The Fall è il
film del 2008 diretto da Tarsem Singh e con
protagonisti nel cast Lee Pace, Catinca Untaru,
Justine Waddell, Daniel Caltagirone, Leo Bill.
La trama di The Fall
Los Angeles,
1920. Alexandria, una bambina rumena figlia di contadini immigrati,
ricoverata in ospedale per una frattura al braccio, fa la
conoscenza di Roy, uno stuntman rimasto paralizzato dopo una caduta
(accidentale o volontaria?).
Roy inizia a raccontarle una storia
fantastica su cinque uomini che hanno una missione in comune:
vendicarsi di un malvagio governatore da cui hanno subìto terribili
soprusi.
La narrazione procede in base agli
sbalzi emotivi di Roy, il quale ha bisogno che Alexandria faccia
qualcosa di importante per lui. Grazie all’immaginazione della
piccola, ben presto realtà e finzione cominciano a confondersi…
La recensione di The
Fall
Quando guardi una
pellicola come The Fall, ti accorgi che il tuo
amore per il cinema è assai più grande di quello che immagini. Può
darsi che ciò sia dovuto anche al modo in cui la passione per la
settima arte trapeli in ogni fotogramma di questo film realizzato
da uno dei registi più visionari in circolazione, Tarsem
Singh (The Cell).
A testimonianza
di ciò, esemplare è la sequenza in bianco e nero dei titoli di
testa, tra le più stupefacenti ed eleganti che si siano mai viste:
sulle note del secondo movimento della Settima Sinfonia di
Beethoven, assistiamo a un salvataggio al di sotto di un ponte
ferroviario, tutto rigorosamente in slow motion, mentre volti
convulsi sottolineano la drammaticità del momento.
Tutto appare
confuso malgrado la lentezza dei movimenti, impagabile la
combinazione tra staticità e dinamica, che il regista ha definito
“il caos senza l’energia”. Capiremo a fondo questa indimenticabile
sequenza soltanto alla fine del film, o magari alla seconda visione
dello stesso.
La scritta “Los
Angeles. C’era una volta” ci introduce poi nell’ospedale dove è
ambientata la vicenda principale, quando la piccola Alexandria
incontra Roy per la prima volta. E se dopo diversi minuti Roy dà
inizio al suo racconto, al quale assistiamo con gli occhi
dell’immaginazione di Alexandria, non dobbiamo pensare che la
vicenda all’ospedale sia passata in secondo piano o sia soltanto un
pretesto per raccontare la storia dei cinque uomini relegati
sull’Isola Farfalla: al contrario, è il rapporto tra i due
protagonisti a influenzare le scelte narrative del racconto
fantastico che, dopo una svolta drammatica nella vita reale, si
farà piuttosto tragico.
Alexandria
immagina i personaggi del racconto con i volti di persone a lei
note: pazienti, infermieri, operai dell’aranceto in cui lavora la
sua famiglia, finché inserirà lo stesso Roy (di cui scopriremo la
drammatica esperienza per la quale è diventato paraplegico), oltre
a trovare un ruolo per se stessa, non accettando la parte di
comprimaria. La bambina, che non riesce più a distinguere la realtà
dalla finzione, pretende un lieto fine che Roy è poco incline a
garantire, riflettendo la vita reale, quando, nella parte finale
decisamente commovente afferma scoraggiato: “Non c’è alcun lieto
fine per me”.
Ma Alexandria
riuscirà a salvare Roy?
Cos’è dunque la
caduta (the fall)? Si tratta della caduta fisica che procura danni
alla spina dorsale o la rottura di un braccio, le ragioni per le
quali i due protagonisti sono stati ricoverati, ma anche di una
delle tante azioni rischiose contemplate nella professione di Roy,
stuntman cinematografico. La caduta va anche letta in ambito
metafisico, rappresentando il dramma vissuto da Roy, una disgrazia
a causa della quale non riesce a risollevarsi. Spunti interessanti
sviluppati alla perfezione da Tarsem, il cui lavoro alla regia è
semplicemente lodevole.
Basti pensare al
lavoro fatto con gli attori. Nessun nome di primo piano, ma una
recitazione credibile e genuina da parte di tutti, soprattutto i
protagonisti. Lee Pace, che offre un’eccezionale interpretazione,
era all’epoca un attore sconosciuto, aveva all’attivo un solo film
e qui ha avuto la sua prima importante prova.
La piccola
Catinca Untaru, esordiente di nazionalità rumena, è la vera stella
del film: vivace e curiosa, ha imparato l’inglese sul set, e il suo
inglese è infatti uno degli aspetti pregevoli del film in lingua
originale. Le scene in ospedale sono state girate in maniera
consequenziale, così il progressivo miglioramento linguistico della
bambina (oggi tredicenne) è evidente.
Catinca è
spontanea e istintiva, e la sua straordinaria performance è
garantita anche dal gioco tra realtà e finzione avvenuto sul set e
creato apposta per lei da Tarsem: il regista ha convinto Lee Pace a
fingersi paraplegico per davvero, in modo da facilitare
l’immedesimazione di Catinca in Alexandria. Così, per due mesi,
Pace ha recitato un ruolo supplementare, quello di un altro se
stesso, mentre la verità era nota soltanto al regista e a pochi
membri della crew (bellissimo il momento della rivelazione a
Catinca, alla fine delle riprese in ospedale: un vero shock per la
piccola al quale si può assistere qui).
Durante la
promozione di questo film, Tarsem ha dichiarato di
aver impiegato diciassette anni alla sua lavorazione – meglio, alla
preproduzione – un intervallo di tempo lunghissimo destinato alla
ricerca delle location adatte. E il risultato è evidente.
Come rimanere indifferenti all’incredibile impostazione
scenografica di The Fall?

In un’era
cinematografica in cui la sospensione del dubbio risulta necessaria
per via dell’abitudine dello spettatore ad assistere a kolossal
mastodontici dagli effetti speciali imponenti, una perla come
The Fall è una di quelle eccezioni da recuperare
per saziare i nostri occhi alla ricerca del vero.
The
Fall non possiede effetti speciali: la costruzione di ogni
scena non ha fatto uso né di green screen né di grafica
computerizzata per creare sfondi o quant’altro. Ogni albero,
montagna, città, monumento, specchio d’acqua è rintracciabile su
questo pianeta.
E i numeri
parlano chiaro: The Fall è stato infatti girato in
ben diciotto Paesi, tra cui India, Sudafrica, Argentina, Italia,
Turchia, Indonesia, Egitto e Cina. Un progetto multietnico che
racchiude non soltanto paesaggi suggestivi situati in variopinti
luoghi del globo, ma anche vari esponenti di diverse civiltà.
Pensiamo ai personaggi. Gli eroi della storia raccontata dal
protagonista paraplegico sono caratterizzati da profondi legami
affettivi al di là delle differenze culturali: si tratta di un ex
schiavo africano, un guerriero indiano, un esperto di esplosivi
italiano, Charles Darwin e un bandito mascherato
che sembra spagnolo (ma Roy avrà modo di correggere la nostra
impressione). L’aspetto multietnico è palesato anche nei
meravigliosi costumi di Eiko Ishioka (che ha vestito il
Dracula di Francis Ford Coppola): su
tutti, quelli del personaggio di Justine Waddell.
Altri aspetti
interessanti della pellicola sono un’incredibile sequenza in
animazione stop motion e citazioni visive (l’arte di Escher) e
onomastiche (Ota Benga, la scimmia Wallace).
Impossibile non
rimanere estasiati di fronte a una pellicola di tal fatta, girata
fra il 2004 e il 2006, mai uscita in Italia. Perché tra dervisci
rotanti, maschere, rituali mistici, parole magiche, elefanti che
nuotano, amore e tradimento, viaggio e vendetta, c’è la sostanza:
cinema, puro cinema, come testimoniato inoltre dagli ultimi minuti,
un’autentica dichiarazione d’amore al cinema anni ’20.
The
Fall è un capolavoro assolutamente da vedere con gli
occhi, il cuore e la mente, è ciò che il cinema dovrebbe essere e
talvolta non è: arte cinematografica.
– Trailer di The
Fall
– Sito ufficiale del film
– Update:
The Fall arriva in dvd in Italia
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