Venezia, Giorno 3.
O almeno così credo. Sono entrato
nella fase in cui potrei essere qui da sempre e restarci per
sempre. Quella fase del ‘ci vediamo dopo’ che può significare
indistintamente ‘tra dieci minuti, tra un’ora, tra dieci giorni o
mai’. Durante i Festival il tempo non esiste. O, se esiste, è molto
relativo. Se sei in ritardo scorre velocissimo. Magari, mentre
scaracollandoti come un pazzo per arrivare in tempo a un
appuntamento incontri un fottìo di persone che ti salutano e ti
chiedono ogni dettaglio della tua vita passata. E il bello è che in
gran parte non sei nemmeno sicuro di conoscerle (scatta allora il
“ciao bello, scusa vado di corsa. Ci vediamo dopo!” (vedi su). Se
sei in anticipo ritarda. E’ la legge di Murphy, e le quattro
direttive primarie di RoboCop purtroppo
non c’entrano niente. Stavo per dire ‘un cazzo’, ma temo di essere
redarguito per l’eccessivo turpiloquio di cui sto facendo uso in
questo blog. Merda, ho scritto ‘cazzo’. Porca di quella troia
sbudellata, ho scritto di nuovo ‘cazzo’ e anche ‘merda’. Non resta
che fare seppuku sul red carpet.
Ma non oggi.
Per dire, la conferenza di Black
Mass (qui la recensione), il film
con Johnny Depp che ha attirato orde di ragazzine
sotto i quindici anni evidentemente colte da attacchi di
gerontofilia (sono appostate qui da stanotte in condizioni
igieniche precarie, tanto che gira voce si stia diffondendo la
malaria) è iniziata con almeno mezz’ora di ritardo, ma inutile dire
che per tentare di sentire o vedere qualcosa bisognava trovarsi in
loco almeno due conferenze avanti.
Il film è un crime-movie onesto e
ben girato. Johnny Depp si cala nel ruolo del criminale compiendo
orribili misfatti. Ad esempio indossare una parrucca posticcia che
farebbe rabbrividire un vampiro. In conferenza invece pensa bene di
mettersi direttamente uno scoiattolo impagliato in testa, così, per
variare. Che un attore deve sempre sapersi rinnovare.
Ma è niente rispetto a quelli che
viene da compiere a me in almeno due occasioni della giornata. La
prima, durante la proiezione una maschera ossessionata dall’idea
che io possa registrare il film con un cellulare – ma chi ve se
incula, qua de ‘pirata dei Caraibi’ ce ne basta uno – non la
smette di tormentarmi con un laser per controllare quello che sto
facendo. Credo lo abbia mandato in tilt il fatto che ho poggiato la
giacca sulle ginocchia, semplicemente perché avevo freddo. Fatto
sta che mi sento costantemente sotto la mira del
Predator (o di Terminator, fate
vobis, tanto Schwarzy ci sta sempre bene) e non è esattamente il
modo migliore per fruire un film.
La seconda, che ve lo dico a fare, è
quando parte dei fan maleodoranti e appestati si riversa nella
gremita sala stampa, dato che alcuni di loro sono anche
giornalisti. Vero che si dica che lo stesso Depp non sia un grande
amante delle docce, ma non c’è bisogno che imitiate il vostro idolo
fino a questo punto, fidatevi.
(Ang)
VENEZIA 72: TUTTI GLI OCCHI SU
JOHNNY DEPP [FOTO]

Oggi è stata davvero una giornata
interessante, ho visto il film francese,
Marguerite (leggi la
recensione) che mi è anche piaciuto tantissimo anche
se tutti si tagliavano dalle risate e io non ci trovavo una mazza
da ride. Sto film parla di una donna che sogna di cantare e che
canta da fa sanguinà le orecchie, il marito non se la caga e il
maggiordomo la paparazza in condizioni imbarazzanti per alzà du
spicci. No ma ditemi voi cosa cazzo c’è da ride che a me si è
stretto il cuore e mi son sentita una merda per tutti i coglioni
che sento nei bar con karaoke e che perculo senza pietà.
Per consolarmi da questo stato
d’animo mesto, come da testimonianza fotografica, bevo
ininterrottamente dalle due. Da quando, cioè, mi sbarca
Sonia Serafini di Fabrique al
Lido (che è un gran belvedere) per cui via a un loop di gente che
offre da bere che manco nei peggiori bar di Caracas.
Per chi non lo sapesse al Lido molti
sponsor sono alcolici. Per chi non lo sapesse, al Lido, la
programmazione in sala è spesso intervallata da convegni talmente
lunghi o noiosi che per fartela pijà bene ti fanno trovare bidoni
alcolici dalle undici del mattino. Per cui non so come, tra
la recensione di Sokurov e quella del film di oggi, me ritrovo co
sto cocktail Martini Rosè nelle mani, un pass per la vip lounge, e
un mal di testa da paura.
Dovrei ricostruire le ultime due
ore, ma non me ne vogliate ho un appuntamento al bagno con Eva
Carducci (quella bella sellerona di Cinematografo
di Marzullo, dai che la conoscete) .
Comunque immaginate la scena: sto in
sala stampa in un tavolo con colleghi che bevono tubi di te al
tamarindo, offerti da una deliziosa tailandese Zen, e me sto a
scola’ un cocktail alcolico col ghiaccio. Me guardano tutti con
sospetto, capitemi sto n’attimo in difficoltà.
Comunque oggi era il giorno di Depp,
gente accampata urlante e io son andata a comprare le sigarette.
Questo dovrebbe dirmi qualcosa. Questo insieme al fatto che oggi so
vestita da uomo.
Sto invecchiando, cosa pensate.
Continuatemi a stalkà, che purtroppo sono etero. Come il cinese di
ieri, che per battermi i pezzi si è dimenticato di far pagare la
collega Marilena Vinci, che voleva tornare
indietro e saldare i suoi debiti ‘per principio’ ma a me barcollava
l’ombra e anche no.
Stasera abbiamo
Equals, con Kristen Stewart. Certo se
pure lei s’è ingrassata comincio a preoccuparmi che sia l’umido del
lido, tocca fa qualcosa, se ingrasso è la fine capite che tutti i
vestiti che ho in valigia diventano inutili?
Va bene, domani promesso vi racconto
se i nostri eroi son riusciti ad andare alla festa blindatissima
con Johnny Depp. Ora io e la mia emicrania andiamo a vedere il film
della sezione Orizzonti. Chissà se troviamo posto
vicini.
(Vì)