Dopo averlo visto
in Hawkeye, Echo, Spider-Man:
No Way Home e persino, in versione comica,
in She-Hulk:
Attorney At Law, Daredevil:
Rinascita segna finalmente il
ritorno del Diavolo di Hell’s Kitchen. La
serie segna il ritorno del supereroe nel suo habitat
naturale, Disney+, la casa
dei contenuti Marvel, e si
presenta con un tempismo straordinario (del tutto casualmente),
affondando le radici in un contesto sociale e politico più che mai
attuale.
Le prime due puntate ci
introducono nuovamente a Matt Murdock (Charlie
Cox), un uomo devastato dagli eventi passati e dalla
rabbia che lo consuma. Ma non è l’unico a riemergere dall’ombra:
Wilson Fisk, alias Kingpin (Vincent
D’Onofrio), torna sulla scena con ambizioni politiche
che minacciano di stravolgere l’intera New York. Il tono della
serie è crudo, realistico e si discosta nettamente dalle recenti
produzioni del Marvel Cinematic
Universe, avvicinandosi di più alle atmosfere oscure
di Taxi Driver e Quei bravi
ragazzi.
Daredevil:
Rinascita si precipita nell’azione
Sin dai primi
episodi, Rinascita non perde tempo: Matt è
immediatamente in azione nel suo iconico costume rosso, mentre la
serie si apre con una brutale sequenza d’azione che vede coinvolti
vecchi nemici e alleati. Il ritmo è serrato, con un’attenzione
particolare ai combattimenti coreografati in maniera impeccabile,
scelta che rende omaggio all’eredità delle spettacolari sequenze
corpo a corpo della serie originale di Netflix.
Uno degli elementi più
interessanti di questa nuova incarnazione è il suo legame con
l’attualità. La scalata al potere di Fisk e il suo
slogan “Fisk Can Fix It” ricordano fin
troppo da vicino le recenti dinamiche politiche americane, offrendo
una riflessione sulla manipolazione dell’opinione pubblica e sulla
corruzione nelle alte sfere. La serie non si fa scrupoli a mostrare
il lato più sporco del potere, intrecciando la sua trama con
riferimenti alla realtà politica del 2025. È pur vero che si tratta
di un tempismo del tutto casuale, tanto che anche il produttore
Brad Winderbaum interrogato su questa perfetta coincidenza tra
realtà e finzione, ha spiegato che la serie è stata scritta due
anni fa e che sono circa 60 anni che Wilson Fisk è un personaggio
deprecabile e orrendo. Dopotutto Stan Lee diceva che i
fumetti Marvel erano lo
specchio con cui guardavamo la realtà fuori dalla nostra
finestra!
Vecchi e nuovi amici (e
nemici)
Dal punto di vista della
narrazione, Daredevil: Rinascita riprende molti
elementi della serie Netflix, mantenendo un forte senso di continuità, ma
al contempo si reinventa con nuove dinamiche e personaggi. Foggy
Nelson (Elden Henson) e Karen Page
(Deborah Ann Woll) fanno il loro ritorno, anche se
in un contesto molto diverso dal passato. Il rapporto tra Matt e
Heather Glenn (Margarita Levieva), una giovane
donna che sembra intrecciare una relazione sentimentale con lui,
introduce una sfumatura inedita al personaggio, mettendo
ulteriormente in luce il suo conflitto interiore tra la vita
normale e la sua missione da vigilante.
Un altro punto di forza
della serie è la rappresentazione di New York. Non solo come
sfondo, ma come personaggio a sé stante. Dagli angusti tunnel della
metropolitana agli uffici dorati di Gracie Mansion, la città è il
palcoscenico di una battaglia tra potere e giustizia, tra legalità
e vendetta. La giornalista BB Urich (Genneya Walton), nuova
entrata nella storia, incarna questo aspetto documentando la
crescente tensione e il clima di paura che avvolge la città, oltre
a intessere lo show di omaggi e rimandi al passato, è infatti la
nipote di Ben Urich, giornalista ucciso proprio da Fisk nella prima
stagione Netflix.
L’urlo disperato di New York
Chiaramente, trattandosi
dell’eroe più “grounded” dei fumetti Marvel, non manca
quel tocco di realismo crudo che mette tutti di cattivo umore, in
linea con il momento storico particolarmente pesante che stiamo
vivendo (sull’orlo della Terza Guerra Mondiale,
cit.). Daredevil: Rinascita è cupo, senza
speranza, disperato, e non fa nulla (almeno nei primi due episodi)
per tentare di riemergere dalla coltre di cattiveria che lo
seppellisce. Dopotutto, questi eroi sulla pagina sono costantemente
in tensione con se stessi e con il loro ambiente, continuamente
alle prese con scelte morali che ne caratterizzano la luce e anche
il trauma profondo. E così anche Matt/Devil resta oscuro,
tormentato e disperato, nel tentativo di dare agli altri speranza e
salvezza.
Daredevil:
Rinascita si dimostra fin da subito una
produzione Marvel Television di alto profilo, attenta ai
dettagli e che speriamo possa accompagnarci per molto tempo sul
piccolo schermo. Ossequiosa nei confronti del passato (il rimpasto
creativo è stato molto utile) ma che mira a un futuro oscuro e
violento, la serie promette di rendere giustizia non solo ai
personaggi che racconta ma anche alla dignità del pubblico che non
vedeva l’ora di ritrovare il suo Diavolo preferito.
La seconda stagione
di Daredevil è incentrata su Matt
Murdock (Charlie
Cox) che affronta il misterioso ordine di ninja noto
come la Mano, guidato da Nobu Yoshioka
(Peter Shinkoda). Dopo che Elektra Natchios
(Élodie Yung) rientra nella vita di Matt, i due
vivono una storia d’amore appassionata mentre cercano anche di
capire come derubare Nobu e la Mano del loro potere.
Nel finale della seconda
stagione di Daredevil, Matt ed Elektra devono capire come
affrontare Nobu senza cadere nella sua trappola. Oltre ad
affrontare la Mano, Matt combatte i suoi demoni personali e si
chiede se potrà mai essere onesto con Karen Page (Deborah
Ann Woll) sulla sua doppia vita. Nel frattempo, ci sono
enormi cambiamenti per Foggy Nelson (Elden Henson)
e l’introduzione di Frank Castle (Jon
Bernthal). Questa stagione racconta molto e
preannuncia anche molto di quello che avverrà poi in The Defenders
e The
Punisher.
Qual è il piano di Nobu nel finale
della seconda stagione di “Daredevil”?
Nel finale della seconda
stagione di Daredevil, Matt scopre qual è il piano di Nobu
Yoshioka dopo aver parlato con Brett Mahoney (Royce
Johnson) al 15° distretto. Mahoney dice a Daredevil che
qualcuno ha minacciato lui e la sua famiglia, chiedendo tutte le
informazioni che la polizia ha sull’eroe mascherato. All’inizio,
Matt non ci pensa molto perché è sicuro che la polizia non abbia
informazioni su di lui. Ma, quando scopre che hanno chiesto
specificamente informazioni su chiunque Daredevil abbia mai
salvato, Matt si rende conto che Nobu ha preso in ostaggio ognuna
di queste persone. Nobu costringe gli ostaggi, tra
cui Karen Page, a salire su un autobus che li
porta in un edificio abbandonato. Uno degli altri ostaggi è Turk
Barrett (Rob Morgan), un criminale agli arresti
domiciliari. Gli assassini della Mano non si rendono conto che Turk
ha un monitor alla caviglia per gli arresti domiciliari che
trasmette la sua posizione, il che consente a Matt ed Elektra di
localizzare gli ostaggi tramite un rapporto della polizia.
Matt sa che la Mano ha preso gli
ostaggi come una trappola per attirarlo da loro. Ma ci va comunque
perché non può permettere che gli ostaggi muoiano per lui. Dice a
Elektra che questa è l’unica scelta. Elektra lo combatte, dicendo
che innumerevoli altri moriranno se la Mano si impossessa di lei e
delle sue abilità. Ma, alla fine, si unisce a Daredevil nella
lotta, affermando: “Mi annoiavo”. Ma, presumibilmente, il caso
etico di Matt per non permettere a nessuno di morire se è possibile
intervenire l’ha convinta. Dopo il salvataggio, Karen riesce a
portare in salvo gli ostaggi, ma Matt ed Elektra si ritrovano
circondati da un numero schiacciante di ninja della Mano, tra cui
Nobu. Elektra viene uccisa nella lotta che ne consegue,
ma Matt riesce ad avere la meglio grazie a Frank
Castle che si presenta come cecchino sul tetto di un
edificio vicino. Quando Frank appare, indossa una maglietta con il
suo iconico logo Punisher. Nobu sopravvive alla lotta con
Daredevil, solo per essere immediatamente assassinato da
Stick (Scott Glenn).
Come finiscono le cose tra Matt e
Elektra?
Uno degli elementi più
forti della seconda stagione di Daredevilè
la storia d’amore tra Matt ed Elektra Natchios. Prima del
loro scontro finale con la Mano, hanno una lunga conversazione su
cosa significhino l’uno per l’altra. Sebbene sappiano che è
improbabile che entrambi usciranno vivi dalla lotta, parlano di un
futuro in cui rimarranno insieme. Sembra che entrambi abbiano
capito che sarebbero più felici se vivessero la loro vita con un
partner diverso. Sebbene Elektra muoia nella lotta, la sua
relazione con Matt ha un impatto importante su di lui.
Alla fine della seconda
stagione di Daredevil, Matt e Stick visitano il cimitero
di Elektra e Stick chiede se la relazione di Matt con Elektra ne
valesse la pena. Matt dice di sì, il che è un rifiuto della
convinzione che Stick ha radicato in entrambi, che è importante
tagliare i legami emotivi. Rendendosi conto di non pentirsi di aver
lasciato entrare Elektra, Matt arriva a uno dei più grandi
cambiamenti della serie: rivela a Karen di essere
Daredevil. In precedenza si preoccupava sempre che aprirsi
troppo a Karen l’avrebbe messa in pericolo, ma ora sembra aver
capito che avvicinarsi a qualcuno può valere quel rischio.
La seconda stagione di “Daredevil”
prepara “The Punisher” e “The Defenders”
Il finale della seconda
stagione di Daredevil prepara due eventi chiave che
torneranno in The Defenders e The
Punisher. Proprio alla fine dell’episodio, gli assassini della
Mano circondano una tomba con il corpo di Elektra al suo interno.
La tomba ornata e rituale suggerisce la convinzione della Mano di
poter resuscitare Elektra. Questo potrebbe sembrare un riferimento
alla terza stagione di Daredevil, soprattutto perché la première di
quella stagione è intitolata “Resurrection“. Tuttavia,
questo argomento in realtà non torna fino alla
miniserie The Defenders.
In un’altra scena nel finale della
seconda stagione di Daredevil, Frank torna a casa sua e tira
fuori un CD-rom etichettato MICRO. Gli
appassionati dei fumetti riconosceranno questo come il nickname di
David Lieberman, amico e alleato del Punitore. Il CD-rom dà i suoi
frutti per la prima volta nella prima stagione di The
Punisher, in cui Ebon
Moss-Bachrach (The
Bear) interpreta David Lieberman/Micro.
Il finale della seconda stagione di
Daredevil contiene grandi eventi come la morte di
Elektra e Frank che abbraccia l’identità di Punisher. È un
grande finale anche per Matt dal punto di vista emotivo, poiché la
perdita di Elektra gli insegna l’importanza dei legami personali.
Conclude anche la battaglia di Matt con Nobu, così nella terza
stagione ci sarà spazio per un altro cattivo.
Mentre ci avviciniamo all’uscita
della prossima serie revival di Disney+, Daredevil:
Rinascita, è importante riflettere su dove si trovava
il Diavolo di Hell’s Kitchen prima del suo ritorno.
Dopo The Defenders che ha unito tutti gli eroi
di strada Marvel/Netflix per una
serie evento, Daredevil è tornato per una
terza e ultima stagione, apparentemente concludendo definitivamente
la saga dell’Uomo senza paura alla fine del 2018.
Ironicamente, ha persino adattato
la stessa trama Rinascita dai
fumetti da cui la nuova serie prende il nome. Sebbene questa non
sarebbe stata l’ultima volta che abbiamo visto Matt Murdock
di Charlie
Cox (che sarebbe poi tornato nell’MCU in Spider-Man: No Way
Home), è stata la fine per un bel po’ di tempo. Quindi,
come si è conclusa la terza stagione di Daredevil? Ecco cosa
bisogna ricordare prima di iniziare Rinascita.
La terza stagione di “Daredevil”
si concentra sul tumulto interiore di Matt Murdock
Dopo gli eventi culminanti
di The Defenders, Matt Murdock (Cox) è stato dato per
morto. Sebbene Karen Page (Deborah Ann Woll) e
Foggy Nelson (Elden Henson) abbiano sperato nel
ritorno del loro amico, è passato un bel po’ di tempo dall’ultima
volta che lo hanno visto come Daredevil e la speranza inizia a
vacillare. Dopo l’esplosione che ha ucciso Elektra (Élodie
Yung) e salvato la città, Matt è rimasto gravemente
ferito. Solo per grazia di Dio è riuscito a uscirne vivo. Infatti,
quella grazia continua ad abbondare quando viene trovato nientemeno
che da Sorella Maggie Grace (Joanne Whalley), una
suora che ha aiutato Matt nella sua giovinezza. Sebbene la fede
cattolica di Matt sia stata infranta a causa dei recenti eventi e
della tragica perdita che ha dovuto sopportare, Maggie continua a
prendersi cura del Diavolo di Hell’s Kitchen, sperando di
riportarlo sulla retta via.
Gli dice che Dio opera in modi che
non sempre possiamo comprendere, facendo l’esempio di un bellissimo
arazzo. Dal retro, sembra una serie casuale di fili e colori senza
significato, ma se guardato nella sua interezza da un particolare
punto di vista, è chiaramente un’opera d’arte. I tentativi di
Maggie di guarire lo spirito di Matt vengono interrotti, tuttavia,
con la rivelazione che in realtà è la madre che Matt pensa di aver
perduto da tempo. Innamoratasi di Battlin’ Jack Murdock
(John Patrick Hayden) in gioventù, Maggie progettò
di lasciare la Chiesa per iniziare una vita con lui. Ha persino
dato alla luce Matt nella speranza di crescerlo. Ma quando il suo
senso di colpa cattolico si mescolò alla depressione post-partum,
Jack acconsentì che Maggie dovesse tornare in convento e seguire la
strada per cui si sentiva chiamata. Mentre all’inizio questo sembra
un tradimento per Matt, in seguito inizia a comprendere il concetto
di una chiamata, perdonandola.
Inoltre, la psiche di Matt è stata
fratturata in seguito agli eventi di Midland Circle. Quando torna
al suo ruolo di vigilante come Daredevil, lo
fa con un vestito che assomiglia di più al suo aspetto nero
iniziale della prima stagione. Tornando alle sue radici, Matt usa
il suo eroismo come sfogo per diventare più forte e per spingersi
in un altro confronto con nientemeno che Wilson Fisk
(Vincent
D’Onofrio), che ora è tornato. Infatti, un’illusione
di Fisk tormenta la mente di Matt, spingendolo a considerare di
uccidere il Kingpin una volta per tutte.
Kingpin torna per la sua
vendetta
Dopo gli eventi della seconda
stagione, Wilson Fisk fa un patto con l’FBI per
proteggere il suo amore, Vanessa Marianna (Ayelet
Zurer), e l’FBI lo sistema presto in un lussuoso attico in
città. Dopo che un tentativo di assassinio di Fisk costringe
l’agente speciale Benjamin “Dex” Poindexter (Wilson
Bethel) a salvargli la vita, Kingpin plasma lentamente
l’uomo a sua immagine, corrompendolo e trasformandolo in qualcuno
di molto più letale. Nel tempo, Dex e Fisk iniziano a legare, con
quest’ultimo che spiega di essere l’unico in grado di comprendere i
suoi impulsi omicidi senza giudicarlo per questo. Non passa molto
tempo prima che Fisk incarichi Dex (che viene messo in congedo per
un po’ di tempo) di fingere di
essere Daredevil nel tentativo di
distruggere la reputazione del vigilante. Rivelando se stesso
infiltrandosi nel New York Bulletin, Dex vestito da diavolo uccide
chiunque gli capiti sotto gli occhi e, su ordine di Fisk, punta lo
sguardo su Karen.
Ovviamente, a questo punto, Matt è
tornato alla sua carriera di vigilante e ferma il finto Daredevil
prima che possa uccidere Karen, che era la responsabile di aver
aiutato a smascherare Fisk nella prima stagione (e ucciso il suo
alleato, James Wesley). Sapendo che non sarà al sicuro da nessuna
parte se non nella chiesa di Clinton dove si è nascosto, Matt porta
lì Karen, ma Dex la segue. Matt e Dex combattono di nuovo, ma i
risultati sono disastrosi poiché l’amico di lunga data e mentore di
Matt, Padre Lantom (Peter McRobbie), dà la vita
per proteggere Matt e Karen. Altrove, il responsabile di Fisk, Ray
Nadeem (Jay Ali), scopre lentamente una
cospirazione criminale all’interno dell’FBI che riporta a Fisk. Il
problema è che quando affronta i responsabili, viene ricattato per
aiutare e favorire l’impero ombra di Fisk, completamente impotente
nel fermarlo. Dopo che la sua famiglia viene attaccata per aver
aiutato il vero Daredevil (e una volta
che Matt rivela la sua identità), Nadeem testimonia
pubblicamente contro Fisk, con Matt e Foggy che lo
rappresentano. Sebbene questo poco dopo lo conduca alla
morte, Nadeem registra per primo la sua confessione, che Karen
pubblica sui social media. Non passa molto tempo prima che il
pubblico veda Fisk per quello che è sempre stato.
“Daredevil” finisce con un patto
col diavolo (e un’anticipazione del futuro)
Nel finale della stagione
(e della serie), “A New Napkin”, Matt decide di uccidere
Fisk. Infuriato per la morte di Nadeem e per la capacità
di Kingpin di manipolare il sistema, arriva al suo attico di New
York proprio il giorno del matrimonio di Fisk con Vanessa.
Tuttavia, non è l’unico. Dopo che Matt aveva precedentemente
rivelato a Dex che Fisk era il responsabile della morte della donna
che aveva perseguitato in precedenza (una donna che affermava di
amare), anche l’assassino giunge alla stessa conclusione.
Sfortunatamente per Dex, viene paralizzato da Kingpin, che lo
picchia fino a farlo morire a causa della sua insubordinazione.
Proprio alla fine della stagione, lo vediamo sottoposto a un
intervento chirurgico sperimentale alla colonna vertebrale, con gli
occhi che riflettono il logo della sua controparte dei fumetti:
Bullseye.
È qui che arriva Daredevil e
combatte contro Kingpin in persona. Sebbene la sua rabbia sia
rovente, avendo recuperato parte della sua fede cattolica, Matt si
rifiuta di uccidere il cattivo e invece gli propone un patto:
rivelare la sua identità a Fisk. Matt è chiaro sul fatto che, come
criminale, Fisk trascorrerà il resto della sua vita dietro le
sbarre, ma se accetta di farlo, prendendosi la colpa per la morte
di Nadeem, la cospirazione dell’FBI e vari altri omicidi, si
assicurerà personalmente che Vanessa venga tenuta fuori. Anche se
era coinvolta in modo altrettanto criminale, Matt giura di tenerla
fuori di prigione finché Fisk non se la prenderà più con Karen e
Foggy. Senza altre opzioni, Fisk accetta l’accordo e la guerra
tra Daredevil e Kingpin viene dichiarata
finita.
Al funerale di Padre Lantom, Matt
pronuncia un elogio funebre che esprime le sue idee su cosa
significhi veramente essere un “Uomo senza paura”,
sottolineando che Lantom era un uomo del genere. Dopo così tanto
tempo, separati l’uno dall’altro, tutto questo (specialmente la
sconfitta di Fisk) finalmente riunisce Matt, Foggy e Karen. Per
tutta la stagione, Foggy e Karen cercano continuamente di
convincere Matt a tornare alla sua vita e a lasciarsi alle
spalle Daredevil, ed è solo qui che riesce
finalmente a farlo per il momento. Infatti, il trio accenna persino
a tornare insieme alla professione legale, con un nuovo studio che
avrebbero semplicemente chiamato “Nelson, Murdock e Page“.
Sebbene Daredevil si concluda qui con
una stagione finale quasi perfetta, c’è molto di più in serbo per
Matt Murdock e i suoi alleati nell’imminente Daredevil:
Rinascita.
Nella prima stagione
di Daredevil creata da Drew
Goddard, il pubblico viene presentato all’eroe titolare
che diventa un vigilante mascherato per sconfiggere l’iconico
cattivo Wilson Fisk, alias Kingpin (Vincent
D’Onofrio). La prima stagione vede Matt Murdock
(Charlie
Cox) rivolgersi alla giustizia dei vigilanti mentre i
suoi amici Foggy (Elden Henson) e Karen
(Deborah Ann Woll) cercano di combattere la
corruzione a Hell’s Kitchen a modo loro, attraverso la legge e il
giornalismo investigativo. Tutti questi approcci per sconfiggere
Kingpin si uniscono nel finale ricco di azione della prima
stagione.
È possibile sconfiggere qualcuno
potente come Fisk? Ci sono autorità a Hell’s Kitchen di cui ci si
può ancora fidare? E, cosa più importante per Matt, emotivamente,
riuscirà mai a far sì che Foggy si fidi di nuovo di lui senza
rinunciare al ruolo di Daredevil?
Il finale della prima stagione
di Daredevil è incentrato sul detective
Hoffman
Nel finale della prima stagione
di Daredevil, Matt e Fisk cercano entrambi a
New York City il detective della polizia di New York Carl Hoffman,
un personaggio visto l’ultima volta nell’episodio 8. Hoffman è un
corrotto che ha lavorato per Fisk e ne sa abbastanza per farlo
mettere dentro. Hoffman compare per la prima volta nel finale
quando il gestore finanziario di Fisk Leland Owlsley (Bob
Gunton) lo informa che ha nascosto Hoffman da qualche
parte. Cerca di ricattare Fisk con questa informazione. Invece di
cedere alle richieste di denaro di Leland, Fisk lo uccide e ordina
ai suoi uomini di trovare e uccidere Hoffman. Matt si rende conto
anche che Hoffman è ancora vivo, dopo aver sentito i poliziotti
corrotti del 15° distretto discutere della caccia all’uomo ordinata
da Fisk. Si mette in viaggio per trovare il detective prima che lo
facciano gli uomini di Fisk.
Karen riesce a scoprire dove si
trova Hoffman grazie ai documenti che Marci Stahl (Amy
Rutberg) ha condiviso con Foggy. Karen nota abilmente che
una delle proprietà di Fisk è completamente scomparsa dai registri,
rendendola un luogo probabile per attività segrete. Matt indossa la
maschera e arriva alla proprietà proprio mentre i poliziotti
corrotti che lavorano per Fisk stanno per giustiziare Hoffman. Matt
mette KO gli aggressori e scorta Hoffman al 15° distretto, dove
Hoffman si consegna a Brett Mahoney (Royce
Johnson). A questo punto, Mahoney è l’unico poliziotto di
cui Matt si fida e che non lavora segretamente per Fisk.
Matt e Foggy si riuniscono nel
finale della prima stagione
Matt e Foggy hanno litigato
nell’episodio “Nelson contro Murdock” dopo che Foggy
scopre che Matt è il vigilante mascherato che vaga per Hell’s
Kitchen. La scoperta ha messo a dura prova le dinamiche di gruppo
tra loro e Karen, poiché né Matt né Foggy le spiegano esattamente
di cosa si tratta. Sa che deve esserci qualcosa di serio in corso
perché Foggy si è perso il funerale del suo collega Ben Urich
(Vondie Curtis-Hall).
Dopo il funerale, Foggy inizia a
parlare di nuovo con Matt, ma il loro rapporto è ancora gelido.
Foggy vuole che Matt abbatta Fisk usando la legge e gli racconta di
come Marci lo abbia aiutato a esaminare i documenti di Fisk alla
ricerca di prove compromettenti. Mentre Foggy vede questo come un
approccio migliore del vigilantismo, Matt è preoccupato perché
significa trascinare Marci nella faida con Fisk e metterla in
pericolo. Durante il finale della prima stagione di Daredevil,
Foggy continua a scoraggiare Matt dall’indossare la maschera. Ma,
alla fine, si riprende abbastanza da riaprire lo studio legale
Nelson & Murdock.
Cosa succede a Kingpin nel finale della prima stagione di
“Daredevil”?
Grazie alla testimonianza di
Hoffman, l’FBI arresta
Wilson Fisk. Prima di essere arrestato, ha un momento di
tenerezza con Vanessa in cui le fa la proposta e le dà anche
istruzioni che il pubblico non sente, ma che presumibilmente sono
istruzioni per incontrarlo. Riesce a sfuggire all’arresto iniziale
grazie agli ufficiali dell’FBI e della polizia di New York che
lavorano segretamente per lui. Dopo aver ucciso i loro colleghi,
gli agenti corrotti dell’FBI scortano Fisk su un camion e lui
riesce quasi ad arrivare all’eliporto dove Vanessa lo sta
aspettando in modo che possano lasciare il paese. Ma, appena prima
che Fisk arrivi al punto d’incontro, Matt, che
ora indossa la tuta rossa di Daredevil con le
corna, lo ferma. Hanno uno scontro brutale in cui Fisk ha
quasi la meglio su Matt, ma lui si riprende. Subito dopo che Matt
ha messo KO Fisk, arriva Mahoney. Sebbene Mahoney lo abbia visto
sopraffare violentemente Fisk, sceglie di lasciare che Daredevil se
ne vada, riconoscendo che non è lui il cattivo qui.
Allafine della prima stagione di
Daredevil, Matt, Karen e Foggy festeggiano l’arresto di
Fisk e la grande riapertura del loro studio legale. La stagione si
conclude in modo soddisfacente, senza lasciare molte domande per la
seconda stagione. Ma Matt, Karen e Foggy discutono del fatto che ci
vorranno anni prima che Fisk vada effettivamente a processo e venga
messo dentro per sempre, il che suggerisce che non è l’ultima volta
che lo vediamo e pianta i semi per futuri incontri.
Il trailer di MobLand
rivela Tom Hardy e Pierce Brosnan mentre preparano
il loro spietato impero mafioso alla guerra nella nuova serie crime
di Guy Ritchie. Prodotta da Ritchie, che ha anche diretto alcuni
episodi, la prossima serie crime drama di Paramount+ segue le vicende di un faccendiere
intrappolato nel fuoco incrociato tra due famiglie criminali rivali
di Londra. La serie vanta un cast stellare guidato da
Tom Hardy,
Pierce Brosnan,
Helen Mirren, insieme a Paddy Considine,
Joanne Froggatt, Lara Pulver, Jasmine Jobson, Geoff Bell, Lisa
Dwan e molti altri.
Ora,
Paramount Plus ha presentato in anteprima il primo trailer
ufficiale di MobLand. Il trailer presenta due famiglie
criminali rivali di Londra, gli Harrigan e gli Stevenson, i primi
guidati da Conrad (Pierce Brosnan) e sua moglie Maeve (Helen Mirren). Tom Hardy interpreta Harry Da
Souza, un fixer esperto della strada che si ritrova nel mezzo della
faida. Man mano che il conflitto tra le due famiglie si
intensifica, Harry è costretto a scegliere da che parte stare,
rivelando a chi va la sua vera lealtà. Guarda il trailer qui
sotto:
Cosa significa il trailer di
MobLand per la serie
Creata da Ronan Bennett, che ha
anche scritto l’intera serie, MobLand è nata
originariamente comeThe Donovans, un prequel
della serie Showtime Ray Donovan, che raccontava le origini
della famiglia Donovan. Tuttavia, durante lo sviluppo, il progetto
è stato rielaborato in una storia a sé stante, cambiando le
famiglie criminali in guerra tra loro con gli Harrigan e gli
Stevenson di Londra. Guy Ritchie, noto per i suoi numerosi film di
gangster britannici come Snatch e The Gentlemen, ha poi firmato per
la regia.
MobLand, una serie su due
famiglie criminali rivali di Londra, è perfetta per Guy Ritchie,
considerando il suo stile caratteristico dei film di gangster
britannici, che spesso presentano una narrazione frenetica e
dialoghi taglienti, entrambi presenti nel trailer. Il mix di
violenza brutale e dinamiche criminali complesse di MobLand
sembra allinearsi perfettamente con i punti di forza di Ritchie.
Con la sua regia, MobLand ha il potenziale per diventare una
saga criminale elegante e oscuramente divertente.
La star di Paradise Sterling
K. Brown anticipa la trama della seconda stagione prima del finale.
Dal suo debutto su Hulu a fine gennaio, la nuova serie del creatore
di This Is Us, Dan Fogelman, è stata piena di colpi di
scena. È iniziata come un semplice mistero su chi avesse ucciso il
presidente Bradford (James Marsden), trasformandosi poi in una
distopia fantascientifica e diventando sempre più movimentata. La
seconda stagione di Paradise è stata
confermata molto prima del finale della prima stagione, il che
significa che i colpi di scena sono probabilmente solo
all’inizio.
In un’intervista con TV
Insider, Sterling K. Brown riassume il
thriller che mescola i generi e offre un’anteprima di dove potrebbe
andare a finire la storia. Brown, anche produttore esecutivo della
serie, menziona che il prossimo capitolo del successo di
Hulu esplorerà cosa è successo al resto del mondo in mezzo
a tutto il caos:
“Sappiamo cosa hanno fatto i
miliardari e le persone al potere. Hanno costruito una città,
giusto? Poi abbiamo scoperto nell‘[episodio 4] che c’è ancora aria
respirabile. Nell’[episodio 7] si vede che le bombe atomiche non
sono esplose, che c’è ancora vita come la conosciamo, ma forse
molto diversa perché il disastro naturale è ancora in
atto.Quindi penso che nella seconda stagione l’idea
sia quella di esplorare cosa è successo al resto del mondo, come si
presenta?“
Cosa significano i commenti di
Brown per Paradise
La serie thriller mostra una grande ambizione narrativa nella
prima stagione, con quasi ogni
finale di Paradise che rivela aspetti che
gli spettatori potrebbero non aver considerato. Non è una mossa
sorprendente da parte del creatore di This Is Us, che è
stata costruita attorno a un enorme colpo di scena per quasi ogni
stagione e poi a diversi più piccoli che arrivano come una
sorpresa. La differenza con Paradise, a parte
il genere, è il ritmo.
Un’altra serie avrebbe potuto dedicare un’intera stagione a
rivelare la natura malvagia di Sinatra, soprattutto considerando il
calibro dell’attrice Julianne Nicholson e il suo contributo al cast
di Paradise. Invece, la sua rivelazione avviene in un
solo episodio. Anche se è innegabile che il ritorno della serie
potrebbe aver bisogno di una narrazione più ampia, che vada oltre
gli Stati Uniti e queste poche persone, il finale avrà
sicuramente colpi di scena più grandi.
Dopo gli eventi del finale della
seconda stagione di Stranger
Things riguardanti Eleven, Will e il Mostro Ombra,
spieghiamo cosa significa tutto questo per la città di Hawkins e
per le prossime stagioni della serie Netflix. La scorsa estate Netflix ha pubblicato la
prima stagione di Stranger Things, creata dai fratelli Matt
e Ross Duffer, che è diventata una delle serie rivelazione del
2016, guadagnando popolarità fino a diventare una delle più
discusse dell’anno. La prima stagione ha seguito gli abitanti di
Hawkins, nell’Indiana, alla ricerca di Will Byers (Noah Schnapp) e
alla scoperta dei segreti nascosti dal Hawkins Lab, tra cui la
bambina telecinetica Eleven (Millie Bobby Brown) e il mostro
Demogorgon fuggito dall’Upside Down.
Il
finale della prima stagione di Stranger Things ha
lasciato gli spettatori con una serie di misteri da risolvere,
molti dei quali sono stati affrontati nella seconda stagione. Nel
finale della seconda stagione, Eleven e il capo Jim Hopper (David
Harbour) tentano di chiudere il portale per l’Upside
Down, mentre Joyce (Winona Ryder), Jonathan (Charlie Heaton) e
Nancy (Natalia Dyer) cercano di liberare Will dalla morsa del
Mostro Ombra. Nel frattempo, Steve (Joe Keery), Mike (Finn
Wolfhard), Dustin (Gaten Matarazzo), Lucas (Caleb McLaughlin) e Max
(Sadie Sink) cercano di aiutare Eleven attirando l’attenzione dei
Demodog. Quindi, cosa è successo esattamente e cosa significa per
la vita a Hawkins?
Il finale della seconda stagione di
Stranger Things, “Capitolo nove: Il cancello”, segue più o
meno la stessa struttura del finale della prima stagione, in quanto
presenta una battaglia finale in cui ogni membro della squadra
gioca un ruolo chiave. Come il finale della stagione precedente,
anche “The Gate” presenta una sorta di epilogo che salta avanti di
un mese dopo gli eventi principali della seconda stagione, anche se
questa particolare sequenza offre più una conclusione degli archi
narrativi dei personaggi che anticipazioni su ciò che verrà.
Tuttavia, ci sono alcuni indizi che analizzeremo e spiegheremo sul
finale della seconda stagione di Stranger Things.
I guariti?
Il Mostro Ombra ha avuto il
controllo su Will per gran parte della seconda stagione e, mentre
all’inizio Joyce e Mike hanno cercato di farlo stare bene, il loro
piano nel finale di tagliare il collegamento tra il Mostro Ombra
nell’Upside Down e il suo esercito nel loro mondo ha potenzialmente
messo in pericolo il più giovane dei Byers. Di conseguenza, Joyce,
Nancy e Jonathan tentano di uccidere il virus del Mostro Ombra che
ha infettato Will. Per farlo, devono rendere il corpo di Will
inabitabile per il Mostro Ombra e, dato che la bestia e il suo
esercito prosperano in luoghi bui e freddi, creano un ambiente in
cui Will non avrà freddo.
Per farlo, Joyce, Nancy e Jonathan
portano Will nella capanna di Hopper nel bosco e, oltre ad
accendere il camino, installano una serie di stufe elettriche. Il
calore che ne deriva rende sempre più scomoda e violenta la
presenza del Mostro Ombra che possiede Will, che si scaglia contro
Joyce finché Nancy non usa un attizzatoio per bruciare Will. Il
Mostro Ombra viene espulso dal corpo di Will e assomiglia a una
nuvola di materia oscura e tenebrosa che deve essere in grado di
esercitare una certa energia, poiché esplode fuori dalla capanna e
scompare nel cielo notturno.
Will, che aveva perso la memoria man
mano che veniva posseduto dal Mostro Ombra, si risveglia e
riconosce immediatamente sua madre, il che sembrerebbe indicare che
è stato guarito. Di certo non c’è nulla di strano nel più giovane
dei Byers nell’epilogo di “The Gate”, mentre balla con Joyce e poi
con uno dei suoi compagni di classe allo Snow Ball. A quanto pare,
Will è finalmente tornato il bambino normale e sano che era prima
di perdersi nell’Upside Down.
Tuttavia, non è chiaro cosa sia
successo al pezzo del Mostro Ombra che è stato esorcizzato da Will.
I Demodog e le viti che erano estensioni del mostro nel mondo reale
sono morti una volta tagliati fuori dall’Upside Down, ma è successo
lo stesso alla nuvola di ombra che è uscita da Will? È certamente
possibile che sia morta, ma dato che era il virus del Mostro Ombra
– e, forse, un pezzo del mostro piuttosto che un membro del suo
esercito – potrebbe anche essere sopravvissuta nel mondo reale. Se
fosse vero, potrebbe tornare in una stagione successiva,
sopravvissuto da solo o trovando un altro ospite.
Eleven chiude il
portale
Mentre una parte del gruppo è
impegnata a curare Will e il resto dei ragazzi, insieme a Steve, si
rendono utili allontanando i Demodog dal laboratorio Hawkins,
Eleven e Hopper hanno il compito più difficile: chiudere il portale
e intrappolare il mostro ombra nell’Upside Down. Tuttavia, come
rivelato in precedenza nella seconda stagione, il Portale che
Eleven ha aperto prima degli eventi della prima stagione è
diventato esponenzialmente più grande. Per non parlare del fatto
che il Mostro Ombra ha un intero esercito di Demodog sotto il suo
controllo, che usa per impedire a Eleven di chiudere il
Portale.
Naturalmente, Eleven ha Hopper – e
le sue numerose armi – dalla sua parte; usando il metodo di
canalizzare i suoi poteri insegnatole dalla sua “sorella perduta”,
Kali (Linnea Berthelsen), Eleven riesce a chiudere l’enorme Portale
che è cresciuto e si è espanso sotto il Laboratorio Hawkins. Come
risultato della chiusura del Portale da parte di Eleven, il
collegamento del Mostro Ombra con il suo esercito nel mondo reale,
composto in gran parte dai Demodog e dalle viti che crescono nei
tunnel sotto Hawkins, viene interrotto. Non è chiaro se i Demodog e
le viti muoiano, ma sembrano certamente gravemente feriti. I
Demodog che avevano attaccato Hopper ed Eleven nel pozzo sotto il
laboratorio Hawkins iniziano a cadere e Dart viene mostrato disteso
a terra in uno dei tunnel.
Inoltre, come mostrato nell’epilogo
che segue immediatamente la chiusura del Cancello da parte di
Eleven, il Laboratorio Hawkins viene designato come area riservata
dal Segretario alla Difesa, un ramo del governo, e l’edificio
diventa off limits. Questo significa davvero che il Laboratorio
Hawkins è stato chiuso e che il governo ha cessato i test che hanno
portato all’apertura del Cancello? Probabilmente no, ma
considerando l’entità dei danni causati alla struttura
dall’esercito di Demodog del Mostro Ombra, è comprensibile che il
governo abbia deciso di limitare le perdite e trasferirsi altrove.
Oppure, a seconda dei casi, di chiudere definitivamente il progetto
ora che il Portale è chiuso e il dottor Brenner (Matthew Modine) è
ancora nascosto. Tuttavia, dato che Brenner è confermato vivo, non
abbiamo sicuramente visto l’ultima di lui.
Ciò significa che Eleven e i suoi
amici di Hawkins sembrano essere relativamente al sicuro, per il
momento. Non ci sono tracce evidenti del Mostro Ombra a Hawkins,
almeno per quanto mostrato agli spettatori nell’epilogo di “The
Gate”. Ma questo non significa che Stranger Things abbia
mostrato tutto agli spettatori.
L’epilogo
Per quanto riguarda gli indizi su
ciò che accadrà, l’epilogo alla fine del finale della seconda
stagione è piuttosto scarso. Tuttavia, la sequenza conclude una
serie di trame dei personaggi sviluppate nel corso della stagione.
Una delle rivelazioni più importanti è che il dottor Owens (Paul
Reiser) ha mantenuto la promessa fatta a Hopper e ha offerto a
Eleven la possibilità di una vita normale falsificando un
certificato di nascita per “Jane Hopper”, combinando il nome
originale datole dalla madre, Terry Ives, con il cognome di Hopper.
Inoltre, sebbene Owens esorti Hopper ed Eleven a mantenere un basso
profilo per un altro anno (indicando quanto tempo passerà prima
della prossima stagione di Stranger Things), Hopper permette
a El di partecipare al ballo scolastico della Hawkins Middle
School, dove lei balla con Mike.
Al ballo, “The Gate” sembra anche
confermare che Nancy e Steve non stanno più insieme, il che ha
senso considerando che lei e Jonathan hanno (più o meno) ammesso i
loro sentimenti reciproci. Lucas chiede a Max di ballare e i due si
baciano. Dustin, nel frattempo, finisce per ballare con Nancy dopo
essere stato rifiutato da alcuni dei suoi compagni di classe.
Tuttavia, sembra che sia Nancy che Steve abbiano preso Dustin sotto
la loro ala protettrice, il che avrà senza dubbio un effetto
interessante – e probabilmente divertente – su di lui nelle
stagioni future. Fuori dal ballo, Joyce e Hopper fumano una
sigaretta insieme, con la prima ancora alle prese con la morte di
Bob Newby (Sean Astin).
Tuttavia, se gli spettatori sono
stati cullati da un falso senso di sicurezza dall’epilogo del tutto
normale, la scena finale della seconda stagione mostra
un’inquadratura esterna della Hawkins Middle School che ruota fino
a rivelare la versione Upside Down della scuola. Sebbene la
dimensione alternativa sembri tranquilla all’inizio, si scatena una
tempesta e i fulmini rivelano il Mostro Ombra che incombe sulla
Hawkins Middle School, senza dubbio una rappresentazione visiva del
mostro malvagio che aspetta il momento giusto per tentare di
fuggire ancora una volta dall’Upside Down.
Quindi, mentre Stranger
Things conclude in gran parte la sua trama nella finale della
seconda stagione, regalando persino un funerale a Barb (Shannon
Purser), la beniamina dei fan della prima stagione, è ovvio che ci
saranno altri sviluppi per gli abitanti di Hawkins, nell’Indiana.
Certamente, la rivelazione di Kali all’inizio della seconda
stagione lascia aperta la porta a altri individui con abilità
simili alle sue e a Eleven che potrebbero essere vivi e vivere
altrove; anche se fossero gli unici, la missione di Kali di
vendicarsi di tutti i Bad Men riemergerà senza dubbio ad un certo
punto. Inoltre, con il Mostro Ombra ancora da sconfiggere, questo
mostro spaventoso tornerà a mostrare il suo volto terrificante. Ma
gli spettatori non devono preoccuparsi, perché i fratelli Duffer
hanno già in cantiere nuovi progetti per le prossime stagioni. Nel
frattempo, condividete le vostre teorie su cosa succederà nella
terza stagione di Stranger Things nei commenti!
Ci sono molti misteri da risolvere
nella serie NetflixStranger
Things, ma quello più urgente è forse capire
esattamente cosa sia l’Upside Down. La dimensione alternativa si è
infiltrata nella tranquilla cittadina di Hawkins, nell’Indiana, sin
dalla prima stagione di Stranger Things, minacciando il
futuro e il benessere di tutti i personaggi della serie.
L’esistenza dell’Upside Down è stata
fonte di fascino e orrore per quasi tutti i personaggi di
Stranger Things. Introdotta nella prima stagione, è
diventato evidente grazie alla scomparsa di Will Byers (e
successivamente di Barb) che questa dimensione alternativa è
inospitale per gli esseri umani e deve essere evitata a tutti i
costi. Nella seconda stagione, Hopper ha intuito la possibilità che
l’Upside Down stesse infiltrandosi nel suo mondo, influenzando
piante e animali nelle immediate vicinanze. È stato quindi
stabilito che, se l’Upside Down fosse riuscito a infiltrarsi nel
nostro mondo, sarebbe stato fatale per tutti gli esseri umani, le
piante e gli animali.
Con due stagioni alle spalle e la
terza stagione di Stranger Things uscita su
Netflix il 4 luglio del 2019, capire meglio cosa sia esattamente
l’Upside Down, come funzioni e persino da dove provenga sarà più
importante che mai. Comprendere i dettagli di questa dimensione
alternativa potrebbe significare capire come finirà la serie.
Cos’è l’Upside Down?
La dimensione alternativa chiamata
“Upside Down” è stata un luogo chiave durante lo svolgimento di
Stranger Things. Assomiglia alla Terra, con punti di
riferimento simili e una struttura simile, ma è completamente priva
di vita umana. Inoltre, è facile immaginare che gli esseri umani
avrebbero difficoltà a sopravvivere lì, il che rende ancora più
intrigante l’arco narrativo della prima stagione di Will, in cui è
rimasto bloccato in questo mondo per una settimana.
Le leggi della fisica sembrano
valere come sulla Terra per quanto riguarda la luce, il suono, la
temperatura e la gravità. Alcuni luoghi, come la sala giochi e la
scuola media di Hawkins, sono apparsi nell’Upside Down. Gli edifici
sembrano gli stessi, tranne per il fatto che sono ricoperti da
sostanze simili a ragnatele e melma che sembrano ricoprire ogni
parte di questo mondo. C’è un’oscurità che permea ogni cosa. È
pieno di creature oscure e terrificanti che sembrano uscite da un
incubo.
Anche le cose nell’Upside Down
sembrano in decomposizione o in rovina. Ci sono cenere e spore di
qualcosa che fluttuano nell’aria, creando un ambiente che
sembra tanto claustrofobico quanto vasto. Tutto ciò rende il mondo
che conosciamo una versione sgradevole, in cui sarebbe terrificante
rimanere intrappolati.
Cosa ha creato l’Upside
Down?
Stranger Things non ha ancora
approfondito le origini di questa dimensione alternativa. La serie
inizia poco dopo la sua scoperta accidentale, ma gli sforzi
continui all’interno dei Laboratori Hawkins per scoprire
esattamente come sia nata questa dimensione hanno portato a poche o
nessuna informazione. Tuttavia, i Laboratori Hawkins si sono
assunti la responsabilità di aver aperto il Portale per l’Upside
Down, cosa che è avvenuta dopo che Eleven è entrata in contatto con
Demogorgon.
A parte questo, però, dato che
nell’Upside Down non ci sono esseri che parlano inglese né testi
scritti, è difficile ottenere risposte immediate dalla popolazione
locale. Le creature dell’Upside Down sono in grado di abitare i
corpi degli umani, consentendo la comunicazione tra loro e gli
umani, ma nessuna conversazione, come si vede in Stranger Things,
ha incluso una discussione su come sia nata questa dimensione.
Come arrivare (e tornare)
dall’Upside Down
In Stranger Things sono stati
mostrati diversi metodi per viaggiare tra l’Upside Down e la Terra,
ma è possibile che nella terza stagione ne vengano mostrati altri o
che vengano accennati. Nella prima stagione, Eleven ha
accidentalmente aperto il portale nei laboratori Hawkins. Il suo
legame con Demogorgon ha causato l’apertura di un portale,
consentendo agli scienziati e ai Hawkins Labs di indagare con
cautela sulle proprietà di questa dimensione alternativa, mentre le
creature dell’Upside Down irrompevano, rapendo gli abitanti del
luogo e infiltrandosi nell’ambiente con la loro terribile flora e
fauna. Nel finale della prima stagione, si è scoperto che oltre al
portale nei laboratori Hawkins, c’erano delle fessure aperte in
tutta Hawkins, che si manifestavano come aperture simili a membrane
che dovevano essere attraversate per passare da un lato
all’altro.
Questo è stato mostrato nella
premiere della seconda stagione, quando Eleven, che era stata
risucchiata nell’Upside Down dopo aver cercato di distruggere un
Demogorgon per salvare i suoi amici, è stata trascinata nella
dimensione alternativa. Ha scoperto uno di questi portali simili a
membrane nella versione Upside Down della scuola media e ha potuto
vedere e sentire la dimensione terrestre attraverso la membrana,
attraversandola facilmente per tornare al suo mondo. Un portale
simile si è aperto anche nel bosco fuori Hawkins, attraverso il
quale Nancy Wheeler è passata nella prima stagione mentre lei e
Jonathan stavano indagando sull’esistenza dell’Upside Down e sulle
persone che lavoravano per nasconderlo. Verso la fine della seconda
stagione, Hopper ha scoperto una rete di tunnel sotto Hawkins
infiltrati da creature provenienti dall’Upside Down. Le creature
avevano deposto le uova mentre la flora e la fauna della dimensione
si erano diffuse su ogni superficie. I tunnel conducevano
direttamente a un altro portale dell’Upside Down che Eleven ha
proceduto a chiudere (o almeno così credeva) nel
finale della seconda stagione di Stranger Things.
Le creature dell’Upside
Down
L’aspetto più spaventoso dell’Upside
Down sono le sue creature. Finora, in Stranger Things sono
state introdotte due tipi di creature: il Demogorgon (che si evolve
dai Demodog) e il Mind-Flayer, chiamato così da Mike, Dustin e
Lucas in riferimento alle creature di Dungeons &
Dragons.
Nella prima stagione di Stranger
Things, il Demogorgon si rivela una creatura predatrice, con un
volto simile a una pianta carnivora che si apre per divorare le sue
prede. È entrato nella dimensione terrestre in cerca di cibo ed è
responsabile della caccia e del rapimento di Will e Barb. Nella
seconda stagione è stato introdotto il Mind-Flayer. Il Mind-Flayer
è in grado di costringere altre creature a obbedire ai suoi ordini,
poiché si ritiene che la vita nell’Upside Down funzioni come una
mente collettiva, che si muove e opera come un’unica entità. In
quanto tale, il Mind-Flayer è stato in grado di infiltrarsi nella
coscienza di esseri umani come Will ed Eleven per ottenere
l’accesso al mondo umano e pianificare l’imminente conquista della
nostra dimensione, che sarà al centro della
terza stagione di Stranger Things.
Il film poliziesco francese di
NetflixBastion 36 racconta la storia di un poliziotto
disprezzato che cerca di scoprire una minacciosa cospirazione che
si sta tramando all’interno del dipartimento di polizia. Dopo una
mossa sbagliata, Antoine viene retrocesso e trasferito dalla sua
vecchia squadra, il che porta a grandi cambiamenti all’interno del
dipartimento. Qualche mese dopo, due amici di Antoine della sua
vecchia squadra finiscono uccisi e un altro scompare. Di
conseguenza, Antoine non può fare a meno di indagare sul caso, con
grande disappunto dei suoi superiori. Di conseguenza, forze
superiori – e minacce esterne – cercano di mettere fuori gioco
l’agente prima che scopra la verità sulla faida che ha sconvolto il
destino della Bastion 36. Originariamente intitolato Bastion
36, questo film diretto da Olivier Marchal offre
un mistero avvincente che si svela in modi inaspettati. SPOILER IN
ARRIVO!
La trama di Bastion
36
Antoine Cerda è un agente della
Squadra 36 di Parigi che lavora con i suoi compagni come un
meccanismo ben oliato. Tuttavia, per affrontare i propri demoni,
partecipa anche a combattimenti clandestini. Una notte, un
avversario particolarmente vendicativo finisce per seguire il
poliziotto fuori dal ring e lo aggredisce per strada insieme ai
suoi amici. Sebbene Antoine riesca facilmente a respingere questi
uomini, la brutalità della lite pubblica, unita alle precedenti
azioni sconsiderate della sua squadra, attira l’ira dei superiori.
Di conseguenza, come punizione, viene retrocesso a poliziotto di
quartiere e trasferito in una zona meno prestigiosa della città.
Naturalmente, non accetta bene la retrocessione e finisce per
cadere in una spirale autodistruttiva.
Sei mesi dopo, Antoine ha
praticamente tagliato tutti i ponti con la sua vecchia squadra,
compresa Hanna, la sua ex ragazza, e continua a prestare servizio
nella sua nuova unità. Tuttavia, il suo passato torna a bussare
alla sua porta quando uno dei suoi ex compagni, Vinny, gli lascia
un messaggio vocale in cui confessa di aver commesso un grave
errore. Ma prima di poter rivelare la verità, viene ucciso da un
killer nella sua auto. Quando si diffonde la notizia della morte di
Vinny, un altro agente della squadra, Richard, scompare. Sua
moglie, Sophia, chiede aiuto ad Antoine, raccontandogli dei mille
modi in cui l’intera squadra era andata fuori controllo dopo il suo
trasferimento.
A quanto pare, Richard si era
ricoverato in una clinica psichiatrica a causa di una grave
paranoia. Tuttavia, ora, alla luce della morte di Vinny, sembra
essere scomparso dalla struttura. Quando Antoine arriva alla
clinica per indagare, incontra Victor, un uomo anziano amico di
Richard. Questi gli rivela che il poliziotto scomparso era convinto
che un boss della droga internazionale avesse preso di mira la sua
squadra. Gli fornisce anche un numero di emergenza lasciato
dall’uomo. Antoine contatta quindi Hanna, scontenta, per scoprire
chi sia la persona dietro quel numero.
Questo porta Antoine da Kristina,
una prostituta che aveva una relazione con Richard. Quando Richard
la chiama di nuovo per un incontro, Antoine riesce quasi a
rintracciarlo. Tuttavia, l’incontro va rapidamente a rotoli quando
una figura mascherata appare e attacca i due, uccidendo Kristina.
L’incidente aiuta le autorità a stabilire che la stessa persona è
responsabile dei recenti omicidi e che sta usando una pistola
registrata a nome di Richard. Questo porta anche alla sospensione
di Antoine per non aver seguito gli ordini e essersi intromesso
nelle indagini. Nel frattempo, lo stesso aggressore raggiunge anche
Hanna, mandandola all’ospedale proprio quando sta per scoprire la
verità. Tuttavia, prima che Antoine possa rinunciare alla sua
vendetta, uno dei suoi capi gli rivela una verità sconvolgente su
Sami e la sua squadra.
Chi ha ucciso Vinny e gli altri in
Bastion 36? e Perché?
La serie di morti che il misterioso
assassino si lascia alle spalle è al centro della cospirazione che
sta affliggendo la Bastion 36 e i suoi membri.
Poco dopo il trasferimento di Antoine, la sua squadra ha iniziato a
sgretolarsi. Hanna ha lasciato la squadra per unirsi al
dipartimento Narcotici, mentre Sami, il loro capo, è diventato
sempre più riservato. A quanto pare, la squadra era stata reclutata
in un team speciale segreto, destinato a eseguire in segreto gli
ordini dei superiori. Una delle loro missioni principali consiste
nel rintracciare Karim Mahmoudi, un pericoloso boss della droga che
il dipartimento sta cercando da tempo. Tuttavia, l’ex capo di
Antoine rivela che Sami e la sua squadra erano sospettati di
collusione con lo spacciatore su ordine dei loro superiori.
Nel frattempo, Richard, che ha
continuato a spostarsi da un rifugio all’altro sotto le istruzioni
di Sami, diventa sempre più agitato. Come Vinny, anche lui è
diventato paranoico riguardo a un lavoro misterioso che hanno
svolto e sta pensando di confessare tutto per liberarsi di
Mahmoudi. Per lo stesso motivo, alla fine decide di infrangere le
regole di Sami e torna a casa da Sophia. Tuttavia, è solo questione
di tempo prima che l’altro uomo lo scopra. Pertanto, Sami va a
trovare il poliziotto per cercare di dissuaderlo dal confessare.
Quando capisce che i suoi sforzi sono inutili, Sami estrae la
pistola e spara a Richard e a sua moglie.
Così viene alla luce la verità: era
il capo della squadra a essere dietro agli omicidi. A quanto pare,
mentre Sami e la sua squadra erano in combutta con Mahmoudi, hanno
anche compiuto una grave mossa contro di lui. Durante uno scambio
di droga, la banda ha rubato due milioni di dollari al nipote di
Mahmoudi, Ichem. Tuttavia, mentre stanno rubando il denaro, Richard
agisce d’impulso, causando inevitabilmente la morte di Ichem.
Sebbene inizialmente la squadra decida di mantenere il segreto,
alla fine la pressione ha la meglio. Mentre ognuno di loro si
avvicina all’idea di confessare, Sami li elimina uno ad uno per
garantire la sicurezza del suo segreto.
A sua volta, Sami dipinge Mahmoudi
come il probabile autore del delitto, alimentando ulteriormente la
paranoia della squadra. Antoine scopre il coinvolgimento della
squadra nell’omicidio di Ichem dopo aver seguito Mahmoudi in un
luogo remoto dove il criminale tortura il suo partner Tyson per
ottenere informazioni sulla morte di Ichem. Tornato a casa di
Richard, Sami pulisce le sue impronte dalla pistola dell’ex, che ha
tenuto in suo possesso per tutto questo tempo, e inscena la scena
per farla sembrare un suicidio. In questo modo, dipinge
efficacemente Richard come l’assassino. Tuttavia, quando Mahmoudi
scopre il suo coinvolgimento nella morte di Ichem, una nuova
minaccia incombe sul destino del poliziotto.
Cosa succede ai file di Richard?
Dove sono finiti i soldi di Mahmoudi?
Fortunatamente per Sami, Antoine,
che ancora non è a conoscenza delle azioni omicide del suo ex capo,
lo avverte di Mahmoudi. Pertanto, è in qualche modo preparato ad
affrontare l’uomo quando torna a casa da sua moglie e dai suoi
figli. Contemporaneamente, Antoine contatta anche il suo attuale
partner, Titus, per chiedergli aiuto nell’affrontare la situazione
nonostante la sua sospensione. Durante la lite tra Sami e Mahmoudi,
il primo rivela di aver compiuto la rapina solo su ordine dei suoi
superiori, che volevano scatenare una guerra tra bande. Tuttavia,
Mahmoudi non ha alcun interesse a smascherare la corruzione che
imperversa nel dipartimento di polizia di Parigi.
Il confronto sfocia inevitabilmente
in una sparatoria. Tuttavia, proprio come Antoine, anche Charles,
del dipartimento di polizia di Parigi, riesce ad arrivare sul posto
appena in tempo. Mette fuori combattimento Mahmoudi, uccidendolo
sul colpo, mentre Antoine insegue Sami. Sebbene cerchi di
assicurarsi che tutti escano vivi dalla situazione, l’altro uomo si
rifiuta di obbedire. Per lo stesso motivo, Antoine non ha altra
scelta che uccidere Sami. Tuttavia, questo non mette fine alla rete
di cospirazioni che affligge il dipartimento di polizia. Il
poliziotto sa che i suoi superiori hanno coinvolto la sua ex
squadra in ogni missione illegale. Tuttavia, sulla scia delle loro
morti, il dipartimento vuole nascondere la verità e usare Mahmoudi
come capro espiatorio, presentandolo come l’assassino.
Il dipartimento è preoccupato per lo
scandalo mediatico che scoppierebbe se venisse alla luce la verità
sulla collaborazione di Sami con Mahmoudi e sul furto ai suoi
danni. Inoltre, vogliono mantenere segreta la verità sulla sua
serie di omicidi contro i suoi stessi colleghi. Per comprare il
silenzio di Antoine, gli offrono promozioni e riconoscimenti,
stabilendo che i registri ufficiali rifletteranno che ha sempre
lavorato su ordine del dipartimento. In questo modo, lo hanno
efficacemente utilizzato per fare il lavoro sporco, mantenendo
segreta la loro corruzione. Tuttavia, emerge un barlume di speranza
che spinge il poliziotto verso un percorso più onesto.
A quanto pare, mentre era in vita,
Richard aveva conservato tutti i documenti relativi alle
comunicazioni ufficiali tra la sua squadra SI e i capi del
dipartimento. In seguito, Victor riceve questi file alla clinica e
li condivide con Antoine. Cronologizzando la verità con fatti e
prove legittime, Richard ha essenzialmente creato un modo
infallibile per rivelare la verità sulla corruzione nel
dipartimento di polizia di Parigi. Inoltre, questo suggerisce anche
un’altra minacciosa verità sul dipartimento SI. Dopo che Sami e gli
altri hanno portato a termine il furto ai danni di Mahmoudi, il
denaro rubato è scomparso dal gioco da tavolo.
Sebbene Sami abbia cercato di
dividerlo tra i membri della squadra, tutti hanno rifiutato di
tenere il denaro rubato. Questo ha costretto il capo della squadra
a diffondere voci su Mahmoudi, scatenando la paranoia di tutti.
Pertanto, dato che nessuno dei membri della squadra ha il denaro e
che i superiori del dipartimento hanno approvato la missione, è
probabile che siano ancora in possesso del denaro. Ciò significa
che si potrebbe potenzialmente trovare un filo conduttore che
collega il dipartimento all’intera operazione. Una volta entrato in
possesso dei file di Richard, Antoine decide di lottare per la
verità nonostante la resistenza che potrebbe incontrare da parte di
Charles e del dipartimento. Tuttavia, il poliziotto muore
tragicamente poco dopo. Di conseguenza, Charles riesce a sottrarre
i file dalla scena del crimine, salvaguardando ancora una volta i
segreti del dipartimento corrotto.
Antoine è davvero morto in
Bastion 36? Chi l’ha ucciso?
La morte di Antoine è uno shock che
sconvolge la trama. Finora, il dipartimento di Parigi è riuscito a
farla franca senza problemi, mentre i suoi agenti hanno dovuto
pagare il prezzo delle loro decisioni. Poiché i capi del
dipartimento sono responsabili della narrazione, nascondono
semplicemente la verità su Sami e sugli affari illegali della sua
squadra per evitare scandali pubblici. Pertanto, i fascicoli di
Richard rappresentano la minaccia più grande per il dipartimento.
Nonostante ciò, i superiori di Charles rimangono fiduciosi che la
parola di un agente morto abbia poca validità contro di loro.
Per lo stesso motivo, Antoine ha la
possibilità di smascherare le bugie del dipartimento rendendo
pubblici i contenuti dei fascicoli di Richard. Tuttavia, uno
sfortunato incidente gli ruba ogni possibilità. In seguito, il
poliziotto si reca al suo club di combattimento clandestino per
restituire le risorse che aveva preso in prestito dal proprietario
e dal suo amico Marcus. Tuttavia, una volta entrato nell’area,
attira l’attenzione del criminale che aveva brutalmente picchiato
sei mesi prima. A quanto pare, l’uomo è ancora vendicativo per
l’incidente. Pertanto, proprio come aveva attaccato Antoine mesi
prima, prende di mira nuovamente il poliziotto, questa volta con
una pistola.
Antoine muore così per mano di un
criminale di basso livello con l’ego ferito. Di conseguenza, la
verità sulla cospirazione all’interno del dipartimento di polizia
di Parigi muore con lui. Il dipartimento lo trasforma in un eroe e
in un simbolo dell’integrità della polizia. Dopo la sua morte,
viene ricoperto di medaglie e promozioni, decorato come ufficiale
dello stesso sistema che voleva abbattere. Nel frattempo, i suoi
cari, compresa Hanna, rimangono all’oscuro della verità. Il finale
cupo mette in evidenza il potere smisurato dei dipartimenti
governativi corrotti, che permette loro di farla franca. D’altra
parte, le persone che abusano, in particolare poliziotti come
Antoine e la sua squadra, finiscono per pagare un prezzo ingiusto e
vengono messe a tacere con la morte.
Stranger Things –
stagione 4 volume 1 si conclude in modo drammatico, rivelando
finalmente la storia segreta di Eleven e l’origine di Vecna.
Pubblicizzato come l’inizio della fine, il volume 1 della quarta
stagione di Stranger
Things espande il franchise in direzioni inaspettate. Gli
episodi della quarta stagione di Stranger Things sono più
lunghi, in parte per riflettere la vastità del palcoscenico su cui
ora recitano i personaggi. Questa volta il cast in continua
espansione è sparso in tutto il mondo, con Joyce e Murray che si
recano persino in Russia alla ricerca di Hopper.
La trama principale, ovviamente, si
svolge ancora a Hawkins, dove Stranger Things affronta un
nuovo tipo di mostro proveniente dall’Upside
Down. Piuttosto che una semplice creatura, Vecna è un essere
umanoide che possiede la capacità di entrare nella mente degli
altri e ucciderli in modo davvero brutale. Opera dall’Upside Down
stesso e ogni volta che uccide apre un altro Portale. I ragazzi di
Hawkins cercano di usare questi portali contro di lui nella prima
parte della quarta stagione di Stranger Things, ma in realtà
i loro piani non avrebbero mai funzionato: Vecna è semplicemente
troppo potente. Solo una persona può affrontare Vecna: Eleven, che
sta lavorando insieme al dottor Martin Brenner per recuperare i
suoi poteri.
La stagione 4 volume 1 di
Stranger Things culmina in un finale fragoroso quando Vecna
contrattacca i bambini di Hawkins, rivelando la sua storia a Nancy.
Molti dei misteri vengono risolti in modo piuttosto efficace in
questi primi sette episodi, mentre gli ultimi due usciranno il 1°
luglio. Ecco tutto quello che c’è da sapere per capire il
drammatico finale della stagione 4 volume 1 di Stranger
Things.
Nancy morirà nell’Upside
Down?
Stranger Things stagione 4
volume 1 ha visto Steve, Nancy, Robin ed Eddie entrare nell’Upside
Down, dove si sono subito resi conto di non avere alcuna
possibilità contro Vecna e le creature mostruose provenienti
dall’Upside
Down. Fortunatamente, Dustin deduce la posizione di un altro
portale e riesce a comunicarla agli altri utilizzando metodi
collaudati che fanno parte della serie sin dalla prima stagione.
Tuttavia, mentre stanno fuggendo, il gruppo viene avvistato da uno
dei Demobat, che permette a Vecna di scoprire la loro posizione
attraverso la mente collettiva di cui fa parte. Riesce a colpire
prima che tutti riescano a fuggire, attaccando la mente di Nancy
con le sue illusioni.
Vecna gioca sulla paura e sul
dolore, torturando le sue vittime con visioni dei loro peccati
passati. Nel caso di Nancy, riesce a sfruttare il suo rimorso per
la morte dell’amica Barb nella prima stagione di Stranger
Things; Nancy era senza dubbio responsabile della morte di
Barb, avendola trascinata a una festa e abbandonata a dormire con
Steve, lasciandola sola in balia di un Demogorgon. La scena ha uno
strano sapore meta, perché l’accusa di Vecna che Nancy abbia
dimenticato la sua amica ricorda le lamentele del movimento
#Justice4Barb scoppiato dopo la prima stagione. Lungi dall’aver
dimenticato Barb, però, sembra che Nancy abbia seppellito il suo
dolore e l’odio verso se stessa nel profondo della sua mente,
permettendo a Vecna di sfruttarlo. Più Nancy rimane nella visione,
più è in pericolo. Fortunatamente, però, non è sola e i ragazzi
sono già riusciti a far uscire Max da una trance simile. Si spera
che riescano a fare qualcosa di simile per Nancy.
La spiegazione dell’identità e
la storia di Vecna
Stranger Things ha sempre
giocato con i tropi dell’horror, ma Vecna è un nuovo tipo di
horror: umano, in grado di comunicare, tentare e provocare. Quando
entra nella mente di Nancy, si rende conto che lei è vicina a
scoprire la sua vera identità. Credendo di non avere nulla da
temere, poiché pensa che Nancy sia ora sotto il suo controllo,
Vecna le rivela la sua storia. Questo coincide con l’esplorazione
della propria psiche da parte di Eleven nel Progetto Nina del
dottor Brenner, mentre affronta i suoi ricordi repressi.
Sembra che Vecna sia in realtà Henry
Creel, il figlio di Victor Creel, il presunto serial killer di
Hawkins, imprigionato nel Pennhurst Mental Hospital dopo essere
stato accusato dell’omicidio della moglie e della figlia nel 1959.
Henry era il vero assassino, un bambino con tutti i poteri di
Eleven ma senza la sua coscienza.
Avrebbe ucciso anche suo padre
Victor se non avesse esagerato, finendo in coma. Si è risvegliato
sotto le cure del dottor Martin Brenner, diventando il primo
soggetto di sperimentazione di Brenner.
Henry Creel è il Numero Uno:
l’origine del laboratorio Hawkins
Henry Creel è diventato il Numero
Uno, il modello per tutti i futuri esperimenti del dottor Brenner.
All’inizio Brenner ha cercato di controllare il Numero Uno, ma
quando ha capito che era impossibile, si è accontentato di trovare
un modo per limitare i suoi poteri. Fatto ciò, Brenner ha lavorato
duramente per riprodurre Victor Creel, creando una serie di bambini
dotati di poteri speciali, tra cui Eleven. Questi bambini sono
cresciuti sotto la cura del dottor Brenner e per loro Henry Creel
era solo uno degli inservienti. Ma Henry ha ingannato Eleven per
liberarlo, poi ha ucciso le guardie e gli altri soggetti di
sperimentazione del Laboratorio Hawkins. Avrebbe fatto lo stesso
con Eleven, se lei non si fosse dimostrata più potente di lui e non
lo avesse sconfitto. È stata questa battaglia a creare la prima
“finestra” sull’Upside Down al Laboratorio Hawkins,
attraverso la quale Henry è stato catapultato nell’Upside Down. Lì,
con il corpo orribilmente mutilato dall’esperienza, si è fuso con
la mente collettiva del Mind Flayer per diventare Vecna.
Stranger Things ha sempre
fatto riferimento al genere dei supereroi: un esempio classico è
l’Hellfire Club della quarta stagione, tratto dai fumetti degli
X-Men. Ora ha abbracciato un tropo tradizionale dei supereroi,
perché Vecna è essenzialmente un’immagine speculare e contorta
dell’eroe. Inoltre, il retroscena di Vecna lo inserisce nella
storia di Eleven, legando i due personaggi in modo intrigante.
Questo retcon ha un impatto importante sui Stranger Things
universe tie-ins, che hanno visto protagonisti altri soggetti dei
test di Hawkins con poteri molto diversi. Ci sono prove di un certo
grado di coordinamento tra i fratelli Duffer e i team che lavorano
su altri media; la sceneggiatrice di fumetti Jody Houser ha
dichiarato a Gizmodo di non poter utilizzare il personaggio
Number One, suggerendo che i fratelli Duffer sapevano di avere dei
progetti in cantiere. Ma il coordinamento non deve essere andato
molto lontano, perché il volume 1 della quarta stagione di
Stranger Things contraddice gran parte di questi
contenuti.
Qual è il piano di
Vecna?
Il passato di Vecna è stato
finalmente svelato, ma il suo piano rimane un mistero. I Portali
che ha aperto potrebbero facilmente fungere da testa di ponte per
un esercito inviato dal potente Mind-Flayer; il fatto che non lo
abbia fatto suggerisce che abbia in mente qualcosa di peggiore di
un’invasione. È possibile che Vecna stia effettivamente cercando di
creare un numero sufficiente di porte per unire il mondo capovolto
e quello reale, in modo che le dimensioni entrino in collisione;
strani terremoti stanno scuotendo il mondo capovolto, forse segni
di instabilità dimensionale.
Perché il mondo capovolto è
bloccato nel 1983
Mentre si trova nell’Upside Down,
Nancy è scioccata nel rendersi conto che questa copia distorta di
Hawkins è rimasta bloccata nel 1983, precisamente nello stesso
giorno in cui Eleven ha aperto il portale per la prima volta. È
possibile che l’apertura del portale abbia fuso un’altra
dimensione, la dimora del Mind-Flayer, dei Demogorgon e delle altre
creature che sono state viste in Stranger Things, con una
copia difettosa di Hawkins. Tuttavia, esiste ancora una vaga
connessione tra l’Upside Down e il mondo reale, il che spiega
perché Will potesse usare le luci per comunicare tra le dimensioni
nella prima stagione di Stranger Things.
Il Progetto Nina spiegato: come
Eleven ha riacquistato i suoi poteri
Nel frattempo, Eleven partecipa a un
altro esperimento del dottor Brenner, il Progetto Nina, nel
tentativo di riacquistare i suoi poteri. Il dottor Brenner ritiene
che ci sia un parallelo tra la perdita dei poteri di Eleven e
l’esperienza di alcuni sopravvissuti a un ictus, che perdono le
loro capacità perché il loro cervello non funziona più allo stesso
modo. Secondo Brenner, la chiave per riportare Eleven alla
normalità è costringerla a rivivere gli eventi che le hanno
permesso di liberare il suo potenziale, ovvero il massacro al
laboratorio Hawkins e la sua battaglia con Vecna. La mente di
Eleven ha represso questi ricordi per anni, ma la sofisticata vasca
di deprivazione sensoriale di Brenner la costringe finalmente ad
affrontarli. Se la teoria di Brenner è corretta, Eleven ha appena
riacquistato i suoi poteri, anche se non li usa nella stagione 4,
episodio 7 di Stranger Things.
Cosa succede dopo a Hopper,
Joyce e Murray in Russia
L’episodio 7 della quarta stagione
di Stranger Things riprende la scena post-crediti della terza
stagione, che rivelava che i russi avevano catturato un Demogorgon
mentre si trovava a Hawkins e lo stavano dando in pasto ai
prigionieri. Fortunatamente, Hopper riesce a capire come tenere a
bada un Demogorgon abbastanza a lungo da ottenere il suo miracolo,
mentre Joyce e Murray riescono a farlo uscire dall’arena
improvvisata dove stava combattendo contro la creatura.
Il gruppo deve ora fuggire dalla
prigione in Kamchatka e trovare un modo per tornare negli Stati
Uniti.
Suzie salva di nuovo il mondo
(andrà anche lei a Hawkins?)
Un’ultima sottotrama della stagione
4, volume 1 di Stranger Things è incentrata su Mike, Will e
Jonathan che cercano di scoprire cosa è successo a Eleven. Si
recano dalla fidanzata di Dustin, Suzie, convinti che lei abbia le
competenze informatiche necessarie per rintracciare El hackerando
un codice che hanno ricevuto da un agente governativo morto mentre
li proteggeva. La loro scommessa paga, con Suzie che sblocca la
posizione del Progetto Nina con notevole facilità. Presumibilmente
ora sono tutti diretti al Progetto Nina per avvertire Eleven che
alcune figure del governo la ritengono responsabile degli eventi di
Hawkins e la stanno cercando. La domanda interessante è se Suzie
deciderà di farsi coinvolgere; le hanno mentito per convincerla a
collaborare con loro, ma è da tempo che Dustin le racconta storie
incredibili sul salvare il mondo, e sarebbe una bella ricompensa
vederla assumere un ruolo più importante.
Stranger Things 4 – Volume 2:
tutto quello che sappiamo
Alcune scene chiave dei trailer
della quarta stagione di Stranger Things non sono state
ancora viste nella serie, il che significa che fanno parte degli
ultimi due episodi. Diverse mostrano truppe che attaccano il
Progetto Nina, mentre Eleven usa di nuovo i suoi poteri. Una scena
divertente mostra Eddie che suona la sua chitarra elettrica
nell’Upside Down, forse per aiutare Nancy a uscire dal suo stato di
trance; lei appare in diverse scene che non sono ancora state
viste, confermando che sopravviverà all’Upside Down. Ma la cosa più
emozionante di tutte sono un paio di scene indistinte di una
battaglia tra Eleven e Vecna nell’Upside Down. L’episodio 8 della
quarta stagione di Stranger Things durerà 1 ora e 25 minuti,
mentre l’episodio finale avrà una durata incredibile di 2 ore e 30
minuti. Realisticamente, quindi, quelle scene potrebbero ancora
nascondere molti colpi di scena importanti nella quarta stagione di
Stranger Things.
La recente incursione di Netflix nel genere horror fantascientifico alimentato
dalla nostalgia degli anni ’80, Stranger
Things dei fratelli Duffer, è composta da otto episodi
di “Amblin davvero dark” ispirati a
Steven Spielberg, John Carpenter e Stephen King. La serie segue
gli abitanti di una piccola città dell’Indiana che indagano sulla
scomparsa di un ragazzino. Stranger Things inizia con il
mistero di cosa sia successo a Will Byer (Noah Schnapp), ma con il
progredire della stagione, diventa chiaro che la risposta a questo
particolare enigma è più oscura e complicata di quanto chiunque a
Hawkins, nell’Indiana, potesse immaginare, men che meno i tre
migliori amici di Will, Mike (Finn
Wolfhard), Dustin (Gaten Matarazzo) e Lucas (Caleb McLaughlin),
che scoprono una ragazza di nome Eleven (Millie Bobby Brown) nel
mezzo del bosco.
Nel finale della prima stagione,
“Capitolo otto: Il mondo alla rovescia”, Joyce Byers (Winona Ryder)
e il capo Hopper (David Harbour) viaggiano nel mondo alla rovescia
attraverso il Laboratorio Nazionale di Hawkins alla ricerca di Will
per riportarlo a casa. Inoltre, Nancy (Natalia Dyer), Jonathan
(Charlie Heaton) e Steve (Joe Keery) tentano di sconfiggere
Demogorgon, mentre Eleven e i ragazzi affrontano lo scontro finale
con il dottor Brenner (Matthew Modine). L’episodio si conclude con
una sequenza che riprende un mese dopo il salvataggio di Will e la
sconfitta di Demogorgon, con alcuni nodi che vengono sciolti e
altri lasciati in sospeso.
Ora, se non siete ancora sicuri di
cosa pensare del finale della prima stagione di Stranger
Things, analizziamo il Demogorgon, Eleven, l’Upside
Down e l’epilogo del “Capitolo otto: L’Upside Down”, oltre a
ciò che potrebbe significare per la seconda stagione della serie,
ancora non annunciata.
L’ultima battaglia di
Eleven
La storia di Eleven e del suo
coinvolgimento con il dottor Brenner e il laboratorio Hawkins si è
sviluppata lentamente nel corso della prima stagione di Stranger
Things, rivelando che la ragazza possiede potenti poteri
telecinetici. Anche la portata dei poteri di El è stata rivelata
gradualmente, culminando nella sua resa dei conti finale, prima con
un corridoio pieno di uomini del dottor Brenner, che ha ucciso con
lo stesso metodo usato in precedenza contro gli assistenti di
laboratorio, poi con Demogorgon, per salvare i suoi amici.
Nella sua resa dei conti finale
contro il Demogorgon, Eleven è in uno stato di debolezza a causa
del tempo trascorso nella vasca di deprivazione sensoriale
improvvisata alla ricerca di Will (che avviene durante il penultimo
episodio, “Capitolo 7: La vasca da bagno”) e dell’attacco ai
collaboratori di Brenner. Poi, quando Eleven distrugge il
Demogorgon, riducendo la bestia in particelle di materia, viene
avvolta dalla distruzione e scompare. Non è chiaro cosa succeda a
El, se sia stata distrutta insieme al Demogorgon o se sia stata
trasportata altrove, ad esempio in un’altra dimensione.
Durante tutta la prima stagione è
stato stabilito che i poteri di El la indeboliscono, causandole una
sorta di danno fisico al cervello, come dimostrano il sangue che le
esce dal naso e dalle orecchie durante il suo scontro con il
Demogorgon. Quindi, è possibile che l’uso dei suoi poteri per
sconfiggere il Demogorgon abbia causato danni irreparabili al suo
corpo. Certamente, considerando che Eleven si volta verso i suoi
amici e dice specificamente addio a Mike, in quella scena crede di
voler spingere i limiti dei suoi poteri telecinetici potenzialmente
fino alla morte per sconfiggere la bestia.
Detto questo, è più probabile che
Eleven sia stata trasportata in un’altra dimensione attraverso o
con il Demogorgon. Sappiamo che la creatura si ritira nell’Upside
Down quando è ferita, poiché è quello che ha fatto dopo l’attacco
di Nancy, Jonathan e Steve. Ma non sappiamo cosa succede a un
Demogorgon quando muore.
I poteri di Eleven colpiscono un
essere vivente dall’interno (l’osso rotto del bullo, il cervello
degli uomini di Brenner), ma il Demogorgon ha reagito in modo
diverso, disintegrandosi in particelle di materia, e in Stranger
Things non ci sono precedenti che indichino cosa siano queste
particelle o di cosa sia capace un Demogorgon in fin di vita. Forse
è tornato nell’Upside
Down, o ha viaggiato in una dimensione completamente nuova,
portando El con sé: questa sembra l’ipotesi più probabile, dato che
la nuvola di particelle di Demogorgon avvolge El prima della sua
scomparsa.
Il salvataggio di Will
Dopo aver cercato Will per tutta la
stagione, Joyce e Hopper si dirigono nell’Upside Down, dove sanno
che si trova il bambino, indossando tute protettive contro i rischi
biologici del laboratorio Hawkins. Sebbene il salvataggio di Will
sembri abbastanza semplice, e il peso emotivo della scena attinga
all’arco narrativo di Joyce lungo tutta la stagione e ai flashback
di Hopper durante l’episodio, questa è la visione più lunga che gli
spettatori hanno dell’Upside Down nella prima stagione. Alla fine
del “Capitolo otto”, Will è uno dei quattro personaggi che hanno
viaggiato nell’Upside Down e sono tornati nella loro dimensione,
insieme a Joyce, Hopper e Nancy.
Inoltre, sebbene l’Upside Down sia
spiegato attraverso la conoscenza dei ragazzi di Dungeons &
Dragons e del suo Regno delle Ombre, ci sono ancora molte cose
che non sappiamo al riguardo. In particolare, non sappiamo cosa
siano le escrescenze sulle pareti e sulle strade, cosa stessero
facendo con Will o se fossero controllate dal Demogorgon. Dato che
Stranger Things esplora in gran parte l’Upside Down
attraverso i personaggi principali, che ne sanno molto poco, gli
spettatori rimangono con più domande che risposte su questo aspetto
particolare della serie.
Detto questo, c’è una scena nel
viaggio di Hopper e Joyce attraverso l’Upside Down che offre un
indizio specifico: Hopper che indaga su quello che sembra essere un
uovo schiuso. Non è chiaro se l’uovo sia il luogo da cui proviene
il Demogorgon, anche se ciò sembra improbabile dato che El ha
affrontato il Demogorgon prima di aprire il portale per l’Upside
Down e sarebbe strano mostrare agli spettatori l’uovo a questo
punto della storia se fosse solo per spiegare che la bestia
proviene da un uovo. Ma se l’uovo non è il luogo da cui proviene il
Demogorgon, allora sorge la domanda: cosa è nato esattamente da
esso? Potrebbe trattarsi di un altro Demogorgon o di una creatura
completamente diversa.
L’epilogo
La sequenza finale del “Capitolo
otto” presenta un salto temporale che vede i ragazzi tornare a
giocare a Dungeons & Dragons, questa volta con Lucas, Will e
Dustin d’accordo sul lancio di una palla di fuoco. Una breve
inquadratura della bacheca della stazione di polizia conclude la
vicenda della scomparsa di Will attraverso una serie di ritagli di
giornale con i titoli: “Il ragazzo che è tornato in vita”, “Il
laboratorio Hawkins blocca le indagini”, “Altre teste cadono nello
scandalo della polizia di Stato” e “Coroner arrestato per
aver falsificato l’autopsia”.
Tutto sommato, l’epilogo riporta
Stranger Things allo status quo di Hawkins, Indiana: Nancy
sta con Steve, anche se danno a Jonathan una macchina fotografica
sostitutiva; i Byers tornano alla vita di sempre nella loro casa
ormai riparata; Hopper è ancora burbero e prende in giro i suoi
colleghi. Tuttavia, ci sono due brevi scorci al di fuori dello
status quo: Hopper che lascia un contenitore di cibo nella foresta
insieme ad alcuni waffle Eggo, e Will che tossisce una lumaca e ha
una visione dell’Upside Down.
Dato che Hopper lascia un paio di
waffle Eggo in quello che sembra essere il tipo di scatola usata
dai campeggiatori per proteggere il cibo dagli animali, sembrerebbe
che sappia che Eleven è ancora là fuori da qualche parte, o che
creda/sperasse che lo sia. Prima del salto temporale, Hopper viene
visto salire in macchina con alcuni dipendenti del laboratorio
Hawkins. Sebbene non sia chiaro a cosa si riferisse, è possibile
che abbia stretto un nuovo accordo con loro (oltre a quello che gli
ha permesso di andare a cercare Will insieme a Joyce in cambio del
loro silenzio). Tuttavia, questa scena offre la speranza che Eleven
sia ancora viva.
Per quanto riguarda la visione di
Will, sembrerebbe che il tempo trascorso nell’Upside Down, circa
una settimana, lo abbia influenzato. Tra tutti i personaggi che
hanno viaggiato in quella dimensione e sono tornati a casa, lui è
quello che ha trascorso più tempo lì e, dato che i tecnici del
Laboratorio Hawkins hanno detto a Joyce e Hopper che l’aria è
tossica, è chiaro che ci saranno effetti duraturi sul ragazzo.
Tuttavia, tra la lumaca che ha espulso e la visione, resta da
vedere come esattamente questi effetti altereranno Will in futuro:
peggioreranno o miglioreranno col tempo?
Guardando alla seconda
stagione
Sebbene la prima stagione di
Stranger Things abbia risolto il mistero principale, ovvero
la scomparsa di Will, e il mostro Demogorgon sia stato sconfitto, i
personaggi principali (e, per estensione, gli spettatori) non sanno
ancora molto sull’Upside Down, sulla creatura o sulla portata dei
poteri di Eleven. Di conseguenza, anche se abbiamo la risposta a
una domanda, il “Capitolo Otto” lascia molte altre questioni da
esplorare nella seconda stagione. Infatti, in un’intervista con
Variety, i fratelli Duffer hanno rivelato che questo era
il punto centrale del finale: “Alla fine della serie non sanno
né capiscono tutto. Questo è voluto”.
Quindi, il finale di Stranger
Things ha volutamente lasciato gli spettatori con delle
domande, ma gli showrunner hanno intenzione di esplorarle nelle
prossime stagioni. Inoltre, gli showrunner hanno detto che ci sarà
un salto temporale tra la prima e la seconda stagione (cioè, se
Netflix rinnoverà la serie, anche se sembra incredibilmente
probabile che il servizio di streaming lo farà). Gli spettatori
torneranno a seguire i personaggi circa un anno dopo gli eventi
della prima stagione.
Il salto temporale consentirà a
Stranger Things di ripartire da zero, dato che sarà passato
molto tempo dalla scomparsa e dal ritorno di Will. Tuttavia,
considerando il conflitto con il Laboratorio Hawkins, la sorte di
Eleven e l’esistenza dell’Upside Down ancora irrisolti, è probabile
che la serie esplorerà questi aspetti fantascientifici in futuro,
offrendoci, si spera, un’altra stagione avvincente e
divertente.
È stato confermato che la quinta
stagione di Stranger
Things sarà l’ultimo capitolo dell’epica saga
horror fantascientifica dei fratelli Duffer, e l’ultimo volume
della storia di Eleven, Will e della città di Hawkins è atteso con
grande trepidazione. Il finale della quarta stagione in due parti
di Stranger Things ha visto gli eroi affrontare Vecna,
mentre Hawkins è rimasta alle prese con un’altra frattura causata
dal cattivo. La storia ha ancora un ultimo arco narrativo da
coprire, e la quinta stagione di Stranger Things porterà
finalmente a termine, in un modo o nell’altro, la lotta di Eleven
contro Vecna e il Mondo Invertito.
I fratelli Duffer hanno pianificato
la vasta trama di Stranger Things fin dall’inizio, con una
storia articolata su più stagioni già pronta prima che Netflix presentasse al mondo Eleven, Hawkins e
l’Upside
Down. Dal debutto della serie nel 2016, Eleven e gli altri eroi
di Hawkins hanno affrontato incredibili difficoltà, perdendo amici
e familiari e salvando il mondo in diverse occasioni. Per ogni
vittoria, però, l’Upside Down diventa più intelligente, scatenando
nuovi incubi. È chiaro che prima della fine della quinta stagione
di Stranger Things, ci dovrà essere uno scontro finale di
proporzioni epiche.
Le ultime notizie sulla quinta
stagione di Stranger Things
I fratelli Duffer aggiornano la
timeline
Mentre continua l’attesa per
l’ultima stagione della popolare serie originale Netflix, arrivano
le ultime notizie sotto forma di un aggiornamento sulla
timeteline della quinta stagione di Stranger Things da parte
dei fratelli Duffer. Il dinamico duo dietro la serie ha parlato
candidamente di quando i fan potranno vedere la quinta stagione, e
le notizie sono sia buone che cattive. Ross e Matt Duffer hanno
confermato che il 2025 è la data di uscita, ma hanno anche detto
che “c’è ancora molta strada da fare”. Questo fa pensare
che Stranger Things non arriverà su Netflix prima della fine
dell’anno, ma non c’è ancora niente di confermato.
Per quanto riguarda le buone
notizie, i due hanno confermato che la stagione finale è ormai in
fase avanzata di post-produzione, iniziata nel gennaio 2025. Hanno
detto: “Al momento ci stiamo concentrando sulle sequenze di
effetti visivi”, prima di rivelare: “In realtà siamo in
anticipo sulla tabella di marcia, cosa rara per noi.”
Sebbene la serie stia recuperando terreno nella fase di
post-produzione, è improbabile che l’ultima stagione arrivi presto,
soprattutto se Netflix ha intenzione di rilasciarla in un periodo
specifico dell’anno.
Stato della produzione della
quinta stagione di Stranger Things
Le riprese della quinta stagione
si sono concluse a dicembre 2025
Le riprese si protrarranno per
quasi tutto il 2024, prima di concludersi a dicembre
Non c’è ancora una data di uscita
per la quinta stagione di Stranger Things, ma Finn Wolfhard
ha ipotizzato che potrebbe essere all’inizio del 2025 (viaGQ).
Questo prima degli scioperi della WGA e della SAG-AFTRA, che hanno
causato il rinvio di molte serie, tra cui Stranger Things.
Per questo motivo, le riprese non potranno iniziare prima
dell’inizio del 2024. Le riprese si protrarranno per quasi
tutto il 2024, prima di concludersi a dicembre. Nel luglio 2024, il
CEO di Netflix Ted Sarandos ha confermato che la stagione 5
di Stranger Things arriverà nel corso del 2025, ma questa
finestra piuttosto ampia non è stata ridotta a un intervallo più
specifico.
Nel febbraio 2025, i fratelli
Duffer hanno confermato di essere immersi nel processo di
post-produzione, ma di non essere ancora in grado di
restringere il periodo di uscita. Pur annunciando di essere in
anticipo sui tempi, hanno anche confermato che la quinta stagione
non sarebbe arrivata a breve.
Cast della quinta stagione di
Stranger Things
Il cast principale torna per
l’ultima volta
Sebbene non ci siano stati annunci
ufficiali sul cast della quinta stagione di Stranger Things,
si prevede che la maggior parte, se non tutti, i membri del cast
principale torneranno. Stranger Things è riuscita a
evitare qualsiasi controversia sul ricambio del cast, e la quinta
stagione non dovrebbe essere diversa. Anche i membri del cast i cui
personaggi sono morti potrebbero tornare sullo schermo, compresa
Max di
Sadie Sink, il cui destino era incerto nel finale della
quarta stagione. Tuttavia, alcune immagini recenti dal set mostrano
che Max potrebbe essere viva dopo la sua terribile esperienza, e
Sadie Sink avrà senza dubbio un ruolo nella quinta stagione.
Inoltre,
Linda Hamilton si unirà al cast della quinta stagione di
Stranger Things. L’annuncio del casting di Hamilton per
la quinta stagione di Stranger Things ha accennato a un
collegamento con l’Upside Down, il che significa che potrebbe
interpretare un ruolo da cattiva per l’iconica eroina di
fantascienza. Le foto dal set hanno rivelato il ritorno di Amybeth
McNulty nei panni di Vickie, mentre Cara Buono riprenderà il ruolo
di Karen Wheeler. Anche il malvagio Dr. Brenner interpretato da
Matthew Modine tornerà nonostante sia “morto” nella quarta
stagione.
Dettagli sulla trama della
quinta stagione di Stranger Things
Vecna viene sconfitto nella seconda
parte della quarta stagione di Stranger Things, ma non viene
ucciso, e la sua scomparsa prefigura quasi certamente il suo
ritorno come cattivo della stagione finale. Nel frattempo, i
quattro portali che si sono aperti in tutta Hawkins si collegano al
centro, aprendo voragini nella città con la suggestione che
qualsiasi cosa (o persona) nell’Upside Down possa ora entrare nella
città. Secondo i Duffer, c’è già un piano preciso per la trama
della quinta stagione di Stranger Things, come hanno
rivelato nella loro lettera ai fan:
“Ci sono ancora molte storie emozionanti da raccontare
nel mondo di Stranger Things: nuovi misteri, nuove avventure, nuovi
eroi inaspettati. Ma prima speriamo che continuerete a seguirci
mentre completiamo questa storia di una ragazza potente di nome
Eleven e dei suoi coraggiosi amici, di un capo della polizia
distrutto e di una madre feroce, di una piccola città chiamata
Hawkins e di una dimensione alternativa chiamata Upside Down. Come
sempre, vi siamo grati per la vostra pazienza e il vostro
sostegno”.
È noto che la quinta stagione di
Stranger Things concluderà la storia, il che significa che gli
ultimi episodi dovranno essere ancora più emozionanti di quelli
precedenti. Il destino di personaggi come Max è ancora in bilico e
la quinta stagione dovrà affrontare immediatamente il suo coma per
soddisfare la curiosità dei fan. Al momento non si sa come la
stagione finale aumenterà la posta in gioco, ma si prevede che
l’Upside Down invaderà ancora di più Hawkins.
Trailer diStranger Things – Stagione 5
Guarda il primo teaser qui
sotto
Mentre l’attesa per l’ultima
puntata della serie si allunga, le ultime notizie arrivano sotto
forma di un teaser della quinta stagione di Stranger
Thingsche rivela i titoli degli episodi. Realizzato nello
stile dell’iconica sigla della serie, Netflix ha ora rivelato tutti
gli 8 titoli degli episodi prima del ritorno di Stranger Things nel
2025. Anche se i nomi non rivelano molto,è importante
notare che il titolo dell’episodio 2 è stato leggermente
modificato. Invece di annunciare il titolo completo, è
semplicemente elencato come “The Vanishing of______”, con il nome
sfocato.
Ciò significa che il personaggio
in questione sarà probabilmente noto al pubblico e Netflix sta
evitando il più possibile gli spoiler. Poiché l’incidente
scatenante dell’intera serie è stata la scomparsa di Will Byers
nella prima stagione, è logico che l’ultima puntata rispecchi la
struttura della stagione di debutto.
Il finale di Anora
è triste. Scritto e diretto da Sean Baker, già acclamato per The
Florida Project e Rocket Man, Anora ha ricevuto recensioni eccezionalmente positive.
Il film ha debuttato al Festival di Cannes ed è stato candidato a
diversi premi. Anora si conclude con il personaggio
principale interpretato da Mikey Madison che sale su un aereo
privato con il resto del cast di Anora – Vanya, i suoi
genitori, Igor, Toros e Garnick – diretto a Las Vegas per annullare
il suo matrimonio. Anora si oppone a fare qualcosa che non vuole,
ma viene minacciata dalla madre di Vanya, Galina, se non
obbedisce.
Anora, ancora desiderosa di
lottare, ma stanca di essere maltrattata e trattata come se fosse
nulla, segue il gruppo a Las Vegas. A questo punto sa che le sue
opzioni sono limitate e che la famiglia di Vanya è troppo ricca e
potente per poterla combattere. A Las Vegas, Vanya ignora
praticamente Anora e le sue suppliche. Firma i documenti per
l’annullamento prima di lanciare a Galina la sua pelliccia di
visone e andarsene. Torna a New York con Igor, che porta Anora in
banca e le restituisce l’anello di fidanzamento. Anora inizia a
fare sesso con Igor, ma poi si ferma e scoppia in lacrime.
Perché Anora piange solo alla
fine del film
Anora passa gran parte del film a
maledire tutti quelli che lavorano per i genitori di Vanya e
continua a ripetersi che non ha bisogno di nessuno mentre si
difende. Anora supplica Vanya di lottare per lei per tutto il film,
ma alla fine è esausta per aver combattuto da sola senza un vero
sostegno. La realtà è che tutti gli eventi hanno influenzato Anora:
è stata umiliata, costretta ad annullare il matrimonio e messa in
discussione. È stato solo nel momento di tranquillità con Igor
che è riuscita a provare pienamente tutti i suoi sentimenti e a
mostrarsi vulnerabile.
Anora probabilmente pensava
che piangere davanti a Vanya, ai suoi genitori e a Toros l’avrebbe
fatta sembrare debole.
L’unica persona su cui Anora poteva
contare era se stessa, ma Igor era gentile con lei nei momenti
in cui gli altri non lo erano, ed è per questo che si sentiva al
sicuro a piangere con lui. Anora probabilmente pensava che
piangere davanti a Vanya, ai suoi genitori e a Toros l’avrebbe
fatta sembrare debole. Ancora nel mezzo di tutta quella situazione
e scioccata dalla piega che avevano preso gli eventi, Anora non
sapeva cosa sarebbe successo in quel momento. È come se il
momento in cui crolla fosse il momento in cui i suoi sentimenti e
il trauma di tutto ciò che è successo finalmente la
raggiungono.
Anora e Igor staranno
insieme?
Anora ha un rapporto conflittuale
con Igor, ma lui è anche l’unico che la tratta come un essere
umano, simpatizzando con lei quando nessun altro lo fa. Anche se
alla fine Anora era ancora infastidita da Igor, c’era un po’ di
flirt tra i due. Probabilmente Anora sentiva di potersi fidare di
Igor più di chiunque altro, e lui capiva la sua situazione senza
giudicarla. Considerando che Anora cerca di fare sesso con lui per
un attimo, Baker allude alla possibilità che i due possano avere
una relazione sentimentale. Anora mostra la sua vulnerabilità con
Igor, e lui non la respinge.
Sebbene le basi di una relazione
romantica non sarebbero solide, dato che Anora sta vivendo
un’esperienza traumatica, lei e Igor potrebbero provare a stare
insieme per un po’. Probabilmente non durerà, però. Alla fine, Igor
ha comunque aiutato la famiglia di Vanya a spingere Anora verso un
annullamento che lei non voleva, e questo è destinato a farla
sentire in un certo modo a lungo termine, indipendentemente dal
fatto che stiano insieme o meno. Il finale di Anora
potrebbe suggerire una coppia, ma ci sono anche prove sufficienti
che ciò non accadrà e che potrebbe essere, in realtà, una
cattiva idea.
Cosa succederà ad Anora dopo
l’annullamento del matrimonio
Anora riceve i soldi che le erano
stati promessi per lasciare Vanya, ma quella somma le basterà solo
per un po’. Avendo lasciato il lavoro di spogliarellista e dopo
essere stata umiliata per aver dovuto tirare fuori Vanya dallo
strip club davanti a tutti i suoi ex colleghi, Anora probabilmente
non tornerà a lavorare lì, considerando tutto quello che è
successo. Se lo facesse, Anora dovrebbe essere pronta ad affrontare
molte reazioni negative, pettegolezzi e imbarazzo. Anora
potrebbe continuare a lavorare come spogliarellista, ma potrebbe
decidere di stare tranquilla per un po‘ prima di tornare al
lavoro.
Dopotutto, ha passato un periodo
difficile e le conseguenze emotive, tra cui il tradimento e i
maltrattamenti da parte di Vanya e della sua famiglia, l’hanno
segnata profondamente. Ha bisogno di tempo per riprendersi, quindi
potrebbe vivere dei soldi che le sono stati dati per un po’ prima
di decidere cosa fare della sua vita. Anora ha affrontato qualcosa
che la segnerà per molto tempo e ha bisogno di tempo per elaborare
tutto ciò che è successo, le sue azioni e quelle di Vanya, e come
queste cose influenzeranno il suo futuro.
Perché Vanya non lotta per il
suo matrimonio con Anora
Nonostante Vanya avesse dichiarato
il suo amore per Anora e il desiderio di sposarla, è scappato dalla
sua villa al primo segno di conflitto esterno. Invece di parlare
con lei, Vanya si è comportato come un bambino. E per molti versi
era ancora un bambino che non era pronto per un impegno così
importante come il matrimonio. Vanya era molto giovane, ricco e
profondamente privilegiato. Quando ha sposato Anora, in parte è
stato per sfidare il controllo dei suoi genitori. Vanya era
convinto di poter fare ciò che voleva senza che loro avessero voce
in capitolo, finché non ha più potuto.
Opporsi ai desideri dei suoi
genitori avrebbe fatto perdere a Vanya i suoi privilegi, il suo
status e il suo denaro, che per lui erano più importanti che stare
con Anora.
Perché la realtà era che Vanya
viveva ancora all’ombra dei suoi genitori. Non era indipendente,
non aveva soldi né un lavoro. Vanya non ha lottato per il suo
matrimonio con Anora perché sapeva che alla fine non sarebbe
durato. Era solo questione di tempo prima che i suoi genitori lo
scoprissero e Vanya lo sapeva. Non avrebbe mai preso la loro
relazione sul serio come lei avrebbe voluto. Era ancora troppo
spaventato dai suoi genitori per allontanarsi da loro e
difendere ciò che voleva.
Per Vanya, sposare Anora era come
un gioco: aveva investito molto nella loro relazione e nella
felicità che gli aveva dato per un po’, prima di perdere interesse
e passare ad altro. Opporsi ai desideri dei suoi genitori avrebbe
significato per Vanya perdere i suoi privilegi, il suo status e il
suo denaro, che per lui erano più importanti che stare con Anora.
Per lui, Anora era sacrificabile rispetto alla vita che conduceva.
Vanya era solo un visitatore di passaggio e Anora era una garanzia
collaterale nel suo tentativo di divertirsi.
Il vero significato di
Anora
Anora mette a nudo il
maltrattamento di una donna, in particolare una spogliarellista, da
parte dei ricchi e potenti. Vanya fa promesse che non può mantenere
per tutto il film, e Anora subisce le conseguenze della sua
indifferenza. Anora viene scartata e ignorata dai genitori di
Vanya a causa del suo status e del suo lavoro,
e approfondisce le ripercussioni delle decisioni affrettate e
quanto la ricchezza e l’influenza possano influenzare una persona
come Anora che non ha nulla di tutto ciò.
La famiglia di Vanya ha giocato con
lei e con le sue emozioni prima di buttarla fuori come se fosse
inferiore a loro. Anora è sincero nel trattare la situazione
del personaggio principale, e i temi del film sottolineano lo
squilibrio di potere nel matrimonio tra Anora e Vanya. Il film è
un’acuta esplorazione delle varie forme di controllo – che sia
parentale, legato al denaro e al potere o patriarcale – e di come
viene utilizzato per mantenere lo status e la reputazione. Anora ha
sempre la peggio, e il messaggio duraturo del film è proprio quanto
questo sia ingiusto e terribile.
Come è stato accolto il finale
di Anora
Sebbene Anora sia stato
elogiato per molti aspetti, dalle interpretazioni al ritmo
frenetico della storia, il finale è stato sottolineato da molti
critici come il vero punto di forza del film. È stato incluso in
varie liste dei migliori finali di film del 2024, dando una
conclusione appropriata alla storia e lasciando il pubblico con
qualcosa su cui riflettere. Ciò è evidente data la varietà
delle interpretazioni del finale.
Collider
l’ha inserito nella sua lista dei migliori finali
cinematografici degli ultimi cinque anni, sottolineando come la
tenerezza di Yuri nei confronti di Anora e la reazione di
quest’ultima la dicano lunga sul personaggio principale. Dopo che
la sua relazione con Vanya si è rivelata non essere amore, il
calore dimostrato da Yuri nei suoi confronti riempie Anora di
confusione e dolore, mentre il suo aspetto esteriore duro si
sgretola:
Si trova faccia a faccia con il
primo uomo che ha incontrato che non la vede come un oggetto, che
non le dà amore in modo transazionale, e non può fare a meno di
scoppiare in lacrime.
SebbeneIndieWireelogi il finale, vede nella sua ambiguità
una possibilità di felicità. Anche se Anora è tornata al punto di
partenza e conclude il film in lacrime, ha dimostrato forza e
determinazione che le hanno permesso di concedersi un momento di
vulnerabilità, suggerendo al contempo che supererà questa
difficoltà:
Non vediamo il volto di Ani
nell’ultima inquadratura, lasciando il suo futuro più ambiguo e
permettendo al pubblico di sperare in una storia d’amore tra Ani e
Igor anche dopo i titoli di coda. Forse, ma sappiamo almeno che Ani
starà bene.
Digital Spyha trovato anch’esso il finale perfetto,
sottolineando come lo slancio del resto diAnoraprepari perfettamente il pubblico a un finale più intimo ed
emozionante:
Invece, dopo due ore di slancio
propulsivo, il fatto che questo finale malinconico e un po’
deludente ci dia un barlume di comprensione dei sentimenti di Ani,
che ha visto infrangersi le sue speranze monumentali.
Running Point di
Netflix
è finalmente arrivato, ed ecco cosa succede alla fine della prima
stagione di Running Point e come influirà su una potenziale
seconda stagione di Running Point. La nuova serie comica sul
basket con Kate Hudson ha visto tutti e 10 i suoi episodi
pubblicati su Netflix, e l’accoglienza mista di Running
Point su Rotten Tomatoes non ha ostacolato la sua popolarità.
Running Point parte da una premessa unica e la sviluppa in
direzioni diverse, con i vari membri della famiglia Gordon che
vedono le loro storie individuali scontrarsi nel finale della prima
stagione di Running Point.
Running Point racconta la
storia di Isla Gordon, interpretata da Kate Hudson, figlia dell’ex
presidente dei Los Angeles Waves, Jack Gordon. Dopo che suo
fratello Cam Gordon viene coinvolto in uno scandalo, viene mandato
in una struttura di riabilitazione e nomina Isla nuova presidente
dei Waves. Isla deve superare il sessismo dell’industria del
basket mentre guida la squadra di basket in difficoltà verso il
successo, insieme ai suoi due fratelli e al resto del cast di
Running Point. Running Point è stato paragonato alla
serie Apple Ted
Lasso, anche se il finale dello show dimostra quanto le due
serie siano diverse.
Cosa succede nel finale di
Running Point
Dopo aver superato ogni tipo di
prova nel corso di Running Point, Isla Gordon,
interpretata da
Kate Hudson, porta finalmente i Waves al successo,
qualificandosi per la settima partita dei playoff. Con grande
sorpresa di molti, però, i Waves perdono, ponendo fine alla loro
stagione prima del previsto. Questo porta tutti i membri della
famiglia Gordon allo sconforto, specialmente Isla, che sta ancora
soffrendo per l’abbandono del fidanzato un mese prima. Nello stadio
vuoto dopo la partita, Isla ha una conversazione con l’allenatore
delle Waves Jay Brown, e i due finiscono per baciarsi.
Qualche tempo dopo, Isla torna nel
suo ufficio nella sede delle Waves e trova una sorpresa: Cam
Gordon. Cam era stato ricoverato in una struttura di riabilitazione
nell’episodio 1 di Running Point, ma a quanto pare era
riuscito a scappare durante gli eventi dell’episodio 10. Cam sembra
aver ripreso il suo vecchio lavoro, forse in risposta alla tragica
perdita dei Waves. Nel frattempo, Travis rimane nella sua nuova
struttura di riabilitazione, Jackie viene accettata nella famiglia
Gordon, Sandy e il suo ex fidanzato tornano insieme e i Waves
iniziano a prepararsi per la prossima stagione.
Qual è il piano di Cam Gordon
per i Waves?
È di nuovo il
presidente?
Running Point stagione 1 termina con un enorme colpo di
scena, con la rivelazione di Cam Gordon che arriva immediatamente
prima dei titoli di coda. Sebbene non sia esplicitamente spiegato,
Cam seduto sulla sedia di Isla implica che è tornato a lavorare per
i Waves, riprendendo il suo vecchio lavoro. Questo è sorprendente,
dato che era stato lui a nominare Isla alla sua assenza. Nessuno
dei Gordon si aspettava che Cam uscisse così rapidamente dalla
clinica di riabilitazione e, mentre Sandy e Ness inizialmente hanno
cercato di estromettere Isla dal ruolo, nessuno sembra essere
contento del ritorno di Cam.
Cam potrebbe riprendere il
controllo dei Waves dopo la loro sconfitta, rispondendo ad alcuni
dei fallimenti dell’amministrazione di Isla. Sebbene abbia avuto
una stagione più positiva rispetto agli anni precedenti, il
sessismo unito alla dura sconfitta potrebbero aver spinto Cam a
tornare. Potrebbe anche essere che Cam avesse sempre pianificato
di tornare, indipendentemente dal successo o meno di Isla. Le
polemiche che circondano Cam e i fallimenti della sua precedente
presidenza avranno senza dubbio un impatto importante sulla
squadra, creando una dinamica interessante per la seconda stagione
di Running Point.
Isla e Lev torneranno insieme
(o lei finirà con il coach Brown)?
Nell’episodio 9 di Running
Point, Lev lascia Isla, rompendo il loro fidanzamento a causa
del suo impegno nel lavoro. All’inizio dell’episodio 10 di
Running Point, si scopre che è passato un mese da quando
Lev se n’è andato, senza alcun segno del suo ritorno. Questo
rimane vero fino alla fine del finale, quando Isla prende la
sorprendente decisione di baciare il coach Brown dopo la straziante
sconfitta nella settima partita. Questo potrebbe dare vita a un
interessante triangolo amoroso nella seconda stagione di Running
Point, con Isla divisa tra il suo ex fidanzato e il suo nuovo
amore.
Isla capisce che ricorderà
sempre le sconfitte più delle vittorie
Prima di baciare il coach Brown,
Isla ha una breve conversazione con lui, durante la quale discutono
della sconfitta straziante. Isla spiega che, nonostante i successi
della stagione, si sente un fallimento. Brown le spiega
allora che, nel basket come nella vita, si ricordano sempre più le
sconfitte che le vittorie. Questo aiuta Isla a capire perché si
sente così, e lei comprende immediatamente questo punto di
vista.
Questo è uno dei temi principali di
Running Point, che coinvolge quasi tutti i personaggi.
Sandy, Ness e Isla affrontano tutti questa situazione nelle loro
relazioni con i rispettivi partner, mentre Travis la affronta con
la sua dipendenza dalla droga e Dyson con le sue prestazioni nel
basket. I personaggi di Running Point si tormentano
costantemente invece di riconoscere i propri successi, e questo è
qualcosa su cui tutti i membri del cast dovranno lavorare in
futuro.
Il vero significato del finale
di Running Point
Sebbene Running Point abbia
molti temi, uno dei principali ha a che fare con la leadership di
Isla nei Waves. Anche se riesce a emulare suo padre, Jack Gordon,
si rende presto conto che non è la strada giusta. Isla deve invece
mettere in campo il suo metodo di leadership unico. Mentre i
giocatori di basket dicono che prima si sentivano come cavalli da
tiro, Isla si prende cura di loro e li tratta come persone,
mettendo il loro benessere al di sopra delle prestazioni della
squadra. Anche se questo approccio rende la vita di Isla più
difficile in alcuni momenti, Running Point sostiene che
sia il modo migliore di esercitare la leadership.
Come il finale di Running Point
prepara la seconda stagione
Ci sono molte trame irrisolte alla
fine della prima stagione di Running Point, molte delle
quali potrebbero essere continuate in una seconda stagione. La
trama principale che verrà continuata ha a che fare con la
leadership di Cam nei Waves, con Isla che senza dubbio entrerà in
conflitto con lui per la sua posizione dopo il cliffhanger della
prima stagione. Nel frattempo, anche la potenziale relazione di
Isla con il coach Brown potrebbe svilupparsi dopo il loro incontro
romantico nel finale. Potrebbe anche essere approfondito il periodo
di Travis Buggs in riabilitazione, dato che la sua storia è una
delle più irrisolte di Running Point.
Running Point di
Netflix
è finalmente arrivato, ed ecco cosa succede alla fine della prima
stagione di Running Point e come influirà su una potenziale
seconda stagione di Running Point. La nuova serie comica sul
basket con Kate Hudson ha visto tutti e 10 i suoi episodi
pubblicati su Netflix, e l’accoglienza mista di Running
Point su Rotten Tomatoes non ha ostacolato la sua popolarità.
Running Point parte da una premessa unica e la sviluppa in
direzioni diverse, con i vari membri della famiglia Gordon che
vedono le loro storie individuali scontrarsi nel finale della prima
stagione di Running Point.
Running Point racconta la
storia di Isla Gordon, interpretata da Kate Hudson, figlia dell’ex
presidente dei Los Angeles Waves, Jack Gordon. Dopo che suo
fratello Cam Gordon viene coinvolto in uno scandalo, viene mandato
in una struttura di riabilitazione e nomina Isla nuova presidente
dei Waves. Isla deve superare il sessismo dell’industria del
basket mentre guida la squadra di basket in difficoltà verso il
successo, insieme ai suoi due fratelli e al resto del cast di
Running Point. Running Point è stato paragonato alla
serie Apple
Ted Lasso, anche se il finale dello show dimostra quanto
le due serie siano diverse.
Cosa succede nel finale di
Running Point
Dopo aver superato ogni tipo di
prova nel corso di Running Point, Isla Gordon,
interpretata da Kate Hudson, porta finalmente i Waves al
successo, qualificandosi per la settima partita dei playoff.
Con grande sorpresa di molti, però, i Waves perdono, ponendo fine
alla loro stagione prima del previsto. Questo porta tutti i membri
della famiglia Gordon allo sconforto, specialmente Isla, che sta
ancora soffrendo per l’abbandono del fidanzato un mese prima. Nello
stadio vuoto dopo la partita, Isla ha una conversazione con
l’allenatore delle Waves, Jay Brown, e i due finiscono per
baciarsi.
Qualche tempo dopo, Isla torna nel
suo ufficio presso la sede dei Waves e trova una sorpresa: Cam
Gordon. Cam era stato ricoverato in una clinica di riabilitazione
nell’episodio 1 di Running Point, ma a quanto pare è uscito
durante gli eventi dell’episodio 10. Cam sembra aver ripreso il suo
vecchio lavoro, forse in risposta alla tragica sconfitta dei Waves.
Nel frattempo, Travis rimane nella sua nuova struttura di
riabilitazione, Jackie viene accettata nella famiglia Gordon, Sandy
e il suo ex fidanzato tornano insieme e i Waves iniziano a
prepararsi per la prossima stagione.
Qual è il piano di Cam Gordon
per i Waves?
Running Point – stagione 1
termina con un enorme colpo di scena, con la rivelazione di Cam
Gordon che arriva immediatamente prima dei titoli di coda. Sebbene
non sia esplicitamente spiegato, Cam seduto sulla sedia di Isla
implica che è tornato a lavorare per i Waves, riprendendo il suo
vecchio lavoro. Questo è sorprendente, dato che era stato lui a
nominare Isla alla sua assenza. Nessuno dei Gordon si aspettava che
Cam uscisse così rapidamente dalla clinica di riabilitazione e,
mentre Sandy e Ness avevano inizialmente cercato di estromettere
Isla dal ruolo, nessuno sembra essere contento del ritorno di
Cam.
Cam potrebbe riprendere il
controllo dei Waves dopo la loro sconfitta, rispondendo ad alcuni
dei fallimenti dell’amministrazione di Isla. Sebbene abbia avuto
una stagione più positiva rispetto agli anni precedenti, il
sessismo unito alla dura sconfitta potrebbero aver spinto Cam a
tornare. Potrebbe anche essere che Cam avesse sempre pianificato
di tornare, indipendentemente dal successo o meno di Isla. Le
polemiche che circondano Cam e i fallimenti della sua precedente
presidenza avranno senza dubbio un impatto importante sulla
squadra, creando una dinamica interessante per la seconda stagione
di Running Point.
Isla e Lev torneranno insieme
(o lei finirà con il coach Brown)?
Nell’episodio 9 di Running
Point, Lev lascia Isla, rompendo il loro fidanzamento a causa
del suo impegno nel lavoro. All’inizio dell’episodio 10 di
Running Point, si scopre che è passato un mese da quando
Lev se n’è andato, senza alcun segno di ritorno. Questo rimane
vero fino alla fine del finale, quando Isla prende la sorprendente
decisione di baciare il coach Brown dopo la straziante sconfitta
nella settima partita. Questo potrebbe dare vita a un interessante
triangolo amoroso nella seconda stagione di Running Point,
con Isla divisa tra il suo ex fidanzato e il suo nuovo amore.
Isla capisce che ricorderà
sempre le sconfitte più delle vittorie
Prima di baciare il coach Brown,
Isla ha una breve conversazione con lui, durante la quale discutono
della sconfitta straziante. Isla spiega che, nonostante i successi
della stagione, si sente un fallimento. Brown le spiega
allora che, nel basket come nella vita, si ricordano sempre più le
sconfitte che le vittorie. Questo aiuta Isla a capire perché si
sente così, e lei comprende immediatamente questo punto di
vista.
Questo è uno dei temi principali di
Running Point, che coinvolge quasi tutti i personaggi.
Sandy, Ness e Isla affrontano tutti questo problema nelle loro
relazioni con i rispettivi partner, mentre Travis lo affronta con
la sua dipendenza dalla droga e Dyson con le sue prestazioni nel
basket. I personaggi
di Running Point si tormentano costantemente invece di
riconoscere i propri successi, e questo è qualcosa su cui tutti i
membri del cast dovranno lavorare in futuro.
Il vero significato del finale
di Running Point
Ha a che fare con la leadership
di Isla
Sebbene Running Point abbia
molti temi, uno dei principali ha a che fare con la leadership di
Isla nei Waves. Anche se riesce a emulare suo padre, Jack Gordon,
si rende presto conto che non è la strada giusta. Isla deve invece
mettere in campo il suo metodo di leadership unico. Mentre i
giocatori di basket dicono che prima si sentivano come cavalli da
tiro, Isla si prende cura di loro e li tratta come persone,
mettendo il loro benessere al di sopra delle prestazioni della
squadra. Anche se questo approccio rende la vita di Isla più
difficile in alcuni momenti, Running Point sostiene che
sia il modo migliore di esercitare la leadership.
Come il finale di Running Point
prepara la seconda stagione
Ci sono molte trame irrisolte alla
fine della prima stagione di Running Point, molte delle
quali potrebbero essere continuate in una seconda stagione. La
trama principale che verrà continuata ha a che fare con la
leadership di Cam nei Waves, con Isla che senza dubbio entrerà in
conflitto con lui per la sua posizione dopo il cliffhanger della
prima stagione. Nel frattempo, anche la potenziale relazione di
Isla con il coach Brown potrebbe svilupparsi dopo il loro incontro
romantico nel finale. Potrebbe anche essere approfondito il periodo
di Travis Buggs in riabilitazione, dato che la sua storia è una
delle più irrisolte di Running Point.
High
Potential ha finalmente concluso la sua stagione
pilota, ma le trame principali rimangono in parte irrisolte. Sulla
scia di Morgan di Kaitlin Olson, High Potential è incentrato
su una donna decisamente eccentrica che entra a far parte della
polizia di Los Angeles grazie al suo alto QI e alle sue
impressionanti capacità deduttive. Tuttavia, la prima stagione di
High Potential ha dimostrato che Morgan è molto più del suo
QI, con alcune delle trame più importanti della stagione che hanno
messo in evidenza come il vero superpotere di Morgan in High
Potential sia la sua empatia. Per Morgan, essere una consulente
della polizia viene dopo essere madre dei suoi tre figli: Ava
(Amirah J), Elliot (Matthew Lamb) e la piccola Chloe.
Ad affiancare Morgan nel cast della
High Potential – stagione 2 c’è Daniel Sunjata nel ruolo
di Adam Karadec, il detective che, nonostante inizialmente
dubitasse di Morgan, è diventato il suo collega più stretto (e
forse qualcosa di più). Morgan e Karadec sono diventati una coppia
dinamica in High Potential, veri e propri partner che hanno
risolto casi insieme settimana dopo settimana quasi senza fallire
mai. Al di là della sinergia professionale all’interno della Major
Crimes Division della polizia di Los Angeles, Morgan ha instaurato
un legame con i colleghi Lev “Oz” Ozdil (Deniz Akdeniz),
Daphne Forrester (Javicia Leslie) e il tenente Selena Soto (Judy
Reye), tutti messi alla prova durante il caso più difficile della
serie, nell’episodio 13 di High Potential.
Cosa è successo a Roman in High
Potential?
Il primo marito di Morgan era il
mistero alla base della prima stagione di High Potential
Sin da quando è stato accennato per
la prima volta nell’episodio pilota, le teorie sul mistero di Roman
in High Potential si sono moltiplicate. Mentre la serie ha
lasciato la scomparsa di Roman come un filo conduttore dell’intera
stagione, il finale della prima stagione di High Potential
ha aggiornato significativamente il caso. Dopo che Gio Conforth
(Domenick Lombardozzi) riappare come informatore losco per
informare Morgan di una possibile minaccia di nome Lila Flynn, i
due si scambiano i numeri per interagire direttamente, escludendo
la polizia di Los Angeles. Jocko Sims ritorna poi nei panni
dell’agente speciale Ronnie Oliver per dire a Karadec che Lila
Flynn era un’agente dell’FBI sotto copertura uccisa 15 anni fa.
Guarda High Potential e il
suo predecessore francese HPI su Hulu.
Non appena High Potential
introduce questa possibile spiegazione per la scomparsa di Roman,
la situazione si complica ulteriormente. Il mistero svanisce mentre
la storia principale si svolge, ma Morgan riceve una chiamata da
Karadec nei momenti finali dell’episodio. Grazie alle indagini di
lui e Ronnie, l’episodio 13 di High Potential rivela che
Roman è vivo ed era un informatore sotto copertura dell’FBI.
Questo dettaglio fondamentale apre un nuovo mondo di possibilità su
ciò che è successo a Roman in passato e, cosa ancora più
importante, su ciò che accadrà a Roman nel futuro di High
Potential.
Chi è il rapitore nell’episodio
13 di High Potential?
Quasi tutti gli episodi della prima
stagione di High Potential seguono la stessa struttura, con
un crimine presentato nella prima scena e la squadra Major Crimes
che lo risolve entro la fine. L’episodio 13 di High
Potential rompe gli schemi introducendo alcuni elementi chiave:
Ava sta imparando a guidare, c’è un gala della polizia in
programma, ecc. L’azione non ha inizio fino a quando la squadra non
riceve improvvisamente un’e-mail con allegata l’immagine di un uomo
apparentemente tenuto in ostaggio. Il cartello appeso al collo
dell’uomo dà il tono all’episodio: “Lui non ha voluto giocare
con me, tu lo farai?”
Sebbene non sia riuscito a uccidere
nessuno durante l’episodio 13 di High Potential, il rapitore
ha lasciato ciascuna delle sue vittime in una situazione in cui
sarebbero morte se la polizia di Los Angeles avesse impiegato
troppo tempo: la prima sarebbe entrata in chetoacidosi diabetica
senza medicine, la seconda stava finendo l’aria in una cassaforte
chiusa a chiave e la terza era incatenata sul fondo di una
piscina.
Morgan, Karadec, Oz e Daphne
partecipano ai giochi contorti ideati dal rapitore, con enigmi e
puzzle da risolvere e informazioni salvavita come premio. Che si
trattasse di Loco Ocho per scegliere un sentiero escursionistico o
di campana per trovare le coordinate del periscopio, la squadra ha
fatto i salti mortali per salvare l’uomo prima di rendersi conto
che ilHigh Potential episodio 13 colpevole era un
rapitore serialecon giochi sinistri nel suo arsenale. I
giochi continuavano a diventare sempre più criptici, con Morgan che
lottava per affrontare la sensazione insolita di avere un nemico
intelligente quanto lei.
Come è riuscito a scappare il
rapitore nel finale di stagione di High Potential
Sebbene l’Unità Crimini Gravi abbia
decifrato tutti i codici che il rapitore aveva loro assegnato, il
mistero continuava a svelarsi anche quando la polizia di Los
Angeles pensava di essere vicina a un sospetto. Per gran parte
dell’episodio, la squadra ha pensato che il rapitore fosse un uomo
disturbato di nome David, che prendeva di mira i membri del gruppo
di sostegno che frequentava. All’inizio, la polizia di Los Angeles
aveva chiesto a un disegnatore di creare un identikit del
sospettato mentre indagava sulla vita di David. Verso la fine
dell’episodio 13 di High Potential, la polizia di Los
Angeles si rende conto di aver indagato sull’uomo sbagliato.
Il rapitore ha assunto l’identità
di David nel finale di stagione di High Potential,
mentre il vero David si trova in una clinica di riabilitazione.
Proprio mentre la squadra della Major Crimes (senza Morgan) se ne
rende conto, però, il vero rapitore si rade la barba, si taglia i
capelli lunghi e cambia atteggiamento per sembrare un tipico
giovane (in quello che sembra un flashback esplicativo). Il
rapitore si avvicina persino a Morgan e ai bambini mentre lei sta
caricando la spesa in macchina, senza destare sospetti fino a
quando Morgan arriva a casa e si accorge che c’è un mazzo di carte
che non ha comprato con un messaggio: “Giocheremo di nuovo. Io
e te.”
Oz muore nel finale di stagione
di High Potential?
Una rivelazione su scala minore
durante l’episodio 13 di High Potential è stata che Oz era
un membro del gruppo di sostegno che era stato preso di mira,
poiché aveva scelto di non dire a nessuno tranne Daphne che suo
padre era morto. Proprio come le altre vittime, Oz è stato infine
individuato e rapito dopo che il colpevole ha manomesso gli airbag
della sua auto per renderli inefficaci e metterlo fuori
combattimento. Daphne si preoccupa quando lui è in ritardo di
un’ora per il gala della polizia, ma tutto ciò che trova quando lo
cerca è un biglietto con scritto “MARCO!” attaccato a una
clessidra. Alla fine lo trovano in una piscina, privo di sensi.
Karadec lo trascina fuori dall’acqua
e, dopo un montaggio teso in cui Daphne gli pratica la rianimazione
cardiopolmonare, Oz espelle l’acqua dai polmoni. Anche se ci è
mancato poco, Oz sopravvive al finale di stagioneHigh
Potential.
Il suo salvataggio è avvenuto prima
della rivelazione che il rapitore non era David, mettendo in
discussione se Oz fosse il vero obiettivo fin dall’inizio come
membro della Major Crimes o se il rapitore, per ragioni
sconosciute, avesse preso di mira l’intero gruppo di sostegno.
Indipendentemente da ciò, Oz è un membro fondamentale del
sottovalutato cast di High Potential, e la sua morte sarebbe
stata irreparabile.
Cosa ha rivelato il finale di
stagione di High Potential sul passato di Morgan
Sebbene High Potential avesse
accennato al passato di Morgan all’inizio della stagione, il finale
la vede vulnerabile mentre racconta una storia emotiva della sua
infanzia con Karadec. Mentre ricorda il passato, Morgan ammette di
aver interagito raramente con i suoi coetanei. Dopo aver accettato
un’offerta inaspettata di giocare a jack con gli altri bambini
durante la ricreazione, Morgan ha raccontato a suo padre del gioco.
Lui ha disapprovato con veemenza il fatto che lei giocasse con i
suoi compagni di classe, insistendo che non meritavano la
“perspicacità intellettuale” di Morgan. Per anni, Morgan è
stata emarginata a causa della falsa impressione che guardasse gli
altri dall’alto in basso a causa della sua intelligenza.
I genitori di Morgan non sono mai
apparsi in High Potential, e questa storia offre una
spiegazione ma anche l’opportunità di rivisitare vecchie ferite se
suo padre dovesse mai ricomparire. Durante la sua storia
nell’episodio 13 di High Potential, Morgan rivela che
anche suo padre aveva un HPI. Anche se questo avrebbe dovuto essere
un motivo di legame, l’esperienza di Morgan dopo aver giocato a
jack mette in luce quanto suo padre fosse presuntuoso e critico.
Sebbene ci sia ancora molto da esplorare sul passato di Morgan,
questo piccolo assaggio del suo rapporto con il padre spiega perché
Morgan è quella che è, sia come persona che come genitore.
Come il finale di stagione di
High Potential ha preparato il terreno per la lenta evoluzione
della relazione tra Morgan e Karadec
Prima del finale, la stagione 12 di
High Potential ha visto un grande sviluppo nella relazione
tra Morgan e Karadec. Dopo aver interagito con Ronnie, il vecchio
partner di Karadec, la sua nuova collaborazione con Morgan si è
rafforzata. Tuttavia, anche se il loro legame professionale si è
rafforzato, c’era qualcosa di non strettamente platonico appena
sotto la superficie. Morgan e Karadec hanno avuto una chimica in
High Potential fin dall’inizio, ma il finale della prima
stagione di High Potential si concentra sul loro potenziale
romantico e allude al fatto che Karadec sia quello che sta
sviluppando dei sentimenti.
Karadec si congeda (ma non
senza uno sguardo malinconico, quasi struggente).
Quando Morgan entra al gala con il
suo abito rosa, High Potential si concentra sulla reazione
sbalordita di Karadec. Karadec la saluta con un complimento,
offrendole goffamente da bere al bar. Più tardi, i due ballano
insieme mentre Karadec pronuncia alcune delle battute più
emozionanti dell’intera stagione, spiegando come desideri essere
coinvolto nel caso di Roman semplicemente perché sa quanto sia
importante per Morgan. Quando Tom (JD Pardo) arriva
all’inseguimento di Morgan, Karadec si congeda (ma non senza uno
sguardo malinconico, quasi struggente).
Come l’episodio 13 di High
Potential prepara la seconda stagione
A parte il rapitore ancora in
libertà (che ora ha messo gli occhi su Morgan), il finale
della prima stagione di High Potential ha lasciato indizi
che preparano il terreno per la seconda stagione. L’indagine su
Roman non è finita, ma ora ha preso una piega completamente nuova e
potrebbe avere molte conseguenze per la vita di Morgan. Roman
potrebbe tornare e legarsi ad Ava, ma questo potrebbe avere un
impatto anche sul resto della dinamica familiare. Con la lenta
evoluzione della relazione tra Karadec e Morgan e la breve storia
d’amore di Morgan con Tom in High Potential, le sottotrame
romantiche saranno tutt’altro che semplici, soprattutto con il
possibile ritorno del suo primo marito dopo 15 anni.
Più in generale, ci sono opportunità
di crescita per tutti i personaggi. High Potential stagione
2 potrebbe aumentare il ruolo dei figli di Morgan, o almeno avere
più trame che li coinvolgono. La seconda stagione potrebbe
continuare ad ampliare la collaborazione tra Oz e Daphne o
concentrarsi sui problemi di Selena nella lotta contro la
burocrazia della polizia di Los Angeles. Naturalmente, la squadra
risolverà altri casi mentre continua la ricerca del rapitore.
Sebbene ci siano infinite nuove possibilità per le trame future,
una cosa è certa: il finale della stagione di High
Potential ha appena condannato l’attesa della seconda
stagione a sembrare una tortura assoluta.
Il dramma dei Dutton sta di nuovo
galoppando verso di noi. Anche se la quinta
stagione di Yellowstone ha trasmesso l’ultimo
episodio l’anno scorso, non abbiamo ancora chiuso il libro
sulla storia della famiglia Dutton. Questa domenica, 23 febbraio,
il prequel del 1923 di Yellowstone torna
per la sua seconda stagione, quindi è naturale che la famiglia di
allevatori più famosa del Montana sia nei nostri pensieri.
I complicati rapporti tra i Dutton
nella serie principale erano già abbastanza difficili da seguire,
ma se li si combina con i personaggi dei prequel, 1883, 1923 e
il prossimo 1944,
ci sono un sacco di Dutton da tenere d’occhio. Tenendo presente
questo, T&C ha messo insieme una guida per
rendere più facile la comprensione di tutti questi legami
familiari. Continua a leggere per scoprire tutto ciò che sappiamo
(finora) sul lignaggio della prima famiglia
di Yellowstone.Spoiler in arrivo!
1883
James Dutton
Il patriarca del 1883,
James (Tim McGraw), era un contadino del
Tennessee. Tormentato dalle sue esperienze nella Guerra Civile,
dove aveva servito nell’esercito confederato durante la Battaglia
di Antietam e successivamente era stato tenuto prigioniero di
guerra, James scelse di partire per una nuova vita nell’Ovest con
la sua famiglia nel 1883. Insieme alla moglie Margaret,
ai figli Elsa e John, alla sorella Claire e alla figlia di
quest’ultima, Mary Abel, James partì con una carovana da Fort
Worth, in Texas, ma il viaggio fu funestato dalla tragedia. Dopo la
morte di Elsa durante il viaggio, John e il resto della famiglia
decisero di stabilirsi nel Montana, in quella che un giorno sarebbe
diventata la famosa fattoria Dutton di Yellowstone.
Margaret Dutton
Margaret (Faith
Hill), moglie sicura di sé e senza compromessi di James,
era la matriarca della famiglia Dutton
nel 1883. Leader forte e ferocemente protettiva
nei confronti della sua famiglia, partì con James e i loro figli
per il viaggio verso ovest, per poi stabilirsi in una fattoria nel
Montana dopo la morte della figlia Elsa.
Elsa Dutton
La vivace Elsa (Isabel
May) era la figlia maggiore di James e Margaret Dutton e
fu la narratrice di “1883”. Appassionata e caparbia,
Elsa era un’abile cavallerizza e cowgirl, con grande disappunto di
sua madre. All’età di diciassette anni, partì con la famiglia su un
carro trainato da cavalli alla ricerca di una nuova vita
nell’Ovest. Lungo il percorso, si innamorò di un cowboy, Ennis, e i
due progettarono di sposarsi prima che Ennis venisse ucciso da un
gruppo di banditi. Più tardi, Elsa si invischiò con Sam, un
guerriero Comanche che le salvò la vita durante il viaggio. Sebbene
lei e Sam avessero riconosciuto che lei era sua moglie, lui sentiva
di non poter lasciare le sue terre e la sua gente, ed Elsa accettò
di tornare da lui dopo che la sua famiglia avesse completato il
viaggio e trovato una fattoria. Tuttavia, non molto tempo dopo,
Elsa fu colpita da una freccia durante un attacco di rappresaglia
alla carovana e alla fine morì per le ferite riportate. In suo
onore, James sistemò il resto della famiglia nel luogo in Montana
dove Elsa esalò l’ultimo respiro.
Sam
Sam (Martin
Sensmeier), un guerriero comanche che i Dutton
incontrarono lungo la pista dei carri
nel 1883, affermò di aver preso il nome dall’uomo
che uccise sua moglie. In seguito iniziò una storia d’amore con
Elsa Dutton, e i due si sposarono senza cerimonia ufficiale.
Sentendosi legato alla terra e non potendo lasciarla, Sam rimase
indietro mentre Elsa proseguiva con la sua famiglia, con la
promessa che sarebbe tornata da lui.
Claire nata Dutton
La severa sorella di James Dutton
(Dawn Olivieri) non era molto entusiasta di unirsi
a James e alla sua famiglia nella loro escursione verso ovest, ma
si unì a loro sotto protesta, insieme alla figlia adolescente Mary
Abel, dopo essere rimasta vedova e senza alternative a causa della
morte del marito Henry. Claire non andò molto lontano lungo il
sentiero, però. Dopo che una banda di teppisti si vendicò del
disprezzo di Claire sparando a diversi membri della carovana, tra
cui Mary Abel, Claire si suicidò accanto alla tomba di sua
figlia.
Henry
Il marito di Claire, sorella di
James Dutton. Morì poco prima degli eventi del 1883,
portando sua moglie e sua figlia, Mary Abel, a viaggiare con i
Dutton.
Mary Abel
L’unica dei sette figli di Claire e
Henry a sopravvivere fino al 1883, Mary Abel (Emma
Malouff) si trovava per un breve periodo sulla pista per
l’Oregon con suo zio James Dutton e la sua famiglia. Non lontano da
Fort Worth, in Texas, il loro gruppo fu molestato da una banda
locale e nel mezzo dell’alterco, Mary Abel fu uccisa a colpi di
arma da fuoco.
Figlio di James e Margaret Dutton,
John (James Badge Dale) era solo un bambino quando
la sua famiglia fondò la fattoria nel Montana, la terra che alla
fine sarebbe diventata il ranch Yellowstone Dutton. Da adulto,
lavorò con suo zio, Jacob Dutton, nella terra di famiglia e creò
una famiglia propria, con sua moglie Emma e suo figlio Jack. Alla
fine, John fu ucciso in un’imboscata dai nemici della famiglia.
Emma Dutton
Moglie di John Dutton Sr. e madre di
Jack Dutton. Dopo la morte del suo amato marito, John, Emma
(Marley Shelton) si suicidò.
Jack Dutton
Portando avanti l’eredità della sua
famiglia, Jack (Darren Mann) lavorò con suo padre,
John Dutton Sr. e il suo prozio, Jacob Dutton, nel ranch di
famiglia in Montana. (Nota: poiché Jack è a volte un soprannome di
John, è possibile che Jack sia John Dutton Jr. ma ciò non è stato
confermato sullo schermo). In seguito sposò Elizabeth, la figlia
ben educata di un altro allevatore locale. Al momento, Jack rimane
uno dei principali candidati a essere il nonno di John Dutton
di Yellowstone, ma anche questo non è stato ancora
confermato.
Elizabeth Dutton
Moglie di Jack, Elizabeth ha
studiato sulla costa orientale prima di tornare nel Montana per
sposare il suo innamorato. Alcuni fan hanno ipotizzato che potrebbe
essere la madre di John Dutton II, ma Michelle Randolph, che
interpreta il personaggio, ha ammesso che nemmeno lei sa se
Elizabeth sia la nonna di John di Yellowstone.
“Tutti noi facciamo avanti e indietro su ciò che pensiamo che
accadrà, ma [il creatore dello show Taylor Sheridan] ama tenerci
sulle spine. Quindi siamo confusi proprio come tutti gli
altri”, ha detto a THR.
Spencer Dutton
Secondo figlio di James e Margaret
Dutton, Spencer nacque qualche tempo dopo che la famiglia si era
stabilita nel Montana. Anche Spencer prestò servizio nella prima
guerra mondiale e, come suo padre, rimase ossessionato dalle sue
esperienze sul campo di battaglia. Invece di tornare al ranch di
famiglia dopo la guerra, divenne un cacciatore di grossa selvaggina
in Africa. Fu lì che incontrò sua moglie, Alexandra, prima di
decidere di tornare in America.
Spencer è anche candidato a
diventare il nonno di John Dutton, di Yellowstone, ma
nemmeno Brandon Sklenar, che interpreta il personaggio, sa se sarà
così. “Onestamente non lo so”, ha detto Sklenar a THR.
“Fin dal primo giorno, abbiamo detto tutti: ‘No, è questa persona!
No, sono io. È Jack. Ma non lo so. Potrebbe andare in entrambi i
modi.”
Alexandra Dutton
La libera Alexandra (Julia
Schlaepfer) era in Africa per celebrare il suo imminente
matrimonio con il figlio del conte di Sussex, prima di cadere tra
le braccia di Spencer Dutton. Sebbene il loro corteggiamento fosse
tutt’altro che tipico per un aristocratico britannico (leopardi
furtivi, rimorchiatori che affondano e squali affamati tendono a
farlo), la coppia si sposò comunque mentre era in viaggio verso
l’America per ricongiungersi alla famiglia di Spencer nel Montana.
Sebbene siano stati separati con la forza dopo che Spencer ha
ucciso la sua ex fidanzata in un duello, lo show ha lasciato
intendere che lei potrebbe essere incinta, alimentando le
speculazioni che Alex potrebbe essere la futura nonna di John
Dutton III.
Jacob Dutton
Fratello di James Dutton, Jacob
(Harrison
Ford) divenne il patriarca della famiglia al posto del
fratello all’inizio del 1900. Sposato con Cara, lavorava nella
fattoria dei Dutton insieme al nipote John Sr. e al pronipote
Jack.
Cara Dutton
Moglie di Jacob Dutton, Cara
(Helen
Mirren) era la matriarca della famiglia Dutton
nel 1923. Cara, anche lei immigrata, si trovò a
dover affrontare altri allevatori e pastori mentre sostituiva il
marito ferito nella commissione per il bestiame, e fece da
capofamiglia in tempi difficili.
Yellowstone
John Dutton II
Il secondo John della famiglia,
sarebbe poi diventato il padre di John Dutton
III e il nonno di Lee, Jamie, Beth e Kayce
Dutton. Ancora oggi, l’identità dei suoi genitori rimane uno
dei più grandi misteri dell’universo di Yellowstone,
anche se sappiamo che era un discendente diretto di James e
Margaret Dutton, vissuti nel 1883.
John Dutton III
Nessuno nella famiglia Dutton ha
preso più seriamente il proprio dovere verso la terra di John
(Kevin
Costner), ex proprietario del Yellowstone Dutton
Ranch, il più grande ranch contiguo degli Stati Uniti. Uomo ricco,
potente e intransigente, John viveva secondo il proprio codice
morale, a volte aggirando la legge, a volte ignorandola
completamente per raggiungere i propri scopi, una prospettiva resa
ancora più complicata quando divenne governatore del Montana. John
aveva un rapporto complicato con i suoi figli, Lee, Jamie, Beth e
Kacey, ora deceduti, ma adorava suo nipote Tate.
Dopo l’uscita
di Costner tra la prima e la seconda metà della quinta
stagione, John è stato eliminato dalla serie, essendo stato ucciso
da un sicario ingaggiato da Jamie e dalla sua amante Sarah Atwood.
La scena è stata messa in scena per far sembrare che la morte fosse
autoinflitta.
Evelyn Dutton
Forse il grande amore della vita di
John Dutton, sua moglie Evelyn (Gretchen Mol) morì
in un incidente a cavallo quando i suoi figli erano piccoli. Sia
Beth che Kayce erano con lei al momento dell’incidente, e ognuna
portò il proprio trauma legato all’evento, con Beth in particolare
che si sentiva in colpa per la morte della madre.
Lee Dutton
Il mondo
di Yellowstone avrebbe potuto essere molto diverso
se non fosse stato per la morte del figlio maggiore di John ed
Evelyn, Lee (Dave Annable). Essendo il primogenito, era Lee che
John aveva pianificato di lasciare il ranch, ma in una scaramuccia
per il bestiame rubato, Lee fu ucciso, dando il via a una
complicata questione di eredità per i suoi fratelli rimasti.
Jamie Dutton
La pecora nera della famiglia
Dutton, Jamie (Wes Bentley), è combattuto tra il
risentimento e il rispetto per suo padre, John. Avendo trascorso
gran parte della sua vita alla disperata ricerca di approvazione,
l’avvocato Jamie si è schierato e ha tradito a intermittenza gli
obiettivi della sua famiglia e mantiene un rapporto profondamente
conflittuale con sua sorella Beth. Da adulto, scopre
accidentalmente di non essere un membro biologico della famiglia
Dutton, essendo stato adottato da John ed Evelyn quando il suo
padre biologico fu imprigionato per aver ucciso la madre di Jamie
quando lui era ancora un neonato. Ha un figlio in comune con
Christina, ex collaboratrice elettorale e sua ex fidanzata.
Sebbene non siano stati ancora
rivelati tutti i dettagli, nella quinta stagione Jamie inizia una
relazione con Sarah Atwood, consulente della società Market
Equities, da tempo avversaria dei Dutton. Jamie ha accennato
all’idea di far uccidere sua sorella Beth, ma in seguito è stato
rivelato che lui e la Atwood hanno invece fatto uccidere suo padre,
John Dutton.
Christina
La madre del figlio di Jamie,
Christina (Katherine Cunningham), incontrò Jamie mentre lavorava
alla sua campagna per il procuratore generale dello stato. In
seguito si unì al padre biologico di Jamie, Garrett Randall, per
incoraggiare Jamie a lavorare contro i Dutton.
James Dutton (II)
Qualche tempo dopo che Christina
aveva concluso la sua relazione con Jamie, diede alla luce un
bambino. Durante la quinta stagione della serie, viene rivelato che
il bambino è stato chiamato come suo padre, anche se inizialmente
non era chiaro se il suo nome fosse James o Jamie. Verso la fine
della quinta stagione, è stato finalmente rivelato che il suo nome
è James.
Beth Dutton
Unica figlia di John Dutton, Beth
(Kelly
Reilly) ha la reputazione di essere implacabile e
spietata, sia negli affari che nella vita privata. Ciononostante,
Beth ha un lato segreto più tenero, che si rivela solo nella sua
incrollabile dedizione a suo padre e nel suo amore pluridecennale
per suo marito Rip. Beth è lo squalo aziendale della famiglia, che
si scontra con interessi commerciali che minacciano la terra dei
Dutton, anche se lei stessa non sente alcun legame speciale con il
ranch.
Prova un odio particolare per Jamie,
che le ha causato una sterilizzazione involontaria da adolescente,
e ha giurato di rovinare ogni parvenza di felicità nella sua vita.
Beth ha subito creduto che Jamie fosse dietro la morte del padre
nella quinta stagione e ha iniziato a lavorare per vendicarsi.
Rip Wheeler
Il braccio destro di lunga data di
John Dutton, Rip (Cole Hauser) è arrivato al ranch Dutton di
Yellowstone da adolescente ribelle. In fuga dopo aver ucciso l’uomo
che aveva assassinato la sua famiglia, Rip fu preso sotto l’ala di
John e divenne fortemente devoto a lui, accettando anche i lavori
più sgradevoli e segreti. Forse l’unica competizione con John per
la lealtà di Rip è la sua devozione a Beth. Anche se si sono
innamorati da adolescenti, ci sono voluti decenni prima che
avessero una vera relazione, combattendo contro i loro demoni
comuni e alla fine sposandosi.
Kayce Dutton
Il più giovane dei fratelli Dutton,
l’ex Navy SEAL Kayce (Luke Grimes) ha ereditato il temperamento
focoso della sua famiglia. Aveva un rapporto conflittuale con suo
padre, John, anche se condividevano l’amore per l’allevamento e la
terra. Sono stati separati per molti anni, in parte a causa della
relazione di Kayce con sua moglie Monica e della sua decisione di
non lasciare che suo figlio Tate si avvicinasse al resto della
famiglia. Sebbene sia tornato nella famiglia Dutton, Kayce non si
sente a suo agio nella sua posizione, dubitando di poter mantenere
il ranch e il proprio matrimonio.
Monica Dutton
Indipendente e attenta alla
giustizia, Monica (Kelsey Asbille) non è mai una che si tira
indietro di fronte a ciò che ritiene giusto, anche se questo
significa andare controcorrente. Cresciuta nella riserva di Broken
Rock, Monica ha lavorato come insegnante sia nella riserva che
all’università statale. Spesso diffida della famiglia Dutton, che
considera un’influenza potenzialmente pericolosa per lei e per il
figlio di Kayce, Tate. Nella quinta stagione della serie, ha perso
il figlio non ancora nato in un incidente d’auto mentre andava in
ospedale per partorire.
Tate Dutton
Figlio di Kayce e Monica,
l’entusiasta Tate (Brecken Merrill) ha meno esitazioni dei suoi
genitori riguardo ai parenti Dutton. Sebbene abbia subito un trauma
a causa del suo legame con la famiglia, essendo stato rapito a
causa loro, sembra comunque amare il ranch e soprattutto i cavalli.
Andava d’accordo con suo nonno, John, che vedeva in Tate il futuro
del ranch.
Heretic, al cinema
dal 27 febbraio con Eagle Pictures, segna il
debutto ufficiale di Hugh
Grant nell’horror, un genere che sembra sposarsi alla
perfezione con la sua consueta sfacciataggine che, ormai lo abbiamo
capito, è capace di declinare ben oltre le faccette corrucciate
nelle commedie romantiche. Heretic beneficia prima di tutto di una
raffinata interpretazione dell’attore britannico, che ne
costituisce la principale ragione del successo, sulla scia del
quale arriva da noi in Italia. Un thriller psicologico inquietante
e verboso con una svolta horror, Heretic è diretto da Scott Beck e
Bryan Woods, gli stessi di A Quiet Place.
La storia di Heretic
La trama ruota attorno a
due giovani missionarie mormoni, interpretate da Sophie Thatcher e
Chloe East, che durante la loro attività porta a porta si imbattono
in Mr. Reed, un uomo enigmatico e affabile interpretato da Grant.
Reed le accoglie con un’insolita ospitalità, invitandole a entrare
nella sua casa remota e architettonicamente bizzarra, dove si
dipana un gioco dialettico sulla fede, il dubbio e la
manipolazione. Quella che inizia come una discussione teologica si
trasforma rapidamente in un’esperienza claustrofobica e minacciosa,
mettendo alla prova non solo le convinzioni religiose delle due
giovani donne, ma anche il loro istinto di sopravvivenza.
Grant regala
un’interpretazione magnetica e sinistra, mescolando il suo consueto
charme britannico con un’inquietante insistenza filosofica. Il suo
Mr. Reed è un uomo colto e vanitoso, con un’inquietante ossessione
per la religione e il potere della credenza. Con il suo tipico
sorriso malizioso e lo sguardo allusivo, Grant conferisce al
personaggio una profondità che va oltre il semplice antagonista: è
un uomo che si nutre delle incertezze altrui, un predatore
psicologico che utilizza la logica e la retorica come armi
letali.
Le giovani protagoniste,
in particolare Chloe East nei panni della ingenua Sister Paxton,
sono perfettamente in sintonia con l’atmosfera di crescente
tensione del film. Sister
Paxton, con la sua ingenuità e il suo fervore religioso, è il
perfetto contrappunto all’arguta e più disillusa Sister Barnes
(Sophie Thatcher). La loro dinamica è costruita con sottigliezza e
realismo, permettendo al film di esplorare in modo convincente la
vulnerabilità della fede di fronte alla manipolazione.
Uno stimolo
intellettuale e primordiale
Uno degli elementi più
affascinanti di Heretic è la sua capacità di fondere orrore e
filosofia in un thriller che stimola sia l’istinto primordiale
della paura che la riflessione intellettuale. Il film si
interroga sulle fondamenta della fede e sulla facilità con cui
l’essere umano può essere condotto a credere in qualcosa sulla base
di una narrazione persuasiva. Mr. Reed mette costantemente in
discussione le certezze delle due protagoniste, portandole a
dubitare non solo della loro missione, ma anche della realtà
stessa. Un gioco di potere sottile e perverso.
Dal punto di vista
tecnico, il film si fregia della preziosa fotografia di
Chung-hoon Chung (“Oldboy”, “The Handmaiden”), che
trasforma l’interno della casa di Mr. Reed in un labirinto di
angoli bui e ombre minacciose. La regia di Beck e Woods è serrata,
con inquadrature ravvicinate che enfatizzano la crescente
claustrofobia della narrazione. Il loro uso del sonoro è
altrettanto efficace: il ticchettio di un orologio, il crepitio di
un pavimento di legno, il suono soffocato della torta ai mirtilli
che cuoce in forno diventano strumenti di tensione crescente.
Se però la prima metà è
costruita magistralmente con un ritmo implacabile, la seconda parte
perde un po’ della sua potenza quando la tensione psicologica deve
necessariamente sfociare in un’azione più concreta, svelando il
mistero. Alcune scelte narrative nell’atto finale possono apparire
forzate o meno incisive rispetto alla premessa iniziale, ma non
abbastanza da compromettere il film nel suo insieme.
Heretic è un horror avvincente e una
riflessione sulla fede, il dubbio e il bisogno umano di trovare
risposte nell’ignoto. Con una sceneggiatura intelligente, una regia
coinvolgente e una performance di Hugh Grant tra le migliori della
sua carriera recente, il film si distingue come uno dei
thriller psicologici più intriganti dell’anno.
Bridget Jones è
tornata.
Ma questa volta, l’eroina goffa e irresistibile che ha fatto
innamorare generazioni di spettatori è cambiata, e con lei anche la
sua storia. Bridget
Jones: Un amore di ragazzo,
quarto capitolo della saga con Renée
Zellweger,
segna una svolta più matura e riflessiva rispetto ai film
precedenti, affrontando temi di perdita, crescita e nuove
opportunità con un tono più intimo e profondo. Il miglior sequel
del franchise senza ombra di dubbio.
Diretto da
Michael Morris (To
Leslie, Better Call
Saul),
il film riprende la vita di Bridget dopo una tragedia inaspettata:
la morte del suo grande amore, Mark Darcy (Colin
Firth),
avvenuta quattro anni prima durante una missione umanitaria in
Sudan. Ora, Bridget è una madre single, alle prese con la crescita
di Billy (9 anni) e Mabel (4 anni), mentre cerca di ritrovare un
equilibrio tra famiglia, lavoro e – su pressione della sua
inseparabile “Famiglia Urbana” – una vita sentimentale che sembra
sempre più difficile da ricostruire.
Se nei capitoli precedenti Bridget era la regina delle disavventure
romantiche, qui la ritroviamo più consapevole e presente a sé
stessa. Non è più solo la single impacciata che inciampa nelle
proprie insicurezze, ma una donna che ha attraversato il dolore e
sta imparando a rimettersi in gioco. Non mancano quindi le
situazioni imbarazzanti, marchi di fabbrica del personaggio, ma il
cuore della storia è diverso: meno frivolo, più emotivo.
La nuova vita (e gli
amori) di Bridget Jones
Oltre al supporto dei
suoi amici storici – Shazzer, Jude, Tom e la collega Miranda – e
alla presenza sempre pungente della madre (Gemma
Jones) e della ginecologa Dr. Rawlings (Emma
Thompson, guru meravigliosa e insostituibile,
che ha esordito nel terzo film), Bridget si trova divisa tra due
uomini. Da un lato, il giovane e affascinante ragazzo conosciuto su
un’app di incontri (Leo
Woodall, rivelazione di The White
Lotus), che le offre leggerezza e passione, ma anche una
differenza d’età importante, che grava sulla proiezione futura di
una vita insieme. Dall’altro, il severo e razionale professore di
scienze di suo figlio, interpretato da Chiwetel
Ejiofor, che rappresenta una presenza stabile ma anche
una sfida emotiva per la protagonista, oltre a essere una figura
molto legata al suo primogenito che lei non vorrebbe mai
compromettere.
E poi c’è Daniel Cleaver.
Il ritorno di Hugh
Grant,
dopo l’assenza nel terzo capitolo, è una delle sorprese più
riuscite del film. Il suo personaggio, sempre cinico e seducente,
mostra inaspettati momenti di tenerezza, in una dinamica che non è
più solo quella dello storico “stronzo affascinante”, ma di
qualcuno che, come Bridget, è cambiato con il tempo. Il loro
rapporto è uno degli elementi di maggiore piacere dell’intero
film.
Una storia di
rinascita
Il merito della
sceneggiatura – scritta da Helen Fielding con il contributo di Abi
Morgan e Dan Mazer – è quello di saper dosare il classico umorismo
della saga con una riflessione più ampia sulla crescita e sulle
seconde possibilità. Se Bridget Jones’s Baby aveva
cercato di portare avanti la storia del personaggio facendo leva
sulla “fretta biologica” di avere un figlio, questo nuovo capitolo
sceglie la strada opposta: affronta il passare del tempo con
delicatezza e intelligenza, mettendo al centro il tema della
resilienza.
La regia di Michael
Morris si distingue per un tocco più intimo e meno patinato
rispetto ai precedenti film, concentrandosi sulle emozioni
autentiche dei personaggi. Le scene con Billy, in particolare, sono
tra le più toccanti: il rapporto tra madre e figlio è reso con una
dolcezza che aggiunge profondità al film, mostrando come Bridget
non sia più solo una donna alla ricerca dell’amore, ma ormai una
madre che si preoccupa di proteggere il proprio bambino dal dolore
della perdita e fa quello che può, come tutti. Ancora una volta la
protagonista è specchio di tante imperfette realtà.
Renée Zellweger e il
ritorno di un’icona
Renée
Zellweger, due volte premio Oscar, dimostra ancora una
volta perché Bridget Jones sia il ruolo più iconico della sua
carriera. La sua interpretazione riesce a catturare con naturalezza
tutte le sfumature della protagonista: dalla goffaggine che l’ha
resa celebre alla malinconia di chi ha perso qualcosa di prezioso,
fino alla determinazione di chi non vuole arrendersi alla
solitudine. E sebbene il film sia più riflessivo, non manca lo
spirito ironico che ha reso celebre la saga. Le battute taglienti e
volgari, le situazioni surreali e i momenti di puro imbarazzo sono
ancora lì, ma con una consapevolezza diversa. Bridget non è più la
trentenne che cerca disperatamente l’amore: è una donna che ha
vissuto, che ha sofferto, ma che sa ancora lasciarsi sorprendere
dalla vita.
Il film non si limita a riproporre la solita commedia romantica, ma
racconta la crescita di una donna che ha fatto ridere e commuovere
milioni di spettatori, adattandola alla realtà di chi, nel
frattempo, è cresciuto con lei.
L’arte della gioia
è l’audace adattamento televisivo del romanzo postumo di
Goliarda Sapienza. Con la regia di
Valeria Golino (Euforia,Miele)
e una sceneggiatura realizzata in collaborazione con Luca
Infascelli, Francesca Marciano, Valia Santella e
Stefano Sardo, il drama si fa portavoce di
un’epoca in cui le convenzioni venivano messe a nudo. Tecla
Insolia, nel ruolo di Modesta, incarna una giovane donna
spregiudicata, sensuale e coraggiosa, la cui figura trasgressiva
scuote i pilastri di un’Italia ancora legata a vecchie regole.
L’arte della gioia rappresenta
dunque anche una riscoperta del romanzo omonimo, scritto dalla
siciliana Goliarda Sapienza e completato nel 1976,
per essere pubblicato integralmente solo nel 1998, dopo la morte
dell’autrice.
Presentata in anteprima mondiale
alla 77ª edizione del Festival di
Cannes nel 2024, in occasione del centenario della scrittrice,
la produzione coinvolge attrici del calibro di Valeria Bruni Tedeschi, Jasmine Trinca e un nutrito cast di
interpreti. Tra loro Guido Caprino, Alma Noce, Giovanni
Bagnasco e Giuseppe Spata.
La trama di L’arte della
gioia
Modesta nasce il 1° gennaio 1990 in
Sicilia, in una terra segnata dalla povertà. Fin da piccola, il suo
spirito si distingue per una curiosità inarrestabile e un desiderio
profondo di amore e libertà, qualità che la spingono a sfidare i
limiti imposti da una società patriarcale e rigida. Un tragico
evento familiare segna l’inizio di un percorso difficile e
trasformativo.
Privata dell’affetto, la giovane
trova rifugio in un convento, dove il sostegno della comunità
religiosa le offre un barlume di speranza e stabilità. In questo
ambiente, il suo ingegno e la determinazione non passano
inosservati: la Madre Superiora Leonora (Jasmine Trinca), si
accorge del potenziale nascosto in Modesta e decide di prenderla
sotto la sua ala, guidandola lungo un percorso di crescita e
apprendimento che le permetterà di confrontarsi con le sfide della
vita in modo consapevole.
Il destino la porta successivamente
a varcare la soglia della sontuosa villa della Principessa Gaia
Brandiforti (Valeria Bruni Tedeschi). In questo
contesto di potere e rigide convenzioni sociali, Modesta riesce a
ritagliarsi uno spazio sempre più importante, dimostrando la sua
capacità di navigare con astuzia tra le dinamiche di un ambiente
elitario. La sua evoluzione non è solo esteriore: attraversa un
profondo percorso di maturazione personale e sessuale, che la porta
a esplorare e superare i limiti tra ciò che è considerato lecito e
ciò che non lo è. Tentando di riaffermare il suo diritto
inalienabile a vivere pienamente.
L’arte della gioia:
l’impalpabile
C’è un che di impalpabile ne
L’arte della gioia. Qualcosa di etereo, che sfugge
allo sguardo e alla comprensione. Lo si avverte immediatamente. A
partire da quella inquadratura in cui, all’interno del “primo atto”
della serie, Modesta cerca di afferrare Dio sfiorando il fascio di
luce che, attraverso la finestra, filtra nella sua stanza; e nel
farlo esce dal campo.
L’immagine, sembra suggerire fin da
subito Golino, non è forse in grado di contenere il racconto nella
sua interezza. Perché al di là di quanto è possibile intravedere
tra le pieghe di una narrazione che sceglie di alternare linearità
e rimosso, c’è un mondo quasi invisibile fatto di fuori campo e
segreti. Un “al di fuori” che, almeno inizialmente, preserva anche
la dimensione carnale della storia. Non per timore di mostrarla,
bensì per caricare l’erotismo di cui si fanno portavoce gesti e
gemiti che aleggiano nel convento come spettri. Avvicendandosi alla
violenza che, anch’essa di soppiatto, brucia con la medesima
intensità delle fiamme che distruggono la casa d’infanzia di
Modesta – prigione di abusi e umiliazioni che, alla stregua di
mitologiche creature, sembrano tuttavia risorgere dalle ceneri
della memoria.
Forze della natura
Abile nel dosare alcune soluzioni
sorrentiniane a intrighi e suggestioni di di matrice esterofila
(pensiamo alle atmosfere de Il
racconto dell’ancella e all’organizzazione delle Bene
Gesserit nell’universo di Dune: Prophecy), la regista semina nel
racconto il germe di una oscurità latente che assume però i
contorni di un desiderio di sopravvivenza e di una diversità
intrinseca. Nonché di una convinta affermazione di non appartenenza
a un mondo che frustra la passione di Modesta imponendole la gabbia
del dogma, dell’abito e del ruolo.
A prevalere è tuttavia la dimensione
privata di una storia che, lacerata da rotture della quarta parete
e ricordi, sfuma i contorni della vita della protagonista con
quelli delle indomabili forze della natura. Fino a confonderli
nella distesa d’acqua azzurra che, agognata fin dall’infanzia,
colma lo sguardo libero di una donna che è come il mare.
Inafferrabile e incontenibile.
La serie antologica dark comedy di
Mike White, The
White Lotus, è tornata per la sua trionfale
terza stagione all’inizio del 2025 ed è già stata rinnovata per
una quarta stagione. In onda dal 2021, ogni stagione della serie è
ambientata in una delle località della catena di resort che dà il
titolo alla serie, con panorami meravigliosi ed esotici che fanno
da sfondo alla trama. La parte davvero importante sono i personaggi
che trascorrono le vacanze nel resort e i dipendenti che vi
lavorano, le cui vite complicate (e talvolta anche il loro sangue)
vengono messe a nudo davanti a tutti in colpi di scena sempre più
scioccanti.
La terza stagione trasferisce
l’antologia in Thailandia e presenta un nuovo gruppo di viaggiatori
disparati, ognuno con le proprie storie oscure da raccontare.
Inoltre, il cast di The White Lotus diventa sempre
più stellato con ogni stagione che passa, come dimostrano i nomi di
prim’ordine presenti nella terza stagione. Con una serie di premi
al suo attivo e un pubblico enorme su Max, sembra che The White
Lotus sia destinato a rimanere in onda ancora per molto tempo.
A dimostrazione della fiducia della rete nella creazione di Mike
White, Max ha rapidamente rinnovato la serie per una quarta
stagione.
Ultime notizie su The White
Lotus – stagione 4
Rivelata la location della
stagione 4
Con la terza stagione conclusa, le
ultime notizie arrivano sotto forma di un indizio sulla location
della quarta stagione di The White Lotus. Senza confermare
apertamente un’ambientazione precisa, il creatore della serie Mike
White ha anticipato che la quarta stagione si allontanerà da ciò
che si è visto nelle puntate precedenti. “Voglio allontanarmi
un po’ dalle onde che si infrangono sulle rocce”, ha detto
White, suggerendo che la prossima volta non ci sarà una
location sul mare. Questo non restringe molto il campo, ma apre la
porta a nuove idee.
Una location innevata è stata in
gran parte esclusa negli aggiornamenti precedenti, ma sono
sempre possibili luoghi più aridi. Il turismo è un business davvero
internazionale e la catena di resort White Lotus potrebbe essere
presente in ogni parte del mondo. Tuttavia, i commenti di White
sono interessanti perché collega l’oceano al simbolismo delle varie
stagioni.
Leggi qui i commenti completi di
Mike White:
“Per la quarta stagione, vorrei
allontanarmi un po’ dalle onde che si infrangono sulle rocce, ma
c’è sempre spazio per altri omicidi negli hotel White
Lotus”.
La quarta stagione di The
White Lotus è confermata
Con una mossa che non ha
sorpreso quasi nessuno,Max ha deciso di rinnovare The White
Lotus per una quarta stagionecirca un mese prima della
premiere della terza stagione. Sebbenei rinnovi
anticipati siano ancora eccezionalmente rari nell’era dello
streaming, la popolarità travolgente e il successo di
critica di The White Lotus lo rendono una delle grandi eccezioni
alla regola. Non è chiaro il motivo esatto per cui Max abbia deciso
di annunciare il rinnovo così presto, ma potrebbe contribuire ad
attirare un pubblico ancora più vasto alla terza stagione, dato che
ora è garantito che ci sarà almeno un altro episodio.
Non è certo se la quarta
stagione arriverà nel 2026 o più tardi.
Per quanto riguarda la data in
cui gli spettatori potranno effettivamente vedere la quarta
stagione sul piccolo schermo, è difficile da prevedere. La prima e
la seconda stagione sono state trasmesse a cadenza annuale (nel
2021 e nel 2022), maci sono voluti più di due anni
perché la terza stagione vedesse la luce. Sebbene gran
parte di questo ritardo possa essere attribuitoagli
scioperi di Hollywood del 2023che hanno paralizzato
l’industria per gran parte dell’anno, ci è voluto comunque più di
un anno dopo la risoluzione degli scioperi per tornare alla
normalità. Detto questo, non è certo se la quarta stagione arriverà
nel 2026 o più tardi.
The White Lotus stagione 3 è
stata trasmessa per la prima volta il 16 febbraio 2025.
Dettagli sulla trama della
quarta stagione di The White Lotus
Sebbenesia
impossibile indovinare esattamente cosa succederà nella quarta
stagione di The White Lotus, è possibile fare delle
ipotesi sui temi della stagione. Una delle cose che rende la serie
così brillante è che mette senza pietà alla berlina le questioni di
classe, dando però a ogni personaggio il giusto peso. A differenza
di altre serie e film che distruggono i ricchi, The White Lotus li
infonde di un’umanità con cui è facile identificarsi, aggiungendo
così un livello di interesse in più. Poiché ogni stagione esplora
essenzialmente idee simili, ci si aspetta che anche la quarta
stagione faccia lo stesso.
qualcuno o addirittura un
gruppo di persone non tornerà vivo dalla vacanza.
L’ambientazione della quarta
stagione sarà fondamentale per spiegare cosa succederà,
poiché spesso è proprio il contesto a determinare il tipo di
vacanzieri che soggiornano in quella località del White Lotus.
Indipendentemente dai dettagli, qualcuno o addirittura un gruppo di
persone non tornerà vivo dalla vacanza. Questo colpo di scena
aggiunge un ulteriore livello di intrigo alla commedia dark, eThe White Lotusnon ha paura di uccidere nessuno
dei personaggi della stagione.
Nella terza
stagione, Reacher elabora un piano complicato per
infiltrarsi nell’operazione di Beck, sospetto
trafficante di droga, che diventa tanto più complesso quanto più si
approfondisce. La terza stagione adatta Persuader, il
settimo romanzo della serie dell’autore Lee
Child e la storia inizia seriamente
quando Reacher (Alan
Ritchson) scorge per strada un vecchio nemico che pensava
di aver ucciso anni prima, il che porta alcuni agenti della DEA a
reclutarlo per una pericolosa missione sotto copertura che
coinvolge l’importatore di tappeti Zack
Beck (Anthony Michael Hall).
La première della terza stagione
di Reacher si apre dunque con il
protagonista che salva il figlio di
Beck, Richard (Johnny
Berchtold), da un tentativo di rapimento e si ritrova
nella proprietà di Beck. I primi tre episodi rimangono fedeli al
romanzo, dove il protagonista deve improvvisare e superare i suoi
nuovi datori di lavoro mentre il piano affrettato che ha ideato con
l’agente della DEA Duffy (Sonya
Cassidy) si dipana lentamente intorno a loro. L’obiettivo
è dunque quello di infiltrarsi negli affari di Beck è però in
contrasto con quello di Duffy: lei vuole salvare un’informatrice
scomparsa, mentre Reacher vuole solo
uccidere Quinn (Brian
Tee) una volta per tutte.
Come Reacher e gli agenti della DEA
hanno inscenato il tentativo di rapimento del figlio di Beck
Il rapimento che apre la terza
stagione di Reacher è tratto
direttamente da Persuader: l’antieroe di Ritchson
“salva” Richard da un rapimento e lo riporta da Beck. I fan della
serie potrebbero subito sospettare che ci sia qualcosa di strano,
come la probabilità che Reacher si imbatta in un rapimento e porti
con sé una grossa magnum. Questo perché il rapimento di Richard era
in realtà un elaborato stratagemma per far entrare il protagonista
nella villa di Beck, e l’episodio racconta di come Reacher, Duffy e
gli altri agenti della DEA abbiano organizzato il rapimento passo
dopo passo.
Reacher deve sparare sia con
munizioni vere che a salve, con cartucce per simulare gli spari.
Devono simulare la morte della guardia del corpo di Richard
lanciando una granata nella sua auto, che in realtà è una flashbang
progettata per stordire. Reacher è anche consapevole di dover
eliminare l’opzione di portare Richard alla polizia, quindi fa
credere di aver ucciso un poliziotto per sbaglio durante la
sparatoria; in realtà, l’agente della
DEA Villanueva (Roberto
Montesinos) è stato imbottito di squibs per simulare
questo effetto.
In sostanza, si tratta di un piano
folle che non accadrebbe mai nella realtà, ma che è in qualche modo
accettabile in questo contesto. La cosa funziona anche a loro
favore: Beck è talmente grato a Reacher da offrirgli un lavoro e
una nuova casa. Tuttavia, proprio come pensava Reacher, c’erano
delle falle nel piano a cui non avevano pensato, che causano grossi
problemi negli episodi successivi.
La verità sulla missione sotto
copertura
L’agente Duffy è l’ultimo interesse
amoroso di Reacher ed è lei che lo recluta per andare sotto
copertura con Beck. Come per Reacher, anche per lei la missione è
personale. Ha infatti inviato un’informatrice confidenziale di
nome Teresa sotto copertura all’interno
dell’operazione di Beck, che poi è scomparsa. Sebbene l’operazione
sia finalizzata a distruggere Beck e il suo misterioso datore di
lavoro, l’obiettivo principale di Duffy è salvare Teresa. Proprio
come in Persuader, la terza stagione svelerà questo
mistero. Reacher trova l’orecchino di Teresa in una cella del
complesso di Beck, a riprova della sua presenza, ma non sa se sia
viva o morta.
Reacher vuole invece trovare Quinn e
ucciderlo una volta per tutte. Quinn faceva parte dei servizi
segreti militari durante il periodo in cui Reacher lavorava con i
110° Investigatori Speciali ed era sospettato di aver venduto
informazioni riservate; Reacher reclutò una giovane e brillante
sergente di nome Kohl (Mariah
Robinson) per indagare sul caso insieme a lui. I due
stringono una stretta amicizia lavorando insieme e alla fine
Reacher la incarica di arrestare Quinn.
Tragicamente, Quinn ha però la
meglio e Reacher scopre in seguito il corpo gravemente mutilato di
Kohl nella casa di Quinn. Nel libro, questo lo porta a rintracciare
Quinn e a sparargli in testa, cosa a cui l’agente disonesto riesce
però a sopravvivere. Il terzo episodio della terza stagione,
“Numero 2 con una pallottola”, ha confermato che Quinn è
il capo di Beck e che in precedenza aveva fatto rapire, torturare e
tagliare l’orecchio a suo figlio Richard in un gioco di potere per
impadronirsi degli affari di Beck.
Come Reacher copre i suoi omicidi e
prende il posto di Duke
Nel secondo e terzo episodio della
terza stagione di Reacher, il personaggio
diventa quindi un tirapiedi di Beck. Gli vengono affidati vari
compiti noiosi, come guidare un camion o scortare il figlio di Beck
in città, ma il capo della sicurezza di
Beck, Duke (Donald
Sales), che in realtà lavora per Quinn, tiene Reacher
fuori dal giro degli affari interni. Reacher decide che, per
portare a termine la sua missione, deve dunque prendere il posto di
Duke come capo della sicurezza di Beck.
Prima di arrivare a questo punto, il
secondo episodio “Truckin‘” vede Reacher in coppia con un
criminale soprannominato Angel
Doll (Manuel Rodriguez-Saenz) per
identificare il camion guidato dal presunto rapitore. Beck sospetta
che il tentativo di rapimento provenga da una banda rivale, quindi
Angel Doll e Duke indagano su questa possibilità. Purtroppo Reacher
non è l’attore più convincente, quindi quando Angel Doll ispeziona
il veicolo distrutto, nota dei buchi nella storia di Reacher.
Quando affronta l’antieroe di Ritchson alla fine dell’episodio,
Reacher decide che sarebbe più facile uccidere Angel Doll per
eliminarlo come minaccia.
L’episodio 3 prevede che il
protagonista esca di nascosto dal complesso di Beck per ripulire il
casino che ha fatto con Angel Doll, solo che lui e Duffy vengono
attaccati da due camionisti che si imbattono nella scena. Dopo aver
ucciso anche loro, Reacher e Duffy nascondono i loro corpi in
container vuoti, mentre Duffy entra nelle e-mail di Angel Doll per
rintracciare le sue attività precedenti. Le fa poi inviare
un’e-mail da Angel Doll a Duke, affermando di sapere dove si
nascondono i rapitori.
Si tratta di una trappola tesa dal
protagonista per mettere alle strette Duke e, una volta entrati,
punta la pistola contro il capo della sicurezza di Beck. Duke si
rifiuta di spifferare tutto e sostiene che egli è uno sprovveduto,
dato che aveva avuto l’impressione che lui sia della DEA. Reacher
lo uccide con un colpo alla testa. Poi spara alla casa per
convincere Beck che è appena avvenuto un furioso scontro a fuoco,
prima di farla saltare in aria per eliminare tutte le prove.
Consegna poi anche la pistola di Angel Doll a Beck, che ritiene che
il primo lo abbia venduto a una banda rivale.
Reacher diventa il braccio destro
di Beck
La rapida scalata di Reacher
all’interno dell’operazione di Beck è fenomenale, ma è molto
mirata. Con Duke
e Paulie (Olivier
Richters) che sospettano profondamente di lui e il tempo
potenzialmente a disposizione di Teresa che sta per scadere, ha
bisogno di conoscere rapidamente i dettagli dell’operazione di
Beck. L’unico modo per farlo è togliere di mezzo Duke e, poiché
Beck è a corto di uomini, Reacher è l’unica vera scelta per
sostituirlo.
La morte di Duke assicura quindi al
protagonista la promozione che cercava, e nei prossimi episodi si
vedrà come si comporterà in questo ruolo. Non ha ancora incontrato
Quinn, ma dato che quest’ultimo è sopravvissuto a malapena a un
colpo alla testa, è possibile che non ricordi nulla del suo nemico.
In ogni caso, con l’inevitabile scontro tra Reacher e Paulie
all’orizzonte, le cose potrebbero farsi più intense nella serie di
Amazon.g
Jack Reacher è tornato, duro e
carico di umorismo come al solito. La terza stagione di
Reacher, basata sul settimo romanzo della saga di
Lee Child, Persuader (in Italia
noto come La vittima designata), riporta in primo piano
l’azione intensa, l’intrigo investigativo ma anche il forte
umorismo che hanno reso tanto amate anche la
Stagione 1 e la
Stagione 2. Alan
Ritchson torna dunque a vestire i panni dell’ex
maggiore della polizia militare con una performance che unisce
forza fisica e introspezione, consolidando ulteriormente la sua
interpretazione del personaggio.
La nuova stagione, però, introduce
anche significative novità, a partire da un maggior legame con il
passato di Jack Reacher, qui incarnato da uno dei nemici più
celebri del personaggio. Si costruisce così una stagione che
ragiona in modo approfondito sui traumi irrisolti del passato ma
anche sulla genitorialità, con Reacher che diventa sempre più una
figura da mentore. Il risultato, dunque, è un altro convincente
tassello nella narrazione seriale che Prime Video sta costruendo dell’eroe di
Child.
La trama di Reacher –
Stagione 3
La trama di questa terza stagione si
sviluppa attorno a un’operazione sotto copertura orchestrata dalla
DEA, in cui Reacher si infiltra nella vita di Zachary
Beck (Anthony Michael Hall), un
imprenditore sospettato di traffico di droga. Beck gestisce infatti
un’azienda di importazione di tappeti che funge da copertura per
attività illecite. Reacher gli si avvicina grazie ad un inganno che
ha coinvolto il figlio Richard e da lì entra a far parte del suo
team di protettori. La missione si complica però ulteriormente
quando Reacher scopre che dietro le attività di Beck si cela un
nemico del suo passato, ritenuto morto, che riemerge con intenzioni
vendicative.
Quando ritroviamo Reacher in questa
terza stagione è come sempre in movimento da un luogo ad un altro.
Eterno vagabondo, egli non può però fare a meno di attirare i guai,
anche se il suo coinvolgimento in essi significa avere la certezza
che la persona giusta è sul luogo per risolverli. Questa volta,
però, Reacher deve giocare ancor di più d’astuzia, guadagnandosi la
fiducia dei cattivi per un’operazione quanto mai delicata. Una
situazione accentuata dal ritmo serrato, dal continuo alternarsi di
momenti di tensione e sequenze d’azione coreografate fino
all’ultimo dettaglio.
Sebbene sia infatti una stagione che
punta prevalentemente sul Reacher investigatore che non su quello
del super soldato, le due cose sono in fin dei conti inscindibili
ed ecco dunque che anche la terza stagione si dota di grandi
esplosioni di violenza, colpi di scena e combattimenti attesi sin
dal primo episodio. Su tutti, quello con il mastodontico
Paulie (interpretato da Olivier
Richters). La resa dei conti tra loro culmina infatti in
una sequenza di combattimento di circa 14 minuti, girata con grande
realismo e intensità.
Momenti come questi consentono a
questa terza stagione di garantirsi quel tasso di adrenalina che ha
conquistato sin da subito gli spettatori e continua a tenerli
interessati a questa serie. Ma Reacher non è solo
botte da orbi, come si diceva, con sceneggiatura firmata da
Nick Santora che accompagna adeguatamente gli
spettatori attraverso l’indagine del protagonista, fornendo indizi,
tracce e prove a partire dalle quali si è attivamente chiamati a
cercare di risolvere il mistero insieme al protagonista. Ancora una
volta, dunque, Reacher dimostra di sapere come far
sentire coinvolto il suo pubblico.
Una terza stagione che riconferma
il valore della serie
La stagione si distingue però anche
per l’approfondimento dei personaggi secondari. Frances
Neagley, interpretata da Maria Sten,
assume infatti un ruolo più centrale, tornando a ricoprire il suo
ruolo di confidente e alleata di Reacher, ma trovando spazio anche
per una sua maggiore caratterizzazione psicologica. La sua
presenza, non prevista nel romanzo originale, è infatti stata
introdotta per offrire un contrappunto alle riflessioni interiori
del protagonista, rendendo più dinamica la narrazione. Anche
Sonya Cassidy, nel ruolo dell’agente della DEA
Susan Duffy, contribuisce a delineare un quadro più complesso delle
forze in gioco, sostenendo anche l’elemento romantico di questa
stagione.
Loro due, ma anche gli altri
co-protagonisti di questa stagione, permettono dunque con il loro
contributo di far spiccare ulteriormente Alan
Ritchson nei panni di Reacher. Ormai sempre più padrone
del ruolo, dei suoi temi, della sua comicità ma anche della sua
presenza scenica, l’attore si conferma come l’interprete giusto per
il ruolo, divenendo ormai a tutti gli effetti uno degli elementi
per cui vale la pena di seguire la serie. Con una
quarta stagione già confermata, la terza di
Reacher rappresenta dunque un ulteriore passo
avanti, recuperando l’efficacia narrativa e l’intensità emotiva che
avevano caratterizzato le precedenti due.
La serie d’azione di Prime VideoReacherè uno dei successi più esplosivi della TV e ora è
stata rinnovata per una quarta stagione in arrivo. In uscita nel
2022 (basata sulla serie di romanzi di Lee Child), Reacher
segue il personaggio principale, un ex ufficiale militare che ora
vive una vita nomade, che spesso si ritrova a combattere pericolose
organizzazioni criminali e a svelare complotti mortali in tutti gli
Stati Uniti. I libri di Child offrono una ricchezza di storie
emozionanti di Jack Reacher da esplorare, ed è chiaro che la serie
originale di Amazon Prime Video ha fatto centro con Alan Ritchson
nel ruolo dell’eroe omonimo.
La terza stagione adatta il libro di
Child Persuader e vede il gigante geniale alle prese con
un’organizzazione criminale. Mentre cerca di smantellare la banda
malvagia, Reacher si fa strada a pugni tra una serie di scagnozzi e
scopre segreti che vanno ben oltre la semplice attività criminale.
Con una serie di avventure tipiche di Reacher ancora da adattare,
il colosso Prime Video potrebbe continuare a imperversare per
diverse altre stagioni, e la piattaforma di streaming ha già
ordinato la quarta stagione. Questo rinnovo anticipato è un buon
segno che Jack Reacher tornerà con casi ancora più emozionanti nei
prossimi anni.
Ultime notizie suReacher
– Stagione 4
Lee Child offre un aggiornamento
sulla produzione
A poche settimane dal debutto della
terza stagione, le ultime notizie confermano
quando inizieranno le riprese della quarta stagione di
Reacher. L’aggiornamento arriva direttamente da Lee
Child, che ha parlato apertamente della timeline di Reacher
per il 2025. “Le riprese inizieranno in estate”, ha detto
Child, dopo aver rivelato che le sceneggiature sono già state
scritte. Con le riprese previste per l’estate, è probabile che la
serie tornerà all’inizio del 2026.
La quarta stagione di Reacher è
confermata
Prime Video rinnova Reacher in
anticipo
Con la notizia diffusa diversi mesi
prima della premiere della terza stagione, nell’ottobre 2024 è
stato confermato che la quarta stagione di Reacher è stata
rinnovata.
La decisione di rinnovare la serie
in anticipo è arrivata senza quasi nessun dettaglio sulla quarta
stagione, ma questo è probabilmente dovuto al desiderio di evitare
spoiler sulla terza stagione. Questa decisione non è insolita per
Reacher, e anche la terza stagione è stata sviluppata in fretta per
sfruttare il grande successo della seconda.
Reacher stagione 3 ha
debuttato il 20 febbraio 2025.
Poiché la serie è stata rinnovata
così presto, è logico che la produzione della quarta stagione
inizierà molto presto. Quando Prime Video ha ordinato in
anticipo la terza stagione, ha permesso che lo sviluppo iniziasse
rapidamente, evitando lunghi ritardi. Con la TV in streaming che è
diventata un appuntamento fisso, si sono aggiunte anche lunghe
attese per alcune delle serie più popolari. Tuttavia,
Reacher è stato piuttosto costante fin dall’inizio e,
sin dal suo debutto, è stato trasmesso quasi ogni anno.
Dettagli sul cast della quarta
stagione di Reacher
Chi affiancherà Jack Reacher
nella sua prossima missione?
Poiché finora ci sono pochissime
informazioni sulla quarta stagione di Reacher, è difficile
prevedere con esattezza chi apparirà nei prossimi episodi. L’unica
certezza è il ritorno di Alan Ritchson nei panni del muscoloso e
brillante eroe Jack Reacher, ruolo che ha catapultato Ritchson allo
status di superstar in poche stagioni. Ogni stagione di
Reacher manda il protagonista in una nuova avventura, il che
richiede un cast quasi completamente nuovo con cui collaborare o
combattere. Tuttavia, senza alcun dettaglio sulla quarta stagione,
non c’è modo di sapere chi sarà.
Oltre a Ritchson nel ruolo del
protagonista, l’unica altra figura ricorrente è stata Maria Sten
nei panni di Frances Neagley. L’ex sergente maggiore
dell’esercito americano ha un forte legame con Reacher e lo ha
aiutato in un modo o nell’altro in tutti e tre i casi che ha
affrontato finora. È molto probabile che Sten torni nei panni di
Neagley, soprattutto con lo spin-off di Reacher in
lavorazione incentrato sul suo personaggio. Il ritorno di altri
personaggi è meno probabile, anche se non del tutto
impossibile.
Dettagli sulla trama della
quarta stagione di Reacher
Il libro della quarta stagione
non è ancora stato annunciato
Anche se la serie TV ha tracciato
una propria strada e si è in qualche modo discostata dai libri,
ogni stagione è stata comunque basata su un singolo romanzo di Lee
Child. Per questo motivo, è quasi impossibile indovinare cosa
succederà nella quarta stagione di Reacher fino a quando non
verrà rivelato il libro. Con oltre due dozzine di libri di
Reacher pubblicati, si può dire con certezza che la serie
potrebbe prendere qualsiasi direzione nella scelta del materiale di
partenza. La stagione 1 è iniziata con The Killing Floor (il
primo libro pubblicato, ma il quinto in ordine cronologico), e le
stagioni successive non hanno seguito alcun schema nella scelta dei
libri.
Ci sono molte speculazioni su quale
libro farà da sfondo alla quarta stagione, ma non sarà chiaro fino
a quando non saranno disponibili maggiori dettagli. Tuttavia,
questo è il bello dell’esclusiva Prime Video, e ogni stagione è
essenzialmente un reset della storia, con il personaggio principale
che salta da una parte all’altra del paese, trovandosi sempre nei
guai. La quarta stagione di Reacher sarà più chiara
una volta conclusa la terza stagione.
Zero Day di Netflix
è finalmente arrivato, ed ecco cosa significa il titolo e cos’è in
realtà un attacco Zero Day. La nuova miniserie con
Robert De Niro è stata ideata da Eric Newman, uno
degli showrunner della serie Narcos, insieme a Noah
Oppenheim e Michael Schmidt. Il thriller politico prende in esame
un attacco informatico che potrebbe benissimo verificarsi nella
vita reale, utilizzando una lente realistica per esaminare come il
mondo reagirebbe a un attacco Zero Day.
Zero Day segue George Mullen,
interpretato da Robert De Niro, un ex presidente
che viene riportato nel mondo della politica dopo che un devastante
attacco informatico provoca innumerevoli morti e instabilità in
tutto il mondo. Mullen viene incaricato di guidare una task force
governativa che lavora per scoprire chi c’è dietro gli attacchi.
Tuttavia, Mullen scopre presto che il complotto Zero Day è molto
più profondo di quanto si pensasse inizialmente.
Zero Day è un tipo specifico di
attacco informatico
Ecco cosa significa realmente il
titolo
La serie NetflixZero Day prende il nome da un termine
reale utilizzato nel campo della sicurezza informatica. Le
vulnerabilità zero-day si verificano quando un software viene
rilasciato al pubblico con un codice che contiene una vulnerabilità
o un exploit di cui il fornitore non è a conoscenza. Se qualcuno
sfrutta questa vulnerabilità del codice prima che il fornitore se
ne accorga, si parla di vulnerabilità zero-day, poiché il fornitore
ha zero giorni per preparare una patch per risolverla.
Quando tutti i pezzi vanno al loro
posto alla fine di Zero Day, diventa chiaro che l’attacco
informatico della serie Netflix non è un vero attacco zero-day.
Tuttavia, l’idea che si tratti di una vulnerabilità zero-day viene
utilizzata in tutta la serie. Inoltre, la serie ricorda
costantemente agli spettatori quanto tempo è passato da Zero
Day, che è il nome dato al giorno dell’attacco nell’universo
della serie.
Zero Day è possibile nella vita
reale?
Sì, ma è improbabile
L’attacco informatico in Zero
Day è più grande di qualsiasi cosa si sia mai vista nella vita
reale, con tutti i sistemi di comunicazione, le reti elettriche e
altro ancora che smettono di funzionare contemporaneamente per un
minuto intero. Ipoteticamente, è possibile che un attacco di questa
portata possa verificarsi nella vita reale, con un potenziale
devastante per il mondo.
Tuttavia, considerando il modo in
cui l’attacco è stato condotto in Zero Day, è improbabile
che un attacco zero-day possa verificarsi prima che qualcuno si
accorga della falla nel codice. Tuttavia, data la complessità dei
sistemi di comunicazione e di alimentazione nel mondo, è
impossibile dire con esattezza di cosa siano capaci gli hacker, il
che significa che l’attacco in Zero Day rappresenta
un rischio reale.
Zero Day è
finalmente arrivato e qui viene spiegato cosa succede alla fine
della miniserie. Zero Day di Netflix è
una delle uscite in streaming più attese del 2025, grazie al cast
stellare e agli impressionanti creatori che lo rendono
incredibilmente degno di nota. Ora che tutti e sei gli episodi
di Zero Day sono stati rilasciati, c’è molto da
analizzare, con il complicato thriller politico che presenta ogni
tipo di colpi di scena. Ecco quindi cosa succede nel finale
di Zero Day, quali questioni lasciate in sospeso dalla
serie e come Zero Day potrebbe collegarsi alla
vita reale.
Zero Day racconta la storia di George Mullen,
interpretato da Robert
De Niro, un ex presidente costretto a lasciare il
pensionamento dopo che un devastante attacco informatico ha
destabilizzato l’intero pianeta. Mullen viene messo a capo della
Commissione Zero Day grazie alla schiacciante popolarità dell’ex
presidente, anche se questa diminuisce man mano che le sue tattiche
diventano sempre più autoritarie nel corso della serie. Alla fine
di Zero Day, Mullen scopre che i cospiratori di
Zero Day sono in realtà funzionari governativi che hanno
messo in atto gli attacchi per raggiungere i propri obiettivi, e
Mullen li smaschera prima di porre fine alla Commissione Zero
Day.
Come è avvenuto l’attacco Zero
Day
È stato portato a termine
tramite le app di Monica Kidder
Quando si sono verificati i primi
attacchi Zero Day, si è pensato che fossero di origine russa, con
frammenti di codice che facevano riferimento a Euromaidan.
Tuttavia, la Zero Day Commission ha poi iniziato a credere che gli
attacchi Zero Day fossero il prodotto di un gruppo estremista di
sinistra con sede negli Stati Uniti, con i riferimenti russi che
non erano altro che depistaggi. A quanto pare, entrambe le piste
erano false, e gli attacchi Zero Day erano in realtà il prodotto di
alcuni dei più ricchi individui degli Stati Uniti e di alcuni dei
più potenti politici del paese.
Monica Kidder è un magnate della
tecnologia nel mondo di Zero Day, e
l’attacco Zero Day è stato il risultato delle sue app.
Si dice che le app di Kidder siano
presenti sull’80% dei telefoni del mondo, con un codice sfruttabile
che permetteva loro di hackerare praticamente tutta la tecnologia
del mondo e di spegnerla per un minuto. Non è mai stato chiarito
come l’app di Kidder sia riuscita a fare tutto questo senza essere
notata, dato che Kidder si è suicidata o è stata uccisa mentre era
in prigione. Tuttavia, questa vulnerabilità finì per essere
incredibilmente pericolosa, causando la morte di molte persone e
provocando una massiccia instabilità globale.
Tutti coloro che sono stati
coinvolti nell’attacco Zero Day: tutti i cospiratori
Nel governo e al di fuori di
esso
All’attacco Zero Day sono stati
coinvolti tutti i tipi di cospiratori, con George Mullen
che ha ammesso verso la fine della serie che la Zero Day Commission
non è neanche lontanamente vicina a trovarli tutti.
Tuttavia, ce ne sono alcuni principali. All’interno del governo,
George Mullen viene informato per la prima volta degli attacchi da
sua figlia, Alexandra Mullen. Alexandra spiega che lei e molti
altri membri del Congresso erano a conoscenza degli attacchi prima
che avvenissero, con Richard Dreyer che diceva loro che
l’instabilità avrebbe portato a una nuova era di forza e unità
americana.
Nel frattempo, anche diverse figure
potenti esterne al governo erano coinvolte. Come già spiegato, sono
state le app di Monica Kidder a rendere possibili gli attacchi,
permettendole di essere utilizzate per hackerare ogni tipo di
tecnologia. Anche il ricco investitore Robert Lyndon ha svolto un
ruolo importante, comunicando con i vari cospiratori e persino
mettendo in corto circuito il mercato prima degli attacchi per
trarre profitto dall’instabilità. Alla fine della serie, George
Mullen nomina diversi altri cospiratori minori, con la trama
di Zero Day che va ben oltre il cast principale
dello show.
Perché George Mullen ha scelto
di non insabbiare la cospirazione
Ha abbandonato il
copione
Alla fine del finale di Zero
Day, George Mullen tiene una conferenza stampa, in cui
condivide le scoperte della Commissione Zero Day. Sebbene Mullen
avesse inizialmente ricevuto il permesso di parlare del ruolo di
Kidder e Lyndon nella cospirazione, si discosta dal copione e
rivela i nomi dei funzionari governativi coinvolti nella
cospirazione. Mullen lo ha fatto per denunciare la corruzione
all’interno del governo, ritenendo che i funzionari eletti
dovrebbero cercare il bene comune e non nascondersi dalle dure
verità. Ispirato dalla decisione di sua figlia di costituirsi,
Mullen ha deciso che anche tutti gli altri dovrebbero affrontare la
giustizia.
Che cosa è successo a Robert
Lyndon?
Il destino di Robert Lyndon è un po’
misterioso alla fine di Zero Day, non si sa esattamente
cosa abbia combinato. In una scena, Robert Lyndon è sul suo
yacht, mentre continua a nascondere gli attacchi di Zero
Day attraverso la comunicazione online. Lì, Lyndon spiega
che si sta preparando a fuggire dal paese, portando con sé la sua
ricchezza e salpando. Probabilmente è quello che è successo dopo la
fine di Zero Day, con Lyndon che ha usato la sua
ricchezza per nascondersi dalle conseguenze e iniziare una nuova
vita.
Cosa succede dopo la fine di
Zero Day
Anche se Zero
Day termina dopo l’episodio 6, la storia è tutt’altro che
finita, poiché il mondo deve ancora riprendersi dall’attacco di
Zero Day. Come dice George Mullen nella sua presentazione, la Zero
Day Commission sta ufficialmente terminando, il che significa che
può tornare in pensione. Tuttavia, afferma anche che il governo è
ben lontano dall’aver concluso le indagini sui cospiratori, con i
cospiratori nominati che vengono accusati e quelli ancora
sconosciuti che sono ancora ricercati.
Inoltre, Mullen spiega anche
che è necessario un solido pacchetto di sicurezza informatica
per garantire che gli attacchi Zero Day non si ripetano
mai più. I tentativi del governo di fermare futuri tentativi di
guerra informatica saranno anche una trama importante che
continuerà dopo la fine di Zero Day. Dopo tutto, c’è
ancora la possibilità di ulteriori attacchi Zero Day dopo i primi
due, il che significa che queste vulnerabilità devono essere
risolte rapidamente.
Zero Day è possibile nella vita
reale?
L’attacco zero day descritto in Zero
Day potrebbe effettivamente verificarsi nella vita reale.
Se tutti i sistemi di comunicazione del mondo venissero interrotti
anche solo per un minuto, molto probabilmente si avrebbero
conseguenze fatali, poiché i sistemi di trasporto e sanitari non
sarebbero in grado di funzionare. Sebbene sia improbabile che il
metodo di hacking descritto in Zero Day possa
essere utilizzato per un attacco di questo tipo, la dipendenza del
mondo dalla tecnologia ci rende vulnerabili a queste minacce
informatiche. Quindi, anche se alcuni elementi possono essere
esagerati, Zero Day funge da monito per un
pericolo reale.
La serie
thriller Scissione
(Severance) di Apple TV+ è
diventata la serie più vista di tutti i tempi sulla piattaforma di
streaming, detronizzando Ted
Lasso. Lo streamer ospita una serie di programmi di vari
generi, molti dei quali hanno ricevuto il plauso della critica. Tra
questi ci sono commedie come Ted
Lasso, commedie poliziesche come Bad
Monkeye altri spettacoli strabilianti come la
serie di fantascienza Dark
Matter. La piattaforma è diventata anche la sede di
molteplici franchise, come dimostra l’imminente Monarch:
Legacy of Monsters – stagione 2, parte del Monsterverse, e
l’espansione di For
All Mankind con uno spinoff, intitolato Star
City.
Sono le serie di fantascienza
come queste ultime due che hanno riscosso il maggior successo
suApple TV+, ottenendo
un alto numero di spettatori e premi per i suoi programmi del
genere. Ad esempio, le stagioni 3 e 4 di Silo sono state confermate dopo l’alto
numero di spettatori sulla piattaforma, incluse le numerose
nomination ai premi per la stagione 1. Altri grandi show di
fantascienza sulla piattaforma includono Fondazione,
basato sulla serie di libri di Isaac Asimov,
e Invasion, che è stato rinnovato per la terza stagione
nonostante le recensioni contrastanti. Tuttavia, uno show si è
dimostrato il thriller di fantascienza di maggior successo
di Apple TV+ e ora è lo
show più popolare di sempre.
Scissione (Severance) è
diventato lo show più visto di sempre su Apple TV+
Secondo un nuovo
rapporto, “Severance”è diventato
il programma televisivo più visto nella storia di Apple
TV+. Il thriller fantascientifico segue un gruppo di
lavoratori della Lumon Industries che si sono volontariamente
sottoposti al processo di “separazione”, separando i loro ricordi
lavorativi da quelli esterni. Tuttavia, le vite interne ed esterne
del protagonista Mark Scout (Adam Scott) iniziano a scontrarsi
quando un amico di lavoro lo visita fuori, il catalizzatore di una
serie di eventi misteriosi che circondano l’azienda. La seconda
stagione di Severance è in corso, con cinque
episodi su dieci rilasciati al momento della stesura.
Ora, Deadline
Hollywood ha confermato
che Severance è la serie più vista di tutti i
tempi su Apple TV+,
superando Ted Lasso in termini di numero di
spettatori. L’affermazione del servizio di streaming è stata
supportata dai dati di Nielsen: la serie è riuscita a
totalizzare 589 milioni di minuti nei tre giorni successivi alla
messa in onda dell’episodio 1 della seconda stagione, di cui il
28% nell’episodio in questione. È stato anche accreditato un
aumento del 126% degli abbonati mensili alla piattaforma dal 1°
gennaio al 19 gennaio 2025, in coincidenza con il titolo da
record.
Cosa significa la popolarità di
Severance per la serie
La popolarità della serie non
sorprende, considerando che l’intervallo di tre anni tra una
stagione e l’altra ha fatto crescere l’attesa per il ritorno.
Anche Apple
TV+ ha fatto un’intensa attività di marketing, con
l’attrazione di attori come Scott e creativi dietro le quinte come
Ben Stiller che hanno contribuito a far conoscere la serie al
pubblico. Aiuta il fatto che la serie faccia progressi continui nei
suoi misteri ad ogni nuovo episodio, contribuendo alla sua
popolarità grazie alla promessa di risposte che alla fine
arriveranno.
La CBS ha rinnovato le serie
Tracker
e Georgie & Mandy’s First Marriage insieme ad altre
sette. Tracker è una serie tratta dal romanzo di Jeffery
Deaver The Never Game, pubblicato nel 2024, che segue le
avventure del solitario cacciatore Colter Shaw (Justin Hartley,
protagonista di This Is Us). Georgie & Mandy’s First
Marriage è il secondo spin-off della sitcom di successo The
Big Bang Theory, che segue la vita coniugale del fratello
maggiore di Sheldon, Georgie Cooper (Montana Jordan), e di sua
moglie Mandy (Emily Osment) dopo gli eventi del finale della
serie Young Sheldon.
Paramount ha annunciato il rinnovo di nove programmi
della CBS. L’annuncio comprende Tracker – stagione 3,
Georgie & Mandy’s First Marriage stagione 2, Elsbeth
– stagione 3, Fire Country – stagione 4, NCIS – stagione 23, NCIS: Origins – stagione 2,
NCIS: Sydney – stagione 3 e Hollywood Squares –
stagione 2.
Hanno anche rinnovato la sitcom
Ghosts per due stagioni, che quindi andrà in onda fino al 2027 con
la quinta e la sesta stagione. Altri ordini e rinnovi di serie sono
previsti in un secondo momento.
Cosa significano questi rinnovi
per la CBS
Questa ampia serie di rinnovi vede
il programma della CBS per la stagione 2025-2026 prendere forma, in
gran parte in un colpo solo. I programmi rinnovati si aggiungono a
un palinsesto che già include la seconda stagione di
Matlock, l’ottava stagione di FBI (già confermata
nell’ambito di un precedente rinnovo per due stagioni) e nuovi
programmi tra cui lo spin-off di Fire Country, Sheriff
Country, lo spin-off di Blue Bloods, Boston
Blue, e il talent show canoro senza copione The
Road.
Boston Blue vedrà Donnie
Wahlberg riprendere il ruolo del detective Danny Reagan, che ha
interpretato in tutte le 14 stagioni della serie poliziesca della
CBS.
Le serie sceneggiate esistenti che
rimangono in bilico includono ancora la serie poliziesca
S.W.A.T. (che è stata rinnovata per l’ottava stagione in
corso dopo che la settima era stata precedentemente fissata come
l’ultima), le sitcom The Neighborhood e Poppa’s
House, il dramma poliziesco The Equalizer e le restanti
serie FBIFBI: International e FBI: Most
Wanted. Resta da vedere se alcune o tutte queste serie saranno
rinnovate. Tuttavia, il fatto che la CBS abbia concesso il rinnovo
a una combinazione di serie di lunga data e show al loro esordio
indica che tutte potrebbero avere una possibilità.
Storia della mia
famiglia è la nuova serie Netflix ideata
da Filippo Gravino e diretta da Claudio Cupellini,
disponibile sulla piattaforma dal 19 febbraio con tutti e sei gli
episodi rilasciati contemporaneamente. Una serie che, partendo da
un nucleo drammatico, riesce a tessere un racconto che alterna
leggerezza e profondità, allegria e dolore, affrontando un ampio
spettro di emozioni con grande naturalezza.
Il protagonista della storia è
Fausto, interpretato con grande intensità da Eduardo Scarpetta, la serie ci accompagna nel
suo ultimo giorno di vita. Malato terminale, padre single di due
bambini, Fausto affida la sua eredità a delle registrazioni vocali
e i suoi figli alla sua famiglia allargata: madre, fratello e
migliori amici, “i fantastici quattro” come li chiama lui. Accanto
a lui, un cast affiatato che contribuisce in modo determinante alla
riuscita della narrazione: Vanessa Scalera,
Massimiliano Caiazzo, Cristiana Dell’Anna e
Antonio Gargiulo incarnano i membri della sua
famiglia sgangherata, ognuno alle prese con il proprio bagaglio di
errori, paure e speranze.
Storia della mia famiglia non
convenzionale ma contemporanea
Uno degli aspetti più riusciti della
serie è proprio la rappresentazione della famiglia. Non un nucleo
tradizionale, bensì un clan eterogeneo, una tribù, come la
definisce il creatore, fatto di legami elettivi, responsabilità
inattese e affetto incondizionato. Gravino e Cupellini costruiscono
un ritratto autentico della famiglia contemporanea, lontano dagli
stereotipi, in cui il legame affettivo diventa la base su cui si
costruisce la fiducia verso un futuro, merce rarissima per i
giovani di questa generazione. Una messa in pratica, nella serie,
di quello che era il pensiero di Michela Murgia sulla famiglia
allargata, concepita come un insieme di individui che scelgono di
esserci l’uno per l’altro, e ispirazione dichiarata per Gravino. Si
crea così un nucleo sociale intorno ai più piccoli, che non è più
formato dalla dualità madre/padre, ma da tante persone che
contribuiscono alla crescita dell’individuo, arricchendolo di
esperienze e punti di vista, formando una rete di salvataggio
fisica e emotiva.
Dal punto di vista
stilistico, la regia di Cupellini è misurata, accompagnata da una
selezione musicale accattivante, che accompagna la narrazione senza
mai risultare invasiva. Le inquadrature sono studiate per
valorizzare l’intensità delle interpretazioni, mentre la fotografia
contribuisce a creare un’atmosfera calda e realistica, ogni
elemento è al servizio degli attori, che mettono in scena
personaggi sfaccettati, fallibili, spaventati, che elaborano un
lutto drammatico sforzandosi di rimettere insieme i pezzi delle
loro vite. La serie non si rifugia in una rappresentazione patinata
della realtà, ma abbraccia la sua imperfezione, rendendo i
personaggi ancora più vicini al reale. Un trattamento che si
riflette nell’onestà con cui vengono tratteggiati i personaggi.
Nessuno di loro è idealizzato o perfetto: tutti commettono errori,
spesso macroscopici, ma allo stesso tempo sono capaci di gesti di
grande umanità.
Il perdono al di là della nostra
mediocrità
Questo equilibrio tra mediocrità e
grandezza, tra fallibilità e redenzione, rappresenta uno degli
aspetti più originali della serie che dribbla con intelligenza il
messaggio pedagogico: l’essere umano è fatto di contraddizioni, e
nell’accettazione di queste imperfezioni si trova la chiave per
costruire legami autentici. Il perdono diventa così il tema
portante della narrazione, un invito a comprendere e accettare gli
altri nonostante i loro difetti, perché è questa l’unica via per
sopperire a quelle mancanze e a quegli errori che prima o poi tutti
commettiamo.
La forza di Storia della mia
famiglia risiede nella sua capacità di parlare a tutti.
Chiunque si ritroverà in uno dei suoi personaggi, nelle loro
debolezze e nei loro sogni, nelle loro paure e nei loro gesti
d’amore. Una serie che celebra la complessità della natura umana,
che tocca corde profonde, e racconta con grande intelligenza e
modernità la condizione dura e dolorosa di chi elabora un lutto ma
che non può lasciarsi andare all’inattività e deve reagire.
Storia della mia famiglia
è, a sorpresa, una delle proposte più interessanti del panorama
televisivo italiano recente. Un racconto autentico e vibrante che,
ci ricorda che, nonostante tutti i suoi dilemmi e complessità, la
famiglia in ogni sua forma è il luogo in cui possiamo sempre
tornare.
La Pixar ha sempre saputo costruire storie uniche
partendo da idee semplici ma affascinanti: e se i giocattoli
fossero vivi? E se le emozioni avessero una loro personalità? E se
i supereroi fossero anche genitori? Con Win or
Lose, la chiarezza dei concept storici della casa di
produzione viene meno, e le intenzioni non sono immediatamente
chiare.
La serie segue una
struttura “a punti di vista”, raccontando l’arco di tempo di una
stessa settimana attraverso il punto di vista di più personaggi
che, alla fine di ogni episodio, si ritrovano alla stessa partita
di softball. Ogni episodio offre uno sguardo unico su un
protagonista, personalizzando lo stile d’animazione e le metafore
visive per rappresentare il suo mondo interiore.
Al centro di Win or
Lose troviamo Laurie (Rosie Foss), figlia dell’allenatore,
viene sopraffatta dall’ansia, rappresentata da una gigantesca
macchia di sudore che la segue. Frank (Josh Thomson), l’arbitro
della partita, utilizza la sua attrezzatura come una corazza
emotiva per proteggersi dal dolore di una recente rottura. Rochelle
(Milan Elizabeth Ray) si sente costretta a crescere troppo in
fretta, e la sua percezione cambia radicalmente quando vediamo la
storia dal punto di vista di sua madre, Vanessa (Rosa Salazar), per
i primi quattro episodi.
A quale pubblico è
rivolta Win or Lose?
Questo approccio
narrativo solleva anche una questione fondamentale: a chi è
destinata la serie? Alcuni elementi possono risultare troppo
infantili per gli adulti, mentre altri potrebbero risultare
complessi per i bambini. L’equilibrio tra leggerezza e profondità a
volte si perde, rendendo l’esperienza altalenante. Tuttavia, man
mano che la serie procede, il quadro generale diventa più chiaro e
coinvolgente, migliorando episodio dopo episodio.
Dal punto di vista
tecnico, la Pixar mantiene la sua eccellenza nell’animazione. Le
metafore visive utilizzate per mettere in scena le emozioni si
inserisce in quel percorso, per chi scrive problematico, che
prosegue ormai da diverso tempo e che ha l’effetto di una
ridondante esigenza di spiegare il contesto, quello che succede e
quello che si vede, aggirando proprio la metafora narrativa più
raffinata, sfidante per lo spettatore. La struttura episodica fa sì
che ogni puntata si concluda con un cliffhanger, rendendo la
visione frammentata se non affrontata come un’unica maratona.
Win or Lose
L’arrivo di Win or
Lose su Disney+ si inserisce in un momento in
cui la Pixar sta ancora cercando di definire il proprio ruolo nella
serialità televisiva. Con precedenti esperimenti come Dreams
Production, lo studio ha trovato modi interessanti per
espandere i suoi universi, ma senza mai raggiungere la stessa
rilevanza dei suoi film. In questo contesto, Win or Lose
rappresenta un passo avanti, dimostrando che la serialità può
offrire opportunità narrative che un film non permetterebbe.
Win or Lose tratta temi
complessi
Uno dei punti di forza
della serie è proprio la sua capacità di trattare temi complessi in
modo accessibile: le pressioni genitoriali, gli appuntamenti
online, la gestione dei social media, le difficoltà finanziarie e
le sfide della moralità quotidiana. Nonostante qualche incertezza,
questi elementi conferiscono a Win or Lose una profondità
inaspettata, rendendola un passatempo per molti versi
“impegnato”.
Win or Lose non è
un trionfo assoluto, ma nemmeno un fallimento. È una serie con
momenti di grande impatto emotivo. La Pixar potrebbe non aver
ancora trovato la formula perfetta per la tv a episodi, ma questo
esperimento è sicuramente un passo nella giusta direzione.