Ecco il nuovo trailer di
Norm of the North pubblicato on line
dalla Lionsgate. Il film d’animazione debutterà nelle
sale americane il 15 gennaio.
Nel cast originale del film ci sono
Rob Schneider, Heather Graham, Ken Jeong, Gabriel Iglesias,
Loretta Devine, Michael McElhatton, Colm Meaney
e Bill Nighy.
Il film racconta la storia di un
orso di poche parole di nome Norm. La sua più grande
convinzione è molto semplice: non c’è posto per i turisti nella
regione artica. Ma quando un ricco maniaco minaccia di costruire un
condominio di lusso nei pressi di casa sua, Norm fa quello che
tutti gli orsi normali avrebbero fatto… andare a New York City per
fermarlo.
Norm of the
North è diretto da Trevor Wall e
scritto da Jack Donaldson e Derek
Elliott.
Il giornale Deadline ha svelato diverse
immagini esclusive di
Russell Crowe e
Rami Malek in Norimberga, il thriller
di prossima uscita diretto da James Vanderbilt.
Vanderbilt è stato produttore di film horror e thriller iconici
come Scream e Zodiac e ha anche
scritto la sceneggiatura di entrambi i film Murder
Mystery di Netflix con Adam Sandler e Jennifer
Aniston. Ha fatto il suo debutto alla regia con
Truth, con Cate Blanchett e Robert
Redford, e Norimberga sarà il suo primo
approccio al dramma politico del 2015.
Norimberga è basato
su The Nazi and the Psychiatrist dell’autore Jack
El-Hai, che racconta la storia del tenente colonnello
Douglas Kelley, uno psichiatra militare
statunitense a bordo di un aereo con diversi ufficiali nazisti di
alto rango che erano stati fatti prigionieri. Kelley è stato il
primo psichiatra alleato a valutare i famigerati leader nazisti e,
sebbene molti film sulla Seconda Guerra Mondiale abbiano esaminato
diverse parti del conflitto, Norimberga sarà il
primo adattamento a raccontare la storia attraverso gli occhi di
Kelley. Crowe interpreterà uno dei prigionieri nazisti,
Herman Göring, e Malek interpreterà lo psichiatra
Kelley.
Il processo di Norimberga fu un’arma
a doppio taglio; se da un lato si è riusciti a far luce su tutte le
atrocità commesse dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale,
dall’altro hanno anche convinto la gente che non c’era più nulla di
cui preoccuparsi, il che non era vero. Il regista Vanderbilt, che
ha anche scritto la sceneggiatura di Norimberga, ha parlato di ciò
che lo ha attratto verso il film:
“Ho saputo del processo di
Norimberga a scuola, quindi conoscevo i fatti di base. Ma non
appena ho letto della relazione tra questi due uomini (Göring e
Kelley), sono stato davvero attratto dall’idea di raccontare una
storia personale tra loro e come si sono scontrati a questo
crocevia della storia.”
Chi interpreteranno Russell Crowe e
Michael Shannon a Norimberga?
Russell Crowe interpreterà Hermann Göring, un ex
politico tedesco e leader del partito nazista, mentre Michael Shannon sarà Robert H. Jackson, il
pubblico ministero a capo dei processi.
Bluestone Entertainment, Walden
Media e Széchenyi Funds stanno finanziando il film, mentre
Vanderbilt, Richard Saperstein, William Sherak, Brad
Fischer, Istvan Major e Paul Neinstein sono tutti
produttori. Il team di produttori esecutivi include
Frank Smith, Ben Tappan, Cher Hawrysh, Annie Saperstein,
Brooke Saperstein, Beau Turpin, Nikolett Barabas e Béla
Hajnal.
“È un onore assoluto lavorare
con un gruppo di attori così straordinariamente talentuosi”,
ha detto Vanderbilt riguardo al casting di Crowe, Malek e
Shannon. “I nostri partner di Bluestone e Walden sono
stati di incredibile supporto e non vedo l’ora di portare questa
straordinaria storia vera sullo schermo”.
“È un privilegio collaborare con
questo formidabile gruppo di artisti“, ha aggiunto Richard
Saperstein, CEO di Bluestone Entertainment. “Sono
emozionato e onorato dalla possibilità di far parte di una
narrazione così importante e rilevante”.
Vanderbilt è noto
per aver diretto e co-sceneggiato Truthdel 2015, con Cate Blanchett, Robert Redford e Dennis
Quaid. Ha anche lavorato alle sceneggiature di
Zodiac del 2007, The Losers
del 2010, The Amazing Spider-Man del 2012,
White House Down del 2013, Independence
Day: Resurgence del 2016, Scream del 2022
e Scream VI del 2023.
Nord è il primo
lungometraggio di finzione del regista norvegese Denstad
Langlo, precedentemente attivo nel documentario (Too much
Norway, 2005 e 99% Honest, 2008). Nord è
prodotto dalla Motlys, una delle principali case di produzione
scandinave e arriva in Italia grazie alla distribuzione della
Sacher (“Nanni
Moretti presenta”), dopo aver vinto il premio
FIPRESCI a Berlino e quello per la Miglior Regia al Tribeca film festival.
Il film ha poi ottenuto anche un buon successo all’ultimo festival
di Torino.
La prima cosa che verrebbe da fare
a un critico che si trovi a scrivere di un regista pressoché nuovo
e semisconosciuto è quella di dargli un’etichetta, rintracciare
possibili parentele o filiazioni verso autori più noti, affini per
contenuti e tematiche. Per questo film c’è già chi ha fatto il nome
di un altro grande autore nordico come Kaurismaki,
dal quale potrebbe derivare, al limite, l’aria stralunata di certi
personaggi o situazioni, e magari si potrebbe anche fare il nome di
Jarmusch per l’umorismo raffinato, il tema del
viaggio e certe situazioni straniate di outsider bizzarri come e
più del protagonista Jomar.
Nord, il film
Per altri versi, una certa critica
è invece ossessionata dal giudicare il valore di un film in base
alla sua novità, se era, cioè, più o meno inatteso. Entrambi gli
atteggiamenti mettono a nudo la sorpresa della critica. Posso
dunque dire che questo film è una sorpresa piacevole, più che una
novità, e di fronte a ogni sorpresa si è disarmati e impreparati.
Volendo, il film è un road movie, un genere non nuovo, certo. Ciò
che costituisce la sorpresa vera sono la maturità e la misura dello
sguardo del regista, sensibile agli splendidi paesaggi innevati
(sensibilità ai luoghi che deve derivargli dal documentario) in cui
si svolge il viaggio di Jomar, girato tra febbraio e marzo, i mesi
più rigidi dell’inverno scandinavo. Il linguaggio di Langlo è
misurato, senza compiacimenti tecnici, e la mdp si muove di rado,
in maniera essenziale come a connotare certe situazioni: si veda il
primo piano con carrello in avanti su Lotte, la bambina che ospita
Jomar dopo che questi è rimasto accecato dalla neve nel corso del
viaggio, quasi a sottolineare l’importanza dell’incontro per
entrambi.
Nord si fa notare anche per un
sapiente uso del montaggio, calibrato, funzionale a dosare i ritmi
del racconto, le accelerazioni durante gli spostamenti di Jomar e
le pause per i suoi incontri. A livello narrativo il film brilla di
passaggi gradevoli: primo fra tutti, la trasmissione in TV sui
disastri naturali che Jomar segue rapito nella sua baita alla
stazione di sci e che causerà (prelundendolo) un disastro domestico
durante il quale il protagonista manderà a fuoco la baita per una
distrazione, innescando così il viaggio. Jomar in effetti non parte
immediatamente dopo aver saputo di avere un figlio da raggiungere.
Parte perché, potremmo dire, “ha la scusa buona” ovvero l’incendio,
così da dovere abbandonare la stazione sciistica che gli è
evidentemente venuta a noia, tanto che egli non usa l’estintore per
spegnere l’incendio ma per sfondare la finestra dell’abitazione e
partire sulla motoslitta. Da novello Oblomov che passa la gran
parte del suo tempo steso sul letto, Jomar intraprende un lungo
viaggio dove l’elemento straniante e bizzarro è costituito dalle
stesse persone che incontra: Ulrik, ad esempio, un giovane che
dapprima lo tormenta con la sua omofobia e poi si proclama suo
grande amico dopo avergli suggerito un modo alternativo per
ubriacarsi, consistente nel tenersi legati sul capo opportunamente
rasato, del cotone imbevuto di alcoolici. E poi c’è Ailo, un
curioso eremita della tribù Sàmi, che vive in un tepee su un
ghiacciaio, ultimo incontro prima di oltrepassare la montagna al di
là della quale vivono la moglie e il figlio di Jomar.
Il viaggio (condito con musiche che
riecheggiano il bluegrass che siamo abituati ad ascoltare magari in
un film americano di praterie e canyon, e che qui si staglia contro
fiordi e distese innevate) di questo collerico e folle (ma quanto
più normale di altri) personaggio che alla bambina Lotte dice di
“soffrire moltissimo”, parte perché un caso accelera le cose, e
prende una prima svolta dopo che il protagonista è rimasto
temporaneamente accecato dalla neve. Da Proust sappiamo che il
viaggio consiste non nel vedere nuove terre, ma nell’avere nuovi
occhi, quelli che consentiranno a Jomar di intraprendere contatti
via via sempre più profondi (ma sempre visti attraverso il filtro
dell’ironia) con i personaggi che incontrerà, riacquistando fiducia
in se stesso (riuscendo persino a compiere nuovamente un salto con
gli sci e rialzarsi, contrariamente a quanto aveva fatto anni prima
causando la separazione dalla compagna) fino alla meta, che
sapientemente, il regista mostra appena, caricando quegli ultimi
brevi fotogrammi di serena e sofferta speranza gravida di tutto ciò
che abbiamo visto precedentemente. Con nuovi occhi.
Una prima immagine dal set e un
esclusivo video dal backstage di Nord Sud Ovest Est – La
Leggendaria Storia degli 883, attesissima
seconda stagione della dramedySky Original
dedicata agli anni d’oro del duo di Pavia: Max
Pezzali e Mauro Repetto, due underdog
che, grazie alla musica, negli anni ‘90 diventarono gli improbabili
eroi di una storia in grado di far cantare ed emozionare ancora
oggi intere generazioni di fan. La serie, di cui è stato da poco
battuto il primo ciak, arriverà nel 2026 in esclusiva su Sky e in
streaming solo su NOW.
Il video di backstage appena
pubblicato mostra i protagonisti Elia Nuzzolo nei panni
di Max e Matteo Oscar Giuggioli in quelli di Mauro,
insieme al nuovo team di regia, composto da Sydney
Sibilia, Alessio Lauria, Simone Godano, Alice
Filippi.
Dopo Hanno
Ucciso l’Uomo Ragno (tra le serie Sky Original
più viste di sempre), Nord Sud Ovest Est – una produzione
Sky Studios e Groenlandia, società del Gruppo Banijay, prodotta da
Matteo Rovere e Sydney Sibilia – in otto nuovi
episodi racconterà le vicende che portarono al secondo album
della band di Pavia, arrivato al culmine di un successo
travolgente. La nuova stagione è scritta da Sydney Sibilia,
Francesco Agostini, Marco Pettenello.
Con Elia Nuzzolo e Matteo Oscar
Giuggioli tornano nei nuovi episodi anche Ludovica
Barbarito (Silvia), Davide Calgaro (Cisco)
ed Edoardo Ferrario (Pierpaolo Peroni), raggiunti sul set
dalle new-entry nel cast Gaia Zampighi (Michela Rossini)
e Rosa Barbolini (Caterina).
La trama di Nord Sud Ovest
Est – La Leggendaria Storia degli 883
L’epico finale della storia
degli 883 ci porta nel mondo di Nord Sud Ovest Est. Max e Mauro
stanno coronando il loro sogno: essere primi in classifica nel
1993. Ma la vita delle popstar a guardarla da dentro è incredibile
quanto incasinata. Tra Max e Mauro qualcosa inizia a cambiare: qual
è il prossimo sogno? La grande avventura che vivono li porterà
nella scintillante Milano della moda, e nell’America che sognavano
da ragazzini. Una volta arrivati lì, troveranno veramente se
stessi? E ce la faranno a rimanere amici come quando hanno
iniziato?
La Universal Pictures
Italia ha diffuso il trailer ufficiale di
Nope, l’atteso nuovo film del premio Oscar
Jordan Peele. Il vincitore del premio Oscar Jordan
Peele ha sconvolto e ridefinito l’horror moderno con Scappa – Get
Out e poi con Noi – Us. Ora
è pronto a creare un nuovo incubo pop: un’esperienza horror epica,
Nope.
Nope
riunisce Peele con il premio Oscar Daniel Kaluuya (Scappa – Get
Out, Judas and the Black Messiah), a cui si uniscono
Keke Palmer (Le ragazze di Wall Street,
Alice) e il candidato all’Oscar Steven Yeun (Minari, Okja) come residenti in
una solitaria gola di nell’entroterra della California che
testimoniano una scoperta inquietante e agghiacciante.
Il cast di Nope
include anche Michael Wincott (Hitchcock, Westworld) e Brandon
Perea (The OA, American Insurrection). Il film è scritto e diretto
da Jordan Peele ed è prodotto da Ian Cooper (noi, Candyman) e
Jordan Peele per Monkeypaw Productions. Il film
sarà distribuito da Universal Pictures in tutto il mondo.
Il vincitore del premio Oscar
Jordan Peele ha sconvolto e ridefinito
l’horror moderno con Scappa – Get Out e poi con
Noi. Ora sta per introdurci in un nuovo incubo,
un’esperienza horror epica: Nope.
Ecco il trailer!
Nope
riunisce Peele con il premio Oscar Daniel Kaluuya (Scappa – Get
Out, Judas and the Black Messiah), a cui si uniscono
Keke Palmer (Le ragazze di Wall Street, Alice) e
il candidato all’Oscar Steven Yeun (Minari, Okja) come residenti in
una solitaria gola di nell’entroterra della California che
testimoniano una scoperta inquietante e agghiacciante.
Il cast di Nope
include anche Michael Wincott (Hitchcock, Westworld) e Brandon
Perea (The OA, American Insurrection). Il film è scritto e diretto
da Jordan Peele ed è prodotto da Ian Cooper (noi, Candyman) e
Jordan Peele per Monkeypaw Productions. Il film
sarà distribuito da Universal Pictures in tutto il mondo.
Fandango ha
rivelato un nuovo sguardo al personaggio di Keke
Palmer in Nope
di Jordan Peele. Palmer indossa una maglia
sportiva mentre guarda intensamente fuori da una finestra.
Per i fan del lavoro di Peele,
l’intenso sguardo fuori verso l’esterno potrebbe richiamare alla
mente Georgina di
Scappa – Get Out, così come lo vede il personaggio di
Daniel Kaluuya, che fissa con aria assente
dalla finestra in una scena inquietante del film del 2017. Nella
nuova foto di Nope,
il personaggio di Palmer potrebbe guardare tutta una serie di cose,
ma ciò nonostante la nuova immagine ha un’intensità che corrisponde
a molti degli altri protagonisti di Peele.
Il vincitore del premio Oscar
Jordan Peele ha sconvolto e ridefinito
l’horror moderno con Scappa – Get Out e poi con
Noi. Ora sta per introdurci in un nuovo incubo,
un’esperienza horror epica: Nope.
Nope
riunisce Peele con il premio Oscar Daniel Kaluuya (Scappa – Get
Out, Judas and the Black Messiah), a cui si uniscono
Keke Palmer (Le ragazze di Wall Street,
Alice) e il candidato all’Oscar Steven Yeun (Minari, Okja) come residenti in
una solitaria gola di nell’entroterra della California che
testimoniano una scoperta inquietante e agghiacciante.
Il cast di Nope
include anche Michael Wincott (Hitchcock, Westworld) e Brandon
Perea (The OA, American Insurrection). Il film è scritto e diretto
da Jordan Peele ed è prodotto da Ian Cooper (noi, Candyman) e
Jordan Peele per Monkeypaw Productions. Il film
sarà distribuito da Universal Pictures in tutto il mondo.
Il trailer di Nope
del Super Bowl rivela un nuovo sguardo al film horror in uscita di
Jordan Peele, inclusa una scena inquietante di un
misterioso pozzo oscuro. Il film è ambientato in una cittadina
isolata dell’entroterra californiano ed è incentrato su James e
Jill Underwood, i proprietari dell’unico centro di addestramento di
cavalli neri di Hollywood. In Nope la vita dei due
e dell’intera cittadina viene scossa quando assistono a degli
eventi misteriosi.
Daniel Kaluuya si
riunisce con Jordan Peele per guidare il cast di
Nope insieme
a Keke Palmer, Steven Yeun, Barbie Ferreira, Brandon
Perea e Michael Wincott. Lo sviluppo del
thriller horror è stato rivelato alla fine del 2020 nell’ambito
della partnership di produzione esclusiva tra il banner di Peele
,Monkeypaw Productions, e la Universal Pictures, con Palmer e
Kaluuya che si sono uniti pochi mesi dopo al cast e la produzione
iniziata a metà del 2021. Inutile dire che il ritorno di Peele al
cinema genera un discreto hype.
Dopo aver svelato il primo sguardo al film, la Universal Pictures
ha diffuso un nuovo trailer di Nope durante
il Super Bowl.
L’ultimo film dell’acclamato
sceneggiatore e regista Jordan Peele,
Nope (qui
la recensione), si è affermato come uno dei suoi lavori più
intriganti. Come Scappa
–Get Out e Noi prima di lui,
anche questo film gioca con il genere in modi molteplici e carichi
di significato. Ciò che lo distingue, tuttavia, è quanto sia
costruito attorno e interessato alla storia del cinema stesso.
Peele dimostra di essere sia iper-consapevole della storia
dell’industria sia scettico sul suo impatto. Questo crea una
qualità autoriflessiva che, pur essendo un blockbuster estivo
godibile, apporta profondità alla sua narrazione.
In superficie, racconta di un gruppo
di persone coinvolte in una storia di fantascienza con sfumature
horror. Ma se si guarda più a fondo, si vedrà che è un film che
parla del processo di creare per un pubblico e dell’impatto che la
ricerca dello spettacolo ha sulle persone coinvolte. È un film
ricco e malinconico che in questo articolo andremo ad approfondire,
concentrandoci in particolare sul finale, il suo significato e cosa
ci lascia Nope al termine della visione.
La spiegazione di Nahum 3:6 e
Gordy’s Home
Per capire cosa il film vuole
comunicare, occorre prima partire dall’inizio.
Nope si apre con un versetto biblico,
Nahum 3:6, che recita: “I will cast abominable
filth upon thee, and make thee vile, and will set thee as a
gazingstock” (Ti ricoprirò di immondizia abominevole, ti
renderò vile e ti renderò oggetto di scherno). È in un certo senso
una dichiarazione di intenti per il film, che stabilisce un
pessimismo sulla natura dello spettacolo e che poi passerà il resto
del tempo a rivelarlo. Segue il suono di una sitcom e una risata
registrata sotto, precisamente una sit‑com degli anni ’90 in cui un
personaggio principale si chiama Gordy ed è interpretato da uno
scimpanzé.
Scopriamo poi che le cose sono
andate molto male sul set, dove vediamo l’animale aver perso il
controllo aver mortalmente attaccato tutti sul set. C’è però una
scarpa irrealisticamente in posizione verticale, mentre la scimmia
si guarda intorno prima di fissare direttamente la telecamera. Poi
saltiamo avanti nel tempo fino all’epoca in cui è ambientato gran
parte del film. È importante che non dimenticare questo momento
cruciale del film, chiave per capire praticamente tutto quello che
segue.
Una scena del film Nope
La minaccia aliena
Incontriamo poi Otis
jr., detto OJ (Daniel
Kaluuya), che lavora in una fattoria insieme a suo padre
Otis Haywood Sr. (Keith David).
La loro è un’azienda di famiglia con una tradizione che risale a
decenni prima, fornendo cavalli per i film di Hollywood. Mentre
padre e figlio svolgono i lavori quotidiani, sentiamo un suono
strano e oggetti cominciano a cadere dal cielo. Da chiavi a monete,
questi oggetti sono apparentemente innocui ma capaci di diventare
proiettili mortali data la velocità con cui cadono in Terra.
Infatti, sebben OJ rimanga illeso, Otis no. È stato colpito da un
nichelino, che gli ha provocato una ferita che lo ha dissanguato e
ucciso.
Suo figlio rimane così a gestire da
solo l’azienda in difficoltà. Sei mesi dopo OJ è sul set con un
cavallo di nome Lucky davanti a un green screen. È nervoso, in
attesa dell’arrivo della sorella più sicura di sé,
Emerald (Keke Palmer). Quando
arriva, pronuncia il discorso che OJ aveva cercato di fare sulla
loro storia familiare. Spiega che quando nacque il primo filmato in
movimento, ritraeva un fantino sconosciuto su un cavallo: quello
era il loro tris‑tris‑tris‑nonno. Nonostante questo discorso,
vengono licenziati dopo che Lucky si spaventa del proprio riflesso
e calcia all’indietro verso un altro lavoratore.
Il cavallo vero viene così
sostituito da uno CGI e i fratelli vengono messi da parte senza
reciproco rimorso dall’industria che la loro famiglia ha
contribuito a costruire. Questo è solo l’inizio di ciò che Peele ha
in mente. È lì che capiscono gradualmente che non sono solo stati i
detriti caduti da un aereo a uccidere loro padre, ma qualcosa non
di questo mondo. Determinano che si tratta di un UFO nascosto tra
le nuvole e decidono di catturare un’immagine perfetta di esso, lo
“scatto Oprah” come lo chiamano. Tuttavia capiscono presto che è
più facile a dirsi che a farsi: quel misterioso oggetto spegne ogni
fonte di energia su cui sorvola.
Anche quando chiedono aiuto a
Angel Torres (Brandon Perea), un
curioso dipendente di Fry’s Electronics, sembra che non possano
farcela. Scoprono però che non è un’astronave, ma un predatore a
tutti gli effetti, che da mesi usa la loro terra per cacciare
prede. Tutto culmina quando il loro vicino tenta di sfruttare la
creatura nel suo show: è Ricky ‘Jupe’ Park
(Steven
Yeun), in realtà la star sopravvissuta alla furia
dello scimpanzé visto all’inizio. Ricky ha passato la vita
inseguendo la fama derivata da quel trauma. Il suo stesso desiderio
di spettacolo è però la sua rovina, poiché nel cercare di
trasformare la creatura in un’attrazione, viene invece divorato da
ess insieme alla sua famiglia e al pubblico.
Daniel Kaluuya in Nope
Ottener lo “scatto Oprah”
Fuggendo dalla fattoria per
riorganizzarsi dopo essere quasi morti quando la creatura sorvola
la loro casa e rovescia addosso sangue da un pasto recente, il trio
formato da OJ, Emerald e Angel torna con un piano più articolato.
Decidono di attirarla usando OJ come esca e dei pupazzi gonfiabili
che si sgonfiano quando lei vola sopra per rintracciarla. Inoltre,
grazie ad alcune osservazioni intelligenti di OJ, capiscono che non
possono guardarla direttamente perché è ciò che la attira. Decidono
allora di usare una cinepresa analogica e l’aiuto del veterano
direttore della fotografia Antlers Holst
(Michael Wincott), che avevano cercato di
reclutare in precedenza.
Funziona quasi tutto, anche se
Antlers non si accontenta e vuole lo scatto perfetto. Di
conseguenza, viene risucchiato dalla creatura e muore nella sua
ricerca della perfezione. Angel rischia di essere inghiottito ma
riesce a salvarsi avvolgendosi nel filo metallico per restare
ancorato. OJ attira poi via la creatura così che Emerald possa
fuggire al vicino parco divertimenti di Ricky dove lui e tutti gli
ospiti erano già morti. Con un colpo di genio, lei rilascia un
gigantesco palloncino per attirare la creatura abbastanza vicino da
scattare una foto usando una fotocamera in un pozzo dei desideri
per turisti.
Lo inquadra perfettamente e riesce a
immortalarla in tutto il suo splendore. La creatura esplode poi
dopo aver ingoiato il palloncino e OJ riesce così a sopravvive
sfuggendo al pericoloso alieno, nel frattempo mostrato in tutta la
sua particolare e terrificante natura. Le sue sembianze, infatti,
non ricordano nulla di già visto al cinema. L’ultima inquadratura è
così la stampa dell’immagine che i fratelli hanno tanto faticato a
ottenere, ora memorializzata per noi, pubblico del film e del loro
mondo, da vedere con i nostri occhi.
L’alieno del film Nope
Rischiare tutto per un’immagine
perfetta
Il finale è dunque una vittoria, che
è però anche una tragedia più grande. Il film è estremamente
divertente, ma intrecciato in tutto c’è il senso che chi cerca di
catturare un momento spettacolare per un pubblico rischia di
perdersi. Ricky faceva parte di uno show finito in violenza
orrenda, ma conserva memorabilia di quell’esperienza e dà la vita
per cercare di rivivere un altro momento di gloria. Antlers non può
farne a meno: rischia tutto per un altro scatto perfetto. OJ ed
Emerald hanno potuto salvarsi, eppure sono stati attratti dal
desiderio di creare qualcosa che nessuno avesse mai visto prima. Lo
realizzano ed escono vittoriosi, ma tutto ha un costo elevato.
Hanno perso il padre e quasi la
vita, tutto in nome di quel momento di riconoscimento. È più di un
business: è un desiderio di lasciare un’eredità, qualcosa che Peele
suggerisce con delicatezza. I fratelli non dichiarano molto le loro
intenzioni, scherzano tra loro, ma ogni decisione nella conclusione
mostra che non sono poi così diversi da Ricky o Antlers. Il fatto
che tutti e tre rimangano in questa impresa malgrado quello che
devono affrontare è ciò su cui il film si concentra. Ogni
personaggio sta in qualche modo cercando disperatamente di
ritagliarsi un posto. Rivolgendosi a un pubblico che può
abbandonarli senza un secondo pensiero, anche mentre danno tutto
per loro.
Il titolo stesso,
Nope, esprime il loro impulso iniziale a fuggire
dal pericolo. Eppure, il desiderio di vederlo con i propri occhi e
di essere visti per le proprie conquiste supera tutto il resto. Non
si tratta davvero degli elementi di fantascienza, anche se sono ciò
che rende il film così divertente. È solo una metafora del
desiderio incessante di catturare qualcosa che nessun altro ha; di
lasciare il proprio segno nel mondo a qualunque costo. È per questo
che l’immagine finale è profondamente triste. Anche in una vittoria
conquistata con fatica, hanno attraversato inferni per ottenere
quell’unico fotogramma.
Cosa ci lascia il film Nope
Nope è dunque molto
più di un semplice film di fantascienza con momenti horror: è una
riflessione potente sull’ossessione contemporanea per lo
spettacolo, la visibilità e la memoria visiva. Jordan
Peele ci mostra come il desiderio di essere visti,
riconosciuti o ricordati possa diventare distruttivo, spingendo
individui a rischiare tutto per un’immagine perfetta. Il film ci
interroga su cosa siamo disposti a sacrificare per lasciare un
segno, anche fugace, nel mondo. Tra critica al sistema
dell’intrattenimento e introspezione sul trauma,
Nope ci lascia dunque con una domanda scomoda:
quanto costa davvero catturare lo “scatto perfetto”? E ne vale la
pena?
Non ci sono dubbi sul fatto che il
regista Jordan Peele,
vincitore dell’Oscar alla miglior sceneggiatura per Scappa – Get Out, sia
oggi una delle voci più interessanti del cosiddetto “arthouse
horror”, ovvero quei film che combinano ambizioni autoriali
con i canoni espressivi classici dell’horror. Sin da quel suo primo
film del 2017, Peele ha infatti dato prova di poter offrire grande
intrattenimento di genere unito a brillanti riflessioni sulla
società statunitense, replicando poi tale formula anche con
Us. Egli torna ora al
cinema con il suo terzo lungometraggio dal titolo
Nope, slang americano che sta per
“no”, con il quale rivolge stavolta l’attenzione verso il
mondo del cinema e, più in generale, dello spettacolo.
Protagonisti di Nope sono
infatti i fratelli OJ ed Emerald
Haywood (interpretati da Daniel Kaluuya
e Keke Palmer), diventati proprietari del ranch
Haywood’s Hollywood Horses, il quale fornisce cavalli per
produzioni cinematografiche e televisive, in seguito alla
misteriosa morte del padre. Nonostante i loro tentativi di mandare
avanti l’attività, i due sono sempre più divisi ed in difficoltà
economiche. La possibilità di rivoluzionare la loro situazione
arriva però nel momento in cui avvistano un UFO nel cielo. Non solo
si convincono che sia stato questo ad uccidere il padre, ma anche
che ottenendo un filmato in alta definizione della sua presenza
potranno diventare ricchi. Sulle loro teste, tuttavia, aleggia un
mistero ben più spaventoso di quanto potrebbero mai immaginare.
Uno spettacolo firmato Jordan Peele
Nope si
apre con una citazione biblica che recita “Ti getterò addosso
una lordura abominevole, ti renderò vile e ti renderò uno
spettacolo”. Proprio quest’ultima parola, spettacolo,
risulta essere centrale nel nuovo film di Peele, che ha raccontato
di come mentre scriveva la sceneggiatura ha “iniziato a scavare
nella natura dello spettacolo, nella nostra dipendenza dallo
spettacolo e nella natura insidiosa dell’attenzione“. A
partire da ciò, il regista sembra allora con questo suo nuovo film
allontanarsi dalle atmosfere più propriamente horror dei suoi due
precedenti lungometraggi per rivolgersi invece verso una
fantascienza che richiama in particolare quella degli anni
Cinquanta.
Peele, non a caso, è stato il
principale produttore del recente revival di The Twilight Zone, la celebre serie fantascientifica
che dal 1959 ha contribuito a rivoluzionare il genere.
Nope, in modo piuttosto esplicito, deve molto a quella
serie, ma anche ad un classico come Incontri ravvicinati del terzo
tipo o ad un titolo più recente come Signs, con cui
condivide un’atmosfera particolarmente ansiogena. Egli, dunque, fa
confluire nel suo film un enorme bagaglio di elementi, suggestioni
e tecniche stilistiche, dando vita al proprio grande spettacolo
sugli UFO e sulla loro ricerca, la quale diventa la metafora dietro
cui celare il proprio messaggio di fondo.
Gli UFO diventano infatti ora un
mezzo attraverso cui diventare ricchi, mentre non c’è traccia del
desiderio di scoperta che un tempo animava i protagonisti dei film
con alieni. Questa attitudine e questa presenza extraterrestre
hanno però un valore molto più profondo e pericoloso, che ci
richiama all’attenzione sul modo di fare spettacolo oggi e sulle
modalità per cui il pubblico ne è il più delle volte fruitore
passivo. Allo stesso modo, Peele sembra voler riflettere sul valore
delle immagini, che devono oggi necessariamente essere della
miglior qualità possibile perché possano vantare un valore
economico. Ne parla avvalendosi del formato IMAX, che conferisce al
film, non a caso, una grandezza e una risoluzione spettacolare.
Daniel Kaluuya, Keke Palmer e Brandon Perea in una scena di
Nope.
Nope, il blockbuster estivo che il cinema
attendeva
Se Get
Out si concentrava sulla questione razziale, mentre
Us
sulla suddivisione in classi sociali presenti negli Stati Uniti,
Nope è dunque invece rivolto
all’industria dello spettacolo e al rapporto che gli spettatori
hanno con essa. Naturalmente tale tematica viene offerta attraverso
una serie di simbolismi e metafore, che rendono il film più
criptico e ambizioso rispetto ai due precedenti lungometraggi di
Peele. Stabilire un paragone tra i tre titoli lascia però il tempo
che trova, mentre è molto più produttivo riconoscere in
Nope l’accresciuta fiducia del regista
nei propri mezzi espressivi. Se a livello narrativo il film risulta
non sempre coeso, è il modo in cui la narrazione si sposa con le
scelte di messa in scena a rendere Nope
tanto affascinante.
Peele riesce infatti a sfruttare
ogni elemento scenografico, sonoro e visivo per dar vita ad
un’atmosfera particolarmente conturbante. Il film riesce così ad
incutere profondo terrore mostrando molto poco e a far ridere
grazie ad alcuni brillanti momenti accentuati dalla bravura degli
interpreti protagonisti. La Palmer, in particolare, ruba più di una
scena a tutti gli altri. Nopeè
dunque un film che oltre a riflettere sulla natura dello
spettacolo, vuole esso stesso essere uno spettacolo, quel
blockbuster estivo che il cinema e gli spettatori aspettavano. Per
i mezzi tecnici con cui è girato, per l’ampiezza spaziale delle sue
inquadrature e per l’aura di mistero che mantiene fino all’ultimo,
Nopeè davvero un film che
merita di essere visto sul grande schermo.
Dopo tanto mistero legato a Nope,
il suo prossimo film, Jordan Peele fornisce
finalmente ulteriori dettagli sui temi e sui dettagli della storia,
in un’intervista rilasciara a Empire (tramite Slash Film). Quando gli è stato
chiesto di cosa parlasse Nope,
Peele inizialmente ha risposto “No!” in una replica
scherzosa, ma ha finito per rivelare dettagli più specifici sul
film.
Peele ha rivelato che intendeva fare
uno “spettacolo” che avrebbe “messo il pubblico
nell’esperienza immersiva di essere in presenza di un UFO”. Da
un punto di vista tematico, Jordan Peele mette in
evidenza la relazione centrale tra OJ ed Emerald nel film,
sottolineando che Nope parla anche di “fratello e sorella, e
della guarigione della loro relazione”. Scopri la citazione
completa di Peele:
“No! [Ride] No, no, posso
rispondere a questo. Se non posso, sono nel posto sbagliato, vero?
Ho iniziato con il desiderio di fare un film che mettesse il
pubblico nell’esperienza coinvolgente e immersiva di essere in
presenza di un UFO. E volevo mettere in piedi uno spettacolo,
qualcosa che promuovesse la mia forma d’arte preferita e il mio
modo preferito di guardare quella forma d’arte: l’esperienza
teatrale. Quando ho iniziato a scrivere la sceneggiatura, ho
iniziato a scavare nella natura dello spettacolo, la nostra
dipendenza dallo stesso e la natura insidiosa dell’attenzione.
Quindi è di questo che si tratta. E riguarda un fratello e una
sorella, e la guarigione della loro relazione.”
Nope
riunisce Peele con il premio Oscar Daniel Kaluuya (Scappa – Get
Out, Judas and the Black Messiah), a cui si uniscono
Keke Palmer (Le ragazze di Wall Street,
Alice) e il candidato all’Oscar Steven Yeun (Minari, Okja) come residenti in
una solitaria gola di nell’entroterra della California che
testimoniano una scoperta inquietante e agghiacciante.
Il cast di Nope
include anche Michael Wincott (Hitchcock, Westworld) e Brandon
Perea (The OA, American Insurrection). Il film è scritto e diretto
da Jordan Peele ed è prodotto da Ian Cooper (noi, Candyman) e
Jordan Peele per Monkeypaw Productions. Il film
sarà distribuito da Universal Pictures in tutto il mondo.
Jordan Peele rivela
un nuovo sorprendente dettaglio sul suo ultimo film Nope.
Scritto e diretto da Peele, Nope
segna la terza avventura del regista nell’horror dopo Get
Out e Us. Nope
racconta la storia di OJ (Daniel Kaluuya) ed
Emerald Haywood (Keke Palmer), fratelli che
cercano di catturare le prove di un UFO nel cielo che ha causato
eventi inspiegabili nella loro piccola città. Anche Steven
Yeun, Brandon Perea e Barbie Ferreira
recitano nell’attesissimo film, che arriverà nelle sale USA questo
mese.
Con Get Out e
Us, Peele ha ringiovanito l’horror con
protagonisti neri, ma il regista sta facendo qualcosa di diverso
questa volta con Nope.
In una recente intervista con Essence, Peele spiega che voleva che
il film fosse qualcosa di più di un semplice film “Black horror”,
ma doveva anche parlare di “gioia nera” per essere il più rilevante
possibile, e questo si collega alla vera storia dei neri.
È così difficile essere
considerato all’avanguardia dell’horror nero, perché ovviamente
l’horror nero è molto reale ed è difficile farlo in un modo che non
sia ritraumatizzante e triste. Stavo pensando al mio terzo film
horror con protagonisti neri, e da qualche parte nel processo mi
sono reso conto che il film doveva riguardare anche la gioia dei
neri, per adattarsi a ciò di cui il mondo ha bisogno in questo
momento. Quindi questo è parte del motivo per cui c’è una sorta di
spettro di tonalità di genere qui, perché volevo fare l’horror, ma
volevo anche dare ai nostri personaggi l’agenzia e l’avventura e la
speranza, la gioia e il divertimento che meritano.
Penso che uno degli elementi che
abbiamo in questo caso sia un film che trascende il genere horror,
in un certo senso. Il primo filmato [Animal Locomotion di Eadweard
Muybridge] era essenzialmente un uomo di colore su un cavallo che è
stato dimenticato e cancellato. Parte di questo film, per me, è una
celebrazione e una risposta a tutto ciò. Possiamo essere i
protagonisti non solo di un film horror, ma anche di azione,
avventura, commedia, ecc.
Nope
riunisce Peele con il premio Oscar Daniel Kaluuya (Scappa – Get
Out, Judas and the Black Messiah), a cui si uniscono
Keke Palmer (Le ragazze di Wall Street,
Alice) e il candidato all’Oscar Steven Yeun (Minari, Okja) come residenti in
una solitaria gola di nell’entroterra della California che
testimoniano una scoperta inquietante e agghiacciante.
Il cast di Nope
include anche Michael Wincott (Hitchcock, Westworld) e Brandon
Perea (The OA, American Insurrection). Il film è scritto e diretto
da Jordan Peele ed è prodotto da Ian Cooper (noi, Candyman) e
Jordan Peele per Monkeypaw Productions. Il film
sarà distribuito da Universal Pictures in tutto il mondo.
Mentre il suo fantascientifico
Nope è
ancora nelle sale, il regista premio Oscar Jordan
Peele ha lasciato aperta la possibilità di realizzare uno
o più sequel di questo suo terzo lungometraggio. Nel corso di
un’intervista con il New York Times, infatti, Peele non ha voluto
rivelare troppo ma ha lasciato intendere che potrebbero esserci
altri racconti con protagonisti i fratelli OJ ed Emerald (nel film
interpretati da Daniel Kaluuya
e Keke Palmer).
In particolare, però, l’attenzione
del regista sembra concentrarsi su di un personaggio accreditato
semplicemente come “Nessuno” e interpretato dall’attore
Michael Bush. Presente brevemente in uno dei
trailer del film ma poi tagliato dal montaggio finale, questo
personaggio ha subito scatenato la curiosità dei fan, spingendo
Peele ad ammettere che “La storia di quel personaggio deve
ancora essere raccontata, ve lo posso garantire. Il che è un altro
modo frustrante per dire, sono contento che le persone prestino
attenzione. Penso che otterranno più risposte su alcune di queste
cose nel futuro. Non abbiamo finito di raccontare tutte queste
storie”.
Peele non ha dunque rivelato
minimamente il perché tale personaggio sia stato tagliato dal film,
lasciando intendere che ciò potrebbe essere stato primariamente per
dar vita ad un vero e proprio gioco con gli spettatori. Conoscendo
il regista, abituato a proporre enigmi particolarmente intelligenti
con i suoi film, si può ora prevedere che egli porti realmente il
suo pubblico ancora una volta nell’universo narrativo di
Nope, facendogli scoprire ulteriori misteri ancora
irrisolti.
Come anticipato, Nope,
interpretato da Daniel Kaluuya, Keke Palmer e Steven Yeun è
ancora in sala. Al centro del suo racconto vi è un misterioso
oggetto che si nasconde tra le nuvole, nel cielo. Una minaccia che
i due fratelli OJ ed Emerald decidono di smascherare, imbattendosi
però in qualcosa che va al di là di ogni loro immaginazione.
L’account Twitter ufficiale di
No (Nope),
il nuovo film di Jordan Peele, ha diffuso i nuovi
motion poster dell’atteso film horror, dal regista di
Scappa – Get Out e poi con
Noi.
Il vincitore del premio Oscar
Jordan Peele ha sconvolto e ridefinito
l’horror moderno con Scappa – Get Out e poi con
Noi. Ora sta per introdurci in un nuovo incubo,
un’esperienza horror epica: Nope.
Nope
riunisce Peele con il premio Oscar Daniel Kaluuya (Scappa – Get
Out, Judas and the Black Messiah), a cui si uniscono
Keke Palmer (Le ragazze di Wall Street,
Alice) e il candidato all’Oscar Steven Yeun (Minari, Okja) come residenti in
una solitaria gola di nell’entroterra della California che
testimoniano una scoperta inquietante e agghiacciante.
Il cast di Nope
include anche Michael Wincott (Hitchcock, Westworld) e Brandon
Perea (The OA, American Insurrection). Il film è scritto e diretto
da Jordan Peele ed è prodotto da Ian Cooper (noi, Candyman) e
Jordan Peele per Monkeypaw Productions. Il film
sarà distribuito da Universal Pictures in tutto il mondo.
Daniel Kaluuya, Keke Palmer e
Brandon Perea in una scena di Nope.
Arriva da oggi al cinema Nope,
il nuovo film di Jordan Peele con Daniel Kaluuya e Kiki
Palmer.
Il vincitore del premio Oscar®
Jordan Peele ha sconvolto e ridefinito l’horror moderno con Scappa
– Get Out e poi con Noi. Ora sta per introdurci in un nuovo incubo,
un’esperienza horror epica: Nope.
Il film riunisce Peele con il premio
Oscar® Daniel Kaluuya (Scappa – Get Out, Judas and the Black
Messiah), a cui si uniscono Keke Palmer (Le ragazze di Wall Street,
Alice) e il candidato all’Oscar® Steven Yeun (Minari, Okja) come
residenti in una solitaria gola di nell’entroterra della California
che testimoniano una scoperta inquietante e agghiacciante.
Il cast di Nope
include anche Michael Wincott (Hitchcock,
Westworld) e Brandon Perea (The OA, American
Insurrection). Il film è scritto e diretto da Jordan Peele ed è
prodotto da Ian Cooper (noi, Candyman) e Jordan Peele per Monkeypaw
Productions. Il film sarà distribuito da Universal Pictures in
tutto il mondo.
Daniel Kaluuya, Keke Palmer e
Brandon Perea in una scena di Nope.
Arriva in prima tv su Sky NOPE, nuova pellicola scritta e
diretta dal premio Oscar® Jordan Peele, che torna
con una nuova, epica esperienza thriller, da mercoledì 21 giugnoalle
21.15 su Sky Cinema Uno (e alle 21.45 anche su Sky Cinema Sci-Fi),
in streaming su NOW e disponibile on demand. Il
film sarà disponibile anche in 4K su Sky Cinema 4K (21 giugno, ore
21.15) e on demand.
Il film riunisce
Peele con il premio Oscar Daniel Kaluuya, dopoScappa – Get Out, a cui si aggiungono Keke
Palmer e il candidato all’Oscar Steven Yeun nei panni dei residenti di una
valle solitaria dell’entroterra della California, testimoni di una
scoperta inquietante e agghiacciante. Con loro nel cast anche
Michael Wincott, Brandon Perea e il premio Emmy
Keith David.
La trama di
NOPE
Dopo la scioccante morte del padre,
l’addestratore di animali di Hollywood OJ (Daniel Kaluuya) e la
sorella Emerald (Keke Palmer) iniziano a osservare fenomeni
inspiegabili nel loro vasto ranch della California meridionale. Ciò
li conduce in una spirale ossessiva mentre pianificano numerosi
tentativi per filmare il mistero. Insieme all’ex bambino prodigio
(Steve Yeun) ora direttore di circo in un parco a tema per famiglie
vicino al ranch dei fratelli, gli sforzi della coppia per inseguire
e riprendere lo spettacolo portano con sè conseguenze terrificanti
e un orrore inimmaginabile.
E in occasione della prima visione
di NOPE, da lunedì 19 a domenica 25 giugno arriva Sky
Cinema Sci-Fi, un canale dedicato al genere letterario e
cinematografico che ha contribuito a ridefinire il nostro
immaginario culturale e che ci ha aiutati a sognare il futuro,
con oltre 40 titoli in programmazione.
Tra questi anche DEEP
IMPACT con Morgan Freeman, Robert Duvall, Téa Leoni,
Elijah Wood, e Vanessa Redgrave, MOONFALL, diretto
da Roland Emmerich e interpretato da Halle Berry e Patrick Wilson,
MARS ATTACKS!, omaggio al cinema di fantascienza
anni ‘50 di Tim Burton che dirige un super cast capitanato da Jack
Nicholson e Glenn Close; i tre capitoli della saga “galattica” in
cui Will Smith e Tommy Lee Jones sono una coppia agenti
supersegreti che sorveglia gli alieni che vivono sulla Terra e la
proteggono dalle minacce, MEN IN BLACK,
MIIB – MEN IN BLACK II e MEN IN BLACK
3; e lo spettacolare EDGE OF TOMORROW – SENZA DOMANI con Tom
Cruise.
E ancora: Harrison Ford in
ENDER’S GAME, PASSENGERS, con Jennifer Lawrence e
Chris Pratt, ELYSIUM, con
Matt
Damon e Jodie Foster, e il blockbuster di Luc Besson
VALERIAN E LA CITTÀ DEI MILLE PIANETI con Cara
Delevingne e Dane DeHaan.
Kasra Farahani,
meglio conosciuto a Hollywood per il suo lavoro come art director,
farà il suo debutto come regista con Noon, un
cortometraggio di fantascienza che narra le vicende di Coyote, uomo
scontroso e disilluso che con riluttanza guida un gruppo di ribelli
in viaggio per prendere il controllo di acqua e di energia su una
Terra futura in cui il Sole ha smesso di muoversi nel cielo. La
casa di produzione Chernin Entertainment , che ha
acquistato i diritti per il film da un racconto breve, si è detta
disposta a finanziare un adattamento del racconto anche in forma di
lungometraggio, sempre per la regia di Farahani.
Arriva oggi in sala Seven
Sisters, il nuovo film di Tommy Wirkola
con protagonista l’adrenalinica Noomi Rapace, che
per l’occasione si è moltiplicata in ben sette ruoli: le sorelle
Setman.
Ecco la nostra intervista in occasione del Torino Film Festival
35:
Seven
Sisters è il nuovo film diretto
da Tommy Wirkola, un thriller
fantascientifico nelle sale italiane dal 30 novembre distribuito
da Koch Media, che vede protagonista
l’attrice Noomi
Rapace nell’interpretazione straordinaria di sette
sorelle gemelle: sette personaggi con personalità,
caratterizzazioni e sfumature molto distinte. Ad affiancarla, un
cast stellare di attori come Glenn Close, Willem Defoe
e Antony Wagner.
Leggi la recensione di Seven
Sisters con Noomi Rapace
Il film, ambientato nel 2073,
racconta di un mondo sovrappopolato e con scarse risorse. L’aumento
incontrollato delle nascite ha costretto i governi a mettere in
atto la drastica politica del Figlio Unico istituita dal Bureau per
il Controllo delle nascite, diretto dalla dottoressa Cayman
(Glenn Close) che impone l’ibernazione dei figli
in eccesso. Una donna muore durante il parto di sette gemelle
(Noomi Rapace), e per salvarle tutte, il nonno
(Willem Dafoe) le nasconde assegnando a ognuna,
per praticità, il nome di un giorno della settimana.
Le sette sorelle gemelle, Lunedì,
Martedì, Mercoledì, Giovedì, Venerdì, Sabato e Domenica,
identiche nell’aspetto, dimostrano crescendo attitudini e
sensibilità differenti, che possono esprimersi dentro casa: la
passione per la boxe e le arti marziali, il genio della matematica
e l’ambizione sul lavoro. Fuori casa hanno un’unica
identità, Karen Settman. Quest’ultima ogni giorno viene
interpretata da una gemella diversa che ha l’obbligo di custodire
questo segreto. Tutto procede liscio fino a quando, un giorno,
Lunedì non fa ritorno a casa…
Noomi Rapace è una
di quelle attrici che ha fatto la storia del cinema grazie alle sue
intense intepretazioni e ai film a cui ha preso parte. L’attrice,
che svolge questa attività sin da quando era una ragazzina, ha
abituato sin da subito il suo pubblico con il suo talento e le sue
abilità attoriali, tanto da risultare una delle attrici più
talentuose ed apprezzate del grande e del piccolo schermo.
Ecco, allora, dieci cose che
forse non sapevate su Noomi Rapace.
Noomi Rapace: i suoi film e le
serie TV
1. I film e la
carriera. La carriera cinematografica dell’attrice è
iniziata nel 1997, quando debutta sul grande schermo con
Sanning eller konsekvens, per poi recitare in
Capricciosa (2003) e Daisy Diamond (2007).
Uomini che odiano le donne (2009) e La ragazza che
giocava con il fuoco (2009), sono i film che la rendono
celebre. In seguito, lavora in film come Le regina dei castelli
di carta (2009), Beyond (2010), Sherlock Holmes – Gioco di
Ombre (2011), Babycall (2011),
Prometheus (2012),
Passion (2012),
Dead Man Down – Il sapore della
vendetta (2013) e Chi è senza colpa
(2014). Tra i suoi ultimi lavori, vi sono Child 44 – Il bambino
numero 44 (2015), Codice Unlocked (2017),
Alien: Covenant (2017),
Bright (2017), Seven Sisters (2017),
Rapina a Stoccolma
(2018), Close (2019), Angel of Mine (2019),
The Secret – Le verità nascoste (2020), Lamb (2021), The
Trip (2021), Granchio nero(2022) e
You Wont Be Alone (2022).
2. Ha lavorato in diverse
serie tv. Oltre ad aver prestato la sua attività per il
grande schermo, l’attrice ha lavorato spesso anche in progetti
dedicati al piccolo schermo. Infatti, ha lavorato in The
kronor (1996-1997), Pusselbitar (2001), Stora
teatern (2002), Lovisa och Carl Michael (2005),
Labyrint (2007-2008), Millennium (2010) e
Jack Ryan (2018). Prossimamente reciterà nei panni di
Elizabeth nella serie western Django.
3. È anche
produttrice. Nel corso della sua carriera, l’attrice ha
avuto la possibilità di sperimentare diversi ambiti che andassero
oltre la recitazione. Infatti, ha lavorato spesso come produttrice,
partecipando alla realizzazione di film che la vedono anche
interprete, come Rapina a Stoccolma, Close, The
Secrete – Le verità nascoste, Lamb,You Wont Be Alone
e il cortometraggio Hearth of Stone, ma anche di film
quali il documentario Bruce Lee and the Outlaw (2018) e
Oxygene (2020)
Noomi Rapace è su Instagram
4. Ha un profilo
social. L’attrice possiede un proprio account Instagram
che è seguito da 210 mila persone. Sulla sua bacheca sono molte le
foto che vedono protagonista di momenti lavorativi e di svago
insieme a colleghi e amici. Inoltre, sono molte anche le foto
nostalgia di alcuni momenti lavorativi passati. Seguendola si può
dunque rimanere aggiornati su tutte le sue attività dentro e fuori
dal set.
Noomi Rapace fidanzato
5. È stata sposata per
diversi anni. L’attrice si è sposata per la prima volta
nel 2001 con il collega Ola Norell. Durante il
matrimonio, entrambi hanno usato il cognome di lei e sono rimasti
sposati per quasi dieci anni, fino a quando nel 2010 la coppia si è
separata, per poi divorziare l’anno successivo. L’attrice, dal suo
matrimonio, è diventata madre per la prima volta nel 2003, con la
nascita del suo primo figlio, Lev.
Noomi Rapace in Sherlock Holmes
6. Ha lavorato molto per una
sola ripresa. In Sherlock Holmes – Gioco di
ombre, la scena del ballo tra Jude Law e
l’attrice, della durata di appena quindici secondi, nel campo degli
zingari ha richiesto ben tre giorni per essere girata nella maniera
prevista. I due dovettero infatti esercitarsi molto nella
coreografia, affinché questa fosse eseguita in modo quanto più
preciso possibile.
Noomi Rapace in Prometheus
7. Ha dovuto sostenere un
provino. Dopo aver recitato in Uomini che odiano le
donne, l’attrice è diventata particolarmente celebre tra i
membri dell’industria. Ridley Scott,
dopo averla vista in quel film, la scelse subito per la parte della
protagonista, Elizabeth Shaw. I produttori, però, poiché non la
ritenevano sufficientemente nota per il grande pubblico le chieserò
di sostenere un provino, che la Rapace superò a pieni voti. Ottenne
così la parte, che l’ha poi confermata quale grande star del
cinema.
Noomi Rapace in Uomini che
odiano le donne
8. Ha usato qualcosa che
aveva già. Per interpretare il ruolo di Lisbeth Salander
nella trilogia di Uomini che odiano le donne, l’attrice ha
usato i buchi dei suoi vecchi piercing di quando era una giovane
punk rocker diversi anni prima, rispolverando i suoi momenti
passati e sperimentando nuovamente i sentimenti di una volta.
9. Si è preparata
duramente. Per il suo ruolo in Uomini che odiano le
donne, l’attrice ha dichiarato di essersi preparata per ben
sette mesi. Infatti, ha dovuto seguire una dieta, ha preso lezioni
di kick boxing e si è fatta fare alcuni piercing che non aveva.
Inoltre, ha dovuto seguire diverse lezioni per poter avere la
licenza di guida per i motocicli, al fine di poter usare la moto
durante le riprese in totale sicurezza e con capacità.
Noomi Rapace: età e altezza e
fisico
10. Noomi Rapace è nata il
28 dicembre del 1979a Hudiksvall, Gävleborgs, in
Svezia. La sua altezza complessiva corrisponde a 163
centimetri.
Noomi Rapace ha
sfilato sul red carpet di The Drop al
London Film Festival, fasciata di pelle in una gonna di Anthony
Vaccarello. In merito alla scomparsa del suo collega sul set
del film, James Gandolfini, l’attrice,
co-protagonista del film accanto a Tom Hardy e a
Gandolfini, ha dichiarato: “Sento che lui è
ancora con noi in qualche modo. Perchè è parte del film, è una
parte di lui che ancora vive nel film e in questo
viaggio.”
L’attrice svedese di 34 anni ha
sfilato al festival britannico accanto al regista di The Drop,
Michael R Roskam.
Protagonista del film è Tom
Hardy che impersona un ex criminale e ora barista in
un locale che funge da punto di incontro e di scambio per i
criminali di zona. Gandolfini interpreta suo cugino, e la storia
comincia quando il personaggio di Hardy salva un cucciolo di pit
bull solo per diventare poi il bersaglio del vecchio proprietario
del cane, in pazzo mentalmente instabile.
Dennis Lehane autore
di Mystic River e Shutter
Island ha scritto la sceneggiatura. Nel cast oltre
a James Gandolfini e Tom
Hardy ci sono anche Noomi Rapacee
Matthias Schoenaerts. Il film uscirà negli Stati Uniti il
prossimo 19 settembre.
Nonostante i tanti tentativi andati
a vuoto, il cinema riprova a raccontare sul grande schermo la vita
straordinaria e tragica di Maria Callas. Questa
volta lo farà con il volto di Noomi Rapace e con
la regia di Niki Caro.
Noomi Rapace è Maria Callas
Il film si concentrerà sulla
travagliata storia d’amore che “la Divina” ebbe con il magnate
greco Aristotele Onassis. Secondo il produttore
Guido De Angelis“Questo film è su una donna
straordinaria che desiderava profondamente una vita normale con
l’uomo che amava. Callas era la Divina, una dea, che voleva essere
normale, e scopre di non poterlo fare.Suona proprio come un mito
greco”.
Peccato che fino a questo momento
nessun regista o attrice siano riusciti davvero a catturare
l’essenza vera, tragica e profondamente passionale, artistica,
quasi mitologica, di una figura di tale portata.
Riuscirà l’attrice svedese a fare
meglio?
Ricordiamo che abbiamo visto di
recente sul grande schermo Noomi Rapace, sia in
44 Child che in Chi è senza
colpa.
Noomi Rapace è in
trattative per interpretare Amy Winehouse
nell’omonimobiopic dedicato alla cantante
diventata un’icona del soul e della musica in
generale, scomparsa nel 2011 a 27 anni, a causa delle
conseguenze della dipendenza dall’alcol e dalla droga. A
scrivere e dirigere il progetto, che sarà prodotto da
Alexandra Whitlin, è Kirsten
Sheridan, figlia di Jim Sheridan,
regista di La musica nel cuore – August
Rush e co-sceneggiatrice insieme al padre di
In America – Il sogno che non c’era.
Il film, che non dovrebbe essere
comunque oggetto di trattative all’American Film Market,
potrebbe avvalersi delle musiche originali della cantante.
Trattative in questo senso sono state aperte con Mitch
Winehouse, il padre dell’artista di Rehab, che detiene i
diritti del lavoro della figlia. Proprio Mitch Winehouse non
aveva per nulla apprezzato il risvolto critico (anche e soprattutto
nei suoi confronti) del documentario Amy – The Girl
Behind The Name di Asaf
Kapadia, presentato all’ultimo Festival di Cannes e uscito con successo
anche in Italia.
Si preannuncia quindi un periodo
intenso per Noomi Rapace soprattutto sul
fronte dei biopic, visto che l’attrice svedese divenuta famosa nei
panni di Lisbeth Salander dovrebbe affiancare Christian Bale anche nel film
biografico su Enzo Ferrari.
L’attrice svedese in ascesa ad
Hollywood Noomi Rapace, recentemente premiata al
Festival Internazionale del Film di Roma, ha spiegato espresso
delle considerazioni sul personaggio interpretato in
Prometheus,
attesissimo film di Ridley Scott, nato da una costola del prequel di
Alien e sceneggiato da Damon Lindelof, A riportare le impressioni
dell’attrice ci ha pensato Collider.
E’ davvero folle. Un
paio di settimane fa mi trovavo a Londra per registrare alcune
sessioni di doppiaggio aggiuntivo del film: era fantastico. Mi
ricordo quando ho messo piede sui set, sono rimasta letteralmente
sconvolta, senza fiato grazie a quello che hanno creato. Non
avevamo green screen. Penso che l’avremmo utilizzato solo un paio
di volte. Hanno costruito ogni cosa. Un’autentica magia. Era
sbalorditivo. L’aspetto fantastico di Ridley Scott è il suo essere
un artista capace di architettare queste riprese maestose,
sorprendenti, riuscendo ad essere, allo stesso tempo, brutalmente
bello. Non vedo l’ora di vederlo.
Il mio personaggio è il
cuore pulsante del film. Viene seguita in tutti i suoi cambiamenti.
All’inizio è una credente, che ha fiducia in Dio e nella fede. E’
una scientista e un’archeologa. Ha una missione ed è piena di
speranza. Poi a metà film accade qualcosa e si trasforma in una
guerriera. E, alla fine, sarà una sorta di sopravvissuta. Quello
fatto con Ridley e gli altri attori è stato un viaggio molto
intenso e drammatico per me. Quando abbiamo finito le riprese in
Islanda è stato come rimettere piede sulla Terra, dopo il tempo
passato a bordo di questa astronave e questo pianeta alieno. Quando
riguardo indietro alle cose che ho fatto e a quanto sono stata
coinvolta, si tratta sempre di un processo affascinante, come se
fossi stata occupata da qualcosa.
Vi ricordiamo che il cast del film
Prometheus
oltre a Noomi Rapace comprende anche Michael Fassbender, Charlize Theron, Idris Elba, Logan
Marshall-Green, Sean Harris. L’uscita è prevista negli USA per l’8
Giugno 2012, mentre in Italia il 14 Settembre 2012.
Il primo trailer di Seven
Sisters è appena stato rilasciato da SND
Films sul canale YouTube ufficiale dell’azienda.
Seven Sisters ha come protagonista
Noomi Rapace (Uomini Che Odiano Le Donne,
Prometheus) che interpreta ben sette ruoli differenti nel
corso della trama.
ll film si svolge in un
futuro distopico, per la precisione nel 2073, in un mondo in
cui vige una legge che prevede un massimo di un figlio per
famiglia. Tuttavia, il personaggio di Willem
Dafoe nasconde al governo una pericolosa verità: ha
segretamente cresciuto sette figlie identiche,
ciascuna con il nome di un giorno diverso della settimana. Di
conseguenza, un giorno a settimana, ognuna di loro
deve interpretare il ruolo di una sola persona, Karen Settman.
Le sette sorelle vivono dunque in un costante gioco di
guardie e ladri in cui devono cercare di evitare le autorità
per sopravvivere.
Nel cast, oltre a Noomi
Rapace, troveremo Glenn Close nel ruolo
di Nicolette Cayman, un membro del famigerato Bureau.
Il film è diretto da Tommy
Wirkola, meglio conosciuto per aver diretto Dead
Snow, Dead Snow: Red vs. Dead e
Hansel & Gretel: Cacciatori di
Streghe.
Codice Unlocked recensione del film
con Noomi Rapace
Parlando di Seven
Sisters a The Hollywood Reporter,
Wirkola ha dichiarato:
“Abbiamo affrontato molte sfide,
sia a livello tecnico che di storia: come puoi fare un film del
genere senza farlo diventare un banale espediente? Dirigerlo
potrebbe portare via molto tempo. Alla fine lo abbiamo diretto in
Romania, dove abbiamo potuto sfruttare al meglio i nostri soldi, e
avevamo un budget di 20 milioni di dollari. Lo abbiamo girato in 94
giorni, il che è un tempo estremamente lungo. Per i primi due mesi,
o quasi, c’era praticamente solo Noomi da sola recitando con sé
stessa. Abbiamo dovuto assumere sette controfigure, sette brave
attrici europee, in modo da poter provare con loro e
fondamentalmente abbozzare tutte le scene con loro.”
Stranamente il film ha un anche un
altro titolo: ‘Cos’è successo a Lunedì?‘
(What Happened to Monday?). Il titolo alternativo
fa pensare che ci sia una sorella scomparsa nel film. È facile
trovare dei parallelismi con la serie TV statunitense
Orphan Black che tratta di temi molto simili. A
differenza di Seven Sisters, tuttavia,
Orphan Black si svolge nel presente e non in un
futuro distopico.
Seven Sisters verrà
distribuito su Netflix il 30 agosto 2017.
Dopo la vincita del Marco Aurelio
per la miglior protagonista femminile al Festival del film di Roma,
la carriera dell’attrice Noomi Rapace è in
continua ascesa. Infatti, secondo Collider l’attrice è stata
ingaggiata per Dead Man
Down, action thriller in cui reciterà accanto a
Colin Farrell. Vi ricordiamo che la
Rapace comparirà nell’attesissimo film di Ridley Scott, Prometheus
e anche nel nuovo capitolo Sherlock Holmes: Gioco di
Ombre di Guy Ritchie.
Il regista della pellicola sarà
proprio Niels Arden Oplev, già autore dell’originale Uomini che
odiano le donne che lanciò proprio Rapace. Alla sceneggiatura
invece c’è J.H. Wyman (la serie tv Fringe), che produrrà anche la
pellicola insieme a Neal Moritz (Fast Five). Dead Man Down
racconterà la storia di Victor (Colin Farrell), braccio destro di
un boss del crimine di New York che viene prima sedotto e poi
ricattato da Beatrice, una donna una volta bellissima e ora
sfigurata (Noomi Rapace) in cerca di vendetta. I due finiranno in
una spirale di violenza e omicidi.
Per quanto riguarda invece Colin
Farrell, ha da poco finito di girare il reboot di Atto di Forza e
tornerà a lavorare con il regista di In Bruges Martin McDonagh nel
film Seven Psychopaths.
Dopo Tom Hardy,
anche Noomi Rapace entra in trattative per
partecipare ad Animal Rescue, adattamento
dell’omonimo racconto di Dennis Lehane.
Il casuale ritrovamento di un
cucciolo si trasforma in un incubo per il protagonista, che diviene
vittima della persecuzione del precedente proprietario, un pazzo
che oltretutto è alla guida di una banda criminale. Il ruolo
principale dovrebbe andare proprio a Tom Hardy, mentre nulla si sa
riguardo al personaggio per il quale è in trattative Noomi
Rapace.
Il film, che rappresenta la prima
trasposizione per il cinema di uno scritto di Lehane, sarà diretto
da Michael R. Roskam, regista belga che lo scorso
anno ha ottenuto una nomination all’Oscar per il miglior film
straniero per Bullhead.
L’attrice svedese Noomi
Rapace ha raccontato i primi dettagli relativi ai due
biopic a cui dovrebbe lavorare in futuro. La Rapace si dedicherà
sicuramente al film su Maria Callas, di cui ha
abbondantemente parlato in sede di intervista, mentre si è detta
più cauta in merito al biopic su Amy Winehouse, in
quando è un progetto che le sta molto a cuore e preferisce essere
più sicura prima di parlarne.
Leggi la recensione di Seven
Sisters con Noomi Rapace
Abbiamo incontrato l’attrice al
Torino Film Festival 35, dove Noomi Rapace ha presentato Seven
Sisters, il film di Tommy Wirkola in sala in questi giorni.
Il film, ambientato nel 2073,
racconta di un mondo sovrappopolato e con scarse risorse. L’aumento
incontrollato delle nascite ha costretto i governi a mettere in
atto la drastica politica del Figlio Unico istituita dal Bureau per
il Controllo delle nascite, diretto dalla dottoressa Cayman
(Glenn Close) che impone l’ibernazione dei figli
in eccesso. Una donna muore durante il parto di sette gemelle
(Noomi Rapace), e per salvarle tutte, il nonno
(Willem Dafoe) le nasconde assegnando a ognuna,
per praticità, il nome di un giorno della settimana.
Le sette sorelle gemelle, Lunedì,
Martedì, Mercoledì, Giovedì, Venerdì, Sabato e Domenica,
identiche nell’aspetto, dimostrano crescendo attitudini e
sensibilità differenti, che possono esprimersi dentro casa: la
passione per la boxe e le arti marziali, il genio della matematica
e l’ambizione sul lavoro. Fuori casa hanno un’unica
identità, Karen Settman. Quest’ultima ogni giorno viene
interpretata da una gemella diversa che ha l’obbligo di custodire
questo segreto. Tutto procede liscio fino a quando, un giorno,
Lunedì non fa ritorno a casa…
Empire riporta la notizia che
Noomi Rapace reciterà al fianco di Will
Smith e Joel Edgerton nel nuovo fantasy
diretto da David Ayer (il regista di Fury
e dell’attesissimo Suicide Squad), dal titolo
Bright. La sceneggiatura del film porterà
la firma di Max Landis, autore dello script di
American Ultra e Victor Frankenstein.
Secondo le prime indiscrezioni, il
film sarà a metà tra il fantasy e il poliziesco, poiché ambientato
in un mondo dove orchi e fate vivono tra gli esseri umani. Il
protagonista del film sarà un orco poliziotto. Secondo la fonte, la
Warner Bros. sarebbe in prima film per acquistare i diritti di
distribuzione della pellicola. Ricordiamo che Bright vedrà
riuniti Will Smith e David Ayer dopo Suicide
Squad, in arrivo nei nostri cinema ad agosto.
L’ultima volta che abbiamo visto
Noomi Rapace sul grande schermo è stato in
Child 44 e in Chi è senza
colpa, entrambi al fianco di Tom
Hardy. Prossimamente vedremo l’attrice nei thriller
Unlocked e
Rapture. La Rapace interpreterà anche
Maria Callas nel biopic di prossima uscita, sarà
in quello dedicato a Enzo Ferrari per la regia di
Michael Mann e dovrebbe anche vestire i panni di
Amy Winehouse in un film sulla vita delle celebre
cantante scomparsa nel 2011 a soli 27 anni.
L’Hollywood
Reporter riferisce che Noomi Rapace sarebbe in
trattative con la Paramount per partecipare al progetto
diretto da Michael Mann che porterà sul grande
schermo la vita di Enzo
Ferrari.
Nel caso in cui l’attrice dovesse
firmare, si troverebbe a interpretare Laura
Dominica, moglie di Ferrari, che sarà a sua volta
interpretato da Christian Bale.
Il film sarà basato sul libro di
Brock Yates Enzo Ferrari: The Man, The Cars, The Races, The
Machine e concentrerà il suo arco narrativo che negli anni
’50, quando si attesta l’ascesa di Ferrari nel mercato delle auto
di lusso.
Enzo Ferrari è a
oggi una delle figure imprenditoriali più famose in Italia e nel
mondo. Ingegnere e pilota, con la sua scuderia Ferrari ha vinto 9
campionati del mondo di Formula 1, vittorie che sono continuate poi
dopo la sua morte il 14 agosto 1988.