Home Blog Pagina 1453

La straordinaria vita di David Copperfield, recensione del film con Dev Patel

La straordinaria vita di David Copperfield recensione

La straordinaria vita di David Copperfield porta al cinema un Charles Dickens che ci stupirà. Punto cardinale della letteratura popolare inglese, l’autore, che ha promosso la cura dell’infanzia e ha denunciato attraverso i suoi romanzi la condizione in cui versavano i più deboli all’inizio dell’epoca vittoriana, non era mai stato rappresentato al cinema o in tv con un approccio tanto fresco, libero, moderno, fedele allo spirito più che alla storia. A farlo è Armando Iannucci, che firma il suo primo film non vietato ai minori, insieme a Simon Blackwell, che collabora alla sceneggiatura e all’adattamento del romanzo di Dickens.

La storia è quella di David, un ragazzo che cresce senza padre e che si trova costretto a crescere in una fabbrica di cristalli a Londra quando la madre si sposa con un uomo burbero e intransigente, che vede il ragazzo come un ostacolo. Lo manda quindi in città, dove David alimenterà la sua intelligenza e crescerà bene, remissivo ma non certo sciocco, in mezzo alle brutture del mondo. Diventato un giovane uomo e messo al corrente della morte della madre, David abbandona la fabbrica e si rivolge ad una zia, sorella del padre, che si prenderà cura di lui e lo aiuterà a concludere gli studi ed a trovare lavoro. Di nuovo in città, con tutt’altre prospettive, David lotterà per trovare la sua strada, sempre attratto dalle parole, dalle storie, dall’esigenza di raccontare la sua.

La straordinaria vita di David Copperfield è un adattamento nello spirito

La straordinaria vita di David Copperfield è un adattamento dal classico di Charles Dickens che si distingue per due caratteristiche fondamentali, che ne attestano unicità e valore. In primo luogo, l’adattamento del regista Iannucci, insieme allo sceneggiatore Blackwell, è una modernizzazione mai vista prima dell’opera più personale di Dickens stesso. La storia si apre con lo stesso David che racconta in prima persona la sua vita, racconta la sua nascita e quello che non poteva ricordarsi, fino all’infanzia, dove tutto appare più colorato e vivace di come è in realtà, la sua fantasia, l’immaginazione, la passione per giocare con le parole e metterle ferme su carta, fino all’età adulta alla ricerca della fortuna, al trovare un amore, una storia, una vita da raccontare, trovare le parole giuste per la sua stessa storia.

Iannucci racconta tutto con un spirito leggero, allegro, giocoso, usando uno stile visivo originale, in cui i racconti dei personaggi prendono vita sui fondali delle scene, come fossero proiezioni, in cui si viaggia da un luogo all’altro con balzi in avanti o indietro, da slapstick comedy, con battute sopra le righe e personaggi bizzarri, assurdi, a volte sgradevoli, ma sempre accarezzati da una mano divertita.

La vita straordinaria di David CopperfieldUna bella boccata d’aria fresca rispetto a quanto era stato fatto rpima di adesso con i personaggi dickensiani, tutti appesantiti dalla polvere vittoriana, dagli scenari desolanti delle città, dalla Londra iconograficamente legata al fumo e alla povertà. La straordinaria vita di David Copperfield è, secondo le parole del regista stesso, più fedele allo spirito di Dickens che alla storia stessa, come dimostra anche il casting, che è il secondo elemento di originalità e pregio del film.

Un trionfo di etnie diverse

Per interpretare i personaggi del romanzi, tutti bianchi scritti per bianchi, Iannucci sceglie una varietà di etnie che arricchiscono di colori vivacissimi ogni singola scena, completamente incurante non solo dei testi originali, ma anche della genetica, tanto che lo stesso David, ad esempio, è interpretato da Dev Patel, di origini indiane, e sua madre e sua zia paterna, ad esempio, sono attrici bianche (Morfydd Clark e Tilda Swinton). E così la madre del migliore amico di David, interpretato da un attore caucasico (Aneurin Barnad) è interpretata da un’attrice di colore (Nikki Amuka-Bird). Una mescolanza di etnie che rende il film estremamente contemporaneo, quasi una fotografia di quello che è diventato adesso il tessuto sociale londinese, in particolare.

La regia si lascia andare a momenti molto romantici e toccanti, cambiando rotta e toccando punte di epica e adagiandosi al sicuro tra le braccia della commedia, non la caustica a cui il regista scozzese ci ha abituati, ma un linguaggio vivace e leggero, ma mai superficiale, che fa di La straordinaria vita di David Copperfield un film adatto alle famiglie di ogni foggia e tipo.

 
 

La stranezza: la storia vera e il significato dietro il film

La stranezza storia vera

Roberto Andò è uno di quei registi che negli ultimi anni ha regalato al cinema italiano film in grado di suscitare domande e riflessioni, spesso attraverso l’utilizzo di generi diversi. Da Viva la libertà a Le confessioni, da Una storia senza nome e fino Il bambino nascosto. Con quello che ad oggi è il suo ultimo film, La stranezza (qui la recensione) si è poi riconfermato come uno dei più interessanti registi attivi oggi in Italia. Distribuito nel 2022, il film porta a riscoprire la figura di Luigi Pirandello attraverso una storia che, nel pieno dell’intenzione celebrativa dell’autore premio Nonel, si muove tra realtà e finzione, divertendo ma anche sollevando importanti riflessioni sulla natura umana.

Candidato a ben 14 David di Donatello (vincendo poi quelli per Miglior sceneggiatura originale, Miglior produttore, Miglior costumista e Miglior scenografo), il film ha dunque presentato una serie di elementi che hanno subito attirato l’attenzione della critica e del pubblico, facendo registrare incassi superiori ai 5 milioni di euro. Si tratta dunque di uno dei maggiori successi per un film italiano negli ultimi anni, favorito anche da un crescente passaparola che ha permesso di rendere tale pellicola sempre più popolare. Indubbiamente la presenza dei tre principali protagonisti, Toni Servillo e il duo Ficarra e Picone ha aiutato in tal senso.

Grazie ora al suo passaggio televisivo, è dunque questo un titolo da non perdere, meritevole anzi di più visioni affinché si possano cogliere le sue numerose sfumature che tanto ci dicono dell’arte cinematografica e teatrale quanto dell’essere umano e della vita. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a La stranezza. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera a cui si ispira. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La stranezza cast Ficarra e Picone

La trama e il cast di La stranezza

Nel 1920, Luigi Pirandello torna per motivi personali in Sicilia e all’arrivo a Girgenti apprende della morte dell’amata balia Maria Stella. Al funerale incontra due becchini, Nofrio e Bastiano, esseri singolari che per diletto praticano anche il teatro. Sempre più incuriosito dal fascino singolare dei due becchini, Pirandello decide di spiarne le prove e assiste alla prima della loro nuova farsa: La trincea del rimorso, ovvero Cicciareddu e Pietruzzu. Durante lo spettacolo, però, accade un evento imprevisto che costringe Nofrio e Bastiano a interrompere la rappresentazione. Per Pirandello, presente tra il pubblico, sarà la scintilla che darà forma a quella stranezza che aveva in mente da un po’.

Leggi anche: La stranezza, la recensione del film con cui (ri)scoprire Pirandello

Ad interpretare Luigi Pirandello vi è l’attore Toni Servillo, mentre Sebastiano “Bastiano” Vella e Onofrio “Nofrio” Principato sono interpretati rispettivamente dal duo comico Salvatore Ficarra e Valentino Picone. I due sono poi stati candidati insieme come Miglior attore protagonista ai David di Donatello. Fanno poi parte del cast l’attrice Giulia Andò nel ruolo di Santina Vella, sorella di Sebastiano e amante di Onofrio, mentre l’attore Rosario Lisma è Mimmo Casà e Aurora Quattrocchi è la balia Maria Stella. L’attrice Donatella Finocchiaro interpreta invece Maria Antonietta, mentre Luigi Lo Cascio è il capocomico e Renato Carpentieri fa una breve comparsa nel ruolo dello scrittore Giovanni Verga.

La storia vera e il significato del film

Nel pieno rispetto della poetica pirandelliana, dove verità e finzione si mescolano continuamente, anche il film presenta una combinazione di vicende e personaggi realmente esistiti e altri invece pura invenzione degli sceneggiatori Roberto Andò, Ugo Chiti, Massimo Gaudioso. La stranezza propone dunque un ipotetico antefatto all’ideazione di Sei Personaggi in cerca d’autore, inscenando la vicenda di due personaggi in realtà mai esistiti: i becchini appassionati di teatro Nofrio e Bastiano. Questi personaggi servono infatti al film unicamente come presenza che scatena l’intuizione in Pirandello di quel qualcosa a cui non riusciva a dare forma.

Nel corso del film, l’autore premio Nobel è infatti quasi un personaggio secondario, più spettatore che non attivamente coinvolto nelle vicende. Egli si limita ad osservare le loro vicende teatrali, trovando ispirazione in esse per quella serie di tematiche che gli interessava affrontare e che confluiranno poi in Sei Personaggi in cerca d’autore. Se dunque gli elementi biografici di Pirandello sono ispirati alla realtà, dal suo ritorno in Sicilia per il compleanno di Giovanni Verga fino agli accenni riguardanti la salute di sua moglie Maria Antonietta Portulano. Dal momento in cui incontra Nofrio e Bastiano, però, subentra la finzione.

La stranezza trama film

Sarà dunque osservando le situazioni di vita quotidiana che i due becchini teatranti portano in scena, con i loro paradossi, contraddizioni e quelle maschere indossate per rispettare certe convenzioni, che Pirandello sviluppa l’idea per Sei Personaggi in cerca d’autore. Opera che, come mostrato nel finale del film, verrà poi accolta in modo contrastante al momento della sua prima il 9 maggio del 1921 al Teatro Valle. Il pubblico presente in sala scatenò infatti una vera e propria rivolta nei confronti di Pirandello, accusandolo di averli ingannati con una farsa. Nel 1923 l’opera diverrà però uno dei maggiori successi di Pirandello e lo porterà a ricevere il Premio Nobel nel 1934.

Per quanto riguarda Nofrio e Bastiano, invece, il finale del film solleva dubbi non sulla loro reale esistenza, che sappiamo non trovare conferme nella realtà, bensì sulla loro effettiva presenza nelle vicende del film. Quando nel finale Pirandello chiede all’assistente di scena se i biglietti per i due becchini siano stati ritirati, questi gli dice di non aver mai ricevuto disposizione di invitare nessuno che corrispondesse a quei nomi, lasciando il grande autore in preda ai dubbi. Anche Nofrio e Bastiano sono dunque personaggi inventati dalla mente di Pirandello? Possibile che l’autore abbia immaginato tutte le vicende dei film, assistendo dunque ad un mero manifestarsi dei fantasmi della sua mente?

Sono domande che si pongono anche gli spettatori di una rappresentazione dei Sei personaggi in cerca d’autore. Cos’è vero e che cos’è falso? Dove inizia la persona e dove il personaggio? Nel sollevare tali domande mentre racconta la finta genesi della vera opera, La stranezza si dimostra dunque intenzionato a replicare a sua volta gli espedienti del testo di Pirandello, suscitando medesime domande e riflessioni sulla natura umana e i confini tra persona e personaggio. Il film, dunque, ci racconta della celebre opera non in modo lineare ma ricorrendo a quel teatro nel teatro e a quella frammentazione della linea temporale teorizzata da Pirandello, per il quale la vita non segue un corso lineare.

Il trailer di La stranezza e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di La stranezza grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 1° maggio alle ore 21:30 sul canale Rai 1.

 
 

La stranezza, la recensione del film con cui (ri)scoprire Pirandello

Vada come vada, La stranezza di Roberto Andò resterà un film emblematico, per la collaborazione tra RAI e Medusa che il regista ringrazia per il “gesto particolarmente significativo in un momento così difficile”. E sia come sia, la fantasia del regista sulla “nascita di un capolavoro che ha cambiato per sempre e in ogni latitudine l’idea del teatro” potrebbe sostituire gli altri titoli della sua ricca filmografia nel cuore degli appassionati. Sicuramente quelli di Ficarra e Picone (qui alla loro prova migliore) e di Toni Servillo, che offre l’interpretazione di un Pirandello che difficilmente potremo scindere dall’immagine che abbiamo del grande autore siciliano.

La stranezza di Pirandello, e dei suoi amici

Ed è proprio Luigi Pirandello, in occasione dell’ottantesimo genetliaco dell’amico Giovanni Verga nel 1920, a intraprendere un viaggio di ritorno nella sua terra. A Girgenti conosce i due singolari becchini Nofrio e Bastiano, impegnati per passione nella preparazione di uno spettacolo teatrale, alle prove del quale lo scrittore finisce per assistere anche per distrarsi dalla preparazione della sua nuova commedia, ancora in fieri eppure in grado di ossessionarlo con visioni spettrali, ricordi, malinconiche apparizioni.

Invitato da Nofrio e Bastiano alla prima della loro farsa – La trincea del rimorso, ovvero Cicciareddu e Pietruzzu – Pirandello assiste alla trasformazione della recita in una tragedia che coinvolge tutti gli abitanti presenti nel piccolo teatro. Una resa dei conti totale in cui a confrontarsi sono la platea e gli attori, alla quale lo scrittore assiste turbato. Ma che sembra in grado di lasciare un segno, al punto da spingere l’autore a ricambiare l’invito ai due, che ritroviamo a Roma, nel 1921, alla prima dei Sei personaggi in cerca d’autore in programma al Teatro Valle.

Un’opera immortale, un omaggio unico

Nelle mani di Andò, questa volta, invece, tutti i personaggi trovano un autore, e una loro vita, ma soprattutto un equilibrio del quale non si può che dare i meriti al regista di Palermo. Che fa un lavoro egregio nel gestire un trio di protagonisti tanto ‘ingombranti’ (per visibilità e importanza), e ad alternarli in scena, dopo aver realizzato una sceneggiatura – insieme a Massimo Gaudioso e Ugo Chiti – di quelle che non si vedono spesso sui nostri schermi.

Di certo, l’amore per il soggetto e il ricordo del giorno in cui fu lo stesso Leonardo Sciascia a regalargli la splendida biografia di Luigi Pirandello curata da Gaspare Giudice devono averlo motivato in maniera particolare, ma questo non inficia in alcuna maniera l’apprezzamento per un risultato sorprendente. Un film pieno, godibile, ben realizzato, divertente e commovente insieme, nel quale mito, folklore e fantasia si mescolano rapendo lo spettatore, felice di abbandonarsi a un’avventura verosimigliante che gioca con l’esito surreale – eppure reale – che la storia della nostra letteratura e del nostro teatro ci raccontano.

La creazione resta ‘Stranezza‘ fino a che non trova una propria voce, o qualcuno che parli la stessa lingua. E mentre il dramma rappresentato si sovrappone a quello vero, in un gioco di finzioni e ambiguità, va svelandosi il paradosso che permea questa strana commedia, divertente e stratificata. Che gradualmente ci conquista, prima con l’umorismo più riconoscibile e definitivamente con i fantasmi di una storia che fa indissolubilmente parte del nostro DNA.

 
 

La strana signora della porta accanto: la spiegazione del finale del film

La strana signora della porta accanto spiegazione finale

Quello del vicino di casa misterioso che potrebbe rivelarsi essere un assassino è uno scenario che il cinema ha affrontato in numerose occasioni. Da un classico come La finestra sul cortile fino a Disturbia, film che lo omaggia, passando poi per titoli come Il ragazzo della porta accanto. Ad essi nel 2021 si è unito anche il thriller diretto da dal titolo La strana signora della porta accanto.

In questo film si mescolano infatti elementi come l’ossessione, segreti dal passato, follia omicida e malattia mentale, proponendo dunque un racconto che non può soddisfare i gusti di ogni appassionato di questo genere. Il film viene inoltre proposto in prima visione assoluta sulla televisiione italiana per il ciclo di Rai 1 “Nel segno del giallo”, dedicato appunto a film di mistero che richiedono un’attenta partecipazione dello spettatore per cogliere tutti gli indizi seminati lungo il percorso.

In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a La strana signora della porta accanto. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama e il cast di La strana signora della porta accanto

Protagonista del film è la giovane coppia formata da Sarah e Kyle Collins. I due, che aspettano un bambino, si sono appena trasferiti in un nuova casa, in quello che sembra il quartiere ideale dove crescere un figlio. Al loro arrivo, quando ancora stanno trasportando le loro cose nella nuova casa, fanno la conoscenza della loro vicina Helen, un’anziana signora che vive sola, da quando qualche anno prima la sua unica figlia Layla si è tragicamente tolta la vita.

All’inizio, l’impressione che hanno di Helen è quella di una simpatica, benevola e carismatica vecchietta. Tuttavia, con il tempo, l’anziana sembra sviluppare una crescente attenzione nei confronti di Sarah, che si trasforma ben presto in vera e propria ossessione. Mentre persone accanto al loro iniziano a scomparire, la futura mamma apprenderà con orrore il passato di Helen e i suoi piani per lei e si troverà a dover lottare per la propria sopravvivenza.

Ad interpretare Sarah vi è l’attrice Julia Borsellino, attrice vista anche in Puoi baciare la damigella e Una giusta causa. Suo marito Kyle è invece interpretato da Mark Taylor, mentre la madre di lui, Judith, è interpretata da Marium Carvell. Nel ruolo di Helen vi è l’attrice Deborah Grover, nota per le serie Jann e Chiamatemi Anna. Completano il cast Cait Alexander nel ruolo di Angela, ex di Kyle, Michelle Chiu in quello di Jennifer, amica di Sarah, e Deanna Jarvis in quello di Grace, terapeuta di Helen.

La strana signora della porta accanto cast

La spiegazione del finale del film

Nel corso del film scopriamo che Helen non è la tranquilla e simpatica anziana che fa credere di essere. Da qualche mese è stata rilasciata da un istituto psichiatrico, dove era stata rinchiusa dopo la morte della figlia. Tornata a casa sua, l’anziana donna continua però ad essere ossessionata dall’idea di ricostruirsi una famiglia e di trovare una sostituta alla figlia morta. Sarah, naturalmente, diventata la candidata ideale per quel ruolo, a maggior ragione essendo incinta, cosa che permetterebbe ad Helen di diventare anche nonna.

Per ottenere tale obiettivo, l’anziana è pronta ad eliminare quanti si pongono sul suo percorso. Ed è così che prima elimina Grace, la sua terapeuta, e Judith, la madre di Kyle venuta a trovare la coppia nella loro nuova casa. A questo punto, rimane da far separare Sarah dal marito e per far ciò propone ad Angela, ex di Kyle, di lavorare insieme per far separare i due. La ragazza accetta e, si fa fotografare durante un incontro con l’uomo, in modo da mandare le foto a Sarah.

Questa, appena le vede, distrutta, decide di andarsene di casa ed accetta l’invito di Helen di trasferirsi nella sua casa nel bosco. Una volta qui, però, Sarah capisce ben presto di essere una vera e propria prigioniera. Nel mentre, Angela pentendosi di quanto compiuto avvisa Kyle della follia di Helen e l’uomo insieme a Jennifer, amica di Sarah, si mettono sulle sue tracce. Individuata l’abitazione dell’anziana, Kyle riesce a riprendere con sé sua moglie, lasciando l’anziana disperata a riflettere finalmente sugli orrori compiuti.

Dove vedere La strana signora della porta accanto in streaming e in TV

Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di sabato 22 giugno alle ore 21:20 sul canale Rai 2. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

 
 

La strage di San Gennaro: la recensione del docufilm prodotto da SkyCrime

la strage di san gennaro recensione

Asseriva Peppino Impastato, ne I Cento Passi di Marco Tullio Giordana, che “se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità […] e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre”. A risvegliare questa memoria ci hanno provato gli autori del docufilm La Strage di San Gennaro, una produzione di SkyCrime diretta da Matteo Lena. Al centro della storia, l’omicidio di sei immigrati africani a Castel Volturno, in provincia di Caserta, il 18 settembre 2008. Una strage senza un movente diretto verso gli uomini che rimangono a terra, raggiunti da un volume di fuoco di centinaia di bossoli sparati da kalashnikov e pistole al servizio di un boss della camorra in cerca di una rapida ascesa al potere. Questo è l’orrore, senza dubbio, ma come ci siamo arrivati?

Alle origini della strage di San Gennaro

La sceneggiatura di Carlo Altinier e Stefania Colletta racconta la strage di San Gennaro partendo dagli anni Settanta, quando il degrado dell’odierna Castel Volturno era un’ipotesi impossibile da formulare per i suoi ricchi frequentatori. La cartolina di un mare cristallino, con una pineta tra le più estese d’Italia, villette curate e un turismo d’élite a meno di un’ora da Napoli, rappresenta uno sbiadito ricordo a cui, nel tempo, si sono sovrapposti proprio gli orrendi palazzi predetti da Impastato. Otto, per la precisione, costruiti sulla spiaggia ad opera dei fratelli Cristoforo e Vincenzo Coppola, originari di Casal di Principe, che sognavano di impiantare qui una Rimini campana nella completa ignoranza di qualsivoglia vincolo paesaggistico.

Le torri di Pinetamare, come era conosciuto il villaggio, vennero abbattute tra il 2001 e il 2003, con una serie di interventi registrati dal film documentario L’esplosione di Giovanni Piperno. Restituire quel tratto di terra al mare non è stato sufficiente a ripristinare l’antica bellezza: l’abuso edilizio, nel suo degradare l’ambiente, aveva nel frattempo aperto la strada alla cultura dell’illegalità, come se il ‘brutto’, come viene testimoniato in questo docufilm, avesse cominciato a permeare la mentalità stessa degli abitanti. Scomparsi i turisti benestanti, anche i privati hanno progressivamente abbandonano i propri immobili e in una generalizzata mancanza di cura, il territorio di Castel Volturno ha finito per diventare un luogo fatiscente, preda facile di qualsiasi forma di criminalità.

La ricostruzione dei fatti di cronaca di Castel Volturno

Lo dichiara Cesare Sirignano, pubblico ministero nel processo contro Giuseppe Setola, il mandante della strage di San Gennaro e lui stesso a capo del gruppo di fuoco che nel 2008, nella frazione di Ischitella, a Castel Volturno, si scagliò contro la sartoria del ghanese El Hadji Ababa. Quella sera, per caso fortuito, nel locale si trovavano anche i connazionali Joseph Ayimbora, Kwame Antwi Julius Francis, Affun Yeboa Eric, Christopher Adams, oltre a Samuel Kwako, originario del Togo, e a Jeemes Alex, originario della Liberia. Ayimbora, l’unico sopravvissuto, riuscì a salvarsi perché il suo corpo insanguinato fu protetto da quello di un compagno colpito più duramente e caduto a morte.

Il documentario parla di loro, delle vittime degli spari, perché Setola è solo uno dei tanti pervasi dal ‘brutto’ e indagare la sua storia non sarebbe sufficiente per rispondere alla domanda: “per quale motivo?”. Alle ore 19.55 di quella sera di fine estate, Setola, ancora in umore di sangue dopo aver sparato ad Antonio Celiento, un pregiudicato ritenuto informatore delle Forze dell’Ordine, chiede ai suoi scagnozzi di trovare dei neri. Il suo messaggio deve arrivare forte e chiaro alla cosiddetta mafia nigeriana, che da anni sfrutta la prostituzione per reinvestire i proventi nel traffico di stupefacenti sul ‘suo’ territorio. La sua bestialità non è unica, distintiva, e la scelta di campo degli autori è molto precisa nel ricollocare l’arroganza di un atteggiamento omicida nel quadro di miseria di un territorio abbandonato a se stesso, senza servizi, né possibilità di crescita. Solo attraverso la lucidità di quest’analisi diventa chiaro che si tratta esclusivamente di una questione di tempo prima che il prepotente di turno voglia riattivare un clima di violenza per imporre la propria legge personale, come ammonisce sul finale Vincenzo Ammaliato, giornalista del Il Mattino, tra i primi ad accorrere sul luogo della strage di San Gennaro.

Un docucrime che sa mantenere l’impianto informativo

Non è la prima volta che il regista Matteo Lena si confronta con il racconto del Male: già Premio Ilaria Alpi per il documentario Le mani su Palermo, ha firmato la sceneggiatura e la regia della docuserie Il Mostro di Udine. La forza del lavoro realizzato per SkyCrime risiede in un trattamento del soggetto che sposta l’attenzione dai fascicoli delle indagini, dalle intercettazioni, dai verbali degli interrogatori alle condizioni di una comunità intera per allargare il campo della responsabilità e la capacità di identificazione di un pubblico abituato a trovare il focus del docucrime nel vicino della porta accanto, che si tratti della vittima o dell’aggressore.

L’influenza degli standard imposti da Gomorra, produzione originale Sky, a questo tipo di narrazione sono visibili nei passaggi legati alla ricostruzione del fatto di cronaca, sovrapposti alle riprese d’archivio, La Strage di San Gennaro, tuttavia, riesce ad andare oltre. L’impianto giornalistico rimane infatti l’asse portante di un racconto che non concede facili risposte. La ‘soluzione’, contrariamente a quanto accade nei classici docucrime, non risiede nella possibilità di delimitare la violenza al percorso deviato di una sola mente criminale: il pericolo è molto più pervasivo e nessuno di noi può dirsi davvero immune.

 
 

La storia: tutto quello che c’è da sapere sulla nuova serie RAI con Jasmine Trinca e Elio Germano

La storia recensione serie tv Rai
Foto di Lacovelli Zayed

Debutterà l’8 gennaio 2024 in prima serata la nuova serie tv di RAI FICTION, La storia, creata da Giulia Calenda, Ilaria Macchia, Francesco Piccolo e diretta da Francesca Archibugi.  Protagonisti con Jasmine Trinca, Elio Germano, Asia Argento, Lorenzo Zurzolo, Francesco Zenga e con Valerio Mastandrea

La storia è composta da 4 puntate da 100 minuti ciascuno scritti da Giulia Calenda, Ilaria Macchia, Francesco Piccolo e Francesca Archibugi e tratto da “La Storia” di ELSA MORANTE pubblicato in Italia da Giulio Einaudi Editore, Torino.

La storia: la trama

La storia trama cast
Foto di Lacovelli Zayed

Roma, quartiere San Lorenzo. Alla vigilia della seconda guerra mondiale, Ida Ramundo, maestra elementare rimasta vedova con un figlio adolescente di nome Nino, decide di tenere nascoste le proprie origini ebraiche per paura della deportazione. Un giorno, rientrando a casa, viene violentata da un soldato dell’esercito tedesco, un ragazzino ubriaco.

Dopo lo sgomento, l’angoscia e la vergogna, scopre di essere incinta. Mentre Nino trascorre l’estate al campeggio degli Avanguardisti, Ida partorisce in segreto un bambino prematuro, piccolo e quieto, con gli stessi occhioni azzurri del padre, quel soldato ragazzino tedesco già morto in Africa. Quando Nino torna a casa e scopre il fratellino, lo accetta di slancio e se ne innamora. Lo soprannominerà Useppe.

La piccola famiglia viene stravolta dagli eventi della guerra: prima Nino, fascista convinto, decide di partire per il fronte contro il parere di Ida, lasciandola sola con Useppe; poi, nel bombardamento di San Lorenzo del luglio 1943, la loro casa viene distrutta, Ida perde tutto ed è costretta a sfollare a Pietralata. Da quel momento, ogni giorno diventerà una lotta per la propria sopravvivenza e per quella del suo bambino. Intanto, Useppe cresce aspettando i ritorni di suo fratello, al quale è legato da un amore inossidabile, mentre una vitalità a tratti disperata spinge Nino verso la lotta armata di Resistenza, verso l’amore, verso i compagni, pieno di desideri; più soldi, più affari, più avventura. Dopo la guerra si darà al contrabbando, prima di sigarette e poi in quello delle armi. Vuole una vita migliore per sé, per Ida e per Useppe.

Note di regia

Tutta la Storia e le nazioni della terra s’erano concordate a questo fine: la strage del bambinello Useppe Ramundo. “La Storia”, Elsa Morante, 1974 Ida Ramundo vedova Mancuso viene violentata. Tutto nasce da una violenza sessuale di un giovane soldato tedesco su una donna incapace di difendersi. Quel giovane soldato morirà poco dopo, in guerra. Tutti sono incapaci di difendersi. I personaggi di questo grandioso libro sono creature senza nessun potere, attraversate da forze collettive, piccole figure che tentano di sopravvivere nel decennio di un secolo che ha attraversato l’orrore assoluto. Come mettersi al servizio di un’idea tanto semplice quanto gigantesca? Con tutta l’umiltà e la fedeltà possibili. Attenzione spasmodica alla distribuzione dei ruoli, alla scelta degli attori e delle attrici, dei cani e dei bambini, delle case, delle piazze, delle scarpe e delle ciabatte. Immagini. Voci. Luci. Suoni. Il lavoro di regìa è una sequenza infinita di scelte macro e microscopiche, grandi impostazioni e minimi dettagli. Guidare una armata di collaboratori geniali, tutti tesi allo stesso scopo: cercare di restituire nei personaggi e nelle scene lo stesso stupore, divertimento, orrore, disperazione che si è provati leggendo La Storia da adolescenti. Con la precisa certezza che sarebbe stato impossibile. È stato terrificante e bellissimo. Francesca Archibugi

Jasmine Trinca La Storia

La storia, trama del primo episodio

La maestra Ida Ramundo è ebrea, ma lo tiene nascosto. Il marito è morto anni prima e lei vive con suo figlio Nino, adolescente bellissimo ed esuberante. La vita di Ida, fra scuola e San Lorenzo, procede impaurita ma tranquilla, aiutata spesso dall’oste Remo.  Un giorno di gennaio del 1941 tutto cambia: Gunther, un giovanissimo soldato tedesco, la segue in casa e la violenta. È quello il giorno in cui la Storia bussa alla porta di una donna normale: Ida si scopre incinta. Mentre Nino è lontano al campeggio con gli Avanguardisti, nasce un neonato magico, con degli occhi azzurri bellissimi.

La storia, trama del secondo episodio

Al ritorno, Nino non fa domande e si innamora istantaneamente del fratellino.  E il piccolo di lui. Fra i due fratelli s’instaura un legame fortissimo. Però Nino, fascista esaltato, abbandona la famiglia e il liceo, spezzando i sogni di Ida, e si arruolerà in guerra volontario, salutato da tutto il quartiere. Ida resta sola con il piccolo soprannominato Useppe. Ma la guerra sconvolgerà ben presto le vite di tutti. San Lorenzo viene bombardato,  la casa di Ida distrutta  e Blitz, il cagnolino di Nino, morirà sotto le macerie.

Il cast di La storia

Ida Ramundo vedova Mancuso (Jasmine Trinca): è una diligente maestra elementare, figlia di maestri, semplice, infantile, conserva ancora una “faccia da bambina sciupatella”.  Crede con fervore nell’istruzione e solo dentro l’aula con i suoi scolari prova un po’ di pace. Il mondo le fa paura.   Rimasta vedova e sola da giovane, mezza ebrea, attraversa il fascismo, le leggi razziali e l’occupazione di Roma da parte dei nazisti con un terrore occulto.

Ama i suoi figli come un’innamorata, prima di Nino, adolescente bello e inquieto che la tiene in un continuo stato d’agitazione, e poi di Useppe, il suo pupetto dallo sguardo celeste. I suoi figli sono la sua unica ragione di vita, “come certe gatte malandate”.

Nino (Francesco Zenga): cresce durante i cinque anni di guerra. Odia andare a scuola, al liceo classico, e infrange i sogni di Ida di vederlo laureato abbandonando gli studi per arruolarsi volontario nell’esercito fascista. S’immerge nel caos della guerra, ritorna a casa dopo essersi unito a sorpresa ai partigiani della cellula dei castelli romani. L’Italia sobbolle, lui viaggia, attraversa il fronte, va a Napoli, si unisce agli americani. Nino è sempre in movimento, pieno di idee, a volte in conflitto fra loro; da orfano di padre, comanda sulla madre ed è intollerante a tutte le autorità, correndo a perdifiato felice e disperato verso il suo destino.

Useppe (Christian Liberti/Mattia Basciani): frutto della violenza sessuale di un soldato tedesco, è un bambino di una dolcezza quasi soprannaturale, pieno d’amore per l’universo, gli uomini e gli animali. Il suo sguardo azzurro conquista il mondo e tutte le persone che lo incrociano.  Durante la terribile occupazione nazista che affama Roma, Ida si batte come una lupa per cercare di trovare per lui qualcosa da mangiare, farlo crescere, non farlo ammalare. Perché Useppe soffre di assenze, chiamate Piccolo Male che finita la guerra lo faranno passare attraverso la trafila di medici e medicine. Ida è fiduciosa perché è la stessa malattia di cui soffriva lei da piccola e dalla quale è guarita.

L’oste Remo (Valerio Mastandrea): proprietario di un’osteria a San Lorenzo, è una specie di capo di quartiere, amato e rispettato, l’unico che Nino sta a sentire e, per questo, amato anche da Ida. Si scoprirà essere uno dei capi della resistenza armata e farà da tramite per passare le notizie tra Ida e il figlio Nino. Non abbandonerà mai Ida e le sarà sempre vicino.

Eppetondo (Elio Germano): Giuseppe Cucchiarelli è un marmista che dopo il bombardamento di San Lorenzo sfolla a Pietralata insieme a Ida e Useppe. Chiamato Giuseppe Secondo per l’eccesso di Giuseppi nel capannone degli sfollati, viene ribattezzato Eppetondo da Useppe che non sa pronunciarne il nome. Comunista, d’animo gentile e generoso, è uno strano tipetto che si lega con amicizia fortissima e anomala prima a Useppe e poi a Ida.

Quando compare Nino partigiano, si unisce di slancio alla lotta armata. Catturato dai nazisti, si comporterà da piccolo grande eroe per non tradire i compagni.

Carlo Vivaldi (Lorenzo Zurzolo): il cui vero nome è Davide Segre, studente ebreo di Mantova, è un anarchico nonviolento. Scampato alla deportazione che ha sterminato la sua famiglia, dopo l’incontro con Nino si convince a partecipare attivamente alla lotta partigiana. L’uccisione violenta di un tedesco, lo porterà a un conflitto interiore che lo consumerà. Dopo la guerra, ritrova Useppe conosciuto durante lo sfollamento a Pietralata. Il bambino si legherà a lui, lo cercherà, mentre Davide, incapace di riprendersi dalle ferite della guerra, sprofonderà sempre di più nella solitudine.

I Mille (Vincenzo Antonucci, Anna De Stefano, Rosaria Langellotto, Arcangelo Iannace): famiglia mezza romana mezza napoletana, scampata ai bombardamenti a tappeto di Napoli.  Si sono rifugiati nel ricovero per gli sfollati di Pietralata, guidati dalla furbizia di Domenico (Vincenzo Nemolato). Chiamati così perché numerosi, sono tutti imparentati tra loro. Sono allegri, spregiudicati, ridono, litigano, fanno la borsa nera. Tra loro si distingue la sora Mercedes (Carmen Pommella), matrona della famiglia, che nasconde sotto una coperta i beni alimentari e li smercia anche all’interno del capannone; e Carulina (Flora Gigliosetto), chiamata da Useppe Ulì, una quindicenne già madre di due gemelline di cui dice di non sapere chi è il padre. Affettuosa, allegra, “canterina e piagnona”, resterà nei ricordi di Useppe per sempre.

La famiglia Marrocco: Ida e Useppe affittano una stanza nella loro casa di Testaccio una volta abbandonata Pietralata.  Sono ciociari: in casa ci sono il nonno, un vecchio un po’ rimbambito che vuole solo bere vino, il signor Tommaso Marrocco (Enzo Casertano) che lavora come portantino in ospedale, la signora Filomena Marrocco (Antonella Attili), sarta in casa, brutale e sboccata, sempre dietro al lavoro delle macchine da cucire e circondata di clienti, e Annita (Ludovica Francesconi), la piccola sposina del figlio Giovannino, disperso in Russia. L’attesa del ritorno di Giovannino è il pensiero fisso della famiglia. Il suo nome e la sua foto campeggiano nella casa e nei pensieri.

Santina (Asia Argento) è una prostituta che va a casa Marrocco a leggere i tarocchi, di cui è esperta, interrogata come un oracolo da Filomena e Annita sulla sorte di Giovannino. Lì conosce Davide Segre, con il quale intreccia una relazione intima, anche di pensieri e conforto, che ingelosisce Nello (Josafat Vagni) il suo magnaccia violento e possessivo.

Blitz e Bella: sono i cani della famiglia Ramundo-Mancuso. Blitz, voluto da Nino quando è nato il fratellino, come una sorta di risarcimento. Quando parte soldato, lo affida a Useppe, in segno del loro legame speciale. Ma il cagnolino morirà sotto le macerie del bombardamento di San Lorenzo, il primo trauma indelebile per Useppe. Bella, invece, è una magnifica maremmana enorme e bianca, di cui s’innamora Nino come fosse una ragazza e che va a vivere con loro appena finita la guerra. Sarà compagna di grandi avventure per Useppe e nelle sue scorribande romane starà sempre appiccicata a lui, per proteggerlo da tutto. Quando Nino non c’è, Bella veglia sulla famiglia e sulla malattia di Useppe come una seconda mamma.

Patrizia (Romana Maggiora Vergano): è la fidanzata di Nino, di cui si innamora anche Useppe, per la sua dolcezza e la sua allegria. Fanno giri in moto in tre e, durante una scampagnata al lago, Useppe li vede fare l’amore. Insieme trascorrono momenti intensi di felicità. Da questa felicità resterà Ninetta, la pupetta che Patrizia avrà da Nino.

Vilma (Giselda Volodi): è una strana donna, un po’ maga, un po’ strega, che Ida incontra al ghetto. È considerata  dagli altri ebrei una che vaneggia, poiché riporta le notizie delle radio straniere che ascolta dalla signora da cui lavora. Notizie che sono prese con fastidio, come profezie squinternate di una donna fuori di sé. C’è troppo orrore in quello che racconta, morte, deportazione, nessuno le crede.

Signora Di Segni (Anna Ferruzzo): ha un negozio di tessuti nella piazza principale del ghetto. È la più scettica sulle profezie di Vilma, non vuole crederle. Ida la incontra di nuovo vicino alla Stazione Tiburtina, dopo che tutta la sua famiglia è stata rastrellata il 16 ottobre del ’43. Ida la segue fino al treno, e la vede gridare ai fascisti e ai nazisti di fare partire anche lei con i suoi cari, pensando che andranno in un campo di lavoro e non in un campo di morte.

 
 

La Storia: trailer della nuova serie Rai dal romanzo di Elsa Morante

La Storia serie rai fiction 2023
Foto di Iacovelli Zayed

Rai Fiction ha diffuso le prime immagini de La Storia di Francesca Archibugi in anteprima alla Festa del Cinema di Roma la serie tratta dal capolavoro di Elsa Morante.

Roma, quartiere San Lorenzo. Alla vigilia della Seconda guerra mondiale, Ida Ramundo, maestra elementare rimasta vedova con un figlio adolescente di nome Nino, decide di tenere nascoste le proprie origini ebraiche per paura della deportazione. Dopo l’ingresso dell’Italia in guerra, un  giorno, rientrando a casa, viene violentata da un soldato dell’esercito tedesco, un ragazzino ubriaco.

Si apre così “La Storia”, la serie tv firmata da Francesca Archibugi e tratta dall’omonimo romanzo di Elsa Morante, edito da Giulio Einaudi Editore, di cui sono ora disponibili le prime immagini. I primi due episodi della serie, interpretata da Jasmine Trinca, Elio Germano, Asia Argento, Lorenzo Zurzolo, Francesco Zenga e con Valerio Mastandrea, saranno presentati in anteprima mondiale venerdì 20 ottobre alla Festa del Cinema di Roma. “La Storia” – alla cui sceneggiatura hanno lavorato Giulia Calenda, Ilaria Macchia, Francesco Piccolo e Francesca Archibugi – è una coproduzione tra Picomedia e la società francese Thalie Images in collaborazione con Rai Fiction.

La trama di La Storia

Dopo lo sgomento, l’angoscia e la vergogna, Ida scopre di essere incinta. Mentre Nino trascorre l’estate al campeggio degli Avanguardisti, Ida partorisce in segreto un bambino prematuro, piccolo e quieto, con gli stessi occhioni azzurri del padre, quel soldato ragazzino tedesco già morto in Africa. Quando Nino torna a casa e scopre il fratellino, lo accetta di slancio e se ne innamora. Lo soprannominerà Useppe. La piccola famiglia viene stravolta dagli eventi della guerra: prima Nino, fascista convinto, decide di partire per il fronte contro il parere di Ida, lasciandola sola con Useppe; poi, nel bombardamento di San Lorenzo del luglio 1943, la loro casa viene distrutta, Ida perde tutto ed è costretta a sfollare a Pietralata. Da quel momento, ogni giorno diventerà una lotta per la propria sopravvivenza e per quella del suo bambino. Intanto, Useppe cresce aspettando il ritorno di suo fratello, al quale è legato da un amore inossidabile, mentre una vitalità a tratti disperata spinge Nino verso la lotta armata nella Resistenza, verso l’amore, verso i compagni. Nino è  pieno di desideri:vuole più soldi, più affari, più avventura. Dopo la guerra si darà al contrabbando, prima di sigarette e poi in quello delle armi. Vuole una vita migliore per sé, per Ida e per Useppe.

 
 

La Storia: recensione dei primi due episodi della serie Rai

La storia recensione serie tv Rai
Foto di Lacovelli Zayed

La ormai totale diffusione delle piattaforme streaming quali Netflix, Prime Video e Disney+, ha portato a sempre un maggiore accantonamento della televisione nazionale, almeno per le fascie più giovani. Il grande pubblico in cerca di qualcosa di nuovo da guardare, lo cerca sempre meno spesso sulla Rai, nonostante qui si possano ritrovare diverse serie degne di nota. Un esempio ne è La Storia, diretta e co-scritta da Francesca Archibugi (Il colibrì). La serie, formata da una stagione di otto episodi, ognuno di circa 50 minuti, è la trasposizione cinematografica del noto omonimo romanzo di Elsa Morante. Nel cast ritroviamo Jasmine Trinca (La dea fortuna, La scuola cattolica) nel ruolo della protagonista Ida, mentre Valerio Mastandrea interpreta Remo. Altre figure importanti del cinema italiano presenti sono Elio Germano (L’incredibile storia dell’isola delle rose, Palazzina Laf) e Asia Argento. I primi due episodi de La Storia, inoltre, erano già stati proiettati in anteprima alla Festa del Cinema di Roma.

La Storia: la guerra attraverso gli occhi di una donna

La Storia racconta le vicende di Ida, una vedova con un figlio, Nino, che vive a Roma. Le vicende del secondo conflitto mondiale fanno da sfondo alla vita di Ida, influenzandola abbondantemente: con l’arrivo in città la donna viene violentata in casa sua da un giovane soldato tedesco. Da questo stupro Ida scoprirà di essere rimasta incinta. Nel frattempo, nel quartiere ebraico di Roma iniziano a circolare delle voci sui rastrellamenti degli ebrei negli altri stati europei da parte delle forze naziste.

I mesi passano e Ida, preoccupata del giudizio altrui, cerca di nascondere il più possibile la propria gravidanza, anche allo stesso Nino. Il ragazzo, un giovane di 16 anni esaltato dalla cultura fascista, non si accorge dello stato della madre fino al ritorno dal campo estivo. La guerra entrerà a quel punto prepotentemente nei quartieri romani, portando i giovani lontani da casa e sostituendoli con le bombe nelle strade.

Ida: il dramma e la vergogna dello stupro

Uno dei primi elementi che salta all’occhio ne La Storia è proprio l’evento iniziale dello stupro. Nel momento in cui le si presenta davanti alla porta di casa il soldato tedesco, Ida non fa alcuna resistenza, lo accoglie nel proprio appartamento. Un tale comportamento è probabilmente dovuto alla paura stessa della figura del soldato tedesco. Dall’altro lato invece il giovane sembra non comprendere l’importanza o la gravità del proprio gesto, che tormenterà il sonno di Ida per tante notti. Il tedesco porta con sé un piccolo fiore in ricordo del momento passato insieme, trattando la donna con gentilezza dopo l’atto in sé.

Ida continua però a sentire vergogna anche della propria gravidanza: non essendo più sposata, ha timore della reazione della gente del quartiere. Per questo motivo decide di partorire in segreto e di nascondere il bimbo, chiamato Useppe, il più possibile.

La storia Jasmine Trinca

Nino e la cultura fascista

Il giovane Nino è invece la rappresentazione perfetta di un giovane fascista: forte, fedele ad un ideale che ancora non comprende fino in fondo e disposto a sacrificare la propria vita per la patria. O almeno, questo è ciò che emerge dalle sue parole: ben presto però si comprende che Nino è in realtà un ragazzo dolce, e molto amorevole nei confronti del piccolo fratellino. Il giovane si limita quindi a ripetere ciò che gli è stato indottrinato dopo anni di scuola fascista, non sapendo realmente in cosa consiste il regime totalitario. Ciò si può notare specialmente nella scena in cui Nino viene deriso dagli adulti nel rifugio antiaereo per le sue farneticazioni fasciste.

Ed è proprio in quella scena di La Storia, come da altre affermazioni fatte da Remo, che si comprende come il popolo non appoggi nettamente il regime, ma semplicemente si tenga lontano dalla politica. Il fascismo è ben noto per essere definito nella filosofia politica come un Totalitarismo imperfetto: oltre al mantenimento di poteri paralleli a Mussolini, quali la monarchia e la Chiesa, qui ci viene mostrato come, nonostante la forte propaganda, i cittadini italiani non abbiano sviluppato in massa un sentimento di forte patriottismo e devozione al regime.

Un dramma con un’interpretazione monotona

Per quanto possa essere discutibile la lentezza ed eccessiva drammaticità de La Storia, questa è più propriamente attribuibile alla Morante più che alla serie in sé e certamente dipende dal gusto personale. Ciononostante, qui è riscontrabile una certa mancanza di pathos e espressività da parte dell’attrice protagonista. La tragicità delle vicende non viene percepita adeguatamente dalla performance di Jasmine Trinca, o almeno questo è ciò che emerge dai primi due episodi: si può solo attendere le prossime settimane per vedere come si evolverà la serie e l’espressività della protagonista.

 
 

La Storia: recensione degli ultimi episodi della fiction Rai

La Storia recensione fiction

Continua su Rai 1 La Storia, fiction firmata Francesca Archibugi e adattamento dell’omonimo romanzo di Elsa Morante, che con gli ultimi episodi del 22 e 23 gennaio vince per share e telespettatori, consolidando il proprio successo e decretandosi vincitrice della serata sulle reti generaliste. Negli episodi finali (quinto, sesto, settimo e ottavo) subentrano nuovi personaggi, uno fra questi la prostituta Santina di Asia Argento e il nuovo amore di Nino, Patrizia, interpretata da Romana Maggiora Vergano (la Marcella di C’è ancora domani), e si completano gli archi narrativi dei protagonisti, in particolare quelli di Ida, Useppe e Nino. Ricordiamo, inoltre, che per chi non avesse avuto modo di seguirla in diretta, La Storia può essere recuperata sulla piattaforma Rai Play.

La Storia, trama degli ultimi episodi

Nella puntata andata in onda il 15 gennaio, avevamo visto Ida e Useppe abbandonare il caseificio di Pietralata dove hanno trascorso diverso tempo con i Mille. La donna è riuscita a trovare una camera in affitto dalla famiglia Marocco, in zona Testaccio, ma la condizione di povertà in cui riversa le fa patire la fame. Nel mentre, Useppe inizia a manifestare delle assenze, seguite da alcune convulsioni, che portano alla diagnosi di epilessia infantile, stessa patologia che aveva afflitto Ida da piccola. Nel frattempo, lontano da Roma, Nino è impegnato nel contrabbando e inizia a guadagnare soldi sporchi, potendo così permettere alla sua famiglia di trovarsi una casa tutta propria. Sfortuna vorrà che, in un viaggio per trasportare la merce, sarà coinvolto in un incidente e morirà. Intanto, la patologia di Useppe sembra non migliorare…

La Storia

I difetti delle ultime due puntate

In questi ultimi episodi andati in onda di La Storia, si riscontra quasi nell’immediato una maggiore falla all’interno della sceneggiatura e dei piani temporali, qualcosa che avevamo già accennato nella recensione del terzo e quarto episodio, che qui però diventano più evidenti. Alcuni si presentano come dei veri e propri buchi di trama, in cui a essere compromessa è anche un po’ la linearità del racconto. Altri invece sembrano delle disattenzioni in fase di montaggio, con alcune sequenze narrative in cui non si distingue bene il cambiamento in corso e che possono confondere gli spettatori.

Fra queste incrinature a essere più evidente è in primis il tempo che passa su tutti i personaggi tranne che sul piccolo Useppe, un comunque bravissimo Mattia Basciani, che sembra essere graziato dalla giovinezza eterna. Nei volti e nei corpi di Ida e degli altri comprimari è invece ben rappresentato con un considerevole lavoro su trucco e parrucco, il quale chiarisce gli anni che scorrono, e dà un’idea di quanto gli orrori della guerra abbiano segnato e stravolto. Inoltre, gli ultimi episodi appaiono ingolfati di inserti tragici, provocando una reazione a catena che non permette di prendere un respiro e dare la dovuta importanza a quanto sta accadendo, pur riuscendo comunque ad essere emotivamente impattanti. La regia, invece, risulta sempre raffinata ed elegante, improntata a mettere in risalto ogni minimo dettaglio di uno spazio scenografico curato minuziosamente.

Jasmine Trinca in stato di grazia

Al netto di qualche problema strutturale, non si può non lodare ancora una volta la performance di Jasmine Trinca, che raggiunge lo stato di grazia in questi ultimi episodi in cui il livello drammatico si alza enormemente, riempiendo la scena e sorreggendo il racconto, sempre più pesante e complesso, sulle proprie spalle. Trinca ingloba alla perfezione dentro di sé rabbia, preoccupazione, terrore, timori e coraggio di una madre che, se prima doveva proteggere il figlio dai nazifascisti, ora si ritrova a doverne affrontare gli strascichi.

La fame, la povertà e la malattia galoppante di Useppe, traumatizzato e scosso dalla guerra, si fanno sempre più presenti nella narrazione, diventando primari, e servono a risaltare le capacità recitative di Trinca, la quale esprime con il solo uso dello sguardo lo stato d’animo di una donna in frantumi, spezzata dagli agghiaccianti eventi, che cerca in ogni modo possibile di non soccombere al dolore e sollevarsi. Apparsi i titoli di coda dell’ultima puntata, quello che resta da dire è: Jasmine Trinca è stata davvero meravigliosa.

 
 

La Storia: recensione degli episodi 3 e 4 della fiction di Rai 1

La Storia recensione seconda puntata

Prosegue in prima serata su Rai Uno La Storia, adattamento per la televisione del romanzo omonimo di Elsa Morante, i cui primi due episodi sono stati presentati alla 18esima edizione della Festa del Cinema di Roma. Il debutto ufficiale per il pubblico è però avvenuto l’8 gennaio scorso, il cui successo è stato registrato nell’immediato con il 23.5 % di share, che si è tradotto in 4.5 milioni di telespettatori. Un risultato che, per la tematica portata sullo schermo non sorprende affatto, soprattutto se si considera anche il fenomeno C’è ancora domani di Paola Cortellesi, il quale, a ben rifletterci, si avvicina molto alla serie firmata da Francesca Archibugi, sia per gli argomenti trattati e intenti, sia per la figura femminile scelta per rappresentarli.

Tra l’altro, La Storia, pur mettendo in scena il passato, sembra non essere troppo distante dal nostro presente. Oltre alle guerre che si consumano oggi, è recente la notizia del saluto romano espletato da un gruppo fascista durante la manifestazione a Roma per commemorare i morti di Acca Larentia, un gesto che oltre ad aver turbato e toccato la sensibilità di molti, è stato oggetto di discussione in molti programmi tv, fra cui Tv Talk, dove a essere intervenuta è stata proprio Jasmine Trinca, che presta il volto alla protagonista della serie, Ida. La seconda puntata de La Storia, come vedremo nella recensione dei nuovi due episodi, entra ora nel vivo della narrazione, dopo i primi due preparatori, e segna anche l’ingresso di nuovi personaggi, come Giuseppe Cucchiarelli, il marmista partigiano interpretato da Elio Germano.

La Storia, la trama degli episodi 3 e 4

Dopo aver perso la propria casa per via di un bombardamento Ida, insieme a Useppe, sfolla a Pietralata. Lungo la strada fa la conoscenza di Giuseppe Cucchiarelli, un comunista dall’animo buono, con cui stringe un’amicizia solida. Arrivati a destinazione, entrambi trovano riparo in un caseificio, dove al suo interno c’è una numerosa famiglia napoletana pronta ad accoglierli. Useppe si sente subito a suo agio in quell’ambiente, e passa spesso le giornate insieme a Cucchiarelli, iniziandolo a chiamare teneramente “Eppetondo”. Nel frattempo, Ida è preoccupata per il figlio Nino, che non vede da almeno due mesi e mezzo e non sa se stia bene o addirittura se sia ancora vivo.

Una sera, però, il ragazzo si presenta al portone del casale, in vesti completamente diverse: ha abbandonato gli abiti da fascista per indossare quelli da partigiano. Nell’insurrezione del movimento Nino trascina con se anche Cucchiarelli desideroso di combattere per il suo credo e un altro sfollato, Carlo Vivaldi, un anarchico che da quanto si apprende in seguito è stato testimone di alcune atrocità perpetrate dai tedeschi nei confronti degli ebrei. Ida, intanto, si trova un giorno di fronte a una scena straziante: alla Stazione Tiburtina incontra il treno della morte… gli ebrei sono in partenza verso i ghetti.

 

La Ida di Archibugi come la Delia di Cortellesi

Come abbiamo detto in apertura, in La Storia c’è molto di C’è ancora domani, come in Ida c’è molto da rintracciare di Delia. Sullo sfondo, pur essendo periodi diversi – il primo entra nel vivo della Seconda Guerra Mondiale, il secondo mette in scena il Dopoguerra – c’è un’Italia oppressa, affaticata, che a stento respira. Nella nuova puntata andata in onda, le somiglianze fra Ida e Delia si fanno sempre più evidenti: intanto emerge la stessa determinazione a lottare per sé stesse, per la loro identità e per i loro figli, per un mondo migliore da lasciar loro, nonostante debbano fare di tutto per nasconderlo. Entrambe sempre vigili e mai sopra le righe, per non rischiare di rimetterci la vita e dover abbandonare una missione in cui credono con corpo, anima e cuore.

Vittime, ma al tempo stesso guerriere silenziose. Mai realmente assoggettate, pur essendo etichettate come sbagliate – nel caso di Ida grava su di lei l’essere ebrea – e facente parte di una minoranza. Messe al margine dalla società, dai pregiudizi, da uno Stato fondato su un’ideologia terrificante e totalitaria, alla cui base c’è un sistema patriarcale, ma che pur camminando ai bordi trovano ugualmente il coraggio resistere, scoprendo di non essere sole. Avvicinarsi empaticamente a Ida, legarsi saldamente a lei, è sempre più naturale man mano che le vicende si fanno più decisive e incisive, e il trasporto emotivo diventa più forte, andando di pari passo con il dramma che si compie e si intensifica.

La Storia Jasmine Trinca Elio Germano

Jasmine Trinca, la sua Ida è spiazzante

Se il momento storico raffigurato stringe in una morsa tutti i personaggi di La Storia, a incarnare a pieno una delle ideologie del periodo arriva Giuseppe Cucchiarelli, personaggio più politico, che racconta in particolare il comunismo, o meglio il movimento dei partigiani, con le sue convinzioni, regole e modus operandi. Attraverso le sue parole e il suo animo battaglierlo si concretizza la guerra vissuta, rendendola ancora più presente e percepita nella narrazione. Elio Germano è ben calato nel ruolo, un comprimario di assoluto valore, e le sue scene con il piccolo Useppe, da cui si evince una bella complicità, sono fra i migliori inserti di questi episodi. Ma a splendere, ancora, è Jasmine Trinca, la cui performance drammatica restituisce a pieno l’affresco di una donna provata dal dolore ma che, nonostante la paura, reagisce e si spinge in avanti, attaccandosi alla speranza per non lasciarsi sopraffare.

Volto segnato, sguardo deciso, espressioni accorate che al tempo stesso trasmettono attaccamento alla vita, l’attrice recita in sottrazione e dà il meglio di sé per farci dono di una protagonista integra nell’animo e corazzata, la cui bravura buca lo schermo. Brilla, Jasmine Trinca, come la sua Ida di cui ha colto tutte le sfumature emotive e caratteriali, tanto da poter considerare questa una delle sue migliori interpretazioni. L’unica pecca della nuova serie targata Rai risiede in alcune poco chiare e deboli sezioni di sceneggiatura, che si tramutano in passaggi narrativi a volte frettolosi, i quali si evincono nello specifico nella crescita di Useppe e nel cambio di bandiera di Nino, da fascista a partigiano. Al netto di qualche difetto di scrittura, La Storia si conferma con il terzo e quarto episodio un prodotto valido, che si erge sulle solide basi del romanzo di Elsa Morante, non porgendo il fianco a sentimentalismi o retorica, ma rimanendo lucido nel fotografare, gradualmente, un popolo resistente, una donna resiliente e un’Italia ferita.

 
 

La storia vera di Braveheart e tutto ciò che il film di Mel Gibson ha di giusto e di sbagliato

Braveheart - Cuore impavido (1995)
© 1995 Paramount Pictures

Braveheart è un film emozionante, ma è uno dei film meno accurati dal punto di vista storico mai realizzati. “Potranno toglierci la vita, ma non ci toglieranno mai la libertà!“. Il discorso di William Wallace è uno dei più famosi della storia del cinema. Per una generazione di spettatori, il film Braveheart di Mel Gibson ha cementato il posto di William Wallace come uno dei più grandi leader militari di tutti i tempi. Il film di Gibson ritrae William Wallace come un eroe riluttante che sfodera la spada per vendicarsi dopo l’assassinio dell’amata moglie. Il film racconta la storia della sua vita, esplorando alcune delle sue battaglie più importanti, e alla fine si conclude con una nota tragica: Wallace viene tradito e messo a morte dagli inglesi. La conclusione di Braveheart è tuttavia ottimista, in quanto presenta il protagonista come l’ispiratore di Robert the Bruce, che alla fine avrebbe condotto la Scozia alla libertà.

Purtroppo, per quanto il film possa essere emozionante, in realtà è generalmente considerato uno dei film meno accurati dal punto di vista storico. Ciò è dovuto in gran parte al fatto che il regista e protagonista di Braveheart, Mel Gibson, si è basato sul racconto di un bardo di nome Blind Harry, un narratore che sosteneva di aver utilizzato fonti primarie per scrivere il suo resoconto su Wallace, ma probabilmente non lo fece. Blind Harry scrisse di William Wallace circa 100 anni dopo che gli eventi della sua vita si erano verificati, e non si sa quanto dei suoi resoconti fosse reale. Tutto ciò significa che Braveheart deve essere visto come un film basato su un racconto di fantasia liberamente ispirato a eventi storici, e non sorprende che il film sia storicamente inaccurato.

William Wallace non era affatto “Braveheart

Mel Gibson come William Wallace in Bravehearth
© 1995 Paramount Pictures

Braveheart si rallegra delle sue imprecisioni, e le possiede fin dall’inizio, perché persino il titolo è sbagliato. La maggior parte degli spettatori penserà naturalmente che “Braveheart” si riferisca a William Wallace, ma in realtà il nome è associato a Robert the Bruce. Secondo lo scrittore del XIV secolo John Barbour, Robert the Bruce si pentì sempre di non aver partecipato a una crociata. Fece giurare a uno dei suoi cavalieri di portare il suo cuore in Spagna in un astuccio d’argento dopo la sua morte, in modo da trovare un modo per partecipare a una crociata. Nella foga della battaglia, questo cavaliere lanciò l’urna contenente il cuore contro l’esercito avversario, gridando: “Avanti cuore coraggioso, ti seguirò!”. Il titolo di Braveheart non ha nulla a che fare con William Wallace, né il motivo del nome viene mai mostrato nel film (per fortuna).

È interessante notare che anche altre scene che coinvolgono Robert the Bruce nel film sono storicamente inaccurate. Robert the Bruce viene ritratto come un nobile che tradisce William Wallace più di una volta nelle sue battaglie contro gli inglesi, ma ciò non accadde. Questo è dovuto soprattutto al fatto che Robert the Bruce inizialmente non era affatto coinvolto nella ribellione scozzese contro gli inglesi. Il clan Bruce aveva una legittima pretesa al trono scozzese, ma il Paese era talmente in subbuglio che non fece pressioni per rivendicare il trono, ma attese fino a quando non ci fu un sufficiente sostegno scozzese per la ribellione. Per questo si dice che Robert the Bruce sia stato “ispirato” da Wallace e che abbia sposato la causa dopo la morte di quest’ultimo.

La storia di William Wallace in Braveheart è completamente inventata

Mel Gibson interpreta bene il ruolo di William Wallace, aprendo con un racconto degli anni formativi di Wallace pensato per renderlo simpatico. Purtroppo, si tratta di un racconto in gran parte astorico, perché in realtà Wallace era un nobile minore; suo padre e suo fratello non sono certo morti in battaglia contro gli inglesi. Infatti, quando il conflitto con gli inglesi giunse al culmine, William Wallace era già adulto, non un bambino che guardava i suoi familiari più anziani andare in battaglia.

Sebbene Blind Harry racconti della morte della moglie di Wallace in circostanze simili a quelle del film, la sua versione di Wallace è già un leader sanguinario. È interessante notare che Blind Harry non sembra aver mai nominato la moglie di Wallace: il nome “Miranda” è stato aggiunto da studiosi successivi che hanno copiato i suoi manoscritti e “Marion” è stato usato da altri, ma non viene utilizzato nel film per non sembrare simile alla leggenda di Robin Hood. Braveheart sceglie un nome più tradizionale: Murron.

Braveheart inventa il motivo della guerra di William Wallace contro gli inglesi

Mel Gibson e Catherine McCormack in Braveheart - Cuore impavido (1995)
© 1995 Paramount Pictures

La guerra di William Wallace contro gli inglesi non aveva nulla a che fare con la vendetta nel mondo reale e di certo non aveva a che fare con il “diritto nobiliare” dello Jus Primae Noctis, il diritto di un nobile di andare a letto con una sposa locale durante la prima notte di nozze. Sebbene le testimonianze sullo Jus Primae Noctis risalgano all’Epopea di Gilgamesh di circa 4.000 anni fa, in realtà non ci sono prove storiche che sia mai stato praticato in nessuna parte del mondo, compresa la Scozia medievale. Il motivo di Wallace era infatti politico: si opponeva all’invasione della Scozia da parte di Edoardo I dopo la morte del re scozzese Alessandro III. Il primo atto di ribellione noto di Wallace fu l’assassinio di un alto sceriffo inglese nel 1297, ben prima della leggendaria morte della moglie.

Braveheart ignora l’abbigliamento e le armi dell’epoca di William Wallace

Braveheart non è più storicamente accurato quando si tratta di rappresentare l’abbigliamento e le armi degli scozzesi o degli inglesi. I soldati inglesi non avrebbero indossato per secoli il tipo di uniformi standardizzate che si vedono in Braveheart di Mel Gibson, mentre i kilt degli scozzesi sono altrettanto antistorici. I tartan di famiglia sarebbero stati stabiliti, ma i kilt con cintura non sarebbero stati usati in battaglia per altre centinaia di anni. Wallace non avrebbe mai indossato una vernice blu per il viso; è associata ai Picti. “Picti” è il nome che i soldati romani davano ai soldati tribali scozzesi con cui si scontravano quando cercavano di invadere la Scozia. La pittura facciale blu sarebbe passata di moda circa 1.000 anni prima del suo tempo.

Anche la leggendaria lama di William Wallace è sbagliata, sebbene ispirata alla Wallace Sword esposta nel National Wallace Monument di Stirling. Come ha dichiarato lo storico David Caldwell alla BBC:

La cosiddetta Spada di Wallace è in realtà un tipo di spada scozzese che risale alla fine del XVI secolo. Questa spada fu vista al Castello di Dumbarton dal famoso poeta William Wordsworth e da sua sorella Dorothy quando visitarono la Scozia nel 1803. Uno dei soldati della guarnigione disse loro che era quella di Wallace. È la prima volta che la spada viene associata all’eroe scozzese: il soldato stava deliberatamente raccontando una storia ai visitatori inglesi?

In realtà, però, questo particolare elemento di imprecisione storica è del tutto comprensibile. La Spada di Wallace può anche non essere autentica, ma ha un’enorme importanza simbolica.

Il film Braveheart di Mel Gibson sbaglia persino le sue battaglie

Braveheart sbaglia persino le battaglie. La più eclatante è la battaglia di Stirling Bridge; per prima cosa, nel film non c’è traccia di un ponte. Nel mondo reale, la genialità delle tattiche di William Wallace non risiedeva nell’uso di lunghe lance – una tattica comune – ma piuttosto nella scelta del campo di battaglia. L’esercito di Wallace era posizionato su un lato di un ponte e gli inglesi erano costretti ad attraversarlo. Il ponte fungeva da imbuto, neutralizzando la superiorità numerica. Ironia della sorte, questa non fu la strategia di Wallace, ma è accreditata ad Andrew de Moray, un altro capo militare scozzese che morì poco dopo la battaglia di Stirling Bridge a causa delle ferite riportate sul posto. Questa figura non compare mai in Braveheart, ma il suo contributo alla ribellione scozzese contro gli inglesi fu altrettanto importante di quello di Wallace.

La battaglia di Falkirk è invece più interessante, con alcuni dettagli che corrispondono a quelli di Braveheart. La cavalleria scozzese ha effettivamente disertato durante questo conflitto inaspettato, ma non ci sono prove che i nobili siano stati corrotti; piuttosto, è probabile che siano stati demoralizzati e abbiano semplicemente abbandonato la battaglia piuttosto che affrontare l’inevitabile sconfitta.

La morte di William Wallace

mel gibson Braveheart

La morte di William Wallace è una delle parti più storicamente accurate di Braveheart, anche se resa molto meno macabra. Gibson sceglie di accennare soltanto agli orrori che Wallace subisce: viene impiccato, poi sventrato fuori campo, prima di essere decapitato. Alcuni aspetti più raccapriccianti della tortura, come l’intestino di Wallace che viene bruciato davanti a lui, sono comprensibilmente tagliati. Tuttavia, è strano che un film come Braveheart, che non è particolarmente apprezzato per la sua accuratezza storica, gestisca le scene di morte in modo abbastanza accurato.

 
 

La storia infinita: recensione del film di Wolfgang Petersen

La storia infinita è il film cult del 1984 diretto da Wolfgang Petersen e con protagonisti Noah Hathaway, Barret Oliver, Tami Stronach, Patricia Hayes, Gerald Mc Raney e Moses Gunn.

  • Anno: 1984
  • Regia: Wolfgang Petersen
  • Cast Noah Hathaway (Atreiu), Barret Oliver (Bastian), Tami Stronach (Imperatrice), Patricia Hayes (Urgl), Sidney Bromley (Engywook), Gerald Mc Raney (il papà di Bastian), Moses Gunn (Cairon)

La storia infinitaLa storia infinita trama: Il piccolo Bastian, oppresso da una triste situazione familiare e dal bullismo dei compagni di scuola, si rifugia un giorno in una libreria antiquaria, dove trova un libro misterioso e antico, La storia infinita.

Rifugiatosi nella soffitta della scuola, inizia ad immergersi nel mondo di Fantàsia, magico Regno minacciato dal Nulla, seguendo le avventure del prode Atreiu, in cerca di una cura per ridare la salute all’Infanta Imperatrice.

Man mano che la storia va avanti, e passano le ore, Bastian si sente sempre più avvolto da una storia, di cui ad un certo punto capisce di essere parte integrante: è lui e solo lui che può dare un futuro a Fantàsia, con i suoi sogni, contro il potere del Nulla che tutto distrugge.

 

La storia infinita, fantasy anni 80′

Analisi: Alla base di tutto c’è uno dei libri culto del genere fantastico e non solo degli anni Ottanta, La storia infinita di Michael Ende, che a detta di molti il film non rispetta in pieno, visto che adatta solo la prima parte della vicenda, soffermandosi sul potere della fantasia e non sulla necessità di farla interagire con la vita reale, e dando poi spazio per due seguiti decisamente mediocri che rispetteranno ancora meno il testo originale.

Detto questo, La storia infinita resta un film interessante e ben fatto, e non solo per la colonna sonora di Giorgio Moroder, con tanto di hit ballabile di Limahl, e i belli effetti speciali di Brian Johnson, ma per il sense of wonder che avvolge il tutto, per le creature fantastiche da libro di fiaba che presenta, a cominciare dal Fortunadrago Falcor, per l’esaltazione della fantasia e della lettura, per il discorso mai abbastanza scontato che viene fatto ad un certo punto “è molto più facile dominare chi non crede in niente”, apologo contro ogni totalitarismo politico ma anche contro ogni avvizzimento dello spirito.

La storia infinita recensione 2Novanta minuti adorati dai bambini e adolescenti (e non solo degli anni Ottanta), e che comunque restano un esempio di film realizzato con tecniche più antiche ma in maniera impeccabile. E se la visione di questo film prelude inevitabilmente ad una lettura del libro (che comunque il film rispetta, sia pure fermandosi a metà), comunque resta un titolo da avere se si ama il cinema di genere fantastico di tutti i tempi, non solo quello degli ultimi anni.

Interessante anche l’assenza di volti noti (se si escludono i due veterani della televisione Gerald Mc Raney e Moses Gunn): così non si è distratti da altro in questo viaggio nella terra di Fantàsia, partendo dal compagno più antico di tutti, il libro. E esaltare il libro come canale privilegiato di sogno, è senz’altro la cosa più interessante e importante del film.La storia infinita recensione

 
 

La storia infinita: quello che forse non sai sul film cult di Wolfgang Petersen

La Storia Infinita Wolfgang Petersen

Cult del genere Fantasy, trai più amati della generazione degli anni ’80, La Storia Infinita è un classico per tutte le stagioni e le età. Nonostante le tecniche di animazione in CGI abbiano reso desueti molti degli effetti del film, speciali e visivi, l’atmosfera nel racconto di Wolfgang Petersen, presa in prestito dal capolavoro di Michael Ende, rimane inattaccabile nel corso degli anni.

Ma sappiamo davvero tutto del film che porta sullo schermo l’avventura di Atreyu e Bastian? Scopriamo insieme quello che forse non sapete su La Storia Infinita.

1Il nome

Secondo il libro, il nuovo nome dell’Imperatrice Bambina assegnatole da Bastian che lo urla nella notte è “Moonchild”. Nel film Bastiano ripete alla tempesta il nome “Moonchild”, ma nella versione italiana sembra che il bambino urli “Mamma, ti chiamo Eva”, un richiamo al nome della madre che Bastiano ha perso.

La Storia Infinita in Streaming

Il film è disponibile in streaming su Netflix, un ottimo modo per passare fare un tuffo in un mondo che non c’è, che rischia di scomparire, ma che viene salvato dalla forza di due piccoli eroi.

Successivo

La Storia Infinita: in esposizione le creature del film

L’Oracolo del Sud, Piornakzak il mordipietra e la vecchia Morla, ma anche la lumaca da corsa del minuscolino Ukuk e il fortuna drago Falcor. Sono tanti i personaggi de La Storia Infinita che si possono incontrare ai Bavaria Films, un museo del cinema a Monaco in cui sono esporte le creature utilizzate per il film di Wolfgang Petersen e basato sulla prima parte dell’omonimo romanzo di Michael Ende. Ecco di seguito qualche scatto!

[nggallery id=2476]

Il film è diventato un piccolo culto, ed è entrato nella storia del cinema tedesco perché si tratta del film più costoso mai realizzato fino a quel momento, il 1984, in Germania. Il film fu seguito da altri due film che non ne replicarono la qualità e la capacità di riportare sullo schermo la magia immortale di Fantasia e delle pagine di Ende.

Fonte

 
 

La Storia Infinita: in arrivo un nuovo adattamento del libro di Michael Ende

La storia infinita

La Storia Infinita, l’amato romanzo fantasy dell’autore tedesco Michael Ende – già adattato nel film di culto del 1984 (qui la recensione) – sta per essere riproposto sul grande schermo con un nuovo adattamento (dunque non un remake del film già esistente). Il progetto è frutto di una nuova joint-venture tra la Michael Ende Productions e la casa di produzione di prestigio See-Saw Films, che riporterà dunque il mondo di Fantàsia nelle sale cinematografiche attraverso – stando a quanto riportato da Variety – molteplici film in live-action.

La notizia pone fine alla corsa per una delle proprietà fantasy più interessanti ancora da sfruttare per il pubblico moderno. Secondo Variety, negli ultimi anni la proprietà di Ende ha ricevuto interesse da tutto il mondo, compresi studios e streamer. Già nel settembre del 2022 era stata riportata la notizia per cui i diritti del libro erano pronti per andare all’asta, cosa che faceva presuppore la possibile realizzazione di un nuovo film.

See-Saw – che non è nuova all’adattamento per il grande schermo di opere letterarie famose, avendo realizzato lungometraggi come LionIl potere del cane, oltre ai recenti successi televisivi Heartstopper e Slow Horses – si è dunque ora unita alla Michael Ende Productions per sviluppare e produrre i film. La nuova partnership ha ottenuto i diritti per La Storia Infinita dall’esecutore testamentario di Ende, il dottor Wolf-Dieter von Granau. Iain Canning ed Emile Sherman produrranno per See-Saw insieme a Roman Hocke e Ralph Gassmann per Michael Ende Productions.

La storia è attuale e senza tempo, e ha davvero l’opportunità di essere raccontata in modo nuovo“, ha dichiarato Canning. “E parte della particolarità del libro è che si può tornare ad esso in diverse età della vita e trovare diversi livelli di significato. Perciò è meraviglioso avere l’opportunità di dare una nuova prospettiva che avrà nuovi strati e significati. Crediamo che ogni generazione meriti il proprio viaggio a Fantàsia“. “Il viaggio, per molti versi, inizia ora“, ha detto Canning. “C’è stata molta attesa da parte delle persone che amano questa storia su quali sarebbero stati i prossimi passi. Per noi, ora dobbiamo parlare con scrittori e registi che nutrono una passione per questo racconto“.

Abbiamo bisogno di storie come abbiamo bisogno dell’aria per respirare e dell’acqua per sopravvivere. Danno qualità ai nostri mondi interiori e con questa qualità prendiamo decisioni di qualità. Le storie rendono il mondo migliore“, ha detto invece Hocke. “E ‘La Storia Infinita’ è la storia di tutte le storie“. Gran parte dei dettagli della produzione, compreso il numero esatto di film da realizzare, dipenderà dai creativi che verranno coinvolti. Ma Canning ha detto che i luoghi descritti da Ende ne La Storia Infinita – tra cui la cosiddetta Torre d’Avorio, Goab il Deserto dei Colori, le Montagne d’Argento, la Città Spettrale, il Lago d’Argento e le Paludi della Tristezza – permetteranno al film di essere una “produzione globale internazionale“.

Di cosa parla La Storia Infinita?

Pubblicato per la prima volta nel 1979, La Storia Infinita è stato tradotto in 45 lingue, vendendo milioni di copie in tutto il mondo. Al centro della storia c’è l’impacciato ma fantasioso bambino Bastian Balthasar Bux che, mentre scappa dai bulli, scopre il misterioso libro La Storia Infinita, che racconta dell’eroico Atréyu e della sua missione di salvare il magico regno di Fantàsia – un mondo di draghi, giganti, vasti regni e paludi mortali – e la sua sovrana, l’Imperatrice Bambina, dalla distruzione da parte di una forza nota come “Il Nulla”. Ma più legge, più Bastian si rende conto di non essere semplicemente uno spettatore non coinvolto, ritrovandosi ben presto trasportato lui stesso in Fantàsia, volando in cima al drago portafortuna Falkor per cercare di fermare le forze del male.

 
 

La Storia Infinita: i concept che sarebbe bello vedere realizzati in un remake

E’ uno dei pochi classici rimasti invariati nel tempo e per fortuna, ancora oggi, nessuno parla di remake. Si tratta de La Storia Infinita, film tratto dall’omonimo romanzo di Michael Ende e diretto da Wolfgang Petersen (prima del deragliamento hollywoodiano). Di seguito vi mostriamo dei concept del film, realizzati dal famoso artista Nicolas Francoeur, che ci piacerebbe vedere realizzati in un futuro ed eventuale remake.

Non ci auguriamo certo che qualcuno possa osare rimettere mano ad un classico senza tempo, ma se mai dovesse accadere, sarebbe bello che Atreyu, l’Infanta Imperatrice e tutti gli altri amati personaggi avessero queste sembianze. Che ve ne pare?

[nggallery id=1188]

La Storia Infinita

 
 

La Storia Infinita: Atreyu torna a volare con Falkor

Noah Hathaway, indimenticabile Atreyu de La Storia Infinita, è tornato in groppa al FortunaDrago Falkor pr uno spot musicale per Spotify dopo 32 anni.

Nel promo, che potete vedere a seguire, Hathaway veste i panni di un Atreyu invecchiato con barba e capelli lunghi, che non riesce a credere che “dopo tutti questi anni (ben 32, ndr), la gente ascolta ancora questa canzone”.

Chicca davvero imperdibile dello spot è la voce di Falkor, ancora una volta “offerta” da Alan Oppenheimer, a oggi 86 anni.

Il leit motiv in sottofondo è l’inconfondibile canzone di Limahl “The NeverEnding Story”.

Ecco lo spot e il making of:

https://www.youtube.com/watch?v=zuOiNjpkEFY

https://www.youtube.com/watch?v=R0b5cvMeRZQ

Per calarsi nuovamente nel ruolo del giovane eroe destinato a salvare Fantasia, l’attore 44enne ha dovuto coprire i tatuaggi “aggiunti” nel corso di questi 32 anni e ha indossato barba e capelli finti.

la storia infinita

 
 

La storia infinita: all’asta i diritti del libro, ci sarà un reboot del film?

La storia infinta reboot

Il film tedesco in lingua inglese La storia infinita, diretto dal recentemente scomparso Wolfgang Petersen, segue Bastian, un ragazzo vittima di bullismo che trova un libro misterioso che lo trasporta in un luogo magico chiamato Fantasia. Mentre procede con il racconto, Bastian capirà di dover impedire a una forza oscura chiamata Il Niente di conquistare quel luogo magico. Distribuito nel 1984 con grande successo e un guadagno di oltre 100 milioni di dollari in tutto il mondo, La storia infinita è ancora oggi un cult del cinema mondiale e rimane rilevante nella cultura pop odierna.

La popolarità ottenuta dal film ha poi permesso di dar vita a due sequel negli anni ’90: La storia infinita 2 e La storia infinita 3. Tuttavia, questi due sequel non hanno eguagliato il successo o il plauso del primo e sebbene ci siano stati alcuni tentativi nel corso dei decenni di riavviare la saga, non ne è venuto fuori nulla a causa di problemi con i diritti. Ora, tuttavia, sembra che i tempi siano maturi per un vero e proprio ritorno di La storia infinita. Secondo Deadline diverse piattaforme streaming e studios stanno facendo offerte multimilionarie per acquistare i diritti del romanzo di Michael Ende, su cui si basava il film del 1984.

Secondo quanto riferito, gli eredi dell’autore sarebbero aperti a delle trattative, le quali sarebbero però ancora soltanto a delle fasi iniziali e dunque poco c’è di certo al momento. Con la recente ritorno in auge del fantasy anni ’80, omaggiato in modo più o meno evidente, ha dunque perfettamente senso che diverse aziende produttrici siano interessate a dar vita ad una nuova versione del film. Come sempre, però, un’operazione di questo tipo può rivelarsi rischiosa, specialmente considerando il valore che La storia infinita ha presso gli spettatori di ogni età e ogni dove.

Fonte: Deadline

 
 

La storia fantastica: Sophie Turner è Westley nel trailer del remake home made

Abbiamo già detto che da oggi sarà disponibile in puntate su Quibi un remake home made de La storia fantastica, a cui hanno partecipato tantissime star che hanno ricreato piccoli pezzi del film mentre erano in quarantena, utilizzando solo oggetti e materiali che potevano reperire nelle loro case. Oggi arriva il primo esilarante trailer del remake casalingo collettivo in cui compaiono Tiffany Haddish con Common, Hugh Jackman e il figlio, Jennifer Garner, Sophie Turner (visibilmente incinta!) con Joe Jonas. Ecco il trailer:

Naturalmente tutta l’operazione non è solo un simpatico divertimento, ma anche un modo per raccogliere fondi e fornire pasti gratuiti a chi non può permetterseli negli Stati Uniti ancora attanagliati dall’emergenza COVID-19.

La storia fantastica: l’esilarante trailer onesto

Questa versione de La Storia Fantastica vedrà esibirsi molte altre famose coppie di Hollywood, tra cui Common e Tiffany Haddish, Neil Patrick Harris e David Burtka, Chris Pine e Annabelle Wallis. Ma anche nomi del calibro di Hugh Jackman, Jennifer Garner, Elijah Wood e avranno un ruolo.

Andre The Giant: in arrivo il biopic sul gigante de La Storia Fantastica

Fonte

 
 

La Storia Fantastica: reunion del cast per l’arrivo su Disney+

La storia fantastica

La Storia Fantastica, il film diretto nel 1987 da Rob Reiner (Stand By Me, Misery non deve morire), è uno dei fantasy più amati di sempre. Il prossimo 1 maggio il film sarà disponibile su Disney+, la piattaforma di streaming della casa di Topolino che ha debuttato in Italia ormai da quasi un mese.

Per celebrare l’arrivo in VOD del film, le star Cary Elwes e Robin Wright, protagonisti della pellicola originale nei panni rispettivamente di Westley e Bottondoro, si sono ritrovati in un bellissimo e nostalgico video diffuso attraverso i canali social ufficiali di Disney+. Sono ormai trascorsi 33 anni da quando La Storia Fantastica debuttò nelle sale americane. Per molti anni si è parlato di un possibile reboot, ma ad oggi non esistono ancora notizia ufficiali in merito.

Di recente, Elwes ha recitato nella terza stagione di Stranger Things; la Wright, invece, ha goduto negli ultimi anni del successo di House of Cards, e ha recitato in film quali Wonder Woman e Blade Runner 2049. Potete godervi il video della reunion Elwes/Wright cliccando sullo screenshot di seguito:

La Storia Fantastica disponibile dal 1 maggio su Disney+

La Storia Fantastica (The Princess Bride) è un film fantasy del 1987 diretto da Rob Reiner, tratto dal romanzo “La principessa sposa” di William Goldman del 1973, adattato per il cinema dall’autore stesso.

Il film è diventato un vero cult anni ottanta e, in un certo senso, può essere considerato film parodia dei classici fantasy e fiabe. È stato candidato ai Premi Oscar 1988 per la miglior canzone con Storybook Love” di Willy De Ville. Nel 2016 venne scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso negli Stati Uniti.

Latrama del film ruota intorno al piccolo Jimmy, che a causa di una noiosa influenza, è costretto a rimanere a letto a giocare con i videogame o a guardare i programmi sportivi in televisione: a fargli compagnia arriva il nonno che però non viene accolto molto affettuosamente. Questi inizia a leggere al ragazzino una storia fantastica che man mano coinvolge sempre più il piccolo malato. E’ la vicenda dolceamara della bella principessa Bottondoro che si innamora, ricambiata, del suo servo Westley. A turbare la loro armonia giunge la partenza del giovane per terre lontane: entrambi si giurano eterno amore. Dopo cinque lunghi anni, Bottondoro viene a sapere che Westley è stato trucidato dal crudele pirata Roberts e pertanto lei pensa che non potrà amare più nessun altro uomo. Nonostante ciò il superbo e cinico principe Humperdinck la vuole sposare. Ella viene rapita da tre loschi figuri: Vizzini, il capo, Iñigo Montoya, uno spagnolo abilissimo spadaccino, e Fezzik, un gigante dalla forza sovrumana…

 
 

La storia fantastica: l’esilarante trailer onesto

Screen Junkies ha diffuso l’esilarante trailer onesto de La Storia Fantastica, film diretto da Rob Reiner (Stand By Me) che ha stregato una generazione, la stessa che è cresciuta con i film culto degli anni ’80. Nel film La Storia Fantastica ha visto l’esordio al cinema di Robin Wright affiancata dall’allora molto affascinante Cary Elwes.

Ecco il trailer onesto de La storia fantastica

La storia fantastica (The Princess Bride) è un film fantasy del 1987 diretto da Rob Reiner, tratto dal romanzo La principessa sposa di William Goldman del 1973, adattato per il cinema dall’autore stesso.

La storia fantastica, il film

Il film è diventato un vero cult anni ottanta e, in un certo senso, può essere considerato film parodia dei classici fantasy e fiabe. È stato candidato ai Premi Oscar 1988 per la miglior canzone con Storybook Love di Willy De Ville.

Nel 2016 venne scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso negli Stati Uniti.

La trama del film ruota intorno al piccolo Jimmy, che a causa di una noiosa influenza, è costretto a rimanere a letto a giocare con i videogame o a guardare i programmi sportivi in televisione: a fargli compagnia arriva il nonno che però non viene accolto molto affettuosamente. Questi inizia a leggere al ragazzino una storia fantastica che man mano coinvolge sempre più il piccolo malato. E’ la vicenda dolceamara della bella principessa Bottondoro che si innamora, ricambiata, del suo servo Westley. A turbare la loro armonia giunge la partenza del giovane per terre lontane: entrambi si giurano eterno amore. Dopo cinque lunghi anni, Bottondoro viene a sapere che Westley è stato trucidato dal crudele pirata Roberts e pertanto lei pensa che non potrà amare più nessun altro uomo. Nonostante ciò il superbo e cinico principe Humperdinck la vuole sposare. Ella viene rapita da tre loschi figuri: Vizzini, il capo, Iñigo Montoya, uno spagnolo abilissimo spadaccino, e Fezzik, un gigante dalla forza sovrumana…

 
 
 

La Storia Fantastica: il toccante ricordo di Mandy Patinkin/Inigo Montoya

La Storia Fantastica

Sono passati 35 anni dall’uscita de La Storia Fantastica, il film del 1987 diretto da Rob Reiner, tratto dal romanzo The Princess Bride di William Goldman del 1973, adattato per il cinema dall’autore stesso.

In un’intervista dedicata a questo anniversario, Mandy Patinkin, che nel film interpreta Inigo Montoya, lo spadaccino in cerca di vendetta, ha ricordato un momento delle riprese, con particolare commozione. Si tratta della scena in cui Inigo combatte contro quello che crediamo essere il Pirata Roberts, il loro primo incredibile duello, prima della rivelazione che il pirata di nero vestito è invece l’eroe romantico Westley (Cary Elwes).

Nel video, Patinkin spiega che alla fine delle riprese della scena, Rob Reiner aveva proposto di fare un unico take dell’intera scena di combattimento con le camere sul soffitto, e sia lui che Elwes avevano detto di sì con grande entusiasmo. Quando, alla fine della ripresa che andò liscia come l’olio, Reiner chiamò lo stop, Patinkin si sentì stringere il petto, perché sapeva che non avrebbe più ripetuto quella straordinaria coreografia. Ecco il video:

 
 

La storia fantastica: il remake “a casa” con Sophie Turner!

La storia fantastica

La storia fantastica, il film fantasy del 1987, quest’estate sarà oggetto di un remake casalingo contro la pandemia. Il film originale è interpretato da Cary Elwes, Robin Wright, Mandy Patinkin e altri, tra cui un irriconoscibile Billy Crystal, e segue gli eroi protagonisti, uno squinternato improbabile terzetto, in una missione mentre cercano di salvare la principessa Bottondoro, mentre la storia è in realtà la rappresentazione di una fiaba che un nonno legge a suo nipote malato.

Variety riferisce che il remake del film sarà distribuito in capitoli sulla piattaforma video mobile Quibi, a partire da lunedì 29 giugno. Nuovi capitoli del film saranno condivisi ogni giorno per due settimane. Il film è stato realizzato dagli stessi membri del cast a casa usando i loro telefoni. Il remake mostrerà molti aspetti del film originale che sono stati reinventati, tra cui Sophie Turner e Joe Jonas che fanno un cambio di ruolo e lei interpreta Westley e lui la principessa Bottondoro.

La storia fantastica: l’esilarante trailer onesto

Questa versione de La Storia Fantastica vedrà esibirsi molte altre famose coppie di Hollywood, tra cui Common e Tiffany Haddish, Neil Patrick Harris e David Burtka, Chris Pine e Annabelle Wallis. Ma anche nomi del calibro di Hugh Jackman, Jennifer Garner, Elijah Wood e avranno un ruolo. Nel frattempo, il regista originale Rob Reiner interpreterà “Il nonno” e Fred Savage interpreterà “Il nipote”, riprendendo il suo ruolo dal film originale.

Andre The Giant: in arrivo il biopic sul gigante de La Storia Fantastica

 
 

La storia fantastica

La storia fantastica

Anno: 1987

Regia: Rob Reiner

Cast Cary Elwes (Westley), Robin Wright (la principessa Bottondoro), Mandy Patinkin (Inigo Montoya), André the giant (Fezzik), Peter Falk (il nonno), Chris Sarandon (il principe Humperdink), Billy Crystal (Max dei miracoli)

Sinossi:

Il piccolo Jimmy ha l’influenza e deve stare a letto, e non è molto contento di ricevere la visita del suo nonno, che vuole raccontargli una fiaba sottraendolo agli adorati videogiochi. Ma il nonno inizia a raccontargli la storia di un regno magico e lontano, in cui vivono il garzone Westley e la capricciosa principessa Bottondoro, che scoprono di amarsi. Lui parte per cercare fortuna e viene catturato e ucciso dal perfido pirata Roberts, o almeno questo è quello che crede Bottondoro, che accetta di sposare il perfido Humperdink che vuole ucciderla la prima notte di nozze.

 
 

La Storia è la serie dell’anno, le nomination ai Nastri d’Argento Grandi Serie 202a

La Storia Jasmine Trinca Elio Germano

La Storia di Francesca Archibugi, dal romanzo di Elsa Morante, con una straordinaria Jasmine Trinca, Elio Germano, Asia Argento, i giovani Lorenzo Zurzolo, Francesco Zenga e con Valerio Mastandrea è la ‘Serie dell’anno’ 2024. Lo annunciano i Giornalisti Cinematografici Italiani (SNGCI) che per la quarta volta a Napoli consegneranno i Nastri d’Argento ai titoli vincitori nei ‘generi’ più seguiti e ai protagonisti più amati dal pubblico. Scritta da Giulia Calenda, Ilaria Macchia, Francesco Piccolo, Francesca Archibugi e prodotta da Picomedia, in collaborazione con Rai Fiction, in collaborazione con Thalie Images, La Storia riceverà i premi per la regia di Francesca Archibugi, anche sceneggiatrice, per la sceneggiatura, per la produzione e per i protagonisti sabato 1° Giugno a Napoli nella serata finale dell’evento dei Giornalisti Cinematografici con la Film Commission Regione Campania, con il sostegno del MiC – Direzione Generale Cinema e audiovisivo, main  sponsor SIAE.

Saranno oltre cento i giornalisti cinematografici a votare nei prossimi giorni i migliori tra i titoli finalisti in cinque diversi ‘generi’ narrativi: Commedia, Crime, Drama, Dramedy e Film Tv. Per ogni serie, con la produzione, regia e sceneggiatura, sarà considerato anche il valore del cast artistico e tecnico nella sua coralità.

Come tradizione dei Nastri d’Argento, quattro le ‘cinquine’ di attrici e attori protagonisti e non che entrano in voto nei prossimi giorni. E nel racconto della grande fiction, i Giornalisti sceglieranno anche le ‘icone’ dell’anno, personalità che hanno siglato la stagione con l’eccellenza e l’originalità delle loro interpretazioni, cui si aggiungeranno i premi per i talenti più giovani.

Le candidature

Con i vincitori scelti dai Giornalisti tra i titoli candidati (serie andate in onda su reti e piattaforme dal 1° maggio 2023 al 30 aprile 2024), ancora una volta il meglio della serialità sarà protagonista della serata di gala che concluderà l’evento a Palazzo Reale, sul palcoscenico del Teatro di Corte.

I 23 titoli in gara selezionati che concorrono nelle cinque categorie (Disney+, Netflix, Paramount+, Prime Video, Rai e Sky) sono, in ordine alfabetico, nella Commedia’: Call My Agent – Italia – seconda stagione, Gigolò per caso, Non ci resta che il crimine – La serie, Questo mondo non mi renderà cattivo, Vita da Carlo – seconda stagione. Nel Crime’ sono in cinquina I Bastardi di Pizzofalcone – quarta stagione, Il Clandestino – Un investigatore a Milano, Il metodo Fenoglio – L’estate fredda, Il Re – seconda stagione, Monterossi La serie – seconda stagione. Nel Drama’ si sfidano A casa tutti bene – seconda stagione, I Leoni di Sicilia, La Lunga Notte – La caduta del Duce, Supersex, Un’Estate Fa. Nel ‘Dramedy’ sono candidati Antonia, Doc – Nelle tue mani – terza stagione, Studio Battaglia – seconda stagione, Un amore, Un Professore – seconda stagione. Tre infine i titoli che concorrono al Nastro d’Argento per il miglior ‘Film Tv’: Margherita delle stelle, Napoli milionaria e Raul Gardini.

Ed ecco le attrici che hanno regalato al pubblico particolari interpretazioni: nella cinquina delle protagoniste in gara ci sono Giusy Buscemi (Vanina – Un vicequestore a Catania), Miriam Leone (I Leoni di Sicilia), Claudia Pandolfi (Un’Estate Fa, Un Professore), Isabella Ragonese (Il Re), Micaela Ramazzotti (Un amore). Per le non protagoniste concorrono invece Linda Caridi (Supersex), Michela Cescon (Blanca), Ludovica Martino (Vita da Carlo), Ottavia Piccolo (Un amore), Carla Signoris (Monterossi La serie).

Per gli attori i protagonisti sono: Stefano Accorsi (Un amore), Alessio Boni (Il metodo Fenoglio – L’estate fredda, La Lunga Notte – La caduta del Duce), Edoardo Leo (Il Clandestino – Un investigatore a Milano), Michele Riondino (I Leoni di Sicilia), Luca Zingaretti (Il Re). Per i non protagonisti Giovanni Ludeno (Le indagini di Lolita Lobosco), Giorgio Marchesi (Studio Battaglia, Vanina – Un vicequestore a Catania), Vincenzo Nemolato (Supersex), Pierpaolo Spollon (Blanca, Doc – Nelle tue mani), Thomas Trabacchi (Studio Battaglia, Un Professore).

A Napoli con Film Commission Regione Campania

I Nastri Grandi Serie, evento dei Giornalisti Cinematografici Italiani realizzato con il sostegno del MiC – Direzione Generale Cinema e audiovisivo – main sponsor SIAE – in collaborazione con la Film Commission Regione Campania – sottolinea a nome del Direttivo Nazionale dei Giornalisti Cinematografici la Presidente Laura Delli Colli continuano, unici nel panorama dei grandi premi istituzionali, ad accendere un riflettore sulla produzione che in pochi anni in Italia, come nel mondo, ha cambiato storytelling e pubblico di una serialità che nasce dalla grande professionalità artistica e tecnica del cinema. Un fenomeno che ha reso protagonista l’industria e il talento italiani sul mercato internazionale e che non a caso ha portato i premi per le Serie nella Regione che vanta il fermento più interessante della fiction nazionale, in competizione non solo per la popolarità ma anche  per originalità e innovazione”.

“Anche quest’anno siamo lieti di partecipare con il Sindacato Giornalisti Cinematografici alla realizzazione di questo prestigioso evento” – dichiara Titta Fiore, Presidente della Film Commission Regione Campania. “Il numero e la qualità delle grandi serie realizzate in Campania indicano che la domanda di contenuti fortemente identitari si è andata efficacemente saldando con l’azione della nostra Film Commission e della Regione Campania che mette l’audiovisivo e l’innovazione digitale al centro delle politiche regionali di sviluppo, promozione culturale e turistica, con sensibili ricadute sull’occupazione. Napoli e la Campania si confermano ancora una volta protagoniste dell’audiovisivo, non solo nazionale, per la ricchezza dei talenti, il fascino dei luoghi, il fermento creativo e produttivo che continua a dare vita ad alcuni fra i maggiori successi della grande serialità delle ultime stagioni. Lo testimoniano il ritorno di titoli consolidati come “L’amica geniale”,  “I Bastardi di Pizzofalcone” e il ciclo sul teatro di Eduardo, l’arrivo di nuovi e importanti progetti in una stagione da record, con 15 serie realizzate nel 2023, e l’approccio alla serialità di un settore in costante crescita qual è l’animazione”.

La selezione

Del Direttivo Nazionale che ha selezionato i titoli, con la Presidente Laura Delli Colli, fanno parte Fulvia Caprara (Vicepresidente), Oscar Cosulich, Maurizio di Rienzo, Susanna Rotunno, Paolo Sommaruga, Stefania Ulivi, Romano Milani (Segretario Generale).

SERIE DELL’ANNO 

LA STORIA (RAI)

Regia Francesca ARCHIBUGI

Protagonisti Jasmine TRINCA, Elio GERMANO, Asia ARGENTO, Lorenzo ZURZOLO, Francesco ZENGA

e con Valerio MASTANDREA

Una produzione PICOMEDIA in collaborazione con RAI FICTION in collaborazione con THALIE IMAGES

Sceneggiatura Giulia CALENDA, Ilaria MACCHIA, Francesco PICCOLO, Francesca ARCHIBUGI

LE CANDIDATURE 2024

Per ogni Serie, con la Produzione, Regia e Sceneggiatura, si considera anche il valore del Cast artistico e tecnico nella sua coralità

MIGLIOR SERIE ‘COMMEDIA’

  • CALL MY AGENT – ITALIA | SECONDA STAGIONE (SKY)

Regia Luca RIBUOLI

Prodotta da SKY STUDIOS e PALOMAR

Sceneggiatura Lisa NUR SULTAN con Federico BACCOMO e Dario D’AMATO

  • GIGOLÒ PER CASO (PRIME VIDEO)

Regia EROS PUGLIELLI

Una produzione LUCKY RED

Sceneggiatura Tommaso RENZONI, Daniela DELLE FOGLIE

  • NON CI RESTA CHE IL CRIMINE – LA SERIE (SKY)

Regia Massimiliano BRUNO e Alessio Maria FEDERICI

Una produzione SKY STUDIOS e ITALIAN INTERNATIONAL FILM, una società LMG

Sceneggiatura Massimiliano BRUNO (head writer), Andrea BASSI, Gianluca BERNARDINI,

Herbert Simone PARAGNANI

  • QUESTO MONDO NON MI RENDERÀ CATTIVO (NETFLIX)

Scritta e diretta da ZEROCALCARE

Prodotta da MOVIMENTI PRODUCTION, società del gruppo BANIJAY, in collaborazione con BAO PUBLISHING

  • VITA DA CARLO | SECONDA STAGIONE (PARAMOUNT+)

Regia Carlo VERDONE, Valerio VESTOSO

Prodotta da Luigi e Aurelio DE LAURENTIIS

Creata da Carlo VERDONE, NICOLA GUAGLIANONE, MENOTTI

Sceneggiatura Carlo VERDONE, Pasquale PLASTINO, Ciro ZECCA, Luca MASTROGIOVANNI

MIGLIOR SERIE ‘CRIME’ 

  • I BASTARDI DI PIZZOFALCONE | QUARTA STAGIONE (RAI)

Regia Monica VULLO e Riccardo MOSCA

Una coproduzione RAI FICTION – CLEMART

Sceneggiatura Salvatore BASILE, Angelo PETRELLA, Paolo TERRACCIANO, Massimiliano GOVERNI

  • IL CLANDESTINO – UN INVESTIGATORE A MILANO (RAI)

Regia Rolando RAVELLO

Una coproduzione RAI FICTION – ITALIAN INTERNATIONAL FILM, una società LMG

Creata da Ugo RIPAMONTI, Renato SANNIO

Sceneggiatura Ugo RIPAMONTI, Renato SANNIO, Michele PELLEGRINI

  • IL METODO FENOGLIO – L’ESTATE FREDDA (RAI)

Regia Alessandro CASALE

Una coproduzione RAI FICTION – CLEMART

Sceneggiatura Gianrico CAROFIGLIO, Doriana LEONDEFF, Antonio LEOTTI, Oliviero DEL PAPA

  • IL RE | SECONDA STAGIONE (SKY)

Regia Giuseppe GAGLIARDI

Una produzione SKY STUDIOS con THE APARTMENT e WILDSIDE, entrambe società del gruppo FREMANTLE,

in collaborazione con ZOCOTOCO

Sceneggiatura Alessandro FABBRI e Peppe FIORE, Federico GNESINI (ep. 5 e 6) 

  • MONTEROSSI LA SERIE | SECONDA STAGIONE (PRIME VIDEO)

Regia Roan JOHNSON

Una produzione PALOMAR in collaborazione con PRIME VIDEO

Sceneggiatura Roan JOHNSON, Davide LANTIERI, Alessandro ROBECCHI

MIGLIOR SERIE ‘DRAMA’

  • A CASA TUTTI BENE | SECONDA STAGIONE (SKY)

Regia Gabriele MUCCINO

Prodotta da SKY STUDIOS e LOTUS PRODUCTION, società di LEONE FILM GROUP

Sceneggiatura Gabriele MUCCINO, Barbara PETRONIO (head writer e produttrice creativa), Camilla BUIZZA, Gabriele GALLI, Andrea NOBILE

Regia Paolo GENOVESE

Una produzione COMPAGNIA LEONE CINEMATOGRAFICA – LOTUS PRODUCTION,

una società di LEONE FILM GROUP

Sceneggiatura Ludovica RAMPOLDI, Stefano SARDO

  • LA LUNGA NOTTE – LA CADUTA DEL DUCE (RAI)

Regia Giacomo CAMPIOTTI

Una coproduzione RAI FICTION – ÈLISEO ENTERTAINMENT

Da un’idea di Franco BERNINI

Sceneggiatura Franco BERNINI, Bernardo PELLEGRINI 

  • SUPERSEX (NETFLIX)

Regia Matteo ROVERE, Francesco CARROZZINI, Francesca MAZZOLENI

Prodotta da THE APARTMENT, una società del gruppo FREMANTLE e GRØENLANDIA,

società del gruppo BANIJAY

Creata e scritta da Francesca MANIERI

  • UN’ESTATE FA (SKY)

Regia Davide MARENGO e Marta SAVINA

Prodotto da SKY STUDIOS e FABULA PICTURES

Creata da Michele ALBERICO e Massimo BACCHINI

Sceneggiatura Valerio CILIO, Federico FAVOT, Michele ALBERICO, Massimo BACCHINI

MIGLIOR SERIE ‘DRAMEDY’   

  • ANTONIA (PRIME VIDEO)

Regia Chiara MALTA

Una produzione FIDELIO e GRØENLANDIA, società del gruppo BANIJAY, in collaborazione con PRIME VIDEO

in collaborazione con RAI FICTION

Sceneggiatura Elisa CASSERI, Carlotta CORRADI, Chiara MARTEGIANI

  • DOC – Nelle tue mani | TERZA STAGIONE (RAI)

Regia Jan Maria MICHELINI (ep. 1-4), Nicola ABBATANGELO (ep. 5-10), Matteo OLEOTTO (ep. 11-16)

Una produzione LUX VIDE, una società del gruppo FREMANTLE, in collaborazione con RAI FICTION

Sceneggiatura Francesco ARLANCH, Viola RISPOLI

  • STUDIO BATTAGLIA | SECONDA STAGIONE (RAI)

Regia Simone SPADA

Una produzione PALOMAR con TEMPESTA in collaborazione con RAI FICTION

Sceneggiatura Lisa NUR SULTAN, Federico BACCOMO (ep. 1 e 3)

  • UN AMORE (SKY)

Regia Francesco LAGI

Prodotta da SKY STUDIOS e CATTLEYA

Creata da Stefano ACCORSI e Enrico AUDENINO

Sceneggiatura Enrico AUDENINO, Giordana MARI, Teresa GELLI, Francesco LAGI, Stefano ACCORSI

  • UN PROFESSORE | SECONDA STAGIONE (RAI)

Regia Alessandro CASALE

Una coproduzione RAI FICTION, BANIJAY STUDIOS ITALY

Sceneggiatura Sandro PETRAGLIA (ep. 1-12), Valentina GADDI (ep. 4, 6, 8, 10),

Sebastiano MELLONI (ep. 4, 6, 8, 10), Fidel SIGNORILE (ep. 3, 5, 7, 9) 

MIGLIOR ‘FILM TV’

  • MARGHERITA DELLE STELLE (RAI)

Regia Giulio BASE

Una coproduzione RAI FICTION – MINERVA PICTURES

Sceneggiatura Monica ZAPELLI con Federico TADDIA

  • NAPOLI MILIONARIA (RAI)

Regia Luca MINIERO

Una produzione PICOMEDIA in collaborazione con RAI FICTION

Sceneggiatura Massimo GAUDIOSO, Filippo GILI 

  • RAUL GARDINI (RAI)

Regia Francesco MICCICHÈ

Una coproduzione RAI FICTION – AURORA TV

Sceneggiatura Giovanni FILIPPETTO, Francesco MICCICHÈ, Denise PARDO

ATTRICE PROTAGONISTA

  • Giusy BUSCEMI  Vanina – Un vicequestore a Catania
  • Miriam LEONE  I Leoni di Sicilia
  • Claudia PANDOLFI  Un’estate fa, Un Professore
  • Isabella RAGONESE  Il Re
  • Micaela RAMAZZOTTI  Un amore

ATTORE PROTAGONISTA

  • Stefano ACCORSI  Un amore
  • Alessio BONI  Il metodo Fenoglio – L’estate fredda, La lunga notte – La caduta del Duce
  • Edoardo LEO  Il Clandestino – Un investigatore a Milano
  • Michele RIONDINO  I Leoni di Sicilia
  • Luca ZINGARETTI  Il Re

ATTRICE NON PROTAGONISTA

  • Linda CARIDI  Supersex
  • Michela CESCON  Blanca
  • Ludovica MARTINO  Vita da Carlo
  • Ottavia PICCOLO  Un amore
  • Carla SIGNORIS  Monterossi La serie  

ATTORE NON PROTAGONISTA

  • Giovanni LUDENO  Le indagini di Lolita Lobosco
  • Giorgio MARCHESI  Studio Battaglia, Vanina – Un vicequestore a Catania
  • Vincenzo NEMOLATO  Supersex
  • Pierpaolo SPOLLON  Blanca, Doc – Nelle tue mani
  • Thomas TRABACCHI  Studio Battaglia,  Un Professore
 
 

La storia dietro il cattivo di Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri

Dungeons & Dragons

Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri è uno di qui adattamenti che attirerà sia gli spettatori occasionali che i giocatori più legati a Dungeons & Dragons. Il suo mix di umorismo, cuore e azione fantasy ha suscitato elogi, così come il modo in cui i registi/co-sceneggiatori John Francis Daley e Jonathan Goldstein sono riusciti a utilizzare la ricca mitologia di Dungeons & Dragons. I fan del gioco terranno senza dubbio i tanti Easter eggs  sparse per tutto il film (credeteci, ce ne sono molte) ma uno dei più grandi si presenta sotto forma di un personaggio la cui presenza guida la trama. Quel personaggio è il negromante Szass Tam (Ian Hanmore).

  • Il seguente articolo contiene spoiler per Dungeons & Dragons

1Tam potrebbe avere un ruolo nei futuri film di Dungeons & Dragons

Anche se Neverwinter è salva, la minaccia di Tam persiste. Edgin lo nasconde persino, dicendo che lui ei suoi amici affronteranno il negromante quando sarà il momento. E questo potrebbe arrivare prima piuttosto che dopo, dato che Goldstein e Daley hanno recentemente firmato un accordo di prima visione con la Paramount. Anche una serie televisiva di Dungeons & Dragons è in lavorazione alla Paramount+, e mentre i dettagli rimangono pochi, Tam potrebbe rivelarsi una formidabile minaccia nelle future storie e sequel di Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri.

Successivo

La storia di Olaf: dal 23 ottobre il nuovo corto su Disney+

la storia di olaf

Cosa è successo a Olaf dal momento in cui Elsa lo ha creato mentre cantava “All’Alba Sorgerò” e costruiva il suo palazzo di ghiaccio e quando Anna e Kristoff l’hanno incontrato per la prima volta nella foresta? E come ha imparato ad amare l’estate? Le inedite origini di Olaf, l’innocente e profondo pupazzo di neve amante dell’estate che ha fatto sciogliere i cuori nel film di animazione premio Oscar del 2013 Frozen – Il Regno di Ghiaccio e nel suo acclamato sequel del 2019, vengono rivelate nel nuovissimo cortometraggio dei Walt Disney Animation Studios, La Storia di Olaf.

Il corto segue i primi passi di vita di Olaf, alla ricerca della sua identità sulle montagne innevate nei pressi di Arendelle. La Storia di Olaf è diretto da Trent Correy (animation supervisor di Olaf in Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle) e Dan Abraham (story artist veterano, autore degli storyboard della sequenza musicale di “Da Grande” di Olaf in Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle) e prodotto da Nicole Hearon (associate producer di Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle e Oceania) con Peter Del Vecho (produttore di Frozen – Il Regno di Ghiaccio, Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle).

“È un’idea che ha iniziato a prendere forma quando lavoravo come animatore del primo Frozen”, ha detto il regista Trent Correy. “Io e Dan Abraham siamo così grati ed entusiasti di aver avuto l’opportunità di dirigere questo corto, lavorando con i nostri incredibili colleghi dei Walt Disney Animation Studios”.

Nella versione italiana del corto l’attore e regista Enrico Brignano presta ancora una volta la propria voce a Olaf, mentre l’attrice e cantante Serena Autieri e l’attrice, cantante e conduttrice televisiva Serena Rossi tornano ad interpretare rispettivamente le sorelle Elsa e Anna.

Il corto animato dei Walt Disney Animation Studios La Storia di Olaf arriva in esclusiva su Disney+ dal 23 ottobre 2020.

 
 

La storia di Olaf, il trailer del nuovo corto Disney+

Disney+ ha rilasciato il trailer de La Storia di Olaf, il nuovissimo cortometraggio dei Walt Disney Animation Studios che sarà disponibile in esclusiva su Disney+ da venerdì 23 ottobre e verrà proiettato ad Alice nella Città sabato 24 ottobre.

Cosa è successo a Olaf dal momento in cui Elsa lo ha creato mentre cantava “All’Alba Sorgerò” e costruiva il suo palazzo di ghiaccio e quando Anna e Kristoff l’hanno incontrato per la prima volta nella foresta? E come ha imparato ad amare l’estate? Le inedite origini di Olaf, l’innocente e profondo pupazzo di neve amante dell’estate che ha fatto sciogliere i cuori nel film di animazione premio Oscar del 2013 Frozen – Il Regno di Ghiaccio e nel suo acclamato sequel del 2019, vengono rivelate nel nuovissimo cortometraggio dei Walt Disney Animation Studios, La Storia di Olaf. Il corto segue i primi passi di vita di Olaf, alla ricerca della sua identità sulle montagne innevate nei pressi di Arendelle. La Storia di Olaf è diretto da Trent Correy (animation supervisor di Olaf in Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle) e Dan Abraham (story artist veterano, autore degli storyboard della sequenza musicale di “Da Grande” di Olaf in Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle) e prodotto da Nicole Hearon (associate producer di Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle e Oceania) con Peter Del Vecho (produttore di Frozen – Il Regno di Ghiaccio, Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle).

Nella versione italiana del corto l’attore e regista Enrico Brignano presta ancora una volta la propria voce a Olaf, mentre l’attrice e cantante Serena Autieri e l’attrice, cantante e conduttrice televisiva Serena Rossi tornano ad interpretare rispettivamente le sorelle Elsa e Anna.

 
 

La storia di Google diventa un film

Mentre sta per uscire The Social Network di David Fincher che vede protagonisti i fondatori di Facebook, un’altra coppia d’oro del mondo del web starebbe per diventare oggetto di un film.

 
 

La storia della Principessa Splendente: due nuove clip

Sono disponibili due nuovissime clip del film  La storia della Principessa Splendente, di Isao Takahata, nei cinema ancora solo per oggi 5 Novembre.

La storia della principessa splendenteDopo il grande successo di Si alza il vento, ultimo film del maestro Miyazaki, un altro capolavoro dello Studio Ghibli arriva nelle sale distribuito da Lucky Red. Un evento imperdibile per tutti gli appassionati dello Studio Ghibli che potranno così vedere sul grande schermo l’attesissimo nuovo film del regista culto de La Tomba delle Lucciole, di ritorno alla regia dopo I miei vicini Yamada, che risale al 1999.