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Everything Everywhere All At Once: chi è il vero villain del film?

Everything Everywhere All At Once dello studio di produzione e distribuzione A24 è entrato nella storia degli Oscar dopo aver trionfato nel maggior numero numero di categorie (scrittura, recitazione e regia) di qualsiasi altro film nella storia della cerimonia. Non solo: è anche diventato il film più premiato di tutti i tempi, dominando tutta la stagione dei premi dell’annata 2022 ed è stato ora riproposto per la terza volta nelle sale italiane. In questo articolo di approfondimento sul film, vediamo insieme chi è il vero villain della pellicola più discussa del 2022.

Everything Everywhere All At Once: la trama

Il film partorito dalla mente del duo registico The Daniels segue le surreali vicende della proprietaria di una lavanderia a gettoni Evelyn Wang e di suo marito Waymond mentre affrontano una minaccia multiversale e allo stesso tempo problemi coniugali e accuse di frode fiscale. L’incidente scatenante del film avviene quando la famiglia Wang si reca a incontrare un agente del fisco: durante il viaggio in ascensore, una variante multiversale di Waymond “salta” nel suo corpo dalla linea temporale Alpha, spiegando che Evelyn deve imparare questa stessa abilità per sconfiggere un essere malvagio chiamato Jobu Tupaki, che sta setacciando il multiverso alla sua ricerca. In seguito si scopre che Jobu Tupaki è una variante di Joy, la figlia di Evelyn e Waymond della linea temporale Alpha, che è un’implacabile assassina. Tuttavia, anche se il team dell’Alphaverse si posiziona apparentemente come eroico nel tentativo di contrastare l’antagonista Jobu Tupaki, la verità è tutt’altra.

Alpha Evelyn è il cattivo principale di EEAO

SAG Awards Michelle Yeoh in Everything Everywhere All At OnceLa trama di Everything Everywhere All at Once rivela successivamente che Jobu Tupaki è nata dopo che Alpha Evelyn ha scoperto l’esistenza del multiverso. Essendo una brillante scienziata, ha sviluppato la tecnologia necessaria per il “verse-jump“, il salto multiversale. Vedendo il suo potenziale, ha spinto Alpha Joy ad attraversare il multiverso, finendo per sovraccaricare il suo cervello e fratturare la sua mente in ogni realtà. Quindi, Alpha Evelyn ha inizialmente creato Jobu ed è responsabile di averla scatenata nel multiverso; il suo insensibile disprezzo per il benessere della figlia ha creato una forza altrettanto nichilista e terrorizzante.

Dopo la morte di Alpha Evelyn, gli altri personaggi Alpha continuano la loro ricerca per fermare Jobu, che porta a diverse morti in diverse linee temporali. Come spiega Alpha Waymond a Evelyn, l’ha vista morire più volte per mano di Jobu mentre cercava una specifica variante di Evelyn. La causa della sua ricerca è inizialmente sconosciuta. Tuttavia, quando viene rivelata, condanna ulteriormente Alpha Evelyn.

Evelyn deve immedesimarsi in Jobu per vincere

Stephanie Hsu Everything Everywhere All at OnceAlla fine, la versione principale di Evelyn di Everything Everywhere All At Once diventa come Jobu e frattura la sua stessa mente attraverso il multiverso, essendo così, come il titolo, tutto dappertutto allo stesso tempo. È allora che Jobu rivela che non voleva uccidere tutte le versioni di Evelyn, ma scatenare il caos finché non avesse trovato quella che avrebbe cercato di capire il suo dolore. Questo piano di vendetta nasce dall’Alpha Evelyn, che non ha mai pensato a ciò che le sue richieste spietate hanno fatto all’Alpha Joy. Entrando in empatia con lei, Jobu sperava che Evelyn potesse trovare una sorta di antidoto al dolore condiviso delle loro menti fratturate.

Quando Evelyn non riesce a fornire una risposta sufficiente, Jobu rivela di aver creato un bagel cosmico in grado di assorbire qualsiasi cosa nel multiverso per porre fine alla loro esistenza e al loro dolore. Per impedire a Jobu di togliersi la vita, Evelyn deve andare oltre la sua rigida personalità in modo tale da comunicare alla figlia l’amore che prova per lei. Mentre la crudeltà di Alpha Evelyn nei confronti di sua figlia ha creato Jobu, l’empatia e l’amore di Evelyn fanno crollare Joy, che decide di rimanere nel momento presente con le versioni della linea temporale principale di Evelyn e Waymond.

Avatar: La via dell’acqua, 13 dettagli nascosti del film di James Cameron

Avatar: La via dell’acqua è un film straordinariamente coinvolgente, che unisce un profondo simbolismo a un world building semplicemente stupefacente. Nel 2009, James Cameron ha fatto la storia del cinema con Avatar, una produzione sontuosa che ha rivoluzionato la tecnologia 3D ed è diventata il film di maggior incasso di tutti i tempi. Più di dieci anni dopo, con Avatar: La via dell’acqua, fa ritorno al pianeta Pandora, ma questa il nostro regista si sposta nelle foreste pluviali del mare: le barriere coralline.

Le scene iniziali di Avatar: La via dell’acqua mostrano come l’universo di Pandora sia cambiato, tanto per quanto riguarda la famiglia di Jake e Neytiri, quanto il ritorno del popolo del cielo. Questa volta non si limitano a estrarre l’unobtanium: il loro obiettivo è quello di terraformare l’intero territorio, rivendicandolo come proprio. L’inaspettata resurrezione della versione Na’vi del colonnello Quaritch aggiunge presto una dimensione personale al conflitto riacceso, con Jake e famiglia che chiedono asilo al popolo dei Metkayina per mettersi al sicuro. Naturalmente, non ci vuole molto perché le cose vadano male, e la guerra tra Na’vi e Popolo del Cielo viene trasportata anche in mare.

L’aura messianica di Kiri

(L-R): Kiri and Sigourney Weaver as Dr. Grace Augustine in 20th Century Studios’ AVATAR: THE WAY OF WATER. Photo courtesy of 20th Century Studios. © 2022 20th Century Studios. All Rights Reserved.

Avatar: La via dell’acqua è un film che racconta di una generazione di giovani che porta speranza e redenzione a quella precedente; Jake, Neytiri e il colonnello Quaritch sono bloccati in un ciclo di violenza e spetta alla generazione successiva salvarli. Il più intrigante di questi nuovi personaggi è la figlia di Grace, Kiri. È fortemente implicito che si tratti di un concepimento miracoloso e che sia in realtà la figlia di Eywa (diversi indizi sulla vera natura di Kiri vengono disseminati nella trama di Avatar 2). Questa condizione gioca direttamente con l’immaginario messianico cristiano, presentando Kiri come una potenziale salvatrice. È probabile che i sequel di Cameron svilupperanno questa idea, utilizzando il tema di un Messia dotato di un “ministero di riconciliazione“.

I Banshee sono bioluminescenti

Avatar: La via dell'acquaLe scene iniziali di Avatar: La via dell’acqua ci trasportando direttamente alle familiari foreste pluviali di Pandora, inquadrando le creature del primo film. Jake e Neytiri riflettono sulla loro vita insieme e partono per una “serata” a bordo di banshee: è la prima volta che i banshee vengono mostrati in volo di notte e gli spettatori più attenti noteranno che condividono la bioluminescenza tipica di Pandora. Jake e Neytiri probabilmente ci sono abituati, ma gli spettatori potrebbero chiedersi perché un predatore voglia distinguersi in questo modo. Probabilmente, però, c’è una buona ragione: tutta la vita di Pandora sembra essere bioluminescente e un predatore verrebbe quindi notato come un’assenza di luce se non condividesse questa proprietà.

L’insediamento del popolo del cielo in Avatar: La via dell’acqua si chiama “Città testa di ponte”.

Avatar: La Via dell’Acqua ritrae gli umani come una forza di distruzione; il loro ritorno ricorda molto Apocalypse Now di Francis Ford Coppola. Questa volta sono venuti per restare, come dimostra il fatto che non stabiliscono una semplice base ma creano una vera e propria città. Un intertitolo rivela che la casa del Popolo del Cielo si chiama “Città Testa di Ponte“, un termine importante perché – nella strategia militare – una testa di ponte è una posizione forte assicurata all’interno del territorio nemico da cui avanzare o attaccare.

Gli umani parlano di una “risposta immunitaria” di Pandora

Il Popolo del Cielo ha ora una migliore comprensione di Pandora e dei Na’vi, e la loro sconfitta in Avatar è stata chiaramente vista come la prova che l’ipotesi di Grace di un pianeta vivente era corretta. Hanno scelto di tornare e di fare guerra a un intero mondo, e ci sono diverse righe di dialogo che suggeriscono che la vita pandoriana continua ad attaccare il Popolo del Cielo; a un certo punto questa predazione viene definita una “risposta immunitaria“. Questo spiega perché il Popolo del Cielo ha bruciato una vasta area di terra prima di fondare Bridgehead City: non vogliono che le giungle di Pandora premano contro le mura della loro città.

Gli umani considerano quella dei Na’vi una “insurrezione” in Avatar: La via dell’acqua

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Il Popolo del Cielo crede che Pandora sia già sua e si riferisce agli Omaticaya come a una “insurrezione”. La conoscenza di Jake della tecnologia del Popolo del Cielo lo rende una vera e propria risorsa strategica per gli Omaticaya, perché li conduce nelle sacre Montagne Hallelujah dei Na’vi, dove il vortice di flusso distorce i sensori (come nel primo film). Jake adotta le tattiche usate dai nativi americani secoli fa, saccheggiando i treni per rubare le armi.

Perché Spider aiuta davvero il colonnello Quaritch

Avatar-2-castAlcuni spettatori potrebbero inizialmente essere sorpresi dalla decisione di Spider di aiutare il colonnello Quaritch, vedendola come un tradimento. Una scena con i banshee, però, lascia intendere in modo sottile la sua vera motivazione: Spider è un umano che vorrebbe essere un Na’vi, e vive in modo vicario attraverso questi umani che crede di introdurre alle usanze dei Na’vi. Inorridisce quando si rende conto dell’uso che verrà fatto di questa conoscenza e di queste abilità, e cambia rapidamente schieramento, aiutando a far precipitare una nave da caccia dei Personaggi del Cielo.

Avatar: La Via dell’Acqua rivela che le tribù Na’vi si sono evolute in modo diverso

Avatar-2-guida-personaggiAvatar: La via dell’acqua rivela che i clan Na’vi di Pandora si sono evoluti per adattarsi ai loro ambienti unici. I Metkayina, ad esempio, hanno una coda più lunga e braccia più spesse che li aiutano a nuotare, mentre gli Omaticaya sono più snelli e hanno strutture muscolari diverse, ottimizzate per oscillare e arrampicarsi. Esistono 15 diversi clan Na’vi e presumibilmente tutti si sono evoluti in modo leggermente diverso. Si spera che i sequel di James Cameron esplorino le caratteristiche di alcune delle altre tribù.

Avatar 2 offre però alcune sottili critiche ai Na’vi, mostrando accenni di pregiudizi razziali basati su queste differenze fisiologiche. I Metkayina non sono particolarmente impressionati dai figli di Jake, le cui cinque dita ricalcano il DNA umano piuttosto che quello Na’vi. La sottotrama messianica che coinvolge Kiri è comunque importante, perché è interessante notare che Eywa ha scelto di generare un figlio attraverso un avatar, presumibilmente come ponte tra i Na’vi e il popolo del cielo. Le cinque dita potrebbero alludere alla nascita deliberata di una nuova specie di Na’vi, ottimizzata per utilizzare gli strumenti e la tecnologia del Popolo del Cielo.

Kiri non ha bisogno di trattenere il respiro come gli altri

Avatar 2 Sigourney WeaverKiri è l’unica dei figli di Jake ad ambientarsi subito in questo nuovo ambiente, soprattutto perché sente il battito del cuore di Eywa nell’oceano. È in grado di trascorrere un’enorme quantità di tempo in acqua, trattenendo il respiro molto più a lungo dei suoi fratelli; infatti, in alcune scene ha la bocca aperta sott’acqua, forse a significare che può effettivamente respirare sotto le onde. Il suo legame con Eywa si dimostra abbastanza forte da poter controllare la vita attraverso questa, un potere che si rivela utile alla fine di Avatar: La via dell’acqua.

La “crisi epilettica” di Kiri è in realtà un battesimo

Seguendo l’immaginario messianico, la “crisi epilettica” di Kiri è meglio intesa come un battesimo. L’interpretazione di Cameron è un po’ diversa dall’immaginario messianico; le tradizioni ebraiche che hanno influenzato il cristianesimo vedevano l’acqua come un simbolo di morte (perché il mare prende e non restituisce, secondo loro), e quindi il battesimo è un simbolo di morte e resurrezione. Cameron si concentra sul battesimo come momento di intimità e di autorealizzazione. Kiri incontra sua madre e viene rassicurata di essere amata; nella Bibbia, il battesimo di Gesù è accompagnato da una voce dal cielo in cui Dio lo dichiara suo figlio prediletto.

L’uso della tecnologia umana da parte di Jake è ciò che lo tradisce

Jake Avatar 2Jake può anche essere stato accolto dai Na’vi, ma continua a seguire i metodi d’azione dei Personaggi del Cielo. Ha addestrato gli Omaticaya a rubare le armi umane, muovendo guerra al Popolo del Cielo con la loro stessa tecnologia; ha poi scelto di lasciare la tribù per proteggere la sua famiglia, un’azione improbabile per i Na’vi. Il coma di Kiri lo spinge a rivolgersi ancora una volta alla scienza del Popolo del Cielo, chiamando i medici per aiutarla a curarsi. Questo errore permette al colonnello Quaritch di capire dove si trova Jake, perché ormai ha capito che nessun nativo Na’vi penserebbe mai di chiamare un elicottero.

La caccia a Tulkun mostra come Spider abbia assorbito gli insegnamenti dei Na’vi

Avatar-La-via-dell-acqua-James-CameronIl Popolo del Cielo dà la caccia ai tulkun, uccidendo le creature perchè vogliono appropriarsi di un singolo enzima cerebrale che, a quanto pare, arresta l’invecchiamento umano e che viene utilizzato per finanziare l’intera spedizione su Pandora. Spider è il figlio del Colonnello Quaritch, ma è stato cresciuto come un Na’vi ed è sconvolto quando viene a sapere di questo rituale. Come già visto nel primo film, i Na’vi considerano la vita sacra e non sprecano una morte: usano tutta la carne di un animale per il cibo, la sua pelle per fare vestiti e le sue ossa per armi e utensili. Spider ha assorbito questo stile di vita e non riesce a capire lo spreco del cadavere del tulkun che viene lasciato galleggiare in mare.

Spider non è davvero considerato un Sully

Spider Avatar: La via dell'acquaAvatar: La via dell’acqua presenta Neytiri come colei che non accetta veramente Spider: il tutto culmina con un momento scioccante in cui lei minaccia di toglierli la vita. Ma il film suggerisce fortemente che il figlio “adottato” di Jake e Neytiri non è affatto considerato parte della famiglia, in particolare in una scena in cui la famiglia si riunisce e non mostra alcun accenno di preoccupazione per lui. “I Sully restano uniti“, dichiarano, ignorando il fatto che Spider è stato visto per l’ultima volta nuotare in una barca che stava affondando. L’unica che sembra preoccuparsi davvero di Spider come membro della famiglia è Kiri, che contribuisce a creare un ponte tra i Na’vi e il popolo del cielo.

Kiri porta la luce nell’oscurità in Avatar: La via dell’acqua

Kiri Avatar: La via dell'acquaLa fine di Avatar: La via dell’acqua sottolinea in modo sottile il ruolo messianico di Kiri, che guida i pesci bioluminescenti verso la sua famiglia. L’immagine del Messia come luce e rivelazione è centrale nella storia biblica e il Nuovo Testamento immaginava Gesù come una guida piuttosto che come una figura di potere, quindi una concezione del genere è piuttosto appropriata. Il film evita di associare Kiri ad atti di spettacolo, come l’attacco dei tulkun, dandole invece un ruolo molto più sottile nel terzo atto.

I capelli di Lo’ak lo collegano a John Connor

Lo'ak Avatar: La via dell'acquaI fan di James Cameron non solo saranno stati entusiasti di vedere il tanto atteso film del regista, ma anche di scovare un Easter egg dedicato a Terminator 2 in Avatar 2. È stato confermato che i capelli di Lo’ak sono ispirati alla stessa pettinatura sfoggiata da John Connor (Edward Furlong) in quel film, in particolare il ciuffo di capelli che pende sopra l’occhio. Il motivo di questo look comune è che Cameron voleva emulare la natura ribelle di John in Lo’ak, il più ribelle dei figli di Jake e Neytiri in Avatar: La via dell’acqua.

Indiana Jones e il Quadrante del Destino sarà presentato al Festival di Cannes, ufficiale

È sulle memorabili musiche di John Williams che James Mangold e Harrison Ford saliranno i gradini del Palais des Festivals il 18 maggio insieme a Phoebe Waller-Bridge, Antonio Banderas, John Rhys-Davies, Toby Jones, Boyd Holbrook, Ethann Isidore e Mads Mikkelsen per presentare in anteprima mondiale al Festival di Cannes 2023 Indiana Jones e il Quadrante del Destino. Un evento che segnerà l’attesissimo ritorno del celebre avventuriero nella Selezione Ufficiale.

“Nel 1995, sono stato onorato di venire a Cannes con il mio primo film Heavy, come parte di Director’s Fortnite. Ventotto anni dopo, sono orgoglioso di tornare con uno spettacolo leggermente più grande. I miei leggendari collaboratori ed io siamo molto entusiasti di condividere con voi una nuovissima e ultima avventura di Indiana Jones!”, ha dichiarato il regista James Mangold.

Direttamente dall’immaginazione di George Lucas, ben prima del grande epico Star Wars, è stato nel 1981 che I predatori dell’arca perduta, la prima parte della saga, è stato rivelato al mondo. Diretto da Steven Spielberg, le avventure di Indiana Jones hanno conquistato il cuore di milioni di fan che lo hanno seguito per quattro decenni.

Incarnazione di un’America eroica, Harrison Ford ha interpretato alcuni dei ruoli più iconici degli ultimi 50 anni, tra cui Han Solo per George Lucas in Star Wars IV, V e VI, e Rick Deckard in Blade Runner di Ridley Scott (1982) e Blade Runner 2049 (2017) di Denis Villeneuve. Nel 2023, James Mangold gli chiede di interpretare nuovamente l’avventuriero con il cappello e la frusta. Il regista e sceneggiatore americano torna a Cannes, 28 anni dopo la presentazione del suo primo film Heavy. Ha poi diretto, tra gli altri, Copland nel 1997, il film biografico su Johnny Cash, Walk the Line nel 2005 con Joaquin Phoenix e Reese Witherspoon, che valse l’Oscar come migliore attrice, ma anche 3:10 a Yuma nel 2007, Logan nel 2017 e Ford v Ferrari nel 2019.

Il Festival di Cannes ringrazia The Walt Disney Company e LucasFilm per la loro fiducia e non vede l’ora di ospitare la proiezione di Indiana Jones e il Quadrante del Destino, che promette un’altra grande avventura cinematografica in giro per il mondo.

Super Mario Bros. – Il film: “non rovinerà l’infanzia di nessuno”, parola di Chris Pratt

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Super Mario Bros. – Il film ruota, come anticipato dal trailer, attorno ai tentativi di Mario di sconfiggere il malvagio Bowser, il tutto evidenziando la natura brillante e amabile dei videogiochi. Lungo la strada, il film incorpora infatti elementi di Super Mario Bros., Mario Kart e molti degli altri amati giochi con protagonista l’idraulico. Dopo però che l’ultimo film a lui dedicato, in versione live-action, si è rivelato un completo disastro, alcuni potrebbero diffidare di questo nuovo progetto. Ciò è particolarmente vero alla luce della controversia che ha circonda la voce originale di Mario, ovvero quella dell’attore Chris Pratt.

Proprio Pratt, però, ha affermato che nessuno troverà i propri ricordi d’infanzia rovinati dal film, il quale sembra essere stato specificamente progettato per evitare di rovinare l’idea che si ha dell’iconico idraulico della Nintendo. “Le persone sono appassionate di Mio e probabilmente in passato hanno visto alcuni dei loro personaggi preferiti rovinati una volta approdati al cinema. L’ho vissuto già Lego Movie. Continuavo a chiedermi ‘Come hanno intenzione di fare un film sui Lego?’, ma poi Chris Miller e Phil Lord hanno realizzato ed è stato un incredibile”.

“Penso che anche il film su Mario sia fantastico e penso che l’infanzia di tutti i suoi fan rimarrà fermamente intatta”, ha poi aggiunto Pratt. Finora, sembra che le dichiarazioni di Pratt siano sincere. Le prime reazioni a Super Mario Bros. – Il film evidenziano infatti un’esperienza divertente e straordinaria, ricca di forti effetti visivi e un gradito fan service. Anche dopo tutte le polemiche sul casting di Pratt, questo adattamento sembra dunque avere il potenziale per diventare un completo successo. In Italia il film sarà disponibile dal 6 aprile.

Fonte: ScreenRant

Tetris, recensione del film con Taron Egerton

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Tetris, recensione del film con Taron Egerton

Tra i videogiochi più famosi e di maggiore successo in tutto il mondo, la storia di come è nato Tetris è un case-studi per gli esperti di storia del videogioco. Proprio questa storia è il centro del racconto del film disponibile su Apple TV+ dal 31 marzo con protagonista Taron Egerton nei panni di Henk Rogers, il programmatore che vinse la guerra dei diritti di sfruttamento del gioco, in un momento storico in cui sembrava impossibile riuscire a comunicare in alcun modo con l’URSS, soprattutto quando si aveva un passaporto americano.

La storia di Henk, che è il punto di vista di tutto il film, è raccontata come una grande avventura che si tinge di legal drama e di spy story in un contesto che serve più le dinamiche di spettacolarizzazione che quelle legate al racconto vero e proprio della storia vera dietro al film. E per fortuna, diremmo noi, dal momento che il film si prefigge principalmente di intrattenere, esagerando, esaltando, inventando e mettendo in scena momenti e versioni di personaggi che servono alla finzione.

Tetris, la trama

A metà degli anni ’80, Henk Rogers si reca in Unione Sovietica per cercare di accaparrarsi i diritti di Tetris, un gioco che è stato programmato da Aleksej Leonidovič Pažitnov, cittadino dell’unione e pertanto non in diritto a poter sfruttare per un tornaconto personale la sua proprietà intellettuale, visto che ogni prodotto del lavoro del singolo è dato allo Stato. Rogers però non è il solo che ha capito le potenzialità del gioco e con lui ci sono diversi altri attori che scendono in campo, ingolositi dallo stesso obbiettivo. Andromeda Software è il primo a ottenere i diritti del gioco, rivenduti poi alla Mirrorsoft. A questi altri due contendenti si unisce, ovviamente, il gigante sovietico, ombra di quello che era stato e impero in declino, ancora fortemente ancorato a una burocrazia fatiscente e capillare.

La storia di un’amicizia

Tutti questi elementi hanno permesso a Jon S. Baird, regista, e a Noah Pink, sceneggiatore, di trasformare l’impresa di Henk in un ibrido che coniuga un aspetto biografico e umano, che probabilmente è quello meglio riuscito del film, con toni da spy-story e da legal drama. La storia della collaborazione e dell’amicizia che nasce tra Henk e Aleksej è certamente il cuore del film, ed è la traccia che maggiormente àncora lo spettatore alla vicenda. Il regista sfrutta bene le potenzialità emotive di questo incontro, che anche nella vita vera ha dato il via a una lunga amicizia, coronata nella fondazione della The Tetris Company, e ne fa un aspetto importante di tutta la vicenda, che spinge lo spettatore a schierarsi immediatamente dalla parte di questi due personaggi che sembrano condividere non solo l’amore per la programmazione e i videogiochi, ma anche un rispetto reciproco che, nel film, viene mostrato con gradualità.

Anche l’aspetto legato al legal drama risulta interessante, con una scena centrale del film che costruisce molto bene la tensione e il tentativo dei funzionari burocrati sovietici di ottenere il migliore accordo possibile a fronte di un sistema amministrativo e di governo che si stava già sgretolando da tempo e che di lì a poco sarebbe crollato.

Tetris film 2023Tra spy story e legal drama

Meno riuscita è la componente da spy story con la quale si conclude il film: inseguimenti in automobile, KGB mobilitato, osservazione continua, atmosfera mutuata direttamente da Orwell contribuiscono a mettere in scena un’atmosfera macchiettistica che sembrava francamente superata e che invece semplifica un momento storico estremamente complesso e delicato per tutta la storia dell’Occidente.

Decisamente furba l’idea di far entrare nel film il linguaggio del gioco, con i tetraggini che entrano nella narrazione come scenografia, gli oggetti che diventano fatti di pixel e i vari attori della “caccia ai diritti di Tetris” che vengono presentato come Player 1, Player 2 e così via, nella parte introduttiva della storia. Il tutto accompagnato dalla colonna sonora del gioco stesso che, modificata e ri-arrangiata, fa da accompagnamento musicale a tutto il film, cambiando i suoi toni per adeguarsi al ritmo del racconto. Forse proprio questa è la chiave per essere indulgenti con Tetris: la storia è raccontata, contaminata, forse anche viziata da un’esigenza fortissima di spettacolarizzazione che, se da un lato cede troppo allo stereotipo e al forzare i confini della realtà, dall’altra diventa un vero e proprio gioco a livelli, con diversi ostacoli, settori da affrontare, nemici da sconfiggere e inseguimenti in cui farla franca.

In una maniera molto lineare e semplicistica, Tetris offre un buon livello di intrattenimento con un linguaggio a cui lo spettatore cresciuto nel mito del gioco dei tetramini sente di appartenere.

Sicario 3: Josh Brolin riporta un deludente aggiornamento sul film

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Nel thriller del 2015 Sicario si seguiva l’agente dell’FBI Kate Macer (Emily Blunt), prendere parte ad un’oscura task force governativa coinvolta nella guerra in corso contro la droga e il cartello messicano. Nel film recitava anche l’attore Josh Brolin nei panni dell’ufficiale della CIA Matt Graver, ma vi era anche il sicario del titolo, Alejandro Gillick, interpretato da Benicio del Toro. Al momento della sua uscita, il film ha ricevuto elogi per la sceneggiatura e la fotografia, e un sequel intitolato Sicario: Day of the Soldado è stato distribuito tre anni dopo, con Brolin e del Toro che hanno ripreso i loro ruoli. In seguito al buon successo di questo secondo capitolo, era stato annunciato anche un Sicario 3.

Mentre secondo quanto riferito un Sicario 3 è effettivamente in fase di sviluppo, con il titolo Sicario: Capos, proprio Brolin ha condiviso che il film si sta rivelando una sfida difficile da realizzare. Durante un’intervista, l’attore ha messo in dubbio la lunga attesa del sequel, notando che la gente ne parla ancora, ma ha ammesso senza mezzi termini che il film potrebbe non concretizzarsi mai. “‘Sicario 3’, abbiamo cercato di farlo bene e farlo andare avanti, ma perché non è successo? Quanto tempo puoi aspettare? È un film difficile da realizzare anche se i primi due hanno fatto soldi e le persone continuano a chiederlo continuamente”.

Dato il successo di entrambi i film e l’interesse di Brolin nel continuare la serie, sembra tuttavia ancora possibile la realizzazione di un terzo capitolo. L’anno scorso, l’attore aveva fornito un aggiornamento ottimista su Sicario 3, rivelando che era stata scritta una sceneggiatura, ma ha aggiunto che c’era incertezza su quando sarebbe iniziata la produzione. Per quanto a loro modo conclusivi, gli eventi di Soldado hanno lasciato aperte alcune possibilità per un sequel, che potrebbe dunque andare a concludere il racconto sulla moderna frontiera statunitense portato avanti dai due precedenti capitoli. Non resta dunque che attendere ulteriori aggiornamenti in merito.

Fonte: ScreenRant

Superman: Legacy, alcuni rumor suggeriscono un gruppo di villain per il film

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Mentre continua l’attesa per scoprire chi interpreterà Clark Kent alias Superman nell’atteso Superman: Legacy, scritto e diretto da James Gunn, alcuni rumor suggeriscono qualcosa in più sui villain con cui il celebre supereroe potrebbe scontrarsi nel film. Secondo l’insider del settore KC Walsh, uno dei cattivi contro cui il nuovo Superman di James Gunn potrebbe scontrarsi nel DCU sarà The Authority. Per chi non lo sapesse, The Authority è una versione più intensa della Suicide Squad, ovvero una squadra potente con metodi estremi e che qualcuno come Superman probabilmente troverebbe discutibili.

La DC Comics ha recentemente pubblicato una serie a fumetti intitolata proprio Superman and The Authority, che segue il kryptoniano mettere insieme una nuova squadra disposta a fare quei lavori che la Justice League non farebbe. La scelta della The Authory come possibile minaccia in Superman: Legacy non è affatto impensabile, considerando che proprio per tale gruppo è stato annunciato anche un film apposito. James Gunn ha infatti parlato a lungo di “The Authority”, un progetto di cui ha detto di essere “davvero entusiasta”.

Non è solo una storia di eroi e cattivi, e non tutti i film e gli show televisivi riguarderanno i buoni contro i cattivi”, ha detto Gunn. “Ci sono persone molto discutibili, come l’Autorità, che fondamentalmente credono che non si possa sistemare il mondo in modo semplice, e prendono in mano la situazione”. Naturalmente si tratta attualmente di rumor non confermati, per cui non resta che attendere delucidazioni a riguardo, che permetteranno di sapere se davvero il giovane Superman si scontrerà con tale gruppo e che in che modo. Al momento, come noto, Superman: Legacy è atteso in sala l’11 luglio del 2025.

Fonte: TheDirect

Tetris: la storia vera dietro al film Apple TV+ con Taron Egerton

Dal 31 marzo è disponibile su Apple TV+ Tetris, il film basato sulla vera storia della guerra che si è combattuta per accaparrarsi i diritti dell’iconico videogioco (guarda il trailer). Chiaramente, come spesso accade, la storia vera non è proprio come la si racconta al cinema, che, per definizione, ha bisogno di inventare e ricamare sui fatti per diventare molto più accattivante per gli spettatori. E così, anche il Tetris con protagonista Taron Egerton ha avuto i suoi “aggiustamenti” rispetto a come sono andati davvero i fatti.

In Tetris, Henk Rogers (Taron Egerton), un designer di videogiochi che scopre Tetris, si accorge che i diritti di licenza del gioco in Giappone non appartengono a nessuno e tenta di vendere il gioco a Nintendo. Il piano generale di Henk è che Nintendo possa impacchettare il gioco con la rivoluzionaria console portatile Game Boy. Per farlo, però, deve prima ottenere lui stesso i diritti del gioco, il che si rivela un compito quasi impossibile.

Con un linguaggio da spy-story, il film racconta proprio l’impresa di Henk che al tramonto dell’Unione Sovietica si confronta con la dittatura, con il KGB e con la costante minaccia di morte che pende sulla sua testa. Ecco la storia vera su cui è basato il film diretto da Jon S. Baird.

Tetris è basato sulla vera storia delle origini del gioco

Il puzzle game è stato creato da Alexey Pajitnov, cittadino dell’Unione Sovietica negli anni ’80, interpretato nel cast di Tetris da Nikita Yefremov. A Pajitnov non era consentito vendere i diritti o trarre profitto dal gioco, poiché qualsiasi proprietà intellettuale era di proprietà dello stato. Ciò ha portato a una grande confusione in merito a chi avesse i diritti per pubblicare il gioco.

Robert Stein, i Maxwell e Henk hanno davvero combattuto per i diritti, e Henk si è davvero recato in Unione Sovietica per conquistarli. Alla fine degli anni ’80, era come viaggiare oggi in Corea del Nord, il che significa che l’elemento di pericolo vissuto dal protagonista nel film Tetris si basa su un pericolo reale che ha corso Rogers.

Il concept originale di Tetris di Alexey

Sebbene la storia del film non riguardi la creazione di Tetris, il primo atto del film descrive il processo di pensiero di Alexey che ha portato alla creazione del gioco e il fatto che lo sviluppo iniziale dello stesso sia avvenuto su un computer estremamente vecchio. Alexey realizza ogni quadratino dei pezzi del Tetris con delle parentesi quadre, una aperta l’altra chiusa (esempio: [ ]), poiché quello era l’unico modo in cui poteva dare vita alla sua visione.

Questo è esattamente il modo in cui l’ideazione del gioco è avvenuta anche nella vita reale, ma c’è un pezzo mancante nella storia – letteralmente, poiché il vero creatore ha originariamente progettato Tetris con pezzi composti da cinque quadrati e non quattro, come si presenta poi la versione ufficiale del gioco. Alexey alla fine ha abbandonato quell’idea perché era troppo complicata e c’erano troppi pezzi.

L’uscita del Game Boy

Quando Henk visita la sede centrale di Nintendo, viene presentato a due sviluppatori, Howard Lincoln (Ken Miles) e Minoru Arakawa (Ken Yamamura), che stanno lavorando a un progetto top secret. Svelano il Game Boy e dicono a Henk che è una delle sole dieci persone al mondo ad averlo visto.

Sebbene la scena generi un momento particolarmente enfatico all’interno della narrazione, si tratta di una situazione completamente inventata. Nella vita reale, il Game Boy era già uscito in Giappone prima che Henk incontrasse Nintendo. Tuttavia, la console non era ancora stata distribuita negli Stati Uniti e Henk convinse la Nintendo a inserire il Tetris nella consolle con l’uscita negli Stati Uniti del Game Boy.

L’amicizia tra Alexey e Henk

Sebbene Tetris sia un eccitante thriller di spionaggio, funziona altrettanto bene come una commovente storia di amicizia tra l’americano figlio del mondo, Henk, e Alexey, devoto alla sua nazione e ligio alle regole dell’URSS. I due sono legati dalla passione per lo sviluppo di videogiochi, fino a quando Henk non si fa strada nella vita di Alexey dopo che questi non voleva avere niente a che fare con lui, in primo luogo.

Alexey è descritto come un uomo meticoloso e chiuso, un prodotto del suo ambiente, essendo lui cresciuto in URSS. Questa scelta narrativa ha senso, poiché mostra quanto possa essere estenuante un’educazione in un posto del genere. Tuttavia, quando Alexey e Henk si sono incontrati per la prima volta nella vita reale, si sono subito trovati d’accordo e sono diventati inseparabili.

L’interprete di Henk è un ufficiale del KGB

Alcuni cambiamenti che Tetris opera rispetto alla storia vera possono avere senso, come la scelta di sintetizzare il modo in cui Alexey ha sviluppato il gioco, dal momento che, accorciando quell’aspetto, si dà più spazio al flusso narrativo. Tuttavia, è vero che il gioco inizia a fare enormi passi avanti, in senso artistico, quando Henk atterra a Mosca.

Henk lavora a stretto contatto con un interprete di nome Sasha, interpretata da Sofya Lebedeva, che lo aiuta ad accedere agli edifici governativi e trovare le persone giuste, ma in seguito si scopre che Sasha è un ufficiale del KGB che spia Henk. Nella storia vera, Henk ha assunto un’interprete, che di certo non era un ufficiale del KGB. Tuttavia, il vero Henk ha raccontato che questa interprete gli destava un po’ di sospetto, dal momento che sembrava estremamente sicura di sapere dove e quando cercare e trovare le cose/persone giusta. Alla CNN ha dichiarato: “Sapeva immediatamente dov’era tutto, quindi era strano”.

Henk giramondo

La storia di Tetris salta da una parte all’altra del mondo, e, in totale, Henk mette piede in quattro diverse località in tutto il mondo, viaggiando tra Russia, Stati Uniti, Giappone e Regno Unito. In realtà, Henk si è recato in un solo Paese durante la sua impresa nel tentativo di conquistare i diritti di Tetris.

Henk ha lasciato il Giappone per la Russia, e mentre il film lo vede viaggiare in Russia per due volte, in realtà ha fatto una sola visita all’URSS. Alla fine degli anni ’80, Henk trascorse una settimana in Russia parlando con funzionari governativi a Elorg e legando con Alexey. Alla fine di quei sette giorni, aveva ottenuto con successo i diritti su Tetris.

L’inseguimento in macchina con il KGB

L’atto finale di Tetris si trasforma in un film d’azione vero e proprio. Dopo aver ottenuto i diritti su Tetris, Henk, Alexey, Howard e Minoru si precipitano all’aeroporto mentre vengono inseguiti dal KGB. È un inseguimento ad alta velocità pieno di incidenti e acrobazie che non sembrerebbero fuori luogo in un film di Bourne.

Non sorprende che nessuno di questi inseguimenti in macchina sia realmente accaduto. Rogers ha commentato questo momento del film, spiegando: “Hanno fatto del loro meglio per accettare i nostri cambiamenti quando avevano a che fare con l’autenticità. Ma quando è iniziato l’inseguimento in macchina e tutto il resto, è stato come, ‘OK, ora sono tutti loro.'” (fonte Canary Media).

La riunione di Alexey e Henk a San Francisco

Alla fine di Tetris, Henk invia ad Alexey un biglietto per San Francisco, che è confezionato con un Game Boy, e il film si conclude con loro che si riuniscono all’aeroporto di San Francisco e si abbracciano come vecchi amici.

La scena offre un momento di soddisfazione e riconoscimento per lo spettatore, ma mentre non è chiaro se l’incontro all’aeroporto sia effettivamente accaduto nella vita reale, il luogo in cui è ambientata la scena è totalmente sbagliata. Henk ha aiutato Alexey a risolvere le questioni legate al suo visto e trasferirsi negli Stati Uniti, ma non a San Francisco. Alexey ha lasciato Mosca per Seattle nel 1991, due anni dopo aver incontrato per la prima volta Henk.

Altri dettagli di Tetris sono incerti

Molti altri dettagli in Tetris sono completamente incredibili e, sebbene sia difficile dirlo con certezza, molto probabilmente sono falsi. Personaggi come l’ufficiale del KGB Valentin, che sta tentando di andare contro ciò che è meglio per lo stato, oppure il fatto che Henk metta tutta la sua vita, casa e famiglia, in pericolo impegnando tutto con la banca, sono probabilmente dettagli inventati.

Tuttavia, poiché né Henk né Alexey hanno commentato o smentito quelle scelte narrative, diventa impossibile sapere con certezza cosa è finto e cosa no. Dato quanto Henk Rogers sia stato trasparente nella vita reale, quegli elementi del film sono quasi certamente degli escamotage creativi che non sono mai accaduti.

Perché il film Tetris non può essere completamente accurato

Anche se la storia di Henk è vera, è solo la sua versione della storia, e il film di Tetris si basa solo su quel resoconto. Dato che c’erano così tante persone coinvolte nel tentativo di ottenere i diritti del gioco, le loro versioni sarebbero state completamente diverse. Tutti vogliono apparire al meglio in una storia vera, e ogni persona coinvolta è probabilmente una versione completamente diversa della verità, e ciò rende molto complicato, per una storia come quella di Tetris, essere accurata.

Poiché Tetris è un film di Hollywood con una funzione primaria di intrattenimento, quasi ogni aspetto della storia vera deve essere “aggiustato”, come Robert e Kevin Maxwell, che sembrano quasi cattivi da cartoni animati. È interessante notare, tuttavia, che il vero Kevin Maxwell ha affermato che la rappresentazione di suo padre è stata effettivamente edulcorata. Parlando con il regista Jon S. Baird, Maxwell ha osservato: “L’unica cosa che direi è che non sei stato abbastanza duro con mio padre. Mio padre era molto peggio di come lo hai presentato tu”. (tramite Polygon).

I Marvel Studios pronti a ridurre la loro produzione annuale di film e serie TV

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Stando ad un nuovo report, non confermato, sembra che i fan del Marvel Cinematic Universe debbano aspettarsi di vedere meno programmi televisivi e film ambientati nell’universo cinematografico Marvel, a causa dei cambiamenti che i Marvel Studios stanno presumibilmente apportando ai propri obiettivi dopo i recenti insuccessi. Secondo Jeff Snieder di Above the Line, “l’output target della Marvel è stato ridotto… mi è stato detto che l’output target è stato ridotto da quattro serie TV e quattro film all’anno a due serie e tre film all’anno. Ovviamente sono stime malleabili”.

Sebbene questi rapporti non siano appunto stati ancora confermati ufficialmente, già precedenti notizie suggerivano che lo studio si starebbe concentrando sulla qualità piuttosto che sulla quantità, una direzione che apparentemente deriva dal “feedback negativo” riguardante la Fase 4 dell’MCU. Le nuove affermazioni di Snieder sono dunque ulteriori segnalazioni che suggeriscono come sarebbe già in atto un leggero rimpasto presso i Marvel Studios, nella speranza di addrizzare il tiro in vista non solo dei prossimi titoli della Fase 5 ma soprattutto per il gran finale della Fase 6.

Recentemente è stato suggerito che la seconda stagione della serie antologica animata Disney+ What If…? è stata ritardato fino al primo trimestre del 2024, potenzialmente insieme alla stagione 2 di Loki e Agatha: Coven of Chaos, che non hanno più date di uscita fisse. Al momento, l’unica serie Disney+ ambientata nell’MCU prevista per il 2023 è l’imminente Secret Invasion. Non sono invece ancora stati apportati cambiamenti importanti per quanto riguarda le uscite dei lungometraggi: Dopo Ant-Man and the Wasp: Quantumania, l’MCU ha due uscite principali per il 2023, tra cui Guardiani della Galassia Vol. 3 e The Marvels. Non resta che attendere e vedere cos’altro cambierà in casa Marvel.

Fonte: TheDirect

Deadpool 3: Zeb Wells, sceneggiatore di She-Hulk e The Marvels, si unisce al film

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L’atteso Deadpool 3 ha aggiunto un nuovo sceneggiatore al proprio team di scrittura, ovvero Zeb Wells. Stando a quanto riportato da alcune fonti, Wells è stato infatti scelto per scrivere la sceneggiatura di Deadpool 3 dei Marvel Studios insieme a Paul Wernick e Rhett Reese, i quali sono già stati autori di Deadpool (2016) e Deadpool 2 (2018) per la 20th Century Fox. Inizialmente, il duo composto da Wendy Molyneux e Lizzie Molyneux-Logelin aveva scritto una bozza per il trequel di Deadpool, pronto a fare il suo debutto nel Marvel Cinematic Universe, ma la cosa è poi stata scartata in favore del ritorno di Wernick e Reese.

Wells, invece, è uno scrittore di fumetti della Marvel, noto per il suo lavoro su titoli come Amazing Spider-Man e New Mutants, ma anche molti altri. Wells non è però estraneo alle opere dell’MCU, avendo scritto l’episodio 7 della serie originale Disney+ She-Hulk: Attorney at Law. Wells ha inoltre anche co-sceneggiato il prossimo film dei Marvel Studios, The Marvels, che uscirà nelle sale a novembre come sequel di Captain Marvel del 2019. Si tratta di un’aggiunta importante, che potrebbe apportare qualche interessante novità al format dei film di Deadpool. Non è noto però come mai tale aggiunta si sia resa necessaria.

Quello che sappiamo, ad ora, è che oltre a Ryan Reynolds nel cast è stato anche confermato Hugh Jackman, che torna a rivestire i panni di Wolverine/Logan, dopo la sua gloriosa uscita di scena nel 2017 in Logan, di James Mangold. Per quanto riguarda il film, che sarà diretto da Shawn Levy, Paul Wernick e Rhett Reese hanno affermato: “È una meravigliosa opportunità per i pesci fuor d’acqua. Deadpool è un pazzo al centro di un film. Far cadere un pazzo in un mondo molto sano di mente, è oro puro. Sarà davvero divertente.” Deadpool 3, attualmente, uscirà in sala il 6 settembre 2024.

Fonte: CBR

Dungeons & Dragons: L’onore dei ladri, ottimo esordio al box office per il film

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Dungeons & Dragons: L’onore dei ladri (qui la recensione) ha ottenuto un primo fine settimana al box office di gran lunga superiore alle aspettative iniziali. Questo nuovo film basato sul gioco D&D, come noto, aggiunge l’elemento umorismo che mancava agli adattamenti precedenti e che ha indiscutibilmente portato al suo successo straordinario, anche alla luce di una dura concorrenza, tra cui John Wick 4, il film sta attirando grandi folle e dollari al botteghino. Dungeons & Dragons: L’onore dei ladri ha infatti guadagnato 38,5 milioni di dollari nel suo weekend di apertura sul suolo statunitense, arrivando a 71,5 milioni di dollari al box office mondiale.

Con questo totale, il film ha dunque battuto John Wick 4, che conclude il fine settimana con un guadagno interno di 28,2 milioni di dollari. In pochi giorni, il film ha persino superato il precedente film di Dungeons & Dragons, che aveva incassato solo 33,9 milioni di dollari in totale.Il successo ottenuto con questo primo weekend sembra ora destinato a proseguire, visto che, con le vacanze pasquali in arrivo, il film ha ancora la possibilità di attirare un pubblico ancora più vasto, godendo eventualmente di un buon passaparola, così da poter recuperare il suo budget sostanziale di circa 150 milioni di dollari.

Un impresa che a questo punto sembra però decisamente possibile, considerando che anche in Italia, nel weekend appena trascorso, Dungeons & Dragons: L’onore dei ladri ha ugualmente ottenuto un buon risultato, guadagnando 1,1 milioni di euro. A rappresentare un possibile avversario da battere, per il film fantasy, sarà però Super Mario Bros. – Il film, in arrivo dal 6 aprile. Ma continuando a questo ritmo, Dungeons & Dragons: L’onore dei ladri potrebbe facilmente arrivare a quel tanto che basta per lasciare aperta la porta ad eventuali sequel.

Fonte: ScreenRant, Cinetel

12 Mighty Orphans, la storia vera dietro al film Netflix

12 Mighty Orphans, la storia vera dietro al film Netflix

Presente nella Top 10 di Netflix da molti giorni, 12 Mighty Orphans racconta una avvincente storia vera, che comincia nel 1927, quando il coach Harvey Nual “Rusty” Russell arriva alla Casa Massonica del Texas. Aveva rinunciato ad una posizione più prestigiosa alla scuola superiore Temple per fare qui, invece, l’insegnante di materie scientifiche e l’allenatore di football.

Siamo nel comune di Fort Worth nello Stato del Texas negli USA durante l’inizio della Grande Depressione, e la Casa Massonica è uno dei diversi istituti governativi per vedove e orfani che venne aperto nel 1889 e che in quegli anni ospitava intorno a 160 ragazzi. Rusty Russell all’epoca aveva trentadue anni, era sposato con Juanita che di anni ne aveva ventitré e insieme avevano due bimbe. Si stabiliscono in una casupola all’interno del territorio della Scuola e lì resteranno fino al 1941.

Gli eventi che hanno intrecciato la vita e le scelte personali del signor Russell e della sua famiglia, sono ancora oggi ricordate nella storia del football americano, tanto che Russell è parte della Hall of Fame degli sport del Texas e nel 2007 lo scrittore Jim Dent ha pubblicato un libro che ne racconta i dettagli, insieme alle difficoltà e le prove che lui e il team dei suoi 12 Mighty Orphans (12 fantastici orfani) hanno affrontato e superato in maniera incredibile. Una vicenda talmente degna di nota e stupore, che nel 2021 la Sony Pictures Classics ne ha distribuito il film dedicato, diretto da Ty Roberts. Alcuni elementi della sceneggiatura differiscono da come i fatti sono in realtà andati, ma si tratta di dettagli relativamente marginali.

12 Mighty Orphans, la storia vera

Rusty Russell non è un orfano come gli allievi che conosce appena giunto alla Casa Massonica. Cresce con la sua famiglia in una fattoria e si appassiona presto allo sport e durante l’università diventa anche capitano delle squadre sia di football che di basket. L’idea che matura nel corso del tempo, e che è valsa anche per la sua vita, è che il football possa essere una risorsa per i giovani, un lasciapassare per un futuro migliore del loro triste presente. Gli orfani in quel periodo sono considerati cittadini di serie B, e il modo in cui vengono trattati all’interno dello stesso istituto nel quale dovrebbero ricevere un’educazione, non fa che confermarlo giorno dopo giorno.

Quello che il coach Rusty Russell riesce a mettere in piedi, a protrarre nel tempo e a far inscrivere nella storia è una squadra di football composta da 12 giocatori tra gli orfani della Casa Massonica, i cui ragazzi non hanno né le scarpe né la palla, ma che arrivano ad essere ammessi nella Serie A del Campionato Liceale Statale del Texas.

Il coach inizia letteralmente un programma di recupero per quei giovani per lo più tutti analfabeti, che subiscono percosse, umiliazioni e insulti e la cui unica attività è del lavoro minorile in una fabbrica. In un periodo storico indebolito e fiaccato dalla povertà causata dalla crisi economica più grave mai vista, Russell forma degli adolescenti insegnandogli un gioco di squadra e, nel frattempo, li riporta in vita.

Gracili e decisamente molto meno prestanti rispetto alle squadre avversarie con cui si confrontano – anche perché hanno ben altri mezzi e supporti, gli altri –, spingono Russell a ideare una strategia che è tutt’oggi applicata nelle formazioni d’attacco durante le partite: la “spread offence”. La tecnica sfruttava, infatti, la velocità e l’agilità dei suoi giocatori, piuttosto che la forza.

Rusty Russell è riuscito ad essere per gli orfani ciò che nel vero significato del termine è un educatore: chi riesce a tirar fuori da qualcuno la luce che già si porta dentro. Sia nel libro che nel film vengono evidenziati vari momenti di grandi difficoltà, anche burocratiche, che sono state affrontate dal coach in primis e dai ragazzi di conseguenza.

Ciò che questa storia ha significato per il Texas, per tutti quelli che hanno fatto proprio l’esempio di quest’uomo e per chi ne ha seguito i passi, è che a cambiare davvero le cose sono i sogni che non realizzano solamente l’ego di uno, ma la vita di molti. In quegli anni i 12 fantastici orfani sono stati il simbolo della possibilità di una rinascita, al punto da aver attirato anche l’attenzione del Presidente dell’epoca Franklin Roosevelt. Perché, per poter dare speranza, una resurrezione deve partire dalla morte. Ma non è possibile che accada da soli: c’è sempre bisogno di qualcuno che ci creda per primo e lo trasmetta a tutti.

Beau ha paura: le prime reazioni lo definiscono il film più sfrenato di Ari Aster

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In arrivo nelle sale italiane il 27 aprile, Beau ha paura è il nuovo attesissimo film di Ari Aster, regista di Hereditary e Midsommar, che già dal trailer ha generato forte curiosità e interesse verso quella che sembra essere una storia piuttosto folle. Le prime reazioni in arrivo dagli Stati Uniti confermano tale sensazione definendolo “il progetto più sfrenato del regista“. Stando alla sinossi ad oggi rilasciata, il film segue il personaggio titolare, interpretato da Joaquin Phoenix, un uomo ansioso che, dopo la morte di sua madre, decide di tornare a casa, incontrando una serie di incidenti surreali e soprannaturali lungo la strada.

Beau ha paura di Ari Aster è un audace mix di umorismo e horror. In parte splendido carburante da incubo esistenziale, in parte odissea comica nera come la pece, è un incredibile pilastro del suo genio artistico.”, scrive su Twitter Courtney Howard di Variety, mentre Meagan Navarro di Bloody Disgusting lo definisce come una “odissea folle, fantasiosa e oscuramente comica attraverso il senso di colpa e la repressione”. “Ho appena visto Beau ha paura. Sono così felice che esistano cineasti come Ari Aster. Tre delle ore più estenuanti, spiacevoli, orribili della mia vita. Ho bisogno di circa 2-3 mesi lavorativi per capire se mi è piaciuto tutto o l’ho odiato”, scrive invece Jess Joho del Los Angeles Times.

Quest’ultimo parere, in particolare, mette in risalto la durata del film, 3 ore, e lascia immaginare che Beau ha paura si affermerà come un titolo particolarmente divisivo, che difficilmente lascerà indifferenti i suoi spettatori. Non resta dunque che attendere la sua uscita anche nelle sale italiane per scoprire di più, dopo aver potuto avere un assaggio del tutto grazie al trailer ufficiale. Oltre a Phoenix, ricordiamo che il film è interpretato anche da Patti LuPone, Nathan Lane, Amy Ryan, Parker Posey, Richard Kind e Stephen McKinley Henderson.

Fonte: ScreenRant

Unseen: recensione della serie sudafricana di Netflix

Unseen: recensione della serie sudafricana di Netflix

Può cambiare in una sola settimana la semplice e innocua vita di una donna delle pulizie? Si ed è quello che succede a Zenzi Mwale in Unseen, la miniserie sudafricana distribuita da Netflix e ambientata a Città del Capo. Questa serie thriller è creata e diretta da Travis Taute e Daryne Joshua e la protagonista è interpretata dall’attrice Gail Mabalane. Unseen è diviso in sei parti ed è basato sulla serie turca del 2021 Fatma. In entrambe le versioni la protagonista è una collaboratrice domestica che cerca disperatamente di sopravvivere alla morte del figlio lavorando sodo e resistendo fino al momento in cui suo marito verrà rilasciato dalla prigione.

La trama di Unseen

La trama di Unseen inizia con un interrogatorio che mostra Zenzi (Gail Mabalane) che è finita in un mare di guai, per poi tornare indietro e mostrarci la sua vita, i suoi problemi e quel momento chiave che l’ha spinta al limite e l’ha portata a diventare un’assassina. Zenzi è una donna piena di dolore, senso di colpa, solitudine, disperazione con una forza interiore che subisce continue molestie sessuali da Enrico (Abduragman Adams) il viscido padrone della sua casa in periferia e che vuole buttarla in strada se non accetterà le sue richieste. Il primo episodio continua mostrando Zenzi, che lavora come domestica in una villa di una famiglia che vive in uno dei quartieri più ricchi della capitale. Ma questa non è una giornata normale, ma quella in cui suo marito Max (Vuyo Dabula) finalmente uscirà dal carcere, ma quando la donna va a prenderlo il compagno è sparito e nessuno l’ha visto o sa dove si è nascosto.

La scomparsa del marito lascia Zenzi ancora più vulnerabile e indifesa e, non ricevendo aiuto dalla polizia, decide di svolgere da sola le proprie indagini, che alla fine la porteranno a sparare e uccidere un uomo, un atto che le cambierà per sempre la sua esistenza e metterà alla prova i suoi limiti. Il suo primo omicidio è un modo per proteggersi e difendersi, ma le cose cambieranno rapidamente. Dal secondo episodio la miniserie diventa il racconto di un assassino invisibile che approfitta del suo talento di “passare inosservata e ignorata” da tutti per fare ciò che pensa di dover fare. Zenzi si farà trascinare in situazioni sempre più oscure e verrà pure assoldata da un’organizzazione criminale, che ha fatto parte del passato dell’amato marito scomparso. Il quarto episodio è quello che più utilizza l’uso dei flashback e finalmente viene svelato perché è morto il piccolo Esulu, il figlio di Zenzi e Max.

La protagonista di Unseen è circondata da molte buone interpretazioni di un cast di supporto, ma quella che più risalta è quella di Lufuno (Mothusi Magano) un giornalista e scrittore di gialli che Zenzi conosce grazie al suo lavoro da domestica. Il romanziere con la sua presenza, sarà uno dei pochi che aiuterà la donna anche quando scoprirà che è lei il killer che il Detective Lyners (Ilse Klink) sta cercando. Zenzi si renderà conto che uccidere è l’unica cosa che può fare per sopravvivere e scoprire la verità, e questo renderà il suo arco narrativo complesso e interessante. La miniserie si conclude con un sesto episodio in cui Zenzi si riavvicinerà alla sorella Naledi (Dineo Langa) e vendicherà Esulo e il marito Max con un finale che lascerà lo spettatore con il fiato sospeso in cui non verrà svelato se la protagonista è morta o è sopravvissuta.

La storia di una donna invisibile

La vita di Zenzi è stata sempre segnata dagli uomini che la circondano, e che non l’hanno mai trattata bene, l’unico che l’ha sempre amata e rispettata è suo marito Max. La donna si dedica alla pulizia delle ville, come lavoro e ovviamente per guadagnare i soldi per arrivare alla fine del mese, dove non viene mai presa in considerazione la sua presenza. Anche quando nella serie gli viene commissionato un omicidio dal suo datore di lavoro alla macelleria, che in realtà fa parte dell’attività criminale “L’Unione” dedita al riciclaggio dei soldi sporchi la cui base risiede in un locale notturno, gli dice che lei è la donna invisibile ed è giusta per passare inosservata.

Da domestica a killer

Unseen vuole essere un miniserie thriller su un’omicida diversa da tutte quelle che il piccolo schermo in queste ultime stagioni ci ha abituato. Zenzi la protagonista non smette mai di mostrarsi come la vittima della situazione, ogni volta che uccide qualcuno piange, soffre di un attacco di panico e grazie alla bravura della sua interprete Gail Mabalane lo spettatore per lei prova compassione e comprensione. Speriamo che Netflix sia in grado di capire il potenziale di questa storia universale che tratta argomenti, sempre attuali, come manipolazioni, povertà, abusi, violenza e sessismo nei confronti delle donne. Questa serie è decisamente un racconto realistico, come mostra questo primo remake dell’originale turco Fatma, una miniserie che può essere proposta e rifatta in qualsiasi nazione, anche da noi in Italia.

The Night Agent: recensione della serie tv Netflix con Gabriel Basso

The Night Agent è l’ultimo thriller politico a entrare nel catalogo Netflix. La serie tv è basata sull’omonimo thriller politico del 2012 di Matthew Quirk, che racconta proprio la storia di questo agente speciale – chiamato Night Agent – invischiato in un complotto politico più grande di lui. Nella serie tv Gabriel Basso è l’agente dell’FBI, Peter Sutherland. Peter sventa un attentato su una metropolitana salvando tutti i passeggeri a bordo. Poco dopo però viene accusato di essere stato lui stesso l’artefice di questo attentato e per tenerlo sotto controllo viene messo a lavorare nei sotterranei della Casa Bianca. Tra una serie di scartoffie ha il compito di rispondere alle chiamate degli agenti speciali che possono contattare la Casa Bianca attraverso un telefono amico e con un nome in codice.

Capitano raramente interruzioni durante le lunghe notti passate a fare il Night Agent, fino a quando dall’altro capo del telefono non compare Rose Larkin (interpretata da Luciene Buchan). Rose è la nipote di una coppia di agenti sotto copertura che si trova nei guai. The Night Agent pone le basi già dal primo episodio per un intrigo politico in piena regola. Gli agenti sotto copertura vengono uccisi e il capo dello staff del Presidente, Diane Farr (interpretato da Hong Chau), incarica Peter di tenere Rose al sicuro.

The Night Agent Peter

The Night Agent, la recensione

The Night Agent si sviluppa tra inseguimenti in auto, colpi di pistola, spionaggi e controspionaggi. Il principale sospettato di questo attentato è un uomo incappucciato con un anello reale e un tatuaggio sul costato. Ma la serie tv in dieci episodi è pronta a ribaltare anche queste poche certezze presenti nei primi episodi. Mentre Peter e Rose, come dei giovani Bonnie e Clyde, cercano di mantenere viva la pella quello che sta accadendo sotto ai loro occhi è un intrigo politico di dimensioni enormi. Presto infatti arriveranno alla conclusione che all’interno dell’FBI c’è una spia: non si possono più fidare di nessuno. Ogni volta che tentano di cambiare nascondiglio vengono subito sorpresi, il loro inseguitore sta dieci passi avanti. Questo porta Peter e Rose a intraprendere il loro viaggio da soli. Nella solitudine troveranno un compagno l’uno dell’altra, promettendo di proteggersi a vicenda a qualunque costo.

Nonostante alcuni attacchi e combattimenti si mettano sempre troppo bene per i due protagonisti, gli attori riescono a trasmettere davanti la macchina da presa quella caratterizzazione del loro personaggio. Rose è sagace, intraprendente e coraggiosa e riesce a compensare il carattere di Peter che è logorato dal suo passato. Ma Rose e Peter non sono gli unici personaggi di cui The Night Agent si occupa. Popolato da caratteri variegati, il prodotto Netflix riesce a portare in scena egregiamente diverse linee narrative e temporali. Il modo in cui viene ad aggrovigliarsi questa trama rende la storia di spionaggio ancora più accattivante. Lo showrunner è Shawn Ryan che ha creato una delle serie poliziesche più intelligenti e sottovalutate degli ultimi decenni: The Shield. E in questa serie tenta di ripercorrere i suoi vecchi passi portandoci tra un interrogatorio e l’altro.

Non è la prima volta che Netflix si lancia con una spy story sul mercato delle serie tv. Le più recenti come Treason o The Recruit. Questa volta però The Night Agent scava ancora a più fondo, non solo nelle indagini poliziesche, ma anche intimamente. È facile, infatti, patteggiare fin dall’inizio per la Peter e Rose e andando avanti con gli episodi lo spettatore troverà una bella sorpresa ad attenderlo. Il compito della serie tv è quello odi sorprendere e, se all’inizio l’approccio e un po’ timido, dalla metà di questa prima stagione il prodotto Netflix si dimostra all’altezza dei colpi di scena, senza snaturare la trama di partenza che rimane il filo conduttore di tutta la storia.

The Night Agent Peter e Rose

Di chi ci possiamo fidare?

La risposta per Peter e Rose è semplice: di nessuno se non di loro stessi. La stessa domanda se la pone Maddie, la figlia del Vicepresidente, che iniziamo a conoscere lungo l’arco della serie. Maddie vorrebbe vivere la sua vita come una donna normale ma passa le giornate con la sua scorta gestita da Chelsea Arrington (la coinvolgente Fola Evans-Akingbola) e da un nuovo arrivato, l’agente Erik Monks (D.B. Woodside). Nulla è lasciato a caso, Maddie ha un ruolo importantissimo all’interno di The Night Agent e sarà in grado di rendere giustizia al suo personaggio. Sul finale della stagione la serie finisce per intrecciare gli archi di Arrington e Sutherland tra sparatorie e inseguimenti.

Così la storia che per una prima parte della stagione ha visto Rose e Peter come principali protagonisti, arriva a una scissione. Bisogna sempre mantenere Rose in vita, una priorità dato che la donna sa moltissime informazioni e soprattutto sa dove reperirle grazie alla sua carriera come tecnico informatico. Ma bisogna anche mantenere Maddie in vita – principale bersaglio dei nemici politici del padre (e del padre stesso). Anche Maddie e Chalsea impareranno a fidarsi di Peter e Rose e questa comunione di intenti riuscirà a garantire loro la riuscita del piano e smascherare la vera talpa della Casa Bianca e dell’FBI.

Diane per tutto questo tempo ha tramato per infangare il nome di Peter e per mettere a tacere Rose. Messa alle strette su tutti i fronti porta i due fuggitivi a Camp David, dove si svolgerà il secondo attentato ai danni del presidente. Sono momenti davvero lunghi e dilatati quelli degli ultimi episodi di The Night Agent, assistiamo quasi parallelamente al collasso della strategia di Diana e allo stesso tempo anche di quella del Vicepresidente che ha orchestrato l’attentato per poter subentrare al Presidente dopo la sua morte. Dopo aver individuato la bomba nel rifugio e fatto evacuare l’edificio, Maddie affronta il padre consegnandolo di fatto nelle mani della giustizia.

The Night Agent Diane

Un nuovo inizio

Dopo essere riusciti a sventare non uno, ma due attacchi alla Presidente, Peter con il sostegno di Rose chiede di conoscere la verità su suo padre. In The Night Agent non ci si può fidare di nessuno. La Presidente gli concede le informazioni sul dossier del padre, che era stato accusato di tradimento. Per Peter e Rose si prospetta un nuovo inizio, magari come se lo erano immaginato: in California, insieme. Ma ancora una volta la vita di Peter sta per cambiare. Grazie al suo grandissimo intuito e per aver salvato la vita del politico più importante degli Stati Uniti, ottiene la possibilità di diventare un Night Agent. La peculiarità di questo tipo di mandato è che dovrà lavorare in incognito, quindi le strade per lui e Rose si dividono.

Anche Chelsea ottiene una promozione: farà parte della scorta del Presidente Travers. Maddie, invece, ormai libera da ogni legame accetta di testimoniare contro il padre, ma ha rifiutato l’offerta del Presidente Travers di estendere la sua protezione ai Servizi Segreti perché vuole imparare a proteggersi da sola prima di partire per il mondo e godersi la libertà. Nonostante queste storyline si siano concluse, quella principale di Peter appare ancora libera di viaggiare per altre stagioni. Il finale del suo personaggio non ci mostra il luogo di destinazione della sua nuova carriera da The Night Agent e questo potrebbe portare alla stesura di una seconda stagione su questa nuova avventura.

Chris Evans parla del suo potenziale ritorno nei panni di Steve Rogers

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Nei scorsi mesi ci sono state mol te voci insistenti secondo cui Chris Evans sarebbe potuto tornare ad interpretare il ruolo di Steve Rogers nel Marvel Cinematic Universe. Addirittura un rapporto affermava che l’attore aveva firmato un nuovo accordo per riprendere il ruolo nel 2021, ma oggi finalmente a parlare è stato il diretto interessato e l’attore non ha mostrato molto entusiasmo per la prospettiva di riprendere lo scudo.

A Chris Evans è stato chiesto di un possibile ritorno nell’MCU in una recente apparizione al C2E2 di Chicago durante il fine settimana, e la star di Ghosted ha detto che crede che ci siano più “storie da raccontare”, ma è chiaramente è ancora riluttante a riprendere il personaggio dopo aver portato la storia di Steve ad una conclusione così soddisfacente e toccante in Avengers: Endgame.

“È dura, perché guarda, amo profondamente quel ruolo”, ha detto. “Significa così tanto per me, e penso davvero che ci siano altre storie di Steve Rogers da raccontare, certo. Ma allo stesso tempo, sono molto, molto protettivo con questo ruolo. Diventerei, sai, è come questo piccolo cosa splendente che ho e che amo così tanto, e non voglio fare confusione in alcun modo, e facevo parte di qualcosa che era così speciale per il periodo di tempo in cui l’ho fatto e in un certo senso, è venuto davvero così bene. Per quanto io sia legato a quel ruolo e ami raccontare quelle storie e lavorare con quelle persone. Non mi sento proprio bene a riprendere quel percorso in questo momento.”

Rogers è stato menzionato in The Falcon and The Winter Soldier, ma in realtà non abbiamo appreso cosa sia successo alla versione precedente dell’eroe che è tornato per consegnare la propria eredità a Sam Wilson nel Finale della Saga dell’Infinity.

Chi è Clayface? Origini e poteri del presunto villain di The Batman – Parte 2

Si vocifera che Clayface sarà il cattivo di The Batman – Parte II, sequel DC al momento in sviluppo e la cui uscita è prevista per il 3 ottobre 2025. Inizialmente, il regista Matt Reeves aveva fatto intendere che Joker (Barry Keoghan) sarebbe potuto essere il prossimo avversario dell’Uomo Pipistrello di Robert Pattinson dopo The Batman, scatenando una serie di speculazioni su come il Clown Principe del Crimine sarebbe potuto entrare nel sequel. Il dibattito sul cattivo di The Batman – Parte 2 ha però poi preso una piega diversa.

Sono infatti iniziate a circolare voci secondo cui Clayface avrà un ruolo importante in tale sequel e potrebbe addirittura essere il cattivo principale del film! L’origine e i poteri di Clayface potrebbero dunque essere stravolti per farne il prossimo nemico del Batman di Robert Pattinson. Sebbene il personaggio sia apparso in alcuni progetti DC nel corso degli anni, non è mai stato protagonista di un film DC in live action. Ecco dunque una panoramica per saperne di più sul presunto cattivo di The Batman – Parte 2, Clayface.

L’origine di Clayface nei fumetti DC

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L’uomo conosciuto come Basil Karlo viene costantemente ritratto come un aspirante attore con un aspetto da star del cinema, anche se la DC Comics ha nel tempo cambiato alcuni aspetti della sua storia. La versione più recente delle origini di Clayface fa di Basil il figlio di Vincent Karlo, un artista della cosmesi per il cinema che usava un mastice chiamato Re-Nu per cambiare l’aspetto degli attori e creare maschere. Solo quando Basil è più grande e rimane sfigurato in seguito a un incidente d’auto dopo la morte del padre, inizia a usare il Re-Nu per mantenere il suo aspetto da star del cinema. Tuttavia, il mastice è tossico per la pelle umana e l’aspetto di Basil Karlo peggiora una volta esaurita la sua scorta.

Il desiderio di Basil Karlo di riavere il suo aspetto, la sua carriera e la sua vita lo spinge a rubare il Re-Nu alla polizia. In questo modo viene esposto alle sostanze chimiche grezze che producono il Renu, che alterano la composizione del corpo di Basil. A questo punto si trasforma nella forma mostruosa di Clayface e inizia la sua vita di criminale, terrorizzando spesso Gotham. Vi sono però anche altre identità del personaggio, come Matt Hagen, Preston Payne o Shonda Fuller, che nel corso della storia editoriale del personaggio si sono trovati a diventare il villain di creta. Karlo, però, rimane la versione più nota e iconica del personaggio, nonché la più adatta ad essere raccontata.

I poteri di Clayface nei fumetti DC

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I poteri di Clayface nei fumetti lo renderebbero un cattivo formidabile per The Batman – Parte 2. Tradizionalmente viene ritratto come un mostro gigante dotato di superforza e della capacità di aumentare a piacimento le dimensioni e la massa della sua forma di argilla. Il più grande potere di Clayface è la capacità di mutare continuamente forma grazie al suo informe corpo d’argilla. Basil Karlo può infatti alterare il suo aspetto fino a replicare perfettamente l’aspetto e le abilità di qualsiasi persona.Ci sono molti altri poteri che Clayface può però sfoggiare in The Batman – Parte 2.

Egli può ad esempio cambiare la densità del suo corpo, permettendo a singole parti di diventare completamente solide a scopo di distruzione. Può anche trasformarsi in forma liquida per sfuggire a situazioni difficili o per uccidere i suoi nemici. Tradizionalmente, Clayface ha anche un tocco velenoso che può uccidere immediatamente chi tocca. Ha anche mostrato la capacità di assorbire altre persone. Dispone infine di un potente fattore rigenerante che gli consente di ricostruire parti perdute del suo corpo e che lo rende con tutta probabilità immortale. Il suo unico punto debole sembra essere l’acqua, che lo dissolve.

Come Clayface potrebbe inserirsi nella storia di The Batman – Parte 2

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Ci sono diversi modi in cui Clayface potrebbe inserirsi nella storia di The Batman – Parte 2, come cattivo principale del film o come uno dei nemici che il Batman di Robert Pattinson incontra. Il franchise DC di Matt Reeves è ormai piuttosto radicato, quindi l’introduzione della forma mostruosa di Clayface sarebbe un’opportunità per il sequel di andare oltre e presentare alcuni elementi più fantastici. L’origine di Basil Karlo potrebbe essere legata alla distruzione di massa avvenuta grazie al piano dell’Enigmista, poiché forse l’inondazione di Gotham nel finale di The Batman lo ha sovraesposto al Re-Nu. Questo permetterebbe al sequel di basarsi sugli eventi del primo film e di avere un cattivo nato in seguito a quanto accaduto nel precedente lungometraggio.

Grazie ai poteri mutaforma di Clayface, è poi facile immaginare che si possa inserire perfettamente in un’altra storia poliziesca per The Batman – Parte 2. Sia che Reeves utilizzi la forma mostruosa del personaggio, sia che si concentri maggiormente su di lui come serial killer con una maschera speciale come nei fumetti della Golden Age, l’idea di un cattivo che può cambiare costantemente aspetto crea una sfida unica per Bruce Wayne. Rintracciare qualcuno il cui aspetto cambia continuamente metterebbe ulteriormente alla prova le sue capacità. Potrebbe anche insinuare un certo velo di paranoia in Bruce in The Batman – Parte II: Clayface potrebbe infatti assumere le sembianze di qualunque persona a lui cara.

Jeff Bridges torna nei panni di Kevin Flynn per promuovere l’attrazione “Tron Lightcycle Run”

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In un video speciale per promuovere le montagne russe di Tron Lightcycle Run a Walt Disney World, la star di Tron e Tron: Legacy Jeff Bridges è tornata sulla griglia. Jeff Bridges appare nel video vestito in modo simile a come era vestito il suo personaggio, Kevin Flynn, in Tron: Legacy. L’acclamato attore si rivolge agli spettatori descrivendo la Griglia, l’ambientazione principale digitale della serie Tron , ed esprime la sua eccitazione per il viaggio.

The Grid: una frontiera digitale. Ho avuto la possibilità di viaggiare in questo nuovo mondo coraggioso e posso dirti questo: è stato un momento indimenticabile “, afferma Bridges (tramite EW ).” E ora, Tron Lightcycle Run a Walt Disney World invita tutti noi a, ancora una volta, entrate nella Griglia. Ma non preoccuparti, è proprio come guidare una bicicletta leggera. Congratulazioni ai membri del cast Disney e agli Imagineers per aver dato vita a questa attrazione. Non vedo l’ora di sperimentarlo di persona. Quindi, immagino che questo ci lasci con una sola domanda: chi è pronto a correre?” Guarda Jeff Bridges nel video Tron Lightcycle Run qui sotto:

Il Tron originale è stato lanciato nel 1982 e interpretato da Jeff Bridges e Bruce Boxleitner. Un sequel, Tron: Legacy, è uscito molto tempo dopo, nel 2010. Da allora il franchise è apparso in serie crossover come Kingdom Hearts e Disney Infinity ed è stato al centro di uno show televisivo (Tron: Uprising) e di numerosi videogiochi, tra cui Tron: Identità . Il prossimo film, Tron: Ares, è attualmente in lavorazione alla Disney.

Blue Beetle: primo teaser in attesa del trailer completo

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Blue Beetle: primo teaser in attesa del trailer completo

“Jamie Reyes è un supereroe… che gli piaccia o no.” DC Studios ha confermato che il primo trailer del prossimo film di Blue Beetle sarà online domani e oggi possiamo dare un’occhiata a un breve teaser di annuncio qui sotto.

Queste promozioni pre-trailer di solito contengono alcuni frammenti di filmati, ma Warner Bros. ha deciso di abbondare in questo caso! Nel breve contributo possiamo vedere alcune grafiche, un logo aggiornato e alcune battute di “Just Wanna Rock” di Lil Uzi Vert.

https://www.youtube.com/watch?v=IZfCQZQ9dGM

“Il neolaureato Jaime Reyes (Xolo Mariduena) torna a casa pieno di aspirazioni per il suo futuro, solo per scoprire che la casa non è proprio come l’ha lasciata”. “Mentre cerca di trovare il suo scopo nel mondo, il destino interviene quando Jaime si ritrova inaspettatamente in possesso di un’antica reliquia della biotecnologia aliena: lo Scarabeo.” “Quando lo Scarabeo sceglie improvvisamente Jaime come suo ospite simbiotico, gli viene conferita un’incredibile armatura dotata di poteri straordinari e imprevedibili cambiando per sempre il suo destino mentre diventa il Super Eroe Blue Beetle”.

Nel cast di Blue Beetle ci sono Xolo Maridueña che interpreta il protagonista, insieme a Harvey Guillén, Bruna Marquezine, Sharon Stone, Raoul Max Trujillo, Susan Sarandon e Belissa Escobedo. Marquezine interpreterà Penny, la protagonista femminile e l’interesse amoroso di Jaime, mentre Escobedo interpreterà la sorella minore di Jaime, Milagros. Stone è Victoria Kord mentre Trujillo interpreterà il villain. L’uscita del film è prevista per il 18 agosto 2023.

Cosa sappiamo su Blue Beetle?

Blue Beetle è un personaggio immaginario dei fumetti; venne pubblicato negli Stati Uniti d’America da diverse case editrici a partire dal 1940; è un supereroe che ha avuto nel tempo diversi alter ego. Kord “è saltato” nell’universo DC Comics durante Cisis on Infinite Earths  insieme a un certo numero di altri personaggi di Charlton Comics. Il secondo Blue Beetle in seguito ha recitato nel suo fumetto di 24 numeri. Kord non ha mai avuto superpoteri, ma ha usato la scienza per creare vari dispositivi che lo aiutassero a combattere il crimine. È diventato un membro della Justice League of America ed è stato successivamente ucciso durante il crossover Infinite Crisis della DC Comics .

Joker: Folie à Deux, Lady Gaga e Joaquin Phoenix cantano e ballano sulla iconica scalinata!

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Dopo aver sentito cantare ieri Lady Gaga, queste ultime foto e video rivela Lady Gaga e Joaquin Phoenix cantano una piccola canzone e ballano insieme durante le riprese di nuove scene per Joker: Folie à Deux a New York domenica (2 aprile). La scena vede i protagonisti tornerà in un luogo familiare del primo film ad un certo punto del sequel di Todd Phillips.

Le due star sono state avvistate mentre camminavano su e giù, eseguendo il loro numero sulle scale “Joker”, che collegano le strade Shakespeare e Anderson nel Bronx. Ad un certo punto durante la scena, sia Gaga che Joaquin si sono precipitati ad aiutare un membro dell’equipaggio dopo essere caduto dalla ringhiera.

I due hanno aiutato a riportare il membro della troupe sul terreno solido delle scale e si sono assicurati che non fossero feriti prima di riprendere le riprese. Proprio il giorno prima, Gaga è stata vista senza trucco per Harley Quinn ed è andata a piedi nudi mentre chiacchierava con il regista Todd Phillips.

 

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Joker: Folie à Deux, il film

Joker: Folie à Deux presenterà il ritorno di Joaquin Phoenix mentre riprende il suo ruolo vincitore dell’Oscar come il cattivo DC JOKER. Il sequel presenterà anche il ritorno di Sophie di Zazie Beetz  insieme ai nuovi arrivati ​​Brendan Gleeson, Catherine Keener, Jacob Lofland e Harry Lawtey. Nel cast c’è Lady Gaga che darà vita a Harley Quinn. I dettagli della trama sono ancora per lo più nascosti, ma sappiamo che la maggior parte del film si svolgerà ad Arkham Asylum e conterrà significativi “elementi musicali”. Rumors recenti inoltre hanno anche suggerito che la versione di Gaga su Harley Quinn avrà un ruolo più importante di quanto originariamente riportato, con la storia che si svolge interamente dal suo punto di vista.

Il film di Todd Phillips del 2019 è stato un successo sia di critica che commerciale con un incasso mondiale di oltre 1 miliardo di dollari al botteghino, rendendolo il film con il maggior incasso di tutti i tempi. Ha ricevuto riconoscimenti da numerosi importanti enti premiati, tra cui due Oscar e due Golden Globe, sia per il miglior attore che per il miglior suono originale.

L’Appuntamento, recensione del film di Teona Strugar Mitevska

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L’Appuntamento, recensione del film di Teona Strugar Mitevska

Dopo il divertente Dio è donna e si chiama Petrunya, la regista macedone Teona Strugar Mitevska torna in sala, dal 6 aprile, con L’Appuntamento (The Happiest Man in the World), presentato in anteprima nella sezione Orizzonti della 79ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.

L’Appuntamento (The Happiest Man in the World), la storia

Asja è una donna single di 40 anni che per incontrare l’anima gemella si iscrive a un buffo evento di speed dating, un appuntamento. Qui conosce Zoran, un uomo misterioso e di bell’aspetto con cui all’inizio sembra nascere una sintonia speciale. Ma Zoran non è lì per cercare l’amore bensì il perdono: c’è un segreto nel suo passato che riguarda proprio Asja. La sua presenza in quel posto non è casuale e presto entrambi scopriranno il vero senso di quello che li unisce e quello che li divide, l’eredità della guerra nei Balcani che hanno vissuto da giovani, da parti opposte, e la possibilità di costruire un futuro sulle macerie, fisiche ed emotive, che il conflitto si è lasciato dietro.

L'Appuntamento film 2022Come sempre il cinema di Strugar Mitevska si confronta con i rapporti tra passato e futuro, sia quando essi si riferiscono alle tradizioni da rivedere o da sostenere, sia quando passato e futuro sono due aspetti di una vita tagliata a metà dal conflitto e dalla guerra. Ed è questo quello che fa la regista, in particolare, con L’appuntamento: traccia delle linea di vita di persone che nella Sarajevo dei nostri giorni cercano di costruire una vita là dove la guerra ha lasciato solo macerie.

Il desiderio di una vita, il desiderio del perdono

L’appuntamento al buio, lo speed date, l’occasione goliardica e imbarazzata di un incontro combinato con altre esistenze che cercano quello che cerca la protagonista si fa teatro dell’assurdo nel momento in cui capiamo, con un crescendo di tensione pari a un thriller, che c’è qualcosa che Zoran cerca e desidera da Asja, un’esigenza di perdono che non capiamo bene da dove nasca ma che diventa piano piano una questione pubblica, argomento di discussione, centro nevralgico dello snodo narrativo fondamentale. Il gruppo è chiamato a giudicare e condannare, ma anche a difendere, un gruppo che in comune ha la ferita della guerra: quella vissuta, quella ereditata, quella desiderata.

Questa umanità ferita viene raccontata con toni che, oltre a strizzare l’occhio al thriller, come suggerito sopra, si abbandonano anche ad una controllata anarchia nel momento in cui è il gruppo a prendere il sopravvento, nei goffi momenti di gioco organizzati per lo speed date, nelle imbarazzate domande che si rivolgono i partecipanti, in un susseguirsi di situazioni che potrebbero essere esilaranti se non fosse che, nell’ingombrante sottotesto della messa in scena, si percepisce sempre un imminente confronto, uno svelamento tremendo di una verità terribile che porterà a un confronto difficile e doloroso.

Teona Strugar Mitevska

L’umorismo e il trauma

La natura più intima de L’Appuntamento si svela quindi proprio in questa doppia valenza. Da una parte la rappresentazione umoristica e realistica di un appuntamento al buio, i timori, gli imbarazzi, le curiosità mai troppo ostentate. Dall’altra l’elaborazione di un trauma, la presenza di esso nella vita di chi lo ha vissuto da ogni punto dei vista: chi lo ha subito senza poter fare nulla e che adesso cerca di costruire una vita nuova su quelle macerie; chi ha partecipato e adesso cerca la redenzione perché riconosce la stupidità di ciò a cui ha preso parte.

In una maniera molto più raffinata e sotto voce, L’appuntamento racconta anche di chi quel trauma lo ha solo ereditato, di chi è nato in un mondo distrutto che cerca di ricostruirsi e che vuole dimenticare quelle ferite di seconda generazione che porta suo malgrado.

Ryūichi Sakamoto, morto il compositore premio Oscar per L’ultimo imperatore

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Si è spento all’età di 71 anni il celebre compositore giapponese Ryūichi Sakamoto, celebre nel mondo del cinema per aver composto la colonna sonora dei film L’ultimo imperatore (1987), per cui ha vinto il Premio Oscar, Il tè nel deserto (1990) e Piccolo Buddha (1993), diretti da Bernardo Bertolucci. Ma anche Tacchi a spillo (1991), di Pedro Almodovar, Omicidio in diretta (1998) e Femme Fatale (2002) di Brian De PalmaThe Revenant (2015) di Alejandro Gonzáles Iñárritu.

La notizia della scomparsa del musicista è stata diffusa dal suo staff nella giornata del 2 aprile, ma la morte di Sakamoto è in realtà avvenuta qualche giorno prima, il 28 marzo, per via di un tumore al colon. Un male di cui il compositore aveva annunciato l’esistenza già nel gennaio del 2021 tramite il proprio sito ufficiale. Inoltre, nel 2014 Sakamoto era già stato colpito da un simile male alla faringe, dal quale era tuttavia riuscito a guarire. La morte di Sakamoto ha naturalmente generato subito grande commozione nel mondo della musica, del cinema e non solo.

Con circa 102 album pubblicati, dal finire degli anni Settanta ad oggi egli si è infatti affermato come uno dei pionieri della fusione tra la musica etnica orientale e le sonorità elettroniche occidentali. La sua vasta discografia solista ha toccato numerosi generi, dal pop alla musica elettronicha, dall’ambient alla world music e fino alla musica neoclassica, permettendogli di distinguersi come un vero e proprio genio della musica, capace di suscitare profonde emozioni con le sue composizioni. Nel 2017 gli è stato dedicato il documentario Ryuichi Sakamoto: CODA, dove si ripercorre la sua vita e si approfondisce la sua idea di musica.

Murder Mystery 2: spiegazione del finale del film con Jennifer Aniston

Con Murder Mystery 2 (qui la recensione), Adam Sandler e Jennifer Aniston tornano insieme nei panni di Nick e Audrey Spitz per risolvere un nuovo caso in questo sequel che riprende le vicende quattro anni dopo il primo film. La premessa del film vede i due protagonisti viaggiare su un’isola privata per un matrimonio di un vecchio amico, per poi vederlo rapito durante la sera della cerimonia. Inizia così la caccia al rapitore. Nick ed Audrey tentano stavolta di lavorare seriamente come detective, ma il rapimento del Maharajah prenderà una svolta inaspettata per i due, i quali da investigatori diventano i principali sospettati dell’agente M16 Connor Miller (Mark Strong). Per riscattarsi dalle accuse e smascherare il vero colpevole, Nick ed Audrey avranno tante avventure da portare a terminein giro per il mondo, che si chiuderanno con un brevissimo (giusto pochi minuti!) ma intenso finale. Scopriamo di più sulla conclusione del film.

Murder Mystery 2: spiegazione del piano del rapitore (e di tutti i complici)

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Connor Miller e Saira (Kuhoo Verma) sono i veri rapitori di Murder Mistery 2: Nick e Audrey scoprono dunque infine il complicato complotto a cui i due colpevoli hanno lavorato insieme. L’idea è partita da Saira, sorella dello stesso Maharajah. Lei assume Connor e la sua squadra per rapire il fratello, il quale era sul punto di ereditare una enorme fortuna che, secondo la sorella, non sarebbe stato in grado di gestire. Di conseguenza,  lei lo rapisce per chiedere in cambio un altissimo riscatto. Il piano ha inizio con l’uccisione della guardia del corpo del Maharajah da parte della stessa Saira. Mentre tutti sono distratti dai festeggiamenti per il matrimonio, Connor ed i suoi uomini portano il rapito, vestito da bodyguard, su una barca per lasciare l’isola. A questo punto parte la chiamata per chiedere il riscatto, per uno scambio programmato da svolgersi a Parigi.

Il  complotto di Murder Mistery inizia però a diventare più complicato quando il piano di Connor va storto. Nick ed Audrey consegnano i 70 milioni di dollari a Connor pensando di aver ucciso alcuni dei rapitori e lui finge la sua morte facendo esplodere la sua macchina. L’uomo incaricato di recuperare la valigetta con i soldi viene ucciso dalla contessa Sekou e Imani, che si appropriano del denaro. Con la vera morte di Connor salta fuori il vero capo di tutto il complotto: Audrey nota che la tinta di Saira è rovinata, ed identifica la tinta come la stessa presente sui vestiti bruciati che appartenevano a chi ha iniziato la distrazione al matrimonio. A questo punto nella disperazione Saira cerca di uccidere il fratello, colpendo però il colonnello Ulenga.

Perché il pilota si scaglia contro Nick e Audrey nel finale di Murder Mystery 2

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Murder Mystery 2 chiude in maniera sorprendente la storia di Nick ed Audrey: mentre si stanno avvicinando ad una nuova destinazione, il pilota ingaggiato dal Maharajah punta una pistola contro di loro per ottenere la valigetta col denaro. Il pilota, il quale lavora per Vikram, mette in atto una grande truffa, lavorando come pilota per poter fare una grande rapina: Nick ed Audrey diventano dunque il bersaglio perfetto!

Come il finale di Murder Mystery 2 ci prepara per Murder Mystery 3

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Il finale di Murder Mystery 2 ci lancia alcuni suggerimenti su un possibile terzo capitolo: Nick ed Audrey si trovano a dover fermare l’elicottero prima che questo si schianti. E’  possibile che i due aspiranti detective puntino a risolvere la propria rapina in Murder Mystery 3, oppure, dato che la serie di film si chiama sempre Murder Mystery, il prossimo capitolo potrà vedere Nick ed Audrey investigare sulla morte di qualcun altro avvenuta durante questa.

Perché i rapitori di Murder Mistery 2 parlano solo con Nick?

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Dato che queste persone lavorano per Connor, l’unica spiegazione plausibile è che tenere Nick al telefono è il modo con cui Connor cerca di raccogliere più prove incriminanti contro di loro, per incastrarli. Sarebbe stato più semplice per Connor gestire tutto da solo, ma avrebbe anche potuto complicare eccessivamente i piani.

Che cosa succede a Saira dopo la rivelazione del rapimento?

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Un aspetto del finale di Murder Mystery 2 che resta davvero un po’ un mistero è cosa succede a Saira. Dopo aver rivelato di essere  parte del complotto ed aver tentato di uccidere il fratello, il film non mostra più Saira dopo che Claudette la mette al tappeto. E’ improbabile che Claudette l’abbia uccisa colpendola, quindi presumibilmente Saira sarà stata arrestata per la partecipazione al complotto e per il tentato omicidio.

Com’è arrivata Susan sulla torre Eiffel (e dov’era Gary?)

Murder Mystery 2 recensione

Il caos creato dalla rivelazione del complotto e dalla minaccia di Connor di far saltare in aria il Maharajah e tutta la torre Eiffel è momentaneamente interrotto dall’arrivo in scena di una donna, Susan (Jillian Bell), salita in quello specifico punto per una vecchia questione romantica. È una parte interessante del finale, in quanto significa che per quanto il ristorante fosse stato comprato proprio per mantenere la privacy del momento, chiunque sarebbe potuto entrare attraverso l’ascensore.

La seconda questione riguarda Gary, l’uomo che Susan aveva incontrato dieci anni prima e che avrebbe dovuto rivedere quel giorno in quel punto. Gary, però, non viene trovato da nessuna parte in questa sequenza finale: non è chiaro se Gary si sia presentato in anticipo e sia stato portato via, o se non si sia completamente presentato all’incontro. Fortunatamente per Susan, lei sembra trovare un nuovo amore alla fine del film con l’ispettore Delacroix (Danny Boon).

Blue Beetle: ecco quando arriverà il primo teaser trailer

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Blue Beetle: ecco quando arriverà il primo teaser trailer

La scorsa settimana, l’attore di Blue Beetle George Lopez ha condiviso una foto su Instagram con gli altri membri del cast Xolo Maridueña, Harvey Guillén e il regista Ángel Manuel Soto, promettendo ai suoi follower che il primo trailer “arriverà presto”. Ora, un nuovo rapporto dell’affidabile scooper Daniel Richtman afferma che il primo trailer che dovrebbe durare 2 minuti e 27 secondi, sarà pubblicato online il prossimo lunedì 3 aprile. Se la notizia è vera, la Warner Bros. probabilmente farà un annuncio ufficiale, possibilmente con un trailer o un nuovo poster, durante il fine settimana.

“Il neolaureato Jaime Reyes (Xolo Mariduena) torna a casa pieno di aspirazioni per il suo futuro, solo per scoprire che la casa non è proprio come l’ha lasciata”. “Mentre cerca di trovare il suo scopo nel mondo, il destino interviene quando Jaime si ritrova inaspettatamente in possesso di un’antica reliquia della biotecnologia aliena: lo Scarabeo.” “Quando lo Scarabeo sceglie improvvisamente Jaime come suo ospite simbiotico, gli viene conferita un’incredibile armatura dotata di poteri straordinari e imprevedibili cambiando per sempre il suo destino mentre diventa il Super Eroe Blue Beetle”.

Potremmo essere di fronte ad un film in stile primo Shazam e speriamo che almeno il primo trailer venga rilasciato insieme all’arrivo nelle sale di Shazam! Fury of the Gods. Le foto sul set che mostrano il costume di Blue Beetle sono state ben accolte dai fan, ma è destinato ad avere un aspetto ancora migliore sullo schermo.

Nel cast di Blue Beetle ci sono Xolo Maridueña che interpreta il protagonista, insieme a Harvey Guillén, Bruna Marquezine, Sharon Stone, Raoul Max Trujillo, Susan Sarandon e Belissa Escobedo. Marquezine interpreterà Penny, la protagonista femminile e l’interesse amoroso di Jaime, mentre Escobedo interpreterà la sorella minore di Jaime, Milagros. Stone è Victoria Kord mentre Trujillo interpreterà il villain. L’uscita del film è prevista per il 18 agosto 2023.

Cosa sappiamo su Blue Beetle?

Blue Beetle è un personaggio immaginario dei fumetti; venne pubblicato negli Stati Uniti d’America da diverse case editrici a partire dal 1940; è un supereroe che ha avuto nel tempo diversi alter ego. Kord “è saltato” nell’universo DC Comics durante Cisis on Infinite Earths  insieme a un certo numero di altri personaggi di Charlton Comics. Il secondo Blue Beetle in seguito ha recitato nel suo fumetto di 24 numeri. Kord non ha mai avuto superpoteri, ma ha usato la scienza per creare vari dispositivi che lo aiutassero a combattere il crimine. È diventato un membro della Justice League of America ed è stato successivamente ucciso durante il crossover Infinite Crisis della DC Comics .

Dead Ringers: trailer della nuova serie Prime Video con Rachel Weisz

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Prime Video ha svelato il trailer dell’attesissimo thriller psicologico Dead Ringers. Rivisitazione in chiave contemporanea del thriller di David Cronenberg del 1988 con Jeremy Irons, Dead Ringers vede Rachel Weisz nel doppio ruolo di Elliot e Beverly Mantle, due gemelle che condividono tutto: droghe, amanti e un desiderio sfacciato di fare tutto il necessario – anche spingersi oltre i confini dell’etica medica – nel tentativo di sfidare pratiche antiquate e portare in primo piano l’assistenza sanitaria alle donne. Tutti i sei episodi saranno disponibili dal 21 aprile in esclusiva su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori nel mondo.

Rachel Weisz è anche executive producer della limited-series creata e scritta dalla scrittrice e sceneggiatrice candidata agli Emmy Alice Birch (Normal People, Succession, Il prodigio), che ne è anche executive producer. Nel cast della serie anche Britne Oldford (The Umbrella Academy, American Horror Story: Asylum) nel ruolo di Genevieve, Poppy Liu (Hacks, Better Call Saul) nel ruolo di Greta, Michael Chernus (Scissione, Orange is the New Black) nel ruolo di Tom, Jennifer Ehle (Zero Dark Thirty, Saint Maud) nel ruolo di Rebecca ed Emily Meade (The Deuce: La via del porno, The Leftovers – Svaniti nel nulla) nel ruolo di Susan.

Il regista Sean Durkin (La fuga di Martha, The Nest – Il Nido, The Iron Claw) ha diretto i primi due episodi e ha co-diretto l’ultimo episodio della serie. Il team di regia include anche Karyn Kusama (Jennifer’s Body, Girlfight), Karena Evans (P-Valley, Snowfall) e Lauren Wolkstein (A Friend of the Family, Y: L’ultimo uomo).

Dead Ringers è co-prodotta da Amazon Studios e Annapurna Television. Alice Birch, che è la showrunner della serie, ed è executive producer insieme a Rachel Weisz per Astral Projection, Stacy O’Neil, Sue Naegle e Sean Durkin. Ali Krug è executive producer per Annapurna Television. Erica Kay, Anne Carey e Polly Stokes sono executive producers. James G. Robinson, David Robinson e Barbara Wall sono executive producer per Morgan Creek.

Una squadra di 12 orfani, la recensione del film con Luke Wilson

Una squadra di 12 orfani, la recensione del film con Luke Wilson

Il regista e produttore Ty Roberts dirige e scrive Una squadra di 12 orfani, il film tratto da una storia vera e a partire dalla quale lo scrittore Jim Dent, nel 2007, ha pubblicato un libro che ne racconta gli accadimenti in maniera dettagliata. Con un cast sia artistico che tecnico interamente texano, il film racconta un’importante fetta della storia della patria dei cowboy che ha lasciato un’impronta indelebile nella memoria sportiva ed emotiva dello Stato. Ambientato durante la Grande Depressione che colpì l’America a partire dagli anni ’20 e oltre i ’30 del secolo scorso, la storia dei dodici orfani diede una sferzata di speranza anche e soprattutto per le premesse dalle quali era partita.

Una squadra di 12 orfani, la trama del film

Ty Roberts aveva già diretto un film patriottico, La terra dell’oro nero, del 2018, che si svolge sempre in quello stesso periodo storico in Texas con protagonista Lane Garrison (che per Una squadra dei 12 orfani ha collaborato sia alla sceneggiatura che alla produzione, oltre ad essere parte del cast). Gli orfani di questo suo nuovo lungometraggio sono gli ospiti di un istituto aperto alla fine dell’Ottocento, così come ce ne furono tanti altri inaugurati all’epoca, proprio per far fronte ad una situazione demografica che rasentava la disperazione.

I ragazzi vengono però raggiunti dal coach Rusty Russell che si stabilisce nella Casa Massonica – questo è il nome dell’orfanotrofio – insieme alla sua famiglia per insegnar loro il football, dargli un’istruzione e regalargli una vita normale, cosa che era completamente preclusa a chi i genitori non li aveva. Ad interpretare il coach Russell vi è Luke Wilson, che dona al personaggio una fermezza paterna unita ad una tenerezza determinata con la quale affronta le prove derivanti dalle difficoltà dell’educazione e dall’ottusità utilitaristica delle autorità statunitensi.

Rusty Russell organizza la squadra dei Mighty Mites, li allena, inventa per loro – che erano esili e sgangherati – un nuovo metodo d’attacco che verrà integrato tra gli schemi di gioco del football: la “spread offence”, che trae la sua efficacia proprio dai punti deboli della squadra, e li sfrutta cogliendone i vantaggi. Nel cast ci sono anche Martin Sheen, la splendida figura del dottore della Casa Massonica, Wayne Knight, che dà laido corpo alla spregevole figura del direttore, Vinessa Shaw nei panni della moglie di Russell, e Robert Duvall che copre poche ma affascinanti battute dagli spalti di uno stadio.

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Un film di cuore, dove i vincitori sono gli ultimi

Ty Roberts riesce a raccontare la dolcezza inerme di questi ragazzi che non avevano nessuno dalla loro parte e che venivano trattati come delinquenti, senza scadere nel patetico, ma focalizzandosi sulla combattività della figura di Russell e di come riesca a infondere coraggio prima ai suoi e poi al resto della nazione, non comportandosi mai da leader. Il mondo del football americano, così come dello sport in assoluto nella cultura USA, è notoriamente diventato sempre più metafora dell’uomo vincente, che va dritto al massimo risultato e a cui non sono concessi cedimenti o debolezze.

Un modello assai noto e che già da decenni ha iniziato inesorabilmente (e fortunatamente) a scricchiolare, smascherando l“american dream” come qualcosa di irreale e, anzi, altamente tossico. Certamente in quegli anni si sono lentamente create le basi perché tali idee cominciassero ad attecchire. E sicuramente, per certi aspetti, contare sulle proprie forze era stato indispensabile per cavarsela in situazioni come quelle narrate in Una squadra di 12 orfani. Quello che di bello fa il regista, con una scrittura semplice, emotiva ma non melensa, è spostare la luce sulla vera e propria bellezza di una vita alla quale si ridà valore e quanto ciò sia contagioso e necessario.

Tanta della cinematografia americana intorno allo sport cerca di spiegare come sia liberante e benefico ascoltare storie di gente non perfetta ma, al contrario, dei loser. Ty Roberts fa dunque compiere al suo film i giusti passi, il che gli permette di annoverarsi tra quelle opere di formazione che arrivano dritte al punto. E anche al cuore.

Secret Invasion: un assaggio dal nuovo trailer in arrivo domani!

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Secret Invasion: un assaggio dal nuovo trailer in arrivo domani!

Dopo le prime foto ufficiale che vi abbiamo segnalato oggi, ecco arrivare un assaggio dal trailer di Secret Invasion che come recita il promo di seguito, arriverà domani nelle televisioni americane. Il contributo annuncia che un nuovo trailer uscirà domani, domenica 2 aprile. Secondo quello che vediamo dall’annuncio, il contributo dovrebbe debuttare durante la partita della MLB tra i Philadelphia Phillies e i Texas Rangers come parte del Sunday Night Baseball di ESPN, ma non sappiamo ancora l’ora esatta.

A giudicare da questi pochi secondi Secret Invasion si conferma la serie più attesa dell’universo Marvel e ci aspettiamo ancora che lo show introdurrà importanti ramificazioni per il più ampio MCU in quanto è più che probabile la storia che apre le porte al generale “Thunderbolt” Ross che diventa presidente “Thunderbolt” Ross!

Secret Invasion, la serie 

Samuel L. Jackson e Ben Mendelsohn riprenderanno i loro ruoli rispettivamente di Fury e Talos, e saranno affiancati da Olivia Colman, che si dice interpreterà un’incarnazione di Union Jack, ed Emilia Clarke, che potrebbe essere o meno raffigurante Abigail Brand. Kingsley Ben-Adir sarà il cattivo nei panni di Gravik. Ne cast di Secret Invasion rivedremo anche Cobie Smulders nei panni di Maria Hill, Don Cheadle nei panni di James “Rhodey” Rhodes e Martin Freeman nei panni di Everett K. Ross.Thomas Bezucha (Let Him Go) e Ali Selim (The Looming Tower) hanno diretto la miniserie, scritta da Kyle Bradstreet (Mr. Robot).

La serie sarà presentata in anteprima il 21 giugno 2023 su Disney+ e vede la partecipazione anche di Ben Mendelsohn, che riprende il ruolo di Skrull Talos, Olivia Colman, Emilia Clarke, Kingsley Ben-Adir, Christopher McDonald e Killian Scott. La serie di eventi comici crossover mette in mostra una fazione di Skrull mutaforma che si sono infiltrati sulla Terra per anni. La Smulders ha ripreso il ruolo in diverse foto Marvel tra cui Spider-Man: Far From Home, Captain America: Civil War e tutti i film degli Avengers. Di recente ha ricevuto ottime recensioni per la sua interpretazione di Ann Coulter in American Crime Story: Impeachment.

Joker: Folie à Deux, un video dal set suggerisce il numero musicale di Lady Gaga!

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Sono attualmente in corso le riprese di Joker: Folie à Deux, l’attesissimo sequel di The Joker e dopo le prime foto dal set di Lady Gaga, nella serata arriva un video nel quale possiamo sentire la voci di Lady Gaga che canta nei panni di Harley Quinn, dando ai fan un’anteprima della componente musicale che si dice sia fortemente presente nel sequel.

Nel video non appare  proprio Lady Gaga, ma è invece girato dall’esterno di una grande tenda. All’interno, possiamo sentire Gaga cantare quella che sembra essere “We’re a Couple of Swells“, una canzone comica interpretata da Judy Garland e Fred Astaire nel film del 1948 Easter Parade. Sebbene la canzone sia un duetto, non è chiaro se Joaquin Phoenix canterà insieme al suo partner nel film.

La canzone stessa racconta la storia di due poveri che immaginano come sarebbe la loro vita se fossero ricchi, il che potrebbe calzare a pennello per la coppia composta dal duo di Joker e Harley Quinn. Finora, non si sa molto del film in uscita, anche se recenti foto dal set hanno dato ai fan il loro primo vero sguardo a Lady Gaga nei panni di Harley Quinn, così come il Joker di Joaquin Phoenix che prende parte a un’elaborata scena di inseguimento, simile a quella che era presente nel primo film.

Joker: Folie à Deux, il film

Joker: Folie à Deux presenterà il ritorno di Joaquin Phoenix mentre riprende il suo ruolo vincitore dell’Oscar come il cattivo DC JOKER. Il sequel presenterà anche il ritorno di Sophie di Zazie Beetz  insieme ai nuovi arrivati ​​Brendan Gleeson, Catherine Keener, Jacob Lofland e Harry Lawtey. Nel cast c’è Lady Gaga che darà vita a Harley Quinn. I dettagli della trama sono ancora per lo più nascosti, ma sappiamo che la maggior parte del film si svolgerà ad Arkham Asylum e conterrà significativi “elementi musicali”. Rumors recenti inoltre hanno anche suggerito che la versione di Gaga su Harley Quinn avrà un ruolo più importante di quanto originariamente riportato, con la storia che si svolge interamente dal suo punto di vista.

Il film di Todd Phillips del 2019 è stato un successo sia di critica che commerciale con un incasso mondiale di oltre 1 miliardo di dollari al botteghino, rendendolo il film con il maggior incasso di tutti i tempi. Ha ricevuto riconoscimenti da numerosi importanti enti premiati, tra cui due Oscar e due Golden Globe, sia per il miglior attore che per il miglior suono originale.

Inconceivable: trama e cast del film con Nicolas Cage

Inconceivable: trama e cast del film con Nicolas Cage

Nel corso della sua carriera Nicolas Cage è stato protagonista di numerosi thriller, ognuno con sfumature diverse. È infatti passato dal thriller d’azione di Con Air al thriller fantascientifico di Next, fino ad arrivare al thriller crime di Trespass. Più di recente, nel 2017, ha invece recitato nel thriller psicologico Inconceivable, scritto da Chloe King e diretto da Jonathan Baker, qui al suo debuto come regista di un lungometraggio. In questo l’attore si ritrova coinvolto in una pericolosa spirale di ossessioni e violenza, che rischia di portarlo a perdere tutto ciò che possiede.

Tale progetto fu inizialmente presentato al Sundance Film Festival nel 2014, raccogliendo da subito molto interesse intorno a sé. Ci vollerò però tre anni prima che questo riuscisse a concretizzarsi. In particolare, per Baker, fu molto complessa la ricerca del giusto cast. Una volta composto questo, fu possibile dar vita al film, il quale venne girato in soli 15 giorni e con un budget particolarmente ridotto. Segnato dunque da diverse problematiche produttive, il film finì con il non ottenere un buon riscontro critico né tantomeno di pubblico.

Inconceivable passò dunque grossomodo inosservato, pur presentando una storia affascinante e dei personaggi tanto controversi quanto intriganti. Per gli appassionati del genere e dei film di Cage, si tratta dunque di un titolo da riscoprire. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Inconceivable: la trama del film

La storia ha per protagonisti Brian ed Angela, genitori di una bimba di quattro anni di nome Cora, i quali desidererebbero però più di ogni altra cosa avere una famiglia più numerosa. Un giorno, l’amica di Angela, Linda, le presenta Katie, una donna misteriosa ed enigmatica che si è trasferita da poco in città con la sua bambina Maddie per sfuggire a un passato di abusi. Le due donne andranno immediatamente daccordo, stringendo una profonda amicizia. Spinti dal crescente rapporto che li lega a Katie, i due coniugi decidono di invitare Katie e sua figlia a trasferirsi nella loro dependance per fare da baby sitter alla loro figlioletta.

Tutto sembra andare per il meglio, finché Angela non comincia ad avvertire in Katie strane manie e comportamenti. Giorno dopo giorno, infatti, la bella bambinaia sembra attaccarsi in maniera fin troppo morbosa alla piccola Cora, arrivando addirittura a fare finta che fosse sua figlia un pomeriggio al parco. Molto presto gli eventi prenderanno una piega inattesa e Angela comincerà a rendersi conto che le cose non sono come sembrano, bensì l’esatto opposto. La donna a cui ha permesso ingenuamente di entrare nella sua vita potrebbe infatti mirare a distruggere la sua famiglia dall’interno.

Inconceivable cast

Inconceivable: il cast del film

La prima attrice ad interessarsi al film e al ruolo di Katie è stata Lindsay Lohan. Per Baker lei era perfetta per il ruolo, ma i produttori decisero invece di cercare un’altra interprete per la parte. Il regista si impegnò dunque a ricercare un’altra nota attrice a cui poter affidare il ruolo, ma ognuna di quelle considerate finì con il rifiutare la parte. Alla fine Baker decise di affidare la parte di Katie a Nicky Whelan, celebre per la serie Neighbours e già vista accanto a Cage in Left Behind – La profezia e Dog Eat Dog. Nicolas Cage interpreta invece il ruolo di Brian, essendo dichiarato attratto dalla natura imprevedibile dei personaggi e della storia.

L’attrice Gina Gershon è invece Angela, la moglie di Brian. Anche lei aveva già recitato accanto a Cage, per la precisione nel celebre thriller Face/Off – Due facce di un assassino. Nel ruolo della figlia dei due coniugi, Cora, vi è l’attrice Harlow Bottarini, mentre Sienna Soho Baker è Maddie, la figlia di Katie. La premio Oscar per Quinto Potere Faye Dunaway recita qui nel ruolo di Donna, un’altra delle protagoniste femminili del film. Per il ruolo, originariamente, era stata considerata anche la due volte premio Oscar Jessica Lange. Nei panni di Linda, l’amica di Angela, si ritrova invece Natalie Eva Marie. Questa è meglio nota per essere una lottatrice di wrestling in WWE.

Inconceivable: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È comunque possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Inconceivable è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple iTunes, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di domenica 2 aprile alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

Bait – L’esca: trama e cast del film con Jamie Foxx

Bait – L’esca: trama e cast del film con Jamie Foxx

Affermatosi come uno dei maggiori registi di film d’azione dal Duemila ad oggi, Antoine Fuqua ha firmato grandi successi come Shooter, The Equalizer – Il vendicatore e I magnifici 7. Tra i suoi titoli più apprezzati vi è poi Training Day, con il quale si è consacrato. Prima di questo, però, egli era andato incontro ad uno scottante insuccesso con la sua opera seconda, Bait – L’esca, uscita in sala nel 2000. Anche questo è un film d’azione, il quale però si macchia di elementi da commedia e da racconto giallo. Ad anni di distanza, è un titolo tutto da riscoprire.

Scritto da Andrew e Adam Scheinman, come anche da Tony Gilroy, affermatosi anche per aver sceneggiato celebri opere come L’avvocato del diavolo, The Bourne Identity e Michael Clayton, Bait – L’esca è stato un cocente flop per la Warner Bros., avendo incassato appena 15 milioni di dollari a fronte di un budget di 51. Eppure, nonostante i suoi difetti, il film si configura come un’opera particolarmente interessante tanto da un punto di vista contenutistico quanto visivo. Bait – L’esca fa infatti parte di quel filone di opere ultratecnologiche dove i sistemi di sorveglianza e di spionaggio diventano veri e propri protagonisti.

Attraverso tale utilizzo di dispositivi si costruisce dunque un racconto serrato, caratterizzato da buone interpretazioni, convincenti momenti di suspence ma anche situazioni comiche azzeccate. Per chi desidera approfondire la filmografia di Fuqua, si tratta di un’opera a suo modo importante. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Bait – L’esca: la trama del film

Protagonista del film è Alvin Sanders, un ladruncolo che, in una prigione di New York, incontra casualmente John Jaster, un criminale informatico gravemente malato di cuore. Jaster è sicuro di morire da un momento all’altro pertanto decide di affidare a Sanders, con il quale ha stretto una certa amicizia, un messaggio in codice che contiene il nascondiglio dei 42 milioni di dollari in oro rubati da lui e da Bristol, il suo socio in affari. Jaster chiede a Sanders, una volta uscito di prigione, di consegnare il messaggio a sua moglie, così che la donna possa vivere libera dai debiti che ora la attanagliano. In cambio, Alvin potrà tenere per sé parte della somma.

Sei mesi dopo, Sanders esce finalmente di prigione. Jaster è ormai morto, e Edgar Clenteen, investigatore del governo statunitense, non è ancora riuscito a recuperare l’oro. L’agente spera ora che Sanders lo porti a rintracciare Bristol, e a questo scopo gli fa impiantare nella mascella un localizzatore, in modo da poterne seguire ogni mossa. Deciso a tenere fede alla promessa fatta a Jaster, Alvin inizia così la sua ricerca, consapevole dei rischi che corre portandola avanti.

Bait - L'esca cast

Bait – L’esca: il cast del film

Ad interpretare il ladruncolo Alvin Sanders è l’attore Jamie Foxx. Oggi noto per film come Collateral, Ray e Django Unchained, al momento di girare Bait – L’esca egli vantava ancora pochi film in cui aveva recitato e questa fu una delle sue prime volte da protagonista. Sul set Foxx ebbe da subito diversi contrasti con il regista inizialmente scelto per dirigere il film, Stephen Surjik (oggi noto per aver diretto alcuni episodi di serie come The Umbrella Academy, The Witcher, See e The Punisher). Nonostante poi il film sia stato grossomodo criticato, l’interpretazione di Foxx è invece stata lodata da più voci.

Accanto a lui, nel ruolo dell’agente Edgar Clenteen, vi è l’attore David Morse. Questi è principalmente noto per aver avuto ruoli da caratterista in film come Il negoziatore, Il miglio verde, The Hurt Locker e nella serie Dr. House. Originariamente, in realtà, tale ruolo era stato offerto all’attore Kris Kristofferson, meglio noto per essere stato Whistler nei film Blade e Blade II. Robert Pastorelli, visto anche in Balla coi lui e L’eliminatore – Eraser, interpreta invece Jaster, mentre Doug Hutchison è Bristol. Completano il cast gli attori Kimberly Elise nei panni di Lisa Hill e Mike Epps in quelli di Stevie Sanders.

Bait – L’esca: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Bait – L’esca è infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema, Google Play e Apple iTunes. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 1 aprile alle ore 21:00 sul canale Warner TV.

Fonte: IMDb