Non sempre un uomo votato alla
violenza è un outsider. Spesso il mostro si nasconde vicino a noi,
spesso sotto lo stesso tetto delle vittime, e Miss
Violence di Alexandros Avranas con
lucida, straziante e inquietante chiarezza, racconta una di queste
storie.
In Miss Violence
Angeliki è una ragazzina di undici anni. Il giorno del suo
compleanno si toglie la vita gettandosi dal balcone di casa. La
famiglia fa di tutto per superare in fretta l’accaduto, nella
convinzione che la morte sia stata causata da un incidente. Cosa si
cela dietro quella famiglia apparentemente ordinata e perbene? Il
fratellino di Angeliki getta involontariamente delle ombre
sull’accaduto, i misteri si svelano a poco a poco trascinando la
famiglia in un clima di tensione perenne che culminerà con un altro
atto cruento.
Presentato in concorso alla 70esima
edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di
Venezia, Miss Violence è un film straordinario,
per il suo inizio cruento e per la sua evoluzione, potente e
sconcertante, per la narrazione tesa ad emulare lo stile di un
thriller, per la scomoda e spaventosa verità che rivela poco per
volta, per la totale assenza di sottofondo musicale che astrae i
soggetti e allo stesso tempo li rende pericolosamente vicini al
reale.
Inquadrature perfettamente
calibrate e messa in scena scarna ci fanno concentrare su una
storia che potrebbe direttamente essere stata partorita da uno
scrittore di romanzi dell’orrore ma che allo stesso tempo si rivela
fin troppo presto essere plausibilmente anche tratta dalla vita
reale.
Con uno svolgimento lentissimo ed
equilibrato, un finale a sorpresa e dei protagonisti sconvolgenti
nei loro ruoli ai confini dell’immaginabile, Miss
Violence è un film che colpisce con violenza (appunto) lo
spettatore, lasciandolo stordito e affascinato.
Nell’ambito della
70. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, oggi
all’Hotel Excelsior, si è tenuta la cerimona di premiazione che ha
conferito al film SACRO GRA di Gianfranco Rosi il
Leoncino d’Oro Agiscuolaper il Cinema.
I 26 ragazzi membri della giuria
hanno decretato miglior film, tra quelli in concorso alla 70.
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, Sacro Gra di
Gianfranco Rosi con la seguente motivazione:
“Affresco urbano, puntuale e a
tratti ironico. Lente di ingrandimento sulla provincialitá degli
eventi che si allarga fino a includere un’umanitá diversificata e
complessa, italiana e universale. La veste di documentario lascia
spazio a una struttura narrativa disinvolta che ben si allontana da
un punto di vista prettamente oggettivo dell’autore, grazie anche
ad una fotografia innovativa che racconta senza invadere.
Viaggio ciclico attraverso
l’inesorabilitá della vita che prosegue nell’eterno fluire del
raccordo e trascende i destini individuali.
Per tali meriti assegniamo il
Leoncino d’oro della 70. edizione della Mostra
Internazionale d’arte cinematografica di Venezia a ‘Sacro Gra’ di
Gianfranco Rosi”.
Vi ricordiamo che tutte le notizie
e le recensioni in anteprima dal Festival di Veneziale
trovate nel nostro speciale Venezia 70. Di seguito tutte
le foto nella nostra foto gallery
FEDEORA è una federazione nata a
Cannes nel 2010 con sede a Londra ed è composta da critici europei
e provenienti da paesi che si affacciano su Mediterraneo. FEDEORA
istituisce delle giurie e attribuisce dei premi nei festival
internazionali più importanti, organizza conferenze, pubblica
articoli critici, saggi, reportage nel proprio sito web.
Per la prima volta
FEDEORA è presente a Venezia con una giuria che ha premiato i
migliori film delle Giornate degli Autori, della Settimana della
Critica e il miglior film dell’area mediterranea della Selezione
Ufficiale della Mostra del Cinema.
La giuria era composta da: Dubravka
Lakic (Serbia), Eva af Geijerstam (Svezia), Ninos Mikelides
(Grecia), Nenad Dukic (Serbia), Zlatko Vidackovic (Croazia).
Ecco il Palmares di Fedeora
2013:
Giornate Degli
Autori
Miglior Film: Bethlehem (Israele,
Belgio, Germania) di Yuval Adler
Miglior regista esordiente: Milko
Lazarov per Alienation (Bulgaria)
Menzione Speciale: La Belle Vie
(Francia) di Jean Denizot
Settimana Internazionale
della Critica
Miglior Film: Class Enemy
(Slovenia) di Rok Biček
Premio per la migliore fotografia:
Inti Briones per Las Niñas Quispe (Cila, Francia, Argentina) di
Sebastián Sepúlveda
Menzione Speciale: Giuseppe
Battiston interprete in Zoran, il mio nipote scemo (Italia,
Slovenia) di Matteo Oleotto
Menzione Speciale: Anna Odell per
l’insieme del lavoro svolto in The Reunion (Svezia)
Venezia 70
Premio per il miglior film europeo
dell’area mediterranea: Miss Violence (Grecia) di Alexandros
Avranas
PREMIO SIGNIS a
“PHILOMENA” di STEPHEN FREARS e MENZIONE SPECIALE a “ANA
ARABIA” di AMOS GITAI
La giuria SIGNIS composta da Luis
García Orso (Messico), Presidente, Massimo Giraldi (Italia),
segretario, Walter Chikwendu Ihejirika (Nigeria), Valerio Sammarco
(Italia) e Gustavo Andújar (Cuba), ha deciso di assegnare
quest’anno il Premio al film “Philomena” con la seguente
motivazione:
“Perché offre un intenso e
sorprendente ritratto di una donna resa libera dalla fede. Nella
sua ricerca della verità, sarà sollevata dal peso di un’ingiustizia
subita grazie alla sua capacità di perdonare”.
La Giuria ha inoltre assegnato una
menzione speciale al film “Ana Arabia” con la seguente
motivazione:
“E’ un film-manifesto
sull’importanza della tradizione orale e un altro fulgido esempio
nella filmografia del regista israeliano di come il cinema possa
trasformarsi in “strumento di speranza”: per proseguire sulla
strada della coesistenza e del dialogo”
PREMIO “CIVITAS
VITAE – Rendere la longevità risorsa di coesione sociale” a UBERTO
PASOLINI per “STILL LIFE”
Il Premio viene assegnato a un
regista o interprete capace di veicolare un’immagine al di fuori
degli schemi di una persona longeva. La Giuria composta dalla
scrittrice Antonia Arslan (presidente); il sociologo e presidente
del Censis Giuseppe De Rita; l’ex direttore generale di RAI e
Sole24Ore GIanni Locatelli; l’amministratore delegato di Banca
Prossima Marco Morganti; l’attore Alberto Terrani; il musicista e
direttore dei Solisti Veneti Claudio Scimone; la regista
Costanza Quatriglio e il critico cinematografico Federico Pontiggia
assegna il Premio Civitas Vitae 2013 a Uberto Pasolini per
“Still Life”, nella sezione Orizzonti, prodotto in
associazione con Rai Cinema e distribuito da BIM, con la seguente
motivazione:
“Suonando il valzer degli addii,
il regista Uberto Pasolini con Still Life ridà a chi è morto
in assoluta solitudine il primo privilegio di un uomo: una storia,
la propria. Impiegato del Comune incaricato di trovare i parenti di
chi è deceduto, il protagonista Eddie Marsan incarna magnificamente
le virtù del film: rispetto raro, sensibilità umanista e commozione
senza tranelli. Still Life getta un ponte tra i vivi e i
morti, portandone alla luce i legami che non si sciolgono”.
PREMIO INTERFILM
a “PHILOMENA” di STEPHEN FREARS
Il “Premio per la Promozione del
Dialogo Interreligioso” assegnato dalla Giuria Internazionale di
INTERFILM vuole richiamare l’attenzione su film che rafforzano la
mutua comprensione, il rispetto e la pace tra diverse tradizioni
religiose e filosofiche.
La Giuria composta da: Werner
Schneider-Quindeau (presidente), membro del Comitato direttivo di
INTERFILM e pastore della Katharinenkirche di Francoforte
(Germania); Freek L. Bakker, pastore e docente in studi religiosi
dell’Università di Utrecht (Paesi Bassi) e Gaëlle Courtens,
giornalista dell’informazione religiosa e addetta stampa della
Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) ha assegnato
il premio al film “Philomena”.
PREMIO CGS
LANTERNA MAGICA a “L’INTREPIDO” di GIANNI AMELIO
La Giuria C.G.S. (Cinecircoli
Giovanili Socioculturali), in collaborazione con il Comitato per la
Cinematografia dei Ragazzi CCR, assegna il Premio Lanterna Magica
all’opera più vicina per tematiche e linguaggi al mondo giovanile
contemporaneo, al film “L’Intrepido” con la seguente
motivazione:
“Per la capacità di raccontare
un rapporto salvifico padre-figlio evitando gli schemi moralistici
e fin troppo corteggiati dal cinema nazionale, in un contesto di
crisi e di “li-quidità” degli affetti e delle relazioni
umane.
Il regista si serve di un
linguaggio moderno senza dimenticare l’eredità del grande ci-nema
del passato; rimangono evidenti, senza essere invadenti, rimandi a
Keaton Chaplin e De Sica. Di quest’ultimo si apprezza un rinvio
alla Milano del “Miracolo” dove è dalla periferia che si
riaccendono le speranze.
La narrazione, discreta e
significativa, si apprezza tanto più per la soavità nel trattare
tematiche forti con equilibrio stilistico e di tono”.
PREMIO FEDIC a
“ZORAN. IL MIO NIPOTE SCEMO” di MATTEO OLEOTTO e MENZIONE
SPECIALE a “L’ARTE DELLA FELICITÀ” di ALESSANDRO RAK
Il Premio FEDIC (Federazione
Italiana dei Cineclub) è destinato all’opera che meglio rifletta
l’autonomia creativa e la libertà espressiva dell’autore. La Giuria
presieduta da Roberto Barzanti è composta da Ugo Baistrocchi,
Daniele Corsi, Ferruccio Gard, Nino Genovese, Carlo Gentile,
Ernesto G. Laura, Franco Mariotti, Mario Mazzetti, Paolo Micalizzi
e Giancarlo Zappoli.
Il Premio è assegnato a “Zoran.
Il mio nipote scemo” con la seguente motivazione:
“Per la freschezza di una
commedia che evita i luoghi comuni adottati perlopiù dal genere in
Italia, proponendo un personaggio divertente e amaro insieme in un
quadro ambientale insolito dove si confrontano due culture”
La giuria inoltre ha deciso di
assegnare una menzione speciale al film “L’Arte della Felicità” di
Alessandro Rak con la seguente motivazione:
Perché è un esperimento
intelligente e coraggioso di animazione italiana, sullo sfondo di
una Napoli non convenzionale,che sviluppa tematiche attuali
adulte.
Vi ricordiamo che tutte le notizie e le recensioni in anteprima
dal Festival di Veneziale
trovate nel nostro speciale Venezia 70. Di seguito tutte
le foto nella nostra foto gallery
Dopo aver visto
l’ultimo film presentato in concorso per questa 70esima edizione
del Festival di Venezia, la redazione di Cinefilos.it può
cominciare a fare un bilancio e un azzardo per i premi che verranno
decisi dalla Giuria del Concorso presieduta da Bernardo
Bertolucci e che verranno assegnati domani sera alle 19.00
in Sala Grande.
E’ necessario specificare che le
previsioni, che proveremo a proporvi in questa sede, sono diverse
dalle aspettative, che invece rispecchiano i gusti personali e il
livello di gradimento verso i film del Concorso che abbiamo visto.
In generale c’è da dire che diversi film si sono guadagnati da noi
una piena suficienza, anche se in pochi sono riusciti a strappare
l’applauso di Cinefilos.it; tra questi ci sono certamente The Wind Rises di
Hayao Mmiyazaki e Miss
Violence di Alexandros
Avranas.
Cominciamo però dai
possibili attori che possono essere premiati con la Coppa Volpi: se
la straordinaria Judi Dench di Philomena sembra
avere già portato a casa il suo premio per la migliore
interpretazione femminile, il premio al migliore attore sembra
invece destinato a Scott Haze, protagonista del
film di James FrancoChild of God. La
migliore sceneggiatura potrebbe essere assegnata a Philomena, di
Stephen Frears, che tra lacrime e risate ha
commosso pubblico e critica all’unanimità: avrà fatto lo stesso
effetto sulla Giuria del Festival?
Per quanto riguarda il premio
della Giuria, potrebbe essere questo l’anno di un riconoscimento a
Miyazaki, prima di tutto per una oggettiva qualità del sul
straordinario film, e poi come riconoscimento di una carriera
eccezionale, costellata da successi premi e tanti capolavori, che
proprio con The Wind Rises si è conclusa in bellezza.
Leone d’Argento a Amos
Gitai per Ana Arabia,
straordinario piano sequenza che ci introduce in una cultura per
noi sconosciuta attraverso il movimento fisico e psicologico,
mentre il Leone d’oro di quest’anno potrebbe essere per
Miss Violence, straordinario film greco
che nel silenzio domestico racconta tutto l’orrore della
vita.
Voci di corridoio hanno però
riferito che Bertolucci intende premiare i film inattesi, teoria
confermata anche in conferenza stampa, e così le nostre previsioni
diventano un gioco che facciamo insieme ai nostri lettori e che
speriamo possa rivelarsi fondato.
Tutte le previosioni di cui sopra
troveranno una vìconferma o una smentita domani sera, intorno alle
19.00, quando dalla Sala Grande verranno proclamati i vincitori
della 70esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica di Venezia.
Xavier Dolan, giovanissimo regista canadese di grandi
speranze e con una carriera già proficua alle spalle, si cimenta in
un film che sfiora il melò con Tom à la Ferme (Tom alla
fattoria), presentato in concorso ufficiale alla
70esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
di Venezia.
In Tom à la
Ferme Tom, giovane pubblicitario, parte per la
campagna per assistere ai funerali del suo amante morto in un
incidente stradale. È in una fattoria isolata che incontra per la
prima volta la madre del defunto. Lei non ha idea di chi sia o di
cosa abbia visuto con suo figlio. Tom scopre allora tutta una
realtà inventata dal suo amante: quella di un uomo innamorato di
una donna che si chiama Sarah. Per salvaguardare l’onorabilità
della famiglia e per non spezzare il cuore della madre, il fratello
maggiore del defunto costringe Tom, con le minacce e le botte, a
partecipare alla finzione.
Tom à la Ferme, il
film
Dolan non ci spiega nulla ma ci
mette davanti al fatto compiuto, ci introduce in un racconto dai
toni all’inizio lenti, poi piano piano estremi, per farci vivere un
“trapianto” d’ambiente, una costrizione forzata e a momenti
decisamente violenta che il giovane protagonista vive per mano del
fratello del suo defunto fidanzato. Violenza estrema e grande
sofferenza sono i fili rossi che tengono insieme questo film che
per altri versi risulta forse troppo ottimista nelle
intenzioni.
Lunghi silenzi e utilizzo
spiazzante della musica disorientano lo spettatore che, di fronte
ad una storia simile, così raccontata, può trovarsi o
irrimediabilmente affascinato, oppure smarrito, per un racconto che
sembra presagire grandi momenti di pathos che si rompono, come
bolle di sapone, variopinte e apparentemente indistruttibili ma che
si infrangono in un unico leggero soffio di vento.
L’omosessualità, vissuta come tabù
in un paesino canadese assume la valenza di segreto, attraverso il
quale il ricatto si fa diretto e violento, in una escalation di
paura per il protagonista che non sembra trovare poi
giustificazione negli eventi narrati.
Finalmente è disponibile il nuovo
singolo dei Coldplay, intitolato
Atlas che come molti di voi sapranno farà
parte della colonna sonora dell’atteso Hunger Games La
ragazza di Fuoco che vi ricordiamo è stato diretto da
Francis Lawrence. Di seguito potete ascoltare la
canzone:
Ecco il testo:
Some saw the sun
some saw the smoke
some heard the gun
some bent the bow
sometimes the wire must tense for the note
caught in the fire say oh
were about to explode
Carry your world,
I’ll carry your world
Some far away
some search for gold
some dragon to slay
Heaven we hope is just up the road
Show me the way, Lord
because I
I’m about to explode
Carry your world,
I’ll carry your world
Carry your world and all you hurt.
La trama del film:
Katniss Everdeen torna a casa incolume dopo aver vinto la 74ª
edizione degli Hunger Games, insieme al suo amico, il “tributo”
Peeta Mellark. La vittoria però vuol dire cambiare vita e
abbandonare familiari e amici, per intraprendere il giro dei
distretti, il cosiddetto “Tour di Victor”. Lungo la strada Katniss
percepisce che la ribellione sta montando, ma che il Capitol cerca
ancora a tutti i costi di mantenere il controllo proprio mentre il
Presidente Snow sta preparando la 75ª edizione dei giochi (The
Quarter Quell), una gara che potrebbe cambiare per sempre le sorti
della nazione di Panem.
L’universo
cinematografico della Marvel Studios è in continua
evoluzione e molte storie devono essere ancora raccontate. E’ di
oggi l’interessante articolo di
Comingsoon.net che ha intervistato il
regista e produttore Louis D’Esposito che ha
sottolineato come però ci sia un piano molto incerto sul futuro di
un possibile film di supereroi al femminile:
“C’è ovviamente un interesse
sempre più forte di chi vorrebbe vedere più supereroine sul grande
schermo e noi abbiamo personaggi molto forti nei nostri film,
da Vedova Nera a Pepper Potts di Peggy Carter. Forse ci
potrebbe essere un film dedicato ad una di loro, oppure
anche Miss Marvel , perché no? “
Dalle parole sembra quasi
inevitabile un film al femminile anche se per poterlo considerare
una possibilità ci vuole ancora un po’ di tempo:
“E’ difficile, perché abbiamo
un piccolo gruppo alla Marvel che ci lavora. Facciamo due film
all’anno e produrli richiede unno sforso enorme, un sacco di lavoro
e di mano d’opera. E abbiamo appena messo in lista un terzo film
quindi è difficile. Al momento abbiamo questi 3, 4, 5 film in
programma. Ci stiamo concentrando su questi progetti”
Dopo i catastrofici eventi che
hanno coinvolto e semi distrutto New York, in Captain America Il
Soldato d’Inverno troviamo Steve Rogers, aka Cap, che vive
quietamente a Washington D.C. mentre cerca di adattarsi al mondo
moderno. Ma quando lo S.H.I.E.L.D. è sotto attacco, Steve viene
preso in una rete di imbrogli e intrighi che rischiano di mettere
il mondo intero in pericolo. Unendo le sue forze a quelle della
Vedova Nera, Cap cerca di smascherare il complotto, mentre ad ogni
angolo si troverà a combattere contro terribili assassini
professionisti ingaggiati per ucciderlo. Quando riusciranno a
rivelare il complotto, Cap e la Vedova Nera chiederanno l’aiuto di
un nuovo alleato: Falcon. Tuttavia presto si ritrovano davanti un
inaspettato e terribile nemico, il Soldato d’Inverno.
E’ come una riunione di famiglia,
un racconto che sfiora l’autoreferenzialità ma che non può essere
che così, perchè qui il soggetto e l’oggetto del racconto, la vita,
l’hanno condivisa davvero. Stiamo parlando di Ettore
Scola, che si è messo a raccontare, per la gioia di
cinefili, innamorati di cinema e italiani orgogliosi, la vita di
Federico Fellini, collega, amico e compagno di
genialità cinematografica che tutto il mondo continua ad
invidiarci.
La vita di Fellini ci viene
raccontata per episodi, e Scola è molto attento a non essere
didascalico, raccontando principalmente la passione, gli episodi,
gli inizi e gli aneddoti che non tutti conoscono ma che lui ha
vissuto e condiviso insieme al grande Federico. Registrazioni
audio, immagini di repertorio e grandi emozioni fanno di questo
documentario/racconto un film poetco, emozionante e forse un
pizzico retorico, ma senza dubbio un documento affascinante che
racconta non solo la figura di un genio, ma anche un pezzetto di un
epoca in cui i giovani potevano sognare e realizzare i propri sogni
sullo schermo, in cui Age e Scarpelli erano ancora ghost writer e
il 16enne Scola guardava tutti con timida reverenza.Erano gli anni
del Marc’Aurelio, la popolare rivista che ha visto passare, dalle
stanze della sua redazione, tutte le grandi menti, le penne
migliori e gli sguardi più famosi ed eleganti del nostro
cinema.
La malinconia, propria del cinema
di Scola, di amplifica in un racconto che ci mostra ancora una
volta la luminosa meraviglia del cinema che fu, con uno sguardo
privato, un po’ intrusivo, ma sempre divertente e allo stesso tempo
struggente. Che strano chiamarsi Federico – Scola
racconta Fellini è stato presentato Fuori Concorso
alla 70esima edizione del Festival del Cinema di Venezia.
Il nuovo film del regista
Anton Corbijn ha trovato finalmente i suoi
protagonisti. Secondo The Wrap gli interpreti saranno
niente meno che Robert Pattinson e Dane
DeHaan, che vedremo prossimamente in The Amazing
Spider-Man 2. Anton Corbijn, già regista
dell’acclamato Control e di
The American con George
Clooney, dirigerà i due attori in Life che
racconterà la vera amicizia tra la leggenda James Dean (DeHaan) e
il fotoreporter Dennis Stock (Pattinson).
A produrre la pellicola ci
penseranno Iain Canning, Christina Piovesan e
Emile Sherman, mentre le riprese del film
inizieranano nel mese di febbraio 2014.
“Ho imparato molto da Alan, Patrice e
Rebecca che hanno lavorato così tanto prima e più di me. Per me è
una grande possibilità per me questo film”. A parlare è
Richard Madden, giovane attore che abbiamo tutti
imparato a conoscere granzie alla serie tv Il Trono di
Spade, della HBO, in cui interpreta(va) Robb Stark.
Madden, di un pallore cereo e con
degli occhi di un blu incredibile, è arrivato a Venezia in
occasione dell’ultimo Festival del Cinema, per presentare Fuori
Concorso il film Une Promesse, di
Patrice Laconte, in cui recita accanto a
Alan Rickman e Rebecca Hall.
Sorriso smagliante abbigliamento scuro
e sportivo, Madden dimostra pur con grande umiltà, di essere a suo
agio nei panni di neo divo, disponibilissimo con i fan e sempre
gentile e pronto a soddisfare la curiosità dei giornalisti.
Parlando della collaborazione con il regista francese Laconte,
Richard Madden ha detto: “Patrice ha una cosa
unica e rara nel modo in cui dirige la telecamera. A volte lo senti
in mezzo alla scena con te, e c’è un livello di entusiasmo
infettivo sul suo set. Se la scena è andata bene molla la
telecamera e festeggia, saltellando per la stanza, è molto
divertente. C’è stata una grande fiducia tra noi, cosa rara credo
perchè si può lavorare con tante cineprese e tanti punti macchina,
mentre lui ha deciso di girare tutte le scene in cui c’eravamo io,
Rebecca e Alan. Se lui era contento del risultato la scena non
andava ripetuta e si proseguive.“
– Fino ad ora la tua
carriera è stata caratterizzata dalla serie tv Il Trono di Spade,
una storia in costume, e anche alcuni film ambientati nel passato.
Ora sarai il Principe Azzurro di Cenerentola per Kenneth Branagh e
anche in questo film indossi costumi dei primi anni ’20. Perchè
scegli questi film in costume?
“Non è una cosa programmata
quella di lavorare in film ambientati nel passato.
Sono le sceneggiature che mi vengono proposte e
che mi sono arrivate. In questo film mi affascinava il fatto che le
persone dovessero controllarsi, dovessero tenersi le cose dentro,
un comportamento così diverso da quello di oggi così comunicativo
con Facebook e Twitter e tutto il resto.”
– Cosa ti affascinava in
particolare di questa scelta?
“Oggi c’è un grande accesso ai
sentimenti e alle persone, mentre c’è un modo molto diverso in
questo film di affrontare i sentimenti e il lavoro che ho fatto è
stato quello di imparare ad esprimere esperienze e sentimenti con
gli occhi. Questa capacità è molto importante sempre, per un
attore, e in tutte le epoche, e così ho avuto la possibilità di
esplorare diverse sfumature dei comportamenti umani che fino ad ora
non conoscevo.”
– Cosa ti senti di dire ai
giovani attori come te che vogliono imparare questo
mestiere?
“Non ho ancora molta esperienza
però un consiglio che posso dare è quello di leggere, leggere e
ancora leggere. Bisogna studiare in continuazione, imparare e
conoscere, arricchire il proprio bagaglio culturale ed emozionale,
questo ti rende un attore migliore“.
Vi ricordiamo che tutte le
notizie e le recensioni in anteprima dal Festival di Veneziale
trovate nel nostro speciale Venezia 70. Di seguito tutte
le foto nella nostra foto gallery
Solo ieri sera abbiamo
pubblicato il primo atteso trailer del nuovo remake di
Robocop (qui) e oggi arriva una carrellata di nuove foto
del film in cui vediamo gran parte del cast del film:
Tutte le altre foto:
[nggallery id=147]
Il film è al momento in
post-produzione, sarà prodotto dalla Strike Entertainment, dalla
MGM e dalla Columbia Pictures ed uscirà nelle sale il 7 Febbraio
2014 con un cast di tutto rilievo, composto, tra gli altri,
da Joel
Kinnaman, Abbie
Cornish, Gary
Oldman, Jackie
Earle Haley, Jay
Baruchel, Michael
Keaton, Samuel L.
JacksonMichael K.
Williams, Jay Baruchel, Jennifer
Ehle e Marianne Jean-Baptiste. Tutte le
info sul film nella nostra Scheda: RoboCop.
Trama: E’ l’anno 2028 e il
conglomerato multinazionale OmniCorp è al centro della tecnologia
dei robot. I loro droni stanno vincendo le guerre americane in
tutto il mondo e ora vogliono portare questa tecnologia sulle porte
di casa. Alex Murphy (Kinnaman) è un marito amorevole, padre e buon
poliziotto che fa del suo meglio per arginare l’ondata di
criminalità e la corruzione a Detroit. Dopo esser stato gravemente
ferito nella linea del dovere, la OmniCorp utilizza la sua notevole
conoscenza robotica per salvare la vita di Alex. Ritornerà per le
strade della sua amata città, con incredibili nuove abilità, ma con
dei problemi che un uomo normale non ha mai dovuto affrontare
prima.
E’ stata una delle star più
fotografate e chiacchierate alla settantesima edizione della
Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia e oggi
arriva una nuova immagine di Tom Hardy nei panni
di Mad Max nel prossimo atteso
Mad Max Fury Road. La foto arriva da
CS.net:
Nel cast di Mad Max
Fury Road ci sono anche Nicholas Hoult, Zoe
Kravitz, Riley Keough, Rosie Huntington-Whiteley, Hugh
Keays-Byrne e Nathan Jones. La pellicola
non ha ancora una data di uscita ufficiale. A dirigere la pellicola
è stato lo storico regista della serie, George
Miller, che ha anche scritto la sceneggiatura insieme a
Brendan McCarthy e Nico
Lathouris.
Durante un’intervista per presentare
il suo prossimo film Hell
Baby, l’attore comico
statunitense Rob Corddry (LoSpaccacuori) ha
recentemente palesato il suo desiderio di apparire nel comicmovie
Ant-Man diretto da
Edgar Wright.
Nonostante fossimo abituati a
vedere l’attore in ruoli più leggeri e scanzonati all’interno di
commedie irriverenti in cui lo stesso Corddry si è
ormai specializzato, le sue dichiarazioni lasciano intendere un
leggero cambio di rotta rispetto ai suoi canoni.
Voglio giocareil ruolo del
cattivo inAnt-Man. Ilcattivo inAnt-Man. Dilloal mondo!
La frase è stata pronunciata
durante un’intervista con Comic Book Resources e,
in base al tono dell’affermazione ed al fatto che non sono state
ancora emanate notizie di casting in merito all’argomento, si
potrebbe tranquillamente intuire che Corddry
stesse semplicemente giocando con il pubblico. Ciò non priva
comunque la news di un certo interesse, proprio a fronte della
lontananza del mondo dei cattivi Marvel dalle classiche
impersonificazioni dell’esperto commediante. Per cui, vederlo
fronteggiare il più piccolo supereroe della casa di Stan
Lee, potrebbe sicuramente rivelarsi un’occasione per
osservarlo fuori dagli schemi.
Si attendono dunque sviluppi
attorno all’esternazione dell’attore per vedere se il suo appello
verrà effettivamente preso in considerazione.
Annunciata al Comic Con di San
Diego 2012 dalla Marvel, la produzione del film
Ant-Man, diretto da Edgar
Wright, dovrebbe concludersi nel 2015 per la sceneggiatura
di Joe Cornish e dello stesso
Wright, giusto in tempo per permettere al
personaggio di fare il suo ingresso nella Fase 2 dell’universo
cinematografico targato Marvel.
Il Premio del Pubblico RaroVideo per
il miglior film della 28. Settimana Internazionale della Critica,
nell’ambito della 70. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
della Biennale di Venezia, è stato assegnato al film ZORAN, IL MIO
NIPOTE SCEMO di Matteo Oleotto.
Il premio, del
valore di 5.000 euro, sarà consegnato da Mimmo Calopresti oggi,
venerdì 6 settembre, alle ore 16.30 presso la Terrazza Maserati
all’Hotel Excelsior. Ritirerà il premio il regista Matteo
Oleotto.
Sarà presente
anche la delegazione del film di chiusura, fuori concorso, Las
Analfabetas di Moises Sepulveda con Paulina Garcia.
Sabato 7
settembre in Sala Casinò alle ore 11:30 è in programma la
proiezione aggiuntiva del film vincitore.
Vi ricordiamo che tutte le notizie e le recensioni in anteprima
dal Festival di Veneziale
trovate nel nostro speciale Venezia 70. Di seguito tutte
le foto nella nostra foto gallery
Ecco finalmente il Trailer originale
dell’atteso remake di Robocopche come sappiamo è diretto
da Jose Padilha e che vede protagonista
l’attore Joel
Kinnaman.
Tutte le altre foto:
[nggallery id=147]
Il film è al momento in
post-produzione, sarà prodotto dalla Strike Entertainment, dalla
MGM e dalla Columbia Pictures ed uscirà nelle sale il 7 Febbraio
2014 con un cast di tutto rilievo, composto, tra gli altri,
da Joel
Kinnaman, Abbie
Cornish, Gary
Oldman, Jackie
Earle Haley, Jay
Baruchel, Michael
Keaton, Samuel L.
JacksonMichael K.
Williams, Jay Baruchel, Jennifer
Ehle e Marianne Jean-Baptiste. Tutte le
info sul film nella nostra Scheda: RoboCop.
Trama: Continuano le avventure
di Thor, il più forte degli Avengers, che combatte per salvare la
terra e tutti i Nove Regni da un oscuro nemico che vuole dominare
l’universo. Thor lotta per ristabilire l’ordine tra i pianeti… ma
un’antica dinastia dominata dallo spietato Malekith minaccia di far
ripiombare l’universo nell’oscurità. Affrontato da un nemico a cui
nemmeno Odino e Asgard possono opporsi, Thor deve intraprendere
il viaggio più pericoloso ed introspettivo della sua
vita, che lo ricongiungerà con Jane Foster e lo obbligherà a
sacrificare tutto per salvare l’universo intero.
Jared Harris (Sherlok
Holmes – Gioco di Ombre) ha recentemente firmato un
contratto con la Warner Bros. al fine di
rivestire un ruolo da protagonista nel prossimo remake
dell’originale pellicola targata Metro Goldwyn
Mayer,Poltergeist.
Nel film Rosmarie
DeWitt e Sam Rockwell sono stati
incaricati di interpretare il ruolo dei coniugi Bowen, i genitori
di una sventurata ragazzina che sarà posseduta da oscure
forze paranormali. Jared Harris, secondo le
indiscrezioni del caso, interpreterà la figura di Carrigan: un ex
professore universitario attualmente impegnato con un nuovo lavoro
in una tv via cavo alla conduzione di una trasmissione intitolata
Pulitori di Case Infestate. Queste sono le ultime e
più interessanti notizie in merito alla produzione della pellicola
che vanta tra i produttori uno dei maestri dell’orrore, Sam
Raimi, che dopo aver recentemente portato nelle sale il
remake del suo originale LaCasa per la regia di Fede
Alvarez, si prepara ad offrirci la rivisitazione di
un’altro classico dell’horror.
GilKenandirigeràda una sceneggiatura diDavidLindsay–Abaire,
conSamRaimi(per l’appunto),
RobTaperte
RoyLeenel ruolo di
produttori. Al momento nessunprogramma di produzioneè stato ufficializzato.
JaredHarrisha interpretato di
recenteinShadowhunters,elo rivedremo
presto nel disaster-movie a tinte storiche diretto da Paul
W.S. Anderson, Pompei.
E’ il regista Bill
Condon, in diretta dal Toronto Film
Festival, ad annunciare via Deadline che dirigerà
Ian McKellen in A Slight Trick Of The
Mind, in cui l’attore interpreterà un anziano
Sherlock Holmes ormai ritiratosi a vita privata ma
ancora tormentato da un caso affrontato 50 anni prima.
La pellicola si baserà sul romanzo
omonimo di Mitch Cullin ambientato nel 1947. Nel
libro, l’ormai 93enne Sherlock Holmes, si gode il
proprio pensionamento in una lontana casa coloniale nel Sussex,
assieme a suo figlio e alla sua governante mentre è alle prese col
decrescente potere della sua mente. Nonostante egli si trovi al
crepuscolo della propria vita, proprio come le persone sono ancora
lì a chiedergli risposte, così Holmes rivisita un
caso del passato per dare a se stesso le risposte a domande
sull’amore, sulla vita e sui limiti della mente umana.
E così dopo il restauro fatto alla
figura dell’investigatore inglese di Baker Street attraverso le
fattezze di Robert Downey Jr. e la visione di
Guy Ritchie e dopo la versione moderna di
Benedicth Cumberbatch in Sherlock,
Hollywood da spazio anche alla versione senile dell’investigatore
con il più alto tasso di ingegno ed intelletto nella storia della
letteratura. In un’industria cinematografica sempre più a corto di
idee, il reciclo o lo sfruttamento fino all’osso di idee già
ampiamente sfuttate sembra ormai essere diventato una moda. Certo è
che, in attesa anche del terzo capitolo con protagonista
Downey Jr., l’idea di vedere Sir. Ian
McKellen nelle vesti di Holmes risulta essere accattivante
più che mai e desterà sicuro interesse anche da parte dei più
scettici. Non resta che attendere il via a questo progetto per
testarne la validità.
James Cameron è
senz’altro una delle maggiori autorità in circolazione quando si
parla di film ambientati nello spazio. Con
Aliens ed
Avatar ha spalancato le porte a dei veri
e propri universi ed è per questo che, se uno come lui dice che
Gravity sarà “il miglior film sullo
spazio mai fatto”, la notizia assume una certa rilevanza.
E’ stata la rivista
Variety ad incontrare il regista dopo l’esordio
della pellicola di Alfonso Cuaron al
Festival di Venezia e quando è stato interrogato
in merito ai suoi pensieri riguardanti il film, l’autore di
Titanic si è espresso con la massima
apostrofazione possibile.
Ero
sbalordito, assolutamente atterrito. Penso che sia la miglior
fotografia dello spazio mai fatta, penso che sia il miglior film
sullo spazio mai fatto ed è il film che io sono stato affamato di
vedere da lunghissimo tempo.
Non c’è dubbio che l’esperienza
nella fantascienza ed il suo know-how nell’apporto di nuove
tecnologie alla realizzazione di questo tipo di film, renda il
giudizio di Cameron insidacabile. E’ proprio
questo a rendere merito ad Alfonso Cuaron che ha
dovuto cimentarsi nell’uso di quegli apporti Hi-Tech che proprio lo
stesso Cameron ha contribuito a sviluppare e a far
evolvere nel corso della sua carriera (si ricordi come in epoche
cinematografiche diverse The Abyss, Terminator
2 ed Avatar abbiano
rappresentato veri e propri spartiacque nel campo degli effetti
visivi).
Nel frattempo le affermazioni di
James Cameron mettono sotto una nuova luce il
lavoro fatto da Cuaron e le stesse impressioni del
regista canadese sembrano essere confermate dall’entusiasmo del
pubblico che ha accompagnato l’anteprima del film a
Venezia. Per confermare il tutto, non ci resta che
attendere l’uscita di Gravity nelle
sale.
Gravity, il film
Il film si basa su una
sceneggiatura scritta da Alfonso Cuarón, Jonás
Cuarón, Rodrigo Garcia, mentre
la fotografia è curata da Emmanuel
Lubezki, che ha condotto un lavoro maniacale sulle
numerose sequenze realizzate completamente i CGI e riprese con la
tecnologia stereoscopica. Gravity uscirà
in America e in Italia, in 3D, il prossimo 4
ottobre.
Trama:
Sandra Bullock interpreta la dottoressa Ryan
Stone, un brillante ingegnere medico alla sua prima missione
sullo Shuttle, mentre Matt Kowalsky (George
Clooney) è un astronauta veterano al comando della sua
ultima missione prima del ritiro. Durante quella che sembra una
passeggiata nello spazio di routine, ecco che accade il
terribile incidente. Lo Shuttle viene distrutto e Stone
e Kovalsky rimangono a volteggiare nella più totale oscurità
completamente soli e attaccati l’uno all’altra. Il silenzio
assordante è la conferma della perdita definitiva di ogni contatto
con la Terra e, con esso, ogni speranza di essere salvati. La paura
si trasforma in panico e ogni boccata d’aria consuma il poco
ossigeno rimasto. Ma l’unica strada verso casa potrebbe
essere quella di spingersi ancora più lontano, nella terrificante
distesa dello spazio.
Un universo atemporale, storie
sospese e personaggi caratterristici sono i protagonisti di
Sacro GRA, documentario di
Gianfranco Rosi che racconta il Grande Raccorso
Anulare, la principale arteria che collega Roma alla rete stradale
italiana.
Vero nervo scoperto dei
frequentatori dell’autostrada e dei lavoratori che lo affrontano
ogni giorno in macchina, il GRA é in realtà depositario di una
realtà sommersa, una fetta di umanità ancorata al passato che
ristagna nel proprio brodo primordiale, eternamente immobile. Rosi
si approccia alle sue storie con lo spirito dell’osservatore, senza
sentire la necessità di raccontare e spiegare ció che vediamo.
L’umanità che ci propone il regista non ha un futuro ma sembra
nascere dallo stesso ciglio stradale lungo cui l’asfalto forma il
grande cerchio, l’anello di Saturno che separa l’interno
dall’esterno.
Donne che vivono di espedienti,
l’ultimo anguillaio dell’Aniene, persone in atesa di prendere posto
negli alloggi popolari loro assegnati di diritto, un uomo che
lavora sulle ambulanze, un principe: le persone che popolano la
strada si raccontano senza spiegarsi e forse per questo rimangono
ancor apiù in testa allo spettatore, proprio perché ne destano la
curiosità. A condurre il racconto, in senso esteso, c’è un
palmologo che conduce ogni giorno la sua battaglia contro il
punteruolo rosso che rischia di distruggere tutte le sue palme.
Rosi, così come il palmologo, ascolta il ronzio delle larve, delle
persone che brulicano instancabili e allo stesso tempo immobili
intorno al grande anello di Saturno.
Presentato in concorso al Festival
di Venezia 2013, Sacro GRA è un
documentario atipico e anarrativo che per la sua natura astratta
potrebbe affascinare anche il pubvlico internazionale.
Michel Gondry ritorna alla
regia in Mood Indigo – La schiuma dei giorni Colin
adattando il libro di Boris Vian, un classico della
letteratura francese, in cui ritrova le radici surrealistiche e
favolose che hanno segnato i suoi film più belli.
In Mood Indigo – La schiuma
dei giorni Colin, giovane ricco e idealista vive sognando
di incontrare il grande amore. Ad una festa il suo desiderio si
avvera e conosce Chloe una giovane donna che sembra l’incarnazione
della melodia di Duke Ellington, Mood Indigo. Si innamora e si
sposano ma, poco dopo le nozze la loro felicità si trasforma, Chloe
scopre di essere malata a causa di una ninfea che le cresce nei
polmoni.
Mood Indigo – La schiuma dei giorni,
il film
La sceneggiatura di Mood
Indigo – La schiuma dei giorni è costruita per richiamare
le diverse situazioni assurde e fantasiose, i personaggi si muovono
tra invenzioni e oggetti quasi animati di vita propria diventando
dei veri è propri protagonisti all’interno del film – come il
campanello/insetto – restituendo così un mondo bizzarro da
esplorare e conoscere grazie agli occhi di un ricco ma ingenuo
protagonista che vive di idee e d’arte. Gondry partendo da queste
basi, come un architetto, utilizza tutto ciò che gli consente la
regia per entrare in questa Parigi simile a un “Paese delle
meraviglie” sradicato dal suo tempo e collocandolo in un epoca non
definita, che richiama gli anni ’40 per la forte componente
jazzista e gli anni ’70 per le numerose lotte di contestazione. Per
inquadrare questo mondo e trasformarlo di pari passo al film,
utilizza tecniche quali la stop-motion, rallenty, reverse ma anche
diversi tipi di obiettivi, che insieme alla scenografia molto
complessa e dettagliata e a una fotografia studiata per passare da
brillante e vivace, fino a colori plumbei per arrivare ad un bianco
e nero opaco, fornisce al film quella grande continuità visiva e il
pathos necessario che nel cinema di Gondry riesce a catturare e
ammaliare lo spettatore.
Ciò in cui perde il film
Mood Indigo – La schiuma dei giorni è l’estrema
lunghezza nel citarsi e ribadire dei concetti già sviluppati,
interropendo così gli elementi trainanti del film con parentesi
collaterali, oppure con denunce molto delicate su tutte quelle
componenti reali e materiali, quali la violenza, i soldi e le
passioni smodate. Ci si allontana così da una storia il cui fulcro
è estremante delicato e intinto in numerose allegorie e simboli che
restituiscono una poetica davvero originale. Gli attori sono molto
bravi nell’interpretare le peculiarità dei loro personaggi
Romain Duris è un Colin che vive in un mondo incantato che
pian piano muta con il sopraggiungere della malattia di Cholé che
lo schiacciano e lo portano in una cruda realtà. Audrey
Tauou interpreta il personaggio che rievoca una gentilezza e
una delicatezza quasi fanciullesca, non avendo nessuna zona d’ombra
ed emanando una sorta di disarmante fragilità. Gad Elmaleh
ed Omar Sy contribuiscono in maniera opposta e con percorsi
inversi ad essere amici della coppia, nei loro drammi. E se il
primo diventa una vittima del sistema, il secondo sembra
sopravvivere per una forte componente morale.
Mood Indigo – La schiuma
dei giorni è una storia d’amore che esplora la perdita
della persona amata e contemporaneamente mostra una panoramica di
un passaggio insidioso, da un idillio a una sofferenza umana. Il
film viene attraversato da numerosi sentimenti che strutturano la
storia facendola diventare in alcuni punti leziosa e articolata,
perdendo di vista lo sviluppo originale, ossia, un ragazzo che si
innamora della sua anima gemella.
Come sappiamo la vincitrice
dell‘Oscar per la sua interpretazione ne
Il Lato Positivo, Jennifer
Lawrence, tornerà presto nelle sale nel ruolo della sexy
mutante Mystica nel prossimo X-Men –
Giorni Di Un Futuro Passato, ambientato nel 1970 e
per l’esattezza 10 anni dopo gli avvenimenti di X-Men –
L’inizio. Nel corso di una recente intervista
l’attice ha avuto modo di riferire che dovrà ancora una volta
spogliarsi e tingersi di blu per interpretare il ruolo, ma che di
volta in volta dovrà indossare alcuni vestiti tipici degli anni
’70.
Sarò di nuovo nuda, ma quando dovrò vestirmi indosserò degli
abiti anni 70. Li adoro!
La Lawrence ha
anche spiegato che in alcune scene dovrà indossare un’apposita tuta
invece di essere nuda dalla testa ai piedi e rivela che nel film
diretto da Bryan Singer troveremo una
Mystica molto cambiata nei suoi comportamenti.
Qualcosa nel look di Mystica sarà leggermente
diverso, anche se stiamo ancora usando la stessa vernice blu. Ma
anche lei sarà diversa in questo film. Nel primo stava lottando con
il suo aspetto, proprio come fanno un sacco di umani, quindi era
molto più vestita. Ma questa volta sarà Mutante e
Fiera.
Buone notizie dunque per i fan
della bella Jennifer, che potranno presto vedere
la loro beniamina più blu e sexy che mai.
Ci sono volute poco più di 24 ore
affinchè la notizia dell’addio al cinema da parte di Jack
Nicholson, emanata da Radar Online,
facesse il giro del mondo ed ora, senza dare nemmeno il tempo ai
sostenitori del settantaseienne attore americano di digerire la
notizia, arriva prontamente la smentita da parte di una fonte
interna alla NBC News. Ad interrompere le
speculazioni in merito agli ultimi aggiornamenti, secondo cui
Nicholson si sarebbe ritirato dalle scene poichè
anziano ed ormai incapace di ricordare le proprie battute, ci pensa
la giornalista Maria Shiver, evidenziando come
l’interprete di Shining e
Qualcuno Volò sul Nido del Cuculo non
avrebbe nessun tipo di problema legato alla memoria e che casomai
sarebbe assorto nella disperata ricerca di sceneggiature valide per
poter tornare presto sugli schermi.
Almeno per il momento il portavoce
ufficiale di Nicholson non ha ancora proferito
parola in merito al caso in questione ma, stando a quanto riportato
dalla NBC, i fan del pluripremiato e
pluricandidato interprete potranno trarre un sospiro di sollievo
dato che Jack sembrerebbe ancora in forze e pronto
a risalire in sella.
Interprete di Easy
Ryder, Shining, Qualcuno Volò Sul Nido Del Cuculo, Qualcosa è
Cambiato, The Departed (giusto per citarne alcuni) e
storico volto del Joker nel
Batman di Tim Burton, Jack
Nicholson vanta una straordinaria carriera che ha
cavalcato 50 anni di cinema, accompagnata da 3 premi
Oscar e dal record personale di essere l’attore di
sesso maschile che vanta il maggior numero di candidature da parte
dell‘Academy Awards.
Tra le sezioni più interessanti di
questa settantesima edizione della Mostra d’Arte cinematografica di
Venezia va certamente menzionata Venezia Classici,
dove troviamo il nuovo documentario del critico cinematografico
Marco Spagnoli, dedicato ad una delle figure più
importanti del panorama attoriale del secondo dopoguerra,
l’immortale Anna Magnani. Donne nel
mito Anna Magnani a Hollywood è il quinto
documentario diretto da Spagnoli che conferma la
freschezza di racconto già apprezzata nel precedente lavoro su
Giuliano Montaldo. Il film è un ritratto onesto e
toccante di una delle poche attrici italiane che hanno vinto un
oscar (per l’interpretazione nel film La rosa
tatuata) e si concentra sul periodo americano di
lavoro della Magnani, in cui riesce ad ottenere
anche una seconda nomination per Wild Is the
Wind, in cui recita al fianco di Anthony
Quinn.
La pellicola colpisce per la
genuinità di racconto con il quale il regista riesce a costruire un
affresco spontaneo attraverso le parole del figlio Luca, del press
agent italiano Enrico Lucherini, della biografa di Anna Magnani,
Matilde Hockhofler e di Caterina D’Amico, Preside della Scuola
Nazionale di Cinema,nonché figlia della leggendaria
sceneggiatrice Suso Cecchi D’Amico, grande amica di Anna
Magnani.
Prodotto da Diva Universal
Donne nel mito Anna Magnani a Hollywood
andrà in onda mercoledì 11 Settembre alle 20:50, in Prima TV su
Diva Universal (SKY – Canale 128).
Vi ricordiamo che tutte le notizie e le recensioni in anteprima
dal Festival di Veneziale
trovate nel nostro speciale Venezia 70. Di seguito tutte
le foto nella nostra foto gallery
Gianni Amelio
presenta al Festival di Venezia in concorso
L’intrepido, suo ultimo film interpretato
da splendido protagonista da Antonio Albanese.
Nel film Antonio
Albanese fa il “rimpiazzo”, ovvero un uomo senza lavoro
che ogni giorno si prende la briga di andare a sistituire qualcuno
che non può andare al suo, di lavoro. L’uomo quindi si ritrova a
fare il muratore, l’operaio, il tramviere, il cuoco, solo per
qualche ora al giorno, facendo tutti i giorni mestieri diversi,
lavorando tantissimo ed essendo in qualche modo felice, sereno e
appagato dalla sua vita. Si accontenta di poco, il nostro eroe, ma
i soldi non sono tutto nella vita: c’è il bisogno di tenersi in
forma, di non lasciarsi andare in un momento, come si dice, di
crisi buia. Attorno a lui ci sono il figlio, che fa il musicista,
fortunato perchè il suo lavoro è la sua passione, e poi Lucia, una
ragazza disillusa, triste e guardinga.
Amelio racconta uno spaccato di
realtà quotidiana reale, possibile, anche se eccede mettendo al
centro della storia un protagonista al limite della fantasia.
Albanese è la vera anima del film, un personaggio che si potrebbe
definire sia sciocco che ottimista, continuamente preso dalla vita
e dai suoi mille lavori, disposto a tutto tranne che a fare la cosa
sbagliata, desideroso di alzarsi ogni mattina per uno scopo. La
città di Milano è uno sfondo fin troppo concreto, e certamente
duro, tuttavia l’eroe, l’intrepido protagonista, riesce ad andare
avanti. Non lo fa però Amelio che realizza un film appena
sufficiente, che si regge solo sulla grande bravura del
protagonista ma che non dice niente di nuovo e niente di più.
Probablmente un messaggio nel film non c’è, c’è solo la voglia
di mostrare con un occhio diverso una situazione attuale fin troppo
tragica, ma l’intenzione non sempre basta e Amelio di ferma alla
superficie.
Sembra davvero inarrestabile
Benedict Cumberbatch. Dopo aver smentito le voci
che lo volevano tra i protagonisti di Star
Wars Episodio VII, arriva adesso la notizia,
diffusa da Deadline, che l’interprete della serie
tv Sherlock sarebbe in trattative per ricoprire il ruolo
principale nel film The Lost City of
Z.
Si tratta dell’adattamento
cinematografico dell’omonimo romanzo scritto nel 2009 da
David Grann (in Italia è stato pubblicato con il
titolo Z. La città perduta). Protagonista
del libro è Percy Fawcett, un esploratore inglese
esistito realmente, che scomparve misteriosamente nel 1925, durante
una spedizione nella foresta amazzonica. Secondo Deadline,
Cumberbatch dovrebbe interpretare il ruolo di Fawcett. La pellicola
sarà diretta da James Gray, regista di Two
Lovers e The Immigrant.
Prossimamente
vedremo Benedict Cumberbatch in ben
quattro pellicole: August – Osage
County di John
Wells, Lo Hobbit – La desolazione di
Smaugdi Peter
Jackson, 12 Years a
Slavedi Steve
McQueen e The Fifth
Estate di Bill Condon.
E’ stato diffuso online il trailer
di Runner Runner, film che vede
fronteggiarsi nel mondo del gioco d’azzardo Ben
Affleck e Justin
Timberlake. Eccolo di seguito.
Questo thriller d’azione tratto da
un romanzo di Dennis Lehane e prodotto,
tra gli altri, da Leonardo DiCaprio, racconta
le vicende di Richie Furst (Timberlake), un giovane studente di
Princeton che perderà tutti i suoi risparmi con il poker online,
finendo nelle mani dell’avido proprietario del sito Ivan Block
(Affleck); alla Arterton spetta il ruolo di Rebecca, la fidanzata
di Richie.
Runner
Runner uscirà in America il
prossimo 27 settembre, distribuito dalla
Twenty Century Fox. In Italia arriverà il
24 ottobre.
Uscirà nelle sale cinematografiche
italiane il prossimo 26 settembre. Di seguito
trovate il trailer e ben tre poster italiani di Sotto
assedio – White House Down, il nuovo action movie di
Roland Emmerich con protagonisti Channing
Tatum e Jamie Foxx.
Ricordiamo anche la trama di
Sotto assedio – White House
Down: l’agente della polizia di Washington
John Cale (Tatum), si vede negato il lavoro dei suoi sogni con i
Servizi Segreti per la protezione del Presidente James Sawyer
(Foxx). Non volendo deludere la sua bambina, John la porta a fare
una visita alla Casa Bianca, quando l’intero complesso viene preso
d’assalto da un gruppo armato paramilitare. Con il governo
nazionale nel caos ed il tempo che scorre inesorabile, ora sta a
Cale salvare il Presidente, sua figlia, e il Paese.
La Sony Pictures
Classics ha finalmente diffuso online il trailer ufficiale
di Kill Your Darlings, pellicola
di John Krokidas con
protagonisti Daniel
Radcliffe e Dane DeHaan. Il
film, presentato al Sundance Film Festival, concorre alla decima
edizione delle “Giornate degli Autori” in occasione
del Festival del Cinema di Venezia 2013. In Italia, verrà rilasciato il 17
ottobre con il titolo Giovani
ribelli – Kill Your Darlings.
Venezia 70 Giovani
ribelli Kill Your Darlings trailer
Kill Your
Darlings è ispirato alla storia vera di quattro
studenti della California University che, basandosi sulla “setta
dei poeti estinti” di Walt Whitman, decidono di infrangere le
regole di una delle più importanti università americane,
influenzando così a loro volta le generazioni a venire. Il resto
del cast include Jack Huston, Ben Foster, Michael C.
Hall, Elizabeth Olsen e Jennifer Jason
Leigh.