Capodanno movimentato a
Hollywood, dove alcuni vandali, durante la notte
di Capodanno, hanno vandalizzato la famosa scritta sulle omonime
colline sostituendo alla parola “wood” la parola “weed”, che in
inglese indica la marijuana.
Le due enormi O sono infatti
diventate due E grazie all’utilizzo di un bel po’ di incerata e
tanta inventiva. I vandali hanno scavalcato la zona, solitamente
inaccessibile e hanno perpetrato il loro scherzo, a dire il vero
alquanto divertente per quanto contro la legge.
A darne notizia è stata la redazione
locale della
CBS. Una cosa simile si verificò il prmo gennaio del 1976.
Un imminente sciopero degli
attori potrebbe devastare le campagne di marketing per diverse
uscite cinematografiche importanti a Hollywood –
tra cui Oppenheimer di
Christopher Nolan, Barbie di
Greta
Gerwige il rilancio del franchise
Tartarughe Ninja: Caos Mutante – costringendo gli
studi a cambiare i loro piani per ottenere in anticipo rispetto
alla scadenza del 30 giugno per un nuovo contratto
SAG-AFRTRA.
Se quella continuasse ad
andare e venire senza un nuovo accordo in atto, i membri del
sindacato (che includono tutte le star del cinema che puoi
immaginare) potrebbero partecipare ai picchetti.Ciò
significa che non saranno disponibili né disposti a promuovere i
loro ultimi film. Già, lo sciopero della
Writers Guild of America ha causato mal di testa
promozionali per programmi TV e streaming che cercano di lanciare
campagne Emmy. Ha anche creato dilemmi per i
pubblicisti che sperano di conquistare la stampa per i clienti
degli scrittori con film che escono nelle sale o debuttano a Cannes
o Tribeca.
Le prime conseguenze a Hollywood si
sono già registrare con Paramount e Nickelodeon che ha
spostato la sua conferenza stampa
Tartarughe Ninja: Caos Mutante da luglio a giugno
nella speranza di anticipare qualsiasi potenziale sciopero. L’altra
importante uscita della Paramount, “Mission:
Impossible – Dead Reckoning Part 1“, che uscirà il 12 luglio,
non sarà influenzata dallo sciopero degli attori. Lo studio sta
lanciando il film per la stampa internazionale dal 18 al 19 giugno,
il che significa che la maggior parte delle sue interviste saranno
state già fatte se i colloqui con SAG-AFTRA falliranno.
Mentre tutti i principali
studios si stanno stringendo a riccio sulla prospettiva, il nuovo
epico ensemble di
Christopher NolanOppenheimer
tiene duro con le date del junket confermate del 7-8 luglio a New
York.Questo accadrà dopo la scadenza del 30 giugno e
potrebbe essere influenzato da un’eventuale rottura.
La
Casa dei Fantasmi (Haunted Mansion), il
giocattolo estivo dei Walt Disney Studios basato sulla sua
attrazione nel parco, ospiterà un junket per la stampa globale poco
prima della scadenza – che si terrà dal 29 al 30 giugno a New
Orleans, dove il film è ambientato ed è stato girato.Owen Wilson, Rosario Dawson, Jamie Lee Curtis,
LaKeith Stanfield e Jared Leto sono tutti protagonisti del
progetto, che uscirà il 28 luglio.
Il ciclo di vita di una campagna di
marketing di un film può variare, ma nel caso della maggior parte
dei film estivi l’hype può iniziare già due anni prima dell’uscita,
dicono le fonti: pensiamo ai poster di prima visione e ai trailer
del teaser. Da quattro a sei mesi circa prima del weekend di
apertura, gli studi si impegneranno a programmare grosse
pubblicazioni per storie di copertina, come ha fatto recentemente
la Warner Bros. per Ryan Gosling (GQ Style) e Margot Robbie (Vogue) a sostegno di
“Barbie“. Anche quel film sarà lanciato il 7-8
luglio, esponendolo ad un potenziale sciopero. Secondo alcune fonti
di Variety alcune interviste sono in fase di completamento prima
della scadenza dello sciopero per un successivo lancio.
Raccontare oggi la Hollywood del
secondo dopoguerra. È questo l’intento che Ryan
Murphy, insieme al fidato Ian
Brennan, sembra essersi proposto con la miniserie
intitolata proprio Hollywood, e
disponibile su Netflix a partire dal 1° maggio. La sua versione
sembra in realtà essere una sorta di “come sarebbe dovuta
andare” ambientata in un mondo più politicamente corretto del
nostro, dove il celebre ostracismo nei confronti della diversità è
ben più mitigato. Le buone intenzioni di Murphy, tuttavia, si
trasformano in un discorso ridondante che perde la sincerità di cui
avrebbe dovuto essere caratterizzato.
Protagonisti della storia qui
narrata sono un gruppo di ragazzi il cui sogno è entrare a far
parte del magico mondo del cinema, incarnato nella sfarzosa
Hollywood. Tra questi vi sono gli aspiranti attori Jack Castello
(David Corenswet), Camille Washington
(Laura Harrier), Claire Wood (Samara
Weaving) e Rock Hudson (Jake Picking), lo
sceneggiatore Archie Coleman (Jeremy Pope) e il
regista Raymond Ainsley (Darren
Criss). Per raggiungere i loro obiettivi, tuttavia, si
troveranno a scontrarsi con una serie di diktat, espressione di
un’industria poco aperta alle novità.
Hollywood: il racconto di
un’industria
Con la serie di Murphy e Brennan ci
si addentra all’interno dell’industria cinematografica più florida
del mondo. Il periodo poi, quello del secondo dopoguerra, vede il
dominio dei grandi studios, che in quegli anni più che mai
realizzavano film con una perizia e una manodopera inimitabile. Ma
se è vero che non è tutto oro quel che luccica, in mezzo a cotanto
lusso e vitalità non mancherà di rivelarsi anche la Hollywood degli
scandali taciuti, dei party a base di sesso e droga, e delle
maschere indossate per conformarsi alla massa. I due autori
scelgono pertanto di lanciare da subito il messaggio che vede
l’industria del cinema in stretto rapporto con quella della
prostituzione.
Prostituzione letterale o
metaforica, che a suo modo si renderà necessaria per ognuno dei
protagonisti nel momento in cui vorranno inseguire le proprie
ambizioni. In ognuno dei sette episodi di cui è composta la serie
dilaga il marcio, ma questo è messo in scena, per contrasto,
tenendo sempre fede allo sfarzo dell’epoca. Sotto tale aspetto,
Hollywood è una serie che per ricostruzione storica, dai
costumi alle scenografie, riempie gli occhi. E, insieme ai virtuosi
movimenti di macchina, che sembrano replicare quelli divenuti
celebri proprio in quegli anni, tali elementi riescono
complessivamente a rendere piacevole la visione.
All’interno di tale ricostruzione,
ogni episodio sembra incarnare uno dei vari aspetti che compongono
la realizzazione di un film. Dall’approvazione dei produttori ai
primi casting, dalle riprese alle strategie distributive, fino a
giungere ai riscontri di critica e pubblico. In ultimo, non può
ovviamente mancare la ricezione che Hollywood stessa manifesta nei
confronti del film realizzato dai giovani protagonisti. Nel
giungere alla sua conclusione, tuttavia, la serie svela il suo più
grande e fastidioso problema: una trattazione eccessivamente
marcata di nobili tematiche, le quali finiscono così per perdere il
loro valore.
Se la sceneggiatura scritta da
Murphy e Brennan si apre con un buon primo episodio, strutturato
secondo le classiche regole per l’introduzione degli spettatori al
mondo narrativo di cui si parla, con il proseguire delle puntate
qualcosa sembra tuttavia spezzarsi. Si arriva infatti a ritrovare
sempre più forzature ed eccessive semplificazioni, che spezzano il
bisogno di sincerità richiesto delle tematiche principali.
Raccontare di differenze etniche e sessuali nella Hollywood
dell’epoca, costruendo un parallelo con la non troppo diversa
situazione attuale, è notoriamente un compito delicato.
Nella serie si riscontra invece,
man mano che ci si avvicina sempre di più al finale, una fin troppo
evidente forma di autocompiacimento. Murphy in particolare, dati
anche i precedenti titoli della sua carriera, ha dimostrato in più
occasioni di essere legato a tali tematiche, ma qui sembra
lasciarsi prendere la mano nella sua voglia di conferirvi un
prestigio di cui in realtà non hanno bisogno. Diverse scene, a tal
proposito, appaiono superflue ed eccessivamente didascaliche,
ripetendo allo spettatore cose che gli sono già state dette poco
prima.
Benché rimanga grossomodo un
prodotto piacevole, arricchito da alcuni brillanti personaggi (il
viscido Henry Willson di Jim
Parsons su tutti) e
dialoghi, Hollywood finisce con il diventare una
sorta di manifesto di propaganda, forse utile nel contribuire ad un
ulteriore dibattito sulle problematiche trattate, ma senza
aggiungervi reale valore. Tutto viene sbattuto esplicitamente in
faccia allo spettatore, mentre è noto che le opere che più riescono
ad imporsi nelle coscienze sono quelle che sanno essere più
discrete nel dialogo con il pubblico.
Il 2010 è stato un decennio
particolarmente vorticoso, con tutta una serie di cambiamenti in
ambito sia sociale sia culturale che hanno avuto un impatto senza
precedenti sull’industria cinematografica hollywoodiana. A conti
fatti, tutti questi cambiamenti sono stati accolti nelle forme e
nei modi più disparati possibili dai registi di tutto il mondo.
Molto spesso, lo stesso sguardo dei
cineasti più in voga e in maggiore attività durante tutto l’arco di
questo decennio hanno testimoniato attraverso le loro “creature” le
dirette conseguenze di questi cambiamenti, che nella maggior parte
dei casi avevano a che fare con il modo di osservare la realtà e
gli altri, il modo di percepire la bellezza che ci circonda e il
modo di accogliere le conseguenze di avvenimenti più o meno degni
di nota.
Di seguito abbiamo raccolto i 10
avvenimenti più importanti che – nel bene o nel male – riflettono i
cambiamenti con i quali ha dovuto fare i conti il mondo del cinema
negli ultimi 10 anni.
L’attacco a Sony Pictures
Nel 2014, una pletora di dati
riguardanti la Sony Pictures (incluse informazioni sui dipendenti,
discussioni tra i dirigenti in merito a progetti futuri e persino
anteprime video dei film non ancora usciti al cinema) è trapelata
su Internet grazie ai “Guardiani della Pace”, un’organizzazione
anonima di hacker immorali.
Se all’inizio l’attacco è stato
collegato a controversie politiche (gli stessi “Guardiani” si sono
sentiti offesi dalla commedia The
Interview di Seth Rogen, che mostrava la morte di un
leader nordcoreano), col tempo è stato sempre più legato a
questioni di carattere più generale, come la protezioni dei dati
attraverso la rete, dal momento che l’attacco ha dato la
possibilità al mondo intero di vedere cosa degli hacker
professionisti sono in grado di fare, aumentando in maniera
esponenziale le paure e le paranoie del popolo del web.
Un’animazione ancora più dettagliata e
mozzafiato
Fin dall’uscita di Toy
Story nel lontano 1995, la CGI ha giocato un ruolo
fondamentale nel campo dell’animazione, diventando nel corso
dell’ultimo decennio la tecnologia che più di tutte le altre si è
sviluppata a livelli sbalorditivi.
Quasi tutti i film di oggi si basano
su effetti speciali generati al computer che siano in grado di
trasportare il pubblico all’interno dell’azione: film come Spider:Man – Un Nuovo
Universo o Frozen 2 – Il Segreto
di Arendelle non hanno fatto altro che confermare il
livello qualitativo raggiunto dall’animazione nel corso degli anni.
Una messa in scena maestosa, combinata ad elementi visivi ancora
più dettagliati, hanno trasformato ancora di più l’animazione in un
genere dal potenziale sconfinato e sorprendente attraverso il quale
poter raccontare una storia.
Gli Oscar iniziano a perdere la loro
importanza
Gli Oscar hanno sempre rappresentato
un riferimento culturale importante, non soltanto a livello
cinematografico. Nell’ultimo decennio, però, varie controversie
legate all’illustre cerimonia di premiazione hanno fatto sì che
quello che è universalmente riconosciuto come il premio
cinematografico più importante di tutti perdesse un tantino di
valore.
Se nel corso degli anni l’Academy è
riuscita ad evitare le tradizionali accuse di corruzione e
monetizzazione di massa che generalmente affliggono quasi tutte le
cerimonie di premiazione, di recente l’Academy è stata spesso
accusata di non rappresentare in maniera adeguata ed egualitaria le
minoranze e di puntare invece sui film di maggiore rappresentanza
nella stagione corrente. E stando agli indici di ascolto, l’Academy
si trova di fronte ad una situazione dalla quale non sembra sia
così facile tornare indietro…
Netflix inaugura l’ascesa dei servizi a
pagamento
Anche se è difficile da credere,
Netflix ha lanciato il suo rivoluzionario servizio di
streaming nel lontano 2010: un fenomeno divenuto negli anni senza
precedenti. Nonostante servizi come Hulu fossero in circolazione
già dalla fine degli anni ’00, il modello di business e di layout
dei contenuti introdotto da Netflix era un’assoluta novità,
spingendo molte altre aziende a lanciare i propri servizi di
streaming sulla scia di un successo planetario e di un nuovo modo
di fruire il prodotto audiovisivo.
Con una così vasta gamma di modi per
guardare film e serie tv tra i quali i consumatori possono
scegliere al giorno d’oggi, è già un traguardo altissimo che i
cinema non siano del tutto scomparsi.
L’invasione di sequel, remake e reboot
Ammettiamolo: i concept originali,
nuove idee sulle quali basare sceneggiature e realizzare film, sono
sempre difficili da elaborare. Rispolverare vecchi successi si è
rivelato un metodo molto più affidabile per Hollywood per dare vita
a successi al box office garantiti, finanziando ancor di più un
impero che nel corso dell’ultimo decennio è divenuto ancora di più
redditizio.
Basta guardare ai successi ottenuti
da tutti i remake live action dei classici d’animazione Disney, che
arrivano ormai al cinema con cadenza annuale, o ai continui reboot
di storici franchise cinematografici: impastellare vecchie storie
si è rivelato negli ultimi anni molto più affidabile, in termini
meramente economici, che puntare su un’idea originale. Nonostante
nell’ultimo decennio ci siano stati enormi successi originali come
Inception o Frozen – Il Regno di Ghiaccio, i
grandi studios continuano a puntare sui revival di grandi classici,
un tendenza che probabilmente resterà in vita per ancora un altro
decennio.
I supereroi diventano imbattibili
I film di supereroi sono in realtà
sempre esistiti: è soltanto a partire dall’ultimo decennio che si
sono trasformati in vere e proprie macchine da soldi, con la
creazione di universi cinematografici e di continuity che
dimostrano come tutte le storie siano interconnesse le une con le
altre. Film come Spider-Man e Il Cavaliere Oscuro
hanno dato una potente scossa agli incassi agli inizi degli anni
’00, ma è solo a partire dal 2010 che il box office mondiale si è
trasformato in un vero e proprio campo di battaglia pronto ad
accogliere scontri fra titani.
La questione se questi film siano
effettivamente cinema è improvvisamente diventata il fulcro di un
accesso dibattito, ma con Black
Panther che è riuscito a conquistare una nomination agli
Oscar come miglior film e Avengers: Endgame che è diventato il
più grande incasso nella storia del cinema, sembra che per la
critica e il pubblico sia proprio così.
La più grande decade di sempre per la
Disney
Nel corso del 2010, la Walt Disney
Company – lanciato come studio d’animazione nei lontani anni ’20 –
ha vissuto senza alcun dubbio il suo decennio di maggior successo.
La Disney ha acquistato la Lucasfilm e il franchise di Star
Wars, ha continuato a godere dello strabiliante successo
dell’Universo Cinematografico Marvel, ha acquistato tutte le
proprietà della 20th Century Fox per oltre 50 miliardi di dollari,
ha distribuito 23 film che hanno incassato oltre un miliardo di
dollari al box office e ha ufficialmente lanciato il suo servizio
di streaming. Cosa ci riserverà in futuro la Casa di Topolino?
Soltanto il tempo ce lo dirà…
Il movimento #MeToo
Una volta Harvey Weinstein –
co-fondatore della Miramax e della Weinstein Company – era
considerato il più potente produttore cinematografico di Hollywood.
Tutto è cambiato nell’ottobre del 2017, quando hanno iniziato a
circolare una serie di pesanti accuse di violenza sessuale ai danni
del titano dello star system. Da qui, la nascita del movimento
passato alla storia come #MeToo, nato in seguito all’ondata di
denunce ai danni non solo di Weinstein ma di tantissime altre
personalità del mondo del cinema.
Il movimento #MeToo ha risvegliato
le coscienze, cambiato la prospettiva nei confronti della
comprensione della verità e restituito giustizia ad un intera
generazione di attrici, senza considerare l’impatto che lo stesso
movimento ha avuto sulle aziende a livello globale in merito alle
precauzioni da prendere in materia di comportamenti più o meno
idonei sui luoghi di lavoro. Che si tratti di una cosa positiva
oppure no, tutto è partito da Hollywood!
Diversità e inclusione come mai prima
d’ora…
Il vero significato di concetti come
diversità, inclusione e accettazioni sono stati a lungo dibattuti
da studiosi ed esperti teologi. In molti concordano sul fatto che,
alla fine, tutto si riduce ad una semplicissima regola d’oro:
trattare tutte le persone allo stesso modo. Scappa – Get
Out del 2017 ha sviscerato il razzismo e le cause alla
base di questo terribile fenomeno; Won’t You Be Neighbor?
del 2018 ha incoraggiato il pubblico ad essere più gentile nei
confronti del prossimo.
Film come Crazy & Rich e
Coco hanno cambiato la prospettiva del pubblico
occidentale nei confronti di culture ricche ed uniche, alla quali
probabilmente non avevano mai prestato troppa attenzione. Molti
film dal 2010 ad oggi hanno offerto una sguardo personale e sempre
toccante al tema del cameratismo e all’importanza di lavorare e/o
agire in armonia con gli altri.
…anche se c’è ancora molta strada da fare!
Se da un lato la diversità e
l’accettazione sono entrare sempre di più a far parte della
narrativa cinematografica dell’ultimo decennio, è innegabile quanta
strada ci sia ancora da fare. Il colore della pelle, ad esempio,
sembra rappresentare ancora un problema, soprattutto quando in
ruoli storicamente non bianchi vengono ingaggiati attori bianchi
(si pensi a Ghost in the Shell o Doctor Strange).
La Marvel ha introdotto il suo primo personaggio apertamente gay in
Avengers:
Endgame, ma si è trattato di un semplicissimo cameo.
Hollywood deve ancora intensificare il suo ruolo all’interno di
determinate tematiche. Speriamo che il nuovo decennio sia
l’occasione giusta per ingranare la marcia in tal senso.
A Hollywood basta
un ruolo per diventare un simbolo, e in molti fortunati sono
riusciti a diventare addirittura icone. Come Tom
Hanks o Michelle Pfeiffer che grazie a
una carriera incredibile sono diventati alcuni dei volti più famosi
del mondo del cinema. Ma sarebbe potuto capitare loro di diventare
famosi per ragioni, o meglio film differenti.
Ecco 16 attori famosi che hanno
‘perso’ il ruolo della vita:
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Hollywood: 16
attori famosi che hanno ‘perso’ il ruolo della vita
Sarebbe stata la stessa la carriera
di Molly Ringwald se avesse in effetti recitato la
parte di Violet in Pretty Woman? E quello di
Julia Roberts invece? Per non parlare di
Travolta che poteva essere il volto di
Forrest Gump o di Natalie
Portman, che avrebbe potuto baciareil giovane Leo
Di Caprio sul balcone di casa Capuleti!
La Directors Guild of
America sta continuando i suoi negoziati a Hollywood con
l’AMPTP,poiché le
aziende sperano di ottenere un accordo che potrebbe svolgere un
ruolo nel porre fine allo sciopero degli
scrittoriannunciato che durerà due settimane.Nel frattempo, la Writers Guild of America
ha detto ai membri che la gilda sta vincendo la “guerra di
pubbliche relazioni” contro gli studi, mentre i membri condividono
le loro storie sui media.
“Sembra che il mondo
intero sia dalla nostra parte“, ha scritto Lisa Takeuchi
Cullen, vicepresidente di WGA East,in un’e-mail ai membri intitolata “Our Momentum
Grows”.“Le storie individuali dei membri del
nostro sistema rotto – di tirare avanti con dieci settimane di
lavoro all’anno, di assegni residui che ammontano a pochi centesimi
– stanno risuonando con il pubblico. Capiscono che stiamo
perdendo il sogno americano della classe media. Non siamo
l’élite. Siamo proprio come loro. Noi siamo
loro.”Cullen ha notato la solidarietà tra i
sindacati dell’intrattenimento e ha affermato che i picchetti dei
membri della WGA hanno interrotto gli eventi e le produzioni del
settore. Ha anche affermato che, sulla base di stime
precedenti, “lo sciopero potrebbe costare circa 30 milioni di
dollari al giorno in produzione persa in studio“. Il
WGA ha successivamente emesso una correzione a Deadline, affermando
che la cifra in realtà proviene da uno studio del Milken Institute che
misura la perdita di produzione nell’intera economia della
California a causa dello sciopero degli scrittori del
2007-2008.
Come procedono le trattative tra
registi (DGA) e produttori (AMPTP)?
La DGA e l’Alliance of
Motion Picture and Television Producers hanno concordato un
blackout dei media per la durata della loro contrattazione, ed
entrambi hanno rifiutato di commentare. I colloqui sono
iniziati mercoledì scorso.Ma secondo fonti che
hanno sentito parlare dei colloqui, le discussioni tra DGA e AMPTP
sembrano procedere in modo collaborativo. “Calma”, è così che un
esperto del settore ha descritto l’atmosfera nella sala dei
negoziati.
Questi rapporti sono coerenti con
la reputazione della DGA come gilda che vede gli studi come partner
piuttosto che come nemici. Tuttavia, ciò non significa che non
ci saranno punti critici. La leadership della DGA è stata
molto più esplicita rispetto al passato su ciò che i registi
considerano la posta in gioco importante in questa negoziazione del
contratto. Il DGA si concentra
principalmente sull’ottenere una formula residua
di streaming che consenta ai membri di beneficiare della crescita
degli abbonati internazionali. La formula attuale si basa sui
numeri di abbonati USA-Canada, con un bonus del 35% inteso a tenere
conto della portata internazionale delle piattaforme.
Nel corso degli
anni sono state fatte tante liste e classifiche sui migliori film
della storia del cinema, dai critici agli spettatori tutti hanno
voluto esprimere il loro parere decretando i “vincitori” di ogni
epoca.
The Hollywood
Reporter però ha voluto chiedere un parere a chi questi
film li ha fatti, infatti tramite una votazione on-line mandata a
tutti gli studios e società di produzione di Hollywood, la rivista
ha chiesto a registi, produttori,attori, sceneggiatori ecc di fare
la propria Top 100.
Non tutti però erano entusiasti
dell’idea, ad esempio il creatore di Breaking
Bad,Vince Gilligan, ha risposto
così:
“Mi rifiuto, per me è
l’equivalente di avere un sacchetto gigante di nachos e poterne
mangiare solo 5!”
Alla fine i votanti sono arrivati a
un totale di 2120 con scelte molto più commerciali rispetto alle
classifiche stilate dai critici, basti pensare che
Ritorno al Futuro ha ottenuto più voti di
Apocalypse Now e Die
Hard ha più preferenze rispetto a Il
Cacciatore, mentre mancano alcuni capolavori assoluti
come La Dolce Vita, 8 1/2, I 400 Colpi, L’Esorcista, Il
Settimo Sigillo e molti molti altri.
Nonostante questo quasi tutti i partecipanti sono concordi sulla
prima posizione che potete scoprire scorrendo la classifica che
trovate di seguito, con alcune interessanti curiosità da
leggere in calce.
100. I Sette
Samurai (1954)
99. Bonnie e
Clyde (1967)
98. Le
Iene (1992)
97. Airplane!
(1980)
96. Il Labirinto del
Fauno (2006)
95.
IlDottor
Zivago (1965)
94. Il
Cacciatore (1978)
93. Incontri Ravvicinati
del Terzo Tipo (1977)
92. Up
(2009)
91. Rocky
(1976)
90.
Memento (2000)
89.
Braveheart (1995)
88. The
Millionaire (2008)
87. Il Signore degli
Anelli: Il Ritorno del Re (2003)
86. La Bella e la
Bestia (1991)
85. Seven
(1995)
84.
Inception (2010)
83. Die Hard
(1988)
82. Il Signore degli
Anelli: La Compagnia dell’Anello (2001)
1. Steven Spielberg è il regista con
più film in classifica, son infatti ben sette le sue pellicole
2. Marlon Brando è
invece l’attore più presente con cinque film seguito al secondo
posto da Robert De Niro e Jack Nicholson entrambi
a quattro.
3.
Inception (2010) è il film più recente
della lista mentre i più vecchi sono Il Mago di
OZ e Via col Vento
(entrambi 1939)
4. Gli anni ’90 sono il decennio più
prolifico per la top 100 con ben 24 pellicole, a seguire il
decennio dei ’70 (18), dei 2000 (15) e degli ’80 (15)
5. I votanti più vecchi hanno scelto
film abbastanza recenti (fascia d’età tra 70/80 anni hanno
preferito film anni degli anni 90) mentre quelli più giovani hanno
scelto film più datati (fascia tra 30/40 anni hanno preferito film
degli anni 40);
6. Le commedie raprpesentano il 20%
della lista ma l’Academy ha premiato solo per il 3.5% una commedia
nella sua storia
7. Sono solo 5 i film d’animazione
presenti, di cui 2 Disney e 3 Pixar
8.Quarto
Potere e Il Padrino si sono
divisi i favori delle categorie con gli attori che hanno preferito
il film di Welles mentre i registi e gli
sceneggiatori hanno preferito il film di
Coppola
9. La top 3 tra uomini e donne è
decisamente differente; le donne hanno scelto,in ordine,
Il Mago di Oz, Le Ali della Libertà e Il
Padrino mentre Il Padrino, Quarto Potere
e 2001 Odissea nello Spazio sono stati i più
gettonati dagli uomini
Dopo il grande successo
del film del 2020, Disney+ propone, a partire dal 3 giugno,
Hollywood Stargirl, una nuova avventura per la
giovane dalla voce cristallina e per la sua dolce e incasinata
mamma.
La trama di Hollywood
Stargirl
Stargirl Caraway
(Grace VanderWaal) è un’adolescente che con i suoi
semplici gesti di gentilezza riesce a rendere magica la vita degli
altri. Dopo averla conosciuta nel primo film, la vediamo adesso
alle prese con un mondo nuovo, più grande, pieno di possibilità. La
ragazza infatti è costretta a lasciare il suo piccolo microcosmo a
Mica, in Arizona, per andare nella città degli angeli, dove i sogni
si realizzano. La madre (Judy
Greer), costumista cinematografica, ha infatti
ottenuto un lavoro molto prestigioso, e questo richiede la sua
presenza a Los Angeles. Controvoglia, Stargirl la segue e lì si
trova circondata da un eclettico gruppo di personaggi. Tra questi
ci sono i fratelli aspiranti registi Evan (Elijah
Richardson) e Terrell (Tyrel Jackson
Williams); il signor Mitchell (Judd
Hirsch), uno dei vicini di casa di Stargirl e Roxanne
Martel (Uma
Thurman), una musicista che Stargirl ammira e incontra
nel suo viaggio.
Julia
Hart è tornata dietro la macchina da presa e insieme a
Jordan Horowitz ha scritto la sceneggiatura
originale, basata sui personaggi del best-seller “Stargirl” di
Jerry Spinelli. Ellen Goldsmith-Vein, p.g.a. (la
trilogia di The Maze Runner), Lee Stollman,
p.g.a. (All Together Now) e Jordan
Horowitz, p.g.a. (La La Land) sono i
produttori, con Kristin Hahn, Nathan Kelly e Jerry Spinelli
impegnati come executive producer.
Il segreto è la gentilezza
Di nuovo nei panni di
Stargirl, Grace VanderWaal esegue la canzone
originale “Figure It Out” che ha scritto appositamente per
il film e si conferma una delle voci più interessanti del panorama
canoro statunitense che però non è ancora abbastanza conosciuta da
noi. Oltre alla voce, VanderWaal riesce a regalare al suo
personaggio e al film intero un garbo e una dolcezza che sembrano
completamente fuori dal modo contemporaneo di comunicare, una
gentilezza che valica anche l’essere adolescente, che notoriamente
è un periodo complicato. Anche nella ribellione e nell’imposizione
delle sue idee, Stargirl riesce ad essere sempre accogliente e
conciliante, mai distruttiva. E se c’è davvero un insegnamento, o
una morale che dir si voglia, legata a questo tipo di operazioni
che in genere servono quasi esclusivamente solo ad arricchire il
palinsesto, questo è che la gentilezza e la capacità di ascolto
verso gli altri, alla fine, paga sempre.
Arriva il 3 giugno su
Disney+Hollywood Stargirl, il sequel del film di
successo del 2020 in cui Julia Hart torna a
dirigere Grace VanderWaal e Judy
Greer nei panni di figlia e madre.
Per Hart, una delle
principali differenze rispetto al lavoro con il primo film è stata
la location. Vivendo lei a Los Angeles, spostare la produzione a
casa sua è stato emozionante. “Girare a Los Angeles è stato
bello perché vivo in questa città ed è stato bello lavorare e
mettere in scena e raccontare la città che amo.”
Grace
VanderWaal, che torna a interpretare Stargirl, spiega che
questa seconda volta nei panni del personaggio è stata molto più
intensa, a causa dell’amore che i fan hanno mostrato verso il primo
film: “L’accoglienza calorosa verso il personaggio e l’amore
che ho visto da parte dei fan mi ha davvero scaldato il cuore, ero
molto felice di tornare. Adesso Stargirl è cresciuta e sta avendo
delle esperienze nuove, sta maturando e sta definendo cosa
significa per lei quel mondo.”
La veterana Judy
Greer che torna ha interpretare la madre di Stargirl
confessa che con il primo film ha pianto: “Non ho ancora visto
questo film, ma il primo mi ha fatta piangere ma anche molto
ridere. Poi amo il lavoro di Julia e amo lei, lo abbiamo girato
durante la pandemia e avevo bisogno di uscire di casa. Era bello
stare con persone così buone e amabili, sono grata per questa
esperienza in questo particolare periodo.”
E poi continua, parlando
del personaggio protagonista: “Quello che mi piace di più di
Stargirl è l’ottimismo senza fine, è contagioso. Lei vede il mondo
in un modo diverso ed è quello che mi ha fatto innamorare del primo
film. Sprizza felicità e positività ed è bello vedere le cose da un
punto di vista diverso e piacevole”.
Il film, dal 3 giugno su
Disney+, è davvero una boccata d’aria
fresca, come dice Greer. Anche se forse semplicistico sotto molti
punti di vista, Hollywood Stargirl riesce a creare
un’atmosfera di pace e serenità, come nella migliore tradizione dei
feeling good movie.
La lotta alla pirateria è una
guerra persa in partenza. Hollywood lo sa e prepara la sua
contromossa, proponendo film su internet e cellulari. Nella
speranza di riuscire a fornire un servizio che smorzi la voglia di
scaricare lungometraggi illegalmente.
Fox, Paramount, Sony, Universal,
Warner e altri produttori che costituiscono il “Digital
Entertainment Content Ecosystem (DECE)” hanno raggiunto un accordo
per adattarsi ai tempi. Dopo anni di sterile lotta contro la
pirateria, il Mondo del Cinema si adegua ad un uso molto più
personalizzato dei propri prodotti. Sul sito Ultraviolet, l’utente
ha un profilo del servizio associato con il numero della propria
carta di credito, e così paga per i film che desidera acquistare.
Non ci saranno supporti hardware, ma la possibilità di accedere a
contenuti audiovisivi in streaming tutte le volte che si vuole.
Lo streaming è una tecnologia per
la visione di film (inclusa la musica) in alta definizione via
Internet, senza la necessità di memorizzare qualsiasi contenuto sul
dispositivo, ad eccezione di una piccola parte. Richiede una buona
connessione a Internet, ma apre anche un mondo di possibilità per
la creazione di cataloghi multi-piattaforma. Un utente può
acquistare film anche per suoi amici, per un numero massimo di sei
per titolo. Si prevede che il servizio sia attivo da metà 2011. I
giganti della tecnologia come Microsoft, IBM, Nokia, Samsung e
Motorola hanno già dato il loro sostegno a Ultraviolet.
Come i Dvd scalzarono i Vhs, oggi
rischiano di essere scalzati da questo sistema digitale. Certo,
internet già da tempo ha sferrato diversi colpi all’utilizzo dei
Dvd, poiché milioni sono gli utenti che da anni scaricano e
guardano film tramite il loro pc, o attraverso siti streaming quali
Megavideo e Rapidshare. Ma Ultraviolet potrebbe eliminare
definitivamente questi ultimi e abituare definitivamente le persone
a guardare film tramite il loro pc, il proprio I-pod o perfino sul
proprio cellulare. Magari al cinema si andrà solo per guardare film
in 3-D.
Già tremano dunque le aziende che
producono i Dvd, nonché il nuovo sistema “Blu-ray”, utilizzato
dalla PlayStation 3 e traino per il rinnovamento tecnologico di
molte case produttrici del settore. Ma in fondo si sa, la
tecnologia va sempre avanti. E neanche il tempo di abituarsi ad un
nuovo strumento tecnologico, che se ne vede spuntare un altro. Come
sempre, il successo o il fallimento di questa scommessa dipenderà
in gran parte dalla compatibilità con i dispositivi, la facilità
d’uso e, soprattutto…il prezzo. E magari i pirati informatici hanno
già trovato il modo per raggirare pure questo nuovo tentativo di
farli fuori.
Come ogni anno arriva, prima della
stagione dei premi, la conversazione stile tavola rotonda
dell’Hollywood Reporter meglio conosciuta come
Hollywood Reporter Roundtable. L’ultimo video
caricato coinvolge sei registi che in questi mesi hanno lanciato i
loro film, si tratta di Alfonso
Cuaron(Gravity),Paul
Greengrass(Captain Phillips:Attacco in Mare
Aperto),Ben Stiller(I
Sogni Segreti di Walter Mitty),Steve
McQueen(12 Years a
Slave),David O.
Russell(American Hustle) e
Lee Daniels(The
Butler).
Si tratta di una conversazione
(solitamente sincera e illuminante) tra grandi personalità del
cinema, che tocca svariati argomenti e in questo caso ascoltiamo i
problemi che arrivano dagli studi,cambiamenti durante le
riprese,esperienze deludenti e nuovi progetti(Russell rivela di un
horror a cui Eli Roth pare sia molto interessato)
ecc.
Di seguito trovate una galleria con
alcune immagini prese dalla conversazione e il video con l’intero
roundtable per la durata di un’ora!
Quella del “Pre-Code” è stata una
stagione unica e irripetibile nella storia di Hollywood: dal 1930
al 1934, prima che entrasse pienamente in vigore il famigerato
Codice Hays, il cinema
americano ha affrontato senza censure e in anticipo sui tempi gli
argomenti più controversi, dal sesso alla violenza, dalla questione
razziale alle storture del sistema giudiziario, dal mondo della
criminalità all’emancipazione delle donne.
A quei film, che ancora oggi
sorprendono per libertà creativa e spudoratezza, è dedicata la
rassegna HOLLYWOOD PROIBITA – Il cinema senza censure
del “Pre-Code”, in programma alla Sala Cinema del
Palazzo delle Esposizioni di Roma dal 30 marzo al 14 maggio, con
ingresso libero su prenotazione: un’occasione imperdibile per
riscoprire una serie di grandi titoli tuttora modernissimi, molti
dei quali saranno presentati in rare copie in pellicola 35mm
provenienti da Los Angeles e Londra.
Ad aprire la retrospettiva, giovedì
30 marzo alle 20.00, è Scarface, il
capolavoro di Howard Hawks ambientato nella Chicago del
proibizionismo che ha di fatto fondato il genere gangster e di cui
De Palma ha girato il celebre remake con Al Pacino. Oltre a quello
di Hawks spiccano poi in programma i nomi di alcuni dei più grandi
talenti della Hollywood classica, come l’Ernst Lubitsch di
Partita a quattro, dove troviamo il primo ménage à
trois della storia del cinema, o il Frank Capra
de L’amaro tè del generale Yen, con la storia d’amore
interraziale tra una donna americana e un generale cinese. Ma anche
William Wellman con lo scatenato Nemico pubblico,
Victor Fleming con Lo schiaffo, Busby Berkeley e le
indimenticabili coreografie “sociali” di Quarantaduesima
strada, Michael Curtiz con Female, ritratto di donna
manager fuori dagli schemi, o il Tod Browning del leggendario
Freaks, film per molti versi inclassificabile che solo
nell’era del “Pre-Code” poteva essere prodotto. Non va inoltre
dimenticato il contributo allo spirito sovversivo di quel cinema
offerto da alcune dive che incarnavano un nuovo modello femminile,
insieme ironico, volitivo e disinibito: da Marlene Dietrich a Mae
West, da Barbara Stanwyck (il suo sconcertante Baby Face è
uno dei titoli più iconici) alla sex symbol per eccellenza di
quegli anni, Jean Harlow.
Tutti i film saranno presentatiin versione originale
sottotitolata in italiano
PROGRAMMA E SCHEDE DEI
FILM
giovedì 30 marzo, ore 20.00 SCARFACE
Scarface – Lo sfregiato, Usa, 1932, 93’, DCP v.o. sott. it.
di Howard Hawks, con Paul Muni, Ann Dvorak, George Raft
In pieno proibizionismo, Tony Camonte scala le vette della
criminalità di Chicago compiendo violenze e omicidi. Osteggiato e
bandito all’epoca in vari stati, il dirompente capolavoro di Hawks
(e di Ben Hecht alla sceneggiatura) trasforma un gangster in eroe
tragico, fondando di fatto un intero genere.
venerdì 31 marzo, ore 20.00 BABY FACE Usa, 1933, 71’, DCP v.o. sott. it.
di Alfred E. Green, con Barbara Stanwyck, George Brent
Cameriera e prostituta in un bar dei bassifondi, Lily parte per New
York con l’amica nera Chico, decisa a non farsi più usare dagli
uomini, ma a usarli lei stessa per fare carriera. Film simbolo del
cinema del Pre-Code, racconta il sesso e i meccanismi del potere
con un cinismo ancora oggi sconcertante.
sabato 1° aprile, ore 20.00 DISHONORED
Disonorata, Usa, 1931, 91’, 35mm v.o. sott. it.
di Josef von Sternberg, con Marlene Dietrich, Victor McLaglen
Durante la Grande Guerra, i servizi segreti austriaci reclutano una
prostituta per infiltrarla tra i russi, ma l’amore si mette di
traverso. Il film che ha creato il mito di Marlene, grazie a un
personaggio insieme idealista e disincantato che non si può non
amare. Il finale resta tra i più belli di sempre.
domenica 2 aprile, ore 20.00 TROUBLE IN PARADISE Mancia competente, Usa, 1932, 83’,
35mm v.o. sott. it.
di Ernst Lubitsch, con Miriam Hopkins, Kay Francis, Herbert
Marshall
Gaston e Lily, due ladri innamorati, si fanno assumere dalla ricca
Madame Colet per derubarla, ma tra i tre non andrà tutto come
previsto. Una commedia inarrivabile che racchiude tutta la malizia
del tocco di Lubitsch. “Per quanto riguarda il puro stile – disse
del film – credo di non aver mai fatto meglio”.
mercoledì 5 aprile, ore 20.00 SHE DONE HIM WRONG Lady Lou, Usa, 1933, 66’, DCP v.o.
sott. it.
di Lowell Sherman, con Mae West, Cary Grant
Mae West porta al cinema Diamond Lil, il personaggio che l’aveva
resa celebre sui palcoscenici americani: una donna ribelle, ironica
e dalla sfacciata carica erotica, nonché abile manipolatrice degli
uomini. All’epoca il film fu un enorme successo ed ebbe il merito
di lanciare un giovanissimo Cary Grant.
giovedì 6 aprile, ore 20.00 I AM A FUGITIVE FROM A CHAIN GANG Io sono un evaso, Usa,
1932, 93’, 35mm v.o. sott. it.
di Mervyn LeRoy, con Paul Muni, Glenda Farrell
Condannato ingiustamente a dieci anni di lavori forzati, James
Allen riesce a evadere e a rifarsi una vita, fino a quando il
passato torna a bussare alla sua porta. Tra i primi film a
denunciare la violenza del sistema carcerario e della giustizia
americana, resta un capolavoro imitato infinite volte.
venerdì 7 aprile, ore 20.00 BLONDE VENUS Venere bionda, Usa, 1932, 93’, DCP v.o.
sott. it.
di Josef von Sternberg, con Marlene Dietrich, Cary Grant, Herbert
Marshall
Una cantante tedesca sposa uno scienziato americano, ma quando lui
si ammala è costretta a tornare in scena, finendo per innamorarsi
di un giovane playboy. Tra i film più trasgressivi della coppia
Sternberg-Dietrich, contiene il celeberrimo numero musicale in cui
Marlene si esibisce travestita da gorilla.
sabato 8 aprile, ore 20.00 42nd STREET Quarantaduesima strada, Usa, 1933, 85’, DCP
v.o. sott. it.
di Lloyd Bacon, con Warner Baxter, Bebe Daniels, George Brent
Archetipo del musical hollywoodiano e dello spettacolo nello
spettacolo, 42nd Street ha dalla sua un ritmo incalzante e
sorprendenti riferimenti sociali alla Grande Depressione, ma
soprattutto è il primo film a rivelare appieno il genio di Busby
Berkeley, le cui incredibili coreografie faranno scuola.
martedì 11 aprile, ore 20.00 FREAKS
Usa, 1932, 64’, DCP v.o. sott. it.
di Tod Browning, con Wallace Ford, Leila Hyams, Olga Baclanova
Film maledetto per eccellenza, riscoperto solo negli anni ‘60,
Freaks resta forse un unicum nella storia del cinema, un’opera
inclassificabile che riesce a essere insieme realistica e
visionaria, sconvolgente e umanissima, e in cui a finire sotto
accusa è la ferocia delle persone cosiddette “normali”.
mercoledì 12 aprile, ore 20.00 AFRAID TO TALK Usa, 1932, 69’, 35mm v.o. sott. it.
di Edward L. Cahn, con Eric Linden, Sidney Fox
Unico testimone di un’esecuzione della malavita, un fattorino
denuncia l’accaduto al procuratore distrettuale, senza immaginare
che anche quest’ultimo è sul libro paga dei criminali. Tra i titoli
più originali e pessimisti della grande stagione del gangster
movie, con la magistrale fotografia di Karl Freund.
giovedì 13 aprile, ore 20.00 FEMALE
Usa, 1933, 60’, DCP v.o. sott. it.
di Michael Curtiz, con Ruth Chatterton, George Brent
Alison è una manager di successo e spesso frequenta i giovani
uomini che lavorano per lei. Ma un giorno uno di loro rifiuta le
sue avances… Una donna di potere, indipendente e sessualmente
disinibita, è la protagonista di un film emblematico della
modernità e dello spirito del cinema del Pre-Code.
venerdì 14 aprile, ore 20.00 RED DUST Lo schiaffo, Usa, 1932, 83’, DCP v.o. sott.
it.
di Victor Fleming, con Clark Gable, Jean Harlow, Mary Astor
Il proprietario di una piantagione si innamora di una prostituta
finita nei guai, ma viene sedotto dalla sofisticata moglie di un
collaboratore. Un triangolo ricco di erotismo, ironia e colpi di
scena, con tre star al picco del loro fascino e la regia energica
di Fleming, che tornerà a dirigere Harlow in Bombshell.
sabato 15 aprile, ore 20.00 BLONDE CRAZY La bionda e l’avventuriero, Usa, 1931, 79’,
DCP v.o. sott. it.
di Roy Del Ruth, con James Cagney, Joan Blondell, Louis Calhern
Bert e Ann sono fattorino e cameriera in un grande albergo, ma
arrotondano truffando i clienti. La coppia vacilla quando Ann
conosce un uomo colto e raffinato che la chiede in moglie…
Sfacciati e irresistibili come non mai, Blondell e Cagney (al primo
ruolo in una commedia) valgono da soli questo titolo iconico.
domenica 16 aprile, ore 20.00 THE BITTER TEA OF GENERAL YEN L’amaro tè del generale
Yen, Usa, 1933, 88’, DCP v.o. sott. it.
di Frank Capra, con Barbara Stanwyck, Nils Asther
A Shanghai, durante la guerra civile, una missionaria americana è
costretta a trattenersi nel palazzo del generale Yen, finendo per
subire il fascino dell’uomo. Tra i primi a mostrare una storia
d’amore interrazziale, questo abbagliante melodramma è uno dei film
più atipici di Capra, rivalutato solo a posteriori.
mercoledì 19 aprile, ore 20.00 I AM A FUGITIVE FROM A CHAIN GANG (replica)
Io sono un evaso, Usa, 1932, 93’, 35mm v.o. sott. it.
di Mervyn LeRoy, con Paul Muni, Glenda Farrell
Condannato ingiustamente a dieci anni di lavori forzati, James
Allen riesce a evadere e a rifarsi una vita, fino a quando il
passato torna a bussare alla sua porta. Tra i primi film a
denunciare la violenza del sistema carcerario e della giustizia
americana, resta un capolavoro imitato infinite volte.
sabato 22 aprile, ore 20.00 TROUBLE IN PARADISE (replica)
Mancia competente, Usa, 1932, 83’, 35mm v.o. sott. it.
di Ernst Lubitsch, con Miriam Hopkins, Kay Francis, Herbert
Marshall
Gaston e Lily, due ladri innamorati, si fanno assumere dalla ricca
Madame Colet per derubarla, ma tra i tre non andrà tutto come
previsto. Una commedia inarrivabile che racchiude tutta la malizia
del tocco di Lubitsch. “Per quanto riguarda il puro stile – disse
del film – credo di non aver mai fatto meglio”.
domenica 23 aprile, ore 20.00 GOLD DIGGERS OF 1933 La danza delle luci, Usa, 1933,
97’, 35mm v.o. sott. it.
di Mervyn LeRoy, con Joan Blondell, Dick Powell, Ginger Rogers
Un giovane ricchissimo con l’hobby del canto corteggia una ballerina senza rivelarle la sua vera identità. La
trama però è solo un pretesto per una serie di leggendari numeri
coreografici diretti da Busby Berkeley, tra cui spicca l’insolito
Remember My Forgotten Man, sul dramma della Grande
Depressione.
mercoledì 26 aprile, ore 20.00 NIGHT NURSE L’angelo bianco, Usa, 1931, 72’, DCP v.o.
sott. it.
di William A. Wellman, con Barbara Stanwyck, Joan Blondell, Clark
Gable
Un’infermiera assunta in una casa privata scopre un complotto ai
danni di due bambini per impossessarsi dell’eredità. Un
imprevedibile melò tinto di giallo che esalta la solidarietà
femminile e denuncia la corruzione delle classi privilegiate.
Memorabile Clark Gable nei panni di un autista sadico e
manesco.
venerdì 28 aprile, ore 20.00 LITTLE CAESAR Piccolo Cesare, Usa, 1931, 79’, 35mm v.o.
sott. it.
di Mervyn LeRoy, con Edward G. Robinson, Douglas Fairbanks Jr.
Ascesa e caduta di Cesare “Rico” Bandello, boss di Chicago e “tra i
primi veri antieroi del cinema americano” (Lourcelles). Caposaldo
del genere gangster, ha un ritmo serrato e un realismo crudo e
violento, ma colpisce anche per l’ambiguità del rapporto tra i due
protagonisti, spesso letto in chiave omosessuale.
sabato 29 aprile, ore 20.00 EMPLOYEES’ ENTRANCE Guerra bianca, Usa, 1933, 74’, DCP
v.o. sott. it.
di Roy Del Ruth, con Warren William, Loretta Young
Il tirannico direttore di un negozio assume la giovane Madeline
solo in cambio di favori sessuali. Quando però Madeline si innamora
di un collega, teme che la verità salti fuori… Un ritratto spietato
delle logiche del mercato e delle condizioni di lavoro durante la
Grande Depressione, da riscoprire assolutamente.
domenica 30 aprile, ore 20.00 DEVIL AND THE DEEP Il diavolo nell’abisso, Usa, 1932,
79’, 16mm v.o. sott. it.
di Marion Gering, con Tallulah Bankhead, Gary Cooper, Charles
Laughton, Cary Grant
Ossessionato dalla gelosia, il comandante di una nave rende la vita
impossibile alla moglie, fino a spingerla tra le braccia di un
giovane tenente. Gary Cooper e Cary Grant sono per la prima volta
insieme in questo melò sontuoso, con un sorprendente finale a bordo
di un sottomarino bloccato in fondo al mare.
mercoledì 3 maggio, ore 20.00 RED-HEADED WOMAN Usa, 1932, 79’, DCP v.o. sott. it.
di Jack Conway, con Jean Harlow, Chester Morris, Charles Boyer
Jean Harlow è al suo meglio nei panni di una spudorata
arrampicatrice sociale, che sa usare ogni arma di seduzione ma
all’occorrenza non disdegna un revolver… Scritto da Anita Loos dopo
una prima stesura di Scott Fitzgerald, è uno degli esempi più
folgoranti del piglio anticonformista del cinema dell’epoca.
venerdì 5 maggio, ore 20.00 THE PUBLIC ENEMY Nemico pubblico, Usa, 1931, 83’, 35mm
v.o. sott. it.
di William A. Wellman, con James Cagney, Jean Harlow
La storia di Tom Powers, gangster di origine irlandese nella
Chicago del proibizionismo, è uno degli atti fondativi del genere,
grazie all’interpretazione modernissima di Cagney e alla regia tesa
e vibrante di Wellman. Entrati nel mito la scena del pompelmo e un
finale che ancora sconvolge per la sua violenza.
sabato 6 maggio, ore 20.00 GOLD DIGGERS OF 1933 (replica)
La danza delle luci, Usa, 1933, 97’, 35mm v.o. sott. it.
di Mervyn LeRoy, con Joan Blondell, Dick Powell, Ginger Rogers
Un giovane ricchissimo con l’hobby del canto corteggia una
ballerina senza rivelarle la sua vera identità. La trama però è
solo un pretesto per una serie di leggendari numeri coreografici
diretti da Busby Berkeley, tra cui spicca l’insolito Remember My
Forgotten Man, sul dramma della Grande Depressione.
domenica 7 maggio, ore 20.00 FORBIDDEN Proibito, Usa, 1932, 83’, DCP v.o. sott.
it.
di Frank Capra, con Barbara Stanwyck, Adolphe Menjou, Ralph
Bellamy
Lulu resta incinta di un politico, Bob Grover, ma per non
comprometterne la carriera sposa un giornalista. Quando
quest’ultimo decide di rivelare alcuni segreti su Grover, la donna
arriverà persino a ucciderlo. Ancora una volta Capra si conferma un
maestro nell’intrecciare dramma e commedia, melò e politica.
martedì 9 maggio, ore 20.00 IMITATION OF LIFE Lo specchio della vita, Usa, 1934,
111’, DCP v.o. sott. it.
di John M. Stahl, con Claudette Colbert, Warren William, Rochelle
Hudson
Meno celebre del remake di Sirk con Lana Turner, il film di Stahl
fu tra i primi a subire l’ostilità di un codice Hays ormai a pieno
regime, soprattutto per come affronta la questione razziale. La
vicenda delle quattro protagoniste, due madri e due figlie, non ha
mai smesso però di appassionare e commuovere.
mercoledì 10 maggio, ore 20.00 SCARFACE (replica)
Scarface – Lo sfregiato, Usa, 1932, 93’, DCP v.o. sott. it.
di Howard Hawks, con Paul Muni, Ann Dvorak, George Raft
In pieno proibizionismo, Tony Camonte scala le vette della
criminalità di Chicago compiendo violenze e omicidi. Osteggiato e
bandito all’epoca in vari stati, il dirompente capolavoro di Hawks
(e di Ben Hecht alla sceneggiatura) trasforma un gangster in eroe
tragico, fondando di fatto un intero genere.
venerdì 12 maggio, ore 20.00 BOMBSHELL
Argento vivo, Usa, 1933, 96’, 35mm v.o. sott. it.
di Victor Fleming, con Jean Harlow, Lee Tracy, Frank Morgan
La diva del cinema Lola Burns è perseguitata dalle trovate del suo
agente, che inventa le notizie più sensazionali per alimentarne la
popolarità. Una screwball comedy corrosiva ed esilarante sugli
inconvenienti dello star system, negli anni in cui Hollywood era
considerata a buon diritto la nuova Babilonia.
sabato 13 maggio, ore 20.00 DESIGN FOR LIVING Partita a quattro, Usa, 1933, 91’, DCP
v.o. sott. it.
di Ernst Lubitsch, con Fredric March, Gary Cooper, Miriam
Hopkins
Due artisti americani squattrinati incontrano a Parigi la bella
Gilda, che coinvolgerà entrambi in un ménage à trois. Con la
consueta ironia sopraffina, Lubitsch compone un inno ai piaceri
della vita, in cui lascia a bocca aperta la rappresentazione
liberatoria e anticonformista della sessualità femminile.
domenica 14 maggio, ore 20.00 BLONDE VENUS (replica)
Venere bionda, Usa, 1932, 93’, DCP v.o. sott. it.
di Josef von Sternberg, con Marlene Dietrich, Cary Grant, Herbert
Marshall
Una cantante tedesca sposa uno scienziato americano, ma quando lui
si ammala è costretta a tornare in scena, finendo per innamorarsi
di un giovane playboy. Tra i film più trasgressivi della coppia
Sternberg-Dietrich, contiene il celeberrimo numero musicale in cui
Marlene si esibisce travestita da gorilla.
Si è svolta ieri sera al Palladium a Hollywood la cerimonia di consegna
degli Hollywood Film Award. A vincere sono stati i titoli
e gli attori che, più o meno, si erano già conquistati un posto
nella classifica dei migliori prodotti ‘da premio’ di
quest’anno.
E così il miglior film è andato a
Gone Girl di David Fincher
(ritira il premio Ben Affleck), la migliore
attrice a Julianne Moore per Still
Alice, il migliore attore a Benedict
Cumberbatch per The Imitation
Game, che non si è trovato nella condizione di
sfilare il premio al suo amico e connazionale Eddie
Redmayne, che è invece stato premiato per la migliore
performance ‘Breakout’ per La Teoria del
Tutto.
Sempre a The Imitation
Game è andato il premio per la migliore attrice non
protagonista, Keira Knightley, e la miglire regia,
Morten Tyldem. Che si tratti di un indicatore per
i prossimi Oscar e che il film sulla tragica vita di Alan
Turing abbia cominciato ieri sera la sua scalata a
Hollywood? Ecco di seguito tutti i premiati, con indicato a seguire
il nome dell’ospite che ha presentato il premio:
Hollywood Actor Award Benedict Cumberbatch,
The Imitation Game (Amy Adams)
Hollywood Blockbuster Award Guardians of the Galaxy
(Chadwick Boseman)
Hollywood Documentary
Award Supermensch: The Legend of
Shep Gordon, Mike Myers
(Johnny Depp/Shep Gordon)
Hollywood Actress Award Julianne Moore,
Still Alice
(Kristen Stewart)
Hollywood Career Achievement Award Michael
Keaton
(Geena Davis)
Hollywood Animation Award How to Train
Your Dragon 2 (Jennifer Lopez)
Hollywood Comedy Award
Chris Rock, Top Five (Queen Latifah)
New Hollywood Award Jack
O’Connell, Unbroken
(Angelina Jolie)
Hollywood Ensemble Award Foxcatcher
(Jonah Hill)
Hollywood Director Award
Morten Tyldem, The Imitation Game (Robert Pattinson)
Hollywood Song Award “What Is Love?”
Janelle Monáe, Rio 2
Hollywood Screenwriter Award
Gillian Flynn, Gone Girl
(Hilary Swank)
Hollywood Breakout Performance Actor Award
Eddie Redmayne, The Theory of Everything
(Jared Leto)
Hollywood Breakthrough Director Award
Jean-Marc Vallee, Wild
(Reese Witherspoon)
Hollywood Supporting Actress Award Keira
Knightley, The Imitation Game (Christoph
Waltz)
Hollywood Breakout Performance Actress
Award Shailene Woodley, The Fault in Our
Stars (Laura Dern)
Hollywood Supporting Actor Award Robert
Duvall, The Judge (Robert Downey Jr.)
Off-air awards
Hollywood Cinematography Award Emmanuel
Lubezki, Birdman
Hollywood Visual Effects Award Scott
Farrar, Transformers: Age of Extinction
Hollywood Editing Award Jaty Cassidy and
Dody Dorn, Fury
Hollywood International Award Jing Tian
Hollywood Film Composer Award Alexandre
Desplat, The Imitation Game
Hollywood Production Design Award Dylan
Cole and Gary Freeman, Maleficient
Hollywood Visual Effects Award Milena
Canonero, The Grand Budapest Hotel
Hollywood Sound Award Ren Klyce, Gone
Girl
Hollywood Makeup and Hair Award David White
(special make-up effects) and Elizabeth Yianni-Georgiou (hair
designer and makeup designer), Guardians of the Galaxy
Hollywood sembra essere pronta per
il ritorno di Johnny Depp,
secondo quanto affermato da alcuni insider. Depp è stato, come
noto, una delle più grandi star del cinema prima del controverso
divorzio e della disputa legale con la sua ex moglie, l’attrice
Amber Heard. Un evento che ha avuto un impatto
negativo sulla reputazione e sulla carriera di Depp, anche se la
vittoria del processo per diffamazione contro Heard lo scorso
giugno ha aumentato le sue probabilità di un ritorno. Pochi giorni
fa, Depp è stato ora accolto calorosamente al Festival di Cannes,
dove ha partecipato alla premiere del film Jeanne du Barry, di cui
è protagonista.
Dopo aver ricevuto una standing
ovation tutta per lui, molti insider di Hollywood si sono fatti
avanti nell’affermare che la patria del cinema statunitense sarebbe
pronta per il suo ritorno, anche se l’attore giudica strana la
parola “ritorno”. Diversi agenti anonimi, produttori e altre
personalità del cinema hanno dunque parlato di come Hollywood sia
pronta a ricucire i rapporti con Depp, a condizione che si rimetta
in forma, si presenti in tempo e ricordi le sue battute. “Le
persone hanno la memoria corta. Penso che sarà lo stesso per
Johnny Depp, a meno che non continui a perdere il
controllo durante le riprese”, è una delle affermazioni
riportate
“Avrebbe più possibilità di
lavorare negli Stati Uniti se avesse un aspetto un po’ migliore.
Sembra gonfio e malsano nelle poche foto che ho visto di lui di
recente – non mi sembra una star del cinema. Se si mette in ottima
forma e se sarà professionale nei film a cui lavora, penso che
Hollywood lo ingaggerà di nuovo come protagonista”, viene
riportato nel rapporto di IndieWire. “Depp è un attore
abbastanza bravo da rianimare una carriera. Ma a causa dell’età
sarà un attore caratterista piuttosto che un protagonista: potrebbe
essere il tipo di presenza eccentrica avvincente che un Christopher
Walken o un Ian McKellen sono stati in questi ultimi anni”, ha
affermato lo sceneggiatore Larry Gross.
In ogni caso, Depp al momento non ha
ruoli da attore previsti dopo Jeanne du Barry, con il suo
unico progetto attualmente confermato che sarà un film biografico
su Modigliani con Al Pacino
e Riccardo
Scamarcio, di cui però sarà regista. La prospettiva di
un ritorno a Hollywood rimane comunque incerta poiché Depp è ancora
una figura divisiva tra il pubblico americano ed è improbabile che
ritorni ai suoi ruoli di maggior successo commerciale come Jack
Sparrow nella serie Pirati dei Caraibi. Non è inoltre
certo che l’attore possa essere interessato a tornare
ad Hollywood, dove essersi sentito boicottato da quel mondo. Ad
ora, l’attore sembra maggiormente interessato a ricostruirsi una
carriera in Europa.
Per un’ironica fatalità la stella del
franchise Paul Walker è morta in un tragico
incidente stradale che ha scioccato Hollywood e tutte le persone
che questa mattina hanno appreso la notizia. Ora arrivano i primi
saluto dal mondo di Hollywood e dai colleghi del compianto
attore.
Tra le prime reazione arrivate c’è
anche quella del regista di Fast and Furious 7, James Wan:
I am so beyond heartbroken right now. I can’t process
anything.
Ma i pensieri rivolti al giovane attore, appena quarant’anni,
arrivano da tutto il mondo…
Sarah Michelle
.@RealPaulWalker May he be
in peace. To his family you are in our thoughts and prayers.
Dominic Monaghan
.@RealPaulWalker awful
news. Paul was a lovely guy. Handsome as all hell and funny and
cool to boot. Terrible news. My condolences.
Chi non ha mai desiderato di
indossare uno degli splendidi costumi che vediamo nei film che
amiamo? Ebbene anche se non si potranno indossare, perlomeno si
potranno ammirare tanti dei costumi dei film cult nella mostra
Hollywood Costume a Los Angeles. I capi saranno
oltre 150 e spaziano da pellicole intramontabili come
Pretty Woman, a film recenti come il
costume di Jared Leto in Dallas Buyers
Club. E che dire di Batman e dei vestiti di
The Hunger Games e Django Unchained. Non
potevano mancare neanche le chicche create appositamente per film
come American Hustle e Il Grande Gatsby.
L’esposizione sarà aperta al
pubblico fino al 2 marzo 2015, ed è gestita dal Victoria and Albert
Museum di Londra e dall’Academy of Motion Picture Arts and
Sciences: il luogo della mostra è il Wilshire May Company Building,
futura sede del Museo Academy of Motion Pictures.
Apple TV+
ha presentato il trailer di “Hollywood Con
Queen“, la nuova docuserie in tre parti che racconta
l’incredibile storia di una delle più grandi truffe di
Hollywood, in arrivo l’8 maggio.
La trama di Hollywood Con
Queen
Una misteriosa figura
soprannominata “Con Queen” impersona le donne più
potenti dell’industria dello spettacolo, attirando ignare vittime
in Indonesia con la promessa di un’opportunità di carriera che
cambierà la loro vita. I malcapitati caduti nella trappola della
“Regina della truffa” investono ingenuamente le proprie finanze
personali alla ricerca di una grande occasione, mentre vengono
sfruttati e trascinati in un perverso gioco psicologico che si
estende a tutto il mondo. La truffa attira l’attenzione del
giornalista investigativo veterano Scott Johnson di The Hollywood
Reporter e dell’investigatrice privata Nicole Kotsianas, ex K2
Integrity, che si mettono sulle tracce della verità, scoprendo una
storia più strana di quanto potessero immaginare.
Hollywood Con
Queen è stato realizzato dal premio Emmy Chris Smith e da
Library Films, il team creativo autore anche di titoli come “Tiger
King”, della docuserie sul surf “100 Foot Wave”, “Fyre”, “Bad
Vegan”, “Operation Varsity Blues” e altri ancora.
Apple
TV+ offre serie drammatiche e commedie avvincenti e di
qualità, lungometraggi, documentari innovativi e intrattenimento
per bambini e famiglie, ed è disponibile per la visione su tutti i
tuoi schermi preferiti. Dopo il suo lancio il 1° novembre 2019,
Apple
TV+ è diventato il primo servizio di streaming
completamente originale a essere lanciato in tutto il mondo, ha
presentato in anteprima più successi originali e ha ricevuto
riconoscimenti più velocemente di qualsiasi altro servizio di
streaming. Ad oggi, i film, i documentari e le serie originali
Apple sono stati premiati con 484 vittorie e 2.143 nomination ai
premi, tra cui la commedia pluripremiata agli Emmy “Ted
Lasso” e lo storico Oscar® come Miglior film a “CODA”.
Apple TV+
ha annunciato oggi Hollywood Con Queen, la nuova
avvincente docuserie in tre parti del regista vincitore dell’Emmy
Chris Smith (“Tiger King“,
“Fyre“, “100 Foot Wave“) in arrivo l’8
maggio.
Basata sul reportage originale del
giornalista investigativo Scott Johnson e sul suo
libro pubblicato da Harper Collins intitolato
“Hollywood Con Queen: The Hunt for an Evil Genius“, la
docuserie esplora la storia scioccante di una delle più grandi
truffe di Hollywood.
La trama di Hollywood Con
Queen
Una misteriosa figura
soprannominata “Con Queen” impersona le donne più
potenti dell’industria dello spettacolo, attirando ignare vittime
in Indonesia con la promessa di un’opportunità di carriera che
cambierà la loro vita. I malcapitati caduti nella
trappola della “Regina della truffa” investono
ingenuamente le proprie finanze personali alla ricerca di una
grande occasione, mentre vengono sfruttati e trascinati in un
perverso gioco psicologico che si estende a tutto il mondo. La
truffa attira l’attenzione del giornalista investigativo veterano
Scott Johnson di The Hollywood Reporter e dell’investigatrice
privata Nicole Kotsianas, ex K2 Integrity, che si mettono sulle
tracce della verità, scoprendo una storia più strana di quanto
potessero immaginare.
Hollywood Con Queen è prodotto per Apple
TV+ da Library Films, con Chris Smith come regista e produttore
esecutivo insieme al produttore esecutivo Ben Anderson. Scott
Johnson è il produttore consulente.
Fien Troch, regista belga, presenta
Holly in Concorso a
Venezia 80. Un
racconto di crescita che mescola mito e realtà dove tutto è nelle
mani di una giovane ragazza di 15 anni, alla quale forse si chiede
troppo. Dopo aver già trionfato nella sezione
Orizzonti con il precedente Home, la
regista belga prende le redini di questo progetto cercando un po’
più di libertà creativa, cosa che sicuramente si ritrova in questo
ultimo lungometraggio. La capacità di osare per abbattere barriere
e spingersi oltre. Durante il processo creativo del film, infatti,
c’è stata la volontà di rendere Holly un film corale ma è
stata abbandonata immediatamente mettendo al centro questa
protagonista problematica e complessa anche nella sua messa in
scena.
Una ragazza normalissima che
improvvisamente viene accreditata di un talento speciale, in una
comunità che è molto ricettiva nei confronti di qualcosa di
“soprannaturale” a causa di un evento tragico che fa da premessa al
film. Una favola moderna che per citare un film italiano sempre
presenta a Venezia negli anni passati ricorda
La santa piccola per impostazione e soggetti della
trama.
Holly, la trama
La quindicenne
Holly chiama la scuola per dire che resterà a casa
per tutto il giorno. Poco dopo, nella scuola scoppia un incendio
che uccide diversi studenti. La comunità, toccata dalla tragedia,
si riunisce per cercare di guarire. Anna, un’insegnante,
incuriosita da Holly e dalla sua strana premonizione, la invita a
unirsi al gruppo di volontariato che gestisce. La presenza di Holly
sembra portare tranquillità, calore e speranza a coloro che
incontra. Ma presto le persone iniziano a cercare Holly e la sua
energia catartica, chiedendo sempre di più alla giovane
ragazza.
Fede e mito: due facce della stessa
medaglia. Holly si muove su questo confine senza mani sfociare
nell’uno o nell’altro. L’elemento paranormale che dà però il via
alla premessa del film e tiene chiara la linea della trama fino
alla fine mistica della pellicola. Cathalina
Geeraerts interpreta Holly in modo enigmatico e complesso,
l’attrice riesce a trasmettere allo spettatore il disagio di
portare avanti questo “lavoro” che quasi immediatamente diventa
ancora più tortuoso per la giovane adolescente. È come, infatti, se
per tutto il film si portasse avanti anche la crescita di lei come
giovane donna in un mondo in cui le persone sono sempre pronte ad
approfittarsi di te.
La strega
Nella premessa del film scopriamo
come la famiglia di Holly, in particolare lei e il
fratello, vengano bullizzati a scuola, etichettati come gli strambi
del liceo. L’incidente a scuola non fa altro che aumentare queste
voci solo che le persone della comunità di Holly hanno toccato con
mano il suo potere. Il potere di riuscire a far sorridere le
persone anche solo per un attimo e donare loro il buon umore. Ma
Holly non fa solo questo agisce anche in modo diretto su persone
colpite da malattie, la impongono anche contro la sua volontà come
una specie di giovane profeta, una santa, quando il suo soprannome
a scuola era “la strega”. Nonostante il film giochi molto sul tema
dei miracoli, la fede non viene mai menzionata. Anche
l’associazione inglese tra il nome Holly e
Holy (santa) richiama questo dualismo che Fien Troch tende a portare in scena.
A questo racconto si contrappone una
sorta di fanatismo religioso. Le persone si vogliono approfittare
di Holly e del suo potere soprannaturale al punto che lei arriva a
farsi pagare per le sue prestazioni. Un film che tende molto a
rimarcare questo aspetto quando la macchina da presa si sofferma
sui gioielli e sulle scarpe che Holly compra con questi soldi. Poi
però, come prosciugata da questa vita, il suo umore cambia. Come se
si aspettare ancora che qualcosa di terribile stia per accadere.
Anche il finale lascia comunque parecchi punti in sospeso per un
film dalla trama parecchio semplice e poco articolata.
È stato annunciato un nuovo
adattamento di un libro di Stephen King, che sarà
una serie televisiva con un importante personaggio ricorrente di
due serie precedenti. La notizia è stata svelat durante un Q&A
al Printers Row Lit Fest di
Chicago, dove il regista Jack Bender ha
annunciato un adattamento di Holly. Il
romanzo giallo di King del 2023 ha come protagonista Holly
Gibney, un personaggio ricorrente nelle storie del maestro
del brivido, che indaga su misteri sia naturali che soprannaturali.
L’investigatrice è già apparsa nell’adattamento televisivo di
Mr. Mercedes, interpretata da Justine
Lupe, e in The Outsider, interpretato da Cynthia
Erivo.
“Ho avuto la fortuna di conoscere e
lavorare con Stephen King – a proposito di scrittori. Il suo nuovo
libro Holly, tra l’altro, è fantastico. Ne faremo uno show. Non
l’abbiamo ancora annunciato.”, ha dichiarato Bender, di fatto
annunciando una nuova trasposizione da un’opera di King. Come noto,
il cinema e la televisione hanno già portato sullo schermo numerosi
racconti e romanzi dell’autore del Maine, da Carrie – Lo
sguardo di Satana nel 1976 fino a It nel 2017. Il suo
prolifico catalogo di storie è però arrivato appunto anche in TV
con serie come Under the Dome, Lisey’s Story e
The Stand.
Holly: di cosa parla il romanzo di Stephen King
Holly segue il suo
personaggio principale mentre inizia a indagare su una scomparsa
nel bel mezzo della pandemia di Covid-19. La protagonista si
ritrova infatti coinvolta nel tentativo di aiutare Penny Dahl a
ritrovare la figlia scomparsa. A pochi isolati dalla zona in cui è
scomparsa Bonnie Dahl vivono i professori Rodney ed Emily Harris:
ottuagenari sposati, devoti l’uno all’altra e accademici
semi-pensionati da una vita. Ma l’apparenza inganna, nel
seminterrato della loro casa, nascondono un segreto diabolico che
potrebbe essere collegato alla scomparsa di Bonnie. La coppia di
rispettabili anziani si rivela astuta e Holly avrà a che fare con
persone incredibilmente contorte.
Bender ha lavorato in precedenza per
dare vita a Holly in Mr. Mercedes, che stabilisce come la
ragazza diventi un’investigatrice privata. Bender è stato
produttore esecutivo di Mr. Mercedes e ha anche diretto la
maggior parte degli episodi. Sebbene la storia della trilogia
originale di King sia collegata a The Outsider, i due
progetti sono stati adattati separatamente, con Holly interpretata
da attori diversi. Dal momento che Bender è coinvolto nella
creazione della nuova versione del personaggio, lo show potrebbe
avere dei collegamenti con quella serie e Lupe potrebbe tornare al
suo ruolo nello show, collegando o due titoli in modo simile a come
sono collegati i libri di King.
Tuttavia, è anche possibile che la
serie presenti la versione di Erivo del personaggio, collegando la
sua storia oscura a quella di The Outsider. Un’altra
possibilità è che Holly non sia collegata a nessuna delle due
serie, ma che sia un sequel spirituale di entrambe. In questo modo,
il pubblico che si sintonizza solo ora non sarebbe confuso sulla
storia, né dovrebbe cercare altri show per capire la trama. Ora che
è stata ufficializzata, la serie può unirsi ad altri adattamenti di
King, come l’imminente The Long Walk, come qualcosa che i
lettori possono aspettare con ansia.
Holland è un thriller
misterioso con Nicole Kidman, con colpi di scena scioccanti
che cambiano completamente il destino della protagonista. Nicole
Kidman ha avuto un paio d’anni di grande successo e la sua serie
positiva continua con Holland. Diretto da Mimi Cave, Holland
trasporta il pubblico nell’omonima cittadina del Michigan, famosa
per i tulipani, i mulini a vento e per essere una piccola comunità.
Holland segue Nancy Vandergroot (Kidman), un’insegnante che vive
con il marito Fred Vandergroot (Matthew Macfadyen) e il figlio
Harry (Jude Hill).
I Vandergroot vivono una vita
tranquilla a Holland fino a quando Nancy inizia a sospettare che
Fred la tradisca. Nancy si confida con il collega Dave (Gael García
Bernal), arrivato in città da poco, e lo convince ad aiutarla a
scoprire cosa sta combinando Fred. Nancy e David sviluppano forti
sentimenti l’uno per l’altra e decidono di trovare le prove del
tradimento di Fred, in modo che Nancy possa lasciarlo senza
rimorsi. Tuttavia, fanno una scoperta inquietante su Fred, che
cambia completamente i loro piani e le loro opinioni.
Cosa è successo davvero a Fred,
il marito di Nancy, in Olanda
Fred Vandergroot conduceva una
doppia vita inquietante
Fred Vandergroot è un optometrista
e, dato che Holland è una piccola città, tutti lo conoscono. Fred è
spesso fuori città per lavoro, cosa che Nancy non ha mai trovato
sospetta fino a quando non trova una ricevuta nella sua tasca che
contraddice il luogo in cui avrebbe dovuto trovarsi. Questo è
l’inizio della spirale di Nancy, convinta che Fred la tradisca,
anche se non ha prove concrete. Nancy non ottiene subito delle
risposte, rendendo Holland un mistero che si sviluppa
lentamente, ma che, una volta arrivato al terzo atto, accelera il
ritmo.
Dopo che Nancy ha lasciato i suoi
gioielli nell’ufficio di Fred mentre vi entrava di nascosto di
notte, Fred la affronta, dicendole che dovrebbero semplicemente
“ricominciare da capo” e andare avanti. Tuttavia, Nancy è già presa
da Dave, che l’ha aiutata a entrare nell’ufficio di Fred, e anche
se vuole lasciare Fred, vuole avere le prove della sua infedeltà,
in modo da avere un motivo valido per lasciarlo. In quel momento,
gli unici indizi che ha sono una scatola di pellicole Polaroid e la
prima ricevuta.
Quando Fred esce di nuovo dalla
città, Dave e Nancy lo seguono. Nancy irrompe nella sua camera
d’albergo mentre Dave tiene d’occhio Fred al bar dell’hotel, e
Nancy trova biancheria intima, manette e croccantini per cani nella
sua stanza. Questo non è ancora sufficiente per confermare che Fred
la tradisce, ma Nancy deve tornare a casa a prendere Harry, quindi
Dave rimane a seguire Fred. Nel frattempo, Nancy fa le sue ricerche
nella biblioteca della città con alcuni dettagli che trova nel
modellino della città di Fred.
Nancy scopre che molte donne sono
scomparse e sono state poi trovate morte, mentre Dave trova Fred
che incontra una giovane donna. Quando Dave irrompe nella casa,
vede i cani della donna che mangiano i biscotti, mentre in un’altra
stanza Fred viene sorpreso mentre uccide la giovane donna.
Dave e Fred iniziano a lottare e Fred viene pugnalato con il
proprio coltello e cade nel lago. Dave torna a Holland e fa sapere
a Nancy che lei e Harry sono al sicuro, ma c’è ancora una sorpresa
per loro.
Quando Nancy chiama Harry per
chiedere aiuto, lo trova fuori con Fred, che è sopravvissuto alla
lotta con Dave.
Durante il festival Tulip Time di
Holland, gli amici di Nancy le dicono di aver visto Fred poco prima
e Dave lo individua tra la folla. Nancy va nel panico e porta Harry
in un motel vicino, con Dave che li segue. Dave va nel panico e
dice a Nancy che dovrebbero avvisare la polizia, ma lei lo ferma e
una TV gli cade sulla testa. Quando Nancy chiama Harry per chiedere
aiuto, lo trova fuori con Fred, sopravvissuto alla lotta con Dave.
Come ha sempre fatto, Fred cerca di manipolare Nancy, dicendole
ancora una volta che ricominceranno da capo, ma Nancy è determinata
a lottare per sé e per Harry.
Tornati in macchina, Nancy fa
fermare Fred e dice a Harry di scappare, mentre lei si difende con
la pistola di Dave. Nancy spara a Fred ma lo manca, colpendo solo
la guancia e l’orecchio, e dopo che Harry cerca di difenderla ma
viene spinto via da Fred, Nancy prende uno zoccolo e lo picchia a
morte. Fred non paga mai per i suoi crimini, ma Nancy finalmente
gli impedisce di uccidere altre donne.
Cosa è successo a Dave nel
finale di Holland
Il destino di Dave rimane
ambiguo
Dave è arrivato da poco in Olanda e
insegna nella stessa scuola di Nancy. Dave si dimostra premuroso
nei confronti di chi lo circonda, compresi i suoi studenti, ma
essendo messicano deve affrontare il razzismo. Tuttavia, è sempre
disposto ad aiutare, tanto da mettersi in pericolo per aiutare
Nancy. Sebbene Dave voglia stare con Nancy, si trattiene perché non
lo ritiene giusto dato che Nancy è sposata e vuole proteggere i
suoi sentimenti. Tuttavia, quando Nancy gli dice che lascerà Fred,
Dave si offre di procurarle le prove di cui ha bisogno per
dimostrare l’infedeltà di Fred.
Dave ha incubi in cui vede
Fred nel lago e si sveglia, e in cui i cani della donna assassinata
leccano il suo sangue dal pavimento.
Dopo il confronto con Fred, Dave è
convinto che Fred sia morto, ma è ancora molto paranoico al
riguardo. Dave ha incubi in cui Fred è nel lago e si sveglia, e in
cui i cani della donna assassinata leccano il suo sangue dal
pavimento. Determinato a proteggere Nancy e Harry, Dave prende la
pistola e partecipa al festival dei tulipani, dove vede Fred tra la
folla. Come accennato in precedenza, Dave incontra Nancy al motel e
cerca di convincerla a chiamare la polizia, ma lei lo spinge e una
TV gli cade sulla testa, ferendolo.
Quando Nancy torna nella stanza
del motel dopo aver ucciso Fred, Dave è sparito e la voce fuori
campo finale in Holland passa da Dave a Nancy. Dave
sopravvive alle ferite e molto probabilmente lascia Holland dopo
quello che è successo con Nancy e Fred. La narrazione finale in
Holland non menziona la relazione tra Dave e Nancy, quindi
si può presumere che sia scomparso dopo quel giorno.
Cosa significa davvero il
modellino della città di Fred in Holland
Fin dall’inizio di Holland,
l’attenzione è focalizzata sul modellino della città di Fred, che
la telecamera riprende durante i titoli di testa. Fred e Harry
trascorrono del tempo insieme nel garage, dove lavorano al
modellino. Anche se lo spettatore è portato a vedere il modellino
come un semplice hobby che Fred ama condividere con Harry, c’è
qualcosa di molto più sinistro dietro di esso, che non è una
replica di Holland.
Il primo indizio che qualcosa non va
nel modellino della città è quando Nancy nota un cartello in una
delle case del modellino che ha visto in una delle Polaroid di
Fred. Una rapida ricerca porta al nome di Lacey Anne, che Nancy
scopre in seguito essere stata assassinata tre anni prima. Le
ricerche di Nancy portano alla scoperta di altre donne uccise negli
ultimi anni nella zona di Holland, e lei collega questi omicidi
alle case e alle strade del modellino di Fred. Il modellino
della città, quindi, è il registro personale di Fred di tutti gli
omicidi che ha commesso.
Nancy e Harry lasceranno
Holland?
Quando Dave dice a Nancy che è al
sicuro e che Fred non tornerà (poiché crede che sia morto), Nancy
non ha la reazione che lui sperava. Invece di accettare di lasciare
la città con Dave e Harry, Nancy gli dice che non possono farlo
perché la vita di Harry ne risentirebbe e non possono andarsene
prima del festival. Nancy dice a Dave che continueranno a
nascondere le azioni e il destino di Fred come hanno sempre fatto.
In tutto Holland, Nancy si dimostra molto tradizionale,
ma ha sempre lottato con la propria libertà di scelta.
L’Olanda è diventata il
rifugio sicuro di Nancy e, anche se suo marito è un serial killer,
non è pronta a lasciare il posto più sicuro che abbia mai
avuto.
Nancy spiega all’inizio che Fred
l’ha “salvata” e portata in Olanda, dove ha una vita perfetta, o
almeno così credeva. L’Olanda è diventata il rifugio sicuro di
Nancy e, anche se suo marito è un serial killer, lei non è pronta a
lasciare il posto più sicuro che abbia mai avuto e dove si sente
molto a suo agio. Alla fine di Holland si capisce che
Nancy e Harry non lasciano la città, ma semplicemente vanno
avanti insieme dopo tutto quello che è successo con Fred.
Spiegazione dell’ultima battuta
di Holland
Tutto quello che Dave e Nancy
hanno passato insieme è sufficiente per far loro dubitare che fosse
reale, ma non significa letteralmente che la maggior parte di
Holland non sia successo.
La voce fuori campo alla fine di
Holland inizia con Dave e si sovrappone a quella di Nancy, poiché
entrambi provano gli stessi sentimenti di paura, insicurezza e
invisibilità. Nancy dice di aver finalmente trovato una via
d’uscita, ma sia Dave che Nancy si chiedono se tutto “sia stato
reale”. Nancy trova una via d’uscita dal suo matrimonio, anche
se non proprio Holland, mentre Dave trova una via d’uscita dalla
città, una città che non lo ha mai accolto bene. Tutto ciò che Dave
e Nancy hanno vissuto insieme è sufficiente per far loro dubitare
che fosse reale, ma ciò non significa letteralmente che la maggior
parte di Holland non sia realmente accaduta.
Dave e Nancy trovano l’uno
nell’altra il conforto, il sostegno e la compagnia che mancano
loro, ma alla fine hanno visioni della vita molto diverse e
desiderano cose diverse. Dave assiste a un omicidio e quasi uccide
un uomo, mentre Nancy scopre che suo marito è un serial killer e
deve quindi lottare per la sicurezza sua e di suo figlio. È
comprensibile che Dave e Nancy si chiedano se ciò che hanno vissuto
insieme fosse reale o meno, ma lo è stato sicuramente: questo
dimostra solo come ognuno veda il mondo in modo diverso e affronti
i suoi orrori nel miglior modo possibile.
Holland Roden è
una di quelle attrici che ha contribuito alla rivoluzione del mondo
delle serie tv grazie alle sue performance in diverse serie,
soprattutto in
Teen Wolf. L’attrice ha iniziato la sua carriera quando era
molto giovane e non si più fermata, diventando molto amata dal
pubblico di tutto il mondo.
Ecco dieci cose da sapere
su Holland Roden.
Holland Roden serie
1. Ha iniziato recitando
in molte serie tv. L’attrice ha dato il via alla sua
carriera – dopo un paio di esperienze nei cortometraggi – con la
serie CSI – Scena del crimine nel 2007, per poi lavorare in
Lost (2008), Cold Case – Delitti irrisolti
(2008), 12 Miles of Bad Road (2008), Pushed
(2009), Criminal Minds (2010), The Event (2010) e
Grey’s
Anatomy (2012). Tra i suoi ultimi lavori per il piccolo
schermo, vi sono Teen Wolf (2011-2017), Channel Zero (2018),
MacGyver
(2018) e il film tv Jane the Novela (2019). Holland Roden
nel 2021 è entrata a far parte del cast della serie tv
Mayans
MC, spin-off di Sons of Anarchy. Nello stesso anno ha
interpretato Rachel nel film
Escape Room 2 – Gioco Mortale. Nel 2021 sarà Kathleen
McChesney nel film
Ted Bundy: American Boogeyman.
2. Ha lavorato anche in
alcuni film ed è produttrice. Nel corso della sua
carriera, l’attrice non prestato la sua attività recitativa solo
per il piccolo schermo. Infatti , il suo primo lungometraggio
risale al 2009, quando debutta sul grande schermo con Ragazze
nel pallone– Lotta finale, per poi apparire in
House of Dust (2013) e Cry of Fear (2015).
Inoltre, ha svolto anche l’attività di produttrice lavorando ad un
episodio della serie Eat Me (2015).
Holland Roden Instagram
3. Ha un profilo
seguitissimo. Anche l’attrice ha aperto da un bel po’ un
proprio account Instagram che è seguito da qualcosa come 4,6
milioni di persone. Sulla sua bacheca sono molte le foto che vedono
protagonista di momenti lavorativi e di svago, con post a sostegno
di campagne umanitarie. Inoltre, sono molte le foto che ritraggono
il suo cane e i suoi migliori amici.
Holland Roden e Dylan O’Brien
4. Hanno interpretato una
coppia dal rapporto particolare. In Teen Wolf
Roden e Dylan O’Brien hanno interpretato due ragazzi
dall’intesa e dal rapporto decisamente particolare non
etichettabile con i termini di amicizia o amore. Quello che c’è tra
di loro di va oltre e si eleva mano a mano che passano le stagioni.
Inoltre, tra i due è nato una bel rapporto di amicizia nella vita
reale.
Holland Roden Teen Wolf
5. Le manca il suo
personaggio. La serie è finita solo da due anni, ma già si
sente una certa mancanza. In realtà, già si cominciava a sentire
prima della fine della serie, quando l’attrice ha dichiarato che
del suo personaggio le sarebbe mancata l’insolenza e la sua
intelligenza.
6. È a favore del reboot
della serie. L’attrice ha rivelato di essere favorevole a
questa opzione, aggiungendo di essere anche disponibile a tornare,
magari nel ruolo di un’insegnante.
Holland Roden Lost
7. Ha interpretato un
personaggio della serie. In Lost, serie di cui ha
fatto parte di una sola puntata, l’attrice ha interpretato il
personaggio della sedicenne Emily Locke. Nella serie, questo
personaggio non è altro che la madre di John Locke, uno dei
protagonisti.
Holland Roden fidanzato
8. Attualmente sarebbe
single. Pare che l’attrice per adesso non stia
frequentando nessuno, ma sarebbe meglio rimanere sul forse, perché
secondo diversi rumor, sembra che stia facendo tira e molla con il
suo ultimo ex fidanzato. L’attrice, infatti, è stata fidanzata con
Max Carver per due anni, dal 2014 al 2016, ma sembra che
tra i due non sia realmente finita. Prima di lui, Holland è stata
fidanzata per un anno con Ian Boehn, dal 2013 al 2014.
9. Ha frequentato un suo
collega di set. Dalla finzione alla vita reale spesso non
ci vuole niente e la stessa Roden lo ha dimostrato. L’attrice,
infatti nel 2013 ha frequentato il suo collega
Colton Haynes. I due interpretavano rispettivamente
Lydia e Jackson, una coppia di fidanzati in Teen Wolf. Dal
set, entrambi si sono innamorati vicendevolmente: tuttavia, la loro
storia è durata solo pochi mesi, ma sono rimasti molto amici.
Holland Roden: età e altezza
10. Holland Roden è nata il
7 ottobre del 1986 a Dallas, nel Texas, e la sua altezza
complessiva corrisponde a 160 centimetri.
Guarda il trailer ufficiale di
Holidays, la nuova antologia horror sulla
scia di V/H/S e Tales of
Halloween, composta da 8 piccole storie dirette da 9
registi diversi, tra cui gli acclamatissimi Kevin
Smith e Gary Shore.
Holidays
sarà presentato in anteprima al prossimo Tribeca Film
Festival il 24 aprile e uscirà nelle sale
cinematografiche americane il 22 aprile. Al centro
del film il racconto di 8 storie differenti ambientate durante le
più conosciute feste del mondo, da Natale a S. Valentino,
dalla Festa della Mamma al giorno di San Patrizio.
Il cast di
Holidays annovera tutti attori
sconosciuti, fatta eccezione per Seth Green, il
Chris Griffin di Family Guy e il Daniel
“Oz” Osbourne di Buffy
L’Ammazzavampiri.
Di seguito i titoli dei vari
segmenti e i nomi dei registi che li hanno diretti:
Valentine’s
Day (diretto da Dennis Widmyer & Kevin
Kolsch) St. Patrick’s Day (diretto da
Gary Shore) Easter (diretto da Nicholas
McCarthy) Mothers’ Day (diretto da Sarah
Adina Smith) Fathers’ Day (diretto da Anthony
Scott Burns) Christmas (diretto da Scott
Stewart) Hollow Ian (diretto da Kevin
Smith) New Years Eve (diretto da Adam
Egypt Mortimer)
Ricordiamo che tra i prossimi
progetti di Kevin Smith figura la commedia horror
Yoga Hosers, con protagonisti
Johnny Depp, sua figlia Lily-Rose Depp e la figlia dello stesso Smith,
Harley Quinn Smith. Il regista ha anche dichiarato
di essere al lavoro sul sequel di
Mallrats (Generazione
X in Italia), la pellicola cult diretta nel 1995 con
Shannen Doherty, Jeremy London e Jason
Lee.
Il genere del legal drama
circoscrive la sua narrazione agli eventi che si svolgono dentro e
fuori il tribunale giudiziario. Può cambiare il punto di vista, ce
ne possono essere molteplici, ma nel complesso la storia segue una
traiettoria molto specifica, che si conclude alla fine con lo
svelamento della verità e l’assolvenza – o meno – dell’imputato in
questione. In Holiday Edoardo
Gabbriellini decide di fare un lavoro al contrario e di
concederci uno sguardo – molto lungo – a quel che accade dopo.
Protagonista di un racconto tanto ambiguo quanto pieno di zone
d’ombra è Veronica, interpretata da un’esordine ed efficace
Margherita Corradi. Il film è in Concorso alla 18esima
edizione della Festa del Cinema di Roma, nella sezione
Progressive Cinema, sceneggiato da Gabbriellini insieme a Carlo
Salsa e Michele Pallagrini, e prodotto da Olivia Musini con Lorenzo
Mieli e Luca Guadagnino.
Holiday, la trama
Dopo due anni di carcere, Veronica
(Margherita Corradi), dichiarata non colpevole di
aver ucciso la madre nella Spa del loro hotel, torna a casa dal
padre. Ad accoglierla c’è subito l’amica Giada (Giorgia
Frank), pronta a farle recuperare tutto il tempo perduto.
Ma tornare alla realtà – e soprattutto alla libertà – non è per
niente facile. In primis perché la gente di lei non parla bene,
molti la credono ancora colpevole, altri la denigrando su Instagram
facendo persino commenti a sfondo pornografico. Mentre cerca di
barcamenarsi in questa serie di situazioni spiacevoli e sciacchiare
play a una vita che aveva dovuto mettere in pausa, lo spettatore
cercherà di capire attraverso sguardi sul passato cosa è davvero
successo prima dell’omicidio, e soprattutto cosa è stato detto
durante il processo. Tutti, però, dal padre alla migliore amica
potrebbero avere un movente. Quindi perché hanno accusato solo
Veronica di aver ucciso la madre? Quando si inizierà a formulare un
pensiero sulla protagonista, ecco che il film cambierà di nuovo
strada, fino all’ambiguo finale.
Uno stile destabilizzante
Holiday è
una storia indecifrabile. Come lo è la sua protagonista, Veronica,
di cui non riusciamo a trarre alcun tipo di giudizio che sia valido
o fondato su prove concrete. Gabbriellini modella un film difficile
da analizzare, complesso da leggere e decifrare. Intanto perché lo
arricchisce di flashback (non proprio esaustivi), i quali non
diventano altro che uno stile narrativo per raccontarci da più
prospettive una vicenda che, fino alla fine, non riuscirà mai ad
essere limpida e chiara. Sono tre i piani temporali da seguire: il
primo è quello del presente, nel quale il regista butta in pasto ai
leoni (utenti social, giornalisti, occhi giudicanti dei passanti)
una ragazza appena stata scarcerata, che deve affrontare una realtà
nella quale nessuno, sostanzialmente, le crede.
Ci sono poi i ricordi suoi e
dell’amica Giada, la quale sia prima che dopo l’omicidio della
madre di Veronica le è sempre stata accanto, ma che non si riesce a
comprendere in che posizione si trovi rispetto la questione
dell’assassinio. E infine c’è la ricostruzione del processo, in cui
i testimoni vengono torturati psicologicamente dall’accusa. Sono
tutti elementi che si mischiano, a volte si accavallano, tanto che
bisogna compiere uno sforzo in più per capire meglio in quale
spazio-tempo ci si trovi. Ad accorrere in aiuto potrebbe essere,
fra le cose più evidenti, l’uso dei colori, che diventa più caldo o
più freddo (ma di poco) a seconda del periodo trattato. Il
passaggio da uno spezzone all’altro è un po’ confusionario, e la
destabilizzazione che se ne ricava impedisce di entrare a pieno nel
tono misterioso dell’opera, che rimane nel suo insieme,
volontariamente, fredda e distaccata. Quasi come se l’intento del
suo regista fosse quello di farcela guardare in un modo che ci
impedisca di giudicare la protagonista.
Chi è Veronica?
Una protagonista della quale alla
fine non si scoprirà poi molto. Né di lei né dell’azione commessa –
se l’ha davvero commessa. Gabbriellini, poi, attraverso lei, ci
introduce sin da subito a delle tematiche molto sentite non solo
dai giovani ma da tutte le generazioni. Una fra queste è
l’influenza che hanno i social sulla nostra vita, strumenti che
permettono a chiunque di aprire bocca anche su cose di cui non
conoscono neppure gli antefatti. C’è anche la difficoltà, ad oggi,
di essere giovani, ma anche di essere adulti, causata in primis da
una società e un sistema a loro volta ambigui e iniqui. C’è poi la
denuncia all’adesione di alcuni canoni di bellezza assurdi,
rappresentata in questo particolare caso dalla madre di Veronica,
Elisabetta, sempre pronta a rammentarle di dimagrire,
disprezzandone persino a gran voce il suo corpo.
Temi molto delicati e dolenti, che
per quanto siano importanti in una storia che tratta di giovani – e
che forse è per i giovani – non riescono a rimanere punti fermi del
film, il quale nonostante voglia sollevare alcune riflessioni in
merito a essi, si impegna di più a costruire un percorso che, man
mano che va avanti, diventa sempre più strano, contorto,
incomprensibile. È che quindi, paradossalmente, diventa la parte
che più coinvolge. Perché Holiday è un
noir atipico, che lascia al pubblico il piacere
dell’interpretazione muovendo i personaggi solo come delle pedine,
senza dargli un vero approfondimento psicologico, con lo scopo di
confondere e depistarli. Chi è il colpevole, in conclusione? Quello
in cui crediamo cambia continuamente. Una volta che gli dà tutti
gli strumenti per pensarci, seminandoli nella storia,
Holiday finisce. Ora siamo noi, con le
nostre nuove idee (sbagliate o giusto che siano) a deciderlo.
Lo spaventoso trailer di
Hole – L’Abissoche sarà nelle
sale cinematografiche da giovedì 10 ottobre, distribuito da
Midnight Factory etichetta horror di Koch Media.
Scritto e diretto dal regista
pluripremiato Lee Cronin, Hole – L’Abisso è
interpretato da Seána Kerslake, James
Quinn Markey,Kati Outinen e James
Cosmo.
Hole – L’Abisso, la trama
Provando a sfuggire dal passato, Sarah
(Seána Kerslake) decide di iniziare
una nuova vita con suo figlio Chris (James Quinn
Markey) ai margini di una piccola
cittadina rurale. Dopo la scoperta di una misteriosa buca nella
vasta foresta che confina con la loro nuova casa, Sarah deve
lottare per scoprire se i cambiamenti inquietanti che si
manifestano nel suo bambino sono una trasformazione riconducibile a
quell’abisso, apparentemente ben più sinistro e minaccioso delle
sue stesse paure materne.
Capita, nella vita, di trovarsi ad
affrontare sentimenti così intensi e destabilizzanti, come
il dolore, la paura e la disperazione, da
travolgerci e disorientarci. Emozioni così potenti da farci sentire
soli, in lotta contro un male oscuro e
insondabile, che ogni notte, nel momento in cui il corpo
dovrebbe riposare e trovare pace, cerca in ogni modo di toglierci
il respiro e farci crollare… proprio come farebbe una violenta
tempesta di sabbia. È ciò che accade a Margaret
Bellum, interpretata dalla pluripremiata Sarah
Paulson, la severa tanto quanto instabile mater
familias al centro del profondo e angosciante thriller
psicologicoHold Your Breath, diretto da
Karrie Crouse e Will Joines e disponibile in streaming
su Disney+ dal 4 ottobre
2024.
La storia di Hold Your
Breath
Nell’Oklahoma degli anni
’30, durante l’epoca delle terribili tempeste di sabbia
conosciute come Dust Bowl, Margaret lotta con tutte le risorse a
sua disposizione per proteggere le sue figlie, Rose (Amiah
Miller) e Ollie (Alona Jane Robbins),
mentre il marito è lontano in cerca di lavoro. In questa terra
arida, devastata dalla siccità e soffocata da nubi di polvere, la
sabbia diventa per Margaret un nemico da combattere con maschere,
lucchetti alle porte e un fucile sempre a portata di mano. Quando
un misterioso predicatore, Wallace Grady (interpretato da Ebon Moss-Bachrach, l’iconico zio Richie
dell’amato show The
Bear per cui ha vinto due Emmy) si insinua nella loro
casa, la già fragile realtà di Margaret inizia a vacillare,
minacciando di farla crollare del tutto.
Sarah Paulson e Emily Katherine Ford in Hold Your Breath. Cortesia
di Disney+
Tra lutto, depressione e psicosi
Dopo aver già perso la figlia Ada a
causa della scarlattina, Margaret non può permettere che un
altro male le porti via le sue bambine. Diventa dunque
ossessiva, preoccupandosi di spazzare freneticamente ogni angolo
della casa, tappare qualsiasi fessura con pezzi di stoffa e
procurare le ultime maschere disponibili per proteggere Rose e
Ollie dalla minaccia della polvere. Ogni giorno si assicura che le
lenzuola delle bambine siano pulite, come se questo rituale potesse
tenere lontano l’inevitabile.
Nella mente di Margaret, però,
la polvere diventa molto più di una semplice minaccia
fisica. Si trasforma in una manifestazione del male
stesso, un male antico e oscuro che si incarna nella figura del
“Gray Man” – l’uomo grigio – un personaggio del
libro per ragazzi che le figlie leggono una notte con timore. Per
Margaret, la polvere e questo male sono strettamente collegati:
invisibili, inesorabili, si insinuano nei luoghi più
reconditi della casa, ma anche nei recessi più oscuri della
mente. Come la polvere può entrare in ogni fessura, così
il male trova il modo di insinuarsi nelle persone, corrompendole e
facendole agire contro la loro natura, anche quella di madre.
Crouse e Joines,
minuto dopo minuto, trascinano così il pubblico nella
spirale di ossessione e paura in cui Margaret
sprofonda, come se fosse intrappolata in sabbie mobili e
non potesse fare altro che dimenarsi, scendendo sempre più a fondo.
Un vortice di angoscia, frustrazione e psicosi in cui il
confine tra realtà e allucinazione diventa sempre più
labile, e il male, sia esterno che interno, appare impossibile da
fermare.
Amiah Miller in Hold Your Breath. Cortesia di Disney+
Ammalarsi assieme al mondo
L’elaborazione del lutto (o, meglio,
la sua mancata elaborazione), la depressione e la psicosi che ne
deriva sono solo alcuni dei temi centrali di questo opprimente e
angosciante thriller. L’atmosfera delle reali Dust Bowl degli anni
’30 non è, infatti, solo un contesto storico: la siccità,
l’isolamento e la moria delle vacche diventano metafore di
un mondo in declino, devastato da una crisi ecologica e
sociale. Inoltre, lo scenario scelto da Crouse e Joines
non è così lontano da un nostro probabile futuro. In questo senso,
il film si fa carico di una marcata riflessione
ecologica, richiamando l’attenzione sul pericoloso
cambiamento climatico che, nonostante i numerosi allarmi, continua
a essere poco compreso e affrontato.
Inoltre, i registi si appoggiano più
o meno consapevolmente su una sensazione di déjà vu, che
rende la storia ancora più potente: mascherine, forte
tosse, chiusura forzata nelle proprie case e difficoltà nel
reperire cibo o medicine possono richiamare, nello spettatore, in
modo inquietante i duri e traumatici anni della convivenza con il
COVID-19.
Ebon Moss-Bachrach in Hold Your Breath. Cortesia di Disney+
Un thriller che scava nel dolore di una
madre
Come al solito, Sarah
Paulson sfrutta appieno il suo talento e la sua
espressività per “bucare lo schermo” nel ruolo di una
madre che, attimo dopo attimo, si sgretola nel turbine del
proprio dolore più profondo. Il paesaggio desertico, con i
suoi caldi toni seppia, diventa il reale palcoscenico del
deterioramento della psiche di Margaret, costretta a vivere
l’incubo di ogni madre: mentre cerca di proteggere le sue figlie
dal mondo esterno, si rende conto di non riuscire a proteggerle
nemmeno da se stessa.
Crouse e Joines riescono così a dar
vita a un thriller psicologico ed emotivo così intenso e
disturbante da oltrepassare i confini della fantasia e
porre radici in un mondo fin troppo verosimile. Anche se nella
prima metà del film si intuiscono già gli sviluppi futuri, Hold
Your Breath fa di tutto per trascinare il pubblico nel
climax di follia e angoscia che travolge Margaret e,
successivamente, anche Rose. Amiah Miller, infatti, si distingue
per la sua bravura nei panni della figlia maggiore, che cerca con
tenerezza di comprendere e salvare la madre. A lei spetta anche la
scena più toccante dell’intero film, in cui si trova a dover
scegliere tra la propria vita (e quella della sorellina) e quella
della madre, tagliando quel cordone ombelicale che stava per
strangolarle.
Tuttavia, nonostante la forte
emotività e le riflessioni sociali che il film suscita, Hold
Your Breath non riesce a soddisfare del tutto le aspettative
del pubblico, rivelandosi l’ennesimo eco-horror fin troppo semplice
e familiare.
Il film Hold Your
Breath si conclude con la protagonista di Sarah Paulson, Margaret Bellum, che si perde
in una tempesta di polvere mortale. Il film, diretto da
Karrie Crouse e William Joines e
scritto da Crouse, si svolge in Oklahoma negli anni ’30, quando
terribili tempeste di polvere si infiltrano nella zona rurale,
ispirando strani avvenimenti. La Paulson guida il cast di
Hold Your Breath, che comprende anche Amiah Miller,
Alona Jane Robbins, Annaleigh
Ashford e il vincitore di due Emmy Ebon Moss-Bachrach.
In Hold Your
Breath, la Margaret della Paulson e le sue due figlie Rose
(Miller) e Ollie (Robbins) devono difendersi da una serie di
tempeste di polvere che sembrano avere poteri misteriosi e
sinistri. Coprono inoltre ogni fessura e crepa della loro casa con
l’intenzione di tenere lontano il mitico Uomo Grigio, che è un
personaggio di una storia inquietante che apparentemente prende
vita. Il passaggio iniziale della storia recita: “L’Uomo
Grigio… filtra attraverso le fessure… Lo respirerete… farà cose
terribili”.
Margaret fa del suo meglio per
proteggere Rose e Ollie, soprattutto dopo aver perso una figlia a
causa della scarlattina prima degli eventi del film. Alla fine,
però, Margaret non riesce a proteggerli dalla vera minaccia: se
stessa. La natura del racconto viene infatti messa ad un certo
punto in discussione e verso il finale si giunge ad una serie di
scenari che sembrano smentire quanto fino a quel momento visto e
mettere in dubbio la lucidità della protagonista. Di seguito,
analizziamo il finale.
La spiegazione della vera identità
dell’Uomo Grigio
L’Uomo Grigio è ritenuto una figura
mitica e una minaccia surreale in Hold Your
Breath, finché il personaggio di Wallace Grady, il
vagabondo di Moss-Bachrach, non appare stranamente da sotto le assi
del pavimento del fienile di Margaret. Wallace indossa la giacca
del marito di Margaret, Henry, il che la rende immediatamente
sospettosa nei suoi confronti. Wallace, che sembra una versione
annacquata dell’Harry Powell di Robert Mitchum in
La morte corre sul fiume, spiega di aver incontrato Henry
e di essere arrivato con buone intenzioni.
Come Harry Powell, è un predicatore
e un truffatore che si professa uomo di Dio. Wallace aiuta Margaret
producendo mangime per il suo bestiame e stranamente sembra
ispirare le piogge dopo una lunga siccità. Sebbene Wallace sembri
essere una sorta di profeta improvvisato, Margaret riceve una
lettera dal marito in cui spiega che un misterioso predicatore gli
ha rubato la giacca e se ne è andato con i regali che aveva preso
per Rose e Ollie. Margaret butta fuori Wallace dopo averlo
smascherato, e qui la sua vera identità diventa più ambigua.
Egli ritorna solo attraverso le
allucinazioni dal punto di vista di Margaret, poiché la sinistra
polvere sembra aver preso il sopravvento sulla sua presa sulla
realtà. In effetti, Wallace è la manifestazione di Margaret
dell’Uomo Grigio. Attraverso la polvere, l’Uomo Grigio prende
subdolamente il controllo di Margaret e la ispira a “fare cose
terribili”, come è scritto nella storia apparentemente
fittizia.
Ebon Moss-Bachrach in Hold Your Breath. Cortesia di Disney+
Cosa accadde a Margaret e alle sue
figlie
Purtroppo per Margaret, il pieno
effetto dell’Uomo Grigio la consuma alla fine di Hold Your
Breath. Viene lasciata a boccheggiare in una feroce
tempesta di polvere e muore negli ultimi istanti del film, mentre
le figlie riescono a fuggire verso pascoli più verdi. Per Rose, la
maggiore delle due figlie ancora in vita, diventa chiaro che le
allucinazioni della madre sull’Uomo Grigio l’hanno resa
estremamente instabile e pericolosa, per cui non ha avuto altra
scelta se non quella di liberarla e lasciare che la polvere la
consumasse. Rose e Ollie salgono su un treno e vedono i campi di
grano di cui la madre aveva raccontato loro le storie, ma che loro
non avevano mai visto.
Il significato della polvere sul
treno per Rose e Ollie
L’ultima inquadratura di
Hold Your Breath è quella della polvere
persistente nell’aria accanto a Rose e Ollie sul treno. Anche se le
due sono in partenza per una vita migliore e potrebbero
potenzialmente ricongiungersi con il padre, la comparsa della
polvere nell’aria ha una connotazione inquietante per il loro
destino collettivo. L’Uomo Grigio potrebbe seguire Rose e Ollie
anche dopo la loro fuga dalla città natale, ma il finale è
volutamente lasciato ambiguo, permettendo al pubblico di decidere
se le figlie di Margaret sono davvero al sicuro o se faranno la
stessa fine. La scena trasmette certamente il messaggio che Rose e
Ollie probabilmente non si sentiranno mai più veramente al sicuro,
indipendentemente dal luogo in cui si trovano.
Perché Margaret ha ucciso Esther e
lo sceriffo Bell
Wallace sembra parlare con Margaret
nel bel mezzo di una tempesta di polvere, ma la sua voce si fonde
con quella di Esther, il che è il primo indizio che Wallace
potrebbe essere Esther in quel momento. Esther si era recata al
ballo della città con un reverendo, che Margaret inizialmente vede
come Wallace. Margaret inizia a vedere Wallace/l’Uomo Grigio in
tutti coloro che la circondano, persino nello sceriffo Bell e in
sua figlia Rose.
In definitiva, Margaret credeva di
sparare a Wallace quando invece spara e uccide Esther e
probabilmente credeva che anche lo sceriffo Bell fosse Wallace
quando lo pugnala. Tuttavia, sembra aver capito di aver ucciso lo
sceriffo e che sarebbe stata impiccata, il che suggerisce che in
realtà sapeva di uccidere lo sceriffo quando questi tentò di
portarle via Rose e Ollie.
Amiah Miller in Hold Your Breath. Cortesia di Disney+
Wallace è reale o solo
un’immaginazione di Margaret?
Wallace potrebbe essere stato reale
quando è stato introdotto per la prima volta nel film, anche se il
fatto che riemerga attraverso varie persone suggerisce che sia, in
realtà, un tipo di spirito demoniaco o una creatura mitica. Non c’è
dubbio che Wallace Grady sia la manifestazione umana dell’Uomo
Grigio e che sia la forza malvagia che Margaret vede mentre ha le
allucinazioni, completamente immersa nell’effetto psicotico della
strana polvere.
In Hold Your Breath viene anche
stabilito che Margaret è incline al sonnambulismo e ad altri tipi
di sovrapposizioni tra lo stato onirico e il mondo reale, motivo
per cui le vengono prescritti dei sonniferi. In breve, l’Uomo
Grigio è completamente immaginario, ma Wallace potrebbe essere un
personaggio reale che Margaret percepisce illusoriamente come
l’Uomo Grigio.
Rose e Ollie hanno davvero visto
Wallace?
Una volta che Margaret è stata
identificata come un narratore inaffidabile, le scene in cui
Wallace interagisce con Rose e Ollie diventano sospette. Nella
scena iniziale in cui Wallace cura Rose e le fa smettere di
sanguinare il naso, Margaret e le sue figlie sembrano percepire
Wallace. È solo dopo che Margaret caccia Wallace da casa sua che la
sua vera identità diventa misteriosa, poiché Wallace potrebbe
essere stato un vero truffatore ma non necessariamente l’Uomo
Grigio. Margaret vede però Wallace come l’Uomo Grigio verso la fine
del film, ma le sue figlie non sembrano percepire questa
presenza.
Ebon Moss-Bachrach in Hold Your Breath. Cortesia di Disney+
Anche Esther è stata colpita
dall’Uomo Grigio?
Esther sembra essere stata
sopraffatta dall’Uomo Grigio e dalla polvere, che ha costretto lo
sceriffo Bell a portarle via il figlio dopo che uno degli altri
figli era morto in una tempesta di polvere. Grida a Margaret:
“Diventerai come me!”, il che sembra presagire che
Margaret soccomberà all’influenza dell’Uomo Grigio. In Hold
Your Breath non viene mai spiegato come Esther sia
riuscita a riprendersi completamente dopo essere stata
apparentemente consumata dalla polvere e dall’Uomo Grigio.
Esther dice di aver incontrato un
predicatore di nome Everett Lee, che non viene mai mostrato sullo
schermo, e arriva al ballo con un reverendo. Presumibilmente,
Esther ha trovato la religione per liberarsi dalla morsa dell’Uomo
Grigio. Una volta stabilito che Margaret ha una percezione distorta
della realtà, diventa difficile capire cosa sia reale e cosa
immaginario, anche nelle prime scene del film.
Il vero significato del finale di
Hold Your Breath
La più grande domanda senza risposta
in Hold Your Breath è se Wallace sia veramente
l’Uomo Grigio o se sia semplicemente come Margaret percepisce
l’Uomo Grigio nel suo stato mentale alterato e compromesso. Sebbene
sia evidente che le tempeste di polvere hanno tolto la vita a
diverse persone nella loro cittadina dell’Oklahoma, la legittimità
della sinistra magia della polvere potrebbe essere interamente
immaginata da Margaret. È l’unica a seguire la traiettoria della
storia fittizia dell’Uomo Grigio dopo averlo “respirato”, il che la
porta a compiere azioni terribili.
Margaret era già nota per i suoi
comportamenti instabili dopo aver perso una delle sue figlie,
motivo per cui Rose dice che non dovrebbe dormire nella sua stessa
stanza. Le sono stati prescritti dei sonniferi che ha smesso di
prendere per rimanere sveglia e proteggere Rose e Ollie da Wallace,
che potrebbe essere una minaccia reale, ma che finisce per
diventare immaginaria a causa dell’instabilità e della mancanza di
sonno di Margaret. In definitiva, l’Uomo Grigio potrebbe essere un
veicolo per rappresentare il crollo psicotico di Margaret in
Hold Your Breath e potrebbe essere un meccanismo
di elaborazione del lutto che lei inventa in risposta al suo
immenso dolore dopo aver perso uno dei suoi figli.
I registi di Hold Your
BreathWill Joines e Karrie Crouse
affrontano le origini dell’Uomo Grigio nel loro nuovo film
thriller. In uscita su Hulu il 3 ottobre, Hold Your Breath
(la
nostra recensione) ha come protagonista Sarah Paulson nel ruolo di Margaret, una madre
nell’Oklahoma degli anni ’30 che cerca di proteggere i suoi figli
da una forza sinistra che crede si nasconda nelle devastanti
tempeste di polvere. Questa forza sinistra è, ovviamente, l’Uomo
Grigio, un essere mitico che entra nel corpo di una persona
attraverso la polvere e le fa fare “cose terribili”.
In una recente intervista, Joines e
Crouse hanno rivelato ulteriori dettagli sull’Uomo Grigio in
Hold Your Breath e da dove è nata l’idea di incorporare
questo mostro. Secondo Joines, l‘idea dell’Uomo Grigio trae
origine dai “racconti popolari del
Sud” con cui è cresciuto, mentre
Crouse aggiunge che per loro era importante che ci si chiedesse se
il misterioso essere fosse reale o immaginato dai personaggi. Di
seguito i commenti di Joines e Crouse:
Will Joines:Sai, Karrie e
io siamo entrambi della Carolina del Nord e veniamo da una lunga
serie di orribili racconti popolari del Sud che sono orribili, ma
creati con un’ottica istruttiva, come piccoli racconti morali per
evitare che i bambini facciano X, Y o Z. Il mio personale era Testa
cruda e ossa insanguinate, per evitare di andare al fiume e
annegare dietro la casa di mia nonna.
Karrie Crouse:Sì, credo
che per noi sia diventata una metafora, L’uomo grigio.Ma
vogliamo che lo spettatore si ponga delle domande lungo il
percorso.Ho un’idea di come tutto possa essere fondato
sulla realtà, ma spero che lo spettatore abbia la possibilità di
scegliere.
Cosa significa l’incertezza
sull’Uomo Grigio in Hold Your Breath
Nel corso del film, Margaret è
determinata a proteggere i suoi figli dall’Uomo Grigio ad ogni
costo e diventa presto chiaro che Wallace Grady (Ebon
Moss-Bachrach), un misterioso vagabondo, potrebbe essere lui.
Tuttavia, viene anche stabilito che Margaret è incline al
sonnambulismo e a volte può essere confusa riguardo al confine tra
la sua vita di sonno e la sua vita di veglia. L’incertezza
sull’Uomo Grigio e sullo stato mentale di Margaret si protrae
essenzialmente per tutto il film, e
il finale di Hold Your Breath non fornisce una
risposta definitiva.
Questa ambiguità,
però,evidentemente non funziona per tutti gli
spettatori. Al momento in cui scriviamo, il film ha
ottenuto solo il 41% su Rotten
Tomatoes, indicando un consenso generalmente negativo da parte
della critica. Le
recensioni di Hold Your Breath lodano
l’interpretazione potente e tragica della Paulson, ma criticano la
mancanza di grandi spaventi e di energia propulsiva del film.
Sebbene l’ambiguità sull’Uomo Grigio sia una parte fondamentale
della narrazione e del declino di Margaret, sembra anche aver dato
vita a un film che non soddisfa completamente i requisiti del suo
genere.
Nuovo progetto all’orizzonte per
Jeremy Saulnier, regista del thriller horror
Green Room con protagonista Patrick
Stewart. Saulnier, infatti, collaborerà nuovamente con la
A24 per Hold the Dark,
adattamento cinematografico del bestseller di William
Giraldi.
Il film, che sarà sceneggiato da
Macon Blair, verrà prodotto da Eva Maria Daniels
della VisionChaos Productions e
a Russell Ackerman e John Schoenfelder
dellaAddictive Pictures.
Hold the Dark, ambientato
in Alaska, racconterà la storia di un bambino che viene strappato
al suo villaggio da un branco di lupi. Un esperto cacciatore viene
reclutato per seguirne le tracce e riportarlo alla sua famiglia. Il
viaggio alla ricerca del bambino scomparso, però, lo condurrà in un
sentiero sempre più oscuro e sconvolgente dove l’uomo si troverà a
fare i conti non solo con la natura, ma anche con se stesso.
Un gruppo di fan accaniti di
JK Rowling ha realizzato un breve ma bellissimo
cortometraggio in stop motion che racconta di un bambino che legge
Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban prima di andare a
dormire e, durante la notte, il libro stesso prende vita e fa
nascere dalle sue pagine la scuola di Hogwarts.