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Bridge of Spies: primo trailer del film di Steven Spielberg

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Bridge of Spies: primo trailer del film di Steven Spielberg

Empire ha pubblicato online il primo trailer ufficiale del nuovo film di Steven Spielberg, ovvero Bridge of Spies, thriller drammatico con protagonista il due volte premio Oscar Tom Hanks. Potete vederlo di seguito:

bridgesofspiesIl titolo, letteralmente “Ponte delle spie” si riferisce a un ponte realmente esistito a Berlino, oggi noto come Ponte di Glienicke, che univa la zona est a quella ovest, e che era spesso luogo di scambi di prigionieri tra i servizi segreti americani e quelli della Germania Est.

Il film è basato sulla storia vera di James Donovan (Tom Hanks), un avvocato che si trova suo malgrado al centro della Guerra Fredda quando la CIA lo manda in missione per negoziare il rilascio di Francis Gary Powers, un pilota di U-2 americano. La sceneggiatura, firmata da Matt Charman, ha subito in seguito una revisione da parte dei fratelli Coen, alla loro prima collaborazione con il regista di Salvate il soldato Ryan e la colonna sonora sarà composta da John Williams alla sua 27esima collaborazione con Steven Spielberg.

Nel cast di Bridge of Spies ci sono anche Mark Rylance, Amy Ryan, Alan Alda e Eve Hewson. Sarà il compositore Thomas Newman ad occuparsi delle musiche prendendo così il posto di John Williams.

Fonte: Empire

Bridge of Spies: poster del nuovo film di Steven Spielberg

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Bridge of Spies: poster del nuovo film di Steven Spielberg
La DreamWorks Pictures ha diffuso online il poster ufficiale del nuovo film di Steven Spielberg, ovvero Bridge of Spies, thriller drammatico con protagonista il due volte premio Oscar Tom Hanks. Potete vederlo di seguito:
Il titolo, letteralmente “Ponte delle spie” si riferisce a un ponte realmente esistito a Berlino, oggi noto come Ponte di Glienicke, che univa la zona est a quella ovest, e che era spesso luogo di scambi di prigionieri tra i servizi segreti americani e quelli della Germania Est. Il film è basato sulla storia vera di James Donovan (Tom Hanks), un avvocato che si trova suo malgrado al centro della Guerra Fredda quando la CIA lo manda in missione per negoziare il rilascio di Francis Gary Powers, un pilota di U-2 americano. La sceneggiatura, firmata da Matt Charman, ha subito in seguito una revisione da parte dei fratelli Coen, alla loro prima collaborazione con il regista di Salvate il soldato Ryan e la colonna sonora sarà composta da John Williams alla sua 27esima collaborazione con Steven Spielberg.

Nel cast di Bridge of Spies ci sono anche Mark Rylance, Amy Ryan, Alan Alda e Eve Hewson. Sarà il compositore Thomas Newman ad occuparsi delle musiche prendendo così il posto di John Williams.

Fonte

Bridge Of Spies: nuovo poster con Tom Hanks

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Bridge Of Spies: nuovo poster con Tom Hanks

DreamWorks Pictures ha pubblicato online un nuovo poster del film di Steven Spielberg, Bridge of Spies, thriller drammatico con protagonista il due volte premio Oscar Tom Hanks. Potete vederlo di seguito:

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Bridge of Spies - Steven SpielbergIl titolo, letteralmente “Ponte delle spie” si riferisce a un ponte realmente esistito a Berlino, oggi noto come Ponte di Glienicke, che univa la zona est a quella ovest, e che era spesso luogo di scambi di prigionieri tra i servizi segreti americani e quelli della Germania Est.

Il film è basato sulla storia vera di James Donovan (Tom Hanks), un avvocato che si trova suo malgrado al centro della Guerra Fredda quando la CIA lo manda in missione per negoziare il rilascio di Francis Gary Powers, un pilota di U-2 americano. La sceneggiatura, firmata da Matt Charman, ha subito in seguito una revisione da parte dei fratelli Coen, alla loro prima collaborazione con il regista di Salvate il soldato Ryan e la colonna sonora sarà composta da John Williams alla sua 27esima collaborazione con Steven Spielberg.

Nel cast di Bridge of Spies ci sono anche Mark Rylance, Amy Ryan, Alan Alda e Eve Hewson. Sarà il compositore Thomas Newman ad occuparsi delle musiche prendendo così il posto di John Williams.

Fonte: Empire

Bridge of Spies: John Williams sostituito da Thomas Newman

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Bridge of Spies: John Williams sostituito da Thomas Newman

La colonna sonora di Bridge of Spies, l’imminente film che Steven Spielberg ha diretto da un copione dei fratelli Coen, e interpretato da Tom Hanks, non sarà firmata da John Williams. La rinuncia da parte di Williams è stata causata da alcuni problemi di salute, dovuti anche all’età del compositore (83 anni), e al suo impegno con la nuova trilogia di Star Wars, a partire da Il risveglio della Forza di J. J. Abrams.

La DreamWorks però ha trovato un rimpiazzo di tutto rispetto: Thomas Newman, ben dodici volte nominato all’Oscar, a partire da Le ali della libertà per arrivare a Saving Mr. Banks, con protagonisti Tom Hanks ed Emma Thompson. Per tranquillizzare i fan delusi vi diciamo che il prossimo film di Spielberg, The BFG tratto da Roald Dahl, avrà una colonna sonora firmata da John Williams.

Ricordiamo infine che Bridge of Spies uscirà in Italia il 17 dicembre.

Fonte: The Hollywood Reporter

Bridge of Spies: il titolo del nuovo film di Steven Spielberg

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Bridge of Spies: il titolo del nuovo film di Steven Spielberg

Il “Thriller ambientato negli anni della Guerra Fredda” ha finalmente un titolo: Bridge of Spies, che segnerà il ritorno di Steven Spielberg nelle sale e che uscirà negli Stati Uniti il 16 ottobre 2015.

Il titolo, letteralmente “Ponte delle spie” si riferisce a un ponte realmente esistito a Berlino, oggi noto come Ponte di Glienicke, che univa la zona est a quella ovest, e che era spesso luogo di scambi di prigionieri tra i servizi segreti americani e quelli della Germania Est.

Il film è basato sulla storia vera di James Donovan (Tom Hanks), un avvocato che si trova suo malgrado al centro della Guerra Fredda quando la CIA lo manda in missione per negoziare il rilascio di Francis Gary Powers, un pilota di U-2 americano. La sceneggiatura, firmata da Matt Charman, ha subito in seguito una revisione da parte dei fratelli Coen, alla loro prima collaborazione con il regista di Salvate il soldato Ryan e la colonna sonora sarà composta da John Williams alla sua 27esima collaborazione con Steven Spielberg. Nel cast di Bridge of Spies ci sono anche Mark Rylance, Amy Ryan, Alan Alda e Eve Hewson.

Vi terremo naturalmente aggiornati su eventuali news.

 Fonte: Collider

Bridge of Spies: due nuove clip con Tom Hanks

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Bridge of Spies: due nuove clip con Tom Hanks

Dreamworks Pictures e Fox 2000 Pictures hanno pubblicato online due nuove clip di Bridge of Spies, che in Italia avrà il titolo Il Ponte delle Spie, nuovo film diretto da Steven Spielberg di nuovo in collaborazione con Tom Hanks. Ve le mostriamo:

https://www.youtube.com/watch?v=DwVwSNzlZgI

https://www.youtube.com/watch?v=vgkD5D8oPb4

Il titolo, letteralmente “Ponte delle spie” si riferisce a un ponte realmente esistito a Berlino, oggi noto come Ponte di Glienicke, che univa la zona est a quella ovest, e che era spesso luogo di scambi di prigionieri tra i servizi segreti americani e quelli della Germania Est.

bridge-of-spies-posterBridge of Spies è basato sulla storia vera di James Donovan (Tom Hanks), un avvocato che si trova suo malgrado al centro della Guerra Fredda quando la CIA lo manda in missione per negoziare il rilascio di Francis Gary Powers, un pilota di U-2 americano. La sceneggiatura, firmata da Matt Charman, ha subito in seguito una revisione da parte dei fratelli Coen, alla loro prima collaborazione con il regista di Salvate il soldato Ryan e la colonna sonora sarà composta da John Williams alla sua 27esima collaborazione conSteven Spielberg.

Nel cast di Bridge of Spies ci sono anche Mark Rylance, Amy Ryan, Alan Alda e Eve Hewson. Sarà il compositore Thomas Newman ad occuparsi delle musiche prendendo così il posto di John Williams.

Fonte: Comingsoon.net

Bridge of Spies: dettagli sul thriller di Steven Spielberg

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Bridge of Spies: dettagli sul thriller di Steven Spielberg
La DreamWorks Pictures  ha annunciato il titolo del nuovo film di Steven Spielberg, ovvero Bridge of Spies, il thriller drammatico con protagonista il premio Oscar Tom Hanks. Inoltre, ha ufficializzato che sarà il compositore Thomas Newman ad occuparsi delle musiche prendendo così il posto di John Williams.

Bridge of Spies - Steven SpielbergIl titolo, letteralmente “Ponte delle spie” si riferisce a un ponte realmente esistito a Berlino, oggi noto come Ponte di Glienicke, che univa la zona est a quella ovest, e che era spesso luogo di scambi di prigionieri tra i servizi segreti americani e quelli della Germania Est.

Il film è basato sulla storia vera di James Donovan (Tom Hanks), un avvocato che si trova suo malgrado al centro della Guerra Fredda quando la CIA lo manda in missione per negoziare il rilascio di Francis Gary Powers, un pilota di U-2 americano. La sceneggiatura, firmata da Matt Charman, ha subito in seguito una revisione da parte dei fratelli Coen, alla loro prima collaborazione con il regista di Salvate il soldato Ryan e la colonna sonora sarà composta da John Williams alla sua 27esima collaborazione con Steven Spielberg. Nel cast di Bridge of Spies ci sono anche Mark Rylance, Amy Ryan, Alan Alda e Eve Hewson.

Bridge of Spie: Trailer del film di Steven Spielberg

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Bridge of Spie: Trailer del film di Steven Spielberg

La DreamWorks Pictures and Fox 2000 Pictures hanno diffuso il primo trailer ufficiale di Bridge of Spie, il nuovo atteso film di Steven Spielberg con protagonista Tom Hanks.

https://youtu.be/2-2x3r1m2I4

Il titolo, letteralmente “Ponte delle spie” si riferisce a un ponte realmente esistito a Berlino, oggi noto come Ponte di Glienicke, che univa la zona est a quella ovest, e che era spesso luogo di scambi di prigionieri tra i servizi segreti americani e quelli della Germania Est.

Il film è basato sulla storia vera di James Donovan (Tom Hanks), un avvocato che si trova suo malgrado al centro della Guerra Fredda quando la CIA lo manda in missione per negoziare il rilascio di Francis Gary Powers, un pilota di U-2 americano. La sceneggiatura, firmata da Matt Charman, ha subito in seguito una revisione da parte dei fratelli Coen, alla loro prima collaborazione con il regista di Salvate il soldato Ryan e la colonna sonora sarà composta da John Williams alla sua 27esima collaborazione con Steven Spielberg.

Nel cast di Bridge of Spies ci sono anche Mark Rylance, Amy Ryan, Alan Alda e Eve Hewson. Sarà il compositore Thomas Newman ad occuparsi delle musiche prendendo così il posto di John Williams.

Brides of Dracula: le Spose di Dracula, la nuova serie NBC

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Brides of Dracula: le Spose di Dracula, la nuova serie NBC

Dopo la cancellazione definitiva di Constantine, il network americano della NBC ci riprova con il soprannaturale con Brides of Dracula, il nuovo show incentrato sulle note spose di Dracula. Lo show viene descritto come una rivisitazione sexy della storia di Dracula, in forma di dramma familiare con un trio di forti protagoniste femminili che dovranno concentrarsi sul mantenere le cose in uno stato di ricchezza, prestigio e eredità nella loro famiglia non del tutto tradizionale.

Lo show è stato scritto da Roberto Aguirre-Sacasa e sarà prodotto da Greg Berlanti. Al momento non si hanno ulteriori dettagli dunque non resta che aspettare i primi nomi che daranno vita al cast.

via Deadline

Brick: la spiegazione del finale del film Netflix

Brick: la spiegazione del finale del film Netflix

Il finale di Brick, nuoto thriller di Netflix, ruota attorno a Tim e Liv, i quali sono nel pieno di un matrimonio tumultuoso. Liv, addirittura, sta pianificando di lasciare il marito nel cuore della notte e ricominciare la sua vita altrove. Quando però i due si svegliano, scoprono che le porte e le finestre del condominio in cui si trovano sono barricate da un muro impenetrabile. Poiché le pareti e i pavimenti tra gli appartamenti possono essere tagliati o sfondati con un martello, la coppia contatta i vicini Marvin, Ana, YuriAnton, Lea e Oswalt.

E mentre tutti cercavano di trovare un modo per decifrare il codice di questa strana trappola in cui si trovano, Yuri sembra contrario all’idea di uscire, poiché crede che quelle pareti li proteggano da qualcosa di catastrofico che accaduto all’esterno. Così, uccide Anton per aver cercato di abbattere quelle pareti, facendo poi altrettanto con Lea per aver tentato di fare lo stesso. È inoltre pronto a uccidere anche gli altri se necessario. Così, i membri sopravvissuti legano Yuri e cominciano a lavorare alla loro fuga.

Qual è lo scopo del muro?

Brick non si è concentrato molto sulla costruzione del mondo narrativo, poiché si è dedicato più su ciò che il muro sta facendo alle persone che sono intrappolate, evitando dunque di spiegare perché esista in primo luogo. Nel corso del film, ad ogni modo, apprendiamo che Anton era un programmatore senior presso una società chiamata Epsilon Nanodefense. Questa società aveva sede a HafenCity, ad Amburgo, in Germania. Sappiamo poi che ad HafenCity è scoppiato un incendio e, secondo le notizie riportate nei momenti conclusivi del film, si ipotizza che quell’incidente sia stato la causa dell’attivazione della nanotecnologia e dell’avvolgimento di ogni singolo edificio di Amburgo.

Le autorità non hanno rivelato se l’incendio fosse il risultato di un incidente o se fosse stato causato intenzionalmente, ma c’era una buona probabilità che l’incendio avesse causato il malfunzionamento e l’attivazione dei server che gestivano la nanotecnologia, anche se non era quello che i suoi creatori volevano che facesse. Yuri, un teorico della cospirazione, era dell’opinione che la Germania fosse stata attaccata da qualcosa o qualcuno e che la nanotecnologia stesse proteggendo la sua popolazione da qualunque cosa stesse accadendo all’esterno. Pertanto, era contrario all’idea di fuggire dall’edificio.

Matthias Schweighöfer e Ruby O Fee nel film Brick
Matthias Schweighöfer e Ruby O Fee nel film Brick. Cr. Cortesia di Netflix © 2025

Il muro aveva privato gli abitanti della possibilità di connettersi a Internet o guardare le notizie sulla TV via cavo. Ecco perché nessuno sapeva se la Germania fosse davvero in guerra. Tuttavia, persone come Yuri accettavano questa forma aggressiva di tecnofascismo, che aveva trasformato ogni casa in una prigione. La costante guerra dell’informazione e la paranoia causate dai media mainstream e dagli esperti del “deep state” sui social media avevano corrotto la mente di Yuri a tal punto che non era in grado di chiedersi perché a un’azienda privata, probabilmente con l’aiuto del governo, fosse stato permesso di installare una tale tecnologia senza il consenso della popolazione.

Yuri aveva semplicemente accettato che quella fosse la loro vita ora. Gli abitanti dell’edificio non avevano accesso all’acqua, al cibo o a qualsiasi forma di comunicazione. Ma l’idea che persone più intelligenti della gente comune stessero agendo per il bene dell’umanità, e non per secondi fini, impediva a Yuri di capire che questo “sistema di difesa avanzato” li avrebbe uccisi per disidratazione e fame se non fosse stato violato. Per fortuna Tim e Liv non sono idioti come Yuri e hanno osato usare gli strumenti a loro disposizione per scoprire la verità.

Come i protagonisti infrangono il muro

Per via di telecamere nascoste installate nelle case di tutti dal pervertito Friedman, l’amministratore del condominio, gli inquilini dell’edificio scoprono che Yuri ha ucciso Anton per aver cercato di rompere il muro. Oswalt è poi morto quando Marvin ha sparato al muro e i proiettili sono rimbalzati. Lea è stata invece uccisa da Yuri dopo aver capito che lui aveva ucciso Anton. A quel punto, Tim, Liv, Marvin e Ana hanno capito che il muro può essere aperto perché Anton lo aveva fatto. Legano Yuri perché è una minaccia e analizzarono le riprese delle telecamere a circuito chiuso di Anton che creava un’app che trattava i mattoni del muro come una serratura a combinazione i cui “pulsanti” potevano essere premuti tramite il flash sul retro del telefono.

Dato che Tim era un giocatore e sapeva programmare, riesce a ricreare l’app di Anton. Tuttavia, il loro primo tentativo è un fallimento colossale, poiché uccide Ana. Dato che Yuri ride in modo beffardo, Marvin gli spara al petto e poi si suicida perché non riesce a sopportare la perdita della sua ragazza. Questo lascia Tim e Liv a lottare per la sopravvivenza da soli. Ora, la coppia quasi separata aveva già attraversato molte difficoltà anche prima che il muro venisse costruito. Liv aveva avuto un aborto spontaneo e, invece di elaborarlo insieme, Tim aveva costruito un muro metaforico intorno a sé stesso.

Ruby O. Fee, Frederick Lau e Salber Lee Williams in Brick
Cr. Cortesia di Netflix © 2025

Pensava che, così facendo, non solo avrebbe protetto Liv dalla miriade di emozioni che provava, ma avrebbe anche protetto se stesso dal dolore per la morte del loro primo figlio. Nonostante ciò, Liv aveva cercato di riaccendere la loro relazione, ma Tim non le aveva mai permesso di riuscirci, ed era per questo che Liv aveva deciso di lasciarlo e iniziare una nuova vita. Se il muro non fosse stato costruito, è quello che avrebbe fatto. La reclusione forzata in un certo senso è una benedizione sotto mentite spoglie, perché permette a Tim di vedere i propri errori e motiva Liv a dare a Tim un’altra possibilità.

Quindi, abbattere il muro nanotecnologico è servito in qualche modo come metafora per la coppia che ha infranto la barriera che aveva creato tra loro a causa di un incidente che era al di fuori del loro controllo. Detto questo, mentre cercavano di abbattere il muro nanotecnologico, Yuri torna dal mondo dei morti, forse perché il proiettile aveva mancato tutti gli organi vitali, e cerca di uccidere Tim e Liv. Per fortuna, le lo mette fuori combattimento e la coppia finalmente riusce a fuggire dall’appartamento. Prima che tutto questo accada, Liv aveva proposto l’idea di usare la loro vecchia roulotte per andare fino a Parigi e recuperare il rapporto.

Poiché tutta questa esperienza ha insegnato loro, specialmente a Tim, a dare la priorità alla famiglia rispetto al lavoro, alla fine di Brick hanno apparentemente scelto di portare avanti il loro piano originale invece di cercare di capire perché Amburgo fosse ricoperta di mattoni nanotecnologici e come fosse possibile invertire il processo, perché non avrebbero ottenuto nulla da ciò. Recuperare il tempo perso sarebbe stato più fruttuoso per loro.

Il vero significato del film Brick

Nel finale di Brick, un notiziario di emergenza conferma poi che l’incendio menzionato all’inizio del film è avvenuto all’interno della struttura Epsilon Nanodefense. L’incendio avrebbe attivato il sistema di difesa basato sulla nanotecnologia, causandone la diffusione in tutta Amburgo durante la notte e intrappolando tutti all’interno dei propri edifici. Non è chiaro se l’incendio sia stato causato da un incidente o se qualcuno abbia cercato di sabotare il progetto segreto. Oltre a questo, non abbiamo appreso nulla su Epsilon Nanodefense o su cosa intendessero fare con quel “sistema di difesa segreto”.

Matthias Schweighöfer e Ruby O Fee nel film Brick
Matthias Schweighöfer e Ruby O Fee nel film Brick. Cr. Cortesia di Netflix © 2025

Anche se il regista Philip Koch ha concluso la vicenda di questo film in modo piuttosto definitivo, non è azzardato affermare che abbia lasciato la porta aperta per futuri sequel. Per cominciare, Epsilon è un enorme punto interrogativo. Perché stavano realizzando questo sistema di difesa nanotecnologico? Come hanno sviluppato questo tipo di tecnologia? Era una metafora della pandemia di COVID-19? È stata creata con l’intenzione di proteggere le persone? Proteggerle da cosa? Oppure il CEO di Epsilon e il governo stavano semplicemente usando la scusa di una potenziale guerra per trasformare ogni edificio in una prigione?

Nel film Brick, emerge dunque una riflessione potente sul desiderio di controllo da parte delle autorità: chi detiene il potere tende a usarlo per soggiogare, reprimere le opinioni e mantenere la popolazione in uno stato di passività. Un simbolo ricorrente è la mosca intrappolata da Tim: inizialmente imprigionata, torna indietro quando viene liberata, finché — solo al momento giusto — riesce davvero a volare via. Questa scena rappresenta metaforicamente la condizione degli esseri umani, costretti in un sistema oppressivo ma comunque spinti da un impulso innato verso la libertà.

Tim diventa così una figura speculare agli oppressori, mentre la mosca simboleggia chi lotta per autodeterminarsi. In questo contesto, il sistema di difesa nanotecnologico creato da Epsilon appare come un mezzo per instaurare un nuovo regime di controllo, che unisce tecnologia e autoritarismo, annullando i valori conquistati dal dopoguerra in avanti. Il viaggio di Tim e Liv simboleggia la resistenza individuale contro un sistema disumano. È probabile che l’attivazione del muro nanotecnologico sia stata causata da un dipendente dissidente, deciso a rivelare la vera natura del progetto.

In alternativa, potrebbe trattarsi di un test deliberato, un’operazione pianificata per valutare il funzionamento del sistema, con totale disprezzo per le vite umane. Il film suggerisce che, per Epsilon e il governo, poche vittime non contano di fronte all’obiettivo finale: costruire un “muro” che non possa essere abbattuto, a differenza di quello del 1989. Una volta spenti clamore e dissenso, il progetto riprenderà indisturbato. Tuttavia, il percorso dei protagonisti mostra che finché c’è volontà di vivere e di ribellarsi, nessun sistema di sorveglianza può davvero spegnere lo spirito umano. La libertà resta fragile, ma possibile, se c’è chi è disposto a rischiare per essa.

Brick Mansions: Paul Walker nella clip e nello speciale del film

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Brick Mansions: Paul Walker nella clip e nello speciale del film

Da domani nei cinema, in 220 copie, arriva Brick Mansions diretto da Camille Delamarre, Brick Mansions, che vede protagonista Paul Walker, nel suo ultimo film compiuto prima della tragica scomparsa, accanto al co-fondatore della disciplina del Parkour Davide Belle.

LEGGI ANCHE: Brick Mansions recensione del film con Paul Walker

UNA NUOVA CLIP DEL FILM

SPECIALE ON SET

Tuttele foto:

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Brick Mansions 2In una Detroit in mano al crimine, le fatiscenti case con mattoni a vista della città sono occupate completamente dai peggiori criminali della zona. Incapace di tenere a bada il crimine, la polizia ha eretto delle mura per contenere i criminali in quest’area e proteggere il resto della città. Per il poliziotto sotto copertura Damien Collier (Paul Walker), ogni giorno è una lotta contro la corruzione; per Lino (David Belle), ogni giorno è una lotta per vivere una vita onesta. Le loro strade non si sarebbero mai dovute incontrare, ma quando il re della droga di Detroit Tremaine Alexander (RZA) rapisce la fidanzata di Lino, Damien accetta con riluttanza l’aiuto del coraggioso ex-galeotto. Insieme dovranno sventare un sinistro piano che potrebbe distruggere l’intera città. Remake della pellicola francese Banlieue 13 (2004), Brick Mansions si distingue dagli altri film d’azione grazie alla presenza di incredibili stunt di Parkour, disciplina di cui David Belle è il co-fondatore. Il Parkour, l’arte di muoversi in un qualsiasi ambiente agilmente usando solo ed esclusivamente il corpo umano per oltrepassare gli ostacoli, è al tempo stesso un abile gioco mentale e una combinazione di azioni fisiche. Questo mix esplosivo ha attirato l’attenzione di Luc Besson, co-sceneggiatore e produttore di Banlieue 13, e co-sceneggiatore di Brick Mansions, che l’ha usato per un film d’azione mozzafiato.

Brick Mansions: la spiegazione del finale del film

Brick Mansions: la spiegazione del finale del film

Diretto dal montatore e regista francese Camille Delamarre al suo debutto cinematografico, con una sceneggiatura scritta da Luc Besson, Robert Mark Kamen, Ryan Amon e Bibi Naceri, Brick Mansions (qui la recensione) è un thriller d’azione ambientato nei quartieri poveri con una buona dose di inseguimenti, sparatorie e acrobazie mozzafiato. Il film del 2014 prende inoltre spunto dal precedente successo francese District B13. Per quanto riguarda la trama, è piuttosto standard: un eroe rispettoso della legge fa squadra con un altro (a cui non importa nulla) per salvare un ghetto dalla sua imminente rovina.

Il film rientra nel genere del cinema d’azione urbano e distopico, con evidenti richiami a titoli come 1997: Fuga da New York di John Carpenter o The Raid di Gareth Evans, per l’ambientazione chiusa e l’impianto narrativo che ruota attorno a una scalata letterale e metaforica verso un nemico comune. Ma Brick Mansions si distingue per l’impiego esteso del parkour, coreografato e interpretato dallo stesso David Belle, fondatore della disciplina. Questa componente dinamica conferisce al film un’identità visiva energica e contemporanea, anche se la narrazione riprende archetipi classici: la città come gabbia, la redenzione personale, la lotta contro la corruzione istituzionale.

Oltre all’azione, Brick Mansions affronta però anche temi legati all’emarginazione sociale, al degrado urbano e alla manipolazione del potere. Il film assume anche un valore simbolico, poiché rappresenta uno degli ultimi ruoli interpretati da Paul Walker, famoso per Fast & Furious, prima della sua morte. Nel resto dell’articolo ci concentreremo però in particolare sul fornire una spiegazione dettagliata del finale, chiarendo gli eventi conclusivi e il loro significato rispetto ai temi centrali della pellicola.

Paul Walker e David Belle in Brick Mansions
Paul Walker e David Belle in Brick Mansions. Foto di Philippe Bosse © 2013 EUROPACORP

La trama di Brick Mansions

Il film è ambientato in una Detroit del futuro, corrotta, violenta e in mano alla malavita. Un intero quartiere popolare e semi-apocalittico funge da dimora per i criminali più violenti della città. La polizia per circoscrivere il pericolo e proteggere il resto degli abitanti, decide di costruire un muro di cinta controllando tutti i movimenti di entrata e di uscita. Nella zona chiusa ribattezzata come “Brick Mansions” sopravvivono solo i più forti e il crimine si rafforza di giorno in giorno. L’intero quartiere è controllato da Tremaine (RZA), padrone indisturbato e re della droga. Lungo la sua strada Tremaine incontrerà l’agente Damien Collier (Paul Walker) e l’ex galeotto Lino (David Belle).

Damien è un poliziotto sotto copertura, che dopo la morte del padre, dedica la sua vita alla lotta contro il crimine e la corruzione. Lino invece abita all’interno del quartiere e ogni giorno si batte per vivere una vita onesta cercando di combattere per il bene di tutta la comunità. Damien e Lino provengono da mondi totalmente differenti, hanno due vite diverse ma un nemico in comune: Tremaine. Il rapimento della ragazza di Lino da parte di Tremaine, provocherà una serie di adrenalinici avvenimenti che porteranno i due ad allearsi. Insieme cercheranno di mandare a monte un pericoloso piano che potrebbe abbattere l’intera città.

La minaccia della bomba

La tensione raggiunge dunque il culmine quando Tremaine si dichiara in possesso di una testata nucleare e minaccia di lanciarla su Detroit se non riceverà un riscatto. Damien e Lino devono dunque collaborare per la disattivazione dell’ordigno. Quando Damien e Lino si recano alla base di Tremaine in una missione suicida, Tremaine fa un’offerta a Damien. Il boss mafioso mostra loro da lontano la bomba, che è collegata a un missile russo puntato sul centro della città. Da vero uomo d’affari, Tremaine vuole vendere la bomba per una somma forfettaria di 30 milioni, a 10 dollari a persona. Si tratta forse di una cifra ragionevole, e Damien chiama i suoi superiori per chiedere loro di effettuare il trasferimento.

RZA in Brick Mansions
RZA in Brick Mansions. Foto di Philippe Bosse – © 2013 EUROPACORP – TRANSFILM INTERNATIONAL INC.

La città non dispone però di una somma del genere e l’affare non va in porto. Damien, tuttavia, continua comunque a stare al gioco, fingendo che i superiori stiano effettuando il trasferimento come richiesto. La banca segreta non aprirà prima di altri 25 minuti e Damien e Lino vengono portati in una cella ad aspettare che il denaro venga trasferito. Tuttavia, Damien rivela a Lino la verità: sono soli. Lino finge di stare male, mettono fuori combattimento la guardia e gli eroi scappano per salvarsi la vita. Dopo alcune altre sontuose sequenze di parkour, Lino e Damien eliminano i teppisti. Ma un cecchino continua a sparare loro dal tetto, finché i due raggiungono il tetto per eliminarlo.

Tremaine scopre a questo punto che Damien ha mentito riguardo all’autorità che avrebbe inviato il denaro. Inoltre, stanno liquidando il denaro che si trova sul conto di Tremaine. Tremaine, infuriato, sta per attivare la bomba, ma Damien spara al ricevitore del segnale e il missile non lascia il supporto. Sul tetto, Tremaine cambia idea riguardo all’idea di far saltare in aria la città, ma Rayzah cerca di prendere il controllo del dispositivo, solo che Lola lo spinge giù dal tetto. Damien ottiene  a quel punto il codice per disattivare la bomba, ma questo è casualmente identico al codice postale della zona. Mentre la bomba non esplode, Damien, Lino, Tremaine e tutti i suoi scagnozzi mafiosi si recano nell’ufficio del sindaco per un confronto.

La spiegazione del finale del film

Si comprende così che Tremaine non aveva mai avuto intenzione di lanciarla: la vera minaccia era un piano orchestrato dal sindaco per distruggere Brick Mansions e liberare l’area dalla criminalità e favorire le speculazioni edilizie. Brick Mansions presenta così una visione cupa del problema della gentrificazione. In un mondo distopico, un sindaco al di sopra della legge pensa che eliminare le persone sfortunate fermerebbe i crimini in un quartiere povero. Quello che il sindaco non sa è che questa sua confessione è stata riprese a diffusa ai media, smascherandolo prima che potesse essere troppo tardi.

RZA, Paul Walker e David Belle in Brick Mansions
RZA, Paul Walker e David Belle in Brick Mansions. Foto di © 2013 EUROPACORP – TRANSFILM INTERNATIONAL INC.

Damien, a questo punto, decide di lasciare il suo lavoro. Mentre Tremaine e Lino cercano di farlo ragionare, l’agente getta via il distintivo in un gesto impulsivo. Egli era stato coinvolto dopo che gli era stato fatto credere che suo padre era stato ucciso da Tremaine, ma la verità è che sono state le forze dell’ordine corrotte ad eliminarlo. Damien non vuole dunque più lavorare per questo ambiente marcio. Alla fine, la pace nel quartiere viene ripristinata e Tremaine si candida alle elezioni per la carica di sindaco. Le scuole e gli ospedali riaprono e, dato che alla fine del film Damien fa delle commissioni nel ghetto, crediamo che sia ancora lo sceriffo non ufficiale del quartiere.

Il finale di Brick Mansions ribalta così le aspettative: non è il criminale di quartiere il vero nemico, ma il potere corrotto delle istituzioni. Il film decostruisce la classica dicotomia buoni contro cattivi, mostrando che la vera violenza è quella del potere che marginalizza e sfrutta. La testata nucleare diventa metafora dell’abbandono sistematico delle periferie, e Brick Mansions rappresenta tutti quei luoghi dimenticati, ridotti a ghetti per interessi politici ed economici. Il gesto di Damien, che tradisce i suoi superiori per la verità, evidenzia un cambiamento profondo: la giustizia non può esistere senza coscienza.

Infine, la rielezione di Tremaine a sindaco è una chiusura provocatoria ma coerente: l’ex criminale, ora simbolo di riscatto e rappresentante degli emarginati, si propone come voce autentica della città. Brick Mansions non si limita a intrattenere, ma propone un messaggio sociale: la violenza, spesso rappresentata da esplosioni e inseguimenti, ha radici profonde nelle disuguaglianze e nella corruzione. La nuova amicizia tra Damien e Lino incarna una possibile riconciliazione tra forze opposte, unite dalla verità e dalla volontà di cambiare davvero le cose.

Brick Mansions: foto dall’ultimo film di Paul Walker

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Brick Mansions: foto dall’ultimo film di Paul Walker

Arrivano online, grazie a The Hollywood Reporter, due still tratte da Brick Mansions, l’ultimo film girato da Paul Walker prima della sua tragica scomparsa. Ve le mostriamo di seguito:

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La Relativity Media ha deciso la data d’uscita in sala dell’ultimo film in cui ha lavorato Paul Walker, senza ovviamente contare Fast and Furious 7 che Walker ha purtroppo lasciato incompiuto. Si tratta di Brick Mansions che verrà visto nelle sale USA a partire dal 25 Arpile. Il film prende il posto, nel calendario Relativity, di Earth to Echo, spostato al 2 luglio.

La casa di produzione ha anche annunciato che una parte degli incassi verranno devoluti alla Reach Out WorldWide, la fondazione benefica di Walker.

Camille Delamarre ha diretto Brick Mansions nel suo esordio alla regia, dopo una gavetta che l’ha visto montatore di Taken 2 e Columbiana, tra gli altri. Nel film Paul Walker è un poliziotto sotto copertura che cerca di catturare un capo criminale.

Paul Walker era un attore incredibile, un amico devoto e un collega socievole e noi continueremo ad onorare la sua tragica dipartita- ha dichiarato la Relativity in un comunicato -Siamo fieri di aver lavorato con lui a Brick Mansions e di guardare avanti per onorarlo con la sua ultima uscita.”

Fonte: Firstshowing

Brick Mansions Trailer italiano del film con Paul Walker

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Brick Mansions Trailer italiano del film con Paul Walker

Guarda il Trailer italiano del film Brick Mansions, l’ultima pellicola compiuta girata da Paul Walker, prima del tragico incidente d’auto. L’action movie è il remake del film francese Banlieue 13 (conosciuto anche come B13) scritto e prodotto da Luc Besson e diretto nel 2004 da Pierre Morel.

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Brick Mansions la cui regia è di Camille Delamarre, vede protagonista Paul Walker ancora una volta nelle vesti di un detective sotto copertura, Damien Collier, alla ricerca di un trafficante di droga, interpretato dal rapper RZA (G.I. Joe – La vendetta, American Gangster, Coffee and Cigarettes).

 Brick Mansions Paul WalkerNel ghetto noto come ‘Brick Mansion’, Walker farà squadra con Lino, interpretato da David Belle, attore ed anche co-fondatore del movimento del Parkour. Spettacolari sequenze stunt con combattimenti a base di arti marziali e evoluzioni di Parkour caratterizzano la pellicola ambientata in una Detroit in mano alla malavita, in cui la corruzione, la violenza e i traffici di droga la fanno da padrone. Damien, avvalendosi dell’aiuto di Lino, riuscirà nell’impresa di sventare una rete di corruzione e un terribile complotto arrivando fino alle stanze del potere e della politica. Accanto a Paul Walker e David Belle, nel cast anche RZA, Robert Maillet e Carlo Corta. Prodotto da Relativity Media, che devolverà parte degli incassi alla Reach Out WorldWide, la fondazione benefica di Walker, il film porta la firma di Luc Besson per la sceneggiatura.

 

 

Brick Mansions trailer del film con Paul Walker

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Brick Mansions trailer Ecco il trailer di Brick Mansions, l’ultimo film completato da Paul Walker e che uscirà nelle sale USA a partire dal 25 Arpile. Camille Delamarre ha diretto Brick Mansions nel suo esordio alla regia, dopo una gavetta che l’ha visto montatore di Taken 2 e Columbiana, tra gli altri. Nel film Paul Walker è un poliziotto sotto copertura che cerca di catturare un capo criminale.

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Brick Mansions verrà visto nelle sale USA a partire dal 25 Arpile. Il film prende il posto, nel calendario Relativity, di Earth to Echo, spostato al 2 luglio.

La casa di produzione ha anche annunciato che una parte degli incassi verranno devoluti alla Reach Out WorldWide, la fondazione benefica di Walker.

Paul Walker era un attore incredibile, un amico devoto e un collega socievole e noi continueremo ad onorare la sua tragica dipartita- ha dichiarato la Relativity in un comunicato -Siamo fieri di aver lavorato con lui a Brick Mansions e di guardare avanti per onorarlo con la sua ultima uscita.”

Fonte: Variety

Brick Mansions recensione del film con Paul Walker

Brick Mansions recensione del film con Paul Walker

Brick Mansions 2Non è mai facile parlare di qualcosa che viene reso pubblico a seguito di una morte improvvisa. Non è quindi facile recensire l’ultima opera compiuta di Paul Walker, Brick Mansions.

Luc Besson, a dieci anni di distanza, ripropone per il pubblico americano il suo riuscitissimo film Banlieu 13, con Camille Delamarre alla regia e ambientandolo nella pericolosa Detroit. Pericolosa oggi, quasi invivibile nel non troppo lontano 2018 del film. Come da sempre è successo, si tende a nascondere ciò che c’è di marcio e cattivo nella società , ci si nasconde dietro a castelli di carte e ci si gira dall’altra parte per evitare di essere coinvolti. Per Besson quindi il passo sembra breve fino alla ghettizzazione della parte violenta e povera della città nel sobborgo di Brick Mansion. Lasciato andare a se stesso, dietro spesse mura di cinta da cui è impossibile uscire (e di entrare nessuno ne ha voglia), a Brick Mansion la criminalità e la violenza sono ormai la regola e questo non è più un problema delle autorità di Detroit.

Chiuse le porte del quartiere, poco ci è voluto a ricreare un nuovo ecosistema dove vige la legge del branco, a cui capo c’è Tremaine (RZA), signore della droga che tira i fili del gioco, protetto dietro al suo esercito di bestie senza scrupoli. A seguito di uno strano colpo, Tremaine si imbatte nel poliziotto sotto copertura Damien Collier (Paul Walker), protagonista nella lotta contro il crimine e la corruzione nella città. Volontario a fronteggiare il problema all’interno di Brick Mansions e con una vendetta personale da compiere, Damien troverà un alleato nel riluttante Lino (David Belle), anche lui con un conto in sospeso con Tremaine. Pronti a sconfiggere il re di Brick Mansion, Damien e Lino si ritroveranno a correre contro il tempo, tra inseguimenti e salti impensabili, imparando a fidarsi l’uno dell’altro.

Brick Mansions 1Paul Walker ancora una volta riesce bene nei panni dell’agente sotto copertura, al volante di macchine lanciate a tavoletta e riuscendo a confondere l’avversario con la sua faccia da bravo ragazzo. Grazie a David Belle, l’elemento che contraddistingueva i film Banlieu 13 e Banlieu 13 Ultimatum, ovvero la tecnica del Parkour (co-fondata dallo stesso Belle), resiste e anzi spiazza lo spettatore, aggiungendo una marcia in più all’action movie. Luc Besson riesce nel salto dalla Francia all’America, con una trama per niente scontata e dalla morale forte, affidandosi ad occhi chiusi al fascino di un “eroe” come Walker.

Non è quindi facile giudicare Brick Mansions, perché ogni volta che Paul Walker compare sullo schermo ti fa dimenticare tutto e ti fa sperare di poterlo guardar fare ciò che gli riesce meglio, ancora per un po’.

Brick Mansions con Paul Walker al cinema dal 1 Maggio

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Brick Mansions con Paul Walker al cinema dal 1 Maggio

Arriva nelle sale italiane da giovedì 1 maggio distribuito da Eagle Pictures, Brick Mansions, l’ultima pellicola compiuta girata da Paul Walker, prima del tragico incidente d’auto. L’action movie è il remake del film francese Banlieue 13 (conosciuto anche come B13) scritto e prodotto da Luc Besson e diretto nel 2004 da Pierre Morel (From Paris with love). Brick Mansions, la cui regia è di Camille Delamarre, vede protagonista Paul Walker ancora una volta nelle vesti di un detective sotto copertura, Damien Collier, alla ricerca di un trafficante di droga, interpretato dal rapper RZA (G.I. Joe – La vendetta, American Gangster, Coffee and Cigarettes).

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 Brick Mansions Paul WalkerNel ghetto noto come ‘Brick Mansion’, Walker farà squadra con Lino, interpretato da David Belle, attore ed anche co-fondatore del movimento del Parkour. Spettacolari sequenze stunt con combattimenti a base di arti marziali e evoluzioni di Parkour caratterizzano la pellicola ambientata in una Detroit in mano alla malavita, in cui la corruzione, la violenza e i traffici di droga la fanno da padrone. Damien, avvalendosi dell’aiuto di Lino, riuscirà nell’impresa di sventare una rete di corruzione e un terribile complotto arrivando fino alle stanze del potere e della politica. Accanto a Paul Walker e David Belle, nel cast anche RZA, Robert Maillet e Carlo Corta. Prodotto da Relativity Media, che devolverà parte degli incassi alla Reach Out WorldWide, la fondazione benefica di Walker, il film porta la firma di Luc Besson per la sceneggiatura.

Brick Mansions colonna sonora del film con Paul Walker

Brick Mansions colonna sonora del film con Paul Walker

E’ in questi giorni al cinema il film remake Brick Mansions diretto dall’esordiente Camille Delamarre che vede protagonista il compianto Paul Walker. La pellicola è il remake film francese d’azione Banlieue 13  prodotto e co-sceneggiato da Luc Besson. In occasione dell’uscita ecco a voi la colonna sonora del film composta dal canadese Trevor Morris, incluse le canzoni “Turn Down For What” di Lil’ Jon and DJ Snake e “Stand by Me” di Ki:Theory.

LEGGI ANCHE: Brick Mansions recensione del film con Paul Walker

http://youtu.be/IVC9-V0m-0o

DJ Snake & Lil Jon – Turn Down for What

Frag Out – DJ Assassin

N.E.P.H.E.W – Nephgroove

The Heavy – Short Change Hero

http://youtu.be/P1QUZzeZoPQ

Paid – San Quinn

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Brick Mansions la cui regia è di Camille Delamarre, vede protagonista Paul Walker ancora una volta nelle vesti di un detective sotto copertura, Damien Collier, alla ricerca di un trafficante di droga, interpretato dal rapper RZA (G.I. Joe – La vendetta, American Gangster, Coffee and Cigarettes).

 Brick Mansions Paul WalkerNel ghetto noto come ‘Brick Mansion’, Walker farà squadra con Lino, interpretato da David Belle, attore ed anche co-fondatore del movimento del Parkour. Spettacolari sequenze stunt con combattimenti a base di arti marziali e evoluzioni di Parkour caratterizzano la pellicola ambientata in una Detroit in mano alla malavita, in cui la corruzione, la violenza e i traffici di droga la fanno da padrone. Damien, avvalendosi dell’aiuto di Lino, riuscirà nell’impresa di sventare una rete di corruzione e un terribile complotto arrivando fino alle stanze del potere e della politica. Accanto a Paul Walker e David Belle, nel cast anche RZA, Robert Maillet e Carlo Corta. Prodotto da Relativity Media, che devolverà parte degli incassi alla Reach Out WorldWide, la fondazione benefica di Walker, il film porta la firma di Luc Besson per la sceneggiatura.

 

 

Brianna Hildebrand: 10 cose che non sai sull’attrice

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Brianna Hildebrand: 10 cose che non sai sull’attrice

Brianna Hildebrand è una giovane attrice americana che in poco tempo è riuscita a mostrare al mondo le sue capacità e qualità grazie anche alla popolarità di film come Deadpool. Sebbene abbia iniziato l’attività di attrice da pochi anni, in questo breve periodo di tempo è risucita a dare delle basi solide alla sua carriera e sarà un’attrice da tenere d’occhio per il futuro.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Brianna Hildebrand.

Brianna Hildebrand: i suoi film e le serie TV

 

1. Brianna Hildebrand: i film e la carriera. La Hildebrand ha debuttato sul grande schermo grazie al film Prism (2015). In seguito è apparsa nei film Deadpool (2016), First Girl I Loved (2016), Tragedy Girls (2017) e Deadpool 2 (2018), con Ryan Reynolds. Nel 2019 ha recitato invece in Non si scherza col fuoco, con protagonista il wrestler e attore John Cena. Prossimamente la si potrà invece vedere nei film The Time Capsule, Persephone e Girls Night.

2. Ha recitato anche in celebri serie TV. La carriera dell’attrice americana è iniziata nel 2014 in televisione grazie alla serie Annie Undocumented, per poi continuare con la serie The Exorcist (2017). Tra i suoi ultimi lavori televisivi si annoverano Love Daily (2019), Trinkets (2019) e Lucifer (2021), con Tom Ellis.

brianna hildebrand

Brianna Hildebrand fidanzata

3. Non ha una definizione per la sua inclinazione sessuale. In tempi passati l’attrice si è talvolta dichiarata bisessuale, talaltra gay. Ma dopo aver conosciuto la sua attuale fidanzata, Jonneke Grisham, sul set di First Girl I Loved non ha più ben chiaro in che tipo di definizione si riconosca, tanto da non darsi più etichette di nessun genere e di non descriversi più in alcuna maniera.

Brianna Hildebrand in Deadpool

4. Ha lavorato sul suo personaggio partendo da zero. Il personaggio di Testata Mutante Negasonica non ha vita lunga nei fumetti Marvel, tanto che l’attrice ha potuto costruire il suo passato e la sua vita quasi da zero. A detta dell’attrice, “Per lo sviluppo del mio personaggio è stato davvero grandioso perché potevo letteralmente darle la mia biografia, potevo darle qualunque cosa volessi che fossi. È stato divertente, ne sono davvero entusiasta”.

5. Le scene d’azione sono state le sue preferite. Se c’è una cosa che ha divertito molto l’attrice sul set di Deadpool è stato fare quasi tutte le acrobazie da sé. Inoltre, per poter dare vita ad una performance soddisfacente, la Hildebrand si è allenata duramente a Muay Thai per alcuni mesi e tanta boxe, anche perché prima di allora non aveva mai svolto alcun tipo di preparazione fisica.

6. È rimasta estasiata per una svolta del suo personaggio. La giovane attrice ha rivelato di essersi sentita estasiata quando ha saputo che il suo personaggio aveva una relazione con l’X-Man Yukio, unica coppia gay di un film di supereroi. Non essendo una cosa tanto diffusa al cinema, la Hildebrand è stata felice di potersi fare portatrice di questa ulteriore diversità, che permette di includere anche orientamenti sessuali troppo spesso bistrattati e lasciati ai margini.

Brianna Hildebrand in Lucifer

7. Ha avuto un ruolo nell’ultima stagione della nota serie. Nel 2021 l’attrice ha ricoperto il ruolo di Rory in 9 episodi su 10 della sesta stagione di Lucifer. Il suo personaggio è un angelo che si presenta all’inferno in cerca di vendetta su Lucifero e pertanto fugge sulla Terra con l’anima di Dan. Successivamente si scoprirà avere legami particolarmente stretti con il protagonista. Nel corso di quest’ultima stagione, quello della Hildebrand si è dunque rivelato essere un personaggio particolarmente importante.

Brianna Hildebrand Lucifer

Brianna Hildebrand in Trinkets

8. È stata protagonista della serie Netflix. La serie Trinktes, basata sull’omonimo romanzo del 2013 di Kirsten Smith, ha per protagonista Elodie, una giovane taccheggiatrice che stringe una profonda amicizia con due ragazze con il suo stesso vizio. Ad interpretare la protagonista è proprio la Hildebrand, che ha così avuto modo non solo di misurarsi con un personaggio primario ma anche con una tipologia di ruolo per le grossomodo inedita.

Brianna Hildebrand è su Instagram

9. Ha un profilo Instagram ufficiale. La giovane attrice americana ha deciso, alla pari di molti altri suoi colleghi, di aprire un proprio account ufficiale su Instagram, seguito da circa 887 mila persone. La sua bacheca è molto variegata e lei è sempre protagonista di quasi tutti i post. Foto che la ritraggono tra momenti lavorativi, quotidiani e di svago. Seguendola, si potrà dunque rimanere aggiornati su tutte le sue attività, dentro e fuori dal set.

Brianna Hildebrand: età e altezza

10. Brianna Hildebran è nata il 14 agosto del 1996 a College Station, nel Texas. La sua altezza complessiva corrisponde a 160 centimetri.

Fonti: IMDb, Collider, Indipendent, Cinemablend

Brian Tyler ricorda Paul Walker: “Scrivere le musiche di F&F 7 è stato devastante”

Brian Tyler è un compositore eclettico, capace di spaziare da un genere all’altro senza molta fatica. Nel 2015 ha firmato le musiche di tre grandi film arrivati in sala, Fast & Furious 7, Avengers: Age of Ultron e Truth di James Vanderbilt, presente all’ultima Festa del Cinema di Roma. Tyler ha scritto le colonne sonore dei Fast & Furious a partire dal terzo film della serie, insieme a Now You See Me, le Tartarughe Ninja, Iron Man 3 e Thor: The Dark World, dunque il legame con la produzione è ormai consolidato, così come lo era l’amicizia con Paul Walker.

Parlando con il The Hollywood Reporter, l’autore ha raccontato com’è stato scrivere la parte musicale finale di Fast & Furious 7, ovvero il ricordo e l’omaggio all’amico scomparso. “Ho sempre visto Paul come una star molto “alla mano”, socievole e per nulla antipatica, tanto da non sembrarlo affatto. Aveva la testa sulle spalle, è stato davvero troppo triste. Ero sul set appena due giorni prima che accadesse l’incidente, è stato devastante. Anche se non ho scritto l’intera colonna sonora, avevo delle musiche anche nel primo Furious, dunque ci conoscevamo da allora, avevamo la stessa età. Sono stato travolto da uno stato di incredulità quando tutto è successo.”

“Ho lavorato duramente per pensare a qualcosa che fosse un tributo e una celebrazione per Paul. La scena finale è stata l’ultima parte che ho scritto per il film, così come la musica nella scena di Brian e Mia, ovvero l’ultima volta che li vediamo sullo schermo insieme. È stata dura, era la fine di un’intera epoca.”

Continuando le imprese globali nell’inafferrabile franchise fondato sulla velocità, Vin Diesel, Paul Walker e Dwayne Johnson si riuniscono per capeggiare il cast di Fast and Furious 7. James Wan dirige questo capitolo della serie di grandissimo successo che vede nel cast i ritorni di Michelle Rodriguez, Jordana Brewster, Tyrese Gibson, Chris “Ludacris” Bridges, Elsa Pataky e Lucas Black. Per l’occasione, si uniscono al cast altre star internazionali come Jason Statham, Djimon Hounsou, Tony Jaa, Ronda Rousey, Nathalie Emmanuel e Kurt Russell. Il film è scritto da Chris Morgan e prodotto da Neal H. Moritz, Vin Diesel e Michael Fottrell. Il film arriverà in Italia il 2 aprile 2015.

Brian Michael Bendis sta lavorando ad un progetto Marvel segreto

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All’inizio di Febbraio Brian Michael Bendis aveva confermato su Twitter di essere al lavoro sulla sceneggiatura del segreto “Progetto 143” per il regista Tim Miller, che le indiscrezioni davano come futuro standalone dedicato al personaggio di Kitty Pryde. Tuttavia il successivo annuncio della produttrice Lauren Shuler Donner sulla cancellazione di tutti i futuri titoli Fox (tra cui X-Force, Gambit, Silver Surfer e Multiple Man) lasciava intendere che fra questi rientrasse anche lo script di Bendis, e da allora non abbiamo più avuto notizie in merito.

Fino ad oggi, grazie al commento dello scrittore registrato da CBM e riportato nelle ultime ore:

Ci sto lavorando letteralmente oggi, e so che c’è confusione sull’argomento e un sacco di congetture su cosa stia succedendo tra Fox e Disney…purtroppo non ho informazioni su questo, non so cosa stia succedendo e se cambierà qualcosa nel progetto che mi hanno affidato. Sono ancora entusiasta di lavorare con qualcuno che stimo come creatore, e penso che Tim sia uno dei migliori in assoluto, quindi vedremo cosa accadrà. Mi stavo letteralmente prendendo una pausa dalla scrittura per controllare Twitter l’altro giorno e qualcuno ha detto “Ehi, che cosa sta succedendo con quella cosa?”, così ho pensato di spiegare che ci stavo lavorando proprio ora…

Dunque sembra ufficiale, almeno stando alle parole di Bendis: una sceneggiatura verrà consegnata ai produttori (se della Disney o della Fox non è ancora chiaro) e tutto dipenderà, probabilmente, dal futuro accordo fra le due major.

Secondo i rumor infatti, la fusione tra Disney e Fox sembra imminente, e il contratto finale sarà siglato nella prima settimana di Marzo come riportato dal sito Bloomberg. A quanto pare l’accordo è stato approvato da organismi di regolamentazione in Brasile e in Messico, ovvero i due mercati che avevano ancora votato a sfavore, con la commissione brasiliana che riferisce di rispondere positivamente nel casi in cui la Disney dovesse vendere Fox Sports e i suoi successivi diritti di trasmissione sul mercato.

Fonte: CBM

Brian May: “Bohemian Rhapsody è stato discriminato dalla stampa”

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Brian May: “Bohemian Rhapsody è stato discriminato dalla stampa”

L’oscar conquistato da Rami Malek per la sua performance in Bohemian Rhapsody e i numerosi riconoscimenti tra premi e nomination per il film dedicato al frontman dei Queen, Freddie Mercury, non sembrano aver dileguato le sensazioni negative su un progetto alquanto travagliato e accolto non positivamente dalla stampa internazionale.

Proprio in merito alla questione si è espresso Brian May, chitarrista della band che si è esibita in apertura della cerimonia degli Oscar 2019, puntando il dito contro i media e il loro atteggiamento nei confronti dell’opera:

Ero, e lo sono tutt’ora, profondamente grato per il fatto che il nostro film su Freddie venisse riconosciuto in un modo che non ci aspettavamo. Ma ho trovato l’attività pubblica dietro l’intera stagione dei premi, e il comportamento dei giornalisti che la circondano, profondamente inquietante […]

[…] Se guardate alle discussioni della stampa su internet negli ultimi mesi, noterete che il 90% di queste è volto a screditare l’uno o l’altro, o tutti i film nominati con insinuazioni piuttosto che parlare dei loro meriti e ammirare il lavoro che è stato fatto per realizzarli. Commenti al vetriolo e disonestà, insieme a sfacciati tentativi di influenzare i membri votanti con arroganza.

È evidente che May si riferisca al polverone sollevato dai media americani, e non solo, riguardo non soltanto Bohemian Rhapsody, ma anche Green Book, per molte testate immeritevole di ricevere la statuetta come Miglior Film.

Altre “denunce” rivolte alle due pellicole riguardavano la poca credibilità degli eventi raccontati e la distanza con la realtà dei fatti o della natura dei personaggi mostrati in scena. Polemiche su polemiche che non rendono affatto giustizia alla settima arte e che deviano troppo facilmente il giudizio del pubblico.

Bohemian Rhapsody: Brian May parla di un possibile sequel

Fonte: Cinemablend

Brian Kirk vuole la regia del nuovo Osterman Weekend

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Il regista di Games of Thrones avrebbe espresso un forte interesse (e sarebbe ora in pole position), per dirigere il nuovo adattamento del romanzo di Robert Ludlum: un compito non facile, visto che Kirk si dovrà confrontare con la precedente versione cinematografica, diretta a inizio anni ’80 da Sam Peckinpah con un cast che includeva, tra gli altri, Rutger Hauer, John Hurt, Dennis Hopper e Burt Lancaster.

Kirk, che oltre a Game of Thrones ha lavorato a serie come Luther e Boardwalk Empire, tornerà preso con la miniserie di tre episodi dedicata al dickensiano Grandi Speranze; per lui, una sola escursione cinematografica, il poco memorabile Middletown, mentre il suo nomer era stato abbinatom al secondo film di Thor, poi affidato al suo ‘collega’ di Games of Thrones, Alan Taylor. In Osterman Weekend, il giornalista John Tanner viene convinto da un agente della CIA che gli amici di vecchia data coi quali è solito trascorrere una rimpatriata una volta l’anno sono coinvolti in una cospirazione; le cose si riveleranno molto più complicate, e il protagonista non saprà più di chi potersi fidare. Trai progetti cinematografici di Brian Kirk vi sono Midnight Delivery, prodotto da Guillermo del Toro e Paper Wings, ambientato nel mondo dei rodei, per il protagonista del quale sono stati fatti i nomi di Will Smith e Tom Cruise.

Fonte: Empire

Brian Kirk di Game of Thrones in trattative per dirigere Thor 2!

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Brian Kirk di Game of Thrones in trattative per dirigere Thor 2!

E’ Variety ad annunciare la notizie che Brian Kirk, regista tre episodi della prima stagione del successo Game of Thrones, oltre a vari episodi di vari episodi di BoardwalkEmpire, Luther, Dexter, è entrato in trattative con i Marvel Studios.

Brian Grazer produce un nuovo adattamento di 1984 di George Orwell

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La Imagine Entertainment di Ron Howard e Brian Grazer ha annunciato che prestò produrrà un nuovo adattamento di 1984 di George Orwell

Brian Grazer e Ron Howard lavorano sull’adattamento di 1984 di George Orwell

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E’ Heat Vision a annunciare che i produttori Brian Grazer e Ron Howard (Il Codice Da Vinci) stanno lavorando con la loro casa la Imagine Entertainment e con la LBI Entertainment di Julie Yorn per portare al cinema un film tratto da 1984, il celebre romanzo scritto da George Orwell nel 1948.

Brian Grazer al posto di Brett Ratner

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Brian Grazer (A beautiful mind, Inside Man) sarà il nuovo produttore degli Academy Awards. Lo ha annunciato l’Academy

Brian Geraghty: 10 cose che non sai sull’attore

Brian Geraghty: 10 cose che non sai sull’attore

Gli appassionati di serie tv e non solo, riconosceranno subito questo affascinante biondino dagli occhi color acquamarina. Si tratta di Brian Geraghty, uno dei protagonisti dell’amatissima serie tv crime Chicago PD.

Se volete conoscere i dettagli della sua vita e della sua carriera, venite quindi a scoprire con noi tutto quello che c’è da sapere su Brian Geraghty.

Brian Geraghty vita privata

10. Nato il 13 maggio del 1975 a Rom River, in New Jersey, Brian si è subito mostrato molto interessato al mondo dello spettacolo. La sua famiglia, di origini irlandese, lo ha sempre incoraggiato a seguire i proprio sogni; per questo motivo, subito dopo il diploma, nel 1993, si trasferisce a New York per studiare recitazione.

9. Venendo dal New Jersey, e quindi molto vicino alla Grande Mela, per Brian è stato molto semplice cominciare la sua carriera nel mondo dello spettacolo. Appena uscito dal liceo, infatti, si iscrive subito al Neighborhood Playhouse School of Theater di New York per studiare recitazione, dove resta fino al completamento dei suoi studi. Con il suo bel diploma tra le mani, dopo gli studi, si trasferisce a Los Angeles, California, per cominciare a cercare lavoro nel mondo dello spettacolo.

8. Prima di diventare un attore famoso, Brian Geraghty ha lavorato come istruttore di surf per molti anni. Per sostenersi a Los Angeles e prima di sfondare nel cinema e nella tv, Brian ha fatto del suo hobby un e vero e proprio lavoro a tempo pieno. Surfare è sempre stato un passatempo per lui ma pare si divertisse molto a insegnare questo sport ai suoi allievi.

Adesso, con un carriera d’attore ben avviata, ha smesso di insegnare ma, di tanto in tanto, torna ancora in mare con la sua tavola quando ha bisogno di rilassarsi.

Brian Geraghty film

Brian Geraghty in Jarhead
Brian Geraghty in “Jarhead”

7. Nonostante sia principalmente conosciuto per i suoi ruoli televisivi, Brian Geraghty ha avuto un carriera cinematografica assai movimentata. Comincia con alcuni piccoli progetti nel 2002, film e corti come Town Diary (2002), Aller simple pour Manhattan (2002), Earl & Puppy (2003), Stateside – Anime Ribelli (2004), Cruel World (2005) e Conversations with Other Women (2005).

La sua prima esperienza importante arriva nel 2005 quando partecipa al film Jarhead, diretto da Sam Mendes.

Anthony Swofford (Jake Gyllenhaal), deciso a seguire le orme del padre, nel 1988 si arruola nei Marines. Tuttavia, dopo un lungo addestramento, si convince di non essere tagliato per la vita militare. Eppure, deciso a rendere orgoglioso il padre, continua la sua carriera nei Marines fin quando non viene mandato in missione in Arabia Saudita, durante la guerra del Golfo.

Durante la missione, a causa di una festa non autorizzata organizzata con i suoi commilitoni finita in tragedia, per colpa del soldato Fergus O’Donnell (Brian Geraghty), Swofford viene degradato dal suo superiore, il sergente maggior Sykes (Jamie Foxx). Swafford dovrà subire umiliazioni e angherie per sopravvivere e portare a casa la pelle e, nel frattempo, redimersi agli occhi dei suoi superiori.

Negli anni seguenti Geraghty partecipa ad altri film, sempre con ruoli minori, come Art School Confidential – I segreti della scuola d’arte (2006), Bobby (2006), Chiamata da uno sconosciuto (2006), The Guardian – Salvataggio in mare (2006), The Elder Son (2006), We Are Marshall (2006), An American Crime (2007), Il nome del mio assassino (2007), Love Lies Bleeding – Soldi sporchi (2008) e Easier with Practice (2009).

Brian Geraghty filmografia

Brian Geraghty in The Hurt Locker
Brian Geraghty in “The Hurt Locker”

6. Nel 2008 Brian Geraghty viene scelto per interpretare un ruolo nel film The Hurt Locker, diretto da Kathryn Bigelow e scritto dal giornalista Mark Boal. Presentato in anteprima alla 65ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, il film portò a casa nel 2010 ben sei premi Oscar come miglior sceneggiatura originale, miglior montaggio, miglior sonoro, miglior montaggio sonoro, miglior regista e miglior film.

Il film racconta la storia di un gruppo di artificieri e ‘sminatori’ dell’esercito americano mandati in missione in Iraq per neutralizzare ogni tipologia di esplosivo. La squadra è composta da tre soldati, il sergente William James (Jeremy Renner), il sergente JT Sanborn (Anthony Mackie) e lo specialista Owen Eldrige (Brian Geraghty). I tre compagni di squadra hanno il compito di girare tutte le piccole città irachene colpite dalla guerra, alla ricerca di pericolosi ordigni da disinnescare.

Negli ultimi dieci anni della sua carriera è nel cast di Krews (2010), The Chameleon (2010), Open House (2010), Seven Days in Utopia (2011), 10 Years (2011), ATM – Trappola mortale (2012), Flight (2012), Refuge (2012), Ass Backwards (2013), Kilimanjaro (2013), Date and Switch (2014), The Identical (2014), Loitering with Intent (2014), Wildlike (2014), Aveneus (2017), My Days of Mercy (2017), Mercy (2017) e Ted Bundy – Fascino criminale (2019).

Brian Geraghty serie tv

5. Il debutto televisivo di Brian Geraghty risale al 1999 quando per la prima volta compare in tv nella famosissima serie Law & Order – I Due Volti della Giustizia. A quella sua prima ‘comparsata’, negli anni ne seguono altre e in altrettante serie di successo come I Soprano (1999), Ed (2001), Law & Order – SVU (2010 e poi 2015) e True Blood (2012).

Brian Geraghty in True Blood

4. Uno dei suoi ruoli televisivi di maggiore rilevanza è senza dubbio in True Blood. Brian ha partecipato alle serie, come guest star, nel 2012, in occasione della sua quinta stagione. Nella serie l’attore interpreta Brian Eller e compare negli episodi 5×02 “Autorità”, 5×04 “Progenie” e 5×05 “Tracce dal Passato”.

Brian Geraghty in Boardwalk Empire

Brian Geraghty in Boardwalk Empire
Brian Geraghty in “Boardwalk Empire”

3. Questa è forse il ruolo televisivo più importante per la carriera di Brian Gerarghty. L’attore, infatti, nel 2012 ottiene un piccolo ruolo nella famosa serie tv Boardwalk Empire – L’Impero del Crimine.

Si tratta di una serie, creata da Terence Winter e co-prodotta da Martin Scorsese (anche regista dell’episodio pilota) e Mark Wahlberg, trasmessa dalla HBO dal 2010 al 2014 per ben cinque stagioni. Boardwalk Empire è ambientata ad Atlantic City nel 1920, durante gli anni del Proibizionismo e l’ascesa delle organizzazioni criminali. La serie, infatti, prende ispirazione dalla storia di Al Capone e ci racconta di uno spaccato degli States del primo dopoguerra.
La serie ha avuto un enorme successo di pubblico e critica grazie non solo alla qualità degli episodi ma anche al suo cast. Tra i protagonisti di Boardwalk Empire ricordiamo Steve Buscemi, Michael Pitt, Michael Shannon, Bobby Cannavale e Ron Livingston.

Brian Geraghty prende parte ai primi dieci episodi della quarta stagione, andati in onda nel 2012, e nei quali interpreta il personaggio di Warren Knox.

Brian Geraghty in Ray Donovan

2. Dopo il successo ottenuto con Boardwalk Empire, Brian ottiene nel 2014 un altro ingaggio, sempre per un ruolo minore, nella serie Ray Donovan, trasmessa da Showtime dal 2013 al 2020.

La serie ha come protagonista Ray Donovan (Liev Schreiber), un uomo dalla vita complicata, che lavora come ‘fixer’ a Los Angeles. Il suo lavoro è risolvere i problemi di personalità di spicco come attori, atleti, cantanti e uomini d’affari che si trovano invischiati in attività che devono restare nell’ombra. La sua vita, nonostante sia complicata, funziona alla perfezione ma quando suo padre viene scarcerato per lui e la sua famiglia cominciano i veri problemi.

Geraghty fa il suo debutto nella serie in occasione del quarto episodio della seconda stagione, dal titolo “Fuori Controllo”. In Ray Donovan, l’attore interpreta il poliziotto Jim, sempre alle calcagna del protagonista e della sua famiglia.

Brian Geraghty in Chicago PD

Brian Geraghty in Chicago PD
CHICAGO P.D. — “Forget My Name” Episode 308 — Pictured: (l-r) Marina Squerciati as Kim Burgess, Brian Geraghty as Sean Roman — (Photo by: Matt Dinerstein/NBC)

1. Il successo televisivo vero arriva per Brian Geraghty quando viene scelto per interpretare un ruolo da ‘regular’ nella nuova serie crime Chicago PD.

Spinoff della serie televisiva Chicago Fire, creata da Dick Wolf nel 2012, Chicago PD segue le vicende della polizia di Chicago, sia l’unità di pattuglia che quella di intelligence. La squadra è composta da tredici elementi e a capo dell’unità intelligence c’è Henry “Hank” Voight (Jason Beghe), un poliziotto dai modi duri e che non si ferma davanti a niente e nessuno pur di arrivare alla verità. I suoi modi, infatti, sono spesso contestati dagli altri membri della squadra e non solo.

Nella serie Brian Geraghty interpreta Sean Roman, agente di pattuglia che sostituisce Kevin Atwater (LaRoyce Hawkins), diventando partner di Kim Burgess (Marina Squerciati). Poliziotto dall’animo buono, Sean è poco ambizioso e si ‘accontenta’ del suo lavoro di pattuglia. Amato da tutti i suoi colleghi, instaura da subito un buon rapporto di amicizia con Kim che ben presto diventa la sua partner anche nella vita privata. Purtroppo, un brutto incidente lo costringerà a ritirarsi dal suo lavoro come agente operativo.

Geraghty sarà un personaggio ‘regular’ solo nella seconda e terza stagione per poi tornare come guest star nella settima.

Dopo aver lasciato il set di Chicago PD, Brian si è dedicato ad altri progetti televisivi partecipando a serie come L’alienista (2018), Briarpatch (2019-2020), The Fugitive (2020) e The Big Sky (2020), attualmente fermo in fase di pre-produzione causa Corona Virus.

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Fonte: IMDB

Brian e Charles, la recensione del film con David Earl

Brian e Charles, la recensione del film con David Earl

Volto noto ai fortunati abbonati Netflix che hanno potuto godersi le tre stagioni dell’After Life di Ricky Gervais, quelle di David Earl sono sicuramente una faccia e una comicità che non passano inosservate. Tanto più in una commedia estiva decisamente sui generis come il Brian e Charles di Jim Archer, già regista del cortometraggio di partenza, nato dagli spettacoli teatrali che avevano tenuto a battesimo la strana coppia protagonista composta dal solitario inventore gallese e dal suo strano amico, interpretato – come sul palco dei tanti comedy club – da Chris Hayward (The IT Crowd).

Una creatura nata dalla disperazione più che dall’amore o dalla volontà di sfidare dei limiti, e dall’immaginazione. Dote che non manca ai nostri eroi e che il film invita a coltivare e sviluppare, facendone una forza, a prescindere dallo scetticismo altrui. Non un Frankenstein moderno, insomma, né un iper tecnologizzato robot come il Jeff di Finch o un’affascinante umanoide come la Alicia Vikander di Ex Machina… siamo più dalle parti del – troppo! – misconosciuto Robot & Frank del 2012, dove erano Frank Langella e Peter Sarsgaard (in voce) a regalare emozioni analoghe.

Brian e Charles, vita e opere

Brian è un inventore solitario che vive in una remota valle nel Galles del Nord. In apparenza, la solitudine non sembra infastidirlo e trascorre gran parte della sua vita solitaria nel suo laboratorio fatiscente costruendo oggetti bizzarri che nessuno vuole.

Fino a che un giorno, Brian costruisce un robot. Lo realizza usando una vecchia lavatrice e una testa di manichino malconcia. Alto oltre 2 metri, Charles ha un aspetto che ricorda quello di un anziano un po’ malfermo. Inizialmente Charles stenta ad attivarsi, poi una sera buia e tempestosa Brian torna a casa e scopre che Charles non solo funziona, ma ha superato tutte le sue aspettative. È una forma di vita in grado di camminare e parlare, con i modi di un bambino curioso, desideroso di conoscere l’ambiente circostante e il funzionamento di ogni cosa.

All’inizio Brian e Charles si divertono insieme, il robot è l’antidoto perfetto alla solitudine di Brian. Tuttavia, man mano che il loro rapporto evolve, le cose diventano sempre più tese. Charles, come un adolescente, reclama indipendenza, sempre più ossessionato dal desiderio di scoprire il mondo. Ma Brian è restio a condividere il suo robot con il mondo esterno, persino a farlo allontanare troppo, perché il mondo là fuori è pericoloso. Come dimostrano i Tommington, una famiglia locale, e in particolare Eddie, un agricoltore che in passato ha già bullizzato Brian. Ma grazie a Charles, Brian acquisisce fiducia in se stesso  e stringe amicizia con Hazel, una donna del posto, come Brian timida e solitaria. I due si avvicinano ancora di più, quando, all’improvviso, la peggiore delle paure di Brian si avvera: Charles scompare.

Diverso è bello

Per quanto si senta la mancanza dello humour sferzante e adulto che Earl e Hayward sviluppavano sul palco, dal vivo, la forma del lungometraggio permette di affrontare il rapporto tra Brian e Charles in un modo diverso, più ricco e complesso di quanto necessitassero gli sketch comici. Crescita, conflitto, evoluzione sono tappe imprescindibili del passaggio all’età adulta, è evidente, ma per una volta possiamo evitare di immolare su quell’altare immaginazione e innocenza.

Sono questi i pilastri di una commedia, che potrebbe non trascinare i meno preparati allo spirito cinico e spiazzante del Brian di After Life, ma che saprà conquistare nonostante un ritmo funzionale all’effetto sorpresa richiesto. Soprattutto per la sincerità, la semplicità e la forza emotiva che si rivela capace di trasmettere, irresistibile. E unica, a conferma che ogni diversità – come ogni sentimento – è meravigliosa e da curare, proteggere e rispettare.

Brian e Charles presentati da David Earl e Chris Hayward

Brian e Charles presentati da David Earl e Chris Hayward

Dopo un inverno particolarmente rigido Brian entra in una profonda depressione; completamente isolato e senza nessuno con cui parlare, Brian fa quello che qualsiasi persona sana di mente farebbe di fronte a una situazione così malinconica: Costruisce un robot, Charles. Ma chi sono Brian e Charles?

Ce lo hanno raccontato il regista del film – in sala a partire dal 31 agosto, distribuito da Lucky Red – e i suoi due complici, gli interpreti principali David Earl (After life) e Chris Hayward (The It Crowd), che dopo aver portato questi due personaggi surreali sui palcoscenici di tanti comedy club si sono prestati a farne un corto prima e un film poi. E a raccontarne la genesi…

Genesi che potete raccontarci?

DAVID EARL: Sono stato Brian per diversi anni, sui palchi dei piccoli club del Regno Unito e degli Stati Uniti, e nella mia testa. L’ho immaginato – e portato avanti per anni – come il peggior stand-up comedian del mondo, uno sempre a disagio sul palco. Poi, il passaggio successivo, è stato quello di inventare una finta trasmissione su internet, dove le persone telefonavano senza sapere nulla, e dove una notte il produttore ha risposto usando un software vocale, creando così di fatto il personaggio di Charles. Lui ci metteva del tempo per rispondere, dovendo digitare le risposte che il computer avrebbe poi recitato, e così è nato questo rapporto particolare tra Brian e Charles. Quando Chris ha sentito la trasmissione ha detto che voleva interpretarlo, renderlo vivo. Perciò abbiamo continuato insieme a portarlo in giro nei locali notturni, e abbiamo visto che il pubblico gli si era molto affezionato, al punto da pensare che avremmo potuto farne altro. Un progetto che avevamo accantonato, fino a quando la  film4 ci ha contattati…

Un progetto che è cambiato durante il percorso…

CHRIS HAYWARD: Sicuramente si, soprattutto tra cortometraggio e spettacolo dal vivo. Abbiamo cercato di immaginare diversi modi in cui si comportano i personaggi, anche perché in un film diretto a un pubblico più vasto volevamo renderli più piacevoli. Più di quello della versione ‘Stand up’ dei club, Dove Brian era più adulto, più duro, più al limite. Abbiamo guardato a quel che avevamo fatto e deciso che volevamo conservare elementi differenti del personaggio di Charles che erano piaciuti al pubblico, come le discussioni con Brian, la parte del ballo. Qui vedi tutto, tutte le fasi, anche accorciate, dalla creazione iniziale, con lui bambino, all’apprendimento e alla crescita, fino all’adolescenza. In questa versione abbiamo voluto rendere Brian più dolce, farne un vero emarginato, in modo che per il pubblico fosse più facile relazionarcisi e fare il tifo per lui. Come abbiamo fatto anche per Charles.

Personaggi che siete riusciti a non rendere mai noiosi, che avete fatto vostri?

CHRIS HAYWARD: Riusciamo a farli funzionare ancora perché ci siamo sempre divertiti tantissimo a rappresentarli. Quando ci esibivamo dal vivo, o nel corto, c’è sempre stata una atmosfera di grande divertimento, l’obiettivo della giornata è sempre stato di far ridere altro. E questo ha aiutato a mantenere una certa freschezza, a evitare di diventare noiosi. Anche sul set.

DAVID EARL: E’ vero che il personaggio è quello, ma in un club ogni notte è diverso, anche per il publico, e portarlo in media diversi – dal corto al film – ha anche aiutato a mantenere quella freschezza e spero di riuscire a farlo. Quanto al resto, io SONO Brian. Come lui inventa cose che non servono a niente o non funzionano mai, anche io continuo a fare cose che non mi riescono, ma vado avanti.

E qual è stata la tua creazione più riuscita, invece?

DAVID EARL: Direi i miei figli, quelli veri.

E’ un caso che il rapporto tra i due, sia quello tra padre e figlio?

DAVID EARL: E’ una idea entrata tardi durante la fase di scrittura. Negli spettacoli dei club Charles era un personaggio adulto, nel film abbiamo mostrato un bambino che cresce, diventa un adolescente e vuole andare a scoprire il mondo, e il divertimento veniva da quello. In quel periodo mio figlio Angus, aveva circa 15 anni, con tutto quel che implica in termini di desiderio di fuga e di indipendenza, e l’esperienza personale è servita molto a costruire una relazione complessa, difficile. Ma alla fine, guardando il film, ho sentito che avesse una sua verità emotiva.

Cosa vi piacerebbe trasmettere al pubblico più giovane, dei figli e dei ragazzi che crescono?

DAVID EARL: Mi piacerebbe che avessero voglia di costruire delle cose, che il film catturi la loro immaginazione e faccia venire loro voglia di realizzare qualcosa, o di sviluppare delle curiosità. Io stesso continuo a sognare a occhi aperti. E’ una via di fuga importantissimo, anche per arrivare a fine giornata. Ne hai bisogno per sopravvivere.

JIM ARCHER: La vita sarebbe più grigia, senza. Spero che la gente che vedrà il film userà la propria immaginazione, anche per accettare e sentire come credibili i personaggi. La scommessa più grande del film è proprio di far sì che le persone possano prendere a cuore le sorti di un uomo che ha un rapporto con un robot fatto con una lavatrice.

Dopo uno spettacolo, un corto e un film, come continuerete?

CHRIS HAYWARD: Forse con un musical, o un fumetto, un libro per bambini…

JIM ARCHER: Abbiamo diverse idee del genere, in effetti.

CHRIS HAYWARD: Sono opzioni, ma dipenderà da come va il film!