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Zack Snyder dice di essere “ancora onorato” che la sua versione di Justice League abbia visto la luce

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La Justice League di Zack Snyder, la versione estesa e davvero molto diversa rispetto al film che è stato costretto a consegnare a Joss Whedon nel 2027, è stata pubblicata su HBO Max quattro anni, e il regista si è ora rivolto ai social media per ringraziare i fan per aver reso possibile l’uscita della sua versione.

“Sono passati 4 anni. Sono ancora onorato dal fatto che tutto questo esista. Un grande ringraziamento a tutti voi che lo avete reso possibile. Se avete 4 ore libere, andate a guardarlo su @StreamOnMax”, ha scritto Zack Snyder su X.

Il fatto che questa versione di Justice League sia stata pubblicata è davvero un piccolo miracolo, e ha avuto un tale impatto sul fandom del DCEU che la campagna #RestoreTheSyderVerse è ancora in pieno vigore oggi, anche con James Gunn e Peter Safran a capo del DCU riavviato.

Lo “SnyderVerse” è iniziato con L’uomo d’acciaio nel 2013, con lo stesso Snyder che ha continuato a dirigere Batman v Superman: Dawn of Justice e Justice League, e molti dei personaggi da lui introdotti hanno continuato le loro avventure in quello che è diventato noto come DCEU.

Money Monster – L’altra faccia del denaro: la storia vera dietro il film

Diretto da Jodie Foster, Money Monster – L’altra faccia del denaro (qui la nostra recensione) riunisce George Clooney con la sua co-star di Ocean’s Eleven, Julia Roberts, per raccontare la storia di Lee Gates, un personaggio televisivo tenuto in ostaggio durante il suo programma di informazione finanziaria da uno spettatore scontento (Jack O’Connell) che ha perso i risparmi di una vita a causa dei consigli di Gates. Un racconto che prende dunque ispirazione in modo evidente da un preciso contesto e i suoi lati più oscuri, proponendo riflessioni sulle ingiustizie di tipo economico e su come a subire i danni dell’incoscienza altrui siano sempre i più deboli.

La storia vera dietro il film Money Monster – L’altra faccia del denaro

Sebbene il film sia un’opera di finzione, ci sono alcuni eventi recenti che sembrano aver influenzato la trama, tra cui gli omicidi in diretta del 2015 dei giornalisti Adam Ward e Alison Parker. L’ispirazione più grande per il film, tuttavia, potrebbe essere rappresentata dai programmi televisivi della vita reale. Money Monster – L’altra faccia del denaro non è basato su una storia vera, ma reimmagina l’impatto di programmi televisivi realmente incentrati sul denaro, come Mad Money della CNBC. Quest’ultimo sembra essere la principale fonte di ispirazione per il nuovo film della premio Oscar Jodie Foster.

George Clooney in Money Monster - L'altra faccia del denaro
George Clooney in Money Monster – L’altra faccia del denaro. Foto di Atsushi Nishijima – © 2016 CTMG, Inc. All rights reserved.

Il programma presenta un conduttore, Jim Cramer, che offre consigli agli spettatori su come gestire azioni e investimenti, in modo simile al personaggio di Clooney nel film. Per i fan del programma della CNBC, potrebbe essere impossibile separare il personaggio di Clooney da quello televisivo di Cramer, anche se Foster non ha dichiarato pubblicamente se Lee sia basato su una singola persona o sia un condesato di varie personalità realmente esistenti. Clooney utilizza comunque tutti gli strumenti del mestiere di Cramer: oggetti di scena, angolazioni maniacali della telecamera ed effetti sonori cacofonici, realizzati per intrattenere il pubblico durante uno show basato sulla finanza.

Tuttavia, come detto, Cramer sarebbe un’ispirazione involontaria per il film. La regista, in un’intervista a Yahoo!, ha infatti affermato: “Questo film non è basato su Jim Cramer. È il più famoso conduttore di notizie finanziarie, quindi ovviamente si è pensato a lui, ma credo che il Lee Gates di George sia diverso. È molto più fluido, ha un set più grande, è più importante sotto certi aspetti…”. Il film, dunque, sembra più semplicemente basarsi sul ruolo dei media e sull’attuale clima finanziario nel suo complesso. Come si vede poi in Money Monster – L’altra faccia del denaro, il personaggio di Clooney inizia a empatizzare con l’uomo che lo tiene in ostaggio.

La stessa Foster ha poi dichiarato: “Oggi ci sono molti conduttori di notizie finanziarie. Il mondo della finanza si è davvero intrecciato con l’intrattenimento, ed è proprio questo che volevamo dire. Sembrava attuale, come se fosse quello che sta accadendo ora”. Ciò permette di comprendere che il problema potrebbe non essere rappresentato dai giornalisti o dagli spettatori, ma dai responsabili della gestione del sistema finanziario. “Ho imparato molto su Wall Street – continua Foster – su ciò che sta accadendo e su ciò che potenzialmente accadrà. C’è questo ciclo di bolla-crisi-bolla-crisi-crisi-crisi-bolla-crash in cui ci siamo trovati per centinaia di anni e ora, sfortunatamente, i margini sono così alti che anche i crash saranno molto più alti“.

George Clooney e Jack O'Connell in Money Monster - L'altra faccia del denaro
George Clooney e Jack O’Connell in Money Monster – L’altra faccia del denaro. Foto di Atsushi Nishijima – © 2016 CTMG, Inc. All rights reserved.

Il film è infatti sintomatico dell’attuale sfiducia che circonda la sfera finanziaria e il personaggio di Clooney, almeno, sembra capirlo perfettamente. “Quando tutte queste cose vanno male, il piccolo viene fregato, e ho pensato che questi fossero temi interessanti”, ha dichiarato in un’intervista. In definitiva, il film sembra quindi umanizzare i giornalisti finanziari e allo stesso tempo “seguire i soldi” per arrivare alle persone che stanno effettivamente corrompendo il sistema. Il film evoca dunque un preciso momento culturale e lo usa per creare una narrazione tesa ma credibile e, pur non essendo una storia vera, la trama del film gioca in maniera evidente con atteggiamenti e personaggi reali presi direttamente dalla tv via cavo.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Money Monster – L’altra faccia del denaro grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Netflix, Tim Vision, Apple iTunes e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 18 marzo alle ore 21:30 sul canale Nove.

Fast X: guida al cast e ai personaggi del film

Fast X: guida al cast e ai personaggi del film

Il cast di Fast X (qui la recensione) ha visto il ritorno di diverse star di alto profilo del franchise di Fast & Furious, oltre a nuove aggiunte e a qualche grande sorpresa. Capitanato ovviamente da Vin Diesel e diretto da Louis Leterrier, questo viene presentato come il penultimo capitolo della saga, avviando dunque la conclusione della storia di Dominic “Dom” Toretto e della sua banda iniziata nel 2001 con Fast and Furious .

In linea con i soliti tropi del franchise, tornano anche molti cattivi del passato, ma in Fast X diventano alleati di Dom e della sua banda. Tra questi, Jakob, fratello di Dom, e Deckard Shaw, ex agente segreto. In particolare, si fa notare Jason Momoa nel ruolo Dante Reyes, una performance che lo rende probabilmente uno dei migliori cattivi del franchise. Oltre ai personaggi che ritornano e che hanno reso il franchise così popolare, il cast di Fast X presenta anche alcune sorprese dell’ultimo minuto che accontentano i fan di lunga data.

LEGGI ANCHE: Fast X, la spiegazione del finale e il ritorno di volti noti

Guida al cast e ai personaggi di Fast X

Vin Diesel nei panni di Dominic “Dom” Toretto

Vin Diesel riprende il suo ruolo di protagonista Dominic “Dom” Toretto. La posta in gioco è alta per l’ex pilota di strada, poiché Fast X lo trova ai ferri corti con il figlio di un vecchio nemico in cerca di vendetta. L’impegno di Dom nei confronti della sua squadra continua dunque, eseguendo ancora più mosse che sfidano la fisica a bordo di Dodge Charger vecchie e nuove. Dalle corse su strada all’abbattimento di elicotteri nemici, Dom fa tutto il possibile per proteggere la sua famiglia dal suo nuovo avversario, il cui piano di vendetta segna un punto chiave nella storia di Dominic Toretto.

Vin Diesel è celebre per questa saga, ma ha partecipato anche a numerosi altri franchise di successo, come la trilogia di Riddick, i film di xXx e la serie di Guardiani della Galassia. Sfidando se stesso in ruoli più drammatici e meno orientati all’azione, Diesel si è anche cimentato in ruoli seri come quello del mafioso del New Jersey Jackie DiNorscio nel legal thriller Prova a incastrarmi – Find Me Guilty di Sidney Lumet, del soldato Caparzo nel film drammatico sulla Seconda Guerra Mondiale Salvate il soldato Ryan e come voce del robot titolare ne Il gigante di ferro.

FAST X
Jason Momoa è Dante Reyes in Fast X

Jason Momoa come Dante Reyes

Il personaggio di Jason Momoa in Fast X è Dante Reyes, che si collega a Fast & Furious 5 in quanto figlio del defunto signore della droga Hernan Reyes. Mentre quel film si conclude con la morte di Hernan, suo figlio Dante Reyes è tornato per vendicarsi. Sfidando Dom per le strade e prendendo di mira alcuni membri della sua famiglia e Dante è un cattivo spietato che non conosce redenzione. Per la sua interpretazione nel cast di Fast X, Momoa mantiene il suo iconico look con i capelli lunghi e alcune scelte di moda appariscenti come le giacche di pelle con stampa a serpente.

Emerso come leader dei Dothraki Khal Drogo in Game of Thrones, Jason Momoa ha interpretato anche il supereroe marino e re atlantideo Aquaman nel DCU e Conan il Barbaro nell’omonimo reboot del 2011. L’attore ha recitato anche in serie televisive come See e Frontier, in cui ha interpretato rispettivamente il guerriero Baba Voss e il cacciatore di pellicce Declan Harp. È tra i protagonisti di Minecraft con Jack Black e affiancherà Ryan Reynolds nella commedia animata Animal Friends.

LEGGI ANCHE: Fast X: ecco com’è nato il villain di Jason Momoa

Michelle Rodriguez come Letty Ortiz

Letty, ex criminale e pilota professionista, ha attraversato molti alti e bassi con il marito Dom. Se un tempo, sottoposta al lavaggio del cervello, era nemica di Dom, ora i due sono i partner più affiatati e crescono insieme il loro figlio, il piccolo Brian. Oltre alle acrobazie in bicicletta, Letty si dedica anche al combattimento corpo a corpo con il cattivo di Fast & Furious 8, Cipher, e in Fast X si sviluppa un’interessante dinamica tra Letty e Cipher.

È sempre Michelle Rodriguez ad interpretare Letty nel cast di Fast X. La star d’azione è nota anche per i suoi ruoli di Rain Ocampo, ex commando della Umbrella Corporation, nel franchise di Resident Evil, Diana Guzman, pugile, in Girl Fight e Linda in Widows. Il 2023 è stato un anno importante per Michelle Rodriguez: oltre a far parte del cast di Fast X, ha interpretato il barbaro Holga Kilgore in Dungeons and Dragons – L’onore dei ladri.

Michelle Rodriguez in Fast X
Michelle Rodriguez in Fast X. Foto di Peter Mountain / Universal Pictu – © Universal Studios. All Rights Reserved.

Tyrese Gibson nel ruolo di Roman Pearce

Il personaggio di Tyrese Gibson in Fast X è Roman Pearce, membro fisso della squadra di piloti esperti di Dom fin da 2 Fast 2 Furious. Roman è noto per aver pronunciato alcune delle citazioni più divertenti di Fast & Furious, grazie alla sua chimica con il compagno di squadra Tej Parker. Questa tendenza continua nel decimo film, anche se Dante Reyes minaccia di rubare a Roman il titolo di comico non ufficiale. Fast X vede inoltre Roman impegnato in un’avventura secondaria con alcuni degli altri attori non protagonisti.

Per quanto riguarda Tyrese Gibson, è un cantante e attore che ha ottenuto il suo primo ruolo da protagonista come Jody Summers in Baby Boy. Da allora, Gibson ha continuato a costruire una solida carriera di attore con ruoli come Angel in Four Brothers e Machine Gun Joe in Death Race. Gibson ha anche interpretato il sergente Robert Epps nella serie Transformers e l’agente dell’FBI Stroud in Morbius.

Chris “Ludacris” Bridges nel ruolo di Tej Parker

Chris “Ludacris” Bridges interpreta Tej Parker in Fast X, ruolo che ricopre dal film 2 Fast 2 Furious del 2003. Tej, partner di Roman nel crimine, è un membro poliedrico della squadra di Dom e funge da esperto di tecnologia e meccanico della squadra. In Fast X Tej deve affrontare nuove sfide tecniche, anche se la sua amichevole rivalità con Roman continua.

Ludacris ha anche interpretato il ruolo di Anthony nel film vincitore del premio Oscar Crash e la star hip-hop Skinny Black in Hustle & Flow. Il rapper/attore ha avuto una carriera versatile, che spazia da film polizieschi violenti come RocknRolla e Max Payne a commedie festive leggere come Fred Claus e Dashing Through the Snow. Oltre a far parte del cast di Fast X, Ludacris ha anche contribuito alle colonne sonore di Fast & Furious, con canzoni come “Act a Fool” e “Rest of My Life”.

Nathalie Emmanuel e Ludacris in Fast X
Nathalie Emmanuel e Ludacris in Fast X. Foto di Peter Mountain / Universal Pictu – © Universal Studios

Nathalie Emmanuel come Ramsey

Se c’è qualcuno che può competere con le conoscenze tecnologiche di Tej, è l’hacker etico Ramsey, che fa parte della squadra di Dom da Fast & Furious 7. In Fast X, Ramsey è uno dei tanti bersagli di Dante e ottiene più tempo sullo schermo rispetto ai film precedenti. Tra gli attori che ritornano, il personaggio di Nathalie Emmanuel è probabilmente quello con l’arco narrativo migliore.

L’attrice britannica è nota per aver interpretato Missandei, la consigliera di Daenerys in Game of Thrones, e Harriet nei film di The Maze Runner. Oltre a questi ruoli e al suo personaggio in Fast & Furious, la carriera della Emmanuel è in costante ascesa con ruoli da protagonista in Army of Thieves e The Killer. Recentemente ha anche recitato accanto ad Adam Driver in Megalopolis di Francis Ford Coppola.

Jordana Brewster nel ruolo di Mia Toretto

Mia è la sorella di Dom, un personaggio quintessenziale di Fast & Furious fin dal primo film. Anche se si è sistemata con i due figli avuti con il suo compagno, Brian O’Conner, i piani malvagi di Dante mettono a rischio la sopravvivenza della sua famiglia. Fast X costringe dunque Mia a lottare di nuovo per la sua vita, anche se lotta anche per stare lontana dal pericoloso stile di vita della banda.

Il primo ruolo hollywoodiano di Jordana Brewster è stato nel film horror fantascientifico The Faculty, al fianco di attori del calibro di Elijah Wood e Josh Hartnett. È nota nel genere horror anche per il suo ruolo in The Texas Chainsaw Massacre: The Beginning, mentre tra i suoi lavori precedenti figurano anche la prima stagione di American Crime Story, in cui ha interpretato Denise Brown, la sorella di Nicole Brown, moglie di OJ Simpson, e la dottoressa Maureen Cahill nel reboot televisivo di Arma letale.

John Cena in Fast X

John Cena come Jakob Toretto

Il personaggio di John Cena in Fast X è Jakob, il fratello di Dom che fungeva da cattivo in Fast & Furious 9. Tuttavia, Jakob e Dom hanno ricucito i rapporti nel finale di quel film e ora il ladro ed ex assassino sostiene la squadra di Dom nella sua battaglia contro Dante. Gli viene anche data la possibilità di essere uno zio per il giovane Brian, dato che trascorre gran parte del film a proteggere il nipote dagli uomini del cattivo. Come il fratello, inoltre, anche Jakob è un pilota ad alte prestazioni.

John Cena, wrestler della WWE e attore, ha iniziato con film d’azione come 12 Rounds e The Marine, ma ha anche dimostrato le sue doti comiche in Giù le mani dalle nostre figlie, Un disastro di ragazza e Daddy’s Home. L’interpretazione di Peacemaker in Suicide Squad e nell’omonima serie televisiva ha ulteriormente unito la figura di Cena sia come star d’azione che come attore comico. Cena è poi apparso nelle commedie Ricky Stanicky e Jackpot! nel 2024.

Jason Statham nei panni di Deckard Shaw

Tra i molti eroi di Fast & Furious che erano cattivi quando sono stati introdotti, Deckard Shaw ha avuto una radicale trasformazione del personaggio, trasformandosi alla fine in uno dei fidati complici di Dom. In Fast X, Deckard fa squadra con Han, un personaggio che in precedenza sembrava aver ucciso nel franchise. Anche se l’apparizione di Deckard nel decimo film è breve, pone le premesse per un suo ritorno in pompa magna nel prossimo capitolo.

Nel cast di Fast X, l’attore e artista marziale Jason Statham riprende il ruolo riunendosi al regista Louis Leterrier, visto che questi ha diretto anche i primi due film della serie Transporter con Statham. Tra gli popolari film di Statham figurano il mercenario Lee Christmas nella trilogia di I Mercenari, il promoter di boxe Cockney in Snatch e il sicario Chev Chelios nella serie Crank. Statham ha anche interpretato Deckard nello spin-off Fast & Furious – Hobbs & Shaw.

Jason Statham in Fast X
Jason Statham in Fast X

Sung Kang come Han Lue

Han Lue è un personaggio che evidenzia la confusa linea temporale dei film di Fast &  Furious. Sebbene sia stato introdotto e apparentemente ucciso in The Fast and the Furious: Tokyo Drift, Han faceva parte dell’equipaggio di Dom nei sequel, che sono stati rivelati essere ambientati prima. Fast & Furious 9 ha poi rivelato che ha inscenato la sua morte, permettendo così il suo ritorno. Facendo squadra con l’ex nemesi Deckard Shaw, Han è ora di nuovo una parte fondamentale dell’equipaggio.

Sung Kang è l’attore che ha interpretato Han Lue nei precedenti film, riprendendo il ruolo per Fast X. Oltre alla serie di Fast & Furious, Sung Kang ha interpretato il procuratore distrettuale John Mak in Power. Kung ha anche recitato accanto a Sylvester Stallone nel ruolo del detective Taylor Kwon in Bullet to the Head ed è stato guest-star in Obi-Wan Kenobi nel ruolo dell’inquisitore noto come Quinto Fratello.

Brie Larson nel ruolo di Tess

Brie Larson si unisce al cast di Fast X nel ruolo di Tess, la figlia dell’agente governativo Mr. Nobody (Kurt Russell). Tess diventa una rappresentante dell’Agenzia quando decide di collaborare con la banda di Dom. Si dimostra un’aggiunta capace e necessaria alla famiglia sempre più numerosa di Toretto, soprattutto con la nuova minaccia di Dante Reyes.

Brie Larson è una delle attrici più note nel cast di questo decimo capitolo. Mentre la sua interpretazione emotivamente toccante della madre protettiva Joy Newsome in Room le è valsa l’Oscar come miglior attrice, la Larson ha dimostrato di essere una star di successo con Captain Marvel nel MCU. Ha anche interpretato la fotoreporter investigativa Mason Weaver in Kong: Skull Island. Tra gli altri film acclamati dalla Larson figurano Short Term 12, 21 Jump Street e Il diritto di opporsi. Recentemente ha ricevuto una nomination agli Emmy per il suo ruolo nella serie limitata Lezioni di chimica.

Fast X Brie Larson
Brie Larson in Fast X

Charlize Theron nel ruolo di Cipher

Charlize Theron interpreta Cipher nel cast di Fast X. Cipher ha già combattuto contro l’equipaggio in Fast & Furious 8 e Fast & Furious 9. Tuttavia, nel decimo film ha un assaggio della sua stessa medicina, poiché anche lei diventa uno dei tanti membri del cast presi di mira da Dante Reyes. È interessante notare che, dopo l’incontro con Letty, sembra che Cipher possa diventare un nuovo alleato degli eroi, riportando anche un elemento chiave dei film precedenti.

L’interprete di Cipher, Charlize Theron, è nota anche per ruoli d’azione come Furiosa in Mad Max: Fury Road e l’agente dell’MI6 Lorraine Broughton in Atomica Bionda. La Theron è anche un’acclamata interprete drammatica, avendo ottenuto un Oscar per il ruolo della serial killer Aileen Wuornos in Monster. Ha ottenuto altre nomination all’Oscar per il ruolo di Josey Aimes in North Country e della giornalista Megyn Kelly in Bombshell – La voce dello scandalo.

Dwayne Johnson nel ruolo di Luke Hobbs

Il personaggio di Dwayne “The Rock” Johnson in Fast X è Luke Hobbs, visto l’ultima volta al fianco di Deckard Shaw nello spinoff Fast & Furious – Hobbs & Shaw. Hobbs, apparso per la prima volta in Fast & Furious 5, è un cacciatore di taglie del Servizio di Sicurezza Diplomatico ed ex agente governativo incaricato di catturare Dom e Brian O’Connor. Alla fine, però, diventa un forte alleato quando la squadra di Dom sgomina un gruppo di terroristi. Hobbs non è un membro principale del cast di Fast X, ma ha un cameo nella scena di metà film che coinvolge Dante Reyes.

Il leggendario wrestler della WWE Dwayne Johnson ha sfondato a Hollywood con ruoli in film come Il re scorpione e Il tesoro dell’Amazzonia. Gradualmente, Johnson è diventato una delle più grandi star del cinema con ruoli come John Hartley in Red Notice, Spencer in Jumanji – Benvenuti nella giungla e come l’antieroe titolare in Black Adam. Di recente ha dato nuovamente voce a Maui in Oceania 2 e interpreterà il semidio anche nel live action Oceania. Sarà poi protagonista di The Smashing Machine.

LEGGI ANCHE: Fast X, la spiegazione della scena post-credits

Le otto montagne: la storia vera dietro il film

Le otto montagne: la storia vera dietro il film

Dopo essersi aggiudicato il Premio della giuria al Festival di Cannes, Le otto montagne (qui la nostra recensione) si è affermato come un grandissimo successo di critica e pubblico anche una volta arrivato al cinema. Scritto e diretto da Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, coppia di registi e sceneggiatori belgi (lui ha diretto Alabama Monroe – Una storia d’amore e Beautiful Boy, lei ha invece co-sceneggiato il primo di questi due), il film è tratto dall’omonimo romanzo di Paolo Cognetti, pubblicato nel 2016 e vincitore del Premio Strega nel 2017.

Un racconto che mescola nostalgia, amicizia, desiderio di esplorazione e legame con il proprio territorio e la natura, che non ha lasciato indifferenti gli spettatori. Un successo che ha portato Le otto montagne a vincere anche quattro David di Donatello, tra cui Miglior sceneggiatura non originale e Miglior film. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Le otto montagne. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.

Filippo Timi in Le otto montagne
Filippo Timi in Le otto montagne

La trama e il cast di Le otto montagne

Nell’estate del 1984, Pietro, un ragazzino di undici anni di Torino, e sua madre Francesca affittano una casa nel villaggio di Graines, in Val d’Ayas. Qui incontrano Bruno, l’ultimo ragazzino rimasto nel villaggio ormai spopolato, che vive con gli zii. In breve, i due diventano amici e trascorrono insieme l’intera estate, dedicandosi in particolare ad escursioni nella natura, accompagnati dal padre di Pietro, Giovanni, ingegnere in una grande azienda di Torino. Vent’anni dopo, durante i quali è successo di tutto, i due si ritrovano in occasione della scomparsa di Giovanni, che ha lasciato in eredità a Pietro il rudere di una baita in alta quota.

Bruno si offre così di aiutare Pietro a ristrutturare l’edificio, e i due portano a termine i lavori durante l’estate. Nel frattempo, Pietro scopre che suo padre e Bruno avevano continuato a frequentarsi, condividendo numerose vie alpinistiche del circondario: Bruno era diventato una sorta di figlio adottivo, che aveva riempito il vuoto lasciato dal figlio con cui non aveva più rapporti. Da qui, ha inizio per Pietro un viaggio alla riscoperta di sé stesso, del padre e di quell’amico che, nel suo radicale stile di vita, saprà insegnargli molto più di quanto possa immaginare.

Ad interpretare Pietro vi è l’attore Luca Marinelli, mentre Bruno è interpretato da Alessandro Borghi. I due, grandi amici nella realtà, si sono qui trovati a condividere nuovamente un set sette anni dopo Non essere cattivo, il film che li ha resi celebri. Recitano poi nel film anche Filippo Timi nel ruolo di Giovanni Guasti, padre di Pietro, e l’attrice Elena Lietti, nel ruolo di Francesca Guasti, madre di pietro. Completano il cast Elisabetta Mazzullo nel ruolo di Lara, compagna di Bruno, Lupo Barbiero nel ruolo di Pietro Guasti da bambino e Andrea Palma nel ruolo di Pietro Guasti da ragazzo.

Luca Marinelli e Alessandro Borghi in Le otto montagne
Luca Marinelli e Alessandro Borghi in Le otto montagne

La storia vera dietro il film

Il film, come anticipato, è l’adattamento cinematografico del romanzo di Paolo Cognetti, il quale per questo suo scritto si è basato su alcune vicende personali, seppur rielaborandole poi all’interno di un racconto che si discosta dalla realtà ed è dunque da considerare del tutto originale. L’autore stesso ha infatti confermato che non si tratta di una storia autobiografica e quindi fedele in tutto e per tutto alle sue vicende di vita, però si tratta di una rappresentazione di qualcosa da lui realmente vissuto, soprattutto per quanto riguarda il rapporto con i luoghi rappresentati nel film.

Questo forte legame con i luoghi pare sia dato dal fatto che da bambino Cognetti frequentava molto spesso d’estate la montagna e nello specifico la Val d’Ayas, luogo dove il film è stato appunto girato e dove ancora oggi Cognetti vive per buona parte dell’anno. Altro elemento di verità rappresentato nel film è che l’autore (il cui alter ego nel lungometraggio è a punto Pietro), dopo il periodo dell’infanzia si trasferì in città, per ritornare a vivere in montagna solo più tardi, all’età di 30, dopo un periodo poco felice della sua vita.

Per quanto riguarda il personaggio di Bruno invece, questo sembra essere frutto della fantasia dell’autore, o meglio un insieme di caratteristiche di persone realmente incontrate nel periodo in Valle d’Aosta. Un personaggio dunque inventato per rappresentare lo spirito puro della montagna. A riguardo Cognetti ha dichiarato: “Mi hanno sempre affascinato questi ragazzini degli alpeggi, sporchi, con abiti da adulti, e che scappavano via quasi come animali appena ti avvicinavi. Avrei tanto voluto diventare amico di uno di loro. Ho realizzato questo desiderio raccontandolo nel libro“.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Le otto montagne grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunesTim Vision e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 18 marzo alle ore 21:20 sul canale TV8.

Materialist: il trailer del film con Dakota Johnson, Chris Evans e Pedro Pascal

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A24 ha pubblicato il trailer ufficiale di Materialists, il nuovo film della regista Celine Song. Scritta, diretta e prodotta da Song, la commedia romantica segue un’ambiziosa organizzatrice di incontri di New York City che si trova divisa tra l’uomo perfetto e il suo imperfetto ex. Dakota Johnson, Chris Evans e Pedro Pascal sono i protagonisti di “Past Lives”, il seguito del suo debutto alla regia nominato all’Oscar. Insieme al trailer A24 ha diffuso anche il primo poster, che si può vedere al post Instagram qui di seguito:

Quello che sappiamo di Materialist

Come riportato da Variety, il film sarà proiettato nelle sale nazionali il 13 giugno, una data che potrebbe far nascere voci secondo cui la società A24 starebbe pensando a una prima mondiale a Cannes un mese prima. Come per Past Lives, tra i produttori del progetto figurano anche Christine Vachon e Pamela Koffler, sempre per Killer Films e Hinojosa di 2AM. Con questa data di uscita, è lecito pensare che in Italia il film possa uscire nel medesimo periodo.

Le riprese principali di Materialists sono iniziate nell’aprile 2024 a New York e si sono concluse nel giugno dello stesso anno. Oltre a Dakota Johnson, Chris Evans e Pedro Pascal, il cast comprende anche Zoe Winters, Marin Ireland, Dasha Nekrasova, Louisa Jacobson e Sawyer Spielberg. Il precedente film di Song, Past Lives, interpretato da Greta Lee, Teo Yoo e John Magaro ed esplorante la relazione di due amici d’infanzia nel corso di 24 anni, è diventato uno dei film più discussi dell’anno, sottolineando come la regista sia una nuova ed entusiasmante voce cinematografica.

Darren Aronofsky in trattative per dirigere Cujo di Netflix

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Darren Aronofsky in trattative per dirigere Cujo di Netflix

L’acclamato regista Darren Aronofsky sarebbe in trattative per dirigere “Cujo“, nuovo adattamento dell’omonimo romanzo di Stephen King per Netflix, incentrato su un San Bernardo assetato di sangue. Stando a quanto riportato da Variety, secondo fonti che conoscono il progetto, il film sarebbe ancora nelle prime fasi di sviluppo e Aronofsky non ha ancora avuto un incontro creativo con Netflix. Se l’accordo dovesse concludersi, il film segnerebbe però il primo film di Aronofsky per un servizio di streaming.

Darren Aronofsky fedele al cinema indie

Sebbene sia stato occasionalmente corteggiato da Hollywood (è stato uno dei primi candidati al reboot di Batman prima che Christopher Nolan ne prendesse il posto), Aronofsky è rimasto per lo più fedele alle sue radici indie. Il regista ha diretto film come il dramma psicologico “Requiem for a Dream”, il thriller psicologico “Il cigno nero”, l’allegoria dell’orrore psicologico “Madre!”, ma anche i drammatici “The Wrestler” e “The Whale”. Attualmente sta apportando gli ultimi ritocchi a “Caught Stealing” della Sony, un dramma criminale con Austin Butler e Zoe Kravitz che uscirà nelle sale il prossimo agosto.

Un nuovo adattamento per Cujo

Roy Lee (“Barbarian”) produrrà il reboot di “Cujo”, annunciato all’inizio di marzo e che non ha ancora trovato uno sceneggiatore o degli attori. Il libro di King del 1981 su una madre e un figlio che rimangono intrappolati nella loro auto mentre si proteggono da un cane rabbioso è stato adattato per la prima volta per lo schermo nel 1983. Il film, diretto da Lewis Teague e interpretato da Dee Wallace, Daniel Hugh Kelly e Danny Pintauro, guadagnò 21 milioni di dollari in tutto il mondo (senza tener conto dell’inflazione) a fronte di un budget di 6 milioni di dollari. Non resta che attendere di scoprire se l’accordo andrà in porto e Darren Aronofsky verrà confermato come regista di questo nuovo adattamento.

The Monkey, spiegazione del finale: chi (o cosa) controlla quel giocattolo assassino?

Che si tratti di possessione demoniaca, stregoneria causata dal dolore o semplicemente sfortuna, i personaggi del mondo di Osgood Perkins spesso lottano per trovare le cose belle della vita quando le cose brutte si riversano su di loro e questa teoria di vita è tanto più vera quando si guarda a The Monkey (leggi la nostra recensione), il suo nuovo film in sala dal 20 marzo con Eagle Picture.

The Monkey è a tutti gli effetti una commedia farsesca, pur mantenendo un sincero fondamento emotivo nella sua trama centrale. È il film più divertente che abbia mai realizzato il regista, strappa la speranza dalle fauci del nichilismo e si diverte così tanto a farlo, e il finale del film ne è una perfetta rappresentazione.

The Monkey scatena il caos ovunque vada

The Monkey (2025)Hal e Bill (Christian Convery) sono due gemelli identici che, pur essendo solo adolescenti, hanno trascorso la loro vita circondati da sfortune e miseria. Con un padre che li ha abbandonati (Adam Scott) e una madre (Tatiana Maslany) che sembra essere un’alcolizzata con una fissazione per l’ingiustizia della vita, devono dipendere l’uno dall’altro per la stabilità emotiva. È più facile a dirsi che a farsi, dal momento che Bill è un bullo dichiarato che costringe costantemente il passivo e timido Hal a essere il suo zerbino.

Quando la coppia rovista tra le cose del padre, trova una scimmia giocattolo meccanica che uccide le persone in modo estremamente cruento quando la chiave del suo meccanismo viene girata. La scimmia in sé non si sporca le mani, ma ha il potere di causare morti attraverso incidenti bizzarri, come uno chef in un ristorante teppanyaki che taglia accidentalmente il collo di un cliente con un coltello affilato. Quando Hal tenta di usare la scimmia per uccidere Bill, uccide invece la loro mamma, il che causa una frattura irreparabile tra i gemelli. Hal tenta di distruggere la scimmia, solo per vederla riapparire tutta d’un pezzo, così i gemelli la chiudono a chiave e la gettano in un pozzo prima di separarsi definitivamente per entrare nell’età adulta.

Hal è destinato a ripetere il comportamento del padre

Passano i decenni e ora Hal (Theo James) è una specie di eremita, che cerca di prendere le distanze da tutti per paura che la scimmia si scagli contro chiunque ami. È bloccato in un lavoro senza sbocchi in un minimarket e ha un rapporto molto teso con suo figlio, Petey (Colin O’Brien). Questa è l’ultima possibilità che Hal ha di essere un buon padre per Petey, poiché è sul punto di perdere i suoi diritti genitoriali a favore del nuovo compagno di sua moglie, un aspirante guru dell’auto-aiuto di nome Ted (Elijah Wood).

In una crudele ripetizione del passato, Hal è sul punto di abbandonare la sua famiglia come fece suo padre, ma vedendo quanto fosse terrorizzato suo padre nel tentativo di abbandonare la scimmia, capiamo quanto Hal debba spingersi lontano per proteggere suo figlio. Inoltre, è il suo allontanamento da Petey che fa sì che suo figlio lo odi così tanto, riuscendo a vederlo solo come un fannullone sconsiderato, dal momento che non sa nulla della storia della famiglia di Hal.

Il film si collega al tema della scimmia come metafora dell’ingiustizia della vita e continua la fissazione di Perkins su come gli sforzi dei genitori per proteggere i propri figli possano finire per fare loro altrettanto male. Nel frattempo, un ribelle di nome Thrasher (Rohan Campbell) sta esaminando un mercatino dell’usato e trova… la scimmia. In qualche modo, la scimmia è tornata. Anche la trama di Thrasher continua il filo della disconnessione familiare e della paternità inadeguata, poiché proviene da una famiglia distrutta con un padre traditore e una tensione costante con la madre e il fratello. La sua curiosità ha la meglio su di lui e così gira la chiave del meccanismo della scimmia, che finisce per uccidere la zia di Hal, Ida (Sarah Levy), in una straziante scena di morte.

Quando Hal e Petey sono in viaggio, Hal riceve una chiamata dal fratello Bill (James), da cui si è separato da tempo. Bill gli dice che sospetta che la scimmia sia tornata e che Hal debba trovarla e portargliela, cosa che Hal trova facile da credere. Hal chiede perché Bill non riesca a trovare la scimmia da solo, ma Bill riattacca prima di dare una risposta. È tutto piuttosto sospetto, ed è qui che le carte in tavola cambiano e otteniamo il quadro completo.

La connessione interrotta trai gemelli è il cuore narrativo del film

theo james in the monkeyQuesto non è poi così sorprendente per un film che trova il suo cuore nella tensione tra legami familiari tossici, ma si scopre che Bill è il responsabile del grande ritorno della scimmia. Bill sospettava da tempo che Hal fosse colui che aveva ucciso la loro mamma e ha trascorso gli anni dell’infanzia traumatizzato dagli eventi. Non ha mai perdonato Hal e ha pianificato la sua vendetta trovando la scimmia dove l’avevano lasciata e lasciandola libera nel mondo nella speranza che trovasse Hal. Crescendo, Bill ha sviluppato una fervente convinzione che la scimmia fosse un giusto arbitro della giustizia, convinto che per ottenere ciò che voleva, la scimmia dovesse essere usata da lui.

Hal e Petey riescono a rintracciare Bill trovando il numero di telefono e l’indirizzo di “Mrs. Monkey” (un’espressione beffarda con cui Bill chiamava Hal da bambino) nell’elenco telefonico. Il cuore spezzato condiviso tra Hal e Bill costituisce la spina dorsale della narrazione, e vederli finalmente provare a sistemarlo funge da catarsi necessaria.

The Monkey si conclude sia con la tragedia che con la speranza

tatiana maslany The MonkeyBill spiega la sua elaborata convinzione ad Hal, insistendo sul fatto che crede che la scimmia non ucciderà mai chi gira la chiave. Hal rifiuta, e Bill suggerisce quindi di lasciare che sia Petey a girare la chiave, sostenendo che ciò garantisce che Petey non verrà ferito. Hal non ci sta, e cerca ripetutamente di convincere Bill che niente di tutto questo vale la pena. Ferito e messo alle strette, Bill è finalmente toccato dalla convinzione di Hal nella sua natura migliore, e i due finalmente si perdonano con una stretta di mano. Ma la scimmia se ne va e una palla di cannone si schianta nella testa di Bill, per gentile concessione della sua elaborata trappola pensata per fermare gli intrusi.

Con Bill morto, Hal decide che la cosa migliore da fare è prendere possesso della scimmia e assicurarsi che rimanga chiusa a chiave lontano da tutti gli altri, per non essere mai più utilizzata. Scossi e sgomenti ma emotivamente riuniti come padre e figlio, Hal e Petey lasciano l’edificio, se ne vanno in auto e assistono alla miriade di carneficine che la scimmia ha lasciato dietro di sé, come una carrozzina in fiamme e un uomo impalato su un albero con una tavola da surf. Questo caos è stato causato da Bill che ha ripetutamente girato la chiave della scimmia più e più volte, nel tentativo disperato di uccidere Hal. Ha messo i suoi bisogni prima di qualsiasi senso di solidarietà e ha distrutto la comunità vicina, una metafora adatta non solo per quanto possano essere dannosi i legami familiari malsani, ma anche un’evocazione agghiacciante dell’attuale clima politico.

Prima che Hal e Petey possano partire verso il tramonto, Hal vede una vecchia donna pallida con un mantello scuro lacero cavalcare un cavallo, facendo riferimento a una visione che Hal menziona ossessivamente più volte nel corso del film. Che esista davvero o sia solo uno dei modi soprannaturali in cui la scimmia interferisce con la psiche di Hal fa parte del fastidioso disagio per l’inconoscibilità dei misteri della vita. Hal suggerisce di portare Petey a un’attrazione pubblica, cosa che Petey sorprendentemente accetta, e se ne vanno mentre un autobus pieno di cheerleader viene urtato da un camion. È una nota perfetta per concludere, che afferma la tesi centrale secondo cui la scimmia è davvero “come la vita”, come riporta l’etichetta sulla scatola in cui è conservata: crudele, senza significato o spiegazione e in qualche modo capace di ispirare una gioia irriverente e quel tanto che basta per farci andare avanti.

Generazione Romantica: trailer del film di Jia Zhangke dal 17 aprile al cinema

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Dopo aver conquistato il mondo con le sue opere che raccontano una Cina in continua evoluzione, il regista Jia Zhangke – Leone d’Oro a Venezia con Still Life – torna al cinema con il suo nuovo Generazione Romantica (qui la recensione), che uscirà il 17 aprile nelle sale italiane distribuito da Tucker Film.

Il lungometraggio, interpretato dalla moglie e musa del regista Zhao Tao e dal giovane attore Li Zhubin, racconta una storia d’amore delicata e profonda, che si intreccia con i mutamenti di un’intera nazione. Generazione Romantica è infatti un’opera che attraversa quasi vent’anni di vita privata e collettiva, seguendo le vicende amorose di Bin e Qiaoqiao dal 2001 alla pandemia, in parallelo con la trasformazione sociale della Cina.

Jia Zhangke, figura centrale della Sesta Generazione del cinema cinese, continua la sua riflessione visiva sul paese, raccontando la sua evoluzione attraverso sentimenti individuali e collettivi. Con il suo stile unico e coraggioso, il regista offre uno spunto di riflessione sulla Cina contemporanea, affrontando temi universali come l’amore, la speranza e la resilienza.

In Generazione Romantica, Zhang Ke elabora il linguaggio dei sentimenti con la stessa intensità e passione che lo ha contraddistinto in opere come Platform, Still Life, Il tocco del peccato e Al di là delle montagne.

Generazione Romantica – ha dichiarato il regista – una meditazione molto personale: parla dei tempi che ho vissuto, dei luoghi in cui sono stato e delle persone che ho incontrato. All’inizio del nuovo millennio la Cina è stata protagonista di una forte crescita economica: è arrivata la globalizzazione, il paese ha cominciato ad aprirsi ed eravamo tutti pieni di entusiasmo per il futuro. Vent’anni dopo, oggi, tutto è molto più ordinato, ma le persone hanno perso la passione e la motivazione. Questa curva di emozioni attraversa il film e rappresenta il mio sentimento personale, ma credo rappresenti anche un sentimento comune tra i cinesi”.

La trama di Generazione Romantica

Siamo a Datong, in Cina, all’alba del nuovo millennio. Bin e Qiaoqiao vivono una storia d’amore come tante, fatta di piccole gioie quotidiane, danze e musica. Ma quando Bin decide improvvisamente di partire per motivi di lavoro, Qiaoqiao rimane a casa, fiduciosa nella promessa del suo ritorno. Tuttavia, quando il tempo trascorre e la sua attesa sembra infrangersi contro la realtà, Qiaoqiao intraprende un viaggio per cercarlo, consapevole che la loro storia sta cambiando. La loro vicenda privata è specchio di un paese che sta attraversando cambiamenti epocali, che Jia Zhangke racconta con il suo stile unico, sospeso tra documentario e finzione.

Storia della mia famiglia: confermata la seconda stagione

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Storia della mia famiglia: confermata la seconda stagione

Reclamata a gran voce dal pubblico, adesso è ufficiale, Storia della mia famiglia (leggi la nostra recensione) tornerà con la seconda stagione, solo su Netflix.

La serie racconta di Fausto (Eduardo Scarpetta), un giovane papà che, sapendo di dover lasciare i suoi bambini Libero (Jua Leo Migliore) ed Ercole (Tommaso Guidi), decide di affidarli alle cure e all’amore di una improbabile famiglia composta da sua mamma Lucia (Vanessa Scalera), suo fratello Valerio (Massimiliano Caiazzo) e dagli amici di sempre Maria (Cristiana Dell’Anna) e Demetrio (Antonio Gargiulo). Storia della mia famiglia è creata da Filippo Gravino, diretta da Claudio Cupellini e prodotta da Palomar (a Mediawan Company).

Ecco l’annuncio ufficiale su Instagram:

The Judge: prima di Oppenheimer, il miglior ruolo non Marvel di Robert Downey Jr.

Un film di Robert Downey Jr. del 2014, The Judge, è attualmente disponibile su Netflix, in Top 10, e presenta la migliore interpretazione contemporanea non-Marvel dell’attore prima di Oppenheimer del 2023. Grazie al suo ruolo di Tony Stark/Iron Man nel Marvel Cinematic Universe, Downey è una delle star più riconoscibili del pianeta. Ha fatto il suo debutto nel franchise nel 2008 e il ruolo di Iron man è arrivato a definire la sua carriera. Tuttavia, l’attore ha un curriculum impressionante al di fuori del MCU, tra cui una svolta clamorosa in un legal drama che è una visione essenziale dopo il successo di Oppenheimer.

Nel 2023, Robert Downey Jr. si è unito al cast di Oppenheimer di Christopher Nolan, interpretando il ruolo del membro dell’AEC Lewis Strauss. Il film nel suo complesso è stato accolto con entusiasmo dalla critica e ha portato l’attore a una vittoria all’Oscar attesa da tempo. Il film è stato sicuramente un punto culminante nella carriera dell’attore. Ora, un titolo di Downey del 2014 sta scalando le classifiche di Netflix e segna il precedente miglior ruolo non MCU della star.

Di cosa parla The Judge con Robert Downey Jr.

Il dramma legale vede la star interpretare un avvocato

The Judge spiegazione finale
Robert Downey Jr. e Robert Duvall in The Judge. © 2014 – Warner Bros. Pictures/Village Roadshow Pictures

Diretto da David Dobkin, The Judge del 2014 vede Robert Downey Jr. interpretare Hank Palmer, un brillante avvocato di Chicago che affronta il suo caso più personale fino ad oggi. Al ritorno nella casa della sua infanzia, Hank scopre che suo padre, Joseph (Robert Duvall), è sospettato di aver ucciso un uomo. Di conseguenza, Hank si propone di dimostrare l’innocenza di suo padre, il che, inaspettatamente, avvicina i due. Il cast di The Judge include anche Vincent D’Onofrio, Billy Bob Thorton, Vera Farmiga e Jeremy Strong in ruoli secondari.

Nel complesso, The Judge non è stato un grande successo. Il film ha incassato solo 84 milioni di dollari con un budget di 50 milioni di dollari (tramite Box Office Mojo) e non è riuscito a convincere la critica. Infatti, attualmente ha un punteggio Rotten Tomatoes del 49%, con gran parte delle critiche incentrate sulla trama prevedibile del film e sullo stile eccessivamente sentimentale. Tuttavia, le performance del cast, in particolare Downey e Duvall, sono state accolte con elogi universali. Nel complesso, The Judge è una grande vetrina del talento di Downey, se non altro.

Perché The Judge è uno dei migliori ruoli non-Marvel di Robert Downey Jr.

La star è più di un semplice interprete con una sola sfumatura

Robert Downey Jr. in Iron Man 3 (2013)
Foto di Zade Rosenthal – © 2012 MVLFFLLC. TM &2012 Marvel.

Dal 2008 al 2019, la carriera di Robert Downey Jr. è stata quasi interamente assorbita da Iron Man e dal suo ruolo nell’MCU. Ha, tuttavia, recitato in una manciata di progetti al di fuori del franchise dei supereroi. Per cominciare, ha interpretato Sherlock Homes in due film diretti da Guy Ritchie ed è apparso al fianco di Zach Galifianakis nella commedia del 2010 Parto col Folle. Mentre molti dei film non-Marvel di Downey si sono rivelati popolari, pochissimi di essi hanno fornito all’attore molta sostanza. The Judge, quindi, si distingue tra i film di questo periodo per questo motivo.

Prima di diventare Iron Man, Downey si è fatto un nome come attore serio, per lo più in film a medio budget e film da Oscar. La star ha ottenuto la sua prima nomination all’Oscar per il ruolo di Charlie Chaplin nel film biografico del 1992 Chaplin, quando aveva solo 27 anni. Dopo essere entrato nell’MCU, la carriera di Downey è stata dominata da blockbuster ad alto budget e commedie di ampio respiro. In quanto tale, The Judge, attraverso la sua attenzione sulle complessità delle relazioni padre/figlio e sulle insidie ​​del sistema legale, ha offerto a Downey qualcosa di più sostanzioso in cui affondare i denti.

Perché The Judge è così popolare su Netflix 10 anni dopo la sua uscita originale

Il film sta ricevendo più attenzione ora rispetto a quando è uscito al cinema per la prima volta

Robert Downey Jr. in OppenheimerThe Judge è riuscito a rivendicare un posto nella Top 10 globale di Netflix nonostante sia vecchio di dieci anni. Come sempre con questo genere di film, il motivo della popolarità improvvisa di The Judge è difficile da dire. La spiegazione più probabile è che, dopo Oppenheimer, il pubblico è stato desideroso di vedere Downey in ruoli più seri. Per molto tempo, molti spettatori avrebbero conosciuto Downey solo come Iron Man, ma è possibile che, dopo aver visto la performance dell’attore che ha vinto l’Oscar come Strauss, i loro occhi si siano aperti a nuove possibilità.

A questo proposito, The Judge sembra essere arrivato su Netflix al momento giusto. Vale anche la pena notare che, mentre The Judge non è stato recensito favorevolmente dalla critica, il pubblico è stato molto più entusiasta. In effetti, il punteggio del pubblico del film su Rotten Tomatoes è attualmente al 72%, un grande passo avanti rispetto al punteggio della critica del 49%. Che sia la natura del film incentrata sulla famiglia, la sua produzione elegante o semplicemente il coinvolgimento di Downey, c’è qualcosa in The Judge che attrae il pubblico a un decennio dalla sua prima uscita sugli schermi, rendendolo il suo miglior film non MCU prima di Oppenheimer.

The Judge si serve dello stesso trucco vecchio di 15 anni di Robert Downey Jr.

Nonostante appartengano a generi diversi e abbiano storie completamente diverse, The Judge si serve di un trucco di Robert Downey Jr. che l’attore ha usato in un franchise uscito 15 anni fa. Robert Downey Jr. ha esplorato una varietà di generi nella sua carriera di attore e nel 2014 ha recitato nel dramma legale The Judge (qui la recensione).

Diretto da David Dobkin, The Judge ha come protagonista Robert Downey Jr. nel ruolo di Hank Palmer, un avvocato di successo che vive a Chicago. Quando sua madre muore, Hank torna nella sua città natale e si riunisce ai suoi fratelli e al suo padre separato, Joseph Palmer (Robert Duvall). Joseph Palmer è il giudice del tribunale penale di Carlinville e, in quanto tale, è una figura rispettata nella comunità, ma il rapporto complesso e teso di Hank con lui crea presto attriti in famiglia. Mentre Hank sta per tornare a casa, è costretto a tornare a Carlinville perché suo padre è sospettato di un incidente mortale e omissione di soccorso e quindi decide di rappresentare suo padre in tribunale. The Judge si concentra sulle relazioni personali di Hank, ma ha alcuni momenti più leggeri nel mezzo del dramma, incluso uno in cui Downey Jr. ripete un trucco di uno dei suoi migliori personaggi.

In The Judge, Hank sfrutta il trucco di deduzione di Sherlock Holmes

Hank si è giocato una mossa alla “Sherlock Holmes” con alcuni ragazzi ubriachi

Robert Downey Jr. e Robert Duvall in The Judge
Robert Downey Jr. e Robert Duvall in The Judge. Foto di Claire Folger – © 2013 Warner Bros. Entertainment Inc

Nel 2009, Robert Downey Jr. ha recitato in Sherlock Holmes di Guy Ritchie nel ruolo del Grande Detective, insieme a Jude Law nel ruolo del Dr. John Watson. Downey Jr. ha incarnato perfettamente la personalità acuta e schietta del famoso detective, insieme alle sue eccentricità uniche e alla sua difficoltà a relazionarsi con la maggior parte delle persone. Tuttavia, la caratteristica più distintiva del grande Sherlock Holmes sono le sue capacità di deduzione. Holmes è in grado di “leggere” una persona semplicemente guardandola, il che è molto utile nei suoi casi, e sebbene Hank Palmer non sia un detective, usa lo stesso trucco in The Judge.

Dopo il funerale della madre, Hank e i suoi fratelli, Glen (Vincent D’Onofrio) e Dale (Jeremy Strong), vanno in un bar locale, dove ricordano i loro anni giovanili e il loro rapporto con il padre. Quando un uomo al bar inizia a insultare Dale e il padre, Glen si alza per difendere la sua famiglia, ma Hank li ferma chiedendo chi è in libertà vigilata. Hank inizia quindi a “leggere” l’uomo e i suoi compagni, deducendo correttamente che sono accusati di guida in stato di ebbrezza, possesso di sostanze illegali e violenza domestica. Gli uomini se ne vanno, ma Hank fa lo stesso trucco con Carla (Leighton Meester), la barista.

In che modo Hank Palmer si confronta con Sherlock Holmes

Hank e Sherlock hanno alcune somiglianze

Jude LawHank e Sherlock Holmes avevano lavori diversi ma in qualche modo correlati e, sebbene sembrino diversi in termini di personalità, in realtà hanno alcune somiglianze (probabilmente dovute al fatto di essere interpretati dallo stesso attore). Sia Hank che Sherlock sono molto diretti e onesti e spesso mancano di sensibilità, il che porta a tensioni e conflitti con gli altri. Hank e Sherlock possono anche essere molto egoisti e egocentrici, ma Hank è molto più propenso a notarlo e a cambiare. Entrambi sono molto sicuri di sé e conoscono il valore delle proprie capacità, il che li porta a non tollerare di essere trattati come meno di quanto meriterebbero.

Tuttavia, Hank ha una base familiare molto più solida di Sherlock, nonostante i loro numerosi conflitti e incomprensioni, il che lo rende meno freddo e privo di emozioni di Holmes. Hank fa il “trucco della deduzione” solo in quella scena al bar, e in tribunale fa solo il suo lavoro di avvocato, mentre Holmes mostra le sue capacità a ogni occasione. Non si sa se Hank e il suo momento di “deduzione” in The Judge fossero un cenno a Sherlock Holmes o no, ma è un collegamento divertente trai due personaggi.

LOL: Chi ride è fuori, le foto della quinta stagione!

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LOL: Chi ride è fuori, le foto della quinta stagione!

La quinta stagione di LOL: Chi ride è fuori, il comedy show Original dei record prodotto in Italia, è prodotta da Endemol Shine Italy per Amazon MGM Studios e sarà disponibile su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori nel mondo dal 27 marzo 2025 con i primi 5 episodi, e dal 3 aprile con l’ultimo.

Federico Basso, Enrico Brignano, Flora Canto, Tommaso Cassissa, Raul Cremona, Geppi Cucciari, Valeria Graci, Andrea Pisani, Marta Zoboli e Alessandro Ciacci, vincitore della seconda stagione dello show Original LOL Talent Show: Chi fa ridere è dentro, si sfideranno a rimanere seri per sei ore consecutive provando, contemporaneamente, a far ridere i loro avversari, per aggiudicarsi un premio finale di 100.000 euro a favore di un ente benefico scelto da chi vincerà. Ad osservare l’esilarante gara comica dalla control room nelle vesti di arbitri e conduttori, due nuovi co-host d’eccezione: Alessandro Siani e Angelo Pintus.

Walt Disney ha davvero inventato i Robot? La spiegazione della storia di The Electric State

Poiché la sequenza di apertura di The Electric State suggerisce che Walt Disney fu il primo a creare un robot, molti spettatori potrebbero essere curiosi di sapere se questa scelta narrativa si basa su un fatto reale.

Basato sull’omonima graphic novel di Simon Stålenhag, The Electric State dei fratelli Russo presenta una linea temporale alternativa in cui l’ambizione incontrollata dell’umanità porta a una guerra brutale tra umani e robot. Sebbene gli umani alla fine emergano vittoriosi e i robot sopravvissuti siano costretti a vivere in un’area chiusa, la guerra porta a una distribuzione ingiusta del potere nel mondo.

Prima che il film salti alla linea temporale attuale per evidenziare come questa distribuzione del potere abbia un impatto sulle masse, ripercorre la storia di come gli umani hanno sviluppato esseri robot quasi senzienti. Durante questa esplorazione della storia alternativa, The Electric State afferma che Walt Disney ha inventato i robot. Il dettaglio di apertura di Walt Disney del film di fantascienza Netflix richiede una verifica dei fatti perché è difficile non essere curiosi di sapere se si tratti di un’affermazione storica accurata o di un’aggiunta fittizia alla narrazione.

The Electric State inventa i robot inventati da Walt Disney

La sequenza di apertura è puramente immaginaria

The Electric StateIn realtà, Walt Disney non ha inventato i robot. Sin dall’inizio, la Disney ha investito molto nello sviluppo di tecnologie e innovazioni che promuovono l’animazione. Tuttavia, ha senso che The Electric State includa questo dettaglio immaginario perché molti robot nella narrazione del film sono ispirati visivamente a personaggi animati e mascotte popolari degli anni ’80 e ’90.

Suggerendo che Walt Disney fosse un pioniere della robotica, il film giustifica il motivo per cui i suoi personaggi robot sembrano così familiari e evocativi. Va notato che c’è una parvenza di verità in questa storia. Mentre Walt Disney non ha inventato la robotica, il suo conglomerato mediatico ha dato molti contributi significativi alla tecnologia.

The Electric State parte dal presupposto che Disney ha fatto progredire la tecnologia dei robot

In particolare, ha contribuito molto all’animatronica

Walt Disney filmDisney potrebbe non essere stato leader nella robotica, ma ha contribuito alla tecnologia in diversi modi. Ad esempio, l’audio-animatronica, che è una forma di burattinaio meccatronico, è stata creata da Walt Disney Imagineering. La tecnologia è stata spesso utilizzata anche nei parchi a tema e nelle attrazioni Disney. A differenza dei robot e degli androidi, i burattini meccatronici hanno movimenti preregistrati, che sono sincronizzati con fonti sonore esterne.

Gli audio-animatronici sono considerati significativamente diversi dai robot e dagli androidi perché non hanno la capacità di rispondere a stimoli esterni. Poiché i robot in The Electric State sono in qualche modo senzienti e hanno la capacità di rispondere all’ambiente circostante con emozioni quasi umane, associarli all’audio-animatronica di Walt Disney sarebbe un po’ forzato. Tuttavia, poiché il film è un fantasy rivolto principalmente a un pubblico più giovane, ha senso che utilizzi il legame con la Disney per infondere un senso di familiarità e nostalgia nel pubblico.

The Monkey: recensione del nuovo film del regista di Longlegs

The Monkey: recensione del nuovo film del regista di Longlegs

Dopo aver trasformato Nicolas Cage nel suo incredibile Longlegs, Osgood – detto Oz – Perkins rilancia con il nuovo The Monkey (guarda il trailer), distribuito al cinema da Eagle Pictures a partire dal 20 marzo 2025. Un film che riunisce parte di un ipotetico Gotha dell’horror, nel quale non potrebbero mai mancare James Wan (il padre delle saghe di The Conjuring e Saw, qui produttore) e Stephen King, autore del racconto (contenuto nella raccolta “Scheletri“) dal quale nasce questo adattamento, interpretato da Theo James, nel doppio ruolo del tormentato e disperato protagonista, e diretto appunto dal figlio dell’Anthony Perkins di Psycho.

Da Psycho a Stephen King

Che abbiamo visto muovere i primi passi su un set nel 1983, come ‘giovane Norman’ nel Psycho II di Richard Franklin, ed esordire alla regia nel 2015, con February – L’innocenza del male nel 2015, prima dell’interessante Sono la bella creatura che vive in questa casa nel 2016 e la versione personale del poco fiabesco Gretel e Hansel nel 2020, prima del citato Longlegs. E che per questo gradito ritorno sceglie di attingere alla storia “La scimmia“, pubblicata dal Re del Brivido nel novembre del 1980, dopo che in passato era stato Kenneth J. Berton, nel 1984, a farne un film con il suo Il dono del Diavolo (The Devil’s Gift).

La trama di The Monkey

Nel 1999, Petey Shelburn tenta di restituire, e distruggere, una scimmia giocattolo in un negozio di antiquariato, ma il congegno meccanito tutto è tranne che un gioco. Come dimostra la reazione a catena che si scatena, solo la prima stazione di una interminabile via crucis disseminata di morti incredibili che sembrano funestare la famiglia Shelburn e i due piccoli figli di Petey, Hal e Bill. Sono loro a sospettare del potere nefasto della scimmia e a disfarsene… ma per quanto? Venticinque anni dopo, infatti, i due, ormai separati dalla vita e dalla precisa intenzione di non avere nulla a che fare l’uno con l’altro, sono costretti a riavvicinarsi dall’inatteso riapparire del “giocattolo”. Ma se non fosse un caso? Come potrebbe Hal evitare che la maledizione ricada su suo figlio Petey?

Il destino è quel che è

Tutti muoiono, il film ce lo ricorda, ma accettato questo assunto tanto vale sbizzarrirsi. Chissà che non sia stato questo il pensiero di Oz Perkins nell’architettare questo adattamento infarcendolo di invasioni di vespe assassine, donne che esplodono e incidenti mortali di ogni tipo, nel quale il pericolo è dietro ogni angolo, dalla piscina al ristorante, sia che si resti in casa sia che si vada a fare shopping. Morti talmente assurde, esagerate ed esplicite da fargli andare stretto persino il collegamento – spontaneo, a vedere il film – con il franchise di Final Destination, e che probabilmente faranno la gioia di molti appassionati del genere.

Il Dark Humour in The Monkey

Questo senso dell’umorismo ‘malato’ è in fondo la cifra principale del film, nel bene e nel male, visto che spesso, a fronte della grande creatività omicida e dell’abilità del regista a costruire gradualmente la tensione, viene a mancare proprio quella che dovrebbe essere la spina dorsale dell’horror. La forza evocativa e inquietante del giocattolo ha molta meno intensità e presa di altri suoi simili, sostanzialmente ridotto a osservatore silente e trasformato in una sorta di innesco di quello che è il vero conflitto, quello tra i due fratelli.

Una scelta spiazzante, che spezza in due il film, dopo un prologo avvincente e una premessa promettente, affidandosi spesso a cliché e a una storia debole nella sua rappresentazione, anche come mero tessuto connettivo tra sequenze emozionanti e visivamente di impatto, che finisce per dilungarsi eccessivamente prima della definitiva conclusione. Anche questo effetto della libertà che Perkins dimostra di prendersi nella trasposizione del racconto, insieme alla fondamentale aggiunta di un fratello gemello, elemento che gli permette di fare proprio il film e approfondire le dinamiche familiari (dal rifiuto della paternità al senso di colpa per quanto vissuto nell’infanzia) e i traumi che uniscono Hal e Bill, fino ad assumere i tratti di una vera e propria maledizione, da affrontare, accettare o scontare.

Un tentativo di catarsi personale per Perkins

Tutto ciò, unito alla relazione fratturata affidata al doppio Theo, aggiunge profondità al racconto e un peso specifico particolare al cercarsi e confrontarsi dei due gemelli. Forse non quella desiderata dallo spettatore medio, che certo non si aspetterà Bergman, ma si ritroverà di fronte a un progetto decisamente personale per il regista, che ha pubblicamente ammesso di continuare a sfruttare i propri film – almeno Longlegs e The Monkey – per affrontare la depressione causata dalla morte “mediatica” dei suoi genitori (il padre a causa dell’AIDS e la madre Berinthia “Berry” Berenson negli attentati dell’11 settembre 2001) e mettere in scena genitori assenti, le drammatiche conseguenze di certi segreti familiari, il desiderio di vendetta e la paura di una distruttiva coazione a ripetere il passato.

Attenti al gorilla

Attenzione a fraintendere, The Monkey è sufficientemente divertente, splatter e grottesco da appartenere a buon titolo al genere e da poter essere apprezzato dallo stesso King (nonostante il tradimento del suo originale), a patto di possedere lo stesso humour del regista e sceneggiatore. Che, come detto, a scelte convincenti di stile (dai titoli ‘western’ a una fotografia desaturata e un commento musicale ben calibrato) e una pletora di personaggi di contorno surreali, unisce uno sviluppo non sempre di livello. Per ritmo e coerenza. Che rischierà di annoiare qualcuno, forse i poco impressionabili, ma che per lo meno non si prende sul serio. Decisamente.

Morgane – Detective geniale 4: cosa aspettarci dalla nuova stagione

Torna su Raiuno dal 18 marzo, la bizzarra e eccentrica Morgane – Detective Geniale, le cui avventure sono giunte alla quarta stagione. Ideata da Alice Chegaray-Breugnot, Stéphane Carrié e Nicolas Jean la serie franco-belga torna sulla rete ammiraglia (e su Raiplay) nella prima serata, dalle 21.30, con i primi due episodi del nuovo ciclo di avventure, dal titolo Fronte-Retro e ISO 8601.

La quarta stagione di Morgane – Detective Geniale ci pone subito di fronte a un interrogativo fondamentale: chi è il padre del bambino che la donna porta in grembo? Questa domanda sarà al centro dei pensieri di Morgane, insieme alle indagini che, da subito, bussano alla sua porta.

La trama di Morgane – Detective geniale 4

Il primo episodio di questo quarto ciclo ci mostra una Morgane, che ancora non sa chi sia il padre di suo figlio, alle prese con un omicidio di una donna molto insolita. Alexandra Collet, una casalinga di 42 anni viene trovata morta da suo marito. La donna aveva un figlio non udente e quello che la rende particolare è che andava sempre ai funerali degli sconosciuti. Morgane scoprirà però presto che probabilmente questa non era l’unica peculiarità di Alexandra, che probabilmente aveva una doppia vita come spacciatrice! 

Il secondo episodio mescolerà di più l’aspetto professionale e privato di Morgane, che durante una ecografia viene chiamata sulla scena di un crimine. Questa volta tocca al dottor Bubé, assassinato con un estintore nel suo ufficio. Per questo caso, Morgane collabora con Karadec, che sta per trasferirsi al reparto finanziario, e con il comandante Prigent, suo successore.

Guida al cast di Morgane – Detective geniale 4

La serie ci propone tutta una serie di novità, ma anche il ritorno dei protagonisti che l’hanno resa così amata dal grande pubblico:

  • Audrey Fleurot (Morgane Alvaro)
  • Mehdi Nebbou (Adam Karadec)
  • Bruno Sanches (Gilles Vandraud)
  • Marie Denarnaud (Céline Hazan)
  • Bérangère McNeese (Daphné Forestier)
  • Cypriane Gardin (Théa Alvaro)
  • Noé Vandevoorde (Eliott Alvaro)
  • Jérémy Lewin (Thimothée)
  • Rufus (Henri)
  • Nicolas Martinez (giudice Pierre-Emmanuel Caron)
  • Thomas Scimeca (commandant Fred Prigent)
  • Myra Tyliann (Afida)

Le nuove puntate

L’appuntamento con Morgane – Detective geniale 4 è per quattro serate, su Raiuno, a partire da martedì 18 marzo, ogni martedì, con due episodi inediti che saranno poi visibili su Raiplay in streaming. Sintonizzatevi a partire dalle 21.30!

Mortal Kombat 2: il nuovo villain è in sviluppo da 28 anni

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Mortal Kombat 2: il nuovo villain è in sviluppo da 28 anni

Un cattivo importante apparirà in Mortal Kombat 2, dopo essere stato tagliato fuori da un precedente film Mortal Kombat. Ci sono stati tre film live-action Mortal Kombat che hanno visto protagonisti i personaggi più popolari della serie di videogiochi. Tuttavia, i primi due film basati sui giochi di combattimento non sono stati purtroppo ben accolti. Mortal Kombat del 1995 e Mortal Kombat: Annihilation del 1997 sono stati stroncati dalla critica. Mortal Kombat: Annihilation, in particolare, ha un punteggio incredibilmente basso del 4% su Rotten Tomatoes (tramite Rotten Tomatoes).

Ecco perché è stato un sollievo quando il reboot del 2021 ha rilanciato il franchise di Mortal Kombat. Il film ha introdotto nuove versioni dei più iconici Mortal Kombat personaggi. Tuttavia, anche se molti personaggi sono stati visti in live-action, ce ne sono ancora alcuni che non lo sono. Fortunatamente, dopo il finale del reboot del 2021, l’imminente Mortal Kombat 2 è il momento perfetto per introdurre uno dei migliori cattivi del franchise, Quan Chi. Quan Chi era originariamente previsto per apparire in Mortal Kombat: Annihilation, ma la sua scena è stata tagliata dal film finale.

Quan Chi sarà in Mortal Kombat 2 dopo essere quasi apparso in Annihilation

Mortal Kombat 2 film 2025

L’apparizione di Quan Chi in Mortal Kombat 2 è in cantiere da 28 anni

Dopo il finale ricco di azione di Mortal Kombat del 2021, è stato confermato che il sequel includerà un vero e proprio torneo. Ciò significa che molti personaggi che non sono apparsi nel film del 2021 potranno essere presenti nel sequel. Tra tutti i personaggi di Mortal Kombat 2, quello che mi entusiasma di più è sicuramente Quan Chi. Questo è particolarmente vero perché il personaggio malvagio avrebbe dovuto apparire in Mortal Kombat: Annihilation prima di essere tagliato.

Nella scena, Shinnok incontra Quan Chi, e lo stuzzica dicendogli che il Regno della Terra sarà ancora in pericolo nel terzo film di Mortal Kombat.

Questa scena tagliata doveva essere inclusa alla fine di Mortal Kombat: Annihilation. Nella scena, Shinnok incontra Quan Chi, che lo stuzzica dicendo che il Regno della Terra sarà ancora in pericolo nel terzo Mortal Kombat film. Ovviamente, questo terzo film non è mai stato realizzato, il che è un po’ deludente, dato che sarebbe stato bello vedere Quan Chi affrontare i guerrieri del Regno della Terra. Tuttavia, viste le recensioni dei film Mortal Kombat degli anni ’90, i fan del franchise probabilmente vedranno una versione molto migliore di Quan Chi nel prossimo Mortal Kombat 2.

Quan Chi è esattamente il cattivo di cui Mortal Kombat 2 ha bisogno dopo il reboot del 2021

Mortal Kombat 2 film 2024

Quan Chi sarà una grande minaccia per Earthrealm in Mortal Kombat 2

A parte il fatto che un torneo è confermato, Mortal Kombat 2 è il film perfetto per introdurre Quan Chi, dato che Netherrealm, da dove proviene il negromante, non è ancora stato mostrato nel reboot della serie. Infatti, anche se il film del 2021 si è concentrato molto su Scorpion, in realtà non ha mostrato molto delle sue origini. Oltre a non includere Netherrealm, non c’era nemmeno alcuna indicazione che fosse stato proprio Quan Chi ad uccidere la famiglia di Hanzo mentre si era travestito da Bi-Han. Dato che questo accade nella tradizione dei giochi, questo potrebbe essere potenzialmente esplorato nel sequel.

Oltre a questo importante elemento che cambia completamente la rivalità tra Scorpion e Sub-Zero, va anche notato che Quan Chi è in grado di riportare in vita i personaggi. Pertanto, sarà probabilmente lui a far rivivere molti dei personaggi morti nel film del 2021. In questo modo, Quan Chi aumenterà le possibilità di Outworld di vincere il torneo Mortal Kombat contro Earthrealm. Per questi motivi, non vedo l’ora di vedere finalmente Quan Chi fare la sua prima apparizione ufficiale live-action in Mortal Kombat 2.

Sadie Sink parla delle riprese dell’ultima stagione di Stranger Things

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La serie di successo di Netflix Stranger Things si prepara a tornare sullo schermo. La Stranger Things – stagione 5, che sarà l’ultima, dovrebbe uscire nel corso dell’anno. L’attrice Sadie Sink, che interpreta Max dalla seconda stagione, ha parlato con la stampa della prossima stagione 5 e dei suoi sentimenti riguardo alla fine della serie.

In un’intervista con Josh Horowitz nel suo podcast Happy Sad Confused, Sadie Sink ha parlato delle emozioni che si provano quando si conclude uno show e del talento dei suoi colleghi. Ha anche elogiato i fratelli Duffer e ha menzionato l’importanza della troupe dello show.

Penso che sia stata una stagione davvero difficile da girare e la nostra troupe ha lavorato davvero tanto ogni singolo giorno. Noi attori non siamo lì tutti i giorni, ma la troupe c’è stata per tutto l’anno. E con questo e con il materiale con cui stiamo lavorando, è uno spettacolo così grande. È come, sì, vai su e giù tra le tue emozioni, [loro] cambiano molto. Ma sicuramente eravamo tutti sulla stessa lunghezza d’onda, e quella spinta finale nell’ultimo mese, dove è come, questo è difficile, questo è stato un anno difficile, ma, oh mio Dio, non voglio che finisca.

All’inizio ero decisamente come intorpidita [alla fine dello show], poi la lettura del copione mi ha colpito e ho pianto, pianto quella mattina con Maya in macchina, e ci siamo chieste: “Cosa sta succedendo? Perché? Perché sta colpendo proprio in questo momento? Ma penso che sapere quale fosse la fine e vedere “serie finale” sulla sceneggiatura, fosse davvero tanto. Ma poi stavamo bene dopo, perché avevamo ancora mesi davanti, giusto? E poi è arrivato il giorno finale. È come, oh, questo è un casino. Quindi sì, è difficile, di sicuro.

Penso che tutti abbiano fatto un lavoro incredibile. Davvero, e penso che l’aspetto generale sia che questa è la stagione in cui si vedono davvero tutti gli ex attori bambini come attori adulti e i Duffer hanno sempre fatto un ottimo lavoro nell’adattarsi a noi, al materiale e a quanto tutti siano cresciuti come attori in questo cast, ci sono alcune performance e trame davvero sorprendenti. E sono davvero orgogliosa di tutti.

Cosa significa per la quinta stagione di Stranger Things

Stranger Things 5
© Netfix

Il cast e la troupe si sono lasciati coinvolgere dalle emozioni

L’intervista di Sink rivela quanto il cast di Stranger Things sia diventato unito, rivelando le emozioni degli attori durante la lettura finale della serie. La lettura finale, che è stata “disordinata”, mostra quanto sia intenso il loro legame tra loro e con lo show, che è in produzione da oltre un decennio. L’imminente stagione finale di Stranger Things ha senza dubbio suscitato i sentimenti del cast e della troupe riguardo al lavoro insieme, soprattutto considerando le loro relazioni di lunga data. La dichiarazione di Sink che “non vuole che finisca” mostra quanto siano stretti i suoi legami con lo show.

Ci aspetta un finale emozionante con il maturato cast di Stranger Things. La serie è iniziata quando gli attori, come Millie Bobby Brown e Finn Wolfhard, erano adolescenti. Ora sono adulti che hanno anni di esperienza. Con l’età arriva la crescita e siamo sicuri che vedremo quanto il cast è migliorato. La quinta stagione dovrebbe in particolare fornire a Sink del buon materiale, dato che Max è rimasto in coma alla fine della quarta stagione e si sveglierà per trovare una Hawkins invasa da Vecna e dall’Upside Down.

Adolescence, il finale spiegato dal cast e dai creatori

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Adolescence, il finale spiegato dal cast e dai creatori

Lo scrittore, il regista e il cast della nuova miniserie di Netflix, Adolescence, hanno spiegato se Jamie ha davvero ucciso Katie e perché ha cambiato la sua dichiarazione. La miniserie si concentra sulle conseguenze dell’accusa di omicidio a carico di Jamie (Owen Cooper) per l’omicidio di una sua compagna di classe, e sull’impatto che ha sulle persone che lo circondano, come suo padre, Eddie (Stephen Graham). Alla fine di Adolescence il ragazzo chiama suo padre più di un anno dopo l’omicidio, decidendo di cambiare la sua dichiarazione da innocente a colpevole.

Parlando con Tudum di Netflix, Graham, che è sia protagonista che co-creatore di Adolescence, ha spiegato l’importanza di far sentire il pubblico legato a Jamie prima di rivelare che, in effetti, aveva ucciso Katie. Il co-creatore Jack Thorne ha spiegato l’importanza di temi come la mascolinità, oltre a mettere in discussione il ruolo degli uomini nella società in particolare. Ha anche sottolineato come Jamie abbia capito che doveva assumersi la responsabilità delle sue azioni alla fine, chiudendo il cerchio. Scopri cosa hanno detto i co-creatori qui sotto:

Stephen Graham: È stato merito del casting. Volevamo che il pubblico fosse dalla parte di Jamie e pensasse: “Oh mio Dio, questo arresto è terribile. Non è possibile che l’abbia fatto lui. Volevamo che il pubblico provasse le stesse sensazioni che prova Eddie quando guarda e capisce cosa ha fatto Jamie.

Jack Thorne: Volevamo dare certezze al pubblico e poi dire: “Ora dove andiamo e come funziona?” È stato davvero emozionante. Raccontare un dramma che è un perché l’ha fatto, piuttosto che un giallo, si spera che coinvolga le persone in domande diverse. Domande come: “Cosa sta succedendo ai nostri figli adolescenti?” Phil, Stephen e io stiamo esaminando la mascolinità, pensando a noi stessi come uomini, al tipo di padri, partner e amici che siamo, e ci stiamo interrogando con una certa intensità su chi siamo come persone… Jamie sa cosa ha fatto, è terrorizzato e non ha calcolato quanto fosse definitivo. Sta aspettando che suo padre gli dica: “Sei al sicuro e ti voglio bene”. E suo padre non potrà mai più dargli questo.

Nell’episodio 4, il suo viaggio è molto più avanti rispetto a prima. Jamie ora sa cosa ha fatto e quale potrebbe essere il suo futuro. Questo gli permette di mettere i suoi sentimenti in una scatola e chiudere il coperchio su se stesso in qualche modo.

Inoltre, lo scrittore Phillip Barantini ha spiegato come il nuovo patteggiamento di Jamie sia stato come spegnere “una macchina per il supporto vitale per un familiare morente, accettando le sue azioni. Cooper è intervenuto per spiegare che Jamie non voleva deludere la sua famiglia, specialmente suo padre, non volendo deluderlo anche se sapeva che cambiare la sua dichiarazione era la scelta giusta. Guarda cosa hanno detto Barantini e Cooper qui sotto:

Phillip Barantini: Ho detto loro: “Immaginate che qualcuno che amate sia stato attaccato a una macchina per il supporto vitale. Avete sperato e pregato che rimanesse in vita. Poi, in quel momento, il medico finalmente vi dice: ‘Non c’è più niente che possiamo fare, e stiamo per spegnere la macchina.’ Ecco perché Jamie si è dichiarato colpevole per i Miller.

Owen Cooper: Jamie cerca sempre di fare colpo su suo padre e di essere fiero di lui. Ma non credo che lo sia. Ovviamente è preoccupato per il patteggiamento, ma lo è ancora di più per suo padre. Anche se non vuole deludere tutta la sua famiglia, suo padre è al centro del suo cuore. Jamie non vuole deludere Eddie.

Il co-creatore Jack Thorne ha anche lavorato come produttore esecutivo e sceneggiatore di Toxic Town, un’altra miniserie Netflix acclamata dalla critica uscita nel 2025.

Cosa dicono le azioni di Jamie in Adolescence sulla miniserie

Cambiare la sua dichiarazione è stato un passo importante per il suo personaggio

Il tema principale della miniserie è l’impatto sui personaggi in Adolescence della rivelazione, alla fine dell’episodio 1, che Jamie ha ucciso Katie. Anche se questo include membri delle forze dell’ordine come l’ispettore Luke Bascombe (Ashley Walters) e la psicologa del ragazzo, Briony Ariston (Erin Doherty), Eddie è quello più colpito perché si tratta di suo figlio. Sentire che cambierà la sua dichiarazione lo fa quasi crollare, e la scena finale mostra che sente di aver fallito come padre.

La decisione finale di Jamie mostra anche che ha accettato ciò che ha fatto, oltre alla consapevolezza che suo padre non lo guarderà mai più allo stesso modo dopo quanto accaduto. Il suo caso rivela nel complesso la vera storia di Adolescence, ispirata all’aumento dei crimini violenti commessi da giovani uomini, commentando gli effetti sociali che portano a conclusioni così orribili. La discussione importante raggiunge il suo apice quando il ragazzo ammette il suo crimine, il peso di quella realtà schiaccia suo padre, facendogli sentire responsabile quanto suo figlio per quanto accaduto.

Colin Farrell sta orbitando intorno a Sgt. Rock di Luca Guadagnino

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Dopo aver vinto praticamente ogni singolo premio di stagione per la sua interpretazione in The Penguin, Colin Farrell sta cercando di tornare in affari con la DC: e questo per recitare nel ruolo principale di Sgt. Rock di Luca Guadagnino.

Si tratterebbe di una parte diversa del DC-verse, dal momento che The Penguin è collegato alla sfera di The Batman di Matt Reeves, mentre Sgt. Rock fa parte della supervisione dei boss DC James Gunn e Peter Safran. e quindi del DCU “ufficiale”. I due mondi non si sovrapporranno mai.

La programmazione del film, che Colin Farrell vuole fare, a quanto pare, deve essere bilanciata con il suo autunno impegnato che include la seconda stagione di Sugar di Apple TV+ e il film di Edward Berger The Ballad of a Small Player. Farrell sostituisce Daniel Craig, che inizialmente stava valutando di tornare a lavorare con Guadagnino dopo aver realizzato Queer.

Colin Farrell interpreterà il sergente Franklin John Rock nel film ambientato nella seconda guerra mondiale. Il sergente Franklin Rock è stato creato da Robert Kanigher e Joe Kubert e ha debuttato sulle pagine di Our Army at War #83 nel 1959. Rock era un membro della Compagnia Easy, un’unità che ha combattuto nel Teatro Europeo durante la Seconda Guerra Mondiale e che consisteva in un gruppo eterogeneo di individui che sono riusciti a partecipare a tutte le principali azioni della guerra europea.

Il progetto segna un nuovo incontro tra Guadagnino e il suo sceneggiatore di Challengers e Queer Justin Kuritzkes. Per Guadagnino, Sgt. Rock dovrebbe avere la precedenza su American Psycho della Lionsgate. Il regista ha anche il thriller di Amazon MGM Studios con Julia Roberts e Andrew Garfield After the Hunt, in uscita più avanti quest’anno il 10 ottobre.

Colin Farrell ha portato a casa i premi come miglior attore TV dai Golden Globes, Critics Choice e SAG per la sua interpretazione metamorfica di Oswald Cobb in The Penguin di Max.

The White Lotus – Stagione 3, Episodio 6: il trailer promette soldi, potere e donne

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Il trailer della terza stagione di The White Lotus, episodio 6, anticipa cosa aspettarsi dopo gli eventi di una notte folle in Thailandia. L’ultima stagione della serie di successo della HBO segue un nuovo gruppo di personaggi in vacanza nel lussuoso resort thailandese del White Lotus. Dopo che l’episodio 5 ha rotto la formula tradizionale dello show ed è stato ambientato interamente di notte, il prossimo episodio 6 seguirà ancora una volta i personaggi della terza stagione di The White Lotus mentre inizia un nuovo giorno in paradiso. L’episodio andrà in onda il 23 marzo su Max.

Nel trailer pubblicato da Max TV per il prossimo episodio di The White Lotus, Belinda cita Scarface mentre parla con suo figlio, che è finalmente arrivato al resort thailandese. Dice: “Prima prendi i soldi, poi il potere, poi le donne”, riferendosi a come si comporta la gente in Thailandia. Il trailer anticipa anche cosa faranno i personaggi nel prossimo episodio, incluso il dramma tra Jaclyn, Cate e Laurie, mentre Rick chiederà aiuto a Frank, appena introdotto, a Bangkok. Guarda il trailer completo qui sotto:

Cosa significa il trailer dell’episodio 6 per la terza stagione di The White Lotus

L’episodio 6 sarà caratterizzato da un nuovo giorno pieno di drammi in Thailandia

Con l’arrivo di Zion, il figlio di Belinda, The White Lotus – stagione 3 è un passo più vicina alla sparatoria che è stata anticipata all’inizio dell’episodio 1. Non è ancora chiaro cosa accadrà esattamente durante la sparatoria, ma è stato mostrato attraverso la prospettiva di Zion all’inizio della stagione. Questa scelta potrebbe essere un indizio che Belinda potrebbe essere in qualche modo coinvolta nella sparatoria, il che avrebbe senso dato che la sua rivalità con Greg, noto anche come Gary, si sta facendo sempre più accesa.

Nel frattempo, l’episodio 6 continuerà a seguire Rick alla ricerca dell’uomo che avrebbe ucciso suo padre a Bangkok. Il trailer conferma che Sam Rockwell apparirà di nuovo nella terza stagione di The White Lotus, nell’episodio 6, dopo il suo sorprendente ruolo nell’episodio 5. Tornando al resort, l’episodio mostrerà anche i membri della famiglia Ratliff dopo che Saxon e Lochlan hanno trascorso una notte selvaggia e Timothy ha quasi commesso suicidio. Inoltre, Jaclyn, Cate e Laurie continueranno a scontrarsi tra loro il giorno dopo la loro notte di festa con Valentin e i suoi amici.

George R.R. Martin rivela quale romanzo non di GOT vuole adattare, e i maggiori registi ci stanno già girando intorno

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George R. R. Martin è uno dei più famosi romanzieri moderni. È noto soprattutto per aver scritto le Cronache del ghiaccio e del fuoco, una serie adattata per il grande schermo con il titolo Game of Thrones della HBO e il prequel House of the Dragon. Sebbene le ultime stagioni siano state accolte male, Il Trono di Spade rimane uno dei drammi più amati del XXI secolo, vincendo un totale di 59 Emmy Awards nel corso delle sue otto stagioni. Un altro spin-off, intitolato Un cavaliere dei sette regni, è in lavorazione e la sua uscita è prevista nel corso di quest’anno.

Tuttavia, non tutti gli adattamenti di Martin sono creati allo stesso modo. Quello di quest’anno, In the Lost Lands, adatta uno dei racconti brevi di Martin e finora sta andando malissimo. In the Lost Lands ha ricevuto recensioni terribili, ottenendo un 24% su Rotten Tomatoes. Dopo In the Lost Lands, Martin ha parlato di quale dei suoi lavori vorrebbe vedere adattato per primo.

Martin vorrebbe adattare Fevre Dream

Il romanzo è un romanzo d’epoca sui vampiri

Martin ha scelto Fevre Dream come il prossimo dei suoi libri che vorrebbe vedere adattato sullo schermo. Uno dei suoi primi lavori, Fevre Dream è un romanzo sui vampiri pubblicato nel 1982. L’ambientazione è quella del fiume Mississippi prima della guerra civile, con una trama che inizia nel 1857. Il romanzo è stato descritto come “Bram Stoker incontra Mark Twain” sia dalla critica che dallo stesso Martin. Sebbene il libro non sia mai stato adattato per il cinema o la televisione, Avatar Press ha pubblicato un adattamento a fumetti in 10 numeri nel 2010.

Parlando con Collider, George R.R. Martin ritiene che Fevre Dream sia il prossimo dei suoi romanzi che vorrebbe adattare. Martin ha spiegato che Fevre Dream, che ha definito il suo “figlio prediletto”, una volta era in trattativa per essere adattato dalla Disney. L’accordo non è andato in porto, ma Martin ha i diritti della sceneggiatura e dice che ora c’è “interesse da parte di almeno tre registi abbastanza importanti”. Rispetta molto due di questi registi e del terzo dice che Fevre Dream “sarebbe un buon film da parte loro”. Leggi la citazione completa di Martin qui sotto:

Penso che forse il mio figlio preferito sia il mio libro sui vampiri, Fevre Dream, che, fino a quando non ho iniziato con Il Trono di Spade, era sicuramente il migliore dei miei romanzi precedenti.

Se lo facessero, non vorrei assumere un altro scrittore per avere la sua versione. Voglio la mia versione. Voglio un regista che ami il materiale e che sia un grande regista. Abbiamo avuto l’interesse di almeno tre registi abbastanza importanti, due dei quali mi piacciono molto. Sono grandi, grandi registi e sarebbe fantastico lavorare con loro.

Il terzo è un regista valido, ma non direi che sia nella stessa categoria degli altri due. Tuttavia, sarebbe un buon film da parte loro. Questo sarebbe il progetto dei sogni più di ogni altro.

Cosa significa per il lavoro di George R. R. Martin

Gli scrittori di adattamenti hanno già offeso Martin

Anche se Martin non cita direttamente il team di Game of Thrones, la sua citazione è un grido di protesta per le offese commesse in passato contro il lavoro dell’autore. Martin deve ancora finire la serie di romanzi Il Trono di Spade, quindi la serie TV ha dovuto iniziare a generare contenuti originali nelle stagioni successive. Tali contenuti sono stati molto criticati, quindi è comprensibile che Martin sia più cauto su chi lasciare adattare il suo lavoro in futuro. Se Martin riuscirà a ottenere ciò che vuole, Fevre Dream potrebbe essere un ottimo adattamento.

1923: Julia Schlaepfer avverte che Alex non ha ancora toccato il fondo

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In 1923 la star Julia Schlaepfer, che interpreta Alexandra nella serie, avverte che il peggio deve ancora arrivare per il suo personaggio in questa stagione. Dopo essere stata separata da Spencer Dutton nella prima stagione, nella seconda Alex intraprende un viaggio in America da sola. Dopo aver subito esami disumani a Ellis Island come immigrata, viene derubata e aggredita nella seconda stagione, episodio 4.

In un’intervista con TV Line, Schlaepfer anticipa che qualcosa di peggio è all’orizzonte. Ecco cosa ha detto:

Dopo Ellis Island, si sente un po’ come, ‘OK, posso farcela. L’ho fatto da sola. Non avevo nessuno che mi proteggesse. Spencer non c’era. Sono sopravvissuta all’inimmaginabile. Questa è la cosa peggiore che potesse accadere“, mi dice durante una chat su Zoom. ‘Alex entra nella seconda stagione ingenua su come sia il mondo. Non lo capisce appieno. E poi, a Grand Central, riceve questi gesti di gentilezza dal giornalista e dall’impiegato di Grand Central. Penso che sia questo il momento in cui pensa: ’Ok, le persone sono buone. Le persone sono OK, e non tutte cattive”.

Credo che lei stessa pensi di aver superato il peggio. In questa stagione, continua a scavare sempre più a fondo per trovare la volontà di andare avanti.

Julia Schlaepfer attrice
Julia Schlaepfer arriva alla premiere di Los Angeles della serie Paramount+1923” Stagione 2. Foto di Image Press Agency via Depositphotos.com

Spider-Man: Homecoming, guida al cast e ai personaggi del film!

Spider-Man: Homecoming, guida al cast e ai personaggi del film!

Spider-Man: Homecoming (qui la recensione) presenta un ampio cast di personaggi, con gli adulti interpretati da attori con anni di esperienza alle spalle e un gruppo di giovani star che ricoprono invece il ruolo degli adolescenti con cui Peter Parker frequenta il liceo. Il regista Jon Watts, qui al suo terzo film, ha infatti potuto lavorare con talenti provenienti da tutta Hollywood per dare alla prima storia in solitaria dello Spider-Man del MCU solide basi su cui costruirsi. Sebbene sia il sesto film dedicato al supereroe, è il primo realizzato dalla Sony con l’aiuto dei Marvel Studios della Disney, cosa che ha quindi permesso al personaggio di entrare a far parte del Marvel Cinematic Universe.

Ciò ha permesso all’amichevole Spider-Man di quartiere di combattere al fianco di Capitan America e Iron Man sul grande schermo, comparendo da qui in avanti in diversi altri film del franchise. Spider-Man, introdotto in Captain America: Civil War, ci viene qui presentato e raccontato in modo più approfondito, sia attraverso le sfide personali da adolescente di Peter Parker, sia nelle prime grandi avventure di questo giovane Spider-Man, seguito dallo sguardo attento del suo mentore Tony Stark, alias Iron Man.

Scopriamo di più sul cast principale di Spider-Man: Homecoming.

La trama di Spider-Man: Homecoming

Il film si apre sulla da poco conclusa battaglia di New York, il terribile scontro tra Avengers e Chitauri, giunti sulla Terra grazie al portale aperto da Loki sulla Stark Tower. A ripulire la città c’è Adrian Toomes con la sua squadra di operai, ma quando i lavori vengono fermati e l’appalto revocato, Toomes decide di vendicarsi e si appropria di alcuni resti dei Chitauri. L’uomo è infatti intenzionato a studiarne la tecnologia e riprodurre armi da vendere al mercato illegale. Trascorrono otto anni e ormai Peter Parker, alias Spider-Man, ha fatto il suo debutto con gli Avengers e, conclusa la trasferta, torna a essere un normale studente, in trepidante attesa della prossima, emozionante missione.

Nel frattempo, si dedica ad acciuffare malviventi e sventando piccoli crimini. Proprio in una delle sue spedizioni, si imbatte nella squadra di Toomes alle prese con la vendita di alcune armi super tecnologiche. Nello scontro interviene lo stesso Adrian, che con la sua tuta alata veste i panni dell’Avvoltoio. Dopo quel primo incontro, Peter capisce di dover intervenire per neutralizzare quanto prima il nuovo nemico, disubbidendo agli ordini di Tony Stark di tenersi lontano da guai. Ciò che Peter non sa, però, è che Toomes gli è più vicino di quanto creda e le sue intenzioni sono estremamente pericolose.

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Michael Keaton è l’Avvoltoio in Spider-Man: Homecoming

Il cast e i personaggi di Spider-Man: Homecoming

Tom Holland è Peter Parker/Spider-Man

Tom Holland ha fatto il suo debutto nel MCU in Captain America: Civil War. L’attore, nato a Londra, ha raggiunto la fama nel 2008, quando è apparso sul palcoscenico in Billy Elliot The Musical. Nel 2012 ha recitato nel film drammatico The Impossible e ha lavorato con Ron Howard in Heart of the Sea. Spider-Man: Homecoming è stato uno dei quattro film del 2017 in cui è comparso. Gli altri sono Civiltà perduta, Terre selvagge e Edison – L’uomo che illuminò il mondo. Ha recitato anche in Le strade del male, Cherry, Chaos Walking e Uncharted, oltre che in altri film del MCU.

Michael Keaton è Adrian Toomes/Avvoltoio

Michael Keaton, dopo aver interpretato – tra gli anni Ottanta e Novanta – Batman per Tim Burton ed essere risorto nel 2014 grazie al film Birdman, ottiene in Spider-Man: Homecoming il ruolo di Adrian Toomes, trasformatosi in trafficante di armi dopo che la sua azienda è stata costretta a cessare l’attività. Egli utilizza una tuta con ali meccaniche forgiate dalla tecnologia Chitauri, divenendo così uno dei più celebri villain di Spider-Man, l’Avvoltoio. Keaton è poi stato di recente protagonista anche di film come The Founder, Il caso Spotlight, Dumbo, The Flash e Beetlejuice Beetlejuice.

Robert Downey Jr. è Tony Stark/Iron Man

Robert Downey Jr. è uno degli attori più pagati al mondo grazie alla sua interpretazione di Tony Stark/Iron Man nel MCU. Homecoming è per lui l’ottavo film del MCU in cui è apparso in tali vesti come mentore di Peter Parker. In Spider-Man: Homecoming, infatti, il legame insegnante-allievo che Peter e Tony hanno avuto in Civil War continua, mentre Tony insegna a Peter le sfide e i pericoli dell’essere un supereroe. Oltre ai film Marvel, Downey Jr. ha recitato anche in Sherlock Holmes, Dolittle e Oppenheimer, con il quale ha vinto l’Oscar. Tornerà nel MCU con il ruolo di Dottor Destino.

Marisa Tomei è zia May in Spider-Man: Homecoming

Marisa Tomei è zia May

All’inizio, la scelta di Marisa Tomei per il ruolo di zia May ha sollevato qualche perplessità, poiché il personaggio è stato storicamente disegnato come una donna molto più anziana. Naturalmente, se Peter ha solo 15 anni nel MCU, è possibile che abbia una zia sulla cinquantina. La Tomei, che ha vinto l’Oscar come miglior attrice non protagonista per Mio cugino Vincenzo del 1992, ha interpretato zia May per la prima volta già in Captain America: Civil War. Tra gli altri suoi film ricordiamo Onora il padre e la madre (2007), The Wrestler (2008), The Lincoln Lawyer (2011), Crazy, Stupid, Love (2011) e La grande scommessa (2015), oltre ai sequel di Spider-Man.

Jon Favreau è Happy Hogan

Jon Favreau è noto per aver diretto i primi due film di Iron Man ed è apparso come attore nel MCU nel ruolo di Happy Hogan, l’autista di Tony Stark. Favreau ha diretto il film Chef del 2014 e ha diretto i remake di grande successo de Il libro della giungla e Il re leone della Disney. Tra gli altri suoi film da regista figurano il classico natalizio Elf, Zathura e Cowboys & Aliens. In Spider-Man: Homecoming si occupa di tenere d’occhio Peter Parker, evitando che si cacci nei guai.

Zendaya è Michelle “MJ” Jones

La ventenne Zendaya interpreta la compagna di classe di Peter, Michelle Jones. Non è la versione del film di Mary Jane Watson, ma viene comunque soprannominata “MJ” dai suoi amici. Zendaya è un’ex star di Disney Channel, che ha interpretato Rocky Blue in Shake It Up. Oggi estremamente popolare, ha preso parte a film come Dune e Dune – Parte Due, Challengers, The Greatest Showman e nella serie Euphoria, mentre prossimamente la si vedrà in The Odyssey. Ha preso parte anche ai sequel di Spider-Man.

Zendaya in Spider-Man Homecoming
Zendaya in Spider-Man Homecoming

Jacob Batalon è Ned

Jacob Batalon era qui poco più che un esordiente, essendo apparso solo in una manciata di progetti. Ha debuttato come attore nel film horror a basso costo North Woods. In Spider-Man: Homecoming (e nei successivi sequel) interpreta Ned, il migliore amico di Peter, l’unico a conoscenza della sua identità di Spider-Man. Per questo motivo, lo aiuta come può nelle sue battaglie. Ha interpretato anche Keon nel film di Netflix Let It Snow (2019), e il personaggio principale della serie televisiva di Syfy Reginald the Vampire (2022-2024), mentre nel 2025 recita in Mr. Morfina.

Donald Glover è Aaron Davis

Il ruolo di Donald Glover è rimasto un mistero finché Marvel e Sony hanno potuto mantenerlo. L’attore interpreta Aaron Davis, criminale nonché zio di Miles Morales, l’Uomo Ragno dell’universo “Ultimate Marvel”. Morales è stato successivamente introdotto nell’universo Marvel principale grazie alla popolarità del personaggio. Davis assume poi l’identità del villain Prowler, ma ciò non avviene in questo film. Glover, noto soprattutto per Community e Atlanta si esibisce anche come rapper Childish Gambino e di recente è stato protagonista della serie Mr. & Mrs. Smith.

Laura Harrier è Liz

Liz è una studentessa dell’ultimo anno, nonché l’interesse amoroso di Parker e figlia di Toomes. Questo ruolo ha portato Laura Harrier all’attenzione internazionale nel 2017. Ha poi ottenuto ulteriori riconoscimenti per il ruolo dell’attivista per i diritti civili Patrice Dumas in BlacKkKlansman (2018), mentre nel 2019 ha interpretato una studentessa d’arte nel film drammatico indipendente Balance, Not Symmetry. Nel 2020 ha ricevuto ulteriore attenzione per il ruolo di Camille Washington nella miniserie di Netflix Hollywood.

Laura Harrier è Liz in Spider-Man: Homecoming

Tyne Daly è Anne Marie Hoag

Tyne Daly interpreta Anne Marie Hoag, che dirige il Dipartimento di Controllo Danni degli Stati Uniti, di proprietà di Stark. Il suo compito è quello di ripulire i disastri lasciati dai supereroi. Daly ha vinto un Emmy per i suoi ruoli televisivi in Judging Amy, Christy e Cagney & Lacey. Più recentemente, è apparsa in Hello, My Name Is Doris con Sally Field, Looking: Il film, Modern Family e Burn Notice.

Logan Marshall-Green è Jackson Brice, il primo Shocker

Logan Marshall-Green ha molti altri crediti televisivi all’attivo, ma uno dei più importanti è il fratello maggiore di Ryan Atwood (Ben McKenzie) in The O.C. È poi noto per i suoi ruoli nelle serie televisive 24, Traveler, Dark Blue e Quarry, nonché per i suoi ruoli in Devil, Prometheus, The Invitation, Upgrade e When They See Us.

Bokeem Woodbine è Herman Schulz, il secondo Shocker

Bokeem Woodbine ha avuto una lunga carriera sia al cinema che in televisione, ma è diventato popolare dopo il suo notevole lavoro durante la seconda stagione di Fargo, interpretazione che gli è valsa una meritata nomination agli Emmy. È noto anche per il ruolo del sassofonista David “Fathead” Newman nel film biografico Ray, dello sceriffo Sherman Domingo in Ghostbusters: Legacy.

Michael Mando è Mac Gargan, il villain Scorpion

Michael Mando viene spesso scritturato per interpretare qualcuno che opera al di fuori della legge, ma i suoi ruoli più importanti includono Orphan Black e Better Call Saul, quest’ultimo che gli permette di trovare una profondità superiore a quella che ci si potrebbe aspettare nel personaggio di Nacho, un giovane uomo combattuto tra la sua posizione nel traffico di droga e la sua famiglia. In Spider-Man: Homecoming è presente solo nel finale, ma potrebbe tornare in futuro.

Secret Team 355: la vera storia dietro il film

Secret Team 355: la vera storia dietro il film

Secret Team 355 (qui la recensione) si ispira a una leggendaria spia femminile della Rivoluzione Americana nota come Agente 355, ma come si collega la sua storia al film? Diretto da Simon Kinberg, autore della saga degli X-Men, il film Secret Team 355 segue la missione dell’agente americano della CIA Mace Brown (Jessica Chastain), il cui mandato consiste nel recuperare un microchip in grado di armare qualsiasi forma di tecnologia, dai silos missilistici ai telefoni cellulari. La missione di Mace la vede anche collaborare con un gruppo di altre spie donne, tra cui Khadijah ( Lupita Nyong’o), Marie Schmidt (Diane Kruger) e Graciela (Penélope Cruz).

Anche l’agente cinese Lin Mi Sheng (Fan Bing-bing) si unisce al gruppo, mentre il collega di Mace, Nick Fowler (Sebastian Stan), finisce per essere un jolly della storia. Come ci si aspetterebbe da un film d’azione e di spionaggio, Secret Team 355 presenta molti colpi di scena, doppi giochi e un grande gioco del gatto e del topo di agenti segreti che si superano a vicenda. Come anticipato, nonostante non sia un film basato su una storia vera, affonda comunque le sue radici nell’era coloniale degli Stati Uniti. Ha infatti più che altro un legame spirituale con il suo omonimo attraverso le attività spionistiche delle sue protagoniste. In questo articolo, forniamo una panoramica su chi era l’Agente 355 e su come ha influenzato la storia del film.

Tutto ciò che il film Secret Team 355 rivela sull’Agente 355

Nonostante il titolo, Secret Team 355 non fa un’immersione profonda nella storia dell’Agente 355. Il principale riferimento del film a tale figura si ha quando Mace assume la designazione 355, mentre la squadra di cinque spie donne conduce operazioni simili in un contesto moderno. Inoltre, l’Agente 355 viene citato nella scena finale, quando la vendicativa Mace e i suoi collaboratori recuperano il chip da Nick Fowler. Mace fa a quel punto riferimento alla leggenda dell’Agente 355 mentre Nick si rende conto di essere stato avvelenato, dimostrando di paragonare la missione che lei e i suoi alleati hanno intrapreso a quella dell’Agente 355.

Penélope Cruz, Diane Kruger, Lupita Nyong'o e Jessica Chastain in Secret Team 355
Penélope Cruz, Diane Kruger, Lupita Nyong’o e Jessica Chastain in Secret Team 355

Nel complesso, Secret Team 355 non è però molto legato alla storia della leggenda dell’Agente 355 nella storia del film. Tuttavia, sembra che Kinberg intendesse stabilire un legame tematico tra le cinque eroine del film e la leggenda dell’Agente 355 nella sceneggiatura sua e di Teresa Rebeck. Anche l’Agente 355 faceva infatti parte di un giro di spionaggio noto come Culper Ring, e il cast di personaggi spionistici di Secret Team 355 forma anche un parallelo libero con un’organizzazione di intelligence simile. Questa organizzazione si rivelò una risorsa importante per i rivoluzionari coloniali durante la Rivoluzione Americana e fu coinvolta in numerose e note operazioni di intelligence. Una in particolare coinvolse anche l’uomo il cui nome è diventato sinonimo di “traditore”.

La spiegazione del reale agente 355 e de Culper Ring

Sebbene l’identità dell’Agente 355 sia sconosciuta, si dice che sia stata una spia durante la Rivoluzione americana e che abbia fatto parte del Culper Ring. Si trattava di una rete di spionaggio organizzata da George Washington e Benjamin Tallmadge, con Robert Townsend e Abraham Woodhall come capi. Tallmadge, Woodhall e Townsend adottarono rispettivamente gli pseudonimi di John Bolton, Samuel Culper Sr. e Samuel Culper Jr. per le operazioni del Culper Ring, tutti e tre alle dipendenze di Washington. La funzione principale del Culper Ring era quella di fornire informazioni sulle attività dell’esercito britannico. Il Culper Ring fu anche determinante nel fornire informazioni su numerosi attacchi e attività dietro le quinte delle forze britanniche durante la guerra rivoluzionaria.

Tra le operazioni del Culper Ring vi fu quella di fornire informazioni che avvertirono George Washington che il Tyron’s Raid era in realtà un’operazione del generale Henry Clinton volta a indebolire le forze americane. Forse la cosa più famosa è però che il Culper Ring scoprì il complotto di Benedict Arnold per consegnare una base americana agli inglesi. Il Culper Ring comprendeva anche alcune spie donne, come Sarah Townsend, e il non meglio identificato Agente 355, che sarebbe stato uno dei protagonisti di numerose operazioni di spionaggio del Culper Ring. Per quanto riguarda l’identità della donna, non sono mai state raccolte prove concrete. Tuttavia, ancora oggi esistono diverse teorie in merito.

Jessica Chastain e Lupita Nyong'o in Secret Team 355
Jessica Chastain e Lupita Nyong’o in Secret Team 355

Le teorie sulla vera identità dell’Agente 355

Un candidato suggerito per l’identità dell’Agente 355 è Anna Strong, nota per aver avvisato il Culper Ring della posizione di una delle loro spie, Caleb Brewster. Altre possibilità per l’identità dell’Agente 355 sono la già citata Sarah Townsend ed Elizabeth Burgin. È stata teorizzata anche la moglie comune di Robert Townsend, ma nel tempo è stata avanzata anche un’altra proposta. Questa vuole che non sia mai esistito un vero e proprio agente 355 in sé. Piuttosto, una donna non identificata potrebbe aver semplicemente fornito informazioni al Culper Ring senza esserne effettivamente un membro.

Secondo questa ipotesi, il numero 355 non sarebbe stato il nome in codice di un membro femminile del Culper Ring. In ogni caso, chiunque sia stata l’Agente 355, o se sia mai esistita una vera e propria Agente 355, la leggenda dei servizi forniti al Culper Ring deriva dalle sue attività. A causa della natura velata di chi fosse quest’agente, praticamente ogni teoria su chi potesse essere o sulla possibilità che fosse semplicemente una donna senza legami che forniva informazioni utili è ugualmente possibile.

Quasi certamente il mondo non conoscerà mai la vera identità dell’Agente 355, con secoli di teorie e molteplici possibilità ad oggi offerte. Allo stesso tempo, il mistero dell’Agente 355 è parte di ciò che rende la sua storia così affascinante. Secret Team 355 riprende quindi la storia dell’Agente 355 e la trasporta nel XXI secolo, raccontando una storia di spie che salvano il mondo dall’ombra. Il film collega poi le due storie attraverso le comuni abilità spionistiche e le azioni di protezione dei loro paesi e del mondo in modo clandestino.

God Of War: la serie riceve un sorprendente aggiornamento dallo showrunner dopo una revisione creativa

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Ronald D. Moore, showrunner di God of War, condivide un nuovo aggiornamento sul prossimo adattamento di Prime Video. Annunciato per la prima volta nel 2022, l’adattamento della fortunata serie di videogiochi per PlayStation era stato originariamente guidato da Mark Fergus, Hawk Ostby e Rafe Judkins. Si diceva che la serie TV God of War seguirà il protagonista del gioco, Kratos, mentre si imbarca in un pericoloso viaggio con il figlio da cui è separato dopo la morte della moglie. La serie ha però incontrato un ostacolo lo scorso ottobre, quando Fergus, Otsby e Judkins hanno lasciato il progetto e Amazon ha cercato di portare le cose in una nuova direzione.

Durante una recente intervista con Katee Sackhoff sul podcast The Sackhoff Show, Moore, che si è unito al team una settimana dopo la partenza del team precedente, rivela che Amazon ha già ordinato due stagioni della God of War serie di. Lo showrunner dice che attualmente sta lavorando sodo nella stanza degli sceneggiatori per la serie, nonostante non sia effettivamente in grado di giocare. Guarda il suo commento qui sotto:

“In questo momento sto lavorando all’adattamento di questo videogioco chiamato God of War, un grande titolo nel mondo dei videogiochi di cui Amazon ha ordinato due stagioni e mi hanno chiesto di partecipare. Sono letteralmente nella sala degli sceneggiatori e ci sto lavorando. Questa è la mia nuova attività […] E non sono un giocatore, quindi è ancora più come, ‘Ok, non l’ho mai fatto prima’.”

Quando Sackoff chiede se Moore ha provato a giocare, lo showrunner spiega che non è riuscito ad andare molto lontano a causa della scarsa familiarità con i moderni controller per videogiochi:

“Ci ho provato. Non sono un giocatore, sapete. Ci ho provato ma non ho… Sono cresciuto nell’era delle sale giochi […] ma i controller ora […] ‘Premi R1’. E io penso, quale è R1? Oh, sono morto.”

Cosa significa l’aggiornamento di Moore per la serie TV God of War

God of War serie tv

Amazon è fiduciosa nella nuova direzione della serie

La revisione del team creativo di qualsiasi programma televisivo può a volte essere fonte di problemi. Chiaramente, dietro le quinte c’erano disaccordi su come procedere con la serie God of War, che hanno portato alla partenza di Fergus, Otsy e Judkins. Il fatto che Amazon abbia ora ordinato due stagioni dello show, tuttavia, quando le riprese della prima stagione non sono nemmeno iniziate, parla della fiducia che l’azienda ripone nella serie sotto la sua nuova guida.

Anche se Moore potrebbe avere difficoltà a interpretare i veri giochi God of War, è un veterano nel mondo della TV. Ha sviluppato programmi come For All Mankind, Outlander e il reboot di Battlestar Galactica. Ha anche scritto più di 90 episodi solo per il franchise di Star Trek, tra cui The Next Generation, Deep Space Nine e Voyager. Anche se non è chiaro quale sia la visione di Moore per God of War, la decisione di Amazon potrebbe essere stata stimolata anche dal successo della serie TV Fallout, che ha debuttato lo scorso anno e ha ottenuto recensioni entusiastiche oltre a diventare un successo di pubblico.

Fire with Fire: dal cast al finale, tutte le curiosità sul film con Bruce Willis

Negli ultimi anni l’attore Bruce Willis si è dedicato senza sosta a partecipare ad una serie di film di genere d’azione e thriller. Tra questi si ritrovano titoli come Il giustiziere della notteSurvive the Night, Reprisal e il più recente Trauma Center – Caccia al testimone. Prima di questi, nel 2012, è arrivato Fire with Fire, appartenente allo stesso genere e diretto da David Barrett, regista di celebri serie come Blue Blood e Cold Case, qui al suo primo e ad ora unico lungometraggio per il cinema. Barret e Willis si uniscono dunque per dar vita ad un film pienamente nelle loro corde, basato su tanta tensione e adrenalina.

Girato nella città di New Orleans, Fire with Fire si concentra su una complessa vicenda che vede un uomo comune contrapposto a forze criminali particolarmente agguerrite e pericolose. Prima di riuscire a raccontare ciò, però, il film ha visto una gestazione particolarmente complessa. Nonostante i grandi attori coinvolti, questo necessitò di essere coprodotto da ben sette piccole compagnie diverse. Una volta trovati i finanziamenti, i giorni di riprese furono però dimezzati da 45 a 20. Il regista si è così trovato a realizzare un intero film in tempi folli, dando sfogo a tutte le proprie capacità, riuscendo infine a realizzare quanto promesso.

Con un budget ridotto e tempi stretti, il film non ha probabilmente espresso tutte le proprie potenzialità, ma rimane un buon esempio di thriller d’azione, con interpretazioni che vanno a compensare i difetti presenti. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Josh Duhamel in Fire with Fire
Josh Duhamel in Fire with Fire. Foto di Steve Dietl – © 2012 – Lionsgate Home Entertainment

 

La trama di Fire with Fire

Protagonista del film è Jeremy Coleman, vigile del fuoco che svolge il proprio lavoro con grande zelo e professionalità. Da sempre impegnato nel risolvere situazioni complesse, questi si ritrova ben presto incastrato inaspettatamente nella più pericolosa che gli sia mai capitata. Jeremy si trova infatti ad essere testimone involontario dell’omicidio di un negoziante e di suo figlio da parte del boss criminale Hagan. Questi è inoltre un membro della fratellanza ariana, con forti ideali filonazisti. Riuscito a sfuggire a morte certa, Jeremy si ritrova preso in custodia dall’agente Mike Cella, il quale vide morire anni prima il proprio partner di lavoro proprio per mano di Hagan.

Per il poliziotto questa è l’occasione giusta per consegnare il criminale alla giustizia, l’unica cosa che occorre è una testimonianza in tribunale del povero vigile del fuoco. Nel momento in cui identifica l’assassino nel dipartimento di polizia, Hagan minaccia apertamente di morte Jeremy, dimostrando di sapere tutto sul suo conto. Per poter essere protetto, il pompiere è costretto ad inserirsi in un programma di protezione testimoni, cambiando identità e lavoro. Ciò sembra però non bastare a fermare Hagan, che tornerà ben presto a minacciare di lui e i suoi cari, tra cui la nuova fidanzata Talia. Stanco di nascondersi, Jeremy deciderà infine di uscire allo scoperto e cercare di ottenere da sé la propria salvezza.

Il cast del film

Pur se dotato di un budget ridotto, il film ha comunque avuto modo di avere dalla sua parte una serie di celebri attori, il più dei quali esperti del genere qui affrontato. Il primo tra questi è il già citato Bruce Willis, il quale accettò di partecipare nei panni del poliziotto Mike Cella in quanto conosceva già il regista. Willis, come suo solito negli ultimi film a cui ha preso parte, compare in scena soltanto per un tempo limitato. Per girare le sue scene ha infatti impiegato appena pochi giorni. Nonostante ciò, ha comunque dovuto prepararsi fisicamente per la parte. Nei panni del vigile del fuoco Jeremy vi è invece l’attore Josh Duhamel, celebre per la serie Las Vegas.

Ad interpretare lo spietato criminale Hagan vi è invece Vincent D’Onofrio, celebre per il film Full Metal Jacket e abituato a dar vita a personaggi cattivi. Per questo in particolare, si è trovato a dover approfondire i codici della fratellanza ariana. L’attrice Rosario Dawson, recentemente vista nei panni di Ahsoka Tano in The Mandalorian, interpreta invece la fidanzata di Jeremy, Talia Durham. Julian McMahon, noto per essere stato Dr. Destino in I Fantastici 4, è qui presente nei panni di Roberti, il sicario di Hagan. Richard Schiff è Harold Gethers, l’avvocato del boss criminale, mentre il rapper e attore 50 Cent compare nei panni di Lamar.

Bruce Willis, Josh Duhamel e Richard Schiff in Fire with Fire
Bruce Willis, Josh Duhamel e Richard Schiff in Fire with Fire. Foto di Steve Dietl – © 2012 – Lionsgate Home Entertainment

Il finale di Fire with Fire

Verso il finale del film, Jeremy si apposta in uno dei nascondigli di Hagan e uccide tre dei suoi uomini. Lascia tuttavia un’impronta digitale parziale, ma la polizia non riesce a identificarlo perché la sua identità è protetta dal suo status di Programma di Protezione Testimoni. Cella, però, capisce che dietro le morti c’è Jeremy, ma è combattuta sul da farsi a causa del suo odio per Hagan. Successivamente, Jeremy si fa più audace e tortura uno degli uomini di Hagan, che lo indirizza a Gethers. Quest’ultimo, che lavora per Hagan solo per paura, fornisce facilemente a Jeremy la posizione di un edificio abbandonato dove Hagan si troverà quella notte.

Jeremy, sfruttando le sue conoscenze antincendio, dà fuoco all’edificio dove Hagan e i suoi uomini si stanno incontrando. Quando però Jeremy si accorge che anche Talia si trova lì, indossa la sua tuta da pompiere ed entra per salvarla. Qui, Jeremy si imbatte in Hagan e i due si scontrano. Hagan sta per avere la meglio ma Talia arriva all’improvviso e lo uccide. A quel punto, Jeremy lascia l’edificio con la fidanzata. In seguito, Cella, conversando con il procuratore distrettuale, afferma che nell’edificio incendiato non sono state lasciate prove per accusare qualcuno della morte di Hagan e dei suoi uomini. Vediamo poi l’agente mettere via una foto di lui e del suo vecchio partner, sapendo che così facendo ha a sua volta vendicato l’amico perduto.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Fire with Fire è infatti disponibile nei cataloghi di Tim Vision e Apple iTunes. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 18 luglio alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

Fonte: IMDb

Amber Midthunder di Prey parla di un possibile sequel: “Adoro quel mondo, adoro quel personaggio”

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Nel 2022, il franchise di Predator ha preso una brusca svolta a sinistra e ha dato i suoi frutti alla grande. Attraverso Prey di Dan Trachtenberg, con Amber Midthunder, è stata data una ventata di aria fresca a una serie di film che aveva bisogno di un solido spunto. Alla fine, c’erano molte cose che Trachtenberg e lo scrittore Patrick Aison hanno scosso e che hanno contribuito al successo di Prey.

Per cominciare, lo hanno immaginato non come un sequel ma come un prequel, trasportando il pubblico nelle Grandi Pianure Settentrionali nel 1719. Ciò ha rimosso dall’equazione armi ad alta tecnologia e persino le pistole, costringendo invece il suo personaggio principale a fare affidamento su strumenti fatti in casa. Inoltre, la protagonista del progetto era una donna, una guerriera Comanche in erba di nome Naru, interpretata appunto da Amber Midthunder. Il film presentava anche un cast in gran parte indigeno, dando voce e presenza a un gruppo che viene spesso trascurato. Tutto sommato, il film, con tutta la sua gloria action, è diventato il titolo più votato su Rotten Tomatoes, portando a casa la valutazione quasi perfetta dei critici del 94% ed eclissando i film che lo hanno preceduto.

PreyOra, Trachtenberg ha non uno ma altri due film di Predator in arrivo: un progetto senza titolo e Predator: Badlands, entrambi in uscita entro la fine dell’anno. Ma i fan sperano davvero che Prey non sia stata l’ultima volta che vedremo Naru e che il suo capitolo nel franchise non sia ancora finito. Di recente, chiacchierando con Meredith Loftus di Collider sul suo film, Mr. Morfina, Midthunder è stato un libro aperto quando si è trattato di ciò che sapeva del promettente sequel.

“Non lo so. Non so cosa sta succedendo. [Ride] Sinceramente non lo so. Voglio anche farne un altro. Sarei felice di farne un altro. Amo Dan Trachtenberg con tutto il mio cuore. Amo quel mondo, adoro quel personaggio e penso che ci siano delle idee divertenti là fuori che ho sentito e che sono molto belle. Sono davvero emozionata. Ovviamente quest’anno uscirà Badlands, quindi sono davvero emozionata di vederlo. Qualunque cosa faccia Dan, sarò sempre una sua fan”.

Amanda Seyfried commenta la possibilità di Mamma Mia 3

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Amanda Seyfried commenta la possibilità di Mamma Mia 3

Il musical cinematografico Mamma Mia! è stato un successo strepitoso, e ha avuto un sequel Mamma Mia! Ci risiamo, dieci anni dopo. Sia il film del 2008 che il sequel del 2018 presentavano praticamente lo stesso cast, con l’aggiunta di nuovi membri, come Cher, al sequel.

Con Amanda Seyfried e Meryl Streep, il film presentava musica della band svedese ABBA. Il sequel, che ha visto il ritorno di Seyfried come Sophie con un cameo di Streep alla fine come Donna, ha remixato le canzoni per inserirle in un nuovo contesto. Ma ora sorge spontanea la domanda: ci sarà mai un Mamma Mia 3? Parlando con Christina Radish di Collider per Long Bright River, Amanda Seyfried ha rivelato le sue speranze per un terzo capitolo:

“Sono ottimista al 100%. Penso che il secondo dimostri che c’è sempre bisogno o desiderio. Continuo a sperare. Non trattengo il fiato perché accada in un momento specifico, ma credo, nel profondo del mio cuore, che ci uniremo tutti per farlo accadere. Io ci credo. Perché c’è solo un desiderio da parte nostra, anche da parte dei creatori, e quando c’è abbastanza desiderio, di solito si realizza, soprattutto se è così positivo. Non vedo l’ora. Non so come fosse la mia vita a quel punto, ma è solo il momento di tornare in Grecia. Non andiamo in Grecia dal 2008. Sono anche sicura al 100% che lo faremo in Grecia per portarlo a casa. La Croazia è stata fantastica. Non fraintendetemi, Croazia è un posto fantastico. Ma è ambientato in Grecia, quindi torniamo in Grecia.”

Mike Colter fornisce un aggiornamento sul sequel di Plane, Ship: “Ci sono cose in corso”

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Nel 2023 è uscito Plane, un thriller di serie B crudo e sporco con Gerard Butler e Mike Colter. L’inaspettato successo del film ha portato alla rapida approvazione e allo sviluppo di uno spin-off, intitolato Ship, che dovrebbe ruotare attorno al misterioso fuggitivo di Colter, Louis Gaspare, che è riuscito a fuggire audacemente nella giungla negli ultimi momenti del film, e ora l’attore ha fornito un aggiornamento sullo stato del film.

Il film ruotava attorno al personaggio di Gerard Butler, un pilota di veicoli commerciali costretto a un atterraggio di emergenza su un’isola delle Filippine devastata dalla guerra dopo che il suo aereo è stato colpito da un fulmine. Ma quella che era iniziata come una missione di sopravvivenza si trasforma in una guerra contro la milizia locale, molto ostile, che ha preso in ostaggio i suoi passeggeri.

Disperatamente in cerca di aiuto, la sua unica speranza è Gaspare di Mike Colter, un prigioniero estradato per un presunto omicidio. Il film si conclude con Gaspare che si allontana nella giungla, lasciando ampio spazio alla sua storia per continuare in un sequel o uno spin-off. Il piano originale per Ship era di esplorare il viaggio di Gaspare dopo essere fuggito nella giungla e, senza dubbio, esplorare da dove proveniva e come era finito sull’aereo in primo luogo.

The Union Mike Colter
Credit © Netflix

I progressi di “Ship” sbarcano in acque tempestose

Tuttavia, mentre Ship sembrava essere sulla buona strada, Mike Colter ha effettivamente ammesso che il progetto ha subito un ritardo. Parlando a un panel ospitato da Maggie Lovitt di Collider all’Indiana Comic Con, Colter ha spiegato che gli scioperi di Hollywood del 2023 e del 2024 hanno messo in pausa lo sviluppo del film:

“Lo stato di fatto è che è una cosa accaduta durante lo sciopero. Avrebbero dovuto dargli seguito [poi è avvenuto lo sciopero]. Ci sono cose in corso. Ovviamente, Gerard e la sua compagnia che lo produce, ne possiedono i diritti. Quindi è una domanda per loro, portarlo avanti, perché ho delle cose in corso. Sono sicuro che anche lui ha delle cose in corso, sta girando delle cose. Ma mi piacerebbe fare il sequel, ma ora la palla è nel loro campo. È un’altra cosa per cui pregare.”

The Monkey supera un importante traguardo al botteghino mentre si avvicina a un altro

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The Monkey ha superato un altro traguardo al botteghino USA dopo il suo quarto weekend completo nei cinema. Nonostante sia quasi uscito dalla top 10 questo weekend grazie a un incasso di 2,4 milioni di dollari al botteghino nazionale, The Monkey ha ora raggiunto con successo i 35 milioni di dollari a livello nazionale. Il film horror del regista Osgood Perkins ha anche incassato altri 14,7 milioni di dollari a livello internazionale, aiutando il suo totale mondiale a scendere di poco sotto i 50 milioni di dollari, un traguardo che è pronto a superare quando il film arriverà in altri Paesi, come l’Italia, dove è atteso per il 20 marzo.

The Monkey è attualmente il sesto film con il maggior incasso dell’anno al botteghino USA, circa 2 milioni di dollari in più rispetto a Mickey 17 e 1 milione di dollari in meno rispetto a Nella tana dei lupi 2: Pantera, ma probabilmente supererà il sequel d’azione di Gerard Butler entro la fine della settimana.

The Monkey sta ancora scalando le classifiche del botteghino di Neon

The Monkey è ancora uno dei film con gli incassi più alti di sempre per Neon. Attualmente al terzo posto a livello nazionale e al quinto a livello globale, The Monkey è dietro solo a Longlegs e Parasite al botteghino nazionale, quest’ultimo è il thriller psicologico vincitore dell’Oscar nel 2019 di Bong Joon Ho. Al botteghino globale, The Monkey è ancora dietro a Longlegs e Parasite, ma è anche dietro a Tonya e Anora, il primo con 53 milioni di dollari e il secondo con 51 milioni di dollari, ma potrebbe superare entrambi.

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