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Dieci minuti: recensione del film di Maria Sole Tognazzi

Dieci minuti: recensione del film di Maria Sole Tognazzi

Il cinema di Maria Sole Tognazzi è donna. La regista, che ha all’attivo cinque lungometraggi, un documentario e un corto, ama posare gli occhi – e la macchina da presa – su sguardi, tormenti e gioie femminili, per affrescarne un dipinto elegante, delicato e dettagliato. Da Viaggio da sola a Io e lei, fino all’ultimo Dieci minuti, Tognazzi mette al centro della sua poetica le donne, figure che, come lei stessa dice quando era agli inizi della sua carriera, non hanno mai ricoperto un ruolo centrale e privilegiato, ma si sono spesso dovute accontentare di essere un supporto, comprimarie secondarie, “costrette” a rimanere un passo indietro e mai nel cono di luce che meritavano.

I tempi, però, stanno cambiando, non solo nel tessuto sociale ma anche in quello cinematografico, e lo dimostrano i recenti prodotti audiovisivi in cui non solo ci sono più protagoniste da raccontare, ma anche più registe che esprimono la loro unica e attenta visione. E così la cineasta si inserisce in quella categoria di artiste che sente l’esigenza di far emergere, o per meglio dire irrompere, voci e presenze femminili sullo schermo, partendo da un testo di riferimento scritto da una donna, Chiara Gamberale, e avvalendosi di una co-sceneggiatrice, Francesca Archibugi (La Storia), che la aiutasse a modellare la storia di Bianca, nel romanzo Chiara. Dieci minuti è una produzione Indiana Production e Vision Distribution, in collaborazione con Netflix e Sky, ed è nelle sale dal 25 gennaio, giorno in cui – coincidenza – debutterà un altro film che si cuce addosso a una donna e porta sulle spalle il suo percorso di crescita e scoperta: il Leone d’Oro Povere Creature!

Dieci minuti, la trama

Bianca è nel periodo peggiore della sua vita. Il marito Niccolò l’ha lasciata all’improvviso e lei non si capacita del perché: in fondo, secondo la sua distorta visione, andava tutto bene. Eppure lui è risentito: non si sente ascoltato e supportato, gira tutto intorno alla moglie. Non è riuscita nemmeno ad accorgersi che ha un’altra. Sul fronte del lavoro, le cose procedono allo stesso modo: sul treno verso casa, Bianca viene chiamata dal suo responsabile e licenziata in tronco. In più, in un gioco di flashback, pare che la donna sia segnata anche da un incidente, avvenuto poco dopo la separazione, che l’ha fatta smettere di guidare. Tutti questi eventi l’hanno destabilizzata, rendendola assente e inerme davanti a tutto e tutti. Non riesce a fare molto, Bianca, se non andare dalla dottoressa Brabanti, psicanalista che le propone una sfida per scuoterla dal suo torpore quotidiano: tutti i giorni, una volta al giorno, Bianca deve fare qualcosa di completamente nuovo, che fuoriesca dalla sua normalità. Qualcosa che magari non farebbe mai. Grazie a questa terapia, Bianca farà nuovi incontri, scoprirà legami speciali e inizierà ad ascoltare chi le ha sempre voluto bene. Tentando di affrontare la sua crisi.

Dieci minuti

Oltre le barriere della mente

Il quasi omonimo romanzo di Chiara Gamberale, Per dieci minuti, è un racconto intimo e autobiografico di una donna nel pieno della sua (ri)fioritura. Un percorso, ma anche un processo, di ardua rinascita che si riscontra nel film liberamente ispirato di Tognazzi, in cui a essere messa in luce è la paura dell’abbandono e come questa lavori sulla psiche umana tanto da disintegrarla. Bianca è piena di fragilità, spesso immobile e cieca davanti a una vita che le scorre e in cui c’è un crocevia di persone a cui lei non riesce a dare la dovuta attenzione. Neppure al marito. Crede di essere partecipe delle esistenze degli altri, ma in realtà non ascolta, non si connette con il resto del mondo e nel frattempo, senza accorgersene, viene risucchiata in una solitudine che, se prima era solo prigione mentale, diventa poi fisica con la separazione da Niccolò.

Si intersecano in lei emozioni contrastanti, ma è l’essere inerme a dominarla nel quotidiano e a farla sprofondare nel buio. È spenta ed egoriferita la Bianca di una quanto più umana e tenera Barbara Ronchi, consumata dalle sue stesse paranoie e dal timore di conoscere verità che sarebbe meglio sigillare in un cassetto faendo finta che non esistano. Perché spesso è più semplice crearsi una realtà immaginaria, piuttosto che fare i conti con quella vera, più dura e complessa. Occhi smarriti, sguardo basso e cupo, labbra spesso arricciate: rimanendo fissa sul suo volto sofferente, la regista intercetta tutte le sfumature di un animo travagliato, compiendo un viaggio nelle emozioni e nei turbamenti di una donna in piena crisi esistenziale, che tenta alla fine di tornare a galla e rinascere dalle sue ceneri. Dandosi la possibilità di riscoprirsi e forse proprio di conoscersi nel profondo.

Un cast ben assortito

Come dicevamo all’inizio di questa recensione, Maria Sole Tognazzi si dedica anima corpo e cuore alle sue protagoniste, le accarezza dolcemente, ecco perché le donne del film, e in particolare la sua Bianca, hanno una posizione di assoluto rilievo. Ronchi ha due comprimarie di tutto rispetto, una più che credibile Margherita Buy nelle vesti della psicanalista, il cui ruolo le calza a pennello, e Fotinì Peluso, il cui personaggio è stato scritto per il film, che interpreta Jasmine, la sorella di Bianca, una ragazza da un lato esuberante, dall’altro bisognosa di trovare un posto (che non è un luogo bensì una persona) da chiamare casa. Nonostante Dieci minuti sia una storia che favorisce il punto di vista e la solidarietà femminile, la figura maschile – in questo caso Niccolò in primis – non è mai posta sotto la lente del giudizio.

La regista non è intenta a fare la morale e non vuole trasformare un racconto prevalentemente drammatico – con deliziosi inserti divertenti – in una narrazione femminista, tanto che empatizzare e comprendere il personaggio di Alessandro Tedeschi è pressoché naturale. Resta sì sullo sfondo, ma è bilanciato e ben caratterizzato e considerato, non diventando mai oggetto di critiche. Al netto di quanto scritto, ciò che invece sembra mancare un po’ è la completezza del gioco dei “dieci minuti”: seppur si riesca a mostrare come una soluzione divertente e funzionale per far uscire Bianca dall’impasse in cui si trova, sembra che non ci si sia voluti sbilanciare troppo sui vari momenti in cui si dedica a fare quell’altro che le fa paura, schifo o la entusiasmi. Sarebbe stato interessante esplorare meglio questo aspetto, e vedere fin dove la fantasia delle creatrici potesse spingersi. Ciononostante, Dieci minuti è un film godibile, buono, che si lascia amare nel suo essere delicato e calibrato, e dimostra quanto Maria Sole Tognazzi si prenda cura delle sue antieroine, facendole brillare di luce propria nonostante le ferite che si portano addosso.

Dieci Inverni: recensione del film di Valerio Mieli

Dieci Inverni: recensione del film di Valerio Mieli

Dieci inverni è il film del 2010 diretto da Valerio Mieli con protagonisti Isabella Ragonese, Michele Riondino, Glen Blackhall, Sergej Zhigunov.

Dieci inverni racconta la sera d’inverno del 1999 i diciottenni Silvestro e Camilla , studenti fuori sede a Venezia , si incontrano su un vaporetto: sarà l’inizio di un percorso lento e graduale, lungo dieci anni in cui si avvicineranno e perderanno, sempre per pochi attimi e sempre d’inverno, prima di riuscire a comprendere e a rivelare i propri sentimenti.

Può un amore palesemente scritto nel destino dover attendere dieci anni prima di sbocciare pienamente? Dopo Harry ti presento Sally e in attesa dell’imminente One Day di Lone Scherfig con Anne Hathaway e Jim Sturges, nuove passioni lente ad esprimersi attraversano i Dieci inverni di Valerio Mieli: ben lontano dal rischio di cadere nelle trappole delle più tremende commedie sentimentali, il luminoso esordio del regista romano è un racconto pulito e spontaneo, abile nel descrivere i quadri invernali del decennio che porta ai trent’anni senza la retorica e le convenzioni giovanili esasperate dai romanzi di Moccia, regalandoci un’esperienza intimamente coinvolgente e felicemente isolata dai più recenti trend di un cinema italiano quasi poco interessato a lavorare su un terreno più squisitamente emotivo senza prendersi in giro e cercare la risata.

Dieci Inverni, tra malinconia e suggestione

E’ una Venezia malinconica quella in cui accettiamo piacevolmente di immergerci, assai più affascinante e suggestiva nel suo abito pallido e silente che nelle colorate e caotiche cartoline turistiche, preferendo a un rampante motoscafo o alla solita gondola in Canal Grande un vaporetto arrugginito dove un ragazzo con una buffa pianta e una ragazza che porta una strana lampada si incontrano per la prima volta in una fredda sera d’inverno; dopo una prima castissima notte apparentemente senza seguito, le strade di Silvestro e Camilla iniziano a incrociarsi numerose volte  per pochi attimi o per brevi periodi, in frammenti di vita in attesa come gelidi cristalli di neve.

Attraverso un cammino perennemente in fieri, fra frasi non dette e grandi speranze che cedono spesso alle piccole cattiverie e vendette della quotidianità, Camilla e Silvestro provano a cercare altre strade verso la felicità fingendo di poter rinnegare consapevolmente sé stessi: senza che il sole faccia mai capolino i due intraprendono carriere differenti, vivono altre storie e si dividono fra le calli deserte di Venezia e le rigide sere moscovite, in due città tanto diverse quanto abili entrambe a congelare i sentimenti. Quando  le reciproche esperienze li hanno fatti finalmente crescere dandogli il coraggio di rischiare, l’incantesimo invernale finalmente può infrangersi e lasciare arrivare la primavera, con il sole che illumina gli sguardi e quella casetta dove da studenti avevano convissuto,  sfiorandosi senza mai riuscire davvero a toccarsi e a bruciare.

Un film delicato e sospeso

Valerio Mieli costruisce dunque col suo saggio di diploma al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma un film delicato e sospeso, una finestra sul mondo dei sentimenti che nella semplicità trova il suo punto di forza e che nonostante i tempi lenti e la fredda ambientazione non annoia e scalda il cuore, complice  il suggestivo pianoforte di Francesco De Luca e Alessandro Forti e la surreale fotografia di Marco Onorato; ottime le prove di Michele Riondino e Isabella Ragonese, bravissimi nel tratteggiare le storie di due personaggi immaturi e inesperti ma mai eccessivi o caricaturali, nelle cui umane insicurezze e reazioni sbagliate ma all’apparenza inevitabili è facile identificarsi: almeno una volta nella vita abbiamo sperato di trovare qualcuno che ci accompagnasse lungo il percorso, abbiamo pensato che si nascondesse lontano in qualche luogo remoto dove non siamo mai stati quando invece era lì, così vicino a noi, senza che riuscissimo a riconoscerlo.

Dieci giorni tra il bene e il male: recensione del primo film sul detective Sadik

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Sadik indossa sempre un vecchio e logoro cappotto, gli piace dissetarsi di latte fresco direttamente dalla bottiglia di vetro, è un ex avvocato con un passato dietro le sbarre e ora da uomo libero si cimenta nell’arte dell’investigazione. Lui è un investigatore privato di Istanbul, protagonista di una nota trilogia di gialli dello scrittore Mehmet Eroglu, un vero e clamoroso caso letterario in Turchia, da cui è stato tratto quest’omonimo film Dieci giorni tra il bene e il male. Questo adattamento non è solo che il primo, di ben altri due, in arrivo nei prossimi mesi disponibili ovviamente sempre in streaming sulla piattaforma di Netflix che si occupa della distribuzione nel mondo.

La trama di Dieci giorni tra il bene e il male

Il detective Sadik (Nejat Isler) è stato ingaggiato per trovare un ragazzo scomparso da un mese, questa ricerca gli è stata affidata da Maide una vecchia amica di lunga data. Il giovane di cui si sono perse le tracce è Tevfik (Ata Artman), il figlio maggiore di Yeter, la tata della donna che incarito del difficile compito l’investigatore di questo film. Dieci giorni tra il bene e il male è diviso in dieci giornate quelle del titolo – ed è una storia di genere giallo hard boiled, proprio come quelli che guarda alla televisione di continuo Sadik con per protagonista il detective Philip Marlowe. Come in qualsiasi thriller che si rispetti la persona ricercata non è mai quella che viene raccontata dalla madre, ansiosa di riabbracciare il suo “passerotto”, ma si avvicina più a quella descritta dalla sorella minore, una studentessa ribelle Pinar (Ilayda Akdogan), escort nel tempo libero per guadagnare soldi per pagarsi vestiti, cellulari, e altre cose che un’adolescente potrebbe desiderare. Tevfik, non era affatto uno stinco santo anzi, era un protettore dedito ad un giro losco tra prostitute, immigrati clandestini fatti schiavi e anche di bambini orfani che nessuno cerca.

Dieci giorni tra il bene e il male film recensione
Netflix, 2022. Fotografia: Şinasi Sparrow

Sadik, durante la sua investigazione, incontra tante persone sinistre e malavitose come “il capo”, che usa una strana chiave inglese a forma di artiglio, con la quale strappa le unghie e le dita ai suoi nemici che intanto tortura, un collega di Tevfik nella tratta degli esseri umani e pure un sicario. Per ultimi una coppia inquietante di gemelli albini ricchi, che sembrano i cosplay dei più noti Targaryen, che si dedicano a giochi sadici e criminali, forse il momento più assurdo di tutte le quasi due ore, ma che da la spiegazione alla scena iniziale del film, con la coppia mascherata durante una caccia dove uccidono sadicamente con un pugnale un ragazzo innocente. Nel frattempo il detective, raccolte tutte le prove scovate, risolve il caso, ritrova il giovane che consegna nelle mani sadiche dei gemelli e ci guadagna un sacco di soldi oltre a far liberare, dagli amici poliziotti, tutte le persone rapite, anche i bambini dal covo di Tevfik. 

Sadik sulla scia dei suoi colleghi detective televisivi

Uno dei tratti distintivi, quando si pensa ad un detective, è il suo abbigliamento e il suo immancabile cappotto. Sadik uscito dalla penna di Mehmet Eroglu, come ci ha insegnato lo Sherlock di BBC interpretato da Benedict Cumberbatch o forse di più il Cormoran Strike di Robert Galbraith – pseudomino di J. K. Rowling – anche il nostro affascinante investigatore privato di Istanbul ovviamente indossa sempre il suo amato soprabito pesante e marrone. Il regista Uluc Bayraktar consapevole del significato e dell’importanza visiva dell’indumento, gli dedica alla fine del film, l’ultima scena in cui Sadik finita la missione che gli era stata affidata, ha appeso il cappotto al chiodo e finalmente parte per la tanto desiderata vacanza al caldo, magari sull’isola tropicale che sogna da sempre con la nuova fidanzata, la vicina di casa Fàtima. 

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Netflix, 2022. Fotografia: Şinasi Sparrow

Il primo film sul detective di Sadik 

Questo poliziesco turco sceneggiato da Damla Serim, è un buon tentativo delle produzioni turche di mostrare che non sanno fare solo le commedie romantiche o le dizi. Il film ovviamente per la sua struttura guarda molto al cinema hollywoodiano, con tutta una raccolta di luoghi comuni del genere, tipo i vari personaggi che intralciano le ricerche del detective. Il protagonista, grazie al talento del suo interprete Nejat Isler, rende al suo detective quel tratto dell’uomo burbero, sarcastico ma che nasconde un lato gentile che dona esclusivamente alle giovani donne che gli girano intorno e che chiedono il suo aiuto.

Sadik ricorda molto i vari investigatori privati solitari, tratti da saghe crime letterarie famose, che hanno invaso nelle ultime stagioni televisive italiane ed europee. Dieci giorni tra il bene e il male – in originale İyi Adamın 10 Günü – è solo il primo film tratto dal capitolo uno che compone la trilogia letteraria, tanto che Netflix alla fine della visione di questo thriller, suggerisce la visione del trailer del secondo adattamento Altri dieci giorni tra il bene e il male, in arrivo in estate il 18 agosto di quest’anno.

Dieci Capodanni: dal 31 gennaio in esclusiva su RaiPlay l’attesa serie spagnola

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Sarà disponibile dal 31 gennaio in esclusiva RaiPlay la serie spagnola Dieci Capodanni, presentata in anteprima in Italia alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Una serie creata da Rodrigo Sorogoyen, Sara Cano, Paula Fabra e diretta dallo stesso Sorogoyen, regista candidato agli Oscar nel 2019 per il cortometraggio “Madre”, vincitore anche di due Premi Goya (As bestas, Il Regno) e un premio César (As bestas), insieme a Sandra Romero e David Martìn de los Santos. I primi 5 episodi della serie saranno disponibili sulla piattaforma Rai a partire dal 31 gennaio, i successivi dal 7 febbraio.

La trama di Dieci Capodanni

Ana, interpretata da Iria del Río (già nota per i suoi ruoli nelle serie tv Elite e Velvet) e Óscar, interpretato da Francesco Carril (Un amor, Ramona e La Reconquista), compiono 30 anni la notte di Capodanno, ma la loro vita è molto diversa. Ana vive in un appartamento condiviso, cambia spesso amici e cerca ancora la propria strada. Óscar, medico per vocazione, sembra avere tutto sotto controllo, seppur con una relazione instabile alle spalle. La loro storia inizia proprio nella notte del Capodanno 2015 e si sviluppa lungo un decennio fatto di amore, rotture e momenti di crescita personale, intrecciando il loro viaggio verso la maturità.

Dieci Capodanni è una serie che si distingue per il suo stile narrativo unico. Ogni episodio, infatti, rappresenta una “istantanea” della relazione tra Ana e Óscar, mettendo in scena una notte di Capodanno e raccontando così, non solo la loro storia d’amore, ma anche lo sviluppo delle loro personalità nel corso del tempo. La narrazione esplora dieci anni cruciali nella vita dei due, dai 30 ai 40 anni, un periodo di transizione dove si resta giovani o si cresce velocemente. La serie Dieci Capodanni, con un approccio realistico e contemporaneo, sviluppa la storia dei protagonisti puntando ad una profonda connessione emotiva con il pubblico e lo fa anche attraverso l’introduzione di un elemento meta- narrativo: Ana e Óscar, infatti, in ogni episodio osservano coppie diverse, offrendo agli spettatori una prospettiva intima e autentica.

Come racconta il regista, Rodrigo Sorogoyen:“Quando ho pensato a questo progetto, volevo mostrare l’evoluzione personale e sentimentale di una coppia, evitando nostalgia o spiegazioni forzate. Il nostro obiettivo era rappresentare la realtà della crescita e del cambiamento. Le riprese in ordine cronologico hanno permesso agli attori di immergersi completamente nei loro ruoli, rendendo autentico il viaggio dei personaggi. Non credo di esagerare quando dico che l’esperienza visiva e sonora che avranno gli spettatori guardando la serie assomiglierà molto alla contemplazione della vita e della crescita di due persone comuni”.

Los años nuevos è una serie originale Movistar Plus+ in collaborazione con Caballo Films e in associazione con ARTE France.

Dieci attori ‘maledetti’ dopo aver vinto un Oscar

Nonostante non abbia, e forse non abbia mai avuto, un valore artistico indiscutibile, il premio Oscar resta ilpiù prestigioso riconoscimento a cui si possa aspirare nel mondo del cinema. In prossimità dell’annuncio delle nomination agli Oscar 2016, ecco 10 attori che, dopo aver vinto un Oscar, sono stati in qualche modo ‘maledetti’ nella loro carriera, trovando poi difficoltà a ottenere altri ruoli notevoli.

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Die: recensione del film con Caterina Murino

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Die: recensione del film con Caterina Murino

Sei persone si svegliano in prigioni di vetro, vestiti con grezze tute di panno, si guardano cercando di scorgere qualcosa oltre alla spessa oscurità che li circonda. Qualche istante dopo il buio si dissolve e compare uno sconosciuto, il suo volto sereno suscita incertezza e timore. E’ l’inizio di un incubo. Comincia così Die, thriller psicologico diretto dal canadese Dominic James che, sulla scia di SAW, mette in scena i folli giochi mortiferi di un pazzo disturbato, Jacob. La prima cosa che si nota in Die, e che ne costituisce il principale pregio, è che pur avendone le possibilità il film non scade mai nello splatter, pur mantenendo un carica violenta piuttosto alta. Questo particolare lo rende sicuramente meno appetibile per il giovane pubblico assetato di squartamenti cinematografici, ma conferisce al film la finezza psicologica che si ritrova soprattutto nella messa in scena del ‘gioco’ perverso, vero protagonista del film, e nella costruzione del personaggio del cattivo Jacob, interpretato discretamente da John Pyper-Ferguson (X-Men – Conflitto finale).

Accanto a lui un ottimo gruppo di attori (Emily Hampshire, Elias Koteas, Patricia McKenzie, Fabio Fulco) nel quale spicca, purtroppo per difetto, l’italiana Caterina Murino nel ruolo di Sofia Valenti. All’attrice si riconosce un buon lavoro dal punto di vista fisico ed estetico, ma la sua performance resta piatta, ostacolata oltretutto dalla pessima scrittura del personaggio. Buone invece la fotografia e le musiche, che contribuiscono notevolmente ad aumentare l’efficacia della storia.

Da sottolineare il coinvolgimento, nella produzione, di coraggiose forze italiane, che una volta tanto sfidano il nostro mercato e la tradizione nostrana, investendo in un film di genere (nè commedia nè dramma). Thriller psicologico che, partendo da un presupposto commerciale, si rivela un prodotto anomalo, Die è una produzione italo-canadese che mantiene alta la tensione, riuscendo a coinvolgere lo spettatore.

 

Die Theorie Von Allem, recensione del film di Timm Kröger #Venezia80

Prima la fisica e poi le donne“: una battuta pronunciata da uno scienziato nel corso del film Die Theorie Von Allem, presentato in concorso a Venezia 80, che strappa una risata al pubblico. Solo il corso degli eventi del film di Timm Kröger ci farà capire che questa frase potrebbe sintetizzare il conflitto del suo protagonista, Johannes, un dottorando in fisica che sta scrivendo la tesi finale da due anni con non poche difficoltà e il cui percorso verso la laurea potrebbe venire ulteriormente messo in crisi da una serie di doppi femminili.

Die Theorie Von Allem, la trama

1962. Johannes Leinert, insieme al suo consulente di dottorato, si reca a un congresso di fisica sulle Alpi svizzere, dove uno scienziato iraniano dovrebbe rivelare una “teoria rivoluzionaria della meccanica quantistica”. Ma quando i fisici arrivano all’hotel a cinque stelle, l’ospite iraniano non si trova da nessuna parte. In assenza di una nuova teoria da discutere, la comunità dei fisici si rivolge pazientemente allo sci. Johannes, invece, rimane in albergo per lavorare alla sua tesi di dottorato, ma presto si distrae, sviluppando una particolare attrazione per Karin, una giovane pianista jazz. Qualcosa in lei sembra strano, sfuggente. Sembra che lei sappia delle cose su di lui, cose che lui pensava di conoscere soltanto. Quando una mattina uno dei fisici tedeschi viene trovato morto, due ispettori arrivano sulla scena, indagando su un caso di omicidio. Mentre nel cielo appaiono formazioni nuvolose sempre più bizzarre, il pianista scompare senza lasciare traccia e Johannes si ritrova trascinato in una sinistra storia di falsi ricordi, incubi reali, amori impossibili e un oscuro, ruggente mistero nascosto sotto la montagna.

Una teoria di bianchi e neri

Timm Kröger, che è stato per anni direttore della fotografia, usa la fotografia come veicolo principale per la costruzione di un’atmosfera immersiva e avvolgente, consacrata da un bianco e nero d’impostazione estremamente classica. Dal punto di vista visivo e d’immaginario, il film ha un’impronta precisa e sicura, che convince senza sovrastare la narrazione, almeno in una prima parte.

Come la tesi di Johannes, incentrata sulla probabilità e un’idea venutagli in sogno, Die Theorie Von Allem ci catapulta in un racconto di doppi, punti di vista differenti, orbite sconosciute, intrecciando la declinazione di sci-fi che un fortunatissimo prodotto televisivo sempre tedesco, Dark, ha portato in auge, alla cospirazione e all’impianto da noir classico. Purtroppo, la sua struttura sfilacciata e lacunosa, tanto quanto la tesi di Johannes – idea di partenza più che brillante – fatica a tenere alta l’attenzione dello spettatore, sempre più confuso sul ruolo che i personaggi giocano nella storia.

Timm Kröger assicura alla trama una notevole direzione degli attori, che riescono quasi sempre a rimanere dei punti di riferimento per gli spettatori, anche quando il tessuto narrativo inizia a vacillare. Jan Bülow e Olivia Ross, in particolare, convincono in una dinamica amorosa alla Vertigo, che ci fa dubitare di ogni immagine e parole pronunciate da questa famme fatale, una pianista jazz, che potrebbe saperne molto più di lui di fisica. La loro storia d’amore sopravvive all’ipertrofia semantica del film, che sta sempre su un gradino più in alto dello spettatore, sul cucuzzolo delle montagne svizzere, mentre rimaniamo intrappolati nelle grotte sotteranee dove spazio e tempo divergono.

Die Hard: un buon giorno per morire, il nuovo trailer

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Die Hard: un buon giorno per morire, il nuovo trailer

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Ecco il nuovo trailer di Die Hard: un buon giorno per morire, che vede tornare operativo l’agente della CIA John McClane, ancora interpretato da Bruce Willis,

Die Hard: un buon giorno per morire, ecco il secondo spot tv

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Die Hard: un buon giorno per morire, ecco il secondo spot tv

Dopo il primo spot tv che vi abbiamo mostrato ieri, ecco il secondo video per la promozione televisiva di Die Hard – Un buongiorno per morire, film che vede ancora una volta John McClane (Bruce Willis) insieme al figlio (Jai Courtney), agente operativo della CIA, e portarli in Russia, alle prese con minacce nucleari.

Sebastian Koch, Yulia Snigir, Cole Hauser, Amaury Nolasco, Megalyn Echikunwoke, Anne Vyalitsyna e Mary Elizabeth Winstead completano il cast diretto da John Moore.

Ecco il video:

 

Die Hard: le curiosità sulla saga con Bruce Willis

Die Hard: le curiosità sulla saga con Bruce Willis

Divenuta una delle saghe cinematografiche d’azione più celebri di sempre, Die Hard comprende oggi cinque titoli usciti in sala in un arco temporale che va dal 1988 al 2013. Protagonista assoluto è l’attore Bruce Willis, che ricopre qui il ruolo del poliziotto John McClane. Nel corso degli anni, questi si è trovato coinvolto in avventure sempre più estreme e rischiose, in missioni adatte soltanto ad un uomo “duro a morire”. Anche per merito di ciò, il personaggio è stato indicato come uno dei più iconici del cinema, nonché uno dei più importanti nella carriera di Willis.

Tutto ebbe inizio con il romanzo Nulla è eterno, Joe, pubblicato nel 1979 dallo scrittore Roderick Thorp. Il primo film della saga, Die Hard – Trappola di cristallo, è infatti la trasposizione cinematografica di questo. Il titolo ebbe poi un tale successo che i produttori decisero di dar vita ad una serie di sequel. Fu così che arrivarono 58 minuti per morire – Die Harder (1990) e Die Hard – Duri a morire (1995). Dopo una pausa di 12 anni, la saga ha visto prendere vita il quarto film, Die Hard – Vivere o morire (2007), seguito poi dal quinto e attualmente ultimo capitolo, Die Hard – Un buon giorno per morire (2013).

Complessivamente, tutti i film della saga si sono rivelati buoni successi commerciali. A fronte di un budget totale di circa 390 milioni di dollari, i cinque film di Die Hard hanno fruttato un guadagno di oltre 1,4 miliardi. Ad oggi non si conosce il destino della saga. Willis ha sempre dichiarato di voler realizzare un sesto capitolo, con il quale poter salutare una volta per tutte il personaggio. Dal 2013 ad oggi, tuttavia, non sono state rilasciate notizie a riguardo. Ciò ha portato a pensare che, se ci sarà, bisognerà attendere un po’ più del previsto per un nuovo film della serie.

Die Hard: la trama dei film

Die Hard – Trappola di cristallo (1988)

Con il primo film si fa la conoscenza di John McClane, poliziotto di New York rientrato a Los Angeles per passare la Vigilia di Natale con la propria famiglia. Desiderando fare una sorpresa a sua moglie Holly, questo si presenta al grattacielo Nakatomi Plaza, dove lei lavora. Qui viene invitato ad unirsi ai festeggiamenti natalizi, ma poco incline alla baldoria McClane tende a farsi un po’ da parte. È così che, nel momento in cui un gruppo di terroristi invade l’ambiente, riesce a nascondersi e architettare un piano di salvataggio. A capo dell’operazione vi è però Hans Gruber, uomo privo di scrupoli e dotato di grande intelligenza, che darà filo da torcere al poliziotto.

Il suo intento è infatti quello di rubare una serie di titoli di stato dal caveau dell’edificio, ottenendo così una fortuna di miliardi. McClane, intanto, si aggira per il palazzo tentando di neutralizzare i vari membri del gruppo. La sua tenacia, come anche il desiderio di riabbracciare la moglie, lo spingeranno a non arrendersi. Dotato di una ricetrasmittente, il poliziotto riesce a mettersi in contatto con Gruber, facendogli sapere che ha le ore contate. McClane, infatti, si affida al fatto che nessuno tra i terroristi conosce il suo volto, e pertanto può colpirli dove e quando meno se lo aspettano.

58 minuti per morire – Die Harder (1990)

È di nuovo la Vigilia di Natale. All’aeroporto di Washington John McClane attendo l’arrivo dell’aereo su cui viaggia la moglie Holly. I loro piani di passare la festività in modo tranquillo vengono tuttavia scombussolati nel momento in cui un gruppo di terroristi assale l’aeroporto e ne blocca il traffico aereo. Il colonello Stuart è a capo dell’operazione. Ex membro dell’esercito espulso per via di azioni illecite, questi punti a liberare l’ex generale corrotto, Ramon Esperanza, il quale sta anch’egli arrivando all’aeroporto per essere poi condotto a processo. I terroristi prendono possesso della torre di controllo, impedendo l’atterraggio dei voli in arrivo e lanciando la loro richiesta di liberazione.

Ancora una volta McClane riesce ad eludere la sorveglianza, iniziando a concepire un piano per salvare la situazione. Si troverà però a dover agire in fretta, poiché gli aerei in volo possiedono un’autonomia limitata. Quello su cui si trova sua moglie, in particolare, ha solo 58 minuti a disposizione prima di precipitare al suolo. A peggiorare l’azione ci pensa anche l’arrivo della polizia, che si dimostra impreparata a gestire la crisi. Tutto è nelle mani di McClane, e riprendere il controllo della torre è l’unico modo per lui di salvare la situazione.

Die Hard – Duri a morire (1995)

I guai per McClane non finiscono mai. Nel terzo film della saga un criminale che si fa chiamare Simon fa esplodere un grande magazzino nel centro di New York. Nel suo messaggio alla polizia, questi chiede espressamente di incontrare McClane. Messosi in contatto con il terrorista, il poliziotto scopre da lui che una serie di altre bombe sono state piazzate in altri luoghi particolarmente frequentati della città. Se non farà come dice, altra gente innocente morirà. Per impedire ciò, McClane dovrà sottoporsi ad una serie di strane prove, dove il mancato superamento di queste porterà alle conseguenze annunciate.

Durante una di queste, arriva in suo soccorso il commerciante Zeus Carver. Ma Simon non gradisce l’intromissione di questi, e per punizione obbliga anche lui a partecipare al sadico gioco. Nel frattempo, i servizi segreti riescono a scoprire la vera identità del terrorista. Questi è il fratello di Hans Gruber, che McClane uccise nel primo film. L’uomo sembra dunque in cerca di vendetta, ma il poliziotto capirà presto che dietro tale desiderio si nasconde un progetto più grande e spietato del previsto. Scoprire la sua posizione e fermarlo sarà l’unico modo per evitare una strage.

Die Hard – Vivere o morire (2007)

Sono passati diversi anni dalla sua ultima grande missione, e il poliziotto McClane è un uomo diverso, invecchiato ma tenace come sempre. Ancora una volta, però, si trova a dover salvare la situazione e l’intera nazione nel momento in cui l’FBI subisce un potente attacco informatico. Questo genera un blackout dei sistemi di sicurezza, mandando in tilt il paese. McClane viene così chiamato all’azione, con il compito di trovare l’hacker Matthew Farrell. A sua insaputa questi ha infatti contribuito a rendere operativo un progetto architettato dalla squadra di cyber-terroristi capitanati da Thomas Gabriel. Questi era un dipendente del Dipartimento della Difesa, e caduto in disgrazia cerca ora la vendetta.

Affiancato da Farrell, McClane tenta così di impedire altri attacchi, cercando allo stesso tempo di rintracciare la base operativa di Gabriel e dei suoi uomini. Il terrorista, però, è ben consapevole della fama del poliziotto, e per assicurarsi un vantaggio nei suoi confronti decide di rapire sua figlia Lucy. La faccenda diventa così personale, e McClane torna ad essere l’inarrestabile macchina da guerra che era, dimostrando di essere duro a morire proprio come un tempo. Nulla lo fermerà dal trovare i rapitori di sua figlia, e lo scontro sarà più sanguinoso che mai.

Die Hard – Un buon giorno per morire (2013)

Nel quinto capitolo della saga, John McClane lascerà gli Stati Uniti per recarsi a Mosca, in Russia, dove si trova il figlio Jack. Il suo obiettivo è infatti quello di riallacciare i rapporti con il giovane, ma prima di poter fare ciò dovrà risolvere un rognoso problema. Jack è infatti incarcerato e in attesa di un processo per omicidio. Nel tentativo di salvarlo, McClane si ritrova coinvolto in un’esplosione, durante la quale Jack e l’ex trafficante d’armi Yuri Komarov riescono a fuggire. Il poliziotto ha così l’occasione di ricongiungersi con il figlio, il quale però si dimostra distaccato nei confronti del padre. Prima di risolvere le loro questioni personali, i due dovranno prima riuscire a salvarsi da una minaccia incombente.

Ben presto, infatti, si scopre che il mandante dell’esplosione è Caghari, ex trafficante collega di Komarov. A causa del pentimento di quest’ultimo, ora diventato un informatore della CIA, il terrorista è determinato a rintracciarlo e ucciderlo. La sua paura è infatti che questi possa diffondere informazioni compromettenti, che rischierebbero di ostacolare la sua candidatura al Dipartimento della difesa russo. McClane, Jack e Komarov si ritrovano così a dover scappare dai loro nemici, cercando allo stesso tempo il modo di poter smascherare il piano del corrotto Caghari.

Die Hard: il cast dei film

Immaginare il personaggio di John McClane con il volto di un altro attore è ormai impossibile. Bruce Willis ha negli anni dimostrato di essere l’interprete giusto per la parte, sfoggiando un carisma unico e perfetto per il ruolo. Eppure, egli non fu la prima scelta per il ruolo, bensì la sesta. Prima di lui erano infatti stati considerati interpreti come Arnold Schwarzenegger, Sylvester Stallone e Harrison Ford. La scelta ricadde infine su Willis, il quale però all’epoca non era ancora particolarmente noto, e lavorava più in televisione che al cinema. La sua poca notorietà fu però allo stesso tempo ciò che convinse i produttori. Willis poteva infatti essere l’uomo qualunque in cui gli spettatori si sarebbero immedesimati. La scelta si rivelò poi vincente, e Willis entrò a far parte dell’olimpo degli eroi del cinema d’azione.

Accanto a lui, nel corso dei film si sono alternati una serie di celebri interpreti hollywoodiani. Il primo di questi è Alan Rickman, che nel primo film dà vita allo spietato Hans Gruber, personaggio rimasto particolarmente iconico. Si cita poi Samule L. Jackson nei panni di Zeus Carver, presente nel terzo film e anch’egli personaggio molto amato dal pubblico. Nel terzo capitolo è inoltre presente il premio Oscar Jeremy Irons, che dà volto a Simon Gruber. Villain del quarto film sono invece gli attori Timothy Olyphant, nei panni di Thomas Gabriel, e Maggie Q, in quelli di Mai Linh. Nel quinto e attualmente ultimo film è invece presente Jai Courtney nei panni di Jack McClane, figlio del protagonista.

Die Hard cast

Die Hard: dove vedere i film in streaming e in TV

Per gli amanti della saga, o per chi volesse vederla per la prima volta, è possibile fruirne grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. I film di Die Hard sono infatti presenti nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Infinity, Tim Vision, Google Play e Apple iTunes. Per vederli, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarli in totale comodità e al meglio della qualità video. Inoltre, il quarto capitolo della saga, Die Hard – Vivere o morire, verrà trasmesso in TV sabato 3 ottobre alle 21:20 sul canale Rete 4.

Fonte: IMDb

 

Die Hard: in arrivo un prequel sul giovane John McClane – rumor

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Die Hard: in arrivo un prequel sul giovane John McClane – rumor

Lo scooper Daniel Richtman ha riferito che presso i 20th Century Studios è in sviluppo un nuovo film di Die Hard. Secondo il report, si tratterebbe di un prequel che seguirà le vicende di un giovane John McClane, il personaggio iconico che è passato alla storia del cinema con il volto di Bruce Willis. Si tratta di una voce non confermata che però sembra sposarsi bene con le tendenze di Hollywood che attinge a PI di grande successo e le re-immagina.

C’è stato un periodo in cui un progetto legato a Die Hard prevedeva sia un prequel che un sequel, con John McClane impegnato in una nuova missione nel presente, mentre la sua storia si intrecciava con il suo passato.

Con il titolo provvisorio di McClane, il progetto era ancora in fase di sviluppo quando la 20th Century è stata acquisita dalla Disney nel 2019. Successivamente è stato scartato, e anche il ritiro di Bruce Willis in seguito alla diagnosi di demenza frontotemporale ha sembrato mettere fine a ogni possibilità di un altro sequel, e anche al film in stile Il Padrino parte 2, ambientato in due linee temporali.

Un nuovo prequel molto probabilmente eliminerebbe l’idea di presentare versioni attuali dei personaggi di Die Hard, quindi se le voci sono vere e viene realizzato un nuovo film, potrebbe essere più simile alla graphic novel Die Hard: Year One. Pubblicata tra il 2009 e il 2010, la serie era ambientata nel 1976 e seguiva un giovane John McClane nei panni di un poliziotto alle prime armi a New York.

La popolarità del film originale continua a durare, tanto che il film è stato di recente ridistribuito nelle sale. Uscito nel 1988, il celebre film d’azione ha avuto quattro sequel: Die Hard 2 del 1990, Die Hard – Duri a Morire del 1995, Live Free or Die Hard del 2007 e A Good Day to Die Hard del 2013.

Die Hard: il sesto capitolo è ufficialmente morto a causa dell’accordo Disney/Fox

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È passato molto tempo dall’ultima volta che abbiamo sentito parlare del prequel di Die Hard dal titolo McClane, ma ora è stato confermato che il film è stato vittima della fusione Disney/Fox e che non vedrà mai la luce. Ma facciamo un passo indietro…

Il sesto capitolo della serie doveva essere un prequel diretto da Len Wiseman e avrebbe dovuto seguire due trama parallele: una doveva raccontare di un giovane John McClane nel 1979, mentre l’altra avrebbe raccontato dell’eroe action ai giorni nostri, mentre veniva onorato in Giappone per gli eventi accaduti all’interno del Nakatomi (ossia quelli raccontati nel primo film del 1988).

All’epoca questo doppio binario narrativo non venne accolto positivamente dai fan, sebbene in seguito non ci siano più stati aggiornamenti concreti in merito al progetto. Ora però è stato il produttore Lorenzo di Bonaventura a confermare a Polygon che il prequel è ufficialmente morto: “Non accadrà. Ma ciò che è stato davvero interessante è che in realtà abbiamo avuto un’idea per farlo. Era un progetto che inizialmente non era Die Hard ma che poi, alla fine, si è trasformato in Die Hard.”

“La cosa interessante della nostra idea è che ci avrebbe permesso di incontrare il giovane John McClane e usare Bruce Willis”, ha aggiunto il produttore. “Quindi, in questo senso, è stato davvero interessante. Avreste avuto modo di vedere entrambe le versioni del personaggio, un po’ come accade ne Il padrino – Parte II. Al momento non so quali siano i piani della Disney.”

Die Hard Year One sarà un prequel/sequel

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Die Hard Year One sarà un prequel/sequel

Dopo l’annuncio che il sesto capitolo della serie Die Hard, dal titolo Die Hard Year One sarebbe stato un prequel che avrebbe approfondito le origini di un giovane John McLane (Bruce Willis), il regista Len Wiseman (già pratico della serie per aver diretto Die Hard – Vivere o Morire) è tornato sull’argomento rilasciando una serie di precisazioni:

“Dopo aver fatto il quarto ci furono numerose conversazioni con Bruce circa quanto mise nel personaggio in occasione del primo film. Il personaggio arrivava già con un bagaglio emozionale e di esperienze carico. Era già divorziato, amaro, il capitano lo odiava e non lo voleva indietro. Dunque cosa aveva creato quel personaggio?”

“Non abbiamo visto la love story. La conosciamo ma non abbiamo mai visto com’era quando conobbe Holly o quando era un poliziotto a New York nel ’78, quando non aveva alcuna possibilità di essere un detective. Ci ho sempre pensato su ed ora lo faremo.”

Inoltre Len Wiseman ha definito il film un prequel/sequel:

“Il motivo per cui lo chiamo prequel/sequel è che non lo farei senza Bruce e tantomeno lo farei con solo un cameo di Bruce. Tutto è ramificato nella trama, con il passato ad avere ripercussioni sul presente […] Il film avrà luogo nel capodanno del 1979.”

Fonte: Collider

Die Hard 6: novità in arrivo per il franchise

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Die Hard 6: novità in arrivo per il franchise

La Twentieth Century Fox è in trattative con il regista Len Wiseman per sviluppare Die Hard 6, sesto capitolo del franchise che si chiamerà Die Hard Year One. La serie, avviata 27 anni fa, nel 1988, ha trasformato Bruce Willis in una star cinematografica planetaria, grazie all’ormai iconico poliziotto John McClane.

Die Hard Year One, che sarà prodotto dallo stesso Wiseman e da Lorenzo di Bonaventura (l’uomo dietro ai franchise di Transformers e G.I. Joe), dovrebbe tornare alle origini e raccontare gli inizi del personaggio, mostrando un giovane John McClane in azione nella New York del 1979. L’idea di un prequel deriva da un fumetto della Boom! Studios, intitolato proprio Die Hard: Year One e pubblicato tra il 2009 e il 2010.

Bruce Willis, che non ha ancora firmato alcun contratto, dovrebbe riprendere il ruolo di McClane in sequenze ambientate nel nostro attuale presente. Dovrà essere, quindi, ingaggiato un attore più giovane che incarnerà il suo stesso personaggio negli anni Settanta. Del resto, Bruce Willis è abituato a confrontarsi con altri sé stessi, come dimostrano Looper di Rian Johnson, L’esercito delle 12 scimmie di Terry Gilliam e Faccia a faccia (The Kid) di Jon Turteltaub.

Len Wiseman, che ha già diretto nel 2007 Die Hard – Vivere o morire, e di Bonaventura sono alla ricerca di uno sceneggiatore che si occupi di questa nuova fase della serie, chiamata a rinverdire i fasti del passato dopo che l’ultimo (e deludente) Die Hard – Un buon giorno per morire ha stentato in America al botteghino, pur tenendo sui mercati internazionali.

Fonti: Deadline e Comingsoon.net

Die Hard 6: la reazione di Bruce Willis

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Bruce Willis è soddisfatto dell’idea di una “origin story” per Die Hard 6, il nuovo capitolo del franchise, sorta di prequel che avrà come protagonista un giovane John McClane nel 1979 a New York. In un’intervista rilasciata a Entertainment Tonight in occasione della premiere di Rock The Casbah, l’attore ha infatti rivelato che molto probabilmente sarà in prima persona coinvolto nella produzione del sesto capitolo delle avventure di John McClane (il cui titolo sarà Die Hard Year One), insieme al regista Len Wiseman e al produttore Lorenzo di Bonaventura.

“È un’ottima idea, piuttosto complicata, e ne sono molto contento”, ha sottolineato Bruce Willis. “È un’idea davvero fantastica perché è una storia sulle origini e andrà a ricostruire l’inizio di tutto. Rimbalzeremo avanti e indietro”, ha aggiunto la star, confermando di fatto la sua presenza nel film nei panni di John McClane adulto, il quale sarà coinvolto in una serie di flashforward.

ET ha invitato Bruce Willis a svelare il nome di un potenziale interprete per il ruolo del giovane John McClane, ma i tempi sono ancora prematuri. “Vedremo. Non ci siamo ancora. Speriamo che abbia la testa dura”.

Fonte: ET

Die Hard 6: il film è ancora vivo, si cerca un giovane McClane

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Die Hard 6: il film è ancora vivo, si cerca un giovane McClane

Il progetto di Die Hard 6 è ancora vivo e vegeto, stando a quanto dichiara il regista Len Wiseman. Il progetto fu annunciato nel 2015 come un ibrido sequel/prequel.

Si sarebbe trattato, nel progetto iniziale, di una storia che accavallava passato e presente, come ne Il Padrino Parte II, con un John McClane giovane che faceva il poliziotto nel 1979, e un McClane nei giorni nostri, di nuovo Bruce Willis, che faceva i conti con una minaccia dal suo passato.

Dopo anni di silenzio, ora Wiseman ha dichiarato che il progetto è ancora vivo, e parlando con Deadline ha dichiarato che la produzione è in cerca di un giovane per interpretare il protagonista negli anni ’70-’80.

“Il giusto casting per questo ruolo è cruciale. Questa persona avrà un compito davvero molto molto difficile.”

Secondo Wiseman, il film dovrà affrontare il passato di John McClane. “Si tratta di trovare un delicato equilibrio nel mostrare da dove è partito McClane, perché il personaggio già nel primo film ha un enorme bagaglio emotivo, tra l’altro ha anche già divorziato. Ha tante cose da raccontare. È inasprito. Il suo capitano lo odia, non lo vuole a New York. Perché? Perché è già quel tipo?”

Questa impostazione ci dice che Die Hard 6 scaverà a fondo nel passato del personaggio. Che vi aspettate?

Die Hard 6: assunti gli sceneggiatori di The Conjuring

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Die Hard 6: assunti gli sceneggiatori di The Conjuring

Annunciato nel 2015 come un ibrido tra sequel e prequel, Die Hard 6 vedrà finalmente la luce nel corso dei prossimi anni, con la Fox che ha appena assunto la coppia di sceneggiatori di The Conjuring formata da Chad e Carey Haye.

Restano ancora da confermare un regista adatto a riportare sullo schermo le avventure del personaggio interpretato nella serie originale da Bruce Willis, e soprattutto un attore perfetto per ricoprire il ruolo del giovane John McClane.

La prima apparizione di Willis nei panni di McClane risale al 1988, anno di uscita di Die Hard. Da allora altri quattro capitoli sono stati prodotti, l’ultimo nel 2013, reduce da risultati tutt’altro che soddisfacenti al box office.

Die Hard 6: il film è ancora vivo, si cerca un giovane McClane

Fonte: ScreenRant

Die Hard 5: ecco il regista!

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Die Hard 5: ecco il regista!

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Secondo quando riporta Deadline, la 20th Century Fox ha affidato la regia di Die Hard 5 a Noam Murro (Smart People), e che è in dirittura d’arrivo il via libera ufficiale al film.

Die Hard 5 per Cole Hauser

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Il cattivo del nuovo capitolo della saga di McClane ha trovato un interprete: dopo Alan Rickman, William Sadler, Jeremy Irons e Timothy Olyphant sarà Cole Hauser a doversi scontrare con Bruce Willis. Il personaggio interpretato da Hauser (visto recentemente in The Hit List a fianco di Cuba Gooding Jr.) si chiamerà Collins e sarà affiancato da Sebastian Koch e Yuliya Snigir nel gruppo degli antagonisti di McClane; Hauser e Willis lavoreranno così assieme per la terza volta, dopo Tears of the sun di Antoine Fuqua e Hart’s War di Gregory Hoblit.

A Good Day To Die Hard, questo il titolo del film, sarà ambientato in Russia e vedrà McClane affiancato dal figlio (Jai Courtney). L’uscita del film è prevista per il febbraio 2013, lontano dal periodo estivo, tradizionalmente dedicato ai blockbuster e ciò sarebbe un segno delle non elevatissime aspettative nei confronti del progetto. Se la data sarà confermata, il film di Willis completerà una sorta di trilogia avviata in gennaio Last Stand con Schwarzenegger e da Bullet To The Head di Stallone.

Fonte: Empire

Die Hard – Vivere o morire: trama, cast e sequel del film con Bruce Willis

Divenuta una delle saghe cinematografiche d’azione più celebri di sempre, Die Hard comprende oggi cinque titoli usciti in sala in un arco temporale che va dal 1988 al 2013. Protagonista assoluto è l’attore Bruce Willis, che ricopre qui il ruolo del poliziotto John McClane. Nel corso degli anni, questi si è trovato coinvolto in avventure sempre più estreme e rischiose, in missioni adatte soltanto ad un uomo “duro a morire”. Anche per merito di ciò, il personaggio è stato indicato come uno dei più iconici del cinema, nonché uno dei più importanti nella carriera di Willis.

Tutto ebbe inizio con Die Hard – Trappola di cristallo, il quale ebbe poi un tale successo che i produttori decisero di dar vita ad una serie di sequel. Il quarto di questi, uscito nel 2007, è Die Hard – Vivere o morire, diretto da Len Wiseman, già autore della saga di Underworld. Assente dal cinema dal 1995, il personaggio di McClane viene qui riportato in scena per combattere una nuova imprevedibile minaccia: quella del terrorismo informatico. La trama del film si basa infatti non solo sui personaggi dello scrittore Roderick Thorp, ma anche sull’articolo Addio alle armi di John Carlin, dove si affronta proprio il pericolo di tale minaccia virtuale.

Per dar vita alle nuove avventure del poliziotto si è deciso di rendere il film meno simile ai primi due capitoli e più vicino invece al terzo. Come lì, anche in questo caso la stragrande maggioranza del film si svolge in ambienti esterni e urbani, e anche in questo caso McClane viene aiutato nella lotta al terrorismo da un civile. Accolto in maniera positiva dalla critica, il film ha confermato il grande interesse nei confronti della saga. A fronte di un budget di 110 milioni di dollari, infatti, questo è riuscito ad incassarne ben 388 in tutto il mondo. Ad oggi, Die Hard – Vivere o morire è il film dal maggior incasso di tutta la saga.

Die Hard – Vivere o morire: la trama del film

Sono passati diversi anni dalla sua ultima grande missione, e il poliziotto McClane è un uomo diverso, invecchiato ma tenace come sempre. Ancora una volta, però, si trova a dover salvare la situazione e l’intera nazione nel momento in cui l’FBI subisce un potente attacco informatico. Questo genera un blackout dei sistemi di sicurezza, mandando in tilt il paese. McClane viene così chiamato all’azione, con il compito di trovare l’hacker Matthew Farrell. A sua insaputa questi ha infatti contribuito a rendere operativo un progetto architettato dalla squadra di cyber-terroristi capitanati da Thomas Gabriel. Questi era un dipendente del Dipartimento della Difesa, e caduto in disgrazia cerca ora la vendetta.

Affiancato da Farrell, McClane tenta così di impedire altri attacchi, cercando allo stesso tempo di rintracciare la base operativa di Gabriel e dei suoi uomini. Il terrorista, però, è ben consapevole della fama del poliziotto, e per assicurarsi un vantaggio nei suoi confronti decide di rapire sua figlia Lucy. La faccenda diventa così personale, e McClane torna ad essere l’inarrestabile macchina da guerra che era, dimostrando di essere duro a morire proprio come un tempo. Nulla lo fermerà dal trovare i rapitori di sua figlia, e lo scontro sarà più sanguinoso che mai.

Die Hard - Vivere o morire cast

Die Hard – Vivere o morire: il cast del film

Immaginare il personaggio di John McClane con il volto di un altro attore è ormai impossibile. Bruce Willis ha negli anni dimostrato di essere l’interprete giusto per la parte, sfoggiando un carisma unico e perfetto per il ruolo. Fu proprio il primo film della saga a conferirgli grande notorietà. Particolarmente devoto al ruolo, l’attore si allenò a lungo in vista delle riprese con l’obiettivo di poter personalmente prendere parte alle tante spericolate acrobazie previste, senza ricorrere dunque a controfigure. Nonostante ciò, l’attore riportò comunque una profonda ferita sopra l’occhio destro, che lo costrinse ad un ricovero ospedaliero. Come accaduto anche per i precedenti capitoli, Willis ha anche in questo caso avuto grande potere decisionale su quanto scritto in sceneggiatura. Diverse scene e dialoghi vennero infatti riscritti per rientrare maggiormente nelle volontà dell’attore, il quale conosce meglio di chiunque altro il proprio personaggio.

Willis desiderava inoltre esplorare nuovi aspetti del personaggio, e propose ai produttori di introdurre il rapporto tra McClane e sua figlia. Venne così inserito il personaggio di Lucy McClane, interpretata dall’attrice Mary Elizabeth Winstead, oggi nota per aver interpretato Cacciatrice in Birds of Prey. L’attore Justin Long interpreta invece l’hacker Matthew Farrell, colui che aiuterà McClane nella sua missione. Per tale personaggio, originariamente Wills avrebbe voluto l’attore Ben Affleck, il quale non si dichiarò però interessato. Ad interpretare il villain Thomas Gabriel è l’attore Timothy Olyphant, il quale propose anche alcune modifiche circa il proprio personaggio. Dalla parte dei cattivi si ritrova anche Maggie Q nei panni di Mai Lihn, braccio destro e amante di Gabriel. L’attore e regista Kevin Smith è invece l’hacker Frederick “Warlock” Kaludis.

Die Hard – Vivere o morire: il sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Dato il grande successo del film, i produttori decisero di far proseguire la saga con un quinto capitolo. Questo arriva al cinema nel 2013 con il titolo di Die Hard – Un buon giorno per morire, spostando l’azione dagli Stati Uniti alla Russia. Viene inoltre introdotto il personaggio di Jack McClane, figlio del protagonista, interpretato da Jai Courtney. Anche questo a sua volta si affermò come un buon successo, incassando circa 304 milioni di dollari a fronte di un budget di circa 92. Willis ha poi dichiarato di voler realizzare almeno un sesto capitolo prima di mandare in pensione il personaggio. Attualmente, però, non vi sono stati significativi aggiornamenti a riguardo, e prima di rivedere il personaggio al cinema potrebbe volerci più tempo del previsto.

Per gli appassionati del film, o per chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali piattaforme streaming oggi disponibili. Die Hard – Vivere o morire è infatti presente su Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Infinity e Tim Vision. Per poter usufruire del film, sarà necessario sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. In questo modo sarà poi possibile vedere il titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video, senza limiti di tempo. Il film è inoltre in programma in televisione per giovedì 20 ottobre alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

Die Hard – Un buongiorno per morire, ecco uno spot tv

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Die Hard – Un buongiorno per morire, ecco uno spot tv

La Fox ha pubblicato uno spot per Die Hard – Un buongiorno per morire che, come il bellissimo trailer, presenta una serie di scene montate molto velocemente con il sottofondo dell’Inno alla gioia.

L’idea che sta dietro Die Hard – Un buongiorno per morire quinto capitolo del franchise di Die Hard è quella di mettere un sempre in forma John McClane (Bruce Willis) insieme al figlio (Jai Courtney), agente operativo della CIA, e portarli in Russia, alle prese con minacce nucleari.

Sebastian Koch, Yulia Snigir, Cole Hauser, Amaury Nolasco, Megalyn Echikunwoke, Anne Vyalitsyna e Mary Elizabeth Winstead completano il cast diretto da John Moore.

Ecco lo spot:

Fonte: Collider

Die Hard – Un buongiorno per morire, ecco il terzo spot tv

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Die Hard – Un buongiorno per morire, ecco il terzo spot tv

Ecco il terzo spot tv per Die Hard – Un buongiorno per morire, che vede ancora una votla John McClane sfidare la morte a furia di corse a perdifiato, salti acrobatici, invulnerabilità alle pallottole e tanto altro ancora.

Questa volta al suo fianco suo figlio, anche lui arruolato tra le file della CIA. Bruce Willis torna più in forma che mai! Ecco il terzo spot del film, che avrà un rating R, ovvero vietato ai minori non accompagnati.

Ecco il video:

 

Die Hard – Un buon giorno per morire: recensione del film

Die Hard – Un buon giorno per morire: recensione del film

Arriva anche nel Bel Paese il quinto episodio di una delle saghe action più esilaranti degli ultimi trent’anni, stiamo parlando del mattacchione John McClaine (alias Bruce Willis) e di Die Hard, in questo nuovo episodio intitolato Die Hard – Un buon giorno per morire, diretto dal regista John Moore.

Come già anticipato in Die Hard – Un buon giorno per morire, Bruce Willis ritorna a vestire i panni di John McClane, il suo ruolo più iconico, il “vero” eroe con le abilità e l’attitudine a rimanere sempre l’ultimo uomo sul campo. Questa volta, il poliziotto che non fa prigionieri si ritrova veramente nel posto sbagliato al momento sbagliato, dopo aver viaggiato fino a Mosca per aiutare suo figlio, Jack. Con la malavita russa alle calcagna, e in corsa contro il tempo per evitare una guerra, i due McClane scopriranno che i loro metodi contrapposti li faranno diventare degli eroi inarrestabili.

Die Hard – Un buon giorno per morire, il film

Era il 1988 l’anno in cui usciva al cinema per la prima volta Trappola di cristallo, primo volta che l’inossidabile McClaine si improvvisava eroe, vero eroe e protagonista di una saga che racchiudeva in perfetto stile americano azione, tensione e ironia, con un equilibrio invidiabile ed un successo incredibile. Poi fu la volta del secondo e terzo capitolo, legati ad un certo cinema che per stile e per tematiche era profondamente legato agli anni 90’ che rendono ancora oggi i film unici. Nel 2007 invece arriva il quarto capitolo, Die Hard – Vivere o morire, un film accolto con qualche timore ma che ha sorpreso un po’ tutti per l’azione, tensione e divertente ironia, tanto da acclamare a gran voce un quinto episodio che prontamente arriva in questo periodo nelle sale.

Purtroppo però, della saga rimane ben poco e quel cocktail esplosivo fa cilecca. Il limite più grande di Die Hard – Un buon giorno per morire è certamente una regia precaria nella messa in scena delle sequenza d’azione e addirittura esageratamente concitata in alcuni frangenti della storia, con primi piani sempre fuori asse e un continuo mood sporcato che a lungo andare diventa irritante.

C’è da dire che la scelta di John Moore per questo quinto capitolo, sorprese già all’epoca dell’annuncio, e quei timori e quelle paure suscitate dalla sua precedente prova incolore in Max Payne, vengono tutte confermate con la visione del film. Passa quindi quasi in secondo piano anche l’insufficienza di una sceneggiatura che sembra essere improvvisata, seguendo alcuni stilemi troppo reiterati nella recente storia del genere e che hanno ormai assuefatto ogni possibile tipologia di spettatore fruente. Vien da sé che il film si dimostra essere un’incompiuta e poco riuscita continuazione di una storia, o meglio di un personaggio che merita qualcosa di meglio, soprattutto per il buon risultato ottenuto con il quarto capitolo.

L’appello da fare, almeno per chi è fan della saga è quello rivolto ai produttori, che se dovesse esserci (come sembra Leggi qui) un sesto capitolo, che sia degno della saga e che rispetti le aspettative che fino al quarto capitolo il franchise ha confermato.

Die Hard – Un buon giorno per morire: dal cast al sequel, le curiosità sul film

Divenuta una delle saghe cinematografiche d’azione più celebri di sempre, Die Hard comprende oggi cinque titoli usciti in sala in un arco temporale che va dal 1988 al 2013, di cui l’ultimo è Die Hard – Un buongiorno per morire. Protagonista assoluto è l’attore Bruce Willis, che ricopre qui il ruolo del poliziotto John McClane. Nel corso degli anni, questi si è trovato coinvolto in avventure sempre più estreme e rischiose, in missioni adatte soltanto ad un uomo “duro a morire”. Anche per merito di ciò, il personaggio è stato indicato come uno dei più iconici del cinema, nonché uno dei più importanti nella carriera di Willis.

Tutto ebbe inizio con Die Hard – Trappola di cristalloil quale ebbe poi un tale successo che i produttori decisero di dar vita ad una serie di sequel. L’ultimo di questi è, appunto, Die Hard – Un buongiorno per morire, diretto da John Moore, già autore di noti film d’azione. Grazie al buon successo del capitolo precedente, Die Hard – Vivere o morire, sembrò ovvio dare un ulteriore sviluppo alla saga. Willis riprende così il ruolo che lo ha reso celebre, trovandosi stavolta in un contesto per lui totalmente nuovo. Dagli Stati Uniti, infatti, la storia si sposta in Russia, dove John McClane dovrà portare a termine una rischiosa missione.

Pur se accolto in maniera negativa dalla critica, il film ha confermato il grande interesse nei confronti della saga. A fronte di un budget di 92 milioni di dollari, infatti, questo è riuscito ad incassarne ben 304 in tutto il mondo. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Die Hard – Un buongiorno per morire. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al suo sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Bruce Willis e Jai Courtney in Die Hard - Un buon giorno per morire
Bruce Willis e Jai Courtney in Die Hard – Un buon giorno per morire. Foto di Frank Masi, SMPSP – © 2013 – Twentieth Century Fox Film Corporation. All Rights Reserved. Not for sale or duplication.

La trama di Die Hard – Un buon giorno per morire

Nel quinto capitolo della saga, John McClane lascia gli Stati Uniti per recarsi a Mosca, in Russia, dove si trova il figlio Jack. Il suo obiettivo è infatti quello di riallacciare i rapporti con il giovane, ma prima di poter fare ciò dovrà risolvere un rognoso problema. Jack è infatti incarcerato e in attesa di un processo per omicidio. Nel tentativo di salvarlo, McClane si ritrova coinvolto in un’esplosione, durante la quale Jack e l’ex trafficante d’armi Yuri Komarov riescono a fuggire. Il poliziotto ha così l’occasione di ricongiungersi con il figlio, il quale però si dimostra distaccato nei confronti del padre. Prima di risolvere le loro questioni personali, i due dovranno riuscire a salvarsi da una minaccia incombente.

Ben presto, infatti, si scopre che il mandante dell’esplosione è Caghari, ex trafficante collega di Komarov. A causa del pentimento di quest’ultimo, ora diventato un informatore della CIA, il terrorista è determinato a rintracciarlo e ucciderlo. La sua paura è infatti che questi possa diffondere informazioni compromettenti, che rischierebbero di ostacolare la sua candidatura al Dipartimento della difesa russo. McClane, Jack e Komarov si ritrovano così a dover scappare dai loro nemici, cercando allo stesso tempo il modo di poter smascherare il piano del corrotto Caghari.

 

Il cast di attori

Immaginare il personaggio di John McClane con il volto di un altro attore è ormai impossibile. Bruce Willis ha negli anni dimostrato di essere l’interprete giusto per la parte, sfoggiando un carisma unico e perfetto per il ruolo. Particolarmente devoto al ruolo, l’attore si allenò a lungo in vista delle riprese con l’obiettivo di poter personalmente prendere parte alle tante spericolate acrobazie previste, senza ricorrere dunque a controfigure. Willis ha infatti affermato di non essere stanco del personaggio di John McClane, ma di essere consapevole che il momento di mandarlo in pensione è prossimo. Egli ha così accettato di fare il quinto film con la promessa però di poterne realizzare almeno un sesto conclusivo.

Willis desiderava inoltre esplorare nuovi aspetti del personaggio, e propose ai produttori di costruire una storia incentrata sul rapporto tra McClane e suo figlio. L’idea piacque, e venne così inserito il personaggio di Jack. Per il ruolo si era inizialmente preso in considerazione Liam Hemsworth, ma la scelta ricadde infine sull’australiano Jai Courtney. Questi, ancora pressoché sconosciuto, si era fatto notare l’anno prima con il film Jack Reacher – La prova decisiva. L’attore Sebastian Koch, noto per il film Le vite degli altri, recita invece nel ruolo dell’antagonista Yuri Komarov.

Bruce Willis, Sebastian Koch e Jai Courtney in Die Hard - Un buon giorno per morire
Bruce Willis, Sebastian Koch e Jai Courtney in Die Hard – Un buon giorno per morire © 2012 – Twentieth Century Fox

Ci sarà un sequel di Die Hard – Un buon giorno per morire?

Quando è stata annunciata ufficialmente la produzione del quinto film della serie, Bruce Willis ha espresso il desiderio di ritirare il personaggio di John McClane in un sesto e ultimo film. Tuttavia, dopo diverse discussioni in merito, il nuovo film di Die Hard è stato rimosso dall’imprinting Fox almeno fino al 2021, dopo l’acquisizione da parte della Disney e il riassetto della dirigenza. La produzione è stata poi cancellata del tutto nell’agosto 2019 dopo ulteriori considerazioni da parte della Disney. Willis si è poi ritirato dalla recitazione nel 2022 a causa di una diagnosi di afasia, escludendo definitivamente un futuro ritorno nel ruolo di McClane.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

Per gli appassionati del film, o per chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali piattaforme streaming oggi disponibili. Die Hard – Un buon giorno per morire è infatti presente su Apple iTunes, Prime Video, Tim Vision e Disney+. Per poter usufruire del film, sarà necessario sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. In questo modo sarà poi possibile vedere il titolo in tutta comodità e al meglio della sua qualità video, senza limiti di tempo. Il film è inoltre in programma in televisione per martedì 12 novembre alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Die Hard – Trappola di cristallo: dal cast al finale, le curiosità sul film con Bruce Willis

Divenuta una delle saghe cinematografiche d’azione più celebri di sempre, Die Hard comprende oggi cinque titoli usciti in sala in un arco temporale che va dal 1988 al 2013. Protagonista assoluto è l’attore Bruce Willis, che ricopre qui il ruolo del poliziotto John McClane. Nel corso degli anni, questi si è trovato coinvolto in avventure sempre più estreme e rischiose, in missioni adatte soltanto ad un uomo “duro a morire”. Anche per merito di ciò, il personaggio è stato indicato come uno dei più iconici del cinema, nonché uno dei più importanti nella carriera di Willis. La sua prima comparsa cinematografica si deve a Die Hard – Trappola di cristallo.

Diretto da John McTriernan, maestro del genere noto anche per Predator e Caccia a Ottobre Rosso, il film è basato sul romanzo Nulla è eterno, Joe, scritto da Roderick Thorp e pubblicato nel 1979. Questo è in realtà stato pensato come il sequel di un precedente romanzo di Thorp, The Detective, ma per il film si è deciso di rimuovere ogni riferimento a questo così da farlo diventare un’opera a sé stante. Allo stesso tempo, il film non segue fedelmente il libro da cui è tratto, apportando modifiche tanto al protagonista quanto ai villain principali. Ciò non gli ha impedito di affermarsi come un gioiello di tensione estremamente avvincente.

Ancora oggi è infatti un film celebrato, omaggiato e studiato, merito anche delle grandi interpretazioni e della regia attenta a sottolineare ogni momento di suspence. Si tratta inoltre, involontariamente, di uno dei film con ambientazione natalizia preferiti dal grande pubblico. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Die Hard - Trappola di cristallo Alan Rickman

La trama di Die Hard – Trappola di cristallo

Protagonista del film è John McClane, poliziotto di New York rientrato a Los Angeles per passare la Vigilia di Natale con la propria famiglia. Desiderando fare una sorpresa a sua moglie Holly, questo si presenta al grattacielo Nakatomi Plaza, dove lei lavora. Qui viene invitato ad unirsi ai festeggiamenti natalizi, ma poco incline alla baldoria McClane tende a farsi un po’ da parte. È così che, nel momento in cui un gruppo di terroristi invade l’ambiente, riesce a nascondersi e architettare un piano di salvataggio. A capo dell’operazione vi è però Hans Gruber, uomo privo di scrupoli e dotato di grande intelligenza, che darà filo da torcere al poliziotto.

Il suo intento è infatti quello di rubare una serie di titoli di stato dal caveau dell’edificio, ottenendo così una fortuna di miliardi. McClane, intanto, si aggira per il palazzo tentando di neutralizzare i vari membri del gruppo. La sua tenacia, come anche il desiderio di riabbracciare la moglie, lo spingeranno a non arrendersi. Dotato di una ricetrasmittente, il poliziotto riesce a mettersi in contatto con Gruber, facendogli sapere che ha le ore contate. McClane, infatti, si affida al fatto che nessuno tra i terroristi conosce il suo volto, e pertanto può colpirli dove e quando meno se lo aspettano.

Il cast del film

Immaginare il personaggio di John McClane con il volto di un altro attore è ormai impossibile. Bruce Willis ha negli anni dimostrato di essere l’interprete giusto per la parte, sfoggiando un carisma unico e perfetto per il ruolo. Eppure, egli non fu la prima scelta per il ruolo, bensì la sesta. Prima di lui erano infatti stati considerati interpreti come Arnold Schwarzenegger, Sylvester Stallone e Harrison Ford. La scelta ricadde infine su Willis, il quale però all’epoca non era ancora particolarmente noto e lavorava più in televisione che al cinema. La sua poca notorietà fu però allo stesso tempo ciò che convinse i produttori. Willis poteva infatti essere l’uomo qualunque in cui gli spettatori si sarebbero immedesimati.

Nel ruolo del capo dei terroristi, Hans Gruber, vi è invece Alan Rickman, qui al suo primo ruolo cinematografico dopo anni di teatro. Per il personaggio, egli studiò approfonditamento l’accento tedesco, al fine di poter risultare credibile nel parlarlo. Egli, inoltre, acconsentì ad interpretare la scena in cui il suo personaggio cade nel vuoto. L’attore si lasciò dunque cadere per 9 metri finendo su un materasso. Accanto a loro, nel ruolo di Holly McClane vi è Bonnie Bedelia, mentre Alexander Godunov è Karl, il braccio destro di Hans. Sono poi presenti gli attori Reginald VelJohnson nel ruolo del sergente Al Powell, William Atherton in quelli del reporter televisivo Richard Thornburg e Wilhelm von Homburg come James, membro del gruppo di criminali.

Bruce Willis in Die Hard - Trappola di cristallo
Bruce Willis in Die Hard – Trappola di cristallo

Il finale del film

Nel finale, un McClane stanco e malconcio trova Holly con Gruber e il suo scagnozzo rimasto. McClane, apparentemente, si arrende a Gruber e sta per essere colpito, ma afferra la sua pistola d’ordinanza nascosta alla schiena e usa gli ultimi due proiettili per ferire Gruber e uccidere il suo complice. Il criminale si schianta contro una finestra ma si aggrappa all’orologio da polso di Holly e fa un ultimo tentativo di uccidere i due. McClane sgancia però l’orologio e Gruber cade verso la morte. Fuori, Karl tende un’imboscata a McClane e Holly, ma viene ucciso da Powell. Holly colpisce poi Thornburg quando tenta di interrogare McClane. A quel punto, Argyle sfonda la porta del parcheggio con la limousine e porta via McClane e Holly insieme, concludendo il film.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Die Hard – Trappola di cristallo grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Tim Vision, Apple iTunes, Prime Video e Disney+. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 6 marzo alle ore 21:00 sul canale Iris.

Die Hard – Nulla è come appare: il primo teaser

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Die Hard – Nulla è come appare: il primo teaser

McClane si fa in due per questo episodio di Die Hard. Bruce Willis torna nei panni dell’agente segreto che lo ha reso famoso e questa volta ha una spalla d’eccezione, Jai Courtney,

Die Hard – Duri a morire: trama e cast del film con Bruce Willis

Die Hard – Duri a morire: trama e cast del film con Bruce Willis

Divenuta una delle saghe cinematografiche d’azione più celebri di sempre, Die Hard comprende oggi cinque titoli usciti in sala in un arco temporale che va dal 1988 al 2013. Protagonista assoluto è l’attore Bruce Willis, che ricopre qui il ruolo del poliziotto John McClane. Nel corso degli anni, questi si è trovato coinvolto in avventure sempre più estreme e rischiose, in missioni adatte soltanto ad un uomo “duro a morire”. Anche per merito di ciò, il personaggio è stato indicato come uno dei più iconici del cinema, nonché uno dei più importanti nella carriera di Willis.

Tutto ebbe inizio con Die Hard – Trappola di cristallo, il quale ebbe poi un tale successo che i produttori decisero di dar vita ad una serie di sequel. Il terzo di questi, Die Hard – Duri a morire, arrivo al cinema nel 1995 per la regia di John McTiernan, il quale aveva già diretto anche il primo capitolo. Per questo terzo film della serie, però, Willis voleva dar vita a qualcosa di diverso rispetto ai primi due, non ricalcando dunque la loro struttura.  Queto deciso cambio di rotta permise alla saga di ottenere nuovi consensi, arrivando ad un incasso complessivo di 366 milioni di dollari, il secondo maggiore di quell’anno.

A lungo si pensò che questo sarebbe rimasto l’ultimo capitolo della serie, ma nel 2007 e nel 2013 sono poi arrivati i sequel Die Hard – Vivere o morire e Die Hard – Un buon giorno per morire. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Die Hard – Duri a morire: la trama del film

I guai per John McClane non finiscono mai. Nel terzo film della saga un criminale che si fa chiamare Simon fa esplodere un grande magazzino nel centro di New York. Nel suo messaggio alla polizia, questi chiede espressamente di incontrare McClane. Messosi in contatto con il terrorista, il poliziotto scopre da lui che una serie di altre bombe sono state piazzate in altri luoghi particolarmente frequentati della città. Se non farà come dice, altra gente innocente morirà. Per impedire ciò, McClane dovrà sottoporsi ad una serie di strane prove, dove il mancato superamento di queste porterà alle conseguenze annunciate.

Durante una di queste, arriva in suo soccorso il commerciante Zeus Carver. Ma Simon non gradisce l’intromissione di questi, e per punizione obbliga anche lui a partecipare al sadico gioco. Nel frattempo, i servizi segreti riescono a scoprire la vera identità del terrorista. Questi è il fratello di Hans Gruber, che McClane uccise nel primo film. L’uomo sembra dunque in cerca di vendetta, ma il poliziotto capirà presto che dietro tale desiderio si nasconde un progetto più grande e spietato del previsto. Scoprire la sua posizione e fermarlo sarà l’unico modo per evitare una strage.

Die Hard - Duri a morire cast

Die Hard – Duri a morire: il cast del film

Immaginare il personaggio di John McClane con il volto di un altro attore è ormai impossibile. Bruce Willis ha negli anni dimostrato di essere l’interprete giusto per la parte, sfoggiando un carisma unico e perfetto per il ruolo. Fu proprio il primo film della saga a conferirgli grande notorietà. Particolarmente devoto al ruolo, l’attore si allenò a lungo in vista delle riprese con l’obiettivo di poter personalmente prendere parte alle tante spericolate acrobazie previste, senza ricorrere dunque a controfigure. Accanto a lui, nel ruolo di Zeus Carver, era originariamente previsto l’attore Laurence Fishburne, per il quale la parte era stata appositamente scritta. Egli però si prese troppo tempo per decidere se accettare o meno e la parte venne offerta ad un altro attore.

Questi è Samuel L. Jackson, che aveva recentemente lavorato con Willis in Pulp Fiction. Fu proprio l’interprete di McClane a suggerire Jackson per il ruolo, il quale accettò subito entusiasta essendo un grande fan del primo film della serie. Egli descrisse poi il personaggio di Zeus come quello più vicino alla sua personalità tra i tanti interpretati. Nei panni del terrorista Simon Gruber vi è invece il premio Oscar Jeremy Irons, il quale non compare però nel film fino al cinquantesimo minuto dall’inizio. Sono poi presenti anche gli attori Graham Greene nei panni di Joe Lambert, Colleen Camp in quelli di Connie Kowalski e Larry Bryggman nel ruolo dell’ispettore Walter Cobb.

Die Hard – Duri a morire: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Die Hard – Duri a morire è infatti disponibile nei cataloghi di Mediaset Play e Disney+. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 13 ottobre alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

Dicono di te: al via le riprese del film con Max Giusti

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Dicono di te: al via le riprese del film con Max Giusti

Sono iniziate a Roma le riprese di Dicono di te, il nuovo film di Umberto Carteni scritto da Igor ArtibaniMax Giusti Giuliano Rinaldi.  Nel cast Max GiustiPaolo CalabresiIlaria SpadaManuela ZeroLorenzo LaviaGrazia SchiavoDadoVittoria Castagnotto, con Michele La Ginestra e con la partecipazione straordinaria di Mauro Coruzzi. Prodotto da Rodeo Drive con Rai Cinema, il film verrà girato a Roma per 5 settimane.

Il cast tecnico di Dicono di te è composto da Vladan Radovic (fotografia), Lorenzo Campera (montaggio), Fabrizio De Luca (scenografia), Sabrina Spissu (costumi) e da Fabio Massimo Colasanti (musiche).

La trama di Dicono di te

Giancarlo (Max Giusti) è un autore tv di successo: fama, soldi, amore, praticamente un uomo realizzato. Quando però il cugino Bernardo (Paolo Calabresi) irrompe nella sua vita, millantando un antico rito di paese che gli donerebbe il potere di sentire cosa dicono le persone alle spalle degli altri, tutto quello che ha costruito comincia ad andare in rovina. Giancarlo capisce che i colleghi lo disprezzano e che gli amici di una vita non lo hanno mai sopportato. Per di più, sua moglie Elena (Ilaria Spada), giornalista che sogna lo scoop della vita, sembra lo tradisca con Raul (Michele La Ginestra), un imprenditore ricco e famoso. Quando anche il lavoro comincia ad andare a rotoli, Giancarlo tenta il tutto per tutto per risalire la china e vendicarsi allo stesso tempo dei torti subiti.

Dicks: The Musical, la data di uscita del musical è stata posticipata

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Secondo DeadlineA24 ha deciso di posticipare la data di uscita della sua prossima commedia Dicks: The Musical, dopo la sua anteprima mondiale al Toronto International Film Festival del 2023. Originariamente previsto per l’uscita nelle sale il 29 settembre, il film musical è stato posticipato di una settimana e ora arriverà in sale selezionate il 6 ottobre. Questo sarà seguito dalla sua ampia distribuzione il 20 ottobre.

Di cosa parla Dicks: The Musical?

“Non esiste business paragonabile a quello dello spettacolo, eccetto forse il business della vendita di setole e spazzole per robot aspirapolvere, un’industria spietata che contrappone quotidianamente venditori ‘eterosessuali sicuri’ come Craig e Trevor l’uno contro l’altro“, si legge nella sinossi di TIFF . “Ma prima che Craig possa infilare un tubo nella bocca di Trevor e aprire l’acqua, questi due sbruffoni dal c***o grosso arrivano alla sorprendente consapevolezza di essere fottutamente gemelli identici cresciuti separati fin dalla nascita”. Fortunatamente, queste sono le condizioni perfette per organizzare una trappola genitoriale vecchio stile, e così la coppia si scambia le vite per ripristinare il nucleo familiare che è stato loro negato a lungo. Ma può ancora sbocciare l’amore tra la loro eccentrica madre, che è così vecchia, e il loro padre nascosto, che è ossessivamente preoccupato dai ragazzi delle fogne cannibali e umanoidi che vivono nel sottosuolo?

Dicks: The Musical è basato sul musical off-Broadway intitolato F***ing Identical Twins di Josh Sharp e Aaron Jackson, che recitano anche nell’adattamento cinematografico. Insieme a Sharp e Jackson ci sono Megan Thee Stallion , Nathan Lane, Megan Mullally e Bowen Yang. Questo segna il debutto come attore del rapper vincitore del Grammy. Il film è diretto da Larry Charles  e si basa su una sceneggiatura scritta da Sharp e Jackson. Contiene musica originale di Sharp, Jackson e Marius de Vries. e Carlo Santa Lucia.

Dickens: L’uomo che inventò il Natale, recensione del film con Dan Stevens

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Se da una parte il periodo natalizio è sinonimo, nel panorama italiano, di cinepanettone, dall’altra le sale si affollano anche di titoli più o meno ambiziosi che si adattano particolarmente alla ricorrenza, e Dickens: L’uomo che inventò il Natale fa parte proprio di questa seconda categoria.

Presentato nella sezione Festa Mobile al Torino Film Festival 35, il film, diretto dal regista di origini indiane Bharat Nalluri, il film è una storia sul senso del Natale che invece di rifare Dickens, rifà il processo creativo che ha portato lo scrittore a scrivere la sua opera più famosa e adattata: Canto di Natale.

Da Zemeckis, che lo ha riproposto in 3D, alla Disney, che ne ha fatto l’adattamento forse più tenero e immortale, il racconto breve dello scrittore inglese è simbolico dello spirito del Natale, e la storia di Nalluri, basata su una sceneggiatura meccanicamente precisa, ci porta dentro la scrittura di questo racconto, che arrivò in un momento molto particolare della vita di Charles.

Dopo il travolgente successo di Oliver Twist, lo scialacquatore Dickens si trova con l’acqua alla gola: diversi flop letterari, una famiglia numerosissima, un padre pieno di debiti, una vita costosa, mettono lo scrittore in condizione di dover per forza sottoscrivere un nuovo contratto con la casa editrice, che lo impegna a consegnare un racconto in tempo record.

Nasce così Canto di Natale. Il film si serve di tutte le strutture narrative dello scrittore, utilizzando come filo conduttore gli incontri e le visioni che il protagonista ha, come principale fonte di ispirazione. Così Charles si troverà a parlare con lo scontroso Scrooge, lo stereotipato avaraccio che lo segue, lo stimola, lo consiglia, lo aiuta insomma a trovare nella realtà i soggetti che comporranno la sua storia.

L’avaro è interpretato da Christopher Plummer, che diventa uno scorbutico nume tutelare per il protagonista, una guida e un maestro quasi, a indicare a Charles la strada per trovare la sua storia. Il film e lo scrittore si assumono quindi lo stesso compito, quello di creare una storia che possa rispecchiare lo spirito del Natale, nella sua natura più pura e autentica, ma anche melensa e verbosa.

Il Dickens di Dan Stevens (il principe/Bestia de La Bella e la Bestia) parla di continuo, con tutti, personaggi reali e creature immaginarie, spalanca gli occhi, corre, scappa, e ancora parla, alla caccia della storia, dell’ispirazione, andando ad attingere a quel mondo di sfortunati e meno abbienti che popolano tutte le sue opere.

Dickens: L’uomo che inventò il Natale dunque è una corsa alla ricerca dello spirito natalizio, un’angolazione nuova sul romanzo di Dickens si cui sposa tutto il senso profondo e manifestamente edificante, senza però ereditarne la complessità della scrittura.

Dickens: L’uomo che inventò il Nataleguarda il trailer del film

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