Intelligenza, ironia, talento,
impegno e serietà: questi sono solo alcuni degli aggettivi che
descrivono al meglio la splendida coppia costituita da Joel
Coen (la “metà” più seria della talentuosa coppia di
fratelli del Minnesota) e Frances McDormand,
l’attrice premio Oscar per la sua interpretazione in
Fargo (1996) film a “gestione familiare”
che ha ricevuto ben sette premi Oscar (miglior attrice
protagonista, miglior attore non protagonista, miglior
sceneggiatura originale, miglior film, miglior regia, miglior
fotografia e miglior montaggio) consacrando definitivamente il
prezioso genio immaginifico dei due autori. Coen e la
McDormand, oltre a condividere il set dal 1984, sempre dallo stesso
anno condividono anche la vita fuori di esso: sposati e con un
figlio di ventuno anni- Pedro- vivono il rapporto tra arte e vita
con assoluta naturalezza e profondo rispetto: e proprio di questo
hanno parlato, oggi pomeriggio, in Sala Petrassi durante un
incontro moderato dal direttore artistico della decima edizione
della Festa del Cinema di Roma, Antonio Monda. Per
ripercorrere la carriera di entrambi, Monda ha scelto una soluzione
particolare: una sorta di cronistoria, prendendo spunto da sei clip
estratte da altrettanti film girati insieme, oltre a due clip
scelte dai coniugi stessi.
La prima domanda che viene rivolta
loro riguarda una piccola curiosità, legata a quando si sono
conosciuti; a rispondere per primo è Joel, che racconta il loro
primo incontro a New York City durante il provino per trovare
l’attrice co- protagonista nel loro primo film, Blood
Simple (1984). L’attrice Holly
Hunter, loro prima scelta, era impegnata a Broadway per
una pièce, così suggerì ai due fratelli di provinare la sua
coinquilina e amica Frances, che interviene subito riprendendo il
filo del discorso e ricordando del suo primo arrivo nella sala
conferenze dove si svolgevano i provini. Lei, con una formazione
teatrale e un master in Belle Arti, sapeva molto poco della
macchina del cinema, e non aveva mai recitato prima di quel momento
davanti alla macchina da presa: appena incontrò i due fratelli, si
unì a loro per fumare una sigaretta. Dopo quella chiacchierata
decisero di rivederla alle due del pomeriggio, ma lei era impegnata
a vedere in tv una soap opera con il suo fidanzato dell’epoca
(aneddoto che la donna racconta non senza un certo gusto!). Il suo
rifiuto e la sua onestà, uniti alla lealtà nel voler tornare
assolutamente alle quattro, colpì nel segno l’interesse dei due
fratelli. Ma soprattutto di Joel. Da quel set, amore e lavoro si
sono mescolati insieme.
Entrambi i coniugi raccontano i loro ricordi e le loro
riflessioni in merito al film: Joel ricorda di quando, rivedendolo
in occasione di un premio destinato a Frances insieme a suo
fratello Ethan, si sono entrambi resi conto che c’erano dei
passaggi sbagliati a livello di montaggio, e che avrebbero potuto
apportare delle modifiche: è così che nasce l’idea per la
Director’s Cut del film, più breve di cinque minuti. Frances, al
contrario, ricorda il suo primo approccio con la sceneggiatura: le
difficoltà, legate ad un codice linguistico che non conosceva e che
non riusciva a decifrare, e la sua incapacità di sentirsi a proprio
agio in un ruolo cinematografico che la spinse ad essere sospesa
tra un’interpretazione controllata- con tanto di espressione
fissa!- e invece un coinvolgimento emotiva altissima, che spesso
veniva esclusa da Joel ed Ethan dall’inquadratura, prediligendo
invece i dettagli. Imbarazzata, Frances ricorda anche la sua prima
reazione quando realizzò che doveva realizzare una scena di nudo:
la risposta rassicurante di Joel fu “puntiamo alla violenza, non
preoccuparti… nessuno noterà il tuo nudo”.
La seconda e la terza clip mostrano
invece delle scene tratte dai film Arizona Junior
(1987) e Crocevia della Morte (1990) dove la
McDormand interpreta sempre due piccoli ruoli: i due fratelli hanno
mai scritto dei personaggi pensando, nello specifico, proprio a
lei?
Assolutamente sì – replica
prontamente Joel – aggiungendo che ogni personaggio affidato a lei
è stato plasmato ispirandosi alla sua personalità e alle sue
abilità, modellandolo sulle sue capacità.
La parola passa a Frances, che
spiega come sia cambiato il marito nella veste di regista, a
partire dal suo esordio nel 1984: quello fu un set speciale, perché
erano tutti giovani o comunque alle prime esperienze autonome su un
set, c’era un’ebbrezza diversa che li spingeva a muoversi e a
sperimentare. Joel si è evoluto, cambiando il suo rapporto in
quanto regista con gli attori e le attrici con cui collabora,
vedendoli parte di un tessuto drammaturgico più alto.
La quarta clip riguarda
L’Uomo che non c’era (2001), atipico noir
girato in un prezioso bianco e nero che vede La McDormand
protagonista femminile affianco all’attore Billy Bob Thornton. Monda solleva
un dubbio: è mai capito che un ruolo venisse in mente alla
McDormand, o che lei collaborasse con i due fratelli alla stesura
della sceneggiatura?
Assolutamente no – replica Joel con
un ghigno sardonico – le loro storie sono frutto di un geloso
processo creativo tra fratelli, un osmosi di idee e suggestioni che
poi, in alcuni casi, rielaborano fino a diventare delle
sceneggiature. Certo, l’apporto della personalità forte e
determinata di Frances è fondamentale: quando la donna parla dei
suoi miti cinematografici, non può esimersi dal citare Anna
Magnani- conosciuta grazie ad una retrospettiva organizzata da
Monda stesso a New York – che l’ha letteralmente stregata con la
sua intensità, incarnando qualcosa che nessuna attrice americana ha
mai rappresentato. Come la Magnani è sempre stata associata a Roma
e alla romanità, Frances viene spesso associata alla middle e
working class americana, incarnando tutte quelle donne forti e
tenaci che lottano, lavorano e vivono negli USA (come ha ben
rappresentato interpretando Olive Kitteridge).
Insomma, un carattere completamente opposto rispetto a quello di
Linda, la protagonista bionda di Burn After Reading
(2008), penultima clip mostrata, un personaggio che,
senza troppi giri di parole, definiscono entrambi “deficiente” ed
“idiota” come anche gli altri che popolano l’universo strampalato
della pellicola. Sia Frances, che Brad
Pitt e George Clooney erano imbarazzati
all’idea di interpretare dei personaggi così stupidi, ma tutti e
tre ben consapevoli che solo un attore intelligente può fingersi
stupido sul grande schermo, non vale il contrario!
Burn After
Reading fornisce ad Antonio Monda lo spunto per
un’altra domanda interessante che riguarda il ruolo delle commedie,
da sempre snobbate nell’ambito delle kermesse ufficiali e dei
festival più importanti; secondo Joel, le commedie vengono
sottovalutate perché considerate superficiali: il sistema, infatti,
tende a non premiare i lavori che impongono loro di spingersi un
po’ più in là con lo sguardo, ben oltre quell’apparente stato di
superficialità.
L’ultima clip della serie mostra
Fargo, il loro film più intimo e
personale (insieme ad A proposito di Davis e A Serious
Man) dove hanno messo in gioco- in fase di scrittura-
tanti elementi personali delle loro esistenze: Il Minnesota,
l’essere diventati genitori, il matrimonio, e quell’umorismo
caustico che viene bilanciato da picchi inquietanti. Cos’ha
lasciato questo film ad entrambi?
Secondo Joel, l’attenzione che
riceve un film e il ricordo nel girarlo non possono essere
disgiunti tra loro. L’esperienza avuta è condizionata e la sua
percezione viene falsata; sullo stesso punto di vista si trova
anche Frances, che aggiunge di sapere bene che il suo volto sarà
per sempre identificato a quel personaggio, anche se recentemente
ha potuto mettere alla prova sé stessa interpretando il suddetto
ruolo di Olive Kitteridge per la tv, regalando una delle migliori
interpretazioni della sua vita secondo il marito. La McDormand
ricambia il favore dichiarando che, secondo lei, il miglior film
girato dal marito è A Proposito di Davis
(2013), un’altra storia personale che scava nel
profondo delle loro esistenze e mette in scena la storia, dolce
amara, di un perdente dall’enorme talento condannato a subire i
tiri mancini del fato.