emoji (che sono di dominio pubblico), e pare che addirittura un altro progetto cinematografico incentrato su di esse stia prendendo forma.

Fonte: Collider

La Sony adatterà The Harlem Hellfighters

The Harlem HellfightersLa Sony Pictures ha acquisito i diritti per l’adattamento sul grande schermo di The Harlem Hellfighters, nuova graphic novel di Max Brooks, autore di World War Z.

Il nuovo lavoro di Brooks narrerà le vicende del reggimento di fanteria 369 nel 1919, di ritorno a casa dopo la prima guerra mondiale. Nonostante le innumerevoli vittorie sul campo di battaglia, il reggimento degli Harlem Hellfighters verrà sconvolto, al suo rientro, da un atteggiamento discriminatorio anche da parte del proprio Governo. Brooks mira a narrare le vicende eroiche di un battaglione di uomini valorosi, dalle linee di arruolamento di Harlem, al campo di addestramento a Spartanburg, fino alle trincee in Francia, in grado di sconfiggere innumerevoli nemici sul campo di battaglia, per rendere l’intera Europa e l’America luoghi sicuri, sorretti da valori e principi democratici. A nulla serviranno le innumerevoli decorazioni e i riconoscimenti per essere scesi come vincitori dal drammatico palcoscenico della prima guerra mondiale.

La graphic novel è prodotta dalla Overbrook, assieme a Josh Bratman e vedrà ai disegni Caanan Bianco e uscirà il mese prossimo.

La solitudine dei numeri primi: recensione del film

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La solitudine dei numeri primi: recensione del film

La solitudine dei numeri primi è il film del 2010 diretto da Saverio Costanzo tratto dall’omonimo romanzo di Paolo Giordano.

Nel film La solitudine dei numeri primi due episodi avvenuti durante l’infanzia marchiano in maniera indelebile le future esistenze dei due protagonisti, Mattia e Alice, fino all’incontro e alla scoperta di un legame sottile e necessario, paragonato a quello che esiste tra due numeri primi gemelli. Numeri primi solitari e isolati ma vicinissimi fra loro, accomunati dalle stesse particolarità, attratti l’un verso l’altra, ma che non riescono mai a unirsi, perché divisi da un unico invalicabile ostacolo: la sofferenza.

In La solitudine dei numeri primi Mattia (Luca Marinelli) è un bambino sensibile e con un’intelligenza superiore, ha una sorella gemella, Michela, inferma mentale, della quale si deve occupare sempre, perché così pretende la madre. Mattia, però è solo un bambino e ha bisogno anche di instaurare delle amicizie, tanto che il giorno della festa di compleanno di un suo compagno di classe, decide di lasciare Michela per poche ore in un parco giochi. Quando tornerà, afflitto dai sensi di colpa, non la troverà più.  Alice (Alba Rohrwacher) è una bambina che pur odiando la scuola di sci è costretta a frequentarne un corso dal padre. Una mattina, Alice si separa dal resto del gruppo e, nel tentativo di tornare a valle, finisce in un dirupo rimanendo gravemente ferita.

La solitudine dei numeri primi

La ragazza rimarrà zoppa per il resto della vita. Questi due drammi saranno talmente radicati nelle vite dei due protagonisti, da portarli a vivere in solitudine, emarginati dai compagni di classe, dagli amici e addirittura dalle stesse famiglie. Il mondo che li circonda è spietato, disumano e cruento, proprio come lo è la scena in cui Alice si fa squarciare con un coltello il tatuaggio che si era fatto per Viola, sua compagna di classe, popolare e meschina.

Il dolore è dunque il vero protagonista della storia, motore immobile dell’esistenza dei due personaggi; un dolore che riaffiora sempre, testimoniato da Costanzo attraverso continui stacchi di montaggio che ci mostrano in maniera confusa il riemergere di ricordi. 1984, 1991, 1998, 2007. Lungo questi anni le vite di Mattia e Alice scorrono parallele senza mai riuscire a congiungersi.  Nel 2007, Alice divorziata e anoressica decide di cercare Mattia, che vive in Germania per la sua carriera matematica, e lo invita a tornare da lei, così si rincontrano dopo sette anni, e si ritroveranno ancora vicini nel dolore, proprio nel finale, silenzioso ma intenso, in quel parco giochi e in quella panchina, dove Mattia aveva lasciato Michela.

Costanzo ha destrutturato la linearità narrativa del romanzo premio Strega 2008 di Paolo Giordano, avvertendoci sin dall’inizio, grazie anche alla musica di Mike Patton e a una grafica di forte impatto, che ci troviamo dinanzi ad un horror. L’orrore della sofferenza che attraversa corpi e anime dei due protagonisti. Un film di un regista che si dimostra già maturo, con una piena padronanza dei mezzi tecnici del cinema.

Evidente l’omaggio allo stile kubrickiano, nel quale i rumori e la musica creano maggior tensione delle parole, nel quale si alternano scene lente con movimenti quasi impercettibili a scene intense con l’ausilio della camera a mano, che tutto rende più emotivo. A brillare di luce propria in questo quadro sono i due giovani protagonisti: una scarnificata Alba Rohrwacher, sensuale e perfetta nei panni della tormentata Alice e Luca Marinelli, giovane esordiente, efficace nei panni del timido, impacciato e autolesionista Mattia.

La solita Commedia trailer del film di Biggio, Mandelli e Ferro

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La solita Commedia trailer del film di Biggio, Mandelli e Ferro

Ecco il trailer di La solita Commedia, il film scritto e diretto da Fabrizio Biggio, Francesco Mandelli e Martino Ferro al cinema dal 19 Marzo. Vede nel cast oltre a Biggio e Mandelli anche Tea Falco, Marco Foschi, Paolo Pierobon, Gianmarco Tognazzi.

L’Inferno è nel caos. Una schiera di nuovi peccatori arriva ogni giorno ad affollare gli uffici di Minosse. Ma l’Inferno è una struttura vecchia, antiquata: i nuovi peccatori, non trovando una giusta collocazione, si disperdono tra i gironi. Lucifero viene ricevuto direttamente da Dio, che cerca una soluzione. L’idea vincente e’ una catalogazione dei nuovi peccati sulla Terra. E a chi affidare quest’incarico se non a Dante Alighieri, che già una volta, a suo tempo, svolse questo compito con eccellenti risultati?

Dante viene così catapultato in una grande città italiana, e trova finalmente la sua guida, colui che lo accompagnerà alla ricerca dei “nuovi peccati”: Demetrio Virgilio, un trentenne precario che si appresta, come ogni mattina, ad affrontare un’altra “giornata d’Inferno”.

La solita commedia Inferno: recensione del film con Biggio e Mandelli

Esce nelle sale il prossimo 19 Marzo La solita commedia – Inferno, il nuovo film con protagonista la coppia comica costituita da Fabrizio Biggio e Francesco Mandelli, che tornano al cinema dopo il successo nazional- popolare de I Soliti Idioti.

L’assunto di partenza? L’inferno è nel caos totale, con nuovi peccatori in arrivo difficili da smistare per via delle loro colpe “all’avanguardia” che non trovano posto nei tradizionali gironi infernali; Lucifero è costretto a recarsi “ai piani alti” per parlare direttamente con l’Altissimo e trovare al più presto una soluzione: dopo un rapido brainstorming con gli altri Santi, hanno una trovata che consiste nell’inviare – di nuovo- Dante Alighieri sulla terra e stilare un elenco dei nuovi peccati. A fare da guida al sommo poeta in una caotica città simile a Milano è il trentenne precario Demetrio Virgilio, pronto ad accompagnare Dante nella sua nuova “giornata d’inferno” popolata dai vizi e dai tic di ogni italiano medio.

La coppia Biggio-Mandelli gioca ad imitare lo stile dissacrante- e a tratti demenziali- dei Monty Python, ma con un risultato pressoché nullo: manca loro- qui nella triplice veste di attori, sceneggiatori e registi insieme a Martino Ferro- la lucida cattiveria, il sottile umorismo dissacrante che viene usato come un’arma “letale” per smascherare le debolezze umane- troppo umane- della nostra società che invece padroneggiava il mitico gruppo inglese; Biggio e Mandelli perdono quel po’ di cinismo “politicamente scorretto” che avevano negli sketch de I Soliti idioti e non riescono ad adattare la loro nuova forma al contenuto.

Il risultato è un film stanco che trova i suoi momenti migliori nella rappresentazione bislacca dei due piani ultramondani di inferno e Paradiso, abitati da improbabili- e dissacranti- figure di demoni e santi, figli di un’iconografia pop e da fumetto; la coppia comica si districa con disinvoltura, insieme agli altri attori del cast Gianmarco Tognazzi, Tea Falco, Marco Foschi, Daniela Virgilio e Paolo Pierobon, tra i mille ruoli che interpretano sullo schermo, rinforzando per circa 95’ un meccanismo fisso che segue uno schema ben preciso, lasciando presagire un seguito della pellicola che andrebbe così a costituire una vera e propria trilogia, simile in tutto e per tutto all’impianto della Divina Commedia dell’immortale Alighieri.

La regia sciatta e simile ad un videoclip (canzone- jukebox di Vasco Rossi inclusa sul finale), le battute fiacche e la mancanza di un gusto “satireggiante” rendono il film una commedia stanca, che corre il rischio di scivolare lentamente nell’immenso calderone delle commedie italiane realizzate in questi ultimi anni.

La solita commedia – Inferno: terza clip del film di Francesco Mandelli

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Guarda la terza​ de La solita commedia – Inferno di Fabrizio Biggio e Francesco Mandelli al cinema dal 19 marzo 2015  Protagonisti  Fabrizio Biggio, Francesco Mandelli,  Tea Falco, Marco Foschi, Paolo Pierobon, Gianmarco Tognazzi.

la solita commediaIl film, scritto e diretto da Fabrizio Biggio, Francesco Mandelli e Martino Ferro, vede nel cast oltre a Biggio e Mandelli anche Tea Falco, Marco Foschi, Paolo Pierobon, Gianmarco Tognazzi.

Sinossi: 2015: l’Inferno è nel caos. Una schiera di nuovi peccatori arriva ogni giorno ad affollare gli uffici di Minosse. Ma l’Inferno è una struttura vecchia, antiquata: i nuovi peccatori, non trovando una giusta collocazione, si disperdono tra i gironi. Lucifero viene ricevuto direttamente da Dio, che cerca una soluzione. L’idea vincente e’ una catalogazione dei nuovi peccati sulla Terra. E a chi affidare quest’incarico se non a Dante Alighieri, che già una volta, a suo tempo, svolse questo compito con eccellenti risultati?

Dante viene così catapultato in una grande città italiana, e trova finalmente la sua guida, colui che lo accompagnerà alla ricerca dei “nuovi peccati”: Demetrio Virgilio, un trentenne precario che si appresta, come ogni mattina, ad affrontare un’altra “giornata d’Inferno”.

La solita Commedia – Inferno: online il secondo trailer ufficiale

la solita commediaIn vista dell’imminente uscita del film a partire dal 19 marzo 2015, Warner Bros. Italia ha reso disponibile online un secondo trailer ufficiale per La solita Commedia – Inferno, il nuovo film del duo Biggio e Mandelli, conosciuto soprattutto per la coppia de I Soliti Idioti,  prodotto da Wildside e codiretto dai due comici insieme a Martino Ferro. Nel cast del film figurano già nominati Fabrizio Biggio e Francesco Mandelli, accanto a Tea Falco, Marco Foschi, Gianmarco Tornazzi e Paolo Pierobon. Qui sotto il nuovo trailer:

La trama ufficiale di La solita Commedia – Inferno è la seguente:

2015: l’Inferno è nel caos. Una schiera di nuovi peccatori arriva ogni giorno ad affollare gli uffici di Minosse. Ma l’Inferno è una struttura vecchia, antiquata: i nuovi peccatori, non trovando una giusta collocazione, si disperdono tra i gironi. Lucifero viene ricevuto direttamente da Dio, che cerca una soluzione. L’idea vincente è una catalogazione dei nuovi peccati sulla Terra. E a chi affidare quest’incarico se non a Dante Alighieri, che già una volta, a suo tempo, svolse questo compito con eccellenti risultati?
Dante viene così catapultato in una grande città italiana, e trova finalmente la sua guida, colui che lo accompagnerà alla ricerca dei “nuovi peccati”: Demetrio Virgilio, un trentenne precario che si appresta, come ogni mattina, ad affrontare un’altra “giornata d’Inferno”.

Fonte: Warner Bros. Italia Youtube Channel

La solita commedia – Inferno, da oggi al cinema

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La solita commedia – Inferno, da oggi al cinema

Da oggi al cinema La solita commedia – Inferno, il film diretto da Fabrizio Biggio e Francesco Mandelli con Fabrizio Biggio, Francesco Mandelli, Giordano De Plano, Tea Falco, Marco Foschi, Walter Leonardi, Paolo Pierobon,  Gianmarco Tognazzi, Daniela Virgilio.

Warner Bros. Pictures distribuirà dal 19 marzo “LA SOLITA COMMEDIA – INFERNO”, il nuovo film di Fabrizio Biggio e Francesco Mandelli, prodotto da Lorenzo Mieli e Mario Gianani per Wildside.

Il film, scritto e diretto da Fabrizio Biggio, Francesco Mandelli e Martino Ferro, vede nel cast oltre a Biggio e Mandelli anche Tea Falco, Marco Foschi, Paolo Pierobon, Gianmarco Tognazzi.

Sinossi: 2015: l’Inferno è nel caos. Una schiera di nuovi peccatori arriva ogni giorno ad affollare gli uffici di Minosse. Ma l’Inferno è una struttura vecchia, antiquata: i nuovi peccatori, non trovando una giusta collocazione, si disperdono tra i gironi. Lucifero viene ricevuto direttamente da Dio, che cerca una soluzione. L’idea vincente e’ una catalogazione dei nuovi peccati sulla Terra. E a chi affidare quest’incarico se non a Dante Alighieri, che già una volta, a suo tempo, svolse questo compito con eccellenti risultati?

Dante viene così catapultato in una grande città italiana, e trova finalmente la sua guida, colui che lo accompagnerà alla ricerca dei “nuovi peccati”: Demetrio Virgilio, un trentenne precario che si appresta, come ogni mattina, ad affrontare un’altra “giornata d’Inferno”.

La Società Segreta dei Principi Minori, recensione del film Disney+

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Disney+ continua a realizzare prodotti originali dedicati agli utenti che hanno sottoscritto l’abbonamento, mentre la sua diffusione si espande in maniera capillare su tutto il territorio mondiale. Tra prodotti che la piattaforma renderà disponibili in questo autunno di ripartenze, c’è anche La Società Segreta dei Principi Minori (Secret Society of Second-Born Royals), quello che una volta si sarebbe chiamato, con una vecchia e rassicurante definizione, un film tv per i più piccoli.

Inizia la prova gratuita di 7 giorni. Guarda Disney, Pixar, Marvel, Star Wars, National Geographic e molto altro. Dove vuoi, quando vuoi.

La trama di La Società Segreta dei Principi Minori

La Società Segreta dei Principi Minori segue Sam, una teenager ribelle secondogenita reale e quindi seconda in linea di successione al trono del regno di Illyria, una principessa che proprio non vuole saperne di regalità. Proprio mentre il disinteresse di Sam per lo stile di vita reale è ai massimi storici, alla vigilia dell’incoronazione della sorella come nuova regnante, la ragazza scopre di possedere abilità superumane e viene invitata a unirsi a una società segreta di straordinari principi minori secondogeniti che presentano tutti doni speciali e caratteristiche simili. Questo gruppo è incaricato da generazioni di mantenere il mondo al sicuro. Con la guida di James, il loro istruttore della Società Segreta, Sam e una nuova classe di reclute reali devono imparare a sfruttare i loro nuovi poteri in un campo di addestramento top-secret prima di poter salvare il mondo. Naturalmente i legami umani, la reciproca comprensione e il giusto tocco di incoscienza permetteranno alla nostra eroina di prevalere sulle forze del male.

La Società Segreta dei Principi Minori titoloLa Società Segreta dei Principi Minori appartiene a tutti gli effetti a quella produzione Disney “minore”, che fino a questo momento trovava collocazione sui canali tv dedicati, un posizionamento che in qualche modo ne sottolineava il livello rispetto ai prodotti che invece raggiungevano la sala. La piattaforma Disney+ in congiunzione con la pandemia, ha sì offerto la possibilità di fruire di prodotti di ogni tipo di “livello” direttamente da casa, ma sembra anche nobilitare questi progetti, trascinando giù invece quei film che, per decisioni aziendali che poi si sono rivelate vincenti, erano stati pensati per il grande schermo.

Un “film tv” che farà felici i più piccoli

Discorso produttivo e distributivo a parte, che sicuramente proietterà un’ombra lunga sul futuro di Disney/Marvel/Star Wars, La Società Segreta dei Principi Minori è un film semplice e divertente, che porta avanti i sani principi che la Disney promuove da sempre, con un particolare occhio all’inclusività del cast, alla rappresentazione della donna, che ormai è quasi sempre protagonista attiva delle storie raccontate, all’abbattimento delle bariere di genere e alla costruzione di personaggi che siano svegli, ribelli ma buoni e comunque funzionali al messaggio positivo da veicolare.

Da un punto di vista linguistico, invece, La Società Segreta dei Principi Minori presenta tutti i limiti di una produzione economica, con una scrittura ai limiti dell’elementare e una realizzazione di effetti visivi che ormai appartengono ad un’era passata. Al netto di queste ingenuità, La Società Segreta dei Principi Minori, diretto da Anna Mastro, è un’avventura destinata ad un pubblico molto giovane che sicuramente non resterà deluso.

La società della neve: recensione del film di J.A. Bayona #Venezia80

La società della neve di J.A. Bayona ha segnato la chiusura della Mostra del Cinema di Venezia 2023. Un survival movie ambientato in uno dei luoghi più ostili e inaccessibili del pianeta che, tramite uno studio sul corpo, soprattutto in relazione a quello degli altri, elabora una toccante riflessione sul cameratismo e sull’affidamento che l’uomo fa sui ruoli sociali e il gruppo in una situazione tra la vita e la morte.

La storia vera di La società della neve

Il film, presentato fuori concorso a Venezia 80, è l’adattamento di un libro di Pablo Vierci, che ha frequentato il collegio Stella Maris di Montevideo, in Uruguay, insieme ai sopravvissuti al disastro aereo delle Ande. Bayona utilizza il libro dell’autore uruguaiano, scritto 36 anni dopo l’incidente aereo per dare voce ai sopravvissuti e a coloro che non ne sono usciti vivi.

12 ottobre 1972. La squadra di rugby dell’Old Christians Club si imbarca sul volo 571 dell’aeronautica militare uruguaiana da Montevideo, Uruguay, a Santiago del Cile, dove è in programma una partita, che non ha mai avuto luogo. L’aereo, che trasportava un totale di 45 passeggeri (equipaggio, giocatori, membri della famiglia e amici), si è schiantato nel cuore innevato delle Ande, nella Valle delle Lacrime. Solo 29 dei 45 passeggeri sono sopravvissuti all’impatto. Intrappolati in uno degli ambienti più inospitali del pianeta, i sopravvissuti dovettero affrontare freddo estremo, sete e fame e furono costretti a prendere misure estreme per rimanere in vita. Alcuni dei sopravvissuti all’incidente aereo morirono nei giorni successivi. Il 23 dicembre 1972, due mesi e mezzo dopo l’incidente, 16 persone furono tratte in salvo.

Cameratismo e spiritualità

L’esperienza filmica proposta da La società della neve è estrema anche per gli spettatori, soprattutto dal punto di vista del coinvolgimento emotivo. La continua esposizione alla morte, la necessità di stabilire un contatto tra i vivi e i morti, mette in risalto il ruolo fondamentale svolto da tutti, anche da chi è rimasto indietro, in questa società della resistenza. Quella messa in scena da Bayona è una storia affascinante e complessa, permeata da un senso di colpa costante, che smonta il classico viaggio dell’eroe, lasciandoci intendere che non esiste nessun tipo di miracolo: esiste solo la cooperazione, tanto in vita quanto nella morte.

ll dono di sé agli altri si manifesta sia a livello spirituale – quando si cammina per gli altri o si curano le loro ferite – sia fisicamente, con quei corpi che danno il permesso di essere mangiati di fronte alla morte: una scelta estrema, mistica e umanissima allo stesso tempo. In questo senso, il film di Bayona è pieno di luce e non solo a livello fotografico: parla della morte per enfatizzare la vita.

La società della neve Enzo Vogrincic
ENZO VOGRINCIC nel ruolo di Numa in La società della neve. Cr. QUIM VIVES/NETFLIX © 2022

Cinema del corpo

La cinepresa di Bayona trasporta subito la nostra attenzione su questo senso di gruppo che i ragazzi, già compagni di squadra nel rugby, mantengono fin dall’inizio nel film. Dal modo in cui si prendono in giro e non stanno seduti ai loro posti durante il viaggio in aereo, fino alle notti glaciali passate stretti l’un l’altro, cercando invano di riscaldarsi, La società della neve è un film dal calore umanista, un racconto corale seppur ambientato in una cornice gelida e incredibilmente disumanizzante.

Il regista spagnolo fa un lavoro incredibile sul punto di vista, inquadrando il racconto da una prospettiva spirituale, che unisce vivi e morti, personaggi e spettatori. Una voce corale che trascende ogni accenno di individualismo, così diffuso nel mondo contemporaneo.  Emerge anche una profonda dignità dei personaggi, che si avventurano lungo le montagne per cercare una via di salvezza, pur sapendo che potrebbero morire da un momento all’altro; dall’altra parte, c’è chi muore incoraggiando i propri compagni a non desistere e chi chiede di nutrirsi del suo corpo dopo la morte. Questi comportamenti sono il risultato di una profonda trasformazione; in una situazione di completo abbandono, quando tutto ti è stato tolto tutto, hai la possibilità di scegliere come morire. Con un’audacia senza precedenti, Bayona si propone di esplorare le possibilità di un cinema del corpo, per raggiungere una conoscenza che risiede nel fisico.

La Società della neve, la tragica storia vera raccontata dal film di J. A. Bayona

La Società della neve (qui la recensione), film di chiusura della Mostra del Cinema di Venezia 2023, diretto da J. A. Bayona, è ufficialmente approdato su Netflix dal 4 gennaio. Al centro di questo nuovo progetto del regista spagnolo vi è la terrificante storia vera dell’incidente aereo del 1972 del volo 571 dell’aeronautica militare uruguaiana e la successiva lotta per la sopravvivenza dei passeggeri superstiti, oggi conosciuta come il “miracolo delle Ande“. Il titolo del film si riferisce a un soprannome comune condiviso tra i sopravvissuti all’incidente, che sono rimasti uniti in circostanze desolanti, costretti a fare l’impensabile per rimanere in vita. In questo articolo, analizziamo la storia vera raccontata dal film, elogiato da pubblico e critica e che rappresenta la Spagna nella corsa agli Oscar 2024, nella categoria Miglior film internazionale.

La tragica odissea de La Società della Neve è iniziata con una partita di rugby

La Società della Neve, i membri dell'Old Christians ClubIl 12 ottobre 1972, quarantacinque passeggeri e l’equipaggio salirono a bordo del volo 571 dell’aeronautica militare uruguaiana, aspettandosi un viaggio di routine dalla capitale Montevideo attraverso la Cordigliera delle Ande fino a Santiago del Cile. La maggior parte dei passeggeri a bordo del volo 571 era legata alla squadra di rugby amatoriale Old Christians Club di Montevideo, Uruguay; 19 giocatori erano accompagnati da amici, familiari e sostenitori. Come mostrato nel film La Società della neve, la squadra era in viaggio per un’amichevole contro l’Old Boys Club, una squadra inglese con sede a Santiago del Cile.

A pilotare il jet Fairchild-Hiller 227 noleggiato erano il capitano Julio César Ferradas e il copilota Dante Hector Lagurara. Secondo lo Smithsonian Magazine, Ferradas era un pilota esperto dell’aeronautica militare con più di 5.000 ore di volo all’attivo, tra cui 29 viaggi attraverso le Ande, mentre Lagurara era in addestramento. Il volo decollò come previsto da Montevideo il 12 ottobre. Tuttavia, il maltempo costrinse il jet e i suoi passeggeri ad atterrare e a passare la notte a Mendoza, in Argentina. Ripartirono il giorno successivo, con l’inesperto Lagurara ai comandi.

L’impatto iniziale è stato “solo” l’inizio di una corsa alla sopravvivenza

Una scena dal film La Società della Neve (Netflix)Ostacolati dai forti venti, i piloti hanno preso una rotta a U verso il Cile attraverso un passo di montagna per evitare le vette andine ad alta quota. Tuttavia, secondo ABC News, hanno iniziato la discesa troppo presto e non sono riusciti a superare la linea di cresta. Entrambe le ali e la coda dell’aereo si sono staccate all’istante e la fusoliera rimanente è scivolata giù dalla montagna ad alta velocità. Nell’impatto iniziale morirono dodici persone, tra cui Ferradas, mentre gli altri passeggeri hanno riportato ferite di vario grado. Uno di loro, Nando Parrado, che ebbe un ruolo chiave nella sopravvivenza del gruppo, si fratturò il cranio e rimase in coma per tre giorni prima di risvegliarsi. Altri, tra cui Lagurara, hanno poi ceduto alle ferite e alle intemperie nei giorni successivi.

I sopravvissuti hanno poi costruito un muro di fortuna con sedili, bagagli e frammenti di aereo per ripararsi dal freddo e dai venti forti, proprio come viene ricreato ne La Società della neve. Nel luogo in cui si trovavano, le temperature potevano scendere fino a 31 gradi Fahrenheit (ovvero 0 gradi °C) e l’aria rarefatta causava fiato corto anche stando fermi. Per evitare la disidratazione, i sopravvissuti erano costretti a mangiare la neve, che era così fredda da bruciare la gola. Il gruppo ha avvistato un aereo di soccorso che volava sopra di loro il quarto giorno di isolamento, ma la fusoliera bianca era mimetizzata nel terreno innevato.

Il decimo giorno hanno sentito dalla radio a transistor dell’aereo che i tentativi di ricerca erano stati interrotti, mettendo fine a qualsiasi speranza immediata di salvataggio. Una settimana dopo, un paio di valanghe hanno ricoperto la fusoliera di neve, intrappolando il gruppo rimasto all’interno. Altri otto passeggeri morirono, lasciando 19 sopravvissuti in uno spazio confortevole soltanto per quattro. Anche se alla fine riuscirono a uscire dalla carcassa dell’aereo, i sopravvissuti si trovarono ad affrontare un’altra minaccia imminente: la fame.

I sopravvissuti sono ricorsi al cannibalismo

Nei primi giorni successivi all’incidente raccontati da La Società della neve, i sopravvissuti avevano cercato di razionare il cibo restante dividendosi quadratini di cioccolato o cracker con piccoli pezzi di pesce. Alcuni hanno cercato di mangiare pezzi di pelle dai bagagli strappati. Secondo ABC News, hanno inoltre usato il metallo dei rottami per costruire un dispositivo che scioglieva la neve per ottenere acqua potabile. Tuttavia, data la scarsità di fonti di cibo sulle montagne, dovettero rapidamente affrontare la fame e la terrificante consapevolezza che avrebbero dovuto nutrirsi dei corpi dei passeggeri deceduti per il loro sostentamento.

Alcuni membri del gruppo, cattolici praticanti, credevano che sarebbero andati all’inferno se avessero “preso parte a questo rito”. “Ci chiedevamo se fossimo impazziti anche solo a contemplare una cosa del genere“, ha scritto Roberto Canessa in una delle sue memorie. “Ci eravamo forse trasformati in bruti selvaggi? O era l’unica cosa sana da fare? In verità, stavamo superando i limiti della nostra paura“.

Alla fine, il gruppo giunse a un “accordo” inizialmente ideato da uno dei passeggeri che morì nella valanga: Se una persona dovesse morire, gli altri potrebbero usare il suo corpo per sopravvivere. Secondo l’Evening Standard, Daniel Fernández si è assunto la macabra responsabilità di tagliare e distribuire la carne. Di conseguenza, poco più di due dozzine di membri riuscirono a sopravvivere per circa due mesi nelle condizioni implacabili delle Ande, finché il tempo non cominciò a migliorare. A questo punto, Canessa, Parrado e Antonio Vizintín si decisero a trovare aiuto per i loro compagni.

La spedizione di salvataggio è stata più lunga del previsto

La Società della neve (2023)I primi tentativi di esplorare l’area intorno al relitto furono inutili a causa delle condizioni avverse, tra cui l’alta quota, il freddo estremo e la minaccia di cecità da neve. Per poter finalmente organizzare una spedizione di salvataggio legittima, il trio composto da Canessa, Parrado e Vizintín iniziò ad allenarsi per attraversare il paesaggio innevato e ricevette razioni supplementari di cibo per poter avere più forze. “Sapevo che quando avrei fatto il primo passo per lasciare la fusoliera non sarei tornato indietro. Questa è una spedizione kamikaze“, ha dichiarato Parrado al The Guardian nel 2023.

Come mostrato da La Società della Neve, per prima cosa, i tre hanno trovato la coda dell’aereo e, al suo interno, valigie con piccole quantità di cibo, oltre a vestiti caldi e batterie. Hanno cercato di usare queste ultime per far funzionare la radio della fusoliera e chiamare i soccorsi, ma non ci sono riusciti. A quel punto, era evidente che avrebbero dovuto trovare aiuto da soli.

Giorno 72: il salvataggio

Il 12 dicembre, il 61° giorno dopo l’incidente, i tre partirono per quello che pensavano fosse un viaggio relativamente breve – circa 5 chilometri, o poco più di 3 miglia, oltre la cima della montagna e nelle valli del Cile – sulla base delle informazioni fornite dal copilota Lagurara poco prima della sua morte. In realtà, Parrado, che è stato pericolosamente vicino all’iperventilazione e alla disidratazione durante l’ascesa alla vetta, ha raggiunto la cima e ha trovato altre montagne a perdita d’occhio. Parrado e Canessa non videro altra scelta che continuare a camminare. “Gli ho detto: ‘Dai, Roberto, non posso farcela da solo. Andiamo. Se torniamo indietro, perché? Morirò guardandoti negli occhi, e chi muore per primo?“. Parrado ha ricordato. Vizintín offrì loro le sue razioni e tornò dai sopravvissuti alla fusoliera, sperando che i suoi compagni completassero il loro viaggio miracoloso.

Secondo The Guardian, Parrado e Canessa hanno percorso più di 37 miglia in 10 giorni, arrivando a un fiume dove trovarono tre uomini sull’altra sponda. Poiché non potevano attraversare, usarono dei biglietti legati a una roccia per spiegare ciò che era accaduto sul luogo dell’incidente. Gli uomini hanno gentilmente gettato loro dei pezzi di pane e si sono avventurati verso la stazione di polizia più vicina, a 10 ore di distanza a dorso di mulo. Non molto tempo dopo, gli elicotteri arrivarono a Los Maitenes, un villaggio vicino al fiume, con una squadra di soccorso.

Utilizzando le mappe, Parrado ha tracciato un percorso per tornare al luogo dell’impatto, che ha lasciato i soccorritori increduli per la distanza. Nonostante la stanchezza, è salito su un elicottero e ha guidato i soccorritori fino ai sopravvissuti. Sono stati necessari due viaggi per trasportare tutti dalla montagna, il che significa che alcuni sono dovuti rimanere nella fusoliera una notte in più con i soccorritori che fornivano assistenza. Parrado è stato portato in un ospedale di San Fernando, in Cile, dove ha rifiutato di essere trasportato per gli ultimi metri verso il rifugio a lungo desiderato. “Ho attraversato le Ande a piedi. Non ho intenzione di entrare in questo ospedale su una barella“, ha detto.

I tabloid hanno sensazionalizzato la vicenda

I compagni di squadra sopravvissuti sono stati trasferiti in un hotel di Santiago per riprendersi: Parrado aveva perso 99 chili, poco meno della metà del suo peso iniziale. Non sorprende che i dettagli della loro storia si siano diffusi rapidamente, trasformandoli in celebrità. “Per sei mesi siamo stati circondati da giornalisti ovunque andassimo“, ha raccontato Parrado, aggiungendo che alcuni sconosciuti incontrati hanno addirittura espresso invidia per la loro esperienza. Secondo l’Evening Standard, i corpi delle 29 vittime dell’incidente sono stati lasciati sul luogo del naufragio. Oggi esiste un monumento in loro onore.

La Chiesa cattolica ha rilasciato una dichiarazione in cui assolve il gruppo da qualsiasi peccato legato al cannibalismo, ma i dettagli raccapriccianti della loro situazione non hanno impedito ad alcuni media di scrivere resoconti sensazionalistici dell’incidente. Si è diffusa la voce che i membri della squadra si fossero inventati la storia della valanga. Tuttavia, lo scrittore Piers Paul Read contribuì a diffondere la verità con il suo libro del 1974 Alive: The Story of the Andes Survivors.

Il Miracolo delle Ande rimane una storia avvincente di determinazione e coraggio, particolarmente significativa per chi è riuscito, contro ogni aspettativa, a superarla. “Amo la vita. Ogni volta che respiro è come un miracolo“, ha detto Parrado al Guardian. “Non dovrei essere qui. Non dovrei parlare con voi“. La Società della neve ha già riscosso ampi consensi e, a dicembre, è stato uno dei 15 film selezionati nella shortlist per il Miglior film internazionale ai prossimi Oscar 2024. È anche nella lista dei candidati per altre tre categorie: Trucco e acconciature, Musica (colonna sonora originale) ed Effetti visivi.

LA Slasher: prime immagini dell’horror con Danny Trejo

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Arrivano in rete le prime due immagini di LA Slasher, horror indipendente diretto da Martin Owen. In una delle due immagini è possibile vedere anche Danny Trejo, che nel film compare in un piccolo ruolo:

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Il film, la cui produzione è terminata da poco, è prodotto da Jeffrey Wright e Daniel Sollinger (Girls Against Boys, The Alphabet Killer). Jonathan Willis (The Machine), Shree Patel, Martin Owen e Abigail Wright completano il team di produttori.
Il cast di LA Slasher include: Danny Trejo (Machete), Dave Bautista (Guardians of the Galaxy), Eric Roberts (The Dark Knight), Mischa Barton (The OC), Drake Bell (Drake & Josh), Brooke Hogan (Hogan Knows Best), Tori Black (Not Another Celebrity Movie) e la voce di Andy Dick (News Radio).
LA Slasher è una vera e propria satira sullo mondo delle star del cinema e della tv. La pellicola cerca di spiegare perché alcuni personaggi diventino famosi senza un apparente motivo: non perché abbiano talento, ma semplicemente perché si comportano in modo scorretto o addirittura vergognoso. LA Slasher non ne può più dei giornali che non fanno altro che esaltare questo tipo di comportanto, ed arriva a rapire pubblicamente una serie di star dei reality, mentre sia i media che il pubblico iniziano a mettere in discussione il fatto che la società abbiamo veramente bisogno di loro.
Di seguito trovate anche il primo teaser poster del film:
Fonte: CBM

La sketch-com al FictionFest

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La sketch-com al FictionFest

Arriva la sketch com al RomaFictionFest, ma non convince, e Camera Cafè è molto lontana.

La sketch-com al FictionFest

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La sketch-com al FictionFest

Arriva la sketch com al RomaFictionFest, ma non convince, e Camera Cafè è molto lontana.

La Sirenetta: Zendaya è Ariel nella nuova fanart

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La Sirenetta: Zendaya è Ariel nella nuova fanart

A poche ore dai rumor sul casting de La Sirenetta, live action Disney in programma per il 2019, il genio di BossLogic si è subito messo all’opera creando la fanart che immagina Zendaya – a quanto pare la candidata numero uno – nei panni dell’eroina Ariel.

Potete dargli uno sguardo qui sotto. Che ne pensate?

Non abbiamo aggiornamenti sul live action de La Sirenetta dallo scorso dicembre, quando il nome di Rob Marshall era stato affiancato alla regia (notizia mai confermata). Ora invece, secondo quanto riportato da That Hashtag Show, sembra che la Disney abbia puntato una possibile candidata al ruolo di Ariel: Zendaya, star di Spider-Man: Homecoming e The Greatest Showman.

Ovviamente si tratta soltanto di un rumor la cui validità può essere giustificata dal fatto che la produzione ha dichiarato di voler scegliere attori di etnia diversa per i personaggi principali, ovvero Ariel, il principe Eric e il re Tritone. Se così fosse Zendaya si rivelerebbe una scelta perfetta. Attendiamo conferme ufficiali da parte della casa di Topolino. Nel frattempo l’attrice continua le riprese in Europa di Spider-Man: Far From Home, sequel di Homecoming con Tom Holland di nuovo nei panni di Peter Parker.

La Sirenetta: una nuova bambola della Mattel rende omaggio ad Halle Bailey

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Mancano poche settimane all’arrivo in sala del film live-action della Disney La sirenetta e con esso arrivano anche nuovi giocattoli di accompagnamento. A riguardo, è stato finalmente reso disponibile una nuova bambola di Ariel con le fattezze dell’attrice Halle Bailey, protagonista del film. Realizzata dalla Mattel, la nuova bambola è di circa 33 centimetri dalla testa alla coda. Snodabile, questa presenta infatti una coda da sirena color ombré con scintillanti elementi glitterati. Si tratta di una bambola dunque particolarmente elaborata, che permette di potersi confrontare ulteriormente con una gradita variante di quella originale e a tutti nota.

Per quanto riguarda il film, il pubblico sta aspettando con impazienza questa versione reinventata della fiaba classica. Dato che un aggiornamento alla storia classica era atteso da tempo, l’ultimo lungometraggio di Rob Marshall mostrerà finalmente la storia di Ariel con una mentalità contemporanea, il che significa nuove canzoni, trame e temi. Ciò che è realmente in serbo per gli spettatori sarà però noto solo quando il film arriverà nei cinema, ma a giudicare dalle immagini rivelate, dai trailer e dai teaser, il tutto promette di essere altrettanto magico e surreale.

Come noto, La sirenetta è interpretato dalla cantante e attrice Halle Bailey (grown-ish) nel ruolo di Ariel; Jonah Hauer-King (Un viaggio a quattro zampe) nel ruolo del principe Eric; Noma Dumezweni (Il Ritorno di Mary Poppins) nel ruolo della regina Selina; Art Malik (Homeland – Caccia alla spia) nel ruolo di Sir Grimsby; con il vincitore del premio Oscar Javier Bardem (Non è un paese per vecchi) nel ruolo di Re Tritone; e con la due volte candidata agli Oscar Melissa McCarthy (Copia originaleLe amiche della sposa) nel ruolo di Ursula. Il film sarà al cinema dal 26 maggio. Di seguito, ecco la bambola realizzata dalla Mattel che rende omaggio alla Bailey:

La-sirenetta-Mattel-Halle-Bailey

Fonte: Collider, Mattel