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Le Due Vie del Destino poster e trailer italiano del drama con Colin Firth e Nicole Kidman

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le-due-vie-del-destino-posterPrimo trailer italiano per Le Due Vie del Destino, il drama di Jonathan Teplitzky (Burning Man, Better Than Sex) basato sul bestseller mondiale The Railway Man di Eric Lomax che vede protagonisti Colin Firth, Nicole Kidman e Stellan Skarsgard.

Lo script è basato sulla vita di Eric Lomax e racconta di come l’ufficiale inglese (Colin Firth) durante la seconda guerra mondiale sia stato torturato dai giapponesi durante la costruzione della ‘ferrovia della morte’. A distanza di dieci anni, comincia la caccia ai colpevoli. Patricia Wallace (Nicole Kidman), moglie di Lomax sostenne il marito aiutandolo ad affrontare le sue paure. Nel cast c’è anche Jeremy Irvine nei panni del giovane Lomax e Hiroyuki Sanada nel ruolo dell’ufficiale giapponese che lo ha imprigionato.

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Le donne più spaventose del cinema [Foto]

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Conosciamo tutti i vari Freddy, Jason e Jack Torrence che dominano il panorama orrorifico cinematografico, ma ci sono anche un sacco di personaggi femminili, donne altrettanto terrificanti nella storia del cinema. Ebbene oggi riassumiamo queste affascinanti (e tremende) signore in una spaventosa gallery. [nggallery id=512]

Donne-spaventose del cinemaSi sa che la femmina può essere terribile, tanto nell’amore quanto nell’odio e se si mette in testa una cosa è difficile farle cambiare idea, un po’ come la cara protagonista di Misery non deve morire, disposta a tutto, letteralmente, affinchè il suo personaggio preferito non venga ucciso dall’autore. Stesso dicasi per l’apparentemente innocua aliena bruna, che ha il volto di Scarlett Johansson: guai a cedere alle sue avances, ci si potrebbe ritrovare in situazioni davvero spinose! E che dire della temibile Alex Forrest di Attrazione fatale? Nonostante la sua manifesta instabilità mentale non è possibile non tifare per lei!

Ma nella nostra gallery c’è spazio per tutte, dalla burbera e cattivissima Mamma Fratelli dei Goonies, alla Strega Ravenna, moderna reinterpretazione della matrigna di Biancaneve, passando per quella che forse è la donna/bambina più spaventosa che il cinema ci abbia mai regalato: la piccola Regan de L’Esorcista. Nessun personaggio altro personaggio, adulto, bambino, maschio o femmina, ha mai generato tanta paura nello spettatore come la protagonista di quello che è uno dei più grandi capolavori della storia del cinema.

Le donne del 6° piano: recensione del film di Philippe Le Guay

Le donne del 6° piano: recensione del film di Philippe Le Guay

In Le donne del 6° piano Jean-Louis è un agente di cambio che vive un’esistenza monotona, scandita dai ritmi sempre uguali del lavoro e da quelli ugualmente poco vivaci della vita famigliare, tra un moglie  troppo attenta ad apparenza e formalità e la poca comunicazione coi due figli pre-adolescenti. Sarà un gruppo di cameriere spagnole con la loro umanità calorosa e debordante a restituire al protagonista il gusto dei rapporti umani prima e dei sentimenti poi,  attraverso la storia d’amore con una di loro.

Le donne del 6° piano sarebbe passato probabilmente inosservato dalle nostre parti se non fosse stato per il successo riscosso in Francia (2 milioni di spettatori raggiunti in poco tempo), che gli ha fatto guadagnare la classica definizione di ‘caso cinematografico dell’anno’. La storia ce la racconta Philippe Le Guay, praticamente sconosciuto dalle nostre parti, e autore non troppo prolifico (“Le donne…” è la sua quarta pellicola in oltre vent’anni): il ‘canovaccio’ potrebbe forse apparire poco originale (il tipo un pò ‘piatto’, che sommerso nell’anonimato di una vita fin troppo convenzionale, ritrova il piacere della vita), così come lo svolgimento all’insegna di una certa prevedibilità, ma alla fine il tutto viene presentato con modi tali da poter sorvolare sulla scontatezza, anche grazie a una sorta di cambio di registro in corso d’opera: laddove ormai sembra di essersi incanalati nei binari della farsa, ecco che si devia verso la commedia sentimentale.

Una scelta comunque azzeccata, il cui limite è che forse il cambio di traiettoria è un pò  improvviso: a un certo punto le risate si esauriscono, e nel proseguio prevalgono i sentimenti, il film perde di ritmo e coesione, con sequenze che finiscono per sembrare un pò ‘giustapposte’, rendendo meno fluido lo scorrimento della storia. A salvare il film ci pensano comunque gli interpreti, a partire da Fabrice Luchini (una lunga carriera nel cinema francese, dall’esordio di In ginocchio da Claire di Rohmer, a Potiche – La bella statuina di Ozon) nel ruolo del protagonista, capace di dare vita a quel personaggio che, prima in modo titubante e poi sempre più convinto, si fa travolgere dagli eventi, con una mimica efficace sia nel suscitare la risata, che nell’evocare maggiore riflessività; con lui le convincenti Sandrine Kiberlaine (una moglie a cavallo tra conspavelozza e voluta indifferenza di fronte al mutamento del marito), Natalia Verbeke (che dipinge con delicatezza la cameriera della quale il Jean-Louis si innamora, dominata dalle incertezze derivanti da un vissuto in parte drammatico).

A fianco a loro naturalmente spicca il gruppo di esuberanti signore, guidate dall’attrice – feticcio di Alomodòvar, Carmen Maura, tra le quali vi è  un’altra frequentatrice abituale dei set del regista spagnolo, Lola Duenas.  Non a caso, la presenza delle due interpreti, accomunate alle altre dalla provenienza spagnola nella finzione cinematografica, può ricordare certe ‘comunità’ dei film di Almodòvar,  finendo in certi frangenti per spingere ad immaginare cosa sarebbe stato questo film nelle sue mani, senza peraltro nulla togliere alla capacità di Le Guay di dare comunque vita a un film gradevole.

Le donne del 6° piano pur con qualche passaggio a vuoto resta infatti un film efficace, divertente, che riesce a strappare in più di un’occasione risate di gusto, e che oltre a raccontarci il ritorno alla vita di un individuo schiavo delle sue abitudine, ci racconta anche di quanto il contatto con altre culture e modi diversi di affrontare la vita alla fine possa essere via per migliorarsi: un messaggio più che mai necessario in tempi nei quali l’immigrato è vissuto fin troppo spesso come una ‘minaccia’ o, nel migliore dei casi, come un problema del quale liberarsi in fretta.

Le donne al cinema sono sotto-rappresentate

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Le donne al cinema sono sotto-rappresentate

Un recente studio ha rilevato che donne al cinema sono significativamente sotto-rappresentate rispetto agli uomini.

donne al cinemaI numeri sottolineano che film come Gravity, in cui è una donna, Sandra Bullock, il personaggio principale, restano una rarità nell’industria e sui grnadi schermi dei multiplex. I personaggi femminili di rilievo erano presenti sono nel 15% dei film che costituiscono la classifica dei 100 film che hanno incassato di più negli Stati Uniti. La ricerca, dal titolo “It’s a Man’s (Celluloid) World”, è stata portata avanti di Martha Lauzen, direttore esecutivo del Center for the Study of Women in Television and Film alla San Diego State University.

Le statistiche dicono che le protagoniste femminili sono solo il 4% dal 2011 e addirittura l’1% dal 2002. Nel sondaggio, le donne ricoprono il 30% dei ruoli parlanti, percentuale ricavata dall’analisi di 7000 personaggi cinematografici in 300 film dal 2002 ad oggi. Solo il 13% dei film nella top 100 (in base agli incassi) del 2013 conta un numero pari di personaggi maschili e femminili.

“Abbiamo registrato un piccolo miglioramento in merito alla presenza di personaggi femminili protagonisti e personaggi femmnili parlanti nell’ultima decade – ha dichiarato Lauzen – Inoltre per i personaggi femminili è più complicato individuare un obbiettivo che permetta di rappresentarle come carattere principale.”

A questo link trovate il report completo.

Fonte: Variety

Le donne al balcone – The Balconettes: una clip dal film in sala dal 20 marzo

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Officine UBU è lieta di rilasciare la clip “La macabra scoperta” tratta dall’audace Le donne al balcone – The Balconettes (Les femmes au balcon), diretto e interpretato da Noémie Merlant (Ritratto della giovane in fiamme, Tàr, L’innocente) con Souheila Yacoub (Dune Parte 2, Climax), Sanda Codreanu (Mi Iubita Mon Amour) e Lucas Bravo (Emily in Paris), scritto in collaborazione con la regista e sceneggiatrice di culto Céline Sciamma, in arrivo al cinema dal 20 marzo.

Presentato al 77° Festival di Cannes e in anteprima nazionale italiana lo scorso ottobre nella sezione Best of alla Festa del cinema di Roma, LE DONNE AL BALCONE – The Balconettes è un esuberante mix di generi che affonda unghie e denti nel cinema di Almodóvar e Tarantino, unendo commedia, thriller,horror e surreale a temi attuali come la violenza di genere e il sessismo.

In una torrida notte estiva, tre amiche che condividono lo stesso appartamento a Marsiglia sono invitate a prendere un drink dal loro attraente vicino di casa (Lucas Bravo). Capitanate dall’irruenza di Ruby, (Souheila Yacoub), una camgirl libera e ribelle, Nicole (Sanda Codreanu), una scrittrice timida e sognatrice, e Élise (Noémie Merlant), un’attrice insicura e ansiosa, non esitano ad accettare l’invito. Sembra una serata come tante altre: tra un bicchiere e l’altro si fa tardi, e Nicole ed Élise tornano a casa. Ma la mattina Ruby si presenta alla porta in stato di shock. È l’inizio di una vicenda folle e surreale, di cui non vengono risparmiati i dettagli più crudi. Quando le ragazze intuiscono quello che è successo a Ruby e tornano nell’appartamento del vicino, davanti ai loro occhi appare una scena da incubo… Per risvegliarsi sarà necessario rimboccarsi le maniche e affrontare i fantasmi del passato e del presente.

Leggi la recensione di Le donne al balcone – The Balconettes

“La prima parte del film è più morbida, colorata e gioiosa, come se ci stessimo addentrando in una commedia romantica ispirata al cinema di Almodóvar – afferma Noémie Merlant – Un mix esplosivo di colore, eccesso e vitalità che permette alle protagoniste di atteggiarsi anche con volgarità e, così facendo, trovare il loro spazio. Questa “sana volgarità” imponeva anche di filmare le donne in momenti di rilassatezza, per evitare la sessualizzazione dei corpi. Mi piacciono questi personaggi colorati, donne molto caratterizzate, che parlano ad alta voce. A volte sono quasi caricature dei personaggi dei fumetti. Nella seconda parte, quando andiamo a casa del vicino, volevo che il film virasse verso il thriller, il fantasy, il gore. Volevo una fotografia che virasse verso il verde, per esprimere angoscia, pur mantenendo la linea della comicità e dell’assurdo. Avevo in mente lo stile dei thriller coreani e giapponesi, come The Wailing o The Chaser di Na Hong-jin o Ichi the Killer di Takashi Miike. Infine, Tarantino e Grindhouse – A prova di morte o tutti i film cruenti che guardavo da piccola con mia sorella, i film di fantasmi che mescolano i generi, soprattutto con molto umorismo”.

Durante una torrida estate a Marsiglia, tre giovani inquiline di un vivace condominio spiano dal balcone del loro appartamento la vita di un attraente vicino di casa. Ma quando l’uomo le invita a casa sua per un drink a tarda notte, le conseguenze saranno terrificanti e deliranti e le tre amiche dovranno escogitare una soluzione rocambolesca per uscire dai guai e rivendicare la loro libertà.

Le donne al balcone – The Balconettes: recensione del film di e con Noémie Merlant #RoFF19

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Le donne al balcone – The Balconettes di Noémie Merlant non è solo un film, è un affascinante viaggio attraverso un racconto femminista stratificato e punk, che sa essere tanto divertente quanto provocatorio. Presentato a Cannes 77 con il titolo originale Les Femmes au Balcon, questo film esplora la vita di tre donne – Nicole, Ruby ed Elisa – legate da una profonda amicizia e da un’intensa ribellione contro i dogmi della società patriarcale, il tutto ambientato in un appartamento e un balcone condiviso nel caldo di Marsiglia.

La dichiarazione di intenti di Le donne al balcone – The Balconettes

Fin dall’inizio, Merlant ci introduce in un’atmosfera sospesa e surreale, grazie a un piano sequenza che spazia tra due palazzi. La macchina da presa sembra fluttuare, stabilendo una distanza tra il pubblico e la storia, come se fossimo anche noi osservatori dietro una finestra, abbracciando così il più classico dei contesti voyeuristi e impiantandoci sopra il suo racconto. In questo primo momento vediamo una donna, riversa a terra e coperta di lividi, incalzata da un marito che la accusa di essere “esageratamente drammatica.” La scena, che mescola dramma e sarcasmo, offre una chiave di lettura per comprendere la portata del film: un’opera che sfida le convenzioni, trascendendo i generi e mescolando commedia, thriller, e un femminismo mai didascalico. Questa scena fondamentale, un cortometraggio dentro al film: una specie di riassunto di quello che la storia vuole significare e di quello che racconterà.

Le protagoniste di Le donne al balcone – The Balconettes

THE BALCONETTES
Noémie Merlant, Souheila Yacou e Sanda Codreanu in The Balconettes – Cortesia di NORD-OUEST FILMS

Al centro della storia ci sono Nicole (Sanda Codreanu), Ruby (Souheila Yacoub) ed Elisa (Noémie Merlant). Ognuna di queste donne ha una storia unica: Nicole è una scrittrice che prova a tratte ispirazione dalla vita delle sue amiche, sempre più divertente e sfrenata della sua; Ruby è una cam girl fiera della propria sessualità, esibizionista almeno quanto Nicole è pudica; Elise invece è un’attrice che cerca di sfuggire da un innamorato opprimente, sembra svampita, ma trova il suo ancoraggio alla realtà grazie alle sue coinquiline. Insieme, condividono momenti di complicità e confidenze, esplorando una libertà autentica e quasi sfacciata, che include un’esposizione del corpo sincera, svincolata da giudizi.

Merlant dimostra una grande padronanza del mezzo cinematografico, mostrando una disinvoltura sorprendente per una regista al suo secondo lungometraggio. La narrazione sembra muoversi disordinata, riflettendo però un caos ben calibrato che rispecchia la vitalità e la libertà delle tre protagoniste. E infatti nulla è lasciato al caso: la scrittura coadiuvata da Céline Sciamma e il montaggio di Julien Lacheray conferiscono alla trama una coerenza interna che esplode solo alla fine, lasciando lo spettatore in una sorta di estasi visiva e narrativa.

Una delle grandi trovate di Le donne al balcone – The Balconettes è il modo in cui affronta la questione della mascolinità tossica senza mai scivolare nella retorica. L’aitante vicino di casa (interpretato da Lucas Bravo), ad esempio, inizialmente oggetto dei sogni di Nicole, si rivela poi un predatore mascherato da principe azzurro. La svolta narrativa è feroce e geniale: un incontro apparentemente innocente si trasforma in una lotta disperata, e le tre protagoniste devono difendersi dalla violenza inaspettata, optando per un’autodifesa radicale e liberatoria. La loro “vendetta” non è solo una reazione istintiva, ma anche un simbolo di una ribellione.

La mescolanza di generi

The Balconettes
Noémie Merlant, Souheila Yacou e Sanda Codreanu in The Balconettes – Cortesia di NORD-OUEST FILMS

La commistione di generi è una caratteristica distintiva di questo film: da commedia grottesca e horror leggero si passa a un thriller crudo e spietato, fino a un gore che strizza l’occhio a Tarantino, pur rimanendo sempre vitale e libero, come il primo cinema di Almodovar. Merlant evira il corpo maschio della storia per affermare la femminilità come unica forza vitale, e nonostante questo è sempre ironica e leggera, non perde mai di vista il fuoco del suo racconto. Questo rende Le donne al balcone – The Balconettes un’esperienza visivamente affascinante e emotivamente coinvolgente. La violenza viene messa in scena in modo iperbolico, ma il vero nucleo del film è la ferita invisibile che la violenza infligge all’animo femminile.

La fiera esposizione del corpo femminile

Merlant si dimostra non solo una regista di talento, ma una narratrice coraggiosa, pronta a infrangere le convenzioni e a esplorare i confini della rappresentazione cinematografica del femminile. In questo film, i corpi delle protagoniste non sono mai oggetto di sguardi esterni/giudicanti; sono corpi che si espongono con fierezza, rivendicando il diritto di esistere senza compromessi. Le donne al balcone – The Balconettes non è solo un film che parla di emancipazione femminile: è un atto di insurrezione, un’opera che si rivolge allo spettatore con uno spirito di sorellanza feroce e libera.

Le divise da football utilizzate in Batman vs Superman

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batman-vs-supermanDopo l’annuncio (un po’ a sorpresa) dell’inizio delle riprese di Batman vs Superman al East Los Angeles College’s Weingart Stadium arrivano ulteriori dettagli su cosa Zack Snyder girerà in questa location. Durante l’intervallo della partita del 19 ottobre tra le squadra universitarie (reali), il regista metterà in scena  una partita di football tra la Gotham City University e la rivale Metropolis State University.

Probabilmente non sarà una scena ad alto contenuto spettacolare come quella de Il Cavaliere Oscuro-il ritorno, Snyder infatti prevede di girare solo una ventina di minuti per questa sequenza mentre Christopher Nolan impiegò l’intera giornata.

Grazie a Batman News comunque siamo in grado di mostrarvi le divise che verranno utilizzate.

 

 Gotham City University

Gotham-jersey

 

Metropolis State University

Metropolis-jersey

 

Le discours, recensione del film di Laurent Tirard #RFF15

Le discours, recensione del film di Laurent Tirard #RFF15

Dal regista di Le avventure galanti del giovane Molière, Il piccolo Nicolas e i suoi genitori, Asterix e Obelix al servizio di sua Maestà e Il Ritorno dell’Eroe arriva alla Festa del Cinema di Roma nella Selezione Ufficiale Le discours, una commedia tratta dal romanzo del fumettista Fabrice Caro Il discorso, che ebbe grande successo in patria nel 2018, edito in Italia nel 2020 dalla casa editrice Nottetempo. In pieno stile francese, il film ironizza su dinamiche familiari sclerotizzate mentre racconta il momento più critico di ogni storia d’amore: la pausa di riflessione.

Quale sarà il discorso perfetto?

Adrien, Benjamin Lavernhe, sta vivendo un momento di crisi: Sonia, Sara Giraudeau, lo ha lasciato, temporaneamente, per una pausa di riflessione. Man mano che i giorni passano senza sue notizie, Adrien, per natura ansioso e ipocondriaco, si agita sempre di più e alla fine le invia un messaggio. Quello che proprio non ci vuole in questa situazione è quello che succede: Adrien è invitato a una cena di famiglia. Mentre la madre, Guilaine Londez, porta in tavola i soliti manicaretti, la sorella Sophie, Julia Piaton, ascolta ammirata Ludo, Kian Khojandi, l’uomo che sta per sposare, e il padre, Francois Morel, inanella per l’ennesima volta il suo repertorio di aneddoti, Adrien aspetta solo il messaggio di risposta di Sonia. Al suo posto arriva una proposta di Ludo che getta il protagonista definitivamente nel panico: tenere un discorso al matrimonio della coppia. Adrien non ama parlare in pubblico e la paura di essere inadeguato prende il sopravvento.

Tra Woody Allen, Michel Gondry e Cédric Klapisch, un adattamento troppo teatrale e ripetitivo

Laurent Tirard, regista de Il discorso, afferma di aver voluto riportare sullo schermo lo stesso andamento caotico e non lineare che ha trovato nel romanzo. In effetti, anziché far procedere cronologicamente la trama, Tirard, anche sceneggiatore della pellicola, si prende la libertà di entrare nella mente del protagonista e proporre al pubblico diverse versioni del discorso che questi immagina di fare alle nozze della sorella, con esiti ovviamente differenti a seconda dei toni utilizzati. Tutto questo avviene appunto nella mente di Adrien, mentre attende il messaggio di Sonia e mentre è in corso la cena coi suoi. Le viarie parti si legano nel montaggio di Valérie Deseine. Tirard mostra gli scenari che la mente di Adrien crea, stimolato dall’ansia di non trovare le parole adatte e di fare una pessima figura. Se però inizialmente questo espediente può risultare simpatico, più il film procede, più la riproposizione della stessa situazione, seppure con delle variazioni di tono, diventa eccessiva e la componente ironica si affievolisce, lasciando languire il film fino alla conclusione.

Inoltre, il lavoro non riesce a staccarsi davvero dalla pagina scritta, mantenendo la verbosità tipica da un lato di certa cinematografia francese, in cui le cene familiari si trasformano in trappole, dall’altro, appunto, del registro scritto più che di quello visivo. Non manca una certa teatralità nell’impostazione, basti pensare al protagonista che spesso si rivolge direttamente al pubblico guardando in camera.

Dunque, nonostante le buone intenzioni e le ottime ispirazioni – tra queste il regista ha citato per questo film il Woodie Allen di Io e Annie e Se mi lasci ti cancello di Michel Gondry , ma anche Aria di famiglia di Cédric Klapisch, regista de L’appartamento spagnolo – Le discours resta una trattazione scarsamente coinvolgente dei rapporti familiari e delle comuni traversie di una storia d’amore. L’uscita del film nelle sale è prevista per il 23 dicembre.

Le Deuxième Acte: recensione del film con Louis Garrel – Cannes 77

Quentin Dupieux ha abituato il suo pubblico ad un cinema dove la realtà e la sua messa in scena si confondono (Réalité, Au Poste!, Yannick – La rivincità dello spettatore, Daaaaaalì), dove il fantastico è tutt’altro che impossibile (Incredibile ma vero) e dove il grottesco è la condizione a partire dalla quale rileggere la nostra quotidianità (Doppia pelle, Mandibules – Due uomini e una mosca). Con Le Deuxième Acte, presentato come film d’apertura del Festival di Cannes 2024, il regista francese torna dunque a confrontarsi con queste dinamiche, raccontando attraverso il cinema un’umanità sempre più in crisi.

In questa commedia metacinematografica, composta essenzialmente da cinque macro-sequenze, Dupieux si dimostra infatti interessato a raccontare i temi che dividono oggigiorno l’umanità utilizzando la settima arte quale mezzo ideale per mostrare il sempre più labile confine tra vero e falso. In un continuo alternarsi di questi estremi, si stabilisce dunque l’intento di porre in crisi gli spettatori, senza privarli però di abbondante intrattenimento che permette di digerire meglio il tutto e rendere Le Deuxième Acte piacevole da guardare come tutti i precedenti film di Dupieux.

La trama di Le Deuxième Acte

La vicenda ruota attora a Florence (Lèa Seydoux), che vuole presentare David (Louis Garrel), l’uomo di cui è follemente innamorata, a suo padre Guillaume (Vincent Lindon). Ma David non è attratto da Florence e vuole sbarazzarsi di lei gettandola tra le braccia del suo amico Willy (Raphaël Quenard). I quattro personaggi si incontrano in un ristorante in mezzo al nulla ed ha così inizio quello che dovrebbe essere un tranquillo e banale momento conoscitivo. Ma i quattro sono in realtà attori alle prese con la realizzazione di un film, cosa che porrà in crisi la veridicità di quanto si osserva.

Compendio delle nevrosi dell’umanità

Cosa ci pone oggi in crisi? Cosa ci fa sentire inadeguati rispetto al mondo circostante o ci fa credere che questo sia oggetto di una profonda e incomprensibile degenerazione? Quentin Dupieux ha delle idee a riguardo e le riporta in Le Deuxième Acte, film fondato sulla parola e che pertanto trova nelle lunghe conversazioni tra i protagonisti la sua cifra stilistica, attraverso cui far emergere tematiche come l’omosessualità, le guerre attualmente in corso, l’ipocrisia del luccicante mondo dei divi e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale.

Ognuno di questi aspetti trova il suo spazio nel film dando vita sia a interruzioni comiche quanto anche a squarci che fanno entrare nel racconto una realtà che sempre più si vorrebbe ignorare. Ecco allora che per i personaggi diventa proibito affrontare le tematiche poc’anzi citate, pena il rischio di finire sulla lista nera e vedersi banditi per sempre da quello che è il loro mondo. Quando capita loro di allontanarsi da ciò a cui devono attenersi – la sceneggiatura, da intendere come metafora delle linee guida di questa società ipocrita – subentra dunque quella realtà che si dimostrano del tutto impreparati a gestire.

Come per evitare di doversi trovare di fronte a questa incombenza, l’umanità sviluppa allora l’intelligenza artificiale, che con i suoi algoritmi, le sue percentuali e le sue feree regole sembra a suo modo venire in nostro soccorso. Questa ulteriore presenza serve però a Dupieux non solo per ironizzare su chi vorrebbe utilizzare tali strumenti in campo cinematografico (richiamando dunque alla mente i recenti scioperi hollywoodiani), ma anche per immaginare la sterilità di una settima arte governata da queste dinamiche, con trame banali e dialoghi privi di spessore umano.

Le Deuxième Acte Lèa Seydoux
Lèa Seydoux e Raphaël Quenard in Le Deuxième Acte. © Chi-Fou-Mi / Arte France Cinéma

Un divertissement per ridere di sé stessi

Sarebbe però ingiusto etichettare Le Deuxième Acte come un film satirico nei confronti di questi aspetti e, in generale, del politicamente corretto. Dupieux si inserisce senza dubbio in questo genere di discorsi, ma il suo interesse sembra essere non quello di prendere una vera e propria posizione a tal riguardo quanto offrire una semplice raffigurazione di quanto questi temi abbiano portato allo sviluppo di vere e proprie nevrosi nel genere umano, sempre più diviso dinanzi a tali argomenti. Una raffigurazione che però non ha particolari pretese di profondità intellettuale o di esplorazione di tali dinamiche.

Alcune di esse vengono appena accennate, ad altre è dedicata maggiore attenzione, ma tutte appaiono voler essere affrontate da Dupieux come dei veri e propri divertissement, frecce da scoccare nella mente dello spettatore per sollevare riflessioni su cui sviluppare poi autonomamente una propria opinione. In mezzo a questo brillante caos, che regala ben più di una risata, spiccano i quattro attori protagonisti, egualmente eccellenti nel dar vita a questi personaggi che entrano ed escono dalla finzione, lasciando allo spettatore il compito di chiedersi a cosa si stia effettivamente assistendo.

Le Cronache di Narnia: via libera a La sedia d’argento

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Le Cronache di Narnia: via libera a La sedia d’argento

A sei anni dall’uscita de Le Cronache di Narnia Il viaggio del Veliero, si torna a parlare, in maniera ufficiale, del franchise basato sui romanzi per ragazzi di CS Lewis.

Nel 2011 si era parlato di portare al cinema Il nipote del mago, ma sfumato il progetto, la saga era caduta nel dimenticatoio per due anni, fino al 2013, anno in cui si sente parlareper la prima volta di un eventuale adattamento de La sedia d’argento.

Mark Gordon, produttore, ha adesso annunciato che la lavorazione del film comincerà molto presto. Dal momento che dall’ultimo film del franchise a oggi sono passati diversi anni, si tratterà di un nuovo inizio con nuovi attori, con un rinnovo che passerà anche attraverso il reparto creativo e tecnico.

Fonte: CS

Le cronache di Narnia: Netflix svilupperà film e serie tv

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Le cronache di Narnia: Netflix svilupperà film e serie tv

Netflix svilupperà nuovi film e serie TV originali tratti dall’amata saga fantasy di C.S. Lewis “Le cronache di Narnia”.

Sulla base di un accordo pluriennale con The C.S. Lewis Company, Netflix darà vita alle incredibili storie ambientate nell’universo di Narnia con nuovi film e serie TV disponibili in esclusiva per gli utenti di tutto il mondo. I titoli generati da questa collaborazione saranno produzioni originali Netflix, Mark Gordon di Entertainment One (eOne), Douglas Gresham e Vincent Sieber saranno produttori esecutivi delle serie e produttori dei film. In totale, i romanzi della serie “Le cronache di Narnia” hanno venduto oltre 100 milioni di copie e sono stati tradotti in più di 47 lingue in tutto il mondo. Per la prima volta, grazie a questo accordo, i diritti dei sette libri che compongono la saga sono proprietà di una sola compagnia.  

«Le splendide storie di C.S. Lewis hanno conquistato il cuore di generazioni di lettori in tutto il mondo», afferma Ted Sarandos, Chief Content Officer di Netflix. «Intere famiglie si sono innamorate di personaggi come Aslan e dell’intero universo di Narnia, siamo molto emozionati perché Netflix diventerà la loro casa nei prossimi anni».

«È meraviglioso sapere che il pubblico di tutto il mondo potrà scoprire nuovi aspetti del mondo di Narnia. Le nuove tecnologie di produzione e distribuzione avanzata ci consentiranno di far vivere ancora una volta le avventure dei protagonisti in tutto il mondo», osserva Douglas Gresham, figlio adottivo di C.S. Lewis. «Netflix rappresenta il medium migliore per questo progetto, non vedo l’ora di lavorare con loro per realizzarlo».

«Narnia rappresenta un fenomeno raro, una storia che supera i confini geografici, amata da diverse generazioni», afferma Mark Gordon, Presidente e Chief Content Officer, Film & Television di eOne. «eOne ed io siamo emozionati di poter collaborare con la C.S. Lewis Company e con Netflix, che trasformeranno l’universo di Narnia in film e serie TV. Non potremmo essere più felici di iniziare a lavorare su queste nuove produzioni».

Le Cronache di Narnia: le riprese del film di Greta Gerwig inizieranno nel 2024

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Un sorprendente aggiornamento riguardante il film reboot di Le Cronache di Narniaprodotto da Netflix e diretto da Greta Gerwig, è stato appena diffuso. Basandosi sui popolari racconti di C.S. Lewis, Netflix realizzerà come noto un riavvio della saga fantasy, portata per l’ultima volta sul grande schermo con Le Cronache di Narnia: Il viaggio del veliero. Ora, dopo che Netflix ha acquisito i diritti sul franchise, sono state promesse nuove opere dedicate a tale universo narrativo, tra cui due film che saranno appunto diretti dalla regista di Barbie. Si ipotizzava potesse volerci però del tempo prima di poter vedere il primo di questi film, ma sembra che non ci vorrà poi molto.

Parlando con Collider, il responsabile di Netflix Film Scott Stuber ha infatti rivelato a sorpresa  che la produzione del film di Le Cronache di Narnia avrà inizio nel 2024. “Credo che la gente sappia che stiamo cercando di mettere insieme il film di Greta Gerwig, Le cronache di Narnia e di avere quel film. Inizieremo a concretizzarlo il prossimo anno“, ha dichiarato Stuber. Ad oggi ancora non si sa nulla del cast del film, ma è possibile che con il risolversi dello sciopero degli attori inizino ad emergere anche notizie a tal riguardo. Se davvero la produzione del film dovesse svolgersi nel 2024, il film potrebbe idealmente essere pronto per la fine del prossimo anno o per i primi del 2025.

Le Cronache di Narnia arriva su Netflix

Nel 2018 Netflix aveva firmato un accordo pluriennale con la The C.S. Lewis Company per poter sviluppare film e serie televisive basati su tutti e sette i romanzi di Narnia. “È meraviglioso sapere che le persone di tutto il mondo non vedono l’ora di vedere di più su Narnia e che i progressi nella tecnologia di produzione e distribuzione ci hanno permesso di far riprendere vita alle avventure di Narnia portandole tutto il mondo“, aveva dichiarato Douglas Gresham, figliastro di Lewis. Ad ora sono stati annunciati solo i due film affidati a Greta Gerwig, ma gli accordi originali prevedono anche una serie televisiva, quindi potrebbe esserci altro in serbo per il futuro.

Le Cronache di Narnia: il Viaggio del Veliero: recensione

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Le Cronache di Narnia: il Viaggio del Veliero: recensione

Le Cronache di Narnia: il Viaggio del Veliero è il terzo capitolo della saga per ragazzi convertita sullo schermo e diretta per i primi due capitoli da Andrew Adamson, lo stesso dei due primi Shrek (i migliori di sempre), e che questa volta lascia lo scettro della regia a Michael Apted. Ritroviamo in questo film Skandar Keynes nel ruolo di Edmund e Georgie Henley in quello di Lucy.

Ne Le Cronache di Narnia: il Viaggio del Veliero Peter e Susan sono ormai grandi, e già ne Il Principe Caspian abbiamo sentito che non torneranno più a Narnia. Adesso tocca a Lucy ed Edmund, i due fratelli minori, affrontare il loro ultimo viaggio nel paese del leone Aslan, ma con sorpresa si porteranno dietro anche l’antipatico e saccente cugino Eustace. Ricomincia così l’avventura, a bordo di un grande veliero (quello del titolo appunto) capitanato da una variegata ciurma agli ordini dell’ormai Re Caspian, conosciuto nel secondo film. Come nei due precedenti film che compongono la saga de Le Cronache di Narnia, anche il terzo capitolo, Il viaggio del veliero, si distingue per la scelta, condivisibile, di lasciare molto spazio al mondo dell’infanzia, al coraggio e ai buoni sentimenti, che presi a piccole dosi offrono un bello spettacolo per i più piccoli, ma forse un po’ noioso per il pubblico adulto che ormai è avvezzo ai film d’animazione ‘per adulti’ come Shrek e il recente L’illusionista.

Le Cronache di Narnia: il Viaggio del Veliero, il film

La storia si dipana però in maniero troppo graduale dando a metà film l’impressioni di doversi protrarre eccessivamente nel tempo e spaventando chi, già a quel punto, si è annoiato. La sceneggiatura, come è noto, si basa sul terzo volume della raccolta di C.S.Lewis che sulla scia del collega Tolkien, ha elaborato, con risultati decisamente più modesti, questo mondo parallelo creatosi del ruggito di un leone/Dio che governa sul suo equilibrio. La regia, a parte qualche guizzo particolarmente epico a seguire le peregrinazioni e i volteggi in questo mare fantastico, non offre particolari spunti. Risulta comunque buona e all’altezza dell’immaginario da video-game che accomuna la giovane platea del 2010. Ritorna la colonna sonora dei due film precedenti, con qualche variazione sul tema ma sempre efficace, senza troppi guizzi artistici, ma sicuramente funzionale.

Quello che soddisfa a pieno lo spettatore è la grafica computerizzata, sempre più simile alla realtà e molto più espressiva dei giovani protagonisti, che purtroppo non rendono giustizia ai re e alle regine di Narnia su carta. Su tutti spicca per cattiva recitazione il Re Caspian Ben Barnes, che abbiamo già visto nel film precedente della serie e che è stato scelto, a sorpresa, per interpretare il Dorian Gray del film di Parker. Ci stiamo ancora chiedendo cosa mai abbia portato a questo tipo di scelta…

Quello che però nuoce davvero al film è il 3D. Ancora una volta un film girato ‘a due dimensioni’ è stato convertito e proiettato con l’aiuto della tecnologia stereoscopica con risultati davvero disastrosi: non solo il cosiddetto 3D non è funzionale alla storia (almeno per il modo in cui è stato utilizzato), ma rischia di aumentare la sensazione di fastidio nel guardare un film carino ma che non brilla per eccellenza. Una minuscola parte è riservata alla splendida Tilda Swinton che torna ad interpretare, nel ricordo di Edmund, la Strega Bianca Jadis, terribile nemico nel primo film.

Le Cronache di Narnia: il Viaggio del Veliero

Le Cronache di Narnia: il Viaggio del Veliero

Le cronache di Narnia: Il viaggio del veliero è il film del 2010 diretto da Michael Apted e con protagonisti nel cast Ben Barnes, Georgie Henley, Skandar Keynes, Tilda Swinton, William Moseley e Anne Poppewell.

La trama: Peter e Susan sono in Asia con i genitori, mentre Edmund e Lucy si trovano a dover passare un periodo a Cambridge con l’odioso e supponente cugino Eustace. Un giorno, dopo una lite, vengono risucchiati con lui di nuovo a Narnia, dove incontrano di nuovo i loro amici, a cominciare dal principe Caspian e dal topino moschettiere Reepicheep, mentre il cugino rimane stravolto da quel mondo per lui folle in cui si trova.

Stavolta bisogna contrastare mercanti di schiavi, ma anche un male che arriva da un’isola misteriosa, che farà confrontare tutti, Edmund e Lucy in testa, con le loro paure e i loro desideri più segreti. Ma anche per loro è arrivato il momento di dire poi addio a Narnia, non prima di aver salutato Aslan, mentre Eustace ha scoperto un nuovo mondo, fatto di fantasia, al quale rimarrà fedele.

Le Cronache di Narnia: il Viaggio del Veliero, il film

Le Cronache di Narnia: il Viaggio del Veliero

Terzo capitolo di Narnia che si sviluppa su due piani, da un lato esaltando l’avventura, con suggestioni che vanno dalle Mille e una notte ai romanzi di avventura marinaresca passando per le leggende nordiche e le fiabe, dall’altro racconta un viaggio interiore, nelle paure ma anche nella capacità di cambiare e di ritrovare il sense of wonder e la fantasia che la vita vorrebbe soffocare, fin da quando si è giovani, all’epoca di Cs. Lewis come oggi.

Il terzo capitolo della saga di Narnia è uscito anche in 3D ma per fortuna risulta godibilissimo anche in formato normale, non sacrificando tutta la trama allo strabordare dallo schermo delle immagini, rischio ormai concreto di un modo reinventato dal passato di fare cinema che vorrebbe comandare ormai nel genere fantastico. Infatti ci si trova di fronte ad un’avventura capace di appassionare, ben equilibrata tra azione e introspezione, avventura e viaggio dentro di sé, mentre Narnia prende l’aspetto ormai del luogo perduto dell’infanzia, dell’Isola che non c’è, con un finale di stacco definitivo dagli amici e dai luoghi struggente come ogni addio che si rispetti.

La ricerca di sé, il miglioramento non dimenticando la dimensione spirituale, il non dimenticare i sogni dell’età giovane anche se inevitabilmente bisogna crescere e distaccarsene, sono i temi fondanti di un film che coniuga, ancora di più che i primi due capitoli, effetti speciali ad un’atmosfera vintage, dal gusto dell’avventura vecchio stampo ai curiosi titoli di coda che animano i vecchi libri illustrati per ragazzi.

Una storia rivolta quindi non solo ai giovanissimi, anzi più vicina ai gusti di un pubblico più adulto, che ha voglia e nostalgia di sognare e che può trovare un alter ego in Eustace, scettico capace di meravigliarsi e sciogliersi di fronte alla fantasia. Probabile che se ci saranno prossimi capitoli sarà lui l’eroe della vicenda, come avviene nei romanzi, ma per ora tutto si conclude su una spiaggia da sogno, dove ogni protagonista va per la sua strada e incontro ad un destino che comunque non teme.

Le cronache di Narnia: il reboot di Netflix potrebbe adattare tutti i libri di C.S. Lewis

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Il reboot de Le Cronache di Narnia di Greta Gerwig potrebbe adattare tutti i libri di C.S. Lewis. A rivelarlo è Richad Gelfond, amministratore delegato di IMAX, che ha infatti anticipato l’epico piano di franchising di Netflix. Il prossimo film di Narnia della Gerwig dovrebbe essere il primo di due film, adattando l’omonima serie di libri fantasy di Lewis, con un’uscita in sala ad ora fissata al Giorno del Ringraziamento del 2026, prima che il film arrivi su Netflix nel dicembre dello stesso anno. Finora non sono però stati rivelati dettagli sulla trama del nuovo film.

Parlando con Deadline, tuttavia, Gelfond ha apparentemente confermato i piani di Netflix di adattare tutti i libri de Le Cronache di Narnia di Lewis in film. L’amministratore delegato di IMAX ha infatti dichiarato che il servizio di streaming ha in programma otto film, uno in più rispetto al numero di libri della serie, lasciando dunque immaginare che l’ultimo potrebbe essere diviso in due film. Certo, la sua dichiarazione non rivela in modo definitivo i piani a lungo termine di Netflix, poiché non lavora per la piattaforma di streaming. Tuttavia, indica che il servizio di streaming potrebbe avere piani che vanno ben oltre l’accordo per due film confermato dalla Gerwig.

Questo è stato un film davvero fantastico per noi, – afferma Gelfond – perché credo che ci siano otto film in programma… e ciò che Imax fa meglio è lanciare franchise ed eventi, e questo è il tipo di film che si presta molto bene a un’uscita Imax. Inoltre, non è così insolito come si pensa”. Al momento in cui scriviamo, la saga completa dei sette libri de Le Cronache di Narnia non è mai stata adattata completamente allo schermo. Il Leone, la Strega e l’Armadio è stato adattato per la TV nel 1969 e nel 1979, mentre un terzo adattamento televisivo più ampio è stato realizzato dalla BBC nel 1988.

Tale adattamento ha ripreso anche Il principe Caspian, Il viaggio del veliero e La sedia d’argento per le stagioni successive. Anche la trilogia cinematografica di Walden Media ha preso spunto dai libri precedentemente adattati, il che significa che ad oggi tre libri della serie non sono mai arrivate sullo schermo in nessuna forma. Non resta dunque che attendere maggiori informazioni su questo ambizioso progetto, le cui riprese non dovrebbero essere ormai poi così lontane dall’iniziare.

Che cosa significa la dichiarazione di Gelfond per i film di Le Cronache di Narnia di Netflix?

La dichiarazione di Gelfond indica che Netflix vuole interrompere questo ciclo di adattamenti, poiché il suo piano di otto film sarebbe più che sufficiente per adattare tutti e sette i libri. Anche se il servizio di streaming non ha confermato la cosa, i film de Le Cronache di Narnia di Walden Media dimostrano quanto possano funzionare bene gli adattamenti multipli della serie di libri. Se Netflix e Greta Gerwig decidessero di adattare ogni singolo libro, avrebbero molto materiale inutilizzato da cui attingere per rendere la loro versione unica e amata.

Le cronache di Narnia: Il principe Caspian

Le cronache di Narnia: Il principe Caspian

Le cronache di Narnia: Il principe Caspian è il film fantasy del 2008 diretto da Andrew Adamson con protagonisti nel cast Ben Barnes, Georgie Henley, Skandar Keynes, William Moseley, Anna Popplewell, Sergio Castellitto e Pierfrancesco Favino.

  • Anno: 2008
  • Regia: Andrew Adamson
  • Cast: Ben Barnes, Georgie Henley, Skandar Keynes, William Moseley, Anna Popplewell, Sergio Castellitto, Pierfrancesco Favino. 

Le cronache di Narnia: Il principe Caspian, la trama

Le cronache di Narnia: Il principe CaspianI quattro fratelli Pevensie, Peter, Edmund, Susan e Lucy, vivono a Londra, è passato un anno dalla loro avventura a Narnia, ma, durante un bombardamento che li ha portati a rifugiarsi nella metropolitana, vengono risucchiati di nuovo nel mondo di Narnia, dove sono passati secoli e secoli.

Oggi dominano i Telmarini, stirpe di principi non sempre buoni e giusti e il giovane principe Caspian, che potrebbe riportare pace e prosperità, è costretto a nascondersi e a fuggire perché il perfido zio lord Miraz vuole ucciderlo. I ragazzi aiuteranno il loro nuovo amico nel suo intento, riconquistandosi onori e riconoscimento in un mondo in cui ormai sono venerati da oltre mille anni come gli eroi delle leggende. Aslan non c’è più, ma forse è sempre con loro.

Le cronache di Narnia: Il principe Caspian, l’analisi

Un secondo capitolo più cupo del precedente, che mescola suggestioni shakesperiane ad intrighi di corte, introducendo nuovi personaggi, anche non solo legati solo al momento, come il giovane principe Caspian, interpretato dall’emergente Ben Barnes, che torna poi anche nel terzo capitolo.

Il tema della religiosità sparisce di fronte all’avventura, al gusto dell’intrigo, alla dualità tra realtà e fiaba, alle battaglie, sempre molto simili a quelle de Il signore degli anelli ma per ragioni di target decisamente meno cruente nei loro effetti devastanti: Adamson lima alcuni difetti e lungaggini del primo capitolo, ottenendo un film decisamente più piacevole, capace di interessare i più giovani ma di piacere anche agli adulti, che notano comunque i riferimenti letterari e avventurosi.

Le cronache di Narnia: Il principe CaspianStavolta è il gusto dell’avventura ad avere il sopravvento, in una storia che fa da tramite tra un primo capitolo e i successivi, e che spesso potrebbe essere l’anello debole di una saga (come in fondo è successo sia a L’impero colpisce ancora che a Le due torri) ma che funziona come insieme, risultando godibile anche per chi non ha visto il primo capitolo. Di nuovo efficace come la fantasia irrompe in un contesto realistico, lontano dal mondo dei giovani occidentali ma purtroppo simile a certe realtà in giro per il mondo dove si vive ancora oggi sotto le bombe e le guerre, ed interessante il tema del diverso scorrimento del tempo tra i due mondi, capace di esaltare a Narnia gli eroi provenienti da un’altra dimensione, diventati nel frattempo leggenda.

Tra castelli degni del miglior romanzo gotico, battaglie, effetti speciali efficaci ma che non distruggono il gusto di narrare, avventura, meritano una menzione i due interpreti nostrani, un Sergio Castellitto cattivo che sembra uscito dal Medio Evo reale, e un Pierfrancesco Favino efficace ma dubbioso braccio destro pronto alla redenzione. Di nuovo un’avventura fantasy che non dimentica di strizzare l’occhio sia alla cultura alta che all’intrattenimento, con un risultato equilibrato tra le due esigenze e superiore a quello del primo film, cosa che non è di tutti.

Le cronache di Narnia: Il leone, la strega e l’armadio

Le cronache di Narnia: Il leone, la strega e l’armadio

Le cronache di Narnia: Il leone, la strega e l’armadio è il film del 2005 diretto da Andrew Adamson e con protagonisti nel cast James Mc Avoy, Tilda Swinton, Georgie Henley, Skandar Keynes, William Moseley, Anna Popplewell, Jim Broadbent, Liam Neeson e Omar Sharif (voce di Aslan in inglese e in italiano).

Le cronache di Narnia: Il leone, la strega e l’armadio, la trama

Gran Bretagna 1940: i quattro fratelli Peter, Edmund, Susan e Lucy devono lasciare Londra, come tanti altri bambini, e andare a vivere come sfollati nella casa di campagna di un eccentrico professore. Un giorno Lucy scopre in una stanza un vecchio armadio, e nascondendoci dentro si trova catapultata nel mondo di Narnia, terra oppressa da una crudele regina, in cui vengono catapultati anche sua sorella e i suoi fratelli. Con l’aiuto del saggio leone Aslan e delle creature presenti a Narnia, tra animali parlanti, centauri e fauni, riusciranno a sconfiggere la regina e a diventare loro stessi re e regine, governando per anni e anni con saggezza… finché non troveranno un giorno la strada dell’armadio, ritrovandosi bambini.

Le cronache di Narnia: Il leone, la strega e l’armadio, il film

Le cronache di Narnia: Il leone, la strega e l'armadio

La saga di Narnia, scritta da CS Lewis, amico personale di Tolkien e professore ad Oxford, è considerata un classico della letteratura britannica per bambini e ragazzi, anche se forse può sembrare oggi un po’ datata a causa della forte presenza del messaggio religioso come sottinteso alla vicenda, vista come metafora della Redenzione prima che come avventura fantasy in un universo da fiaba parallelo.

Andrew Adamson adatta il primo romanzo di Narnia, cercando di rendere la vicenda più snella dalle implicazioni religiose, concedendo spazio alla spettacolarità degli effetti speciali che non soverchiano però la trama, costruendo un’avventura che non raggiunge i livelli di successo di Harry Potter e de Il signore degli anelli , ma che rappresenta comunque una buona alternativa, anche se forse più datata, con la partenza di tutto in un’epoca storica in cui si riconoscono i nonni dei giovani spettatori che dovrebbero essere il target del film.

Con una partenza reale in una sequenza particolarmente riuscita a poco fantasy di un bombardamento che rievoca la sanguinosa Battaglia d’Inghilterra, il mondo di Narnia che irrompe da un armadio presenta in pieno un delizioso sense of wonder di fiaba, secondo la migliore tradizione favolistica anglosassone che fa entrare la fantasia dalle cose di tutti i giorni.

Le cronache di Narnia primo capitolo al cinema comunque funziona, con una sequenza tra le più angoscianti tra quelle viste nel cinema di genere negli anni, quella della morte sacrificale di Aslan (emblema, secondo l’autore, di Gesù Cristo) e con un paio di battaglie debitrici a Il signore degli anelli, senza contare il tema tipicamente da fiaba del tempo che scorre in modo diverso qui sulla Terra e là a Narnia, dove si può crescere e essere adulti per poi scoprire che sono passate poche decine di minuti.

Un film fantasy non solo per ragazzi, ma anche per chi è stato ragazzo qualche anno fa, e che ha letto i romanzi di CS Lewis: il risultato complessivo non è niente male, un blockbuster che però è debitore alla letteratura e ad una visione più intellettuale del genere fantasy.

Le Cronache di Narnia: il film di Greta Gerwig per Netflix verrà distribuito al cinema

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Sembra che Greta Gerwig abbia sfruttato il suo potere di regista di Barbie per convincere Netflix a concederle l’ampia distribuzione nelle sale cinematografiche che desiderava per Le Cronache di Narnia, il suo adattamento della serie di libri fantasy di C.S. Lewis. Come riportato da Variety, dopo mesi di trattative, Imax ha annunciato che il film sarà distribuito esclusivamente sui suoi schermi in tutto il mondo per due settimane prima del debutto del film su Netflix. L’uscita è attualmente prevista per il 26 novembre del 2026. Il film debutterà dunque su Netflix a metà dicembre.

Il lancio in Imax è una rarità per lo streamer, che concede uscite limitate nelle sale cinematografiche solo in vista di possibili candidature durante la stagione dei premi, proprio come avvenuto per come Emilia Perez e Maria, ma preferisce soprattutto che i suoi film, in particolare quelli più ampiamente commerciali, debuttino direttamente sulla sua piattaforma. Ci sono state però delle eccezioni. Nel 2022, ad esempio, Netflix ha permesso a Glass Onion: A Knives Out Mystery di avere un’esclusiva di una settimana in più di 600 sale, la sua uscita in sala più ampia di sempre.

Altri operatori di streaming hanno adottato un approccio meno rigido alla distribuzione nelle sale, con Amazon e Apple che hanno fatto debuttare i film nei cinema e hanno permesso che venissero proiettati per settimane, o addirittura mesi, prima di apparire sui loro servizi di streaming. Questo ha fatto sì che Netflix non riuscisse ad accaparrarsi alcuni progetti che volevano essere proiettati prima nelle sale cinematografiche. Per soddisfare ora le forti richieste, sembra dunque che il colosso dello streaming permetterà ai fan della saga di poter vedere il nuovo adattamento di Le Cronache di Narnia sul grande schermo.

Cosa sappiamo dell’adattamento di Le Cronache di Narnia di Greta Gerwig

Nel 2018, Netflix ha annunciato che avrebbe sviluppato nuove serie e progetti cinematografici basati sulla serie Le cronache di Narnia di Lewis. Nel 2020 ha arruolato Greta Gerwig, che è stata candidata all’Oscar per la regia di Lady Bird e ha curato anche un acclamato adattamento di Piccole donne. La sua stella ha continuato a crescere negli anni successivi. Nel 2023, la Gerwig ha infatti diretto Barbie , che è stato il film di maggior incasso del 2023, guadagnando quasi 1,5 miliardi di dollari in tutto il mondo e diventando un fenomeno rosa acceso. Non resta ora che attendere che vengano diffuse maggiori notizie riguardo questo suo nuovo atteso progetto.

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Le Cronache di Narnia: Greta Gerwig fornisce aggiornamenti sui film

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La regista e sceneggiatrice Greta Gerwig è attualmente impegnata con la stagione dei premi, in vista degli Oscar che si svolgeranno il 10 marzo dove il suo film Barbie è candidato a 8 Oscar, di cui quello per lei stessa nella categoria Miglior sceneggiatura originale. Una volta conclusosi questo periodo, però, Gerwig avrà da occuparsi dei due film di Le Cronache di Narnia che realizzerà per Netflix. L’anno scorso la regista aveva dichiarato di essere adeguatamente spaventata dall’idea di adattare i romanzi sacri di C.S. Lewis, ma all’epoca ha anche osservato: “Penso che quando ho paura sia sempre un buon segno. Forse quando smetterò di avere paura, sarà come dire: ‘Forse non dovrei farlo’. No, ne sono terrorizzata. È straordinario. Ed è emozionante“.

Ora, nella sua nuova intervista alla rivista Time, Gerwig ha rivelato di aver completato una bozza della sceneggiatura prima ancora che iniziassero le riprese di Barbie. “Sapere che avevo gettato le basi per ‘Narnia’ e che volevo tornarci, probabilmente è qualcosa che mi sono imposta psicologicamente“, ha detto la Gerwig. “Perché so che la cosa giusta, per me comunque, è continuare a fare film. Qualunque cosa accada, buona o cattiva, devi continuare ad andare avanti. Non mi stupisce mai che qualcuno ti dia dei soldi per fare un film“. La Gerwig ha poi sottolineato di aver voluto fare i film di Narnia perché attratta dalla qualità “euforicamente onirica” della scrittura di Lewis.

È legato al folklore e alle storie di fate dell’Inghilterra, ma è una combinazione di tradizioni diverse“, ha detto. “Da bambino, accetti tutto: sei in questa terra di Narnia, ci sono i fauni e poi arriva Babbo Natale. Non ti viene nemmeno in mente che non sia schematico. Mi interessa abbracciare il paradosso dei mondi creati da Lewis, perché è questo che li rende così avvincenti”. Proseguono dunque i lavori sui due film, con le riprese che dovrebbero svolgersi già nel 2024. Ad oggi non si hanno informazioni riguardanti il cast ma è possibile che degli annunci a riguardo verranno fatti nei prossimi mesi.

Le Cronache di Narnia arriva su Netflix

Nel 2018 Netflix aveva firmato un accordo pluriennale con la The C.S. Lewis Company per poter sviluppare film e serie televisive basati su tutti e sette i romanzi di Narnia. “È meraviglioso sapere che le persone di tutto il mondo non vedono l’ora di vedere di più su Narnia e che i progressi nella tecnologia di produzione e distribuzione ci hanno permesso di far riprendere vita alle avventure di Narnia portandole tutto il mondo“, aveva dichiarato Douglas Gresham, figliastro di Lewis. Ad ora sono stati annunciati solo i due film affidati a Greta Gerwig, ma gli accordi originali prevedono anche una serie televisiva, quindi potrebbe esserci altro in serbo per il futuro.

Le Cronache di Narnia: che fine ha fatto il progetto Netflix?

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Le Cronache di Narnia: che fine ha fatto il progetto Netflix?

Ad ottobre del 2018 Netflix aveva annunciato un accordo pluriennale con The C.S. Lewis Company per lo sviluppo di film e serie tv basati sull’amata saga fantasy di C.S. Lewis Le cronache di Narnia. Da allora, però, non ci sono stati più aggiornamenti sul progetto.

Adesso, in una lunga intervista diffusa su YouTube nelle ultime ore, è stato Douglas Gresham, figlio adottivo di Lewis e produttore della saga cinematografica basata su Le cronache di Narnia, ha parlato proprio dell’ambizioso progetto affidato al colosso dello streaming. Gresham, che è stato confermato come produttore anche dei futuri adattamenti, ha spiegato:

“Da quando abbiamo stretto l’accordo con Netflix nell’ottobre del 2018, non abbiamo più avuto notizie da parte loro. Sono un po’ preoccupato sinceramente… ho come la sensazione che non accadrà davvero. Mi piacerebbe che fosse qualcosa a episodi. Con i film hai a disposizione al massimo due ore per cercare di metterci dentro un intero libro, ed è sempre difficile farlo nel modo più giusto. Vorrei che questo nuovo progetto fosse il più fedele possibile al materiale originale e con la formula della serie o della miniserie sarebbe possibile adattare la saga per intero, in ogni suo dettaglio e sfumatura.”

La saga de Le cronache di Narnia è già stata adattata per il grande schermo tra il 2005 e il 2010, con gli adattamenti de Il leone, la strega e l’armadio (2005) e Il principe Caspian (2008), entrambi diretti da Andrew Adamson, e con Il viaggio del veliero diretto da Michael Apted (2010).

LEGGI ANCHE – Le cronache di Narnia: Netflix svilupperà film e serie tv

Sulla base di un accordo pluriennale con The C.S. Lewis Company, Netflix darà vita alle incredibili storie ambientate nell’universo di Narnia con nuovi film e serie TV disponibili in esclusiva per gli utenti di tutto il mondo.

I titoli generati da questa collaborazione saranno produzioni originali Netflix, Mark Gordon di Entertainment One (eOne), Douglas Gresham e Vincent Sieber saranno produttori esecutivi delle serie e produttori dei film. In totale, i romanzi della serie Le cronache di Narnia hanno venduto oltre 100 milioni di copie e sono stati tradotti in più di 47 lingue in tutto il mondo. Per la prima volta, grazie a questo accordo, i diritti dei sette libri che compongono la saga sono proprietà di una sola compagnia.

«Le splendide storie di C.S. Lewis hanno conquistato il cuore di generazioni di lettori in tutto il mondo», ha affermato Ted Sarandos, Chief Content Officer di Netflix. «Intere famiglie si sono innamorate di personaggi come Aslan e dell’intero universo di Narnia, siamo molto emozionati perché Netflix diventerà la loro casa nei prossimi anni».

«È meraviglioso sapere che il pubblico di tutto il mondo potrà scoprire nuovi aspetti del mondo di Narnia. Le nuove tecnologie di produzione e distribuzione avanzata ci consentiranno di far vivere ancora una volta le avventure dei protagonisti in tutto il mondo», ha osservato Douglas Gresham, figlio adottivo di C.S. Lewis. «Netflix rappresenta il medium migliore per questo progetto, non vedo l’ora di lavorare con loro per realizzarlo».

«Narnia rappresenta un fenomeno raro, una storia che supera i confini geografici, amata da diverse generazioni», ha affermato Mark Gordon, Presidente e Chief Content Officer, Film & Television di eOne. «eOne ed io siamo emozionati di poter collaborare con la C.S. Lewis Company e con Netflix, che trasformeranno l’universo di Narnia in film e serie TV. Non potremmo essere più felici di iniziare a lavorare su queste nuove produzioni».

Le Cronache di Narnia la Sedia d’Argento: pronta la sceneggiatura

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Le Cronache di Narnia la Sedia d’ArgentoDopo mesi di silenzio sul franchise tratto dai romanzi di C.S. Lewis, il sito Narnia Web comunica che David Magee, sceneggiatore di Vita di Pi, ha ultimato lo script di Le Cronache di Narnia la Sedia d’Argento, quarto capitolo cinematografico della serie.

Ricordiamo che i film precedentemente realizzati erano basati rispettivamente su Il leone, la strega e l’armadio; Il principe Caspian e Il viaggio del veliero. Speriamo che questo quarto adattamento abbia più fortuna sia da un punto di vista artistico che da un punto di vista economico.

La Sedia d’Argento è il quarto libro nella saga di Narnia ed è ambientato a Narnia decenni dopo gli eventi del terzo libro. Re Caspian cerca l’aiuto di Aslan per cercare di salvare il Principe Rilian, figlio ed erede di Caspian. Aslan decide quindi di coinvolgere due studenti, Eustace Scrubb (Will Poulter nel Viaggio del Veliero) e Jill Poole.

Le Cronache di Narnia La Sedia d’Argento: il regista di Captain America per il film

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Sarà Joe Johnston, regista di Captain America Il Primo Vendicatore, a dirigere Le Cronache di Narnia La Sedia d’Argento, prossimo capitolo della serie di film basati sulla raccolta di romanzi di C.S. Lewis che però vedrà il franchise ripartire da zero.

L’annuncio è stato dato in esclusiva da Variety.

Il progetto segnerà il punto zero di un nuovo franchise che ripartirà da zero. Alla sceneggiatura ha lavorato David Magee, autore di La Vita di Pi e Neverland – Un sogno per la vita. Il film sarà distribuito da Sony e eOne.

Le Cronache di Narnia la Sedia d’Argento: pronta la sceneggiatura

Il Leone, la Strega e l’Armadio e il Principe Caspian sono stati distribuiti dalla Disney nel 2005 e nel 2009, Il Viaggio del Veliero dalla Fox nel 2010, per un incasso totale di 1,6 miliardi.

La Sedia d’Argento è il quarto libro nella saga di Narnia ed è ambientato a Narnia decenni dopo gli eventi del terzo libro. Re Caspian cerca l’aiuto di Aslan per cercare di salvare il Principe Rilian, figlio ed erede di Caspian. Aslan decide quindi di coinvolgere due studenti, Eustace Scrubb (Will Poulter nel Viaggio del Veliero) e Jill Poole.

Le Cronache di Narnia La Sedia d’Argento: il franchise riparte da zero

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Le Cronache di Narnia La Sedia d'ArgentoSono diversi mesi che non ci sono novità in merito a Le Cronache di Narnia La Sedia d’Argento, il quarto film del franchise tratto dai romanzi di C.S. Lewis. Adesso Deadline annuncia che la TriStar Picturess, la Mark Gordon Company, la C.S. Lewis Company e Entertainment One (eOne) sono a lavoro insieme per portare sul grande schermo La Sedia d’Argento.

Il progetto segnerà il punto zero di un nuovo franchise che ripartirà da zero. Alla sceneggiatura ha lavorato David Magee, autore di La Vita di Pi e Neverland – Un sogno per la vita. Il film sarà distribuito da Sony e eOne.

Le Cronache di Narnia la Sedia d’Argento: pronta la sceneggiatura

Il Leone, la Strega e l’Armadio e il Principe Caspian sono stati distribuiti dalla Disney nel 2005 e nel 2009, Il Viaggio del Veliero dalla Fox nel 2010, per un incasso totale di 1,6 miliardi.

La Sedia d’Argento è il quarto libro nella saga di Narnia ed è ambientato a Narnia decenni dopo gli eventi del terzo libro. Re Caspian cerca l’aiuto di Aslan per cercare di salvare il Principe Rilian, figlio ed erede di Caspian. Aslan decide quindi di coinvolgere due studenti, Eustace Scrubb (Will Poulter nel Viaggio del Veliero) e Jill Poole.

Fonte: CS

Le Cronache di Narnia in sviluppo il quarto film su La sedia d’argento

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le cronache di narniaSarà basato su La Sedia d’Argento, quarto libro della saga scritta da C S Lewis e avrà probabilmente lo stesso titolo, e sarà il quarto film tratto dalla serie letteraria Le Cronache di Narnia. A dare l’annuncio della messa in cantiere del progetto è stata con un comunicato la The Mark Gordon Company, contattata dalla C.S. Lewis Company.

le cronache di narnia la sedia d'argentoNel comunicato di Mark Gordon si legge: “Come molti lettori, grandi e piccoli, sanno, io sono un grande fan di C.S. Lewin e del suao bellissimo e allegorico mondo di Narnia. Queste fantastiche storie ispirano passione nel mondo reale in tantissimi fan devoti in tutto il mondo. E così mentre ci prepariamo a portare sul grande schermo il prossimo libro, siamo onorati e eccitati di contribuire alla straordinaria eredità di Narnia.”

Douglas Gresham, pronipote di C.S. Lewis ha dichiarato: “Ho grande rispetto per il lavoro di Mark Gordon e e sono fiducioso che insieme potremmo portare la bellezza e la magia, che Narnia ha portato nei cuori di chi ha letto La Sedia d’Argento, sullo schermo. Non vedo l’ora di tornare a Narnia, questa volta con Mark Gordon e la sua squadra”.Gordon e Gresham produrranno il film con Vincent Sieber, il presidente della base di Los Angeles della C.S. Lewis Company, che come detto lavorerà con la Mark Gordon Company sullo sviluppo della sceneggiatura.

Anche le parole di Sieber sono state di stima verso Gordon e di grandi aspettative per questo quarto adattamento cinematografico dei romanzi di Lewis.

Ricordiamo che i film precedentemente realizzati erano basati rispettivamente su Il leone, la strega e l’armadio; Il principe Caspian e Il viaggio del veliero. Speriamo che questo quarto adattamento abbia più fortuna sia da un punto di vista artistico che da un punto di vista economico.

Fonte: CS

Le Cronache dell’Assassino del Re adattate da Lionsgate

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Le Cronache dell’Assassino del Re adattate da Lionsgate

Sarà un complesso progetto multicanale quello sviluppato dalla Lionsgate che adatterà contemporaneamente i romanzi fantasy de Le Cronache dell’Assassino del Re di Patrick Rothfuss per il cinema, la televisione e il mondo dei videogame.

Le Cronache, incentrate sul personaggio del leggendario e potente mago Kvothe, sono composte da una trilogia di romanzi – i primi due titoli sono Il nome del vento e La paura del saggio mentre il terzo capitolo deve ancora uscire – e da tre novelle. La Lionsgate spera così di replicare il successo di Peter Jackson con Tolkien e della serie Game of Thrones della HBO per quanto riguarda il piccolo schermo.

Fonte: The Hollywood Reporter

Le cronache dei morti viventi di George Romero

Le cronache dei morti viventi di George Romero

Le cronache dei morti viventi è diretto da George Romero con protagonista Michelle Morgan, Joshua Closè, Shawn Roberts e Joe Dinicol.

 

Sinossi
Un gruppo di ragazzi, intenti a girare un film horror indipendente, si ritrovano coinvolti inevitabilmente in una situazione che sta sconvolgendo gli Stati Uniti: i morti tornano in vita, e Jason(Closè), decide di filmare il caos e la violenza che esplodono durante il loro cammino.

Analisi

Le cronache dei morti viventi A due anni di distanza dalla Terra dei morti viventi, Romero, dedito al (sotto)genere degli zombi -da egli stesso promulgato- torna ad inscenare soggetti che proliferano di morti viventi. Ma l’ingegnosità del regista sembra inesauribile, e il quinto capitolo della saga degli zombi, prende una piega del tutto nuova, inserendosi direttamente nella linea che da Cannibal Holocaust porta a Cloverfield, passando per  The Blair witch project  e REC.

Un filone che mira ad unire la tecnica documentaristica al genere horror, e che con le possibilità del digitale, si sviluppa all’insegna della sperimentazione di nuove situazioni. Ed è in questo contesto che Romero rinnova il genere zombi movie, mettendo in scena momenti del tutto inediti e mai banali, confermando l’acume e la creatività che gli appartengono e la consapevolezza dei meccanismi del cinema dell’orrore.

Le crociate: trama, cast e curiosità sul film di Ridley Scott

Le crociate: trama, cast e curiosità sul film di Ridley Scott

Regista versatile come pochi, Ridley Scott ha nei decenni dato vita a importantissimi film di diverso genere. Uno di quelli per cui è più ricordato, oltre alla fantascienza, è il colossal storico. Rientrano in questo titoli come Il gladiatore, I duellanti, Robin Hood e Exodus – Dei e re. Un altro suo acclamato lungometraggio di questo genere è anche Le crociate – Kingdom of Heaven, da lui diretto nel 2005. Un’opera in cui Scott ha nuovamente dato prova di tutta la sua grandezza, dando vita ad un’ossessiva cura per le immagini e per la ricostruzione storica e scenografica.

Un desiderio di grandezza che ha portato il film a superare le tre ore di durata, poi ridotte e a due e venti per la versione cinematografica. Il film che Scott vuole che sia ricordato è però proprio la Director’s Cut, all’interno della quale sono naturalmente presenti più scene ma anche più elementi utili al racconto e al suo cuore tematico. Tra impressionanti scene di battaglia e momenti più intimi e delicati, il film si configura così un ricco ritratto di eventi storici attualizzati a tematiche particolarmente contemporanee come il neocolonialismo, lo scontro tra civiltà, il rapporto tra comunità cristiana e mussulmana, il rifiuto degli estremismi e, naturalmente, anche le ripercussioni post 11 settembre 2001.

Le crociate – Kingdom of Heaven si affermò dunque come un film a suo modo anche controverso. Pur non replicando il successo di Il gladiatore, questo è da molti ritenuto un titolo particolarmente più importante e profondo, accuratezza storica o meno. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Le crociate – Kingdom of Heaven: la trama del film

Ambientato nella Francia del 1184, il film ha per protagonista Baliano di Ibelin, un maniscalco francese ricercato per omicidio. Nel tentativo di nascondersi ed evitare una condanna, egli si imbatte nel padre Goffredo, cavaliere diretto in Terra Santa, dove si trovano i suoi possedimenti. Nel viaggio verso Gerusalemme, tuttavia, i due si trovano attaccati dai gendarmi francesi e Goffredo rimane ferito a morte. Prima di morire, tuttavia, egli fa pronunciare a suo figlio il giuramento del Cavaliere. Baliano si ritrova così insignito di tale titolo, che comporta anche il dovere di difendere il re di Gerusalemme. Giunto in Terra Santa, Baliano si unisce dunque alla crociata contro Saladino, intenzionato a dimostrare come la guerra religiosa sia risolvibile senza violenza.

Le crociate – Kingdom of Heaven: il cast del film

Per il suo colossal, Scott si è avvalso di numerosi attori di grande fama internazionale. Il primo tra questi, nei panni del protagonista Baliano, è l’attore Orlando Bloom. Egli, che aveva da poco terminato le riprese di Troy, era inizialmente restìo a recitare in un altro film storico. Si convinse solo quando seppe che il regista sarebbe stato Scott. Per assumere il ruolo di Baliano, egli si è poi allenato nell’uso della spada ed ha anche guadagnato diversi chili di muscoli per risultare più imponente. Nei panni della fascinosa principessa di Gerusalemme, Sibilla, vi è invece l’attrice Eva Green, mentre Liam Neeson è Goffredo, padre di Baliano. L’attore, che non sapeva nulla delle crociate, iniziò a studiarle dopo aver ottenuto il ruolo.

Nel film vi è poi il premio Oscar Jeremy Irons nei panni del conte Tiberias, personaggio ispirato a Raimondo III di Tripoli, mentre Saladino è impersonato dall’attore siriano Ghassan Massoud. Sono poi presenti anche David Thewlis nei panni del cavaliere ospitaliere e Marton Csokas in quelli di Guido di Lusignano. Brendan Gleeson è il sanguinario Rinaldo di Chatillon, mentre Ian Glen, noto per il ruolo di Jorah Mormont in Il Trono di Sapde, interpreta qui Riccardo I d’Inghilterra. Edward Norton è stato brevemente considerato per il ruolo di Guido, ma dopo aver letto la sceneggiatura ha fatto pressioni per il ruolo di Re Baldovino. Egli risulta però irriconoscibile, poiché ha il volto sfigurato e coperto da una maschera.

Le crociate - Kingdom of Heaven cast

Le crociate – Kingdom of Heaven: la vera storia e le differenze con il film

Come anticipato, nel dar vita al suo film Scott ha cercato di essere quanto più accurato e fedele possibile ai veri personaggi ed eventi qui raccontati. Nonostante ciò, diversi sono gli elementi romanzi e che si discostano dalla realtà storica. Ad esempio, il personaggio di Baliano è probabilmente quello più soggetto a modifiche dell’intero film. Il suo effettivo coinvolgimento nella difesa di Gerusalemme contro Saladino fu marginale, ma egli era un vero cavaliere piuttosto che il fabbro omicida mostrato nel film. Si racconta invece in modo accurato il suo probabile viaggio dall’Europa, descrivendo le sue interazioni diplomatiche con il leader saraceno, Saladino.

Quest’ultimo personaggio, invece, è rappresentato in modo molto fedele alla realtà storica, tanto nelle azioni quanto nelle sue idee. Tale ritratto ha infatti entusiasmato la comunità araba. Parte importante del film sono poi le rappresentazioni dei combattimenti medievali. In questi il film si dimostra estremamente accurato: armi, armature e equipaggiamento d’assedio sono ricreati con un’attenzione particolarmente acuta ai dettagli, mentre le scene di battaglia campale e d’assedio sono accurate nella rappresentazione della brutalità. I principi medievali della cavalleria sono ben rappresentati e danno agli spettatori un’eccellente percezione di come funzionava il sistema europeo.

Le crociate – Kingdom of Heaven: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile vedere o rivedere il film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Le crociate – Kingdom of Heaven è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Netflix, Infinity e Amazon Prime Video. Per vederlo, in base alla piattaforma scelta, basterà iscriversi o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di poter fruire di questo per una comoda visione casalinga. È bene notare che in caso di solo noleggio, il titolo sarà a disposizione per un determinato limite temporale, entro cui bisognerà effettuare la visione. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno mercoledì 21 settembre alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb, KoHvsHistory

 

Le cose che verranno – L’Avenir: al cinema il 13 aprile con Satine Film

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Arriverà il 13 aprile con Satine Film Le cose che verranno – L’Avenir, film di Mia Hansen-Løve con protagonista Isabelle Huppert.

Di seguito il trailer del film presentato a Berlino 2016 dove ha vinto l‘Orso d’Argento.

Sulle note di Deep Peace, nella struggente interpretazione di Donovan, ecco le prime immagini del film Le cose che verranno-l’ Avenir, della regista Mia Hansen-Løve, dove una magnifica Isabelle Huppert ci regala la toccante e coinvolgente interpretazione di Nathalie, una professoressa di filosofia costretta da varie vicissitudini, a prendere in mano la propria vita e a costruirsi un futuro migliore. Interpretazione che è valsa alla Huppert il premio come Miglior Attrice dell’ Anno ai prestigiosi Critics Choice Award di Londra e che, insieme alla vittoria del Golden Globe e alla candidatura all’Oscar, la consacra come una delle attrici più straordinarie del panorama cinematografico mondiale. Le cose che verranno-L’Avenir uscirà in Sala il 13 aprile con Satine Film.

Le cose che verranno – L’Avenir recensione del film di Mia Hansen-Løve

Le cose che non ti ho detto: dal cast al finale, tutte le curiosità sul film

La fine di un amore è sempre a suo modo una tragedia. Il cinema ha affrontato il tema del divorzio sotto innumerevoli sfumature, da grandi classici del cinema come Kramer vs. Kramer, Io e Annie e La guerra dei Roses fino a un dramma puro come Storia di un matrimonio, un’opera sci-fi come Eternal Sunshine of the Spotless Mind o ad una commedia come 500 giorni insieme. Una delle opere più struggenti e realistiche a riguardo, oltre a quelle qui citate, è anche Le cose che non ti ho detto, scritto e diretto nel 2018 da William Nicholson.

Sceneggiatore due volte candidato all’Oscar e celebre per aver scritto film come Viaggio in Inghilterra, Il gladiatore, Les Misérable e Unbroken, Nicholson ha con quest’opera dato vita alla sua seconda regia di un lungometraggio, mosso dalla volontà di raccontare una storia estremamente personale. Il film è infatti ispirato all’opera teatrale da lui stesso scritta, The Retreat for Moscow, a sua volta basata sul matrimonio dei genitori dello scrittore, separatisi dopo 33 anni insieme. Nicholson riflette dunque su quella vicenda e sull’impatto che ebbe in lui all’epoca e che ha tutt’ora.

Allo stesso modo, egli esplora i due genitori alla ricerca delle rispettive motivazioni, giungendo così a dar voce ad un film fortemente emotivo in quanto profondamente sincero nel mostrare i percorsi che la vita porta ad intraprendere. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Le cose che non ti ho detto. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al suo finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Le cose che non ti ho detto cast

La trama di Le cose che non ti ho detto

Protagonisti del film sono i coniugi Grace ed Edward. I due sono sposati da 29 anni e la loro vita nella cittadina inglese di Seaford trascorre tranquilla in una casa in prossimità del mare tra oggetti accumulati negli anni, tra cui moltissimi libri. Entrambi in pensione, lei si occupa della stesura di un’antologia di poesie, mentre lui è ossessionato dall’attendibilità delle pubblicazioni su Wikipedia. Quando il figlio, Jamie, va a far loro visita per il weekend, il padre gli rivela l’intenzione di lasciare la madre per un’altra donna che lo rende felice e libero di essere sé stesso.

Edward fa così i bagagli e va via, nonostante Grace non voglia accettare la cosa. Caduta in depressione, la donna si sente persa senza Edward nella sua piccola cittadina costiera e spera sempre di vederlo rientrare un giorno in casa con le sue valigie. Jamie, dal canto suo, cerca di aiutare la madre a ripartire da zero e a mettersi alla ricerca della sua serenità. I tre faranno i conti con gli ostacoli che la vita pone durante il cammino e che dovranno saper affrontare per tornare ad essere felici, ognuno a modo suo.

Il cast del film e la location dove si sono svolte le riprese

Ad interpretare Grace, Edward e Jamie vi sono tre attori particolarmente celebri del panorama cinematografico mondiale. Nei panni di Grace si ritrova infatti la pluricandidata all’Oscar Annette Bening, celebre per film come American Beauty, I ragazzi stanno bene e Nyad – Oltre l’oceano. Nel ruolo di Edward vi è Bill Nighy, attore celebre per le saghe Underworld e Pirati dei Caraibi, ma anche per i film Love Actually – L’amore davvero e Living.

Nel ruolo del figlio Jamie, invece, vi è Josh O’Connor, affermatosi recentemente grazie alla serie The Crown e ai film La chimera e Challengers. Per quanto riguarda la location dove si sono svolte le riprese, queste è proprio Seaford, cittadina della contea dell’East Sussex, in Inghilterra. In passato la città disponeva di spiagge eccellenti, alimentate dalla deriva dei litorali che spostavano costantemente la sabbia lungo la costa da ovest a est. Ancora oggi è conosciuta principalmente per la sua vita costiera.

Le cose che non ti ho detto location

Il finale del film: ecco come si conclude il racconto

Nel corso del film, dunque, i tre personaggi principali di Le cose che non ti ho detto si scontrano con la necessità di ripartire con le proprie vite, ognuno a modo proprio. Al momento del finale, dunque, la storia è tutt’altro che conclusa, perché lì dove termina il film ha invece inizio qualcosa di nuovo per Grace, Andrew e Jamie. Proprio la voce di quest’ultimo conclude la pellicola recitando un poema scritto per i suoi genitori, in cui li ringrazia per ciò che rappresentano per lui, chiedendo però anche loro di “lasciarlo andare” affinché egli possa ora costruire il proprio percorso di vita.

Come riportato dallo stesso sceneggiatore e regista: “Le ultime parole di Le cose che non ti ho detto sono pronunciate dal giovane, dal ragazzo, che in un certo senso sono io. Sono: Lasciatemi andare. Niente è finito. La madre è sola, incerta su cosa le riserverà la vita. Il personaggio del padre sta diventando, finalmente e tardivamente, la persona che ha sempre voluto essere. E il figlio chiede di essere liberato, per poter crescere oltre l’infanzia. Così è stato. Così è”, riflettendo dunque sulla propria reale vicenda con i genitori e ciò che la loro separazione ha significato per lui.

Il trailer di Le cose che non ti ho detto e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Le cose che non ti ho detto grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV, Now e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 5 luglio alle ore 21:20 sul canale Rai 3.

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