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Non buttiamoci giù Trailer del film con Aaron Paul

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Non buttiamoci giu-trailerPresentato in anteprima mondiale lunedì 10 febbraio al 64° Festival Internazionale del Cinema di Berlino sezione Berlinale Special, l’attesissimo Non buttiamoci giù, uscirà in Italia il 20 marzo distribuito da Notorious Pictures. Tratto dal best seller A Long Way Down di Nick Hornby. Ad interpretare la commedia diretta da Pascal Chaumeil, Pierce Brosnam, Aaron Paul, Imogen Poots, Toni Collette e Rosamund Pike. Ecco il Trailer: 

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Sinossi

Dal Best Seller di Nick Hornby (“About a Boy”, “Alta Fedeltà”), la storia di quattro sconosciuti che, durante la notte di Capodanno, si incontrano in cima al grattacielo più alto di Londra con lo stesso intento, ovvero quello di saltare giù. Questa coincidenza è talmente grottesca da farli desistere temporaneamente e stringere un patto: nessuno dei quattro si suiciderà per almeno 6 settimane, ma la notte di San Valentino si ritroveranno sullo stesso grattacielo per fare il punto della situazione sulle loro vite. Una commedia sull’amore, sull’amicizia e sull’importanza di avere qualcuno con cui condividere qualsiasi cosa, anche il tetto di un grattacielo…

 

Star Wars Episodio VII: data di inizio riprese

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star-wars-episodio-VII-1Arriva da Hitfix il rumors che rivela la possibile data di inizio riprese di Star Wars Episodio VII di J.J. Abrams. Secondo quando apprendiamo pare che la data sarà un giorno di metà Maggio e questo rumors sembra confermare le parole di qualche tempo fa dello stesso regista che ipotizzava questo periodo per l’inizio delle riprese.

Leggi anche: Star Wars Episodio VII Gary Oldman a bordo?

Inoltre, pare che tutto il cast sia ormai al completo e che nelle prossime settimane arriverà l’annuncio ufficiale della Disney.

Leggi anche: Star Wars Episodio VII: lo script è top secret

Vi ricordiamo che Star Wars Episodio VII uscirà al cinema nel 2015, per la regia di J.J. Abrams, basato su una sceneggiatura di J.J. Abrams e Lawrence Kasdan. Per tutte le notizie sulla nuova trilogia targata Disney vi segnaliamo il nostro speciale: Star Wars. La scheda del film: Star Wars: Episodio VII.

 

Il look Back di Darth Vader su facebook

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imagesCA1Z7276Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana… Così inizia una delle saghe più famose della storia del cinema. Una saga che non ha bisogno di presentazioni, una storia che parla dell’eterna lotta tra bene e male, con protagonisti eroi ed eroine, mostri e simpatiche creature.

Ed ecco arrivare anche il  look Back di Darth Vader su facebook:

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Anakin Skywalker, in seguito conosciuto col suo nome Sith Dart Fener, è il protagonista dell’intera saga di Guerre stellari, nonché, di conseguenza, uno degli unici quattro personaggi ad apparire in ognuno dei sei film della saga cinematografica (insieme a Obi-Wan Kenobi, C-3PO e R2-D2). Il nome originale nella versione inglese è Darth Vader.

Sotto una buona stella Carlo Verdone presenta il suo film

Sotto una buona stellaÈ stato presentata oggi al Savoy di Roma l’ultima fatica di Carlo Verdone, Sotto una buona stella. Insieme al regista hanno partecipato alla conferenza stampa la co-protagonista Paola Cortellesi, Tea Falco, Lorenzo Richelmy, Eleonora Sergio, i produttori Aurelio e Luigi De Laurentiis e gli sceneggiatori Pasquale Plastino, Gabriele Pignotta e Maruska Albertazzi.

A Carlo Verdone.

Dove è nata l’idea, l’ispirazione per questo film?

Questo film ha avuto un parto molto lungo. È durato di più nell’ideazione e nella soggettazione, mentre nella sceneggiatura è stato abbastanza fluido, ma per trovare l’idea francamente abbiamo lavorato molto; mi ha ricordato un po’ Borotalco per il quale per trovare il soggetto impiegai la bellezza di dodici mesi. Inizialmente non riuscivamo a trovare un accordo con il produttore, una cosa piaceva a me, ma lasciava perplessi Aurelio e Luigi, così abbiamo esplorato altre storie. Alla fine, quando eravamo stremati, Pasquale Plastino si è ricordato di un bel plot iniziale che scrivemmo addirittura prima ancora di Posti in piedi in Paradiso, era una paginetta piena di appunti, che ricordava la prima parte di questo film: ancora non era delineato il personaggio della vicina di casa, c’erano due figli, c’era il personaggio interpretato da Eleonora Sergio (la compagna più giovane del protagonista, nda), mancavano qua e là delle cose, però come inizio era interessante. Abbiamo buttato giù con una certa facilità il soggetto e finalmente, deo gratias, abbiamo trovato un accordo comune (con Aurelio De Laurentiis, nda), perché iniziare un film con un produttore che ti dice “Se lo vuoi fa’, fallo”, io non lo faccio, perché significa partire con uno stato depressivo terribile. (ride)

Cos’è per te questo film?

Per me è un film di stampo prettamente teatrale, anche se ha delle aperture, però si svolge principalmente in due ambienti, girati a Cinecittà. Sono molto contento di aver girato lì, ringrazio Aurelio e Luigi che mi hanno dato la possibilità di essere una troupe che ha portato un po’ di lavoro e spero che altri possano seguire il mio esempio, perché vale la pena sfruttare le bravissime maestranze. A un certo punto è diventato un film il cui tema era delle persone alla ricerca di affetto, di solidarietà, di un abbraccio; quindi siamo partiti da questa famiglia dissestata ed è uscito fuori uno sfondo generazionale, perlomeno nella prima parte, poi la commedia si apre con l’arrivo del personaggio di Paola. È un film un po’ sulle solitudini che però alla fine trovano in qualche modo la luce di una buona stella per rimettersi in gioco. È un film che osserva un po’ la realtà, le fragilità di questo momento, però la nostra abilità di scrittori e anche quella mia di regista è stata quella di incanalare con molto senso della misura e delicatezza questi argomenti, che sembrerebbero da film serio, nel percorso di una commedia. Spero di esserci riuscito.

Questa, secondo me, è la migliore troupe che io abbia mai avuto. Sulla carta sembrava un film abbastanza semplice, in realtà era pieno di tranelli, bisognava avere misura ed equilibrio in tutto. Devo dire un grazie non solo a tutti quelli che hanno collaborato a questo film, in primis agli attori, ma anche a Ennio Guarnieri, il direttore della fotografia, che mi ha veramente stimolato, è stato un alleato preziosissimo, lui che è un veterano è stato il più veloce di tutti noi e questo mi ha aiutato molto. Un grazie anche al montatore, a tutti, perché avevamo davvero poco tempo; io ho cominciato addirittura il 14 di ottobre e sembrava quasi fantascienza dopodomani, come si fa. Abbiamo lavorato in edizione fino a 13, 14 ore al giorno, fino a perdere il filo del film perché a un certo punto io non sapevo più che film avevo fatto; questo capita spesso a un regista che sta tutte quelle ore a vedere continuamente un film.

Puoi parlarci del cast?

Io sono molto felice di aver avuto una grandissima interprete come Paola, non era per me una sorpresa perché lei è un’attrice assolutamente in ascesa, sempre più sicura e abile con portare con naturalezza il suo personaggio, dà veramente tanta verità, tanta umanità; con lei in particolare ho trovato un bel feeling dal punto di vista dei tempi recitativi, non ho faticato nel dirigerla, era già nella parte. Ha l’arte di nascondere l’arte. Tea, una splendida scoperta di Bertolucci, è stata in qualche modo l’accento astratto del film perché rispecchia questo modo di essere dei giovani; ha un primo piano molto particolare e dei tempi tutti suoi, però è qui la sua originalità. Lorenzo idem, ha un grande viso, dei bellissimi tempi, sono entrambi due ragazzi secondo me destinati ad avere un buon successo. Eleonora è mia amica da tempo, ma non avevamo mai avuto la possibilità di lavorare insieme, anche lei ha dato tanta energia nonostante il ruolo ingrato.

Qual è stata la difficoltà nel far ridere partendo da temi sui quali non c’era proprio niente da ridere.

Questa è una grossa sfida, io francamente se non osservassi la realtà e certi dettagli non molto positivi in questi ultimi anni non saprei più che raccontare. Io sono un osservatore della realtà, sono un pedinatore di italiani, leggo, tante idee spesso vengono dalla lettura di un quotidiano. Io devo raccontare il tempo che sto vivendo e quindi non possono non mettere certe emergenze che ci sono in questo momento e convogliarle in un discorso di commedia; è molto difficile, l’errore è a portata di mano e ci vuole un equilibrio terribile, molto delicato, frutto della concentrazione di regista e sceneggiatori durante la stesura del copione. Io senza realtà non so lavorare.

Sotto una buona stella posterA Paola Cortellesi.

Com’è Verdone nel ruolo di regista?

Come prevedibile, non desideravo altro che lavorare con Carlo, da sempre, è stato ancora più bello di come me lo aspettavo. Conoscevo Carlo da tempo, mi aveva fatto simpaticamente una promessa, pubblicamente, e l’ha mantenuta; insomma, pensavo veramente che fosse una battuta, un complimento carino fatto sul momento e mi sarebbe bastato. Carlo è una mia fonte d’ispirazione, per chi si dedicata a un certo tipo di registro il maestro è Carlo Verdone. Lavorare con lui è stato facile, come lavorassimo insieme da anni; poi, come piace a me, Carlo è molto rigoroso, perché anche per far le cose più divertenti, più pazze ci vuole serietà, soprattutto quando il regista è anche l’interprete principale. C’è bisogno di una grande disciplina, questo Carlo te lo assicura, però in più c’è anche il tempo di giocare, di lavorare in grande rilassatezza. Un ambiente ideale, lo consiglio a tutti. (ride)

A Verdone.

Questa ricerca d’affetto è autobiografica o puramente finzione?

Fortunatamente non c’è nulla di autobiografico, per carità, facciamo le corna. Mi sono ispirato a situazioni che purtroppo vivono tante persone che conosco, tanti amici, sono situazioni presenti in molte famiglie. Più incontro le persone, i ragazzi, più sento che c’è grande bisogno di affetto, di protezione; l’abbiamo visto con i ragazzi che abbiamo preso con noi sul set, ragazzi dai 26 ai 29 anni, erano felici, hanno dato il massimo. Lo stesso Guarnieri ha voluto dei giovani accanto a lui, anche in settori delicati, come la correzione del colore, gli assistenti alla macchina, nei costumi, nella scenografia; abbiamo dato molte opportunità e si sono dimostrati tutti estremamente validi ed efficaci, e questa è una cosa che fa molto piacere. È un film fatto da veterani, ma pieno pieno di giovani. Il primo giorno se la facevano sotto, Ennio è stato anche molto severo, ha detto che li doveva preparare, però alla fine si sono affidati a me, a lui e agli altri.

Ad Aurelio De Laurentiis.

Temete lo sbarco di George Clooney e compagnia nello stesso vostro giorno d’uscita?

Sono due film completamente antitetici, quindi c’è spazio per tutti. Ho letto che in Europa occidentale c’è stata una perdita di spettatori, tranne che in Italia, Russia e Ungheria; credo che questo freno a un’emorragia continua di spettatori sia dovuto anche a una presenza di commedia, che in Italia nasce dal dramma, è sempre così dagli anni ’60 in poi.

A Carlo.

Rispetto alla prima parte della tua carriera si è passati da personaggi che avevano percorsi paralleli, spesso anche a due o tre storie divise nello stesso film, a film in cui il collettivo è essenziale, soprattutto collettivi estemporanei, come Io, loro e Lara e Posti in piedi in Paradiso. Questa differenziazione la senti anche tu?

Inizio col dire che non mi sarei mai aspettato di durare così tanto, quindi cerco di andare avanti con onestà ma anche di non dare mai al pubblico la stessa cosa. Ogni tanto sono tornato indietro per fare cose che avevo voglia di fare, ma sapevo che era l’ultima volta sennò avrei rischiato il patetismo. Vedi, io sono partito prima dai personaggi, ho costruito le storie sui personaggi (il bullo, il candido, il coatto), poi a un certo punto ho capito che avevo dato tutto e mi sono ricordavo della grande lezione che fu per me Compagni di Scuola. Inizia quel film nel peggiore dei modi, ricevetti dal produttore Mario Cecchi Gori il copione in faccia, mi disse che avremmo preso pizze da tutti perché non c’era un protagonista, eravamo in diciotto, non si sapeva dove si rideva, però a tutt’oggi è uno dei miei migliori ed era un film corale. È chiaro che più vado avanti e più ho bisogno di lavorare con altri attori, soprattutto con i giovani perché mi danno forza, carica, stupore. Io do la mia esperienza, però anch’io mi metto in gioco sulla parte che adesso la mia maschera può dare, non posso interpretare delle cose che non posso più fare, mi devo adattare a delle cose che posso fare. In questa fase qua la commedia più congeniale è quella corale.

Hai in animo di dirigere un film solamente da regista, magari per sfruttare meglio la tua vena malinconica?

(Interviene Aurelio De Laurentiis) Abbiamo un contratto che contempla anche questo.

Comunque, io sono pronto per fare un film come regista e sono anche pronto, perché no se capiterà l’occasione, per una prova d’attore non in una commedia com’è successo ne La Grande Bellezza. Insomma, ho l’età giusta per poter fare queste cose, però è chiaro, io nasco nella commedia e finirò nella commedia, perché è la mia specialità.

Cosa ci dici della tua voce fuori campo?

È la prima volta, anche se l’avevo utilizzata in Maledetto il giorno che ti ho incontrato, non mi era venuta bene una cosa allora ho usato la voce fuori campo. Stavolta, invece, è stata un’idea di Plastino di metterla proprio per accelerare un po’ il film e arrivare velocemente al punto d’incontro con Paola e di scontro con i figli. Io l’ho sposata subito, certe volte mi sembrava un po’ lunga, poi è andata nel migliori dei modi. È la prima volta che la uso e mi sono trovato bene, però bisogna stare attenti perché ci sono dei registi che abusano della voce fuori campo.

Prendendo spunto da una domanda, Verdone, Falchi, Richelmy e Aurelio De Laurentiis ci offrono in dieci minuti le loro diverse opinioni socio-politiche sul futuro precario o quasi inesistente dei giovani in Italia e sulla loro frequente fuga all’estero. Solo verso la fine della conferenza viene strappata qualche risata; si parla di poesia e del Festival di Castel Porziano nel ’79 e si fa qualche battuta sulla semifinale di ritorno di domani sera tra la squadra di De Laurentiis, il Napoli, e quella di Verdone, la Roma.

Con 750 copie Sotto una buona stella sarà in sala da giovedì 13 febbraio.

 

Under the Skin: trailer ufficiale con Scarlett Johansson

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Ecco finalmente il trailer ufficiale di Under the Skin, il film che vede protagonista Scarlett Johansson nei panni di una sexy e letale aliena. Il film è stato presentato in concorso alla 7oesima edizione della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia ed è diretto da Jonathan Glazer. Il film è un adattamento dell’omonimo romanzo di Michel Faber (in Italia edito da Einaudi con il titolo Sotto la pelle).

Ecco un nuovo teaser del film:

Il film Under the Skin

Under the Skin vede Scarlett Johansson nel ruolo di Isserley, un’aliena che percorre le autostrade deserte a caccia di prede umane, sfruttando la sua bellezza come esca. Isserley avrà modo di conoscere e apprezzare la natura degli uomini e delle donne e mettere così in dubbio la propria identità e origine aliena.

Nel cast oltre alla protagonista femminile anche gli attori Antonia Campbell-Hughes, Paul Brannigan, Krystof Hadek, Robert J. Goodwin, Scott Dymond, Michael Moreland, Jessica Mance e Jeremy McWilliams. Under the Skin non ha ancora una data d’uscita in Italia e non ha avuto una buona accoglienza alla Mostra.

Fonte: Variety

Addio a Valeria De Franciscis, debuttò a 85 anni

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Valeria De Franciscis(foto di Claudio Iannone)Aveva 98 anni e faceva l’attrice, almeno negli ultimi nove anni di vita. Valeria De Franciscis aveva debuttatoper divertimento, con quell’ironia signorile che la contraddistingueva, nel terzo film di Matteo Garrone, Estate romana, e poi aveva avuto la sua grande occasione con Gianni Di Gregorio in Il Pranzo di Ferragosto. Per la sua interpretazione fu premiata al Batik Film Festival di Perugia come miglior attrice esordiente e vinse il premio Sosterzio d’Argento. Nel 2009 ha partecipato invece al film I mostri oggi di Enrico Oldoini. Sempre con Di Gregorio aveva ripreso il ruolo della “mamma” in Gianni e le Donne film per il quale riceve una candidatura ai David di Donatello, riconoscimento che vince diventando la più anziana attrice a vincere il premio, a 96 anni.

Monuments Men: recensione del film di e con George Clooney

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Tratto dal libro “Monuments Men. Eroi alleati, ladri nazisti e la più grande caccia al tesoro della storia”  di Robert M. Edsel, George Clooney rimuove quei toni più cinici e seriosi che avevano contraddistinto i suoi ottimi ultimi film da regista (Good Night, and Good Luck e Le Idi di Marzo) per cercare un alchimia tra le sue star che renda la confezione divertente, appetibile e al servizio di un messaggio nobile; il gioco funziona ma non sempre è efficace o duraturo ed è proprio quando si vedono queste lacune che ci si accorge di quanto il film Monuments Men sia allungato e non curato quanto dovrebbe.

In Monuments Men durante la seconda guerra mondiale un gruppo di atipici “soldati” (scultori, direttori di musei, imprenditori ecc) ottiene il permesso dal governo americano per organizzare una spedizione che rintracci e porti in salvo le opere d’arte trafugate dai nazisti, opere che poi sarebbero passate sotto il giudizio del Fuhrer per essere approvate e inserite nel grande museo del Reich a Berlino o bruciate perché non considerate degne (e parliamo di Picasso, Dali, Klimt e molti altri). Per molti membri dei Monuments Men questa sarà un’occasione per riscattare una vita o renderla memorabile, mettendo la propria vita al servizio dell‘arte e salvando così il patrimonio culturale di un intero continente.

Monuments Men, comicità a suon di opere

Matt Damon e Cate Blanchett in Monuments Men (2014)
Foto di Claudette Barius – © 2013 – Columbia Pictures Industries, Inc. and Twentieth Century Fox Film Corporation.

La sceneggiatura in particolare è il punto focale di tutta l’operazione; scritta a quattro mani proprio da Clooney e dall’amico fraterno Grant Heslov (vincitore dell’Oscar per Argo come produttore con Clooney, e nominato alla statuetta dorata altre volte grazie proprio a Le Idi di Marzo e Good Night, and Good Luck) la scrittura ha un certo grado di discontinuità e poca uniformità nel raccontare le vicende, dislocando a coppie i suoi protagonisti (che funzionano meglio quando invece sono uniti), alternando momenti (poco) drammatici, umoristici e lasciando cadere qua e là qualche goccia di flirt rosa.

Nonostante questo, il cast merita una menzione a parte, se Cate Blanchett è come sempre ottima e affascinante, più sopra le righe vi sono John Goodman e Bill Murray, a loro sono affidati i momenti più divertenti e iconici. Svolgono bene il compito Matt Damon (molto efficace il siparietto sul suo francese), Bob Balaban e Jean Dujardin, mentre fra tutti il più sottotono sembra proprio George Clooney. Accompagna le vicende la colonna sonora del plurinominato Alexandre Desplat con un componimento molto variegato che, per quanto riesca ad essere un abito perfetto per quello che viene mostrato sullo schermo, a volte tende ad enfatizzare troppo certe situazioni.

Bill Murray e Bob Balaban in Monuments Men (2014)
Foto di Claudette Barius – © 2013 – Columbia Pictures Industries, Inc. and Twentieth Century Fox Film Corporation.

La sensazione finale che ti lascia Monuments Men è quella che Clooney abbia girato un film tra amici, in cui si nota un certo divertimento e affiatamento tra tutti i membri, ma che eccede nello sdrammatizzare i fatti e risponde vagamente alla (valida) domanda che ricorre per tutta la pellicola: conta di più la difesa della cultura o il sacrificio di una vita umana?

Hansel & Gretel e la Strega della Foresta Nera: recensione

Hansel & Gretel e la Strega della Foresta Nera è un progetto horror low budget, diretto da Duane Journey, che riprende i nomi dei personaggi del racconto solo per mere ragioni commerciali, poiché a parte alcuni riferimenti c’è veramente poco in comune con la fiaba di Hansel & Gretel dei fratelli Grimm.

Per prima cosa dimenticate la vecchia fiaba per i bambini. Che le fiabe siano oggetto di trasposizioni moderne non è certo una novità, quindi perché meravigliarsi del fatto che la strega di Hansel e Gretel ormai non attiri più i ragazzini con caramelle e leccornie varie ma con erba? Già protagonisti nel 2013 in un film in cui, cresciuti, davano la caccia alle streghe, Hansel e Gretel tornano con una versione attualizzata e infedele, a parte qualche riferimento, della fiaba dei fratelli Grimm dove diventano dei teenager di Pasadena.

È praticamente un teen slasher, con qualche sprizzo di vago torture porn, questo adattamento di Hansel & Gretel – il terzo arrivato al cinema solo nel 2013 (Hansel & Gretel – Cacciatori di Streghe e Asylum, inedito in Italia), in cui praticamente la protagonista principale è Gretel, mentre Hansel sembra quasi farle da spalla, entrando in scena praticamente solo nel finale.

Forse con intenti provocatori il regista Duane Journey inonda la scena con sangue, carne e tessuti umani delle vittime prese prigioniere, e l’idea di partenza non è male, l’idea di trasformare una favola per bambini in un horror in chiave moderna è veramente buona, ma dopo una partenza promettente, Hansel e Gretel e la Strega della Foresta Nera si limita a mettere in scena l’antico canovaccio, con una trama esile e scontata, riproponendo luoghi comuni, cliché e un repertorio vastissimo di stereotipi, tra i quali anche la componente demenziale dei vari Scary Movie, con effetti che, per quanto ben fatti, appesantiscono e basta la trama, ottenendo solo una perdita di pazienza da parte dello spettatore; un horror molto leggero insomma che non riesce a spaventare o ad impressionare, nonostante non ci sia niente di risparmiato, ma neanche a divertire, se questo era l’intento.

Unica nota positiva: l’interpretazione di Lara Flynn Boyle (I Segreti di Twin Peaks, Men in Black II) che riesce a donare al personaggio della strega quella dose giusta di autoironia; dispiace vedere Cary Elwes (Robin Hood – Un Uomo in Calzamaglia, Saw) in un ruolo di secondaria importanza, mentre un velo pietoso è da stendere sulle interpretazioni dei due protagonisti, Michael Welch (Twilight) e Molly C. Quinn (Castle), al punto che nel finale il tifo va inevitabilmente alla perfida strega.

Distribuita dalla Adler, questa fiaba horror dai risvolti inevitabilmente comici, è nelle sale italiane dal 6 febbraio. Sconsigliato ai deboli di stomaco.

Bambino reagisce al volo di Superman in Man of Steel

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L’ultimo film di Superman, L’Uomo d’Acciaio di Zack Snyder ha diviso molti fan ma una cosa è certa, ha entusiasmato un bambino di sedici mesi che reagisce così alle sequenze di volo di Henry Cavill nei panni del supereroe DC Entertainment. 

Leggi anche: L’Uomo d’Acciaio: tutti gli sbagli in un video

Il video è stato pubblicato dalla famiglia e ripreso da DIGG:

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Leggi anche: Batman vs Superman: Zack Snyder parla di Ben Affleck e del film

SupermanL’uomo d’Acciaio è diventato, con 263 milioni di incasso, il migliore incasso di un reboot di un cinefumetto al box office, dopo aver superato The Amazing Spider-man (262 milioni).

Vi ricordiamo che L’uomo d’Acciaio è uscito negli USA il 14 giugno 2013, e da noi il 20 giungo. Nel cast oltre a Henry Cavill e Russell Crowe ci sono anche ,  L’uomo d’Acciaio è diretto da Zack Snyder.

Tutte le info utili nella nostra Scheda Film: L’uomo d’Acciaio. Tutte le news nel nostro speciale: Superman: Man of steel

Di seguito la foto gallery completa del film:

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Oscar 2014: Idina Menzel canterà Let It Go

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Inizia a definirsi il programma dell’attesissima Notte degli Oscar 2014, e infatti oggi arriva la conferma che uno delle performance canore della serata sarà quella di Idina Menzel  che canterà Let It Go, la canzone di Frozen Il regno di ghiaccio. Come molti di voi sapranno il brano è anche candidato nella categoria Miglior Canzone. Il brano è stato scritto da  Robert Lopez e Kristen Anderson-Lopez e sarà cantato live da Idina Menzel.

Leggi anche: Frozen Il regno di ghiaccio Let it go in 25 lingue

Vi ricordiamo che la cerimonia degli Oscar si terrà il  prossimo 2 marzo presso il Dolby Theatre e, in contemporanea, sarà trasmessa dal Network Televisivo ABC.

Monuments Men: 5 Clip del film di George Clooney

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Il 13 febbraio 2014 arriverà in Italia, distribuito dalla Twentieth Century Fox, Monuments Men, il nuovo film interpretato e diretto da George Clooney, con un cast d’eccezione: Matt Damon, Bill Murray, Cate Blanchett, John Goodman e Jean Dujardin. Ecco cinque clip del film

Leggi anche The Monuments Men: Foto della premiere a Milano 

Ispirato alla storia vera della più grande caccia al tesoro di tutti i tempi, MONUMENTS MEN è un film d’azione che racconta la vicenda di un gruppo di sette soldati, non più giovani e non più tanto in forma, composto da direttori di museo, curatori, artisti, architetti e storici dell’arte che, durante la seconda guerra mondiale, raggiunsero le linee del fronte per recuperare i capolavori artistici trafugati dai nazisti e restituirli ai legittimi proprietari. Considerando che le opere d’arte erano in territorio nemico, come potevano questi uomini sperare di riuscire nell’impresa? E tuttavia, quando si trovarono coinvolti in una gara contro il tempo per evitare la distruzione di un patrimonio artistico millenario, tutti i Monuments Men misero in gioco la vita per proteggere e difendere i grandi tesori dell’umanità.

Casting Avengers: una speranza per i non residenti in Valle d’Aosta

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Dopo l’annuncio delle date di apertura dei casting per le comparse italiane di The Avengers Age of Ultron, ecco arrivare altre novità in merito, direttamente dalla pagina ufficiale Facebook del Forte di Bard, location scelta dalla produzione Marvel.

Ecco cosa si legge sulla pagina:

casting avengersCasting Avengers: si precisa che ogni scelta in merito ai casting è effettuata dalla Produzione che allo stato ha prediletto, per motivi logistici legati alla complessità delle riprese, comparse residenti il più vicino possibile alle location e quindi più facilmente reperibili e gestibili. La Produzione non esclude una seconda fase di casting che potranno essere aperti anche a non residenti in Valle d’Aosta. Ogni altra valutazine è destituita di fondamento.

Ovviamente si trata di una flebile speranza per coloro che non risiedono nella Regione più piccola d’Italia, tuttavia è già tanto per i moltissimi fan che erano intenzionati a partire per la Valle d’Aosta.

The Avengers Age of Ultron uscirà nelle sale cinematografiche di tutto il mondo l’ 1 maggio 2015. La regia è affidata ancora una volta a Joss Whedon, mentre la sceneggiatura sarà tratta dal lavoro di Jack Kirby e Stan Lee.

Gli interpreti principali di The Avengers Age of Ultron restano quelli del primo episodio:  Scarlett Johansson (vedova nera), Chris Hemsworth (Thor), Samuel L. Jackson (Fury), Robert Downey Jr (IronMan), Chris Evans (Capitan America) e Mark Ruffalo (Hulk), Jeremy Renner (Occhio di Falco).

Morta Shirley Temple, per tutti era Riccioli d’Oro

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Morta Shirley templeMorta Shirley Temple, la straordinaria bambina prodigio che rimarrà per sempre nella memoria di tutti come Riccioli d’Oro. L’attrice aveva 85 anni e oltre ad una lunghissima carriera come attrice, la Temple era anche stata ambasciatrice dell’Onu per gli Usa, dirante l’amministrazione Raegan.

A fine anni ’60 infatti intreprese la carriera politica, candidandosi al Congresso degli Stati Uniti per il Partito Repubblicano. Ma la sua carriera cinematografica è quella che l’ha fatto rimanere nella storia della settima arte. Esordisce a quattro anni nel primo lungometraggio, e da lì in poi per tutta la sua infanzia ed adolescenza, la sua carriera è stata una continua scalata al successo. Nel 1935 è arrivato Riccioli d’Oro e da quel momento in poi la Temple è rimasta ‘in parte’, praticamente per tutta la sua carriera sul grande schermo. Proprio quell’anno arrivò un premio Oscar, per riconoscerle il suo contributo all’industria cinematografica nell’anno precedente.

Nel 2006, un’altra bambina prodigio, Dakota Fanning, presentò in occasione degli Screen Actors Guild Awards, il premio alla carriera che le venne consegnato in riconoscimento di una vita passata davanti alla macchina da presa.

Ecco il video di quella emozionante cerimonia:

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The Humbling: Iervolino e Bacardi producono Al Pacino

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The HumblingAndrea Iervolino e Monika Bacardi producono i due premi Oscar Al Pacino e Barry Levinson. Dopo più di 40 anni da Serpico, Al Pacino partecipa nuovamente ad un film con due coproduttori italiani. Stanno per terminare a New York  le riprese di  The Humbling, film di Barry Levinson, che vede protagonisti  Al Pacino e Kyra Sedgwick. Il film  è coprodotto da Andrea Iervolino e Monika Bacardi, fondatori della Ambi Pictures. The Humbling  racconta una storia incentrata sul rapporto sessuale (e non) tra un vecchio attore suicida e una donna molto più giovane. Oltre ad Al Pacino il cast stellare è composto da Mandy Patinkin , Greta Gerwig, Louise Trenner, Dianne Wiest e Charles Grodin.

The Humbling è il secondo film internazionale in fase di produzione per Ambi Pictures, dopo Sights Of Death, di cui sono appena terminate le riprese a Roma.

Jack Black e James Marsden in D-Train

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Jack Black e James Marsden sono stati ingaggiati per recitare nella commedia D-Train, il cui script è stato ideato da Mike White che per Black aveva già sceneggiato School of Rock e Nacho Libre.

Alla regia di questo film ci saranno Jarrad Paul e Andrew Mogel,famosi al grande pubblico per la sceneggiatura di Yes Man; i due racconteranno una storia che vede Black presidente di un comitato per ricevere l’onorificenza di studente più popolare durante la cerimonia di ritrovo per i 20 anni delle scuole superiori,ma presumibilmente non tutto andrà per il verso giusto.

Fonte: Comingsoon.Net

San Carlo presenta le nuove Rustiche

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san carloMentre i vari talent che valorizzano le doti artistiche dei concorrenti stanno cominciando a perdere l’appeal sul pubblico, le trasmissioni che invece mettono in gioco le doti culinarie dei protagonisti stanno prendendo sempre più piede in Italia e in tutto il mondo.

Deve aver pensato proprio a questo la San Carlo, quando ha deciso di realizzare un nuovo spot per promuovere le nuove Rustiche, quelle patatine ondulate e croccanti che ai buffet delle feste sono le prime a finire!

La San Carlo infatti propone delle pubblicità in cui il gusto delle patatine, in un formato più spesso, largo e croccante, viene messo in risalto in cucina. I gourmet di turno saranno appena rabbrividiti! Eppure l’idea funziona: le nuove rustiche sono un’ottima base per tartine o accompagnamento per pietanze al forno, croccanti e gustose.

Per realizzare gli spot, pensato sotto forma di gara di cucina, la San Carlo si è avvalsa della partecipazione di Roberto Valbuzzi, l’affascinante chef che coniuga nel suo lavoro moda e cucina. In una recente intervista alla Milano Food Week, Valbuzzi ha dichiarato che l’errore più grande che possa mai commettere uno chef è quello di essere presuntuoso: “Credo che l’umiltà sia il punto di partenza di una buona cucina”. E lo dimostra lui stesso, aprendo la sua cucina alle patatine San Carlo. Negli spot di seguito ci da qualche consiglio gustoso e innovativo per esaltare il sapore dei nostri piatti con l’accompagnamento delle Rustiche San Carlo!

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The Double trailer del film con Jesse Eisenberg

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jesse-eisenberg

 

Magnolia Pictures ha pubblicato online il trailer di The Double di Richard Ayoade che vede protagonisti il novello Lex Luthor Jesse Eisenberg e Mia Wasikowska.
Il film, liberamente ispirato al racconto di Fedor Dostoevskij, racconta di Simon, un uomo isolato, timido, che ha trascurato il lavoro,è disprezzato dalla madre e ignorato dalla donna dei suoi sogni.
L’arrivo del un nuovo collega James servirà a sconvolgere gli equilibri,infatti l’uomo è fisicamente identico a Simon ma al contrario di questo è carismatico, fiducioso e sa parlare alle donne.
Così giorno dopo giorno Simon si accorge che James lo sta rimpiazzando nella vita di tutti i giorni.
Il film scritto da Avi Korine (Mister Lonely) e prodotto tra gli altri da Michael Caine, include nel cast anche Sally Hawkins, Paddy Constantine, James Fox e Yasmin Paige.
Di seguito trovate poster e trailer di The Double

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The_Double

Fonte: Comingsoon.net

La CNN spoilera il Miglior attore protagonista agli Oscar?

Miglior attore protagonista

ACADEMY AWARDS

TO

LEONARDO DICAPRIO

BEST PERFORMANCE BY AN

ACTOR IN A LEADING ROLE

“THE WOLF OF WALL STREET”

2013

Sono queste le parole che campeggiano su una targa, di quelle che si fissano poi sulla base della statuetta degli Oscar, che la CNN ha ripreso e mandato in onda, generando poi un tam tam di elettrizzati fan che erano finalmente soddisfatti dal sapere che il prezioso riconoscimento sarebbe andato a Leonardo DiCaprio il prossimo 2 marzo durante la serata di premiazione degli Academy Awards al Dolby Theatre per la categoria Miglior attore protagonista.

E invece no, tutti tranquilli, non si tratta di uno spoiler, ma semplicemente della ripresa di una delle targhe che l’Academy prepara ogni anno in attesa di sapere chi sarà il vincitore del premio. Infatti, ogni anno, vengono realizzate tutte le targhe, una per ogni nominato, e solo alla fine verrà utilizzata quella del vincitore effettivo. Sarà DiCaprio? Chissà!

I bookmaker puntano su Matthew McConaughey, ma i giochi non sono ancora del tutto fatti e Leo ha delle buone possibilità di spuntarla.

Ecco l’elenco completo dei nominato per gli Oscar 2014: NOMINATION

La foto aveva generato una vera andata di panico ed eccitazione, ma dopo qualche ora cinemablend ha chiarito il malinteso, spiegando che i nomi dei nominati vengono stampati tutti.

Fonte: CinemaBlend

Samuel L. Jackson: “Non sono Laurence Fishburne!”

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Il giornalista del canale KTLA Sam Rubin l’ha combinata grossa con la persona sbagliata; ecco come si può riassumere il fatto accaduto durante un’intervista, tra il reporter e Samuel L. Jackson, per la promozione di Robocop (Qui la nostra recensione).

Tra una domanda e un’altra Rubin chiede a Jackson che riscontri ha ricevuto per lo spot andato in onda durante il Super Bowl (riferendosi allo spot KIA con Laurence Fishburne), Jackson, inizialmente perplesso, risponde poi al giornalista tra l’offeso e l’ironico. Il fatto,tutto da ridere, lo potete vedere qua sotto insieme alle scuse di Sam Rubin e allo spot Kia incriminato.

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Fonte: The Wrap

Storia d’Inverno, recensione: l’esordio imperfetto ma ambizioso di Akiva Goldsman tra amore e destino

Con Storia d’Inverno (Winter’s Tale), lo sceneggiatore premio Oscar di A Beautiful Mind Akiva Goldsman firma il suo esordio alla regia, adattando per il grande schermo l’omonimo romanzo di Mark Helprin. Nel cast, un ensemble di grande richiamo – Colin Farrell, Jessica Brown Findlay, Russell Crowe, Jennifer Connelly, William Hurt, Eva Marie Saint – per una fiaba romantica ambientata tra la New York del 1916 e quella contemporanea, dove il tempo e il miracolo diventano i veri protagonisti.

Goldsman, noto per la sua capacità di costruire sceneggiature dense di pathos e moralità, tenta qui un racconto più ampio, sospeso tra realismo magico e melodramma. Ma se l’ambizione è evidente, l’esito risulta discontinuo: Storia d’Inverno (Winter’s Tale) è un film visivamente sontuoso ma narrativamente fragile, che alterna momenti di poesia a cadute di tono eccessivamente sentimentali.

Una favola romantica tra bene e male

Colin Farrell e Jessica Brown Findlay in Storia d'inverno (2014)
Foto di David C. Lee – © 2013 Warner Bros. Entertainment Inc.

La storia inizia nella New York del 1916, dove il ladro gentiluomo Peter Lake (Colin Farrell) irrompe in una villa per una rapina e finisce per innamorarsi di Beverly Penn (Jessica Brown Findlay), figlia del ricco proprietario dell’abitazione. Tra i due nasce un amore impossibile, ostacolato dalla malattia incurabile di lei e dalla vendetta di Pearly Soames (Russell Crowe), gangster spietato che rappresenta l’incarnazione del male. Da qui, la trama si muove su due piani temporali: quello del passato, dove l’amore e la morte si intrecciano, e quello del presente, dove Peter – inspiegabilmente sopravvissuto – cerca di compiere un miracolo che trascenda il tempo stesso.

L’intreccio, in teoria, dovrebbe unire le due linee temporali in una circolarità mistica, ma è proprio in questa connessione che il film mostra la sua fragilità. Goldsman adatta un romanzo considerato ineguagliabile per ampiezza e complessità, ma nel tradurlo in immagini semplifica le dinamiche e perde l’equilibrio tra il realismo della cronaca e il simbolismo della fiaba. Il legame tra passato e presente – che dovrebbe essere l’asse portante della narrazione – resta debole, accennato più che compiuto. La promessa di una storia universale sul destino e sulla redenzione si dissolve in un mosaico visivo suggestivo ma frammentato.

Ciò nonostante, l’autore riesce a trasmettere un sincero afflato spirituale, una tensione costante verso l’idea di miracolo che attraversa tutto il film. Il tempo e l’amore diventano due forze metafisiche, invisibili ma in grado di piegare la realtà. Il problema è che questa ambizione metafisica non trova mai un linguaggio cinematografico coerente: la narrazione resta sospesa tra un registro fiabesco e uno melodrammatico, senza scegliere davvero.

Regia elegante, sceneggiatura fragile

Jennifer Connelly e Ripley Sobo in Storia d'inverno (2014)
Foto di David C. Lee – © 2013 Warner Bros. Entertainment Inc.

Da regista esordiente, Akiva Goldsman dimostra una solida conoscenza della messa in scena, ma anche una certa insicurezza nella gestione dei toni. Le sequenze ambientate nella New York dei primi del Novecento sono tra le più riuscite: grazie a una fotografia calda e suggestiva e a una scenografia accurata, restituiscono il fascino di un’epoca perduta. L’uso degli effetti digitali, in particolare nelle scene notturne sul Ponte di Brooklyn o nelle vedute aeree della città, è di grande impatto visivo, anche se non sempre perfettamente integrato. Meno riuscite, invece, le scene ambientate nel presente, dove l’uso eccessivo di luce artificiale e la fotografia talvolta piatta smorzano l’incanto costruito nella prima parte.

Il vero limite del film, però, è nella scrittura. Pur firmando personalmente la sceneggiatura, Goldsman non riesce a dare profondità psicologica ai suoi personaggi. Lo scontro tra Peter e Pearly – potenzialmente carico di significato simbolico – si riduce a una contrapposizione semplicistica tra bene e male, priva di reale tensione morale. La mancanza di motivazioni umane dietro le azioni del villain, così come la poca costruzione dell’amore tra i protagonisti, rende difficile per lo spettatore investire emotivamente nella vicenda.

L’idea di fondo — che ogni persona sia destinata a un miracolo — è affascinante ma resta un’astrazione. Nonostante l’interpretazione intensa di Colin Farrell, che dona a Peter Lake un’umanità dolente e disarmata, e quella altrettanto efficace di Jessica Brown Findlay, il film non riesce mai a far vibrare davvero il cuore dello spettatore. La loro storia d’amore, pur centrale, manca di sviluppo e di respiro epico, venendo rapidamente sopraffatta dagli elementi soprannaturali e dalle forzature narrative.

Un cast di talento per un film irrisolto

Russell Crowe in Storia d'inverno (2014)
Foto di David C. Lee – © 2013 Warner Bros. Entertainment Inc.

Il comparto attoriale resta uno dei punti forti del film. Russell Crowe regala un antagonista magnetico, trattenuto e inquietante, ma purtroppo sacrificato da una sceneggiatura che non gli concede spazio. Jennifer Connelly e William Hurt impreziosiscono la seconda parte del film, aggiungendo sfumature e credibilità a un racconto che rischia spesso di perdersi nel proprio romanticismo. Il cameo di Eva Marie Saint, infine, aggiunge un tocco di eleganza e nostalgia, chiudendo idealmente il cerchio tra il cinema classico e quello contemporaneo.

Storia d’Inverno rimane dunque un’opera di luci e ombre: un film di grande ambizione, visivamente curato e sorretto da un cast eccezionale, ma penalizzato da una scrittura che non riesce a tenere insieme le sue molte anime. Goldsman costruisce una New York sospesa tra realtà e sogno, ma la magia che dovrebbe avvolgere i personaggi resta un’immagine lontana, più evocata che vissuta.

Joseph Gordon-Levitt e Seth Rogen insieme per una commedia

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Ancora senza nome il progetto che vedrà coinvolti Seth Rogen e Joseph Gordon-Levitt in una commedia di natale mentre è già noto chi sarà il regista; si tratta di Jonathan Levine (Warm Bodies) che ha già diretto i due attori nell’ottimo 50/50. Levine ha già ultimato la sceneggiatura che racconta la storia di tre amici d’infanzia che si ricongiungono a New York per la vigilia di Natale.

Il film dovrebbe uscire per la vigilia di Natale prodotto dallo stesso Rogen, dalla Point Foto di Evan Goldberg e da Sony.

Fonte: The Wrap

Ben Kingsley parla del corto Marvel All Hail the King e del Mandarino

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ben-kingsleyDurante un’intervista all’ Huffington Post, Sir Ben Kingsley ha parlato del corto Marvel All Hail The King e di Trevor Slattery, suo personaggio nel recente Iron Man 3.
Ora che il film è uscito, Kinglsey è finalmente libero di poter parlare del suo personaggio, senza timore di aver svelato segreti o dettagli importanti:

” Non ero preoccupato della reazione dei fan, prima di girare così tanti film era molto impegnato con il teatro e ho avuto il privilegio di poter interpretare un sacco di ruoli shakespeariani che la maggior parte delle persone conosceva e in particolare si sa che verso Shakespeare ci sono dei preconcetti, quindi in Iron Man doveva essere il mio Mandarino , il mio Trevor, senza timori”

Continuando a parlare del giudizio dei fan Kinglsey afferma:

” Non cerco mai di essere troppo coinvolto dai giudizi. Quando recito, mi esprimo in quel modo, dipingo il mio ritratto e poi una volta finito poso i miei pennelli e mi allontano, ma alla fine mi è stato detto che veramente pochi fan non erano d’accordo su questa interpretazione.”

All’attore viene poi chiesto se l’ultima volta di Trevor sullo schermo è stata proprio durante questo corto:

“Sinceramente non lo so, so che ci sono molti fan che vorrebbero vedere come va a finire questo corto in un film.
Il personaggio è molto amato nonostante sia pazzo! In questo momento potrebbe essere disteso in una pozza di sangue e birra”

Fonte: CBM

Film in Tv: Ricatto d’amore con Sandra Bullock

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Ricatto d'amoreSerata all’insegna del romanticismo invece quella in programmazione su Rai 1. Infatti il film che vi segnaliamo è Ricatto d’amore con Sandra Bullock e  Ryan Reynolds che andrà in onda in prima serata alle 21:10.

Ricatto d’amore (The Proposal) è una commedia romantica del 2009 diretta da Anne Fletcher ed interpretata da Sandra Bullock e Ryan Reynolds. Il film ha debuttato nelle sale statunitensi il 12 giugno 2009, mentre in Italia è uscito nelle sale cinematografiche il 3 settembre 2009. Nomination ai Golden Globe 2010 per la Miglior attrice in un film commedia o musicale a Sandra Bullock.

Trama: A New York le aspirazioni di un ragazzo che sogna un futuro nell’editoria, magari anche da scrittore, si infrangono contro le infinite vessazioni del suo capo, la classica donna tutto lavoro e niente divertimento. Il giorno in cui però il capo rischia di essere deportato nel natio Canada per problemi di visto si presenta l’occasione per un matrimonio di interesse, operazione di certo rischiosa ma potenzialmente foriera della sospirata promozione. L’unico problema sarà tenere in piedi la rappresentazione senza che nessuno, nemmeno l’immigrazione, se ne accorga.

Nel suo giorno di apertura, il film ha incassato $ 12,7 milioni in 3056 cinema. In seguito ha continuato a essere il numero uno per il weekend con 33,6 milioni di dollari, battendo le altre nuove release del weekend. Ricatto d’amore inoltre ha guadagnato $ 10 milioni da 10 mercati esteri, con un n ° 1 in Australia ($ 3,3 milioni) e Russia ($ 2,8 milioni). In Sudafrica, il film ha debuttato al numero 2, perdendo contro la nuova release L’Era Glaciale 3: L’Alba dei Dinosauri, ma in tre settimane il film è riuscito a portarsi a casa un totale di 1.299,853 000 dollari. Il film ha incassato 317.375.031 $ in tutto il mondo che lo rende uno dei più grandi successi al botteghino nella carriera di Sandra Bullock.

Film in Tv: Thor con Chris Hemsworth

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thor-3Serata all’insegna del Cinecomics quella in programmazione questa sera su Italia 1. Infatti il film che vi segnaliamo oggi è Thor di Kenneth Branagh che andrà in onda in prima serata alle ore 21:10. Nel cast del film Chris Hemsworth, Natalie Portman, Anthony Hopkins e Tom Hiddleston.

Thor è un film del 2011 diretto da Kenneth Branagh, basato su Thor, personaggio della Marvel Comics (e a sua volta ispirato dall’omonimo dio della mitologia norrena). La scena dopo i titoli di coda della pellicola è stata diretta da Joss Whedon ed è l’anteprima del successivo film dei Marvel Studios, The Avengers dove per la prima volta in un film vengono raggruppati in un team diversi supereroi Marvel per debellare una minaccia che uno solo di essi non sarebbe in grado di affrontare. Il film, distribuito in 3D, esce negli Stati Uniti il 6 maggio 2011, mentre in Italia era già uscito il 27 aprile 2011.

Curiosità Cameo:

Nel film sono presenti dei cameo:

  • Stan Lee, co-creatore del personaggio, interpreta il guidatore del camioncino che tenta di estrarre Mjolnir dal cratere usando delle catene.
  • J. Michael Straczynski, famoso sceneggiatore del fumetto e autore della storia del film, interpreta il camionista che per primo trova e tenta di estrarre Mjolnir dal cratere.
  • Walt Simonson, storico autore del fumetto, fa una brevissima apparizione accanto a Lady Sif in una delle sequenze finali.
  • Adriana Barraza interpreta il piccolo ruolo di Isabel Alvarez, padrona della locanda in cui Thor, Jane, Erik e Darcy si recano a bere e mangiare.

Nel aprile 2011 il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige annunciò che dopo il film sui vendicatori (The Avengers del 2012) Thor avrebbe intrapreso “una nuova avventura”. I primi ad essere confermati furono Hemsworth e Hiddleston, che avrebbero ripreso i loro ruoli di Thor e Loki, e in seguito quasi la totalità del cast del primo film. In occasione del Comic-con di San Diego del 2012, la Marvel ha annunciato i titoli dei sequel che comporranno la seconda fase che si concluderà con The Avengers 2: quello scelto per il secondo capitolo di Thor è Thor: The Dark World uscito nelle sale l’8 novembre 2013. La fase di produzione e riprese sono iniziate il 10 settembre 2012 in Bourne Wood, Surrey

Transcendence: nuovo poster del film con Johnny Depp

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Mentre è atteso il nuovo trailer (in uscita stasera), Warner Bros rilascia un nuovo poster per Transcendence, primo film da regista di Wally Pfister, premio Oscar per la fotografia di Inception e storico direttore della fotografia di Christopher Nolan, che ha dovuto così rinunciare al suo collaboratore di lunga data per le riprese di Interstellar.

transendence

Transcendence, di cui Nolan è produttore, annovera nel cast anche Paul Bettany,  Morgan FreemanKate Mara e Cillian Murphy. La trama di questo sci-fi ruota attorno ad un gruppo di tre scienziati (Will, Evelyn e Max) che inventeranno un codice per il funzionamento del primo computer al mondo dotato di intelligenza artificiale. Quando il team viene colpito da una banda di terroristi, Will (Depp) perde la vita. Evelyn (Hall), sua moglie, riesce però a far rivivere la sua coscienza attraverso il computer da loro progettato. Il nuovo Will sarà lo stesso uomo di prima o si tratta di un clone malvagio che sta progettando la fine del mondo? L’uscita di Transcendence nei cinema americani è prevista per il 18 aprile 2014.

 

Terminator Genesis due attori in corsa per interpretare Kyle Reese

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Terminator SalvationAlan Taylor e la produzione di Terminator Genesis hanno deciso chi saranno i due attori che si contenderanno il ruolo di Kyle Reese, si tratta di Jai Courtney (Jack Reacher,  I,Frankenstein) e Boyd Holbrook ( Milk, The Host).

La produzione commenta così il lavoro che li aspetta: “E’ un grande lavoro, abbiamo in mente due film che decreteranno la fine della battaglia di Skynet, dopo che i due film di James Cameron hanno iniziato tutto questo”.

Nel cast del film è già stata confermata Emilia Clarke (Game of Thrones) nei panni di Sarah Connor, altro personaggio che nel corso degli anni ha avuto altre incarnazioni cinematografiche e televisive: da Linda Hamilton in Terminator, Terminator 2 e Terminator Salvation e (ironia della sorte) da Lena Headey, compagna di set di Emilia in Game of Thrones, nella serie tv Terminator: The Sarah Connor Chronicles. Per quanto riguarda invece John Connor, sarà interpretato da Jason Clarke che a sua volta prenderà il posto di altri predecessori, tra cui l’illustre Christian Bale in Terminator Salvation.

Fonte: CBM

Guardians of the Galaxy: trailer in arrivo

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guardians of the galaxyArriverà molto presto e sarà un primo lungo trailer quelli di Guardians of the Galaxy. Infatti, secondo quanto apprendiamo da CS.net il contributo sul film della Marvel Studios in arrivo durerà 2:23 minuti, un full trailer completo. Al momento non c’è una data certa di rilasci ma certamente sarà imminente.

Il film, diretto da James Gunn, è previsto per le sale il 1 agosto 2014.

I Guardiani della Galassia è atteso negli USA il 1 Agosto del 2014 in 3D. Tutte le news sul film nella nostra scheda: Guardians of the GalaxyNel cast del film ci sono  , Benicio Del Toro e Vin Diesel.

Il film è attualmente in pre produzione nel Regno Unito e dovrebbe arrivare al cinema il primo agosto 2014. I Guardiani della Galassia (Guardians of the Galaxy) sono un gruppo di personaggi dei fumetti Marvel Comics, creato da Arnold Drake (testi) e Gene Colan (disegni). La prima apparizione avviene in Marvel Super-Heroes (seconda serie) n. 18 (gennaio 1969).

Tutte le foto del film:

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Morto Gabriel Axel, regista de Il Pranzo di Babette

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Gabriel Axel, regista del capolavoro del cinema danese e mondiale Il Pranzo di Babette, che valse al Paese un Oscar per il miglior film straniero, è morto all’età di 95 anni.

Karin Moerch, figlia del defunto regista, ha rilasciato una dichiarazione ufficiale in cui dice che il padre è morto domenica scorsa, senza però specificare dove è avvenuto il decesso e quali siano state le cause della morte. Axel ha diviso la sua vita tra la Francia e la Danimarca, dove ha diretto diversi film e serie tv. Qualche volta ha anche partecipato come attore ad alcuni progetti cinematografici.

Il Pranzo di Babette Morto Gabriel AxelIl regista deve la sua fama internazionale al film Il Pranzo di Babette, del 1987, basato sull’omonimo romanzo della scrittrice danese Karen Blixen. Il film, con protagonista l’attrice francese Stephane Audran, vinse il premio Oscar per il miglior film straniero.

Axel aveva perso la moglie nel 1996, ha lasciato quattro figli e un nipote.

Fonte: Variety

Captain America The Winter Soldier: preview di 5 minuti!

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Dopo varie vicissitudini è nuovamente online pronta per essere vista la preview di cinque minuti di Captain America The Winter Soldier, pellicola che segnerà il ritorno di  nei panni di Steve Rogers e  Scarlett Johansson in quelli di Vedova Nera.

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Tutte le altre nuove foto ufficiali del film:

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Captain America The Winter SoldierCaptain America The Winter Soldier comprende nel cast già attori del calibro di Frank GrilloScarlett JohanssonEmily VanCamp e Toby Jones. Anthony Joe Russo dirigeranno la pellicola, la cui uscita statunitense è fissata per  il 4 Aprile 2014. Le riprese sono iniziate a Cleveland.

Leggi anche: Captain America The Winter Soldier: “Miglior film Marvel” per Brubaker

La storia si legerà alla fine di The Avengers, continuando a seguire il Captain America impegnato con Nick Fury e la S.H.I.E.L.D e alle prese con la modernità. Al momento l’uscita del film è prevista per il 4 aprile del 2014. Vi ricordiamo che tutte le news sul film sono reperibili nel nostro speciale: Captain America: il soldato d’inverno. Tutte le info utili nella nostra scheda: Captain America The Winter Soldier.

Fonte: Everyeye.it

Monuments Men: George Clooney e il cast a Milano presentano il film

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E’ stato presentato oggi a Milano da George Clooney, Matt Damon, Bill Murray, Jean Dujardin Bob Balaban e John Goodman il nuovo film Monuments Men di George Clooney. Presenti anche lo sceneggiatore Grant Heslov e lo scrittore del libro Robert Edsel

Ecco il nostro resoconto completo della conferenza:

Che importanza ha avuto il bombardamento dell’abbazia di Montecassino per la costituzione dei Monuments Men?

Grant Heslov: è stato sicuramente uno dei momenti che hanno contribuito alla formazione di questa compagnia, che hanno smosso il nostro governo a intervenire e nel film vedrete scene di quei momenti e di come fu devastante quell’evento.

La storia di Monuments Men è per noi europei abbastanza sconosciuta; è stato così anche per voi? E come siete venuti a conoscenza della storia del vostro personaggio?

Leggi anche: The Monuments Men: George Clooney e Matt Damon a Milano visita al Museo Foto

Dujardin: No non conoscevo la storia dei monuments men ma sapevo che Hitler era un pittore frustrato e voleva aprire un museo d’arte. Per quanto riguarda il mio personaggio, è un mercante francese, che non era presente nel gruppo in realtà, e decide  di accettare l’offerta per entrare a far parte dei monuments men e alla fine risulta molto onorato.

Goodman: Non conoscevo la storia dei Monuments men finchè non ho letto la sceneggiatura. Il mio personaggio era uno scultore nato nella mia città e ciò che conoscevo di lui era solo una sua scultura.

Murray: Nemmeno io conoscevo la storia finchè George non me l’ha raccontata e sono rimasto impressionato una volta che mi sono informato di quante opere furono rubate e parliamo di cifre enormi, considerate poi che oltre a quelle distrutte ci sono alcune che non sono ancora state trovate.

Clooney: Non sapevo molto nemmeno io, avevo solo visto un documentario intitolato The Rape of Europe, poi un giorno Grant è venuto da me e mi ha fatto leggere questo libro( monuments men) e abbiamo pensato che potesse essere una film divertente e interessante da girare. Inoltre è stata anche un’opportunità per rendere omaggio a quelle persone che hanno fatto tanto ma tutto sottotraccia.

Damon:
il mio personaggio invece è bassato su uomo realmente esistito che ha voluto salvare più opere d’arte possibili. E’ un uomo che ha vissuto di arte e sa veramente che significato ha l’arte per la nostra vita. E’ stato un’onore poterlo interpretare.

Balaban: Non conoscevo la storia dei monuments e non sapevo degli intenti di Hitler e dell’ordine di nerone per bruciare tutte le opere. Il mio personaggio invece è un impresario che si intende molto di arte e ha deciso di prendere parte a tutto ciò nonostante non sia mai stato in guerra

Leonidas: Lo script è stata una sorpresa anche per me, ma io rispetto agli altri potevo basarmi su una fonte reale che è Harry Ettlinger. Ho ricevuto alcune lettere da Harry che mi hanno aiutato nella recitazione del personaggio. Harry mi ha raccontato molte cose che ha vissuto e questo ha decisamente cambiato tutta la mia percezione, quando ti basi su un contatto reale tutto cambia.

(Per Bill Murray) siamo abituati ormai a vederla in ruoli particolari come nei film di Wes Anderson  quindi volevo sapere come ha preparato questo personaggio, che ha alcune sfumature comiche ma è anche abbastanza classico?

Murray: non è arrivata la traduzione quindi provo a indovinare la domanda. Andare a cena con Wes è piacevole ma con George è ancora meglio nonostante non mangi molto ma beve molto di più di Wes. Wes Anderson mangia continuamente, ama mangiare, mangia e beve anche durante le riprese perché sta facendo della fottuta arte. Con Wes mangi talmente tanto che potresti morire mentre giri le scene. Con George invece è diverso ma ugualmente divertente, ma si mangia e si beve solo alla fine perché non sta facendo un film artistico ma un film sull’arte. Tutto chiaro?

Si avverte una leggerezza nei dialoghi che ricorda Robert Altman e il suo Mash, volevo sapere da lei(Clooney) coma ha lavorato sulla sceneggiatura e dietro la macchina da presa per rendere tutto più umoristico?

Clooney: Quando ho lavorato con Wes Anderson non ho trovato che mangiasse così tanto! Comunque sulla sceneggiatura ho lavorato con Grant e mentre abbiamo letto il libro abbiamo deciso che doveva entrare una parte di umorismo perché non volevamo girare un film cinico o fare una lezione di storia al pubblico.
non volevamo nemmeno fare un film di arte ma solo che indicasse il significato dell’arte e l’importanza di essa.
Credo che alla fine però basterebbe questo cast per venire a vedere il film.

Questo è un film basato su una storia vera, quali sono le emozioni nel fare un film su una storia vera e quanto spazio hai lasciato all’immaginazione?

Clooney: ho fatto un film sui giornalisti(Good Night and Good Luck) che prendeva spunti da una storia vera e quindi credo non sia un’esperienza totalmente nuova, e anche in quel film ho dovuto analizzare bene le fonti e tutto ciò che c’era a riguardo per non avere critiche sul fatto di avere riportato cose false e che potevano essere un appiglio per screditarci. Questo è un film che vuole riportare i fatti principali di quella missione, ma volevamo anche avere libertà di dialogo e poter inserire anche altre cose esterne al racconto come i flirt, e quindi abbiamo inserito la storia tra Cate e Matt. Ma tante cose che sembrano strane invece sono successe veramente!

(Per Dujardin) Come ti sei trovato in questa compagnia di americani e come si trova un attore francese nell’interpretare un francese a Hollywood, hai portato qualcosa della scuola europea?

Ho portato la passione,le canzoni, l’amore il buon umore. A parte gli scherzi sono loro che hanno dato molto a me così come è accaduto durante l’esperienza con Scorsese(è in The Wolf of Wall Street). Lavorare con George non è difficile, io sono arrivato con molta umiltà e mi sono adattato alla svelta, non è complicato lavorare con questo gruppo di attori.

Nelle Idi di Marzo hai diretto Philip Seymour Hoffman, volevo sapere un ricordo umano della persona?

Noi siamo una comunità e lui era una parte importante di questa comunità ,anche quando in un film non era protagonista riusciva ad essere comunque un personaggio centrale. Ha lasciato un vuoto enorme in questa comunità e tutti lo avvertiamo profondamente . 

Il cuore del film è la difesa della cultura, ma dalla pellicola sorge anche un interrogativo: conta di più la difesa della cultura o conta di più il sacrificio di una vita umana?
 
Damon: i Monuments Men hanno risposto a questa domanda mettendo in gioco la loro vita. Ma anche i cittadini italiani che vediamo in una scena del film che scavano per mettere in salvo il cenacolo sono un grande esempio di come tutti credano nell’arte e sono un ottimo esempio.

Balaban: sono personaggi che non avevano le caratteristiche per combattere ma hanno servito il paese con altre abilità. Quando salvi un’opera d’arte salvi un pezzo di cultura e i monuments men hanno salvato hanno salvato così tante opere per preservare la cultura.

(Per Clooney e Damon) cosa rappresenta questo progetto per voi,non solo artisticamente,ma anche come uomini?

Damon: per me è significato lavora con un regista con cui volevo lavorare e sono grato di essere parte di questo grande cast. E poi mi sento anche fortunato a raccontare una storia così significativa con un messaggio di tale importanza. Clooney:per me è uguale,pensavo che questa storia dovesse essere raccontata. Era una storia inedita nonostante hollywood ami fare film sulla seconda guerra mondiale.

(Per Murray) data la grande amicizia che c’è fra Clooney e Damon pensi ci siano stati favoritismi? Mentre per Damon, com’è stato lavorare con un amico come George?

Murray:
George ha fatto lavorare Matt con Cate che è bravissima e molto professionale e se confrontiamo Matt e Cate notiamo come lei sia brava mentre Matt è molto più scialbo. Non penso che George gli abbia fatto un favore e credo che molti di noi considerino George un buon amico molto più di Matt in questo momento. Ma adesso vogliamo lavorare per David O’Russell!

Damon: lavorare con un amico ti rende meno diplomatico e si risolvono i problemi più alla svelta, ci si scambiano appunti, consigli del tipo: “perché non sei bravo come questo attore?” “intendi te?” “esatto, ho consigli solo per te non per me”
 
Clooney: questa è una battuta che non funziona una volta scritta sui giornali e mi accorgerò di quanto sia stupida.

(Per Heslov) La storia di Monuments Men è molto attuale ancora,non sono stati trovati tutti i cimeli e a Washington c’è appena stata una conferenza in merito.
Sa dirci come si pongono i governi in merito e in particolare l’Italia ?

Interviene l’autore del libro Monuments Men, Robert Edsel

Penso che l’italia dovrebbe affrontare l’argomento delle esportazioni, ma anche trasparente sui tesori che ha nei suoi musei che magari appartengono ad altri, solo così si possono fare passi avanti. Persone prima di noi hanno rischiato la loro vita per salvare posti come il cenacolo e spero che il film avvicini le persone all’arte.

(Per Leonidas) Lei è l’unico che ha conosciuto il “suo personaggio”. Che tipo di rapporto si è instaurato tra di voi?

L’ho incontrato per la prima volta solo pochi giorni fa, ma grazie a una lettera che mi ha scritto ho preso contatti con lui e ho conosciuto la sua biografia, sono curioso di sapere come si sente vedendo la mia performance.

Clooney:  Dimitry interpretava Harry, e Harry lasciò la Germania a 13 anni perché era un ebreo in pericolo. E’ andato a New York, è finito nell’esercito per combattere per il suo nuovo paese. In Germania non aveva il permesso di vedere un quadro di Rembrandt, ma poi riuscì a farlo durante la guerra  e questo penso sia incredibile.

(Per Clooney) Nuove idee per progetti insieme ai suoi abituali collaboratori?

Clooney: No no, non lavorerò più con loro. Ho già lavorato con John nel 1988 in Roseanne, ho visto Dujardin vincere un oscar, con Damon ho fatto ben 6 film, Bob lo conosco da sempre e con Grant siamo amici da 31 anni. Magari lavorerò ancora con loro ma di sicuro non con Matt.

(Per Clooney) Oltre all’omaggio al passato c’è una riflessione sull’arte. Cosa ne pensa dell’incuria? E’ a conoscenza delle polemiche sui nostri Musei, sulla cultura non esaltata come dovrebbe..

Clooney: quando un paese ha problemi economici la prima cosa che fa sono i tagli alla cultura.  Ma dovrete combattere tanto, non abbiamo fatto nulla per salvare i musei a Baghdad, ed è stato un disastro. Hitler non voleva solo rubare le opere, lo voleva distruggere per cancellare la cultura legata alle persone che voleva colpire. Prima della tv e del cinema c’era la pittura ed è grazie ad essa che sappiamo come eravamo una volta.  Dobbiamo resistere e preservare le opere.