A meno di 72 ore dalla grande notte
degli Oscar di quest’anno i pronostici sono quanto mai oscuri e le
statuette sono ancora tutte da assegnare, a parte forse quelle
certe e dichiarate come il premio per il Miglior film Straniero o
per la Migliore attrice non Protagonista. Una bella lotta si
prevede invece al vertice, per la categoria Miglior film, che lo
scorso anno ha visto trionfare il sopravvalutato The
Artist e che invece quest’anno potrebbe andare ad un
film ben più valido. Ma non facciamo pronostici, un po’ per
scaramanzia, un po’ per paura di sbagliare, andiamo però a vedere
quali sono i film che quest’anno si contendono l’ambito premio
dorato.
Cominciamo subito con la più grande
sorpresa di quest’anno: Re della Terra
Selvaggia, un film piccolo, indipendente, un
esordio alla regia per un trentenne che sa il fatto suo. Il film
riesce ad entrare nello spettatore grazie alla forza emotiva dei
personaggi, alla bravura e alla tenerezza della piccola
protagonista di soli 5 anni ai tempi delle riprese, di una mano
narrante che si accompagna in una realtà che sembra staccata dalla
vita vera, eppure è maledettamente reale e di una musica che
contribuisce alla sensazione di straniamento che si genera nello
spettatore. Il trentenne Benh Zeitlin e il suo staff potrebbero non
vincere, ma sicuramente sono entrati nel cuore e nella mente di
molti spettatori, cosa che permetterà loro anche di entrare nelle
tasche di qualche produttore.
Altro giro, altra corsa. Dopo le
tantissime nomination per The Fighter,
David O. Russell
sembra aver preso gusto a fare film che diventano poi eventi
mediatici. Torna infatti con Il Lato Positivo –
Silver Lining Playbook, film che ha fatto
innamorare mezzo mondo, solo perché l’altra metà non l’ha ancora
visto! Il film ha tutto quello che serve per vincere: seguito,
sceneggiatura, attori mozza fiato, anche se forse proprio la regia
lo penalizza un po’. Qualsiasi difetto per cade di fronte alla
super coppia che David ha messo al centro della vicenda: Jennifer Lawrence e Bradley Cooper non si dimostrano
soltanto ottimi attori, ma formano una coppia sensuale ed
affiatata, che fa innamorare lo spettatore al primo sguardo. Chissà
che la bellezza di lei e il carisma di lui hanno conquistata
abbastanza l’Academy!
Due anni fa ha cambiato la storia
dell’Academy, diventando la prima regista donna a vincere un premio
per la migliore regia, facendo bis con la statuetta per il miglior
film, quest’anno Kathryn Bigelow si affida ad
un’altra super donna, la straordinaria e sadica Maya (Jessica Chastain), per
raccontare la cattura di Bin Laden. Zero Dark
Thirty è un film potente e crudo, che racconta
con lo stile della Bigelow un’America che non tutti amano. Il film
non ha mancato di sollevare polemiche, soprattutto per la
rappresentazione della tortura che mostra apertamente, ma come ha
detto Tina Fey ai Golden Globe “chi è stato sposato due anni con
James Cameron se ne intende di tortura!”.
Vero pezzo da novanta quest’anno è
però il magnifico Lincoln di
Steven Spielberg,
finalmente tornato al grande cinema, dopo l’imbarazzante parentesi
di War Horse. Questo Lincoln pacato e
irascibile allo stesso tempo porterà sicuramente a casa la
statuetta per il miglior attore protagonista, consegnando Daniel Day Lewis alla storia
come primo attore maschio a vincere tre statuette, ma non sappiamo
se riuscirà a vincere il premio per il miglior film. La recente
season awards che si conclude proprio domenica sera ha dato ragione
ad altri titoli, tuttavia gli Oscar sono una vera e propria
lotteria, in cui i premi sono difficilissimi da prevedere e hanno
logiche abbastanza complesse alle spalle. Non sappiamo quindi se
Spielberg la spunterà, intanto però siamo lieti di averlo visto
tornare in gran forma.
Gli Oscar amano i musical, e quindi
le nomination hanno amato anche Les
Misérables, su cui Tom Hooper ha puntato tutte le sue
energie quest’anno. Dopo il trionfo, per chi scrive meritato, de
Il Discorso del Re, il regista britannico
ci riprova, con qualche avversario in più e qualche certezza in
meno. L’epopea in musica della Francia post rivoluzionaria è
sicuramente un’operazione valida e molto complessa, tuttavia
quest’anno sembra davvero difficile per Hooper spuntarla. Unica
consolazione però è l’oscar, quasi scontato ad Anne Hathaway per la Migliore
interpretazione femminile da non protagonista; ovviamente c’è chi
spera in un premio a Hugh Jackman, che probabilmente non
avrà altra occasione di essere nominato agli Academy Awards, ma lo
scoglio di Day Lewis sembra davvero insormontabile.
La magnifica odissea di Pi,
raccontata da Ang Lee nello
straordinario Vita di
Pi, sembra il film fantasma di questa season
awards: nominato quasi sempre i diverse categorie, ha portato a
casa “solo” qualche premio tecnico, meritatissimo tra l’altro per
la grande perizia registica e visiva con cui il regista ha messo in
scena una storia fantastica e crudele allo stesso tempo. Il
regista, amato in passato dall’Academy, sembra conservare la sua
serafica serenità, mentre i suoi colleghi sfilano a ritirare premi
che lui invece non vince, almeno per quest’anno. Resta il fatto che
c’è sempre un film, in ogni edizione degli Oscar, che nonostante
riceva moltissime nomination, alla fine va a casa a mani vuote.
Speriamo che per Vita di
Pi non sia così.
I pensieri dell’Academy sono spesso
oscuri e imperscrutabili, e quest’anno i componenti della famosa
organizzazione hanno dato davvero il meglio di sé per far capire al
regista Michael Haneke
che il suo Amour è stato
profondamente gradito. Non solo la nomination come Miglior film
straniero, categoria per il quale il film sicuramente vincerà, ma
anche quella per la Migliore Regia ad Haneke, posto in cinquina
palesemente rubato a Ben Affleck, e un’altra
nomination per la categoria Miglior film, come accadde anni
addietro a La Vita è Bella. Il film di
Haneke è un piccolo capolavoro di regia ed interpretazione da parte
dei due grandissimi protagonisti Emmanuelle Riva e Jean Luis Trintignant,
ma può benissimo “accontentarsi” della statuetta per il Miglior
Film Straniero.
Quentin Tarantino
sembra molto vicino al suo primo Oscar in carriera, e nonostante
Django
Unchained sia nominato per il Miglior film, il
premio al regista di Pulp Fiction
dovrebbe andare per la migliore sceneggiatura originale. La
nomination nella categoria principale per Tarantino non è nuova,
già Bastardi senza Gloria aveva fatto
assaporare al regista il gusto dell’attesa, anche questo suo
acclamatissimo primo western dichiarato gli sta dando tante
soddisfazioni, come il Golden Globe al suo attore Christoph Waltz e alla migliore
sceneggiatura. Tuttavia se gli ingloriosi bastardi ebrei non hanno
portato la vittoria a Quentin, non vediamo come possa farlo il buon
vecchio Django insieme all’amabile Dottor Schultz, che forse sarà
l’unico a portare a casa qualcosa.
Last but not least, chiude la
carrellata Argo di Ben Affleck. E non a caso abbiamo
messo questo film alla fine, perché il premio al Miglior film è
l’ultimo ad essere consegnato ed è molto probabile che quest’anno
se lo porti a casa il bel giovanotto di Boston, insieme al suo
coproduttore George Clooney. Il nostro più che un
pronostico è in realtà un augurio, per la bellezza del film, e per
l’ingiusta esclusione di Affleck dalla cinquina della migliore
regia. La potenza di una storia vera, l’ironia hollywoodiana (dal
di dentro e dal di fuori), la bravura degli attori e la grande
competenza di Ben fanno di Argo uno dei migliori film della
stagione.
Nove titoli, nove storie, nove film
tutti importanti, tutti a loro modo belli, tutti frutto di un
grande lavoro e di un atto d’amore, tutti in gara per lo stesso
premio che però andrà ad uno solo alla fine. Alla fine dei giochi e
alla fine della notte, alla fine di una season award che fa sognare
chi vi partecipa, chi la osserva e anche chi ne parla solamente,
per passione o per lavoro. Che la grande notte abbia inizio e che
vinca il migliore … o chi per lui.