La Warner Bros. annuncia
indirettamente che sta andando avanti con
MonsterVerse, poiché Dan Stevens
è stato scelto come nuovo protagonista umano in Godzilla
vs. Kong 2. La Warner Bros. ha lanciato un nuovo universo
cinematografico nel 2014 con un film solista di
Godzilla e ha utilizzato gli anni successivi per
dare corpo a una nuova versione della lucertola gigante e della sua
controparte scimmia, Kong, prima di unirli in Godzilla vs. Kong nel 2021. Il film a lungo
ritardato si è rivelato un solido successo per la Warner Bros.,
poiché ha guadagnato quasi $ 500 milioni in tutto il mondo durante
la pandemia. È per questo motivo che il MonsterVerse
continuerà.
La WB ha accettato di confermare il
regista Adam Wingard per un sequel. Il film è
attualmente conosciuto come Godzilla
vs. Kong 2, anche se ci sono state anche
segnalazioni che potrebbe essere intitolato Son of
Kong. Con la produzione che dovrebbe iniziare in Australia
entro la fine dell’anno, la mancanza di annunci su chi altro sarà
coinvolto nel film è stata un po’ sorprendente.
Ora, un nuovo reporet di
Deadline afferma che Dan Stevens
interpreterà un nuovo personaggio umano e sarà il protagonista del
cast di Godzilla vs. Kong 2. Non ci sono dettagli
su chi interpreterà esattamente Stevens, ma è l’unico membro del
cast attualmente legato al sequel. Godzilla
vs. Kong 2 segna una riunione tra l’attore e Wingard,
poiché la coppia aveva già collaborato al film cult The Guest.
Dan Stevens sarà il protagonista della terza
stagione di The Terror di AMC, basata sul romanzo
di Victor LaValle “The Devil in
Silver”. Come riportato da Variety, la nuova stagione è
stata formalmente autorizzata dalla casa di produzione a febbraio.
Stevens sarà anche produttore esecutivo della stagione di sei
episodi, oltre che protagonista. Il debutto è previsto per il 2025
su AMC e AMC+.
Dan Stevens interpreterà Pepper, descritto
come “un traslocatore della classe operaia che, a causa di una
combinazione di sfortuna e di un brutto carattere, si ritrova
ingiustamente rinchiuso nell’ospedale psichiatrico di New Hyde – un
istituto pieno di persone che la società preferirebbe dimenticare.
Lì, deve vedersela con pazienti che lavorano contro di lui, medici
che nascondono tristi segreti e forse anche il Diavolo stesso.
Mentre Pepper naviga in un paesaggio infernale dove nulla è come
sembra, scopre che l’unica strada per la libertà è affrontare
l’entità che prospera sulla sofferenza tra le mura di New Hyde – ma
farlo potrebbe dimostrare che i peggiori demoni di tutti vivono
dentro di lui.”
“Sono entusiasta di far parte di
The Terror: Devil in Silver”. Questa serie è
un’oscura sinfonia di orrore psicologico e dramma avvincente,
destinata a sconvolgere il pubblico”, ha dichiarato Stevens.
“Victor LaValle, Christopher Cantwell e questo incredibile team
hanno creato una danza unica e contorta di diavoli e ombre. Non
vedo l’ora di consegnare qualcosa di epico che risuonerà nelle sale
come una campana di ferro”.
È la seconda volta che Dan Stevens recita in una serie televisiva
ambientata in un ospedale psichiatrico, almeno inizialmente. In
precedenza Stevens ha guidato la serie FX-Marvel “Legion”, la cui
prima stagione era ambientata in gran parte nell’ospedale
psichiatrico Clockworks. Tra gli altri suoi ruoli televisivi
figurano la serie britannica di successo “Downton Abbey”,
la serie limitata di Starz “Gaslit” e “High
Maintenance” della HBO. Recentemente si è unito alla serie
animata di Hulu “Solar Opposites” e ha concluso la
produzione del thriller politico di Netflix “Zero Day”. Al cinema, tra i crediti
di Stevens figurano “Abigail”,
“Godzilla
x Kong – Il nuovo impero” e il remake live-action de
“La bella
e la bestia”.
Dan Stevens, dopo
Quinto Potere (2013) e Una
Preda Perfetta, si prepara ad entrare a far parte del
cast di The Ticket, film drammatico
scritto e diretto da Ido Fluk
(Never Too Late, 2011) insieme a
Lawrence Inglee e prodotto da Oren
Moverman (Oltre Le Regole,
2009).
The
Ticket, le cui
ripreseinizieranno ad agosto a New
York, racconta la storia di un uomo cieco che riacquista il dono
della vista solo per essere divorato dal suo egoismo e accecato
dalla sua ossessione per il superfluo.
Questo, per Dan
Stevens, è stato un anno molto fertile dal punto di vista
professionale, basti pensare al suo debutto al Sundance
Film Festival con il film The
Guest, e alle numerose pellicole a cui ha preso parte
come A Walk Among Tombstones,
The Cobbler e Night at
the Museum: Secret of the Tomb.
Attualmente, l’attore ha da poco
finito di girare il drammatico Criminal
Activities con John Travolta.
Libero dagli impegni sul set di
Downton Abbey, Dan
Stevens si appresta ad arricchire la propria agenda di
impegni, partecipando al nuovo adattamento di Swallows
and Amazons, primo romanzo della omonima serie di
libri per ragazzi firmata dallo scrittore inglese Arthur
Rasmsome nella prima metà del secolo scorso.
Steven sarebbe in predicato di
interpretare il ‘cattivo’ della serie, James Turner, ribattezzato
il Capitano Flint; la vicenda, ambientata nel 1929, vede
protagonisti due gruppi di bambini -da una parte i fratelli Walker
(John, Susan, Titty and Roger) e le sorrelle Blackett (Nancy e
Peggy) – che si incontreranno nel corso delle vacanze estive,
unendo le forze per contrastare Turner, zio delle Blacketts,
diventato una persona decisamente ostile.
La regia del film è affidata a
Charles e Thomas Guard (The
Uninvited), su sceneggiatura di Andrea
Gibb. La produzione è attualmente alla ricerca dei giovani
cui affidare i ruoli dei protagonisti; l’inizio delle riprese è
fissato per l’estate. Tra gli impegni più recenti di Dan
Stevens, vi sono The Fifth Estate (basato
sul caso Wikileaks) e Walk Among The
Tombstones.
Ha rovinato il Natale 2012 ad un
sacco di fan con la sua guida spericolata in Downton
Abbey, ma in 24 mesi Dan Stevens è
risorto ed è diventato una star del cinema. Difficile dimenticare
completamente il suo Matthew Crawley (forse solo la presenza di
Matthew Goode in Downton
Abbey può colmare il vuoto che Dan ha lasciato nei
cuori dei fan), eppure Stevens ce la sta mettendo tutta, tanto che
Empire l’ha eletto
The Breakout Star Of 2014,
la star rivelazione del 2014.
Ecco una gallery della sua
filmografia del 2014, sia quella che abbiamo visto qui in Italia,
sia quella che speriamo arriverà presto:
Dan Stevens si è
unito al cast di Colossal, il film sci-fi
che vede già protagonisti Anne Hathaway e Jason
Sudeikis.
Tim Blake Nelson e
Austin Stowell completano il cast del film che
sarà scritto e diretto da Nacho Vigalondo.
La storia segue una donna che torna
a vivere nel suo paese d’origine dopo aver perso il suo fidanzato a
New York, solo per scoprire che è stranamente connessa con una
creatura gigante che si è materializzata a Seoul e sta distruggendo
la città.
Stevens sarà l’ex-fidanzato che la
lascia solo per ritrovarsi poi a combattere per riaverla. Il film è
attualmente in produzione a Vancouver.
Dopo le voci di questa mattina di
Luke Evans, oggi arriva l’annuncio su
Dan
Stevens. Infatti arriva dal The
Hollywood Reporter la conferma che la Wat
Disney ha scelto la star di The Guest per interpretare il
principe antagonista a Belle interpretato da Emma
Watson.
Il film diretto da Bill
Condon si inserisce a pieno nel filone favolistico che la
Disney sta riproponendo. La Bella e la
Bestia è prodotta da
prodotto da Mandeville Films David Hoberman e Todd
Lieberman.
La bella e la bestia (titolo francese: La belle et
la bête) è una famosa fiaba europea, diffusasi in molteplici
varianti, le cui origini potrebbero essere riscontrate in una
storia di Apuleio, contenuta ne L’asino d’oro (conosciuto
anche come Le metamorfosi) e intitolata Amore e
Psiche. La prima versione edita fu quella di Madame
Gabrielle-Suzanne Barbot de Villeneuve, pubblicata in La jeune
américaine, et les contes marins nel 1740. Altre fonti, invece,
attribuiscono la ricreazione del racconto originale a Giovanni
Francesco Straparola nel 1550. La versione più popolare è,
tuttavia, una riduzione dell’opera di Madame Villeneuve pubblicata
nel 1756 da Jeanne-Marie Leprince de Beaumont in Magasin des
enfants, ou dialogues entre une sage gouvernante et plusieurs de
ses élèves. La prima traduzione, in inglese, risale al
1757.
Durante un’intervista con Variety, Dan
Stevens (Downton Abbey) ha parlato della
possibilità di un sequel per il live action de La Bella e
la Bestia, film Disney arrivato a marzo in sala che ha
raggiunto il miliardo al box office mondiale.
In merito al sequel, Stevens ha
dichiarato: “Non è una domanda a cui posso rispondere io. Non
sono sicuro di quello che faranno. Sono aperto alle offerte, mi
sembrerebbe strano, ma mai dire mai.”
In merito a quale delle due versioni
dei personaggi gli piacerebbe interpretare, se la Bestia o il
Principe, Dan Stevens non ha avuto dubbi: “Mi
piacerebbe riportare in scena la Bestia.”
Leggi la nostra recensione de La
Bella e la Bestia
Esce al cinema il 19 agosto
Onward – Oltre la Magia. In occasione della
presentazione a Roma del nuovo film Disney Pixar,
ecco l’intervista al regista Dan Scanlon, che ha
parlato di magia, di vivere secondo il proprio potenziale e di
quello che gli piace da spettatore.
Diretto da Dan Scanlon e prodotto da
Kori Rae, la squadra creativa che ha realizzato Monsters
University, Onward – Oltre la Magia
include tra le voci italiane Sabrina Ferilli (Laurel Lightfoot),
Fabio Volo (Wilden Lightfoot), Favij (spiritello), Raul Cremona
(apprendista stregone) e David Parenzo (cameriere).
Quando due fratelli elfi
adolescenti, Ian e Barley Lightfoot, hanno l’inaspettata
opportunità di trascorrere un giorno in più con il loro defunto
padre, si imbarcano in una straordinaria avventura a bordo
dell’epico furgone di Barley, Ginevra. Come ogni impresa che si
rispetti, la loro avventura è ricca di incantesimi magici, mappe
misteriose, ostacoli insormontabili e scoperte incredibili. Ma
quando la coraggiosa mamma dei ragazzi, Laurel, si accorge che i
suoi figli sono scomparsi, si allea con la Manticora, una ex
guerriera in parte leone, in parte pipistrello e in parte
scorpione, e inizia a cercarli. Nonostante le pericolose
maledizioni, questo singolo magico giorno potrebbe significare
molto più di quanto avessero mai immaginato.
Il regista Dan
Gilroy, dopo aver ritirato il premio come Miglior Film
d’Esordio agli ultimi Independent Spirit
Award, durante il suo acceptance speech si è
rivolto ai suoi colleghi filmakers indipendenti considerandoli come
“sopravvissuti ad uno tsunami di film a base di supereroi”.
Premiato per il suo film
Nightcrawler– lucida e cinica riflessione
sul ruolo dei media al giorno d’oggi, presentato alla nona edizione
del Festival del Film di Roma- Gilroy si è scagliato con veemenza
contro lo strapotere dell’industria hollywoodiana ormai dominata
dai cosiddetti superhero movies dichiarando:
“Film indipendenti, la fondazione in particolare e tutti coloro presenti
qui oggi, penso che abbiamo resistito ad uno Tsunami di film sui
supereroi che si è abbattuto su questa industria. Siamo
sopravvissuti e abbiamo prosperato e credo che questo sia lo
spirito giusto”.
Gilroy ha riservato delle parole di
elogio per il protagonista del suo film- e co- produttore-
Jake Gyllenhaal, un tempo corteggiato
dall’industria mainstream per sostituire Tobey
MaGuire nella prima trilogia di
Spiderman diretta da Raimi e, in tempi
più recenti, valutato dalla Warner Bros. per interpretare un ruolo
nel prossimo superhero movie Suicide Squad, offerta che ha poi
declinato; mentre invece la sua partner in scena Rene
Russo, nella vita moglie di Gilroy, ha ricoperto il ruolo
della moglie di Odino, Frigga, in entrambi i due capitoli del
franchise di Thor.
È difficile pensare a un anime più
folle o di maggior successo di Dan Da Dan
quest’anno. La storia di Yukinobu Tatsu su una
ragazza con poteri psichici e la sua amicizia con un ragazzo
ossessionato dagli alieni ci ha portato in luoghi assurdi nella
prima stagione.
I primi 11 episodi da soli hanno
racchiuso di tutto, dai testicoli mancanti e una storia d’amore con
un manichino al mostro di Loch Ness e una storia di fantasmi
straziante. Cosa ci riserva quindi il dodicesimo e ultimo episodio
della prima stagione? Let’s Go to the Cursed House è meno folle di
quanto ci si potrebbe aspettare, concentrandosi più sullo sviluppo
dei personaggi chiave che sulle minacce demoniache o aliene.
Ma anche quelle ci sono,
ovviamente, e vengono alla ribalta solo alla fine, in un
cliffhanger a sorpresa che continuerà nella seconda stagione, già
confermata. Vediamo come andrà a finire.
Spiegazione del finale della
prima stagione di Dan Da Dan
L’episodio inizia con Okarun e Momo
Ayase che supplicano Seiko Ayase, la nonna di quest’ultima, di
lasciare Hana nella casa della famiglia Ayase.
Hana è un modello anatomico che si
è innamorato di un altro modello posseduto di nome Taro. Il piano è
che Taro continui a lavorare nel laboratorio di chimica come ha
sempre fatto, sgattaiolando fuori di notte per andare a trovare
Hana in quello che Seiko chiama “l’hotel per modelli anatomici
arrapati”.
Mentre si discute di questo, Turbo
Granny attacca Jiji, l’amica di Momo, perché è una maneki-neko (una
bambola giapponese a forma di gatto) posseduta, quindi è sempre
irritabile.
È solo un altro giorno nella vita
di Momo e Okarun. Tranne che… con Jiji sempre intorno, Okarun sta
diventando sempre più geloso del legame che Momo ha con il suo
amico d’infanzia. I due fanno gli sciocchi per conquistare Momo,
mentre Okarun, in particolare, si rende ridicolo.
È allora che Momo rivela che ha
intenzione di dormire a casa di Jiji per aiutare a scacciare
qualsiasi entità malvagia abbia recentemente fatto ammalare i suoi
genitori. Il lavoro potrebbe richiedere un po’ di tempo e la casa
della sua famiglia si trova in una località termale di montagna
piuttosto lontana.
A questo punto Okarun esplode di
gelosia, ma si scopre che Momo aveva sempre avuto intenzione di
invitarlo perché “non so se ce la posso fare senza di te”. Cogli il
messaggio, Okarun. Lei ci sta!
Passiamo poi alla scuola, dove
quattro studenti si sono intrufolati dopo l’orario di chiusura per
giocare con una tavola Ouija. Ma invece di ripetere il caos
scolastico che abbiamo visto qualche episodio fa, i ragazzi vengono
sorpresi da Taro che corre verso di loro a tutta velocità,
disperato di andarsene e di ricongiungersi con Hana a casa degli
Ayase.
In modo piuttosto drammatico, Taro
sfonda una finestra e corre per le strade fino a quando un camion
lo investe improvvisamente, frantumando la bambola in pezzi molto
più piccoli, ma ancora sensibili.
Momo rimane fuori con Hana per
tenerle compagnia mentre aspetta Taro, ma si addormenta prima che
lui riesca a ricomporre la bambola e a tornare a casa. Passiamo
alla mattina seguente, dove i modelli si abbracciano e una musica
romantica si diffonde mentre Momo si pulisce la bava dal viso.
Dopo questo inizio casuale ma
divertente, tipicamente anticonformista, parte la sigla e
ritroviamo Momo, Okarun e Jiji sul treno, che giocano a Old Maid
mentre aspettano di arrivare a casa di Jiji.
Jiji e Momo legano ancora di più
grazie ai dolci che compravano insieme da una signora anziana
quando erano bambini, provocando ancora di più Okarun.
Concentrarsi sul testicolo mancante
non aiuta a lungo – “Nut, nut, nut, nut!” – quindi cerca invece di
superare Jiji con la sua conoscenza degli alieni e dei criptidi. Il
piano fallisce quando Jiji si appassiona davvero a tutte quelle
cose strane e chiama Okarun suo ‘amico’. È difficile odiare un
ragazzo dopo una cosa del genere, soprattutto quando “è così
gentile, dannazione”.
La città termale sembra pittoresca
e bellissima, se non fosse per tutti gli inquietanti abitanti che
sorridono ai nostri beniamini dai recessi bui delle loro case. I
bambini però non se ne accorgono, perché sono troppo occupati a
cercare di salire non uno, ma due rampe di scale apparentemente
infinite. Jiji le sale di corsa, urlando, mentre Momo e Okarun si
trascinano su come meglio possono.
Una volta arrivati in cima, Momo
non vede alcuna aura strana o qualcosa di insolito a casa di Jiji.
Altri medium avevano precedentemente affermato che la sua casa era
“la cosa più malvagia che esistesse”, il che significa che forse
oggi i fantasmi si stanno nascondendo. È probabile, dato che
un’altra figura inquietante li sta già osservando da vicino dagli
alberi vicini.
Momo però è stanca di aspettare,
quindi va a dare un’occhiata a una delle sorgenti termali locali,
dando ai ragazzi la possibilità di legare senza di lei. Gli spiriti
saranno comunque molto più attivi al calar della notte.
Jiji incoraggia Okarun a giocare a
calcio e, come prevedibile, lui è negato. Ma Jiji è paziente e
rassicura questo ragazzino goffo dicendogli che non fa niente se
inciampa. Meno rassicurante è il fatto che Jiji improvvisamente gli
faccia una domanda spinosa: “Allora, sei innamorato di Momo?”.
Sì, Okarun non era così paranoico
come sembrava, perché a quanto pare anche Jiji è interessato
a lei. I due iniziano a competere tra loro, sostenendo di amare
Momo più di tutti, perché è quello che tendono a fare i ragazzi
immaturi, anche se Momo non ha ancora confessato il suo amore a
nessuno dei due.
Momo, però, non ha idea di cosa
stia succedendo. È troppo occupata a rilassarsi alle terme,
completamente ignara degli abitanti del posto che la osservano da
vicino. Passa un po’ di tempo e Momo decide di uscire prima che il
calore dell’acqua le dia le vertigini e le faccia girare la
testa.
È allora che nota che le pareti
sono più alte di quanto ci si aspetterebbe da una sorgente termale
all’aperto, ostruendo la bella vista. O forse nascondono
deliberatamente ciò che accade qui all’esterno?
Una porta si apre improvvisamente e
quattro uomini dall’aspetto strano si avvicinano all’acqua,
mormorando che Momo è “la cosa più carina che abbiano mai
visto”.
All’inizio lei non vuole andarsene
perché non vuole mostrarsi a loro, anche se si tratta di una sauna
comune mista. Ma poi Momo si rende conto che gli uomini sono
disgustosi predatori che vogliono farle del male. I loro occhi
luccicanti sono un chiaro segno che c’è qualcosa che non va.
Il problema, però, è che Momo si
sente stordita dall’acqua calda e, nelle sue condizioni, teme che i
suoi poteri psichici non siano abbastanza forti per respingere gli
uomini. Prima che possa difendersi, il capo del gruppo afferra Momo
e la spinge sott’acqua, cercando di affogare la sensitiva
preferita da tutti.
Nel frattempo, i ragazzi non si
rendono conto di ciò che sta succedendo a Momo. Sono troppo
occupati a litigare per lei, finché Okarun non nota improvvisamente
qualcosa di strano nella casa di Jiji. Si scopre che è più grande
all’interno che all’esterno. Come il TARDIS del Dottore, ma al
contrario.
Jiji indaga con un martello,
abbattendo una parete cava che nasconde una stanza segreta. La casa
è in affitto, ma lui è troppo preoccupato per i suoi genitori
malati per preoccuparsene. All’interno, strati su strati di
strani amuleti di carta rivestono l’intera stanza, mentre uno
strano vento li fa frusciare dall’interno.
Cosa significa questo
cliffhanger spettrale per la seconda stagione di Dan Da
Da?
È a questo punto che finisce il
finale della prima stagione di Dan Da Dan, con i
soliti titoli di coda e Turbo Granny che usa un asciugacapelli.
Per quanto riguarda i finali,
questo non è particolarmente emozionante. Sembra solo il solito
colpo di scena a cui i fan sono abituati alla fine della maggior
parte degli episodi. L’escalation qui è più uno sviluppo emotivo
tra Okarun e Jiji che un’azione epica.
Questo non significa che i fan non
possano aspettarsi grandi cose dalla seconda stagione di Dan Da
Dan.
Come già sanno i lettori del manga
di Yukinobu Tatsu, questo è solo l’inizio dell’arco narrativo
della Casa Maledetta, che promette di essere il capitolo più
intenso della storia.
Senza spoilerare troppo, basti
sapere che la divinità serpentina Jiji menzionata in precedenza, il
Tsuchinoko, continuerà a giocare un ruolo importante nel futuro del
villaggio, così come nel suo passato, in cui i sacrifici umani
conducono i nostri eroi su un percorso terrificante.
Dovrete aspettare fino al luglio
2025 per saperne di più, perché è allora che la serie tornerà con
la seconda stagione. Oppure potete semplicemente leggere il manga
in anticipo, se non vi dispiace spoilerarvi la storia. Anche
conoscendo il materiale originale, non sarete preparati alla follia
di questo arco narrativo quando prenderà vita sullo schermo.
Dan Dan Dan è
disponibile in streaming su Netflix e Crunchyroll.
Secondo alcuni rumors che si fanno sempre
più insistenti, Dan Brown sarebbe a lavoro su una nuova
riscrittura della sceneggiatura tratta dal suo best-seller Il
simbolo perduto, altra avventura di quel Robert Langdon che lo ha
reso famoso e ricchissimo con Il codice Da Vinci e Angeli e Demoni.
Stavolta l’eroe, interpretato nei primi due film da Tom Hanks,
dovrà vedersela con una piramide contenente un’antica
conoscenza.
Dopo la trilogia
cinematografica diretta da Ron Howard e
interpretata da Tom Hanks – ovvero Il codice Da Vinci,
Angeli e demoni e Inferno
– il personaggio
ormai iconico di Robert Langdon creato dallo
scrittore Dan Brown approda sul piccolo schermo
grazie alla serie Dan
Brown – il simbolo perduto, prodotta per il canale
streaming Peacock.
Dan Brown – il simbolo perduto, la trama
In questo nuovo show il
protagonista, pur avendo subito un deciso ringiovanimento rispetto
alla versione interpretata da Hanks, rimane comunque già totalmente
indirizzato nella sua carriera di esperto di simbologia religiosa,
oltre che ovviamente improntato verso una visione totalmente
razionale nelle sue interpretazioni. Nella sua nuova avventura
Langdon deve tentare di salvare il suo mentore Peter Solomon,
rapito da un maniaco assassino deciso a impadronirsi della
conoscenza dell’uomo per arrivare a possedere un potere in grado di
cambiare l’intero status quo degli Stati Uniti. Per riuscire
nell’impresa Langdon, aiutato principalmente dalla figlia di
Solomon Katherine, dovrà come al solito decifrare codici, svelare
segreti e ovviamente scampare a decine di pericoli in agguato.
“Squadra che vince
non si cambia” è uno dei motti più popolari applicati allo
sport, e in questo caso ben si addice anche a Dan
Brown – il simbolo perduto. Quei milioni di lettori
che si sono appassionati ai romanzi di Brown, così come gli
spettatori che hanno decretato il successo dei lungometraggi di
Howard e Hanks – in particolar modo i primi due lungometraggi della
trilogia – rimarranno senza alcun dubbio soddisfatti
dall’adattamento televisivo di The Lost Symbol, in
originale. La decisione di “rinfrescare” il protagonista a livello
anagrafico non altera in alcun modo lo spessore del personaggio né
stravolge le caratteristiche che lo hanno reso tanto popolare.
Il nuovo Robert Langdon
Il nuovo attore
principale Ashley Zukerman – salito recentemente alla ribalta
grazie a un’altra serie di enorme successo quale
Succession – possiede il giusto tipo di presenza scenica,
elegante e vagamente geek nella sua pur evidente umanità. Simpatico
fin dalle primissime scene, l’attore interpreta il personaggio di
Langdon conferendogli il necessario spessore drammatico, facendo in
modo che l’empatia del pubblico sia diretta immediatamente verso la
figura principale. In questo modo si crea, quasi per contrappasso,
una interessante dicotomia tra il fattore umano che Langdon
trasmette nelle puntate iniziali e la freddezza calcolatrice delle
macchinazioni messe in atto da “villain” Mal’akh, interpretato con
efficace presenza scenica da un Beau Knapp
(The Good Lord Bird), attore aiutato dal notevole
trucco che ricopre il suo corpo di tatuaggi. Nel cast meritano
segnalazione anche il veterano Eddie Izzard
(Hannibal) nella parte di Peter Solomon e Rick
Gonzalez (Arrow) in quella di un poliziotto che si trova
accidentalmente coinvolto nelle avventure di Langdon.
Il
simbolo perduto ripropone dunque con discreta
efficacia tutti gli elementi che hanno reso popolari i romanzi di
Dan Brown e i suoi adattamenti cinematografici. Si
tratta di un tipo di show che punta all’intrattenimento leggero,
che vuole divertire il pubblico intento a seguire i vari incastri
della trama che si dipanano volta per volta grazie alle abilità
deduttive e alla conoscenza specifica dei personaggi, su tutti
ovviamente Robert Langdon. Non è questo il tipo di show televisivo
in cui cercare profondità psicologica dei personaggi oppure momenti
fortemente drammatici e introspettivi: The Lost Symbol punta al
contrario a stuzzicare il gusto dello spettatore per il mistery,
condito con un pizzico di storia e un gusto retrò che ben gli si
addice.
Anche la scala della
messa in scena non è certamente quella di una mega-produzione come
ad esempio Il codice Da Vinci ma la bellezza delle
ambientazioni, soprattutto nell’episodio pilota, immerge comunque
lo spettatore in un prodotto confezionato con eleganza e notevole
cura per i dettagli. Quel che resta da fare è rilassarsi, seguire
Robert Langdon nella sua nuova, frenetica
avventura sicuri che prima o poi riuscirà a risolvere tutti gli
enigmi e rompicapo che gli si presentano di fronte. Per gli amanti
dell’eroe e dell’universo creato da Dan Brown, il
divertimento è assicurato.
No, non è un clamoroso dietro
front, ma l’idea di Aykroyd per un eventuale
quinto capitolo della saga degli Acchiappafantasmi. Dan
Aykroyd non ha certo avuto vita facile nel portare avanti
il terzo film dedicato agli
Acchiappafantasmi: nonostante il progetto
sia ancora in attesa del via libera della Sony, con l’intero cast
confermato – a eccezione ovviamente di Bill Murray
– l’attore sembra in pieno trip creativo, avendo già cominciato a
parlare del quarto e del quinto film, che vedrebbe i protagonisti
finire all’Inferno.
Aykroyd ha detto che vedere i
Ghostubusters nell’Aldilà sarebbe grande, ma che ci vorranno uno o
due film prima che questo succeda: il lavoro sarebbe già a buon
punto, scritto dallo stesso Aykroyd assieme al suo collaboratore
storico Tom Davis e promette di essere il più
comico di tutti. L’attore ha dichiarato che se la Sony
darà il via libera a Ghostbusters 3,
probabilmente ci sarebbe spazio per un ulteriore ritorno: tuttavia
lo stesso attore ha affermato che è arrivato il momento di avviare
effettivamente il progetto, altrimenti c’è il rischio che i
protagonisti gettino la spugna e visto che sono gli stessi a
detenere i diritti, senza di loro il film non potrà essere
fatto.
L’attore Dan
Aykroyd è stato una delle principali icone comiche degli
anni Ottanta, avendo preso parte a film di grandissimo successo
rimasti indelebili nell’immaginario collettivo. Sono infatti
numerosi i titoli che vengono subito alla mente quando si pensa a
lui, segno che egli è realmente stato in grado di distinguersi e
costruirsi una propria personalità all’interno di Hollywood. Ancora
oggi, a distanza di anni, è sempre un piacere rivedere i suoi film
più noti e riscoprire anche quelli meno celebri.
Ecco 10 cose che non sai di Dan Aykroyd.
Dan Aykroyd: i suoi film e le serie TV
1. Ha recitato in celebri
film. Dopo essere divenuto una celebrità
del Saturday Night Live, la carriera di Aykroyd al
cinema inizia nel 1979 con il film 1941 – Allarme a
Hollywood, di Steven
Spielberg. Nel 1980 si consacra ulteriormente, insieme
all’amico John Belushi, grazie al film The
Blues Brothers. Da quel momento, recita in celebri film come
Una poltra per due
(1983), con Eddie Murphy,
Indiana Jones e il tempio
maledetto (1984), con Harrison Ford,
Ghostbusters –
Acchiappafantasmi (1984), con Bill Murray,
Tutto in una notte (1985), Spie come noi (1985),
Ho sposato un’aliena (1988), Ghostbusters II (1989) e
A spasso con Daisy (1989). In seguito ha recitato in
titoli come Genitori cercasi (1994), Blues Brothers:
Il mito continua (1998), Pearl Harbor
(2001), Io vi dichiaro marito e… marito (2007),
Candidato a sorpresa
(2012), Tammy (2014) e Ghostbusters: Legacy
(2021).
2. Ha partecipato anche a
progetti televisivi. Aykroyd non ha però mai dimenticato
la televisione, che lo ha reso celebre. Oltre ad aver preso parte
al già citato Saturday Night Live in più occasioni tra il
1975 e il 2013, ha poi recitato in film per la TV come Things
We Did Last Summer (1978), All You Need Is Cash
(1978) e nella serie PSI Factor (1996-2000). Ha poi preso
parte a Casa e chiesa (1997-1998), il film La vendetta
del ragno nero (2001) e ad alcuni episodi della serie La
vita secondo Jim (2002-2009). Nel 2013 ha invece recitato nel
film Dietro i candelabri, con protagonista Michael
Douglas.
3. È anche regista,
sceneggiatore e produttore. Oltre a lavorare come
interprete, Aykroyd si è in diverse occasioni occupato anche di
altri ruoli, in particolare quello dello sceneggiatore. Ha infatti
partecipato alla scrittura di diversi episodi del Saturday
Night Live, ma anhe a quella dei film The Blues Brothers,
Ghostbusters – Acchiappafantasmi, Spie come noi, Ghostbusters II,
Teste di cono e Blues Brothers: Il mito continua. Ha
poi diretto il film Nient’altro che guai (1991), da lui
anche scritto, mentre ha recentemente ricoperto il ruolo di
produttore per il film Ghostbusters (2016).
Dan Aykroyd in The Blues Brothers
4. Ha ideato i personaggi
insieme a John Belushi. Prima di diventare i protagonisti
di The Blues Brothers, i personaggi Jake ed Elwood Blues
sono stati ideato da Aykroyd insieme a Belushi per lo show
Saturday Night Live. I due erano inzialmente protagonisti
di alcuni sketch, ma in seguito divennero membri di una band a
tutti gli effetti, pubblicando l’album Briefcase Full of
Blues nel 1978. Sull’onda del successo ottenuto, i due
attori si decisero infine a realizzare un film basato su questi due
personaggi, dando vita ad un lungometraggio che punta sulla
comicità e sulla musica più che sulla coerenza narrativa.
5. Scrisse una sceneggiatura
esageratamente lunga. Aykroyd si occupò in prima persona
della sceneggiatura del film, pur non avendone mai scritta una
prima di quel momento. Egli inserì dunque numerosi passaggi
descrittivi sulle origini dei personaggi, idee per la messa in
scena e altre idee, arrivando ad occupare circa 324 pagine. Per
ironizzare sul suo stesso lavoro Aykroyd fece recapitare il copione
al produttore Robert K. Weiss nella copertina di
un elenco del telefono. Il regista del film, John
Landis, ebbe dunque poi il compito di riadattare quanto
scritto da Aykroyd in una sceneggiatura valida per poter essere
adattata per il cinema.
Dan Aykroyd in Una poltrona per due
6. Si è ridotto lo stipendio
per recitare nel film.Una poltrona per due è uno
dei più popolari film degli anni Ottanta, nonché appuntamento fisso
in televisione durante la vigilia di Natale in Italia. Tale film
piacque da subito anche ad Aykroyd, che dopo aver letto la
sceneggiatura si offrì di sostiuire Gene Wilder,
inizialmente pensato per il ruolo di Louis Winthorpe III. Per
ottenere il ruolo Aykroyd dovette però dimezzarsi lo stipendio,
poiché i produttori non erano convinti circa il suo coinvolgimento.
La chimica di coppia sfoggiata con Murphy ha poi reso il film un
grande successo, smentendo dunque chi non era convinto sulla sua
partecipazione al progetto.
Dan Aykroyd in Ghostbusters
7. Aveva scritto un ruolo
per il suo celebre amico. Mentre era intento a scrivere la
sceneggiatura di Ghostbusters –
Acchiappafantasmi, Aykroyd aveva pensato di costruire il
personaggio di Peter Venkman sulla base del carattere del suo
celebre amico e collega John Belushi.
Quest’ultimo, purtroppo, venne tragicamente a mancare proprio
mentre la sceneggiatura era ancora in fase di scrittura. Per il
ruolo venne allora scelto l’attore Bill Murray ed
Aykroyd si trovò a dover apportare alcune modifiche per rendere più
congeniale il personaggio al nuovo attore.
8. Ha svelato il segreto di
una celebre scena. Una delle immagini più famose del film
è quella in cui Ray, il personaggio interpretato da Aykroyd, rimane
scioccato e la sigaretta che stava per fumarsi gli rimane appesa al
labbro. In un’intervista successiva al film, l’attore ha raccontato
che la cosa era prevista ma che per riuscire in ciò non è stato
utilizzato nessun tipo di adesivo. Semplicemente, la sigaretta è
rimasta attaccata al suo labro grazie alla saliva. Si tratta ancora
oggi di un’immagine molto popolare, divenuta anche un meme su
Internet.
Dan Aykroyd e la vodka
9. Ha fondato un proprio
brand di vodka. In più occasioni l’attore si è cimentato
anche in progetti esterni al mondo del cinema. Tra le sue attività
più note vi è quella relativa al Crystal Head Vodka, un brand di
vodka fondato nel 2007 insieme all’artista John
Alexander. Si tratta di un marchio di vodka di fascia alta
noto per la sua caratteristica bottiglia a forma di teschio e per
essere filtrato attraverso i cristalli di diamante Herkimer. A
causa della mancanza di vodka senza additivi sul mercato, Aykroyd
aveva infatti deciso di crearne una lui stesso. Alexander ha poi
progettato la bottiglia basandosi sul fascino condiviso da entrambi
per la leggenda dei tredici teschi di cristallo.
Dan Aykroyd: età e altezza dell’attore
10. Dan Aykroyd è nato a
Ottawa, in Canada, il 1 luglio del 1952. L’attore è alto
complessivamente 1.83 metri.
Annunciato questa estate dalla
Universal Pictures, con uscita nelle sale prevista
per il 17 ottobre 2014, il biopic sulla vita
di James Brown, i cui panni saranno indossati
da Chadwick Boseman, si arricchisce di un
attore d’eccezione.
Secondo quanto riportato
da The Holliwood Reporter,
sembrerebbe che Dan Aykroyd, il padre
di Ghostbusters,si
unirà al cast sinora composto da Chadwick
Boseman, Nelsan
Ellis, Viola
Davis, Lennie James
e Octavia Spencer. Insieme
ad Aykroyd è in arrivo
anche Jill Scott.
Il film, diretto
da Tate Taylor, porterà il titolo di un
celebre pezzo del padrino del soul: Get
onupe ne racconterà la vita
partendo dai primi anni di un’infanzia vissuta in povertà per poi
fotografare l’ascesa di una delle figure di maggior peso del
panorama musicale mondiale.
Oltre al cast, anche il pool di
produttori sarà d’eccezione, oltre allo
stesso Taylor, saranno impegnati nella
produzione anche Mick
Jagger, Victoria
Pearman, Brian
Grazer, Erica Huggins.
Dan Aykroyd parlando di Ghostbusters
3 a confermato il ritorno anche di Sigourney Weaver
nel cast, inoltre vuole che ci siano anche Alyssa Milano e Eliza
Dushku, e pensa a Harold Ramis come regista…
L’attore ha spiegato che la Sony sta premendo l’acceleratore sul
progetto, e si sbilancia parlando anche di riprese: “Penso che
inizieremo a girare molto presto, forse già in inverno”. Ma per
girare un film servono un regista e un cast: sembra che la Sony
stia facendo di tutto per ottenerli piuttosto in fretta. Ivan
Reitman, regista dei primi due film, non potrà partecipare perché è
“troppo impegnato nel ruolo di mega-produttore di film”, ma c’è una
buona possibilità (almeno per quanto riguarda i desideri di
Aykroyd) che sia Harold Ramis a dirigerlo. Ramis ha appena girato
Anno Uno, commedia comica scritta proprio dagli sceneggiatori di
Ghostbusters 3: “Ha un mucchio di cose in ballo, ma sarebbe
grandioso vederlo lavorare a questo film.”
Ore che Ghostbusters 3 sembra aver
ottenuto finalmente il via libera, Dan Aykroyd conferma i rumour
sui nuovi attori che prenderanno parte al film, a cominciare da
Anna Faris…
Dan Amboyer,
attore che ha partecipato alle riprese di Batman
v Superman Dawn of Justice ma il cui ruolo è
ancora sconosciuto, ha risposto a delle insisdiose domande fattegli
da
PopSugar in merito al suo personaggio nel film. In realtà i
rumors parlan di Hal Jordan/Green Lantern, personaggio che avrà
invece un ruolo molto importante nella Justice
League.
Su Zack Snyder
l’attore ha dichiarato che il regista è molto fisico, che ha
addirittura chiesto di fare delle flessioni traun ciak e l’altro e
che ha spinto gli attori a prendersi molta cura della propria
forma, incitandoli addirittura a mangiare sano, frutta e
verdura.
In merito alle scene che ha girato
lui stesso, Dan Amboyer è stato molto generico:
“Non posso dire nulla senza spoilerare, diciamo però che ho
girato delle scene davvero belle”.
Che ne pensate? Potrebbe trattarsi
del nuovo volto di Lanterna Verde?
Justice League Parte I sarà
diretto ancora una volta da Zack Snyder ed è
previsto per il 10 novembre 2017. Nel film vedremo
protagonista Henry Cavill come Superman, Ben
Affleck come Batman, Gal
Gadot come Wonder Woman, Ezra Miller
come Flash, Jason Momoa come Aquaman, e Ray
Fisher come Cyborg. Il seguito invece, Justice League
Part Two arriverà 14 giu 2019.
Sembra che ci fosse del vero nella
voce secondo cui Damson Idris (F1 – Il
Film) fosse in trattative per interpretare il nuovo
Black Panther dell’MCU. La recente
indiscrezione secondo cui i Marvel Studios potrebbero essere
alla ricerca di un attore che sostituisca il compianto ChadwickBoseman per
interpretare T’Challa nell’MCU ha fatto emergere diversi nomi, tra
cui quello di Damson Idris.
Si diceva che la promettente star
britannica, che ha un ruolo chiave in F1 – Il Film
al fianco di Brad
Pitt, fosse uno degli attori che hanno rinunciato
all’opportunità di interpretare T’Challa, e poco dopo è stato
chiesto conto della voce sui social media. Idris ha scherzosamente
risposto (anche se non tutti hanno colto il sarcasmo) di aver anche
“rifiutato 007, un film con Daniel Day Lewis e un biopic su
Eddie Murphy“.
Tuttavia, sembra che ci fosse almeno
un fondo di verità in questa voce. Durante una visita a Today
(tramite EW), a Damson Idris è stato chiesto di
partecipare a un gioco in cui poteva rispondere solo “sì” o “no” a
una serie di domande.
“Si vocifera nell’universo che
tu possa essere scelto per il ruolo del prossimo Black
Panther”, ha detto il co-conduttore Craig Melvin. “Ne
avete parlato? Sì o no?” Sebbene l’attore non abbia voluto
fornire ulteriori dettagli, non ha esitato ad accettare la parte se
gli fosse stata data l’opportunità.
Mentre stavano cercando un nuovo
attore per interpretare una variante dello stesso personaggio
interpretato da Boseman, sembra più probabile che lo studio stia
effettivamente cercando un attore per il ruolo del figlio del
T’Challa originale (Toussaint, alias il Principe T’Challa),
introdotto alla fine di Wakanda Forever. Chiunque accetti il
ruolo, il nuovo T’Challa dovrebbe debuttare in uno dei prossimi
film degli Avengers prima
di avere un ruolo più importante in Black Panther
3.
Durante un’intervista del 2022 con
il New York Times, il regista Ryan Coogler ha
ammesso che sarebbe felice di rimanere in questo franchise
“finché la gente mi vorrà“.
“Mi sento fortunato ad avere
l’opportunità di lavorare a questi film, fratello. Quando mi è
stato chiesto di fare il primo, è stato come un treno in corsa.
Ringrazio Dio ogni giorno di essere potuto salire a bordo e di aver
incontrato queste persone, questi attori, e di aver conosciuto
Chadwick durante alcuni degli ultimi anni della sua vita. Lo farò
finché la gente mi vorrà. Ma penso che sia più grande di me o Joe.
Tra il primo e il secondo film, abbiamo incassato 2 miliardi di
dollari al botteghino, che è ciò che conta di più per le aziende.
Quindi spero che continui così, amico. Spero che la gente continui
a fare film sul Wakanda anche molto tempo dopo che non ci saremo
più.”
Il miglior rimedio contro la
depressione? Caffè con ciambelle, chiacchiere terapeutiche, ma
soprattutto un ferreo programma d’igiene personale misto a numeri
di danza. Parola di Violet (Greta
Gerwig), Rose (Megalyn Echikunwoke) e
Heather (Carrie MacLemore), protagoniste
dell’ultimo film di Whit Stillman presentato l’anno scorso ai
Festival di Venezia e Toronto: Damsels in
Distress.
Damsels in Distress, la
trama: Belle, giovani ed anti-convenzionali, le tre
ragazze intendono rivoluzionare la vita al Seven Oaks, un college
dell’East Coast caratterizzato dalla predominanza maschile e da una
diffusa tendenza al suicidio dei suoi studenti. Prendono sotto la
propria ala Lilly (Analeigh Tipton), che rimane affascinata dalle
bizzarre convinzioni delle nuove compagne di stanza, continuamente
alla ricerca di persone mediocri e “perdenti” da salvare attraverso
il loro “Centro di prevenzione suicidi”. Come Frank e Thor, membri
di una confraternita incapaci di distinguere i colori primari, o la
depressa Priss, appena mollata dalla sua ultima fiamma dagli occhi
blu.
Nel frattempo Lily si destreggia
fra Charlie (il protagonista di “O.C.” Adam Brody), playboy della Facoltà che la
adesca offrendole un drink al pub, e l’amico provvisto di fidanzata
Xavier (Hugo Becker). Questo, chiaramente attratto
dalla dolce brunetta, non vede l’ora di farle sperimentare i
costumi sessuali dei Catari.
Tra lezioni di tip tap, citazioni
auliche e corsi sulla letteratura omosessuale, Stillman firma una
commedia fuori dall’ordinario, evidente parodia dei film
adolescenziali e dei personaggi che li popolano. Solo se letto in
quest’ottica, Damsels in Distress ha ragione di
esistere, pungente affresco della borghesia urbana statunitense che
il regista originario di Washington aveva già preso di mira in
“Metropolitan” e “The Last Days of Disco”.
I protagonisti di Damsels
in Distress, molti dei quali al loro debutto
cinematografico, sfoderano una recitazione decisamente sopra le
righe, in linea con un’atmosfera frivola e “witty” che, se diverte
nella prima parte del film, alla lunga stanca e convince sempre
meno.
Il risultato è una satira non
sgradevole, di livello medio, con qualche felice intuizione e
dialoghi caratterizzati da un nonsense che vuole (vorrebbe)
riecheggiare l’humour anglosassone di autori come Oscar Wilde.
Ottima la scelta dei costumi, ad opera di Ciera Wells, e brillanti
le coreografie di Justin Cerne, tra cui quella
finale della “sambola”, spassoso ballo inventato dalla leader del
gruppo Violet. Uscito negli Usa lo scorso aprile, Damsels
in Distress sarà nelle nostre sale dal 1 agosto.
Si intitola Damsel
il prossimo film Netflix con
protagonista Millie Bobby Brown che ormai ha trovato una
vera e propria casa professionale all’ombra della grande N rossa.
Dopo il successo travolgente con Stranger Things,
che si avvia alla sua conclusione, l’attrice ha partecipato
Enola Holmes e ora tornerà a essere un’eroina
action nel fantasy diretto da Juan Carlos
Fresnadillo. Ecco di seguito una clip dal film che
arriverà sulla piattaforma il prossimo 8 marzo.
You could cut the tension with a sword.
Damsel premieres March 8. Starring Millie Bobby Brown, Angela
Bassett, Robin Wright, Nick Robinson, and Ray Winstone. pic.twitter.com/HpCTTN0elV
Millie Bobby Brown è una damigella che
non ha bisogno di essere salvata in Damsel,
il film diretto da Juan Carlos Fresnadillo, in arrivo solo su
Netflix dall’8 marzo 2024.
In Damsel
Una devota damigella accetta di sposare un affascinante principe,
per poi scoprire che la famiglia reale vuole offrirla in sacrificio
per ripagare un vecchio debito. Intrappolata in una caverna con un
drago sputafuoco, dovrà utilizzare astuzia e caparbietà per
sopravvivere.
Netflix
dopo il
teaser ha diffuso il trailer del film action Damsel
che vede protagonista l’attrice Millie Bobby Brown. Millie Bobby Brown è una damigella che
non ha bisogno di essere salvata in Damsel,
il film diretto da Juan Carlos Fresnadillo, in arrivo solo su
Netflix dall’8 marzo 2024.
In Damsel
Una devota damigella accetta di sposare un affascinante principe,
per poi scoprire che la famiglia reale vuole offrirla in sacrificio
per ripagare un vecchio debito. Intrappolata in una caverna con un
drago sputafuoco, dovrà utilizzare astuzia e caparbietà per
sopravvivere.
DIRETTO DA: Juan Carlos Fresnadillo
SCRITTO DA: Dan Mazeau
PRODOTTO DA: Joe Roth, p.g.a., Jeff Kirschenbaum,
p.g.a., Chris Castaldi, p.g.a.
CO-PRODUTTORE: Emily Wolfe
PRODUTTORI ESECUTIVI: Sue Baden-Powell, Zack Roth,
Millie Bobby Brown, Robert Brown, Dan Mazeau, Mark Bomback
CAST: Millie Bobby Brown, Ray Winstone, Nick
Robinson, Shohreh Aghdashloo, con Angela Bassett e Robin
Wright
Netflix
ha diffuso il teaser trailer del film action Damsel
che vede protagonista l’attrice Millie Bobby Brown. Il primo contributo video
ufficiale sul film atteso arriva dal Geeked Week di New York.
Damsel è diretto dal regista
spagnolo candidato all’Oscar Juan Carlos
Fresnadillo, adattato da una sceneggiatura scritta dallo
sceneggiatore di L’ira dei TitaniDan
Mazeau. Oltre a recitare, la Brown è anche produttrice esecutiva attraverso
la sua società PCMA Productions insieme a
Zack Roth, Chris Castaldi e Mazeau. Anche
Joe Roth e Jeff Kirschenbaum si
sono uniti al progetto come produttori.
In Damsel
una devota damigella accetta di sposare un affascinante principe,
per poi scoprire che la famiglia reale vuole offrirla in sacrificio
per ripagare un vecchio debito. Intrappolata in una caverna con un
drago sputafuoco, dovrà utilizzare astuzia e caparbietà per
sopravvivere.
In quale altro prodotto Netflix ha
preso parte Millie Bobby Brown?
Millie Bobby Brown ha ottenuto riconoscimenti
a livello mondiale per il suo ruolo rivoluzionario nel ruolo di
Undici nella serie di fantascienza di successo di NetflixStranger
Things, che è valso alla giovane attrice la sua prima
nomination agli Emmy Award come miglior attrice non
protagonista in una serie drammatica. Riprenderà ancora una volta
il ruolo nella tanto attesa stagione finale le
cui riprese riprenderanno nei prossimi giorni.
In occasione della Giornata
Internazionale per i Diritti delle Donne è una produzione
Netflix a
ricordare alle donne che devono salvarsi da sole, e non solo dai
draghi: Damsel. Dimenticate i racconti in cui un
prode cavaliere porta soccorso a una damigella in difficoltà perché
non è questo il caso, avverte una voce fuori di campo fin dalle
prime battute di Damsel, il nuovo film di
Juan Carlos Fresnadillo in uscita sulla
piattaforma proprio l’8 marzo. Un film che gioca sulle atmosfere
del fantasy per portare in realtà un messaggio concreto, a
qualunque livello di lettura si scelga di affrontarlo.
A testimoniare l’importanza
attribuita all’operazione sono i nomi di rilevanza presenti nel
cast che partecipano al film con quello che si potrebbe definire
come poco più di un cammeo, come Angela Bassett e Robin Wright Penn. Entrambe le attrici sono note per
aver più volte manifestato pubblicamente la richiesta di maggiori
diritti per le donne: nel 2016 Wright Penn, protagonista di
House of Cards, ha intavolato una dura contestazione con
la produzione della serie per rivendicare la parità salariale con
il collega Kevin Spacey.
In Damsel i loro
ruoli incorniciano l’interpretazione della ventenne Millie Bobby Brown, volto e corpo in azione della
principessa Elodie la quale, perse le speranze di poter contare su
un cavaliere in arrivo su un un destriero bianco, giocoforza deve
diventare lei stessa un guerriero. Le riprese di
Damsel hanno impegnato Brown sia davanti che
dietro la macchina da presa, dal momento che, oltre che
protagonista è anche produttrice del fim. L’attrice inglese si è
fatta notare appena tredicenne per la sua interpretazione di
Undici, personaggio della serie Stranger
Things dei Duffer Brothers che le è valso due
candidature agli Screen Actors Guild Award e due agli Emmy
Award come miglior attrice non protagonista: la più giovane di
sempre ad ottenere la nomination.
Damsel: una storia fantasy trasmette un messaggio di grande
realismo
La storia di
Damsel attinge al classico schema del viaggio
dell’eroe ribaltandone alcuni cliché, primo fra tutti, quello
annunciato di un principe azzurro che è meglio dimenticare.
Principessa di una terra sterile e battuta dal vento, Elodie riceve
una proposta di matrimonio e con essa la possibilità di ottenere un
riconoscimento in monete d’oro che può portare respiro alle casse
del regno. Di fronte a un popolo stremato dalla fame, il sogno del
grande amore le appare una distrazione che non può permettersi ma
niente toglie che possa ancora sperare fino all’incontro con il
promesso sposo.
Il sorriso di Nick Robinson
(Noi
siamo tutto) che lo impersona sembra aprire ad un
futuro di felicità, non fosse che proprio la sua mano apre alla
giovane la porta dell’inferno. Non è forse quello che succede ad
oltre il 60% delle donne, le quali, secondo un’indagine ISTAT del
2014, subiscono le forme più gravi di violenza proprio ad opera dei
partner, dei parenti o degli amici, ovvero delle persone di cui più
si fidano.
Da ‘Damigella’ a ‘Cavaliere’
Damsel rappresenta
un percorso di liberazione dalla gabbia delle proprie illusioni
simboleggiato dal vestito da sposa ‘costruito’ intorno a una rigida
ma vuota armatura che impedisce alla sposa i movimenti, senza
tuttavia proteggerla, e rappresenta la tradizione che costringe le
donne in ruoli fin troppo precisi. ‘Donne non si nasce, si
diventa’, ammoniva già nel 1949 Simone De Beauvoir dalle
pagine de Il Secondo Sesso, ‘Nessun destino biologico, psichico,
economico definisce l’aspetto che riveste in seno alla società la
femmina dell’uomo; è l’insieme della storia e della civiltà a
elaborare quel prodotto intermedio tra il maschio e il castrato che
chiamiamo donna’.
Elodie dovrà dire addio alla
crinolina per salvarsi dal destino di morte che il suo uomo ha
scelto per lei. Un aspetto significativo del percorso che porterà
la principessa a diventare il cavaliere che avrebbe voluto al
fianco è l’acquisizione della capacità di discernere chi sono i
veri draghi: non sempre i più temibili sono quelli che sputano
apertamente fuoco e a volte le fiamme covano a lungo prima che le
ustioni diventino visibili.
Da questa nuova prospettiva, non
sempre i nemici meritano di rimanere tali fino alla fine.
Affrontare il mostruoso, infatti, non significa lasciarselo alle
spalle una volta per tutte, dimenticare, bensì sapere implementare
quanto di oscuro si è vissuto per farne la propria forza e andare
incontro con un maggior senso di completezza al domani.
Damsel ha i
contorni di una favola leggera ma attraverso il linguaggio
simbolico tocca corde capaci di risuonare più a lungo dei servizi
giornalistici che accompagnano una giornata, vale la pena
ricordarlo, che non è una mera celebrazione rivolta al passato ma
una progressione in corso verso una serie di diritti di dignità e
uguaglianza che ancora oggi, nel 2024, devono essere pienamente
riconosciuti.
Damsel,
l’avventura d’azione fantasy di Juan Carlos
Fresnadillo con Millie Bobby Brown, è ora in streaming su
Netflix,
e l’embargo sulle recensioni è stato revocato ieri sera tardi, poco
prima della prima del film.
Questo non è mai un buon segno, e
di certo la maggior parte dei critici non è stata conquistata dalla
sorprendente macabra (almeno per un rating PG-13) incursione del
regista di 28 settimane dopo nel genere fantasy.
Con poco più di 50 recensioni, Damsel è
attualmente al 54% su Rotten Tomatoes.
La critica sembra essere un po’
ovunque, con alcuni che acclamano l’interpretazione di Millie Bobby Brown come un punto di
forza, e altri che sono molto meno convinti del ruolo di
protagonista della star di Stranger
Things. Allo stesso modo, il drago del film – doppiato
da Shohreh Aghdashloo – è stato indicato da alcuni
come una creazione terrificante che eleva il film ogni volta che è
sullo schermo, mentre altri ritengono che la creatura sia portata
in vita da una CGI di scarsa qualità. Ma la maggior parte
sostengono che il drago è di gran lunga la parte migliore del film,
ma Damsel
non sembra un fallimento totale.
La trama e il cast di Damsel
In Damsel
una devota damigella accetta di sposare un affascinante principe,
per poi scoprire che la famiglia reale vuole offrirla in sacrificio
per ripagare un vecchio debito. Intrappolata in una caverna con un
drago sputafuoco, dovrà utilizzare astuzia e caparbietà per
sopravvivere, dimostrando così di saper benissimo badare a sé
stessa, senza l’aiuto di alcun principe.
Damsel è
diretto dal regista spagnolo candidato all’Oscar Juan
Carlos Fresnadillo, adattato da una sceneggiatura scritta
dallo sceneggiatore di La furia dei TitaniDan Mazeau. Oltre
a recitare, Millie Bobby Brown è anche produttrice
esecutiva attraverso la sua società PCMA
Productions insieme a Zack Roth, Chris Castaldi e
Mazeau. Anche Joe Roth e Jeff
Kirschenbaum si sono uniti al progetto come produttori. Il
film è disponibile su Netflix dall’8 marzo.
Per il resto dell’anno, non c’è
probabilmente nessun’altra serie fantasy che sia tanto attesa
quanto la seconda stagione de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del
Potere , il cui ritorno è previsto per il 29
agosto. Diverse interviste al cast e alla troupe dello show hanno
suggerito che la prossima stagione vedrà l’ascesa dei cattivi, come
si vede nell‘ultimo
trailer. Poiché in questa stagione i cattivi
saranno in azione, è lecito supporre che alcuni eroi cadranno in
disgrazia. I fan del franchise che hanno visto la
trilogia originale ricorderanno i troll che
accompagnavano le armate di Sauron che assaltarono Minas Tirith
nella Battaglia dei Campi di Pelennor. La
seconda stagione di Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del
Potereriporterà la potenza
devastante di queste enormi creature con l’introduzione di
Damrod.
In una nuova featurette della nuova
stagione, Damrod viene presentato come un troll, apparentemente
alle dipendenze dell’orco Adar (Sam
Hazeldine), di cui si guadagna il patrocinio
offrendogli una testa di orco. La featurette pubblicata
sull’account
ufficiale di X per Gli anelli del potere mostra in
tutta la sua gloria la pura brutalità di Damrod in battaglia. In
una scena che sembra mostrare il saccheggio della città elfica di
Eregion, guidata da Celebrimbor (Charles Edwards),
Damrod arriva schiacciando gli elfi sotto i piedi, prendendone
diversi in una mano e facendone volare altri con un solo colpo
della sua mazza. La difesa di Eregion potrebbe essere condannata
ancor prima di iniziare.
Perché Eregion diventerà un
obiettivo nella seconda stagione?
— The Lord of the Rings on Prime (@TheRingsofPower)
August 8, 2024
Eregion è una delle principali
roccaforti elfiche della Seconda Era e ospita il maestro fabbro
elfico Celebrimbor. Grazie alla sua mano, alla fine della prima
stagione sono stati forgiati i primi tre
anelli elfici, a cui ne seguiranno altri
nella prossima stagione. A un certo punto della seconda stagione,
il fabbro verrà ingannato da Sauron
(Charlie Vickers) mentre diventa Annatar, il
Signore dei Doni. Insieme i due forgiano gli anelli rimanenti,
impregnati della magia di Sauron, sconosciuta a Celebrimbor. Alla
fine i due litigano e Sauron punta a conquistare la città. Questo
conflitto vedrà Elrond (Robert Aramayo), su
ordine dell’Alto Gil-galad (Benjamin Walker),
giungere con una forza di elfi per
alleggerirla.
Come in gran parte della Terra di
Mezzo, Sauron riuscirà a ingannare Celebrimbor facendo leva sui
loro stessi desideri. Mentre Galadriel (Morfydd
Clark) è stata ingannata e accecata dall’odio
per il Signore Oscuro, tanto da non rendersi conto che
egli era accanto a lei come Halbrand. Celebrimbor sarà ingannato
dal suo desiderio di realizzare una grande opera che possa
rivaleggiare con l’eredità di suo nonno Fëanor. “La sua
ambizione lo sta divorando“, dice
Edwards. “Vuole produrre qualcosa che, sì, aiuterà
il mondo, ma che assicurerà anche che il suo nome sia per sempre su
una targa da qualche parte“.
A un anno esatto dall’annuncio del
film, sempre in occasione del Lucca Comics and Games, la
Sergio Bonelli Editore ha ufficialmente annunciato
il cast di Dampyr –
il film, l’adattamento per il grande schermo del
personaggio a fumetti inventato da Mauro
Boselli e Maurizio Colombo.
Si tratta del primo film della
Bonelli Entertainment e del primo
progetto del Bonelli Cinematic Universe,
annunciato sempre nella stessa occasione, che, immaginiamo, vedrà
schierati sul grande schermo tutti i personaggi Bonelli più amati
di sempre, a partire proprio dal relativamente giovane Harlan, eroe
riluttante protagonista delle pagine di Dampyr.
Al centro di Piazza Antelminelli,
di fronte al padiglione Bonelli, è stato svelato un enorme cubo con
i primi character poster del film, che raffigurato i tre “eroi”
principali della storia: al centro Harlan, il Dampyr,
che ha il volto di Wade Briggs (Please
Like Me, Still Star-Crossed); alla sua destra Tesla,
interpretata dall’attrice svedese Frida
Gustavsson (Dröm); alla sinistra Kurjak, con
il volto di Stuart Martin (I Medici,
Crossing Lines). Un cast internazionale per una produzione che
guarda a quel mercato, pur partendo da maestranze e PI made in
Italy.
Nella stessa occasione,
Michele Masiero, Direttore Editoriale di
Sergio Bonelli Editore, ha affermato senza mezzi termini
che, sebbene il pubblico sia abituato all’abbondante flusso di
cinecomics che arrivano da Oltreoceano, questo è
un passo davvero enorme per una produzione italiana.
Gli fa eco anche Nanni
Cobretti (I 400 calci) che
commenta la notizia: “Sono molto emozionato, perché se c’è
qualcuno che in Italia ha il materiale per lavorare in questo
universo è la Bonelli. Dampyr è una storia che si presta benissimo
all’adattamento cinematografico, e sono contento che si tratti di
un film di genere. È bello che si investa in questo genere di
progetti, ma anche in storie di vampiri che rimettono al suo posto
il mito della creatura, dopo il recente cambiamento della
percezione del vampiro al cinema (da Twilight in poi).”
Presenti all’evento anche due degli
sceneggiatori del film, Giovanni Masi e
Mauro Uzzeo, che insieme ad Alberto
Ostini hanno trasformato il linguaggio dei fumetti in
quello del cinema. Uzzeo dà una precisa indicazione su quello che
dovremo aspettarci dal film, ovvero un’alto livello di fedeltà ai
personaggi del fumetto: “Nel momento in cui siamo stati
chiamati a prendere parte al progetto, lavorando con tutto il
gruppo capitanato da Vincenzo Sarno, Giovanni Mattioli, Antonio
Navarra e Michele Masiero, il rispetto per il personaggio di
Boselli e Colombo è stato totale. La volontà è quella di raccontare
al cinema il cuore del personaggio, senza fargli perdere nessuna
delle sue caratteristiche. Se siete lettori del fumetto,
impazzirete per il film, perché ritroverete tutti gli aspetti del
personaggio.”
Giovanni Masi
aggiunge: “L’emozione è tantissima, Dampyr è un personaggio
incredibile e sposo completamente l’opinione di Cobretti, sono
molto contento di aver scritto un film su vampiri seri. Quello che
arriverà dopo Dampyr è davvero tanto, dati i 70 anni di storia
della Bonelli, ma non posso dire di più, altrimenti vengo
licenziato! Ci vediamo al cinema.”
Oltre a Wade
Briggs, Frida
Gustavsson e Stuart Martin, al
cast si aggiungono poi David
Morrissey (Good Omens) come
Gorka, Sebastian Croft (Il Trono di Spade) come Yuri,
e Luke Roberts (300: Rise of an
Empire) come Draka.
Come accennato, il film sarà fedele
alle storie a fumetti e si basa sui primi due albi, è ambientato
durante la Guerra dei Balcani all’inizio degli anni ’90. In questa
occasione, conosciamo Harlan, un reietto e alcolizzato, tormentato
da incubi che si aggira fra le campagne fingendo di essere un
Dampyr, un essere metà umano e metà vampiro. Quando però degli
autentici succhiasangue attaccano i soldati, il nostro si renderà
conto che non è pura fantasia: lui è davvero un Dampyr!
A dirigere il film è stato chiamato
Riccardo Chemello, esordiente che viene dalla
pubblicità, mentre la sceneggiatura porta le firme di
Giovanni Masi, Alberto
Ostini e Mauro Uzzeo. I
produttori sono Roberto Proia per Eagle
Pictures, Vincenzo Sarno per Sergio
Bonelli Editore, e Andrea Sgaravatti per
Brandon Box. Nella crew, invece, troviamo il premio
Oscar Giorgio Gregorini (Suicide Squad) come
truccatore, Vladimir
Furdik (Skyfall) come coreografo delle scene
d’azione, Lubomik Misak (Il Trono di
Spade) come coordinatore degli stunt, e Giovanni
Castelnuovo (Wanted) come costumista.
Le riprese sono in svolgimento in
Romania, e proseguiranno per 11 settimane. La prima data d’uscita
annunciata per il film era il 23 gennaio 2020, ma sembra chiaro che
a questo punto il film slitterà. Non si hanno ancora notizie certe
in merito alla nuova pianificazione per l’uscita in sala.
Dopo l’annuncio dell’uscita in sala
il prossimo 28 ottobre, ecco finalmente il trailer di Dampyr,
il film che inaugura il
Bonelli Cinematic Universe e che è basato sul personaggio
inventato da Mauro Boselli e Maurizio
Colombo.
Opera prima di Riccardo
Chemello, Dampyr è stato scritto da
Mauro Boselli, Giovanni Masi, Alberto
Ostini e Mauro Uzzeo e vede nel cast
Wade Briggs, Stuart Martin (Army
of Thieves), Frida Gustavsson (Vikings:
Valhalla),Sebastian Croft
(Heartstopper), David Morrissey (The Walking
Dead).
Dampyr – il film
Svelati oggi il trailer e
il poster del fantasy action Dampyr,
l’opera prima di Riccardo Chemello, una co-produzione Eagle
Pictures, Sergio Bonelli Editore, la celebre Casa editrice di
fumetti col suo braccio produttivo Bonelli Entertainment, e Brandon
Box, tratta dell’omonimo fumetto di culto.
Distribuito da Eagle
Pictures, Dampyr
uscirà nelle sale italiane il 28 ottobre, in contemporanea con la
premiere mondiale con cast che si terrà al Lucca Comics and Games.
Il film inaugurerà infatti la serata di apertura del celebre
community event dedicato al mondo dell’entertainment.
Dampyr,
girato interamente in lingua inglese, è una produzione
impressionante con un budget di oltre 15 milioni di dollari; questo
primo film del Bonelli Cinematic Universe annovera dietro le quinte
le migliori maestranze del cinema italiano: l’Hair Designer
Giorgio Gregorini, Premio Oscar per il Miglior
Trucco ed acconciatura nel film Suicide Squad, la Makeup Designer
Francesca Galafassi (“Game of Thrones”, Ben-Hur),
Vladimir ‘Furdo’ Furdik come Fight Choreographer
(Skyfall, “Game of Thrones”, “The Witcher”),
Lubomir Misak come Supervising Stunt Coordinator
(“Game of Thrones”, The Last Legion, Kingdom of
Heaven) e Giovanni Casalnuovo come Costume
Designer (Wanted, Romeo & Juliet, Beowulf). I producer
sono Roberto Proia, Vincenzo
Sarno, Andrea Sgaravatti.
Il film, basato sulla
serie a fumetti creata da Mauro Boselli e
Maurizio Colombo, è sceneggiato da Mauro
Boselli, Giovanni Masi, Alberto
Ostini, Mauro Uzzeo. Un cast tutto
internazionale in cui Dampyr
è Wade Briggs (Still Star Crossed,
Please Like Me, “Foundation”, “His Dark Materials”), Stuart
Martin è Emil Kurjak (“Jamestown”, “Medici”, “Crossing
Lines”) e Frida Gustavsson è Tesla (“Dröm”, “Eld
Lagor”, “Arne Dahl”, “Vikings: Valhalla”). Al loro fianco,
David Morrissey come Gorka (“Britannia”, “The
Missing”, “Good Omens”, “The Walking Dead”), Sebastian
Croft come Yuri (“Game of Thrones”, “Horrible Histories:
The Movie”, “Doom Patrol”, “Heartstopper”) e Luke
Roberts a interpretare Draka (“Game of Thrones”, “Pirates
of the Caribbean”, 300: Rise of an Empire, The
Batman).
Il film racconta la
genesi del personaggio, pubblicata da Sergio Bonelli Editore nel
2000 sui primi due albi dei 300 di cui è finora composta la serie a
fumetti in edicola ogni mese, lasciando così aperta la porta al
primo franchise italiano completamente in lingua inglese.
DAMPYR è ambientato durante la guerra dei Balcani, nei primi
anni Novanta, e segue le vicende di Harlan. Perseguitato da
orribili incubi, Harlan sbarca il lunario fingendosi un Dampyr
(nella mitologia slava, un essere mezzo umano e mezzo vampiro)
capace di liberare i villaggi da quelle che i superstiziosi
abitanti ritengono ingenuamente terribili maledizioni legate al
mondo dei vampiri. Ma quando viene convocato dai soldati attaccati
da creature assetate di sangue, Harlan scopre la verità: lui è
davvero un Dampyr. Mentre cerca di affrontare un
terribile “Maestro della Notte”, Harlan dovrà imparare a
gestire i suoi poteri e scoprire le sue origini. Ad accompagnarlo
una vampira rinnegata e un soldato in cerca di vendetta.
Sergio Bonelli
Editore (SBE) è uno degli editori di fumetto più importanti al
mondo e DAMPYR è uno dei personaggi più longevi e di
successo della Casa editrice, la cui direzione editoriale è
affidata a Michele Masiero. Il Bonelli Cinematic Universe si
inserisce nell’ambito del progetto di Bonelli Entertainment, il
braccio produttivo dedicato allo sviluppo di progetti
cinematografici e televisivi basati sui suoi personaggi, amati da
generazioni di lettori, come la serie animata “Dragonero”, una
co-produzione internazionale insieme a Rai Kids, Power Kids e
NexusTV, e il live-action di 10 episodi in una coproduzione tra SBE
e Atomic Monster di James Wan dedicato a Dylan
Dog.
Appuntamento nelle sale
cinematografiche di tutta Italia e a
Lucca Comics & Games il 28 ottobre.