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RoboCop, nuove immagini di cast e personaggi

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RoboCop, nuove immagini di cast e personaggi

Dal profilo Twitter ufficiale di RoboCop arrivano nuove immagini del film di José Padilha, remake del classico della fantascienza diretto da Paul Verhoeven.

Le immagini riguardano il cast di attori e alcuni dei personaggi che vedremo nel film: Jay Baruchel interpreta Pope, Michael Keaton è il volto di Raymond Sellars, Abbie Cornish vestirà i panni di Clara Murphy, Gary Oldman quelli dell’esperto di biomeccanica. Dennett Norton.

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RoboCop, il film

RoboCop è il remake del film datato 1987, Robocop – Il futuro della legge che inaugurò il successo del franchise legato al poliziotto metà uomo e metà macchina. Il nuovo RoboCop, diretto da Josè Padilha, sarà invece interpretato da Joel Kinnaman. Il film è al momento in post-produzione, sarà prodotto dalla Strike Entertainment, dalla MGM e dalla Columbia Pictures ed uscirà nelle sale il 7 Febbraio 2014 con un cast di tutto rilievo, composto, tra gli altri, da Joel Kinnaman, Gary Oldman, Abbie Cornish, Samuel L. Jackson, Jackie Earle Haley, Jay Baruchel, Michael Keaton

RoboCop è ambientato nel 2028, anno in cui la multinazionale conglomerata OmniCorp è leader nell’industria robotica. All’estero, i droni da essa prodotti, vengono impiegati dalle forze militari da anni, ma sono stati vietati come tutori della legge all’interno dei confini americani. Ora la OmniCorp vorrebbe impiegare questa controversa tecnologia anche sul fronte interno, considerando questa opportunità un’occasione d’oro. Quando Alex Murphy (Joel Kinnaman) – marito affettuoso, padre, e buon poliziotto, facendo del suo meglio per arginare l’ondata di criminalità e corruzione a Detroit –  resta gravemente ferito, la OmniCorp intravede un’occasione unica per creare un poliziotto ibrido, in parte uomo ed in  parte robot. La OmniCorp immagina un futuro in cui ogni città avrà il suo RoboCop, con conseguenti ricavi miliardari per i propri azionisti; ma alla OmniCorp stanno dimenticando una cosa fondamentale: che c’è pur sempre un uomo all’interno della macchina.

Festival di Roma 2013 Her vince il Mouse d’Oro

her recensione 2Il quinto Mouse d’Oro – il premio dei siti di cinema – assegnato al Festival Internazionale del Film di Roma va a Her di Spike Jonze, votato il miglior film del Concorso dai collaboratori dei 78 sito di cinema che compongono la giuria. Mouse d’argento al miglior film fuori dalla competizione a Snowpiercer di Joon-ho Bong. Nato nel 2009 su idea di Hideout.it, il Mouse d’Oro è cresciuto nel corso degli anni, arrivando a coinvolgere una giuria sempre più numerosa e variegata per un totale di 78 siti italiani di cinema e oltre 100 giurati. Due i riconoscimenti assegnati: il Mouse d’Oro al miglior film del concorso ufficiale e il Mouse d’Argento alla migliore opera presentata al di fuori della competizione.

Ricordiamo che Her, diretto da Spike Jonze, è stato presentato al Festival di Roma 2013 dal regista accompagnato dai protagonisti Joaquin Phoenix, Rooney Mara e la bella Scarlett Johansson, che nel film da la voce a Samantha. Per Snowpiercer è invece arrivato a Roma il grande John Hurt, protagonista anche di una interessante chiacchierata con il pubblico.

Tutte le foto del Festival nella nostra Gallery:

Nella nostra Gallery tutte le foto del Festival:

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Festival di Roma 2013 Marco Muller commenta l’ottava edizione

Marco-MuellerIl Direttore Artistico del Festival Internazionale del Film di Roma, Marco Muller, ha commentato insieme ai giornalisti questa ottava edizione dell’evento, che questa sera con la cerimonia di premiazione vedrà la sua conclusione ufficiale. “Era importante ragionare su un sistema aperto e quindi avremmo potuto anche parlare di ‘festaval’ – ha detto provocatoriamente Muller ai giornalisti in merito alla ridefinizione dell’identità dell’evento – E’ importante aprirsi perchè solo così ci possiamo mettere in gioco e continuare a ripensare ad una filosofia in movimento. Inizia adesso però il momento della verifica, quando sentiremo le opinioni dei soci fondatori. Sono loro che devono, con il Presidente e il consiglio di amministrazione, contribuire ad orientare il Festival. Ma da parte mia, con tutto l’ufficio cinema, ci metteremo a tempestare di e-mail registi, produttori, distributori, per sapere secondo loro cosa ha funzionato e cosa no, che cosa c’era di buono ma anche cosa mancava. Su questa base dobbiamo ridefinire. Questa sera scopriremo i vincitori e noi siamo molto soddisfatti del verdetto della giuria perché in qualche modo ha veramente ragione nel mix di elementi. Bisognerà anche capire come verrà accolto questo verdetto, perchè potrebbe essere una chiave per aprire delle porte che fino ad ora erano rimaste chiuse. Jon Kilik, produttore di Hunger Games, è venuto a vedere la Sala Santa Cecilia e mi ha detto chiaramente che con questa sala, e con il periodo giusto per prendere quei film che comunque uscirebbero prima della fine dell’anno, questo è l’evento metropolitano di cui in tanti abbiamo bisogno. Poi quando Kilik ha fatto l’esperienza del tappeto rosso di Hunger Games il giorno seguente, ha detto ‘Credo di aver capito dove porteremo il terzo episodio della saga’.

Sono stati presentati nel primo pomeriggio anche i numeri provvisori dell’ottava edizione del Festival Internazionale del Film di Roma. Lamberto Mancini, direttore generale, ha illustrato le percentuali di vendite e partecipazione a questa edizione della manifestazione romana:

La programmazione:

163 film da 30 Paesi

90 Delegazione

402 Proiezioni e il 70% della sale occupate

+20% (rispetto allo scorso anno) di biglietti emessi

MAXXI 46 proiezioni

5500 accreditati +20% di studenti

oltre 150000 presenze in 10 giorni

6 incontri

5 mostre

26 convegni e tavole rotonde

Copertura mediatica:

1154 articoli sui quotidiani nazionali e locali (media giornaliera 128)

5170 articoli sul web (media giornaliera 574)

254 lanci di agenzia

492 tra servizi tg nazionali e locali trasmissioni cinematografiche e radiofoniche

752 articoli usciti sui media internazionali, da tutto il mondo

Tecnologia, controllo qualità:

94% film in digitale

12 proiettori digitali

2 sale controllo copie, regia centralizzata

2 dirette televisive

Sale polivalenti per proiezioni ed eventi

Villaggio del cinema:

20 incontri

9 giorni di casting per 1200 persone

100 test drive

70 ore di diretta radiofonica

50 proiezioni

The Business Street:

+10% accrediti

+15% buyers

+30% accrediti internazionali

49 Paesi

100 proiezioni

135 film in video library

New Cinema Network:

24 progetti

21 registi

17 paesi

30 partner internazionali

750 incontri di co-produzione

Sito Web:

182000 visitatori unici, +40%

894000 visualizzazioni di pagina, +15%

Web Tv, 10000 contatti unici giornalieri

Facebook:

30200 likes, +37%

538000 total reach, +46%

Twitter:

6500 Followers

App mobile: 

3214 download, +48%

113619 pagine viste, +100%

Nella nostra Gallery tutte le foto del Festival:

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Young Detective Dee: Rise of the Sea Dragon 3D di Tsui Hark

Young Detective Dee: Rise of the Sea Dragon 3D di Tsui Hark

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L’imperatrice Wu Zetian ha inviato il capitano delle guardie Yuchi a indagare su un minaccioso mostro marino. Il giovane detective Dee e Yuchi si ritrovano a combattere insieme quando la creatura attacca il corteo cerimoniale per il sacrificio della bellissima Yin. Tra numerose peripezie e fortunati indizi i due riescono a scoprire un complotto che coinvolge lo stesso imperatore e tutti coloro che bevono regolarmente un tè forse velenoso.

Young-Detective-Dee-Rise-Of-The-Sea-Dragon-posters-4Presentato Fuori Concorso al Festival di Roma 2013 e vincitore del premio Maverick Director Award, il film del maestro Tsui Hark porta in scena il prequel del fortunato film del 2010 Detective Dee e il mistero della fiamma fantasma. La storia è un giallo in stile Sherlock Holmes con costumi colorati e le scenografie storiche della Cina imperiale governata dalle varie dinastie. La sceneggiatura, molto lineare, segue le avventure di questo giovane detective che grazie alla sua grande capacità deduttiva riesce a far luce su due storie parallele che nascondono un unico complotto che minaccia l’impero. Ciò che caratterizza la storia è la forte componente action, ma che purtroppo gioca con facili collegamenti a film quali Matrix e I Pirati dei Caraibi e che si allaccia sopratutto alla cultura dei più recenti film sul mondo delle arti marziali quali La foresta dei pugnali volanti e La tigre e il dragone. Questo però non minimizza la gran consapevolezza e abilità con la macchina da presa del regista di Hong Kong, difatti egli sfrutta rallenty e flashback al servizio della storia e per il lavoro di post produzione in cui gli effetti speciali risultano essere la caratteristica indiscussa del film. Inoltre il maestro usa la maggior parte delle tecniche moderne per rendere estremamente scorrevoli i 130 minuti del film che insieme alle scenografie colorate e sontuose di Ken Mak riescono a creare una buona contrapposizione tra regia moderna e stile fantasy-storico.
In tutto questo caleidoscopio di colori e azione ciò che perde il film è di credibilità, molte saranno le scene che eccedono nel loro svolgimento tanto da suscitare lo scetticismo e il sorriso di chi le guarda; Inoltre i numerosi “finali” che decide di intraprendere la sceneggiatura, appesantisce tutta la seconda parte della storia, facendo risultare il film più macchinoso delle sue premesse iniziali.

Young Detective Dee: Rise of the Sea Dragon 3D è un fantasy che riesce a trovare un buon equilibrio visivo tra la cultura storica e l’ottica moderna il cui solo scopo è di intrattenere, come dimostra l’ottimo 3D, piuttosto che coinvolgere nella storia. La recitazione così come la sceneggiatura sono funzionali alla componente action e quindi già esplorati nel panorama cinematografico.

La cour de Babel recensione del film di Julie Bertuccelli

La cour de Babel recensione del film di Julie Bertuccelli

La cour de babel

Fuori concorso è stato presentato oggi al Festival del Film di Roma il film/documentario La cour de Babel di Julie Bertuccelli a seguito della premiazione della sezione Alice nella Città.

La cour de Babel, tradotto come La Scuola di Babele, inizia con il primo giorno in una Classe d’Inserimento in una scuola media di un gruppo di ragazzi dagli 11 ai 16 anni che sono appena arrivati in Francia. La narrazione segue questa classe per tutto l’anno scolastico in un’istituto di Parigi, dove gli alunni provenienti da Serbia, Cina, Venezuela, Senegal e tanti altri paesi si ritrovano non solo ad imparare il francese ma a cercare di essere dei francesi, migliorando e imparando con la speranza di integrarsi con gli altri che , in un età di pre-adolescenza, non sono per nulla aperti ad accogliere “il nuovo”.

In questa classe multietnica gli studenti ,che più diversi tra loro non potrebbero essere, si ritrovano a fraternizzare e a darsi spalla, uniti dalle stesse difficoltà di ricominciare una vita, che anche se in giovane età, non è cosa semplice. Ognuno con i propri problemi, per i quali sono scappati o sono stati attirati in Francia e tutti con un bagaglio culturale e di classiche inquietudini adolescienziali, tra cui la totale perdita di punti di riferimento, spessi dovuti all’assenza dei genitori, la classe messa insieme da Julie Bertuccelli è un perfetto ritratto dell’integrazione difficile dei giovani nelle scuole e nella società.

La cour de babel

Con tanto entusiasmo, pochi preconcetti e un’infinità di domande sulla natura stessa della vita, La Cour de Babel è un documentario innocente e sincero che lancia un messaggio di speranza in un periodo non proprio facile.

La cosa che più colpisce e stupisce è la verità di questo racconto: Julie Bertuccelli ha incontrato la classe dell’istituto Grange-aux-Belles di Parigi mentre presiedeva la giuria di un concorso di cinema per ragazzi ed è rimasta affascinata da questo microcosmo di emozioni e obbiettivi comuni, che non poteva non raccontarlo.

Strutturato come un documentario, con piani stretti sui volti dei ragazzi e piccole storie di vita quotidiana, La Cour de Babel è il prodotto perfetto per concludere la sezione Alice nella Città, che ha avuto una partecipazione straordinaria da parte delle scuole anche quest’anno. Un messaggio sull’importanza delle classi d’accoglienza , che ad esempio in Italia sono molto poche, e sul ruolo fondamentale della scuola e dell’educazione nell’integrazione.

La nostra foto gallery del Festival:

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The Amazing Spider-man 2: il virale svela la fine del Dr. Rajit Ratha

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The-amazing-spider-man-2-Peter_Parker_and_Dr._RathaUno dei più grandi buchi della trama di The Amazing Spider-man è stato il non aver rivelato il destino del Dr. Rajit Ratha della Oscorp (interpretato da Irrfan Khan). Oggi arriva dal virale di The Amazing Spider-Man 2 una scena in cui il suo destino viene svelato:

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Vi ricordiamo che attualmente il sequel della nuova serie è attualmente in post-produzione. Tutte le foto di  The Amazing Spider-man 2:

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Come sempre ricordiamo che nel film ritorneranno i protagonisti  e  ai quali si aggiungono  in Electro, ​​ come Harry Osborn, il villain Paul Giamatti . Tutte le news sul film le trovate nel nostro speciale: The Amazing Spider-man 2Mentre per tutte le info sul film vi segnaliamo la nostra Scheda Film: The Amazing Spider-man 2La pellicola è diretta ancora una volta da  su una sceneggiatura di   ed uscirà il 2 Maggio 2014.

Ecco anche la trama del film:

In The Amazing Spiderman 2, per Peter Parker (Andrew Garfield), vive una vita molto la occupata – tra prendere i cattivi come Spider-Man e passare il tempo con la persona che ama, Gwen (Emma Stone); diplomato ormai ha lasciato le scuole superiore e non ha dimenticato la promessa fatta al padre di Gwen di  proteggerla – ma questa è una promessa che semplicemente non può mantenere sempre. Le cose cambieranno per Peter quando un nuovo cattivo, Electro (Jamie Foxx), emerge dagli abissi della città, e un vecchio amico, Harry Osborn (Dane DeHaan), ritorna, e fa riemergere nuovi indizi sul suo passato.

Imogen Poots nel cast di Beautiful Ruins

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Imogen Poots nel cast di Beautiful Ruins

Il regista Todd Field porterà sul grande schermo una trasposizione del romanzo di Jess Walter, Beautiful Ruins, storia ambientata in Italia. Sul set vedremo l’attrice inglese Imogen Poots, già vista in Need for Speed. Pubblicata nel Giugno 2012, la storia parla di un americana che fa un viaggio in Italia nel 1962, precisamente in Liguria, durante la produzione del film Cleopatra. La sua storia si intreccerà a quella di altre tre persone, che girano ognuno intorno alla realtà dell’altro. La Poots impersonerà la giovane attrice Dee Moray. Il resto del cast è ancora sconosciuto.

Todd Field, conosciuto anche per Little Children e In the Bedroom, sta scrivendo la sceneggiatura proprio con l’autore del libro, Jess Walter. Field Produrrà il film con la Standard Film, con la Cross Creek di Brian Oliver e Tyler Thompson e la Smuggler di Brian Carmody e Patrick Milling Smith. Si dice che il film inizierà le sue riprese in Italia a Maggio 2014.

Comingsoon.net

Asa Butterfield nel cast della commedia Kings of Kastle

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Asa Butterfield nel cast della commedia Kings of Kastle

Dopo il successo di Ender’s Game, al fianco di Harrison Ford, e Hugo Cabret,  il giovanissimo Asa Butterfield non si ferma qui. Ormai sull’onda del successo, il ragazzino sarebbe in trattative per uno dei ruoli principali nella commedia Kings of Kastle,

La pellicola è una commedia della Benroya pictures, scritta da Brian Gatewood e Alessandro Tanaka, che coopereranno per la prima volta anche alla regia, dopo aver scritto la commedia The Sitter.

Il film vedrà protagonista Clive Owen e Jacki Weaver, ai quali Butterfield dovrà affiancarsi nei panni di un teenager, che ossessionerà Owen, sciupa femmine incallito, con lettere minatorie. Il ruolo di Jackie Weaver è ancora incerto.

Butterfield non è certo conosciuto per i ruoli comici, anzi l’abbiamo visto una delle prime volte ne Il Bambino col pigiama a righe in un personaggio a dir poco melodrammatico, in uno scenario terribile come quello dell’Olocausto, e ancora in Hugo Cabret nei panni di un bambino rimasto orfano che ha una storia molto commovente. Per non parlare del suo ultimo ruolo in Ender’s Game.

Sarà questa una svolta per il giovane attore, che speriamo ci farà vedere la sua bravura anche in un ruolo un po’ più frivolo.

The Wrap

Batman vs Superman: dettagli sul Batman di Ben Affleck che vedremo?

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Batman vs SupermanArrivano nuove speculazioni su cosa bisognerà aspettarci dal Batman che vedremo nell’atteso Batman vs Superman che sarà il sequel di Man of Steel e ancora una volta diretto da Zack Snyder. Oggi arriva un twett interessantissimo dal produttore Daniel Alter, assiduo collaboratore di  Warner Bros.  e Relativity Media,  che ha lanciato una vera e propria bomba:

Follow Can’t wait for .. semi-retired/not speaking to Robin anymore.. Controlling drones from the batcave.

Pare che il Batman che vedremo potrebbe essere un personaggio molto più cupo di quanto detto, un personaggio ormai ritirato che non ha alcun legame fraterno con Robin e che agisce controllando dei droni dalla Batcaverna. Ovviamente queste informazioni se confermare daranno in la ad una serie di speculazioni sulla possibile trama del film. Inoltre si potrebbe capire su quale dei tanti volumi della DC Comics il film trae ispirazione per la trama. Al momento però non ci sono conferme per cui rimaniamo in attesa di ulteriori sviluppi.

Fonte: Comicbookmovie

Spectre e Blofeld ritorno nel franchise di James Bond

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Spectre e Blofeld ritorno nel franchise di James Bond

È stata una lunga battaglia quella tra Kevin McClory  e la MGM per i diritti su alcuni film di James BondNel 1958, infatti, Ian Fleming e Kevin McClory lavorarono su una serie di sceneggiature per portare sul grande schermo James Bond. Una di queste era Thunderball che venne poi sviluppata in un film. Però Fleming decise di tagliare fuori McClory, cosa che bloccò la pellicola prima che iniziasse la pre-produzione. Fleming decise di pubblicare un romanzo proprio su quella sceneggiatura, senza però nominare McClory, che prontamente gli fece causa.

Fleming pagò una cifra a McClory e dovette cedere i diritti delle sceneggiature sviluppate con lui. Nel 1965 uscì Thunderball, che incluse McClory come produttore, che rese complicata la vita della casa di produzione EON con il coinvolgimento della MGM per difendere gli eredi di Fleming. Oggi, finalmente, è arrivata una conclusione a questa infinita diatriba: la EON e la Danjaq (compagnia che gestisce i diritti di sfruttamento della saga di James Bond) hanno acquistato i diritti che erano nelle mani degli eredi di McClory.

Il franchise, quindi, ha riavuto i diritti per raccontare storie come SPECTRE ed Ernst Stavro Blofeld, uno dei cattivi più importanti della saga di Bond. Questa è una notizia molto importante per il futuro del franchise di 007, nonostante non è sicuro che nella sceneggiatura in corso del 24esimo episodio verranno inclusi questi nuovi particolari. Sicuramente li vedremo in un futuro prossimo.

Comingsoon.net

Festival di Roma 2013: i vincitori di Alice nella Città

alice nella città logoSi conclude oggi la 10a edizione di Alice nella Città, la sezione autonoma e parallela del Festival Internazionale del Film di Roma dedicata alle giovani generazioni e alle famiglie, dove a trionfare è la Finlandia che ottiene ben due Premi: Miglior film a “The Disciple” di Ulrika Bengts e “Heart of a Lion” di Dome Karukoski.

Alle ore 11.30 nella Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica di Roma la Direzione artistica di Alice nella Città, alla presenza della Giuria composta da 25 ragazzi tra i 14 e i 18 anni, ha consegnato il Premio come Miglior film del Concorso Young/Adult (che consiste in un compenso economico di 10.000,00 euro) al film, già candidato all’Oscar per la Finlandia, “The Disciple” di Ulrika Bengts.  

La motivazione della giuria: “per la sensibilità con la quale la regista ha affrontato le complesse dinamiche familiari e l’introspezione dei personaggi. Il film è capace di raccontare un ristretto lembo di terra, con pochi personaggi, una storia emozionante che non incontra barriere temporali. Interessante il capovolgimento dell’immagine del faro che, da baluardo di luce e salvezza per i viaggiatori, si trasforma in un luogo soffocante da cui fuggire. Straordinarie infine le interpretazioni dei personaggi tra cui spicca per intensità la figura del padre”.

Menzione speciale della Giuria è stata attribuita a “Heart of a Lion” di Dome Karukoski, ultimo lavoro di uno dei registi finlandesi più conosciuti in patria, già passato al Festival di Toronto e a Montreal.

La motivazione della giuria: “per la semplicità puntuale ed incisiva nel descrivere un tema importante e pericolosamente attuale, quello del neonazismo. Per la capacità del cast e la sceneggiatura efficace in grado di riportare senza filtri e con tagliente comicità una realtà crudele quanto folle”.

Ottimo il bilancio con cui si chiude questa decima edizione di Alice nella Città che può vantare oltre 23.000 presenze tra pubblico e accreditati: circa 19.000 per le proiezioni dei film (Concorso, Fuori Concorso ed Eventi speciali) e 4.000 registrate per tutte le attività aperte al pubblico a ingresso gratuito, legate al mondo del cinema e parallele al programma ufficiale che hanno avuto luogo ogni giorno a Casa Alice. Numerosissime anche le scuole coinvolte: 78 classi di elementari, 61 di scuole medie e 259 classi di scuole superiori.

Più di 80 gli ospiti italiani ed internazionali che hanno animato Casa Alice dall’8 novembre ad oggi, considerando le delegazioni dei film in Concorso, Fuori Concorso ed Eventi speciali e tutti gli appuntamenti collaterali ad ingresso gratuito che si sono susseguiti ogni giorno. Incontri con registi e attori accolti nella Libreria del Cinema di Giuseppe Piccioni, lezioni di cinema in 4 step rivolte a giovani tra i 15 e i 22 anni, proiezioni serali all’aperto per omaggiare i 90 anni dell’Istituto Luce Cinecittà, gli ospiti della striscia quotidiana curata dal “critico” irriverente Johnny Palomba con il coinvolgimento dei ragazzi della Scuola di Cinema Rossellini, l’appuntamento con il Cinecocktail e l’evento Film4Meeting – Show your talent, l’incontro con Rocco Papaleo organizzato dalla Basilicata Film Commission, la presentazione dei 6 canali web specializzzati di Raicinemachannel.it, e molte altre occasioni per brindare ad alcune opere che sono state presentate in questi giorni, come le feste per i film “Tir”, “Take Five” e “Marina”.

Tutti avvenimenti che hanno contribuito a trasformare Casa Alice in un’officina creativa, grazie anche al supporto dei partner culturali, media e tecnici della Manifestazione, come Rai Movie, My Movies.it, Radio Città Futura, Cinemotore, Open Sky, Fred Radio e la Libreria del Cinema, a cui si aggiungono Acea spa ed Ente dello Spettacolo che hanno reso possibile l’omaggio all’Istituto Luce, Istituto Roberto Rossellini, Fapav, RomaLazio Film Commission, Lucana Film Commission, Trap Art, Cinemeccanica, MADE.COM che ha curato gli arredi di Casa Alice, SUB-TI, Grandi Eventi Italia, Tailorsan.

Passengers con Keanu Reeves ufficiale la data d’uscita

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Passengers con Keanu Reeves ufficiale la data d’uscita

È ufficiale la data d’uscita negli Stati Uniti del film Passengers, il film romantico-fantascientifico interpretato da Keanu Reeves e Rachel Mc Adams. Questo film sembrava essere finito nel dimenticatoio, dopo che il progetto venne perso dal regista nostrano Gabriele Muccino diversi anni fa. La pellicola, invece, tornerà sotto la direzione di  Brian Kirk , regista di alcuni episodi di Games of thrones e di molte altre serie tv, come The Tudors, con la sceneggiatura di Jon Spaihts.

La Weinstein Company ha comprato i diritti di distribuzione del film e ora ha scelto la data d’uscita ufficiale che sarà il 3 Aprile 2015.

La storia è ambientata nel futuro, ed è una rivisitazione della storia di Adamo ed Eva. Il protagonista Jim Preston ( Reeves), è un meccanico che affronta un viaggio lungo 120 anni verso una lontana galassia. Durante questo tragitto non tutto va come dovrebbe, e l’uomo si sveglia solo e abbandonato su una nave popolata da robot. Jim deciderà di interrompere l’ipersonno della bella Aurora per condividere il percorso con lei. Così i due si troveranno ad affrontare l’amore l’uno per l’altra, costretti poi a vivere insieme l’avaria della nave e le tragiche conseguenze che ne verranno.

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47 Ronin: Prima clip ufficiale

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47 Ronin: Prima clip ufficiale

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Pochi giorni fa vi abbiamo parlato di 47 Ronin, film diretto da Carl Rinsch con Keanu Reeves, riportandovi proprio l’opinione dell’attore sul film.

Ora, è stata diffusa dalla Universal Pictures on-line la prima clip ufficiale del film,  film d’azione fantasy, che uscirà a Natale negli Stati Uniti. Potete vedere la clip qui:

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47 Ronin è basato su fatti realmente accaduti in Giappone nel 18° secolo e diventati poi leggenda, infatti nel film ci saranno molti elementi fantasy e fiabeschi. Reeves interpreta Kai, personaggio creato appositamente per questa versione cinematografica della storia, che è per metà inglese e per metà giapponese. Egli si unirà ai samurai, i 47 Ronin, nella loro impresa per vendicare il loro maestro ucciso dal tiranno Signore. I guerrieri si troveranno ad affrontare dure prove per raggiungere il loro obiettivo. Kai, però finirà per innamorarsi della figlia del maestro.

La storia è stata riscritta da Chris Morgan e Hossein Amini, e uscirà in Italia a Marzo 2014.

Il cast del film comprende anche Rinko Kikuchi, Hiroyuki Sanada, Cary-Hiroyuki Tagawa, Tadanobu Asano e Rick Genest.

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Javier Bardem nel cast del nuovo Peter Pan

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Javier Bardem nel cast del nuovo Peter Pan

Vi avevamo già anticipato di un nuovo progetto su Peter Pan da parte della Warner Bros, film intitolato Pan che sarà diretto da Joe Wright. Anche se ancora non è stato confermato il coinvolgimento del regista in questa nuova avventura, già si parla di ipotetici componenti del cast.

Variety riporta la notizia che la Warner Bros sembrerebbe interessata al premio Oscar Javier Bardem per il ruolo di Barbanera, pirata brutale contro il quale il giovane Peter dovrà combattere e guiderà una vera e propria rivolta, salvando i nativi dell’ Isola che non c’è. Infatti , nella nuova sceneggiatura, Pan sarà un orfano portato sull’isola che non c’è dove ricoprirà proprio il ruolo il salvatore dei nativi. L’attore sarebbe già stato contattato dalla Warner per questo ipotetico ruolo.

Questo nuovo Peter Pan sarà un progetto innovativo, nel quale vedremo il personaggio che tutti amiamo in altre vesti, scopriremo il suo passato più intimo nonostante la storia sia sempre basata sulle avventure scritte da J.M. Barrie.

La produzione del film è affidata a Greg Berlanti ( serie tv Arrow), la sceneggiatura sarà scritta da Jason Fuchts, sceneggiatore de Continenti alla Deriva, e tutto sarà supervisionato da Sarah Schechter.

Hunger Games – La ragazza di fuoco: torniamo nell’Arena con Katniss

La vittoria di Katniss Evergreen e Peeta Mellark ci aveva lasciato una strana malinconia. Come noi, neanche loro riescono a gioire dopo gli spietati eventi a cui sono sopravvissuti. Gli Hunger Games, preziosa creazione letteraria di Suzanne Collins, sono la massima espressione di un governo dispotico che, per mantenere lo status quo, indice una lotteria i cui vincitori si contendono la sopravvivenza. I tributi, così si chiamano i partecipanti, si aggrappano alle loro vite chiamando in causa gli istinti primordiali di hobbesiana memoria.

Homo homini lupus, è la morale di fondo e il successo della saga è dovuto al declinare tale lezione nel mondo dei giovani. Lo ha fatto nel primo film del 2011, diretto da Gay Ross, senza risultare banale, al contrario, non lesinando nel mostrare particolari agghiaccianti.

Per Hunger Games – La ragazza di fuoco, in uscita il 27 novembre in Italia, al timone c’è Francis Lawrence confermato per dirigere anche l’adattamento de Il canto della rivolta che verrà diviso in due film. Nato come regista di clip musicali e spot pubblicitari, ha poi trovato il successo grazie a Constantine (2005), trasposizione del fumetto Hellblazer, proseguendo con Io sono leggenda (2007) e Come l’acqua per gli elefanti (2011). La ragazza di fuoco rappresenta un’opportunità per mettere alla prova la sua consolidata abilità nella trasposizione di romanzi e magari mostrarci capacità di personalizzazione registica.

In questo secondo capitolo i due vincitori sono il simbolo di una rivolta che il governo non potrà ignorare. Costretti a lasciare gli affetti più cari per intraprendere il “Tour dei Vincitori”, diventeranno consci delle loro responsabilità ma si vedranno opporre, oltre al presidente Snow (Donald Sutherland), anche il suo braccio destro Plutarch Heavensbee (Philip Seymour Hoffman).

Hunger-Games-La-ragazza-di-Fuoco-fotoJennifer Lawrence, ormai a suo agio nei panni della protagonista, ha ammesso  la sua lontananza dal personaggio interpretato: lei a confronto è “una fortunata viziata”. Da quando ha intrapreso l’avventura di Hunger Games la sua agenda è ormai piena di impegni fino al 2015: tra i film figurano American Hustle, X-Men Giorni di un futuro passato e Hunger Games Il canto della rivolta. Tuttavia esprime profondo riconoscimento per il ruolo di Katniss senza il quale non ci sarebbe stato Il lato positivo (2012), la pellicola con Bradley Cooper che l’ha vista trionfare agli Oscar come Miglior attrice protagonista.

Con La ragazza di fuoco, avremo l’occasione di approfondire il personaggio Peeta Mellark, interpretato da Josh Hutcherson, che prima di Hunger Games era confinato in ruoli meno impegnativi e secondari come in Viaggio al centro della Terra 3D, Aiuto vampiro e I ragazzi stanno bene. Al cast del primo film che comprendeva Liam Hemsworth, Woody Harrelson, Stanley Tucci, Elizabeth Banks e Lenny Kravitz, si aggiungono Sam Claflin, nel film Finnick Odair, Jena Malone, nei panni di Johanna Mason e Philip Seymour Hoffman, che interpreta lo stratega Plutarc.

La saga di Hunger Games ha risollevato le sorti del romanzo young adult e così sta facendo anche al cinema prendendo le distanze da Twilight e presentando un prodotto diverso rispetto da Harry Potter. Un successo per poter catturare l’attenzione di giovani non più ingenui.

Hunger Games – La ragazza di Fuoco, il film

Hunger Games – La ragazza di Fuoco è diretto da Francis Lawrence e oltre a Jennifer Lawrence il cast comprende anche Josh HutchersonLiam HemsworthPhilip Seymour HoffmanWoody HarrelsonElizabeth Banks, Lenny Kravitz, Jeffrey WrightStanley Tucci, Donald Sutherland, Amanda Plummer e Lynn Cohen. Tutte le news sulla saga nel nostro speciale Hunger Games. Per tutte le info sul film vi segnaliamo la nostra scheda Hunger Games – La ragazza di Fuoco.

La trama del film: Katniss Everdeen torna a casa incolume dopo aver vinto la 74ª edizione degli Hunger Games, insieme al suo amico, il “tributo” Peeta Mellark. La vittoria però vuol dire cambiare vita e abbandonare familiari e amici, per intraprendere il giro dei distretti, il cosiddetto “Tour di Victor”. Lungo la strada Katniss percepisce che la ribellione sta montando, ma che il Capitol cerca ancora a tutti i costi di mantenere il controllo proprio mentre il Presidente Snow sta preparando la 75ª edizione dei giochi (The Quarter Quell), una gara che potrebbe cambiare per sempre le sorti della nazione di Panem.

Buon Compleanno Maggie Gyllenhaal

Buon Compleanno Maggie Gyllenhaal

Ha un fratellino, Jake, che fa l’attore famoso, e un marito, Peter Sarsgaard,  che fa l’attore famoso pure lui (e ha un cognome ugualmente impronunciabile). A dire il vero, è il fratello che fa conoscere a Maggie Gyllenhaal il futuro sposo, incontrato sul set di Jarhead. Dopo 7 anni insieme, nel 2009 i due si sposano a Brindisi: hanno già una bimba e presto ne sfornano una seconda. C’è da scommettere che le due pupe finiranno nello showbiz, con la famiglia che si ritrovano.

Mamma Maggie esordisce col fratello in alcuni film diretti dal padre (di origine svedese, da qui il cognome assurdo) per poi dedicarsi alla laurea in letteratura e religioni orientali alla Columbia. Ma studia anche recitazione a Londra e nel tempo libero fa la cameriera nel Massachussets, finché nel 2001 ottiene una particina in Donnie Darko, dove è la sorella del protagonista, cioè suo fratello Jake, la cui carriera decollerà grazie a questo inquietante indie. L’anno dopo però è la volta di Maggie, che conquista finalmente la scena in Secretary: la sua timida segretaria asservita al sadico James Spader cattura l’attenzione e pure una nomination al Golden Globe. Nel 2003 è una delle allieve di Julia Roberts in Mona Lisa smile: nel cast c’è anche Kirsten Dunst, e Maggie ricambia il favore a Jake presentandogli la collega, ma la relazione fra i due non durerà. Miss Gyllenhaal ormai è un’attrice affermata e i progetti successivi sono assai variegati: dalla commedia Vero come la finzione, al drammone World Trade Center, fino al blockbuster campione d’incassi Il cavaliere oscuro, dove sostituisce Katie Holmes nei panni di Rachel Dawes, l’amata di Batman. Nel 2009 la sua performance in Crazy Heart al fianco di Jeff Bridges le fa quasi vincere l’Oscar, ma Maggie riscuote successi anche a teatro, dove si esibisce in diverse pièce (con un debole per Checov).

La fanciulla vanta anche un passato da modella (per Miu Miu e Agent Provocateur) e un presente da attivista impegnata in svariate cause. Noi le rubiamo solo qualche minuto per farle spegnere le 36 candeline. HAPPY BIRTHDAY MAGGIE!

Festival di Roma 2013: Video Commento dei film dell’ottavo giorno

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Ottavo giorno del Festival di Roma 2013 e sono stati presentati ben tre film in concorso, il primo è Tir dell’italiano Alberto Fasulo con Branko Završan, Lučka Počkja e Marijan Šestak. Mentre il secondo è l’anglo-spagnolo Another Me di Isabel Coixet con la ex Sansa Stark di Game of Thrones Sophie Turner, Rhys Ifans, Claire Forlani, Gregg Sulkin, Leonor Watling, Jonathan Rhys Meyers e Geraldine Chaplin. Ed infine il film giapponese di Takashi Miike, The Mole Song – Undercover Agent Reiji con Toma Ikuta, Shinichi Tsutsumi, Riisa Naka, Takayuki Yamada, Takashi Okamura, Yusuke Kamiji, Mitsuru Fukikoshi, Kenichi Endou, Sarutoki Minagawa, Ren Ohsugi e Koichi Iwaki.

Di seguito il video commento:

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Nella nostra Gallery tutte le foto del Festival:

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Justin Bieber’s Believe Trailer originale

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Justin Bieber's BelieveGuarda il trailer di Justin Bieber’s Believe, il film sulla giovane star diretto da Jon M. Chu, già regista di Never Say Never, GI Joe: Retaliation. La pellicola ripercorre il successo del cantante noto in tutto il mondo che fa impazzire migliaia di giovani, ed è ricco di filmati di concerti mai visti prima e corredato di dietro le quinte mai pubblicati. Nel film inoltre le apparizioni speciali di  Scooter Braun, Patti Mallette, Usher, Ludacris e molti altri.

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The Fantastic Four: riprese in Lousiana?

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The Fantastic Four-Continua a tenere banco il reboot di The Fantastic Four, che la 20th Century Fox ha intenzione di rilanciare al cinema entro il 19 Giugno 2015. Dopo la notizia che il film si girerà in Louisiana, oggi arriva la conferma da Comingsoon.net che parte di alcune riprese potrebbero essere fatte a Baton Rouge, nel periodo di Marzo 2014. Al momento queste sono solo rumors ma se confermate a breve potrebbe chiudersi anche il casting del film al momento ancora non ufficializzato, anche se diverse rumors sono stati diffusi nell’ultimo periodo (LEGGI QUI e QUI) Sappiamo invece che alla regia del film ci sarà il talentuoso regista di Chronicle Josh Trank, per una release prevista per Giugno 2015.

 

 

Festival di Roma 2013 previsioni per i vincitori

Festival di Roma 2013 previsioni per i vincitori

festival-del-cinema-di-roma-2013Mancano ancora due giornate alla conclusione dell’ottava edizione del Festival Internazionale del film di Roma, ma oggi si è conclusa la presentazione alla stampa dei film presenti nella selezione ufficiale per il Concorso, i 18 film che gareggiano per portare a casa il Marc’Aurelio d’Oro. Lo scorso anno, lo ricordiamo, portò a casa il premio il regista Larry Clarke, che con Marfa Girl mise a dura prova le critiche degli addetti ai lavori. Per non parlare poi del putiferio scoppiato quando il premio alla migliore regia e alla migliore interpretazione femminile andarono a Paolo Franchi e alla sua attrice Isabella Ferrari per E la chiamano estate.

Il Concorso in generale ha rivelato poche sorprese, presentandoci un tipo di film che (in più di un caso) prediligono una regia statica, ‘a seguire’ rispetto ai personaggi del racconto, e con pochissimo spazio per l’azione. Altro tema ricorrente del Concorso è stata la famiglia e le dinamiche domestiche, con tutte le variazioni del caso. Interessantissimi i tre film provenienti dall’Oriente, che si sono distinti per una vena sperimentale comune che ne ha fatto tre belle sorprese: The Mole Song, Seventh Code e Blue Sky Bones. Sufficienza piena per l’Italia: Tir, I Corpi Estranei e Take Five si sono discretamente difesi, riuscendo a colmare i reciproci limiti e presentandoci opere molto diverse tra loro. Divide un po’ a metà il grande cinema di lingua inglese/americana poiché dei quattro film attesi, con tanto di star, solo due di questi si possono definire dei veri e propri gioielli. Dallas Buyers Club e Her sono  senza dubbio i film migliori visti al Festival (in molti anni di Festival), mentre Out of the Furnace si rivela un film già visto e Another Me una pellicola dall’identità incerta e dal risultato deludente.

festival di roma 2013 previsioniIl Concorso di quest’anno ha visto dunque protagonisti dei film abbastanza omogenei, con almeno un paio di picchi, verso l’alto e verso il basso. Another Me, come accennato, e A Vida Invisivel saranno certamente considerati i protagonisti negativi di questa edizione, mentre per Her e Dallas Buyers Club si presenta il problema opposto. La constatazione che le due pellicole sono così superiori rispetto al resto del materiale mostrato in Concorso da essere quasi troppo facile assegnare ad una di loro il nostro virtuale Marco Aurelio ad uno dei due, dando automaticamente all’altro il premio per la regia. Entrambi i film si giocano quindi la possibilità di portarsi a casa l’ambito premio a pieno diritto, e si giocano anche un altro premio importante, quello alla migliore interpretazione maschile. Matthew McConaughey (Dallas Buyers Club) è stato un protagonista straordinario, confermando la sua inaspettata e sorprendente maturazione artistica, ma Joaquin Phoenix ha dato prova, in Her, di una profondità emotiva talmente forte da far male allo spettatore, assolutamente al di sopra di ogni altra cosa vista in questi giorni al Festival di Roma, e forse anche nelle passate edizioni. Per quanto riguarda la migliore interpretazione femminile, il verdetto è decisamente incerto, anche se un premio collettivo al cast di Acrid, film iraniano di Kiarash Asadizadeh, sembra un premio inevitabile ad un film davvero interessante e dalla struttura abbagliante. Il film, nel parere di chi scrive, potrebbe ambire anche ad un premio per la migliore sceneggiatura. Premio della Giuria potrebbe essere, secondo le nostre previsioni, tutto per quel folle viaggio colorato, violento e rutilante che è The Mole Song di Takashi Miike. Il regista giapponese ha davvero fatto breccia nel cuore del pubblico dell’Auditorium, e forse è riuscito a far bella mostra di sé anche agli occhi della giuria di James Grey. Il miglior contributo tecnico potrebbe essere riconosciuto al rumeno Quod Erat Demonstrandum, film complesso e forse con qualche falla nei criteri di racconto, che però avvolge i suoi personaggi in un bianco e nero da manuale.

Previsioni a parte, tra poco meno di 24 ore sapremo chi sono i vincitori di questa VIII edizione del Festival di Roma, e allora ci ritroveremo sempre su Cinefilos.it a leggerne i nomi e a discuterne insieme. Intanto ecco a seguire la nostra gallery di questo Festival:

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The Mole Song Undercover Agent Reiji recensione del film di Takashi Miike

takashi miike the mole songE’ uno dei veri maestri del cinema orientale, riconosciuto in tutto il mondo per il suo talento, la sua linea autoriale e soprattutto per la grande prolificità artistica, è Takashi Miike che dopo aver partecipato lo scorso anno al Festival di Roma come ospite d’onore, quest’anno si presenta alla stessa manifestazione con un film in concorso che ha letteralmente folgorato la platea di spettatori. Stiamo parlando di The Mole Song Undercover Agent Reiji, straordinario ed eclettico viaggio di Miike nel mondo della yakuza giapponese. Il protagonista della storia è Reiji, un agente di polizia senza nessuna qualità, che viene scelto per diventare un agente sotto copertura per cercare di stanare un noto boss dell’organizzazione mafiosa. Il ragazzo, pasticcione, rumoroso e molto lontano dall’ideale di agente infiltrato, riesce in qualche modo ad entrare nelle grazie dei boss minori, sviluppando un certo legame con Crazy Papillon, un uomo particolarmente pericoloso che ha una passione smodata per la farfalle. Presto però il suo legame con questo personaggio losco lo metterà davanti a scelte difficili che il nostro dovrà compiere mentre su di lui pende la minaccia di una sanguinosa guerra tra clan.

The Mole Song Undercover Agent Reiji recensioneA prima vista la trama del film fa pensare ad un ‘classico’ di Miike, che da sempre nei suoi film si cimenta con storie di mafia e di faide, caratterizzate da una violenza chiara e manifesta, senza mezzi termini. Questa volta però i fan del regista giapponese devono prepararsi ad una sorpresa, perchè The Mole Song Undercover Agent Reiji è un viaggio delirante a metà tra cinema e fumetto, o meglio manga. Infatti la storia è tratta dal manga di Noboru Takahashi, che ha supervisionato la storia, e racconta le vicende del protagonista in toni decisamente comici e grotteschi, senza badare alla credibilità. La violenza, raccontata qui attraverso scenografie colorate e costumi fuori dall’ordinario, assume contorni comici e il protagonista (Toma Ikuta) è un rutilante vulcano di invenzioni. Strizzando l’occhio a noti personaggi provenienti dallo stesso mezzo di comunicazione, il film si divide in due parti: all’inizio prevalgono i toni grotteschi, pieni di inserti animati e di trovate registiche straordinarie e innovative; poi il registro, senza perdere il suo tono beffardo, si fa più serio e il film diventa un (quasi) tradizionale film sulla mafia.

Con The Mole Song Undercover Agent Reiji, Takashi Miike si conferma un vero e proprio maestro del cinema, capace di spaziare trai generi e gli stili senza perdere mai la sua verve creativa e ammaliando, e in questo caso in particolare facendo molto ridere, un pubblico che sempre più numeroso si avvicina alla sua arte.

Tir recensione del film di Alberto Fasulo

Tir recensione del film di Alberto Fasulo

tir recensioneDopo Rumore Bianco, Alberto Fasulo, regista italiano con la vocazione per il documentario, torna al cinema con Tir, avventura on the road di un camionista che cerca di dividersi tra un lavoro stressante, una moglie lontana e le difficoltà quotidiane di chi lavora tutti i giorni, e le notti, sulla strada.

Branko è un camionista. La sua vita si svolge scandita tristemente dalle ore di guida e le ore di sosta. la strada è la sua compagna, mentre gira per tutta l’Europa facendo ogni tipo di consegna. La sua vita però e caratterizzata anche dalla difficoltà di coltivare il rapporto con la moglie, con la quale lui si sente al telefono in lunghe e laconiche conversazioni che sembrano ogni volta di più assottigliare il loro legame.

Alberto Fasulo ci accompagna per mano sulla strada, la vera vita di Branko (Branko Zavrsan), nelle sue notti insonni al volante, nei suoi pasti solitari cucinati a bordo del suo tir/casa, nelle sue lotte contro il tempo per effettuare una consegna improvvisa o un carico richiesto con poco anticipo. E’ una vita solitaria e forse triste, che Fasulo ci racconta mettendoci in condizioni di capire a fondo il personaggio: siamo nell’abitacolo con Branko, così vicino a lui da sentire il suo respiro e allo stesso modo gli stiamo vicino mentre cerca di dormire. La regia ci inserisce nella sua vita e la fa anche un po’ nostra, grazie anche alla grande naturalezza di Zavrsan, che sembra essere nato per questo ruolo. Niente orpelli, niente grande recitazione ostentata, solo la fotografia di una vita, la messa in scena di una fatica e di una condizione davvero pesante da sostenere e che però si rende necessaria nel momento in cui rende (da un punto di vista economico) molto meglio di un lavoro qualsiasi che lo faccia rimanere a casa con la famiglia.

Alberto Fasulo realizza un vero e proprio omaggio a questo mondo così poco conosciuto, che vediamo di sfuggita in autostrada, dalle nostre automobili, e lo fa con tocco delicato e oggettivo, confermando un vero talento documentaristico.

Tir è stato presentato in Concorso all’ottava edizione del Festival Internazionale del Film di Roma.

Festival di Roma 2013 Alberto Fasulo presenta Tir

Festival di Roma 2013 Alberto Fasulo presenta Tir

tir recensione festival di roma 2013Il regista Alberto Fasulo si cimento al cinema con Tir, film ambientato nel mondo un po’ nomade dei camionisti. Il film, distribuito da Taker Film, è stato presentato al Festival Internazionale del Film di Roma 2013 gareggia in Concorso.

– Aspettavamo questo film con ansia, dopo il Rumore Bianco. Quel film parlava di un fiume che portava delle storie, qui c’è la strada che racconta una storia. C’è un legame tra le due cose? E’ un tuo gusto personale o è un caso?

“Non ci ho mai pensato. Sicuramente nella storia influisce il fatto che ci metta molto tempo a fare un film e che quindi intanto io mi muovo e procedo con la mia vita. Nel Rumore Bianco ho raccontato il rapporto tra il fiume e le persone e qui ho parlato di un rapporto tra il protagonista e il suo lavoro e una moglie lontana.”

– E’ possibile che la sceneggiatura in questo film abbia bloccato il tuo respiro più documentaristico?

“Non credo. Anzi lavorare al progetto è stata una sfida, soprattutto per l’empatia che si è creata dopo qualche giorno con il protagonista (Branko Zavrsan). E’ stato molto interessante lavorare sul confine tra la realtà e la finzione, e per me è stato fondamentale raccontare una storia immersa nella realtà. Ho fatto quattro anni di ricerche e quando poi ho incontrato Branko, è stato importantissimo non perdere il mio rapporto con la realtà.”

– Quanto tempo sono durate le riprese?

“Ci sono stati cinque anni di scrittura e di ricerca sul campo per cercare di capire cosa valesse a pena raccontare, cosa volesse dire crisi e cosa potesse essere funzionale a dire ciò che volevo far passare nel film. Cinque anni di riflessioni, ricerca e messa in scena.”

– Quanto è importante essere in prima persona dietro la macchina da presa e effettuare le riprese senza l’intermediazione di un operatore?

“Il fatto di dover stare dentro una cabina e di filmare io è preferibile per me perchè così non devo spiegare niente a nessuno. Mostro semplicemente quello che mi interessa. E’ un motivo fisico e etico: il posto dove mi pongo crea una connessione. Cerco di trovare la giusta distanza dalle cose che sto raccontando.”

La nostra foto gallery del Festival:

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Festival del cinema di Roma 2013: una chiacchierata con Checco Zalone

Checco ZaloneIl festival del cinema accoglie nel suo spazio dedicato alle ‘chiacchierate’ cinematografiche Checco Zalone. Il comico pugliese, giunto al suo terzo film con Sole a Catinelle, ha diviso pubblico e critica, arrivando ad un strepitoso successo al botteghino. Zalone  arriva sul palco della sala Petrassi con l’aria di chi, essendo capitato per caso in una situazione che non conosce o conosce comunque molto poco, esordisce con un “in che consiste ‘sta cosa che facciamo?”, conquistandosi (come se ne avesse bisogno) seduta stante il pubblico presente, compresa la critica che ha tanto disprezzato il suo successo. Poi, è cominciata l’intervista, o meglio, la chiacchierata tra due amici e, anche solo rispondendo a delle semplici domande, Zalone è stato l’esilarante showman al quale siamo abituati.

Marco Giusti: Perché non sei andato da Vespa?

Checco Zalone: Perché ho troppa visibilità in questo momento. Non voglio nemmeno più guardarmi allo specchio, non ce la faccio più a vedermi. Mi chiuderò a Capurzo, ho pure chiamato Mina. Mi riposo, sto a casa, c’ho la bambina… non faccio niente. Poi questo lavoro è fatto anche da momenti di pausa in cui uno pensa se vuole fare ancora cinema. Anzi non è cinema quello faccio io, così hanno detto i critici colleghi tuoi, però i cinema erano pieni. Ho letto molte polemiche per l’uso che si farà di questi soldi perché non verranno investiti nel cinema, cioè  quello vero. Però il mio cinema fa bene ai locali intorno al cinema, tipo le pizzerie, praticamente… fa bene anche alla pirateria a Capurzo.

MG: Che ti hanno scritto i critici?

CZ: Penso di aver diviso la critica… Tu sei corrotto, sei amico quindi hai scritto bene.  Meneghetti mi ha dato due palle, però era una recensione ben scritta, puntuale… non sto scherzando. Va bene  per uno che si sta avvicinando al mondo del cinema.

MG: Ma a te piace il film?

CZ: No, bruttissimo. Quando uno fa un film passa quattro mesi a vedere il prodotto, a fare il montaggio ecc.. c’era roba inguardabile che avrebbe dato da mangiare a voi critici.. ma col cavolo che l’ho messa, l’ho tagliata. Alla fine vedi e rivedi  ormai mi fa schifo, non sono neanche andato al cinema a vederlo. Però la critica, quella istituzionale, adesso purtroppo sta venendo soppiantata dai social network, leggi pure la recensione del gommista sotto casa.

MG: Però in questo film c’è un salto di classe, è anche un film politico.

CZ: non è un film ideologico, non è un film politico..c’è questo personaggio che è un anticomunista che però non sa neanche perché odia il comunismo, l’idea me l’ha data mio fratello.

MG: Parliamo di comici: chi ti piace di più?

CZ: Beppe Grillo.

MG: Tra i classici?

CZ: Sordi è stato il più grande attore italiano, inarrivabile. Ho rivisto con grandissimo piacere Il vigile ed ho trovato delle scene straordinarie. Guardo a lui come riferimento, era una spanna sopra tutti gli altri.

MG: A chi credi di somigliare? Hanno detto totò..

CZ: Non penso di somigliargli, tendo a Sordi ma è troppo grande, poi qui devo fingere di essere umile, dentro c’ho un ego grosso come te!

MG: Quanto ti ispira la tua famiglia?

CZ: Tantissimo. Per esempio nel film il personaggio che prende tutto a rate esiste davvero a Capurzo. Vedi stipendiati a 1000 euro al  mese che prendono l’Audi con 27 anni di mutuo. Le zie tirchie di Capurzo pure.. poi io non vivo a Roma, che secondo me fa bene a quelli che fanno ‘sto mestiere..

MG: Sei sempre il ragazzo semplice di una volta?

CZ: No, me la tiro..

MG: sembri un ragazzo semplice e stupidotto e di provincia, ma in realtà affronti temi come l’omosessualità.

CZ: nel primo film l’ho affrontato: quello nella mia filmografia  è stato il pezzo più bello che doveva secondo me essere premiato, ma niente—quindi non accetterò nessun premio.

Nel bel mezzo dell’intervista, poi Zalone si fa suggerire dalle domande che gli vengono poste i pretesti per cantare le sue canzoni. Canta, infatti “Gli uomini sessuali”  e  “Samba senza u culo” per poi tornare “serio” con un “BASTA, BASTA VOLGARITA’! PARLIAMO DI CINEMA!”

MG: Ma tu lo faresti un film di un autore italiano, quelli considerati quattro stelle?

CZ: Quattro stelle Meneghetti? Non mi incassa un cazzo! Sinceramente non sono un attore, non sono capace di mettermi in un altro personaggio. Quindi per pietà della platea direi che non è il caso.

MG: I vostri film cercano di essere sempre nuovi.

CZ: Ora non per fare il presuntuoso, però noi guardiamo come riferimento alla commedia italiana e, a parte Fantozzi, non è mai stata grottesca.

MG: Invece io trovo che state sempre attenti a mettere le cose sul livello della realtà italiana.

CZ: Sì, muoviamo dalla realtà. In generale prendiamo i temi forti in quel momento storico, i musulmani, l’integrazione razziale. Però non è che facciamo dei saggi, non li spieghiamo, li prendiamo strumentalmente… per ancorare alla realtà una storia, per renderla più efficace e realistica..senza profondità, perché le cose brutte le conosciamo già.

MG: E dei comici americani che mi dici?

CZ: Mi piace Ben Stiller, Sasha Baron Cohen. Non so se può essere proposto in Italia, però, perché arriva a livelli di scorrettezza politica forse inaccettabili per il nostro paese.

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Festival di Roma 2013: Takashi Miike presenta The Mole Song Undercover Agent Reiji

takashi miike the mole songSi presenta al Festival di Roma di quest’anno, ancora una volta con un film straordinario, il maestro Takashi Miike, che spiazza tutti i suoi fedelissimi fan con The Mole Song Undercover Agent Reiji, storia di un poliziotto infiltrato nella yakuza basato su un manga di Noboru Takahashi, Mogura no Uta.

“Volevo ringraziarvi perché avete visto il film proprio come io volevo – ha esordito il maestro Miike – In Giappone le storie intorno alla yakuza sono sotterranee, e le giovani generazioni guardano questo tipo di storia come se si trattasse di cose passate, perciò raccogliamo pochi spettatori. Ma facendo questo film ho cercato di far divertire gli spettatori anche guardando alla nuova generazione, con riguardo verso il passato. Ho affrontato così anche momenti molto seri.”

– Nel film si sente molto l’influenza del manga e dell’anima giapponese, in particolare sembra che ci siano riferimenti al personaggio di Naruto, ideato da Masashi Kishimoto.

“Non direttamente, forse però quando si tratta di manga c’è qualcosa che attira e scuote le persone. avrei voluto farlo ma non è possibile. Il manga rappresenta tutto ciò che vorremmo fare ma non possiamo, e per questo che avendo come protagonista un personaggio tratto dal manga, probabilmente abbiamo qualcosa in comune con Naruto, però ovviamente il riferimento diretto è il manga di Noboru Takahashi, Mogura no Uta. Takahashi è il mio primo spettatore e così ho scelto di seguire le sue direttive. In ogni modo è probabile che ci sia qualche punto di contatto con Naruto, manga che amo molto.”

– Non è la prima volta che lei ha a che fare con il mondo della yakuza in un suo film. Cosa la attira di questo argomento? Come sono percepiti al giorno d’oggi i film sulla yakuza in Giappone?

“Avevo valutato in modo organico la storia del cinema giapponese, cercando di imparare qualcosa dal passato del cinema, per cercare di essere più vicino agli spettatori. Credo di essere un po’ fuori dal sentito comune dei registi giapponesi, molte mie tematiche si incentrano sulla mafia, ma alcune persone non ne parlano per ragioni etiche.”

– Come ha scelto di fare questo film?

“Tutte le opere hanno qualcosa in comune e io come regista mi rendo conto di ciò che devo fare nel mio quotidiano. Man mano cerco di compiere tutti gli obblighi di un regista. Cerco di non avere una tematica specifica. In collaborazione con l’attore e i produttori ho cercato di dare vita ad un film che potesse essere anche un riferimento alla società attuale.”

– Ci sarà un sequel per questo film?

“Se ci saranno spettatori che guarderanno questo primo film, ovviamente lo farò, anche in fretta. Però si tratta di un film basato su un manga che sta ancora uscendo, quindi aspetterò prima che esca la storia del manga e poi dopo un anno farò il film.”

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Seventh Code: recensione del film di Kiyoshi Kurosawa

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Seventh Code: recensione del film di Kiyoshi Kurosawa

Portatore di un nome importante e grande presenza ai Festival di tutto il mondo, il regista giapponese Kiyoshi Kurosawa presenta in Concorso al Festival Internazionale del Film di Roma Seventh Code, un atipico film romantico che si trasforma inaspettatamente e con grande efficacia in una spy-story con tanto di sangue, combattimenti, violenza e sparatorie.

Vladivostok, Russia. Akiko, una giovane donna che sembra essere sola al mondo, giunge da Tokyo per incontrare l’imprenditore Matsunaga, perché non riesce a dimenticarlo da quando le è capitato di cenare con lui un mese prima in Giappone. Finalmente lo ritrova, ma Matsunaga si limita a raccomandarle di non fidarsi di nessuno in terra straniera e poi scompare. Akiko ricomincia a cercarlo trovando provvisoriamente rifugio in un ristorante gestito da un giapponese che la prenderà con sé e la aiuterà. Sembra quasi che la giovane donna riesca così a trovare un po’ di pace, sembra che sia riuscita a dimenticare il suo amore perduto, fino a che l’uomo misterioso ricompare, rivelandoci involontariamente una sua doppia vita che sembra mettere in pericolo tutto il precario mondo della nostra protagonista e di che le sta intorno.

Il film colpisce per la sua ottima coesione narrativa, che ci immette nella storia senza preamboli e spiegazioni e ci accompagna con fare complice, come se noi sapessimo tutto dei protagonisti che in realtà per tutto il film si confermano essere dei perfetti sconosciuti. A dare corpo alla protagonista una vera star giapponese, Atsuko Maeda, che in patria è praticamente un idolo. E’ lei anche l’interprete della canzone di chiusura del film che regala un effetto straniante inaspettato, data la serietà della storia fino a quel punto. Il film è stato costruito interamente intorno alla brava protagonista che porta a casa un one (wo)man show di tutto rispetto.

Festival di Roma 2013 : Another Me conferenza stampa con Sophie Turner

Another Me Sophie TurnerSono arrivati al Festival Internazionale del Film di Roma 2013 i protagonisti del film in concorso Another Me di Isabel Coixet, Sophie Turner , Gregg Sulkin e Leonor Watling e le produttrici Rebekah Gilbertson, Nicole Carmen Davis e Mariela Besuievsky.

Tante domande alla regista Isabel Coixet che ci spiega perché ha voluto raccontare questa storia : “Molti anni fa stavo lavorando ad un’altro progetto con Rebekah Gilbertson e lei mi diede questo libro. Nel volo tra Londra e Barcellona lo lessi e arrivata a casa ero certa che c’era un film in quel testo: era una storia che mi toccava in modo molto personale perché anch’io ho una figlia adolescente e quel libro mi ricordava anche come ero io da adolescente, e così è cominciata.”

Questo é un thriller psicologico che però al contrario di altri, lavora direttamente a carte scoperte già dalle prime scene e dal titolo, come mai questa scelta? “Per me la scelta è stata ‘Come viviamo con i nostri fantasmi’, la parte più importante nella narrazione è stata mostrare come noi conviviamo con i problemi del passato. Questo per me è più importante di un mistero. Io sono una di quelle persone che quando va a vedere i film del mistero, già dopo due minuti dall’inizio capisce cosa succederà , quindi per me la sfida era più rappresentare questa situazione chiusa in un appartamento, queste persone che si tengono dentro tanti segreti e come queste quattro persone convivono con il peso del passato.”

Ci sono influenze in stile giapponese, anche lei vede questo genere di cinema nel suo film? “Io amo molto il Giappone, e amo i film giapponesi che prendono questa cosa dei fantasmi come un elemento naturale. Ma penso che il mio film più che influenzato dal cinema giapponese, sia più influenzato dalla letteratura giapponese, come Banana Yoshimoto e Murakami che scrivono proprio storie di fantasmi. Perché come in quei libri anche noi dobbiamo convivere con dei fantasmi e anche se il film è strutturato come thriller io volevo mostrare come noi integriamo nelle nostre vite queste morti.”

Ma anche suggestione come Le Due Sorelle di Brian De Palma o il tunnel di A Volte Ritornano di Stephen King… “Ho avuto la possibilità di parlare spesso con Brian De Palma ultimamente e parlando con lui gli ho raccontato questa storia e lui mi ha detto ‘Si questo film è come Fascination ma con un atteggiamento moderno’ e io gli risposi ‘ Si, ma il tuo film era come un film di Hitchcok con un atteggiamento moderno!’.”

Sophie Turner, Sansa Stark della famosa serie tv Il Trono di Spade è al suo debutto sul grande schermo : “L’esperienza di un lungometraggio è stata così entusiasmante. Innanzitutto lavorare ad una storia contemporanea con una grande regista. Il cambiamento maggiore dal piccolo al grande schermo è stato il passaggio dal lavorare con un gruppo di cast e staff enorme ad un gruppo molto più ristretto , con cui è facile legare, che quello è il limite delle grandi produzioni. Quindi per me quest’esperienza è stata un grande cambiamento, anche un grande sollievo poter portare i jeans e maglietta. E’ stata per ora forse l’esperienza di lavoro più entusiasmante.”

Il personaggio di Sansa è molto diverso da Fay in Antoher Me “Si , avevo bisogno di liberarmi dalla depressione di Sansa e dal fatto che in ogni scena il mio personaggio piange. Un cambiamento completo di personaggio è stato molto bello. E’ come uscire dalla porta laterale del Trono di Spade per un po’.” 

Ma ti ritrovi di più nel ruolo di Fay in Another Me o in Sansa ne Il Trono di Spade? :“Credo di mettere un po di me stessa in ogni personaggio che faccio, mi piace dire che io sono Sansa. Ma quando ero più piccola ero sicuramente più Fay che Sansa, perché come dicevo a Gregg per scherzo facevo parte della Lega Wrestling. E anche ora sono forse un po‘ più vicina a Fay semplicemente perché è un personaggio contemporaneo.”

Classe 1996, la Turner è contentissima del lavoro che svolge“Il Trono di Spade non è mai stato un lavoro stressante e non lo è adesso. Considero la recitazione un lavoro divertente, magari sarà diverso quando dovrò pagare il mutuo, ma per ora no. Ci sono certi elementi che riguardano la recitazione che sono stressanti, perchè sei sotto una grande pressione,e poi ad esempio vengono scritte cose su di te che a volte ti possono ferire, ma fa parte del pacchetto che tu accetti e una volta che lo accetti non devi prendertela ma godertela.” 

Altro protagonista, il giovanissimo Gregg Sulkin, riconoscibile per un piccolo ruolo nella serie tv Pretty Little Liars , che ci dice come reagirebbe se fosse al posto del suo personaggio, se la sua ragazza gli dicesse che vede i fantasmi:” Probabilmente scapperei! Ma la cosa più bella di questa storia è che il personaggio di Fay è un’adolescente molto normale che si ritrova in una strana situazione, è una situazione così realistica in un mondo non realistico. Domande irrisolte, fantasmi e situazioni irrisolte ed è questo che mi ha attratto di più nel copione.”

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La nostra foto gallery del Festival:

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Skyfall: la colonna sonora di Thomas Newman

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Skyfall: la colonna sonora di Thomas Newman

Ecco a voi una colonna sonora candidata agli Oscar 2013, si tratta delle musiche di Skyfall composte da Thomas Newman, pellicola che ha ottenuto ben 5 nomination, tra queste anche per la migliore canzone originale con il brano “Skyfall” interpretato da Adele premiata anche con un Golden Globe.

Campione di incassi, dopo aver superato 700.000 euro di incassi in un giorno.
Segnaliamo anche l‘intervista a Daniel Craig, protagonista di 007 Skyfall.

Riportiamo di seguito 30 le tracce composte da Newman per lo 007 di Sam Mendes.

QUI LA PLAYLIST DELLE TRACCE

1. Grand Bazaar, Istanbul (05:14)
2. Voluntary Retirement (02:22)
3. New Digs (02:32)
4. Severine (01:18)
5. Brave New World (01:50)
6. Shanghai Drive (01:26)
7. Jellyfish (03:22)
8. Silhouette (00:56)
9. Modigliani (01:04)
10. Day Wasted (01:31)
11. Quartermaster (04:58)
12. Someone Usually Dies (02:29)
13. Komodo Dragon (03:20
14. The Bloody Shot (04:46)
15. Enjoying Death (01:13)
16. The Chimera (01:58)
17. Close Shave (01:32)
18. Health & Safety (01:29)
19. Granborough Road (02:32)
20. Tennyson (02:14)
21. Enquiry (02:49)
22. Breadcrumbs (02:02)
23. Skyfall (02:32)
24. Kill Them First (02:22)
25. Welcome to Scotland (03:21)
26. She’s Mine (03:53)
27. The Moors (02:39)
28. Deep Water (05:11)
29. Mother (01:48)
30. Adrenaline (02:18)

Riportiamo anche un estratto della nostra recensione:

 

Dopo quattro anni di gestazione ed un difficile avvio, il Bond numero 23 Skyfall è arrivato al cinema, esattamente in tempo per festeggiare i suoi primi 50 anni. E se 50 sembrano pochi per un agente segreto che trova sempre il modo di rinnovarsi e di rimanere giovane, gli anni a disposizione del nostro sono trascorsi, e questa volta James Bond il sente tutti.

Dopo un’operazione andata male, che ha fatto saltare le coperture di moltissimi agenti in tutto il mondo causandone la morte, l’agente segreto 007 si ritira a vita priva, fingendosi morto, e annegando la sua amarezza nell’alcool e nelle donne. Solo quando vedrà in pericolo l’intera struttura dell’MI6, una casa per lui, Bond deciderà di tornare, di rimettersi in gioco e di sfidare il tempo e il destino, contro un nemico doppiamente insidioso, perché proveniente dal suo passato e in più completamente folle.

Lo Hobbit Lee Pace parla di Thranduil

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Lee Pace commenta il suo personaggio ne Lo Hobbit: La Desolazione di Smaug, ossia il Re degli Elfi Silvani Thranduil, descrivendo l’esperienza più divertente sul set della trilogia di Peter Jackson.

Dopo averlo visto di sfuggita nella prima parte della trilogia di Peter Jackson, tra un mese potremo ammirare Lee Pace al cinema nell’attesissimo Lo Hobbit: La Desolazione di Smaug. L’attore interpreta uno dei personaggi più carismatici della storia, il Re degli Elfi Silvani Thranduil, e avrà un ruolo molto importante nel secondo film.

Intervistato da SFX Magazine, Lee Pace ha parlato del suo personaggio e dell’esperienza sul set de Lo Hobbit. Alla domanda “Qual è stato l’aspetto più divertente durante le riprese del film?”, l’attore ha risposto:

Una delle cose più divertenti è stato l’allenamento per le scene di combattimento, perché ho avuto la possibilità di fare moltissimi stunt, soprattutto per la Battaglia dei Cinque Eserciti. Mentre Galadriel è l’essere più potente della Terra di Mezzo, Thranduil è un guerriero leggendario. È in grado di modificare l’esito di un conflitto al quale partecipa. È un tipo tosto… ed è divertente interpretare un tipo tosto!

Lo Hobbit: La desolazione di Smaug, il film

Lo Hobbit: La desolazione di Smaug, secondo capitolo della trilogia uscirà al cinema il 12 dicembre 2013. Lo Hobbit: La desolazione di Smaug è il secondo capitolo della Trilogia di Peter Jackson tratta dall’omonimo romanzo di J.R.R. Tolkien. La pellicola uscirà il 12 dicembre 2013 in Italia ed è scritto da Fran Walsh, Peter Jackson, Philippa Boyens e Guillermo del Toro. La terza parte, invece intitolata Lo Hobbit: Racconto di un ritorno è atteso per il 14 Dicembre 2014. Il cast del film comprende Martin Freeman, Benedict Cumberbatch, Ian McKellen, Evangeline Lilly, Luke Evans, Richard Armitage, Elijah Wood, Orlando Bloom, Cate Blanchett, Hugo Weaving, Christopher Lee e Andy Serkis.

Trama: Le avventure di Bilbo Baggins e della compagnia di dodici nani di Thorin Scudodiquercia, formata da Balin, Dwalin, Kili, Fili, Dori, Nori, Ori, Oin, Gloin, Bifur, Bofur e Bombur. Il gruppo deve recuperare il tesoro posto nel cuore della Montagna Solitaria, sorvegliato dal drago Smaug.

Another me: recensione del film di Isabel Coixet

Another me è stato presentato in concorso al Festival Internazionale del Film di Roma 2013. In Another me Fay (Sophie Turner) è una ragazza adolescente che sta attraversando un brutto periodo. Il padre (Rhys Ifans) ha una malattia e sta per morire e la madre già intrattiene una relazione con un altro uomo. La ragazza comincia a credere di essere perseguitata da un curioso “doppio”, un’altra lei come recita il titolo, che la segue ovunque e sembra voler prendere il suo posto.

Another me di Isabel Coixet è, o meglio vorrebbe essere, una sorta di thriller dagli accenti psicologici, ma riesce male nell’una e nell’altra cosa. Siamo di fronte ad una totale mancanza di suspense, ad una sceneggiatura che vive di situazioni a se stanti in attesa di epslodere (se mai esploderà).  Non c’è nulla che conduca lo spettatore “dentro” la vicenda, che lo porti nell’intreccio. L’introduzione sembra uguale al resto. Si è catapultati subito nella storia e le verità che vengono a galla mano a mano risultano insulse, ripetitive, mai simboliche. Il simbolismo è totalmente assente anche in regia, nessun riferimento a ciò che accadrà, nessuno sfizio lasciato al piacere dell’occhio.

Another me, il film

L’aggettivo psicologico poi calza ancora meno: è difficile trovare anche una minima caratterizzazione dei personaggi. Se non nei secondari, era doveroso almeno nella protagonista femminile. Ammettendo pure di voler trattare il tema del doppio, com’è possibile apprezzare le differenze tra i potenziali due personaggi se non ce ne viene delineato nessun dei due?

A volte possiede i tratti del “teen movie” all’americana, anche se non vorrebbe. L’unica nota positiva è il personaggio interpretato da Geraldine Chaplin, l’unica a mettere il dubbio sin da subito, pur senza interesse, che di Fay ne “esistano” due. Ma essendo una vecchia signora, non gli si dà peso, l’errore sarà il suo. La protagonista Sophie Turner è la Sansa de Il Trono di Spade. Dura 86 minuti. Poco per gli standard di genere; troppo per questo film.

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