Ecco il trailer e il poster di
Le Otto Montagne, il film diretto
da Felix van Groeningen eCharlotte
Vandermeersch con Luca Marinelli, Alessandro
Borghi, Filippo Timi, Elena Lietti, Elisabetta Mazzullo e
in concorso a Cannes 75. Il film vede riunirsi la coppia formata da
Luca Marinelli e Alessandro
Borghi, a sette anni da Non essere
cattivo.
Le Otto Montagne, la trama
“Le otto montagne” racconta la
storia di un’amicizia. Un’amicizia nata tra due bambini che,
divenuti uomini, cercano di prendere le distanze dalla strada
intrapresa dai loro padri ma, per le vicissitudini e le scelte che
si trovano ad affrontare, finiscono sempre per tornare sulla via di
casa. Pietro è un ragazzino di città, Bruno è l’ultimo bambino di
uno sperduto villaggio di montagna. Negli anni, Bruno rimane fedele
alle sue montagne, mentre Pietro è quello che va e viene. Il loro
incontro li porterà a sperimentare l’amore e la perdita,
riconducendo ciascuno alle proprie origini e facendo sì che i loro
destini si compiano, mentre i due scopriranno cosa significa essere
amici per sempre.
Ecco il trailer di Le Otto Montagne, il film diretto
da Felix van Groeningen eCharlotte
Vandermeersch con Luca
Marinelli,
Alessandro Borghi,
Filippo Timi, Elena Lietti, Elisabetta Mazzullo e in
concorso a Cannes 75. Il film vede riunirsi la coppia formata da
Luca Marinelli e Alessandro
Borghi, a sette anni da Non essere
cattivo.
Le Otto Montagne, la trama
“Le otto montagne” racconta la
storia di un’amicizia. Un’amicizia nata tra due bambini che,
divenuti uomini, cercano di prendere le distanze dalla strada
intrapresa dai loro padri ma, per le vicissitudini e le scelte che
si trovano ad affrontare, finiscono sempre per tornare sulla via di
casa. Pietro è un ragazzino di città, Bruno è l’ultimo bambino di
uno sperduto villaggio di montagna. Negli anni, Bruno rimane fedele
alle sue montagne, mentre Pietro è quello che va e viene. Il loro
incontro li porterà a sperimentare l’amore e la perdita,
riconducendo ciascuno alle proprie origini e facendo sì che i loro
destini si compiano, mentre i due scopriranno cosa significa essere
amici per sempre.
Dopo essersi aggiudicato il Premio
della giuria al Festival di
Cannes, Le otto montagne (qui
la nostra recensione) si è affermato come un grandissimo
successo di critica e pubblico anche una volta arrivato al cinema.
Scritto e diretto da Felix Van Groeningen e
Charlotte Vandermeersch, coppia di registi e
sceneggiatori belgi (lui ha diretto Alabama Monroe – Una storia d’amore e Beautiful Boy, lei ha invece co-sceneggiato il primo
di questi due), il film è tratto dall’omonimo romanzo
di Paolo Cognetti, pubblicato nel 2016 e
vincitore del Premio Strega nel 2017.
Un racconto che mescola nostalgia,
amicizia, desiderio di esplorazione e legame con il proprio
territorio e la natura, che non ha lasciato indifferenti gli
spettatori. Un successo che ha portato Le otto
montagne a vincere anche quattro David di Donatello,
tra cui Miglior sceneggiatura non originale e Miglior film. In
questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali
curiosità relative a Le otto montagne. Proseguendo
qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori
dettagli relativi alla trama, al cast di
attori e alla storia vera dietro il film.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.
Filippo Timi in Le otto montagne
La trama e il cast di Le otto montagne
Nell’estate del 1984,
Pietro, un ragazzino di undici anni di Torino, e
sua madre Francesca affittano una casa nel
villaggio di Graines, in Val d’Ayas. Qui incontrano
Bruno, l’ultimo ragazzino rimasto nel villaggio
ormai spopolato, che vive con gli zii. In breve, i due diventano
amici e trascorrono insieme l’intera estate, dedicandosi in
particolare ad escursioni nella natura, accompagnati dal padre di
Pietro, Giovanni, ingegnere in una grande azienda
di Torino. Vent’anni dopo, durante i quali è successo di tutto, i
due si ritrovano in occasione della scomparsa di Giovanni, che ha
lasciato in eredità a Pietro il rudere di una baita in alta
quota.
Bruno si offre così di aiutare
Pietro a ristrutturare l’edificio, e i due portano a termine i
lavori durante l’estate. Nel frattempo, Pietro scopre che suo padre
e Bruno avevano continuato a frequentarsi, condividendo numerose
vie alpinistiche del circondario: Bruno era diventato una sorta di
figlio adottivo, che aveva riempito il vuoto lasciato dal figlio
con cui non aveva più rapporti. Da qui, ha inizio per Pietro un
viaggio alla riscoperta di sé stesso, del padre e di quell’amico
che, nel suo radicale stile di vita, saprà insegnargli molto più di
quanto possa immaginare.
Ad interpretare Pietro vi è l’attore
Luca Marinelli, mentre Bruno è interpretato
da Alessandro
Borghi. I due, grandi amici nella realtà, si sono qui
trovati a condividere nuovamente un set sette anni dopo Non
essere cattivo, il film che li ha resi celebri. Recitano
poi nel film anche
Filippo Timinel ruolo di Giovanni Guasti, padre
di Pietro, e l’attrice Elena Lietti, nel ruolo di
Francesca Guasti, madre di pietro. Completano il cast
Elisabetta Mazzullo nel ruolo di Lara,
compagna di Bruno, Lupo Barbiero nel ruolo di
Pietro Guasti da bambino e Andrea Palma nel
ruolo di Pietro Guasti da ragazzo.
Luca Marinelli e Alessandro Borghi in Le otto montagne
La storia vera dietro il film
Il film, come anticipato, è
l’adattamento cinematografico del romanzo di Paolo
Cognetti, il quale per questo suo scritto si è basato su
alcune vicende personali, seppur rielaborandole poi all’interno di
un racconto che si discosta dalla realtà ed è dunque da considerare
del tutto originale. L’autore stesso ha infatti confermato che non
si tratta di una storia autobiografica e quindi fedele in tutto e
per tutto alle sue vicende di vita, però si tratta di una
rappresentazione di qualcosa da lui realmente vissuto, soprattutto
per quanto riguarda il rapporto con i luoghi rappresentati nel
film.
Questo forte legame con i luoghi
pare sia dato dal fatto che da bambino Cognetti frequentava molto
spesso d’estate la montagna e nello specifico la Val
d’Ayas, luogo dove il film è stato appunto girato e dove
ancora oggi Cognetti vive per buona parte dell’anno. Altro elemento
di verità rappresentato nel film è che l’autore (il cui alter ego
nel lungometraggio è a punto Pietro), dopo il periodo dell’infanzia
si trasferì in città, per ritornare a vivere in montagna solo più
tardi, all’età di 30, dopo un periodo poco felice della sua
vita.
Per quanto riguarda il personaggio
di Bruno invece, questo sembra essere frutto della fantasia
dell’autore, o meglio un insieme di caratteristiche di persone
realmente incontrate nel periodo in Valle d’Aosta. Un personaggio
dunque inventato per rappresentare lo spirito puro della montagna.
A riguardo Cognetti ha dichiarato: “Mi hanno sempre affascinato
questi ragazzini degli alpeggi, sporchi, con abiti da adulti, e che
scappavano via quasi come animali appena ti avvicinavi. Avrei tanto
voluto diventare amico di uno di loro. Ho realizzato questo
desiderio raccontandolo nel libro“.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
È possibile fruire di Le
otto montagne grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Apple
iTunes, Tim Vision e
Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 18
marzo alle ore 21:20 sul canale
TV8.
Dopo essersi aggiudicato il Premio
della giuria al Festival
di Cannes, Le Otto Montagne arriva nelle sale
italiane a ridosso delle festività natalizie, il 22 dicembre. Primo
lavoro in coppia dietro la macchina da presa per i belgi
Felix Van Groeningen e Charlotte
Vandermeersh – Van Groeningen aveva già voluto
Vandermeersch come collaboratrice alla sceneggiatura del candidato
all’Oscar Alabama Monroe – Una storia d’amore – il film
vede anche l’atteso ritorno sul grande schermo della coppia
Borghi –
Marinelli, dopo il successo di Non essere cattivo.
Il progetto dei registi belgi non
sarebbe nato senza una vacanza in Valle d’Aosta, che li ha fatti
innamorare di quei luoghi, o senza l’incontro con Paolo Cognetti e
il suo romanzo, vincitore del Premio Strega 2017, che dà il titolo
al film. Da qui Van Groeningen è partito – dopo aver diretto
Steve Carell e Timothée Chalamet in Beautiful Boy – stavolta assieme a
Vandermeersch, scegliendo la sfida sempre insidiosa, di trasporre
un romanzo di successo in un film.
Per farlo, i registi hanno avuto
bisogno di due attori che fossero in grado di ricreare l’alchimia
speciale presente tra i protagonisti del testo. La scelta è così
caduta su
Alessandro Borghi e
Luca Marinelli, tornati a recitare insieme a sette anni da
Non essere cattivo, per raccontare una nuova
storia di amicizia profonda e fin dall’inizio pensati come gli
unici possibili interpreti, come hanno dichiarato i registi.
La storia di Pietro e Bruno
Pietro e Bruno sono due ragazzini.
Il primo arriva da Torino in vacanza in Valle d’Aosta per l’estate,
assieme al padre,
Filippo Timi, e alla madre, Elena Lietti.
In Bruno, unico bambino del paesino di Grana (Graines), trova un
compagno di giochi con cui trascorrere giornate spensierate e
imparare i segreti della montagna. I due diventano presto amici
inseparabili. Sono però molto diversi. Questo li porta a stare
lontani per molto tempo. Ciascuno prende la sua strada. Si
ritrovano adulti.
Bruno,
Alessandro Borghi, non potrebbe vivere senza le sue
montagne e sa che la sua vita è lì, mentre Pietro,
Luca Marinelli, cerca ancora il suo posto nel mondo
viaggiando e scrivendo. Ma le montagne di Grana sono sempre il
luogo dove incontrarsi. Quello da cui tutto è partito e a cui tutto
torna. Sperimentano amori, lutti, gioie e sofferenze, sapendo di
poter contare sempre, comunque, l’uno sull’altro, grazie ad
un’amicizia che resiste a tutto, pur dovendosi confrontare coi
propri stessi limiti.
Alessandro Borghi – Le otto montagne
Due visioni del mondo, due modi di
essere a confronto
Secondo il popolo nepalese, il mondo
è una sfera, in cui vi sono otto montagne e otto
mari. Poi c’è la montagna posta al centro del mondo. Alcuni sono
fatti per viaggiare per le otto montagne, altri per stare fermi
sulla montagna centrale. Così sono anche i due protagonisti del
film. Bruno è fermo, legato a doppio filo con la sua montagna.
Pietro è sempre in movimento, in cerca del suo posto, del suo
centro.
Per Bruno tutto è semplice, il suo
mondo è fatto di pochi elementi essenziali. Per Pietro l’orizzonte
è più complesso e pieno di domande a cui non sa dare una risposta:
chi sono, cosa voglio fare, perché sono qui, qual è il mio posto.
Due opposti complementari e un’amicizia che resiste al tempo e alle
avversità. È di questa complementarità che vive il film, come
dell’amicizia autentica tra i due attori che interpretano i
protagonisti e della loro bravura, ciascuno con le sue
specificità.
Marinelli dà profondità agli sguardi e ai silenzi di
Pietro, regalandogli ogni tanto qualche inaspettato, sparuto
guizzo, grazie al suo istinto attoriale. Il suo personaggio è forse
meno sfidante rispetto a quello interpretato da Borghi,
che ha affrontato il maggior lavoro di trasformazione, basti
pensare al dialetto, fino all’aspetto, al modo di muoversi e
occupare lo spazio. L’esito colpisce per efficacia e aderenza al
personaggio. Entrambi risultano intensi ed emotivamente
coinvolgenti, dando vita a un altro rapporto tra amici fraterni,
completamente diverso da quello tra Cesare e Vittorio in
Non essere cattivo, ma ugualmente riuscito.
La voce off, un’influenza del testo
evitabile
Ad appesantire un po’ il lavoro, la
scelta della voce fuori campo di Pietro, che fa da raccordo tra i
vari momenti della narrazione. Un portato del testo letterario, che
forse si sarebbe potuto evitare attraverso altre scelte di
sceneggiatura – opera dei registi assieme a Paolo
Cognetti. È questa, infatti, una scelta che rimane un po’
fredda e distante dallo spettatore. Il film parla, sì, molto
attraverso i silenzi, le espressioni, i gesti, ma sarebbe bastato
far dire o scrivere qualche parola in più ai protagonisti nel corpo
dell’azione per ovviare a questo espediente.
Un film ricco e con molti livelli
di lettura
Le Otto Montagne è un lavoro con molteplici
livelli interpretativi e temi. Non solo l’amicizia fraterna, ma i
problematici rapporti padre – figlio, che riguardano entrambi i
protagonisti. L’unica figura paterna realmente presente nel film è
quella interpretata da
Filippo Timi, anch’essa per molti versi oscura e doppia. Vi
è poi, il tema del rapporto fra l’ecosistema della montagna e ciò
che si muove intorno, che può essere visto come minaccia o
risorsa.
L’isolamento, la solitudine scelta e
cercata, che è un limite anche all’amicizia. Il tema del limite è
un altro elemento cardine del film, qualcosa di fronte a cui la
montagna, come la vita, pone sempre. Vi è questo desiderio di
andare sempre più su, o sempre più lontano, di superare
costantemente i propri limiti, di mettersi alla prova, fino al
voler vivere in condizioni sempre più improbe, soprattutto da parte
di Bruno, senza accettare i compromessi che la società attuale
impone. Si giunge, infine, a una riflessione sul limite
dell’amicizia stessa, che resta sempre, ma deve saper rispettare le
scelte dell’altro.
Luca Marinelli – Le otto montagne
Fotografia, impatto visivo e
musiche
Dal punto di vista visivo, Le Otto Montagne è molto ben realizzato,
grazie anche alle splendide location valdostane, riprese in diverse
stagioni, con diversi colori e atmosfere e alla fotografia di
Ruben Impens. L’ambiente montano è un vero
protagonista del film. Le musiche sono adattissime a quelle
atmosfere, a quegli ampi spazi quasi incontaminati. Così, il film
riesce effettivamente a trasportare lo spettatore a Grana, piccolo
villaggio vicino a Brusson, a fargli sentire quel freddo, quel
vento, ma anche il senso di libertà, la sensazione che, visto da
lì, tutto sia molto più semplice di come lo si immagina. Che non
significa facile o non faticoso, ma essenziale, ridotto alle
quattro o cinque cose che davvero contano nella vita. Per questo,
oltre che per una sottile suspense, l’attesa di qualcosa di
indefinito, il lavoro potrebbe essere considerato come una sorta di
Into the Wild italo-belga.
Van Groeningen e
Vandermeersch con Le Otto Montagne danno vita a un film che non
piacerà a tutti, perché ha il suo andamento, lento e ricco di
silenzi, con una durata di 147 minuti. Somiglia, in questo, al suo
protagonista, Bruno, che non accetta compromessi. È però, da vedere
al cinema, per il suo forte impatto visivo e per come riesce a
rendere un sentimento estremamente intimo e personale, ma al tempo
stesso universale, come l’amicizia. Per chi cerca un’alternativa ai
film d’animazione e alle commedie natalizie. Prodotto da
Wildside, Rufus/Menuetto,
Pyramid Productions e Vision, e
realizzato con il contributo della Film Commission Valle d’Aosta,
Le Otto Montagne è in sala dal 22
dicembre 2022.
Guarda la clip del film
Le origini del male, un film
di John Pogue con Jared Harris, Sam Claflin, Olivia Cooke, Erin
Richards, Rory Fleck-Byrne, che
arriverà in sala il 26
giugno con Key
Films.
LE ORIGINI DEL
MALE narra la storia vera di un gruppo di
studenti di Oxford di cui non si hanno più notizie dal 1974, quando
tentarono un esperimento per curare una ragazza affetta da un male
inspiegabile. Le videoriprese amatoriali che avevano girato
sono state nascoste per anni: oggi, a quarant’anni di distanza,
finalmente sappiamo ciò che scoprirono.
Per la prima volta al cinema il
pubblico potrà assistere a un‘esperienza cinematografica oltre ogni
immaginazione che li condurrà a una verità sconvolgente.
Da questo episodio di cronaca, che
finalmente ha una spiegazione, prende spunto un esperimento
condotto da un gruppo di parapsicologi canadesi, noto come “The
Philip Experiment”.
Lo scopo dell’esperimento era quello
di entrare in contatto con un fantasma. Per farlo, i ricercatori
dovevano creare l’identità spirituale e renderla il più reale
possibile. Così si riunirono e cominciarono ad inventare un
background concreto: diedero un nome allo spirito (Philip) e
ricrearono i dettagli della sua intera vita e delle azioni che
avevano portato alla sua tragica morte.
Dopo aver creato l’atmosfera adatta,
che ricordava il periodo storico in cui era vissuto Philip, le
sedute cominciarono. Dopo un paio di settimane, Philip entrò in
contatto con i ricercatori. Le sue manifestazioni non erano in
forma fisica, ma il fantasma segnalava la sua presenza alzando il
tavolo e facendolo scivolare da destra a sinistra.
Ma dal momento che Philip era solo
un’identità inventata, a chi apparteneva lo spirito che si era
manifestato durante l’esperimento?
Guarda
la clip del film Le origini del male, un
film di John Pogue con Jared Harris, Sam Claflin, Olivia Cooke, Erin
Richards, Rory Fleck-Byrne, che arriverà in sala
il 26
giugno con Key
Films.
LE ORIGINI
DEL MALE narra la storia vera di un gruppo di
studenti di Oxford di cui non si hanno più notizie dal 1974, quando
tentarono un esperimento per curare una ragazza affetta da un male
inspiegabile. Le videoriprese amatoriali che avevano girato
sono state nascoste per anni: oggi, a quarant’anni di distanza,
finalmente sappiamo ciò che scoprirono.
Per la prima volta al cinema il
pubblico potrà assistere a un‘esperienza cinematografica oltre ogni
immaginazione che li condurrà a una verità sconvolgente.
Da questo episodio di cronaca, che
finalmente ha una spiegazione, prende spunto un esperimento
condotto da un gruppo di parapsicologi canadesi, noto come “The
Philip Experiment”.
Lo scopo dell’esperimento era quello
di entrare in contatto con un fantasma. Per farlo, i ricercatori
dovevano creare l’identità spirituale e renderla il più reale
possibile. Così si riunirono e cominciarono ad inventare un
background concreto: diedero un nome allo spirito (Philip) e
ricrearono i dettagli della sua intera vita e delle azioni che
avevano portato alla sua tragica morte.
Dopo aver creato l’atmosfera adatta,
che ricordava il periodo storico in cui era vissuto Philip, le
sedute cominciarono. Dopo un paio di settimane, Philip entrò in
contatto con i ricercatori. Le sue manifestazioni non erano in
forma fisica, ma il fantasma segnalava la sua presenza alzando il
tavolo e facendolo scivolare da destra a sinistra.
Ma dal momento che Philip era solo
un’identità inventata, a chi apparteneva lo spirito che si era
manifestato durante l’esperimento?
Guarda il Trailer italiano del film
Le origini del male, un film
di John Pogue con Jared
Harris, Sam Claflin, Olivia Cooke, Erin Richards, Rory
Fleck-Byrne, che arriverà in sala
il 26 giugno con Key Films.
LE ORIGINI DEL
MALE narra la storia vera di un gruppo di
studenti di Oxford di cui non si hanno più notizie dal 1974, quando
tentarono un esperimento per curare una ragazza affetta da un male
inspiegabile. Le videoriprese amatoriali che avevano girato
sono state nascoste per anni: oggi, a quarant’anni di distanza,
finalmente sappiamo ciò che scoprirono.
Per la prima volta al cinema il
pubblico potrà assistere a un‘esperienza cinematografica oltre ogni
immaginazione che li condurrà a una verità sconvolgente.
Da questo episodio di cronaca, che
finalmente ha una spiegazione, prende spunto un esperimento
condotto da un gruppo di parapsicologi canadesi, noto come “The
Philip Experiment”.
Lo scopo dell’esperimento era
quello di entrare in contatto con un fantasma. Per farlo, i
ricercatori dovevano creare l’identità spirituale e renderla il più
reale possibile. Così si riunirono e cominciarono ad inventare un
background concreto: diedero un nome allo spirito (Philip) e
ricrearono i dettagli della sua intera vita e delle azioni che
avevano portato alla sua tragica morte.
Dopo aver creato l’atmosfera
adatta, che ricordava il periodo storico in cui era vissuto Philip,
le sedute cominciarono. Dopo un paio di settimane, Philip entrò in
contatto con i ricercatori. Le sue manifestazioni non erano in
forma fisica, ma il fantasma segnalava la sua presenza alzando il
tavolo e facendolo scivolare da destra a sinistra.
Ma dal momento che Philip era solo
un’identità inventata, a chi apparteneva lo spirito che si era
manifestato durante l’esperimento?
Pubblicata
online da Lucky Red una nuova clip italiana di Le
Origini del Male, film di di John Pogue con Jared Harris, Sam Claflin, Olivia Cooke,
Erin Richards, Rory Fleck-Byrne che uscirà in tutti i
cinema italiani il 2 luglio.
Di seguito potete vedere la clip di
presentazione del signor Gregor interpretato da Jared Harris
LE ORIGINI DEL
MALE narra la storia vera di un gruppo di
studenti di Oxford di cui non si hanno più notizie dal 1974, quando
tentarono un esperimento per curare una ragazza affetta da un male
inspiegabile. Le videoriprese amatoriali che avevano girato
sono state nascoste per anni: oggi, a quarant’anni di distanza,
finalmente sappiamo ciò che scoprirono.
Per la prima volta al cinema il
pubblico potrà assistere a un‘esperienza cinematografica oltre ogni
immaginazione che li condurrà a una verità sconvolgente.
Da questo episodio di cronaca, che
finalmente ha una spiegazione, prende spunto un esperimento
condotto da un gruppo di parapsicologi canadesi, noto come “The
Philip Experiment”.
Lo scopo dell’esperimento era quello
di entrare in contatto con un fantasma. Per farlo, i ricercatori
dovevano creare l’identità spirituale e renderla il più reale
possibile. Così si riunirono e cominciarono ad inventare un
background concreto: diedero un nome allo spirito (Philip) e
ricrearono i dettagli della sua intera vita e delle azioni che
avevano portato alla sua tragica morte.
Dopo aver creato l’atmosfera adatta,
che ricordava il periodo storico in cui era vissuto Philip, le
sedute cominciarono. Dopo un paio di settimane, Philip entrò in
contatto con i ricercatori. Le sue manifestazioni non erano in
forma fisica, ma il fantasma segnalava la sua presenza alzando il
tavolo e facendolo scivolare da destra a sinistra.
Ma dal momento che Philip era solo
un’identità inventata, a chi apparteneva lo spirito che si era
manifestato durante l’esperimento?
Debutto in testa per il
film horror uscito ieri Le origini del
male incassando 54.787 euro e così togliendo lo
scettro a Maleficent che finisce in terza
posizione dietro a Babysetting che ha incassato 33,403.
Ecco tutta la top ten:
1 LE ORIGINI DEL
MALE € 54.787 – 9.251 spettatori 2 BABYSITTING € 33.403 – 6.493 spettatori 3 MALEFICENT € 32.416 – 6.026 spettatori 4 TUTTE CONTRO LUI € 21.777 – 4.057
spettatori 5 INSIEME PER FORZA € 20.348 – 3.643
spettatori 6 BIG WEDDING € 18.545 – 3.801 spettatori 7 JERSEY BOYS € 12.160 – 2.115 spettatori 8 EDGE OF TOMORROW – SENZA DOMANI € 10.303 –
1.816 spettatori 9 X-MEN – GIORNI DI UN FUTURO PASSATO € 8.985
– 2.139 spettatori 10 PER QUALCHE DOLLARO IN PIU’ € 8.695 –
1.241 spettatori
Fonte: Cinetel
Guarda la clip del
film Le origini del male, un film
di John Pogue con Jared Harris, Sam Claflin, Olivia Cooke,
Erin Richards, Rory Fleck-Byrne, che arriverà in sala
il 26
giugno con Key
Films.
LE ORIGINI DEL
MALE narra la storia vera di un gruppo di
studenti di Oxford di cui non si hanno più notizie dal 1974, quando
tentarono un esperimento per curare una ragazza affetta da un male
inspiegabile. Le videoriprese amatoriali che avevano girato
sono state nascoste per anni: oggi, a quarant’anni di distanza,
finalmente sappiamo ciò che scoprirono.
Per la prima volta al cinema il
pubblico potrà assistere a un‘esperienza cinematografica oltre ogni
immaginazione che li condurrà a una verità sconvolgente.
Da questo episodio di cronaca, che
finalmente ha una spiegazione, prende spunto un esperimento
condotto da un gruppo di parapsicologi canadesi, noto come “The
Philip Experiment”.
Lo scopo dell’esperimento era
quello di entrare in contatto con un fantasma. Per farlo, i
ricercatori dovevano creare l’identità spirituale e renderla il più
reale possibile. Così si riunirono e cominciarono ad inventare un
background concreto: diedero un nome allo spirito (Philip) e
ricrearono i dettagli della sua intera vita e delle azioni che
avevano portato alla sua tragica morte.
Dopo aver creato l’atmosfera
adatta, che ricordava il periodo storico in cui era vissuto Philip,
le sedute cominciarono. Dopo un paio di settimane, Philip entrò in
contatto con i ricercatori. Le sue manifestazioni non erano in
forma fisica, ma il fantasma segnalava la sua presenza alzando il
tavolo e facendolo scivolare da destra a sinistra.
Ma dal momento che Philip era solo
un’identità inventata, a chi apparteneva lo spirito che si era
manifestato durante l’esperimento?
Essendo stata l’ultima arte ad
essere inventata dall’uomo, la settima (il cinema) è quella che
maggiormente trae ispirazione delle sue sei sorelle. Basti pensare
ai grandi componimenti di musica classica utilizzati nel cinema
moderno, oppure ai grandi romanzi da cui si traggono le migliori
sceneggiature. Inoltre non è da sottovalutare l’influenza che la
pittura e l’arte figuativa in generale ha e ha avuto nel corso
degli anni sul cinema.
Molti dei capolavori del cinema sono
infatti ispirati alla pittura e di seguito vi proponiamo qualche
esempio di grande cinema horror che ha tratto le sue basi
figurative da alcune opere pittoriche molto famose:
Pechino ospiterà nel 2022 le
Olimpiadi Invernali e la città cinese si sta già organizzando per
accogliere gli sportivi da tutto il mondo che si contenderanno le
prestigiose medaglie negli affascinanti sport chesi praticano tra
neve e ghiaccio, mancano solo sette anni!
Il tema olimpico di Pechino ’22 è
arrivato in rete in questi giorni e sembra pericolosamente già
sentito. Il brano, composto da Zhao Zhao, sembra
incredibilmente simile a Let It Go, vera e propria hit e
colonna sonora del celeberrimo Frozen,
che proprio in Cina, ancora più che nel resto del mondo, ha fatto
registrare incassi da capogiro.
Ecco un confronto:
https://youtu.be/h53LxHelYCk
Le reazioni alla canzone in Cina
sono state esageratamente negative, con le persone quasi
imbarazzate dall’inredibile somiglianza delle du canzoni.
Nonostante la reazione, né il
compositore né il comitato olimpico pechinese hanno rilasciato
dichiarazioni.
Dopotutto si tratta di Olimpiadi
invernali e il brano si intitola The Ice and Snow
Dance, quale migliore “ispirazione” di
Frozen per la sua realizzazione?
Warner Bros. Pictures ha
appena rilasciato 34 nuove foto di Our Brand is
Crisis, il dramma politico diretto da David
Gordon Green (Pineapple Express, George
Washington) con Sandra Bullock e Billy Bob Thornton. Our Brand
is Crisis uscirà negli USA il 30 ottobre 2015.
Le nuotatrici
(The Swimmers) è stato il film di apertura
dell’ultimo Toronto Film Festival, diretto dalla
regista di origine egiziana Sally El Hosaini; ora
disponibile su Netflix, racconta la
storia vera di due sorelle nuotatrici che sono fuggite dall’orrore
della guerra siriana alla ricerca di un futuro – sportivo e umano –
più stimolante.
The Swimmers: la storia vera di
Yusra e Sara Mardini
Diretto da Sally El
Hosaini – habitué della fabbrica Netflix, dato che ha scritto le sceneggiature di
Enola Holmes e di His Dark
Materials – The Swimmers è un film diviso
in tre parti: la prima si svolge a Damasco, dove dal 2015 gli
attentati terroristici sono diventati sempre più frequenti, come
racconta l’autobiografia della nuotatrice professionista
Yusra Mardini, vero e proprio punto di partenza
per la trama del film. Ci vengono così presentate
Yusra (Nathalie Issa) e sua
sorella Sara (Manal Issa) che,
nel 2011, sono due adolescenti felici e spensierate che vivono a
Damasco. Il padre le allena entrambe come nuotatrici, ma è chiaro
che ha una preferenza per Yusra, la più giovane,
molto più determinata, brava a scuola e dedita ai sacrifici.
Sara, infastidita da questa differenza, presta
meno attenzione al nuoto e preferisce festeggiare con gli amici.
Fotografato, come tutto ciò che fa riferimento al Medio Oriente,
con una tavolozza di colori dominata dal giallo e dall’arancione,
questa prima parte del film ci mostra la crescente tensione
familiare di fronte a una situazione sempre più insostenibile, al
punto che il padre delle sorelle Yusra e
Sara alla fine cede e decide di sostenere il
loro viaggio verso la Germania, dove un amico promette di
accoglierle.
Poiché Yusra ha 17
anni, il progetto è di stabilirsi lì e poi portare il resto della
famiglia Mardini, approfittando del diritto al ricongiungimento
familiare per i minori di 18 anni, cosa che non avverrà. Ma la
strada è ancora lunga, perché la parte centrale della storia è
dedicata al lungo viaggio delle sorelle dalla Siria alla Germania.
Un viaggio traumatico che comprende fughe dalla polizia, gangster
che chiedono soldi per trasferimenti illegali, fame, sete e una
traversata del Mar Egeo su un gommone molto precario e che il film
– indugiando troppo nel suo difetto espositivo più evidente –
mostra non tanto come un’esperienza terrificante quanto, in modo
molto approssimativo, come un viaggio dalla bellezza formale a
tratti “poetica”.
L’ultima sezione abbraccia i cliché
dei film sportivi per mostrare la lotta di una delle sorelle per
competere ai Giochi Olimpici del 2016 a Rio de
Janeiro. Proprio a questo punto, The Swimmers
acquista la maggior parte del suo coraggio dimostrando di avere
sangue nelle vene e allontanandosi dall’accademismo ben congegnato
che aveva prevalso fino a quel momento.
Un racconto romanticizzato ma che
va al sodo
The Swimmers è un
film che non lascia inutilizzato nessun effetto drammatico ed
emotivo (comprese le musiche, che passano dall’epica alle hit pop
del momento), risorse classiche che possono travolgere se ci si
avvicina aspettandosi una storia raccontata in tono più o meno
realistico. Ma non è questo che propone il film, bensì un approccio
“familiare”, in stile hollywoodiano, a una storia difficile come
quella vissuta dalle sorelle. E sebbene ci siano scene dure e
difficili, il film non abbandona mai il suo tono gioviale e
speranzoso.
Ciò non significa che la
coproduzione britannico-statunitense non vada al sodo. Soprattutto
nei primi due terzi, la regista e sceneggiatrice Sally El
Hosaini non risparmia il pubblico. Illustra quanto sia
diventata pericolosa la situazione in Siri: per raggiungere questo
obiettivo, l’autrice si affida a forti contrasti, alternando
frammenti della vita quotidiana delle giovani donne agli orrori
della guerra. I sogni delle due e la gioia di vivere che vorrebbero
manifestare non corrispondono alle bombe che potrebbero colpirle in
qualsiasi momento. The Swimmers riesce così a dare
un volto al tema della fuga e chiarisce perché tutte queste persone
hanno dovuto abbandonare le loro case: in questo modo, le due
protagonisti e il loro cugino diventano simboli rappresentativi in
cui il tema del destino individuale e quello sociale si
fondono.
Forse l’interpretazione più consona
di The Swimmers è quella di un film che è molto
più di una toccante storia vera che rende visibile la prospettiva
dei rifugiati: è un film di speranza e di ispirazione su due
giovani donne incredibilmente forti che hanno il coraggio di non
rinunciare mai ai loro sogni e il cui forte senso di sorellanza le
porta a superare tutti gli ostacoli.
Manca poco all’inizio dell’ultimo
mese dell’anno 2021 ed ecco tutte novità di dicembre in arrivo su
Prime Video. Tra cinema e serie tv, da
segnalare i titoli
In Io
sono babbo natale Ettore (Marco Giallini) è un ex
galeotto dalla vita turbolenta e sgangherata. Non ha grandi
prospettive se non quella di continuare la sua carriera da
rapinatore. È così che si ritrova a casa di Nicola (Gigi Proietti),
un simpatico signore che non possiede oggetti di valore ma ha una
incredibile rivelazione da fare: “Sono Babbo Natale!” Ma sarà
davvero lui? Ultimo film del grande Gigi Proietti, Io sono Babbo
Natale è una commedia italiana di Natale diretta da Edoardo
Falcone.
Encounter, dal 10 dicembre in
esclusiva su Prime Video
Un Marine decorato parte
in una missione per salvare i suoi due figli da una minaccia
misteriosa. Man mano che il loro viaggio li conduce in situazioni
sempre più pericolose, i bambini dovranno lasciarsi l’infanzia alle
spalle. Diretto da Michael Pearce e scritto da Joe Barton e Michael
Pearce, Encounter vede nel cast Riz Ahmed, Octavia Spencer, Rory
Cochrane, Lucian-River Chauhan e Aditya Geddada.
In Being The
Ricardos Lucille Ball (Nicole Kidman) e Desi Arnaz (Javier
Bardem) sono minacciati da sconcertanti accuse personali,
diffamazioni politiche e taboo culturali, nel drammatico racconto
dietro le quinte firmato dallo sceneggiatore e regista premio Oscar
Aaron Sorkin. Con uno sguardo rivelatore che indaga nella
complicata relazione romantica e professionale della coppia, il
film porta il pubblico nella writers’ room, sul palcoscenico e nel
privato di Ball e Arnaz durante una cruciale settimana di
produzione della loro rivoluzionaria sitcom “I Love Lucy”. Nel
cast, accanto ai premi Oscar Nicole Kidman e Javier Bardem, anche
Jake Lacy, J.K. Simmons, Nina Arianda, Tony Hale e Alia
Shawkat.
Dopo un’imboscata mortale
a una delle loro auto blindate, la Fortico Securities con sede a
Los Angeles assume un misterioso nuovo dipendente, Patrick Hill
(Statham), che diventa noto semplicemente come “H.” Mentre impara
le basi dal partner Bullet (Holt McCallany), H inizialmente sembra
essere un tipo tranquillo e con la testa bassa semplicemente lì per
fare un lavoro e guadagnarsi da vivere. Ma quando lui e Bullet
diventano l’obiettivo di un tentativo di rapina, le formidabili
abilità di H vengono rivelate. Non solo è un tiratore esperto che è
ugualmente abile nel combattimento corpo a corpo, ma H è anche
spietato e letale. Basato sul film francese Le convoyeur, La furia
di un uomo – Wrath Of Man annovera un cast stellare
tra cui
Jason Statham, Holt McCallany, Jeffrey Donovan, Josh
Hartnett, Niamh Algar, Laz Alonso, Scott Eastwood e Eddie Marsan.
Il film è diretto da Guy Ritchieda una sceneggiatura di Ivan
Atkinson, Marn Davies e Guy Ritchie. Bill Block e Atkinson sono
produttori.
NUOVI FILM IN ARRIVO Prime e
seconde visioni
State a casa | 2 dicembre
Harriet | 6 dicembre
Security | 7 dicembre
Nemmeno io ti voglio | 20 dicembre
A un metro da te | 21 dicembre
A Quiet Place II | 23 dicembre
Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto | 25
dicembre
Il silenzio grande | 30 dicembre
Altri film
L’amore bugiardo – Gone Girl | 1 dicembre
Harry Potter e la pietra filosofale | 1 dicembre
Harry Potter e la camera dei segreti | 1 dicembre
Harry Potter e il prigioniero di Azkaban | 1 dicembre
Harry Potter e il calice di fuoco | 1 dicembre
Harry Potter e l’Ordine della Fenice |1 dicembre
Harry Potter e il principe mezzo sangue | 1 dicembre
The
Ferragnez – La serie, Dal 9 dicembre in esclusiva su Prime
Video i primi 5 episodi i successivi 3 episodi da giovedì 16
dicembre
Grazie al docu-reality Amazon
Original The Ferragnez – La serie, il pubblico e i fan avranno
accesso esclusivo al dietro le quinte della quotidianità di Chiara
Ferragni e Fedez, scoprendo la loro famiglia come non l’hanno mai
vista prima, nel racconto di un periodo speciale e straordinario
della loro vita insieme – fra la fine del 2020 e i primi mesi del
2021 – con la seconda gravidanza di Chiara, la prima partecipazione
di Fedez a Sanremo e la nascita della secondogenita Vittoria, gli
incontri con gli amici e la famiglia e gli impegni di lavoro. Con
uno sguardo inedito e intimo, la serie racconterà con delicatezza e
ironia passioni, gioie, lacrime e ambizioni di una giovane coppia
normale e straordinaria che si aprirà per svelarsi e per scoprire
aspetti intimi e mai visti prima di sé e del proprio rapporto,
accettando con coraggio di mettersi a nudo, di scavare a fondo e di
aprire agli spettatori le porte della loro casa. Accanto a loro,
oltre al piccolo Leone, primogenito della coppia, anche i genitori
di entrambi, le sorelle di Chiara, Valentina e Francesca con i loro
compagni, nonna Luciana e tante altre persone vicine, per tracciare
un grande ritratto di famiglia.
Chiara Ferragni è imprenditrice
digitale e icona della moda con oltre 25 milioni di follower su
Instagram, incoronata da Forbes “Most Powerful Fashion Influencer”
a livello globale; Fedez è un artista poliedrico con all’attivo
oltre 70 dischi di platino e 13 milioni di follower su Instagram,
già protagonista di Celebrity Hunted – Caccia all’Uomo S1 e host
del grande successo LOL – Chi ride è fuori. The Ferragnez –
La Serie è prodotta da Banijay Italia per Amazon
Studios.
Harlem, Dal 3
dicembre in esclusiva su Prime Video
Creata e scritta Tracy
Oliver, che ne è anche executive producer, Harlem
è una nuova commedia che segue le vicende di un gruppo di amiche
ambiziose provenienti da Harlem, New York City, mecca della Black
Culture in America. Camille è una giovane e conosciuta
professoressa di antropologia alla Columbia con una profonda
conoscenza delle norme di corteggiamento nelle varie culture, ma
continua ad avere problemi con la sua vita amorosa; Tye è la
creatrice di successo di una dating-app per persone queer che
preferisce mantenere a distanza di sicurezza le sue vulnerabilità –
nonché eventuali partner romantici; Quinn è un’inguaribile
romantica e stilista benestante che sta provando a sdebitarsi con
il mondo mentre è impegnata a portare avanti la sua attività che
fatica a decollare; Angie è un’attrice e cantante piena di fiducia
in sé, vivace e senza filtri, che vive a scrocco – ma alla grande –
con Quinn. Insieme vivranno il passaggio dai loro vent’anni alla
successiva tappa delle loro carriere, relazioni e sogni di ragazze
di città.
La serie è interpretata da: Meagan
Good nel ruolo di “Camille,” Grace Byers nel ruolo di “Quinn,”
Shoniqua Shandai nel ruolo di “Angie,” Jerrie Johnson nel ruolo di
“Tye,” e Tyler Lepley nel ruolo di “Ian.” Altre guest star
ricorrenti nella serie sono Whoopi Goldberg nei panni della “Dr.
Elise Pruitt,” Jasmine Guy è “Patricia,” Andrea Martin è “Robin,”
Robert Ri’chard è “Shawn,” Juani Feliz è “Isabela,” Kate Rockwell è
“Ana” e Sullivan Jones è “Jameson”. Harlem è prodotta da Amazon
Studios e Universal Television, una divisione di Universal Studio
Group, in associazione con Paper Kite Productions.
Dopo la morte di suo zio e una
missione mortale per abbattere Point Blanc, Alex Rider è desideroso
di lasciarsi il passato alle spalle e ricostruire la sua vita.
Tuttavia, quando un orribile attacco alla famiglia di un amico lo
riporta nel mondo delle spie, Alex deve svelare un sinistro
complotto politico con ripercussioni globali. Nel cast Otto
Farrant, Stephen Dillane, Vicky McClure, Brenock O’Connor, Ronkẹ
Adékọluẹ́jọ́, Marli Siu, Toby Stephens, Rakie Ayola e Charithra
Chandran.
FC BAYERN – Behind the legend,
dall’8 dicembre in esclusiva su Prime Video
Il club tedesco, che nel 2020 ha
realizzato una tripla vittoria da record (Bundesliga, Coppa di
Germania, Champions League) ed è attualmente la squadra di maggior
successo al mondo, aprirà le porte alle telecamere mostrando tutto
ciò che succede a Säbener Straße. Il documentario fornirà uno
sguardo da vicino, come mai prima d’ora, sulle imprese del club a
partire dalla finale della Champions League del 2020 a Lisbona,
fino alla fine della stagione 2020/21. Seguirà le persone che hanno
fatto la storia e reso grande il club, dal presidente al
giardiniere, e mostrerà personaggi iconici come Karl – Heinz
Rummenigge e Uli Hoeness passare lo scettro alla nuova generazione
guidata dal Presidente Herbert Hainer, da Oliver Kahn e da Hasan
Salihamidžić. Lo show non mancherà di ripercorrere i momenti
salienti e la storia della squadra, l’immagine che il club ha di sé
e come viene percepito nel mondo. Il documentario sul Bayern FC è
una produzione W&B Television. Gli executive producer sono
Quirin Berg e Max Wiedemann.
The Expanse 6 Dal 10 dicembre in
esclusiva su Prime Video, il primo episodio della sesta stagione a
seguire un episodio a settimana
La sesta
e ultima stagione di The Expanse riprende con il sistema solare
in guerra, mentre Marco Inaros e la sua Free Navy continuano a
lanciare devastanti attacchi asteroidi sulla Terra e su Marte.
Mentre le tensioni di guerra e le perdite di quota minacciano di
dividere l’equipaggio della Rocinante, Chrisjen Avasarala compie
una mossa audace e invia l’ex Marine Marziano Bobbie Draper in una
missione segreta che potrebbe cambiare le sorti del conflitto. Nel
frattempo, nella Cintura degli Asteroidi, Drummer e ciò che è
rimasto della sua famiglia sono in fuga dopo aver tradito Marco. E
su un lontano pianeta oltre gli Anelli, inizia a sorgere un nuovo
potere. Nel cast della serie ci sono Steven Strait, Dominique
Tipper, Wes Chatham, Shohreh Aghdashloo, Cara Gee, Frankie Adams,
Keon Alexander, Nadine Nicole e Jasai Chase Owens, riuniti per la
stagione più epica di sempre.
Tampa Baes Dal 10 dicembre in
esclusiva su Prime Video, la sesta stagione
La docu-serie in 8 episodi segue un
gruppo di giovani amiche lesbiche a Tampa Bay, città di richiamo e
sempre più in voga per la comunità LGBTQ + sulla costa della
Florida. Sempre pronte per un’avventura o una bella festa, queste
amiche fedeli – talvolta più che amiche – ambiziose e impertinenti,
sono sempre pronte a combattere gli stereotipi e le etichette. Con
tutti gli occhi puntati addosso, le giovani donne protagoniste
della serie amano il divertimento e vivono un momento cruciale
della loro vita personale e professionale, e sono pronte ad
affrontare qualunque sfida e problema scottante, anche se ciò
significa essere oneste l’una con l’altra. Il cast di Tampa Baes
include Ali Myers, Nelly Ramirez, Shiva Pishdad, Jordan Whitley,
Marissa Gialousis, Summer Mitchell, Cuppie Bragg, Brianna Murphy,
Haley Grable, Melanie Posner, Olivia Mullins e Mack McKenzie
THE GRAND TOUR PRESENTS: CARNAGE A
TROIS
In questo secondo lockdown special,
il trio si tuffa nel bizzarro mondo della cultura automobilistica
francese. In un epico viaggio su strada che inizia nelle colline
gallesi, offrono al pubblico un’avventura da far rizzare i capelli
con disinnescamento di bombe, auto a propulsione, acrobazie in
elicottero e la gara più emozionante della loro vita prima di
raggiungere il Canale della Manica in un climax medievale
sbalorditivo con un briciolo di cinema d’essai francese.
Yearly Departed, la seconda
stagione
La seconda edizione del comedy
special Yearly Departed sarà presentato dalla candidata agli Emmy
Award Yvonne Orji (Insecure). Con una line-up di livello tutta al
femminile che include Jane Fonda (Grace and Frankie), Chelsea
Peretti (Brooklyn Nine-Nine), Meg Stalter (Hacks), Dulcé Sloan (The
Daily Show), Aparna Nancherla (The Great North), X Mayo (The Daily
Show), e una performance musicale di Alessia Cara, alcune delle
donne più divertenti del mondo diranno addio a tutto ciò vogliono
lasciarsi alle spalle del 2021, tra cui la Hot Vax Summer, la vita
da eremita, l’ignorare la crisi climatica, Zoom e molto altro
ancora.
Yearly Departed è una produzione
Amazon Studios, Done+Dusted e Scrap Paper Pictures. Ha come
executive producer Rachel Brosnahan, Paige Simpson, David Jammy,
Katy Mullan, Samantha Ressler, Nathalie Love e Bess Kalb, qui anche
nel ruolo di sceneggiatrice. Linda Mendoza (Tiffany Haddish
Presents: They Ready), vincitrice di un Emmy Award, ritorna anche
quest’anno in qualità di regista. La prima edizione dello show è
stata nominata per un Writers Guild Award e ha vinto un Gracie
Award.
Everybody Loves Natti, la
docu-serie
Everybody Loves Natti è una
docuserie in sei episodi che segue la superstar dominicana del
reggaeton Natti Natasha. Sebbene Natti Natasha abbia accumulato
miliardi di visualizzazioni su YouTube (e oltre 75 milioni di
devoti follower sui social media), la nuova serie Amazon Original
segna la prima volta in cui ha condiviso i dettagli intimi della
sua vita personale, inclusa la relazione con il suo manager, Raphy
Pina. Insieme parlano del suo ultimo album NATTIVIDAD, della vita a
Miami con la loro famiglia appena formatasi, dei suoi sogni di
riconoscimento mondiale e di un bambino a sorpresa in arrivo. La
serie all-access esplora anche come la self-made star ha raggiunto
l’apice della scena musicale latina di oggi con testimonianze di
amici e collaboratori che hanno condiviso il suo viaggio, tra cui
Daddy Yankee, Prince Royce, Becky G, Yovanna Ventura, Ariadna
Gutiérrez e altri. Oltre alla sua strada verso il successo e la
vita quotidiana a Miami con la sua famiglia in crescita, gli
spettatori avranno la testimonianza in prima persona di Natti delle
lotte personali che ha superato, compresi i problemi di fertilità e
le difficoltà della vita come immigrata dominicana.
Sta per chiudersi questo di
Novembre del 2020 che passerà alla storia come quello del secondo
Lockdown per gran parte del nostro paese e in attesa di vivere un
natale diverso da tutti gli altri Amazon Prime
Video rivela tutte le novità di questo Dicembre
2020.
The Wilds
In parte survival drama, in parte
“pigiama party”
distopico, The Wilds segue
un gruppo di ragazze adolescenti di varia estrazione sociale, che
lottano per la sopravvivenza dopo che un incidente aereo le
costringe a vivere su un’isola deserta. Le naufraghe si
ritroveranno a litigare e a stringere forti legami che le
porteranno a conoscersi, a scoprire segreti che nascondono e i
traumi a cui sono tutte sopravvissute. C’è solo un colpo di scena
in questo drama emozionante… le ragazze non sono finite su
quell’isola per caso.
La serie vede nel cast la
veterana Rachel Griffiths, oltre a un
mix di volti noti ed emergenti tra cui Sophia Ali,
Shannon Berry, Jenna Clause, Reign Edwards, Mia Healey,
Helena Howard, Erana James, Sarah Pidgeon, David Sullivan, e
Troy Winbush. The Wilds è
co-prodotta da Amazon Studios e ABC Signature, parte dei
Disney Television Studios. Sarah
Streicher (Daredevil) ha creato la serie e ne è
anche executive producer insieme ad Amy B.
Harris (Sex
and the City e The Carrie
Diaries), Jamie Tarses (Happy Endings), e
Dylan Clark (The Batman and Bird
Box).
The Gentlemen
Per la serie “Il film a
casa tua”, dall’1 dicembre in anteprima esclusiva su Prime Video
Dall’autore e regista Guy Ritchie
arriva The
Gentlemen, una sofisticata commedia action con un cast
di primo livello. Il film segue le vicende dell’emigrato americano
Mickey Pearson (Matthew McConaughey) che si è costruito un impero
della marijuana a Londra. Quando si diffonde l’indiscrezione che
possa volere abbandonare il mercato per sempre, si attivano una
serie di piani, complotti e ricatti nel tentativo di riuscire a
sottrargli il dominio. Nel cast anche Henry
Golding, Matthew
McConaughey, Hugh Grant, Jeremy Strong, Michelle
Dockery e Colin
Farrell.
Per la serie “Il film a
casa tua”, dal 4 dicembre in anteprima esclusiva su Prime
Video
I protagonisti di 10
giorni senza mamma, Fabio
De Luigi e Valentina
Lodovini tornano in 10
giorni con Babbo Natale, questo atteso sequel
affiancati questa volta da un travolgente Diego
Abatantuono nei panni di Babbo Natale e diretti da Alessandro
Genovesi in una commedia delle feste natalizie per tutta la
famiglia.
Insieme a loro i
giovanissimi Angelica Elli, Matteo
Castellucci e Bianca Usai. La famiglia “tutta matta”
di 10 giorni senza mamma è alle prese con nuovi problemi
sulla divisione dei ruoli e con un’avventura che la porterà in
viaggio verso la Lapponia a bordo di un vecchio camper per un
Natale da trascorrere appassionatamente insieme. Gli imprevisti
lungo il percorso e un esilarante incontro-scontro con un sedicente
Babbo Natale renderanno il viaggio indimenticabile.
I’M YOUR WOMAN
Dall’11 dicembre in
esclusiva su Prime Video Versione originale, sottotitolata e
doppiata
I’m Your Woman è un thriller
ambientato negli anni ’70 prodotto e interpretato da Rachel Brosnahan (The Marvelous Mrs.
Maisel) che tratta i temi della maternità, della famiglia,
dell’empowerment femminile e della trasformazione personale. La
storia segue Jean (Brosnahan) nella sua avventura con il figlio
appena nato mentre cerca di scappare dal passato criminale del
marito e si trasforma da casalinga protetta a tostissima madre in
fuga. Grazie all’aiuto di Cal e Teri, la sua fatica nel cercare di
prendere il controllo della propria vita si traduce nella
consapevolezza del proprio potere. Al fianco di Brosnahan troviamo
nel cast Marsha Stephanie Blake e Arinzé Kene. Il film è diretto da
Julia Hart e prodotto da Jordan Horowitz (La La Land).
SOUND OF METAL
Durante una serie di
performance adrenaliniche, il batterista punk-metal Ruben (Riz
Ahmed) inizia ad avere degli episodi intermittenti di perdita di
udito. Quando uno specialista lo informa che la sua condizione è
destinata a peggiorare rapidamente, il batterista pensa che la sua
carriera e, di conseguenza, la sua vita siano finite. La fidanzata
e compagna nella band, Lou (Olivia Cooke), spaventata dal fatto che
Ruben possa ricadere nella tossicodipendenza da eroina da cui sta
faticosamente cercando di curarsi, lo porta in un’isolata casa di
cura per sordi affinché possano aiutarlo ad adattarsi a questa sua
nuova condizione.
Dopo essere stato accolto in una
comunità che lo accetta per come è, Ruben deve scegliere tra il suo
nuovo equilibrio e il desiderio di tornare alla vita che aveva un
tempo. Sound of Metal è diretto Darius Marder (Loot, sceneggiatore
di Come un tuono), autore del soggetto con Derek Cianfrance (Come
un tuono). La sceneggiatura è firmata dal regista Darius Marder con
Abraham Marder. Nel cast del film Riz Ahmed (The Night Of,
Nightcrawler), Olivia Cooke (Me and Earl and the Dying Girl, Bates
Motel), Paul Raci (Baskets, Parks and Recreation), Lauren Ridloff
(The Walking Dead,Eternals) e Mathieu Almaric (The Diving Bell and the
Butterfly, The Grand Budapest Hotel).
EL CID
El Cid narra la storia di
Rodrigo “Ruy” Diaz de Vivar, detto El Cid, eroe nazionale spagnolo
ma anche uno dei personaggi più misteriosi e complessi della storia
del paese. La serie racconta gli anni della gioventù di Ruy, ovvero
il momento in cui diventò un fedele vassallo, cavaliere ed eroe per
la corona. La storia è ambientata nell’undicesimo secolo, una delle
epoche più affascinanti della storia spagnola, in cui cristiani,
arabi ed ebrei convivevano nella penisola iberica, fronteggiandosi
in guerre e stringendo alleanze. El Cid è una storia
d’amore, intrighi, tradimenti e scontri fra potere e autorità.
El Cid è stato girato
nelle provincie spagnole di Soria, Burgos, Teruel e Madrid, oltre
che nella città di Saragozza; una produzione che ha superato i 4000
m2 di estensione, con uno staff di più di 200 persone e 11.000
comparse. Oltre a Jaime Lorente nei panni di El Cid, la serie vede
la partecipazione anche di José Luis García-Pérez che interpreta Re
Ferdinando I il Grande, Elia Galera nei panni della Regina Sancha
La Bella, Carlos Bardem è il Conte di León, Juan Echanove è il
vescovo, Alicia Sanz è Infanta Urraca, Francisco Ortiz è Sancho VII
il Forte, Jaime Olías è Alfonso VI, Lucía Guerrero è Jimena, Lucía
Díez è Infanta Elvira, Nicolás Illoro è Re García, Juan
Fernández è Rodrigo, nonno di El Cid, Pablo
Álvarez è Orduño, l’antagonista di Ruy, Ginés García Millán è Re
Ramiro di Navarra, Dani Tatay è Beltrán, il figlio di Ramiro, Dani
Albaladejo è Orotz, David Castilloè Lisardo lo scudiero, Adrián
Salzedo è Alvar, Álvaro Rico è Nuño, Emilio Buale è Sádaba il
guerriero, Hamid Krim è il Sultano di Saragozza Al-Muqtadir, Sarah
Perles è Amina, la figlia del Sultano, e Zohar Liba è Abu Bakr.
ANTEBELLUM
Per la serie “Il film a casa tua”, dal 14 dicembre in anteprima
esclusiva su Prime Video
L’autrice di successo
Veronica Henley (Janelle Monáe) si
trova incastrata in una realtà spaventosa che la obbliga a
confrontarsi con il suo passato, presente e futuro e in cui “prima”
è già tardi. I filmmaker visionari Gerard
Bush e Christopher
Renz (Bush
+ Renz), noti per il loro lavoro pionieristico nella
pubblicità impegnato nella lotta per la giustizia sociale,
scrivono, producono e dirigono il loro primo film, il nuovo
terrificante thriller Antebellum, in team
con QC Entertainment, già produttore dei film
Premi Oscar Get Out e
BalcKkKlansman, Zev Foreman e Lezlie
Wills.
SYLVIE’S LOVE
Dal 25 dicembre in esclusiva su Prime
Video
È il 1957, New York è
invasa dal caldo estivo e dal jazz. Robert (Nnamdi Asomugha),
sassofonista, passa le notti a suonare dietro al meno capace ma più
famoso frontman del quartetto di cui fa parte. Sylvie (Tessa
Thompson), che sogna una carriera nella televisione, spende i suoi
giorni d’estate ad aiutare suo padre nel negozio di dischi,
aspettando che il suo ragazzo torni dalla guerra. Quando Robert
inizia a lavorare in quello stesso negozio, tra i due si accende
una scintilla che potrebbe far nascere una passione forte, come
nessuno dei due ha mai provato nella propria vita. Il regista e
sceneggiatore Eugene Ashe unisce romance e musica in una storia
travolgente che narra un’epoca di cambiamento, un’evoluzione
culturale e il vero prezzo dell’amore.
WEEKEND
Federico, Giulio, Michele
e Roberto: quattro amici di gioventù si rincontrano all’apertura
di una mostra di pittura. L’artista è la madre di Alessandro, un
loro amico morto sette anni prima in circostanze poco chiare. Il
giorno della sua scomparsa i quattro erano con lui e da quel
momento non si sono più rivisti. La sera stessa della mostra
vengono condotti forzatamente in un luogo a loro familiare: la casa
di montagna dove, in quella tragica estate, passarono quel mai
dimenticato weekend che terminò nel peggiore dei modi. Si
ritrovano così abbandonati, lontani da tutto e isolati a causa di
una tempesta di neve. Proprio in quel luogo, dove il loro amico
perse la vita, qualcuno di cui non conoscono l’identità gli
comunica che tra loro c’è il responsabile della sua morte. L’unica
via di uscita è scoprire l’assassino, facendolo finalmente
confessare. Chi tra loro può aver commesso il terribile atto?
Presente e passato, estate e inverno, si intrecciano portando alla
luce risvolti sorprendenti, ed una verità molto più complessa di
quella immaginata.
The Expanse
5
Dal 16 dicembre in
esclusiva su Prime Video i primi tre episodi della quinta stagione,
a seguire un episodio ogni mercoledì
La quinta stagione di The Expanse
continua a narrare la storia degli umani che in
massa abbandonano il sistema solare in cerca di una nuova casa
e di un nuovo inizio in mondi simili alla Terra. Le
conseguenze dello sfruttamento secolare
della Cintura sono ormai reali e la resa dei
conti è inevitabile. Per la crew
della Rocinante e per i leader
dei Pianeti Interni e della Cintura il passato e il
presente collidono, e il futuro riserva sfide che avranno
conseguenze su tutto il sistema solare. Amos (Wes
Chatham) torna sulla Terra per confrontarsi con il suo passato
e con le conseguenze di una vita che tanto ha
combattuto per lasciarsi alle spalle. Naomi
(Dominique Tipper) riesce a raggiungere suo
figlio in un tentativo disperato di salvarlo dalla
dannosa influenza del padre. Bobbie (Frankie
Adams) e Alex (Cas Anvar) cercano di affrontare
il collasso di Marte seguendo i movimenti di
un’ambigua congrega avente legami con criminali e
terroristi. Holden (Steven Strait) lotta con le
conseguenze dei suoi trascorsi con la
Protomolecola, con gli alieni che
l’hanno costruita e con il mistero di cosa li
abbia annientati. Drummer (Cara Gee), in
compagnia di una nuova squadra, combatte per fuggire da
chi e cosa è stata in precedenza
e Avasarala (Shohreh Aghdashloo), rifiutandosi di
essere relegata ai margini, farà di tutto per prevenire un
attacco terroristico di proporzioni storiche.
THE GRAND TOUR PRESENTS: A MASSIVE
HUNT
Dopo le
spericolate avventure acquatiche nel Mekong, l’intrepido
trio si ritrova su quattro ruote per la sua ultima
avventura nelle esotiche isole
di Reunion e Madagascar. A bordo di tre
auto sportive Richard, James e Jeremy sono
convinti di affrontare un
viaggio tranquillo e divertente quando arrivano
a Reunion e si lanciano a gran velocità sul
tratto di asfalto più costoso del
mondo: una sbalorditiva strada costruita sul mare.
Ma una bizzarra
sfida, lanciata da Mr Wilman, li
spinge ad attraversare l’oceano per
giungere fino in Madagascar,
dove dovranno affrontare la strada
più ardua del mondo a bordo di alcune tra
le auto
più modificate che abbiano mai costruito,
per completare una delle loro missioni più difficili fino
a oggi. L’estenuante avventura si concluderà
con un finale esplosivo.
Yearly Departed
Amazon Prime
Video darà il suo addio al 2020 con il nuovo special
comico Yearly Departed, un ironico memorial per un
anno che in realtà deve ancora finire. Lo show raccoglie una
serie di elogi funebri al 2020, in cui una squadra di
comiche parlerà di tutto ciò che abbiamo “perso” negli ultimi
mesi. Dopo un lungo periodo passato tra pandemia, vespe killer
e banana bread, Yearly
Departed darà al 2020 l’addio che si merita da parte di
alcune delle donne più divertenti al mondo.
La lineup tutta al femminile
include Rachel
Brosnahan (The Marvelous Mrs. Maisel), Ziwe
(Book of Ziwe), Tiffany Haddish
(Girls Trip), Patti Harrison (Shrill), Natasha
Leggero (Another Period), Natasha
Rothwell (Insecure) e Sarah
Silverman (I Love You, America).
Yearly Departed ha come executive producer
Rachel Brosnahan, Paige Simpson, David Jammy, Katy Mullan, Samantha
Ressler, Nathalie Love e Bess Kalb, qui anche nel ruolo di
head writer. A dirigere è la regista nominata agli Emmy Linda
Mendoza (Tiffany Haddish Presents: They
Ready).Yearly Departed è prodotto
dagli Amazon Studios e Done + Dusted.
Arriva da
The Hollywood Reporter la notizia che sarà Gary
Dauberman a dirigere Le Notti di
Salem, primo adattamento cinematografico del secondo
romanzo pubblicato da Stephen King nel 1975, dopo
Carrie del 1974.
Gary Dauberman è
noto per aver diretto lo scorso anno Annabelle
3, terzo capitolo della saga spin-off di
The Conjuring dedicato alla
terrificante bambola demoniaca, e per aver sceneggiato, oltre ai
primi due capitoli di Annabelle e The
Nun – La vocazione del male, anche IT e IT – Capitolo di Andy Muschietti.
L’adattamento cinematografico de
Le Notti di Salem sarà prodotto da
James Wan, creatore delle saghe di Saw, Insidious
e The Conjuring. Dauberman si occuperà anche della
sceneggiatura. Il romanzo originale è stato già portato sul piccolo
schermo grazie alla miniserie del 1979 a cui seguì la seconda parte
nel 1987. Rob Lowe è poi stato protagonista di un altro remake più
recente realizzato da TNT nel 2004.
Pubblicato nel 1975, il libro
originale segue le vicende di Ben Mears, uno scrittore di successo
cresciuto nell’immaginaria cittadina di Jerusalem’s Lot che vi fa
ritorno venticinque anni dopo. Qui diventa amico dell’insegnante di
liceo Matt Burke e inizia una relazione sentimentale con Susan
Norton, una giovane laureata, mentre lavora alla stesura di un
testo dedicato alla ‘Casa Marsten’, una magione abbandonata che da
piccolo gli aveva causato terribili incubi.
Gary
Dauberman, sceneggiatore di IT, dirigerà
l’adattamento cinematografico de Le Notti di Salem
L’ultimo film da regista di James Wan è Aquaman, uno dei
più grandi successi economici della stagione 2018, capace di
superare quota 1 miliardo in tutto il mondo. Già annunciato il
sequel con Jason
Momoa e
uno spin-off dedicato ai Trench, le creature marine viste nel
cinecomic DC, ma non è ancora confermato il ritorno di Wan dietro
la macchina da presa.
Come riportato poche ore fa
dall’Hollywood Reporter, James Wan e Gary
Dauberman sono ufficialmente al lavoro sull’adattamento
del romanzo di Stephen King Le notti di Salem per
New Line Cinema. I due avevano già collaborato come regista,
sceneggiatore e produttore del franchise horror di
Conjuring, e lo stesso Dauberman si occuperà dello
script del film.
Pubblicato nel 1975, il libro
originale segue le vicende di Ben Mears, uno scrittore di successo
cresciuto nell’immaginaria cittadina di Jerusalem’s Lot che vi fa
ritorno venticinque anni dopo. Qui diventa amico dell’insegnante di
liceo Matt Burke e inizia una relazione sentimentale con Susan
Norton, una giovane laureata, mentre lavora alla stesura di un
testo dedicato alla ‘Casa Marsten’, una magione abbandonata che da
piccolo gli aveva causato terribili incubi.
Vi ricordiamo che questo non è il
primo adattamento de Le notti di Salem, portato
sul piccolo schermo grazie alla miniserie del 1979 a cui seguì la
seconda parte nel 1987. Rob Lowe è poi stato protagonista di un
altro remake più recente realizzato da TNT nel 2004.
Dauberman non è
nuovo al genere, avendo sceneggiato molti dei film dell’universo di
Conjuring, come i tre capitoli di Annabelle (di
cui ha diretto il terzo), The Nun, IT di Cary
Fukunaga e La
Lorona, ora nelle nostre sale.
L’ultimo film da regista di Wan è
Aquaman, uno dei più
grandi successi economici della stagione 2018, capace di superare
quota 1 miliardo in tutto il mondo. Già annunciato il sequel con
Jason Momoa e uno spin-off dedicato ai Trench, le
creature marine viste nel cinecomic DC, ma non è ancora confermato
il ritorno di Wan dietro la macchina da presa.
Le notti di Salem arriva al cinema,
con la produzione di James Wan
Le Notti di
Cabiria è il film del 1957 diretto da Federico
Fellini con protagonisti nel cast Giulietta
Masina, Francois Perier, Amedeo Nazzari, Aldo Silvani e Franca
Marzi.
Considerato uno dei capolavori di
Federico Fellini insieme a La dolce vita e
I Vitelloni, Le Notti di Cabiria
vinse il premio Oscar nel 1958 come miglior film straniero. Scritto
da Pier Paolo Pasolini, Pinelli e Flaiano, prodotto da Dino
De Laurentis, musicato da Nino Rota,
Le notti di Cabiria è riconosciuto come uno degli
ultimi film di stile neorealista che segna la maturità registica
del maestro Fellini, abile sognatore e autore tragico-comico.
In Le Notti di
Cabiria si racconta la malinconica storia della giovane
Maria “Cabiria” Ceccarelli, svampita giovane nata nella miseria,
costretta a prostituirsi nei quartieri poveri della Roma del
dopoguerra, a causa della povertà della sua famiglia. Gracile e
sola, agita la sua borsetta per farsi riconoscere tra la gente e
per trovare il suo posto nel mondo. Tra i primi personaggi
“disegnati” perfettamente da Federico Fellini, la
piccola Cabiria sembra muoversi a fatica nella sua stessa vita come
una delle macchiette riconoscibili nell’antica Commedia dell’Arte
(rispetto l’amica Wanda che incarna invece l’ideale della classica
battona romana). Interpretata magistralmente da Giulietta
Masina (che con questo ruolo vinse il premio come miglior
interprete femminile al Festival
di Cannes del 1957), Cabiria nonostante le sue precarie
condizioni economiche, balla, canta e continua a sognare ad occhi
aperti, con una dolcezza inconsueta per una ragazza di “strada”,
conservando tutta la sua ingenuità di ragazzina che s’illude di
poter trovare l’amore, prima nel “protettore” che invece la sfrutta
per rubarle i soldi, e dopo, in un aiutante bellone divo del
cinema, Alberto Lazzari, (interpretato da Amedeo Nazzari).
La ricerca del riscatto e di un
vero amore sembra allontanarsi anche con il bugiardo Oscar che la
incontra per caso e la seduce per illuderla ancora una volta
chiedendole di sposarlo. E’ questo il dramma centrale del film:
l’estremizzazione dell’incapacità di Cabiria nel non esser capace
di farsi realmente amare da un uomo.
La sceneggiatura si snoda dentro
una struttura narrativa complessa ma equilibrata in cui ogni
personaggio influisce sul triste destino della protagonista, che
resiste alle angherie della sua esistenza, dimostrando come il bene
può superare il male quando si riesce a sorridere, anche nello
squallore della vita di strada.
Le Notti di Cabiria, il film
premio oscar di Federico Fellini
Secondo Morandini il film “come una
sinfonia allaccia tutti i complementari episodi insieme per
analogia o per contrasto” grazie alla forte personalità di Cabiria
che li giustifica in tutte le scelte che subisce. Tre anni dopo il
grande successo de La strada, Fellini emozionò il mondo con questo
film definito dalla critica un vero capolavoro che gli valse il
David di Donatello come miglior regista del 1957.
Secondo molti esperti di cinema il personaggio di Cabiria richiama
la piccola Gelsomina del capolavoro con Marcello
Mastroianni. Come opera d’ispirazione diretta del film
ricordiamo il musical di Neil Simon Sweet Charity
del 1966 trasposto al cinema nel 1969 con protagonista
Shirley MacLaine e girato dal regista Bob
Fosse.
Guarda il trailer de Le Notti dei
Super Robot, evento in due parti (il 24 novembre e il 2 dicembre)
reso possibile dalla collaborazione tra Koch Media e Yamato
Video.
Koch Media e Yamato Video sono liete
di svelare la grande sorpresa che hanno in serbo per tutti gli
appassionati di animazione e fantascienza, per tutti coloro
che sono cresciuti al grido di “alabarda spaziale” o sognando di
poter diventare, un giorno, piloti di uno dei super robot giganti
preferiti. A novembre arriveranno al cinema, infatti, Le
Notti dei Super Robot, due appuntamenti da non perdere che
faranno la felicità dei fan di vecchia data e delle nuove
generazioni di aspiranti eroi!
Le Notti dei Super Robot racchiudono
due uscite-evento che riportano sul grande schermo, in versione
ridoppiata e totalmente rimasterizzata in HD, i film d’animazione
nati dal genio creativo di Go Nagai, il fumettista e scrittore che,
con le sue opere e i suoi personaggi, ha segnato la storia moderna
del fumetto giapponese.
LE NOTTI
DEI SUPER ROBOT – PARTE I
Il 24 novembre
approderanno al cinema per un solo giorno Mazinga Z contro
Devilman, Mazinga Z contro il Generale
Nero e Il Grande Mazinga contro Getta
Robot. Una vera e propria maratona robotica con gli eroi
di sempre in una versione mai vista prima.
Mazinga Z contro
Devilman (Mazinger Z vs Devilman) – Il Dottor Hell, nemico
giurato di Mazinga Z, si serve dei demoni Zanin, Silen e Bugo,
coadiuvati dai suoi mostri meccanici, per cercare di distruggere
l’odiato robot. Per l’occasione Mazinga e Devilman si alleano per
combattere i comuni avversari.
Mazinga Z contro il Generale
Nero (Mazinger Z vs General dark) – Le principali città
del mondo vengono attaccate dalle truppe di Micene, comandate dal
Duca Gorgon, sottoposto del Generale Nero. Mazinga Z respinge
parzialmente gli attacchi dei potenti mostri guerrieri micenei, ma
viene seriamente danneggiato. Mentre il robot terrestre si reca
alla base per le necessarie riparazioni, il Generale Nero organizza
un attacco molto più massiccio: il nuovo esercito, comandato dallo
“Juma Shogun” (“Generale delle bestie demoniache”), riduce davvero
male Mazinga Z, salvato solo grazie all’arrivo di uno sconosciuto e
potente robot, il Grande Mazinga.
Il Grande Mazinga contro
Getta Robot (Great Mazinger vs Getter Robot) – In
questo episodio il team Getter e il Grande Mazinga vengono
presentati come degli eterni rivali che, tuttavia, devono unire le
proprie forze per contrastare il potente e apparentemente
invincibile mostro mutaforma Girgiran, inviato sulla Terra da dei
misteriosi invasori spaziali. Questo film si avvale del character
design del grande e compianto Kazuo Komatsubara (animatore di
Nausicaa della valle del vento, il capolavoro di Miyazaki
e di Capitan Harlock-L’Arcadia della mia giovinezza).
Koch Media
e Yamato Video sono liete di svelare la grande sorpresa che hanno
in serbo per tutti gli appassionati di animazione e
fantascienza, per tutti coloro che sono cresciuti al grido di
“alabarda spaziale” o sognando di poter diventare, un giorno,
piloti di uno dei super robot giganti preferiti. A novembre
arriveranno al cinema, infatti, Le Notti dei Super
Robot, due appuntamenti da non perdere che faranno la
felicità dei fan di vecchia data e delle nuove generazioni di
aspiranti eroi!
Le Notti dei Super Robot racchiudono due uscite-evento che
riportano sul grande schermo, in versione ridoppiata e totalmente
rimasterizzata in HD, i film d’animazione nati dal genio creativo
di Go Nagai, il fumettista e scrittore che, con le sue opere e i
suoi personaggi, ha segnato la storia moderna del fumetto
giapponese.
LE NOTTI DEI SUPER ROBOT – PARTE I Il 24 novembre approderanno al cinema per un
solo giorno Mazinga Z contro
Devilman, Mazinga Z contro il Generale
Nero e Il Grande Mazinga contro Getta
Robot. Una vera e propria maratona robotica con gli eroi
di sempre in una versione mai vista prima.
Mazinga Z contro Devilman (Mazinger Z vs
Devilman) – Il Dottor Hell, nemico giurato di Mazinga Z, si serve
dei demoni Zanin, Silen e Bugo, coadiuvati dai suoi mostri
meccanici, per cercare di distruggere l’odiato robot. Per
l’occasione Mazinga e Devilman si alleano per combattere i comuni
avversari.
Mazinga Z contro il Generale
Nero (Mazinger Z vs General dark) – Le principali
città del mondo vengono attaccate dalle truppe di Micene, comandate
dal Duca Gorgon, sottoposto del Generale Nero. Mazinga Z respinge
parzialmente gli attacchi dei potenti mostri guerrieri micenei, ma
viene seriamente danneggiato. Mentre il robot terrestre si reca
alla base per le necessarie riparazioni, il Generale Nero organizza
un attacco molto più massiccio: il nuovo esercito, comandato dallo
“Juma Shogun” (“Generale delle bestie demoniache”), riduce davvero
male Mazinga Z, salvato solo grazie all’arrivo di uno sconosciuto e
potente robot, il Grande Mazinga.
Il Grande Mazinga contro Getta Robot
(Great Mazinger vs Getter Robot)
–In questo episodio il team Getter e il
Grande Mazinga vengono presentati come degli eterni rivali che,
tuttavia, devono unire le proprie forze per contrastare il potente
e apparentemente invincibile mostro mutaforma Girgiran, inviato
sulla Terra da dei misteriosi invasori spaziali. Questo film si
avvale del character design del grande e compianto Kazuo
Komatsubara (animatore di Nausicaa della valle del
vento, il capolavoro di Miyazaki e di Capitan
Harlock-L’Arcadia della mia giovinezza).
LE NOTTI DEI SUPER ROBOT – PARTE II Il 2 dicembre faranno, invece, il loro
ingresso nelle sale cinematografiche, in un evento
esclusivo, le splendide versioni rimasterizzate
di Ufo Robot Gattaiger, Il
Grande Mazinga contro Getta Robot G, Ufo
Robot Goldrake contro Il Grande
Mazinga e Ufo Robot Goldrake, Getta
Robot G, Il Grande Mazinga contro il Dragosauro.
Ufo Robot Gattaiger – La grande battaglia dei dischi
spaziali (UFO Robot
Daisenso) – Duke Fleed, fuggito sulla
Terra dal pianeta Fleed, è costretto a combattere le armate del
feroce Re Yabarn.
Attesissimo dai fan italiani, questo film è il pilot che anticipa
la fortunata serie UFO Robot Goldrake e appare
per la prima volta in Italia, in quanto completamente inedito. Una
vera chicca!
Il Grande Mazinga contro Getta Robot G – Violento
scontro nei cieli (Great Mazinger vs Getter Robot G)
– Il Grande Mazinga incontra ancora il team Getter, ma in
circostanze più tragiche: all’inizio del film, infatti, lo
sfortunato Musashi, pilota del Getter 3, perde la vita combattendo
valorosamente un mostro inviato dagli invasori spaziali.
Fortunatamente è già pronto il nuovo Getter Robot G e il povero
Musashi è sostituito da un nuovo pilota: Benkei Kuruma. I robot
nemici, in particolare Pigdron, il mostro di luce, sono
particolarmente potenti: il Grande Mazinga e Getter G dovranno
ancora allearsi per il bene dell’umanità.
Ufo Robot Goldrake contro Il Grande
Mazinga (UFO Robot Grendizer vs Great Mazinger)
–Il generale Barendos, ufficiale agli ordini
del perfido Re Vega, si reca sulla Terra intenzionato a distruggere
Goldrake, visti i numerosi fallimenti di Gandal e Blacky (in Italia
Hidargos), i nemici storici di Duke Fleed. A questo scopo cattura
Koji Kabuto e ne sonda la mente tramite l’ipnosi, in modo da farsi
rivelare tutti i segreti e gli eventuali punti vulnerabili di
Goldrake. Pur non raggiungendo il suo intento, Barendos scopre per
caso che Koji è stato pilota di Mazinga Z e che conosce i progetti
e i dettagli tecnici del Grande Mazinga. L’ufficiale veghiano,
così, decide di di trafugare il Grande Mazinga e usarlo per
combattere e distruggere Goldrake.
Ufo Robot Goldrake, Getta Robot G, Il Grande Mazinga
contro il Dragosauro –La lotta
dei mitici giganti d’acciaio, Goldrake, il Grande Mazinga e Getter
Robot G, aiutati dai vari Dianan A e Venus Alpha, i robot
dall’aspetto femminile e dal buffo Boss Robot contro un gigantesco
mostro marino, viene presentata in maniera molto avvincente e
spettacolare, grazie alla grande regia di Masayuki Akehi (Ryu il
ragazzo delle caverne, Galaxy Express
999 e Uomo Tigre
II).
Nel suo primo lungometraggio,
Keeper, Guillaume Senez si era
occupato di una coppia di giovanissimi che affrontava la nascita di
un figlio e di come ci si rapporti all’essere genitore in un’età
così acerba, mentre in questo secondo film, Le nostre
battaglie, presentato alla Semaine de La Critique del
Festival
di Cannes e vincitore del Premio del Pubblico al Torino Film
Festival, in sala in Italia dal 7 febbraio, indaga su come sia
difficile tenere insieme un nucleo familiare, alle prese con i
mille problemi quotidiani.
Olivier (Romain
Duris) è delegato sindacale nella sua azienda e
caporeparto. Fa tutto quello che può per tutelare i suoi colleghi,
lo fa con passione e dedizione, ma questo spesso non basta. Tra
crisi e mercato globalizzato, il sindacato ha sempre meno forza, i
colleghi sono sfiduciati e i dirigenti fanno quello che vogliono.
Ora l’azienda vuole licenziare e non è disposta a compromessi. Il
lavoro assorbe completamente Olivier. Finché un giorno la moglie
Laura (Lucie Debay), che non riesce più a
sopportare il peso della famiglia da sola, se ne va, lasciandolo
con i figli, Elliot e Sara. Olivier deve riorganizzare la sua vita,
assumendo più seriamente su di sé il ruolo di padre. Intanto, cerca
di rintracciare la moglie e inizia a chiedersi i motivi della sua
fuga. Sostenuto dalla madre Joëlle (Dominique
Valadié) e dalla sorella Betty (Laetitia
Dosch), riflette sui propri errori e cerca di instaurare
un rapporto diverso con i figli in un percorso che sarà di crescita
per tutti.
È una poetica del quotidiano quella
di Senez, portata avanti con verità e senza retorica.
Nonostante l’inizio – l’inquadratura
dall’alto degli interni della fabbrica, vista come luogo alienante,
spersonalizzante, il gesto sconsiderato di un operaio disperato
– che farebbe pensare a un film incentrato sulla denuncia
sociale, questo elemento, senza dubbio presente nel film, viene ben
armonizzato con l’elemento realmente portante, quello esistenziale,
senza offuscarlo, in una fusione che rammenta come l’orizzonte di
riferimento del regista franco-belga comprenda senz’altro il cinema
dei fratelli Dardenne.
È la spiccata sensibilità di Senez
che gli consente di tratteggiare efficacemente la figura di un
padre, interpretato in chiave minimalista e perfettamente aderente
da Romain Duris (Tutti i battiti del mio
cuore, Il Truffacuori, Tutti pazzi per Rose). È
interessante, ad esempio, l’esplorazione delle contraddizioni del
personaggio, tanto solidale ed empatico coi compagni di lavoro,
quanto incapace di dialogo e condivisione in famiglia, al punto da
non accorgersi della profonda crisi della moglie. Senez riesce ad
addentrarsi nel terreno delle dinamiche relazionali tra moglie e
marito, genitori e figli, fra fratelli, esemplificate attraverso
situazioni e personaggi diversi, senza eccessi o sconfinamenti
melodrammatici, con un’autenticità e una delicatezza non comuni,
con l’aiuto di un buon cast. Particolarmente riusciti, tra gli
altri, i momenti di intimità sia tra Olivier e la sorella Betty,
che tra i piccoli Elliot e Sara. Il regista tesse una sottile tela
di stati emotivi che si colgono a pieno senza restarne sopraffatti
e non mette mai lo spettatore di fronte al ricatto dei
sentimenti.
Dal punto di vista narrativo, il
rischio che la componente emotiva prendesse il sopravvento e
facesse venir meno la coesione del racconto era tangibile, ma anche
in questo il regista, sceneggiatore con Raphaëlle
Desplechin, non si fa prendere dall’enfasi, si mostra
padrone della materia trattata e della sua articolazione, scandita
in modo preciso e cadenzato, secondo una serie ben precisa di fasi,
che illustrano in modo chiaro l’evoluzione del protagonista. Il
procedere è forse un po’ lento, ma l’elemento di novità introdotto
in ogni fase mantiene viva l’attenzione dello spettatore, che si
lascia così piacevolmente condurre in questo viaggio di
esplorazione socio-esistenziale.
Netflix è lieto di
annunciare il teaser trailer di Le
nostre anime di notte, il nuovo film originale
con protagonisti Robert Redford e Jane Fonda, che riceveranno i Leoni
d’oro alla carriera alla 74a Mostra del
Cinema di Venezia.
Le nostre anime di notte
debutterà in tutti i Paesi in cui sul servizio è attivo il
29 Settembre 2017.
Sono passati cinquant’anni da
quando hanno interpretato gli sposini nel film A piedi nudi nel
parco.
Oggi, i vincitori del Premio Oscar
Robert Redford e Jane Fonda tornano insieme sullo schermo per la
quarta volta grazie al film originale NetflixLe nostre anime di notte, in
cui interpretano una coppia che trova l’amore in modo aspettato in
una fase più matura delle loro vite.
Basato
sul romanzo scritto da Kent Haruf e adattato per
la televisione da Scott Neustadter e Michael H.
Weber (Colpa
delle stelle), Our Souls at Night è
ambientato in Colorado e inizia quando Addie Moore (Jane
Fonda) riceve una visita inaspettata dal suo vicino Lous
Waters (Robert Redford). Entrambi vedovi da dieci
anni e vicini di casa da decenni, non si erano mai frequentati più
di tanto. I figli di entrambi vivono lontani da casa e loro due
abitano entrambi in case enormi. Un giorno lei si stanca di questa
casa enorme e decide che è arrivato il momento di conoscersi meglio
e di sfruttare al meglio il tempo che le è
rimasto.
Nel
cast di Our Souls At Night anche
Bruce Dern (Nebraska), Judy Greer (Jurassic
World) e Matthias Schoenaerts (The
Danish Girl).
A 47 anni da A piedi nudi
nel parco, Jane Fonda e Robert
Redford si ritrovano al cinema, a raccontare un’altra
storia d’amore, prodotta da Netflix e presentata a
Venezia 74: Le nostre anime di
notte.
Diretto da Ritesh
Batra (Lunchbox), Le nostre anime
di notte racconta di due vicini di casa, entrambi alla
fine della rispettiva vita, che pur conoscendosi da molti anni non
hanno mai intrecciato un vero rapporto. La solitudine di entrambi
li spingerà ad avvicinarsi, per avere qualcuno con cui parlare di
notte, a letto. Batra si concentra prevalentemente sui personaggi,
sulle emozioni, sulle delicatezza di due solitudini che si
incontrano e si fanno compagnia, senza però mai confondersi.
L’amore da anziani è un tema che il cinema affronta di rado e Le
nostre anime di notte offre al pubblico la possibilità di
affacciarsi su una storia a strati. I due protagonisti cominciano a
raccontarsi portando entrambi nella relazione storie di vita,
alcune dolorose, che hanno caratterizzato i momenti di svolta del
loro passato. E così la storia d’amore assume delle caratteristiche
malinconiche, laddove un amore giovane guarda al futuro costruendo,
l’amore maturo, in questo caso, guarda al passato, ricordando.
Le nostre anime di notte, il film
Nonostante questa caratteristica,
il racconto non si abbatte mai, sviluppandosi in un sereno
resoconto che non risparmia ai due protagonisti decisioni difficili
che costringono entrambi a mettere da parte la propria
individualità per un bene diverso. Le nostre anime di
notte sembra confermare che, nonostante una vita lunga e
più o meno soddisfacente, non si arriva mai al punto in cui si
smette di fare progetti, reinventandosi e dandosi sempre una
seconda occasione per fare bene o meglio qualcosa che in passato si
è tralasciato.
Nel complesso il film fa leva
prevalentemente sull’appeal dei due protagonisti, alla soglia degli
80 anni lei, oltre gli 80 lui, Robert Redford e Jane Fonda sono l’immagine di una Hollywood
dorata che non esiste più, bellissimi e carismatici ci raccontano
Louis e Addie con autentica emozione, tarando il film per un
pubblico casalingo avvezzo alle lacrime. Nella sua confezione
perfetta, Le nostre anime di notte trova il suo
limite. Nessun guizzo particolare, nessuna invenzione narrativa,
nessun deragliamento dalla sicurezza di una storia rivolta al
grande pubblico. E dopotutto non sono questi i film che devono
rispondere a queste esigenze.
Ecco i nominati per i Razzie Awards
edizione 2011, che premiano il peggio del cinema dello scorso anno
e che come da tradizione precederanno di una notte la ben più nota
e prestigiosa notte degli Oscar.
I Razzie premiano il “peggio” del
cinema mondiale. Quest’anno trionfano trai nominati due film: The
Twilight Saga: Eclipse e The Last Airbender (di M. Night
Shyamalan), entrambi con 9 candidature tra cui quella per il
peggior film. Tra i candidati per peggior film ci sono anche la
commedia con Jennifer Aniston e Gerard Butler Il cacciatore di ex,
e la parodia di Twilight, Vampires Suck. Kristen Stewart è
candidata come peggiore attrice, e i suoi compagni di saga, Robert
Pattinson e Taylor Lautner, lo sono come peggiori attori. Le altre
attrici protagoniste su cui pende la possibilità di un’ingloriosa
vittoria sono Jennifer Aniston, le quattro protagoniste di Sex and
The City, Miley Cyrus (per The Last Song) e Megan Fox (per Jonah
Hex). Candidati come peggiori attori, oltre ai due citati, sono
Jack Black per I viaggi di Gulliver, Gerard Butler per Il
cacciatore di ex e Ashton Kutcher per Killers e Appuntamento con
l’amore. Ma i Razzies non risparmiano proprio nessuno, se pensiamo
che tra le candidate come peggiori attrici non protagoniste ci sono
tre dive premio Oscar come Cher (per Burlesque), Liza Minnelli (per
Sex and the City) e Barbra Streisand (per Vi presento i
nostri).
Sono state annunciate a Los Angeles
tutte le nomination dei Golden Globe 2013, l’atteso premio
della critica che anticipa un po’ gli umori degli Oscar. Ecco tutti
i candidati di quest’anno:
Chi non ricorda le
leggendarie sneakers futuristiche Nike
MAG di Marty McFly in Ritorno al
futuro 2. Ebbene oggi arriva una notizia che potrebbe
essere la svolta per i fan del franchise. Infatti pare che non è da
escludere che la Nike nel 2015 introduca proprio su quel modello un
sistema di stringhe per l’allacciatura automatica.
A confermarlo è Tinker
Hatfield che durante un’intervista al Flight
Lab di New Orleans, ha rivelato che nel 2015 vedremo
proprio quel sistema di allacciature futuristico:
Vedremo le stringhe
autoallaccianti nel 2015? A questo posso rispondere: SI’!
Questa dichiarazione non fa che
confermare i rumors secondo cui la Nike si
appresta a celebrare la saga nel 2015 (anno esatto del viaggio nel
futuro di Marty nel secondo capitolo) proprio con il lancio della
Nike Mag. Inoltre non dimentichiamo che qualche
anno fa la stessa casa produsse ben 1500 esemplari della scarpa per
un’asta di beneficenza che riscosse molto successo. Anche se quel
prototipo non prevedeva ancora il sistema automatico di
allacciatura. Che ne pensate?
Dopo aver diretto numerosi film, tra cui
Lady Jane e L’armée du Crime, Robert Guédiguian porta sul grande
schermo Le nevi del Kilimangiaro, ispirato al poema ottocentesco
“La povera gente” di Victor Hugo. Il film è ambientato nella
Francia contemporanea, e fin da subito si intuisce l’essenza
drammatica-sociale delle vicende
Nel
marzo 2020 la città, dentro le sue mura, è un corpo
malato. È un insieme di cellule, di tessuti, di organi che non
riescono più a comunicare. Le strade si sono svuotate, gli scambi
azzerati, gli incontri proibiti. Disconnesso dagli altri ogni corpo
è solo all’interno delle sue mura. Le Mura di
Bergamo è un docu-film che crea connessioni tra memoria e
futuro, per accompagnare questa collettività, lungo le prime fasi
della paziente opera di ricomposizione di quel tessuto intimo,
familiare e sociale, che la pandemia ha lacerato.
Il protagonista de Le mura
di Bergamo è la città, un corpo sociale che, come ogni
organismo vivente, è costituito innanzitutto dalle infinite
connessioni tra le sue parti. Le parole, gli sguardi, i gesti, i
silenzi che questa narrazione testimonia sono un tentativo di
rendere conto di qualcuna di queste connessioni, con la speranza
che, rendendole visibili, il racconto cinematografico possa
contribuire a consolidarle. Dopo tre anni dall’inizio della
pandemia che ha sconvolto il mondo, Stefano Savona arriva al cinema
con il suo documentario che di focalizza sulla città italiana dove
tutto è iniziato. Una città che si è riunita nell’abbraccio delle
sue mura.
Le mura di Bergamo, la
recensione
Il corpo della città è un organismo
devastato che prova a reagire. Medici, infermieri, pazienti,
volontari, e anche chi non ha vissuto direttamente il dolore della
malattia cerca un proprio ruolo nel processo di guarigione
collettiva. Raccogliere e raccontarsi le storie di chi non c’è più
diventa una maniera per rielaborare il lutto privato e collettivo e
per ragionare sul bisogno di una nuova ritualità della morte.
Le mura di Bergamo diventa un supporto emotivo. Il
documentario di Stefano Savona, soprattutto all’inizio è
volutamente disturbante con le inquadrature reali di quello che
succedeva dentro l’ospedale di Bergamo, dentro le incubatrici e
reparti di terapia intensiva.
Forse troppo presto per raccontare
questo tipo di realtà, come dicono gli stessi protagonisti del
documentario, ma chi siamo noi per non raccontarla? Nessuno vuole
rinnegare il passato e voltare le spalle, tutti cercano risposte e
le cercano tra le persone che hanno accanto. Anche lo spettatore è
come ipnotizzato da questo racconto dove le immagini in ospedale,
crude e terribili, si intervallano video in bianco e nero di realtà
ormai passate, di abbracci mancati e di gioventù perduta. La
catastrofe umanitaria, come si è definita, non
riguarda solo i morti di pandemia ma queste famiglie, per chi ha
lavorato nel settore ospedaliero e per chi è stato lasciato senza
un supporto.
I sopravvissuti al Covid-19 si tengono compagnia, cercano di
mandare avanti le loro vite con dignità. Si raccontano le atrocità
che hanno visto e vissuto sulla propria pelle, dei compagni di
stanza che lottavano come loro ma che non ce l’ hanno fatta. Di
mariti, padri, mogli, figli che la malattia ha portato via. Restare
in vita per loro è come una condanna perché gli ricorda cosa hanno
perso e cosa hanno subito. I sopravvissuti lottano, ma sono allo
stesso tempo dispiaciuti di avercela fatta a discapito di membri
della loro famiglia. La realtà de Le mura di
Bergamo è una realtà che abbraccia tutti, come le mura
abbracciano la città, le stesse mura si trasformano in braccia di
volontari che aiutano come possono, con ogni mezzo a loro
disposizione.
Raccontare è già una terapia
La commozione dei sopravvissuti
quando gli viene concesso di tornare a casa perché sono guariti sa
già di un tempo diverso. Le giornate si fanno più lunghe e l’estate
arriva presto ma tra Le mura di Bergamo c’è ancora
una battaglia da vincere. Quella commozione che porta i
sopravvissuti a casa è una commozione verso il passato, verso una
casa che non sarà mai più la stessa che rimane come un guscio vuoto
ad aspettare in eterno una famiglia che non farà mai ritorno. I
sopravvissuti rimangono spogliati della loro vita passata, ci si
aggrappano, lottano per cercare di costruire i pilastri di un’altra
vita, di una seconda possibilità.
Il gruppo di
ascolto che si viene a creare grazie a questi volontari
aiuta le persone sopravvissute a cercare di mettere insieme di
questa vita. Ci si domanda se le persone siano pronte ad ascoltare
le testimonianze dolorose di quei giorni, che ormai sembrano
passato, ma che sono incise nelle loro menti. Si sente le esigenze
di trattare i morti come tali, non come numeri o come una spunta da
mettere su una lista infinita di nomi che la pandemia ha portato
via. Bisogna dare alle persone il tempo del lutto, ma quanto tempo
occorre? Nessuno sa la risposta perché nessuno ha avuto mai a che
fare con una sofferenza così grande.
Un abbraccio di una città intera
Le mura di Bergamo
diventano anche una metafora di unione, dove si riuniscono queste
persone per cercare di essere d’aiuto alle famiglie dei defunti,
per dare loro dignità. I volontari infatti non vogliono in alcun
modo rivivere la morte ma attraverso di essa elaborare la vita che
hanno davanti. Così un anno passa, vediamo immagini del
documentario adattarsi con quanto visto in tv come il discorso del
Presidente della Repubblica. Ma anche adesso, mentre noi parliamo,
il documentario ha già compiuto tre anni dalla sua realizzazione e
forse adesso era giunto il momento che vedesse la luce.
Le mura di Bergamo
nato come un instant documentary, ha avuto fin da subito
un approccio camaleontico alla narrazione della realtà. Se in un
primo momento si è occupato della condizione dei pazienti
all’interno dell’ospedale, si è poi spostato al di fuori di queste
mura. Nella città di Bergamo, dentro quelle mura, i gruppi solidali
per supporto emotivo, fisico e sociale si sono riuniti
spontaneamente. Chiunque in quel periodo ha dato prova della
profonda umanità che l’essere umano è in grado di trasmettere.
Guillermo del Toro
ha espresso il suo desiderio di diventare “più strano del solito”
per il suo adattamento cinematografico del romanzo di H.P.
Lovecraft, Le Montagne della Follia.
Del Toro avrebbe iniziato lo
sviluppo di un adattamento del romanzo nel 2006 con il
co-sceneggiatore Matthew Robbins, con il quale ha
lavorato a Mimic, anche se all’epoca fece molta
fatica a coinvolgere la Warner Bros. Negli anni successivi,
Guillermo del Toro ha provato più volte a far
decollare il film su Le Montagne della Follia, e
sebbene sia passato quasi un decennio dall’ultima notizia dello
sviluppo, sembra che il regista non sia pronto a rinunciare al
progetto.
Del Toro ha recentemente partecipato
al podcast di The Kingscast, durante il quale la
conversazione si è spostata sull’adattamento cinematografico de
Le Montagne della Follia. Il vincitore dell’Oscar
ha rivelato di non aver rinunciato a dare vita al progetto e che il
suo attuale ostacolo è la necessità di tornare indietro e
riscrivere la sceneggiatura e portarla in “una direzione più
strana“.
“Il problema con Montagne è che
la sceneggiatura che ho co-scritto quindici anni fa non è la
sceneggiatura che farei ora, quindi ho bisogno di riscriverla. Non
solo per ridimensionarla in qualche modo, ma perché allora stavo
cercando di colmare la grandezza del film con elementi che ora lo
farebbero passare attraverso i meccanismi dello studio. Non credo
di aver più bisogno di riconciliarlo. Posso passare a una versione
molto più esoterica, più strana, più piccola. Sai, dove posso
tornare ad alcune delle scene che avevo tralasciato.
Alcuni dei grandi set che ho
disegnato, per esempio, non mi piacciono. Ad esempio, ho già fatto
questo o quel pezzo gigante. Mi sento come se stessi andando in una
direzione più strana. So che alcune cose rimarranno. So che il
finale che abbiamo è uno dei finali più intriganti, strani e
inquietanti, per me. Ci sono circa quattro scene horror che amo
nella sceneggiatura originale. Quindi, sai, sarebbe la mia
speranza. Certamente ricevo una telefonata ogni sei mesi da Don
Murphy che dice ‘Stiamo facendo questo o cosa? Lo farai come
prossimo film o no?’ e io dico ‘Devo prendermi il tempo per
riscriverlo.'”
Sicuramente nell’ottica post-Oscar
della carriera di Guillermo del Toro, riuscire a
rintracciare l’interesse dei grandi Studios non è più un problema
come poteva esserlo all’epoca di Mimic, ma resta
il fatto che l’adattamento in senso proprio di questo particolare
romanzo sembra un po’ il Napoleone di Kubrick per del Toro (ma
anche per chiunque altro regista attualmente in attività).
Diretto dal premio Oscar
Guillermo del Toro, il film targato Searchlight
Pictures La
Fiera delle Illusioni – Nightmare Alley arriverà
il 27 gennaio nelle sale italiane, distribuito da The Walt Disney
Company Italia. La Fiera delle Illusioni – Nightmare
Alley è interpretato dal candidato all’Academy Award
Bradley Cooper, dall’attrice premio Oscar
Cate Blanchett, dalla candidata all’Oscar
Toni Collette, dal candidato all’Oscar
Willem Dafoe, dal candidato all’Oscar Richard
Jenkins, dalla candidata all’Oscar
Rooney Mara, Ron Perlman e dal
candidato all’Academy Award David Strathairn.