All’inizio di Febbraio Brian
Michael Bendis aveva confermato su Twitter di essere al
lavoro sulla sceneggiatura del segreto “Progetto
143” per il regista Tim Miller, che le
indiscrezioni davano come futuro standalone dedicato al personaggio
di Kitty Pryde. Tuttavia il successivo annuncio della
produttrice Lauren Shuler Donner sulla cancellazione di tutti i
futuri titoli Fox (tra cui X-Force,
Gambit, Silver Surfer e
Multiple Man) lasciava intendere che fra questi
rientrasse anche lo script di Bendis, e da allora non abbiamo più
avuto notizie in merito.
Fino ad oggi, grazie al commento
dello scrittore registrato da CBM e riportato nelle ultime ore:
“Ci sto lavorando letteralmente
oggi, e so che c’è confusione sull’argomento e un sacco di
congetture su cosa stia succedendo tra Fox e Disney…purtroppo non
ho informazioni su questo, non so cosa stia succedendo e se
cambierà qualcosa nel progetto che mi hanno affidato. Sono ancora
entusiasta di lavorare con qualcuno che stimo come creatore, e
penso che Tim sia uno dei migliori in assoluto, quindi vedremo cosa
accadrà. Mi stavo letteralmente prendendo una pausa dalla scrittura
per controllare Twitter l’altro giorno e qualcuno ha detto “Ehi,
che cosa sta succedendo con quella cosa?”, così ho pensato di
spiegare che ci stavo lavorando proprio ora…“
Dunque sembra ufficiale, almeno
stando alle parole di Bendis: una sceneggiatura verrà consegnata ai
produttori (se della Disney o della Fox non è ancora chiaro) e
tutto dipenderà, probabilmente, dal futuro accordo fra le due
major.
Secondo i rumor infatti, la fusione tra
Disney e Fox sembra imminente, e il contratto
finale sarà siglato nella prima settimana di Marzo come riportato
dal sito Bloomberg. A quanto pare l’accordo è stato approvato da
organismi di regolamentazione in Brasile e in Messico, ovvero i due
mercati che avevano ancora votato a sfavore, con la commissione
brasiliana che riferisce di rispondere positivamente nel casi in
cui la Disney dovesse vendere Fox Sports e i suoi successivi
diritti di trasmissione sul mercato.
L’oscar conquistato da Rami
Malek per la sua performance in Bohemian
Rhapsody e i numerosi riconoscimenti tra premi e
nomination per il film dedicato al frontman dei Queen, Freddie
Mercury, non sembrano aver dileguato le sensazioni negative su un
progetto alquanto travagliato e accolto non positivamente dalla
stampa internazionale.
Proprio in merito alla questione si
è espresso Brian May, chitarrista della band che
si è esibita in apertura della cerimonia degli Oscar
2019, puntando il dito contro i media e il loro
atteggiamento nei confronti dell’opera:
“Ero, e lo sono tutt’ora,
profondamente grato per il fatto che il nostro film su Freddie
venisse riconosciuto in un modo che non ci aspettavamo. Ma ho
trovato l’attività pubblica dietro l’intera stagione dei premi, e
il comportamento dei giornalisti che la circondano, profondamente
inquietante […]“
[…] Se guardate alle
discussioni della stampa su internet negli ultimi mesi, noterete
che il 90% di queste è volto a screditare l’uno o l’altro, o tutti
i film nominati con insinuazioni piuttosto che parlare dei loro
meriti e ammirare il lavoro che è stato fatto per realizzarli.
Commenti al vetriolo e disonestà, insieme a sfacciati tentativi di
influenzare i membri votanti con arroganza.“
È evidente che May si riferisca al
polverone sollevato dai media americani, e non solo, riguardo non
soltanto Bohemian
Rhapsody, ma anche Green
Book, per molte testate immeritevole di ricevere la
statuetta come Miglior Film.
Altre “denunce” rivolte alle due
pellicole riguardavano la poca credibilità degli eventi raccontati
e la distanza con la realtà dei fatti o della natura dei personaggi
mostrati in scena. Polemiche su polemiche che non rendono affatto
giustizia alla settima arte e che deviano troppo facilmente il
giudizio del pubblico.
Il regista di Games of Thrones
avrebbe espresso un forte interesse (e sarebbe ora in pole
position), per dirigere il nuovo adattamento del romanzo di Robert
Ludlum: un compito non facile, visto che Kirk si dovrà confrontare
con la precedente versione cinematografica, diretta a inizio anni
’80 da Sam Peckinpah con un cast che includeva, tra gli altri,
Rutger Hauer, John Hurt, Dennis Hopper e Burt Lancaster.
Kirk, che oltre a Game of Thrones ha lavorato a serie come
Luther e Boardwalk Empire, tornerà preso con la miniserie di tre
episodi dedicata al dickensiano Grandi Speranze; per lui, una sola
escursione cinematografica, il poco memorabile Middletown, mentre
il suo nomer era stato abbinatom al secondo film di Thor, poi
affidato al suo ‘collega’ di Games of Thrones, Alan Taylor. In
Osterman Weekend, il giornalista John Tanner viene convinto da un
agente della CIA che gli amici di vecchia data coi quali è solito
trascorrere una rimpatriata una volta l’anno sono coinvolti in una
cospirazione; le cose si riveleranno molto più complicate, e il
protagonista non saprà più di chi potersi fidare. Trai
progetti cinematografici di Brian Kirk vi sono Midnight
Delivery, prodotto da Guillermo del Toro e Paper Wings, ambientato
nel mondo dei rodei, per il protagonista del quale sono stati fatti
i nomi di Will Smith e Tom
Cruise.
E’ Variety ad annunciare
la notizie che Brian Kirk, regista tre episodi della prima stagione
del successo Game of Thrones, oltre a vari episodi
di vari episodi
di BoardwalkEmpire, Luther, Dexter, è entrato in trattative con i Marvel Studios.
E’ Heat Vision a annunciare
che i produttori Brian
Grazer e Ron Howard (Il Codice Da
Vinci) stanno lavorando con la loro casa la Imagine
Entertainment e con la LBI Entertainment di Julie Yorn per portare
al cinema un film tratto da 1984, il celebre romanzo scritto da
George Orwell nel 1948.
Gli appassionati di serie tv e non
solo, riconosceranno subito questo affascinante biondino dagli
occhi color acquamarina. Si tratta di Brian
Geraghty, uno dei protagonisti dell’amatissima serie tv
crime Chicago PD.
Se volete conoscere i dettagli
della sua vita e della sua carriera, venite quindi a scoprire con
noi tutto quello che c’è da sapere su Brian
Geraghty.
10. Nato il 13
maggio del 1975 a Rom River, in New Jersey, Brian si è subito
mostrato molto interessato al mondo dello spettacolo. La sua
famiglia, di origini irlandese, lo ha sempre incoraggiato a seguire
i proprio sogni; per questo motivo, subito dopo il diploma, nel
1993, si trasferisce a New York per studiare recitazione.
9. Venendo dal New
Jersey, e quindi molto vicino alla Grande Mela, per Brian è stato
molto semplice cominciare la sua carriera nel mondo dello
spettacolo. Appena uscito dal liceo, infatti, si iscrive subito al
Neighborhood Playhouse School of Theater di New
York per studiare recitazione, dove resta fino al completamento dei
suoi studi. Con il suo bel diploma tra le mani, dopo gli studi, si
trasferisce a Los Angeles, California, per cominciare a cercare
lavoro nel mondo dello spettacolo.
8. Prima di
diventare un attore famoso, Brian Geraghty ha lavorato come
istruttore di surf per molti anni. Per sostenersi
a Los Angeles e prima di sfondare nel cinema e nella tv, Brian ha
fatto del suo hobby un e vero e proprio lavoro a tempo pieno.
Surfare è sempre stato un passatempo per lui ma pare si divertisse
molto a insegnare questo sport ai suoi allievi.
Adesso, con un carriera d’attore
ben avviata, ha smesso di insegnare ma, di tanto in tanto, torna
ancora in mare con la sua tavola quando ha bisogno di
rilassarsi.
Brian Geraghty film
Brian Geraghty in “Jarhead”
7. Nonostante sia
principalmente conosciuto per i suoi ruoli televisivi, Brian
Geraghty ha avuto un carriera cinematografica assai movimentata.
Comincia con alcuni piccoli progetti nel 2002, film e corti come
Town Diary (2002), Aller simple pour
Manhattan (2002), Earl & Puppy (2003),
Stateside – Anime Ribelli (2004), Cruel
World (2005) e Conversations with Other
Women (2005).
La sua prima esperienza importante
arriva nel 2005 quando partecipa al film Jarhead,
diretto da Sam Mendes.
Anthony Swofford (Jake
Gyllenhaal), deciso a seguire le orme del padre, nel
1988 si arruola nei Marines. Tuttavia, dopo un lungo addestramento,
si convince di non essere tagliato per la vita militare. Eppure,
deciso a rendere orgoglioso il padre, continua la sua carriera nei
Marines fin quando non viene mandato in missione in Arabia Saudita,
durante la guerra del Golfo.
Durante la missione, a causa di una
festa non autorizzata organizzata con i suoi commilitoni finita in
tragedia, per colpa del soldato Fergus O’Donnell (Brian
Geraghty), Swofford viene degradato dal suo superiore, il
sergente maggior Sykes (Jamie
Foxx). Swafford dovrà subire umiliazioni e angherie
per sopravvivere e portare a casa la pelle e, nel frattempo,
redimersi agli occhi dei suoi superiori.
Negli anni seguenti Geraghty
partecipa ad altri film, sempre con ruoli minori, come Art
School Confidential – I segreti della scuola d’arte
(2006), Bobby (2006), Chiamata da uno
sconosciuto (2006), The Guardian – Salvataggio in
mare (2006), The Elder Son (2006),
We Are Marshall (2006), An American
Crime (2007), Il nome del mio assassino
(2007), Love Lies Bleeding – Soldi sporchi (2008)
e Easier with Practice (2009).
Brian Geraghty filmografia
Brian Geraghty in “The Hurt Locker”
6. Nel 2008 Brian
Geraghty viene scelto per interpretare un ruolo nel film
The Hurt Locker, diretto da Kathryn
Bigelow e scritto dal giornalista Mark
Boal. Presentato in anteprima alla 65ª Mostra
internazionale d’arte cinematografica di Venezia, il film portò a
casa nel 2010 ben sei premi Oscar come miglior
sceneggiatura originale, miglior montaggio, miglior sonoro, miglior
montaggio sonoro, miglior regista e miglior film.
Il film racconta la storia di un
gruppo di artificieri e ‘sminatori’ dell’esercito americano mandati
in missione in Iraq per neutralizzare ogni tipologia di esplosivo.
La squadra è composta da tre soldati, il sergente William James
(Jeremy
Renner), il sergente JT Sanborn (Anthony
Mackie) e lo specialista Owen Eldrige (Brian
Geraghty). I tre compagni di squadra hanno il compito di
girare tutte le piccole città irachene colpite dalla guerra, alla
ricerca di pericolosi ordigni da disinnescare.
Negli ultimi dieci anni della sua
carriera è nel cast di Krews (2010), The
Chameleon (2010), Open House (2010),
Seven Days in Utopia (2011), 10
Years (2011), ATM – Trappola mortale
(2012), Flight (2012), Refuge
(2012), Ass Backwards (2013),
Kilimanjaro (2013), Date and
Switch (2014), The Identical (2014),
Loitering with Intent (2014),
Wildlike (2014), Aveneus (2017),
My Days of Mercy (2017), Mercy
(2017) e Ted Bundy – Fascino criminale (2019).
Brian Geraghty serie tv
5. Il debutto
televisivo di Brian Geraghty risale al 1999 quando per la prima
volta compare in tv nella famosissima serie Law & Order – I
Due Volti della Giustizia. A quella sua prima
‘comparsata’, negli anni ne seguono altre e in altrettante serie di
successo come I Soprano (1999),
Ed (2001), Law & Order – SVU
(2010 e poi 2015) e True Blood (2012).
Brian Geraghty in True Blood
4. Uno dei suoi
ruoli televisivi di maggiore rilevanza è senza dubbio in
True Blood. Brian ha partecipato alle serie, come
guest star, nel 2012, in occasione della sua quinta stagione. Nella
serie l’attore interpreta Brian Eller e compare
negli episodi 5×02 “Autorità”,
5×04 “Progenie” e 5×05 “Tracce
dal Passato”.
Brian Geraghty in Boardwalk
Empire
Brian Geraghty in “Boardwalk Empire”
3. Questa è forse
il ruolo televisivo più importante per la carriera di Brian
Gerarghty. L’attore, infatti, nel 2012 ottiene un piccolo ruolo
nella famosa serie tv Boardwalk Empire – L’Impero del
Crimine.
Si tratta di una serie, creata da
Terence Winter e co-prodotta da Martin
Scorsese (anche regista dell’episodio pilota) e
Mark Wahlberg, trasmessa dalla
HBO dal 2010 al 2014 per ben cinque stagioni.
Boardwalk Empire è ambientata ad Atlantic City nel 1920, durante
gli anni del Proibizionismo e l’ascesa delle organizzazioni
criminali. La serie, infatti, prende ispirazione dalla storia di
Al Capone e ci racconta di uno spaccato degli
States del primo dopoguerra.
La serie ha avuto un enorme successo di pubblico e critica grazie
non solo alla qualità degli episodi ma anche al suo cast. Tra i
protagonisti di Boardwalk Empire ricordiamo Steve
Buscemi, Michael
Pitt, Michael
Shannon, Bobby
Cannavale e Ron Livingston.
Brian Geraghty prende parte ai
primi dieci episodi della quarta stagione, andati in onda nel 2012,
e nei quali interpreta il personaggio di Warren
Knox.
Brian Geraghty in Ray Donovan
2. Dopo il
successo ottenuto con Boardwalk Empire, Brian ottiene nel 2014 un
altro ingaggio, sempre per un ruolo minore, nella serie Ray
Donovan, trasmessa da Showtime dal 2013
al 2020.
La serie ha come protagonista Ray
Donovan (Liev
Schreiber), un uomo dalla vita complicata, che lavora
come ‘fixer’ a Los Angeles. Il suo lavoro è risolvere i problemi di
personalità di spicco come attori, atleti, cantanti e uomini
d’affari che si trovano invischiati in attività che devono restare
nell’ombra. La sua vita, nonostante sia complicata, funziona alla
perfezione ma quando suo padre viene scarcerato per lui e la sua
famiglia cominciano i veri problemi.
Geraghty fa il suo debutto nella
serie in occasione del quarto episodio della seconda stagione, dal
titolo “Fuori Controllo”. In Ray Donovan, l’attore interpreta il
poliziotto Jim, sempre alle calcagna del
protagonista e della sua famiglia.
Brian Geraghty in Chicago PD
CHICAGO P.D. — “Forget My Name” Episode 308 — Pictured: (l-r)
Marina Squerciati as Kim Burgess, Brian Geraghty as Sean Roman —
(Photo by: Matt Dinerstein/NBC)
1. Il successo
televisivo vero arriva per Brian Geraghty quando viene scelto per
interpretare un ruolo da ‘regular’ nella nuova serie crime
Chicago PD.
Spinoff della serie
televisiva Chicago Fire, creata
da Dick Wolf nel
2012, Chicago
PDsegue le vicende della polizia di Chicago, sia
l’unità di pattuglia che quella di intelligence. La
squadra è composta da tredici elementi e a capo
dell’unità intelligence c’è Henry “Hank” Voight
(Jason
Beghe), un poliziotto dai modi duri e che non si ferma
davanti a niente e nessuno pur di arrivare alla verità. I suoi
modi, infatti, sono spesso contestati dagli altri membri della
squadra e non solo.
Nella serie Brian Geraghty
interpreta Sean Roman, agente di pattuglia che
sostituisce Kevin Atwater (LaRoyce
Hawkins), diventando partner di Kim Burgess (Marina
Squerciati). Poliziotto dall’animo buono, Sean è poco
ambizioso e si ‘accontenta’ del suo lavoro di pattuglia. Amato da
tutti i suoi colleghi, instaura da subito un buon rapporto di
amicizia con Kim che ben presto diventa la sua partner anche nella
vita privata. Purtroppo, un brutto incidente lo costringerà a
ritirarsi dal suo lavoro come agente operativo.
Geraghty sarà un personaggio
‘regular’ solo nella seconda e terza stagione per poi tornare come
guest star nella settima.
Dopo aver lasciato il set di
Chicago PD, Brian si è dedicato ad altri progetti
televisivi partecipando a serie
come L’alienista (2018), Briarpatch
(2019-2020), The Fugitive (2020) e The Big
Sky (2020), attualmente fermo in fase di pre-produzione
causa Corona Virus.
Per essere sempre aggiornato sulla
vita privata e professionale di Brian Geraghty, segui il suo
account Instagram.
Volto noto ai fortunati
abbonati Netflix che hanno potuto godersi le tre stagioni
dell’After
Life di Ricky Gervais, quelle di
David Earl sono sicuramente una faccia e una
comicità che non passano inosservate. Tanto più in una commedia
estiva decisamente sui generis come il Brian e Charles di Jim
Archer, già regista del cortometraggio di partenza, nato
dagli spettacoli teatrali che avevano tenuto a battesimo la strana
coppia protagonista composta dal solitario inventore gallese e dal
suo strano amico, interpretato – come sul palco dei tanti comedy
club – da Chris Hayward (The IT
Crowd).
Una creatura nata dalla
disperazione più che dall’amore o dalla volontà di sfidare dei
limiti, e dall’immaginazione. Dote che non manca ai nostri eroi e
che il film invita a coltivare e sviluppare, facendone una forza, a
prescindere dallo scetticismo altrui. Non un
Frankenstein moderno, insomma, né un iper
tecnologizzato robot come il Jeff di Finch o un’affascinante
umanoide come la Alicia Vikander di Ex Machina… siamo più dalle parti del –
troppo! – misconosciuto Robot & Frank del 2012, dove erano
Frank Langella e Peter Sarsgaard (in voce) a regalare emozioni
analoghe.
Brian e Charles, vita
e opere
Brian è un inventore
solitario che vive in una remota valle nel Galles del Nord. In
apparenza, la solitudine non sembra infastidirlo e trascorre gran
parte della sua vita solitaria nel suo laboratorio fatiscente
costruendo oggetti bizzarri che nessuno vuole.
Fino a che un giorno,
Brian costruisce un robot. Lo realizza usando una vecchia lavatrice
e una testa di manichino malconcia. Alto oltre 2 metri, Charles ha
un aspetto che ricorda quello di un anziano un po’ malfermo.
Inizialmente Charles stenta ad attivarsi, poi una sera buia e
tempestosa Brian torna a casa e scopre che Charles non solo
funziona, ma ha superato tutte le sue aspettative. È una forma di
vita in grado di camminare e parlare, con i modi di un bambino
curioso, desideroso di conoscere l’ambiente circostante e il
funzionamento di ogni cosa.
All’inizio Brian e
Charles si divertono insieme, il robot è l’antidoto perfetto alla
solitudine di Brian. Tuttavia, man mano che il loro rapporto
evolve, le cose diventano sempre più tese. Charles, come un
adolescente, reclama indipendenza, sempre più ossessionato dal
desiderio di scoprire il mondo. Ma Brian è restio a condividere il
suo robot con il mondo esterno, persino a farlo allontanare troppo,
perché il mondo là fuori è pericoloso. Come dimostrano i
Tommington, una famiglia locale, e in particolare Eddie, un
agricoltore che in passato ha già bullizzato Brian. Ma grazie a
Charles, Brian acquisisce fiducia in se stesso e stringe amicizia con Hazel,
una donna del posto, come Brian timida e solitaria. I due si
avvicinano ancora di più, quando, all’improvviso, la peggiore delle
paure di Brian si avvera: Charles scompare.
Diverso è
bello
Per quanto si senta la
mancanza dello humour sferzante e adulto che Earl e Hayward
sviluppavano sul palco, dal vivo, la forma del lungometraggio
permette di affrontare il rapporto tra Brian e
Charles in un modo diverso, più ricco e complesso di
quanto necessitassero gli sketch comici. Crescita, conflitto,
evoluzione sono tappe imprescindibili del passaggio all’età adulta,
è evidente, ma per una volta possiamo evitare di immolare su
quell’altare immaginazione e innocenza.
Sono questi i pilastri di
una commedia, che potrebbe non trascinare i meno preparati allo
spirito cinico e spiazzante del Brian di
After Life, ma che saprà conquistare nonostante un
ritmo funzionale all’effetto sorpresa richiesto. Soprattutto per la
sincerità, la semplicità e la forza emotiva che si rivela capace di
trasmettere, irresistibile. E unica, a conferma che ogni diversità
– come ogni sentimento – è meravigliosa e da curare, proteggere e
rispettare.
Dopo un inverno
particolarmente rigido Brian entra in una profonda depressione;
completamente isolato e senza nessuno con cui parlare, Brian fa
quello che qualsiasi persona sana di mente farebbe di fronte a una
situazione così malinconica: Costruisce un robot, Charles. Ma chi
sono Brian e Charles?
Ce lo hanno raccontato il
regista del film –
in sala a partire dal 31 agosto, distribuito da Lucky Red – e i
suoi due complici, gli interpreti principali David
Earl (After life) e Chris
Hayward (The It Crowd), che dopo
aver portato questi due personaggi surreali sui palcoscenici di
tanti comedy club si sono prestati a farne un corto prima e un film
poi. E a raccontarne la genesi…
Genesi che potete
raccontarci?
DAVID EARL: Sono stato
Brian per diversi anni, sui palchi dei piccoli club del Regno Unito
e degli Stati Uniti, e nella mia testa. L’ho immaginato – e portato
avanti per anni – come il peggior stand-up comedian del mondo, uno
sempre a disagio sul palco. Poi, il passaggio successivo, è stato
quello di inventare una finta trasmissione su internet, dove le
persone telefonavano senza sapere nulla, e dove una notte il
produttore ha risposto usando un software vocale, creando così di
fatto il personaggio di Charles. Lui ci metteva del tempo per
rispondere, dovendo digitare le risposte che il computer avrebbe
poi recitato, e così è nato questo rapporto particolare tra Brian e
Charles. Quando Chris ha sentito la trasmissione ha detto che
voleva interpretarlo, renderlo vivo. Perciò abbiamo continuato
insieme a portarlo in giro nei locali notturni, e abbiamo visto che
il pubblico gli si era molto affezionato, al punto da pensare che
avremmo potuto farne altro. Un progetto che avevamo accantonato,
fino a quando la
film4 ci ha contattati…
Un progetto che è
cambiato durante il percorso…
CHRIS HAYWARD:
Sicuramente si, soprattutto tra cortometraggio e spettacolo dal
vivo. Abbiamo cercato di immaginare diversi modi in cui si
comportano i personaggi, anche perché in un film diretto a un
pubblico più vasto volevamo renderli più piacevoli. Più di quello
della versione ‘Stand up’ dei club, Dove Brian era più adulto, più
duro, più al limite. Abbiamo guardato a quel che avevamo fatto e
deciso che volevamo conservare elementi differenti del personaggio
di Charles che erano piaciuti al pubblico, come le discussioni con
Brian, la parte del ballo. Qui vedi tutto, tutte le fasi, anche
accorciate, dalla creazione iniziale, con lui bambino,
all’apprendimento e alla crescita, fino all’adolescenza. In questa
versione abbiamo voluto rendere Brian più dolce, farne un vero
emarginato, in modo che per il pubblico fosse più facile
relazionarcisi e fare il tifo per lui. Come abbiamo fatto anche per
Charles.
Personaggi che siete
riusciti a non rendere mai noiosi, che avete fatto vostri?
CHRIS HAYWARD: Riusciamo
a farli funzionare ancora perché ci siamo sempre divertiti
tantissimo a rappresentarli. Quando ci esibivamo dal vivo, o nel
corto, c’è sempre stata una atmosfera di grande divertimento,
l’obiettivo della giornata è sempre stato di far ridere altro. E
questo ha aiutato a mantenere una certa freschezza, a evitare di
diventare noiosi. Anche sul set.
DAVID EARL: E’ vero che
il personaggio è quello, ma in un club ogni notte è diverso, anche
per il publico, e portarlo in media diversi – dal corto al film –
ha anche aiutato a mantenere quella freschezza e spero di riuscire
a farlo. Quanto al resto, io SONO Brian. Come lui inventa cose che
non servono a niente o non funzionano mai, anche io continuo a fare
cose che non mi riescono, ma vado avanti.
E qual è stata la tua
creazione più riuscita, invece?
DAVID EARL: Direi i miei
figli, quelli veri.
E’ un caso che il
rapporto tra i due, sia quello tra padre e figlio?
DAVID EARL: E’ una idea
entrata tardi durante la fase di scrittura. Negli spettacoli dei
club Charles era un personaggio adulto, nel film abbiamo mostrato
un bambino che cresce, diventa un adolescente e vuole andare a
scoprire il mondo, e il divertimento veniva da quello. In quel
periodo mio figlio Angus, aveva circa 15 anni, con tutto quel che
implica in termini di desiderio di fuga e di indipendenza, e
l’esperienza personale è servita molto a costruire una relazione
complessa, difficile. Ma alla fine, guardando il film, ho sentito
che avesse una sua verità emotiva.
Cosa vi piacerebbe
trasmettere al pubblico più giovane, dei figli e dei ragazzi che
crescono?
DAVID EARL: Mi piacerebbe
che avessero voglia di costruire delle cose, che il film catturi la
loro immaginazione e faccia venire loro voglia di realizzare
qualcosa, o di sviluppare delle curiosità. Io stesso continuo a
sognare a occhi aperti. E’ una via di fuga importantissimo, anche
per arrivare a fine giornata. Ne hai bisogno per sopravvivere.
JIM ARCHER: La vita
sarebbe più grigia, senza. Spero che la gente che vedrà il film
userà la propria immaginazione, anche per accettare e sentire come
credibili i personaggi. La scommessa più grande del film è proprio
di far sì che le persone possano prendere a cuore le sorti di un
uomo che ha un rapporto con un robot fatto con una lavatrice.
Dopo uno spettacolo,
un corto e un film, come continuerete?
CHRIS HAYWARD: Forse con
un musical, o un fumetto, un libro per bambini…
JIM ARCHER: Abbiamo
diverse idee del genere, in effetti.
CHRIS HAYWARD: Sono
opzioni, ma dipenderà da come va il film!
Variety riporta la notizia che
Brian De Palma (Scarface, Gli intoccabili,
Carlitlo’s Way) si occuperà della regia dell’action thriller
Lights Out. Ad annunciarlo sono state
la Arclight Films e la Huace Pictures.
Il film, che segnerà il ritorno di
De Palma al cinema dopo Passion con Noomi Rapace e Rachel
McAdams, racconterà la storia di una giovane ragazza cinese non
vedente che verrà catturata e coinvolta suo malgrado in un
complotto top secret legato ad un largo giro di uccisioni.
Al momento non sappiamo né chi sarà
l’attrice protagonista del film, né quando inizieranno le riprese.
Naturalmente vi terremo aggiornati.
Brian De Palma sta
lavorando per realizzare e dirigere una sorta di adattamento
cinematografico del romanzo del 1867 di Émile
Zola “Teresa Raquin”. L’attrice protagonista
sarà Emily Mortimer, meglio conosciuta per la
serie The Newsroom.
Andando nel particolare, si tratterà
più che altro di un meta-adattamento. Questo perché il film non
avrà la stessa trama del libro di Zola, ma vedrà protagonisti un
regista e due attori che, dovendo fare un film basato sul libro in
questione, troveranno diverse analogie tra le loro vite e la storia
del libro.
Sarà sicuramente interessante
vedere come un regista di esperienza come De
Palma, riuscirà a realizzare un conversione in pellicola
così particolare e sopratutto quanto del suo stile e della sua
personalità come regista saranno mantenuti in questo
meta-adattamento.
Arriva la conferma da Deadline che il
biopic sull’allenatore di calcio Joe Paterno
interpretato da Al Pacino sarà diretto niente meno
che da Brian De Palma e si intitolerà
Happy Valley.
L’attore Brian Cox
è tra i più apprezzati della sua generazione. Inizia la sua
carriera in teatro, per poi spostarsi al cinema e in televisione,
dove prende parte a titoli di successo, spesso interpretando ruoli
divenuti iconici. Apprezzato da critica e pubblico, Cox si è
rivelato interprete di gran gusto, arrivando a collaborare con
importanti autori e colleghi attori.
Ecco 10 cose che non sai di
Brian Cox.
Brian Cox film
1. Ha recitato in numerosi
film di successo. L’attore debutta al cinema nel ruolo di
Hannibal Lecter nel film Manhunter – Frammenti di un
omicidio (1986). Da qui ottiene una fama tale che lo porta a
recitare in Braveheart – Cuore
impavido (1995), Il collezionista (1997),
Rushmore (1998), Gioco d’amore (1999), Super
Troopers (2001), The Bourne Identity (2002), The
Ring (2002), Il ladro di orchidee (2002), La 25ª
ora (2002), Troy (2004), Match Point (2005),
L’alba del pianeta
delle scimmie (2011), Pixels
(2015) Churchill (2017) e Strange But True
(2019).
2. Ha recitato in serie TV
di successo. Oltre al cinema, l’attore è comparso anche in
alcuni film e serie televisive come Arma segreta (1990),
Il processo di Norimberga (2000), The Take – Una
storia criminale (2009), Un’avventura nello spazio e nel
tempo (2013), The Slap (2015), Penny
Dreadful (2016), I Medici (2016), e
Succession (2018-in corso).
3. È anche
doppiatore. L’attore si è fatto apprezzare anche come
doppiatore in più di un’occasione. Tra i suoi doppiaggi più celebri
si annoverano quello per il film Fantastic Mr. Fox (2009),
nel ruolo di Daniel Peabody, per il film Her (2013), dove
dà voce al filosofo Alan Watts, e nella serie Good Omens
(2019), dove presta la voce al personaggio Morte.
Brian Cox Hannibal Lecter
4. È stato il primo a
ricoprire il ruolo al cinema. Prima di Anthony Hopkins nel celebre Il
silenzio degli innocenti, il personaggio di Hannibal Lecter
era già stato trasportato al cinema nel 1986 nel film Manhunter
– Frammenti di un omicidio. Ad interpretarlo per la prima
volta fu proprio Cox, il quale ha dichiarato di essere rimasto
affascinato dalla natura enigmatica del personaggio.
5. È invidioso di Anthony
Hopkins. L’attore ha dichiarato di invidiare ad Hopkins
quel che egli ha guadagnato interpretando lo stesso ruolo solo
pochi anni dopo. Hopksin vinse infatti il premio Oscar come miglior
attore protagonista, ottenendo in seguito ottimi ruoli e grandi
compensi.
Brian Cox Troy
6. Ha preso parte all’epico
film. Nel film del 2004 con protagonisti BradPitt, Orlando
Bloom e Eric Bana, l’attore
interpreta il ruolo di Agamennone, il re degli Achei. Il film segue
il mito della guerra di Troia, che vide scontrarsi per anni greci
contro troiani in una battaglia all’ultimo sangue.
Brian Cox Bravehart
7. Ha rifiutato un ruolo
importante. All’attore era stato offerto un ruolo più
importante all’interno del film diretto e interpretato da Mel
Gibson. Tuttavia Cox rifiutò la parte, scegliendo
invece di interpretare Argyle, poiché lo sentiva più affine a
sé.
8. Era uno dei pochi attori
scozzesi del cast. Sebbene la maggior parte dei personaggi
del film siano scozzesi, gli attori che li interpretavano erano
invece dell’Inghilterra, Galles e Irlanda. Una delle poche
eccezioni era proprio l’attore Brian Cox, nato in Scozia.
Brian Cox Churchill
9. Ha interpretato il
celebre leader britannico. L’attore ha interpretato il
celebre Primo Ministro nel film Churchill, distribuito
nelle sale nel 2017. Il film è ambientato nelle 48 ore precedenti
il D-Day, e vede il famoso leader alle prese con i generali e gli
avversari politici. Curiosamente nello stesso anno uscì il film
L’ora più
buia, dove Gary
Oldman interpreta lo stesso ruolo, e grazie al quale
vincerà poi il suo primo Oscar.
Brian Cox età e altezza
10. Brian Cox è nato a
Dundee, in Scozia, il 1 giugno 1946. L’altezza complessiva
dell’attore è di 169 centimetri.
Brian Cox non è mai stato uno che nasconde i
suoi veri sentimenti, e all’HistFest di Londra la star di Succession
si è sfogata su una serie di argomenti domenica sera, tra cui la
politica, i critici teatrali e Napoleon
di Ridley Scott. “È terribile“, ha detto
Cox del dramma storico candidato all’Oscar, secondo The Standard. “Una
performance davvero terribile di Joaquin Phoenix. È davvero
spaventosa. Non so cosa gli sia venuto in mente. Penso che sia
totalmente colpa sua e non credo che Ridley Scott lo abbia aiutato. Io avrei recitato
molto meglio di Joaquin Phoenix, ve lo dico io. Potete dire che è
un buon dramma, ma sarebbe una bugia“.
Parlando più in generale, Cox si è
lamentata del sacrificio dell’accuratezza storica a vantaggio della
produzione di film di successo, un argomento che Scott ha
affrontato spesso durante il tour stampa di Napoleon. (In
un’intervista al New Yorker, il regista ha detto a chi invocava la
fedeltà storica di “farsi una vita“). Cox ha poi
riflettuto sul nome di Joaquin Phoenix: “Penso che abbia il
giusto nome. Joaquin… wackeen… wacky. È una sorta di performance
stravagante“, giocando sulla simile sonorità tra il nome di
Phoenix e la parola “wacky”, ovvero “stravagate”.
Brian Cox critica i suoi colleghi
Già in passato Cox aveva criticato
alcuni suoi colleghi attori, tra cui Johnny Depp. “Per quanto
sia simpatico e sono sicuro che lo sia, è così esagerato, intendo
Edward mani di forbice! Ammettiamolo, se arrivi con mani così
pallide e sfregiate e viso truccato non devi fare nulla. E lui non
lo ha fatto”. Anche il suo collega di Succession non
è sfuggito alle sue critiche: “Oh, è terribilmente fastidioso.
Non fatemene parlare. Lui è un attore davvero bravo, ma conoscere
un personaggio e cosa fa quel dato personaggio è solo una parte
delle abilità di un attore”.
Ricordate il rumour su Brian Cox
nel cast dello Hobbit? Ebbene, una fonte di TheOneRing.net ha
parlato con l’attore chiedendo informazioni sulla notizia, e questi
ha risposto semplicemente: “Non ho la libertà di parlare con voi di
questa cosa”.
Non c’è alcuna smentita, quindi,
anzi: potrebbe essere una prova che Cox è stato realmente
contattato dalla produzione e che potrebbe aver ottenuto un ruolo –
magari proprio quello di Thorin Scudodiquercia come pensano in
molti.
Intanto il tour mondiale di Amabili Resti è praticamente finito,
e così Guillermo del Toro ha deciso di chiarire alcune delle
notizie sullo Hobbit trapelate (e spesso fraintese) durante le
interviste a Peter Jackson.
Ecco cosa ha scritto il regista sul forum di TheOneRing.net: “A
proposito della notizia che ‘solo tre attori del Signore degli
Anelli’ torneranno: penso che l’enfasi sulla parola ‘solo’ sia
stata uno sbaglio. Non posso pensare che Gollum venga interpretato
da un altro attore che non sia Andy Serkis, ma siccome il secondo
script è in fase di discussione non possiamo dare qualsiasi cosa
per scontata. Sia Peter Jackson che io diciamo le cose per “come
sono attualmente”, e ovviamente le cose cambiano.
Comunque capisco cosa sta passando Peter visto che finora il 30%
delle domande che mi hanno fatto durante i miei tour di Strain,
Orphanage e Hellboy II sono state sullo Hobbit. In vari momenti
siamo passati dall’essere vicini ad avere il cast, al dover ancora
consegnare gli script, le cose cambiano man mano che passa il
tempo. Quindi non scolpiamo sulla pietra quello che è stato detto.
Preferisco mantenere il dialogo con la stampa e i fan aperto, anche
se escono inesattezze, piuttosto che rimanere in silenzio o
rivolgermi solamente alla community di persone che capiscono
realmente il progetto.
“L’obiettivo per quanto riguarda la produzione è semplice: possiamo
parlare finché vogliamo di date e programmi, ma finché non
consegneremo gli script e otterremo un budget e una scaletta di
date per organizzarci, tutto rimarrà nella gialla luce dello
sviluppo. Questo processo non è ancora finito. Come vi ho detto
altre volte, stiamo cercando le location, progettando (le ultime
tre ore di riunione con la Weta le ho avute giusto stamattina), e
non ci fermeremo. MA il via libera e l’inizio della produzione vera
e propria ce li potrà dare solo la major. Pete come Produttore e io
come Regista facciamo tutto quello che possiamo nel frattempo.
“Abbiamo qualche problema con la Warner Bros.? Assolutamente no.
Tutto quello che posso dire è che il primo script gli è piaciuto
molto, e che ci hanno dato un fortissimo supporto durante lo
sviluppo del progetto.
Stiamo facendo i test delle animazioni di Smaug, stiamo montando i
previz, prendendo le decisioni finali dal punto di vista degli
oggetti e le armi dei nani, e iniziando parecchi test per quanto
riguarda le armi, il makeup prostetico e i costumi.
Ad ogni modo, penso che sarò molto meno esposto a livello pubblico
nei prossimi mesi per motivi evidenti: il primo è che lavoro
tantissimo ai film, e non ho tempo di scrivere sul forum, il
secondo è che se avrò del tempo per promuovere qualcosa lo farò per
Non Avere Paura del Buio e per The Fall (secondo romanzo di
Strain), ma non temete: cercherò di darvi più informazioni
possibili, come sempre.
Empire ha svelato la prima foto che ritrae
Brian Cox nei panni di Wiston
Churchill, statista britannico e simbolo della Seconda
Guerra Mondiale per il Regno Unito.
La foto rappresenta Churchill con il
suo immancabile sigaro e, dietro al fumo, il segno V di vittoria,
vero simbolo del personaggio:Il film di Jonathan
Teplitzky (Le due vie del
Destino) è ambientato in durante il D-Day,
nel Maggio 1944, con le tensioni internazionali in costante
aumento, mentre gli alleati sbarcavano in Normandia, pronti a
rispedire i nazisti all’inferno.
Nel film compaiono anche altri
eminenti personaggi storici che hanno scritto la storia in quei
giorni di guerra: il generale Eisenhower (John
Slattery), Re Giorgio (James Purefoy) e
la sua segretaria di fiducia (Ella Purnell). A
interpretare la consorte di Churchill è stata chiamata la magnifica
Miranda Richardson.
In merito al film, Cox ha
dichiarato: “Sto cercando di portare in vta questa complessa
figura. Si tratta del ruolo di una vita e sono contento di aver
intrapreso questo viaggio con i regista e con tutto il cast del
film”.
Le riprese del film sono tutt’ora in
svolgimento in Scozia.
Di un possibile film basato su
Tetris se ne sta parlando da circa un anno, e proprio oggi si
è aggiunto un nuovo mattoncino al muro dello sviluppo di questo
curioso progetto. È di stamattina la notizia che Brett
Ratner (Rush Hour) si è unito
ufficialmente al progetto, come riportato da Ratpac
Entertainment.
Nelle news precedentemente trapelate
riguardanti il film, il CEO della Threshold Entertainment
Larry Kasanoff affermava che ci fosse l’intenzione
di inserire una storia sci-fi “epica ed immaginifica” intorno al
gioco, di per sè privo di trama. Oggi le nuove affermazioni al
riguardo appaiono decisamente meno inconsuete: il film a cui Ratner
sta lavorando, infatti, non seguirà modelli narrativi simili a
quelli adoperati da pellicole come
Battleship, ma si presenterà con una
narrativa più vicina a progetti come The Social
Network, concentrandosi sulla figura di Alexey
Patjitnov e sulla genesi del suo gioco. Il film inoltre seguirà
presumibilmente tutta la battaglia legale che avvenne negli anni
’90 in seguito all’esplosione di popolarità che ebbe il gioco in
seguito alla sua pubblicazione su Nintendo.
Ad affiancare Ratner nella
produzione ci sarà James Packer, già coinvolto in
un esperimento riuscito come The Lego
Movie, mentre per quanto riguarda regia e
sceneggiatura non vi è ancora alcun nome accostato al
progetto.
Negli ultimi anni, l’Accademy
of Motion Picture Arts and Sciences ha sfruttato un grande nome, un
regista il più delle volte, per organizzare la produzione della
serata degli Oscar.
A pochi mesi di distanza dall’aver
accettato il ruolo di co-produttore della cerimonia degli Oscar
dopo l’uscita di Don Mishe, Bret Ratner ha rimesso l’incarico; la
decisione arriva dopo che nelle ultime settimane lo stesso Ratner
ha rilasciato varie dichiarazioni molto polemiche, scrive Empire.
Ratner ha tra l’altro rilasciato affermazioni abbastanza pesanti su
Lindaya Lohan, oltre ad aver sparato a ‘zero’ sull’abitudine di
provare lo spettacolo: dopo tali affermazioni, il rapporto col
resto della produzione si è definitivamente incrinato e Ratner ha
compiuto un passo indietro, pubblicando una lunga lettera di scuse.
La Academy non ha ancora rilasciato dichirazioni ufficiali, pare
comunque che quanto successo non dovrebbe mutare la scelta di Eddie
Murphy come conduttore.
Phil Dunster e
Hannah Waddingham, co-star di Brett Goldstein in Ted
Lasso (serie AppleTv+), hanno condiviso la loro
reazione in merito al debutto dell’interprete di Roy Kent nel
Marvel Cinematic Universe, nella
prima scena post credits di Thor: Love and Thunder, nei
panni di Hercules.
Nella serie AppleTv+ di e con
Jason Sudeikis, Goldstein interpreta Roy Kent, un
giocatore di calcio che ha lasciato l’attività, mentre
Dunster è Jamie Tartt, la nuova stella della
squadra e naturale nemesi del giocatore in pensione. Hannah
Waddingham invece è Rebecca Welton, la proprietaria della
squadra per cui giocava Roy e ora gioca Jamie. Adesso Brett Goldstein sarà Hercules nel Marvel
Cinematic Universe.
Nella scena dei titoli di coda,
Zeus, redivivo dopo l’attacco di Thor (Chris Hemsworth), assegna a suo
figlio il compito di uccidere Odinson per vendetta. Zeus vuole
anche che le persone abbiano paura degli dei come una volta.
Hercules è un rivale di Thor nei fumetti e sembra che la sua
controparte del MCU avrà un’eventuale resa dei conti con il Dio del
Tuono. Il casting di Brett Goldstein per il ruolo di Hercules
ha avuto un impatto importante sul pubblico, proprio come quello di
Roy Kent.
Phil Dunster ha
detto a The Wrap: “Lo adoro. Ogni volta che lo vedo in topless
è una vittoria per me”.Hannah Waddingham,
che interpreta Rebecca Welton, la proprietaria della squadra di
calcio AFC Richmond, ha parlato con Variety su come Goldstein si
stesse chiedendo se avrebbe dovuto o meno interpretare il ruolo di
Hercules. Waddingham ha detto:
“Mi ha detto, ‘Mi è stata
offerta questa cosa… Ragazzi, pensate che dovrei farlo?’ Ho detto:
“Sei pazzo? Stai davvero passando un momento difficile? Stai
seriamente pensando che potresti non interpretare Hercules?’… Poi
però non mi ha detto che l’avrebbe fatto! Quindi (all’uscita del
film) tutti esultavano “Brett Goldstein! Brett Goldstein!’ E io ero
tipo, ‘Tu, sfacciato bastardo.'”
Non sappiamo ancora quale sarà il
futuro di Hercules/Brett Goldstein nel MCU, ma ci aspettiamo grandi
cose dall’interprete di Roy Kent.
Formatosi come sceneggiatore,
Brett Goldstein è oggi anche un promettente
attore, attivo per lo più in televisione ma pronto al salto anche
sul grande schermo. Gli sono bastati infatti pochi anni per
affermarsi come una delle voci più brillanti e interessanti di
Hollywood, ed oggi è tanto popolare quanto richiesto. Tra progetti
attualmente in lavorazione e altri previsti per l’imminente futuro,
Goldstein ha tutta l’aria di essere un volto da non dimenticare,
che da qui in avanti guadagnerà sempre più attenzioni e
popolarità.
Ecco 10 cose che non sai di Brett
Goldstein.
Brett Goldstein: i suoi film e le
serie TV
1. È noto per i suoi ruoli
in televisione. L’attore è noto principalmente per i suoi
ruoli in televisione. Egli ha iniziato ricoprendo alcuni piccoli
ruoli in serie come Metropolitan Police (2009), Love
Matters (2013) e Storie in scena (2014). Ha ottenuto
una prima popolarità grazie alla serie Derek (2012), con
Ricky Gervais,
per poi distinguersi in Undercover (2015), Hoff the
Reecord (2015-2016), Drifters (2014-2016) e
Uncle (2014-2017). La definitiva consacrazione arriva poi
grazie a Ted Lasso (2020-in
corso), dove recita accanto a Jason
Sudeikis.
2. Ha recitato anche per il
cinema. Nel corso della sua carriera Goldstein ha avuto
modo di recitare anche in alcuni film per il cinema, anche se
si tratta di titoli per lo più indipendenti e che non hanno avuto
una considerevole distribuzione internazionale. Tra i suoi
lungometraggi si ricordano Un estate per morire (2005),
The Comedian (2012), The Knot (2012),
Everyone’s Goingo to Die (2013), The Hooligan
Factory (2014), SuperBob (2015) e Wild Honey
Pie! (2018).
3. È anche sceneggiatore e
produttore. Oltre ad occuparsi di recitazione, Goldstein
ha dimostrato negli anni di essere interessato anche ad altri
aspetti della produzione cinematografica e televisiva. Egli ha
infatti ricoperto con successo anche il ruolo di sceneggiatore,
partecipando alla scrittura di serie come Ronna & Beverly
(2012), Hoff the Record (2015-2016),
Soulmates (2020), Ted
Lasso (2020-in corso) e Shrinking (2022). Ha poi
sceneggiato anche i film Un estate per morire (2005) e
The Nan Movie (2022). Come produttore si è invece occupato
delle serie Soulmates e Ted Lasso.
Brett Goldstein in Doctor Who
4. Ha recitato in un
episodio della celebre serie. Poco prima di diventare
l’attore noto che è oggi, Goldstein ha avuto l’occasione nel 2018
di recitare in un episodio della serie Doctor Who. Si
tratta del quinto dell’undicesima stagione, dal titolo The
Tsuranga Conundrum. Qui l’attore interpreta Astos, il medico
di bordo della Tsuranga. Il ruolo ha contribuito a rendere
Goldstein maggiormente popolare presso il grande pubblico,
permettendogli anche di dimostrare le sue doti da attore.
Brett Goldstein in Thor
5. Ha un cameo nel nuovo
film Marvel. In sala dal 6
luglio, Thor: Love and Thunder è il
quarto film dedicato al dio del tuono, qui alle prese con il
temibile Gorr il macellatore di dei. Nel film, a sorpresa, compare
con un cameo anche Goldstein. L’attore è infatti protagonista di
una delle due scene dopo i titoli di coda, dove compare nel ruolo
del semidio Ercole. Tale breve presenza lascia immaginare che il
personaggio, e l’attore, possano comparire in futuro in modo più
esteso nel MCU.
Brett Goldstein in Ted Lasso
6. Ha scritto alcuni episodi
della serie. Noto come sceneggiatore, Goldstein era stato
inizialmente chiamato a partecipare alla scrittura della serie
Ted Lasso. Scrivere per lo show ha poi portato Goldstein a
essere scelto per il personaggio del vecchio calciatore Roy Kent.
Rimasto affascinato dal personaggio, Goldstein ha infatti voluto
partecipare al casting per questo, finendo con l’ottenere la parte
che oggi lo ha reso celebre.
7. Ha vinto un importante
premio. La serie Ted Lasso rappresenta un vero e
proprio punto di svolta nella carriera dell’attore. Oltre ad essere
stato lo sceneggiatore di alcuni episodi, Goldstein è anche
interprete nel ruolo di Roy Kent. Proprio grazie
all’interpretazione di questo personaggio egli ha ottenuto alcuni
importanti riconoscimenti. Il più prestigioso tra tutti è però
certamente l’Emmy vinto come miglior attore non protagonista nel
2021.
Brett Goldstein è su Instagram
8. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un proprio account verificato, seguito ad oggi
da 492 mila persone. In questo, dove Goldstein ha ad oggi
pubblicato olre 700 post, si possono ritrovare immagini di diverso
tipo, da quelle promozionali del lavoro dell’attore ad altre
relative ai suoi momenti di svago lontani dai riflettori.
Seguendolo si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue
attività.
Brett Goldstein: chi è sua moglie
9. Non è sposato.
Goldstein si è sempre dimostrato intenzionato a mantenere il
maggior riserbo possibile sulla propria vita privata. Molto poco si
sa infatti di lui al di fuori delle scene. Più volte, ad esempio, i
fan si sono chiesti se sia sposato o meno. Ciò che si sa riguardo
la sua vita sentimentale è che attualmente l’attore non è sposato,
ma è impegnato in una relazione con Beth Rylance,
una comica britannica, che Goldstein ha anche ringraziato durante
il suo discorso mentre riceveva il premio Emmy.
Brett Goldstein: età ed altezza
10. Brett Goldstein è nato
il 17 luglio del 1980 a Londra, Inghilterra. L’attore è
alto complessivamente 1.80 metri.
Brett Goldstein apparirà come guest
star nella seconda stagione di
Shrinking su Apple TV+. Il ruolo
porterà Goldstein davanti alla telecamera per la serie, di cui è
co-creatore e produttore esecutivo. I dettagli sul personaggio che
interpreterà in
Shrinking sono tenuti nascosti.
Brett Goldstein ha debuttato con il suo
ruolo nella serie Apple
TV+Ted Lasso,
interpretando Roy Kent, oltre a lavorare anche come sceneggiatore e
infine come co-produttore esecutivo. Ha vinto due Emmy Awards
consecutivi per il suo lavoro nello show. I suoi altri crediti come
attore includono Thor: Love and Thunder,
Doctor Who e Superbo, e per
l’ultimo dei quali è stato anche co-sceneggiatore.
La seconda stagione di
Shrinking è attualmente in produzione. Goldstein ha
co-creato la serie con il co-creatore di Ted Lasso, Bill
Lawrence, e Jason Segel, co-protagonista
di
Shrinking insieme a Harrison Ford. Tutti e tre sono produttori
esecutivi insieme a Neil Goldman, James Ponsoldt, Randall
Winston, Jeff Ingold, Liza Katzer, Rachna Fruchbom, Brian
Gallivan e Annie Mebane. La Warner Bros.
Television, con cui Lawrence e Goldstein hanno accordi generali,
produce.
Insieme a Segel e
Ford,
Shrinking vede protagonisti Jessica Williams,
Christa Miller, Lukita Maxwell, Michael Urie, Luke Tennie
e Ted McGinley. Sia Segel che Williams hanno
ottenuto nomination agli Emmy per la prima stagione, che ha
debuttato nel gennaio 2023. Segel recita nella serie nel ruolo del
“terapista in lutto Jimmy, che inizia a infrangere le regole e
a dire ai suoi clienti esattamente quello che pensa. Ignorando la
sua formazione e la sua etica, si ritrova ad apportare enormi e
tumultuosi cambiamenti alla vita delle persone… compresa la
sua”.
Giugne notizie che Bret McKenzie è
entrato a far parte del cast de Lo Hobbit. L’attore della serie
Flight of the Conchords, ritornerà dunque a lavorare con Jackson
sopo la breve apparizione ne La compagnia dell’Anelo e nel Il
ritorno del re.
Giugne notizie che Bret McKenzie è
entrato a far parte del cast de Lo Hobbit. L’attore della serie
Flight of the Conchords, ritornerà dunque a lavorare con Jackson
sopo la breve apparizione ne La compagnia dell’Anelo e nel Il
ritorno del re.
Il film è attualmente in fase di ripresa, sotto
la guida nuovamente di Peter Jackson. Ian McKellen e Andy
Serkis ritorneranno nei rispettivi ruoli. Lo Hobbit verrà girati in
3D e uscirà in due parti, rispettivamente nel dicembre del 2012 e
2013.
L’autore americano Bret
Easton Ellis è pronto a fare il suo debutto alla regia con
Relapse, un film horror di alto profilo da lui
scritto con protagonista il giovane Joseph Quinn visto nella quarta stagione di
Stranger Things.
La SND con sede a Parigi si è unita
al progetto come produttore, insieme a Nostromo di Adrian
Guerra e Kiss & Kill di Simon Wallon. SND
gestirà le vendite mondiali di Relapse, così come
la distribuzione francese, e annuncerà il titolo all’EFM con un
esclusivo sizzle reel.
Quinn, che vedremo prossimamente in
A
Quiet Place: Giorno 1 (guarda
il trailer) e nel sequel Il
Gladiatore, reciterà in Relapse nei
panni di Matt Cullen, che entra in riabilitazione dopo aver
assistito a una morte orribile durante una festa sotto l’effetto di
droghe. Tre mesi dopo, è pronto a rimettere insieme la sua vita,
soggiornando nella villa dei suoi genitori sulle colline di Los
Angeles. Ma le cose intorno a Matt sono cambiate e tutto sembra
sbilanciato.
“Alimentata dalla sua
personalità instabile e dal potere invasore dei social media, la
paranoia di Matt cresce, mettendo a rischio il suo programma di
riabilitazione. Quando ricomincia a usarli, una presenza misteriosa
inizia a crescere attorno a Matt e si rivela un mostro che lo
perseguita fin da quando era adolescente. Il suo terapista cerca di
aiutarlo, convinto che il mostro sia effettivamente nella testa di
Matt”, si legge nella sinossi.
Bret Easton
Ellis flirta con il mondo del cinema da decenni,
poiché molti dei suoi libri iconici, da “American Psycho”
a “Le regole dell’attrazione”, sono stati adattati per il
grande schermo. Il suo ultimo libro, “Le Schegge”, un
romanzo semi-autobiografico sui serial killer, è stato scelto dalla
HBO per una miniserie. Ellis ha anche scritto quattro film, tra cui
“The Canyons” del 2013 e “Smiley Face Killers” del 2020.
“Sono cresciuto guardando gli
iconici film horror degli anni ’70”, ha detto Ellis. “Ho
scritto ‘Lunar Park’, un romanzo horror, come omaggio a Stephen
King. Mi sembra appropriato che il mio primo lungometraggio sia un
film horror. C’è una semplicità in “Relapse” che sembra la forma
perfetta per il mio debutto alla regia: qualcosa di diretto e di
grande impatto”.
Ellis ha detto che “non ha mai
visto un film di mostri nel tipo di ambientazione di lusso di Los
Angeles di cui ho scritto e che conosco”. L’autore / regista,
che parla della cultura pop nel “The Bret Easton Ellis Podcast”, ha
descritto “Relapse” come un “film di mostri con i (suoi)
personaggi caratteristici – giovani, belli, ricchi – al
centro”. Ha anche detto che era “un film personale”.
“Avrà le mie caratteristiche: sesso, droga e paranoia. Sarà
anche un film divertente, entusiasmante e commerciale che piacerà a
molte persone”, ha continuato.
Ramy Nahas, responsabile delle
vendite internazionali di SND, ha affermato che “Relapse
combina l’aspetto e l’atmosfera del genere horror con la
prospettiva unica di Bret Easton Ellis”. “È il mix perfetto dei
temi per cui Bret è famoso all’interno di un film mostruoso. Un
autore di culto, un attore emergente e una sceneggiatura
accattivante”, ha aggiunto Nahas.
Distintosi tra cinema e serie TV,
l’attore Brenton Thwaites è riuscito nel corso di
pochi anni ad affermarsi come un giovane e promettente volto della
recitazione. Grazie alla sua partecipazione a grandi blockbuster ha
potuto ottenere grande popolarità, confermando poi il suo talento
anche attraverso prodotti più piccoli e di vario genere. Oggi è
protagonista di una popolare serie televisiva, riconfermandosi come
una personalità ancora particolarmente sulla cresta dell’onda.
Ecco 10 cose che non sai su Brenton
Thwaites.
Brenton Thwaites: i film e le serie TV
1. Ha recitato in diversi
film. La carriera cinematografica di Thwaites ha avuto
inizio con i film Save Your Legs!, Oculus – Il riflesso del
male e The Signal, girati tra il 2012 e il 2014.
Sempre nel 2014 recita in Maleficent accanto ad
Angelina Jolie e
Elle Fanning,
ottenendo grande popolarità. Successivamente recita in The Giver – Il mondo di
Jonas (2014), Son of a Gun (2014), Ride –
Ricomincio da me (2014) e Gods of Egypt (2016).
Ulteriore popolarità arriva nel 2017 grazie al film Pirati dei Caraibi – La vendetta
di Salazar, dove recita accanto a Johnny Depp e
Kaya
Scodelario. Da quel momento ha poi recitato nei film
An Interview with God (2018), A Violent
Separation (2019) e Ghosts of War (2020).
2. È noto per alcune serie
televisive. Prima di ottenere grande popolarità al cinema,
Thwaites ha recitato nella serie australiana SLiDE (2011)
e nella soap opera Home and Away (2011-2012), dove ha
ricoperto il ruolo di Stu Henderson. Ottiene poi una prima
notorietà grazie al film televisivo Laguna blu – Il
risveglio, remake dell’omonimo titolo cinematografico del
1980. Dopo essersi dedicato esclusivamente al cinema per diversi
anni, Thwaites torna infine sul piccolo schermo per recitare nella
serie supereroistica Titans.
Brenton Thwaites è Dick Grayson
3. Ha riportato sullo
schermo il celebre personaggio. Dal gennaio 2019 in Italia
sulla piattaforma Netflix è disponibile la serie Titans,
basata sui Giovani Titani, supereroi della DC Comics. Protagonista
e leader del gruppo è Richard “Dick” Grayson, alias Robin. Il
personaggio è notoriamente la spalla di Batman, che decide però qui
di mettersi in proprio e gestire il proprio gruppo di supereroi. Ad
interpretare tale ruolo vi è proprio Thwaites, che ha così
riportato sul piccolo schermo il celebre Robin a distanza di 49
anni dalla sua ultima comparsa nella serie Batman. Si
tratta inoltre anche della prima versione live-action del
personaggio dopo quella data da Chris
O’Donnell nel film Batman & Robin.
4. È affascinato dagli
aspetti psicologici del personaggio. Nel raccontare il suo
Robin, Thwaites ha dichiarato di essere maggiormente attratto dai
suoi aspetti psicologici che non dal suo indossare un costume per
combattere il crimine. Per lui, Dick Grayson è un leader
riluttante, ancora in cerca di risposte sulla sua identità e su ciò
che davvero desidera ottenere. Allo stesso tempo, si trova a dover
gestire anche un gruppo di altri supereroi che dipendono da lui.
Tutto ciò lo porta a vivere una serie di conflitti che per l’attore
sono il vero elemento interessante del personaggio.
Brenton Thwaites in Pirati dei Caraibi
5. Ha interpretato il
figlio di un celebre personaggio. Quella di Pirati dei
Caraibi è una delle saghe cinematografiche più apprezzate
dall’inizio del nuovo secolo. Oltre all’iconico capitan Jack
Sparrow, uno dei personaggi più apprezzati è Will Turner,
interpretato nei primi tre film da Orlando Bloom.
Nel quinto film, Pirati dei Caraibi – La vendetta di
Salazar, viene invece introdotto il figlio di questi, Henry
Turner. Ad interpretarlo è proprio Thwaites, che grazie a questo
ruolo ha ottenuto definitiva consacrazione. L’attore, in realtà, ha
solo 12 anni in meno a Bloom e 4 in meno a Keira
Knightley, che interpreta sua madre.
6. Per ottenere il ruolo ha
dovuto battere un’agguerrita concorrenza. Un ruolo come
quello di Henry Turner è un occasione d’oro per tutti i giovani
attori in cerca di popolarità nel mondo del cinema. Sono dunque
stati molti i candidati al ruolo, da Ansel Elgort e Taron Egerton,
da George MacKay a
Sam Keeley. Ognuno di questi ha poi ottenuto
grande successo recitato in acclamati film diretti da celebri
registi. Ad ottenere il ruolo di Henry Turner è però stato
Thwaites, ritenuto dai produttori più simile a Bloom in quanto a
fisico e recitazione.
Brenton Thwaites in Maleficent
7. Ha avuto un ruolo
fondamentale nel film. Nel film del 2014
Maleficent, incentrato sulla celebre Malefica, una delle
fate più cattive del mondo Disney, Thwaites ha ricoperto uno dei
primi ruoli di rilievo della sua carriera. Interpreta infatti qui
il principe Filippo, segretamente innamorato della principessa
Aurora. Grazie a questo ruolo in un film di grandissimo successo,
l’attore ha potuto ottenere una prima notorietà che lo ha poi
portato ad ottenere sempre più ruoli all’interno di Hollywood.
Brenton Thwaites: la vita privata dell’attore
8. Ha conosciuto la sua
partner sul set di un film. Mentre nel 2015 era impegnato
nelle riprese di Pirati dei Caraibi – La vendetta di
Salazar in Australia, Thwaites ha conosciuto Chloe
Pacey, con la quale ha convissuto per l’intero periodo del
set. Successivamente, i due hanno portato avanti la loro relazione
che dura ancora oggi. La coppia ha poi avuto anche due figli. Sui
rispettivi account Instagram si possono ritrovare diversi post in
cui i due si mostrano in loro momenti famigliari, stando però
attenti a non esporsi troppo. Ad oggi Thwaites e la Pacey non sono
ufficialmente sposati.
Brenton Thwaites è su Instagram
9. Ha un profilo sul social
network. L’attore è presente su Instagram con un proprio
account verificato. All’interno di questo Jackson vanta oltre 741
mila follower, ed è solito pubblicare post di vario genere. Questi
ad oggi sono più di 136 e spaziano da momenti di svago in compagna
di amici o della sua famiglia sino alla promozione dei suoi
progetti cinematografici e televisivi. Seguendo il suo profilo,
dunque, si potrà essere sempre aggiornati sulle sue
attività.
Brenton Thwaites: età e altezza dell’attore
10. Brenton Thwaites è nato
a Cairns, in Australia, il 10 agosto del 1989. L’attore è
alto complessivamente 1,82 metri.
Brendan Gleeson,
noto per i suoi personaggi da mentore o da figura burbera e
autoritaria, è un attore dotato di un talento raro, che gli
permette non solo di interpretare qualunque tipo di personaggio,
passando con naturalezza da un genere cinematografico ad un altro,
ma anche di conferire a tali personaggi una profonda umanità, ben
oltre quella che viene per lo scritta. È proprio questo uno degli
aspetti più incantevoli della sua attività di interprete e che lo
rende tanto memorabile nel cuore degli spettatori.
2. Ha preso parte anche a
progetti per la TV. Oltre ai tanti film per il cinema in
cui ha recitato, Gleeson ha preso parte, ancora agli inizi della
sua carriera, anche a film per la TV come Hard Shoulder
(1990), Saint Oscar (1991), The Treaty (1991),
The Snapper (1993), Avventure nei mari del nord
(1995), Making the Cut (1998) e Into the Storm – La
guerra di Churchill (2009). Negli ultimi anni ha poi recitato
anche in tre serie: 1916 Seachtar
Dermadta (2013), Mr. Mercedes (2017-2019),
tratta dall’omonimo romanzo di Stephen King,
e State of the Union (2022).
3. Ha ottenuto importanti
riconoscimenti. Nel corso della sua carriera Gleeson ha
ricevuto nomination ad alcuni dei più importanti premi assegnati
per il cinema. Tra questi si anoverano sette candidature ai
Satellite Award, dove ha vinto due volte come
miglior attore per Into the Storm e Mr. Mercedes,
due candidature agli Emmy Award, dove ha vinto
come miglior attore per Into the Storm, e cinque
nomination ai Golden Globe. Nel 2023 ha infine
ricevuto la sua prima candidatura ai premi Oscar come miglior
attore non protagonista per Gli spiriti dell’isola.
Brendan Gleeson è Malocchio Moody
in Harry Potter
4. Non era sicuro di voler
recitare nel film. Il ruolo più celebre di Gleeson è senza
dubbio quello di Alastor “Malocchio” Moody nella saga di Harry
Potter. Più precisamente egli compare nel quarto, nel quinto e nel settimo film. Inizialmente,
però, l’attore ha raccontato di aver firmato solo per un film,
poiché non se la sentiva di partecipare ad una saga di un genere
che non sentiva suo. In particolare, l’attore era preoccupato
all’idea di lavorare con interpreti molto giovani. Una volta sul
set, però, si è lasciato conquistare dall’atmosfera magica e
tutt’altro che infantile, decidendo di rimanere nella saga.
5. Ha basato il personaggio
su sue esperienze pregresse. Prima di diventare un attore,
Gleeson a lavorato per dieci anni come insegnante di lingua e
letteratura inglese e irlandese al Catholic Belcamp College di
Dublino. L’attore ha raccontato di essersi basato sulle sue
esperienze come docente per interpretare Malocchio Moody,
riproponendo alcuni dei suoi atteggiamenti in aula, portandoli
naturalmente all’estremo. Gleeson, inoltre, ha affermato di essersi
sentito capace di “esorcizzare” qualche cattiveria compiuta nella
sua carriera di professore.
Brendan Gleeson in Braveheart –
Cuore impavido
6. Quello in
Braveheart è stato uno dei suoi primi ruoli
importanti. Dopo alcuni ruoli per il cinema e la
televisione, Gleeson si è fatto conoscere per il personaggio di
Hamish, ruolo secondario nel film Braveheart – Cuore
impavido, diretto e interpretato da Mel Gibson. Nel
film Gleeson interpreta dunque uno dei più fedeli capitani del
protagonista, anche se il vero condottiero a cui il suo Hamish è
ispirato era scozzese e non irlandese, come è invece l’attore. Ad
ogni modo, fu questo uno dei primi ruoli a conferire popolarità a
Gleeson.
Brendan Gleeson in Troy
7. Ha interpretato un
celebre condottiero. Dopo essere stato un guerriero in
Braveheart, Gleeson ha avuto l’occasione pochi anni dopo
di interpretarne un altro ancor più celebre nel film epico
Troy. Qui egli è infatti Menelao, l’uomo a cui Paride ruba
la bella Elena, di fatto scatenando la guerra tra greci e troiani.
Gleeson si è dunque stavolta trovato a doversi confrontare con
abiti di scena particolarmente elaborati e con sequenze di
battaglia molto complesse. Anche questo è poi divenuto un altro dei
ruoli per cui l’attore è oggi maggiormente ricordato.
Brendan Gleeson e Colin
Farrell
8. Ha lavorato in due
occasioni con il collega irlandese. Brendan Gleeson e
Colin Farrell si sono
dimostrati essere una straordinaria coppia cinematografica, forte
della grande sintonia esistente tra i due interpreti. I due hanno
ad oggi lavorato insieme per i film In Bruges – La coscienza
dell’assassino e Gli spiriti dell’isola, entrambi
diretti da Martin McDonagh, anche lui irlandese di
origini. In entrambi i casi i due si sono sempre dichiarati
entusiasti del lavoro svolto insieme, considerando il periodo di
lavoro sui due film realizzati insieme come estremamente creativo e
personalmente rinvigorente.
Brendan Gleeson e i suoi figli
9. Ha quattro
figli. Sposato dal 1982 con Mary Weldon,
l’attore ha quattro figli: lo scrittore Rory
e gli attori Fergus, Brian e
Domhnall
Gleeson. Quest’ultimo è il più noto tra i tre, celebre
per aver recitato, come il padre, nella saga di Harry
Potter, ricoprendo il ruolo di Bill Weasley, ma anche nei film
Ex Machina, Anna Karenin e nella trilogia sequel di
Star
Wars nei pani del Generale Armitage Hux. Domhnall ha
dunque recitato accanto al padre in Harry Potter, anche se
inizialmente contrario alla cosa per via del suo non voler essere
giudicato in base alla loro parentela.
Brendan Gleeson: età e altezza
dell’attore
10. Brendan Gleeson è nato a
Dublino, Irlanda, il 20 marzo del 1955. L’attore è alto
complessivamente 1,86 metri.
È ufficiale,
Brendan Gleeson è pronto per un ruolo importante nella
prossima serie live-action Spider-Noir di
Prime
Video. Variety aveva già riferito in esclusiva a luglio che
Gleeson avrebbe preso parte allo show, ma il suo ruolo è stato ora
confermato. I dettagli esatti sul personaggio di Gleeson sono
tenuti segreti, ma si ritiene che interpreterà il cattivo
principale.
Brendan Gleeson reciterà insieme al protagonista della
serie
Nicolas Cage nello show, che al momento è
intitolato Spider-Noir. Altri membri del cast
includono Lamorne Morris, Abraham
Popoola e Li Jun Li.
Secondo la sinossi ufficiale, lo
show “racconta la storia di un investigatore privato anziano e
sfortunato (Cage) nella New York degli anni ’30, che è costretto a
confrontarsi con la sua vita passata come unico supereroe della
città”.
Tutto quello che sappiamo sulla
serie Spider-Noir
Spider-Noir è
prodotto da Oren Uziel e Steve
Lightfoot, che fungeranno anche da co-showrunner e
produttori esecutivi. Hanno sviluppato la serie con il team di
Spider-Man:
Un nuovo universo composto da Phil Lord,
Christopher Miller e Amy Pascal, che
saranno anche produttori esecutivi. Harry Bradbeer
sarà il produttore esecutivo e dirigerà i primi due episodi. Pascal
è produttore esecutivo tramite Pascal Pictures. La serie è prodotta
da Sony Pictures Television e Amazon MGM Studios, con Lord e Miller
attualmente sotto un accordo generale con Sony.
Confermati nel cast
Nicolas Cage,
Brendan Gleeson e Lamorne Morris.
Spider-Noir è stato il secondo spettacolo annunciato
nell’ambito di una partnership tra Amazon e Sony per sviluppare
progetti sui personaggi Marvel associati a Spider-Man
controllati da Sony. Il primo è stato “Silk: Spider
Society”, a cui è stato originariamente dato il via libera
nel 2022, ma è stato riferito a maggio che il progetto non sarebbe
andato avanti.
Al momento non c’è molto altro su
cui basarsi, ma nei fumetti Noir affronta molteplici versioni
ridisegnate di praticamente tutti i classici nemici di Spidey, tra
cui Goblin, Avvoltoio, Electro e Doctor Octopus. Se questa notizia
si rivelasse vera – e Richtman è stato molto preciso in questi
ultimi tempi con gli scoop sul casting – è possibile aspettarsi
presto una conferma da parte degli studios coinvolti.
Spider-Man Noir nel film Spider-Man: Un nuovo universo
Spider-Man Noir: tutto quello che sappiamo sulla serie
In precedenza è stato riferito che
la serie, ancora senza titolo, seguirà un supereroe più anziano e
provato nella New York degli anni Trenta. Persone a conoscenza del
progetto hanno dichiarato che la serie sarà ambientata in un
universo proprio e che il personaggio principale non sarà Peter
Parker, il che significa che Cage interpreterebbe un altro
Spider-Man. Lo show dunque potrebbe non reinventare il mondo di
Peter con uno sfondo noir.
Dopo essere comparso in forma
animata in Spider-Man:
Un nuovo universo, questa sarà la prima volta che il
personaggio verrà interpretato in un progetto live-action. Secondo
la trama ufficiale, “Noir” racconterà la storia
“di un investigatore privato anziano e sfortunato (Cage) nella
New York degli anni ’30, costretto a fare i conti con la sua vita
passata come unico e unico supereroe della città”.
“Espandere l’universo Marvel con ‘Noir’ è
un’opportunità unica e speciale e siamo onorati di offrire questa
serie ai nostri clienti Prime Video
globali”, ha affermato Vernon Sanders,
responsabile televisivo di Amazon MGM Studios. “Il talentuoso
Nicolas Cage è la scelta ideale per il nostro
nuovo supereroe e per un team di produttori esperto con Phil Lord,
Christopher Miller, Amy Pascal e l’incredibile team di Sony è
impegnata ad espandere questo franchise nel modo più
autentico”.
Oren Uziel sarà
sceneggiatore e produttore esecutivo della serie, mentre i
produttori di Spider-Man:
Un nuovo universo, Phil Lord e
Christopher Miller, e l’ex capo della Sony,
Amy Pascal, saliranno a bordo come produttori
esecutivi. Uziel è noto per aver scritto l’actioner romantico
The
Lost City, oltre a film come 22 Jump Street,
Mortal Kombat e The Cloverfield Paradox. Ha anche
scritto John Wick
4 e l’imminente adattamento del videogioco Borderlands.