È stato svelato il primo poster
dell’avventura spaziale di Ryan Gosling, Project
Hail Mary. Diretto da Phil Lord e Christopher Miller
(21 Jump Street, The LEGO Movie), il film è tratto
dall’omonimo romanzo di Andy Weir e uscirà nelle sale nel marzo
2026.
Gosling interpreta Ryland Grace, un
insegnante di scienze che si risveglia su un’astronave senza alcun
ricordo di come sia arrivato lì. Tuttavia, ben presto si rende
conto di essere stato incaricato di risolvere un mistero che
minaccia la Terra: cosa sta causando la morte del sole?Project Hail Mary vede anche la partecipazione di
Sandra Hüller, Lionel Boyce, Ken Leung e Milana
Vayntrub.
Amazon MGM Studios ha dato il via
alla promozione di Project Hail Mary pubblicando il primo
poster, che mostra un astronauta (probabilmente Gosling) che
sfreccia su uno sfondo spaziale colorato mentre viene trascinato da
una nave. Il poster è accompagnato dalla notizia che il primo
trailer sarà rivelato lunedì 30 giugno. Guarda il poster qui
sotto:
Cosa significa questo per
Project Hail Mary
Project Hail Mary è
previsto per il 20 marzo 2026, quindi il poster e il trailer
arrivano a poco meno di un anno dalla sua uscita. Nel caso del
poster, non è molto sorprendente, dato che gli studi
cinematografici generalmente pubblicano i poster base mesi prima
dell’uscita.
Il debutto del trailer,
tuttavia, è degno di nota. Negli ultimi anni, gli studi
cinematografici hanno tenuto segrete le prime immagini fino a poco
prima dell’uscita; ad esempio, il primo trailer di Jurassic
World – La Rinascita, che uscirà il 2 luglio, è stato
pubblicato a febbraio, solo cinque mesi prima dell’uscita. La
Disney non ha ancora rivelato il trailer di Avatar: Fuoco e Cenere, in uscita
quest’anno.
La decisione di Amazon MGM di
iniziare a promuovere Project Hail Mary con quasi nove mesi
di anticipo suggerisce che ha molta fiducia nel progetto e crede
che possa riscuotere successo. Con quasi un anno di tempo per
suscitare interesse, Amazon MGM può rendere Project Hail
Mary uno dei film più chiacchierati del 2026.
Arriva da Deadline la notizia che
Apple Studios ha acquisito con successo i diritti
di un altro progetto cinematografico di alto profilo:
Project Artemis. Il film in uscita riunirà
le star di Avengers:
EndgameChris
Evans e Scarlett Johansson, che hanno firmato per
interpretare i ruoli principali della storia, con la star di
OzarkJason Bateman alla regia del film.
Il film Project
Artemis
Project Artemis è
scritto da Rose Gilroy e, secondo quanto riferito, sarà
ambientato contro la corsa allo spazio. Ulteriori dettagli sulla
trama e sui personaggi nono sono stati ancora rivelati. Secondo
quanto riferito, l’accordo di acquisizione è costato ad Apple più
di $ 100 milioni. Il progetto sarà prodotto da Jason Bateman attraverso la sua Aggregate
Films insieme a Scarlett Johansson, Jonathan Lia e Keenan
Flynn attraverso la loro società These Pictures.
Il romantico film d’azione e
avventura di Apple Ghosted
doveva inizialmente riunione di Chris Evans e Scarlett Johansson. Tuttavia, a causa di
conflitti di programmazione, la Johansson ha dovuto abbandonare il film ed è
stato sostituito da Ana de Armas, che sta attualmente sta girando
Ghosted con Chris Evan.
Chris Evans e Scarlett Johansson
Project Artemis
segna l’ultima collaborazione di Chris Evans e Scarlett Johansson con Apple. La star
di Captain America ha già recitato nel
film drammatico dello streamer Defending
Jacob, mentre la star di Black
Widow sta anche lavorando con Apple e A24 nel film
drammatico di fantascienza Bride.
Prima di partecipare a ben sei film
del Marvel Cinematic Universe,
Chris Evans e Scarlett Johansson hanno recitato per la prima
volta in due commedie: il film di rapina adolescenziale del 2004
The Perfect Score, che vedeva il duo di successo
nei panni di studenti delle scuole superiori che cercavano di
rubare le risposte ai loro esami SAT, e il film drammatico del 2007
da babysitter Il diario di una tata.
Grazie alle sue interpretazioni in
numerosi film d’azione che sono diventati dei veri e propri cult,
l’attore Steven Seagal si è dimostrato uno dei più
grandi esponenti di questo genere, accanto a nomi come Arnold Schwarzenegger, Sylvester Stallone, Jean-Claude Van Damme e Bruce Willis. Dei suoi film, uno dei più noti
e ritenuti tra i migliori è senza dubbio Programmato per
uccidere, da lui realizzato nel 1990 con il regista
Dwight H.Little (tra le cui opere di
maggior rilievo si segnalano: Prison Break, Bones e
X-Files), con cui Seagal voleva collaborare da tempo.
Il film ha rappresentato una
produzione particolare per l’attore, che si allontano
temporaneamente dalla Warner Bros. per realizzare il film con la
20th Century Fox. Durante le riprese, però lo studio ha fatto
pressioni per inserire più umorismo nel film, ma Little e Seagal
hanno fatto un patto per resistere a questi tentativi. Il loro
modello per il film era il cupo Il braccio violento della
legge. Per quanto riguarda la storia narrata, questa nasce da
un’idea di Michael Grais, il quale lesse una
notizia sulle bande di droga giamaicane che si impadronivano dei
sobborghi americani.
Nominato uno dei film più violenti
del 1990 dalla National Coalition on TV Violence,
Programmato per uccidere è ancora oggi considerato
uno dei migliori film con Seagal, titolo imprescindibile per i fan
dell’attore. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle
principali curiosità relative al film. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alla spiegazione del finale.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.
Protagonista del film è John
Hatcher, agente speciale del dipartimento antidroga. Dopo
la morte di un suo amico durante una pericolosa missione in
Messico, John decide che è arrivato il momento di cambiare vita:
torna quindi dalla sua famiglia a Chicago, dove ha intenzione di
vivere in pace e lontano dalla violenza. Tuttavia, Hatcher inizia
ben presto a preoccuparsi per la dilagante diffusione di crack in
città, una droga spacciata dalle pericolose gang di giamaicani
capeggiate da Screwface, un pusher senza scrupoli
che elimina senza pietà chiunque ostacoli i suoi affari e che si
dice sia dotato di poteri paranormali.
La goccia che fa traboccare il vaso
si ha quando ad andarci di mezzo è la sua famiglia. Dopo aver
saputo dell’arrivo a Chicago del temibile poliziotto Hatcher, gli
scagnozzi di Screwface entrano infatti in casa sua e feriscono la
nipotina Tracy, che viene portata d’urgenza in
ospedale in stato comatoso. A quel punto l’ex agente della
narcotici decide di tornare di nuovo in azione per vendicare la
propria famiglia e ristabilire l’ordine nella metropoli: hanno
quindi inizio a una serie di duelli mortali che culminano con il
faccia a faccia con Screwface, il quale nasconde un segreto
sorprendente.
Il cast del film
Ad interpretare John Hatcher vi è
l’attore Steven Seagal, il quale come suo solito
ha eseguito le scene di combattimento senza l’uso di controfigure.
Cosa curiosa a riguardo, è il fatto che in questo film viene
colpito molto di più che in altre sue pellicole. I produttori della
20 Century Fox non volevano risultasse invincibile come al solito,
imponendo dunque a Seagal di apparire più umano e vulnerabile.
Seagal, infine, ritiene che questo film contenga alcune delle
migliori scene di lotta che abbia mai fatto nella sua carriera.
Nel film recitano poi Keith
David nel ruolo dell’amico Max e Tom
Wright in quello del detective giamaicano. Joanna
Pacula interpreta Leslie, mentre Elizabeth
Gracen è Melissa e Danielle Harris è la
nipote Tracey. Danny Trajo ricopre invece il ruolo
del trafficante Hector. Nel ruolo di Screwface vi è invece
Basil Wallace. Originariamente, al cantante
Eek-A-Mouse fu offerto il ruolo di Screwface, ma
rifiutò dopo aver letto il copione, perché non gli piaceva il modo
in cui i giamaicani venivano ritratti nel film. Il nome del
personaggio prende ispirazione dall’omonima canzone di Bob
Marley.
Verso il finale del film, Charles
Marks, un detective giamaicano che lavora con l’FBI sui crimini di
Screwface, raggiunge John e il suo amico Max e offre il suo aiuto.
Insieme acquistano nuove armi e si recano in Giamaica, dove si
pensa che Screwface sia fuggito. Con l’aiuto di una sua ex
fidanzata, ottengono presumibilmente un indirizzo e un indizio: la
ragazza dice che Screwface ha due teste e quattro occhi. Una sera i
tre si recano nel complesso di Screwface durante una festa. John
usa un ordigno esplosivo per distrarre le guardie e togliere la
corrente; Max e Charles aprono il fuoco sull’agguato della banda
Posse mentre John si infiltra nella casa.
Tuttavia, viene catturato e
preparato per un sacrificio rituale da Screwface, ma sfugge alla
trappola e riesce a decapitare Screwface in un combattimento con la
spada. I tre tornano poi a Chicago e presentano la testa e la spada
di Screwface ai restanti membri fedeli della banda per ricattarli.
È a quel punto, però, che Screwface appare a sorpresa e scoppia una
sparatoria che uccide Charles. Inizia a quel punto l’inseguimento
di John nei confronti di Screwface, con l’agente che comprende come
il criminale possa essere ancora vivo pur avendolo ucciso egli
stesso.
Lo Screwface con cui ha ora a
che fare si rivela essere il fratello gemello di quello ucciso,
nonché responsabile di tutti i crimini della gang Posse negli Stati
Uniti. Si spiega dunque così la frase secondo cui Screwface ha due
teste e quattro occhi. Dopo un lungo combattimento, John riesce
infine ad accecare Screwface e a gettarlo nella tromba di un
ascensore. La sua gang vede a quel punto il suo corpo impalato su
un chiodo e data la morte del leader anche il gruppo si sfalda.
John può a quel punto lasciare scena del crimine, sapendo che la
sua famiglia è ora al sicuro.
Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV
È possibile fruire di
Programmato per uccidere grazie alla sua presenza
su una delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nel catalogo di Disney+. Per vederlo, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 28
settembre alle ore 21:00 sul canale
20 Mediaset.
Un infinito dejavu, un
circolo senza via d’uscita, un countdown inesorabile verso il
collasso del nostro mondo. Torna con la sua seconda stagione
l’apocalittica serie Sky Original Progetto
Lazarus, di cui viene rilasciato oggi il trailer
ufficiale in italiano. Il titolo sarà disponibile in esclusiva su
Sky e in streaming solo su NOW
dal 18 dicembre.
Il team Lazarus continua
la sua battaglia contro il tempo per salvare l’umanità. Il mondo è
incastrato in un ciclo temporale infinito che finirà con la
completa estinzione del pianeta. Tra loro c’è il risoluto agente
della Lazarus, George (Essiedu), rimasto in disgrazia dopo aver
tradito l’organizzazione in nome dell’amore. George è determinato a
riscattarsi e riconquistare la fiducia dei suoi amici, colleghi e
dell’amore della sua vita. Ma quando scopre che la causa che sta
combattendo è più pericolosa di quanto sembri, George inizia a
sospettare che l’unica persona di cui può veramente fidarsi sia sé
stesso.
La seconda, epica
stagione è guidata dal candidato agli Emmy e ai BAFTA Pappa Essiedu
(I May Destroy You), con Anjli Mohindra (Bodyguard), Charly Clive
(Pure), Vinette Robinson (Boiling Point), Rudi Dharmalingam
(Wakefield), Caroline Quentin (Bridgerton) e Tom Burke (Strike).
New entries nel cast Royce Pierreson (The Irregulars, The Witcher),
Colin Salmon (Resident Evil, Limitless), Safia Oakley-Green
(Sherwood), Lorne MacFayden (Vigil), Zoe Telford (Genius), Sam
Troughton (The Outlaws) e James Atherton (Hollyoaks).
Progetto
Lazarus è prodotto dal pluripremiato team di Urban
Myth Films, in associazione con Sky Studios, ed è stato creato e
scritto dal candidato ai BAFTA Joe Barton (Giri / Haji). Progetto
Lazarus è stato commissionato da Sky Studios per Sky
Max. Paul Gilbert è Commissioning Editor per Sky Studios.
NBCUniversal Global Distribution gestisce le vendite internazionali
della serie per conto di Sky Studios
Sky svela oggi alcune immagini in
anteprima della seconda stagione del sci-fi thriller Sky Original
Progetto
Lazarus, il cui debutto è previsto in esclusiva su Sky
e in streaming solo su NOW prossimamente.
Prodotta dal pluripremiato team di
Urban Myth Films, in associazione con Sky Studios,
l’epica e adrenalinica Progetto
Lazarus è scritta da Joe Barton,
nominato ai BAFTA, e Howard Overman (La guerra dei mondi,
Misfits), e vede il ritorno fra i protagonisti di
Paapa Essiedu, Anjli Mohindra, Charly Clive, Rudi
Dharmalingam, Caroline Quentin e Tom Burke. Il cast dei
nuovi episodi include Colin Salmon (Resident
Evil, Limitless), Royce Pierreson (Gli
irregolari di Baker Street, The Witcher), Safia
Oakley-Green (Sherwood), Lorne
MacFayden (Vigil – Indagine a bordo), Zoe
Telford (Genius), Sam Troughton
(The Outlaws) e James Atherton(Hollyoaks).
1 di 4
Progetto Lazarus, la trama
della seconda stagione
La lotta per garantire il futuro
non è mai stata così intensa. Quando il mondo si blocca in un loop
temporale – nel quale ogni tre settimane il mondo finisce – la
squadra Lazarus deve correre contro il tempo per trovare una
soluzione prima che l’umanità venga spazzata via per sempre. Tra
loro c’è il risoluto agente speciale George (Paapa Essiedu), che è
caduto in disgrazia dopo aver tradito l’organizzazione in nome
dell’amore. George è determinato a riscattarsi e a riconquistare la
fiducia dei suoi amici, dei suoi colleghi e dell’amore della sua
vita. Ma quando scopre che la causa che sta combattendo è più
inquietante di quanto sembri, George inizia a sospettare che
l’unica persona di cui può davvero fidarsi è solo sé stesso.
La seconda stagione di Progetto
Lazarus è stata commissionata da Paul Gilbert,
Commissioning Editor di Sky Studios, per Zai Bennett, Managing
Director of Content di Sky UK. È prodotta da Urban Myth Films in
associazione con Sky Studios. Produttori esecutivi della serie sono
Joe Barton, Johnny Capps e Julian Murphy per Urban Myth Films e
Paul Gilbert per Sky Studios. La serie è diretta da Carl
Tibbets, Pier Wilkie e Sean Spencer. NBCUniversal Global
Distribution è il distributore internazionale della serie per conto
di Sky Studios.
Profumo – Storia di un
assassino è un film di cui si parla poco immeritatamente.
Questo film, infatti, è un piccolo gioiello capace di coinvolgere
lo spettatore e di ammaliarlo sotto tutti gli aspetti.
Uscito nel 2006, questo film
riunisce un cast stellare fatto di interpreti dal talento unico ed
inimitabile, come il migliore dei profumi in circolazione.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Profumo – Storia di un assassino.
Profumo – Storia di un assassino
film
1. È stata assunta una
compagnia di ballo. Siccome lo sceneggiatore e regista
Tom Tykwer considerò la scena delle orge una
danza che necessitava di coreografia, si rivolse ad una compagnia
di ballo per aiutarlo a mettere insieme la scena, La Fura Dels
Baus.
2. Ci sono volute diverse
settimane per ricercare i costumi. La costumista
Pierre-Yves Gayraud ha trascorso circa quindici
settimane alla ricerca di costumi prima di finalizzare qualsiasi
cosa. In totale, furono realizzati oltre millequattrocento costumi.
Dopo essere stati spediti da Bucarest, in Romania, i costumi doveva
essere invecchiati e sporcati, e una volta pronti per essere
indossati, il regista e sceneggiatore Tom Tykwer insistette che
attori e attrici li indossassero di continuo per diversi giorni per
rievocare questa pratica che, all’epoca in cui è ambientato il
film, era molto comune.
3. Per realizzare il film,
si è studiata la storia dell’arte. Durante la
pre-produzione,
Tom Tykwer, il direttore della fotografia Frank
Griebe, lo scenografo Uli Hanisch e il
costumista Pierre-Yves Gayraud hanno studiato le opere di
Caravaggio, Rembrandt e Joseph Wright. Questo lavoro è servito al
fine di garantire che l’estetica del film fosse correttamente
acquisita nella Francia del XVIII secolo.
Profumo – Storia di un assassino
streaming
4. Il film è disponibile in
streaming digitale. Chi volesse vedere o rivedere questo
film, è possibile farlo grazie alla sua presenza sulle varie
piattaforme di streaming digitale come Rakuten Tv, Chili e
Infinity.
Profumo – Storia di un assassino
cast
5. A questo film hanno
lavorato molte persone.Secondo il sito
web ufficiale, questo film comprendeva qualcosa come sessantasette
ruoli parlanti, cinquemiladuecento comparse e centodue set. Dietro
le quinte, invece, hanno lavorato cinquecentoventi tecnici.
6. Ben Whishaw ha costruito
il ruolo studiando gli animali. Secondo Ben
Whishaw, iniziare a studiare gli animali gli è
sembrato il punto giusto da dove partire per cercare di comprendere
appieno il suo personaggio e per costruirlo. Questo studio, in
particolare sui Loris (appartenente alla famiglia dei primati) gli
è servito per vedere come l’olfatto influisce sul modo in cui si
muovono, come interagiscono con il mondo.
Profumo – Storia di un assassino
frasi
7. Frasi da ricordare come
un intenso profumo. Profumo – Storia di un assassino ha
dato vita a frasi uniche ed indimenticabili come un profumo così
buono ed intenso che permane a lungo nelle narici. Ecco, dunque,
qualche frase del film:
Fabbricherò tutti i profumi che
desiderate ma voi dovete insegnarmi a catturare l’odore di ogni
cosa che esiste, potete farlo? (Jean-Baptiste
Grenouille)
Il talento vale pressoché niente,
mentre l’esperienza acquisita con l’umiltà e il duro lavoro è
inestimabile! (Giuseppe Baldini)
L’anima degli esseri è racchiusa
nel loro odore. (Giuseppe Baldini)
Possedeva un potere più forte del
potere del denaro o del terrore: l’invincibile potere di suscitare
l’amore nell’umanità.
Profumo – Storia di un assassino
libro
8. Il film si basa sul
libro dal titolo Il profumo. Il produttore e sceneggiatore
Bernd Eichinger aveva cercato di convincere
l’autore del libro Il profumo, Patrick
Suskind, con il quale era amico, a vendre i diritti del
romanzo già al momento della sua pubblicazione originale nel 1985.
Egli, però, riuscì ad averne i diritti solo nel 2001, acquistandoli
per dieci milioni di euro.
9. Il libro ha ispirato
anche i Nirvana. Oltre che ispirazione per il film, il
libro di riferimento ha fatto da base alla canzone dei Nirvana
intitolata Scentless Apprentice.
Kurt Cobain sostenne di portare il libro in tasca, asserendo
che si identificava con l’alienazione di Grenouille.
Profumo – Storia di un assassino
colonna sonora
10. La colonna sonora è
stata eseguita da un gruppo d’eccezione. Per questo film,
infatti, si è deciso di far realizzare la colonna sonora alla
Berliner Philharmoniker (la Filarmonica di
Berlino), sotto la direzione di Simon Rattle.
Torna nelle sale
restaurato in 4K uno dei più grandi e iconici film del
Maestro del brivido
Dario Argento, Profondo Rosso, una delle vette del thriller
mondiale in cui il regista ci trasporta in un giallo
visionario e labirintico. Un enigma alla soglia dell’astratto,
realizzato con una regia assolutamente libera di esplorare i
meandri dell’inconscio e dell’irrazionale. Tra l’onirico e
l’ipnotico, l’efferato e il musicale, Profondo Rosso
costituisce ancora oggi un’esperienza cinematografica insuperabile,
capace di offrire agli spettatori l’opportunità di immergersi
nell’oscurità e nell’incanto.
Profondo Rosso è un film di frammenti, di incastri, di
divagazioni musicali in cui scena dopo scena la logica e la
coerenza lasciano spazio quasi assoluto alla suggestione e alla
paura in tutte le sue forme. Un film a cui abbandonarsi
completamente, seguendo il flusso dell’indagine e del mistero.
Componenti
essenziali di questo puzzle di terrore sono le
interpretazioni di Daria Nicolodi, David Hemmings, Gabriele Lavia e
l’indimenticabile colonna sonora firmata da Giorgio Gaslini e dai
Goblin di Claudio Simonetti.
Tra i primi dieci
incassi della stagione cinematografica italiana 1974/75,
Profondo Rosso ha segnato una svolta per il thriller,
diventando poi un punto di riferimento per il genere, lasciando
un’impronta indelebile nel panorama cinematografico
mondiale, influenzando generazioni di appassionati di cinema
e registi. Tra questi, John Carpenter (Halloween), Eli Roth
(Hostel) e James Wan (Saw, Insidious).
Nei cinema dal 10
luglio, il ritorno di Profondo Rosso è frutto di una
collaborazione tra RTI-Mediaset e Cat People, nuova casa di
distribuzione fondata da Raffaele Petrini e Alessandro Tavola, che
riporterà nei cinema di tutta Italia classici da riassaporare o
scoprire per la prima volta sul grande schermo, cercando sia lo
sguardo delle nuove generazioni, avide di stimoli, sia quello di
chi quel cinema ha avuto la fortuna di viverlo.
«Vogliamo
riportare in sala film significativi per tutti, senza divisioni di
categoria, per far (ri)vivere quella dimensione di stupore,
trasporto e scoperta che il cinema del passato è ancora in
grado di dare» afferma Tavola, «Il pubblico negli ultimi
tempi ha infatti premiato le riedizioni di classici di ogni tipo,
ma ci sono ancora interi decenni, generi e autori non
celebrati a dovere».
«Il cinema
italiano è ricco di film unici e irripetibili, amati e riconosciuti
in tutto il mondo» aggiunge Petrini, «Volevamo che la
nostra prima uscita fosse italiana ed emblematica, e per noi è
stato naturale scegliere
Profondo Rosso perché racchiude in sé tutto ciò che il cinema
può essere e fare. Proprio pensando a questo tipo di iconicità, il
nostro prossimo titolo sarà Cannibal Holocaust del compianto
Ruggero Deodato, un film cruciale nella storia del cinema e del suo
linguaggio».
L’elenco delle sale
sarà presto disponibile sul sito e sui social di Cat
People.
Era infatti il 7 marzo del 1975
quando nei cinema approdò Profondo Rosso,
quinto lungometraggio dell’allora trentacinquenne Dario Argento, regista italiano dalla rapida e
folgorante carriera che nel giro di appena cinque anni dal suo
esordio era di fatto riuscito ad affermarsi come una delle più
originali e talentuose figure nel panorama della settima arte, in
patria quanto all’estero.
Profondo Rosso, la trama
All’interno di un sontuoso teatro
nel quale si sta svolgendo un convegno di parapsicologia, una
medium avverte la presenza inquietante di un assassino celato fra
il pubblico. Tornata nel suo appartamento la donna viene
brutalmente uccisa a colpi di mannaia da un misterioso killer
vestito di nero, finendo trafitta dalle schegge di una finestra
rotta, mentre tutto si tinge del rosso livido del suo sangue. Tutti
coloro che si interessano un minimo di cinema di genere, ma
sicuramente anche coloro che non sono cinefili incalliti non
potranno non avvertire un gelido e familiare campanello d’allarme
nel leggere di sfuggita questa sintetica descrizione delle scene
d’apertura di una delle pellicole che, alla metà degli anni ’70 del
secolo scorso, contribuì a cambiare definitivamente i connotati del
cinema horror, aprendo nuovi orizzonti all’arte di provocare la
pelle d’oca attraverso le immagini.
Prima del mito
Figlio del produttore
cinematografico Salvatore Argento e già precoce e scapestrato
critico cinematografico, Dario Argento diviene presto co-autore di
numerosi soggetti e sceneggiature tra cui Cimitero
senza croci (1968) di Robert
Hossein, Scusi, lei è favorevole o
contrario? (1966) di Alberto Sordi e
del celeberrimo C’era una volta il West (1968)
diretto da Sergio Leone e scritto assieme a
Bernardo Bertolucci, prima di approdare alla
regia nel 1970 con lo sconvolgente L’uccello dalle
piume di cristallo, prima pellicola di una ideale
“trilogia degli animali” proseguita con Il
gatto a nove code (1971) e terminata con
Quattro mosche di velluto grigio (1971).
Con questi primi tre film Argento riuscì nell’intento di
traghettare i generi del mystery e del giallo
all’italiana, già sapientemente ammaestrati da autori come
Mario Bava e Sergio Martino,
verso una dimensione del tutto nuova, caratterizzata da trame
sempre più complesse e ricche di implicazioni psicologiche e
pulsionali, virando prepotentemente verso un gusto incentrato su
inquadrature ricche di quei contenuti morbosi e splatter
che saranno poi ripresi ed elaborati dal cinema gore di
Lucio Fulci e Umberto
Lenzi.
Sono ancora però le atmosfere
urbane e psicologiche ad interessare il regista, atmosfere cariche
di suggestioni del tutto lontane dal gotico letterario e molto più
vicine ai psycho-triller. Una tradizione dai connotati
tutt’altro che realistici e dal sapore di leggenda metropolitana
vuole infatti che Hitchcock in persona, dopo aver visto il primo
film del regista romano, abbia esclamato – Questo italiano mi
preoccupa! – . In realtà questa trilogia d’esordio appare
ancora del tutto ancorata ad un gusto di matrice appunto
hitchcockiana nel quale permangono le linee guida del genere
thrilling e poliziesco, come ad esempio la plausibilità delle
azioni dell’assassino (che deve essere deducibile dallo spettatore)
e la consueta indagine per scoprire il colpevole, anche se Argento
ebbe modo di introdurre alcune importanti novità sia a livello
narrativo che di tipo estetico, come l’ormai celeberrima soggettiva
del killer (già sperimentata in realtà da Bava) provvista però di
protesi corporee (mani guatate, oggetti contundenti, ecc…) oltre al
marchio di fabbrica costituito dalle sequenze oniriche e
psicologiche che permettono allo spettatore di inserirsi per brevi
ma intesi attimi nella mente e nel corpo dell’assassino in una
sorta di identificazione totale.
Siamo ancora nelle rigide maglie
del thriller classico ma dove la plausibilità degli eventi non fa
più da padrona e cede spesso al gusto per l’invenzione visiva e
alla paura indotta, senza dimenticare poi che fu proprio Argento
assieme ai colleghi sopra citati ad affermare la tradizione tutta
italiana del killer di sesso femminile, una prerogativa in seguito
ampiamente imitata a livello internazionale. Perciò, dopo
l’inconsueta e stramba parentesi storica in costume della commedia
Le cinque giornate (1973) con Adriano
Celentano, Argento decise di concentrarsi su un nuovo soggetto che
potesse finalmente costituire un passaggio fra le narrazioni
thrilling del passato verso il genere dell’horror puro,
che sarà successivamente concretizzato con l’esoterico
Suspiria (1977) e lo psichedelico
Inferno (1980). Dunque elaborò una prima
stesura dal titolo “La tigre dai denti a
sciabola”, pensata per l’appunto come un ulteriore
capitolo dell’animalesca trilogia, ma alquanto insoddisfatto del
suo lavoro decise di affidarsi alla collaborazione di
Bernado Zapponi, riuscendo alla fine a sviluppare
una sceneggiatura dal titolo provvisorio di Chipsiomega
nella quale ci fosse un perfetto equilibrio fra dimensione concreta
della vicenda e sguazzi visionari e vagamente soprannaturali.
Perturbante e allucinante
Furono proprio queste componenti
che resero Profondo Rosso una pellicola nella quale
un’atmosfera perturbante e allucinata viene incastonata in un
contesto del tutto realistico in grado di aumentare
esponenzialmente l’inquietudine e il terrore latente. Nacque così
un vero e proprio cult della storia del cinema di genere, un film
nel quale si narra di tremendi ed ingegnosi delitti dal sapore
crudelmente realistico commessi da un inafferrabile uomo nero
(erede dei killer in lattice nero di Bava) sullo sfondo di una
Torino cupa ed esoterica nella quale si intrecciano inquietanti
nenie infantili e oscure ville dal sapore gotico, ingredienti
urbani e visivi che saranno ripersi in altri film futuri, come il
disturbante Trauma (1993) e il poliziesco
Non ho sonno (2001).
Il compito non ufficiale di
investigare su questi atroci eventi viene assunto dal pianista Marc
Daly (David Hemmings) che assieme all’irriverente
giornalista Gianna Brezzi (Daria Nicolodi)
riuscirà a risalire a una sconvolgente verità che si cela dietro
terribili avvenimenti sepolti nella torbida tela dell’infanzia.
Come già accennato, il film è ricco di sequenze e trovate
straordinarie entrare a merito nella storia del cinema, fra qui la
scioccante sequenza di apertura a suon di accoltellamento in
silhouette; il ghignate pupazzo meccanico (progenitore del
fantoccio della saga di Saw); l’omicidio di Giuliana Calandra
affogata in una vasca di acqua bollente e ovviamente la sadica
bambinetta Olga (Nicoletta Elmi) che si diverte a
trafiggere le lucertole con spilli acuminati. Complice del culto
nato attorno al film è sicuramente l’uso iperealistico della
violenza brutale e l’impiego di creative tecniche di uccisione che
saranno alla base anche del futuro thriller “alla luce del
sole” Tenebre (1982) e del
pretenzioso Opera (1987), veri e propri
segni di riconoscimento di uno stile che diventerà col tempo
inconfondibile e a suo malgrado ricco di plagi indegni. Dopo
essersi separato dalla prima moglie Maria Casale e aver rotto la
convivenza con Marilù Tolo, Argento decise di prendere in
considerazione una giovane attrice fiorentina, già primadonna nelle
commedie teatrali di Garinei e Giovannini e reduce da alcuni
successi televisivi, e fu così che nacque un proficuo sodalizio
professionale (e in seguito matrimoniale) con Daria
Nicolodi, capacissima di dare il giusto tono nevrotico e
suadente al personaggio di Gianna così come a futuri personaggi
iconici dell’universo argentiano, primo fra tutti la terribile
vicedirettrice Frau Brückner di Phenomena
(1985). La Nicolodi si trova ad agire accanto al già noto
David Hammings, attore scafato e reduce da grandi
successi cinematografici del calibro di
Blow-Up (1966) di
Antonioni e Barbarella
(1968) di Roger Vadim, anch’egli ottimo interprete
del novello investigatore e musicista Marc. Per la parte della
stramba madre dell’amico Carlo, interpretato da Gabriele
Lavia, Argento volle un’attrice anziana ed un tempo molto
nota, quasi sconosciuta alle nuove generazioni, e perciò optò con
sicurezza verso Clara Calamai, eccellente
interprete cinematografica italiana degli anni ’30 e ’40 divenuta
celebre nel 1943 con Ossessione di
Luchino Visconti accanto a Massimo Girotti.
La colonna sonora, dai Goblin ai Pink Floyd e
i Deep Purple
Il culto del film viene inoltre
accresciuto dalla tormentata genesi della sua celeberrima colonna
sonora, in un primo momento affidata a Giorgio
Gaslini (di cui rimangono le partiture jazz) ma che non
convinse per nulla Argento, il quale, dopo aver ricevuto risposta
negativa da alcune famose band del calibro dei Pink
Floyd e i Deep Purple, consigliato dal
suo editore musicale Carlo Bixio decise di affidarsi ad un giovane
e sconosciuto complesso rock romano chiamato I
Goblin, ragazzi diplomati al conservatorio che con
sorpresa dello stesso regista riuscirono a creare una delle
partiture musicali più incisive ed inquietanti di sempre,
elaborando il famoso e ansiogeno tema principale nel corso di una
sola notte nella cantina dove erano soliti provare. Iniziò così un
sodalizio che sarebbe durato per anni e che avrebbe segnato il
successo di altre intramontabili pellicole.
Profondo
Rosso viene però anche ricordato dai suoi fans per le
affascinati ed evocative ambientazioni, tutte concentrate fra Roma,
Perugia e la già citata Torino, città cara al regista per le sue
implicazioni magiche ed esotiche e teatro di alcuni luoghi simbolo
del film, come ad esempio la gotica ed inquietante Villa del
Bambino Urlante (in realtà chiamata Villa Scott e all’epoca
convitto delle Suore della Redenzione); il famoso Teatro Carignano
dove venne girata la sequenza di apertura del convegno di
parapsicologia e la crepuscolare Piazza C.L.N nella quale venne
allestito ex-novo il Blue Bar in cui si incontrano Carlo e
Marc, plasmato sul famoso quadro
Nighthawks di Edward
Hopper. Prodotto dalla Rizzoli Film e
girato in lingua inglese per aumentare la sua appetibilità di
mercato, dopo una campagna pubblicitaria efficace e fortemente
critica, Profondo Rosso venne finalmente rilasciato nei
cinema nella primavera del 1975, riscontrando un clamoroso successo
sia in patria che all’estero e dando vita ad un acceso dibattito
critico.
In Italia ad esempio, dove il film
incassò oltre 2 miliardi di lire e si posizionò al 10° posto nella
classifica dei titoli della stagione, i critici si trovarono ancora
una volta impreparati a recensire un’opera tanto destabilizzante e
particolare, e come era accaduto per i film precedenti del regista
vi furono molte riserve riguardo alla poca plausibilità della
narrazione e per l’eccesso di violenza. Nel resto dell’Europa
invece, soprattutto in Francia ed Inghilterra, il film venne
accolto come una vera rivelazione, forse perché di fatto il
pubblico era già abituato a digerire opere di genere particolari
come i gialli anglosassoni o i
film horror della Hammer. In Giappone, dove il film uscì solo
nel 1978 dopo Suspiria, il suo successo fu clamoroso,
tanto che venne rilasciato col titolo Suspiria – Parte
2. Quarant’anni sono passati dalla sua realizzazione
e Profondo Rosso mantiene intatta la sua aura di
inquietante opera di culto, tanto da essere stata ed essere ancora
tuttora oggetto di numerose citazioni, parodie e riferimenti più o
meno espliciti, oltre ad aver ispirato nel 2007 un musical omonimo
per la regia di Marco Calindri con le musiche
originali di Claudio Simonetti, interpretate
dall’attore e cantante Michel Altieri nel ruolo di
Marc.
Nel 2000, in occasione dei
venticinque anni dall’uscita della pellicola, Dario Argento in persona con la collaborazione
del gruppo dei Demonia realizzò un
cortometraggio nel quale il regista stesso uccideva i singoli
membri della band usando le ingegnose tecniche impiegate
dall’assassino del film, una piccola auto-parodia oggi reperibile
solo nella versione Bluray americana. Tutti noi grandi fans del
maestro dell’horror attendiamo dunque con grande trepidazione, dopo
la grande proiezione pubblica del film avvenuta nel corso del
Fantafestival di Roma 2015, una qualche
celebrazione in concomitanza con un nuovo decennio passato
all’insegna del rosso sgorgare del sangue copioso della paura e
della creatività emanata da una pellicola e da un regista che hanno
saputo, tra alti e (scivolosi) bassi, attraversare il tempo
continuando a tenerci svegli la notte, sempre col timore che
qualche uomo nero possa piombare dall’oscurità e farci a pezzi in
maniere stravaganti e brutali.
Profondo Rosso in streaming?
E’ possibile acquistare in streaming Profondo Rosso su Amazon Prime
Video e su Infinity Tv
La telenovela colombiana
Profilo Falso, ricca di passioni, è stata
un successo inaspettato quando è arrivata su Netflix nel
2023, ma la serie sarà rinnovata per una terza stagione? La prima
stagione della serie seguiva le vicende di Camila (Carolina
Miranda), una ballerina esotica che incontra l’uomo dei suoi
sogni su un’app di incontri. Tuttavia, le cose prendono una brutta
piega quando scopre che il suo nuovo partner non è esattamente chi
dice di essere. Giocando sulle paure moderne relative al catfishing
e alla privacy online, questo dramma esagerato ha offerto una serie
di colpi di scena in stile soap opera durante tutta la prima
stagione.
La seconda stagione è stata
rinnovata, ma la serie originale Netflix è rimasta in gran parte inattiva per tutto il
2023 e il 2024, senza aggiornamenti sostanziali. Tuttavia, quando
la serie è finalmente tornata all’inizio del 2025,
Profilo Falso: Killer Match (come
è stato sottotitolato in modo molto sottile) ha regalato ancora una
volta grandi emozioni. Qualcuno sta usando il vecchio profilo di
Camila su un sito di incontri per adescare uomini e ucciderli, e la
polizia vuole arrestare la coppia di piccioncini come colpevoli.
Alzando la posta in gioco nella seconda stagione,
Profilo Falsoha posto le
basi per una saga che potrebbe continuare nella terza stagione e
oltre.
La terza stagione di
Profilo Falso non è stata
confermata
Il destino di Camila è ancora
incerto
Il modello di Netflix di rilasciare
le proprie serie originali in modo compulsivo ha contribuito a
trasformare il modo di guardare la TV, ma rende anche un po’ più
difficile giudicare il successo immediato di una stagione
televisiva. Non sorprende (considerando la novità della seconda
stagione) che Netflix non abbia ancora rinnovato
Profilo Falsoper una terza
stagione, e non è del tutto chiaro se lo farà. Poiché la
piattaforma di streaming mantiene i propri dati per lo più
riservati, è difficile valutare il successo o il fallimento della
seconda stagione di Profilo Falso.
A complicare ulteriormente le
cose è il fatto che la seconda stagione ha richiesto molto tempo
per concretizzarsi ed è stata pubblicata con pochissimo
clamore.
Tuttavia, se la seconda stagione
dovesse ottenere un grande successo per la piattaforma di
streaming, questi dovrebbero affrettarsi a lanciarsi sulla terza
stagione. La seconda stagione è stata rinnovata poche settimane
dopo l’uscita della prima, anche se quest’ultima è stata una sorta
di successo sorprendente e immediato, difficile da replicare. A
complicare ulteriormente le cose è il fatto che la seconda stagione
ha richiesto molto tempo per concretizzarsi ed è stata pubblicata
con pochissimo clamore. La seconda stagione è stata rinnovata nel
giugno 2023 e ci sarebbe voluto più di un anno e mezzo prima che la
seconda stagione fosse trasmessa. Poiché la seconda stagione è
arrivata senza molto clamore, ciò potrebbe significare che gli
spettatori impiegheranno più tempo a scoprirla.
La seconda stagione di
Profilo Falsoè stata
trasmessa l’8 gennaio 2025.
Dettagli sul cast della terza
stagione di Profilo Falso
Chi è sopravvissuto ai colpi di
scena della seconda stagione?
In fondo, programmi come
Profilo Falsoesistono solo
per i colpi di scena esagerati che tengono incollati gli
spettatori, ma devono comunque creare personaggi di cui il pubblico
si interessi. La telenovela ha fatto un lavoro decente in questo
senso nelle due stagioni finora, e il cast principale è necessario
nella terza stagione se Fake Profile vuole continuare ad
avere lo stesso impatto sugli spettatori. A guidare lo show è
Carolina Miranda nei panni dell’ingenua ma amorevole Camila, che
purtroppo si ritrova nel mezzo di una intricata rete di amore e
bugie.
Ad affiancarla nella terza stagione
ci sarà il suo fidanzato Miguel, interpretato da Rodolfo Salas.
Anche se non è sempre stato onesto con lei, la seconda stagione ha
chiarito che Miguel e Camila hanno un legame reale e alla fine
della stagione sono rimasti insieme. Non è chiaro se tornerà l’ex
marito di Camila, David (interpretato da Lincoln Palomeque), dato
che ha preso la decisione matura di lasciarla andare perché lei
amava ancora Miguel. Un ritorno certo è quello dell’antagonista
della serie, Ángela (Manuela González), soprattutto dopo che
l’assassina evasa ha promesso di vendicarsi.
Dettagli sulla trama della terza
stagione di Profilo Falso
Ora che Profilo
Falsoha trovato un suo ritmo, è molto
più facile indovinare il tipo di cose che vedremo nella terza
stagione. La torrida relazione tra Miguel e Camila non è finita
dopo la conclusione della prima stagione, e David ha divorziato da
lei con maturità per permetterle di stare con l’uomo che ama
veramente. Tuttavia, considerando quanto sia stata burrascosa la
loro relazione fino ad ora, è chiaro che un lieto fine non è
proprio nelle carte per la coppia. Oltre alle bugie quasi
compulsive di Miguel, dovranno anche affrontare la sanguinaria
Ángela, fuggita dalla custodia nella seconda stagione.
La serie drammatica colombiana
di NetflixProfilo
Falso torna con una seconda stagione, intitolata “Killer
Match”. Questa volta, proprio come nella prima stagione,
l’attenzione si concentra sul romanticismo e sull’inganno, ma per
aggiungere un po’ di pepe al mix, abbiamo anche un serial killer a
piede libero! Qualcuno sembra avere una vendetta contro i residenti
di Riviera Esmeralda, visto che uno dopo l’altro vengono scoperti
dei cadaveri.
Ma chi è l’assassino e qual è il suo
movente? La detective Indira Martinez è stata incaricata di
districare il mistero dell’omicidio. Date le vite complicate dei
proprietari di casa di Riviera Esmeralda, la detective ha avuto
difficoltà a scoprire la verità. Dopo tutto quello che aveva
passato, Camila Roman sembrava aver finalmente trovato l’amore in
David, ma in segreto continuava a fantasticare su Miguel. Chi ha
scelto alla fine? Scopriamolo.
Come ha fatto la polizia a concludere che Angela era il serial
killer nella seconda stagione di Profilo Falso?
Dato l’impulso di Angela a vendicarsi delle persone che
considerava ingrate per non aver partecipato al funerale del padre,
era ovvio, almeno per il pubblico, che ci fosse lei dietro gli
omicidi. I corpi di Jesus Franco, Adrian Ferrer e Cristobal Balboa
furono scoperti dalla polizia nel giro di quarantotto ore. Franco,
un avvocato di 45 anni con due figli, è stato assassinato in una
stanza d’albergo che aveva prenotato la sera precedente. Il suo
corpo è stato trovato nella vasca da bagno e, secondo i filmati di
sorveglianza, una donna dai capelli biondi era entrata nella stanza
con lui.
Con grande sorpresa di Indira, tutte e tre le vittime erano
morte di infarto e tutte le prove erano state cancellate perché i
corpi di Adrian e Cristobal erano stati recuperati in una piscina.
Cristobal è sconvolto quando scopre che Adrian è stato ucciso e,
quella stessa sera, riceve i messaggi di un profilo Tinder che lo
invita a recarsi nella villa accanto. Subito dopo, anche Cristobal
è stato assassinato. Il profilo Tinder era un fattore comune a
tutti gli omicidi e tutte le vittime erano in contatto con un
profilo chiamato Red Velvet prima di essere uccise. Il nome d’arte
di Camila era Red Velvet e Angela l’aveva incastrata usando il suo
nome per creare il profilo. Sebbene Indira ritenesse strano che
l’assassino avesse lasciato alla polizia un indizio così importante
da scoprire, sentiva già che c’era dell’altro nella storia.
Inizialmente Indira sospettava di Inti Valderamma, un lavoratore
del sesso maschile che nella prima stagione era stato pagato dal
padre di Angela, Pedro, per adescare il figlio Adrian. In seguito,
ha tradito Pedro sviluppando una relazione sessuale con Angela.
Inti è stato arrestato dopo che le sue impronte digitali sono state
trovate vicino alla piscina dove è stato scoperto il corpo di
Cristobal. La polizia ha perquisito la barca di Inti e vi ha
trovato delle droghe illegali, motivo sufficiente per arrestarlo.
Inti negò le accuse e dichiarò che la droga era stata piazzata e
che lui non aveva nulla a che fare con gli omicidi. Aveva
incontrato Cristobal la notte in cui era stato ucciso e gli aveva
proposto di lavorare insieme per far pagare alla famiglia Ferrer il
danno che aveva fatto. A poco a poco si scopre che stava dicendo la
verità.
Secondo la teoria di Indira, l’assassino era alla ricerca di
uomini infedeli. Una donna che viveva a Riviera Esmeralda ha
avvicinato la detective e l’ha informata della scomparsa del
marito, Ignacio Santos. Ha aggiunto che Miguel era il motivo per
cui lei e il marito avevano optato per un matrimonio aperto e che,
anche dopo la fine della loro relazione, il marito aveva continuato
a frequentare altre donne. Il corpo di Ignacio fu presto scoperto
su una spiaggia e si dedusse che era stato aggredito con un oggetto
appuntito, come un frammento di vetro, durante un rapporto
sessuale. A differenza dei casi precedenti, non furono trovate
tracce di scopolamina nel sangue e Indira intuì che Ignacio era la
prima vittima e che l’assassino aveva evoluto il suo modus
operandi. Ciò confermava ulteriormente la teoria di Indira secondo
cui l’assassino era a caccia di uomini infedeli. Ma il caso subisce
una svolta quando Erika, un’amica di Camila, viene uccisa
all’improvviso.
La donna aveva da poco scoperto che Miguel perseguitava Camila e
per un breve periodo sembrò che Miguel fosse responsabile degli
omicidi. Ma Indira ha capito che era innocente quando ha scoperto
che aveva ricevuto una nota vocale dell’intelligenza artificiale
che imitava Camila e che lo invitava a recarsi sull’isola di
Manacoa. L’assassino voleva incastrare Miguel e per questo, insieme
a Camila, anche Angela aveva inviato l’indirizzo a Miguel. Miguel
ha salvato Camila dopo che Angela aveva tentato di bruciarla viva,
ma non è riuscito a catturare l’assassino. Indira ha iniziato a
sospettare di Angela anche dopo l’omicidio di Tina. Quando la
scientifica riuscì a trovare del DNA in una villa incendiata,
Indira pensò che fosse strano, a meno che l’assassino non volesse
incastrare Miguel e avesse lasciato intenzionalmente dei fluidi
corporei sulla scena del crimine per farli scoprire alla
polizia.
Aveva anche scoperto che l’isola remota apparteneva alla madre
defunta di Angela, anche se Angela negava di esserne a conoscenza.
Considerando che l’assassino aveva tentato di incastrare Miguel e
Camila, Indira dedusse che l’assassino aveva un’inimicizia
personale nei loro confronti e che l’unica persona che odiava la
coppia con tutto il cuore era Angela. I suoi sospetti si rivelarono
fondati quando scoprì che Angela aveva spento i filmati di
sorveglianza in diretta e al loro posto c’era un video riprodotto
in loop.
Qual è il movente degli omicidi nella seconda stagione?
Angela disprezzava gli uomini infedeli, soprattutto dopo che
Miguel l’aveva tradita. Durante il periodo di detenzione, ha
progettato gli omicidi. Era spinta da due motivi: uno, punire gli
uomini infedeli e l’altro, uccidere coloro che avevano fatto un
torto o non avevano mostrato rispetto a suo padre. Angela era forse
spinta da un senso di colpa, visto che era responsabile della morte
del padre. Si rifiutava di accettare che suo padre fosse un uomo
manipolatore e voleva invece assicurarsi che chiunque tentasse di
mettere in discussione la sua reputazione fosse punito. Uccise
Tina, la collaboratrice del padre, perché aveva osato raccontare ad
Angela dei segreti su suo padre. Pedro aveva avuto una relazione
con la madre di Tina e spesso trascorreva giorni a casa loro. Col
passare del tempo, Pedro iniziò a interessarsi alla giovane Tina.
La molestò e la violentò, ma Tina era troppo giovane per rendersi
conto di essere stata aggredita. Lentamente sviluppò dei sentimenti
per Pedro, che sfruttò le sue emozioni per portare avanti tutti i
suoi sinistri piani. Ma Angela si rifiuta di credere a Tina.
Secondo lei, Pedro non avrebbe mai potuto commettere un crimine
così efferato e quindi Tina meritava di morire. Aveva pianificato
di uccidere Tina anche prima che confessasse. Aveva da poco
scoperto che Tina aveva cospirato con Santiago, l’amministratore
delegato dell’azienda paterna, la Ferrer Barragan, per adescarla e
convincerla a lasciare l’azienda. Ha spruzzato acqua bollente su
Tina e poi ha proceduto a pugnalarla più volte. Anche se Tina aveva
tentato di fuggire, Angela alla fine l’ha uccisa. Presumibilmente,
aveva ucciso Cristobal perché sapeva che avrebbe rappresentato una
minaccia per lei; forse temeva che volesse una quota della Ferrer
Barragan. Ma perché ha ucciso il suo stesso fratello e anche Erika,
che non era infedele né aveva alcuna inimicizia personale con
Pedro?
Chi è il partner di Angela nel crimine?
Il finale della stagione 2 di Profilo Falso ha rivelato che
Angela aveva un partner nel crimine, Joaquin Duval. La donna è
stata presentata al terapeuta durante il periodo di detenzione e ha
condiviso con lui i suoi pensieri e sentimenti più profondi e
oscuri. Duval aveva un passato sporco: in passato era stato
accusato di aver aggredito sessualmente una sua paziente
adolescente e di averle fatto dei video senza il suo consenso. Come
era prevedibile, quando Angela si è sfogata, Joaquin ha convalidato
i suoi sentimenti.
Le disse che il suo desiderio di punire gli uomini infedeli e il
suo odio verso coloro che avevano fatto un torto a suo padre erano
validi, e invece di aiutarla a superarli, Joaquin la istigò a
esplorare i suoi pensieri oscuri. Insieme decisero di iniziare un
esperimento. Lui aveva sempre avuto interesse a studiare gli uomini
sessualmente insoddisfatti, soprattutto quelli che avevano già una
relazione seria. Aveva Angela come migliore amica, confidente e poi
amante, e insieme misero in atto il loro piano. Scelsero con cura
le loro vittime, persone che sapevano personalmente essere
infedeli.
Per uccidere la loro prima vittima, Ignacio, Joaquin ha ottenuto
per Angela un permesso medico speciale dal carcere. Le cose si sono
complicate tra loro quando Adrian ha scoperto le intenzioni della
sorella e di Joaquin e per questo ha ucciso Adrian. Erika è stata
uccisa semplicemente perché ha sempre tenuto d’occhio Camila.
Joaquin era anche il terapeuta di Camila e aveva iniziato ad avere
un debole per lei. Quando la polizia lo arrestò, fu scoperta una
videocamera nel suo ufficio. Quando Camila incontrò Joaquin nel suo
ufficio, lui chiuse la porta a chiave, ma fortunatamente Indira
aveva capito che si trattava di un uomo pericoloso quando Miguel
diede l’allarme e lei scoprì i suoi precedenti penali. Purtroppo
Indira non poteva tenere Joaquin in prigione a lungo. Poco dopo il
suo rilascio, Joaquin ha drogato Camila e ha tentato di fuggire con
lei, quando improvvisamente Miguel e la polizia sono arrivati in
soccorso di Camila. Proprio quando Joaquin stava per sparare a
Camila e Miguel, Indira intervenne e sparò a Joaquin.
Angela è riuscita a fuggire?
Il finale della stagione 2 di Profilo
Falso suggerisce che Angela è riuscita a fuggire dalla
polizia, e non era sola. Mentre Angela aveva una relazione sessuale
con il suo vicino, Emanuel, ha finito per uccidere anche lui
nell’episodio finale. Aveva capito che Angela era ancora innamorata
di Miguel e semplicemente non era pronta a confrontarsi con i veri
sentimenti che provava per l’ex marito. Angela aveva iniziato a
divertirsi a uccidere le persone senza un motivo particolare, e
l’uccisione di Emanuel era in parte dovuta al semplice brivido. Si
era anche interessata a Vannessa, la moglie di Santiago, che aveva
un disperato bisogno di affetto romantico. Santiago non trattava
bene la moglie e Angela aveva pietà di Vannessa.
Era anche il suo modo di vendicarsi di Santiago, che voleva
disperatamente che uscisse dall’azienda per soddisfare gli
azionisti. Quando Santiago trovò Vannessa e Angela in una posizione
compromettente a casa sua, tentò di aggredire Angela. Vannessa
afferrò una pistola e gli sparò. Angela forse non si aspettava una
tale svolta. Per quanto volesse sbarazzarsi di Santiago, vedere
Vannessa uccidere il marito solo per proteggere l’amante lasciò
Angela in soggezione. Suggerì di sciogliere il corpo in una
soluzione chimica e Angela e Vannessa partirono in barca. Vannessa
aveva probabilmente mandato i figli a vivere con i genitori, mentre
lei aveva deciso di accompagnare Angela, forse in un paese
straniero.
Fa potrebbe tornare con una terza stagione. Angela e Vannessa
sono riuscite a sfuggire alla polizia per il momento, ma possono
nascondersi a lungo? Mentre Vannessa era innamorata di Angela, per
Angela non era lo stesso. Angela era grata a Vannessa e comprendeva
la sua situazione, ma non era innamorata di lei. Provava ancora
qualcosa per Miguel e, non potendo averlo, sarebbe tornata a
distruggere la relazione tra lui e Camila. Inoltre, Vannessa non
sapeva che Angela fosse il serial killer e quando scoprirà la
verità, forse vorrà abbandonare la loro relazione.
Camila e Miguel sono finalmente insieme e nella prossima
stagione potremmo vederli fare di tutto per proteggere la loro
relazione. Un altro personaggio interessante di questa stagione è
stata Laura, la vicina di Angela, una donna anziana che si è
innamorata di un giovane di nome Matteo. Anche se all’inizio
pensava che fosse tutto troppo bello per essere vero, gradualmente
ha accettato che forse lui si era davvero innamorato di lei. Ma
nell’episodio finale, dopo la scomparsa di Matteo, Inti conferma
che il suo vero nome è Alonso e che si tratta di un lavoratore del
sesso. Da lui apprese che l’ufficio di Alonso si trovava a
Barranquilla. Quando la receptionist le ha chiesto il suo nome, ha
fornito un nome falso e ha dichiarato di essere una fotografa in
cerca di modelli maschili. Nella terza stagione speriamo di
scoprire perché Matteo ha finto di essere innamorato di Laura. Si è
innamorato davvero o qualcuno lo ha incastrato? Il figlio di lei
era in qualche modo coinvolto nell’accordo, forse per insegnare
alla madre che non deve fidarsi così facilmente degli estranei?
Speriamo di conoscere la verità nella prossima stagione.
Profiling è la
serie tv del 2009 ideata da Fanny Robert e
Sophie Lebarbier per TF1 e racconta le vicende della
Police nationale parigina. La serie è composta da ben 10 stagion
ied è attualmente in corso.
Profiling: quando esce e dove
vederla in streaming
La prima stagione ha fatto il suo
debutto in Francia nel 2009 ed è tutt’ora in onda su TF1. In Italia
la serie è disponibile su Fox Crime e sul digitale
terrestre da Cielo.
Profiling: la trama e il cast
La serie tv racconta della
criminologa Chloé Saint-Laurent che viene assegnata come consulente
dal commissario Lamarck alla squadra investigativa della polizia
criminale guidata da Matthieu Pérac. Nella risoluzione dei casi
d’omicidio Chloé ha un approccio molto particolare con i delitti
che si trova ad affrontare: la sua forte empatia la porta a pensare
come l’assassino o la vittima, estraniandosi da tutto e da tutti, e
scontrandosi quindi con quello più solido e metodico del
poliziotto. Entra poi in scena l’ispettore Rocher, un poliziotto
pragmatico e poco avvezzo alle gentilezze e alle chiacchiere.
Nonostante questo carattere irritabile egli è ben disposto verso la
psicologa Saint-Laurent, consapevole del valore della stessa. Dopo
la partenza di Chloé, la protagonista della serie diventa Adèle
Delettre.
In Profiling protagonisti sono
Chloé Saint-Laurent (stagioni 1-6, guest 7), interpretata
da Odile Vuillemin, Comandante Matthieu
Perac (stagioni 1-2, guest 7), interpretato da
Guillaume Cramoisan, Comandante Thomas
Rocher (stagioni 3-in corso), interpretato da Philippe
Bas, Tenente Hippolyte de Courtène (stagioni 1-in
corso), interpretato da Raphael Ferret,
Commissario Grégoire Lamarck (stagioni 1-9, guest 10),
interpretato da Jean-Michel Martial, Tenente
Fred Kancel (stagioni 1-5), interpretata da Vanessa
Valence, Adèle Delettre/Camille Delettre
(stagioni 4-9, ricorrente 6), interpretata da Juliette
Roudet, Emma Tomasi (stagioni 6-8), interpretata
da Sophie de Fürst, Jessica Kancel
(stagioni 7-in corso, ricorrente 4-6, guest 5), interpretata da
Julia Piaton (st. 4-6) e da Diane
Dassigny (st. 7-in corso), Olivia Lathis
(stagione 9-in corso), interpretata da Nilusi
Nissanka,Jacques Bèrault (stagione 10-in
corso), interpretato da Guy Lecluyse e Tamara
Marthe (stagione 10-in corso), interpretata da
Shy’m.
Profiling: la prima stagione
Nel primo episodio che si intitola
“Moins que rien” Chloe Saint-Laurent, una psicologa specializzata
in criminologia, viene inserita nella squadra del comandante
Matthieu Perac. I colleghi non sono entusiasti dell’arrivo della
ragazza e ne sottovalutano le potenzialità. Una donna viene trovata
morta vicino a dei cassonetti. Chloe e Mattieu scoprono che la
vittima è una mitomane che assume l’identità di altre persone. I
primi sospetti sono rivolti al fratello della donna che hai dei
piccoli precedenti per episodi di violenza.
Nel secondo episodio che si
intitola “Sans rémission” – “Il veleno e la cura” Un giovane
oncologo viene trovato morto nel suo studio. Dalle analisi risulta
che è stato avvelenato con il siero di belladonna. I primi sospetti
sono rivolti al padre della vittima e a un naturopata che si oppone
alla fissazione dei due medici per le cure invasive. Il caso sembra
toccare da vicino Matthieu, dal momento che il fratello era morto
di cancro. Grazie all’assistente del naturopata, Matthieu riesce a
capire chi ha rubato la belladonna: si tratta di una ragazza che
era in cura dalla vittima.
Nel terzo episodio che si intitola
“Il figliol prodigo” Il corpo di un giovane avvocato viene trovato
morto nelle fogne della città. Dopo avere parlato con il compagno
di stanza della vittima, Matthieu e Chloe interrogano uno psicologo
a cui il giovane si era rivolto dopo aver perso una causa
importante in tribunale. Lo specialista aveva utilizzato l’ipnosi e
aveva fatto scoprire al ragazzo di essere stato rapito quando aveva
solo due anni. Chloe e Matthieu interrogano la madre/rapitrice che
confessa di avere avuto un litigio col giovane, ma di non averlo
ucciso.
Nel quarto episodio che si intitola
“Il paradiso perduto” La giovane moglie di un ricco commerciante
viene trovata pugnalata sul bordo della piscina di casa. Chloe e
Matthieu indagano sul marito della vittima, che è sparito ed è il
primo sospettato. Quando viene ritrovato morto nel bagagliaio della
sua auto, i sospetti ricadono sull’ex moglie, che era al corrente
della gravidanza della giovane donna. Avendo un alibi attendibile,
i sospetti si spostano sul figlio della vittima, ma risulta essere
colpevole solo del furto di 100000 € dalla cassaforte del
padre.
Nel quinto episodio che si intitola
“Una persona perbene” Un attivista rimane ucciso nell’incendio di
un residence. Matthieu e Chloe danno la notizia alla giovane moglie
che, in stato interessante, ha un malore e viene portata in
ospedale dove partorisce, ma si rifiuta di prendere in braccio il
piccolo. In un primo momento, Matthieu pensa che ad appiccare
l’incendio sia stato proprio il proprietario della struttura, ma
dimostra di non aver nessun interesse e comunque ha un alibi. Dopo
accurate ricerche, risalgono a colui che ha dato fuoco
all’immobile, un attivista compagno della vittima il quale però non
ha ucciso l’uomo. Chloe intuisce che il colpevole è un’altra
attivista, ma col suo modo di fare un po’ sopra le righe,
compromette importanti prove per incriminarla.
Nel sesto episodio che si intitola
“Dietro la maschera” Chloe e Matthieu decidono di mettere da parte
le loro divergenze per aiutare un uomo che si è rivolto a loro per
ritrovare la figlia, scomparsa da sei mesi. Per prima cosa si
rivolgono alla sua migliore amica che, grazie a Chloe, le dà il
nome di un ragazzo con cui l’amica si sentiva in internet da un
po’. Tramite l’indirizzo IP, scoprono che in realtà, la ragazza era
caduta nella rete di un maniaco, nonché padre di una compagna di
classe, ma in realtà, era la ragazza, con le sue amiche, ad aver
organizzato tutto per ridere alle spalle della scomparsa. Grazie a
un video girato dalle ragazze, risalgono a un taxi appartenente a
un anziano deceduto, ma ora in possesso del figlio, pregiudicato
per molestie sessuali.
Profeti,
il nuovo film di Alessio Cremonini, vincitore
del David di Donatello come Miglior regista esordiente
per Sulla
mia pelle, arriverà solo al cinema dal 26
gennaio, dopo aver vinto il Black Panther
Award 2022 – Menzione speciale della giuria al Noir
InFestival, dove è stato presentato in anteprima. Il
lungometraggio con protagonista Jasmine
Trinca –due volte David di Donatello
come Migliore attrice e Premio Un Certain Regard per la migliore
interpretazione femminile al Festival di Cannes – una
sorprendente Isabella Nefar e Ziad Bakri, è una produzione
Cinemaundici e Lucky Red con Rai Cinema in collaborazione con Sky
Cinema.
Profeti è la storia
del confronto tra Sara (Jasmine
Trinca), una giornalista italiana andata in Medio Oriente per
raccontare la guerra dello Stato Islamico, e Nur (Isabella Nefar),
una foreign fighter radicalizzata a Londra che ha sposato un
miliziano e ora vive nel Califfato. Sara viene rapita dall’Isis e
in quanto donna, in quanto essere inferiore che ha dignità solo se
sottomessa al maschio, non può stare in una prigione dove sono
presenti anche degli uomini. Per questo motivo viene data in
custodia ad una sua “pari”: ad una donna. Nur diventa la sua
carceriera. La casa di Nur, la sua prigione. E sarà proprio quella
casa nel mezzo di un campo di addestramento dello Stato Islamico il
luogo dove Sara e Nur si confronteranno. Un confronto quasi
impossibile che si trasforma in guerra psicologica mentre attorno
scoppiano le bombe e i nemici vengono bruciati vivi per vendetta.
Un confronto fatto di silenzi, di sottili ricatti, e dal
progressivo tentativo di Nur di convertire Sara.
Dopo aver raccontato le vicende di
Stefano Cucchi in Sulla mia pelle, Alessio Cremonini
si confronta con temi altrettanto attuali: la prigionia, i diritti
delle donne, il Medio Oriente, la religione, lo scontro di civiltà.
«Sono questi i temi della mia indagine: lo strumento è il
cinema. Un cinema inteso come “viaggio” che svela storie, che
percorre strade poco battute. Un cinema politico. Un cinema
radicale. Un cinema essenziale» – ha dichiarato
Cremonini – «Un film su due donne occidentali che
hanno fatto scelte diametralmente opposte. Sara, una giornalista
italiana rapita dall’Isis durante un reportage di guerra in Siria,
e Nur che la tiene prigioniera per mesi in una casa costruita in un
campo di addestramento dello Stato Islamico. Quello che il cinema
può e deve fare, è mettere in scena la vicenda di Sara e Nur senza
manicheismi o semplificazioni retoriche. Questa storia, infatti,
non soltanto è metafora di quello che accade in molte parti del
Medio Oriente, ma ci riguarda da vicino. Poiché, ormai lo sappiamo,
se nell’altra sponda del Mediterraneo inizia un incendio poi le
fiamme arrivano anche da noi».
Il film inizia con le parole di una
combattente curda intervistata da Sara, la giornalista italiana
interpretata da Jasmine Trinca: «Combatto per i curdi,
per la libertà e per le donne. In Medio Oriente, se sei una donna,
devi imparare a difenderti il prima possibile. Qui, la maggior
parte dei regimi è basata sulla sottomissione, sull’oppressione
delle donne. È per questo che le uniche persone che possono
cambiare questa mentalità sono le donne», parole che portano
subito la mente quanto sta accadendo in Iran.
Dopo il
successo di Sulla mia pelle, Alessio Cremonini
torna dietro la macchina da presa. Sono iniziate il 6 aprile le
riprese di Profeti,
film di cui, oltre alla regia, Alessio Cremonini firma anche la
sceneggiatura assieme a Monica Zapelli. La fotografia è di
Ramiro Civita, il montaggio di Marco Spoletini.
Profeti è
girato in Puglia e sono previste sei settimane di riprese. Prodotto
da Cinema Undici e Lucky Red con Rai Cinema,
con il contributo dell’Apulia Film Commission e
con il sostegno della Direzione Generale Cinema e
audiovisivo, Profeti è
un film di finzione sul rapimento di una giornalista nel Medio
Oriente e sul suo periodo di detenzione. Ad affiancare
Jasmine Trinca, che veste i panni della protagonista e che
torna a lavorare con Alessio Cremonini dopo aver interpretato il
ruolo di Ilaria Cucchi, Isabella Nefar e Ziad Bakri.
Prodotto da Cinemaundici e Lucky Red con
Rai Cinema, Profetiè un film di finzione
sul rapimento di una giornalista nel Medio Oriente e sulla sua
lunga prigionia. Ad affiancareJasmine
Trinca, che veste i panni della protagonista e che torna a
lavorare con Alessio Cremonini dopo aver
interpretato in Sulla mia pelle il ruolo di Ilaria
Cucchi,Isabella
NefareZiad
Bakri.
Un film sulla guerra, sull’estremismo
religioso, su due donne che hanno fatto scelte diametralmente
opposte, sull’oppressione che le donne vivono in molte parti del
mondo.
La trama di Profeti
Profetiè la storia del
confronto e scontro fra Sara, una giornalista italiana rapita
dall’Isis durante un reportage di guerra in Siria, e Nur, giovane
foreign fighter moglie di un miliziano del Califfato che la tiene
prigioniera nella sua casa costruita in un campo di
addestramento. Durante i mesi di detenzione Nur, mossa dal
desiderio di proselitismo, e seguendo gli ordini del leader del
campo, tenta di convertire Sara e di farla aderire all’estremismo
islamista.
Dopo Sulla mia pelle, dedicato all’Odissea di
Stefano Cucchi e alla sua ultima settimana di
vita, Alessio Cremonini si conferma un regista al
quale dare ascolto, e sale. Mai banale, il suo cinema continua a
raccontare storie comunque utili a sollevare interrogativi e a
sfidare l’abitudine nella quale spesso pigrizia e timore ci
spingono. Come succede anche nel suo nuovo Profeti,
in sala dal 26 gennaio
(distribuito da Lucky Red), nel quale torna a
collaborare con Jasmine
Trinca, già Ilaria Cucchi nel
film del 2018.
In
Profeti l’attrice romana è Sara è una giornalista
italiana, in Medio Oriente per un reportage sulla guerra nello
Stato Islamico, che viene rapita dall’Isis. In quanto donna, quindi
inferiore e rispettabile solo se sottomessa al maschio, non può
stare in una prigione dove siano anche degli uomini, per cui viene
trasferita nella casa di Nur (interpretata dalla Isabella Nefar di
Waiting for the Barbarians), che da quel momento diventa la
sua carceriera.
Anche Nur è una
straniera, una foreign fighter radicalizzata a Londra che ha poi
sposato un miliziano e ora vive nel Califfato nella casa che le due
donne saranno costrette a condividere a lungo, proprio nel mezzo di
un campo di addestramento dell’ISIS, dove altri prigionieri vengono
torturati e uccisi. Fuori continua il conflitto che conosciamo,
mentre tra le quattro mura si sviluppa una diversa guerra,
psicologica, fatta di silenzi e sottili ricatti, per convertire
Sara.
ISIS, Islam,
religione, libertà
Non saranno mai
abbastanza le occasioni di sottolineare l’abisso che intercorre tra
fanatismo religioso e l’Islam praticato dai musulmani che la stessa
foreign fighter attacca sullo schermo, un tema e un ambito
culturale che il regista conosce bene, e al quale si dedica – come
sottolinea lo stesso vincitore del David di Donatello come Miglior
regista esordiente del 2018 – sin dal
Private di Saverio
Costanzo (del quale era co-sceneggiatore) e dal
Border del 2013, “un piccolissimo film
sulla rivoluzione siriana mai uscito nelle sale“. Alla base il
“desiderio di guardare fuori, a storie non italiane, ma che ci
devono interessare“.
“In Medio Oriente, se
sei una donna, devi imparare a difenderti il prima possibile“,
queste parole ci accolgono all’inizio del film, ma più – e oltre –
che essere un inevitabile riferimento a quanto vediamo accadere in
Iran, con l’incedere della storia è altrettanto naturale tornare
con la mente alla vicenda vissuta dalla cooperante Silvia
Aisha Romano, convertitasi all’Islam durante la prigionia
in Somalia. Una scelta sincera? Disperata? Figlia della
costrizione? Per quanto riguarda i casi citati, non ci permettiamo
di fare ipotesi, ma per quanto riguarda il film speriamo sia una
scelta deliberata quella di lasciare il dubbio nello spettatore
riguardo quel che accade nella casa, tra le due donne.
Nessun dubbio, troppi
dubbi
In
Profeti, ci sono due donne occidentali che hanno
fatto scelte diametralmente opposte, una lontana da qualsiasi fede,
l’altra assolutamente convinta della propria, come molti, troppi.
Temi cardinali – insieme a quello della prigionia, fisica e non
solo, declinato anche nel film sul caso Cucchi – che il film tratta
in maniera forse troppo ordinata, dall’inizio, quando la prima
stazione del calvario di Sara si rivela particolarmente
sopportabile, evidentemente in considerazione del reale obiettivo
della cellula.
In un cinema politico
come quello di Cremonini, d’altronde, l’importante è mettere in
scena una realtà e delle metafore che il pubblico possa digerire, e
portare con sé, anche a costo di rischiare di non chiarire elementi
narrativi importanti o di aprire crepe nella coerenza interna dei
personaggi. Se dopo aver visto il film qualcuno in più penserà che
sia meglio spegnere le fiamme della casa del vicino piuttosto che
voltargli le spalle, il resto non sarà poi così importante.
Io rispetto la fede ma è il
dubbio che ti educa. (Bruce Lee)
Da sempre noto per le sue commedie
sentimentali, l’attore Hugh Grant ha nel corso
degli ultimi due decenni stretto un vero e proprio sodalizio
artistico con il regista e sceneggiatore Marc
Lawrence. Dopo aver lavorato insieme a titoli come Due
settimane per innamorarsi, Scrivimi una canzone e Che fine
hanno fatto i Morgan?, i due realizzano nel 2014 l’apprezzato
Professore per amore. Si tratta anche in
questo caso di una storia d’amore, sentimento che risveglia l’animo
del protagonista, da tempo spentosi sotto i colpi della vita.
Ad impreziosire il film vi sono
diversi celebri attori di Hollywood, tra cui si annoverano anche
diversi premi Oscar alla recitazione. Proprio grazie a loro il film
ha potuto guadagnare ulteriore valore, ottenendo un buon successo a
livello internazionale. Presentato in anteprima allo Shanghai
International Film Festival, questo ha raccolto buoni consensi,
segnando un trionfale ritorno di Grant al genere che lo ha reso
celebre. Grazie a Lawrence, esperto di tale tipologia di commedia,
sono inoltre assicurati intrattenimento e buone emozioni.
Prima di cimentarsi in una visione
di Professore per amore, però, è certamente consigliabile
approfondire ulteriori dettagli circa la sua trama e il cast di
attori che lo compone. Proseguendo qui nella lettura sarà inoltre
possibile ritrovare alcune delle frasi più note e belle del film,
grazie alle quali si potrà avere un primo contatto con quella che è
l’atmosfera del film e il carattere dei suoi personaggi. Infine, si
elencheranno le principali piattaforme dove sarà possibile
ritrovare il film per una comoda visione in streaming.
Professore per amore: la trama del
film
Protagonista del film è
l’affascinante Keith Michaels, affermato
sceneggiatore di Hollywood, il quale ottenne un successo clamoroso
con una sua sceneggiatura, grazie a cui era addirittura arrivato a
vincere il premio Oscar. Raggiunto tale onore, però, è per lui
iniziato un periodo di declino, caratterizzato dalla difficoltà a
vendere o far fruttare le proprie storie. Con il passare del tempo,
la sua vita si riduce ad un disastro continuo, tra il divorzio
dalla moglie e la perdita di tutti i suoi averi. Per di più, Keith
non scrive più da anni, come incapace di riuscire a formulare
concetti e frasi di suo gusto.
Pur di guadagnare qualcosa e tenersi
occupato, egli accetta il consiglio della sua agente di tenere un
corso di scrittura nell’università di Binghamton, nello stato di
New York. L’idea però non lo entusiasma affatto, specialmente
perché egli è ormai convinto che scrivere sia un arte inutile.
Nell’intraprendere le prime lezioni, quindi, egli appare svogliato
e privo di stimoli, ma non può sapere che la sua condizione
cambierà presto. Proprio durante il corso, infatti, egli conosce la
studentessa Holly, una madre single di due figlie,
la quale coltiva da sempre il sogno di scrivere sue storie. La
passione da lei sfoggiata sarà ciò che permetterà a Keith di avere
una seconda chance, ritrovando la voglia di vivere.
Professore per amore: il cast del
film
Come già accennato in apertura,
l’attore Hugh
Grant veste qui i panni del protagonista Keith
Michaels. L’attore, noto per film come Notthing Hill e
Quattro matrimonio e un funerale, ha dichiarato di aver
particolarmente apprezzato il personaggio qui interpretato, poiché
questo gli permetteva di dar vita a sfumature nuove dell’animo
umano. L’attore, infatti, ha dichiarato di essersi sentito stufo di
interpretare personaggi i cui problemi sono tutti legati alla sfera
sentimentale. Nell’assumere i panni di Keith, invece, egli ha
potuto prima di tutto dar vita ad un uomo distrutto in cerca di un
nuovo sé stesso. Accanto a lui, nei panni di Holly, vi è invece la
premio Oscar Marisa
Tomei. Nota per la sua capacità di passare con
naturalezza dal comico al drammatico, l’attrice è stata
particolarmente apprezzata per la sua interpretazione in questo
film.
Nei ruoli dei personaggi secondari,
allo stesso modo, si ritrovano alcuni celebri attori di Hollywood,
scelti per conferire il massimo del carisma ai rispettivi
personaggi. Bella
Heathcote, vista anche in The Neon Demon,
interpreta qui Karen Gabney, una delle studentesse di Keith con cui
questi intreccia una breve relazione. L’attrice premio Oscar
Allison Janney, invece, è presenti nei panni della
docente Mary Weldon, con cui Keith ha degli iniziali dissapori.
J. K.
Simmons, vincitore del premio Oscar per il film
Whiplash, è invece il dottor Lerner, agente statale. Si
ritrovano infine gli attori Chris Elliott nel
ruolo di Jim e Aja Naomi King in quelli di
Rosa.
Professore per amore: le frasi, il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Per gli appassionati del film è
possibile fruire di Professore per
amore grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Il film è infatti disponibile nel catalogo di Rai Play e
Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto
un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film
sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno sabato
11dicembre alle ore
21:10 sul canale Rai Movie.
Nel film sono inoltre presenti
diverse frasi oggi entrate a far parte dell’immaginario comune. Si
tratta di battute e affermazioni che descrivono alla perfezione non
solo il contesto in cui si svolge la storia ma anche i protagonisti
che le pronunciano. Di seguito si riportano le più belle e più
importanti del film.
“L’insegnare, come mi aveva predetto un mio amico, ha
affondato gli artigli su di me!” (Keith Michaels)
“Scrivere un film è così gravoso… E’ come buttarsi a mare e
ti serve una scialuppa… E quella scialuppa è l’impulso dietro un
film.” (Keith Michaels)
“La differenza tra la parola quasi giusta e quella giusta è
la differenza tra il fulmine e la luce.” (Keith Michaels)
“«Sai cosa ha detto J.K. Rowling?» «Dove ho messo il mio
ultimo miliardo di dollari?» «Che il fallimento è la cosa migliore
che le sia mai capitata, perché l’ha liberata del superfluo e le ha
permesso di concentrarsi sulla cosa che importava di più,
scrivere!»” (Keith Michaels ed Ellen)
Sembra che il Professor X sarà uno dei membri degli
Illuminati in
Doctor Strange nel Multiverso della Follia. Dopo aver
sentito la voce di Patrick Stewart nell’ultimo
trailer del film, la presenza di Charles Xavier è
praticamente certa.
C’è da dire che le varianti del
personaggio sono molteplici, da quelle viste nei fumetti a quelle
mostrate sullo schermo in live-action o con l’animazione. In
particolare, ci sono dieci possibili iterazioni del famoso leader
degli X-Men che sicuramente sarebbero apprezzate dai fan
storici del Professor X. Chissà quale apparirà realmente
in Doctor Strange 2.
Una versione originale del
Professor X per Doctor Strange 2
Senza guardare troppo al
passato, il franchise potrebbe aver optato per una nuova versione
del Professor X creata ad hoc per essere introdotta
nell’MCU
attraverso Doctor Strange nel Multiverso della
Follia.
La scelta non sarebbe affatto
banale, anzi permetterebbe di dare nuova vitalità al personaggio
già conosciuto dai fan storici e, contemporaneamente, di inserire
nell’Universo Cinematografico Marvel un nuovo
membro, pronto per essere amato dal pubblico. Questa opzione non
escluderebbe l’apparizione delle versioni già note: come sappiamo,
la Marvel è conosciuta per essere imprevedibile
nelle scelte narrative.
X-Men ’97
Pare che X-Men
‘97, la serie animata by Marvel Studios
reboot di X-Men: The Animated Series, esordirà
con una stagione di 10 episodi nel 2023. La
serie riporterà in vita i personaggi degli anni ’90, tra cui anche
il Professor X.
Non è da escludere che il
Charles Xavier che vedremo in Doctor Strange nel
Multiverso della Follia sarà una combinazione del
Professor X dei fumetti e di quello interpretato da
Patrick Stewart nei film. C’è da vedere se
l’MCU è disposto ad adattare il suo stile a quello
dei fumetti che, inevitabilmente, si collegano alla serie.
Logan
Logan
ha una posizione non chiara all’interno della linea temporale dei
film sugli X-Men, ma mostra uno Charles Xavier
molto più anziano che fatica a gestire i suoi poteri.
La profondità del ruolo che
Patrick Stewart ricopre nel film è da
ricordare. Questa versione del Professor X muore nel
corso di Logan, ma nulla vieta il suo ritorno!
Doctor Strange nel Multiverso della Follia
potrebbe essere l’occasione perfetta per riportare in vita il
personaggio e per includerlo nel Multiverso!
La versione della trilogia degli
X-Men
La versione del Professor X che più probabilmente apparirà in
Doctor Strange 2 è quella interpretata da
Patrick Stewart nella trilogia degli
X-Men. Già il trailer del film è pieno di indizi: la voce
e i manierisimi sono quelli del leader degli X-Men che
tutti conoscono dalla trilogia.
Il reset della linea temporale
potrebbe aver toccato anche Xavier e averlo rimesso a capo
della X-Mansion. Questa narrazione certamente causerebbe
la visita da parte di coloro che tengono d’occhio le linee
temporali, come Doctor Strange. È quindi probabile
che la versione di Charles appena descritta sarà
quella riportata nel film.
X-Men
– L’inizio
X-Men – L’inizio mostra al
pubblico una gamma molto più giovane di Mutanti che collabora alla
creazione della scuola per super-dotati e alla nascita degli
X-Men.
Il giovane Professor X è
interpretato in modo unico da James McAvoy. La sua versione è amata dai fan e contiene tutte
le sfumature del personaggio, tradizionalmente associato a Patrick Stewart. Un rapido cameo di McAvoy in Doctor Strange
2 sarebbe sicuramente apprezzato dal
pubblico.
X-Men – Giorni di un futuro
passato
Un’altra variante del Professor
X, vestita con abiti scuri e
fantasiosi, è presentata in X-Men – Giorni di un
futuro passato. Questa versione
di Xavier ha giocato con il tempo ma ha anche capito
la gravità delle sue azioni.Di tutte le varianti di Charles che
potrebbero legare bene con gli Illuminati, quella appena
descritta è l’iterazione che sembra essere più adatta a
Doctor Strange 2.
Il Professor X di Legion in Doctor
Strange 2?
La serie televisiva Legion
porta in scena il figlio di Charles Xavier, David
Haller, i cui poteri sono molto più portentosi di quelli del
padre. Nello show compare anche un giovane Professor X
che, prima di diventare capo degli X-Men, si prende
cura del figlio.
L’attore Harry
Lloyd fa un ritratto fantastico e originale di
Charles e ne mostra alcuni lati insoliti, come la
gentilezza e il supporto alla formazione di Haller.
L’apparizione in Doctor Strange nel Multiverso della
Follia di questa versione completerebbe un discorso
lasciato in sospeso e collegherebbe Legion
all’MCU.
House Of X
Mentre le versioni del
Professor X provenienti dai film Marvel e dai programmi TV sembrano essere
quelle più propense a tornare in Doctor Strange
2, poco si parla dei fumetti.
E se il film ci mostrasse un
Charles Xavier legato alla serie comics House of
X? Quella di House of X è una delle
rappresentazioni più potenti del personaggio, una posizione di
forza con cui la narrazione sul grande schermo potrebbe
funzionare.
Un Professor X zombie per Doctor
Strange nel Multiverso della Follia?
L’universo degli zombie
dell’MCU è stato brevemente esplorato nella serie
Disney+What If..?.
Lo Zombie Charles Xavier è
una minaccia poiché è dotato di un potere totalmente fuori
controllo.Un mostro
assolutamente letale.
Per quanto abbiamo visto nel
trailer, Doctor Strange nel Multiverso della
Follia potrebbe non escludere una variante zombie del
personaggio di Patrick Stewart. Forse un tale essere sarebbe l’unico in grado di
fermare Scarlet Witch…
M.O.D.O.K.M.O.D.O.K. è
una macchina assassina. Non è ancora apparso in live-action, ma è
noto per i fumetti, i videogiochi e la serie in stop motion.
Non c’è da sorprendersi che un cattivo così strano possa apparire
nel Multiverso.
Inoltre, in una narrazione dei fumetti,
Xavier stesso si trasforma in una versione estremamente
potente di M.O.D.O.K. La scelta di questa variante
mostrerebbe al pubblico che l’MCU sta allargando
sempre più i suoi confini.
Bryan Singer
sembra andare molto d’accordo con i social network, è infatti
questo il modo che preferisce per tenere informati i suoi fan. Il
regista ha appena twittato una foto del giovane Professor X
(James McAvoy) direttamente dal set di
X-Men: giorni di un futuro
passato. Il giovane attore sarà affiancato sul
set dall’originale Professor X , interpretato ancora da
Patrick Stewart.
Eccola!
La trama di X-Men: giorni di un futuro
passato, tratta dall’omonimo fumetto del 1981,
ripercorre un arco temporale ambientato in un imprecisato futuro in
cui gli USA sono dominati dalla Sentinelle, mentre i mutanti vivono
confinati in campi di concentramento. Kitty Pride torna indietro
nel tempo e impedisce dal passato che gli eventi precipitino a tal
punto da trasformare la vita dei mutanti del futuro in un inferno
di reclusione.
In occasione dell’arrivo al cinema
di Wonder
Woman, Annapurna Production
presenta il primo teaser trailer di Professor Marston
& The Wonder Women, il
biopic su William Moulton
Marston, professore di Harvard che creò il
personaggio della DC Comics 75 anni fa.
Ecco il teaser trailer
di Professor Marston & The Wonder Women
Professor Marston & The
Wonder Women vede protagonisti Luke
Evans (La ragazza del treno),
Rebecca Hall (Iron Man 3) e
Bella Heathcote (The Neon Demon).
Alla regia è stata chiamata Angela Robinson.
Il film seguirà la storia di
William Moulton Marston, lo psicologo di Harvard
che ha creato il personaggio di Wonder Woman, e di
sua moglie Elizabeth, nella loro relazione con l’ex studentessa di
Marston, Olive Byrne. Entrambe le donne sono state di grande
influenza per il personaggio di Diana, dal momento che Marston
infuse nel personaggio lo stesso tipo di senso della morale e di
femminismo delle donne della sua vita.
Il film dovrebbe concentrarsi sulle
controversie che seguirono la creazione del personaggio da parte
del pubblico, mentre i tre erano intenti a gestire la loro insolita
e complessa relazione che avrebbe potuto rovinare la vita e la
reputazione di tutti loro.
L’annuncio segue di qualche
settimana l’annuncio di un biopic sulla vita
straordinaria di Stan Lee, padre di moltissimi
degli eroi dei fumetti Marvel più amati al
mondo.
Annapurna Production ha
condiviso su Youtube il nuovo trailer di Professor
Marston & The Wonder
Women, il biopic
su William Moulton Marston, professore
di Harvard che creò il personaggio della DC
Comics che ha conquistato i box office di tutto il
mondo quest’anno, con il suo primo film da protagonista.
Professor Marston & The
Wonder Women – il trailer finale
Professor Marston & The
Wonder Women vede protagonisti Luke
Evans (La ragazza del
treno), Rebecca
Hall (Iron Man 3)
e Bella Heathcote (The Neon
Demon). Alla regia è stata chiamata Angela
Robinson.
Il film seguirà la storia
di William Moulton Marston, lo psicologo di
Harvard che ha creato il personaggio di Wonder
Woman, e di sua moglie Elizabeth, nella loro relazione con
l’ex studentessa di Marston, Olive Byrne. Entrambe le donne sono
state di grande influenza per il personaggio di Diana, dal momento
che Marston infuse nel personaggio lo stesso tipo di senso della
morale e di femminismo delle donne della sua vita.
Il film dovrebbe concentrarsi sulle
controversie che seguirono la creazione del personaggio da parte
del pubblico, mentre i tre erano intenti a gestire la loro insolita
e complessa relazione che avrebbe potuto rovinare la vita e la
reputazione di tutti loro.
L’annuncio segue di qualche
settimana l’annuncio di un biopic sulla
vita straordinaria di Stan Lee, padre di
moltissimi degli eroi dei fumetti Marvel più amati al
mondo.
Annapurna
Production presenta il trailer di Professor
Marston & The Wonder
Women, il biopic
su William Moulton Marston, professore
di Harvard che creò il personaggio della DC
Comics 75 anni fa.
Professor Marston & The
Wonder Women
Professor Marston & The
Wonder Women vede protagonisti Luke
Evans (La ragazza del
treno), Rebecca
Hall (Iron Man 3)
e Bella Heathcote (The Neon
Demon). Alla regia è stata chiamata Angela
Robinson.
Il film seguirà la storia
di William Moulton Marston, lo psicologo di
Harvard che ha creato il personaggio di Wonder
Woman, e di sua moglie Elizabeth, nella loro relazione con
l’ex studentessa di Marston, Olive Byrne. Entrambe le donne sono
state di grande influenza per il personaggio di Diana, dal momento
che Marston infuse nel personaggio lo stesso tipo di senso della
morale e di femminismo delle donne della sua vita.
Il film dovrebbe concentrarsi sulle
controversie che seguirono la creazione del personaggio da parte
del pubblico, mentre i tre erano intenti a gestire la loro insolita
e complessa relazione che avrebbe potuto rovinare la vita e la
reputazione di tutti loro.
L’annuncio segue di qualche
settimana l’annuncio di un biopic sulla
vita straordinaria di Stan Lee, padre di
moltissimi degli eroi dei fumetti Marvel più amati al
mondo.
Andrea
Guglielmino & Andrea
Guglielmino presentano ‘Professione
sceneggiatore‘ di Sergio Badino: uno
scrive di cinema a Roma, l’altro per tanto tempo ha venduto libri a
Genova alla libreria Porto Antico, una delle più rinomate della
città. Due mestieri in qualche modo complementari. La particolarità
è che i due hanno lo stesso nome: Andrea Guglielmino. Si sono
scoperti reciprocamente facendo ‘egosurfing’ su Internet e già una
volta, nel 2008, si sono pubblicamente incontrati in occasione
della presentazione di un libro. Come Dylan Dog e Martin Mystère,
quando si uniscono scatenano forze inarrestabili. Stavolta la
forza è Sergio Badino, autore di fumetti
(Disney, Sergio Bonelli
Editore, Tunué), insegnante di sceneggiatura e
storytelling presso StudioStorie a Genova e sceneggiatore, tra gli
altri, proprio di Dylan Dog e Martin Mystère, oltre che delle serie
animate Mostri e Pirati (Italia 1, 2008)
e Ondino (RaiTre, 2010).
Il 30 novembre alle ore 21.00 alla
libreria Mangiaparole a Roma (Via Manlio
Capitolino 7/9. Metro Furio Camillo) Andrea Guglielmino & Andrea
Guglielmino presenteranno il volume ‘Professione
Sceneggiatore. In viaggio tra narrazione e scrittura
creativa‘ di Sergio Badino. Edito da Tunué con la
prefazione di Maurizio Nichetti, è il testo indispensabile per
tutti i giovani autori ma anche per tutti gli appassionati lettori
di narrativa o spettatori di cinema e tv curiosi di conoscere e
capire i meccanismi dello storytelling, perché in fondo oggi tutto,
intorno a noi, è fatto di storie.
Evoluzione dell’idea di un precedente volume di
Badino, Professione sceneggiatore. Dritte, trucchi e
segreti del mestiere (Tunué, 2007), questo volume
analizza il mondo della narrazione scritta a 360°, con un approccio
interdisciplinare, per indicare ogni possibile declinazione della
propria capacità di scrivere. Lo storytelling è diventato negli
anni una vera e propria strategia comunicativa, nel marketing e
nella pubblicità – senza contare tutti i mass media – che
prevedono, come caratteristica del loro essere, il narrare una
storia.
L’evento, organizzato da Tunué, è patrocinato
da Everyeye e Vendicazzari,
uniti!
Le tecnologie digitali
oggi stanno influenzando tutti gli aspetti della produzione, a
comicinare dal modo con cui i team creativi sono in grado di
comunicare finendo alle produzioni virtuale
Si è tenuto ieri
il Producers Guild of America Awards
2016, l’ambito premio del sindacato dei produttori
arrivato alla 27esima edizione. Ecco tutte le foto del red
carpet:
Sono stati annunciate
le nomination per i PGA 2014, i Producers Guild Awards, ovvero i
premi alle migliori produzioni nell’ambito del cinema e della
televisione. Ecco di seguito i nominati per le categorie
cinematografiche di miglior documentario, miglior film d’animazione
e miglior film:
Premio Darryl F. Zanuck
Per il miglior film:
American
Hustle (Columbia Pictures)Producers: Megan Ellison,
Jon Gordon, Charles Roven, Richard SuckleBlue
Jasmine (Sony Pictures Classics)
Producers: Letty Aronson, Stephen Tenenbaum
Captain Phillips (Columbia
Pictures)
Producers: Dana Brunetti, Michael De Luca, Scott Rudin
Dallas Buyers Club (Focus
Features)
Producers: Robbie Brenner, Rachel Winter
Gravity (Warner Bros. Pictures)
Producers: Alfonso Cuarón, David Heyman
Her (Warner Bros. Pictures)
Producers: Megan Ellison, Spike Jonze, Vincent Landay
Nebraska (Paramount Pictures)
Producers: Albert Berger, Ron Yerxa
Saving Mr. Banks (Walt Disney Studios
Motion Pictures)
Producers: Ian Collie, Alison Owen, Philip Steuer
12 Years a Slave (Fox Searchlight
Pictures)
Producers: Anthony Katagas, Jeremy Kleiner, Steve McQueen,
Brad
Pitt & Dede Gardner
Wolf of Wall Street (Paramount
Pictures)
Producers: Riza Aziz, Emma Koskoff, Joey McFarland
Premio per il miglior film d’animazione:
The Croods (DreamWorks Animation)
Producers: Kristine Belson, Jane Hartwell
Despicable Me 2 (Universal
Pictures)
Producers: Janet Healy, Chris Meledandri
Epic (Twentieth Century Fox)
Producers: Jerry Davis, Lori Forte
Frozen (Walt Disney Studios Motion
Pictures)
Producer: Peter Del Vecho
Monsters University (Pixar
Animation)
Producer: Kori Rae
Premio al miglior documentario:
A PLACE AT THE TABLE (Magnolia
Pictures)
Producers: Julie Goldman, Ryan Harrington, Kristi Jacobson, Lori
Silverbush
FAR OUT ISN’T FAR ENOUGH: THE TOMI UNGERER
STORY (First Run Features)
Producers: Brad Bernstein, Rick Cikowski
LIFE ACCORDING TO SAM (HBO Documentary
Films)
Producers: Andrea Nix Fine, Sean Fine, Miriam Weintraub
WE STEAL SECRETS: THE STORY OF
WIKILEAKS (Focus Features)
Producers: Alexis Bloom, Alex Gibney, Marc Shmuger
WHICH WAY IS THE FRONT LINE FROM HERE? THE LIFE AND
TIME OF TIM HETHERINGTON (HBO Documentary Films)
Annunciate le nominaion
per i Producers Guild Awards 2013, i premi dei produttori
al miglior prodotto cinematografico (e televisivo) dell’anno appena
trascorso.
Dopo una guerra al rilancio la
produzione di Abramo Lincoln: Vampire Hunter è stata assegnata alla
20th Century Fox, che ha cominciato a spingere per l’uscita al
cinema del film entro il 22 gennaio del 2012 sotto la guida di Tim
Burton in veste di produttore.
L’attore Eric Bana è stato
recentemente preso per interpretare il ruolo di Lincoln, e Timur
Bekmambetov (Wanted) che dirigerà il film spera in una produzione
in 3D invece che una riconversione del film in post-produzione. Nel
tentativo di aumentare il budget i 69 milioni dollari, la Fox ha
deciso di approfittare degli incentivi fiscali offerti dalla città
di New Orleans, Louisiana, per sceglierla come location.
Lo studio ha già preso in affitto
un magazzino e inizierà la costruzione dei set che vedranno la
riproduzione della Casa Bianca. L’inizio delle riprese sono
previste per il 20 gennaio. Oltre a New Orleans e Los Angeles, la
Fox potrebbe portare il film anche nel Maryland e in Carolina per
le riprese a lungo raggio, nel tentativo di catturare lo scenario
degli Stati Uniti nel 1800. Abraham Lincoln: Vampire Hunter sarà la
rivisitazione della vita di Lincoln, che ritrae il 16esimo
presidente come un cacciatore di vampiri , una delle sue ossessioni
in quanto ritenuti responsabili della morte di sua madre. Lincoln
apprende infine che i vampiri si sono rifugiati gli stati del sud
degli Stati Uniti e stanno architettando un piano per conquistare e
schiavizzare il paese intero – questo a sua volta conduce la guerra
civile tra l’Unione e la Confederazione, alla quale si alleeranno i
vampiri.
Dopo avervi riportato la decisione
di Quentin Tarantino di intentare causa
a Gawker Media (qui la notizia), colpevole di
aver contribuito alla diffusione online dello script
di The Hatetfull Eight, ci giunge
fresca di giornata la replica della testata all’autore
statunitense.
La risposta arrivataci attraverso
la pubblicazione online di un editoriale dal provocatorio
titolo “Quentin Tarantino fa causa alla Gawker per il link
ad uno script che egli stesso vuole Online”, richiama la
volontà del regista di diffondere ufficialmente lo script nella
rete in seguito all’abbandono del progetto (qui la notizia).
Il post, suddiviso in sei punti,
giustifica l’operato dell’azienda sostenendo che “Qualcuno
di sconosciuto alla Gawker lo avrebbe pubblicato su un sito web
chiamato AnonFiles e che qualcun’altro ignoto alla Gawker lo
avrebbe pubblicato su un sito differente chiamato
Scribd” sostenendo poi che “Lo scorso giovedì
Gawker ricevette una soffiata da un lettore informandoli che lo
script era online su AnonFiles, dopodichè Gawker pubblicò
l’articolo riportando che lo script era apparso nella
rete.”
Inoltre Gawker ha voluto
sottolineare di non essere stata citata per violazione di
copyright, ma per “aver contribuito alla violazione di
copyright per aver linkato un sito utilizzato per la violazione
diretta del copyright”.
Si è poi precisato che “La
notizia del fatto che (lo script) fosse online derivasse da
un’episodio dichiarato dallo stesso Tarantino” precisando
che il loro riferimento al link “era una comune ed
inevitabile componente del nostro lavoro: mettere le persone al
corrente di notizie ed informazioni che stuzzicano la loro
curiosità“.
Tempi cupi per Mel Gibson. Reduce dall’assai
tiepidamente accolto Mr. Beaver di Jodie Foster, Gibson sta avendo
problemi con il suo nuovo lavoro, un film incentrato su Giuda
Maccabeo. Dopo un iniziale interessamento, infatti, la Warner
Bros