Circa 15 anni fa, il regista iraniano Mani Haghighi ascolta una storia riguardante un tecnico del suono al lavoro su un documentario in una caverna in Iran. Armato di microfono e registratore, mentre cerca di catturare il rumore di alcune gocce che si infrangono a terra, sente il suono di una strana eco. Incuriosito dalla cosa, si spinge più in profondità cercando di scoprire la provenienza dell’insolito suono, fino a cadere rovinosamente per diversi metri all’interno di una crepa nel terreno. All’interno un buio profondo e la voce di una strana creatura, che gli parla in tedesco; un racconto decisamente difficile da credere, per noi come per il resto della troupe, che riesce a trovare il tecnico solo dopo due giorni. Quest’ultimo, provando a convincere i suoi colleghi, inizia a recitare le stesse parole udite nella grotta, scoprendo che si tratta di un’opera del poeta Hölderlin. Da questa storia vera prende ispirazione A Dragon Arrives, un film decisamente diverso dalla solita cinematografia iraniana. Le sue sfumature da thriller lo rendono infatti un caso raro, è costruito per far provare al pubblico estrema tensione in più momenti, senza paura di mostrare una pudica violenza quando è necessario. Anche la sua forma e la sua fotografia si rifanno molto a un modo occidentale di fare cinema, senza che queste perdano di vista le tradizioni e la solennità del racconto.
Lasciano quasi senza fiato le atmosfere, i luoghi, intrisi di una meraviglia arcaica; parliamo di enormi deserti abitati da pietre gigantesche, carcasse di vecchie navi arenate e divorate dalla polvere, cimiteri costruiti nel bel mezzo del nulla, con lapidi di fortuna che spuntano dal terreno come ordinati funghi di stagione. Proprio sotto le tombe, macchiate dal sangue delle guerre, abiterebbe il dragone, la creatura mitica incontrata dal tecnico del suono dopo la caduta verso gli inferi. Ad ogni morto sepolto, esso scatenerebbe un terremoto estremamente circoscritto e potente, dal raggio limitato e quindi magico, inspiegabile. Non aspettatevi però di vedere stupefacenti effetti visivi, grossi peluche animati o mostri sputafuoco ricreati in digitale, Haghighi ha visto nel mito la figura di un dromedario, capace di parlare agli uomini e alle anime. Secondo il suo autore, il film è una ricerca appassionata e sofferta della verità, contro i servizi segreti, contro i governi, contro la stessa immortale natura. Peccato soltanto per la sua struttura cangiante, in grado di saltare più volte dal documentario alla finzione, di confondere continuamente i tempi della storia e di conseguenza anche lo spettatore. Spettatore che, in occidente, è lontano anni luce da molti modi di pensare, di vedere, di vivere alcune tradizioni, che dunque fa una fatica immane per entrare nei meccanismi di un prodotto simile. Un lavoro che probabilmente in terra natia rappresenta la pura avanguardia, sicuramente un importante traguardo.

Il personaggio, affascinante ma che ha poco spazio nel film, è senza dubbio un unicum nel suo genere, e la Christie ha spiegato perché e per quale motivo ci ha tenuto così tanto a interpretare il ruolo:
Il Risveglio della Forza.


“Il mio scopo personale ora è leggere un libro alla settimana, e uno al mese per il mio club del libro. Sto leggendo e studiando un’enorme quantità di testi per conto mio. Avevo quasi pensato di immergermi in un anno di studi sul gender, poi ho realizzato che imparavo molto di più sul campo, parlando con le persone e facendo le letture pubbliche.”
È come prendere un personaggio degli X-Men, imbottirlo di LSD e rispedirlo su schermo.”
In attesa di nuovi dettagli in merito ricordiamo che



Il regista John Hillcoat torna a raccontare una storia ambientata ai nostri giorni dopo Ghosts of the Civil Dead, risalente ormai a 27 anni fa. Nel frattempo, Hillcoat ha avuto modo di mostrare il suo talento in film come Lawless e The Road. Dopo una serie di prodotti di qualità ma poco influenti al botteghino, che sia finalmente arrivata la possibilità del grande incasso per il regista australiano?
Di seguito il comunicato ufficiale:
Ombroso, introverso e chiuso in se stesso, Enzo accoglie il dono dei nuovi poteri come una benedizione per la sua carriera di delinquente. Tutto cambia quando incontra Alessia, convinta che lui sia l’eroe del famoso cartone animato giapponese Jeeg Robot d’acciaio.
Dal gigantesco elefante al minuscolo toporagno, in questa città tutti vivono insieme serenamente, a prescindere dalla razza a cui appartengono. Ma al suo arrivo in città, la simpatica e gentile agente Judy Hopps, scopre che la vita di una coniglietta all’interno di un corpo di polizia dominato da animali grandi e grossi, non è affatto facile. Decisa comunque a dimostrare il suo valore, Judy si lancia nella risoluzione di un caso misterioso per cui dovrà lavorare al fianco di una volpe loquace e truffaldina di nome Nick Wilde.
Surreale viaggio, cupamente comico, nella lunga notte dell’anima di un uomo, ANOMALISA conferma il posto di Charlie Kaufman tra i più importanti filmmakers americani e presenta Duke Johnson come una straordinaria nuova forza creativa. Il film si avvale nella versione originale delle voci di Jennifer Jason Leigh, Tom Noonan e David Thewlis e di una splendida colonna sonora per archi composta da Carter Burwell.
erman in guerra, sorge qualcosa di nuovo che mette l’umanitá in un pericolo mai conosciuto prima”.
Marshall si cimenterà di nuovo con il musical, dopo Into the Woods, e racconterà una storia ambientata 20 anni dopo le vicende del primo film.

