Empire ha pubblicato due nuove foto dal film The World’s End, il film che concluderà la trilogia del Cornetto, cominciata con Hott Fuzz e proseguita con Shaun of the
Empire ha pubblicato due nuove foto dal film The World’s End, il film che concluderà la trilogia del Cornetto, cominciata con Hott Fuzz e proseguita con Shaun of the
Ecco un video, pubblicato sul canale Youtube ufficiale della Warner Bros, in cui si celebrano i primi 90 anni della famosissima Major hollywoodiana.
E’ la fan page ufficiale del film Il Grande e Potente Oz a pubblicare sul social i character Poster dell’atteso film della Disney, diretto da Sam Raimi e interpretato da James Franco, Michelle Williams, Mila Kunis, Rachel Weisz, Abigail Spencer.
Ecco i poster:
La fan page ci informa anche sulla reale natura dei personaggi descrivendoli così:
Comincia la creazione del merchandising della Warner Bros per il prossimo film in uscita su Superman, L’Uomo d’Acciaio. Oggi arrivano le prime immagini di alcune delle Action Figure tratte dal film:
Nessuna data di uscita e prezzo degli oggetti da collezione è stata annunciata quindi vi consigliamo di seguirci per saperne di più.
Warner Bros. Pictures e Legendary Pictures presentano L’Uomo d’Acciaio, con Henry Cavill nel ruolo di Clark Kent/Superman, per la regia di Zack Snyder. Il film è interpretato anche da Amy Adams (“The Fighter”), attrice candidata tre volte agli Oscar, nel ruolo della giornalista del Daily Planet Lois Lane, e il candidato all’Oscar Laurence Fishburne (“What’s Love Got to Do with It”) in quello del direttore del giornale, Perry White. Nel ruolo dei genitori adottivi di Clark Kent, Martha e Jonathan Kent, ci sono la candidata agli Oscar Diane Lane (“Unfaithful — L’amore infedele”) e il premio Academy Award Kevin Costner(“Balla coi lupi”).
A combattere contro il supereroe sono due altri Kryptoniani sopravvissuti, il malvagio Generale Zod, interpretato dal candidato agli Oscar Michael Shannon (“Revolutionary Road”) e Faora, interpretata da Antje Traue. Originari di Krypton sono anche i genitori biologici di Superman, la madre Lara Lor-Van, interpretata da Ayelet Zurer (“Angeli e demoni”) e il padre Jor-El, interpretato dal premio Academy Award Russell Crowe (“Il gladiatore”). Nel cast anche Harry Lennix, nel ruolo del Generale Swanwick, Christopher Meloni in quello del Colonnello Hardy e Richard Schiff che interpreta il Dr. Emil Hamilton. Tutte le news nel nostro speciale: Superman: Man of steel.
Sarà Duncan Jones il regista
del film Warcraft, l’adattamento cinematografico
dell’omonimo videogame che sarà prodotto dalla Legendary
Pictures. Il regista di Moon
Les Misérables – Les Misérables è
l’adattamento cinematografico di uno dei musical di maggior
successo di tutto i tempi e tratto dal celebre romanzo di Victor
Hugo. Siamo nella Francia della prima metà dell’Ottocento.
Protagonista della storia è Jean Valjean, appena uscito di prigione
in cerca di redenzione. Sotto falso nome, diventa un fortunato
imprenditore e sindaco di una città della provincia francese.
Perseguitato dall’ispettore Javert, è costretto a fuggire
nuovamente, portando con sé la piccola orfana Cosette, che alleva
come una figlia.
Sam Worthington sarà il protagonista
del prossimo film di Phillip Noyce, For
the Dogs. La pellicola sarà un
action-thriller basato su una sceneggiatura di Oren
Moverman,
Tris di attori di primissimo piano per il prossimo film Miss Julia, remake dell’omonimo film di August Strindberg, ovvero Jessica Chastain, Colin Farrell e Samantha Morton. La pellicola segue le vicende di Miss Julie, figlia di un conte mentre esplora il mondo sociale dei suoi servi, interagendo in particolard modo con uno di nome Jean.
La protagonista Julie sarà interpretata dalla candidata all’Oscar Jessica Chastain, mentre Jean avrà il volto di Colin Farrell. Samantha Morton invece sarà la cuoca Christine. A produrre la pellicola ci saranno Oliver Dungey e Teun Hilte. La pellicola sarà diretta da Liv Ullmann.
Iniziano ad arrivare notizie sugli spot che vedremo al tanto atteso Super Bowl, evento non solo sportivo ma anche occasione di vedere nuove immagini dei film più attesi della stagione. E fra questi ci sarà uno spot televisivo di 60 secondi di Iron Man 3, ecco una clip in anteprima del filmato in attesa di poterlo gustare per intero Domenica:
Insieme al video anche un sorprendente nuovo poster:
Vi ricordiamo che Iron Man 3 sarà in 2D, 3D e IMAX e uscirà in USA il 3 maggio 2013. Diretto da Shane Black vede protagonisti Robert Downey Jr., Gwyneth Paltrow, Guy Pearce, Don Cheadle, Rebecca Hall, Paul Bettany, Ben Kingsley, e Jon Favreau.
Arriva finalmente al cinema Les Misérables , il film musical diretto da Tom Hooper, con Hugh Jackman e Russell Crowe. Passano le ore eppure le note continuano ad echeggiare nella testa, l’adrenalinica voglia di rivoluzione ancora circola in corpo, la profonda emozione e commozione per un’umanità miserabile ancora ci accompagna. La potenza evocativa del musical si basa soprattutto sulla grande forza emotiva della musica, ma quando a questa forza ci si aggiunge una storia immortale, una regia solida e visibile e un cast stratosferico il risultato non può che essere Les Misérables, film destinato a rimanere nella memoria di chiunque avrà la fortuna di vederlo.
La vicenda, nota ai più, ripercorre fedelmente le storie dei personaggi creati da Victor Hugo nel suo capolavoro, I Miserabili, da cui è appunto stato tratto il musical di Broadway di cui il film di Tom Hooper è la prima versione cinematografica. Jean Valjean è un galeotto, che ha scontato 19 anni di bagno penale per aver rubato del pane per non morire di fame, e che per tutta la vita scapperà da Javert, il temibile rappresentante della legge. Fantine è una bella e giovane donna che si è innamorata di un uomo che dopo averle dato una bambina l’ha abbandonata per sempre.
Queste due anime sventurate si incontreranno e faranno l’uno la salvezza dell’altra: Valjean accudirà la morente Fantine dandole pace e crescerà come una figlia Cosette, la dolce bambina rimasta senza madre. A nove anni di distanza Parigi è in rivolta, Marius è un giovane barone che si schiera dalla parte del popolo e che si innamora, ricambiato, di Cosette, diventata una giovane donna. Non mancano gli altri personaggi fondamentale della storia, ovvero al famiglia Thénardier al completo: padre, madre e la figlia Eponine.
Tom Hooper si è avventurato in un grandioso esperimento, facendo cantare per la prima volta dal vivo gli interpreti, senza il doppiaggio in post produzione, con il conseguente effetto del famoso recitar cantando operistico che mai si era visto al cinema.
Ogni performance è unica, emozionante e imperfetta, proprio per l’effettiva realtà dell’emozione che in quel momento esprime e prova l’attore. E proprio l’attore è il cuore del film, un cast di bravissimi interpreti che hanno trovato in questo film una collocazione perfetta, capitanati da un Jean Valjean d’eccezione. Hugh Jackman è Valjean in ogni singola fibra del suo essere, per la potenza fisica, per l’estrema delicatezza d’animo, per la voce spezzata dalla sofferenza; “Chi sono?” si chiede il suo Jean nel film, noi rispondiamo che è senza dubbio uno straordinario protagonista.
Nemesi di Valjean è l’implacabile Javert (Russell Crowe), la legge, l’ordine, l’instancabile mastino che per tutta la vita inseguirà Jean, ossessionato da lui. “Guarda giù, non guardarlo negli occhi” i prigionieri sanno che guardare Javert è pericoloso, Valjean lo scoprirà a sue spese. Eddie Redmayne è invece Marius, ardente rivoluzionario e delicato amante, puro e deciso a seguire i due unici scopi della sua vita: la causa rivoluzionaria e la bella Cosette, interpretata con la sua cristallina voce da Amanda Seyfried.
In mezzo a questo delicato amore si pone la sfortunata Eponine (Elizabeth Banks) che “da sola” ama Marius e fa di tutto per salvarlo. Coppia di farabutti, ballerini e imbroglioni, sono Helena Bonham Carter e Sacha Baron Coen, nei panni dei Thénardier, aguzzini di Cosette e peggior specie di rappresentanti del popolo. Corona questo splendido cast la triste Fantine, una Anne Hathaway delicata, martoriata, dolente, eppure innocente e luminosa.
E intorno a questi
grandissimi interpreti si muove sinuoso ed elegante Hooper, osando,
correndo, fermandosi e danzando tra le moltissime comparse, le
scenografie mozzafiato, in mezzo alle note immortali che
attanagliano il cuore e fomentano lo spirito. Les
Misérables è un epico affresco di un’epoca, una delicata
storia d’amore, un racconto di un’anima persa, una dolente passione
non corrisposta, la lotta continua per la sopravvivenza in cui i
miserabili del popolo, si sollevano dal fango e rivendicano, con
tutta la loro forza, il loro diritto alla felicità, cantando a
squarcia gola il loro rifiuto di essere “di nuovo
schiavi”.
L’account Twitter dell’amatissima attrice Jodie Foster ha mostrato da pochissime ore il nuovo look dell’attrice sul set di Elysium, prossimo sci-fi thriller che la vede protagonista insieme a Matt Damon, Sharlto Copley, Alice Braga e Diego Luna.
Il film ambientato nel 2159 in cui ci sono due classiper persone: le prime che vivono su una stazione spaziale chiamata Elysium, e le seconde che vivono in una sovraffollata Terra in rovina. Jodie Foster interpreta il Segretario Rhodes, che deve preservare lo stile di vita di lusso che si conduce sul satellite Elysium servendosi di leggi anti immigrazione.
Ecco il look della Foster per il film:
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Fonte: comingsoon.net
Guarda il Trailer
Ufficiale di Tutti contro Tutti di Rolando
Ravello con Kasia
Smutniak, Lidia Vitale, Marco
Giallini, Rolando
Ravello. La pellicola arriverà nelle sale dal 28
Febbraio.
Con The Impossible, J.A. Bayona, regista che ha segnato il suo esordio al cinema con The Orphanage, raccontala storia di una di quelle famiglie che si ritrovò travolta da quella terribile onda e da quella straordinaria catastrofe naturale, la più grande che quella regione ricordi. Ma se la storia raccontataci dal regista spagnolo ha dell’incredibile, la storia vera, da cui il film prende spunto, è letteralmente ‘impossibile’.
Nel 2004, il 26 dicembre, il più grande tsunami che la storia ricordi devastò il sud-est asiatico, distruggendo chilometri di costa e portando via la vita a più di cinquemila persone solo i Tailandia.
In The Impossible Maria e Henry Bennet sono una coppia felice con tre figli alle prese con i comuni problemi che la famiglia comprende: il lavoro, i piccoli screzi trai tre bambini, il rapporto di coppia. I Bennet decidono di trascorrere le vacanze di Natale in Tailandia, senza sapere che quel viaggio diventerà un vero e proprio spartiacque che cambierà per sempre la loro vita.
Il regista Bayona ha dimostrato di saperci fare bene con il linguaggio cinematografico e soprattutto con l’horror, suo genere d’esordio. Con The Impossible realizza un film molto lineare, che tende al drammatico, genere connaturato al tipo di storia che si vuole raccontare, ma che tuttavia viene declinato con uno stile registico che si avvicina molto a quello dell’horror. I meccanismi, i tempi e soprattutto il montaggio sonoro del film mirano a costruire una tensione così palpabile che sembra davvero di assistere ad un film dell’orrore. Tale accostamento non è difficile da immaginare né tantomeno fuori luogo dal momento che la situazione che si sono trovati a vivere i sopravvissuti alla terribile onda distruttrice ha senza dubbio rasentato l’incubo più nero.
Protagonista del film è Lucas, figlio maggiore della famiglia Bennet e interpretato dal bravissimo Tom Holland, che si assume la responsabilità di salvare la madre, ma anche di fare qualcosa per l’umanità martoriata e ferita dalla furia della natura. Ad interpretare la coppia invece sono stati chiamati Ewan McGregor e Naomi Watts. Entrambi genitori, i due attori hanno reso benissimo la naturale tenerezza di una coppia sposata e soprattutto la grande sofferenza che si prova nel perdere i propri figli, così come l’innato istinto di protezione verso gli stessi. In particolare la Watts è stata nominata agli ultimi premi Oscar per la sua interpretazione da migliore protagonista, nomination che si accoppia con quella, meno prestigiosa ma ugualmente apprezzata, ai Golden Globe. In realtà l’attrice per quanto sempre molto brava, non sembra aver dato particolare prova di sé, semplicemente perché per la metà del film è costretta a letto ricoperta da uno spesso strato di trucco che ne imita le tumefazioni.
The Impossible potrebbe essere dantescamente definita una commedia, per un finale disteso e colmo di speranza, nel quale però si trascina, nell’ultima dolorosa inquadratura, il ricordo dell’umanità ferita da una natura che non saremo mai in grado di governare completamente.
Arriva anche nelle sale italiane The last Stand – L’ultima Sfida, il film che segna il ritorno da protagonista assoluto l’ex governatore della California, nonché stella dell’action-movie Arnold Schwarzenegger, ormai sempre più proiettato a riprendere il suo ruolo cinematografico in un genere che, con l’ex Governator impegnato in politica, ha manifestato una certa sofferenza nel riuscire a rimpiazzare la sua leggenda.
Dopo aver lasciato la squadra narcotici della polizia di Los Angeles a causa di un’operazione andata male, lo sceriffo Ray Owens ha lasciato la metropoli per trasferirsi nella piccola Sommerton Junction, dove si dedica alla lotta contro la piccola criminalità. La sua pacifica esistenza viene rovinata quando Gabriel Cortez, famoso narcotrafficante, che evade in maniera spettacolare da un convoglio dell’Fbi. Con l’aiuto di una feroce banda di fuorilegge, capitanata dal gelido Burrell, Cortez si dirige verso il confine con il Messico portandosi dietro un ostaggio. Il percorso di Cortez prevede di far tappa a Sommerton Junction, dove lo attendono le forze di polizia di tutto lo stato, tra cui l’agente John Bannister. In un primo momento reticente a farsi coinvolgere, Owens finisce con il prendere la situazione in mano e guidare le operazioni per fermare Cortez.
The last Stand – L’ultima Sfida è un film che ha come innegabile obiettivo recuperare il gusto per un certo cinema degli anni 80’, tanto più che serve a rilanciare una star, il fu Terminator Arnold Schwarzenegger, che nonostante qualche acciaccato movimento e un po’ di fiatone, riesce a dare quell’aura di glaciale invincibilità al suo personaggi. I punti forti ovviamente sono la componente adrenalinica che si dispiega in sequenze mozzafiato e lunghissimi scontri a fuoco, che per certi versi ricordano il cinema action asiatico; non a casa, dietro la macchina da presa risiede proprio il regista coreano Jee-Woon Kim. La pecca più grande del film è forse l’eccessivo legame con una messa in scena che reitera troppo le sequenze d’azione pure, tralasciando invece i momenti distensivi tipici del cinema occidentale e una più profonda caratterizzazione dei personaggi che si muovono su una narrazione piuttosto classica e prevedibile.
E’ la regia in tutti i suoi elementi (seppur sufficiente) che convince meno in un film a grandi linee divertente e spaccone come quelli di un tempo, che fa affidamento anche su un ottimo cast di caratteristi come l’efficacissimo Peter Stormare, Luis Guzmán, e il divertente Johnny Knoxville. Buona la prova dei comprimari Rodrigo Santoro, Jaimie Alexander e Forest Whitaker che contribuiscono a rendere credibile un mondo sempre al limite fra realtà e finzione, pendendo spesso più per la seconda, che per la prima; ed è proprio quest’ultimo elemento che rende il film un’opera godibile e divertente, capace di intrattenere il pubblico e di fargli provare addirittura un po’ di nostalgia dei tempi andati. Tuttavia la pellicola possiede molti difetti che probabilmente un tempo sarebbero passati inosservati ma che oggi, con un pubblico più esigente, sono molto evidenti e che rendono il film un po’ anacronistico.
L’artista Jonathan Burton ha realizzato cinque manifesti celebrativi per gli altrettanti film che concorreranno al titolo di Miglior film durante i Bafta 2013.
In Vietato Morire Quattro storie che s’incrociano all’interno della comunità di recupero per la tossicodipendenza di Villa Maraini. Sullo sfondo di una Roma scarna e reale i personaggi affrontano l’insormontabile muro dell’abbandono sociale; gli operatori sociali, spesso ex tossicodipendenti, non possono che vegliare sulle tragedie degli utenti avendo come unica fioca speranza la consapevolezza di alleviare il dolore sulla strada di un remoto e spesso inconquistabile futuro di redenzione.
L’opera prima di Teo Takahashi è la scelta di un docu-fiction in cui alterna o meglio intreccia fatti reali, documentati dagli operatori sanitari di Villa Maraini, e relazioni inventate come la storia d’amore tra Patrick e Arianna. Lo spettatore si trova di fronte un vero e proprio mix tra un documentario, in cui gli attori interpretano se stessi portando in scena la loro esperienza di vita e testimoniando come le varie generazioni sono spinte verso la droga. Quindi il giovane regista romano ci mostra sentimenti quali la rabbia, la depressione o la sfiducia totale nella realtà lasciando che le persone-attori con sguardo in camera raccontano il loro passato e come sono arrivati a Villa Maraini. La fiction viene utilizzata per innescare i sentimenti tra i protagonisti, legami semplici e naturali che servono per tracciare un percorso che va dalla ricerca della speranza verso un nuovo futuro. Gi attori principali Patrick Romhalho e Arianna Di Cori ci mostrano la loro fragilità nel mantenere delle regole con se stessi e di come ogni minimo sentimento possa far cadere tutto il lavoro che si tenta di costruire.
Vietato Morire è caratterizzato da un forte intervento di montaggio realizzato da Andrea Scarecella e lo stesso regista, segnando la differenza tra le riprese pulite, che giocano su raccordi caratterizzati dalla messa a fuoco e quelle della fiction in cui le inquadrature che vengono ripetute, invertite, velocizzate e caratterizzate da una fotografia satura restituiscono una percezione disturbata del ricordo dello sballo. Inoltre, le inquadrature vengono costantemente punteggiate dalla musica dei De Roma Nostra, Assalti Frontali e Fracicus.
Teo Takahashi ci fornisce un racconto senza essere pretenzioso nelle posizioni o nelle retoriche del giusto e sbagliato con le scelte di vita della comunità. Molto bella è poco verbosa è la parte finale dei titoli di coda in cui gli operatori sanitari, ex tossici, testimoniano in breve il lavoro che svolgono e il ruolo della droga nella società e di come intacca la vita di chiunque.
Vietato Morire da 55′ verrà distribuito nel circuito di Distribuzione Indipendente a partire dal 15 febbraio e dal 22 Febbraio sarà possibile trovare la versione di 70′ su Own Air.
Prosegue il momento d’oro di Bradley Cooper, il cui nome viene affiancato a nuovi progetti con cadenza quasi quotidiana: ultimo in ordine di tempo, l’adattamento del romanzo di James Remner The Man From Primrose Lane, i cui diritti sono stati acquistati dalla Warner Bros.
Cooper dovrebbe interpretare David Neff, uno scrittore di gialli che indaga sul mistero che circonda l’uccisione di uno strano personaggio che abita nella strada citata nel titolo. Ossessionato dal caso, il protagonista andrà oltre le apparenze, scoprendone le connessioni con una catena di omicidi seriali in una vicenda che si farà sempre più inquietante, assumendo contorni soprannaturali….
Cooper sarà sugli schermi in primavera, dapprima in The Place Beyond The Pines di Derek Cianfrance e poi col terzo capitolo di Una notte da leoni; entro il 2013 è inoltre prevista l’uscita di Serena di George Pemberton. I prossimi impegni dell’attore includono i nuovi lavori di Davi O. Russell e di Cameron Crowe. Cooper è candidato all’Oscar 2013 come miglior attore per la sua interpretazione in The Silver Linings Playbook (Il lato positivo).
Fonte: Empire
La 20th Century Fox ha acquistato i diritti per la trasposizione cinematografica di Mind MGMT, fumetto pubblicato negli USA dalla Dark Horse (la stessa casa editrice di Sin City ed Hellboy). A produrre il film sarebbe stato chiamato Ridley Scott.
La serie è scritta e illustrata da Matt Kindt e si concentra su, Lyme un agente governativo che fa parte di uno speciale gruppo di ‘spie psichiche’; sfinito dall’uso delle sue abilità, si ritira ma, a causa di un crollo nervoso, ne perde il controllo, spingendo gli abitanti di un’intera cittadina a massacrarsi tra di loro; la vicenda si sposta poi di alcuni anni e vede la scrittrice Meru incrociare la strada del protagonista, scoprendo di avere con lui un particolare legame….
Al momento la Fox ha semplicemente acquistato i diritti e coinvolto Scott attraverso la sua compagnia Scott Free; ora bisognerà trovare uno scrittore e poi capire se il tutto prenderà effettivamente il via o resterà nel limbo dei progetti annunciati e mai realizzati.
Fonte: Empire
Trattare un tema entrato a far parte dell’immaginario collettivo è sempre un rischio, soprattutto se riguarda una pietra miliare della narrativa infantile. Ed è proprio questa la coraggiosa prova a cui si sottopone il Pinocchio di Enzo D’Alò, che dopo la tiepida accoglienza di Opopomoz, torna a collaborare con lo sceneggiatore Umberto Marino per riproporre le rocambolesche avventure del celebre burattino di Collodi.
Discostandosi dall’edizione della Disney e di Benigni, occhieggiando al capolavoro di Manfredi, il regista concede poche licenze poetiche, arrivando a parafrasare interi dialoghi del testo e generando nello spettatore una strana ridondanza che non sempre risulta gradita. Il progetto di Pinocchio, sospeso più volte a causa di numerosi rimaneggiamenti di sceneggiatura, pur mentendosi saldamente ancorato alle linee del romanzo non manca di approfondire in maniera originale alcune tematiche molto complesse, tra cui spicca la figura di Geppetto, emblema per eccellenza del ruolo di genitore.
Splendido il lavoro grafico del disegnatore Lorenzo Mattotti che realizza suggestive ambientazioni dove personaggi scaturiti da matita e pastello risultano ben caratterizzati, dando vita ad un mondo popolato da burattini ipercinetici e figure stilizzate. Numerosi sono i rimandi iconografici a De Chirico e Prampolini, così come non mancano riferimenti all’espressionismo tedesco e al cinema di Fritz Lang.
Possente la colonna sonora di Lucio Dalla che spazia tranquillamente da Rossini ai ritmi scatenati del Jazz e dell’Hip Pop. Purtroppo però gli interventi cantati risultano molto ridotti e poco incisivi, relegandosi in secondo piano. Tra i doppiatori spiccano Rocco Papaleo, Mino Capriolo e Paolo Ruffini, anche se non sempre purtroppo le voci si adattano alle fisionomie dei personaggi.
Opera sincera e coraggiosa che però non può sottrarsi ad una narrazione troppo concentrata, nella quale gli eventi paiono svolgersi e risolversi in maniera troppo sbrigativa e spesso ingenua, lasciando gli spettatori più piccoli amareggiati. L’autore, confidando troppo nell’universalità della storia, non dà agli eventi il giusto spessore e il tempo necessario per esaurirsi. Anche i dialoghi appaino posticci e trascinati, mischiando tra loro registri antichi e moderni che fanno a pugni con lo stile della narrazione.
Pinocchio è essenzialmente una storia per bambini, ma qui abbiamo a che fare con un’eccessiva ingenuità di fondo che rischia di non essere gradita soprattutto dal pubblico dei più piccoli. Malgrado ciò non possiamo non considerare questa ennesima opera di D’Alò come una prova di coraggio e qualità, che seppur non all’altezza dei suoi lavori recenti contribuisce ad affermare la sua grande passione per il mondo dell’infanzia.
Pictures of Fidelman, raccolta di storie firmata da Bernard Malamud, verrà portata sul grande schermo, per la regia di Jason Schwartzman: il progetto segnerà la prosecuzione della collaborazione tra Schwartzman e Jonathan Ames, che in tempi recenti ha prodotto la sitcom Bored to Death, cancellata dalla HBO dopo la terza stagione.
Le storie di Malamud seguono le vicende di Fidelman, uno studente d’arte in viaggio a Roma; il libro contiene varie storie brevi, ma Schwartzman ed Ames sarebbero in particolare intenzionati a portare sullo schermo i racconti intitolati Still Life e Naked Nude, anche se questi potrebbero non essere i soli a trovare spazio nel film.
Il progetto è comunque ancora agli inizi e non ha ancora trovato un finanziatore; al momento si sa che Schwartzman vuole far parte del cast (probabilmente nel ruolo del protagonista) ed Ames ha intenzione di rispettare l’ambientazione originaria, quindi il film dovrebbe essere girato proprio a Roma.
Al momento Schwartzman è comunque impegnato nelle riprese di The Grand Budapest Hotel di Wes Anderson, mentre Ames sta lavorando sull’adattamento del suo romanzo Wake Up, Sir! e su quello di 361 di Donald Westlake; lo stesso Ames ha rivelato che, nonostante la chiusura della serie, i progetti riguardanti Bored to Death non sono finiti: sarebbe infatti sua intenzione girare un lungometraggio, da destinare comunque per il piccolo schermo alla stessa HBO.
Fonte: Empire
Ieri mattina, alla Casa del Cinema di Roma, è stato presentato il documentario Vietato Morire, esordio alla regia di Teo Takashi in cui vengono raccontate quattro storie che si incontrano all’interno della comunità di recupero per la tossico dipendenza di Villa Maraini a Roma. Presenti in sala a rispondere alle domande della stampa, il distributore, il regista Teo Takahashi, il cast e gli operatori sociali della Villa.
Teo quale è l’urgenza e cosa ti ha spinto a fare un film del genere?
Innanzitutto vorrei ringraziare Marcello Romani (il cantante di strada che canta per l’intero film n.d.a.) senza il quale questo progetto non sarebbe nato e Fernando Alba che si è occupato della post produzione audio che con la sua mano e bravura artistica mi ha aiutato molto con la realizzazione del film.
Più che un urgenza o una spinta emotiva c’è la necessità di raccontare uno stato di cose, che non può non interessare la maggior parte della mia generazione, forse è stata anche una necessità egoistica. Sicuramente è stato un evento nel realizzarsi, un alchimia particolare in tutti i giorni delle riprese tra la villa e noi della troupe.
Teo quanto è costato il film?
Come è stato organizzato e ci sono stati problemi?
Il film è stato prodotto da Adrea Pirri Ardizzone, un mio amico che
produceva video rap e underground, ci siamo trovati ad un certo
punto in cui lui voleva fare un film e io raccontare questa storia.
Il film è costato sui sei mila euro contando anche la post
produzione ed ha avuto i problemi produttivi come è normale che si
vengano a creare nelle produzione indipendenti, ma le abbiamo
superate con la buona volontà e il coscienzioso utilizzo delle
nuove tecniche che abbiamo il privilegio di poter sfruttare.
Quanto c’è di costruito e quanto
invece ti sei fatto sorprendere dalla realtà, per raccontare queste
storie?
Pasolini diceva “Il Cinema è il linguaggio scritto della realtà”
questo per dire che la realtà non sempre è una cosa esterna a noi
che possiamo solo catalogare, sfruttare ed osservare senza far
nulla, molte volte diventa proprio un ingrediente vivo, cosciente e
coscienzioso dell’opera, per cui c’è stato un enorme lavoro da
parte di tutti gli attori e dico attori perché quello che si vede
sullo schermo non è una semplice registrazione di una realtà che
sta lì ferma da riprendere, bensì riprende una prova attoriale non
indifferente, tranne per pochi casi, le persone con cui ho lavorato
non avevano alcun esperienza della recitazione eppure hanno
dimostrare come la creatività e l’arte sono presenti all’interno
della parte passionale delle persone, serve solo una sorta di
detonatore ad attivarla.
Il personaggio di Cristiana Gaggioli non era presente nella proiezione di 55′ per la sala, cosa che invece sarà possibile vedere nella versione da 70′ nella on Demand su Own Air, e aggiunge:
Io sono la parte più costruita se vogliamo, non faccio parte dell’ambiente, di villa Maraini, sono un’attrice che ha studiato e posso dire che comunque tutti hanno fatto vedere loro stessi, non hanno finto una narrazione quella è la realtà di Villa Maraini, che io ho potuto vedere come reale perché il primo giorno in cui Teo ha spiegato le sue intenzioni di girare, è stata la prima volta che sono entrata in un centro di accoglienza e l’impatto è stato molto diffidente e anche per i tossicodipendenti, il giorno dopo è cambiato tutto, perché grazie a Teo, è bastato contattare un po’ l’anima, la loro e la mia e tutto è cambiato, erano persone non diverse dalla realtà di tutti i giorni. Questo documentario lo dimostra, è una realtà durissima con cui tutti noi siamo costretti a fare i conti.
Teo, Il cinema di Pasolini, se e
quanto ha influito nel tuo cinema?
Pier Paolo Pasolini è una personalità che ha influenzato
completamente l’Italia che viviamo, visto che sto tentando di fare
questo mestiere sto cercando di seguire dei filoni più aperti, era
indispensabile accogliere l’insegnamento di questo maestro, infatti
l’insegna che si vede nel film, è la targa che si trova
all’idroscalo di Ostia. Quindi si l’influenza è innegabile.
Teo, nel film c’è anche una
frase di Paul Morrisey, quando lo ha visto?
È uno dei registi che ha collaborato con Andy Warrol e faceva parte
della factory, un nostro amico è il suo aiuto regista, abbiamo dato
il documentario facendoci dare le sue impressioni e opinioni.
Teo questa è una realtà che un ragazzo della tua generazione è interessato a conoscere, ma perché Villa Maraini?
Villa Maraini è un posto assolutamente fuori dall’ordinario soprattuto nel circuito della disintossicazione, è un posto straordinario perché si adopera “la filosofia della riduzione del danno”,
peculiarità che ti interessa non appena entri nel centro, poiché non prevede una cura unica per tutti ma una cura individuale, è uno sviluppo, che progredisce con chi chiede e ha bisogno di aiuto. Questa è una delle caratteristiche che si respira in maniera tangibile nel centro.
Teo come è stato l’impatto con gli operatori quando hai proposto il progetto?
Abbiamo fatto un gruppo ed è stato subito accettato senza alcun problema, dimostrando come le cose possano essere funzionali e funzionino, c’è stato un grande entusiasmo e partecipazioni da parte di tutti, molti ragazzi hanno collaborato, Antono D’annucci ha fatto da fonico, la risposta al film è stata immediata e positiva.
L’ambientazione introno a te è
casuale, oppure si ricollega all’invisibilità?
Operatori di Villa Maraini: No è tutto reale, noi abbiamo
cominciato nel 1992 alla Stazione Termini su dieci ragazzi che
vedevamo otto erano tossicodipendenti tutto quello che Teo ha
firmato è uno spaccato di quello che noi abbiamo visto e viviamo
tutti i giorni, oggi sta migliorando la situazione ma ancora c’è da
fare. Abbiamo sposato questo progetto proprio per far vedere, Teo
lo ha visto, e noi lo abbiamo aiutato a raccontarlo. Da un
cortometraggio di otto giorni è diventato un film di un mese e
mezzo, dando la stima anche ai ragazzi che sono lì ancora oggi.
Teo il finale è aperto, perché?
Il finale è aperto perché la realtà è aperta, è una questione individuale e inconscia, le problematiche del documentario sono abbastanza grandi per poterle risolvere.
Arianna Di Cori anche tu hai un passato nella villa?
Si, anche io sono stata nella villa e ho conosciuto questa realtà, e per me così come tutti quelli che hanno partecipato a questo film il ritrovarsi a Villa Maraini con questa veste, molto diversa, è stato molto importate anche come crescita personale e io personalmente essendone uscita, so che restano le ferite che siamo riusciti a comunicare è qualcosa che non si chiude in nessun caso, non si può porre una fina definita e per questo il finale per me è giusto aperto.
Patrick Romhalho per te come è stato vivere questo film e fare questo viaggio attoriale?
Per me è stato interpretare me stesso, mi sono appassionato a questo progetto Teo ci ha proposto questa racconto che non ci ha pesato, anzi ci ha uniti. È nata anche una spinta a frequentare di nuovo villa Maraini.
Per il distributore “Distribuzione Indipendente”, avete pensato al futuro di questo film?
I nostri film hanno una vita molto
lunga perché a differenza delle circuitazioni classiche escono ad
una data e continuano ad essere proiettati per mesi e mesi,
costruendo grazie all’appoggio di Cineclub, Cine Circoli e Cinema
d’essay una continua visione.
Noi siamo deboli per le multisale, le grandi produzioni e
distribuzioni, ma siamo abbastanza forti in determinati spazi o
mezzi, quali il DVD, che vengono utilizzati male, sfruttiamo
diversi canali per cercare di creare quella vetrina indispensabile
e importantissima per tutti i giovani e non, talenti che con una
logica non sana della distribuzione italiana non hanno possibilità
di emergere. Abbiamo una porta a Los Angeles e una piccola a
Pechino dove presenteremo otto opere da marzo a luglio. Quello che
stiamo cercando di fare è creare delle strade parallele,
perché questi film nelle periferie e province animano la vita
culturale dei centri urbani.
Questa pellicola in particolare ha un messaggio molto forte e
profondo, benché non c’è una rivoluzione a cui molti giovani
aspirano, c’è un contenuto e un punto di vista non ordinario,
questo è buono e importante, noi scegliamo molte opere tra
l’horror, commedie, gialli ma la profondità e i contenuti molto
spesso mancano, qui no.
Progetti Futuri?
Teo Takahashi: Pensavo a qualcosa di fantascientifico perché andiamo verso un assetto del potere Orwelliano…
Patrick Ramhalho: Sto cercando di riprendere la mia vita, ho delle passioni, faccio tatuaggi sono diplomato come fonico, sto cercando lavori.
Arianna di Cori: Sicuramente rimanere coinvolta in progetti di questo tipo, non sono sempre un attrice, però vorrei continuare su questo filo in generale, proporre cose che abbiano un valore e che possano comunicare qualcosa.
Operatori Villa Maraini: sta andando a presso alla crisi, tutto questo lavoro non viene ricompensato dallo Stato e ci mette sempre in difficoltà, le persone soffrono per la crisi mondiale e non possono aiutare le persone che sta male, noi stiamo combattendo anche con la regione Lazio che non ci risponde, poi molti lavoratori non sono retribuiti, stiamo cercando finanziatori per mantenere in vita il centro.
Il 20 Febbraio 2010 ci sarà una proiezione in una sala del circo di Distribuzione Indipendente, una cena con la proiezione del documentario e tutto l’introito sarà devoluto a Villa Maraini.
Armie Hammer, protagonista di The Lone Ranger, nel quale verrà affiancato da Johnny Depp nel ruolo di Tonto, la sua ‘spalla’ indiana, ha recentemente rivelato alcuni particolari riguardo la trama del film.
L’attore ha descritto il lavoro come una versione ‘rock’n’roll’ del personaggio, del quale verranno narrate le origini, che riprenderanno quelle classiche. Il protagonista è il superstite di un gruppo di ranger vittime di un imboscata, la cui vita viene salvata da un indiano. La storia narrerà anche parte della sua vita precedente come avvocato, spinto nel west dalla sua nobile idea di giustizia, basata non solo sull’ammazzare i criminali, ma soprattutto sul diritto di tutti a venire sottoposti a un regolare processo; all’inizio lui non crede alle pistole, ma nel corso della storia cambierà idea…
L’uscita di The Lone Ranger è attesa per il 9 agosto.
Fonte: Empire
Il tour di presentazione di Side Effects di Steven Soderbergh ha offerto a Jude Law l’opportunità di parlare anche dei suoi prossimi progetti: al momento il biopic dedicato a a Gertrude Bell firmato da Werner Herzog sembra essere per il momento stato accantonato e incerto è anche il destino del terzo Sherlock Holmes; in rampa di lancio è invece Grand Budapest Hotel di Wes Anderson, riguardo al quale Law ha rivelato qualche particolare.
Il titolo del film lascerebbe immaginare una serie di storie che si incrociano all’interno dell’albergo citato: pur non essendo ancora stati diffusi particolari sulla trama, Law sembrerebbe aver in parte confermato l’ipotesi, parlando di un film in cui vi saranno storie raccontate all’interno di altre storie.
Law ha rivelato che il suo ruolo sarà quello di uno scrittore e che nel film ci sarà qualcuno che interpreterà lo stesso personaggio in età più avanzata. Il lavoro si articolerà in varie sezioni: al centro vi sarà la stessa storia, raccontata da diversi punti di vista, in quello si annuncia un film che parlerà della narrazione, del raccontare storie.
L’attore ha inoltre ha dichiarato che il film si svolgerà in gran parte negli anni ’30, anche se la sua parte sarà invece ambientata nei ’60; la sua è comunque una piccola parte (ha richiesto solo cinque giorni di lavoro), inserita in un contesto molto più ampio.
Le rivelazioni di Jude Law, a dire il vero abbastanza sibilline, si aggiungono agli scarni dettagli forniti dallo stesso Anderson, che ha parlato di un film ‘europeo’, ispiratogli dal suo periodo di permanenza in francia, il cui protagonista è lievemente pazzo, e ha un lettore della mente personale accompagno da un assistente adolescente.
Oltre a Law del cast fanno parte Bill Murray, Owen Wilson, Jason Schwartzman, Tilda Swinton, Adrien Brody, Jeff Goldblum, Ralph Fiennes, Saoirse Ronan, Harvey Keitel, F. Murray Abraham, Mathieu Amalric, Willem Dafoe ed Angela Lansbury.
Fonte: Empire
Sembrerebbe essere la prima immagine di Amy Adams nei panni di Lois Lane quella inserita in un booklet distribuito in occasione di un evento organizzato nei giorni scorsi in onore dell’attrice. La foto è stata rilanciata sul web dal sito spagnolo DesdeHollywood.
Pur mancando conferme ufficiali in merito la foto, che come si nota, ritrae l’attrice mentre imbraccia un tablet sullo sfondo di un ufficio, potrebbe benissimo ritrarre Lois Lane all’interno della redazione del Daily Planet.
Firmato da Zack Snyder, Man of Steel seguirà l’inizio della carriera supereroistica di Clark Kent (Henry Cavill), descritto come un alieno che pur essendo stato cresciuto come un terrestre, resta comunque uno ‘straniero in terra straniera’, separato dagli altri esseri umani dai suoi incredibili poteri, che si chiede il significato del suo arrivo della Terra e cerca di capire quale debba essere il suo ruolo in un mondo sull’orlo del precipizio; l’arrivo di un’ulteriore minaccia lo condurrà a prendere delle decisione e a scegliere definitivamente la propria strada.
Il cast del film comprende, oltre a Cavill e Adams, anche Russell Crowe, Kevin Costner, Diane Lane, Michael Shannon, Antje Traue, Ayelet Zurer e Laurence Fishburne.
Fonte: DesdeHollywood
Ecco altre due clip dal film Les Misérables.
A soli due giorni dall’attesa uscita cinematografica ecco altri due video che ci fanno assaggiare le straordinaria bravura
Ecco uno spot tv de Il cacciatore di Giganti, film che si inserisce a pieno titolo nel filone tanto di moda della rilettura cinematografica in chiave adulta delle fiabe per bambini. Basato sul racconto Jack e il Fagiolo Magico, Il cacciatore di Giganti è diretto da e Bryan Singer e vede nel cast Nicholas Hoult, Eleanor Tomlinson, Stanley Tucci, Ian McShane, Bill Nighy e Ewan McGregor.
Ecco lo spot:
Fonte: comingsoon.net