Thomas Martinelli ha ideato il
primo festival al mondo dedicato a documentari animati e ai fumetti
che non trattano di fiction, che si svolgerà dal 24 al 30 settembre
a Pietrasanta.
Arriva il primo festival dell’animazione documentaria
Arriva il Cigno Nero di Aronofsky
Arriva in Italia il 18 Febbraio e intanto aspetta la serata degli Oscar del 27 dello stesso mese dove concorre con quattro nomination pesanti : miglior film, miglior regia, miglior attrice protagonista, miglior montaggio. Black Swan ( Cigno Nero ), che ha aperto Venezia e fatto anche discutere, è presentato come un “horror” psicologico che ripercorre tematiche note: il doppio, il successo, le ossessioni del subconscio.
Arriva Charles Dickens: prime immagini per The Invisible woman!
Sono state diffuse da Empire le prime esclusive immagini ufficiali per “The invisibile Woman”, Nuovo film di Ralph Fiennes che racconterà della storia d’ amore fra il grande scrittore Charles Dickens e l’ attrice Ellen”Nelly” Ternan, destinata a scandalizzare i rigidi canoni della Buona Società Vittoriana.
Le immagini mostrano Fiennes negli austeri panni di Dickens e Felicity Jones(The Tempest, Like Crazy, Hysteria) in quelli della giovane e malinconica Nelly.
Tratto dalla biografia della Ternan scritta da Claire Tomalin, il film vede nel cast anche Kristin Scott Thomas per il ruolo di Catherine Ternan, curiosamente “declassata” quindi da interesse amoroso di Fiennes(era stata l’amata Katherine de “il paziente inglese” di Anthony Minghella) a madre della protagonista.
Arriva Boris, il cast racconta
ROMA. 28 marzo. Dopo tanta attesa, oggi al Cinema Adriano a Roma si è svolta l’anteprima e la conferenza stampa di Boris – Il Film, prodotto da Rai Cinema e Wildside. Il film sarà distribuito in 300 copie dal 1° aprile. Dopo tre fortunatissime stagioni della serie tv Boris, i produttori, insieme ai registi Ciarrapico, Torre e Vendruscolo, hanno deciso di girare il film che non rappresenta, come tutti possono pensare, una sorta di prolungamento della serie ma piuttosto, un film a sé.
Arriva al cinema Ti Sposo ma non Troppo
Andrea, una giovane donna delusa dall’amore incontra per caso Luca, un fisioterapista che si finge psicologo per sedurla mentre Carlotta e Andrea, vicini di casa di Andrea stanno preparandosi per il loro matrimonio. Le storie delle due coppie si incrocieranno in un gioco degli equivoci in cui nessuno può scegliere di non amare.
Opera prima per
Gabriele Pignotta, che di questo film è regista,
sceneggiatore e protagonista. L’attore è conosciuto soprattutto sui
palcoscenici romani, avendo portato in scena, con ottimi risultati,
commedie sui problemi dei nostri giorni, come nel caso di
Una notte bianca e Scusa sono
in riunione, ti posso richiamare? Quindi l’esordio in
teatro con relativo successo della sua prima commedia sull’amore,
Ti sposo ma non troppo, che Marco
Belardi decide di produrre.
Pignotta passa quindi momentaneamente al cinema, anche se conferma il suo amore per il teatro e la volontà di abbandonare un’arte per l’altra, scrivendo anche in questo anno, l’ultimo film di Carlo Verdone.
Ti sposo ma non troppo si ispira alla commedia romantica inglese, dice il regista che i suoi film di riferimento sono Notting Hill e Quattro matrimoni e un funerale, ed in effetti alcuni rimandi sono evidenti. Al suo fianco c’è il suo compagno di avventure anche a teatro Fabio Avaro, Francesco Foti che interpreta il ruolo del fratello di Luca, Michela Andreozzi e la star Vanessa Incontrada, che afferma di essersi innamorata della sceneggiatura e della storia, che metteva la donna in una posizione preminente, non di oggetto come spesso accade.
Per un’opera prima sono molti i punti da limare, alcune scene non hanno infatti la stessa presa che possono avere a teatro, per ritmo e messa in scena. Ha il merito però di migliorare nel finale.
Il film esce in 150 sale il prossimo 17 Aprile.
Arriva al cinema Magic Mike – The Last Dance
A febbraio arriva la commedia musicale Magic Mike – The Last Dance, terzo capitolo del franchise ‘Magic Mike’. Dopo lo straordinario successo di critica e pubblico, Magic Mike – The Last Dance riunisce nuovamente il team creativo del primo film: Channing Tatum riprende il ruolo di Mike Lane, mentre Steven Soderbergh torna alla regia del film, basato su una sceneggiatura di Reid Carolin, già autore dei primi due capitoli della saga. Protagonista al fianco di Tatum è Salma Hayek Pinault (“House of Gucci”, “Come ti ammazzo il bodyguard 2: La moglie del sicario”).
Dopo una lunga pausa e in seguito ad un affare fallito che lo ha lasciato al verde, costringendolo a lavorare come bar tender nei locali della Florida, per “Magic” Mike Lane (Tatum) è giunta l’ora di tornare sul palco. Con la speranza di partecipare a quello che considera l’ultimo show della sua carriera, Mike si dirige a Londra con una donna ricca e altolocata (Salma Hayek Pinault) che lo attira con un’offerta che non può rifiutare… e un’agenda già pianificata. La posta in gioco è altissima quando Mike scopre cosa ha veramente in mente la donna: riuscirà, insieme ad un nuovo gruppo di ballerini da rimettere in carreggiata, ad essere in grado di farcela?
I produttori del film sono Nick Wechsler, Gregory Jacobs, Tatum, Carolin e Piter Kiernan; mentre Julie M. Anderson è la produttrice esecutiva. Fanno parte del cast insieme a Tatum e alla Hayek Pinault: Ayub Khan Din (“Ackley Bridge”); la new entry Jemelia George; Juliette Motamed (“We Are Lady Parts”) e Vicki Pepperdine (“Johnny English colpisce ancora”).
Il team creativo di Soderbergh che ha lavorato dietro le quinte, include lo scenografo Pat Campbell (“The Bastard Son & The Devil Himself”), il costumista Christopher Peterson (“The Irishman”) e il supervisore musicale Season Kent (“KIMI”, “Lasciali parlare”), con le coreografie di Alison Faulk e Luke Broadlick, già entrambi parte del franchise di “Magic Mike”. Warner Bros. Pictures presenta “Magic Mike – The Last Dance“, nelle sale italiane a partire dal 9 febbraio 2023, distribuito da Warner Bros. Pictures
Arriva al cinema La rivincita degli avanzi con Piovono Polpette 2
In questi tempi bui di crisi economica, quando la fame nel mondo sembra essere ancora un calvario della nostra civiltà, ecco che l’idea di trasformare l’acqua in cibo appare come un vero e proprio miracolo. Ma cosa succederebbe se un giorno, aprendo la finestra, ci si trovasse davanti ad una pioggia di hamburger e polpette di carne? Niente di nuovo in realtà, soprattutto nella recente memoria cinematografica, poiché i più ricorderanno subito l’esilarante Piovono polpette, strepitoso successo di animazione del 2009 targato Sony Pictures Animation.
Le vicende dello scapestrato scienziato Flint Lockwood, inventore del congegno in grado di mutare in cibo i liquidi e delle sue apocalittiche vicessitudini meteo-culinarie, hanno generato un vero e proprio fenomeno di massa negli Stati Uniti e nel mondo, con un incasso oltre $243 milioni di dollari e un franchising di tutto rispetto nei confronti del romanzo d’origine Cloudy with a Chance of Metaballs scritto da Judi Barrett ed illustrato dal marito Ron. Affidata alla sapiente direzione di Phil Lord e Chris Miller, la pellicola ha saputo affascinare grandi e piccini, con la sua strepitosa contaminazione di generi e citazionismo cinematografico, che dire esplicito è ben poco.
Ora, ad oltre quattro
anni dal suo debutto, ecco che si preannuncia imminente l’uscita
del gustosissimo sequel Piovono polpette 2 – La rivincita
degli avanzi (un sottotitolo che è tutto un programma !) in
cui assisteremo con gioia al ritorno del nostro fido dottor Flint,
questa volta impegnato ad unirsi al team della Live Corp Company.
Questa associazione, il cui compito è quello di migliorare la
qualità della vita sulla terra, ben resto dovrà far fronte ad un
terribile quanto grottesco imprevisto: la vecchia invenzione di
Flint, ancora attiva, sta creando terribili e famelici animali
fatti di cibo, gli Animacibi! Ed ecco che i nostri baldi eroi,
capitanati dall’idolo di Flint Chester V, si troveranno a dover
combattere contro Tacodrilli, Orangamberi, Torte a Sonagli,
Spiderburgher, e chi più ne ha più ne metta. Insomma, una grande
attesa per un secondo capitolo ricco di colpi di scena e di
irriverenti occhiate ai celebri kaiju-eiga (film di mostri)
giapponesi e del loro capostipite Godzilla.
Il progetto, inizialmente annunciato già all’inizio del 2010, ha seguito un percorso abbastanza tortuoso, soprattutto dopo la notizia che Lord e Miller non avrebbero più tenuto le redini della pellicola, la quale sarebbe rimasta per oltre un anno in uno stato di abbandono, prima del nuovo interessamento da parte della Sony Pictures e del suo comparto di animazione. Si decise fin da subito di non usare il seguito del libro dei coniugi Barrett, dal titolo Pickles a Pittsburgh, ma di creare una storia del tutto originale, nella quale ci fosse maggiore libertà creativa. A questo punto però, anche se il film aspetta ancora di essere proiettato, possiamo affermare che le premesse appiano tutt’altro che deludenti. La regia, questa volta affidata ai veterani Cody Cameron e Kris Pearn, si basa su una sceneggiatura di John Francis Daley e Jonathan M. Goldstein, la quale prende letteralmente vita grazie ai personaggi scaturiti dalla matita di Andrea Medina e gli storyboards di Ian Abando ed Elizabeth Ito.
Il cast vocale rimane
inalterato rispetto al primo capitolo, includendo Bill Hader
alias Filnt, la camaleontica Anna Faris nel “ruolo”
dell’amica Samantah, il mostro sacro James Cann nelle corde
vocali di Tim Lockwood e lo statuario Terry Crew come
l’ombroso ufficiale Earl Devereaux. La versione italiana ritrova
anch’essa le performances vocali di Oreste Baldini (Flint),
Domitilla D’amico (Sam) e Angelo Nicotra (Tim). Una
colonna sonora che si presenta come un valore aggiunto, se si tiene
conto della presenza di una star di eccezione come Paul
Mccartney che presta la sua verve alla partitura composta da
Mark Mothersbaugh. Dunque, come si suol dire in questi casi,
il piatto (o meglio, i sequel) è servito, e non resta che
gustarselo appieno dal 25 dicembre nei cinema!
Arriva al cinema Kill your Darlings con un Daniel Radcliffe inedito
Giovani ribelli – Kill
your darlings, vincitore delle Giornate degli Autori
alla Mostra del Cinema di Venezia, uscirà sugli schermi italiani il
17 ottobre. Diretto dall’esordiente John Krokidas,
il film è un omaggio alle pellicole noir a stelle e strisce degli
anni 40 e alla Nouvelle Vague francese, visto che i protagonisti
sono dei futuri intellettuali, legati a doppio fino da un
omicidio.
Si è
parlato molto della pellicola, in primis perché vede la
partecipazione di Daniel Radcliffe, che sta
facendo di tutto – riuscendoci – per scrollarsi di dosso l’immagine
di Harry Potter e per portare avanti la campagna contro l’omofobia
che attanaglia molti paesi del mondo, in primis la Russia
(nonostante abbia dichiarato alla stampa americana che la scelta
del personaggio non è stata guidata da ideali politici); in secondo
luogo perché, in Kill your Darlings,
Radcliffe interpreta il giovane Allen Ginsberg quando è ancora un
timorato e puritano studente universitario alla Columbia, nel 1944.
La sua vita e la sua personalità subiranno uno scossone quando
incontrerà il “genio e sregolatezza” Lucien Carr (Dane
DeHaan), che lo inizierà ai vizi e alle follie di New
York, nonché, secondo la trama ordita da Krokidas e da Austin Bunn,
all’amore.
Nonostante sia meno conosciuto dei colleghi, Carr, morto nel 2005 di un tumore, fu un esponente di spicco della Beat Generation e la storia vuole che sia stato proprio lui a mettere in contatto Ginsberg con Jack Kerouac (interpretato da Jack Huston, Boardwalk Empire) e William Burroughs (Ben Foster). L’altro protagonista di questo film quasi completamente “al maschile”, eccezion fatta per la presenza di Elizabeth Olsen e Jennifer Jason Leigh, è il talentuoso e innamorato intellettuale David Kammerer, che ha il volto di Michael C. Hall, anche lui impegnato a non farsi ricordare solo per Dexter.
Allen Ginsberg, alle prese con una mamma malata di mente e un papà poeta, incontra all’università l’affascinante, carismatico e tormentato Lucien, a sua volta oggetto dell’amore ossessivo di Kammerer. Dopo innumerevoli, allucinate scorribande per le strade e i locali notturni della città, i due ragazzi, insieme a un già ribelle Jack Kerouac e al già tossicodipendente William Burroughs, saranno coinvolti nell’omicidio dell’ammiratore di Carr. Buona parte del film ruota intorno al dubbio sulla colpevolezza dei giovani, connessi dalle velleità intellettuali, ma soprattutto dall’ammirazione per il bel Lucien, tanto desiderato quanto poco talentuoso rispetto ai suoi pari. Ben diversa l’opinione sul talento performativo di Dane DeHaan, che, secondo alcuni, oscura spesso e volentieri quello dei già noti colleghi.
Arriva al cinema Captain America – il Primo Vendicatore
E siamo a tre: dopo “Thor” e “X-Men: L’inizio” i fan sono in trepidante attesa per il terzo ‘Marvel – movie’ Captain America – il Primo Vendicatore di un 2011 che resterà negli annali per la quantità industriale di supereroi e giustizieri mascherati vari presenti sugli schermi (ai tre film di ‘casa Marvel’ bisogna aggiungere almeno “Green Hornet”, “Kick Ass” e “Green Lantern”, la cui uscita in Italia è prevista per la fine di agosto). Dalle vicende del ‘Dio del Tuono’, ambientate ai giorni nostri, siamo passati agli anni ’60 degli X-Men e, in quello che sembra un cammino a ritroso nel tempo quasi voluto, stiamo per essere gettati negli anni ’40, in piena Seconda Guerra Mondiale.
Dal prossimo 22 luglio gli appassionati dei ‘comics’ e non solo potranno seguire sul grande schermo le vicende di Steve Rogers in Captain America – il Primo Vendicatore, patriottico adolescente ansioso di dare il suo contributo alla causa, andando in Europa a combattere i nazisti. Patriottico quanto sfortunato, però, non essendo stato dotato da ‘madre natura’ di un fisico sufficientemente adatto alle imprese belliche.
Il nostro non si darà però per vinto, finendo per ‘servire la patria’ offrendo proprio quel corpo mingherlino ad un esperimento scientifico il cui scopo è la creazione del ‘super soldato’. Non bisogna essere dei profondi conoscitori del mondo dei supereroi per immaginare come andrà a finire, e infatti seguiremo Steve, ora diventato Capitan (o Captain, in lingua originale) America armato del proverbiale scudo, sui campi di battaglia, dove (affiancato dalla sua ‘spalla’ Bucky Barnes) si scontrerà per la prima volta col Teschio Rosso, destinato a diventare la sua nemesi storica.
Per dare vita a uno trai più datato trai suoi personaggi, (la serie a fumetti, che risale agli anni ’40, veniva pubblicata dalla Timely, l’antesignana della ‘Casa delle Idee’) la Marvel è andata sul sicuro, affidandosi alla regia di Joe Johnstone, uno che con i ‘supereroi’ ha avuto già a che fare in passato (nel suo carnet figura lo sfortunato “Rocketeer”), oltre ad aver diretto recentemente “The Wolfman” e precedentemente, il terzo capitolo della saga di “Jurassik Park”, della quale dovrebbe girare anche il quarto episodio, previsto (forse) per il 2013, affiancato dagli sceneggiatori Christopher Markus e Stephen McFeely, (la serie delle “Cronache di Narnia” ).
‘Cap’ (come viene chiamato affettuosamente dai fan) verrà interpretato da Chris Evans, già apparso in un ‘Marvel – movie’, avendo interpretando la Torcia Umana nei poco riusciti adattamenti dei Fantastici 4: la scelta ha fatto storcere il naso a molti fan, perplessità almeno in parte fugate da foto di scena e trailer; l’attesa si è piuttosto concentrata su Hugo Weaving, che dopo aver interpretato il ‘cattivo’ di “Matrix” ed aver nascosto le sue sembianze dietro all’enigmatico sorriso del protagonista di “V for Vendetta”, celerà nuovamente i propri lineamenti, stavolta dietro alle terrificanti sembianze del Teschio Rosso.
Il cast è completato dai classici ‘attori di fama che interpretano ruoli di contorno’: in questo caso, Tommy Lee Jones e Stanley Tucci. Non manca (ovviamente) una presenza femminile, Hayley Atwell (già vista in “The Duckess”) nel ruolo di Peggy Carter, volitiva combattente che smuoverà i sentimenti del protagonista.
La curiosità tra gli appassionati è tanta, soprattutto considerando che Capitan America, pur non rinunciando a effetti roboanti, è un fumetto che ruota più di altri attorno alla ‘fisicità’ del personaggio, alle sue evoluzioni, ai suoi frequenti corpo a corpo, spesso con più antagonisti.
Per soddisfare attese e curiosità e fugare dubbi e perplessità basterà aspettare qualche giorno, quando finalmente ci si potrà godere questo nuovo tassello dell’arazzo cinematografico che la Marvel sta tessendo per prepararci all’uscita, il prossimo anno della ‘madre di tutti i film di supereroi’: “I Vendicatori” (e a proposito, attendiamo anche nel caso di Captain America la ‘postilla’ finale che dovrebbe anticiparci proprio il film sugli ‘Avengers’).
Arriva a Trento il primo percorso IFTS per Creatori di Cartoni Animati
La Provincia Autonoma di Trento ha attivato il nuovo canale formativo di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS) per rispondere alle esigenze di alta specializzazione, in settori strategici e di sviluppo del tessuto imprenditoriale trentino.
All’interno di questo canale sarà attivato, a partire da febbraio 2022, il percorso Cartoon Artist per lo sviluppo di una nuova figura professionale esperta nella creazione di cartoni animati; negli ultimi anni in Trentino si sono insediate alcune realtà che operano nel settore e che richiedono animatori specializzati.
Il percorso è stato presentato oggi all’Istituto Artigianelli di Trento, che lo gestisce in partenariato con Trentino Film Commission, con Gruppo Alcuni di Treviso, leader internazionale nella realizzazione di cartoons e produttore della famosa serie Mini cuccioli e del film Leo da Vinci – Missione Monna Lisa, distribuito in 83 Paesi del mondo e con la società Green Ink Animation.
Alla conferenza stampa erano presenti, oltre al dirigente dell’Istituto Artigianelli Erik Gadotti, l’assessore provinciale all’istruzione, università e cultura Mirko Bisesti, la dirigente del Servizio formazione professionale, formazione terziaria e funzioni di sistema della Pat Cristina Ioriatti, il responsabile di Trentino Film Commission Luca Ferrario e il produttore e cofondatore di Gruppo Alcuni Francesco Manfio.
“Il Trentino ha una forte tradizione nell’ambito dell’alta formazione”, ha detto l’assessore Bisesti, “dobbiamo continuare a puntare sui nostri modelli formativi, soprattutto per offrire opportunità nuove ai ragazzi che si affacciano sul mercato del lavoro. Vogliamo continuare a portare avanti queste iniziative anche perché il nostro territorio possa dotarsi di nuove figure e il sistema formativo integrato con l’università possa modellarsi con l’elasticità necessaria verso le professioni del futuro. Sono orgoglioso di questo percorso avviato con l’istituto Artigianelli, al quale faccio i miei migliori auguri, come auguro ai ragazzi che si impegneranno in questa formazione le migliori prospettive per il loro futuro professionale”.
Luca Ferrario ha ricordato che il mercato dell’animazione è in grandissima crescita, soprattutto in Italia, con pochi addetti ai lavori di altissimo livello e ancora poche occasioni di formazione: “C’è un crescente bisogno di tante figure diverse, altamente specializzate. Abbiamo creduto che facilitare questa esperienza possa soprattutto formare figure che servano al mercato del lavoro”.
“Un po’ di anni fa nel mondo dell’animazione italiano si pensavano bellissime storie e si inventavano nuovi personaggi, per poi andare a produrre altrove, in India, in Cina. Ho pensato che non andasse bene e quando ho trovato qui un tessuto culturale e scolastico straordinario ho pensato di creare proprio in Trentino la base per avviare qualcosa di nuovo, a partire da un piccolo team, destinato a crescere con altre professionalità. Dobbiamo creare qui il posto dove si pensa animazione, si ragiona e si fa”, ha detto Francesco Manfio, riferendosi al settore dei cartoni animanti come a “un’industria con l’ottica della bottega artigianale”.
“Grazie alla sinergia fra formazione, ricerca e innovazione siamo riusciti ad arrivare oggi a realizzare un percorso che offre prospettive concrete”, ha detto Gadotti illustrando il nuovo IFTS. Il percorso formativo, dalla durata di un anno, prevede 1.000 ore divise tra lezioni in aula, laboratori esperienziali e tirocini in azienda. La formazione sarà affidata a docenti e professionisti di Gruppo Alcuni, considerati tra i maggiori esperti del settore. Questo gruppo di entusiasti ideatori e realizzatori di cartoon accompagnerà gli studenti nella produzione di un cartone animato, dall’idea alla serie finita, esplorando tutte le fasi della produzione in animazione (sceneggiatura, ideazione dei personaggi, scenografia, storyboard e post-produzione) avvalendosi delle ultime tecnologie hardware e software. Tutor del corso sarà Luca De Crescenzo, responsabile dello Studio Phoenix di Firenze, che porrà la sua grande esperienza nel settore al servizio degli studenti.
Possono accedere al percorso giovani e adulti, lavoratori o disoccupati, in possesso di una laurea, un diploma di istruzione secondaria di secondo grado oppure un diploma professionale di tecnico di istruzione e formazione professionale, previo accertamento delle competenze in ingresso che si svolgerà dal 10 al 14 gennaio 2022.
Mercoledì 24 novembre alle ore 17.00 è programmato un webinar online per gli interessati che desiderano approfondire gli aspetti organizzativi e didattici del percorso formativo. Sarà un’occasione per comprendere quali sono le sfaccettature del lavoro dell’animatore e per porre eventuali domande ai referenti didattici. Per partecipare è necessario iscriversi a QUESTO link disponibile sul sito www.artigianelli.tn.it
Le iscrizioni sono aperte fino al 7 gennaio. La partenza del corso è prevista per febbraio 2022.
Arrietty – Il mondo segreto sotto il pavimento: recensione
Non pensavo di poter rimanere deluso un giorno da un film dello Studio Ghibli ma il nuovissimo Arrietty – Il mondo segreto sotto il pavimento ha centrato pienamente questo terribile bersaglio. Ero colmo di aspettative dopo Ponyo, storia che mi era piaciuta ma forse troppo indirizzata ad un pubblico infantile per i miei gusti e visto che il trailer di Arrietty – Il mondo segreto sotto il pavimento mi aveva non poco intrigato credevo che la risalita fosse quasi scontata.
Niente di tutto ciò, anzi si tratta di un tonfo quasi inspiegabile e sicuramente del peggior film di sempre dello studio Ghibli. La storia è stata scritta da Hayao Miyazaki prendendo spunto dal racconto “The Borrowers” di Mary Norton e la regia affidata a Hiromasa Yonebayashi, giovane animatore trentenne alla sua prima esperienza da regista. La trama ci racconta le vicende di piccoli omini chiamati Borrowers, in italiano “Rubacchiotti”, esserini in tutto e per tutto uguali agli umani tranne l’altezza visto che stanno tranquillamente in un palmo di mano. Seguiamo quindi le vicende di una famigliola di rubacchiotti che vive nelle fondamenta di una casa di campagna in Giappone formata da una ragazzina quattordicenne chiamata Arrietty ed i suoi due genitori.
Arrietty – Il mondo segreto sotto il pavimento, il film
La loro particolarità è quella di vivere rubacchiando tutto quello che per un umano sarebbe difficile scoprire: una zolletta di zucchero, un biscotto, e così via ma comunque non facendosi mancare elettricità e gas attaccandosi ai cavi della famiglia umana piccoli elettrodomestici e mobili costruiti da loro stessi. La loro paura maggiore è quella di farsi scoprire dagli esseri umani, altrimenti i Rubacchiotti dovrebbe necessariamente cercare un’altra abitazione per paura di essere uccisi.
La loro vita scorre tranquilla tra un furto e un altro quando un giorno nell’abitazione arriva un nuovo essere umano: Sho, un ragazzo dodicenne malato di cuore che presto dovrà operarsi e vuole trascorrere qualche giorno di riposo in campagna prima del difficile evento. Sfortunatamente Arrietty viene vista e nonostante la ritrosia di lei alla fine diventano amici, Sho aiuterà lei e la sua famiglia a scappare da Haru, la cameriera dell’abitazione che cercherà di catturare la famigliola di Rubacchiotti una volta che li scoprirà nascosti sotto la camera del ragazzo. Faccio partire la mia analisi dall’unico punto a favore di Arrietty – Il mondo segreto sotto il pavimento, la musica: la canzone principale interpretata da Cecile Corbel è una splendida ballata folk molto toccante che dona alle scene in cui è presente un certo grado di sentimento; la colonna sonora in generale è ben fatta anche se non spicca come la canzone sopracitata ed è formata da brevi intermezzi sempre di matrice folk ma sempre piacevoli.
Per quanto riguarda ciò che non va inizio dalla storia: mai sceneggiatura così scevra di ritmo si era vista in un’opera dello studio ghibli, la cosa con più brio da vedere sono i Rubacchiotti che interagiscono con oggetti più grandi di loro: biscotti, zollette di zucchero, loro che si lanciano con la fune da comodini, cose così insomma e se per aspettare un po’ di divertimento devo vedere un corvo che si schianta contro una finestra allora la situazione non è delle più rosee. Le somiglianze maggiori sono con Totoro, indubbiamente segue uno sviluppo simile, solo che stavolta la storia la osserviamo attraverso gli occhi dell’essere soprannaturale.
I personaggi sono poco caratterizzati da punto di vista caratteriale, graficamente invece i colori sono bellissimi e vari e gli ambienti curati bene; la migliore è la protagonista Arrietty, si sente sola e vorrebbe conoscere qualche ragazzo della sua specie, per questo sente una certa attrazione e curiosità per l’umano Sho, una volta però che viene a conoscenza di un suo simile della sua età, il selvaggio e taciturno Shiller, quasi automaticamente se ne invaghisce solo perché è della sua stessa specie (anche perché non ha modo di conoscerlo approfonditamente). Questa è una delle lacune che indebolisce la pellicola e la rende sterile e lontanissima dalla profondità di una Principessa Mononoke o La città Incantata. Aldilà della protagonista, gli altri personaggi sono privi di nerbo, il padre di Arrietty ad esempio sembra non provare alcuna emozione, freddissimo anche quando la sua famiglia è in pericolo, ok farlo sembrare un uomo sicuro di sé e forgiato dalle difficoltà del tempo, ma così è esagerato.
Se la storia offre molto poco dal punto di vista drammatico con un finale telefonatissimo, men che meno offre qualche risata ma solo qualche sorriso abbozzato; non c’è nessuna situazione che offra un momento divertente, nei film passati questo tipo di momenti si sprecavano, come non ricordare la scena capolavoro della fermata del bus con Totoro ad esempio? Purtroppo non c’è la magia di Hayao Miyazaki, si sente tantissimo la mancanza della sua regia, allo studio ghibli dovranno lavorare parecchio per trovare un suo erede se vogliono mantenere una certa qualità nelle pellicole future. Mi dispiace richiamare spesso i vecchi lavori, ma visto che lo studio ghibli ci ha messo la faccia in questa nuova pellicola se ne deve prendere anche il peso del confronto col passato.
Quindi cosa resta alla fine all’ignaro spettatore? Una messaggio di rispetto per le specie vicine all’estinzione e un intelligente uso delle risorse che abbiamo a disposizione e poco altro; una storiella poco profonda che sembra essere stata scritta in fretta da Miyazaki forse impegnato anche in qualche altro progetto più ambizioso; in effetti nel 2011 è previsto l’adattamento di Taketori Monogatari, racconto popolare giapponese del decimo secolo che spero tenga fede al nome altisonante dello studio Ghibli, su Arrietty – Il mondo segreto sotto il pavimento è invece il caso di stendere un velo pietoso perché più ne scrivo e più mi intristisco.
Arrestato Stormtrooper, aveva rubato la Batmobile [FOTO]
Nei mesi passati abbiamo visto alcune immagini divertenti, postate dallo stesso Zack Snyder, che vedevano incontrarsi, in un inedito mash-up, l’universo di Star Wars con quello della DC comics cinematografica. Sembra che la Bad Robots e Snyder si stiano davvero divertendo, tanto che adesso hanno diffuso in rete una nuova immagine che fa incontrare i due universi, in cui uno StormTrooper vienen arrestato a causa del furto della Batmobile.
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Ecco la foto!
Arrestato per omicidio l’ex Power Ranger Ricardo Medina Jr.
Mentre abbiamo appena saputo chi sarà l’attrice che interpreterà Rita Repulsa nel nuovo adattamento cinematografico dei Power Rangers, una notizia scioccante arriva direttamente da Los Angeles. Ricardo Medina Jr., noto per aver interpretato il Red Ranger in Power Rangers: Wild Force, è stato arrestato per omicidio.
Median avrebbe infatti ferito a morte con una spada il coinquilino, tale Joshua Sutter.
Secondo le autorità, i due coinquilini hanno litigato furiosamente e la rissa è poi degenerata nella sanguinosa e inaspettata maniera di cui sopra. L’attore 36enne è al momento in carcere.
Arracht, recensione del film di Tom Sullivan #IrishFIlmFest
Lungometraggio d’esordio di Tom Sullivan, Arracht (Monster), recitato quasi totalmente in gaelico, racconta la storia di un pescatore del Connemara che, al diffondersi della peronospora nei campi di patate, è accusato ingiustamente di un crimine e costretto a fuggire.
Arracht: la trama
Arracht narra una storia di uccisione ed espiazione, ambientata sulle coste irlandesi, nel villaggo di Connemara, al tempo della grande carestia di patate e di conflitti con l’avidità dei landlords inglesi. Nonostante la sceneggiatura pecchi in termini di suspense, enfasi e chiarezza, Sullivan riesce a confezionare un dramma/thriller autentico, dall’impatto visivo assicurato.
Con la notizia dell’imminente carestia di patate, Coleman Sharkey (Dónall Ó Héalai) lavora incessantemente insieme a suo fratello, Seán (Eoin O’Dubhghaill, per provvedere alla moglie e al giovane figlio. Accetta anche di accogliere Patsy (Dara Devany), un uomo recentemente tornato dalla Gran Bretagna e che si dice fosse un disertore dell’esercito. Quando i malviventi locali fanno visita alla fattoria di Coleman, minacciando la violenza in caso di mancato pagamento dell’affitto, decide di visitare il ricco proprietario terriero inglese (Michael McElhatton) insieme a Seán e Patsy, per negoziare condizioni più eque per tutti gli abitanti del villaggio in difficoltà. Tuttavia, una violenta sequenza di eventi che si verificano quella notte vengono attribuiti erroneamente a Coleman, costringendolo a fuggire dalla comunità e a rifugiarsi su una minuscola isola al largo della costa di Galway. Avverrà poi l’incontro con una giovane ragazza orfana di nome Kitty (Saise Ní Chuinn), che Colman prende sotto la sua ala protettrice, insegnandole le abilità necessarie per sopravvivere nel desolato ovest.
Arracht: il paesaggio come mondo emotivo del protagonista
Punti di forza della pellicola sono il realismo crudo, feroce, della narrazione, che immerge lo spettatore nella gelida disperazione di quei tempi. Sebbene la storia sia autosufficiente e consti di un budget minimo, Arracht è una pellicola visivamente molto espressiva.
Dove Arracht eccelle davvero è nella rappresentazione del paesaggio: il vento ululante e gli spruzzi penetranti del mare sono il punto visivo focale del film, con l’affascinante fotografia di Kate McCullough che espone il pubblico alla costa frastagliata di Galway. La potente colonna sonora originale, scritta ed eseguita da Kila, evoca tristemente la desolazione del Connemara e le difficoltà della sua gente. In effetti, Arracht dà il meglio di sé quando la fotografia, la colonna sonora e la performance convergono nelle sue scene marine: guardare Coleman immergersi nelle acque gelide e spietate dell’Atlantico diventa la rappresentazione perfetta del suo tormento personale.
Encomiabile è l’attenzione meticolosa nel rendere visivamente i paesaggi caratterizzati da scogliere e isolotti battuti dal vento della costa occidentale dell’Irlanda. Il mare gioca un ruolo importante, piatto, grigio e implacabile. Mare che diventerà una costante anche per Colmán, offrendo una via di fuga – temporanea o permanente – e una fonte di cibo, particolarmente importante una volta che si ritrova con una giovane ragazza, Kitty (Saise Ní Chuinn), al seguito.
Il film è stato girato a Lettermullen, un villaggio rurale nella contea di Galway, dove si parla unicamente gaelico e che non aveva alcun bisogno di effetti speciali, data la maestosità dei paesaggi. Il produttore del film, Cùan Mac Conghail, ha affermato:” Il mio scopo era quello di accertarmi che nessuno, guardando il film, pensasse al budget”. I costanti ritmi del discorso gaelico e le intonazioni vocali sono profondamente efficaci, trasportano lo spettatore direttamente in un mondo fragile, vulnerabile alla crudeltà imperialista e alla sconvolgente catastrofe naturale che ha contribuito a provocare.
La performance straordinaria di Dónall Ó Héalai
Anche le scelte attoriali sono degne di nota, ci presentano personaggi che trasmettono dignità piena di pathos o vera malevolenza, a seconda del loro ruolo drammatico. Il personaggio di Colmàn testimonia una studio sul carattere dell’umanità di un uomo di fronte al dolore, ma fa eco al trauma più ampio di una nazione che è stata decimata dalla fame. Sebbene non apertamente politico, emerge la critica all’amminstrazione dei landlords inglesi, soprattutto quando il tenente inglese (Michael McElhatton) considera la richiesta di Colmán di tassi più bassi e pensa: “I raccolti hanno fallito prima e i tassi di mortalità sono stati perfettamente accettabili”. Lo spettatore rabbrividisce mentre Colman affronta il suo destino . La fisicità di O Healai parla da sè: Colman è costretto a trascorrere due anni nascosto in una grotta e il lavoro fisico sul personaggio di O Healai è meticoloso.
“Mi piace raccontare le storie di personaggi traumatizzati che riescono a salvarsi o a risanare i loro traumi”, ha detto Sullivan. Questo film si incentra quasi unicamente sulla figura di un pescatore e, solo successivamente, su come questa viene plasmata da eventi catastrofici. Tom Sullivan mostra la dura battaglia verso l’equilibrio e quello che servirà per ricostruire se stessi.
Arracht: uno sguardo al futuro tramite l’incontro con Kitty
Per Colmán, Kitty simboleggia qualcosa da proteggere. Gli permette di interpretare il ruolo che ha sempre svolto per la sua famiglia e per la comunità in generale. La loro relazione offre una certa stabilità in tempi instabili. La sequenza in cui Colmán insegna a Kitty a remare una barca è stata particolarmente commovente perché è stato a questo punto che la necessità di stare insieme ha lasciato il posto a una fiducia familiare. Ma Sullivan ci sta preparando di nuovo per una caduta. Colmán e Kitty stanno afferrando l’impossibile. Verso la fine del film, c’è una sequenza che fa da contrappunto alla precedente scena di canottaggio in barca. Colmán incoraggia Kitty a nuotare verso di lui. Quando lei si agita nell’acqua senza fiato, lui si precipita in suo soccorso, solo per essere accolto con uno schiaffo in faccia. La sua paura è che lui la stia addestrando a sopravvivere senza di lui. La sua paura è la più grande speranza di Colmán per lei, perché sa fin troppo bene che la felicità è fugace.
Aronofsky vuole Christian Bale per fare Noè!
Da poco avevamo parlato di quanto Aronofsky fosse intenzionato a dare priorità nei suoi progetti al film biblico su Noè. Ora giunge notizie che in trattativa per interpretare il patriarca ci sarebbe nientemeno che Christian Bale. Inoltre si sa anche che il copione scritto dallo stesso regista, sarà revisionato da john Logan (The Avietor, Hugo Cabret). Si parla di un budget per il Noè di circa 130 milioni.Si attendono ulteriori notizie.
Fonte: comingsoon
Aronofsky presidente di giuria a Venezia
Sarà il regista, produttore e sceneggiatore statunitense Darren Aronofsky (autore del film d’apertura della 67 Mostra, Black Swan, e Leone d’oro 2008 per The Wrestler) è la personalità chiamata a presiedere la Giuria Internazionale del Concorso della 68esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (31 agosto-10 settembre 2011).
La decisione è stata presa dal Cda della Biennale di Venezia, presieduto da Paolo Baratta, accogliendo la proposta del Direttore della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, Marco Mueller.
Aronofsky insiste su Wolverine 2
Darren Aronofsky era trai papabili per la regia del reboot di Superman, ma una volta che questa è stata ufficialmente affidata a Snyder (come annunciato ieri), il regista di Requiem for a Dream si rifà avanti per un altro super eroe.
Aronofsky aprirà Venezia
Black Swan, il nuovo, atteso film di Darren Aronofsky, sarà il film d’apertura, in Concorso, della 67ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Aronofsky aprirà Venezia
Black Swan, il nuovo, atteso film di Darren Aronofsky, sarà il film d’apertura, in Concorso, della 67ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Arón Piper: 10 cose che non sai sull’attore
L’attore Arón Piper è ancora molto giovane, ma vanta già diversi ruoli in progetti che, tra cinema e televisione, gli hanno permesso di dar prova del suo talento. Oggi che è sul punto di rinnovarsi e mettersi nuovamente alla prova con nuove avventure, la sua carriera sembra essere ricca di promesse ed entusiasmanti novità.
Ecco 10 cose che non sai su Arón Piper.
Arón Piper: i suoi film e le serie
TV
1. È noto per alcune serie TV. Ad aver reso celebre l’attore vi sono alcune popolari serie televisive. La prima in cui ha recitato è Centro medico (2016-2017), ma è stata Élite, disponibile su Netflix, ha fargli ottenere la fama internazionale. Qui recita nei panni di Ander Muñoz accanto agli attori Jaime Lorente, Miguel Herran e Maria Pedraza. Ha poi recitato anche in Il caos dopo di te (2020) e Élite – Storie brevi (2021). Nel 2022 recita poi in El Silencio, nel ruolo di Sergio Ciscar.
2. Ha recitato anche per il cinema. Piper ha esordito come attore di un film per il cinema già da molto piccolo, quando all’età di sette anni ha recitato in Una promessa mantenuta (2004). In seguito è apparso in Maktub (2011), 15 años y un dìa (2013), La corona partida (2016) e Los Rodrìguez y el mas alla (2019). Prossimamente reciterà invece nei film Sayen e Fatum.
3. Ha scritto una canzone per un film. Come noto, nel tempo libero Piper si dedica alla sua seconda passione, il rap, che lo porta, nel 2014, ad essere candidato ai premi Goya (gli Oscar spagnoli) nella sezione miglior canzone per il film 15 años y un día. Si tratta del brano più noto e apprezzato dell’attore, che nel 2021 ha poi pubblicato anche il suo primo album dal titolo Nieve.
Arón Piper in Élite
4. È stato uno dei protagonisti. Nella popolare serie spagnola Élite, disponibile su Netflix, l’attore ha interpretato uno dei protagonisti, Ander Muñoz. Questi è il migliore amico di Guzmán e Polo, tennista emergente e campione scolastico, anche se in realtà detesta questo sport e lo pratica solo perché il coach è suo padre e non vuole deluderlo. A differenza di quasi tutti gli studenti, non è ricco, ma frequenta Las Encinas perché figlio della preside. Omosessuale, si innamora poi di Omar e si fidanzerà con lui.
5. Ha abbandonato la serie. L’attore ha recitato solamente nelle prime quattro stagioni, abbandonandola poi per la tristezza dei fan del suo personaggio. L’attore non ha mai detto molto su tale abbandono, affermando solamente che è avvenuto in quanto il percorso di Ander nella serie si era concluso. Ad aver portato a tale risvolto sembrerebbe però esserci stata anche la volontà dell’attore di intraprendere nuovi progetti.
Arón Piper e Dua Lipa
6. Potrebbe aver avuto una relazione con la cantante. Nulla di ufficializzato, ma nel corso dell’estate del 2022 l’attore è stato in diverse occasioni paparazzato insieme alla celebre cantante Dua Lipa. I due, insieme durante alcune serate lontani dai riflettori, sono sembrati ai loro fan una coppia piuttosto affiata, cosa che ha spinto a supporre una relazione tra di loro. I diretti interessati non hanno però mai commentato la cosa, né per smentire né per confermare. Ad oggi, però, qualunque cosa ci sia stata tra di loro sembra essere finita.
Arón Piper: chi è la sua fidanzata
8. Ha una nuova fidanzata. Piper ha sempre cercato di mantenere quanto più possibile privata la propria vita sentimentale, ma nelle ultime settimane ha iniziato a circolare la voce che lo vorrebbe impegnato in una relazione con la modella Jessica Goicoechea. I due sono infatti stati visti insieme in diverse occasioni e solo di recente sul profilo Instagra di lei è comparsa una foto che la ritrae insieme all’attore. Questa sarebbe dunque la prova definitiva di una loro frequentazione.
Arón Piper è su Instagram
8. Ha un profilo sul social network. Arón Piper è naturalmente presente sul social network Instagram, con un profilo seguito attualmente da 13.3 milioni di persone. Su tale piattaforma egli ha ad oggi pubblicato appena un’ottantina di post, tutti relativi alle sue attività come attore o modello. Si possono infatti ritrovare diverse immagini relative a momenti trascorsi sul set ma anche foto promozionali dei suoi progetti o dedicate a momenti di svago quotidiano. Seguendolo si può dunque rimanere aggiornati sulle sue attività.
Arón Piper: il suo fisico
9. È molto attento al proprio corpo. L’attore è noto anche per il suo fisico asciutto ma scolpito, che lo ha fatto diventare nel tempo un vero e proprio sex symbol. Non mancano le occasioni in cui l’attore compare a torso nudo, dimostrando di essere continuamente intento a mantenersi in forma, praticando sport e altre attività salutari.
Arón Piper: età e altezza dell’attore
10.Arón Piper è nato a Berlino, il 29 marzo del 1997, ed ha dunque oggi 25 anni. L’attore è alto complessivamente 1.80 metri.
Fonte: IMDb
Aron Piper, chi è? Curiosità sull’attore di Elite
Negli ultimi anni le film, soap opera e serie tv spagnole stanno spopolando in tutto il mondo. Grazie a piattaforme streaming come Netflix, oggi chiunque può accedere a contenuti provenienti dai paesi più disparati. Dopo serie come La Casa di Carta, Le Ragazze del Centralino e La Cattedrale del Mare (basata sull’omonimo romanzo di Ildefonso Falcones), nel 2018 arriva anche Elite. La serie in questione, destinata a un pubblico più giovane e distribuita da Netflix, ha fatto una vera e propria strage di visualizzazioni worldwide. Grazie al grande successo di Elite, anche molti giovani attori spagnoli sono d’improvviso diventati famosi, attori come Aron Piper, uno dei protagonisti della serie.
Il ruolo di Ander Muñoz nella serie Elite lo ha reso famoso, tuttavia, ci sono ancora tante cose che non si conoscono sull’attore spagnolo. Scopriamo quindi insieme tutto quello che c’è da sapere su Aron Piper e sulla sua fulminea scalata al successo.
Aron Piper film e serie tv: gli inizi della sua carriera
All’anagrafe Arón Julio Manuel Piper Barbero ma conosciuto semplicemente come Aron Piper, età 23 anni, è nato il 29 marzo del 1997 a Berlino. Nonostante sia nato in Germania, l’attore è cresciuto in Spagna ed è lì che comincia a interessarsi al mondo dello spettacolo. La passione per la recitazione lo accompagna da quando aveva solo sei anni e passava le sue giornate in teatro.
La sua naturalezza e sicurezza sul palcoscenico lo aiutano a sviluppare le sue doti recitative; all’età di quattordici anni partecipa anche ad un corso della Comedy Central, famoso network statunitense dedicato alla commedia. I suoi primi esperimenti cinematografici e televisivi, tuttavia, risalgono al 2004 quando Aron di anni ne aveva solo sette. Il suo primo film, dal titolo Una Promessa Mantenuta, è datato infatti 2004, anno che segna il suo esordio al cinema.
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Tra i suoi film più famosi e amati dal pubblico, tuttavia, c’è 15 Años y Un Día (2013), diretto da Gracia Querejeta. Il film racconta la storia di Jon (Aron Piper), un adolescente ribelle e turbolento che, dopo essere stato espulso da scuola, viene mandato dalla madre a vivere con suo nonno, un ex militare in pensione. Ma le misure restrittive e l’eccessiva disciplina non sono abbastanza per tenere Jon ‘in gabbia’.
A questo primi esperimenti sul grande schermo ne seguono molti altri. Nel tempo Aron continua aggirare film e cortometraggi e nel frattempo si interessante anche di televisione. Dal 2016 al 2017 partecipa alla serie tv Centro Medico ma il vero successo per lui arriva solo nel 2018 quando entra a far parte del cast di Elite.
Aron Piper in Elite: un successo inaspettato
La serie Elite, ideata da Carlos Montero e Darío Madrona, racconta la storia di un gruppo di ragazzi provenienti dalle famiglie più ricche della Spagna e che frequentano il prestigioso liceo privato Las Encinas.
A causa del crollo della scuola privata che frequentavano, Samuel (Itzan Escamilla), Nadia (Mina El Hammani) e Christian (Miguel Herrán) ricevono come risarcimento danni una borsa di studio per Las Encinas. I tre ragazzi vengono da famiglie umili e disagiate e il loro ingresso in quell’universo di piccoli privilegiati non è per niente facile. I rampolli di Las Encinas li guardano come se fossero spazzatura, tutti tranne Marina (María Pedraza), unica a stringere subito amicizia con Samuel.
https://www.instagram.com/p/BnjTBgunsGd/?utm_source=ig_web_copy_link
Il tempo passa e la situazione dei nuovi arrivati migliora. Grazie a Marina e Samuel, i ragazzi riescono a integrarsi gradualmente nella scuola. Christian, grazie alla sua amicizia con Ander (Arón Piper), campione di tennis della scuola, entra nelle grazie della marchesina Carla Rosón Caleruega (Ester Expósito). L’unica ad avere problemi d’integrazione è Nadia, costretta dalla scuola a non poter indossare l’hijab, e continuamente tormentata dalla terribile Lucrecia (Danna Paola), alla quale ha strappato il titolo di migliore studentessa del suo corso.
Ma le cose per i ragazzi si complicano dopo la festa di fine anno durante la quale un ragazzo viene ucciso. Sarà quindi compito della polizia scoprire il nome dell’assassino, svelando i terribili segreti dei rampolli dell’alta società spagnola.
Aaron Piper in Elite interpreta Ander Muñoz, uno dei pochi studenti di Las Encinas che non proviene da una famiglia benestante. Tuttavia il ragazzo è accettato dal resto degli studenti perché figlio della preside della scuola. [fonte: Fandom]
La serie Elite, disponibile su Netflix, è attualmente in produzione e finora sono andate in onda 3 stagioni da 8 episodi ciascuna, per un totale di 24 episodi.
Aron Piper per Lacoste
Oltre alla recitazione, Aron Piper ha due grandissime passioni, la musica e la moda. Sin da piccolo, infatti, si è sempre divertito a improvvisare piccole performance al microfono. Non è quindi un caso che il suo piccolo passatempo si sia trasformato in una sorta di carriera parallela a quella dell’attore.
Aron è un grande appassionato di musica rap e nel corso di quest’anno, ha registrato alcuni singoli di successo proprio di questo genere. Abbiamo quindi le canzoni Sigo – in collaborazione con Moonkey e MYGAL -, Mal (feat. MYGAL) e infine Todo.
Giovane, esuberante e pieno di energia, Aron ha anche una grande passione per la moda. Grazie al grande successo ottenuto con la serie Elite, il ragazzo si è guadagnato un gran numero di follower su Instagram che ad oggi si aggira intorno ai 12 milioni. Non è un caso quindi che la Lacoste l’abbia scelto come suo testimonal in una campagna pubblicitaria pubblicata all’inizio di quest’anno.
Proprio come il suo personaggio in Elite, adesso anche Aron che sfoggia capi Lacoste. La campagna, diffusa dal brand il 9 aprile del 2020, ha fatto il boom di visualizzazioni e le foto del giovane Piper hanno fatto il giro del web. Ecco, qui di seguito, un video della collaborazione di Aron con Lacoste pubblicato dall’attore sul suo profilo Instagram e su Youtube.
Aron Piper su Instagram
Se volete essere sempre aggiornati su tutte le avventure private e professionali di Aron Piper, il sexy bad boy della serie Elite, vi consigliamo di seguire il suo account Instagram. Inoltre, sul suo personale canale Youtube, trovate tutti i singoli registrati in collaborazione con altri artisti della scema musicale internazionale.
Arnoldo Mondadori, la docuserie con Michele Placido
Michele Placido sarà Arnoldo Mondadori nella docu-fiction Arnoldo Mondadori, prodotta da Gloria Giorgianni per Anele in collaborazione con Rai Fiction, in onda prossimamente su Rai1, le cui riprese sono iniziate a Roma per proseguire sul Lago Maggiore e a Torino.
Arnoldo Mondadori, la trama
Una docu-fiction da 90’ diretta da Francesco Miccichè che ripercorre la storia esemplare del pioniere dell’industria editoriale italiana, un “self made man”, figlio di un ciabattino di Ostiglia, che con la sua straordinaria visione imprenditoriale ha creato una delle più importanti industrie culturali d’Europa, partendo da un grande sogno: portare i libri e la lettura nelle case di tutti gli italiani. Intrecciando narrazione fiction, documenti di repertorio e interviste a importanti testimoni, tra cui il nipote Luca Formenton, Presidente della Fondazione Mondadori che ha contribuito allo sviluppo del progetto, la docu-fiction esplora la grande storia imprenditoriale ed umana di Arnoldo Mondadori concentrandosi in particolare sul rapporto con Alberto Mondadori – interpretato da Flavio Parenti – il figlio primogenito, destinato a continuare l’inarrestabile ascesa della casa editrice nell’empireo dell’editoria mondiale. Una storia che si intreccia inevitabilmente con le vicende dell’intero Paese, coprendo un arco narrativo che parte dall’infanzia di Mondadori nell’ultimo decennio dell’Ottocento passando per il ventennio fascista e la Seconda Guerra Mondiale fino agli anni della ricostruzione e del boom economico, che segnano anche la consacrazione della casa editrice alla Storia, con la creazione nel 1965 degli Oscar Mondadori, la collana di libri tascabili venduti nelle edicole, che rappresenterà una vera e propria rivoluzione nel mercato editoriale italiano rendendo la lettura accessibile a tutti.
Arnoldo Mondadori è una produzione Anele in collaborazione con Rai Fiction. Una docu-fiction da 90’ prodotta da Gloria Giorgianni; soggetto di Francesco Miccichè, Gloria Giorgianni e Salvatore De Mola; sceneggiatura di Francesco Miccichè e Salvatore De Mola; regia di Francesco Miccichè. In onda prossimamente su Rai1.
Arnold Schwarzenegger: una carriera costruita sui muscoli
Riassumere la carriera di Arnold Schwarzenegger non è roba di poche righe; come capita ad alcune miss, lui, Mister Universo nel 1967, vide aprirsi, dopo quel titolo le porte del cinema, con un biglietto per gli Stati Uniti d’America che gli fecero abbandonare l’Europa e la natia Austria.
Da quel momento vive in California, dove frequenta la Gold Gym di Venice Beach e porta avanti la sua carriera di bodybuilder vincendo per 7 volte consecutive il premio Mr Olympia.
Parallelamente, avviene qualcosa che riguarda anche la storia (minima) del nostro cinema recente: conosce e avvia una ditta di costruzioni con Franco Columbu, bodybuilder sardo che sarà nel chiacchieratissimo film, ritenuto di interesse culturale dal Mibac l’anno scorso, Dreamland.
La carriera cinematografica di
Schwarzenegger inizia poco dopo essere sbarcato in America e senza
ancora aver imparato molto bene l’inglese: le sue battute in
Hercules in New York dovettero essere doppiate,
mentre Robert Altman, che gli offrì un ruolo ne Il lungo
addio, ovviò il problema rendendo il suo personaggio
sordomuto.
Ovviamente, la vera rivelazione di Arnie fu in Conan il barbaro, dove il ruolo giustificava anche una pronuncia non perfetta, come quella del film che definitivamente lo consacrò: Terminator di James Cameron, nel 1984.
In quegli stessi anni si imponeva sugli schermi un’altra figura tutta muscoli, ma, quanto meno, nato negli Stati Uniti: l’italoamericano Sylvester Stallone, che a quella data però aveva già incassato un discreto successo con Rocky, scritto da lui e vincitore dell’Oscar come miglior film nel 1976, Fuga per la vittoria, nel 1981 con Michael Caine, che resta tra i classici dei film generazionali, in cui oltre alla sua presenza si ricorda quella del campione di calcio Pelè.
I due divi del
bodybuilding si scontrano quasi direttamente quando, nel 1984
Stallone recita in Rambo, mentre l’anno successivo
Schwarzenegger è protagonista in Commando, con una
trama del tutto simile a quella del film del collega. Chi ne è
uscito vincitore? Il fatto che Rambo abbia avuto 4 sequel di cui
l’ultimo quasi in odore di casa per anziani, è la risposta.
A partire da quegli anni, Schwarzie decide di ampliare il ventaglio dei personaggi che interpreta e aggiungere così anche qualche espressione facciale, concedendosi anche alla commedia; restano negli annali soprattutto Twins, con Danny De Vito, nel 1988, anno in cui compare anche in Predator e Un poliziotto alle elementari in cui viene diretto da Ivan Reitman nello stesso anno, il 1990, in cui appare in Atto di forza, forse uno dei film più importanti per il regista che lo diresse, Paul Verhoeven.
Questi sono però anche gli anni in cui Schwarzenegger si avvicina alla politica, sceglie di mettersi dal lato più conservatore, nel partito dei Repubblicani e conosce Ronald Reagan.
Negli anni ’90 partecipa in Terminator 2, sempre con il ruolo del cyborg, che lo porterà alla storia, ma che poi sconfesserà a causa della troppa violenza nel periodo della sua carica di governatore della California e sempre con Cameron come regista ironizzerà sugli stessi action movies in True Lies (1994).
Negli anni ’90 e i primi anni
2000 segnano un declino al botteghino sia per lui che per il
collega Stallone. Arnie si dedica quindi decisamente alla politica
e viene eletto Governatore della California nel 2004, incarico che
manterrà fino al 2011. Sotto il suo governatorato, la cannabis per
uso medico e i matrimoni tra coppie dello stesso sesso sono
diventati legali in quello Stato, alla faccia del
conservatorismo.
Conseguentemente al suo impegno politico, lascia le scene, ma non resiste a partecipare con un cameo gratuito nel primo episodio de I mercenari nel quale Sylvester Stallone riunisce gli idoli degli action movie delle ultime tre decadi.
Ora, ad incarico politico finito e dopo aver affrontato il divorzio dalla sua storica moglie Maria Shriver, accompagnato da un discreto corollario di scandali, Arnie vuole tornare al cinema, ma dice: “Voglio fare come Clint Eastwood, devo stare attento che i ruoli si adattino alla mia età”. Intanto, sarà nel secondo episodio de I mercenari, in uscita nei prossimi mesi.
Arnold Schwarzenegger: due sequel nel suo futuro
Arnold Schwarzenegger è molto impegnato nel tour promozionale di Terminator Genisys, in cui torna a interpretare un T-800, leggermente rivisitato per l’occasione.
L’attore sembra divertirsi molto in questa sua seconda vita da attore, dopo la parentesi politica, e pare voglia ripercorrere tutte le tappe che, negli anni passati, lo hanno reso un’icona del cinema action, con uno spazio ampio e comodo nella commedia americana.
Dopo le voci di un remake di Un poliziotto alle elementari, Schwarzenegger è adesso pronto per altri due sequel che lo vedranno coinvolto come protagonista nel prossimo futuro: I gemelli 2 e Conan.
Mentre il primo rpogetto è ancora in fase embrionale, almeno così sembra, il secondo è in stadio avanzato e vede tornare Swarzy in un altro ruolo che l’ha reso celebre.
Al momento sugli schermi con Contagion, in cui interpreta un’inedita figura paterna, Arnold Schwarzenegger arriverà al cinema con Terminator Genisys il prossimo 9 luglio.
Fonte: Extra
Arnold Schwarzenegger: aggiornamenti su Legend of Conan
Arnold Schwarzenegger: 10 cose che non sai sull’attore
Attore, culturista e imprenditore, Arnold Schwarzenegger si è negli anni imposto come una vera e propria icona culturale, capace di dar vita a primati che lo hanno portato ad essere un apripista per generazioni successive di interpreti e sportivi. Grazie ai suoi ruoli, ha poi dato nuovo prestigio al genere action, e con il suo carisma si è sempre dimostrato capace di poter affrontare generi e situazioni spesso diverse tra loro. Ad oggi, è ancora uno dei massimi e ineguagliati interpreti del suo genere.
Ecco 10 cose che non sai su Arnold Schwarzenegger.
I film di Arnold Schwarzenegger
10. Ha recitato in celebri lungometraggi. Dopo alcuni iniziali ruoli cinematografici, l’attore diventa particolarmente celebre grazie ai film Conan il barbaro (1982), Conan il distruttore (1984) e Terminator (1984). Grazie ad essi diventa una star, e ottiene parti da protagonista in Commando (1985), Predator (1987), I gemelli (1988), con Danny DeVito, Atto di forza (1990), Un poliziotto alle elementari (1990), Terminator 2 – Il giorno del giudizio (1991), Last Action Hero (1993), True Lies (1994), e Batman & Robin (1997). Nel 2003 recita in Terminator 3 – Macchine ribelli, per poi prendersi una pausa per perseguire la carriera politica. Negli ultimi anni ha poi ripreso la sua carriera da attore recitando in I mercenari 2 (2012), con Sylverst Stallone, Escape Plan (2013), Contagious (2015), con Abigail Breslin, Aftermath (2017) e Terminator – Destino oscuro (2019).
9. È stato anche regista. Agli inizi degli anni Novanta, nel pieno della propria popolarità, l’attore ha compiuto il suo debutto alla regia dirigendo l’episodio The Switch della serie I racconti della cripta, andato in onda nel 1990. L’occasione si rivela particolarmente importante per lui, che dichiarerà «Dopo aver diretto l’episodio mi sentivo in estasi. Era una cosa che non mi sarei mai aspettato, lavorare con gli attori e dare forma ad una scena. È pazzesco.». Nel 1992 replica l’esperienza dirigendo il lungometraggio Eroe per famiglie, trasmesso in televisione.
8. Si è affermato come produttore. Dal grande istinto imprenditoriale, Schwarzenegger si è distinto anche per aver partecipato alla produzione di alcuni film e documentari di buon successo. Tra questi si annoverano film da lui anche interpretati, come Last Action Hero, Contagious, Aftermath e The Iron Mask. Ma ha ricoperto il ruolo anche per titoli come Il 6° giorno (2000), Le meraviglie del mare (2017), The Game Changers (2018) e le annunciate serie Superhero Kindergarten e Outrider.
La moglie e i figli di Arnold Schwarzenegger
7. Ha sposato una giornalista. Nel 1986 l’attore sposa la giornalista Maria Shriver, nota come la nipote del presidente Kennedy. I due si erano conosciuti nell’agosto del 1977, intraprendendo da quel momento una relazione. In quello stesso periodo, però, Schwarzenegger era impegnato in una relazione anche con un’altra donna. Questa infine pose un ultimatum all’attore, il quale decise però di proseguire il proprio rapporto con Shriver. In seguito al matrimonio, ebbero quattro figli, nati rispettivamente nel 1989, nel 1991, nel 1993 e nel 1997.
6. Hanno divorziato dopo 25 anni. Nel maggio del 2011 la coppia annuncia la propria separazione. Ciò fu deciso in seguito alla rivelazione che l’attore aveva avuto, nel 1997, un figlio da un’altra donna. Schwarzenegger ha dichiarato di aver scoperto la cosa soltanto 8 anni dopo, decidendo di assumersi le proprie responsabilità nei confronti del figlio e della madre, garantendo loro un mantenimento. Pur separatasi, la coppia è tuttavia rimasta in buoni rapporti, continuando a crescere i propri figli.
Il suo patrimonio di Arnold Schwarzenegger
5. Possiede un ricco patrimonio. Negli anni Schwarzenegger si è dimostrato un imprenditore di grande talento, e ha coniugato tale attività a quella di attore. Molti dei suoi film sono infatti stati dei veri e propri campioni d’incasso, che hanno fatto crescere il suo status all’interno dell’industria come anche il suo compenso. I suoi ruoli svolti in politica, inoltre, gli hanno permesso di aggiungere valore ad un patrimonio particolarmente ricco, attestato intorno ai 400 milioni di dollari.
Arnold Schwarzenegger è su Instagram
4. Ha un account personale. L’attore possiede un profilo sul social network Instagram, dove vanta 20,9 milioni di follower. All’interno di questo è solito prevalentemente condividere messaggi di carattere politico, esprimendo la sua opinione su alcune delle principali questioni d’attualità negli Stati Uniti. Allo stesso tempo condivide momenti relativi alla propria quotidianità come anche immagini o video promozionali dei suoi progetti legati al mondo del cinema.
Arnold Schwarzenegger in Terminator
3. Non credeva che il film avrebbe avuto successo. Quando nel 1984 fu chiesto all’attore a quale nuovo film stava lavorando, questi racconto del progetto chiamato Terminator, affermando però che sarebbe stata solo una rapida distrazione prima di prendere parte nuovamente a film di maggior calibro. Schwarzenegger infatti non credeva in possibile successo commerciale del film. Quando questo invece si verificò, dovette pertanto ricredersi, dimostrandosi ben disposto a riprendere il ruolo per futuri sequel.
2. Ha dovuto esercitarsi a lungo con le armi. In Terminator l’attore viene visto utilizzare numerosi tipi di armi da fuoco. Per ottenere la destrezza sfoggiata con queste, Schwarzenegger dovette sottoporsi a numerose ore di allenamento, al fine di raggiungere un’automaticità quasi robotica nell’usarle. Gli venne inoltre richiesto di acquisire capacità di estrarre e sparare con entrambe le mani, poiché così era previsto per il personaggio.
Età, altezza e dov’è vive oggi Arnold Schwarzenegger
1. Arnold Schwarzenegger è nato a Thal, in Austria, il 30 luglio 1947. L’attore è alto complessivamente 188 centimetri. Dopo aver svolto attività politica fino al 2011, l’attore ha negli ultimi anni ripreso a lavorare nel cinema, ed oggi è impegnato in nuove produzioni cinematografiche e televisive.
IN COPERTINA: Arnold Schwarzenegger arriva alla première di Los Angeles della stagione 1 di ‘FUBAR’ di Netflix tenutasi all’AMC The Grove 14 il 22 maggio 2023 a Los Angeles, USA. – Foto di imagepressagency via Depositphotos.com
Fonte: IMDb
Arnold Schwarzenegger, per Conan il Barbaro ha “morso un vero avvoltoio morto”
Il nuovo libro di Arnold Schwarzenegger “Be Useful: Seven Tools for Life”, un manuale motivazionale e un memoir, ricorda le cose folli che l’attore ha dovuto fare per realizzare i suoi ruoli cinematografici più iconici. Tra le altre cose, il libro rivela che Schwarzenegger ha morso un vero avvoltoio morto durante le riprese di Conan il Barbaro del 1982. L’attore scrive che il regista del film, John Milius, lo ha costretto a fare “cazzate terribili” durante la realizzazione del film.
“Ho imparato a cavalcare cavalli, cammelli ed elefanti. Ho imparato a saltare da grandi rocce, come arrampicarmi e dondolarmi da lunghe corde, come cadere dall’alto”, scrive Schwarzenegger (via Insider). “Praticamente ho frequentato un’altra scuola professionale, quella per aspiranti eroi d’azione.”
“E poi, oltre a ciò, Milius mi ha fatto fare ogni genere di cose terribili. Ho strisciato tra le rocce, ripresa dopo ripresa, finché i miei avambracci non hanno sanguinato. Sono scappato dai cani selvaggi che sono riusciti a prendermi e trascinarmi in un rovo”, continua Schwarzenegger. “Ho morso un vero avvoltoio morto che mi ha costretto a lavarmi la bocca con l’alcol dopo ogni ripresa. (La PETA si divertirebbe molto con questo aneddoto). In uno dei primi giorni di riprese mi sono procurato uno squarcio sulla schiena che ha richiesto quaranta punti di sutura”.
Qualunque difficoltà abbia sopportato Arnold Schwarzenegger sul set di Conan il Barbaro non è stata sufficiente a dissuaderlo dal recitare nel sequel del 1984, Conan il Distruttore, sebbene quel film fosse diretto da Richard Fleischer e non da John Milius.
Conan il Barbaro non è stato certo l’unico film in cui Schwarzenegger ha fatto cose folli durante le riprese. L’attore racconta nel libro che per interpretare l’omonimo ruolo di cyborg in Terminator di James Cameron è stato costretto a eseguire ogni acrobazia con la pistola con una benda sugli occhi.
“In ‘The Terminator’, stava diventando una macchina: bendarmi finché non riuscivo fare ogni acrobazia con la pistola con gli occhi chiusi, e sparare così tanti colpi a distanza che non battevo più le palpebre quando la mia pistola sparava”, scrive Schwarzenegger. “In Terminator 2 mi sono esercitato così tante volte nell’armamento del fucile che mi hanno sanguinato le nocche per un totale di due secondi di tempo sullo schermo. Non mi sono lamentato.”
Qualunque sia stato lo sforzo di Arnold Schwarzenegger sui set dei suoi film, ogni gesto, per quanto folle, ha contribuito a renderlo una vera e propria icona contemporanea.
Arnold Schwarzenegger vs Zombie nel nuovo trailer di Maggie
Arriva i full trailer di Maggie, il nuovo film che vede protagonista Arnold Schwarzenegger lottare contro un’apocalisse zombie al al fianco di Abigail Breslin:
Abigail Breslin
interpreterà una bambina infettata che si sta lentamente
trasformando in una non-morta, il cui padre sarà interpretato
invece da Arnold Schwarzenegger. Il progetto
nasce da uno script realizzato da John Scott. La
regia sarà invece di Henry Hobson,
regista che negli anni passati si era dedicato esclusivamente al
mondo pubblicitario, ora alla prova in un contesto diverso, quello
cinematografico.
Ricordiamo la tagline che descrive lo script:
Mentre un virus zombie si sta diffondendo attraverso il paese, una famiglia di campagna aiuta la propria figlia maggiore a convivere con la sua infezione a e farla diventare lentamente una mangiatrice di carne zombie.
Arnold Schwarzenegger tra azione e soprannaturale
Nei mesi scorsi Arnold Schwazenegger aveva annunciato che, dopo il sequel di The Expendables, si sarebbe dedicato a Black Sands, incentrato sulla storia di un giustiziere solitario che intraprende la propria guerra personale contro un poduttore di armi e il suo esercito privato.
Nei giorni scorsi l’ex Governatore della California ha rivelato ulteriori dettagli sul protagonista, che pare sarà caratterizzato da elementi soprannaturali: si tratterà di una sorta di angelo, come ha spiegato lo stesso Schwarzy. Il progetto (il cui titolo nel frattempo è stato cambiato in Black Sunday) sta quindi assumendo l’aspetto di una sorta di incrocio tra Commando e Costantine. Partner femminile di Schwarzenegger sarà Alyssa Milano; l’inizio delle riprese è previsto per il prossimo 1° aprile, con Scott Waugh e Mike McCoy dietro la macchina da presa.
Fonte: Collider
Arnold Schwarzenegger torna al cinema dopo cinque anni per una commedia natalizia
Arnold Schwarzenegger sta girando il suo primo film a 5 anni di distanza dalla sua ultima apparizione, collaborando con Alan Ritchson di Reacher per una commedia natalizia. La leggendaria star di Terminator, Commando e Atto di Forza è apparsa l’ultima volta sul grande schermo nel deludente film del 2019, Terminator: Dark Fate. L’anno scorso, Schwarzenegger ha seguito sul piccolo schermo Sylvester Stallone, leggenda degli anni ’80 e star di Tulsa King, dirigendo la commedia d’azione di Netflix FUBAR.
Il prossimo progetto di Schwarzenegger lo vede tornare nel mondo del cinema per la prima volta dal 2019, in una collaborazione con Ritchson di Reacher per The Man With the Bag, una commedia per famiglie diretta da Adam Shankman e scritta da Allan Rice. La sinossi del film recita come segue (tramite Deadline):
“Quando la borsa magica di Babbo Natale viene rubata, lui ricorre alla sua lista dei cattivi per trovare Vance, un ex ladro, che lo aiuti a riprenderla. Insieme a sua figlia, Babbo Natale e a un gruppo di elfi disadattati, Vance dovrà portare a termine la più grande rapina della sua vita per salvare il Natale.”
The Man With the Bag non è la prima volta che Arnold Schwarzenegger si cimenta in una commedia natalizia. Nel 1996, la star action ha ammorbidito il suo tocco per Jingle All the Way, interpretando un normale impegnato in una stravagante ricerca natalizia per ottenere una action figure molto ricercata come regalo per suo figlio. Il film per famiglie di Schwarzenegger, tuttavia, non è stato molto bene accolto dal pubblico. Tuttavia siamo sicuri che questa volta le cose andranno diversamente. Negli anni Schwarzenegger ha consolidato il suo talento di attore comedy, che lo ha reso molto più versatile agli occhi del grande pubblico che ormai non lo associa più soltanto ai grandi classici d’azione.