Dopo il grande successo di
Cattivissimo Me, è stato da tempo
annunciato il sequel delle avventure di Gru e dei suoi piccoli
minion gialli in Cattivissimo
Me 2. In queste foto che vi mostriamo oggi li vedere
all’opera; si tratta in realtà di screenshots dal trailer del film, che
vi abbiamo mostrato qualche tempo fa.
Ecco le foto!
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L’uscita italiana di
Cattivissimo
Me 2 è prevista per il 15 Ottobre 2013.
Ecco le foto che vedremo nel numero
di Empire appena proposto su Iron Man
3.Le foto sono ancora
a bassa risoluzione ma vediamo già quali saranno i protagonisti di
questo terzo capitolo.
Sarà Tony Stark
(alias
Robert Downey Jr.) il protagonista assoluto di questa
copertina Empire, l’attore, che sarà presto al cinema con
Iron Man
3 per la regia di ha tutta l’aria di divertirsi
molto nelle vesti di magnate e eroe.
Guarda altre due clip dal film
Il
Grande e Potente Oz diretto da Sam
Raimi e con un cast d’eccezione: James
Franco, Mila Kunis, Rachel
Weisz e Michelle
Williams.
Arriva anche il character poster di
Pepper Potts (alias Gwyneth
Paltrow) che ritorna al fianco di
Robert Downey Jr.. in Iron Man
3 che sarà in 2D, 3D e IMAX e uscirà in USA
il 3 maggio 2013.
PEPPER POTTS
Dopo aver iniziato come
assistente di Tony Stark, Pepper è diventata ora il capo delle
Stark Industries, concedendosi nel frattempo anche un momento per
innamorarsi di Tony. Luminosa, leale e onesta, Pepper comprende
Tony Stark meglio di chiunque altro e in alcuni casi questo può
essere pericoloso per lei.
Jimmy Kimmel ha celebrato ha
celebrato gli Oscar 2013 con un suo
appuntamento annuale post-evento dove ha lanciato il suo nuovo
cortometraggio/trailer The Movie.2V.
Sembrano trovare conferma definitiva le indiscrezioni di qualche
settimana fa, che vedevano Quvenzhane Wallis (che
grazie alla sua interpretazione in Re della Terra
Selvaggia è stata la più giovane candidata agli Oscar
di tutti i tempi) come possibile protagonista del remake del
musical Annie.
Il film, distribuito dalla Sony,
sarà diretto da Will Gluck, che parteciperà
al progetto anche in vesti di sceneggiatore, riscrivendo la
precedente versione realizzata da Will Smith e
Jay Z: per il ruolo della protagonista si era
parlato tra l’altro delle figlia di Smith, Willow,
che però nel frattempo ha già abbondantemente superato l’età
richiesta dal ruolo; naturale quindi che di fronte all’improvviso
arrivo sugli schermi di Quvenzhane Wallis si sia pensato a lei.
La storia dell’orfana Annie e del
suo benefattore Oliver ‘Daddy’ Warbucks prende le mosse da un come
componimento poetico, scritto da James Withcomb
Riley, nel 1885; nel 1924, Harold
Gray la trasforma in una fortunatissima serie di strisce a
fumetti, sopravvissuta alla morte dell’autore e durata addirittura
fino al 2010; nel 1977 le avventure di Annie vengono portare sui
palchi di Broadway, in forma di musical, con un successo di
pubblico che gli garantirà repliche durate per sei anni.
Il cinema s’interessa della storia
per la prima volta nel 1982, col film drietto da John
Houston, protagonista Aileen Quinn a
fianco di Albert Finney e Tim
Curry; risale invece al 1999 un remake per la televisione,
con Alicia Morton, Kathy Bates e
Victor Garber.
L’uscita del nuovo adattamento per
il grande schermo è prevista per il 2014; prima di allora,
rivedremo la giovanissima Wallis nel nuovo film di Steve
McQueen, Twelve Years A Slave.
Lo scorso anno gli Oscar, da un
punto di vista dell’alta moda in passerella, ci avevano offerto ben
pochi spunti, o meglio ben pochi spunti su cui costruire discorsi
positivi. Chi ha dimenticato l’abito di Rooney
Mara? E il vestito di Jessica Chastain?
Per fortuna quest’anno le belle donne dello spettacolo hanno scelto
meglio ed è davvero difficile scegliere quale incoronare come
meglio vestita della serata. Ma andiamo con ordine e vediamo un po’
cosa hanno scelto le attrici per sfilare sul red carpet davanti al
Dolby Theatre.
Cominciamo con una delle prime ad
arrivare, Jessica Chastain, che ha scelto un lungo
abito color pesca cosparso di minuscoli punti luce firmato da
Armani Prive. I capelli sciolti con la riga al lato hanno fatto
risaltarela carnagione splendidamente chiara dell’attrice.
A ruota arriva la sua diretta
concorrente, e colei che le ha soffiato per un pelo la statuetta,
Jennifer Lawrence. La bionda attrice si è
presentata con un abito lungo e principasco, di un colore rosa
pallido e damascato, che ne ha esaltatole curve sinuose del giovane
corpo disegnato da Dior Haute Couture. La definizione che ne
abbiamo precedentemente dato, ovvero di meringa rosa, è ovviamente
affettuosa, dal momento che nulla di male si può dire di questa
giovane donna, soprattutto quando è così elegante.
Veniamo adesso alla piccola
Quvenzanè Wallis che per l’ccasione si è fatta
vestire da Armani Junior. L’attrice si è adattata all’eleganza
estrema della notte degli Oscar, ma personalizzando il suo abito
blu con una borsa decisamente originale!
Principesca nel vero senso della
parola è Amy Adams, nel suo sontuoso Oscar de la
Renta dalla lunga coda a balze. L’attrice pur non vincendo la
statuetta ha comunque dat una grande prova di stile.
Magnifiche le outsider delle
nomination. Da una lato la sempre bellissima Helen
Hunt sfila con grande naturalezza in un elegante abito
viola scuro firmato H&M. Dall’altro Naomi
Watts sembra abbagliare tutti con il suo abito a sirena
dalla complessa scollatura firmato Armani Prive.
Anne Hathaway, che
persiste nella sua nuova tendenza ad indossare solo abiti molto
raffinati preferibilmente di colori pastello, quando non sceglie il
nero, si è presentata, ironia della sorte, in un abito rosa chiaro
firmato Prada! Essì ne è passato di tempo da quando il Diavolo
vestiva Prada…che sia passata lei al Lato Oscuro? Qualsiasi lato
abbia scelto Anne a noi è piaciuta molto. Eccola:
Ed ora una piccola carrellata di
attrici non nominate, ma ospiti della serata. Partiamo subito con
una delle meglio vestite dello scorso anno, Octavia
Spencer, che replica con semplice eleganza in uno
Shoji:
Segue poi Amanda
Seyfried, che con il suo lungo e prezioso abito argento ha
stregato fotografi e pubblico. Alexander McQueen ci ha messo la
firma:
Jennifer Garner è
solita farsi vedere in giro sempre in tenuta da battaglia: scarpe
comode, jeans e qualche figlio al collo. Ma accanto al suo Ben la
scorsa notte ha messo in luce tutta la sua radiosa bellezza in un
viola acceso firmato Roger Vivier:
Chiude questa carrellata quella che
secondo noi è stata la meglio vestita della serata. Radiosa,
sinuosa e bianca, Charlize Theron ha scelto un
Christian Dior Haute Couture per mettere in risalto la sua
magnifica forma, aiutata da un taglio di capelli che le sta
d’incanto. Dopotutto è lei la più bella del reame:
E voi cosa ne pensate? Chi è stata la più brava a scegliere
l’abito per la grande notte?
Fresca vincitrice dell’Oscar come
miglior attrice non protagonista nella versione musical de I
Miserabili, Ann Hathaway continuerà ad avere a che
fare con la musica anche in Song One.
La vicenda vede protagonista
un’archeologa, costretta a lasciare gli scavi su cui sta lavorando
in Marocco per prendersi cura del fratello vittima di un incidente;
in quest’occasione incontrerà casualmente il suo cantante
preferito, interpretato dall’inglese Johnny
Flynn, che tra l’altro è lui stesso il leader di una band
di folk rock, e che si occuperà anche delle musiche del
film. Le riprese del film, scritto e diretto da Kate
Barker-Froyland, sono previste per l’autunno. Ann
Hathaway sarà prossimamente sugli schermi in un cameo
in
Don Jon’s Addiction di
Joseph Gordon Lewitt e darà probabilmente la voce
a Jewel nel sequel di Rio.
Sarà James Marsden
a interpretare il nuovo avversario di Ron Burgundy – Will
Ferrell nel sequel di Anchor
Man: l’attore, fattosi conoscere con la serie tv
30 Rock sarà sarà diretto da Adam
McKay, affiancando oltre a Ferrell anche Kristen
Wiig. Marsden interpreterà un altro conduttore, che
da semplice concorrente del protagonista ne diventerà l’autentica
nemesi, con tutto ciò che ne seguirà…
Ferrell partecipa al progetto anche
in veste di co-sceneggiatore: il via alle riprese è previsto per il
mese prossimo ad Atlanta; il cast comprende anche Steve Carell, Paul
Rudd, Christina Applegate e David
Koechner.
Marsden arricchirà presto il suo
curriculum cinematografico grazie a 2
Guns, affiancando Denzel Washington
e Mark Wahlberg e al biopic The
Butler, diretto da Lee Daniels; sarà
inoltre sugli schermi in marzo, in Robot &
Frank.
Dopo qualche ora di sonno, con la
mente più lucida, possiamo finalmente realizzare a pieno cosa sono
stati questi 85esimi Oscar, questa edizione degli Academy che ha
portato alla vittoria di Argo, ma al
trionfo di Vita di Pi. Il film di
Ben Affleck era sicuramente il destinatario
privilegiato del premio per il miglior film, soprattutto perché
l’attore, regista e produttore si era guadagnato tantissima
simpatia e un sacco di consensi per aver mancato la nomination alla
regia. Una sorta di premio di consolazione che però è stato accolto
tutt’altro che con freddezza. Affleck ha ricordato, nel breve
discorso di ringraziamento, che tanti anni prima, da ragazzo aveva
già calcato quel palcoscenico, e tornarci dopo tanto tempo, con una
carriera difficile alle spalle è stato davvero importante per lui.
Ben ringrazia tutti, come già fece quando vinse l’Oscar per la
sceneggiatura di Will Hunting Genio
Ribelle insieme a Matt Damon, e noi ringraziamo lui,
per aver trovato la sua strada, per averci fatto amare il suo film
e perché ci possa regalare ancora tanti altri capitoli della sua
luminosa carriera.
La sorpresa vera, come accennato, è
stato invece il film Vita di Pi:
collezionando una marea di nomination, il film di Ang
Lee aveva vinto “solamente” premi tecnici, e la cosa
sembrava si stesse replicando per gli Oscar, quando ecco che per la
migliore regia viene chiamato il suo nome … e quasi nessuno ci
crede! Forse nemmeno Lee in persona, ma eccolo che con la consueta
umiltà e la grande simpatia corre sul palco, afferra la statuetta e
ringrazia il Dio del Cinema! Al suo film sono andate anche altre
statuette importanti, tra cui i migliori effetti e la miglior
colonna sonora. Forse quest’ultimo punto poteva essere valutato
meglio dall’Academy: lasciare fuori Dario
Marianelli? Forse è l’orgoglio italico a parlare, ma
sicuramente la colonna sonora di Anna
Karenina meritava qualcosa in più.
Grandi esclusi della serata,
Steven Spielberg e David O
Russell hanno guardato assegnare i premi ai colleghi senza
(quasi) batter ciglio. Eppure i favoriti erano proprio loro: il
primo non era così in forma alla regia damoltissimo tempo, il
secondo, dopo la grande abbuffata di nomination senza risultati
personali per The Fighter forse confidava
di più in qualche premio. In realtà un po’ di amaro in bocca resta
per Spielberg, che però ormai è da considerarsi così al di sopra
degli altri addetti ai lavori, che sembra quasi un nonno benevolo
invitato alla festa ma che lascia ballare gli altri. Per O Russell
invece la storia ha fatto il suo corso, relegando ancora una volta
nell’angolo un film (e un regista) sicuramente valido ma
sopravvalutato.
Una magra consolazione per i due
registi è stata la vittoria dei loro attori protagonisti:
Jennifer Lawrence, una magnifica meringa rosa
pallido, inciampa sulle scale mentre va a ritirare il suo primo
Oscar. Bellissima e bravissima la piccola Jennifer (22 anni) era
emozionatissima, e il suo inciampare come una ragazza normale l’ha
resa forse ancora più bella agli occhi di chi, dal divano di casa,
tifava per lei. Peccato, come già detto, per Jessica
Chastain, che in Zero Dark
Thirty ha dato prova ancora una volta, di essere una
delle migliori attrici in circolazione. Che per lei si preannunci
una carriera piena di nomination non ci sono dubbi, ma a quando il
meritato riconoscimento?
Daniel Day-Lewis
ha ricevuto l’unico Oscar “importante” per
Lincoln. Il Presidente ha scherzato con
la Lady di Ferro (Meryl Streep che gli ha
consegnato il premio), dal momento che tra capi di Stato detentori
di record se la intendono alla perfezione. Se Meryl ha ricevuto 17
nominatio e tre statuette, detenendo un record assoluto, Daniel,
sempre affascinante e quanto mai commosso, è il primo attore ad
aver vinto tre Oscar, e tutti nella categoria di
protagonista. Resta a bocca asciutta Hugh Jackman,
situazione che dispiace particolarmente ai fan dell’attore che ha
avuto per la prima volta nella sua vita la possibilità di avere un
ruolo che ne mettesse in risalto davvero tutte le doti artistiche
che possiede. Chissà se capiterà di nuovo a Hugh una occasione così
ghiotta!
Niente storie nè commenti invece
per la coppia di non protagonisti: Anne Hathaway e
Christoph Waltz si sono strascinati dietro, a
partire dai Golden Globe, tutti i premi possibili e hanno
confermato alla grande le aspettative di tutti portandosi a casa
l’omino dorato. Per Waltz arriva la doppietta, e con grande
eleganza l’attore tedesco ringrazia il suo personaggio ma anche
l’uomo che l’ha creato, Quentin Tarantino. La
piccola Anne invece risulta un po’ meno brillante di quanto ci
saremmo aspettati, ma forse sarà stata l’emozione a farla diventare
più seriosa diquanto non sia. Resta a bocca asciutta Sally
Field, che forse era davvero l’unica con le carte in
regola per sfilare ad Anne il premio, e anche Tommy Lee Jones, che
ha dato prova di grandissimo talento artistico nel suo ruolo per
Spielberg.
Nota a margine per la migliore
canzone originale: Skyfall. Non poteva che vincere lei,
con il suo sorriso, la sua capacità interpretativa, la sua voce
potente e sensuale. Adele ha conquistato il mondo,
ed ora anche l’Academy; non c’erano dubbi in merito eppure la
cantante britannica era in lacrime, felice come una bambina davanti
ad una torta di compleanno…solo che la torta in questione è d’oro e
si chiama Oscar.
Quando si arriva a giocare a questi
livelli è impensabile non lasciare fuori qualcuno di grosso, e
quindi con buona pace di chi ha “perso” facciamo i nostri più
sinceri auguri a tutti i vincitori. Qui trovate la lista completa dei
vincitori.
Dopo essere stato a lungo dato come
probabile regista e sceneggiatore del remake del
Giustiziere della Notte, Joe
Canahan sembra aver definitivamente abbandonato il
progetto.
L’originale, uscito nel 1974
(portando sugli schermi un romanzo scritto da Brian
Garfield, pubblicato un paio di anni prima), seguiva
Charles Bronson nei panni di un uomo comune che,
in seguito alla morte violenta della moglie e di fronte
all’incapacità delle forze dell’ordine di far fronte alla violenza
dilagante, decideva di farsi giustizia da sé; l’enorme successo del
film diede il via a una serie con ben quattro sequel.
L’abbandono di Carnahan appare
dovuto a differenze inconciliabili riguardo l’aspetto creativo; in
precedenza si era parlato di Sylvester Stallone
come regista e interprete, ma tutto si è poi concluso con un nulla
di fatto; Paramount Pictures ed MGM sarebbero intenzionate a
ingaggiare Bruce Willis come protagonista.
Originariamente programmata per
l’autunno del 2014, l’uscita del film di animazione
Turkeys, prodotto da Relativity Media con
Jimmy Hayward alla regia potrebbe essere
anticipata di oltre un anno, arrivando nelle sale il prossimo 1
novembre.
Novità anche per The
Best Man Holiday, seguito di The Best
Man (film del 1999 firmato da Malcolm D.
Lee) la cui uscita è stata fissata per il 15 novembre.
Turkeys (tacchini) seguirà le
vicende di due pennuti impegnati in un viaggio del tempo, per
cambiare la storia e fare in modo che la loro specie non divenga il
piatto principale delle tavole americane in occasione del Giorno
del Ringraziamento. Il cast delle voci include Owen
Wilson, Woody Harrelson, Amy
Poehler, Dan Fogler, Lesley
Nicol, George Takei, Colm
Meaney e Keith David.
The Best Man Holiday vedrà
protagonisti Taye Diggs, Nia
Long, Morris Chestnut, Harold
Perrineau, Terrence Howard, Sanaa
Lathan, Monica Calhoun, Melissa
De Sousa e Regina Hall e tornerà a
seguire le vicende del gruppo di amici protagonisti del primo
episodio; anche in quest’occasione, Malcolm D. Lee
tornerà sia come sceneggiatore che come regista.
The Weinstein
Company ha acquistato i diritti di distribuzione di
Grace
of Monaco, biopic dedicato a Grace
Kelly, protagonista Nicole Kidman.
L’acquisizione sarebbe costata a TWC trai 4 e i 5 milioni di
dollari; distribuzione e pubblicità dovrebbe costarne un’altra
decina.
Grace
of Monaco seguirà soprattutto la seconda parte
della vita dell’attrice e il suo ruolo di principessa di Monaco
dopo il matrimonio con il Principe Ranieri, interpretato da
Tim Roth; del cast faranno parte anche
Parker Posey, Frank Langella,
Paz Vega e Milo Ventimiglia;
Olivier Dahan(My Own Love
Song), scritto da Arash Amel
(Erased).
Grace
of Monaco ha già suscitato polemiche e l’aperto
disconoscimento da parte dei figli della principessa, a partire dal
Principe Albero di Monaco, che ne ha criticato la versione
della madre, giudicata eccessivamente glamour, oltre che le
gravi imprecisioni dal punto di vista storico e l’inserimento di
scene di pura finzione. L’uscita del film è prevista per dicembre.
Tra le acquisizioni più recenti di Weinstein, vi è
Mandela: Long Walk to Freedom,
protagonista Idris Elba, film già in odore di
Oscar per il prossimo anno.
Da esattamente 10 minuti si è
conclusa la cerimonia di premiazione degli 85esimi Academy
Awards, gli Oscar, che chiudono in un
trionfo di luci, colori e stelle la stagione dei premi. La
cerimonia, condotta da Seth MacFarlane si è
protratta per la sua consueta durata con un andamento
piuttosto noioso, dal momento che la presenza di
McFarlane aveva promesso grande irriverenza e
tante risate. Pochissimi invece i commenti caustici del regista di
Ted, che si è limitato a quelche battuta iniziale, lasciando tutto
lo spazio ai premi. Nemmeno i numeri dedicati ai musical degli
ultimi 10 anni hanno sortito l’effetto desiderato, lasciando lo
show nella calma più piatta.
Veniamo ora però a quello che più
ci interessa, ovvero i premi. Prevedibilissimi, gli Oscar di
quest’anno sono andati avanti senza sobbalzi e scossoni, arrivano
fino alla giustissima conclusione che ha incoronato
Argo Miglior film dell’anno. La ciurma
capitanata da Ben Affleck ha portato a casa la
meritatissima statuetta, insieme a quella per la migliore
sceneggiatura non originale e a quella per il montaggio. Grande
sorpresa sul fronte migliore regia: Ang Lee
sbaraglia il vecchio (Spielberg) e il nuovo
(Zeitlin) e porta a casa un premio importantissimo
per il suo visionario e fantastico Vita di
Pi. Il film di Lee ha inoltre vinto
più di tutti, aggiudicandosi anche miglior colonna sonora, migliori
effetti visivi e miglior fotografia, tutti premi abbastanza
meritati che coronano il regista che per prima cosa, sul palco del
Dalby con la statuetta in mano, ha ringraziato il “Dio del
cinema”.
Nessuna sorpresa per i migliori
attori: Christoph Waltz e Anne
Hathaway hanno vinto per le migliori interpretazioni da
non protagoniti, mentre Jennifer Lawrence e
Daniel Day Lewis hanno portato a casa il titolo di
migliore protagonista. In particolare Day Lewis è
il primo attore uomo a vincere tre statuette, eguagliando le
colleghe Katharine Hepburn e Meryl
Streep. Tutti equattro i premi sono meritatissimi e tutti
e quattro gli attori si sono mostrati molto commossi. Resta un po’
di amaro in bocca per Jessica Chastain, che ha
dato prova di grandissimo carattere e carisma davanti ad un film
difficile, riuscendo a sostenere tutto il peso della pellicola
sulle proprie spalle.
Anche la sceneggiatura ha visto
trionfare nomi abbastanza scontati: per quella originale ha vinto
Tarantino, mentre per quella non originale ha vinto Argo che come
sappaimo si basa su un articolo del giornalista/eroe Tony
Mendes. Nessuno scossone neanche nelle categorie miglior
film straniero, Amour, nè in miglior film d’animazione,
Ribelle The Brave. Per questa categoria
avremmo preferito Paranorman, tuttavia
quello della Pixar resta un prodotto di altissimo valore,
contenutistico e formale. Mentre il Lincoln di Steven Spielberg deve accontentarsi della
migliore scenografia, oltre che del premio a Day
Lewis,Skayfall porta a casa il
meritatissimo premio per la migliore canzone originale, cantata da
Adele, che questa notte al Dolby Theatre ha
cantato di nuovo dal vivo dopo essere diventata mamma.
Dopo la delusione dello scorso
anno, questa volta l’Academy ci ha pensato bene ed ha distribuito i
premi abbastanza equamente, lasciando spazio a critiche ma
soddisfacendo i più. E che il prossimo anno si possa rivelare
ancora più interessante!
Dopo la stagione dei premi
avvincente che abbiamo vissuto, eccone la giusta conclusione: la
Notte degli Oscar che ha assegnato gli Academy Awards per questo
2012 cinematografico ricco di belle sorprese. Come da
previsione i premi ai migliori attori, protagonisti e non
protagonisti, e un certo equilibrio nei premi tecnici; anche le
sceneggiature non hanno riservato grosse sorprese. Grande sorpresa
alla migliore regia mentre con un trepidante finale con tanto di
First Lady Argo trionfa.
Ecco a seguire la lista completa
dei vincitori:
Miglior film:
Argo
Miglior regista:
Ang Lee per Vita di Pi
Miglior attore protagonista:
Daniel Day Lewis per Lincoln
Miglior attrice protagonista:
Jennifer Lawrence per Il Lato Positivo – Silver Linings
Playbook
Miglior attore non protagonista:
Christoph Waltz per Django Unchained
Miglior attrice non protagonista:
Anne Hathaway per Les Misérables
Miglior film d’animazione:
Ribelle – The Brave
Miglior film straniero:
Amour (Austria)
Miglior sceneggiatura non originale:
Argo
Miglior sceneggiatura originale:
Django Unchained
Miglior colonna sonora originale:
Vita di Pi (Mychael Danna)
Miglior canzone originale:
“Skyfall” dal film Skyfall
Miglior montaggio:
Argo
Miglior scenografia:
Lincoln
Miglior trucco:
Les Misérables
Miglior fotografia:
Vita di Pi
Migliori costumi:
Anna Karenina
Miglior montaggio sonoro:
Zero Dark Thirty e Skyfall
Miglior missaggio sonoro:
Ecco a voi le foto dal red carpet
più glamour di Hollywood. Questa notte star di ogni grandezza hanno
sfilato sul tappeto rosso che porta al Dolby Theatre. Dalla rossa
Jessica
Arriva al cinema distribuito da
Kock Media, Sinister, il film horror diretto da
Scott Derrickson, e con protagonisti Ethan Hawke e Vincent
D’Onofrio.
In Sinister uno scrittore
che, a distanza di anni, vive ancora nell’ombra del fortunato
Kentucky Blood, il libro che lo aveva consacrato come
brillante autore di storie di crimini e reso schiavo di un
traboccante successo, di cui ora non può che assaporarne l’amaro
retrogusto. Lui è Ellison Oswait (Ethan
Hawke), e la nuova storia che ha tra le mani è quella di
un’impiccagione familiare, resa ancora più inquietante dalla
misteriosa scomparsa della figlia minore, scampata ad una tragedia
collettiva che, secondo Ellison, ha tutte le carte in regola –
sinistri enigmi ed esoteriche coincidenze – per diventare la storia
dell’anno, quella che gli consentirà di dare una svolta alla
sua vita, esautorata ormai di ogni parvenza di colore. Ellison
sente di avere una chance e così trascina la sua famiglia ignara,
nella casa-teatro del delitto, dove inizierà la sua ostinata e
sofferta ricerca di indizi, particolari tralasciati, misteri
insoluti che diano corpo alle sue intuizioni e alla sua storia. La
vita a King County, da entusiasmante svolta, si trasforma in una
macabra parabola di terrore e insanabile turbamento. L’egoistica
sete di popolarità dello scrittore pianterà nella sua vita
familiare i germi di un male, duro da estirpare.
Il veterano dell’horror Scott
Derrickson, dirige in Sinister, un Ethan
Hawke alle prese con il suo smarrimento interiore e la
disperata ricerca di conferme, che vivrà sulla sua pelle le pene
dell’efferata storia delittuosa, di cui avrebbe voluto essere solo
attento ispettore e narratore. Ad aprire il film è la granulosa
diapositiva che mostra quattro persone impiccate ad un albero.
Subito dopo Ellison e famiglia impegnati nel trasloco, esplorano i
meandri della nuova casa. Il ritrovamento in soffitta di una
misteriosa scatola contenente filmati in super8, suggellerà i
contorni scabrosi del mistero che avvolge la casa.
Sinister è un film che, ibridando componenti thriller
a stilemi horror, soffre di una precisa identità che lo rende privo
di consistenza narrativa e di un’adeguato spessore emotivo.
A creare però un’indovinata
atmosfera ansiogena e claustrofobica, sono la cadenza ciclica e
asfissiante dei gesti di Ellison – blindato nel suo studio, passa
intere giornate e nottate a visionare i macabri filmati della
scatola – , e della musica, che punteggia il suo crescente sgomento
in modo calzante, tale da far respirare a pieni polmoni il livido e
soffocante torpore della casa. Una sorta di scatola cinese,
labirintica nella sua perlustrazione, che racchiude crimini e
misfatti nell’anima oscura di una divinità pagana che la infesta,
così come la scatola nascosta in cantina, racchiude tracce video,
che assemblate e studiate porteranno alla verità.
La suspense che Derrickson
riesce a creare inizialmente tra le mure di casa, anche solo con
piccoli trucchi di condizionamento psicologico, viene però,
inficiata dalla successiva volontà di tingere la pellicola di
humour horror. La presenza di un imprescindibile dogma del
genere – la casa ricca di occulte presenze e di tragici
avvenimenti – non è bastata a rendere pregnante e appassionante la
vicenda, che a mezz’ora dall’inizio, risulta già logora e incapace
di aggiungere qualcosa di nuovo ad un genere filmico, ormai
confinato nel retorico utilizzo di vecchie e stanche formule. La
minuziosa regia e la strategica sceneggiatura non riescono a
salvare il film dall’assenza di originalità, dal pathos che solo un
horror che terrorizza può generare e da un epilogo scialbo e
prevedibile, tassello finale di un mistero, durato troppo poco!
Dopo le ultime dispute sul set e le
incomprensioni con i produttori, Lisa Cholodenko ha
abbandonato la regia dell’adattamento cinematografico del popolare
libro per ragazzi Alexander and the Terrible,
Horrible, No Good, Very Bad Day. Nel maggio 2011
la regista era stata contattata dalla 20th Century Fox, la
quale aveva già ingaggiato Steve Carell come protagonista. Ma dopo
alcuni mesi ecco che la major aveva deciso di abbandonare il
progetto, il quale nell’autunno del 2012 era stato acquistato dalla
Disney, che aveva affiancato alla Cholodenko lo
sceneggiatore Rob Lieber. Ed è stata forse questa
collaborazione “forzata” che ha portato la regista ad abbandonare
il film, il quale per il momento non ha ancora una guida, tenendo
conto le riprese dovrebbero essere fissate per l’autunno
prossimo.
Il libro di Judith
Viorst e Ray Cruz racconta l’orribile e
disastrosa giornata di un bambino, il quale però imparerà che non
tutti i mali vengono per nuocere e che chiunque può avere la sua
giornata “no”.
A pochissime ore dall’inizio della
Notte degli Oscar, Cinefilos.it vi propone i suoi vincitori.
Quest’anno abbiamo deciso di non fare previsioni, né di fare
scommesse,
A quattro anni dal primo episodio,
ecco G.I. Joe –
La Vendetta, il secondo capitolo delle vicende
cinematografiche dei G.I. Joe, nati come
linea di giocattoli della Hasbro. Dopo aver apparentemente
disarticolato l’organizzazione del Cobra, i nostri eroi torneranno
a dover affrontare i nemici di sempre, che dopo essersi infiltrati
nei posti di potere – chiave degli Stati Uniti, Casa Bianca
compresa, scateneranno una caccia senza quartiere contro i
malcapitati G.I., che prima del mondo dovranno riuscire a
salvare la loro pelle.
Di acqua sotto i ponti dal primo
episodio ne è passata parecchia: la realizzazione di
G.I. Joe: Retaliation (questo il titolo
originale) è stata a dire il vero un pò travagliata: rispetto
all’episodio precedente sono cambiati regista, sceneggiatori, e
parte del cast, con l’introduzione di nuovi personaggi. A questo si
è aggiunto qualche problema nella realizzazione in 3D e,
soprattutto, la sopraggiunta necessità di dover girare ex novo
alcune scene, dopo che una proiezione di prova non aveva dato esiti
soddisfacenti e soprattutto alla luce del successo raggiunto nel
frattempo da Channing Tatum, la cui parte
inizialmente era molto più marginale e che nella versione
definitiva è stata decisamente ampliata, facendo del suo
personaggio uno dei character principali del film.
Dietro alla macchina da presa, in
luogo di Stephen Sommers troviamo John
Chu, che compie il ‘grande salto’, passando da progetti
musicali come i film della serie Step Up o il documentario
Justin Bieber: Naever Say Never, al cinema tutto azione e
adrenalina; la sceneggiatura è invece stata affidata a Rhett Reese
e Paul Wernick, noti soprattutto per il ‘cult’ Benvenuti a
Zombieland.
Il cast è guidato da
Channing Tatum nel ruolo di Duke e da
Arnold Vosloo in quello dell’arcinemico Zartan;
rispetto a La Nascita del Cobra sono
della partita anche Ray Park (Snake Eyes),
Byung-hun Lee (Storm Shadow), e Jonathan
Pryce, nelle vesti del Presidente degli Stati Uniti. La
lista delle new entry si apre con Adrienne
Palicki, qui al primo film importante della carriera dopo
tanta televisione; l’attrice sarà peraltro prossimamente sugli
schermi nel remake di Red Dawn. Volti
nuovi sono anche quelli per la saga sono anche quelli di
RZA e Dwayne Johnson (Roadblock),
ma sicuramente ad attirare l’attenzione del pubblico su tutte è la
partecipazione di un pezzo da 90 del cinema di azione come
Bruce Willis, che apparirà in un ruolo chiave.
Alan Silvestri
lascia il testimone delle musiche a Henry Jackman.
L’uscita del film nelle sale americane è prevista per il prossimo
29 marzo.
Il ministro dello Sviluppo economico,
Corrado Passera, e il ministro per i Beni
culturali, Lorenzo Ornaghi, hanno firmato oggi il
decreto che determina le quote di investimento e di
trasmissione
Ecco il nuovo poster ufficiale di
Something Real and Good, la nuova commedia romantica
diretta da Luke Rivett e interpretata da
Alex Hannant e Matt Jones.
La storia racconta di un giovane
uomo e una donna che si incontrano per caso in un aeroporto in
attesa di un volo in ritardo. Quando l’aereo viene rinviato,
decidono di condividere assieme l’attesa, e nel corso di una notte
si rendono conto che a volte basta una deviazione nel corso degli
eventi per cambiare il destino. la data di uscita è fissata per
aprile di quest’anno, ma dal 5 marzo sarà già possibile prenotare
tramite iTunes una copia in lingua originale del film, una novità
nel capo della promozione cinematografica.
Il regista Andy Goddard,
dopo aver recentemente diretto il finale di stagione della
fortunata serie Downton Abbey, si trova ora al timone
di un nuovo progetto per un film dal titolo The
Blunderer, mstery-thirller tratto dal famoso romanzo
omonimo del 1954 di Patricia Highsmith, già autrice di libri
di successo come Delitto per delitto, da cui
Hitchcock ha tratto il suo celebre film del 1951, e
Il talento di Mr. Ripley, che a ispirato l’omonimo
lungometraggio del 1999 diretto da Anthony Minghella con
Matt Damon.
La sceneggiatura, adattata da
Susan Boyd e dal marito, si annuncia come un
nuovo moderno film del mistero in stile Hitchcock, con una
sana dose di sessualità moderna e colpi di scena, raccontata con
l’arguzia l’astuzia degni di Agatha Christie. La storia
segue le vicende di Walter Stackhouseche, giovane bello e di
successo che sembra avere tutto, fino al giorno in cui il corpo di
sua moglie viene ritrovato in fondo a una scogliera. La vita di
Walter esce quindi dalla sua routine quotidiana, ed egli diviene
oggetto di accuse e sospetti da parte della polizia. Per il momento
non si conoscono ancora i protagonisti del cast, ma si presume che
Goddard richiederà personaggi di prima grandezza per un nuovo ed
ambizioso progetto tinto di mistero.
Guarda con noi lo streaming della
Notte degli Oscar 2013; a
partire dalle 23:30 potrete vedere il live streaming il red
carpet dell’evento, al quale parteciperanno
Un mese fa la Paramount e la
Skydance avevano rilasciato la notizia che il budget
raccolto per un possibile sequel di Jack Reacher – la Prova Decisiva aveva
raggiunto solo i 150 milioni di dollari, cifra non
sufficiente per far decollare il progetto e dunque si era pensato
di abbandonare definitivamente. Tuttavia negli ultimi
quindici giorni pare che il personaggio scaturito dalla fantasia
dello scrittore inglese Jim Grant (il cui pseudonimo più
conosciuto è Lee Child) avrà nuova vita, in quanto grazie
agli incassi ottenuti dal precedente capitolo, circa 200 milioni,
probabilmente il progetto potrà essere avviato (anche se si parlava
di una stima approssimativa di 250 milioni per rendere concreto il
tutto).
Non è ancora ben chiaro quale di 17
romanzi di Lee Child verrà usato per un adattamento, poiché One
Shot (2005) da cui è stato tratto Jack Reacher – la Prova
Decisiva, avrebbe un seguito in The Hard Way del
2006, ma la Paramount potrebbe sceglierne un altro a causa
delle opzioni di sfruttamento commerciale. Rivedremo dunque
Tom Cruise nei panni
dello spericolato Jack Reacher in fuga per il paese? Staremo
a vedere.